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Capitolo 11 I modelli input-output - Dipartimento di Economia e ...

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Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria<strong>Capitolo</strong> <strong>11</strong>I <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>-<strong>output</strong>: teoria ed applicazioni1 IntroduzioneL’interesse che rivestono i problemi economici a scala subnazionale e l’esigenza <strong>di</strong>dare soluzione a quesiti relativi agli effetti delle politiche locali e regionali sulle economieregionali sono alla base dello sviluppo delle ricerche sulle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> subnazionali(Guarini, Tassinari, 1990, p. 155).I <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>–<strong>output</strong> interregionali sono nati come l’espressione <strong>di</strong> un tentativo <strong>di</strong>inserire lo spazio nello schema <strong>di</strong> equilibrio economico in versione I-O. Il massimo sviluppodei <strong>modelli</strong> regionali in Italia si è avuto negli anni 80. In questo periodo quasi ogni regione siè dotata <strong>di</strong> tale strumento. Successivamente si è assistito ad un notevole calo <strong>di</strong> interesse. Imotivi sono <strong>di</strong>versi e <strong>di</strong>fficilmente analizzabili tutti in questa sede, probabilmente i costi <strong>di</strong>realizzazione e gestione della tavola hanno avuto un peso importante. In particolare, lacostruzione <strong>di</strong> una tavola <strong>input</strong>-<strong>output</strong> regionale può effettuarsi con metodo <strong>di</strong>retto (tramitesurvey) e con metodo in<strong>di</strong>retto. Nel primo caso i flussi degli scambi intersettoriali vengonorilevati per ogni area subnazionale tramite un questionario ben dettagliato, documentandol’origine e la destinazione geografica. Con metodo in<strong>di</strong>retto, invece, si parte dalla tavolanazionale e si procede con opportuni criteri alla sua <strong>di</strong>saggregazione a livello subnazionale.L’utilizzo delle tecniche basate sulla rilevazione <strong>di</strong>retta se da un lato permette <strong>di</strong>cogliere le specificità dei processi produttivi locali, dall’altro è soggetto a <strong>di</strong>verse critiche inmerito agli elevati costi ed ai tempi lunghi che il proce<strong>di</strong>mento comporta, alle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>operare un campionamento ottimale, alla elevata quota <strong>di</strong> non rispondenti, che si riflettepesantemente sulla significatività statistica dei risultati ottenuti (Guarini, Tassinari, 1990, p.164).Le tecniche in<strong>di</strong>rette, invece, basate prevalentemente su informazioni già <strong>di</strong>sponibili,hanno il pregio <strong>di</strong> unire costi modesti e rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> elaborazione. Tuttavia, in genere si assumel’ipotesi, non sempre adeguata, della utilizzabilità a scala regionale dei coefficienti <strong>di</strong> spesanazionali. Differenze sistematiche nei valori assunti dai coefficienti <strong>di</strong> spesa regionali rispettoa quelli nazionali sono riconducibili oltre che alla <strong>di</strong>fferente <strong>di</strong>namica dei prezzi settorialiregionali e nazionali, alla <strong>di</strong>versa natura delle tecniche produttive e, soprattutto, alle<strong>di</strong>fferenze tra la composizione industriale nazionale e regionale della struttura produttiva.Una tavola regionale, comunque, una volta costruita fornisce un quadro più o menodettagliato delle varie componenti del sistema economico. La tavola rappresenta una sorta <strong>di</strong>fotografia in un dato momento che permette <strong>di</strong> determinare il peso <strong>di</strong> ciascuna voce delladomanda o della produzione nell’area e <strong>di</strong> rendere chiare le relazioni che intercorrono tra ivari settori.Relativamente al mercato del lavoro rileviamo che l’offerta <strong>di</strong> lavoro entra nellatavola come tecnologia data e la si fotografa costruendo la tavola. L’offerta <strong>di</strong> lavoro risultaperò nel tempo essere influenzata oltre che dalle evoluzioni, a volte molto rapide,dell’innovazione tecnologica anche da altri fattori tra cui le politiche regionali sul mercato dellavoro.Nel primo capitolo del presente rapporto il modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> sarà illustrato nellasua logica <strong>di</strong> base senza soffermarsi sugli aspetti più <strong>di</strong> formalizzazione del modello, mentrel’attenzione sarà focalizzata sulle problematiche relative alla costruzione della tavola<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 252


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaregionale e sulle modalità <strong>di</strong> utilizzo del modello, con particolare riferimento alla valutazionedegli effetti delle politiche regionali sul mercato del lavoro. Nel secondo capitolo sipresentano, invece, alcuni casi specifici <strong>di</strong> costruzione e utilizzazione della tavola I-O, ossia latavola intersettoriale biregionale della Sicilia, il Sistema <strong>di</strong> Modelli <strong>di</strong> Analisi della RegioneToscana (SMART), il cui nucleo centrale è costituito dal modulo I-O biregionale, Toscana eResto d’Italia, e il “modello <strong>di</strong> Beutel”, utilizzato dalla Commissione Europea per valutarel’impatto dei Fon<strong>di</strong> strutturali sui paesi e sulle regioni Obiettivo 1. Infine, nell’ultimocapitolo, si presentano brevemente due esperienze relative alle due tipologie <strong>di</strong> costruzionedella tavola: l’esperienza della regione Calabria relativa alla stima con metodo <strong>di</strong>retto delmodello, che prende come anno <strong>di</strong> riferimento il 1988 ed è <strong>di</strong>sponibile per 92 branche Nace-Clio e l’esperienza dell’IRPET relativa alla costruzione delle matrici intersettoriali regionalicon il metodo in<strong>di</strong>retto, illustrandone i principali aspetti tecnici. Nell’ultimo paragrafo <strong>di</strong>questo capitolo vengono presentate alcune proposte <strong>di</strong> realizzazione della tavola I-O per laRegione Calabria.In appen<strong>di</strong>ce al rapporto viene presentato un esercizio effettuato con dati fittizi perillustrare, nella versione più semplificata, come, una volta costruita una matrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong>dell’economia calabrese, questa potrebbe essere utilizzata per effettuare un’analisidell’impatto degli interventi <strong>di</strong> politica economica.2 La metodologia dell’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong>2.1 Il modelloI <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>–<strong>output</strong> interregionali sono nati come l’espressione <strong>di</strong> un tentativo <strong>di</strong>inserire lo spazio nello schema <strong>di</strong> equilibrio economico in versione I-O ed hanno avuto subitofinalità applicative. La prima applicazione italiana <strong>di</strong> modello interregionale risale al 1953 1 efa fede dell’intento <strong>di</strong> esaminare l’impatto regionale <strong>di</strong> un importante programma <strong>di</strong> sviluppo.La massima <strong>di</strong>ffusione in Italia dell’analisi regionale si e’ avuta negli anni 80 quando quasiogni regione si dotò <strong>di</strong> una tavola e <strong>di</strong> un modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong>. Successivamente l’interesse siè spostato sui <strong>modelli</strong> interregionali, ma con gli anni novanta si è assistito ad un marcato calo<strong>di</strong> interesse. Le cause del regresso sono numerose ed è <strong>di</strong>fficile analizzarle compiutamente inquesta sede, anche se i fattori principali saranno presto evidenti. In primo luogo gli alti costi<strong>di</strong> realizzazione e gestione della tavola. Il modello infatti <strong>di</strong>venta strumento rappresentativosolo se cattura la reale struttura del territorio.L’<strong>input</strong>-<strong>output</strong> valuta la domanda ed il cambiamento strutturale, con queste finalità<strong>di</strong>venta essenziale <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> una fotografia rappresentativa delle caratteristiche regionali,l’informazione deve quin<strong>di</strong> essere più vicina possibile alla realtà. I risultati migliori <strong>di</strong>rappresentazione del territorio e <strong>di</strong> successivi utilizzi delle tavole <strong>di</strong> solito si ottengonoattraverso una rilevazione <strong>di</strong>retta ed il processo è spesso lento e oneroso. Va inoltre messo inevidenza che i <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>-<strong>output</strong> regionali pur mantenendo la loro capacità analitica e lavali<strong>di</strong>tà rispetto ad altri <strong>modelli</strong> sembrano appartenere ad un settore <strong>di</strong> ricerca ormai maturo epotrebbero risultare quin<strong>di</strong> privi dell’appeal che rivestano filoni <strong>di</strong> ricerca più nuovi. A livello<strong>di</strong> modello una tavola uniregionale come quella riportata nella Tavola 1 2 (Martellato, 1989a) èrappresentata dalle seguenti relazioni (i è l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> riga o del settore che vende, mentre j èl’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> colonna o del settore che acquista):(1) X ∑ X + C + I + G + E Ven<strong>di</strong>te,i=ij i i i ij1 Chenery H.B.(1953), Clark P. e Cao Pinna, The Structure and Growth of The Italian Economy, U.S. MutualSecurity Agency, Roma.2 Martellato D. (1989), Input-Output e programmazione economica regionale, Università Stu<strong>di</strong> Trieste, Trieste.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 253


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriain cui Xij è il flusso <strong>di</strong> beni prodotti dalla branca i e utilizzati dalla branca j, C, I, G, e Ein<strong>di</strong>cano i Consumi, gli Investimenti, le Spese della Pubblica Amministrazione e leEsportazioni della branca i-esima, rispettivamente.(2) X ∑ X + L + V + M Acquisti,j=ij j j jiin cui L, V e M sono il Costo del lavoro, Altre Voci del Valore Aggiunto e Importazionirelative alla j-esima branca.Calcolando i totali <strong>di</strong> riga e <strong>di</strong> colonna si ottiene la produzione lorda dell’interaeconomia:(3) X = ∑ X + C + I + G + Ej(4) X = ∑ X + L + V + MValendo l’ovvia identità(5) ∑ Xj ∑jiji= Xiipossiamo, eliminando i consumi interme<strong>di</strong>, ricavare il conto del red<strong>di</strong>to(6) L + V = C + I + G + E − Mdove troviamo la nota identità tra pagamenti al settore finale e domanda finale.Tab. 1 - Tavola dei flussi intersettorialiSettori che vendonoSettori che acquistano Domanda Finale Esportazioni Risorsex<strong>11</strong> . . . x1n C1 I1 G1 E1 X1. . . . . .. . . . . . .. . . . . . .. . . . . . .xn1 . . . xnn Cn In Gn En XnCosto Lavoro L1 . . . Ln Lc Li Lg Le LAltre voci VA V1 . . . Vn Vc Vi Vc Ve VImportazioni M1 . . . Mn Mc Mi Mg MRisorse X1 . . . Xn C I G E XCIGConsumiInvestimentiPubblica AmministrazioneVa comunque segnalato che nella tavola I-O regionale ogni cella della tavolarappresenta la quantità scambiata tra il settore i ed il settore j, deve essere sud<strong>di</strong>viso in:x ij, che<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 254


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaterritorio, in termini <strong>di</strong> prezzi, <strong>di</strong> composizione settoriale, <strong>di</strong> evoluzione tecnologica, <strong>di</strong> pesorelativo si <strong>di</strong>fferenzia dalle caratteristiche me<strong>di</strong>e dell’intero sistema. La regionalizzazione deicoefficienti tecnici (cfr. par. 4.2) della matrice nazionale <strong>di</strong>venta un momento determinanteper la costruzione della tavola.Ma quali sono le principali cause <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione nella struttura dei coefficientitecnici?Cinque possono essere le principali cause <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione:1. La specializzazione produttiva più accentuata rispetto a quella nazionale.L’origine <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong>pende dalla dotazione <strong>di</strong> risorse più o meno<strong>di</strong>sponibili nella regione considerata. Di solito, più ridotta e’ la scala territoriale <strong>di</strong>riferimento maggiore tende ad essere il livello <strong>di</strong> specializzazione.2. La maggiore “apertura” dell’economia regionale rispetto a quella nazionale.Tale affermazione e’ in qualche modo collegata alla prima. La <strong>di</strong>versaspecializzazione produttiva non è accompagnata, come e’ empiricamente constatabile,da una <strong>di</strong>versa domanda interna, sia finale, sia interme<strong>di</strong>a. Il flusso <strong>di</strong> scambicommerciali <strong>di</strong> solito colma la <strong>di</strong>fferenza tra quanto prodotto e quanto domandato.3. La <strong>di</strong>fferenza nei livelli <strong>di</strong> prezzo nazionali e regionali.Le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> prezzo possono mo<strong>di</strong>ficare la struttura delle interrelazione produttivee determinare per ogni branca mo<strong>di</strong>ficazioni nella composizione e nella provenienzadegli <strong>input</strong>s in base alle <strong>di</strong>verse convenienze d’acquisto.4. Le tecnologie adottate, che possono ovviamente determinare una <strong>di</strong>versa strutturadegli <strong>input</strong>s. La <strong>di</strong>fferenza può <strong>di</strong>pendere sia dalla presenza nel territorio <strong>di</strong> unaparticolare impresa sia dalla determinazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>input</strong>s indotti, per esempio,dalla presenza <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> imprese.5. Il <strong>di</strong>fferente industry-mix e cioè il prevalere nelle singole branche <strong>di</strong> sotto settori cheattuano comportamenti <strong>di</strong>versi da quelli nazionali.La costruzione delle matrici regionali è quin<strong>di</strong> collegata ad un problema generale cheriguarda la carenza <strong>di</strong> informazioni e l’onerosità delle ricerche sul campo ed alla probabilenon totale sod<strong>di</strong>sfazione dei risultati raggiunti attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> tecniche in<strong>di</strong>rette. Difatto non esiste un metodo <strong>di</strong> costruzione valido in assoluto perché la scelta della tecnica <strong>di</strong>costruzione va fatta in relazione all’uso che se ne vuole fare ed al budget <strong>di</strong>sponibile 8 .2.3 Utilizzo del modelloDi solito i problemi <strong>di</strong> costruzione delle tavole vengono <strong>di</strong>stinti da quelli dell’utilizzodello strumento. La <strong>di</strong>stinzione è comunque, almeno in parte, <strong>di</strong> comodo perché i problemilegati all’utilizzo <strong>di</strong>pendono da quelli <strong>di</strong> costruzione. Una tavola regionale, comunque, unavolta costruita fornisce un quadro più o meno dettagliato, ma coerente, delle varie componentidel sistema economico. La tavola rappresenta una sorta <strong>di</strong> fotografia in un dato momento chepermette <strong>di</strong> determinare il peso <strong>di</strong> ciascuna voce della domanda o della produzione nell’area e<strong>di</strong> rendere chiare le relazioni che intercorrono tra i vari settori. Una tavola regionale permette<strong>di</strong> fare confronti tra settori, confronti nel tempo, e nello spazio. I confronti tra settori sonosempre possibili all’interno <strong>di</strong> una particolare tavola. I confronti nel tempo possono esserelegati sia alla instabilità del metro monetario, sia a mo<strong>di</strong>fiche nei criteri contabili adottati dachi costruisce le tavole.La comparabilità nello spazio delle tavole <strong>di</strong>rette è invece quasi sempre problematica.In Italia nel massimo periodo <strong>di</strong> utilizzo delle tavole il processo è stato <strong>di</strong> tipo spontaneo e8D. Martellato (1988) “Riflessioni su alcuni problemi relativi alla costruzione ed all’uso dei <strong>modelli</strong> <strong>input</strong><strong>output</strong>”in M Strassoldo (a cura <strong>di</strong>), Contabilità macroeconomica e tavole <strong>input</strong> <strong>output</strong> regionali.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 256


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriadecentrato. Gli anni <strong>di</strong> riferimento sono quasi sempre <strong>di</strong>versi, anche le aggregazioni settorialinon sono sempre confrontabili.Sono ampiamente note le proprietà delle tavole delle inter<strong>di</strong>pendenze settoriali ed inparticolare la loro capacità <strong>di</strong> costruire il quadro contabile più adatto alle caratteristiche dellastruttura produttiva e la loro flessibilità per le analisi <strong>di</strong> previsione/programmazione:L’analisi strutturale le tecniche <strong>di</strong> analisi strutturale vanno dalla sempliceillustrazione delle equazioni contabili incorporate in una tavola al calcolo delle composizionisettoriali degli aggregati più significativi, <strong>di</strong> rapporti oppure altri parametri caratteristici chepermettono <strong>di</strong> costruire graduatorie dei settori produttivi o per effettuare confronti territorialio temporali utili ad evidenziare aspetti specifici dell’economia analizzata.Tra le applicazioni più sofisticate va ricordata quella classica <strong>di</strong> triangolarizzazione 9della matrice. La procedura consiste nel rior<strong>di</strong>namento delle branche produttive per riga e percolonna in modo tale che sia massimizzata la somma dei flussi posti sopra la <strong>di</strong>agonaleprincipale. La procedura permette <strong>di</strong> classificare i settori produttivi in modo tale da porre aiprimi posti i settori che vendono soprattutto prodotti interme<strong>di</strong> e che impiegano nel processoproduttivo prevalentemente fattori primari (capitale e lavoro) e nelle ultime posizioni i settoriche producono per il mercato finale e con tecnologia che utilizza prevalentemente <strong>input</strong>sinterme<strong>di</strong>.L’analisi <strong>di</strong> impatto o previsiva l’analisi dei legami <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti avvieneattraverso l’utilizzo della matrice inversa del sistema definita nella seguente equazione:(7) X=(I-A) -1 d(Dove A rappresenta la matrice dei coefficienti tecnici e d la domanda finale).L’inversa, che permette attraverso la somma dei coefficienti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare imoltiplicatori <strong>di</strong> riga o <strong>di</strong> colonna, è lo strumento principale per le analisi <strong>di</strong> impatto o <strong>di</strong>previsione.Sommando l’inversa nel senso delle colonne si ottiene il totale degli effetti sullaproduzione dei <strong>di</strong>versi settori conseguente ad una variazione unitaria della domanda finale <strong>di</strong>un particolare settore acquirente. Per esempio per potere esportare 1 euro <strong>di</strong> prodottoindustriale occorre produrre oltre all’euro esportato (effetto <strong>di</strong>retto) anche una certa quantità<strong>di</strong> prodotti in altri settori occorrenti come impieghi interme<strong>di</strong> <strong>di</strong> altri settori (effetto in<strong>di</strong>retto).Sommando l’inversa nel senso delle righe si esprime invece il livello <strong>di</strong> produzioneche il settore deve realizzare come impiego interme<strong>di</strong>o per far fronte all’impiego finaleunitario degli altri settori produttivi. Per esempio per esportare 1 euro <strong>di</strong> prodotto agricolobisogna produrre qualcosa in più dello stesso prodotto, per esportare 1 euro <strong>di</strong> prodottoindustriale il settore agricolo deve produrre una certa quota <strong>di</strong> suo prodotto e così via.Attraverso i <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>-<strong>output</strong>, anche i più elementari, è quin<strong>di</strong> possibile calcolareil vettore della produzione totale. Altre sono le variabili calcolabili come ad esempio ilfabbisogno <strong>di</strong> lavoro implicito. L’ipotesi è che il vettore della domanda finale venga definitocome variabile esogena. Già Leontief in un articolo pubblicato nel 1944 10 (Leontief, 1944b, p.290) in<strong>di</strong>cava il ruolo che il modello poteva svolgere nell’analisi dei problemidell’occupazione e della produzione.9 Per maggiori dettagli si rimanda alla nota 15.10 Leontief W. (1944), “Output, Employment, Consumption and Investment”, Quarterly Journal of EconomicsFebbraio<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 257


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaSulla base <strong>di</strong> una tavola aggregata a <strong>di</strong>eci industrie attraverso una serie <strong>di</strong> equazionimostrava la possibilità <strong>di</strong> determinare la produzione totale <strong>di</strong> ogni industria nell’ipotesi <strong>di</strong>domande finali e struttura industriale note. Dalla tavola, dunque, è possibile ottenere, comequalsiasi altro <strong>input</strong>, l’<strong>input</strong> <strong>di</strong> lavoro per unità <strong>di</strong> <strong>output</strong> delle <strong>di</strong>verse industrie e si puòcalcolare la quantità totale <strong>di</strong> occupazione per ogni dato insieme <strong>di</strong> domande finali <strong>11</strong> .Tali esercizi sono utili per la produzione <strong>di</strong> informazioni in grado <strong>di</strong> facilitare la sceltatra opzioni alternative. Gli esercizi <strong>di</strong> simulazione pongono in qualche modo il problema dellaconsistenza tra fattori primari (lavoro, capitale, terra, ecc.) e la loro effettiva <strong>di</strong>sponibilità. Peresempio se la domanda totale minaccia <strong>di</strong> eccedere la capacità produttiva in un particolaresettore occorre integrare lo stock <strong>di</strong> capitale fisso esistente per evitare tensioniinflazionistiche, o sopportare maggiori importazioni e questo può rappresentare un’utileinformazione per chi deve prendere delle decisioni <strong>di</strong> investimento.Sul fronte del mercato del lavoro si può <strong>di</strong>re che se la domanda <strong>di</strong> lavoro articolata pertipo e per area eccede la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> lavoro (o viceversa) occorre una politica <strong>di</strong>riqualificazione ed in<strong>di</strong>rizzo dell’offerta <strong>di</strong> lavoro e così via. La formulazione <strong>di</strong> un sistema<strong>input</strong>-<strong>output</strong> utile alla programmazione economica va comunque articolato in tre parti:1. la preparazione <strong>di</strong> ipotesi <strong>di</strong> evoluzione temporale dei coefficienti del modello2. la preparazione <strong>di</strong> vettori della domanda finale esogeni3. la preparazione <strong>di</strong> vettori contenenti le quantità <strong>di</strong> fattori primari <strong>di</strong>sponibili.La redazione <strong>di</strong> previsioni e proiezioni utili richiede, come si può evincere dalleinformazioni necessarie, uno sforzo notevole. Lo sforzo però può essere ben ricompensato dairisultati che possono essere ottenuti ai fini della programmazione economica.2.4 Politiche regionali e mercato del lavoroNei <strong>modelli</strong> I-O la domanda e l’offerta del lavoro sono trattati in modo <strong>di</strong>fforme. Ladomanda come abbiamo avuto modo <strong>di</strong> vedere nel modello I-O risulta essere collegata<strong>di</strong>rettamente ai livelli produttivi tramite i coefficienti del lavoro.L’offerta viene <strong>di</strong> solito stimata attraverso dei <strong>modelli</strong> <strong>di</strong> comportamento più o menosofisticati che tengono conto oltre che <strong>di</strong> fattori collegati alla domanda <strong>di</strong> lavoro anche <strong>di</strong>fattori strutturali <strong>di</strong> natura socio-culturale. Ma come entra esattamente il mercato del lavoronella tavola I-O?La tavola I-O analizza molto bene i mo<strong>di</strong> in cui le <strong>di</strong>verse componenti del sistema siscambiano la “domanda” intesa sia come domanda finale che come domanda interme<strong>di</strong>a, siacome domanda <strong>di</strong> lavoro, sia come domanda interna ed esterna. Meno bene, e nel nostro casorelativamente al fronte del mercato del lavoro, viene analizzata l’offerta che entra nel modellosolo parzialmente e cioè come tecnologia data. Sull’offerta <strong>di</strong> lavoro incidono però oltre chele politiche del lavoro anche gli effetti dell’innovazione e non e’ facile separare gli effettidegli uni da quelli degli altri. L’innovazione produce effetti rilevanti sul mercato del lavororiassumibili nei seguenti punti:1. Riduce l’occupazione in alcuni settori e l’aumenta in altri2. Riduce la domanda <strong>di</strong> lavoro poco qualificato ed aumenta quella <strong>di</strong> lavoro moltoqualificato3. Aumenta il <strong>di</strong>vario retributivo tra il lavoro qualificato e quello meno qualificato4. Cambia la composizione della domanda finaleLe politiche regionali dal canto loro possono essere orientate a facilitare gli effettinaturali dell’innovazione, attraverso per esempio l’istruzione, la formazione professionale, iltraining. Le politiche potrebbero quin<strong>di</strong> anche contrastare gli effetti e limitarne le ricadute.Glieffetti delle politiche regionali si sommano a quelli prodotti dall’innovazione e dalla mo<strong>di</strong>ficadella domanda finale. E’ quin<strong>di</strong> abbastanza intuibile come un modello che fa una fotografia<strong>11</strong> Per maggiori dettagli tecnici si rimanda alla nota 16.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 258


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaaggiunto osservato dalla contabilità regionale. La <strong>di</strong>screpanza tra valore aggiunto stimato evalore aggiunto osservato in<strong>di</strong>ca in che misura le ipotesi <strong>di</strong> partenza debbono essereeventualmente mo<strong>di</strong>ficate. Da un punto <strong>di</strong> vista formale, in<strong>di</strong>cando con K l’inversapreliminare, con V la matrice <strong>di</strong>agonale dei coefficienti <strong>di</strong> valore aggiunto e con d il nuovolivello noto della domanda finale, il valore aggiunto teorico y sarebbe:(8) y = V K d.Le <strong>di</strong>vergenze esistenti vengono eliminate attraverso una procedura <strong>di</strong> bilanciamento<strong>di</strong> tipo rAs 14 .Per la stima dei coefficienti tecnici e <strong>di</strong> importazione si è considerata l’ipotesi che latecnica produttiva in Sicilia sia la stessa <strong>di</strong> quella nazionale. Più problematica è, invece, lastima dei coefficienti <strong>di</strong> scambio regionale, non esistendo alcun riferimento nella tavolanazionale. Quin<strong>di</strong>, la stima è stata effettuata con un metodo econometrico utilizzando leinformazioni che si possono ricavare dalle tavole regionali costruite in Italia con metodo<strong>di</strong>retto (Toscana, Emilia Romagna, Lombar<strong>di</strong>a e Friuli). La funzione stimata ha comevariabile <strong>di</strong>pendente la quota della domanda totale <strong>di</strong> ciascun prodotto sod<strong>di</strong>sfatta conproduzione interna, mentre le variabili esplicative prendono in considerazione il grado <strong>di</strong>esportabilità del bene, i livelli <strong>di</strong> specializzazione settoriale, la <strong>di</strong>mensione del mercatoregionale e i coefficienti <strong>di</strong> importazione dall’estero. Il modello stimato è:β1 β 2 β 3 β 4(9)r = aQL DF E Min cui r è il coefficiente <strong>di</strong> scambio intraregionale (pari a (1-M R )(1-M W ) dove M R è ilcoefficiente <strong>di</strong> importazione dalle altre regioni e M W è il coefficiente <strong>di</strong> importazionedall’estero), QL è il quoziente <strong>di</strong> localizzazione, DF è la quota della domanda finale, E è ilrapporto tra esportazioni all’estero su produzione, M è il coefficiente <strong>di</strong> importazionedall’estero.La stima è stata effettuata su dati cross-section per le quattro regioni considerate esimultaneamente per tutte le branche produttive. Tramite la relazione stimata, sono statiricavati i coefficienti <strong>di</strong> importazione regionale assumendo che il coefficiente <strong>di</strong> importazionedall’estero sia, per ciascuna branca, uguale in tutte le regioni.3.1.2 Analisi e valutazione delle politiche regionaliL’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong> applicata al sistema regionale consente <strong>di</strong> descrivere facilmentele principali caratteristiche della struttura economica regionale e <strong>di</strong> coglierne le specificitàrispetto a quella nazionale. Tra gli in<strong>di</strong>catori facilmente calcolabili, <strong>di</strong> particolare interesserisulta il peso percentuale della Sicilia sull’Italia per alcune grandezze economiche, come iconsumi pubblici, gli investimenti in costruzione, i consumi privati, l’occupazione, il PIL, gliinvestimenti totali, la spesa turistica, le esportazioni.14 Il metodo rAs consiste, dati i vincoli marginali <strong>di</strong> un set <strong>di</strong> conti da bilanciare T(0), nel trovare due correttori,in<strong>di</strong>cati con r e s, per ciascuna riga e colonna, tali che possano produrre il nuovo set <strong>di</strong> conti bilanciati T(1).L’aggiustamento è funzione lineare della <strong>di</strong>screpanza tra i vincoli e i totali <strong>di</strong> riga e <strong>di</strong> colonna risultanti da T(0).Il metodo rAs, inoltre, può essere visto come la soluzione <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> minimizzazione del contenutod’informazione della <strong>di</strong>stanza fra il set <strong>di</strong> conti da bilanciare T(0) e quello bilanciato T(1).<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 260


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriastata ottenuta tramite stime basate su rilevazioni campionarie e indagini <strong>di</strong> enti turistici inregioni simili, per caratteristiche relative al turismo, alla Sicilia. I valori sono stati, quin<strong>di</strong>,riportati ai prezzi 1990. Per l’in<strong>di</strong>viduazione del consumo turistico in Sicilia, nel Restod’Italia e all’estero si è operato un prodotto tra matrici, quella relativa alla spesa giornalierapro-capite e quella relativa alle presenze turistiche per origine e tipologie. Il modello <strong>input</strong><strong>output</strong>ha permesso, in tal modo, oltre ad una analisi della ripartizione della spesa turistica pertipologia e per origine <strong>di</strong> provenienza del turista, anche una successiva analisi <strong>di</strong> impatto<strong>di</strong>retto, in<strong>di</strong>retto e indotto 17 .Uno dei temi che possono essere affrontati con un modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> è lavalutazione degli effetti economici prodotti dalla partecipazione dell’operatore pubblico alprocesso produttivo. Da un punto <strong>di</strong> vista analitico, si utilizza l’equazione tra<strong>di</strong>zionale 18 nellaseguente forma:−1(10) X = ( I − A) Ad + <strong>di</strong>n cui con A si è in<strong>di</strong>cata la matrice dei coefficienti tecnici dove, al posto della tecnica <strong>di</strong>produzione me<strong>di</strong>a del settore considerato, si è inserita una colonna che rappresenta la strutturadei costi dell’intervento che si vuole analizzare. Se, però, si considera un modello conconsumo privato endogeno, bisogna effettuare una ulteriore mo<strong>di</strong>fica sulla quota <strong>di</strong> spesapubblica che, nel processo <strong>di</strong> produzione, è destinata alle retribuzioni. L’ammontare delleretribuzioni deve essere trasformato in red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile, utilizzando un’aliquota <strong>di</strong>imposizione in<strong>di</strong>retta, e successivamente in consumo privato aggregato, tramite lapropensione me<strong>di</strong>a al consumo. L’effetto indotto dal consumo aggiuntivo può essere misuratocon il seguente modello:−1(<strong>11</strong>) X = ( I − A − H ) Ad + d + H<strong>di</strong>n cui H è la matrice dei coefficienti <strong>di</strong> consumo finale endogeno e H è la matrice deicoefficienti <strong>di</strong> consumo dove al posto del coefficiente del valore aggiunto del settoreconsiderato, si è inserito quello relativo all’intervento analizzato. Tramite l’analisi deimoltiplicatori, quin<strong>di</strong>, sono stati confrontati i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> intervento, valutando in che modo,a parità <strong>di</strong> spesa, i risultati si <strong>di</strong>stribuiscono all’interno o all’esterno della regione ein<strong>di</strong>viduando gli interventi che producono maggiore attivazione.Con l’analisi <strong>di</strong> impatto, invece, si è cercato <strong>di</strong> misurare gli effetti della spesa pubblicasul valore aggiunto e sulla occupazione, utilizzando il Bilancio provvisorio pluriennale dellaSicilia, relativo al 1993/1995, in cui viene riportata la <strong>di</strong>sponibilità finanziaria della regioneper il triennio, le spese correnti e in conto capitale e le spese sud<strong>di</strong>vise per sezioni <strong>di</strong>intervento. Le spese sono state ricondotte alle tre tipologie con le quali intervengono nellaformazione della domanda: Produzione <strong>di</strong> servizi, Trasferimenti e Investimenti. GliInvestimenti sono riportati nella parte in conto capitale del bilancio. Per la Produzione deiservizi, è necessario <strong>di</strong>stinguere tra consumi interme<strong>di</strong> e retribuzioni e, se possibile, bisognaripartire ulteriormente i consumi interme<strong>di</strong> per branche <strong>di</strong> produzione dei beni acquistati. Ilvalore delle retribuzioni, invece, deve essere trasformato in red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile e, utilizzandola propensione al consumo, in domanda <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> consumo finale delle famiglie. Infine, itrasferimenti possono essere <strong>di</strong>retti alle imprese e alle famiglie: nel primo caso bisognaricondurre questa tipologia a quella degli investimenti, nel secondo, devono essere consideratianaloghi alle retribuzioni e quin<strong>di</strong> trasformati, eliminando la quota <strong>di</strong> imposte in<strong>di</strong>rette e <strong>di</strong>17 Gli effetti <strong>di</strong>retti si riferiscono alla produzione necessaria per far fronte alla domanda finale; gli effetti in<strong>di</strong>rettiriguardano la produzione <strong>di</strong> beni e servizi necessari per la produzione, per la produzione <strong>di</strong> beni interme<strong>di</strong>, ecc.;gli effetti indotti , invece, sono relativi alla produzione <strong>di</strong> beni necessari per sod<strong>di</strong>sfare il consumo dei lavoratorie degli operatori economici coinvolti nel processo produttivo.18 −1L’equazione tra<strong>di</strong>zionale è: X ( I − A) dcoefficienti tecnici e d è il vettore della domanda finale= in cui X è il vettore della produzione totale, A è la matrice dei<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 262


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriarisparmio, in domanda <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> consumo finale. In tal modo, è stato possibile valutarel’impatto della spesa regionale prevista dal bilancio trimestrale 1993-1995.La matrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong> biregionale della Sicilia è stata, inoltre, applicata al caso dellachiusura negli anni ottanta dello stabilimento Pirelli <strong>di</strong> Villafranca Tirrena (Messina), perverificare l’impatto economico <strong>di</strong> tale decisione. Noti alcuni dati forniti da fonte sindacalesulla produzione, numero <strong>di</strong> addetti, valore aggiunto e costi interme<strong>di</strong>, la metodologia seguitastima gli effetti derivanti dal fatto che la chiusura dello stabilimento fa venir meno ladomanda <strong>di</strong> beni interme<strong>di</strong> utilizzati nel processo produttivo e le retribuzioni dei lavoratoriche venivano destinati alla domanda <strong>di</strong> beni <strong>di</strong> consumo. Si è ipotizzato, inoltre, che glioccupati dello stabilimento non abbiano trovato occupazioni alternative e si sono tralasciatigli effetti <strong>di</strong> lungo periodo derivanti dal fatto che la riduzione dei red<strong>di</strong>ti da lavoro <strong>di</strong>minuisceil risparmio, le imposte in<strong>di</strong>rette e i contributi sociali.Per determinare la domanda che viene a mancare in seguito alla chiusura dellostabilimento, si è dapprima sud<strong>di</strong>viso il valore della produzione in valore aggiunto e costiinterme<strong>di</strong>; in seguito si è determinato la retribuzione me<strong>di</strong>a annua netta <strong>di</strong> un operaiodell’industria attraverso la detrazione degli oneri sociali e fiscali. Per determinare il consumo,si è stimata la propensione me<strong>di</strong>a al risparmio. Per quanto riguarda i costi interme<strong>di</strong>, invece,sono stati ripartiti gli acquisti dei beni interme<strong>di</strong> effettuati per la produzione dello stabilimentoin acquisti effettuati sul mercato regionale, sul mercato nazionale e sul mercato estero. Inquesto modo, si sono potuti analizzare gli effetti <strong>di</strong>retti, in<strong>di</strong>retti e indotti e, in particolare, èstata misurata la riduzione complessiva delle forze lavoro e del valore aggiunto attraverso glieffetti in<strong>di</strong>retti e indotti utilizzando il numero <strong>di</strong> lavoratori e il valore aggiunto che erano statiosservati per lo stabilimento.3.2 Il caso della Toscana.3.2.1 Il Sistema <strong>di</strong> Modelli <strong>di</strong> Analisi della Regione Toscana (SMART)L’IRPET ha, ormai, un’esperienza più che ventennale nella costruzione edaggiornamento della matrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong> della Toscana che negli ultimi anni ha sfruttato perstimare le matrici contabili <strong>di</strong> tutte le regioni italiane. La metodologia impiegata per lacostruzione <strong>di</strong> tali tavole regionali I-O nei principali aspetti tecnici è descritta nel paragrafo4.2.In questo paragrafo ci soffermeremo sull’esperienza IRPET relativa alla matrice I-Odella Toscana 19 . Tale esperienza ha attraversato <strong>di</strong>verse fasi. E’ iniziata con la costruzione delprimo modello più semplice, quello uniregionale, in cui le relazioni con il sistema esterno nonerano prese in considerazione, per poi passare al modello biregionale, Toscana-Resto d’Italia,che, al contrario, permette <strong>di</strong> tener conto delle inter<strong>di</strong>pendenze tra la Toscana ed il sistemanazionale per poter valutare gli effetti <strong>di</strong> propagazione nei due sensi.Un ulteriore sviluppo si è avuto a metà degli anni 80 con il Sistema <strong>di</strong> Modelli <strong>di</strong>Analisi della Regione Toscana (SMART) che si può definire come un modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong>,<strong>di</strong> tipo biregionale dove il collegamento economico fra le due aree passa attraverso ilcommercio interregionale, basato prevalentemente sull’approccio bottom-up 2019 I principali riferimenti bibliografi <strong>di</strong> questo paragrafo sono:Casini Benvenuti S., Cavalieri A., Grassi M., Martellato D. (1987), Domanda occupazione ed ambiente nelsistema <strong>input</strong>/<strong>output</strong> toscano, Franco Angeli, Collana Irpet, Firenze.Casini Benvenuti S., Grassi M. (1985), Matrici e <strong>modelli</strong> I/O regionali. Il caso della Toscana, Franco Angeli,Collana Irpet, Firenze.20 Con il metodo bottom-up le grandezze nazionali sono il risultato <strong>di</strong> un’operazione <strong>di</strong> sommatoria <strong>di</strong> variabilistimate su base regionale.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 263


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriainter<strong>di</strong>pendente 21 integrato da funzioni stimate econometricamente, con una strutturacomplessiva <strong>di</strong> tipo modulare dove le singole parti costituiscono anche moduli in<strong>di</strong>pendenti.Il modello SMART costituisce un’estensione e generalizzazione effettuata in varie fasidella matrice I-O dell’economia toscana per il 1978 costruita con metodo <strong>di</strong>retto.Il sistema dello SMART (Cavalieri, 1987, pp. 87-93) è composto da 7 <strong>modelli</strong> il cuinucleo centrale è costituito dal modulo I-O biregionale al quale tutti gli altri sono <strong>di</strong>rettamentecollegati. Nel modulo I-O confluiscono i vettori della domanda finale che derivano daiseguenti quattro moduli:[1] il modulo delle esportazioni estere;[2] il modulo della spesa pubblica;[3] il modulo dei consumi privati;[4] il modulo degli investimenti 22 .Il modello I-O è, invece, legato in uscita con il modello del mercato del lavoroattraverso i coefficienti del lavoro che trasformano la produzione richiesta in numero <strong>di</strong>occupati in base alla produttività del lavoro. Il modello del mercato del lavoro è collegato conil modulo della popolazione che racchiude i dati della popolazione per sesso e per età e cherappresenta un <strong>input</strong> per l’offerta <strong>di</strong> lavoro, per la spesa pubblica e per il livello complessivodel consumo. La struttura funzionale dell’intero sistema è la seguente:1 a Fase: i <strong>modelli</strong> [1] [2][3][4] forniscono al sistema le componenti autonome delladomanda finale2 a Fase: risolvendo il modello I-O si ottiene il valore della produzione che vieneconfrontato nelle 2 regioni con le rispettive capacità produttive derivate dal modellodegli investimenti 233 a Fase: determinata la soluzione del modello viene calcolata la bilancia commercialeregionale e nazionale4 a Fase: dal modello del mercato del lavoro vengono derivati i tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazioneper sesso ed età.Visto la finalità del presente rapporto ci concentreremo sull’analisi del modello dellavoro mentre per la presentazione rigorosa e formale degli altri <strong>modelli</strong> si rimanda al lavoro<strong>di</strong> Cavalieri (1987, pp. 93-<strong>11</strong>7).Nel modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> mentre la domanda <strong>di</strong> lavoro risulta <strong>di</strong>rettamente collegata ailivelli produttivi tramite i coefficienti del lavoro, l’offerta <strong>di</strong> lavoro viene stimata utilizzandodei <strong>modelli</strong> <strong>di</strong> comportamento. Per i coefficienti <strong>di</strong> lavoro e le stime dell’offerta è statarealizzata una dettagliata articolazione per sesso ed età visto l’importanza <strong>di</strong> talicaratteristiche nella segmentazione del mercato del lavoro dalla quale derivano funzioni <strong>di</strong>comportamento <strong>di</strong>verse.Il modulo del lavoro risulta perciò composto da tre funzioni che permettono <strong>di</strong>valutare i tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione (Cavalieri, 1987, p. 120).La prima è quella relativa all’occupazione (N) che viene determinata dai coefficientidel lavoro (l) e dal vettore della produzione (x).t(12) Ni, s,e= li,s,exiconi= branche (1….44)21 Si rimanda alla nota 13.22Nel caso del modello dei consumi e degli investimenti è previsto un effetto <strong>di</strong> retroazione o <strong>di</strong> soluzionisimultanee visto che i livelli <strong>di</strong> queste due componenti della domanda sono determinate dai livelli produttivi(Casini Benvenuti, 1987, p. 89).23Se i valori risultano non consistenti viene mo<strong>di</strong>ficato il flusso del commercio interregionale ottenendo unnuovo valore della produzione. Il processo si ripete fino a quando i vincoli non siano sod<strong>di</strong>sfatti (CasiniBenvenuti, 1987, p. 91).<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 264


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabrias= sessoe=fasce d’etàt=anno <strong>di</strong> riferimentoLa seconda è la funzione dell’offerta <strong>di</strong> lavoro stimata considerando le proiezioni dellapopolazione, provenienti dal modulo della popolazione, ed un in<strong>di</strong>ce del livello me<strong>di</strong>o <strong>di</strong>istruzione.(13) Fs, e= b0+ b1Ps, e+ b2Is,econF=forza lavoroP= popolazioneI=livello <strong>di</strong> istruzioneMentre dalla terza funzione si determina il tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione (u) dal confrontotra l’offerta e la domanda <strong>di</strong> lavoro.(14) −s,eFs, e ∑ Nu = i i,s,e3.2.2 Le applicazioni del modello SMARTIl sistema SMART è stato utilizzato per le analisi <strong>di</strong> impatto tra<strong>di</strong>zionali qualil’impatto della spesa pubblica o della spesa turistica o <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche del tasso <strong>di</strong> cambio maanche per analisi più particolari ad esempio la valutazione dell’impatto ambientale, ladomanda <strong>di</strong> lavoro per qualifica, l’impatto <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> import substitution, l’impattodell’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinquinamento.Tralasciando le analisi <strong>di</strong> impatto più <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale su alcune delle quali ci si èsoffermati nel caso della Sicilia, si passerà brevemente in rassegna l’applicazione dell’analisiI-O ai temi ambientali per concentrare, infine, l’attenzione sull’utilizzo del modello SMARTper la stima della domanda <strong>di</strong> lavoro per qualifica.Le ripercussioni dell’attività economica sull’ambiente ed i feedbacks dell’ambientesull’economia sono assimilabili ai linkages enfatizzati dall’approccio intersettoriale per lostu<strong>di</strong>o del sistema economico (Volpe, 1991, p. 587) per cui l’approccio I-O ben si presta adessere esteso alla considerazione degli aspetti legati all’ambiente.Tale estensione è stata effettuata nel modello SMART (Casini Benvenuti, 1987 p. 162)considerando i quozienti <strong>di</strong> inquinamento idrico <strong>di</strong> origine industriale rapportati allapopolazione equivalente per ogni addetto nei singoli settori produttivi trasformati incoefficienti relativi alla produzione. Alla produzione <strong>di</strong> ciascun branca è stato, perciò,applicato un coefficiente che definisce il contenuto <strong>di</strong> residuo inquinante per lira <strong>di</strong>produzione. Il prodotto tra la matrice <strong>di</strong> tali coefficienti e l’inversa permette <strong>di</strong> determinarel’ammontare totale <strong>di</strong> inquinamento attivato dal processo produttivo nonché la stima deicontenuti <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti <strong>di</strong> inquinamento della domanda <strong>di</strong> singoli prodotti o delle singolecomponenti della domanda finale.Per valutare l’impatto dell’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinquinamento si è ipotizzato chel’inquinamento venga abbattuto alla fonte tramite l’installazione <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong>sinquinantiall’interno delle singole unità produttive provocando un incremento dei costi <strong>di</strong> produzioneoriginari (Casini Benvenuti, 1987 pp. 179-182). Inoltre, la domanda finale risulterà mo<strong>di</strong>ficatasia nella componente dei beni <strong>di</strong> investimento, a causa dell’installazione e del mantenimentodegli impianti <strong>di</strong>sinquinanti, sia dei beni <strong>di</strong> consumo, pubblico o privato a secondo <strong>di</strong> chisosterrà la spesa dell’attività <strong>di</strong>sinquinante.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 265


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaPer valutare gli effetti complessivi è, perciò, necessario una stima preliminare dellemo<strong>di</strong>fiche subite dalla matrice tecnica A e dalle componenti della domanda aggregata. Leprime sono legate alla modalità con cui i costi sostenuti si scaricano sul valore dellaproduzione: il costo si scarica completamente sul valore della produzione tramite un aumentodei prezzi oppure viene assorbito con una riduzione del valore aggiunto lasciando inalterato ilvalore della produzione.Gli effetti sulle componenti della domanda, invece, <strong>di</strong>penderanno da chi sopporterà icosti del <strong>di</strong>sinquinamento: se lo Stato sopporta tali costi, a parità <strong>di</strong> deficit del bilancio, siassisterà ad una riduzione dei consumi collettivi, al contrario senza l’intervento pubblico siregistrerà un calo del red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile e quin<strong>di</strong> dei consumi delle famiglie.La <strong>di</strong>scordanza tra la struttura per qualifiche della domanda e dell’offerta <strong>di</strong> lavoroviene in<strong>di</strong>cata come una causa importante <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione strutturale, proprio per taleimportanza il modello SMART è stato utilizzato per <strong>di</strong>saggregare la domanda <strong>di</strong> lavoro alivello <strong>di</strong> branca produttiva per qualifiche professionali utilizzando le tre<strong>di</strong>ci categorieprofessionali dell’Istat (Casini Benvenuti, 1987, pp. 167-172). Utilizzando i dati dell’Istat èstata costruita una matrice K (13X44) che in<strong>di</strong>ca la composizione per qualifica <strong>di</strong> ciascunadelle 44 branche e che, tuttavia, risulta costante nel tempo. Infatti, l’in<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> unaserie storica <strong>di</strong>saggregata per branca delle categorie professionali non ha consentito la stima <strong>di</strong>un trend <strong>di</strong> produttività <strong>di</strong>fferenziato per branca per le tre<strong>di</strong>ci categorie.Moltiplicando tale matrice per il vettore dell’occupazione richiesta si ottiene unvettore λ <strong>di</strong> 13 elementi che in<strong>di</strong>ca la domanda <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>stinta per categoria professionale(Casini Benvenuti, 1987, p. 168).−1(15) λ = KL^ ( I − A)dInoltre, il modello SMART ha permesso <strong>di</strong> stimare le mo<strong>di</strong>fiche intervenute nelladomanda <strong>di</strong> lavoro determinando in quale misura tali mo<strong>di</strong>fiche fossero attribuibili alla<strong>di</strong>versa evoluzione della domanda e della produttività del lavoro. Il confronto effettuato tra il1978 ed il 1984 ha mostrato che la crescita della domanda risulta aver compensato la per<strong>di</strong>ta<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro dovuta all’aumento della produttività mettendo, inoltre, in evidenza chel’evoluzione congiunta della produttività e della domanda ha fatto crescere l’occupazionenelle branche dove prevalgono le qualifiche impiegatizie e la componente femminile.3.3 La valutazione dell’impatto economico degli interventi obiettivo 13.3.1 L’esperienza della Direzione Generale della Politica Regionale della CommissioneEuropea.Per valutare l’impatto economico degli interventi obiettivo 1 per il periodo 2000-2006, la Direzione Generale della Politica Regionale della Commissione Europea ha sceltoun modello, noto come “modello <strong>di</strong> Beutel”, sviluppato da un team <strong>di</strong> accademici tedeschiche hanno adattato l’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong> allo stu<strong>di</strong>o dell’impatto dei Fon<strong>di</strong> Strutturali suipaesi e sulle regioni obiettivo 1 24 .La scelta è caduta sull’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong> poiché un’analisi macroeconomica senza<strong>di</strong>saggregazione settoriale consentirebbe <strong>di</strong> analizzare solo alcuni effetti dell’impattodell’intervento strutturale mentre l’obiettivo principale della Direzione Generale dellaPolitica Regionale è quello <strong>di</strong> quantificare i vari effetti strutturali.24The MEANS Collection: “Evaluating socio-economic programmes- Principal evaluation techniques and tools”vol. 3, European Commission p. 95.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 266


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaL’obiettivo del Rapporto finale sull’impatto economico degli interventi obiettivo 1per il periodo 2000-2006 25 è, infatti, quello <strong>di</strong> analizzare come gli effetti e gli impatti degliinterventi dei fon<strong>di</strong> strutturali influenzano lo sviluppo e il cambiamento strutturale delleregioni interessate dall’intervento. Le spese dei Fon<strong>di</strong> strutturali influenzano non solo lastruttura ed il livello della domanda finale, in particolare gli investimenti, ma anche latecnologia, le importazioni, il valore aggiunto e l’utilizzo del lavoro e del capitale. L’analisi<strong>di</strong> impatto ha come obiettivo principale quello <strong>di</strong> stimare gli effetti netti che sono causatidagli interventi strutturali ed il modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> ha il vantaggio <strong>di</strong> permettere <strong>di</strong>identificare tale impatto a livello settoriale e <strong>di</strong>stinguendo per singola variabile. Risulta,perciò, possibile identificare l’impatto economico degli interventi strutturali che sono indottitramite le variazioni nella domanda finale (consumi, investimenti, esportazioni), icambiamenti nell’integrazione economica (commercio estero) e i cambiamenti nellatecnologia (fattori primari ed interme<strong>di</strong>) (Beutel, 2002, p. <strong>11</strong>9).In particolare, l’obiettivo è quello <strong>di</strong> determinare l’influenza degli interventi sullacrescita economica attesa, sugli aggregati economici e sulla struttura delle economieinteressate, sull’occupazione e sullo stock <strong>di</strong> capitale ed infine sul commercio esterodeterminando la quota dell’intervento che si trasferisce dalle regioni interessatedall’intervento verso le regioni più ricche attraverso le importazioni.A tale scopo vengono effettuate delle stime delle <strong>di</strong>verse variabili considerando la situazionecon l’intervento comunitario e senza tale intervento.I dati <strong>di</strong> base ed il “modello Beutel”.Il punto <strong>di</strong> partenza per l’implementazione del modello <strong>di</strong> valutazione è statol’utilizzo <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> tabelle <strong>input</strong>-<strong>output</strong> prodotte dai singoli Istituti <strong>di</strong> statistica nazionalied armonizzati da parte dell’Eurostat. Tali tabelle permettono una <strong>di</strong>saggregazione settorialesu 30 branche e comprendono le matrici della produzione nazionale <strong>di</strong> beni e servizi, delleimportazioni dai paesi membri dell’Unione europea, delle importazioni da paesi terzi e delvalore aggiunto ed, inoltre, la matrice dell’occupazione e dello stock <strong>di</strong> capitale.Il primo problema affrontato è stato quello dell’aggiornamento delle tavole <strong>input</strong><strong>output</strong>(si consideri, ad esempio, che l’ultima tavola <strong>input</strong>-<strong>output</strong> prodotta dall’Istat perl’economia italiana fa riferimento al 1992).Il grosso problema delle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> è, infatti, il costo elevato del loroaggiornamento. L’Eurostat ha stabilito la produzione <strong>di</strong> tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> con cadenzaquinquennale. Tuttavia, cinque anni rappresentano già un lasso temporale troppo ampio perottenere risultati atten<strong>di</strong>bili dalla metodologia <strong>input</strong>-<strong>output</strong>. Infatti, se è vero che le tavole<strong>input</strong>-<strong>output</strong> permettono <strong>di</strong> identificare gli impatti <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti degli interventistrutturali, l’innovazione tecnologica ed i cambiamenti strutturali fanno sì che una tavolavecchia <strong>di</strong> qualche anno non rifletta la situazione reale delle regioni oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.In considerazione <strong>di</strong> quanto detto sopra, l’Eurostat ha implementato una nuovametodologia che permette l’aggiornamento delle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> utilizzando le previsioniufficiali macroeconomiche della Commissione.Questo nuovo metodo, EURO, corrisponde all’idea base dell’approccio rAs (cfr. nota14) ma permette <strong>di</strong> evitare cambiamenti arbitrari <strong>di</strong> importanti coefficienti <strong>input</strong> che alcunevolte si verificano con la procedura rAs. L’idea <strong>di</strong> base <strong>di</strong> tale approccio è quella <strong>di</strong> derivareuna serie <strong>di</strong> tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> che siano consistenti con le previsioni ufficiali senza,tuttavia, aggiustamenti arbitrari dei coefficienti al fine <strong>di</strong> assicurare tale consistenza.25 Beutel J. (2002), The economic impact of objective 1 interventions for the period 2000 – 2006, Final Reportto the Directorate-General for Regional Policies, European Commission, Konstanz, Germany, May.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 267


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaPer la procedura <strong>di</strong> aggiornamento EURO si parte dalle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> dell’annobase e dalle stime del valore aggiunto per settore e delle componenti della domanda aggregata(consumo, investimento, esportazioni ed importazioni). Il resto della tavola <strong>input</strong>-<strong>output</strong> vienestimata con una procedura iterativa, in particolare vengono stimati il consumo interme<strong>di</strong>o <strong>di</strong>beni e servizi nazionali, il consumo interme<strong>di</strong>o dei beni e servizi importati, la composizionestrutturale della domanda finale per prodotti, la produzione nazionale per prodotti e leimportazioni per prodotti.Utilizzando tale procedura sono state aggiornate le tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> della Grecia,dell’Irlanda, del Portogallo, della Spagna, della Germania e dell’Italia. In particolare, perquesti due ultimi paesi, visto che solo alcune aree <strong>di</strong> tali paesi sono interessate all’interventodei Fon<strong>di</strong> Strutturali, partendo dalle tavole nazionali aggiornate secondo la procedura EUROsono state stimate tavole <strong>input</strong>-ouput per il Sud ed il Nord d’Italia e per l’Est e l’Ovest dellaGermania 26 .Tuttavia tali matrici non tengono conto del commercio interregionale della GermaniaEst e del Mezzogiorno con il resto, rispettivamente, della Germania e dell’Italia 27 .I principali vantaggi della nuova procedura <strong>di</strong> aggiornamento EURO sono la richiestalimitata <strong>di</strong> dati, l’utilizzo solo <strong>di</strong> fonti ufficiali per l’aggiornamento, la garanzia <strong>di</strong>cambiamenti non arbitrari dei coefficienti <strong>di</strong> <strong>input</strong>, i bassi costi e l’alto grado <strong>di</strong> automazionedell’applicazione della procedura. Alcuni svantaggi sono la struttura semplice dellaprocedura <strong>di</strong> aggiornamento e della sottostante teoria e l’impossibilità <strong>di</strong> anticipare l’impattodei prezzi relativi e <strong>di</strong> altre importanti variabili economiche come il progresso tecnico e laproduttività.Per stimare gli effetti netti dei Fon<strong>di</strong> Strutturali si parte dalle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong>,aggiornate secondo la procedura EURO, che incorporano l’effetto del Programma QuadroComunitario e <strong>di</strong> tutti gli altri interventi 28 . Gli interventi obiettivo 1 del 2000-2006 vengonotrasformati in variabili macroeconomiche e le matrici <strong>input</strong>-<strong>output</strong> stimate vengonoscorporate dagli effetti dell’intervento strutturale.In un primo momento vengono valutati gli effetti <strong>di</strong> breve periodo sulla domanda el’offerta. Nella prima fase viene stimato come il calo della domanda finale, dovuto all’ipotesi<strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> intervento strutturale, influenzerebbe l’economia. Nella seconda fase si analizzal’effetto sui fattori primari. Ad esempio considerando le misure sulla formazione, si cercherà<strong>di</strong> quantificare l’effetto <strong>di</strong> un taglio dei contributi comunitari per tale attività sul monte salarie stipen<strong>di</strong> ed i conseguenti effetti sulla capacità <strong>di</strong> assorbimento dell’economia.Tuttavia, poiché l’attività dei Fon<strong>di</strong> Strutturali è rivolta verso obiettivi <strong>di</strong> lungoperiodo nella fase 3 è stato implementato un modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong>namico per coprire glieffetti <strong>di</strong> lungo periodo in linea con la teoria macroeconomia dell’analisi del moltiplicatoreed acceleratore secondo cui, poiché l’ammontare degli investimenti <strong>di</strong> una certa economia<strong>di</strong>pende dalla variazione del red<strong>di</strong>to, ogni variazione della produzione si trasmetteall’investimento in misura amplificata.Tale modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong>namico è stato costruito ipotizzando che gli investimentiindotti siano funzione della crescita delle componenti autonome della domanda finale.26 Per queste due aree, per aggiornare le tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> sono state utilizzate le previsioni macroeconomichedel data base Newcronos delle statistiche regionali dell’Eurostat. Le matrici <strong>input</strong>-<strong>output</strong> regionali sono statederivate da quelle nazionali in maniera che riflettano le principali caratteristiche dei dati macroeconomici<strong>di</strong>sponibili per tali aree.27 Nel report viene sottolineato come, per tener conto del commercio interregionale che potrebbe influenzarel’effetto dell’impatto dei Fon<strong>di</strong> Strutturali, nel futuro queste tavole potrebbero essere sostituite da una matrice <strong>di</strong>contabilità sociale per il Mezzogiorno o dalle varie tavole delle singole regioni.28 Le previsioni ufficiali della Commissione utilizzate per aggiornare le tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> sono state, infatti,stimate tenendo conto del Programma Quadro Comunitario.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 268


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaUna applicazione del modello Beutel: la valutazione degli interventi obiettivo 1 per ilperiodo 2000-2006 per il Mezzogiorno d’Italia.Dall’analisi <strong>di</strong> impatto effettuata utilizzando il modello <strong>di</strong> breve periodo risulta che lacrescita potenziale delle economie soggette ai Fon<strong>di</strong> Strutturali nei singoli anni risulterebbenettamente inferiore nel caso <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> intervento. Tale risultato viene confermato dalmodello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong>namico che evidenzia un <strong>di</strong>verso sentiero <strong>di</strong> crescita dell’economia inassenza dei Fon<strong>di</strong> Strutturali.In particolare per il Mezzogiorno (tav.1 e tav.2), tale modello prevede una crescitaconsiderando le misure previste dai Fon<strong>di</strong> Strutturali pari al 2% nel 2000 ed al 2.2% nel 2006,senza l’intervento comunitario tali tassi si abbasserebbero a 0.3% e 0.8%, rispettivamente.Un intervento <strong>di</strong> un 1 milione <strong>di</strong> Euro durante il periodo è previsto trasformarsi in unPIL regionale <strong>di</strong> 1.3 milioni.Fra le componenti della domanda aggregata quelle più influenzate dagli interventirisultano essere i consumi pubblici e gli investimenti fissi lor<strong>di</strong> che a fronte <strong>di</strong> un tasso <strong>di</strong>crescita nel 2000 (2006) del 1.6% (1%) e 6.1% (5%) registrerebbero tassi pari a –0.4%(-0.8%) e –1.4% (-0.7%) senza intervento comunitario e –2% (-2.3%) e –12.2% (-9.3%)senza gli interventi totali.Per la variabile occupazione si prevede una crescita dell’1.7% nel 2000 e 1.2% nel2006, senza intervento comunitario tale percentuale scenderebbe a –0.1% e –0.2%,rispettivamente.Un sensibile calo si registrerebbe anche nel caso dello stock <strong>di</strong> capitale: da 1.3% e0.5% a –0.4% e –1% per il 2000 e 2006, rispettivamente.Per quanto riguarda i cambiamenti strutturali la branca che risentirebbe <strong>di</strong> piùdell’assenza degli interventi dei Fon<strong>di</strong> Strutturali sarebbe quella delle costruzioni che da unasituazione stazionaria in presenza degli interventi strutturali previsti (tasso <strong>di</strong> crescita dello0% per il 2000 e 0.2% per il 2006) passerebbe ad un tasso <strong>di</strong> crescita negativo, -7.9% per il2000 e –6.3% per il 2006, senza intervento comunitario che scenderebbe a –18.6% e –15.7%escludendo tutti gli interventi.Per quanto riguarda il commercio estero che nel caso del Mezzogiorno include anchegli scambi interregionali si stima che nel 2000 (2006) circa il 3.9% (3.3%) delle importazionirisultano indotte dagli interventi obiettivo 1.Il tipo <strong>di</strong> dati ottenuti dal modello Beutel presentati per il Mezzogiorno sono<strong>di</strong>sponibili anche per le altre aree interessate dall’intervento dei Fon<strong>di</strong> Strutturali.Il modello Beutel ha, perciò, il grosso vantaggio <strong>di</strong> fornire stime armonizzate su scalaeuropea.Inoltre ha il vantaggio proprio della tecnica <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong> rendere possibile lavalutazione dell’impatto a livello settoriale ed a livello degli scambi commerciali conl’estero. Su quest’ultimo punto, la conoscenza dei legami, espressi tramite le importazioni,tra il paese beneficiario degli interventi e gli altri paesi membri dell’UE ed i paesi terzi puòessere un’informazione importante per l’implementazione delle misure <strong>di</strong> politica economicadell’UE. Infine, l’utilizzo della versione <strong>di</strong>namica del modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong> Beutelconsente <strong>di</strong> superare il grosso limite della staticità del modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> e <strong>di</strong> valutareanche gli effetti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-lungo periodo dei Fon<strong>di</strong> Strutturali.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 269


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaTab.2 - Impatto economico nel 2000 degli interventi obiettivo 1 nel Mezzogiorno (1) (milioni <strong>di</strong> euro 1999)Livello2000(euro)Tasso <strong>di</strong>crescita2000(%)Cambiamentoindotto dagliinterventitotali(euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogliinterventitotali(%)Cambiamentoindotto dagliinterventipubblici(euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogli interventipubblici(%)Cambiamentoindotto dagliinterventicomunitari(euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogli interventicomunitari(%)CAMBIAMENTISTRUTTURALIAgricolt., silvicolt. e pesca <strong>11</strong>.404 0.05 319 -2.3 245 -1.7 142 -0.8Energia e combustibile 432 1.04 9 -0.7 7 -0.3 4 0.05Manifatturiero 31.794 1.08 1.314 -2.4 1.041 -1.6 550 0.00Costruzioni 12.605 0.00 2.339 -18.6 1.870 -14.9 990 -7.9Servizi privati 108.487 2.08 3.456 -0.5 2.784 0.02 1.455 1.04Servizi pubblici 63.486 1.03 1.883 -1.7 1.749 -1.5 1.040 -0.4Valore aggiunto 228.208 2.00 9.320 -2.2 7.696 -1.5 4.181 0.01IVA sui prodotti 19.865 3.00 257 1.06 215 1.09 <strong>11</strong>8 2.04PIL 248.073 2.00 9.577 -1.9 7.912 -1.2 4.299 0.03CRESCITA ECONOMICAConsumo privato 141.801 2.09 1.359 1.09 1.123 2.01 592 2.05Consumo pubblico 67.216 1.06 2.385 -2.0 2.235 -1.7 1.338 -0.4investimenti fissi lor<strong>di</strong> 42.654 6.01 7.334 -12.2 5.747 -8.2 3.000 -1.4variazione delle scorte -1.488 - -34 - -27 - -15 -Esportazioni nette -2.<strong>11</strong>0 -<strong>11</strong>.1 -1.467 -72.9 -1.166 -60.2 -617 -37.1PIL 248.073 2.00 9.577 -1.9 7.912 -1.2 4.299 0.03COMMERCIO ESTEROEsportaz. verso paesi UE 22.629 3.05 122 2.09 98 3.00 55 3.02Esportaz. verso paesi terzi 17.755 18.07 74 18.02 61 18.03 32 18.04Esportaz. beni e servizi 40.384 9.06 196 9.01 159 9.02 87 9.04Importaz. verso paesi UE 23.939 -0.7 1.<strong>11</strong>4 -5.3 882 -4.4 466 -2.6Importaz. verso paesi terzi 18.555 22.09 549 19.03 443 20.00 237 21.03Importaz. beni e servizi 42.494 8.04 1.663 4.01 1.325 5.00 703 6.06CAPITALEMacchine e attrezzature 258.901 1.02 9.891 -2.7 8.008 -1.9 4.320 -0.5Costruzioni 918.003 1.04 34.318 -2.4 28.656 -1.8 15.614 -0.3Stock <strong>di</strong> capitale 1.176.904 1.03 44.210 -2.5 36.664 -1.8 19.934 -0.4LAVORO (1000 persone)Lavoratori <strong>di</strong>pendenti 4.187 1.09 167 -2.2 139 -1.5 77 0.00Lavoratori in<strong>di</strong>pendenti 1.574 1.01 60 -2.8 48 -2.0 25 -0.5Occupati 5.761 1.07 227 -2.3 187 -1.6 102 -0.1(1) Le regioni considerate sono: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.Fonte: Beutel, J. (2002), The economic impact of objective 1 interventions for the period 2000 – 2006, FinalReport to the Directorate-General for Regional Policies, European Commission, Konstanz, Germany,May, p.83<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 270


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaTab.3 - Impatto economico nel 2006 degli interventi obiettivo 1 nel Mezzogiorno (1) (milioni <strong>di</strong> euro 1999)Livello 2006 Tasso <strong>di</strong>(euro) crescita2006(%)Cambiamentoindotto dagliinterventitotali(euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogli interventitotali(%)Cambiamentoindotto dagliinterventipubblici (euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogli interventipubblici (%)Cambiamentoindotto dagliinterventicomunitari(euro)Tasso <strong>di</strong>crescitaescludendogli interventicomunitar(%)CAMBIAMENTISTRUTTURALIAgricolt., silvicolt. e pesca <strong>11</strong>.912 0.05 312 -2.1 235 -1.5 136 -0.6Energia e combustibile 478 1.09 7 0.05 5 0.09 2 1.05Manifatturiero 36.360 2.02 1.212 -1.2 939 -0.5 491 0.08Costruzioni 12.881 0.02 2.046 -15.7 1.599 -12.2 841 -6.3Servizi privati 129.693 2.09 3.481 0.02 2.744 0.07 1.427 1.08Servizi pubblici 70.052 1.05 1.877 -1.2 1.710 -1.0 1.015 0.00Valore aggiunto 261.376 2.02 8.935 -1.3 7.232 -0.6 3.912 0.07IVA sui prodotti 22.807 2.07 250 1.06 204 1.08 <strong>11</strong>1 2.02PIL 284.183 2.02 9.185 -1.1 7.435 -0.5 4.023 0.08CRESCITA ECONOMICAConsumo privato 163.189 2.08 1.332 2.00 1.079 2.01 568 2.04Consumo pubblico 71.867 1.00 2.317 -2.3 2.128 -2.0 1.267 -0.8investimenti fissi lor<strong>di</strong> 53.590 5.00 7.302 -9.3 5.597 -6.0 2.902 -0.7variazione delle scorte 1.349 - -5 -35.9 -2 -36.1 2 -36.3Esportazioni nette -5.812 15.06 -1.761 -19.4 -1.366 -<strong>11</strong>.6 -716 1.04PIL 284.183 2.02 9.185 -1.1 7.435 -0.5 4.023 0.08COMMERCIO ESTEROEsportaz. verso paesi UE 30.710 6.02 146 5.07 <strong>11</strong>4 5.08 64 6.00Esportaz. verso paesi terzi 23.950 6.01 86 5.07 70 5.08 36 5.09Esportaz. beni e servizi 54.660 6.02 232 5.07 184 5.08 100 6.00Importaz. verso paesi UE 34.055 7.00 1.348 2.07 1.041 3.07 546 5.02Importaz. verso paesi terzi 26.417 7.01 646 4.05 509 5.00 270 6.00Importaz. beni e servizi 60.472 7.00 1.994 3.05 1.550 4.03 816 5.06CAPITALEMacchine e attrezzature 295.634 0.04 9.415 -2.8 7.456 -2.2 3.990 -1.0Costruzioni 1.054.296 0.05 33.852 -2.7 27.653 -2.2 14.972 -0.9Stock <strong>di</strong> capitale 1.349.930 0.05 43.267 -2.8 35.109 -2.2 18.962 -1.0LAVORO (1000 persone)Lavoratori <strong>di</strong>pendenti 4.526 1.02 150 -2.2 122 -1.5 67 -0.3Lavoratori in<strong>di</strong>pendenti 1.654 1.04 53 -1.8 41 -1.1 22 0.01Occupati 6.180 1.02 203 -2.1 163 -1.4 89 -0.2(1) Le regioni considerate sono: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.Fonte: Beutel, J. (2002), The economic impact of objective 1 interventions for the period 2000 – 2006, FinalReport to the Directorate-General for Regional Policies, European Commission, Konstanz, Germany,May, p.83<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 271


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria3.3.2 Cenni sull’esperienza della valutazione dell’impatto macroeconomico delProgramma operativo obiettivo 1 della Campania del 1994-99 29Per valutare l’impatto macroeconomico del Programma operativo obiettivo 1 inCampania del 1994-99 30 è stata utilizzata la matrice <strong>di</strong> contabilità sociale che integra latavola Input-Output ed i conti economici dei settori istituzionali.La matrice <strong>di</strong> contabilità sociale (SAM) <strong>di</strong> un paese/regione, infatti, rappresenta unoschema integrato <strong>di</strong> contabilità dei principali flussi economici che si manifestano all’interno<strong>di</strong> un’economia in un dato periodo e consente <strong>di</strong> evidenziare i passaggi che conducono dallacreazione alla <strong>di</strong>stribuzione ed impiego delle risorse presenti in un sistema economico(Gorla-Senna, 1991, pp. 406-407). La SAM integra il modello I-O standard con ilmeccanismo keynesiano del moltiplicatore del red<strong>di</strong>to.Per valutare l’impatto macroeconomico del Programma operativo obiettivo 1 inCampania del 1994-99 è stata utilizzata una matrice <strong>di</strong> contabilità sociale biregionale,Campania-Resto d’Italia. Tali tavole SAM della Campania e del Resto d’Italia sono stateottenute partendo dalla matrice I-O dell’economia italiana del 1988 e utilizzando dueindagini sull’economia meri<strong>di</strong>onale, una relativa all’acquisto <strong>di</strong> beni interme<strong>di</strong> da parte delleimprese meri<strong>di</strong>onali ed un'altra sui consumi delle famiglie, per in<strong>di</strong>viduare le <strong>di</strong>fferenze nellastruttura industriale e nei consumi delle due regioni.Le tavole SAM ottenute presentano un basso livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>saggregazione: due fattoriproduttivi (lavoro e capitale), due settori istituzionali (famiglie ed imprese), una versione conquattro settori produttivi (agricoltura, industria, costruzioni e servizi) ed un’altra con unamaggiore <strong>di</strong>saggregazione dell’industria e dei servizi, per complessivi se<strong>di</strong>ci settori.Per quanto riguarda l’analisi d’impatto, una volta determinato l’effetto dell’interventosulla domanda finale <strong>di</strong>stinta tra variazione della domanda interna e variazione delleimportazioni applicando i moltiplicatori globali si determinano gli effetti globali (<strong>di</strong>retti,in<strong>di</strong>retti ed indotti) sulla produzione, sul valore aggiunto e sui red<strong>di</strong>ti delle famiglie e delleimprese. Gli effetti sull’occupazione sono ottenuti, sulla base <strong>di</strong> ipotesi sull’evoluzione dellaproduttività, dai dati del valore aggiunto ottenuti dall’applicazione del modello.4 Fattibilità dell’utilizzo dell’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong> per la regioneCalabria4.1 Stima con metodo <strong>di</strong>retto: l’esperienza della regione CalabriaLa tavola della regione Calabria ha costituito una delle esperienze effettuate sul temaI-O negli anni 80.La tavola prende come anno <strong>di</strong> riferimento l’anno 1988 ed è <strong>di</strong>sponibile per 92branche Nace-Clio. Il metodo <strong>di</strong> indagine è stato <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>retto per il settore manifatturiero equello delle costruzioni. E’ stata inoltre condotta un’indagine parallela sul commercio al fine<strong>di</strong> cogliere e meglio integrare le informazioni desumibili dai questionari delle impresemanifatturiere e relative ai flussi <strong>di</strong> Import/Export sia interregionali che esteri. Tramite questaindagine parallela sono state raccolte informazioni relative alle quote <strong>di</strong> merci acquistate dalle29 Per in<strong>di</strong>sponibilità del lavoro originario, le informazioni riportate sono limitate a quelle presenti nelle seguentipubblicazioni:European Commission (1999), “Evaluating socio-economic programmes - Transversal evaluation of impacts onthe environment, employment and other intervention priorities”, MEANS Collection, vol. 5, p. 104.European Commission (1996), “Measuring the employment effects of Community Structural Interventions,Regional Policy and Cohesion”, MEANS Handbook n. 3, pp. 48-51.30 Il lavoro effettuato dal prof. D’Antonio è inserito all’interno del “Regione Campania, Programma operativo1994-99, Allegato al tomo I, Cap. 1: Quadro Comunitario <strong>di</strong> Sostegno della Regione Campania: un'analisi <strong>di</strong>impatto macroeconomico.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 272


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaimprese commerciali dal mercato regionale, dal mercato nazionale e dal resto del mondo. Aifini della rilevazione sono state indagate tutte le imprese con più <strong>di</strong> 10 addetti ed un campione<strong>di</strong> imprese nella restante classe.L’indagine è stata sud<strong>di</strong>visa in due parti, la prima parte ha visto un invio per postasupportato da una lettera <strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> operatori locali (associazioni provinciali <strong>di</strong>industriali, se<strong>di</strong> provinciali delle camere <strong>di</strong> commercio). La seconda parte ha considerato ilcontatto telefonico preliminare all’intervista <strong>di</strong>retta. La rete <strong>di</strong> rilevatori utilizzata è stataopportunamente formata per porre le domande in modo facile e comprensivo per l’operatoreda intervistare.Le imprese con più 10 addetti hanno registrato un tasso <strong>di</strong> risposta del 35%. Dellecirca 570 imprese costituenti l’universo solo 200 hanno risposto. Negli altri segmenti è statopossibile, potendo utilizzare le liste <strong>di</strong> riserva, garantire la numerosità prevista. I questionariraccolti sono stati quasi tutti vali<strong>di</strong> questo grazie all’impostazione iniziale che ha consideratooltre che la formazione dei rilevatori anche l’inserimento <strong>di</strong> alcune domande utili a verificarel’atten<strong>di</strong>bilità delle risposte date. In corso d’opera e’ stato quin<strong>di</strong> possibile ritornare e chiarirecon l’impren<strong>di</strong>tore alcune incongruenze rilevate.Come tutte le tavole regionali il modello e’ stato utilizzato sia per avere il quadro dellastruttura regionale che per <strong>di</strong>verse simulazioni tra cui segnaliamo un’ipotesi <strong>di</strong> importsubstitution e un’analisi sull’impatto della spesa turistica.L’import substitution e’ stata la prima ipotesi elaborativa presa in considerazionepoiché era evidente dall’analisi della tavola la forte <strong>di</strong>pendenza della regione dal mercatoextra-regionale. Si voleva quin<strong>di</strong> porre l’accento sulla necessità e sulla possibilità <strong>di</strong>promuovere nella regione alcune produzioni adatte alla struttura produttiva locale ed in grado<strong>di</strong> sostituire l’importazione estera. L’esercitazione ha <strong>di</strong>segnato alcuni scenari alternatividell’ipotesi <strong>di</strong> produzione interna nel settore della filatura e tessitura. In particolare e’ statasimulata la copertura del vuoto produttivo relativo alla produzione dei velluti per mo<strong>di</strong>steriaed abbigliamento. Il lavoro e' stata orientato per definire eventuali cambiamenti della bilanciacommerciale regionale supponendo la produzione locale dei velluti per abbigliamento emo<strong>di</strong>steria. Il comparto contribuiva al deficit nazionale con un valore che oscillava tra fineanni 80 ed inizio anni 90 intorno ai –60 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire circa. L’ipotesi ha previsto laproduzione in loco finalizzata a sostituire le importazione dall’estero, implicando un aumentodelle esportazioni da parte della Calabria pari a 60 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire. Parallelamente la bilanciacommerciale calabrese migliorava anche sul fronte delle importazioni per una quota pari allo0.5%.L’analisi sulla spesa turistica sempre riferita al 1988 ha messo invece in rilievo gliscarsi effetti della spesa turistica sulla struttura locale a causa della inadeguatezza dellastruttura produttiva in<strong>di</strong>viduata poco capace <strong>di</strong> far fronte alle esigenze della domanda finale.4.2 Stima con metodo in<strong>di</strong>retto: matrice IRPET4.2.1 Il problema del bilanciamentoDa <strong>di</strong>versi anni l’IRPET svolge un ruolo fondamentale nell’ambito dell’analisi <strong>input</strong><strong>output</strong>a livello regionale, attraverso la costruzione e l’utilizzo <strong>di</strong> tavole intersettoriali a scalaregionale. In questo paragrafo viene presentato il metodo <strong>di</strong> costruzione delle matriciintersettoriali regionali elaborato dall’IRPET 31 .31 Per i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> costruzione della tavola regionale si fa riferimento a lavori eseguiti dall’IRPET e, in particolare,al contributo <strong>di</strong> Renato Paniccià (2000), “Un sistema <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> matrici contabili regionali: metodologia eprimi risultati” in Benvenuti S. Casini (a cura <strong>di</strong>), Il nuovo sistema dei conti economici nazionali e regionali SEC1995, IRPET, Franco Angeli, Milano.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 273


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaIl primo passo per la costruzione delle tavole I-O regionali consiste nel bilanciamentodelle Matrici Contabili Regionali (MCR). In letteratura, i meto<strong>di</strong> più <strong>di</strong>ffusi <strong>di</strong> bilanciamentosono tre:1. attribuzione ad una posta dello schema da bilanciare le <strong>di</strong>screpanze statistichederivanti dall’assemblaggio dei <strong>di</strong>versi sub-conti;2. bilanciamento <strong>di</strong> tipo rAs (cfr. nota 14), che gode delle proprietà matematiche <strong>di</strong>conservazione del segno originario dei flussi, conservazione dei flussi non-zero eunicità della soluzione;3. utilizzo dello stimatore proposto da Stone, Champernowne e Meade (1942) 32 , chesi basa sull’affidabilità delle stime.La matrice costruita dall’IRPET utilizza quest’ultimo metodo <strong>di</strong> bilanciamento, in cuisi tiene conto della varianza-covarianza relativa associata al set da bilanciare T(0). In pratica,si considera il seguente problema: dato un sistema <strong>di</strong> conti T (vettorizzazione t) soggetto avincoli k secondo la matrice <strong>di</strong> aggregazione G:(16) k=G· t,utilizzando il set <strong>di</strong> conti iniziale T(0) si avrà:(17) k+å=G· t(0)in cui å è il vettore dei residui contabili. Si assume, inoltre, che le stime iniziali T(0) siano non<strong>di</strong>storte e abbiano le seguenti caratteristiche:(18) t(1)=t(0)+ å(19) E(å)=0(20) E(å å t )=VApplicando il metodo dei minimi quadrati generalizzati si ottiene una stima del vettoret*(1) che sod<strong>di</strong>sfa i vincoli contabili ed è più vicino possibile ai dati effettivi t(1) 33 .Un problema che sorge con l’utilizzo <strong>di</strong> questo metodo consiste nel definire la matriceV che determina, per ciascun flusso in T(0), il range <strong>di</strong> aggiustamento. Solitamente, essaassume forma <strong>di</strong>agonale, e ciò implica che le stime iniziali provengano da fonti in<strong>di</strong>pendenti.La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non <strong>di</strong>agonalità può essere rilasciata se si suppone che le stime inizialiprovengano da fonti autoregressive o inter<strong>di</strong>pendenti. Nel primo caso, la matrice V conterrànegli elementi non <strong>di</strong>agonali il coefficiente <strong>di</strong> autocorrelazione del primo or<strong>di</strong>ne.Un contributo sostanziale nello sviluppo <strong>di</strong> tale metodo è fornito da Byron(1977,1978) 34 , secondo cui lo stimatore t*(1) può essere visto come una soluzione <strong>di</strong>minimizzazione vincolata <strong>di</strong> una funzione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tipo quadratica 35 . Il modello sviluppatoda Byron ha permesso <strong>di</strong> superare le <strong>di</strong>fficoltà computazionali derivanti dall’utilizzo dellaprocedura <strong>di</strong> Stone et alii. Byron, per risolvere questo problema, propose il metodo delgra<strong>di</strong>ente coniugato per giungere alla stima dei moltiplicatori <strong>di</strong> Lagrange, attraverso ilsistema <strong>di</strong> equazioni lineari:GVG′ λ * = Gt*1 − k .(21) ( ) ( ( ) )32Il riferimento bibliografico relativo alla metodologia citata è Stone, Champernowne e Meade (1942), “ThePrecision of National Income Estimates”, The Review of Economics stu<strong>di</strong>es, n. IX33 Lo stimatore che produce tale stima è:t *−1−1( G ) t( 0) + VG′( GVG′) k( 1) I − VG ′( GVG ′)= .Si <strong>di</strong>mostra, inoltre, che tale stimatore è BLU e che la sua varianza è data da:−1V * = V −VG′( GVG ′) GV .34 Byron R. P. (1977), “Estimation and Inference for Large Econometric Systems”, Econometrica, vol. 45.Byron R. P. (1978), “The Estimation of Large Social Accounting Matrices”, Journal of the Royal StatisticalSociety, series A, Part 3.35 La funzione <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta quadratica è del tipo:( *( 1) ( 1))′−t − t V ( t *( 1) − t( 1)) + λ( Gt *( 1)− k ) min1ϑ = 0.5=dove è in<strong>di</strong>ca la per<strong>di</strong>ta quadratica e ë è il vettore dei moltiplicatori <strong>di</strong> Lagrange.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 274


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaPoiché GVG ’ è simmetrica definita positiva, il metodo del gra<strong>di</strong>ente coniugatopermette <strong>di</strong> ottenere facilmente le soluzioni dei coefficienti ë.4.2.2 Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> costruzione delle tavole <strong>input</strong>-<strong>output</strong> regionaliIl complesso <strong>di</strong> identità secondo l’equazione <strong>di</strong> Stone et alii può essere scritto come:(22) Gt(0)=0.Se h è il numero <strong>di</strong> identità, allora t(0) è la matrice <strong>di</strong> stime vettorializzate <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione h 2 eG è la matrice dei coefficienti <strong>di</strong> aggregazione rispetto ai vincoli provinciali <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione[h;h 2 ].Per la determinazione della matrice <strong>di</strong> varianza e covarianza è necessario considerareun or<strong>di</strong>namento delle affidabilità in base alle caratteristiche numeriche e costruttive dei datiiniziali. Il modello <strong>di</strong> assegnazione elaborato dall’IRPET comprende fattori nazionali e fattorispecificamente regionali. I fattori nazionali considerano la <strong>di</strong>stanza fra il vincolo nazionale ela somma per regioni della stima iniziale e l’eterogeneità stimata a livello nazionale dellecomponenti più <strong>di</strong>saggregate <strong>di</strong> una variabile rispetto al dato più aggregato fornito a livelloregionale. I fattori regionali, invece, riguardano l’esaustività e la significatività della stimainiziale derivata da fonte regionale in termini <strong>di</strong> unità regionali e grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione delcomportamento delle unità regionali non incluse nella stima iniziale, l’effetto <strong>di</strong> variabilispecifiche regionali che possono aumentare o <strong>di</strong>minuire l’effetto <strong>di</strong> regionalizzazione, lapresenza <strong>di</strong> specificità regionali desunte da qualche proxy variabile dei fenomeni che tendonoa <strong>di</strong>versificare il comportamento <strong>di</strong> una regione, la <strong>di</strong>mensione economica relativa dellaregione, ponendo l’affidabilità delle stime iniziali in relazione inversa rispetto all’ampiezzaeconomica della regione. Ciascun coefficiente associato ad un valore viene, quin<strong>di</strong>,trasformato in varianza secondo la formula:2(23) v = cv t( ) 2ijij0 ijcon v ij generico elemento <strong>di</strong> V e c scalare, o utilizzando altre tecniche se si hanno stimeiniziali <strong>di</strong>pendenti.Gli scambi interme<strong>di</strong> vengono stimati attraverso la regionalizzazione delle matrice deicoefficienti <strong>di</strong> spesa della tavola nazionale utilizzando la composizione degli addetti derivantedal Censimento delle Attività produttive del 1991. Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> regionalizzazione,eseguito tramite industry-mix 36 , non è sempre fattibile in quanto la <strong>di</strong>saggregazione nazionale<strong>di</strong> partenza potrebbe non consentire tale operazione e il mix <strong>di</strong> addetti, calcolato in base agliaddetti del censimento e corretto per le Unità <strong>di</strong> lavoro (ULA), non tiene conto dei <strong>di</strong>fferentirapporti tra Valore Aggiunto/ULA dei <strong>di</strong>versi settori nelle <strong>di</strong>verse regioni. Inoltre, un altroproblema derivante dalla <strong>di</strong>fferenza tra coefficienti tecnici regionali e nazionali potrebbeessere causato da una <strong>di</strong>versità della tecnologia derivante dall’impiego <strong>di</strong> tecnologie miste,ossia in presenza <strong>di</strong> industry mix e <strong>di</strong> product mix.Per la stima del valore aggiunto al costo dei fattori si procede aggregando le brancheRR14 37 , nelle quali risulta sud<strong>di</strong>viso nella MCR, in maniera più coerente possibile con ilSEC95 e riproporzionando il valore aggiunto regionale sul totale nazionale. Il valore aggiuntoripartito in 14 branche costituisce il vincolo a blocchi per la stima dei valori sud<strong>di</strong>vise in 29branche, anch’esse riportate nella MCR. Il proce<strong>di</strong>mento relativo alla stima dei flussi delvalore aggiunto si basa su <strong>di</strong> una procedura <strong>di</strong> riporto all’universo regionale del valoreaggiunto per addetto desunto dall’Indagine sul valore aggiunto per le imprese aventi più <strong>di</strong> 2036 Con l’ipotesi <strong>di</strong> industry-mix si assume che le merci che costituiscono l’<strong>output</strong> <strong>di</strong> una industria richiedano tuttegli stessi <strong>input</strong>, mentre con l’ipotesi <strong>di</strong> product mix si assume che tutte le merci che costituiscono il mix <strong>di</strong> ouputvarino nella stessa proporzione dell’<strong>output</strong>. In entrambi i casi, si ha che i fabbisogni <strong>di</strong> merci interme<strong>di</strong>e varianonella stessa proporzione dell’<strong>output</strong>.37 Si tratta <strong>di</strong> una classificazione in 14 branche derivata dalla classificazione Ateco 91<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 275


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaaddetti, e corretto, <strong>di</strong> seguito, al fine <strong>di</strong> tener conto dell’effetto <strong>di</strong>mensionale delle imprese al<strong>di</strong> sotto dei 20 addetti.La stima iniziale degli aggregati relativi alle Imposte In<strong>di</strong>rette ed ai Contributi allaproduzione viene effettuata in base ai dati presenti nella tavola nazionale con alcunemo<strong>di</strong>fiche relative alle imposte in<strong>di</strong>rette sulla produzione e all’IVA. Per quest’ultima si segueil metodo <strong>di</strong> localizzazione della base imponibile. In questo modo si ricava una <strong>di</strong>stribuzioneregionale della imposizione in<strong>di</strong>retta sulla produzione e sull’IVA, sulla domanda interme<strong>di</strong>a efinale e sulla stima iniziale della spesa per le famiglie. I Contributi alla produzione siottengono con la regionalizzazione tramite industry mix del coefficiente <strong>di</strong> contributi sullaproduzione in rapporto alla produzione al costo dei fattori ricavata dalla tavola nazionale.Analogo proce<strong>di</strong>mento si segue per le imposte sulle importazioni estere, calcolate utilizzandoi coefficienti <strong>di</strong> imposizione sulle importazioni estere ottenuti dalla tavola nazionale emoltiplicati per la stima iniziale delle importazioni estere.Per quanto riguarda quest’ultimo aggregato, l’ISTAT fornisce le stime dei flussi <strong>di</strong>import estero <strong>di</strong> beni affluiti nelle varie regioni ed i debiti e cre<strong>di</strong>ti nell’interscambio <strong>di</strong>servizi, ma questi dati presentano un problema <strong>di</strong> significatività. Infatti, essi risultanolocalizzati nel territorio principalmente in funzione del ruolo <strong>di</strong> commercializzazione e/o delgrado <strong>di</strong> multilocalizzazione della regione. In questo modo, risulta che le regioni cheimportano la maggior parte dei beni sono quelle con no<strong>di</strong> portuali o aeroportuali o con se<strong>di</strong> <strong>di</strong>imprese multilocalizzate come Lazio e Lombar<strong>di</strong>a. Per questo motivo, l’IRPET utilizza, comestime iniziali, dati basati sui coefficienti <strong>di</strong> importazione sulla domanda totale interna desuntidalla tavola nazionale e moltiplicati per la stima iniziale della domanda totale internaregionale.Il calcolo dei Margini commerciali e <strong>di</strong> trasporto viene svolto ripartendo icorrispondenti dati desunti dalla tavola nazionale in base alla stima iniziale della domandatotale regionale settoriale.Per la variabile importazioni nette interregionali, non <strong>di</strong>sponendo <strong>di</strong> alcuna stima alivello regionale e nazionale, l’IRPET compie un bilanciamento della <strong>di</strong>fferenza esistente trala stima iniziale della domanda totale interna e la stima preliminare della produzionesettoriale. Si ottengono, quin<strong>di</strong>, delle MCR bilanciate settorialmente, ma che registranosignificativi residui contabili nel consolidamento interregionale settoriale rispetto al vincolonazionale e nei totali regionali delle importazioni nette interregionali, misurate in manierain<strong>di</strong>pendente come <strong>di</strong>fferenza fra il saldo interregionale complessivo fornito dall’ISTAT e leimportazioni nette dall’estero <strong>di</strong> beni e servizi.La stima iniziale della Spesa delle Famiglie viene ricavata armonizzando le stimeSEC75, <strong>di</strong>sponibili per questa variabile e sud<strong>di</strong>vise nelle 9 funzioni <strong>di</strong> consumo finale dellefamiglie a livello regionale, con quelle SEC95 <strong>di</strong>sponibili a livello nazionale e sud<strong>di</strong>vise in 39funzioni. Ciò comporta alcuni aggiustamenti dovuti a problemi <strong>di</strong> riclassificazione <strong>di</strong> alcunevoci <strong>di</strong> spesa. La stima iniziale si effettua, quin<strong>di</strong>, ricorrendo alla Matrice ponte dei consumidella tavola nazionale che permette <strong>di</strong> risalire dalle funzioni <strong>di</strong> spesa alle branche produttrici.Analogamente, per la spesa delle Amministrazioni Pubbliche e delle Istituzioni SocialiPrivate, si riproporziona il dato regionale SEC75 al totale nazionale. Per l’attribuzione allebranche produttrici l’IRPET ha aggiornato la classificazione della matrice ponte esistente che<strong>di</strong>stribuiva le 7 voci <strong>di</strong> spesa in 4 branche <strong>di</strong> servizi non ven<strong>di</strong>bili, integrandola con leinformazioni ricavate dalla tavola nazionale.La variabile Investimenti Lor<strong>di</strong> viene stimata a livello regionale dai valori del SEC75riproporzionati sui dati nazionali. Nella ripartizione dei beni d’investimento in brancheproduttrici nel caso <strong>di</strong> Altri Beni, non avendo a <strong>di</strong>sposizione dati regionali, l’IRPET utilizza laripartizione desumibile dalla tavola nazionale. Un simile proce<strong>di</strong>mento viene eseguito per lavariabile Variazione delle Scorte.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 276


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaLe esportazioni estere vengono <strong>di</strong>stinte in esportazioni in beni e servizi. Infatti, mentrele esportazioni in beni, ricavabili utilizzando il dato ISTAT riportato nell’archivio COEWEB,presentano un’alta affidabilità, le esportazioni in servizi sono stimati utilizzando il dato sudebiti e cre<strong>di</strong>ti forniti dall’ISTAT a livello regionale per il settore delle comunicazioni e labranca dei servizi alle imprese. Per le restanti branche dei servizi l’IRPET ripartisce ilcorrispondente dato presente nella tavola nazionale, in modo tale che il dato regionalederivante si funzione del quoziente <strong>di</strong> localizzazione visto come proxy della produttività equin<strong>di</strong> <strong>di</strong> maggiore competitività e maggiore probabilità <strong>di</strong> esportare all’estero.4.2.3 Le affidabilità nel processo <strong>di</strong> bilanciamento e le tavole a prezzi depart-usineLa procedura <strong>di</strong> Stone et alii prevede accanto alle stime iniziali la relativa matrice <strong>di</strong>varianza e covarianza, che può essere ottenuta in maniera soggettiva tramite opportuni in<strong>di</strong>ci<strong>di</strong> affidabilità o in maniera oggettiva con varianza collegata alle stime campionarie. E’ peròpossibile che tale matrice contenga stime della varianza non coerenti in termini relativi oerrate che impe<strong>di</strong>scano all’algoritmo <strong>di</strong> convergere o forniscano risultati economicamente nonplausibili. Per rendere le correzioni delle varianze relative più facilmente eseguibili, siconsidera la seguente formula:r = v − t 0 .(24) ij ij( ) ijLe affidabilità <strong>di</strong>verse da zero, quin<strong>di</strong>, vengono sud<strong>di</strong>vise in 10 modalità, checorrispondono ai decili ed ai quali vengono assegnati valori da 1 a 10, portando, quin<strong>di</strong>, leclassi <strong>di</strong> affidabilità da 0 (affidabilità massima) a 10 (inaffidabilità massima). In questo modo,la procedura <strong>di</strong> bilanciamento <strong>di</strong>venta più agevole.Infine, l’ultimo passo nella costruzione della tavola regionale 38 prevede il passaggiodai prezzi <strong>di</strong> mercato ai prezzi depart-usine, che può essere effettuato secondo tre modalità. Ilprimo metodo stima, tramite survey, le matrici dei margini commerciali e <strong>di</strong> trasporto perscambi interme<strong>di</strong> e domanda finale, così da permettere un bilanciamento simultaneo dellatavola regionale a prezzi <strong>di</strong> mercato e a prezzi depart-usine. Il secondo metodo prevede ilbilanciamento tramite rAs della matrice a prezzi depart-usine partendo dalla stessa matrice aprezzi <strong>di</strong> mercato. I vincoli <strong>di</strong> colonna sono forniti da totale dei costi interme<strong>di</strong> e dagliaggregati <strong>di</strong> domanda finale mentre quelli <strong>di</strong> riga dalle risorse al netto dei margini pagati.Infine, il terzo metodo prevede lo scorporo per riga dei margini commerciali e <strong>di</strong> trasporto daiflussi ai prezzi <strong>di</strong> mercato e l’attribuzione del totale per colonna dei margini scorporati allerighe del Commercio e dei Trasporti. Per lo scorporo si utilizza, per l’i-esima branca, ilrapporto tra risorse complessive e risorse al netto dei margini, stimando, in tal modo, loscorporo me<strong>di</strong>o da applicare a tutti gli impieghi interme<strong>di</strong> della i-esima branca, mentrel’attribuzione dei margini scorporati al Commercio ed ai Trasporti avviene in base alla quotadetenuta da ciascuno <strong>di</strong> essi sul totale dei margini pagati dalla branca i-esima.Concludendo, il metodo <strong>di</strong> costruzione in<strong>di</strong>retto, i cui principali aspetti tecnici sonostati brevemente <strong>di</strong>scussi in questo paragrafo, utilizza tutte le informazioni <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong> fonteufficiale utili a dare informazioni sulla struttura produttiva locale, prendendo come punto <strong>di</strong>riferimento la matrice nazionale. Le fonti utilizzate dall’IRPET per implementare tale metodosono essenzialmente le seguenti: Matrici <strong>di</strong> Contabilità Regionali, Censimento delle attivitàproduttive, Tavola Input Output nazionale e relativa matrice ponte dei consumi finali interni,archivio COEWEB dell’ISTAT per le esportazioni <strong>di</strong> beni e dati su debiti e cre<strong>di</strong>ti fornitidall’ISTAT a livello regionale.38 In realtà, tra il bilanciamento delle MCR a prezzi <strong>di</strong> mercato e la stima della matrice a prezzi depart-usine vi è,spesso, un ulteriore passaggio interme<strong>di</strong>o relativo alla stima dei flussi <strong>di</strong> scambio interregionale, <strong>di</strong> cui si èbrevemente accennato nel paragrafo 3.1.1 relativo alla costruzione della matrice regionale per la Sicilia.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 277


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabria4.3 Alcune proposte <strong>di</strong> realizzazioneLa costruzione della tavola regionale richiede sempre una sorta <strong>di</strong> compromesso tracosti e tempo a <strong>di</strong>sposizione e budget <strong>di</strong>sponibile.Se da un lato è auspicabile la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> una matrice costruita con metodo <strong>di</strong>retto,dall’altra potrebbe risultare utile anche un modello vicino alla realtà territoriale che però puòessere ottenuto in tempi più rapi<strong>di</strong>.Proponiamo quin<strong>di</strong> alcune alternative utili per l’analisi delle politiche strutturali.a. utilizzo delle matrici costruite in modo in<strong>di</strong>retto dall’Irpet per tutte le regionid’Italia ed adattamento alla realtà locale. Si potrebbe per esempio a partire dalleinformazioni già note all’Irpet rivedere alcune funzioni <strong>di</strong> produzione con lacollaborazione <strong>di</strong> rappresentanti dell’economia locale. Il vantaggio <strong>di</strong> talesoluzione e’ quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre in tempi rapi<strong>di</strong> <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> analisi.b. L’ipotesi a potrebbe ulteriormente essere affinata attraverso un’indagine sul camponel settore del commercio all’ingrosso. Attraverso l’indagine potrebbe esserepossibile determinare la quota parte delle <strong>di</strong>verse merci utilizzate in loco edacquistate in loco. L’informazione potrebbe risultare molto utile qualoranell’ambito delle analisi <strong>di</strong> impatto si voglia determinare la quota da imputare alsistema locale.c. Rilevazione sul campo per settori <strong>di</strong> interesse dell’economia regionale ecostruzione in<strong>di</strong>retta per gli altri settori. Utilizzando alcuni dei noti <strong>modelli</strong> <strong>di</strong>regionalizzazione della tavola nazionaled. Costruzione <strong>di</strong>retta. E’ chiaro che una tavola così costruita permetterebbe ladeterminazione della reale struttura economica territoriale e potrebbe permettere,se opportunamente modulata, un confronto con la tavola regionale preesistente. Icosti ed i tempi <strong>di</strong> realizzazione però costituiscono una variabile determinante perla fattibilità.Considerando le <strong>di</strong>verse alternative evidenziate e la possibilità <strong>di</strong> scegliere tra questeanche in base alle risorse a <strong>di</strong>sposizione, risulta consigliabile l’implementazione <strong>di</strong> una tavolaI-O calabrese, tenendo anche presente l’enorme flessibilità dello strumento che permette sia <strong>di</strong>essere usato per le applicazioni <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale (analisi strutturali, <strong>di</strong> impatto, allocazionerisorse) sia in quelle più moderne (energia, ambiente, innovazione, problemi metropolitani)ConclusioniIl principale vantaggio dell’analisi I-O è che permette <strong>di</strong> valutare l’impatto a livellosettoriale: un’analisi macroeconomica senza <strong>di</strong>saggregazione settoriale consentirebbe <strong>di</strong>analizzare solo alcuni effetti dell’impatto dell’intervento strutturale mentre l’obiettivoprincipale della Direzione Generale della Politica Regionale della Commissione Europea èquello <strong>di</strong> quantificare i vari effetti strutturali (Beutel J., 2002, p. 106).Oltre a valutare l’impatto a livello settoriale, il modello I-O consente <strong>di</strong> misurare siagli effetti <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti sia l’impatto non solo sulle aree oggetto dell’intervento ma anchesulle altre aree, attraverso le importazioni dalle altre regioni o dagli altri paesi.Non bisogna <strong>di</strong>menticare l’enorme flessibilità dello strumento che, come evidenziatonella seconda parte de<strong>di</strong>cata ad alcune esperienze pratiche, può essere applicato sia all’analisi<strong>di</strong> impatto <strong>di</strong> tipo più tra<strong>di</strong>zionale (l’impatto della spesa pubblica o della spesa turistica) sia inambiti <strong>di</strong>versi come la valutazione dell’impatto ambientale, della domanda <strong>di</strong> lavoro perqualifica, dell’impatto <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> import substitution, anche non strettamenteeconomici come, ad esempio, l’impatto dell’attività <strong>di</strong> <strong>di</strong>sinquinamento.Non va inoltre trascurato il rilevante contributo informativo sulle caratteristichestrutturali del sistema economico regionale della matrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong>, considerando non solo<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 278


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaquello che si può estrapolare dal modello, si pensi all’analisi strutturale, ma anche allapossibilità <strong>di</strong> utilizzare lo stesso per stimare le variabili della contabilità regionale in maniera<strong>di</strong>saggregata e tempestiva (Casini Benvenuti, 1987, p. 185).Inoltre, il metodo I-O ha l’indubbio vantaggio <strong>di</strong> essere facilmente applicabile egestibile, una volta empiricamente applicato ad una precisa <strong>di</strong>mensione spaziale, anche daparte <strong>di</strong> utilizzatori senza una preparazione specifica (Volpe, 1991, p. 587).Una prerogativa dell’analisi I-O è che può essere utilizzata sia per una valutazione exante,che per una valutazione in itinere o ex-post <strong>di</strong> un intervento. Tuttavia, bisogna tenerpresente che per applicare l’analisi I-O il peso dell’intervento deve essere rilevante in mododa avere un impatto significativo misurabile sul sistema economico considerato.Per quanto riguarda la valutazione dell’impatto economico il modello I-O ha il grossolimite che non considera tutti gli effetti che non passano tramite la domanda, ad esempio nelcaso della spesa pubblica non tiene conto della capacita della stessa <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i bisognidella collettività o quella <strong>di</strong> aumentare la produttività del sistema, soprattutto con le spese inconto capitale.Tale problema è legato alla staticità del modello I-O che non tiene conto deicambiamenti a cui il sistema economico è soggetto nel tempo a causa delle variazioni nellacapacità produttiva dovute a variazioni nella <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse originarie (lavoro,capitale, ecc.).Non tenendo conto <strong>di</strong> tutti gli effetti che non passano tramite la domanda, talestrumento riesce ad in<strong>di</strong>viduare l’effetto sull’occupazione complessiva senza, tuttavia, riuscirea <strong>di</strong>stinguere se si tratta <strong>di</strong> nuovi posti <strong>di</strong> lavoro o solo della salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> posti già esistenti,ma non gli effetti sull’offerta <strong>di</strong> lavoro e sul potenziale produttivo. Quin<strong>di</strong> sono trascuratieffetti come la variazione della capacità produttiva, il miglioramento della formazione edell’istruzione della forza lavoro, la costruzione <strong>di</strong> infrastrutture, i guadagni <strong>di</strong> competitività,la <strong>di</strong>ffusione del progresso tecnologico etc. 39Tale limite viene, in parte, superato utilizzando il modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong>namico cheanalizza nel tempo l’andamento del sistema economico per effetto dell’accumulazione delcapitale 40 . Un esempio è il modello <strong>input</strong>-<strong>output</strong> <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> Beutel utilizzato per valutarel’impatto economico degli interventi obiettivo 1 per il periodo 2000-2006 e costruitoipotizzando che gli investimenti indotti siano funzione della crescita delle componentiautonome della domanda finale.Relativamente alla costruzione <strong>di</strong> una matrice I-O per la Calabria, le possibilità sono<strong>di</strong>verse e legate alle risorse a <strong>di</strong>sposizione. La soluzione migliore è quella dell’indagine <strong>di</strong>rettache cattura meglio la reale struttura produttiva locale ma che risulta essere anche la piùcostosa e la più lunga nei tempi <strong>di</strong> realizzazione.L’alternativa, meno costosa, potrebbe essere quella <strong>di</strong> partire da una matrice stimatacon il metodo in<strong>di</strong>retto e, se necessario, migliorarla, attraverso rilevazioni sul campo, asecondo degli obiettivi da raggiungere e delle risorse a <strong>di</strong>sposizione.39 European Commission (1999), “Evaluating socio-economic programmes - Principal evaluation techniquesand tools”, MEANS Collection, Vol. 3.40 D'Antonio M. (1980), Analisi delle inter<strong>di</strong>pendenze settoriali, Liguori, Napoli<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 279


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaAppen<strong>di</strong>ce 1Un esercizio <strong>di</strong> applicazione dell’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong>In questa sezione viene presentato un esercizio effettuato con dati completamenteimmaginari per illustrare, nella versione più semplificata, come, una volta costruita unamatrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong> dell’economia calabrese, questa potrebbe essere utilizzata per effettuareun’analisi dell’impatto degli interventi <strong>di</strong> politica economica.Il punto <strong>di</strong> partenza è la conoscenza della situazione economica iniziale <strong>di</strong>saggregataper componente della domanda finale e per branca <strong>di</strong> produzione, come sintetizzato nellaseguente tabella:Tab. 4 - Situazione prima dell'intervento (milioni <strong>di</strong> euro)Branca <strong>di</strong> produzioneSpesa dellefamiglie residentisul territorioeconomicoSpesadelle A.P.e delle ISPInvestimentifissi lor<strong>di</strong>Variazionedelle scorte Esportazioni Esportazionie oggetti <strong>di</strong>valorein Italia all'esteroAgricoltura, caccia e silvicoltura 353,7 0,6 5,1 -21,1 9,9 2,5Pesca, piscicoltura e servizi connessi 47,0 0,0 1,2 0,0 0,2 0,1Estrazione <strong>di</strong> minerali energetici 0,2 0,0 0,0 -13,5 0,0 0,0Estrazione <strong>di</strong> minerali non energetici 0,4 0,0 0,0 32,2 1,3 2,6Alimentari,bevande e tabacco 1691,7 3,1 0,0 230,9 15,3 16,0Tessili ed abbigliamento 502,2 0,0 4,6 44,4 51,7 97,8Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 223,2 0,0 2,1 -<strong>11</strong>,7 54,7 63,1Legno e dei prodotti in legno 27,6 0,0 4,3 75,7 4,9 2,9Carta, stampa ed e<strong>di</strong>toria 258,0 0,0 1,9 129,2 17,2 13,1Coke, raffinerie <strong>di</strong> petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 484,8 0,0 0,0 -215,2 3,6 1,6Prodotti chimici e <strong>di</strong> fibre sintetiche e artificiali 377,8 0,0 0,0 -24,2 13,6 19,5Articoli in gomma e materie plastiche 82,2 0,0 2,8 25,4 5,2 7,5Prodotti della lavorazione <strong>di</strong> minerali non metalliferi 60,2 0,0 9,4 34,3 18,1 20,5Produzione <strong>di</strong> metallo e fabbricazione <strong>di</strong> prodotti in metallo 69,8 0,0 216,4 12,1 20,4 17,2Macchine ed apparecchi meccanici 90,8 0,0 576,2 <strong>11</strong>7,6 10,8 56,2Macchine elettriche e <strong>di</strong> apparecchiature elettriche ed ottiche 239,9 0,0 727,6 -51,6 13,2 15,5Mezzi <strong>di</strong> trasporto 585,6 0,0 485,1 -12,3 10,7 25,1Altre industrie manifatturiere 330,2 0,0 87,5 247,8 <strong>11</strong>,5 44,2Produzione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia elettrica, <strong>di</strong> gas e acquacalda 480,4 6,7 0,0 0,0 8,3 0,0Costruzioni 25,8 0,0 2087,1 0,0 1,9 0,0Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 3761,7 0,1 291,1 0,0 47,5 43,1Alberghi e ristoranti 1759,1 1,4 0,0 0,0 5,3 0,0Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni <strong>11</strong>25,3 17,8 96,2 0,0 52,9 19,4Interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria 363,5 0,0 <strong>11</strong><strong>11</strong>,6 0,0 42,9 17,8Informatica, ricerca, altre attività 127,1 69,6 201,7 0,0 56,2 14,4Pubblica amministrazione e <strong>di</strong>fesa; assicurazione socialeobbligatoria 36,3 2274,5 0,0 0,0 1,3 0,0Istruzione 220,6 1471,3 0,0 0,0 0,3 0,0Sanità e altri servizi sociali 335,0 1894,4 0,0 0,0 8,0 0,0Altri servizi pubblici, sociali e personali 1024,4 260,4 16,4 0,0 12,6 0,1Attività immobiliari e noleggio 2315,6 0,0 71,7 0,0 0,4 0,0TOTALE 17000,0 6000,0 6000,0 600,0 500,0 500,0La fase preliminare all’applicazione dell’analisi I-O è lo stu<strong>di</strong>o approfon<strong>di</strong>to dellemisure <strong>di</strong> cui si vuole valutare l’impatto in maniera da in<strong>di</strong>viduare le componenti delladomanda e le branche <strong>di</strong> produzione interessate <strong>di</strong>rettamente dagli interventi.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 280


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaNell’esempio costruito, si è considerato un incremento complessivo <strong>di</strong> 1000 milioni <strong>di</strong>euro della domanda finale, in particolare negli investimenti fissi lor<strong>di</strong> e nella spesa pubblica,in tre branche, costruzioni, trasporti e comunicazioni ed alberghi e ristoranti, così ripartiti:Tab. 5 - Misure ipotizzate (milioni <strong>di</strong> euro)Branca <strong>di</strong> produzioneSpesadelle A.P.e delleISPInvestimentifissi lor<strong>di</strong>Costruzioni 200 150Alberghi e ristoranti 150 200Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 150 150Totale 500 500Tali misure vanno inserite nello scenario <strong>di</strong> partenza alle corrispondenti voci comeevidenziato in grassetto nella seguente tabella:Tab. 6 - Scenario mo<strong>di</strong>ficato con le misure dell'intervento (milioni <strong>di</strong> euro)Branca produttriceSpesa dellefamiglieresidenti sulterritorioeconomicoSpesadelleA.P.e delleISPInvestimentifissi lor<strong>di</strong>Variazionedelle scortee oggetti <strong>di</strong>valoreEsportazioniin ItaliaEsportazioniall'esteroAgricoltura, caccia e silvicoltura 353,7 0,6 5,1 -21,1 9,9 2,5Pesca, piscicoltura e servizi connessi 47,0 0,0 1,2 0,0 0,2 0,1Estrazione <strong>di</strong> minerali energetici 0,2 0,0 0,0 -13,5 0,0 0,0Estrazione <strong>di</strong> minerali non energetici 0,4 0,0 0,0 32,2 1,3 2,6Alimentari,bevande e tabacco 1691,7 3,1 0,0 230,9 15,3 16,0Tessili ed abbigliamento 502,2 0,0 4,6 44,4 51,7 97,8Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 223,2 0,0 2,1 -<strong>11</strong>,7 54,7 63,1Legno e dei prodotti in legno 27,6 0,0 4,3 75,7 4,9 2,9Carta, stampa ed e<strong>di</strong>toria 258,0 0,0 1,9 129,2 17,2 13,1Coke, raffinerie <strong>di</strong> petrolio, trattamento dei combustibili nucleari 484,8 0,0 0,0 -215,2 3,6 1,6Prodotti chimici e <strong>di</strong> fibre sintetiche e artificiali 377,8 0,0 0,0 -24,2 13,6 19,5Articoli in gomma e materie plastiche 82,2 0,0 2,8 25,4 5,2 7,5Prodotti della lavorazione <strong>di</strong> minerali non metalliferi 60,2 0,0 9,4 34,3 18,1 20,5Produzione <strong>di</strong> metallo e fabbricazione <strong>di</strong> prodotti in metallo 69,8 0,0 216,4 12,1 20,4 17,2Macchine ed apparecchi meccanici 90,8 0,0 576,2 <strong>11</strong>7,6 10,8 56,2Macchine elettriche e <strong>di</strong> apparecchiature elettriche ed ottiche 239,9 0,0 727,6 -51,6 13,2 15,5Mezzi <strong>di</strong> trasporto 585,6 0,0 485,1 -12,3 10,7 25,1Altre industrie manifatturiere 330,2 0,0 87,5 247,8 <strong>11</strong>,5 44,2Produzione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia elettrica, <strong>di</strong> gas e acqua calda 480,4 6,7 0,0 0,0 8,3 0,0Costruzioni 25,8 200 2237,1 0,0 1,9 0,0Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 3761,7 0,1 291,1 0,0 47,5 43,1Alberghi e ristoranti 1759,1 151,4 200,0 0,0 5,3 0,0Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni <strong>11</strong>25,3 167,8 246,2 0,0 52,9 19,4Interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria 363,5 0,0 <strong>11</strong><strong>11</strong>,6 0,0 42,9 17,8Informatica, ricerca, altre attività 127,1 69,6 201,7 0,0 56,2 14,4Pubblica amministrazione e <strong>di</strong>fesa; assicurazione socialeobbligatoria 36,3 2274,5 0,0 0,0 1,3 0,0Istruzione 220,6 1471,3 0,0 0,0 0,3 0,0Sanità e altri servizi sociali 335,0 1894,4 0,0 0,0 8,0 0,0Altri servizi pubblici, sociali e personali 1024,4 260,4 16,4 0,0 12,6 0,1Attività immobiliari e noleggio 2315,6 0,0 71,7 0,0 0,4 0,0TOTALE 17000,0 6000,0 6500,0 <strong>11</strong>00,0 500,0 500,0<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 281


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaUtilizzando tali dati e la matrice <strong>input</strong>-<strong>output</strong> regionale, con opportuni calcoli chepossono essere impostati con un programma informatico, un possibile <strong>output</strong>, relativo soloalla produzione ed all’occupazione, potrebbe essere quello riportato nella seguente tabella (siricorda che l’esempio prende in considerazione il caso più semplificato <strong>di</strong> applicazionedell’analisi <strong>input</strong>-<strong>output</strong>)Tab. 7 - La produzione e l'occupazione a livello <strong>di</strong> branca produttrice prima e dopo l'interventoBranca produttriceProduzioneUnità <strong>di</strong> lavoroPrima DopoVar.% Prima Dopo(Milionieuro)(Milionieuro)Incrementounità <strong>di</strong>lavoroAgricoltura, caccia e silvicoltura 368 375 2,0 5.431 5.542 <strong>11</strong>1Pesca, piscicoltura e servizi connessi 14 15 1,0 299 302 3Estrazione <strong>di</strong> minerali energetici 0 0 3,0 - - -Estrazione <strong>di</strong> minerali non energetici 54 57 5,0 224 235 <strong>11</strong>Alimentari,bevande e tabacco 900 924 2,7 2.668 2.740 72Tessili ed abbigliamento 728 730 0,3 4.339 4.351 12Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 333 333 0,0 1.502 1.503 1Legno e dei prodotti in legno 190 196 3,0 1.223 1.260 37Carta, stampa ed e<strong>di</strong>toria 528 536 1,5 2.017 2.047 30Coke, raffinerie <strong>di</strong> petrolio 136 141 3,5 98 102 3Prodotti chimici e <strong>di</strong> fibre sintetiche 447 452 1,0 1.039 1.049 10Articoli in gomma e materie plastiche 151 156 2,9 598 615 17Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 443 481 8,6 2.201 2.390 189Produzione <strong>di</strong> metallo e fabbric. prodotti in metallo 552 572 3,5 2.426 2.512 85Macchine ed apparecchi meccanici 418 421 0,8 1.434 1.445 <strong>11</strong>Macchine elettriche e <strong>di</strong> apparecchiature elettriche ed ottiche 478 485 1,4 2.040 2.068 29Mezzi <strong>di</strong> trasporto 4<strong>11</strong> 413 0,5 1.198 1.203 5Altre industrie manifatturiere 493 495 0,3 2.532 2.539 7Produzione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia elettrica, <strong>di</strong> gas e acqua calda 663 675 1,7 1.305 1.328 22Costruzioni 2.603 2.974 14,2 18.935 21.633 2.698Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 4.041 4.070 0,7 34.831 35.084 253Alberghi e ristoranti 1.789 2.<strong>11</strong>7 18,4 18.291 21.649 3.358Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 1.745 2.006 14,9 8.842 10.161 1.320Interme<strong>di</strong>azione monetaria e finanziaria 1.622 1.633 0,7 5.248 5.284 37Informatica, ricerca, altre attività 1.761 1.802 2,4 10.695 10.948 253Pubblica amministrazione e <strong>di</strong>fesa; assicurazione sociale obbligatoria 2.198 2.198 0,0 21.410 21.4<strong>11</strong> 1Istruzione 1.703 1.703 0,0 22.148 22.148 -Sanità e altri servizi sociali 2.817 2.817 0,0 19.549 19.553 3Altri servizi pubblici, sociali e personali 1.695 1.702 0,4 20.9<strong>11</strong> 21.005 93Attività immobiliari e noleggio 2.686 2.698 0,4 1.914 1.922 9TOTALE 31.969 33.177 3,8 215.348 224.028 8.680da cui è possibile quantificare l’effetto dell’aumento <strong>di</strong> 1000 milioni <strong>di</strong> euro sull’ipoteticaregione.Un tale incremento della domanda creerebbe più <strong>di</strong> 8500 unità <strong>di</strong> lavoro e farebbeaumentare la produzione del 3.8% 41 .Maggiori dettagli settoriali possono essere ricavati facilmente dalla tabella: escludendo lebranche <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong>rettamente interessati dalla variazione della domanda, gli altri settorimaggiormente influenzati a livello occupazionale risultano essere il commercio all’ingrosso41Per maggiori dettagli su come una variazione della domanda impatta sulla produzione e sull’occupazione sirimanda al paragrafo 2.3.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 282


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR Calabriaed al dettaglio ed il settore dell’informatica, ricerca ed altre attività per cui l’incremento delladomanda <strong>di</strong> 1000 milioni ipotizzato comporterebbe un aumento della domanda <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>253 unità.Riferimenti bibliograficiBeutel, J. (2002), The economic impact of objective 1 interventions for the period 2000 –2006, Final Report to the Directorate-General for Regional Policies, EuropeanCommission, Konstanz, Germany, May.Casini Benvenuti S., Cavalieri A., Grassi M., Martellato D. (1987), Domanda occupazione edambiente nel sistema <strong>input</strong>/<strong>output</strong> toscano, FrancoAngeli, Collana Irpet, Firenze.Casini Benvenuti S., Grassi M. (1985), Matrici e <strong>modelli</strong> I/O regionali. Il caso della Toscana,FrancoAngeli, Collana Irpet, Firenze.Cavalieri, A. (1987), Il sistema <strong>di</strong> <strong>modelli</strong> per l’analisi regionale Toscana SMART in CasiniBenvenuti S., Cavalieri A., Grassi M., Martellato D., Domanda occupazione edambiente nel sistema <strong>input</strong>/<strong>output</strong> toscano, FrancoAngeli, Collana Irpet, Firenze.Chenery H.B., Clark P., Cao Pinna (1953), The Structure and Growth of The ItalianEconomy, U.S. Mutual Security Agency, Roma.Chenery H.B. (1953), Regional Analysis, U.S. Mutual Security Agency.Costa P., Marangoni G. (1995), <strong>Economia</strong> delle inter<strong>di</strong>pendenze produttive: una introduzioneall’analisi <strong>input</strong> <strong>output</strong>, CEDAM, Padova.D'Antonio M. (1980), Analisi delle inter<strong>di</strong>pendenze settoriali, Liguori, Napoli.European Commission (1996), Measuring the employment effects of Community StructuralInterventions, Regional Policy and Cohesion MEANS Handbook n. 3.European Commission (1999), Evaluating socio-economic programmes-Principal evaluationtechniques and tools, MEANS Collection, vol. 3.European Commission (1999), Evaluating socio-economic programmes-Transversalevaluation of impacts on the environment, employment and other interventionpriorities, MEANS Collection, vol. 5.Gorla G., Senna L. (1991), “La matrice <strong>di</strong> contabilità sociale ed una sua possibileapplicazione per l’analisi economica. Il caso dell’intervento pubblico” in Bianco L.,La Bella A. (a cura <strong>di</strong>) I <strong>modelli</strong> <strong>input</strong>-<strong>output</strong> nella programmazione regionale: teoriaed applicazioni, Franco Angeli, Milano.Guarini R., Tassinari F. (1990), Statistica Economica, Il Mulino, Bologna.IRPET (1994), Il modello multisettoriale dell’economia siciliana, Uno strumento per laprogrammazione regionale, Franco Angeli, Milano.Isard W. (1951), “Interregional and regional <strong>input</strong>-<strong>output</strong> analysis: a model of spaceeconomy”, in Review of Economics and Statistics, Vol. 33.Leontief W. W. (1953),”Interregional theory”, in Stu<strong>di</strong>es in the structure of the AmericanEconomy, Oxford University Press, New York.Leontief W. (1944), “Output, Employment, Consumption and Investment”, QuarterlyJournal of Economics, febbraio.Martellato D. (1988), “Riflessioni su alcuni problemi relativi alla costruzione ed all’uso dei<strong>modelli</strong> <strong>input</strong>-<strong>output</strong>” in Strassoldo, M (a cura <strong>di</strong>) Contabilità macroeconomica etavole <strong>input</strong> <strong>output</strong> regionali.Martellato D. (1989), Input-Output e programmazione economica regionale, Università Stu<strong>di</strong>Trieste,TriesteMoses L. (1955),” The stability of interregional tra<strong>di</strong>ng patterns and <strong>input</strong>-<strong>output</strong> analysis” inAmerican Economic Review, pp. 803-832<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 283


Primo rapporto <strong>di</strong> ricerca sul sistema <strong>di</strong> monitoraggio del mercato del lavoro e <strong>di</strong> valutazione degli effetti occupazionali del POR CalabriaPaniccià R. (2000), “Un sistema <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> matrici contabili regionali: metodologia eprimi risultati”, in Casini Benvenuti S. (a cura <strong>di</strong>) Il nuovo sistema dei conti economicinazionali e regionali SEC 1995, FrancoAngeli, Collana Irpet, MilanoSchaffer W., Chu K. (1969), Non-survey techniques for constructing interindustry models, inPapers of the Regional Science Association, Vol. 23, pp. 83-101Volpe M. (1991), “Input-Output e Ambiente” in Bianco L., La Bella A. (a cura <strong>di</strong>) I <strong>modelli</strong><strong>input</strong>-<strong>output</strong> nella programmazione regionale: teoria ed applicazioni, Franco Angeli,Milano.<strong>Dipartimento</strong> <strong>di</strong> <strong>Economia</strong> e Statistica, Università della Calabria, Arcavacata <strong>di</strong> Rende (CS) 284

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