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sottomettere - Vittimologia

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1. La manipolazione mentale, definizione.La manipolazione mentale consistenell’applicazione di un sistema di strategie “chedistrugge l’identità di un individuo” 1 , all’internodi una relazione di potere.Si tratta di “……sistemi che cercano di minarel’integrità e l’autonomia decisionale di unindividuo. L’essenza del controllo mentaleconsiste nell’incoraggiare la dipendenza ed ilconformismo e nel disinnescare l’autonomia el’individualismo” 2 .La manipolazione mentale agisce su processi,strutture e sistemi che garantiscono ad unindividuo il senso di unicità e continuità neltempo e danno stabilità alla relazione con il sé econ l’ambiente, minando la sua volontà eriducendo il suo senso critico.Occorre creare un canale privilegiato dicomunicazione che veicoli le informazionidistorsive nella mente del manipolato in modo taleche queste vengano accolte acriticamente edinserite nella narrativa personale, sostituendoquella autentica, entrando così a far parte della suaidentità.2. Creare un canale privilegiato dicomunicazione.Una delle chiavi per comprendere lamanipolazione risiede nella relazione tra il leaderdel gruppo e l’adepto. Il rapporto che si instaura èun rapporto di potere e le modalità comunicativesono caratterizzate da una forte asimmetria. Illeader si presenta con una immagine dionnipotenza legata al sapere o al rapportoprivilegiato con entità soprannaturali. Egli si1 Hassan S., Mentalmente liberi. Come uscire da unasetta, Avverbi Edizioni, Roma, 1999.2 Ibidem.mostra come il risolutore, come colui che è ingrado di spiegare e risolvere le ragioni del disagioesistenziale dell’adepto. Quest’ultimo deve averefiducia, lasciarsi guidare.In un rapporto dall’inizio improntato su questepremesse il manipolatore si costituisce come unafonte autorevole di informazioni, e come talescarsamente suscettibile di essere messo indiscussione.In tale relazione viene quindi fatto largo uso dimodalità comunicative di persuasione e ditecniche volte a stimolare nei soggetti uno stato disuggestione.Le tecniche di persuasione, sono tecniche dicomunicazione volte ad influenzare atteggiamentie comportamenti altrui, sia in senso positivo,promuovendoli, sia in senso negativo,dissuadendoli 3 . Si tratta di modalità comunementesperimentate nella vita quotidiana, poiché messein atto nei contesti sociali da chiunque abbiainteresse ad orientare scelte individuali ecollettive: personaggi politici, pubblicitari,scienziati che promuovono un determinatoorientamento teorico, ma anche amici, familiari,colleghi. Persuadere gli altri è uno dei modi chegli esseri umani hanno per porsi in modo attivonell’ambiente e sperimentare la sensazione dipoter agire su di esso.Le strategie sono numerose. Chi vuole persuaderesi rende attraente, si presenta con una immagine dipositività, gradevolezza, competenza. Dàimportanza all’altro, alle sue idee, ne valorizza ilmodo di essere 4 .3 Bonaiuto M., Maricchiolo F., La comunicazione nonverbale, Carocci, Roma, 2003.4Bonaiuto P., Giannini A.M., “I fondamentipsicologici delle credenze nella magia e dellasuggestionabilità”, in De Leo G., Barone E., Caprilli P.M. (a cura di), Informazione o manipolazione? IRivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 68


Una delle chiavi della persuasione è quella diinfluenzare l’altro lasciandogli però la sensazionedi essere libero di scegliere. Per fare questo gliobiettivi della persuasione sono generalmentegraduali, e non si discostano mai in modoeccessivo dalle mappe cognitive del soggetto.Un’altra tecnica è quella della “confusione” che sibasa sull’introdurre un sovraccarico diinformazioni in contrasto fra loro, producendo unforte stato di disagio cognitivo che “predisponealla ricerca ed all’accoglimento di un significatounivoco, qualunque esso sia” 5 .Il linguaggio non verbale è fondamentale nell’artedel persuadere. I segnali non verbali rinforzano laasimmetria nella relazione, con l’uso sapientedello spazio interpersonale da parte delpersuasore, che si impegna più frequentemente incontatti fisici e assume posture più aperte e piùrilassate. Persone che assumono un atteggiamentodominante tendono a guardare le persone negliocchi più mentre parlano loro stessi che mentreascoltano l’interlocutore, ed usano meno segnaliauto manipolatori 6 .Più incisivo, accanto all’uso della persuasione, èsicuramente l’uso di tecniche volte ad indurrenegli adepti una condizione di suggestione.La suggestione è definibile come “l’accettazioneacritica di una opinione, un’idea, di uncomportamento che nasce o dal soggetto stessolinguaggi manipolativi nell’informazione medica epsicologica in Tv e su Internet: atti della giornata distudio: Centro Congressi Università “La Sapienza”18 aprile 2002, Edizioni Kappa, Roma, 2003.5Loriedo C., “Il linguaggio persuasivo nellacomunicazione sociale”, in De Leo G., Barone E.,Caprilli P. M. (a cura di), op. cit.6 Ibidem.(autosuggestione) o dall’influenza di altri (eterosuggestione) 7 ”.Si parla di suggestività a proposito di “segni,oggetti situazioni in grado di provocare emozionio azioni a sfondo emozionale” 8 .La suggestione è uno dei più importanti fattoriimplicati nell’induzione nei soggetti dello statoipnotico. A tale proposito Franco Granone,parlando di ipnosi, afferma che i metodi diinduzione ipnotica di cui si occupa, hanno tutti“un comune denominatore, cioè quello di esaltarela suggestionabilità, sicché le idee enunciatedall’operatore vengono accettate dall’operatore edeseguite senza alcuna critica.......Perché questoavvenga occorrono soprattutto particolaricondizioni di ambiente, transfert, esattezza eopportunità di linguaggio e di gesti dell’operatore,intuito psicologico …” 9 .Nel 2005 la relazione tra suggestionabilità edinduzione ipnotica è stata confermata nelladefinizione di Ipnosi dell’APA. 10 .Storicamente si tendeva a distinguere trasuggestione diretta ed indiretta, ossia processisuggestivi in cui l’intenzione di mascheramentoveniva palesata o mascherata 11 , ma negli studi piùrecenti si tende a considerare tale distinzionemaggiormente applicabile ai contenuti dellasuggestione piuttosto che al modo in cui essa7 Galimberti U., Dizionario di Psicologia, GruppoEditoriale l’Espresso, Novara 2006. Analoga è ladefinizione nel Dizionario di Psicologia di AmedeoDalla Volta, Giunti Barbera, Firenze, 1974.8 Ibidem.9 Granone F., Trattato di Ipnosi, UTET, Torino, 1989.10 Green J., Barabasz A., Barrett D., Montgomery G.,“The 2003 APA Division 30 Definition of Hypnosis”,American Journal of Clinical Hypnosis, Oct 2005-Jan2006.11 Gheorghiu V. A., “Experimental investigation onsuggestibility: On the effects of direct and indirectsuggestions”, Revue Roumaine des Sciences Sociales,10, 1966, pp. 1–12.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 69


Secondo lo stesso autore, la base neurofisiologicadella alterazione della vigilanza e della coscienzain ipnosi è verosimilmente legataall’interessamento dei centri mesencefalici, conconseguente inibizione delle funzioni corticali dicritica e di controllo, ed all’interessamento deicentri limbici, ed in particolare dell’amigdala edell’ippocampo.Nello stato di trance si verifica una ridotta attivitàdelle funzioni dell’emisfero sinistro (logica,linguaggio), mentre vengono esaltate quelledell’emisfero destro (immagini emozioni).Nel corso dell’ipnosi è possibile concentrarel’attenzione del soggetto completamente su ciòche dice l’ipnotista, escludendo ogni altro stimolo.In tali condizioni, sempre secondo Granone, siritiene che aumenti la facoltà di imparare epossono “provocarsi artificialmente particolarialterazioni dell’ideazione” 22 che, in soggettipredisposti, sono in grado di instaurare ideazionidi tipo coatto (dubbi, ricordi, impulsi) o di tiposub delirante (anche di tipo religioso). Facendol’esempio degli adepti del reverendo Jim Jones,che in Guyana Francese ha indotto al suicidiooltre 900 persone tra uomini, donne e bambini,Granone afferma che sono stati descritti deifenomeni di vera e propria alienazione mentale,con blocco dei poteri critici dei soggetti, in unacondizione che appare simile a quella di unaipnosi artificialmente indotta.In ipnosi, dunque, si verifica un vuoto logicocritico-analitico,che rende più facilmentepermeabili i soggetti e disponibili ad accoglierenel loro sistema mentale idee e contenuti quandosi trovano in questa condizione mentale.I manipolatori fanno inoltre largo uso delletecniche psicofisiologiche per indurre nei soggettiuna soppressione delle facoltà critiche.L’iperventilazione, ad esempio, induce unacondizione di alterazione dell’equilibrio traossigeno ed anidride carbonica nel sangue,provocando diverse reazioni a caratterepsicofisiologico, tra cui crampi alle mani,giramento di testa, sensazioni di nausea,vomito 2324 .L’iperventilazione viene indotta stimolando isoggetti a respirare con la parte alta del torace, adun ritmo elevato, oppure attraverso lunghevocalizzazioni.Oltre a “debilitare” psichicamente e fisicamente isoggetti, l’iperventilazione viene utilizzata anchein modo ingannevole, per confermare le teorieindotte dal leader. Le modificazionipsicofisiologiche indotte dalla alterazione delritmo respiratorio, vengono infatti attribuite daileader a cause che sostengono le loro tesi: icrampi alle mani possono dunque diventare unsegno religioso o il segnale dell’azione di unmeccanismo di difesa.Analogamente a quanto affermato da FrancoGranone, in merito alla possibilità di alterare glistati di coscienza attraverso stimolazioni visive oacustiche, R. Tart 25 afferma che spingere alcunefunzioni psicologiche fino ed oltre i loro limiti difunzionamento può interrompere lastabilizzazione dello stato di coscienza di base.Rituali e cerimonie caratterizzate dasovrastimolazionesensoriale, determinata ad23 Thyer B. A, Papsdorfj D., Wright P., “Physiologicaland psychological effects of acute intentionalhyperventilation”, Behaviour Research and Therapy,Vol. 22., No. 5, 1984, pp. 587-590.24 Singer, M. T. op. cit.22 Ibidem.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 72


esempio da un sapiente uso degli strumenti apercussione, di musica ritmica ad alto volume, davocalizzazioni collettive, da danze frenetichepossono indurre nei soggetti stati alterati dicoscienza.A tal proposito è descritto nel DSM-IV-TR unDisturbo dissociativo non altrimenti specificato[300.15], che ha come manifestazionepredominante un disturbo dissociativo(alterazione delle funzioni usualmente integrate dicoscienza , memoria, identità o percezionedell’ambiente) che non soddisfa i criteri pernessuno dei disturbi dissociativi specifici. Tra idisturbi dissociativi NAS vi è il disturbodissociativo di trance: “alterazioni singole oepisodiche dello stato di coscienza, dell’identità odella memoria che sono abituali incerte aree eculture. La trance dissociativa comportarestringimento della coscienza dell’ambientecircostante, oppure comportamenti o movimentistereotipati che vengono vissuti come al di fuoridel proprio controllo” 26 . Lo stato involontario ditrance non deve essere considerato dalla personacome pratica normale di una pratica culturale oreligiosa, e deve causare disagio significativo omenomazione funzionale.Dunque i manipolatori mettono in atto tecnichepsicologiche per ridurre la vigilanza ed le facoltàcritiche dei soggetti, favorire esperienze fuoridall’ordinario a conferma delle loro tesi, e renderliparticolarmente recettivi rispetto alle loro teorie.Nel presente lavoro ci si è focalizzati sulletecniche psicologiche di alterazione dello stato dicoscienza, ma è necessario, per completezza,ricordare che tale obiettivo viene raggiunto,25Tart C. R., Stati di coscienza, Editrice Astrolabio,Roma, 1977.26 A.P.A., DSM-IV-TR, Masson, Milano 2000.all’interno di molti gruppi distruttivi, anchemediante la somministrazione di sostanzepsicotrope.Cecilia Gatto Trocchi ha, a tale proposito,ricordato l’affermazione di Marlyn Ferguson,sacerdotessa acquariana, secondo la quale l’LSDha dato ad un’intera generazione una esperienzareligiosa 27 .4. Il modello BITE 28 di Steven Hassan.Steven Hassan individua 4 elementi fondamentalidel controllo mentale messo in atto nei gruppidistruttivi:• controllo del comportamento,• controllo del pensiero• controllo delle emozioni• controllo delle informazioni.Le tecniche di controllo mentale hanno la lorobase in queste quattro componenti che, se attuateinsieme, hanno come conseguenza, secondol’Autore, di incidere in modo profondosull’identità di una persona.La base teorica di queste componenti risiede nellateoria della dissonanza cognitiva di Festinger, inbase alla quale vi è una spinta degli individuiverso la coerenza interna, che fa tendere araccordare insieme in modo armonico pensieri,comportamenti ed emozioni ed a modificare o27Gatto Trocchi, C., “L’offerta formativa dellepsicosette, osservazioni antropologiche”, in De Leo G.,Barone E., Caprilli P. M. (a cura di), Informazione omanipolazione? I linguaggi manipolativinell’informazione medica e psicologica in Tv e suInternet: atti della giornata di studio: CentroCongressi Università “La Sapienza” 18 aprile 2002,Edizioni Kappa, Roma, 2003.28 BITE: Behavior, Information, Thoughs, Emotions(Comportamento, informazioni, pensieri, emozioni);Hassan S., Mentalmente liberi. Come uscire da unasetta, Avverbi Edizioni, Roma, 1999.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 73


eliminare idee, sentimenti e azioni che non siraccordano con l’insieme 29 .Se, dunque, si induce una persona a cambiare ilproprio comportamento, questa cambierà diconseguenza anche i suoi pensieri e i suoisentimenti, al fine di minimizzare la dissonanzache si è venuta a creare.Il controllo del comportamento si rivolge allarealtà fisica di un individuo, alle sue azioni, alcontesto in cui è inserito. Si tratta di un controlloestensivo che viene applicato in ogni sfera dellavita del soggetto, anche ad aspetti intimi opsicofisiologici, come il sonno, il luogo in cuidormire, il cibo, l’abbigliamento, le attivitàquotidiane, le uscite, ecc.Il controllo del pensiero si esercita con duemodalità fondamentali: indottrinamento delsoggetto e tecniche di blocco del pensiero.L’indottrinamento prevede l’acquisizioneprofonda delle ideologie, che diventanodominanti, pervasive della personalità esostituiscono gli schemi precedentementeutilizzati dal soggetto per elaborare gli eventi estrutturare una visione del mondo.La dottrina acquisita diviene un filtro totalitarioattraverso il quale vengono interpretate tutte leinformazioni provenienti dall’esterno.Le tecniche di blocco del pensiero sono tecnicheche permettono di fermare il flusso dielaborazione cognitiva ogni qual volta vieneintrodotto un elemento non in linea conl’indottrinamento acquisito.Prevedono diverse modalità attuative, ripetizionedi frasi, cantilene o preghiere, canto, e vengonoattivate grazie ad un addestramento specifico arespingere ogni informazione critica nei confrontidel gruppo, attraverso meccanismi di negazione(“non è vero”), giustificazione (“c’è un motivogiusto per questo”), razionalizzazione (“c’è unaspiegazione logica per questo”), desiderio(“desidero che non sia così, quindi non è così”).Controllo del pensiero e controllo delcomportamento si rinforzano a vicenda, per cuiogni azione svolta nella direzionedell’indottrinamento tende a rinforzarlo ed ognipotenziamento nella acquisizione dell’ideologiarende meno conflittuali e coerenti le azioni adessa connesse.Il controllo delle emozioni si esercita attraverso lamanipolazione dei sentimenti attraversol’induzione di colpa e paura, nonché il controllopressoché totale delle relazioni interpersonali.Colpa e paura vengono provocati attraverso unsapiente dosaggio di premi e punizioni e la forteaccentuazione dei giudizi critici sulcomportamento e sul pensiero. Lo stilerelazionale, direttivo ed asimmetrico, ponel’accento sulla esistenza di comportamenti epensieri “giusti” e “sbagliati”, in relazione allaadesione ad un determinato modello imposto. Talemanipolazione, all’inizio sottile ed agita ancheattraverso il sapiente dosaggio dell’avvicinamentodel leader, che passa attraverso il concetto di“merito” e di raggiungere una meta ambitafacendo la cosa giusta, può in seguito sempre piùvenire veicolata con sistemi punitivi più o menoseveri che, tra l’altro, passano attraversol’induzione di sentimenti di indegnità e sfuriatedel leader.L’induzione dell’odio verso i genitori,l’allontanamento delle figure significative,parenti, amici, colleghi (se non inseriti nel gruppo29Festinger L., A theory of cognitive dissonance,Stanford University Press, CA, 1957.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 74


o Destabilizzare il senso del sé;o Portare l'individuo a reinterpretaredrasticamente la sua storia personale e modificareradicalmente la sua visione del mondo, al fine diaccettare una nuova versione di realtà e causalità;o Sviluppare nella persona una dipendenzadall'organizzazione, e perciò trasformarla inagente schierabile della stessa.I contenuti che vengono inseriti nella narrazionegrazie ai canali privilegiati aperti con lapersuasione, la suggestione e l’ipnosi possonoessere di varia natura e richiamare concettireligiosi, concetti psicologici di sviluppo dell’io edel potenziale, concetti filosofici (visione delmondo, dell’uomo, ecc.).Esistono tuttavia dei contenuti comuni chepossono essere rinvenuti in quasi tutte le tipologiedei gruppi distruttivi: una revisione della storiafamiliare in termini negativi, dove le figure diriferimento sono dipinte come cattive e abusanti,la necessità di creare una rigida soluzione dicontinuità tra il passato ed il presente, con ilconfine tracciato dall’ingresso nel gruppo, laconvinzione di aver vissuto in passato una vitacaratterizzata da autoinganno e false percezioni eche solo nella nuova sensazione si possa coglierela “verità”.La revisione della storia familiare in termininegativi ha il duplice vantaggio di rinforzare neisoggetti la convinzione di stare scoprendo nuoveverità e di isolarli da tutti gli affetti che potrebberocostituire una minaccia per la loro appartenenza algruppo.Uno dei metodi possibili per favorire tale riletturaconsiste nel richiamare i ricordi del passato etrasformare i traumi relazionali infantili in abusi.I disturbi traumatici determinati da eventi acuti,tuttavia, vanno distinti dai traumi relazionalivissuti nell’infanzia, relativi a disturbidell’attaccamento con figure significative.La comprensione di un trauma relazionaleinfantile, utile alla sua elaborazione costruttiva,passa attraverso la necessaria comprensione delleragioni che hanno spinto il genitore a provocare lasofferenza, ragioni talora male interpretate dalbambino, talora da lui non riconosciute (adesempio un genitore che a sua volta soffre di undisturbo di attaccamento).Lungi dall’indurre una elaborazione positiva deiricordi infantili, i leader delle sette ne favorisconouna interpretazione tale da trasformarli in abuso,in modo che le figure genitoriali vengano vistecome mostri aggressivi, pronti a ferire la propriaprole per egoismo o peggio, puro piacere. L’unicapossibilità di salvezza è un allontanamentodrastico e definitivo da loro 38 .Inoltre, l’affetto provato dagli adepti verso igenitori e le figure significative viene additatocome la prova della loro incapacità a fare sceltepositive per sé: si sono per anni lasciatiinfluenzare e guidare da chi li sfruttava senzaaccorgersi di quello che stava loro accadendo.Provando affetto verso i propri aguzzini i soggettisi sono a lungo auto-ingannati. In tal modo ileader minano alle fondamenta la fiducia dellepersone nelle proprie sensazioni interne.Una delle basi della autonomia degli individui,infatti, è la possibilità di potersi fidare delleproprie sensazioni interne che emergono inrisposta alle sollecitazioni ambientali. Leggere in38 Ciò qualora anche i genitori non siano adepti. Inquesto secondo caso, comunque, essi vengono svuotatidel loro ruolo educativo, che il leader assumetotalmente su di sé.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 77


modo chiaro le proprie emozioni ha un fortepotere adattivo e consente di sentirsi in grado diaffrontare il mondo, effettuando un esame direaltà adeguato.Se si distrugge la fiducia nella capacità di leggerecorrettamente i propri stati interni, si favorisce ladipendenza dal leader, al quale viene delegatogradualmente il giudizio su ciò che è bene e ciòche è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.Egli si presenta come il portatore della veritàassoluta.Inoltre, come già illustrato, l’identità di unsoggetto è collegata alla continuità dellapercezione di sé. Insistere nel creare unainterruzione in questa continuità spezza negliindividui il senso del fluire della propria esistenza.Ogni cambiamento introduce negli individuiquello che può essere definito un passaggioesistenziale. Tali cambiamenti, tuttavia, vengonogeneralmente inseriti in una storia armonica,organica che, pur nel mutamento, riconosce séstessa. Nei gruppi distruttivi il passaggio èesasperato dalla negazione della propria vitaprecedente, negazione che inevitabilmente creauna frattura nella continuità di Sé e che pertantorende il soggetto fragile, insicuro, e sempre piùdipendente dalla personalità del leader per lalettura dei propri stati interni.Per favorire l’accesso di tali contenuti negli adeptivengono incoraggiate e stimolate forme dipensiero regressivo caratterizzate da manicheismo(rigida distinzione tra bene e male, cattivo ebuono), generalizzazioni (affermazioni astratte edassolute sulla vita e sul mondo), pensiero magico(il pensiero le parole, le azioni, i rituali hannopotere di agire sulla realtà, modificandola secondoi desideri dell’agente) ed onnipotente. L’uso dellegeneralizzazioni consente di omologare la riletturadelle esperienze in una narrativa che rischia diperdere i caratteri distintivi individuali persomigliare sempre di più ad una storia collettiva,qualificata da esperienze e vissuti comuni algruppo di riferimento.Tali modalità, in un processo continuo difeedback, si strutturano in relazione ai contenuti eallo stesso tempo agevolano la loro assimilazione.Il linguaggio è denso di termini quali “verità”,“male e bene”, “mai”, “sempre”, “libertà”; è riccodi allusioni alla rinascita, al cambiare la propriavita, all’acquisire finalmente, e per la prima volta,padronanza di sé.Il grande paradosso è che mentre inducono isoggetti alla dipendenza, i leader fannoingannevolmente credere loro di andare verso lalibertà.6. Indicatori negli adepti.Gli indicatori che potrebbero rivelarel’affiliazione ad un culto distruttivo sono diimportanza critica e dovrebbero essere oggetto diampia diffusione in quanto, spesso, rappresentanol’unico strumento che un genitore o un parente haper accorgersi precocemente del rischio che correil suo caro, intervenendo in termini tempestivi,prima che l’abbandono della casa familiare rendacomplesso o addirittura vano qualunque tipo diintervento.In primo luogo si verifica un cambio dipersonalità e di identità. La persona “manifestaun drastico cambiamento nella propria personalitàe muta radicalmente lo stile di vita”; “cambia stiledi abbigliamento e modo di parlare e comporta inmodo stranamente distante, gli interessiRivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 78


vengano avvicinati mentre si trovano in unaparticolare condizione di vulnerabilità, che puòessere determinata dalla rottura di una relazioneaffettiva, da problemi nello studio o sul lavoro,solitudine, lutti, crisi esistenziali. 40L’incontro tra manipolatore e vittima puòavvenire in diversi contesti: corsi e seminari,conoscenza casuale, frequentazione di centriispirati a filosofie particolari, internet.E’ descritta, una modalità di adescamento nellesette sataniche denominata “Flirthy Fishing” checonsiste nell’adescare le persone attraverso unflirt amoroso 41 . Tecnicamente il flirty fishingviene agito dalle adepte di sesso femminile dellesette e può essere considerata come una sorta di“prostituzione” nel senso che la seduzione di tiposessuale viene utilizzata con il secondo fine delreclutamento. L’uso della seduzione anche insenso “amoroso-sessuale” per attirare a sé gliadepti rappresenta un potente mezzo disuggestione che, unito all’applicazione delle altretecniche, contribuisce a incrementarne efficacia epervasività.Nelle fasi iniziali del reclutamento il leader sipresenta come il grande risolutore, cioè colui ingrado di farsi carico e risolvere i problemidell’adepto.Per attirare ed allettare i soggetti viene messa inatto la tecnica denominata del “love bombing”,letteralmente “bombardamento d’amore”. I nuovimembri che, ricordiamo, si trovano in unmomento difficile della loro vita e spesso hannoscarsa autostima, vengono letteralmente immersiincontesti in cui vengono continuamente40 Hassan S., op. cit.41 Cantelmi T., Cacace C., Il libro nero del satanismo.Abusi, rituali e crimini, Edizioni San Paolo, Torino,2007.confermati, accolti, rinforzati, apprezzati. Sia illeader che gli altri adepti si sono addestrati acogliere il loro bisogno di rassicurazione ed asoddisfarlo. Il gruppo viene presentato come unluogo pieno d’amore. Sono incoraggiati i contatticorporei, gli abbracci, le dichiarazioni di affettoincondizionato.Viene creato pertanto intorno all’adepto, unmondo di accoglienza artificiale che rispondedirettamente al suo bisogno del momento.Nei gruppi satanisti la tecnica del love bombing èsostituita da una strategia diversa, ma con effettianaloghi.Per comprendere tale approccio è sufficienteleggere i nove principi satanici contenuti nel testo“The satanic bible” di Anton Szandor LaVey 42che, esaltando l’esperienza attuale identificanosatana con l’appagamento e il peccato con lagratificazione, fisica e psichica.L’attrazione nei gruppi satanici è spesso data daun contesto in cui si esalta la possibilità di godereed essere appagato al presente, rinnegandospiritualismo e principi cristiani in quanto ostacolia tale appagamento.Alexander Crowley, che fondò a Cefalù (Palermo)nel 1920 l’Abbazia di Thelema, enunciò le regolefondamentali del satanismo. La prima recita: “Fatutto quello che vuoi, sarà tutta la legge” 43 .La promessa di una vita senza regole, per unadolescente che si sta scontrando con il bisogno diindividuazione dai genitori, con l’acquisizione diuna coscienza morale che talora cozza con il42 www.thule-italia.net/Libri%20on%20line/(ebook%20-%20libri%20-%20ita), copyright 1969.43 Crawley E. A., The law is for all, an estendedcommentary on the book of the law, Falcon press,Phoenix, 1983, tratto da: Bonaiuto A., Le mani occulte,viaggio nel mondo del satanismo, Città Nuova Roma,2005.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 80


proprio bisogno di autoaffermazione, che non haancora le risorse per equilibrare etica ed istanze diautonomizzazione, può essere fortementeattraente, in particolare per quei giovani che, perdiversi motivi, hanno sistemi di riferimentofragili.8. Mantenimento.Il mantenimento degli adepti all’interno della settaè in parte garantito dalla manipolazione mentalestessa e dalla dipendenza dal leader che questaprovoca.Inoltre, i meccanismi di permanenza in un gruppo,anche dopo che diverse esperienze sgradevoli alsuo interno hanno determinato una modifica dellamotivazione che ha inizialmente determinatol’adesione, vengono parzialmente spiegati anchedal concetto di dissonanza cognitiva. Il fatto diaver preso una decisione radicale e di averlaperseguita con impegno, porta a svalutare tutte lealternative non scelte. Il tempo e l’impegnoinvestito spingono per mantenere lo status quo,eliminando gli aspetti positivi delle alternative.Secondo Hassan, inoltre, uno degli elementi pervalutare i gruppi distruttivi è la libertà concessa aimembri di fuoriuscire in qualsiasi momento.La permanenza nel gruppo, sempre secondo lostesso Autore, viene garantita anchedall’induzione di “fobie” in merito alle coseterribili che potrebbero accadere qualora ilsoggetto lasciasse il gruppo. Così, ad esempio,nelle psico-sette può essere sottolineatal’incapacità dei soggetti di condurre un’esistenzaequilibrata o di successo lontano dal gruppo,mentre in sette sataniste o pseudo religiose leminacce possono riguardare la vendetta di entitàsoprannaturali sul soggetto o sui suoi cari in casodi fuoriuscita.Il controllo del comportamento, a garanzia dellacoesione, si attua anche attraverso un sapientedosaggio dei rinforzi positivi e negativi, tipici delmodello del condizionamento operante teorizzatoda Skinner e Thorndyke, e quindi di un vero eproprio sistema strutturato di premi e punizioni,che contribuisce a mantenere il soggetto in unasituazione di continua tensione, finalizzata almantenimento della adesione al gruppo.In primo luogo, e proprio grazie alla relazioneasimmetrica che hanno costruito con i membri,l’approvazione stessa del leader e il suoconsiderarli “buoni” o cattivi seguaci, ha fortepotere rinforzante, sia positivo che negativo, oltreche di punizione. Spesso la costruzione di unagerarchia all’interno del gruppo, con la promessadi passaggi a livelli superiori di potere,conoscenza, contatto con il soprannaturale etc.,funge da rinforzo.Alcuni gruppi, particolarmente distruttivi, siavvalgono di sistemi costrittivi o addiritturaviolenti a vari livelli di gravità. Pertanto lafuoriuscita dal gruppo può essere scoraggiata conminacce, limitazione della libertà fisica,aggressioni.Membri di alcune gruppi distruttivi hannoriportato lesioni permanenti ed in casi estremi,dove si è percepita la fuoriuscita di un adeptocome una vera e propria minaccia alla segretezzadella setta, i leader sono giunti all’omicidio.9. Il manipolatore.Osservando la storia dei gruppi distruttivi sievidenzia come la figura del manipolatore puòessere rappresentata da soggetti molto diversi fraloro, per estrazione socio-economica e culturale.Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 81


Generalmente sono di sesso maschile, ma nonmancano esempi di figure femminili.Possono essere dediti ad alcol e droghe, o convintisalutisti. Possono dare al mondo un’immaginerispettabilissima di sé, o al contrario, incarnare ilprototipo luciferino dell’angelo ribelle. E l’elencopotrebbe continuare.Ciò che accomuna queste persone sono alcunitratti che, indipendentemente dalle differenze, siritrovano in quasi tutti i leader.Pur essendo generalmente molto abilinell’utilizzazione di “armi psicologiche”, sonocentrati su di sé, disinteressati agli altri, con iquali entrano in sintonia solo apparente, spinti dalbisogno di soggiogarli alla loro volontà.La motivazione che spinge il manipolatore ègeneralmente il potere. Attraverso il poteresicuramente è attratto dalla acquisizione divantaggi secondari quali denaro e sesso. Essi sonoparte importante dei suoi obiettivi, ma nondecisiva. Il bisogno di controllo sull’altro è ciòche spinge il leader ad acquisire soldi e donneattraverso la costituzione di un gruppo distruttivo.10. Intervento e prevenzione.La manipolazione mentale ha spesso conseguenzedevastanti per chi cade nella trappola di un gruppodistruttivo. A livello psicologico chi sceglie difuoriuscire, spesso dopo anni, deve affrontare deipercorsi lunghissimi per riacquistare la sensazionedi autonomia mentale, una adeguata qualità dellavita e superare i traumi e gli abusi subiti.A livello patrimoniale spesso i soggetti si vedonoalienare ingenti quantità di denaro o di benimobili ed immobili.I familiari di un adepto, vittime due volte, devonofare i conti con la perdita di una persona cara,spesso un figlio, che li odia, rifiuta ogni contattocon loro senza dare spiegazioni, ed è di fattodiventato un estraneo. All’incomprensibilità diquanto accade si aggiunge l’impotenza di doveraccettare che il loro caro, adulto consenziente, hascelto una strada e non si può fare nulla perimpedirlo.In questo panorama l’azione preventiva èfondamentale.Occorre una ampia diffusione dei meccanismiagiti dai manipolatori in modo che questi venganoimmediatamente riconosciuti dalle potenzialivittime, ed una capillare informazione degliindicatori precoci che i genitori possono coglierenei loro figli, qualora questi siano stati avvicinatida un manipolatore:o brusco e radicale cambio di personalità edi stile di vitao cambiamento di interessio cambiamento nel linguaggioo isolamento in casa, rifiuto di comunicarecon i familiario le rare comunicazioni sono aggressive,ostili, rabbiose, rivendicativeo allontanamento di affetti del passato(amici, colleghi, etc.)o frequentazione esclusiva di leader edadepti (possono essere mascherati da gruppo diamici, gruppo “religioso”, gruppo musicale,gruppo culturale, etc.)o molto tempo dedicato ad attività delgruppoo tendenza a proteggere i propri spazi(camera da letto) e talvolta comparsa di oggettisimbolicio idealizzazione del leader e del gruppo.E’ necessario, inoltre, che vengano diffuse lecaratteristiche dei gruppi distruttivi in modo che leRivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 82


potenziali vittime siano in grado di riconoscerne isegni negli adepti incaricati di proselitismo:o generalizzazione: presentazione di“verità” assoluteo visione manichea del mondo: il buono ènel gruppo, il cattivo è fuorio idealizzazione: acritica ed inattaccabileadesione alla “dottrina”o frattura: istigazione ad un cambiamentoradicaleo rinascita: denigrazione del propriopassato e di quello delle potenziali vittime,esaltazione della nuova vita.E’ importante che sia dato ampio risaltoall’informazione da parte degli ordiniprofessionali di medici e psicologi in merito alleprestazioni che possono essere erogate solo da chiin possesso dei titoli adeguati e sui requisiti cheun professionista deve avere nel momento in cuisi appresta ad agire sulla psiche di una persona.Il contrasto è una azione più complessa, chediviene sempre più difficile quanto più aumenta lapermanenza nel gruppo.Occorrerebbe l’azione sinergica emultidisciplinare di diverse istituzioni pubbliche eprivate per aiutare chi vuole fuoriuscire da ungruppo distruttivo.In primo luogo c’è necessità di un supportopsicologico per aiutare i soggetti a ristrutturare lapropria identità, includendovi, attraverso unarielaborazione graduale, anche l’esperienzasettaria in modo da ricreare il senso di continuitàinterna e ristabilire nei soggetti la fiducia nellalettura dei loro stati interni che consentel’autonomia psichica.Gli psicologi dovrebbero essere adeguatamenteformati sulla manipolazione mentale e suglistrumenti idonei per agire in modo terapeuticosugli effetti.Laddove all’interno dei gruppi sia stato possibileravvisare comportamenti francamente riferibili areati, l’attività delle forze dell’ordine divienefondamentale.Bibliografia.• American Psychiatric Association, DSM-IV-TR, Masson, Milano, 2000.• Bonaiuto P., Giannini A.M. “I fondamentipsicologici delle credenze nella magia e dellasuggestionabilità”, in De Leo G., Barone E.,Caprilli P. M. (a cura di), Informazione omanipolazione? I linguaggi manipolativinell’informazione medica e psicologica in Tv e suInternet: atti della giornata di studio: CentroCongressi Università “La Sapienza” 18 aprile2002, Edizioni Kappa, Roma, 2003.• Bonaiuto M., Maricchiolo F., Lacomunicazione non verbale, Carocci, Roma, 2003.• Brandimonte M. A., Psicologia dellamemoria, Carocci, Roma, 2004.• Cantelmi T., Cacace C., Il libro nero delsatanismo. Abusi, rituali e crimini, Edizioni SanPaolo Torino, 2007.• Cornoldi C., De Beni R., Vizi e virtù dellamemoria, Giunti, Firenze, 2005.• Ey H., Bernard P., Brisset Ch., Manuale diPsichiatria, III edizione italiana, Masson ItaliaEditori, Milano, 1983.• Festinger L., A theory of cognitivedissonance, Stanford University Press, CA, 1957.• Galimberti U., Dizionario di Psicologia,Gruppo Editoriale l’Espresso, Novara, 2006.• Gatto Trocchi C. “L’offerta formativa dellepsicosette, osservazioni antropologiche”, in DeLeo G., Barone E., Caprilli P. M. (a cura di),Informazione o manipolazione? I linguaggimanipolativi nell’informazione medica epsicologica in Tv e su Internet: atti della giornatadi studio: Centro Congressi Università “LaSapienza” 18 aprile 2002, Edizioni Kappa, Roma,2003.• Gheorghiu V. A., “Experimental investigationon suggestibility: On the effects of direct andindirect suggestions”, Revue Roumaine desSciences Sociales, 10, 1966, pp. 1–12.• Granone F., Trattato di Ipnosi, UTET, Torino,1989,Rivista di Criminologia, <strong>Vittimologia</strong> e Sicurezza – Vol. V – N. 2 – Maggio-Agosto 2011 83


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