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Confezioni da 1 litro e - The International EPD® System

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www.environdec.comDICHIARAZIONE AMBIENTALE DI PRODOTTOPER IL LATTE FRESCO PIACERE LEGGEROCONFEZIONATO IN BOTTIGLIA PET(<strong>Confezioni</strong> <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e mezzo <strong>litro</strong>)CPC code: 22110 - Processed liquid milk *Revisione 7 del 03/09/2010Certificazione N. S-EP 00210Vali<strong>da</strong> fino 29/09/2013Anno di riferimento per i <strong>da</strong>ti: 2009__________________* http://unstats.un.org/unsd/cr/registry/regcs.asp?Cl=25&Lg=1&Co=22111


PRESENTAZIONE DELL’AZIENDAL’AZIENDAGRANAROLO è uno dei più importanti operatori dell’industria alimentare in Italia. Il Gruppo hachiuso il 2009 registrando un fatturato di circa 930 milioni di euro e conta:• 5 stabilimenti produttivi distribuiti su tutto il territorio nazionale• circa 1532 dipendenti• 1.000 automezzi refrigerati che consegnano giornalmente prodotti freschi in 60.000 puntivendita.Il business del gruppo è declinato su 3 aree principali: latte e panna, yogurt e caseari.La sede centrale di Granarolo S.p.A. è situata a Bologna – Italia e gli stabilimenti di produzionesono dislocati in varie regioni italiane.AREE DI BUSINESS E QUOTE DI MERCATOIl latte rappresenta ancor oggi l’attività principale di GRANAROLO, sviluppando il 61% delfatturato del Gruppo, anche se negli ultimi anni il portafoglio di business ha visto cresceresignificativamente il peso dell’area yogurt (15%) e caseari (18%).GRANAROLO detiene la leadership nel mercato italiano del latte fresco e dei prodotti lattierocasearibiologici a marchio industriale ed è uno dei principali attori del mercato del latte UHT (2°per quota di mercato), dello yogurt (3°) e dei form aggi freschi (3° nel segmento dellamozzarella).Nel mercato italiano del latte, GRANAROLO ha conservato nel 2009 il proprio ruolo dileadership. L’azien<strong>da</strong> detiene una quota a valore pari al 26,5% del mercato nel comparto dellatte fresco e del 20,1% nel mercato del latte UHT (Fonte: ACNielsen I+S– Anno Terminante al27 Dicembre 2009).Nel segmento di mercato del latte Parzialmente Scremato (che vale il 32,6% del mercato dellatte fresco) come in quello dell’ Alta Qualità, Granarolo detiene la leadership rispettivamentecon il 35,0% e il 23,3% di quota di mercato (Fonte: ACNielsen I+S– Anno Terminante al 27Dicembre 2009).Con l’ingresso di Yomo, nel 2004, il Gruppo ha conquistato il 3° posto nel ranking dei produttoridi yogurt (posizione ulteriormente consoli<strong>da</strong>ta negli anni successivi) ed ha migliorato le propriequote nel comparto dei formaggi freschi. L’azien<strong>da</strong> occupa posizioni di rilievo anche nei mercatidello stracchino, della panna e del burro, mentre prosegue – gradualmente ma costantemente –l’avanzata delle vendite nel comparto delle uova.2


ASSETTO SOCIETARIOL’azien<strong>da</strong> è nata nel 1957 <strong>da</strong> una piccola cooperativa situata alle porte di Bologna ed è diproprietà di Granlatte Società Cooperativa Agricola a.r.l., insieme con il quale costituisce la piùimportante filiera italiana del latte direttamente partecipata <strong>da</strong> produttori agricoli associati incooperativa. Fin <strong>da</strong>i primi anni ’90 il Gruppo è strutturato in due realtà distinte e sinergiche: unconsorzio di produttori di latte (Granlatte) - che opera nel settore agricolo e raccoglie la materiaprima - e una società per azioni (GRANAROLO S.p.A.) che gestisce le attività industriali ecommerciali Granlatte associa circa 1000 produttori di latte, diretti o attraverso cooperative diraccolta, distribuiti in 14 regioni del Paese. I conferimenti dei soci rappresentano il 30% dellaproduzione di latte alimentare italiano.LE CERTIFICAZIONIGRANAROLO coltiva un approccio integrato alle politiche di qualità che contempera obiettivi ditipo economico, ambientale ed etico in tutta la catena alimentare, <strong>da</strong>lla fattoria alla tavola delconsumatore. Una stra<strong>da</strong> cominciata circa tre lustri fa, con l’opzione strategica dell’alta qualità eculminata oggi con la rintracciabilità di filiera e le certificazioni ambientali.Di seguito il dettaglio delle certificazioni del Gruppo GRANAROLO aggiornato al 2009:• QUALITA’ DI PROCESSO (ISO 9001: 2000)• QUALITA’ DI PRODOTTO 1• RINTRACCIABILITA’ UNI 22005:08 2• CONTROLLO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE e DTP 035 CSQA 3• AMBIENTE (certificazione di siti produttivi con ISO 14001 e Registrazione EMAS.IL PRODOTTOOggetto della presente Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPDè il Latte fresco pastorizzato parzialmente scremato “PiacereLeggero” confezionato in bottiglia PET <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> 500ml.Il latte fresco pastorizzato “Piacere Leggero” in bottiglia rappresentauna delle referenze del comparto del latte fresco che contribuisce aduno dei più significativi ambiti di business nei quali GRANAROLOesprime la propria vocazione alla sostenibilità.1 Le certificazioni di prodotto sono associate a: Yogurt fatto con il latte fresco di Alta Qualità, a marchio GRANAROLO e Centrale Latte Milano, YogurtPrima Natura Bio <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Yogurt 100% naturale a marchio Yomo, Latte fresco pastorizzato di Alta Qualità amarchio Granarolo, Centrale Latte Milano e Perla, Latte intero Prima Natura BIO <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latte parzialmentescremato Prima Natura BIO <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo e Mozzarella prodotta con latte fresco di Alta Qualità a marchio Granarolo,stracchino Prima Natura Bio <strong>da</strong> agricoltura Biologica a marchio Granarolo.2 Le Certificazione di filiera agroalimentare controllata e di rintracciabilità di filiera sono associate a: Yogurt fatto con i latte fresco di Alta Qualità, amarchio GRANAROLO e Centrale Latte Milano, Yogurt Prima Natura Bio <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latte fresco pastorizzato di AltaQualità a marchio Granarolo, Centrale Latte Milano e Perla, Latte intero Prima Natura BIO <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo, Latteparzialmente scremato Prima Natura BIO <strong>da</strong> Agricoltura Biologica a marchio Granarolo e Mozzarella fatta con latte fresco di Alta Qualità a marchioGranarolo, stracchino Prima Natura Bio <strong>da</strong> agricoltura Biologica a marchio Granarolo.3


La sua gestione infatti – oltre a determinare il successo di mercato di GRANAROLO – generavalore economico, sociale e ambientale per diversi altri stakeholder, primi tra tutti: fornitori,clienti, consumatori e ambiente.Oggetto della presente EPD è il Latte fresco pastorizzato “Piacere Leggero” confezionato inbottiglia PET nelle referenze commercializzate <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> 500ml.Il Latte “Piacere leggero” è realizzato impiegando esclusivamente latte fresco proveniente <strong>da</strong>lmercato italiano; per ottenerlo, tutte le componenti produttive e di gestione, a partire<strong>da</strong>ll’allevamento, devono soddisfare rigorose prescrizioni sanitarie. Gli stan<strong>da</strong>rd attualmenteadottati <strong>da</strong> GRANAROLO in riferimento alla materia prima utilizzata permettono di sottoporre illatte ad un processo di pastorizzazione (76°C) tale <strong>da</strong> renderlo più simile al latte appena muntoe, in più, è assolutamente sicuro <strong>da</strong>l punto di vista igienico-sanitario. Il latte crudo intero in arrivoagli stabilimenti produttivi Granarolo viene sottoposto ad un solo trattamento termico dipastorizzazione ed è conforme a tutti i requisiti previsti <strong>da</strong>lla Legge 169/89.Gli elementi principali che caratterizzano il latte parzialmente scremato “Piacere Leggero”:• Il latte di ogni singolo allevamento deve essere sottoposto ogni mese ad almeno 4 controllianalitici completi per i parametri chimici e microbiologici;• Il latte di ogni zona di raccolta è sottoposto ogni tre mesi al controllo di eventualicontaminanti di origine ambientale e zootecnica;• il contenuto di aflatossina M 1 deve essere inferiore a 40 nano-grammi per chilogrammo ;• concentrazione delle cellule somatiche nel latte crudo deve essere inferiore a 400.000cellule/ml;• la carica batterica del latte crudo inferiore a 100.000 batteri per ml ;• tenore di proteine non inferiore al 3,00% p/p;• punto di congelamento del latte ( punto crioscopico) inferiore a –0,520 C ° ;• il contenuto di acido lattico inferiore a 30 mg per <strong>litro</strong>;In Tabella 1 sono riportate le informazioni nutrizionali relative a 100 ml di prodotto.Tabella 1 - Informazioni nutrizionali sul prodottoInformazioni nutrizionali (Dati medi riferiti a 100 ml di prodotto)Valore energeticoProteineCarboidratiGrassiSodioCalcio199 kJ (47 kcal)3,24 g5,00 g1,60 g0,05 g120 mg15% della razione giornaliera raccoman<strong>da</strong>taDESTINAZIONI DEL PRODOTTOIl Segmento Latte Fresco Parzialmente Scremato venduto nel Banco Frigo del comparto Iper +Super vale 190,8 Milioni di € e 141 Milioni di Litri. Granarolo è il leader di questo segmento conuna quota a valore del 23,3% e del 21,4% a volume (Fonte: ACNielsen I+S– Anno Terminante al27 Dicembre 2009).4


All’interno della comparto Iper + Super, il latte Fresco Granarolo Piacere Leggero ha sviluppatoi seguenti volumi (Fonte: ACNielsen I+S– Anno Terminante al 27 Dicembre 2009):• Bottiglia PET 1000 ml Latte Fresco Granarolo Parzialmente Scremato: 22,2 Milioni di Litri• Bottiglia PET 500ml Latte Fresco Granarolo Parzialmente Scremato 0,6 Milioni di Litri• TetraRex 1000ml Granarolo Latte Fresco Parzialmente Scremato 0,3 Milioni di Litri• TetraRex 500ml Latte Fresco Granarolo Parzialmente Scremato 0,6 Milioni di LitriIl volume totale di vendita del latte Fresco Granarolo Piacere Leggero in bottiglie in PET <strong>da</strong> 1<strong>litro</strong> è stato nel 2009 pari a 47.663.989 litri.IL PROCESSO PRODUTTIVOIl processo produttivo si può dividere in quattro fasi principali secondo il seguente schema:• produzione del latte crudo presso le stalle e trasporto agli stabilimenti,• produzione degli imballaggi;• processo industriale di pastorizzazione e confezionamento del latte• trasporto presso le piattaforme di distribuzione.Focalizzando l’attenzione sugli aspetti industriali, è opportuno sottolineare che il Latte PiacereLeggero confezionato in bottiglie PET nel 2009 è stato prodottopresso gli stabilimentiGRANAROLO di Bologna, Anzio, Pasturago di Vernate (MI), Gioia del Colle (BA) e Castrovillari(CS) nel formato <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e nel solo stabilimento di Gioia del Colle (BA) per il mezzo <strong>litro</strong>(Figura 1)Dislocazione degli stabilimenti GRANAROLO per la produzione LatteAlta Qualità <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> confezionato in PETStabilimentoBolognaStabilimentoAnzioStabilimentoPasturago (MI)Stabilimento Gioia delColle (BA)Stabilimento AssolacCastrovillari (CS)Totale 2009 Piacere Leggeroin PET <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>:51.096.964 litriTotale 2009 Piacere Leggeroin PET <strong>da</strong> 0,5 litri: 2.889.810 litriFigura 1 – Stabilimenti GRANAROLO in cui viene prodotto il Latte Piacere Leggero confezionato inbottiglie PET <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> mezzo <strong>litro</strong>5


Il latte in arrivo prima di essere scaricato subisce un primo controllo di accettazione <strong>da</strong> parte delLaboratorio Controllo Qualità interno volto a verificare la sua idoneità alla lavorazione; dopo lafase di stoccaggio refrigerato (circa 4°C), il latt e viene avviato al processo di pastorizzazione cheprevede il trattamento termico in flusso continuo ad una temperatura di 76°C per 21” attuatomediante scambiatori a piastre costituite <strong>da</strong> più sezioni (Figura 2).La lavorazione del latte avviene mediante l’ausilio dei seguenti elementi• una scrematrice centrifuga a scarico automatico del sedimento e per lastan<strong>da</strong>rdizzazione del titolo di grasso;• una debatterizzatrice centrifuga a scarico automatico del sedimento;• un degasatore che elimina i gas volatili presenti nel latte;• un titolatore (finalizzato alla regolazione della concentrazione del grasso).• un omogeneizzatore che riduce alla medesima dimensione i globuli di grasso nel latte;• varie sezioni di scambio termico.DIAGRAMMA DI FLUSSO DELLA PRODUZIONE DILATTE PIACERE LEGGEROArrivo latte crudoRaffred<strong>da</strong>mentoSilos di stoccaggioPre-riscal<strong>da</strong>mentoDegasaggioScrematuraConfezionamentoBactofugaOmogeneizzazioneTitolazioneRaffred<strong>da</strong>mentoPastorizzazione(76°C per 21 secondi)Figura 2 – Schematizzazione del processo di pastorizzazione del latte Piacere LeggeroLa fase successiva alla pastorizzazione consiste nel confezionamento (Figura 3) all’interno dibottiglie in PET; il processo ha inizio negli stabilimenti Granarolo con la trasformazione(mediante macchine di stiro soffiaggio a caldo) delle preforme in bottiglie le quali vengonotrasferite (con sistema pneumatico) alla macchina riempitrice per poi essere etichettate eraggruppate in fardelli avvolti <strong>da</strong> un film di PE termoretraibile. La disposizione nei pallet avvienecon l’interposizione di opportuni fogli interfal<strong>da</strong> in cartone ondulato.6


DIAGRAMMA DI FLUSSO DEL CONFEZIONAMENTO DEL LATTE ALTA QUALITA’ IN BOTTIGLIE PETProduzione PreformaLatte PastorizzatoStirosoffiaggioConfezionamentoEtichettaturaImballaggio conTermoretraibilePallettizzazionee AvvolgimentoStoccaggio cellaSpedizioneFigura 3 – Il processo di confezionamento del latte in bottiglie in PET.Il latte confezionato viene successivamente inviato alle piattaforme di distribuzione, situate aBologna, Gioia del Colle (BA), Roma e Pieve Emanuele (MI) per poi essere distribuitodirettamente ai punti vendita o passare attraverso i Transit Point dove avviene l’assemblaggiodei prodotti pre-ordinati.7


DICHIARAZIONE DELLA PRESTAZIONE AMBIENTALEMETODOLOGIALa quantificazione della prestazione ambientale del prodotto è stata effettuata, secondo quantoprevisto <strong>da</strong>lle regole generali dell’ EPD Programme 3 oltre che <strong>da</strong>lle specifiche del gruppo diprodotti PCR 2010:12 Processed Liquid Milk (version 1.0 del 2010-06-24), utilizzando comestrumento di valutazione la metodologia di Analisi del Ciclo di Vita (LCA – Life CycleAssessment) regolata <strong>da</strong>gli stan<strong>da</strong>rd internazionali ISO Serie 14040, la quale permette dideterminare gli impatti ambientali in termini di consumo di risorse e rilasci verso l’ambiente di unprodotto o servizio <strong>da</strong> un punto di vista complessivo (“<strong>da</strong>lla culla alla tomba”).Nel caso specifico, l’analisi LCA è stata sviluppata utilizzando anche alcune banche <strong>da</strong>ti LCAquali ulteriore strumento di supporto. Lo studio ha inoltre utilizzato come supporto le banche <strong>da</strong>tiEcoinvent, PlasticsEurope, LCA Food (all’interno del software SimaPro v. 7.1.8) e BousteadModel 4 ; il contributo dei <strong>da</strong>ti generici sui risultati finali è inferiore al 10%.Lo studio ha coinvolto direttamente i fornitori-produttori diretti, ai quali sono stati inviatiquestionari dettagliati per la caratterizzazione completa della attività di produzione.Per quanto riguar<strong>da</strong> gli aspetti temporali, i <strong>da</strong>ti sono riferiti:• Dati 2009 per i processi, le produzioni complessive e i trasporti che avvengono neglistabilimenti di Bologna, Anzio, Gioia del Colle, Pasturago e Castrovillari;• Dati 2009 per i produttori di preforme delle bottiglie• Dati 2008 e 2009 per i tappi di chiusura delle bottiglieDal punto di vista della produzione agricola primaria e delle stalle di produzione del latte, i <strong>da</strong>tiutilizzati riguar<strong>da</strong>no 4 stalle campione situate al Nord Italia, per cui i <strong>da</strong>ti sono stati reperiti <strong>da</strong>consuntivo 2009.Per quanto riguar<strong>da</strong> l’unità a cui riferire i risultati (unità funzionale) essa e rappresentata <strong>da</strong>:1 Litro di Latte Piacere Leggero Granarolo in bottiglia PET (<strong>Confezioni</strong> <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong>mezzo <strong>litro</strong>).CONFINI DEL SISTEMA E PRINCIPALI IPOTESII confini del sistema oggetto dello studio includono l’intera filiera di produzione del lattePIACERE LEGGERO gestita <strong>da</strong> Granarolo e più precisamente la produzione del latte presso leaziende agricole, la pastorizzazione ed il confezionamento presso gli stabilimenti del GRUPPOGRANAROLO, il trasporto verso le piattaforme di stoccaggio preliminare e successivamenteverso i Transit Point e piattaforme logistiche.3 <strong>International</strong> EPD®<strong>System</strong> gestito <strong>da</strong>ll’<strong>International</strong> EPD Consortium - IEC (www.environdec.com)4 www.boustead-consulting.co.uk8


Uno schema dettagliato del sistema analizzato è riprodotto in Figura 4, ove si possonodistinguere tre diversi livelli o sottosistemi relativi alle seguenti attività produttive:• UPSTREAM PROCESSES: comprende il sottosistema “aziende agricole” relativo allaproduzione del latte crudo presso le stalle e il sottosistema “produzione materiali per ilconfezionamento”, comprende le attività di produzione delle preforme PET, degliimballaggi previsti nella distinta base del Latte Piacere Leggero in bottiglia e dei materialiausiliari per il processo di pastorizzazione.• CORE PROCESSES: sottosistema “processo GRANAROLO”, comprendente le attivitàdi pastorizzazione del latte e confezionamento• DOWNSTREAM PROCESSES: sottosistema “trasporto prodotto finito” relativo altrasporto del latte Piacere Leggero in PET alle piattaforme distributive ed ai transit point.1INPUTCONFINI DEL SISTEMA INDAGATOUpstream ProcessesCore ProcessesDownstream ProcessesProduzione latte crudowww.studiolce.itOUTPUTB oviniDeiezio niAlimen tiAcquaAZIENDEAGRICOLERifiuti3ACQUAProcessoTr attamento4TrasportoD eterge ntiConsumie nerge ticiEm issioniFermentazi oneEntericaENERGIAPastorizzazioneTrasporto allepiattaformelogisticheENERGIAConfezionamento2Produzione ImballaggiFASE D’USOENERGIAMaterie PrimeProduzioneTappi-Preforme PETStabilimenti: Bologna, Anzio,Gioia del Colle (Sail), PasturagoTrasporto latte crudoTrasporto imballaggiTrasporto prodotto finitoFINE VITAIMBALLAGGIPRIMARIFasi op ziona liVolon tarieFigura 4 – Schema del sistema di produzione del latte Piacere Leggero GRANAROLO9


LE PRESTAZIONI AMBIENTALIIn accordo con le regole del sistema EPD, di seguito vengono riportate le prestazioniambientali riferite al <strong>litro</strong> di latte suddivise in informazioni legate alle risorse naturali consumate ein informazioni circa le emissioni di sostanze inquinanti verso l’ambiente e la produzione di rifiuti.Poiché il latte viene distribuito in confezioni <strong>da</strong> 1 e ½ <strong>litro</strong>, i risultati saranno presentati in modo<strong>da</strong> confrontare gli impatti associati all’utilizzo, mantenendo fissa l’unità funzionale, delle dueconfezioni: in pratica i risultati del ½ <strong>litro</strong> sono presentati moltiplicando per due gli impatti relativiad una confezione.CONSUMO DI RISORSEIl fabbisogno di risorse viene riportato in tre sezioni distinte: risorse rinnovabili (Tabella 2) erisorse non rinnovabili (Tabella 3) e consumo di acqua (Tabella 4).Tabella 2 – Consumo totale di risorse rinnovabili connesse alle operazioni considerate all’interno deiconfini del sistema. Dati espressi per <strong>litro</strong> di latte (confezioni <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e ½ <strong>litro</strong>).Latte Piacere Leggero in PET Confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>Risorse RinnovabiliUPSTREAM CORE DOWNSTREAMAziende agricole Imballaggi Altri materiali ausiliari TOTALE 1 <strong>litro</strong>Trasporto allepiattaformeTOTALEconfezioni <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>Totale Risorse Materiali (g/<strong>litro</strong>) - - - - - -Idroelettrico 0,05 0,04 0,01 0,12


Tabella 3 - Consumo totale di risorse non rinnovabili connesse alle operazioni considerate all’interno dei confini delsistema. Dati espressi per <strong>litro</strong> di latte (confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> 1/2 <strong>litro</strong>).Latte Piacere Leggero in PET (<strong>Confezioni</strong> <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>)Risorse Non RinnovabiliAziendeagricoleUPSTREAM CORE DOWNSTREAMImballaggiAltri materialiausiliariProcessoGranaroloTrasporto allepiattaformeTOTALEconfezioni <strong>da</strong> 1<strong>litro</strong>Cloruro di sodio 16,24 0,09 3,87 0,01


Tabella 4 - Consumo totale di acqua (<strong>da</strong>ti espressi in litri per <strong>litro</strong> di latte, confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> 1/2 <strong>litro</strong>).Latte Piacere Leggero in PET (Confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>).Risorse Non RinnovabiliUPSTREAM CORE DOWNSTREAMAziende agricole Imballaggi Altri materiali ausiliari Processo Granarolo Trasporto alle piattaformeTOTALEconfezioni <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>Consumo di acqua [l/l] 6,44 0,35 0,14 4,12 0,01 11,06Latte Piacere Leggero in PET (Confezione <strong>da</strong> ½ <strong>litro</strong>).Risorse Non RinnovabiliUPSTREAM CORE DOWNSTREAMAziende agricole Imballaggi Altri materiali ausiliari Processo Granarolo Trasporto alle piattaformeTOTALEconfezioni <strong>da</strong> 1/2 <strong>litro</strong>Consumo di acqua [l/l] 6,30 0,54 0,48 7,24 0,04 14,60PRODUZIONE DI RIFIUTIAltro <strong>da</strong>to importante relativamente alla descrizione degli impatti ambientali del sistema è quellolegato alla produzione di rifiuti. In questo senso, la Tabella 5 mostra i rifiuti complessivamenteprodotti per produrre un <strong>litro</strong> di latte Piacere Leggero.Tabella 5 - Produzione totale di rifiuti (Dati espressi in grammi per <strong>litro</strong> di latte, confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e <strong>da</strong> 1/2 <strong>litro</strong>)Latte Piacere Leggero in PET (Confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>).UPSTREAM CORE DOWNSTREAMProduzione di rifiutiAziende agricoleImballaggiAltri materialiausiliariProcessoGranaroloTrasporto allepiattaformeTOTALE confezioni <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>Totale dei rifiuti non pericolosi 1,44 2,63 0,03 24,54


I risultati di questa classificazione sono riportati nella seguente Tabella 6 dove i valori sonoriferiti sempre al <strong>litro</strong> di latte Piacere Leggero.Tabella 6 – Impatti potenziali delle emissioni di inquinanti connesse alle operazioni considerate all’interno dei confinidel sistema. Dati espressi per <strong>litro</strong> di latte, confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e ½ <strong>litro</strong>.Latte Piacere Leggero in PET (Confezione <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>).Indicatore di impattoUnità dimisuraAziendeagricoleUPSTREAM CORE DOWNSTREAMImballaggiAltri materialiausiliariProcessoGranaroloTrasportopiattaformeTOTALEconfezioni <strong>da</strong> 1<strong>litro</strong>EffettoserraDa CH4 prodotto <strong>da</strong>lle vacche g CO2 eq 649,34 - - - -Da altre fonti non biologiche(Fossili)g CO2 eq 612,65 133,70 13,65 140,01 11,851561,20Da fonti biologiche g CO2 eq 0,15 0,07 0,01 0,11


INFORMAZIONI AGGIUNTIVERAPPRESENTATIVITÀ DELLE AZIENDE AGRICOLEGRANAROLO acquisisce la materia prima <strong>da</strong> ungran numero di aziende agricole, tutte situate interritorio italiano, le quali sono state suddivise inclassi oltre che sulla base del numero di capianche in termini di quantitativo di latte prodottogiornalmente (espresso in litri/giorno).La distribuzione della produzione di latte in basealla distinzione operata <strong>da</strong> GRANAROLO èillustrata in Figura 5, <strong>da</strong>lla quale emerge che lamaggior parte del latte (circa il 57%) deriva <strong>da</strong>llestalle con una produzione giornaliera superiore a3.000 litri/giorno.Figura 5 – Contributi alla produzione complessiva dilatte <strong>da</strong> parte delle categorie di stalle (Dati 2009)DATI PRIMARI RELATIVI ALLA PRODUZIONE DEL LATTELe informazioni di tipo primario relative alla produzione di latte ed utilizzate per lo studio LCA eper la re<strong>da</strong>zione di questa Dichiarazione Ambientale, si riferiscono ad un campione composto <strong>da</strong>4 aziende agricole; in termini quantitativi la produzione delle suddette aziende è pari al 6% delLatte Piacere Leggero prodotto <strong>da</strong> Granarolo nel 2008.Dal punto di vista delle caratteristiche produttive, le stalle campione appartengono alle treprincipali categorie di produzione riportate in Figura 5 (501-1000 l/g, 1001-3000 l/g e >3000 l/g),in modo tale <strong>da</strong> garantire una rappresentatività dei <strong>da</strong>ti pari al’89% del latte Piacere Leggeroprodotto e conferito a Granarolo (risultano fuori <strong>da</strong>l campione le stalle con produttività inferiore ai1000 litri/giorno che coprono l’11% % del latte).DATI PRIMARI RELATIVI LAVORAZIONE DEL LATTEI <strong>da</strong>ti primari utilizzati per la fase di trattamento e confezionamento del latte si riferiscono a tutti i5 stabilimenti indicati in precedenza e coprono il 100% della produzione di Latte GranaroloPiacere Leggero confezionato in PET <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong>.FASE D’USO E FINE VITA DELLA BOTTIGLIAGli impatti associati alla fase d’uso del latte e alla gestione dell’imballaggio primario al terminedell’utilizzo sono strettamente correlati al comportamento del consumatore.14


CONSUMO DEL LATTE PIACERE LEGGEROIn riferimento alla fase d’uso, l’impatto ambientale principale è associato alla conservazione infrigorifero del prodotto fresco considerando che i tempi di utilizzo del latte Piacere Leggero dopola pastorizzazione è quantificabile in 6 giorni.FINE VITA DELL’IMBALLAGGIO PRIMARIOLa bottiglia trasparente <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> in PET è un remake in chiave moderna della confezione invetro (utilizzata in Italia fino agli anni ’70); il nuovo packaging è stato concepito con l’obiettivo dicompendiare il valore della tradizione accanto al rispetto per l’ambiente e all’esigenza di unamaggiore praticità d’uso.Questo packaging è infatti caratterizzato <strong>da</strong> praticità, leggerezza e migliore garanzia diconservazione del prodotto; la bottiglia in PET, oltre ad essere più leggera ed infrangibilerispetto a quella di vetro, presenta anche il vantaggio di poter essere posizionata in frigo, unavolta aperta, anche orizzontalmente, in quanto dotata di un tappo di chiusura a tenuta di liquido.Al fine di ridurre i consumi di materie prime, negli ultimi anni Granarolo ha lavorato per ridurreprogressivamente il peso della bottiglia avviando, nel 2001, un progetto di riduzione del pesodella bottiglia in PET <strong>da</strong> <strong>litro</strong> partendo <strong>da</strong>i 29 g della bottiglia del 2007, passando a 25 g nel2008, per giungere ai 23,5 g del 2009, ovviamente mantenendo la stessa forma e le stesseprestazioni tecniche.Le informazioni presentate in questo documento fanno riferimento a tutte le fasi su cuiGRANAROLO può esercitare un controllo diretto quindi il trattamento di fine vita dell’imballaggio(smaltimento dei rifiuti) è al di fuori dei confini del sistema valutato per lo studio LCA e per laEPD, così come evidenziato nella PCR di riferimento.Tuttavia per quanto riguar<strong>da</strong> la gestione delle bottiglie in PET a fine vita è importante osservareche gli impatti ambientali dipendono prevalentemente <strong>da</strong>l comportamento dell’utente finale e<strong>da</strong>lla disponibilità, sul territorio, di opportune filiere di raccolta differenziata; statisticamente loscenario medio di destinazione del rifiuto PET in Italia è caratterizzato <strong>da</strong>:• Deposizione in discarica: 60%• Riciclo: 27%;• Termovalorizzazione per il recupero energetico 13%.Focalizzando l’attenzione sulle possibili valorizzazioni del PET è importante evidenziare cheesso presenta sostanzialmente due possibilità di recupero: il riciclo con la trasformazione inmateria prima secon<strong>da</strong>ria oppure la valorizzazione energetica come mostrato in Figura 8.15


POSSIBILI VALORIZZAZIONI DELLA BOTTIGLIA INPET A FINE VITAIl riciclo del PET consente di evitare laproduzione di granulo partendo <strong>da</strong>llematerie prime naturali.RICICLOPer fabbricare 23,5 g di PET vergineoccorrono circa 40 g di risorse energetiche(petrolio, gas e carbone) e si emettono circa105 g di CO 2 equivalente (fonte PlasticsEurope)1 bottiglia = 23,5gVALORIZZAZIONEENERGETICAUna bottiglia di PET possiede un poterecalorifico (energia feedstock) di circa 1MJ che può essere trasformata inenergia utile.1 MJ di energia corrisponde a circa0,025 Nm 3 di gas naturale o 0,026 litri digasolio e permette ad un auto di mediacilindrata di percorrere circa 406 mFigura 8 - Possibili valorizzazioni della bottiglia PET (23,5 g) a fine vitaINFORMAZIONI E RIFERIMENTIPOLITICA AMBIENTALE DELL’AZIENDALa salvaguardia dell’ambiente è per GRANAROLO una componente essenziale della propriamissione azien<strong>da</strong>le. GRANAROLO ha fatto proprio il concetto di “sviluppo durevole esostenibile” che caratterizza sempre più compiutamente la politica ambientale europea,assumendo l’impegno di gestire le risorse in maniera oculata e lungimirante, tenendo conto diobiettivi economici, ecologici e sociali.Forte di quanto è stato sinora in grado di realizzare, il Gruppo GRANAROLO ha definito unapolitica ambientale che contempla principalmente l’impegno a minimizzare l’impatto dei processie dei prodotti, a rispettare i requisiti di legge in materia ambientale e a introdurre nel mercatoprodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l’ambiente, il tutto teso ad un processo dimiglioramento continuo.I principi della politica ambientale, per la quale si riman<strong>da</strong> al sito internet azien<strong>da</strong>le, è fon<strong>da</strong>ta sualcuni principi cardine dei quali i più rilevanti sono:• la valutazione ed il controllo dei processi e dei prodotti, migliorandone continuamente irisultati;16


• l’introduzione nel mercato prodotti ideati e distribuiti in modo compatibile con l’ambientein tutto il loro ciclo di vita;• l’orientamento delle parti interessate, attraverso specifiche iniziative, verso unaconduzione ambientalmente responsabile della loro attività.PROGRAMMI AMBIENTALI DI GRANAROLONei confronti di GRANAROLO esiste un ventaglio composito di attese <strong>da</strong> parte dei diversiportatori d’interesse ambientale: i dipendenti si attendono la messa in opera di tutte le misurefinalizzate ad escludere qualunque pericolo di contaminazione dell’ambiente di lavoro; lecomunità locali e le associazioni ambientaliste hanno interesse a che i siti produttivi riducano alminimo il loro impatto sull’ecosistema territoriale e inoltre si attendono che l’azien<strong>da</strong> li tengainformati sulle misure adottate e i risultati ottenuti; le autorità di controllo si attendono <strong>da</strong>GRANAROLO un approccio di miglioramento continuo delle prestazioni ambientali cheprescin<strong>da</strong> <strong>da</strong>lle imposizioni normative ma anche collaborazione e disponibilità in fase di verificae controllo.GRANAROLO si assume l’impegno di adottare una logica preventiva in materia ambientale,adottando progressivamente in tutti i siti produttivi del Gruppo sistemi di gestione certificati eorientati al miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. D’altro canto l’azien<strong>da</strong> si attende<strong>da</strong>i dipendenti massima collaborazione in fase di implementazione dei sistemi di gestione; <strong>da</strong>ifornitori la disponibilità ad orientarsi verso l’adozione di pratiche ambientali secondo un’ottica difiliera secondo un’ottica di filiera; <strong>da</strong>gli enti di controllo una considerazione appropriata degliimpegni e delle attività svolte <strong>da</strong> Granarolo S.p.A.In relazione a tale approccio, gli obiettivi ambientali strategici definiti <strong>da</strong>ll’azien<strong>da</strong> in campo sono:• Estendere l’adozione dei sistemi di gestione ambientale a tutti gli stabilimento del Gruppoper prevenire, controllare e ridurre l’impatto ambientale, individuando le responsabilità,formando le persone, definendo obiettivi concreti e misurabili.• Orientare progressivamente tutta la filiera produttiva verso la sostenibilità, incentivando ilsettore agro-zootecnico verso produzioni di qualità e mo<strong>da</strong>lità operative meno impattanti.• Diffondere all’interno dell’azien<strong>da</strong> la sensibilità verso le tematiche ambientali attraversopercorsi formativi mirati e attività di comunicazione• informare con chiarezza e continuità all’esterno sia la politica ambientale che i risultati dellagestione ambientale attraverso strumenti di comunicazione adeguati e facilmente accessibiliGli strumenti che l’azien<strong>da</strong> utilizza per perseguire tali obiettivi sono:• aggiornamento continuo ai requisiti di legge in materia ambientale;• introduzione e miglioramento dei sistemi di gestione certificati;• definizione di piani di comunicazione, dialogo e ascolto con i clienti, i consumatori, i sociconferenti, la comunità e le autorità di controllo;• organizzazione di momenti formativi rivolti ai dipendenti;17


• impegno nel miglioramento degli indicatori di prestazioni ambientali in particolare per lariduzione dei consumi di risorse e di fonti energetiche;• studio del ciclo dei vita LCA di diversi prodotti lattiero caseari della propria gamma di venditae dei loro imballaggi, con valutazione degli aspetti ambientali associati a eventuali possibilialternative di imballaggio e di produzione.CONTRIBUTO DEI DATI GENERICIL’impiego dei <strong>da</strong>ti generici in questo studio ha riguar<strong>da</strong>to la produzione di alcuni alimenti facentiparte delle razioni somministrate ai bovini e i detergenti utilizzati per le attività di sanificazione epulizia presso le stalle e gli stabilimenti; l’influenza dei <strong>da</strong>ti generici sugli indicatori diperformance utilizzati è inferiore al 10%.CONTATTIPer ottenere maggior informazioni relative alle attività del GRUPPO GRANAROLO oppure aquesta dichiarazione ambientale, si può contattare Mirella Di Stefano (Specialista Sistemi diGestione Ambientali - Gruppo Granarolo) al num. di telefono 051-41.62.599, e-mailmirella.distefano@granarolo.it oppure scrivendo a GRANAROLO S.p.a., Via Cadriano 27/2 –40127 Bologna - Italia. In alternativa si può consultare il sito www.granarolo.it.Il supporto tecnico è stato offerto a GRANAROLO <strong>da</strong>llo studio Life Cycle Engineering di Torino(www.studiolce.it).INFORMAZIONE SULL’ ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE E IL PCRPCR: PCR 2010:12- VERSION 1.0 (2010-06-24)- Processed Liquid Milk (CPC code2211);PCR review, was conducted by: Technical Committee of the <strong>International</strong> EPD® <strong>System</strong>PCR moderator: Mirella Di Stefano, Granarolo S.p.a., Italymirella.distefano@granarolo.itIndependent verification of the declaration and <strong>da</strong>ta, according to ISO 14025:□ Internalx externalThird party verifier: Certiquality Certification Body (www.certiquality.it) accredited bySINCERT (registration n° 003H rev.5 - 15/12/2009).Vali<strong>da</strong> fino a: 29/09/2013EPD appartenenti alla stessa categoria di prodotto, ma derivanti <strong>da</strong> diversi programmi possononon essere paragonabili.18


PRINCIPALI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI• Life Cycle Engineering; “Life Cycle Assessment (LCA) applicata al sistema diProduzione, Confezionamento e Distribuzione del Latte Fresco Alta Qualità e del LattePiacere Leggero in Bottiglie PET (<strong>Confezioni</strong> <strong>da</strong> 1 <strong>litro</strong> e mezzo <strong>litro</strong>)” Rev.0 del23/06/2010.• PCR: PCR 2010:12- VERSION 1.0 (2010-06-24)- Processed Liquid Milk (CPC code2211);• SEMC, 2008. <strong>International</strong> EPD Cooperation (IEC), General Programme Instructions forEnvironmental Product Declaration EPD, Versione 1.0, del 29/02/2009. SwedishEnvironmental Management Council (www.environdec.com)• ISO 14025:2006. Environmental labels and declarations – Type III environmentaldeclarations – Principles and procedures (www.iso.org)• ISO 14040/14044:2006. ISO series on Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo divita), UNI EN ISO 14040:2006 e 14044:2006 (www.iso.org)• Software SimaPro versione 7.1.8 del 2009 (www.pre.nl).• IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories Volume 4 Agriculture,Forestry and Other Land Use chapter 10 emissions from livestock and manuremanagement (http://www.ipcc-nggip.iges.or.jp/public/2006gl/vol4.html)• IDF 2005, Guide on Life Cycle Assessment Toward Sustainability in the Dairy chain,Bullettin of <strong>International</strong> Dairy Federation, 398/2005.GLOSSARIOAcidificazione (AP): fenomeno per il quale le precipitazioni atmosferiche risultano avere pH inferiore allanorma, può provocare <strong>da</strong>nni alle foreste e alle colture vegetali, così come agli ecosistemi acquatici e aimanufatti. E’ dovuto alle emissioni di SO2, di NOx, e di NH3, che sono quindi compresi nell’indicatore diAcidification Potential (AP) espresso in moli di H+ prodotte.Distruzione della fascia dell’ozono (ODP): degra<strong>da</strong>zione della fascia di ozono stratosferico, avente laprerogativa di bloccare la componente ultravioletta dei raggi solari, per opera di composti particolarmentereattivi, che si originano <strong>da</strong> clorofluorocarburi (CFC) o <strong>da</strong> clorofluorometani (CFM). La sostanza usatacome riferimento per l’ODP ( Ozone Depletion Potential) è il triclorfluorometano, o CFC-11.Effetto serra (GWP): fenomeno per il quale i raggi infrarossi emessi <strong>da</strong>lla superficie terrestre in seguito ariscal<strong>da</strong>mento solare sono assorbiti <strong>da</strong> molecole presenti in atmosfera e riemessi sottoforma di calore,determinando un riscal<strong>da</strong>mento globale dell’atmosfera. L’indicatore utilizzato è GWP (Global WarmingPotential) che comprende in primo luogo le emissioni in anidride carbonica, principale gas serra, oltre a<strong>da</strong>ltri gas con minore grado di assorbimento dei raggi infrarossi, quali metano (CH 4 ), protossido di azoto(N 2 O), clorofluorocarburi (CFC), che vengono espressi in funzione del grado di assorbimento della CO 2 (gCO 2 ).Eutrofizzazione (EP): arricchimento dei corsi d’acqua in nutrienti, che determina squilibri negli ecosistemiacquatici dovuti all’eccessivo sviluppo per mancanza di limitazioni nutritive. Eutrophication Potential (EP)19


comprende in particolare sali di fosforo e di azoto e si esprime come grammi di ossigeno equivalenti (gO 2 ).Formazione di ossi<strong>da</strong>nti fotochimici (POCP): produzione di composti che per azione della luce sono ingrado di promuovere una reazione di ossi<strong>da</strong>zione che porta alla produzione di ozono nella troposfera.L’indicatore POCP (Photochemical Ozone Creation Potential) comprende soprattutto COV (compostiorganici volatili) e si esprime come grammi di etilene equivalenti (g C 2 H 4 ).Energia cumulata (Gross Energy Requirements - GER): è l’energia complessiva che compete ad unsistema produttivo ed è costituita <strong>da</strong>lla somma delle energie corrispondenti a tutte le operazioni chel’hanno resa possibile a partire <strong>da</strong>ll’estrazione delle materie prime. La gross energy può essere suddivisaalmeno in cinque quote: energia diretta (direct energy o energy content of fuel), energia di feedstock(feedstock energy), energia di produzione e trasporto dei combustibili (production & delivery energy),energia competente ai trasporti utilizzati (transport energy) ed energia <strong>da</strong> biomasse (biomass energy).Upstream processes: fasi a monte del processo principale che comprendono ad esempio l’estrazione e lalavorazione delle materie prime e la produzione di semilavorati e il trasporto di componenti/parti diprodotto attraverso la catena di fornitura fino ai punti di distribuzione.Core processes: fasi del processo direttamente associate alla realizzazione del prodotto/servizio oggettodella EPD (tale fasi comprendono il trasporto dei componenti principali <strong>da</strong>l fornitore all’impianto diproduzione e la gestione dei rifiuti generati). Generalmente la realizzazione dellestrutture/infrastrutture/impianti/attrezzature e le attività del personale associate al prodotto non sonoincluse 10.Downstream processes: fasi a valle del processo principale di produzione relative al trasporto del prodottoal punto vendita/utilizzatore finale, all’utilizzo del prodotto stesso, alle attività di manutenzione (definite inaccordo con eventuali manuali di istruzioni) e al fine vita. Nel caso di servizi (Core Process) di norma nonsono identificate fasi Downstream Processes (esempio la gestione rifiuti è già inclusa tra i CoreProcesses).10 Nel caso in cui una parte rilevante dell’impatto totale è associata alla costruzione del sito produttivo/attrezzature (es. pannellifotovoltaici per la produzione di energia) , è necessario considerare la fasi di realizzazione e smaltimento delle strutture/infrastruttureritenute rilevanti applicando specifiche regole di cut-off.20

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