Sector Group - Pambianconews

N.18 8 - 14 Luglio 2005 www.pambianconews.com
SECTOR GROUP
puntiamo a potenziare
i marchi di proprietà
FERRÈ
METTE
D'ACCORDO
L'UOMO
E LA DONNA
BURANI
DEBUTTO IN
BORSA PER
COSMESI
E PRODOTTI
NATURALI
PERCASSI
NUOVO
OUTLET
VILLAGE IN
VALDICHIANA
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SOMMARIO
1-2 Merger&Acquisition — Le operazioni
di M&A crescono nel semestre (da Pambianco
Merger & Acquisition)
3 Strategie — Percassi inaugura il nuovo
Valdichiana Outlet Village (da Pambianconews)
4 Strategie — In arrivo scarpe, costumi,
profumi e occhiali Seven for All Mankind
(da Pambianconews)
5 Strategie — Ferrè mette d'accordo l'uomo e
la donna (da Il Sole 24 Ore)
5 Strategie — Anche Marinella con il polo
campano del lusso (da Il Mondo)
6 Strategie — Il Signor Tod's concquista
"Fortune" (da Finanza&Mercati)
7 Strategie — La via italiana al modello Zara
(da CorrierEconomia)
7 Borsa — Mariella Burani, un business da
donne forti (da Affari & Finanza)
8 Strategie — Borse, ma non solo: il rilancio di
Mandarina Duck (da Affari & Finanza)
8 Strategie — Stefanel: La concorrenza obbliga
a riflettere su di sè (da CorrierEconomia)
9 Borsa — Debutto per cosmesi naturale e
prodotti bio (da Affari & Finanza)
9 Strategie — Bear: Quel mercoledì da leoni
che parla italiano (da Il Sole 24 Ore)
10 Strategie — L'intimo di Pompea abbaglia
Wal Mart (da Finanza&Mercati)
10 Marchi — Nuova etichetta per Gattinoni
(da Finanza&Mercati)
11 Strategie — Quei 54 Kmq di Prada valgono
oro (da Finanza&Mercati)
12 Strategie — Non solo Cina per il Made un
Italy (da Il Sole 24 Ore)
12 Borsa — Ops Fin.part al via a metà agosto
(da Finanza&Mercati)
13 Strategie — Stroili Oro pensa in grande
(da ItaliaOggi)
14 Strategie — Serge Weinberg vuole la
rivincita su Ppr (da Il Sole 24 Ore)
14 Bilanci — L'Oreal: il fatturato semestrale
sale del 4,1% (da Fashionmagazine.it)
15 Strategie — La Cina affascinata dal lusso
(da Il Sole 24 Ore)
15 Bilanci — Burberry in crescita si compra
Taiwan (da Finanza&Mercati)
16 Bilanci — Louis Vuitton protegge vista e
bilancio (da Finanza&Mercati)
16 Strategie — Così Lacroix vuole fare
l'americano (da Finanza&Mercati)
17 Strategie — Moulin licenzia il 55% del
personale di Hong Kong (da Reuters)
18 Maglificio Tattica — Qualità, innovazione
del prodotto e attenzione al consumatore sono
le chiavi del nostro successo (da Pambianconews)
19-23 Sector Group — Gianni Pieraccioni:
Puntiamo a chiudere il 2005 con un fatturato
di 35 milioni (+20%) (da Pambianconews)
24 Luxottica — A Pechino venderà gli occhiali
ai cinesi ricchi (da Corriere della Sera)
24 Bear Sterns merchant banking — Calza le
scarpe di Stuart Weitzman (da Finanza&Mercati)
25 Hugo Boss — Aprirà 22 store di accessori
(da Fashionmagazine.it)
25 Stefanel — Inaugura in Germania
(da Finanza&Mercati)
26 Parigi — Riapre la boutique di Guerlain
sugli Champs Elysèes (da Fashionmagazine.it)
27 Everlast — Seth Horowitz succede al padre
(da Fashionmagazine.it)
28 Missoni — Farà il profumo con Estée
Lauder (da CorrierEconomia)
28 Porsche Design — Farà una linea griffata
con Adidas (da Pambianconews)
30 Giorgio Armani — Fa gli abiti per il matrimonio
di Blair e Maldonado (da Pambianconews)
31 Biasia — The other Side of Fashion
(da Pambianconews)
Registrazione Tribunale di Milano n. 344 del 2/05/2005. Proprietario ed Editore Pambianco Strategie di Impresa S.r.l., Corso Matteotti n. 11, Milano. Direttore Responsabile
Carlo Pambianco. Responsabile della redazione Chiara Dainese. Responsabile del trattamento dei dati personali (D. Lgs. 196/2003) Gianluigi Tufo. Service Provider
Netscalibur Italia S.p.A., Via Caldera n. 21, Milano.
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STUDIO PAMBIANCO
PAMBIANCO Merger & Acquisition ha condotto
un’analisi sulle operazioni avvenute nel II° trimestre del
2005 a livello mondiale. Nel trimestre considerato le
operazioni di M&A sono state 48 contro le 44 dello stes-
A cura di Pambianco Merger & Acquisition
Le operazioni di M&A crescono nel semestre
so periodo del 2004. Si registra quindi un aumento del
9% rispetto ad un anno fa. Nei primi sei mesi dell’anno
però il numero di operazioni realizzate è stabile: 94 operazioni
nel 2005 e 93 nel 2004.
ACQUIRENTE PAESE SETTORE ACQUISITA PAESE1 SETTORE1
Alliance Designer Francia Holding Pouray Francia Gioielli
Amer Sports Finlandia Activewear Salomon Germania Activewear
Apax UK Fondo Heytiens e Mondial Tissus Francia Distribuzione
Bear Stern USA Fondo Stuart Weitzman (40%) USA Calzature
Belk USA Distribuzione Profitts e McRae's USA Distribuzione
Benger Brands Rep. Cinese Abb. Intimo Huber Austria Abb. Intimo
Bulgari Italia Gioielli Cadrans Design Svizzera Orologi
C&A Francia Distr. Abb. Superconfex (20 negozi) Belgio Distribuzione
Calida Svizzera Abb. Intimo Aubade Francia Abb. Intimo
Carter USA Abb. Bambino Oshkosh B'Gosh USA Abb. Bambino
Cem Italia Immobiliare Perlier Italia Cosmesi
Cerberus Capital USA Fondo Rafaella Sportswear USA Abbigliamento
Chanel Francia Lusso Goossens Francia Gioielli
Charme Italia Fondo Cassina Italia Arredamento
Chaussures Maurice Francia Calzature Chene-Vincent Francia Calzature
Coty USA Cosmesi Unilever Int. USA Cosmesi
Damart Francia Distribuzione Devianne Francia Distr. Abb.
Daun Germania Tessuti TWD Germania Tessuti
Deveux Francia Tessuti CTVI Francia Tessuti
Dominio Italia Abbigliamento Frutta Italia Marchio Abb.
Fast Retailing Giappone Distribuzione Comptoir Des Cotonniers Francia Abbigliamento
Ferrati Francia Tessuti Tersuisse Svizzera Tessuti
Finlay USA Distr. Gioielli Carlyle&Co. USA Distr. Gioielli
Indus League India Abbigliamento Jealous India Abbigliamento
Fonte: PAMBIANCO Merger & Acquisition
Le operazioni di M&A hanno riguardato tutti i settori
della Moda ma, in modo particolare, la Distribuzione
(con 12 operazioni) e l’Abbigliamento (con 11).
Le operazioni hanno avuto la seguente composizione: 6
sono avvenute tra operatori italiani (Italia su Italia), 4 tra
operatori italiani ed esteri (Italia su Estero), 1 tra operatori
esteri e italiani (Estero su Italia) e 37 tra operatori este-
ri (Estero su Estero). Tra le operazioni più importanti si
segnalano in questo trimestre le dismissioni di Aziende
appartenenti a due grandi Gruppi della Moda: Adidas
ha ceduto l’unità francese Salomon alla finlandese Amer
Sports (già proprietaria dei marchi Wilson e Atomic);
Richemont ha ceduto il marchio di abbigliamento
Hackett al fondo spagnolo Torreal.
1

Tra le operazioni più importanti si segnalano in questo
trimestre le dismissioni di Aziende appartenenti a due
grandi Gruppi della Moda: Adidas ha ceduto l’unità
francese Salomon alla finlandese Amer Sports (già proprietaria
dei marchi Wilson e Atomic); Richemont ha
ceduto il marchio di abbigliamento Hackett al fondo
spagnolo Torreal.
Attivi in questo trimestre anche i Fondi di Private
STUDIO PAMBIANCO
A cura di Pambianco Merger & Acquisition
ACQUIRENTE PAESE SETTORE ACQUISITA PAESE1 SETTORE1
Industri Kapital Svezia Fondo Sia Francia Arredamento
J. Siebel Germania Calzature Romika Germania Calzature
Kyaia Portogallo Calzature Sapatalia e Foreva Portogallo Distr. Calzature
Lafuma Francia Activewear Oxbo Francia Activewear
L'Oreal Francia Cosmesi Skinceuticals USA Cosmesi
Luxottica Italia Ottica Sunshade (26 negozi) USA Distr.Ottica
Mariella Burani Italia Holding Bernie's Svizzera Distr. Abb.
Mariella Burani Italia Holding Bioera Italia Cosmesi
Mayfair Germania Fondo Puma (17%) Germania Calzature
Mctrustco Svizzera Fondo Comptoir Francais Mode Francia Distribuzione
Mima Italia Calzature Kallistè Italia Calzature
Okaidi Francia Abb. Bambino Jacadi Francia Abb. Bambino
Onward Kashiyama Giappone Distribuzione Joseph UK Abbigliamento
Pacodis Francia Cosmesi Satinine (rete Vendita) Italia Cosmesi
Pentland Group UK Sportswear JD Sports UK Distribuzione
Polo Ralph Lauren USA Abbigliamento Ralph Lauren Footwear USA Calzature
PPG Industries USA Ottica International Polarizer USA Ottica
Quiksilver USA Activewear Surfection Australia Distr. Abb.
Rexlane Italia Tessuti Man. Pratese (ramo d'azienda) Italia Tessuti
Rubelli Italia Tessuti Donghia USA Tessuti
Sun Cap.+180 GR+Em. Cap. UK Fondo Lee Cooper UK Abbigliamento
Torreal Spagna Fondo Hackett UK Abbigliamento
Fonte: PAMBIANCO Merger & Acquisition
Tra le operazioni realizzate da Aziende Italiane si segnalano
quelle di Mariella Burani, che ha acquisito la catena
svizzera di negozi di lusso Bernie’s e l’Azienda di cosmetica
biologica Bioera; quella di Bulgari, che ha acquisito
il 50% del produttore svizzero di quadranti Cadrans
Design e quella di Rubelli, antica Azienda familiare veneziana
attiva nei tessuti per arredamento, che ha acquisito
l’americana Donghia. Tra le Aziende estere, infine, si
segnalano tre importanti operazioni: Coty ha rilevato
Equity. Le operazioni più importanti sono state quella
del Texas Pacific Group che, insieme al fondo Warburg
Pincus, ha rilevato la catena di department stores americani
Nieman Marcus (l’operazione è stata valutata 5,1
miliardi di dollari); quella di Charme, che ha rilevato il
controllo della Cassina e quella della Bearn Stern, che ha
acquisito il 40% del marchio di calzature di lusso Stuart
Weitzman.
da Unilever il business delle fragranze griffate (profumi
Calvin Klein, Cerruti, Vera Wang, Chloé e Lagerfeld) per
800 milioni di dollari; la giapponese Onward Kashiyama
ha acquisito il gruppo inglese di abbigliamento Joseph e
la franrcese Lafuma, Azienda leader nell’equipaggiamento
outdoor, ha rilevato il controllo della connazionale
Oxbow, attiva nell’abbigliamento activewear.
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mea@pambianco.com
2

PRIMO PIANO
Percassi inaugura il nuovo
Valdichiana Outlet Village
Fino a oggi outlet
è stato sinonimo
d’acquisto, con una
piccola cornice
d’intrattenimento
e svago a corollario
di una finalità
p u r a m e n t e
c o m m e r c i a l e .
C i v o l e v a u n
i m p r e n d i t o r e
italiano, esperto
di grandi catene
ANTONIO PERCASSI
distributive, per fare
dell’outlet un enclave legata al territorio, un’occasione
per conoscere - in tutti i sensi, turistico, enogastronomico,
culturale - una delle zone più suggestive d’Italia.
Valdichiana, nel mezzo delle province senese ed aretina,
non è un semplice outlet village; è l’outlet village nella sua
espressione di radicamento nel territorio.
Un progetto italiano nello stile e negli obiettivi, concepito
dal Gruppo Percassi con un approccio che sa unire
all’aspetto commerciale la valorizzazione di luoghi, sapori,
tradizioni, attrazioni turistiche.
Un borgo ricostruito accanto a uno dei siti medioevali
più suggestivi d’Italia: 105 negozi che si affacciano con
discrezione su un’area di forte matrice culturale, allestiti
all’interno di una struttura in cui lo shopping rappresenta
una delle innumerevoli attrattive per il visitatore. Un
consorzio eno-gastronomico tra i più accreditati, quello
del senese, presente con decine di prodotti noti in tutto
il mondo per la loro tipicità. 600 mq dedicati alle aziende
orafe dell’aretino, patria dei produttori di metallo nobile, a
siglare il primato europeo di Valdichiana nella vendita dei
preziosi e oltre 1000 mq di attrattive per i più piccoli che
avranno a disposizione un enorme parco giochi.
Un insediamento che, con i suoi 200mila metri quadri
di superficie complessiva e 20mila di area al coperto ha
potenziato l’attrattiva dell’intera provincia di Arezzo e
Siena. Qui, a Valdichiana, la matrice di italianità - nella
fattispecie di “toscanità”- è il vero filo conduttore, cioè
associare l’opportunità di buoni acquisti a corsi di “wine
testing”, degustazioni di prodotti tipici come la carne
chianina e il Brunello di Montalcino, lezioni di cucina,
di incastonatura e cesello, visite al borgo medioevale di
Foiano, alla città di Arezzo e a decine di bellezze storiconaturalistiche.
La prospettiva prenderà concretezza il 16 luglio, data
ufficiale dell’inaugurazione nel rispetto pieno dei tempi
previsti da Antonio Percassi, che su Valdichiana Outlet
Village ha investito 80 milioni di euro. L’outlet è già
integralmente commercializzato: sono presenti marchi
prestigiosi tra cui, Levi’s, Guess, Calvin Klein, Costume
National, Zara, Robe di Kappa, Basile, Asics, Benetton e
Zerododici, Dutch, Maria di Ripabianca, Mila Schoen,
Arfango, Think Pink, Oltre, Bata, Parah, Golden Lady, senza
contare marchi noti dell’area living e domestica come
Bassetti, Foppa Pedretti, Lagostina o ancora Lowe tappeti
persiani; in più articoli di profumeria (Kiko cosmetici),
brand di orologeria (Swatch), marchi di erboristeria
(Bottega Verde) e di dolciumi (Lindt).
Infine, vero e proprio unicum, Valdichiana Outlet Village
conterrà la più vasta area di vendita di gioielli in oro
muniti di una certificazione rilasciata da un perito del
Tribunale. Sarà inoltre possibile acquistare diamanti
marcati De Beers.
Un grande progetto realizzato anche grazie alla massiccia
opera infrastrutturale svolta dai costruttori, con parcheggi
capaci di contenere 3mila posti auto, tre nuove rotonde
(una lungo la strada provinciale, due nei pressi dell’ingresso
Est e Ovest) e una quarta in fase di ultimazione,
in provincia di Siena, con l’obiettivo di far confluire il
traffico senza intoppi, per un investimento totale di 3
milioni di euro e un beneficio per la circolazione su tutta
la tratta della SP327. In più, è stata svolta un’opera di
regimentazione idraulica in accordo con l’amministrazione
di Arezzo, relativa alla messa in sicurezza degli argini
del torrente “Esse secco” contro le esondazioni dovute a
portate bicentenarie. Un insieme di caratteristiche che
punta molto sul turismo locale e internazionale, tanto da
indurre la provincia di Arezzo a programmare un corso
di “Approccio al cliente, tecniche di vendita e lingue
straniere” con elementi di lingua e cultura giapponese, in
omaggio all’uso dei turisti nipponici di inserire le cittadelle
dello shopping nei loro tour italiani.
In più, sono forti le aspettative occupazionali, vista la
costante ricerca di personale nell’area che dovrebbe
portare a centinaia di assunzioni, non solo per quanto
riguarda la forza vendita, ma anche per l’intero indotto,
dalla vigilanza alle pulizie.
Il tutto fa capo alla società Umana, in possesso di una
database aggiornato dal quale le varie aziende possono
attingere per una ricerca mirata di personale.
Per questo, Valdichiana Outlet Village si configura come
iniziativa di successo, capace di catalizzare l’attenzione
per la poliedricità della propria offerta e per una forte
sensibilità alla valorizzazione della zona. (A cura di
Pambianconews)
3

In arrivo scarpe, costumi, profumi e
occhiali Seven for All Mankind
ISecondo
quanto
dichiarato da
Andreas Kurz,
ceo di Seven for
All Mankind, a
Milano Finanza
Fashion, il
marchio di
jeans si appresta
ad aggiungere
nuovi prodotti
su licenza:
scarpe, costumi,
girelli, profumi e
ANDREAS KURZ
occhiali. “Stiamo
cercando uno
stilista che si occuperà esclusivamente della parte
top, ossia magliette, camicie e giacche”, ha spiegato a
Mff Kurz, “vogliamo far crescere la collezione, avere
più categorie merceologiche anche per far partire il
progetto retail. Infatti, apriremo il nostro primo negozio
a Los Angeles nel 2006”. Il primo step sarà la firma del
contratto di licenza (non ancora reso noto il partner)
per le calzature, uomo e donna, che partiranno con la
PRIMO PIANO
stagione autunno-inverno 2006-07. “Appena messo a
punto questo contratto, lavoreremo su borse e cinture,
sul beachwear, sugli occhiali, sul profumo e sui gioielli.
Si tratta di prodotti che verranno dati su licenza”, ha
continuato Kurz. Seven for all mankind ha chiuso
il 2004 con un fatturato di 200 milioni di euro; la
previsione 2005 è di arrivare a 240 milioni. (A cura di
Pambianconews)
Monitor della Pubblicità
Servizio di rilevazione continuativa degli investimenti pubblicitari
e delle immagini dei Brand della Moda nelle principali testate italiane e internazionali
4

ITALIA
Ferré mette d’accordo l’uomo e la donna
Sotto la regia del neoamministratore Macchi il gruppo lancia una linea di abbigliamento per lui e
per lei a marchio Ferré. Come Dior.
MASSIMO MACCHI
Gianfranco Ferré come
Christian Dior. D’ora in poi la
maison avrà una linea uomodonna
che si chiamerà semplicemente
Ferré seguendo
l’esempio dell’azienda francese
che ha realizzato una linea
di abbigliamento a marchio
Dior.
A rivelarlo è il neo amministratore
delegato Massimo
Macchi, «La decisione, spiega,
nasce dalla ricerca di una
Anche Marinella con il polo
campano del lusso
In campo ci sono industriali e stilisti
del calibro di Marinella. Ma non
solo. Tutti sono legati da un fil rouge:
il made in Campania. Il progetto
del Polo della qualità, che sorgerà
nell’area Asi di Marcianise, alle porte
di Napoli, è avviato: circa 130 mila
metri quadrati di costruzione, 150
milioni di euro di investimento, di
cui solo il 5% viene da sovvenzioni
regionali, e 600 nuove assunzioni. Il
consorzio raccoglie 250 soci, che si
dividono l’intero investimento. I nomi
più importanti? Oltre a Marinella,
MAURIZIO MARINELLA che vuole aprire e seguire una scuola
per tramandare l’arte delle cravatte
fatte a mano, ci sono Kiton, Rubinacci, Isaia&Isaia, Eddy Moretti,
Tramontano, Mario Valentino, Morelli, New cotton company,
Sartoria partenopea, Cannella, Antonella Tizzano, De Cristofaro.
Altri nomi sono legati al business dei gioielli: Carità Aprile, Altanus
e Giannotti, che all’interno duplicano la loro presenza rispetto
alla cittadella dell’oro Il Tarì, che sorge proprio di fronte al centro
in costruzione. «Il nostro Consorzio» commenta il presidente
Guglielmo Aprile, «ha riunito nomi importanti del made in
Campania e decine di imprese artigiane che, solo facendo sistema,
possono affrontare l’impatto della concorrenza internazionale».
Questo tempio del lusso, come lo definisce Aprile, coniuga al suo
interno tradizione artigiana e alta tecnologia: sarà presente una
tv satellitare che trasmetterà quotidianamente gli eventi che si
svolgono all’interno del centro, dalle sfilate alle lezioni di taglio delle
stoffe. (Simone Fanti, Il Mondo del 8/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
strategia più aggressiva: il nome Ferré è più breve, più
moderno, più facile da ricordare». Il nuovo nome, appunto,
connoterà tutto il prét-à-porter e gli accessori costando
il 30% in meno rispetto alla linea di punta Gianfranco
Ferré.
Nel riorganizzare l’offerta, il manager ha diviso in tre le
linee di abbigliamento: la Gianfranco Ferré ossia la linea
più alta di gamma; la linea jeans (GF ferré) e, appunto, i
capi da giorno con marchio Ferré. La nuova linea secondo
Macchi, che in passato ha lavorato in Bulgari e in
Gucci, contribuirà a far crescere il giro d’affari.
(Maria Giardini, Il Sole 24 Ore del 8/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
Chi vuole lo
zainetto Invicta
Già avviata la procedura di vendita della
Invicta. L’info-memo sul produttore di
zainetti e abbigliamento outdoor, è stato
recapitato a 3i, Pm & partners, Cape Natexis
e un’altra
m e z z a
d o z z i n a
d i f o n d i
di private
equity che
entro luglio
dovranno
presentare
eventuali
o f f e r t e
preliminari.
M a c h e
cosa va in vendita? Un business ripartito
tra outwear (46%), zaini (39%), guanti
(11%) e scarpe (4%) per un totale di 30
milioni di ricavi, in calo del 18,7% sul 2003.
Ci sono anche sette negozi e un outlet
propri, cioè parte della rete distributiva che
tocca multistore in franchising e il canale
ipermercati-supermercati. Quest’ultimo
rappresenta il 17% del venduto. Mercato
principale è l’Italia (89%) seguita dalla
Spagna, Svizzera e Francia. (Daniela Polizzi e
Carlo Turchetti, Il Mondo del 8/07/05. Estratto a cura
di Pambianconews)
5

Piazza Affari
festeggia il primo
semestre
a tutto gas
Sei matricole nei primi sei mesi,
sette se consideriamo anche
Valentino approdata al listino
all’inizio di luglio tante quante ne
sono state quotate a Piazza Affari
in tutto il 2004. E non basta: entro
luglio dovrebbe arrivare anche
Monti Ascensori (con un’offerta che
tuttavia potrebbe essere rivolta solo
agli istituzionali) e Bioera (appena
ammessa ufficialmente a quotazione
da Borsa spa e ora in attesa del disco
verde della Consob).
Dunque, Piazza Affari sta tornando
di moda. Eppure, se guardiamo ai
numeri complessivi della Borsa,
tutto questo entusiasmo si vede
meno. Tutte insieme, le matricole
del 2005 hanno una capitalizzazione
complessiva di 7,5 miliardi di euro
(considerando anche Geox, in realtà
giunta in quotazione nel dicembre
2004, e al contrario escludendo Igd
e Mondo Home, realtà più piccole
dal punto di vista dimensionale,
approdate all’Expandi, mercato su
cui, tra l’altro, Massimo Capuano
sta puntando molto come primo
approccio “pubblico” di società
non ancora pronte al grande salto
al listino principale ma già mature
per aprire il capitale agli investitori,
magari per piccole quote).
L’eccezione che conferma la regola
Toro e Banca Italease si accompagna
infatti a Valentino, Geox, Save
e Marr. Tutte le altre crescono, in
qualche caso anche clamorosamente:
Geox, la matricola più brillante, ha
guadagnato quasi il 50% in questa
manciata di mesi e per le altre, la cui
permanenza al listino si conta ancora
nell’ordine di grandezza di poche
settimane, il rialzo è comunque a due
cifre. (Vittoria Puledda, Affari&Finanza del
11/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
ITALIA
Il signor Tod’s conquista
«Fortune»
Diego Della Valle entra nell’Olimpo
di Fortune, il mensile americano
che stila le classifiche delle aziende
più potenti del pianeta. Mr Tod’s parla di sé.
Dalle origini, da quando il 25enne figlio di un
calzolaio convinse il leader della Fiat Gianni
Agnelli a indossare un paio delle sue scarpe
sperimentali. Per arrivare alla quotazione in
Borsa, nel 2000, e alla consacrazione di Tod’s
come una delle griffe più in del lusso. E poi il
futuro. A cui Della Valle guarda con fiducia:
«vendite e utili cresceranno con lo stesso
DIEGO DELLA VALLE ritmo del primo trimestre» quando sono
aumentate, rispettivamente, del 33% e del 71%. Anche se la competizione
è sempre più accesa. Ma per l’imprenditore marchigiano quello che conta
è la struttura di un’azienda perché secondo lui c’è molta differenza tra una
buona società e la migliore «ci sono tante aziende con buoni prodotti, ma
senza sogni e senza alta qualità». E la Cina? Non sarà mai fabbrica. Piuttosto
«un’opportunità incredibile» come mercato di sbocco. Anche perché il
rischio contraffazione non è temibile. Della Valle ricorda che non è facile
copiare una borsa Tod’s «perché usiamo un pellame speciale e un falso si
riconosce a colpo d’occhio». L’imprenditore a ruota libera parla anche del
suo investimento in Roger Vivier («tra un paio d’anni potrebbe essere una
delle storie più interessanti nel mondo degli accessori»); di Marc Jacobs
«l’uomo che ha portato un elemento di novità nella religione Vuitton»;
e di Tom Ford, «il cui ritorno è atteso con ansia dal mercato». Definisce
veramente stupido» il punto di vista di chi in Italia vorrebbe tornare alla lira,
perché l’euro nuoce alla competitività delle imprese. Solo in un momento
è perplesso, quando la giornalista Janet Guyon lo incalza perché avrebbe
detto che il rosso non vende. «Non ricordo: il rosso è un colore classico.
Semmai la gente non compra con facilità un verde acceso». (Laura Magna,
Finanza&Mercati del 9/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Ora i nuovi mecenati
arrivano da Nord-Est
Sono in sette, sono imprenditori e hanno in comune la passione per l’arte.
I nuovi mecenati di Progetto Mare Verticale sono titolari di aziende del
Nord-Est dei settori ad alto contenuto innovativo e tecnologico. Tra anche
due rappresentanti dell’abbigliamento, Lino Dainese e Claudio Grotto,
il primo presidente della società leader nei capi da moto e il secondo,
creatore di Gas Jeans. I due, insieme a Massimo Calearo, Ugo Dal Lago,
Walter Pilcher, Antonio Spillere e Alberto Zamperla, si sono uniti con
l’obiettivo di rivitalizzare l’economia italiana. «Innanzitutto facendo sistema
attraverso l’arte per promuovere e realizzare attività ad alto contenuto
tecnologico che possano risultare competitive. Promuovendo iniziative
culturali con lo scopo di riportare nella società e nelle imprese un nuovo
e più evoluto pensiero anche nel fare business e infine, individuare e
valorizzare giovani talenti». (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
6

La via italiana
al modello Zara
PAOLO ZEGNA
Mentre tutti gli
indicatori dicono
che la situazione
attuale è critica sensazioni di
chi vive dentro la moda fanno
pensare che sul mercato
italiano forme di reazione
siano, finalmente, in corso.
«Dopo la difesa, dice Paolo
Zegna, presidente della
federazione frutto dell’unione
tra Smi e Ati, sembra arrivato il
momento di guardare avanti».
In questi anni di grave
contrazione, mentre è entrata
in sofferenza la moda esplosa
negli anni Ottanta-Novanta,
sono nati, o hanno finalmente
trovato la strada del successo,
parecchi nomi nuovi. Che
hanno raggiunto dimensioni
anche discrete (in diversi
superano i 50 milioni di euro),
puntando soprattutto sui
giovani, sul buon prezzo, quasi
sempre sulla distribuzione.
Società che hanno usato
spesso testimonial, e sposato
il canale televisivo più che la
tradizionale carta stampata.
Società che in molti casi sono
l’evoluzione di quel che si
definisce «pronto moda», la
moda che imita i grandi stilisti
e arriva in pochissimo tempo
nei negozi.
ITALIA
Quasi sempre catene
sulla falsariga della Zara
di Amancio Ortega
che da alcuni anni
viene guardato come al
modello per eccellenza
e che ha influenzato
organizzazione e perfino
stile anche dei grandi
nomi della moda.
Ma sarà davvero quello
di Zara il modello più
percorribile? «Marca,
qualità, forza distributiva,
percezione del cliente,
servizio sono tutti elementi
di base, devono cioè sempre
essere presenti, dice Fabio
Tamburini, responsabile dei
progetti speciali di Unicredit
banca d’impresa, autore
di un approfondito studio
sulle aziende del made in
Italy. Dopodiché i modelli
di business vincenti per i
prossimi anni sono due. Il
primo è basato sul format
distributivo, dove il prodotto
è solo uno degli elementi e il
prezzo è il secondo, se non il
primo, dei motivi di acquisto.
Con un assortimento magari
non completo ma veloce
e negozi propri. Il tutto
rafforzato da elementi tecnici
o emozionali di gusto. Poi,
prosegue Tamburini, c’è il
modello basato sulla marca,
al servizio della quale c’è tutto
il resto. Un modello che va
bene per aziende medie, dalla
storia forte e dal prodotto di
qualità alta se non altissima.
Che abbiano dei flagshipstore
ma non una rete di vendita
diretta. E con una forte
formazione del personale
di vendita». (Maria Silvia Sacchi,
CorrierEconomia del 11/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
Mariella Burani,
un business da
donne forti
Me lo
chiedevano
da tempo.
Questa
volta ho
detto sì.
Nella
collezione
primavera
estate
2006 ho
MARIELLA BURANI
inserito il
jeans». Una scelta, quella di Mariella
Burani, perfettamente in linea con le ultime
creazioni destinate oltre che alle “sue” donne
forti, volitive, zingare ma raffinate, anche a
una donna-ragazza più giovane. Sempre di
temperamento, però. Mentre Mariella e il
suo staff creano e disegnano collezioni, il
consiglio di amministrazione “disegna” gli
scenari del business di gruppo, quotato in
piazza Affari. E i numeri danno la dimensione
dell’andamento che da anni è in crescita a
due cifre. Nei primi tre mesi del 2005 Mbfg
(Mariella Burani fashion group) ha visto
salire il fatturato rispetto ai primi tre mesi
del 2004, dell’11,5 per cento (a quota 117,6
milioni di euro) con un risultato operativo
in aumento del 15 percento (9,3 milioni di
euro). «Il primo trimestre del 2005 ricorda
Giovanni Burani, amministratore delegato
del gruppo si è dimostrato particolarmente
dinamico con la continua espansione della
rete distributiva, la sottoscrizione di una
importante licenza per gli occhiali (con la
Sover di Belluno, n. d. r.) e la consegna dei
prodotti distribuiti con i marchi in licenza
Ungaro Fuchsia, Vivienne Westwood
Anglomania e 1000 Miglia». In parallelo
sono state inaugurate sette nuove boutique.
Ad aprile poi, il gruppo ha rafforzato la rete
distributiva con l’acquisizione di Bernie’s,
primario distributore svizzero di beni di lusso
con 16 negozi esclusivi nei più prestigiosi
centri dello shopping elvetico. (Marcella
Gabbiano, Affari&Finanza del 11/07/05. Estratto a cura
di Pambianconews)
7

Borse ma
non solo: il
rilancio di
Mandarina
Duck
Dopo un 2003 di
transizione, il 2004 è
stato per Mandarina
l’anno della crescita: il fatturato ha
raggiunto i 66,6 milioni di euro
(contro i 63,4 milioni di euro
del 2003) e il primo semestre
2005, che si è chiuso a quota 34
milioni di euro (+11% rispetto
allo stesso periodo dello scorso
anno), conferma il trend positivo.
Attualmente il 42% del fatturato di
Mandarina è realizzato in Italia; il
53% in Europa; il 5% nel resto del
mondo. Abbiamo completamente
rinnovato l’offerta prodotto
con ben otto linee nuove nella
collezione 2004-2005», racconta
Mireia Lopez, direttore generale,
dal marzo del 2004, di Mandarina
Duck. L’arrivo in azienda della
manager spagnola ha coinciso
anche con un significativo
cambiamento della filosofia di
Mandarina nell’approccio al
mercato che ha comportato un
forte orientamento al marketing
e un rapporto più diretto con
i clienti volto allo sviluppo di
prodotti sempre più in sintonia
con i gusti del consumatore finale.
Il rilancio del marchio passa
anche attraverso la diversificazione
e Mandarina Duck, che già da
alcuni anni ha in corso accordi
di licenza per la produzione di
orologi e occhiali, nel 2004 ha
scelto di entrare nel mondo della
cosmesi con un profumo da
donna, realizzato con il gruppo
spagnolo Idesa, parte del Gruppo
Angelini. (Affari&Finanza del 11/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
ITALIA
Stefanel: La concorrenza
obbliga a riflettere su di sé
GIUSEPPE STEFANEL
Giuseppe Stefanel, detto
Bepi, ha appena inaugurato
il suo store a Diisseldorf,
proprio vicino al negozio di Gucci
in Koenigsalles. Un ampio spazio
di 450 metri quadrati ricavati dalla
ristrutturazione di una storica sala
cinematografica ma rispettandone le
caratteristiche strutturali, per cui in
certi punti il soffitto raggiunge l’altezza
di 11 metri. Di fianco, separato
soltanto da una parete di vetro, ha
fatto allestire un caffè di 250 metri
quadri, creando uno spazio tutto
italiano di relax e di piacere. E la crisi?
«In Germania c’è, molto forte, risponde
Stefanel, ma noi continuiamo a
crescere, tanto che questo è il nostro
secondo mercato dopo quello
nazionale. E tra poco tempo apriremo
il terzo store a Berlino. Nessun
miracolo, ma devo dire che dove il
cliente ci conosce, adesso che abbiamo
il prezzo giusto peri il prodotto giusto,
veniamo premiati». Per arrivare a
questo traguardo Giuseppe Stefanel ha
ripensato l’azienda, introducendo un
team di giovani stilisti, rinnovando la
modellistica e la logistica, introducendo
la riunione plenaria del martedì in cui
si fa il punto sul sell-out. «Alla cultura
industriale abbiamo affiancato quella
del retail. Un cambiamento epocale
che stiamo cercando di governare
e che dà buoni risultati». Infatti la
società, quotata in Borsa dal 1987,
negli ultimi mesi si è distinta per un
andamento vivace del titolo, anche a
fronte di un ritorno dell’utile lo scorso
anno (2 milioni) della capogruppo,
mentre le altre società restano in rosso
e l’indebitamento, in discesa, a 145
milioni. (Giusi Ferré, CorrierEconomia del
11/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Luxottica: Premiata la decisione
di fare rotta su Pechino
Il titolo Luxottica ha fatto registrare un rialzo
del 4,28%, raggiungendo 18,5 euro, il record
degli ultimi tre anni. L’ondata di acquisti sul
settore del lusso, Bulgari ha guadagnato il 3,14%,
ha aiutato il titolo. Ma le attenzioni che gli
investitori stanno riservando a Luxottica hanno
anche altre spiegazioni. La Borsa premia la
decisione della società di lanciarsi in Cina con
l’acquisizione della catena di negozi “Beijing
Xueliang Optical Technology”: un’operazione
LEONARDO DEL VECCHIO
modesta dal punto di vista del valore, 21
milioni di euro, ma che rappresenta il primo passo del gruppo italiano
in un mercato con alti tassi di crescita per i prodotti di alta gamma. Dal
mercato americano, poi, si attendono dati positivi sull’integrazione con Cole
National, la seconda più grande catena di prodotti ottici del Nord America,
acquistata l’anno scorso. Infine, a spingere il titolo Luxottica ci sono le
aspettative sugli occhiali firmati Dolce&Gabbana. (Il Sole 24 Ore del 12/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
8

Bear: Quel
mercoledì
da leoni che
parla italiano
MAURIZIO COCCHI
Maurizio Cocchi è un
giramondo. È appassionato
di surf, ma ha
anche nel suo Dna la passione per
l’imprenditoria. Mette insieme le
cose, fonda la Wings e acquista la
licenza per l’Italia del marchio di
surfwear e beachwear “Maui and
sons”. Oggi la Wings fattura 18
milioni di euro, di cui il 65% deriva
dal marchio Bear Surfboards e
il 20% da Maui and sons.
L’azienda è proprietaria anche del
marchio Rietveld mentre distribuisce
Reef e Ride Snowboard.
«Tra settembre e ottobre vogliamo
portare il marchio Bear proprio
dove è nato» annuncia Cocchi.
Entro l’anno, la Wings aprirà in
California un megastore per gli
appassionati del surf.
«Stiamo chiudendo il cerchio e
lo faremo proprio ad Huntigton
Beach, a sud di Los Angeles. È la
terra natia da cui è partito tutto il
movimento del surf. Ma non solo.
Spingeremo il nostro marchio
anche in altre aree del mondo
come le Hawaii e l’Australia che
hanno contribuito a rendere questa
attività popolare».
(Fabio Grattagliano, Il Sole 24 Ore
del 11/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
ITALIA
Debutto in Borsa per cosmesi
naturale e prodotti bio
Dopo la moda e il lusso
(Mbfg) e la tecnologia
ecologica e ambientale
(Greenvision), la famiglia Burani farà
“sfilare” sulla passerella della Borsa
italiana anche la cosmesi naturale e i
prodotti biologici attraverso la nuova
nata società Bioera.
Il debutto a Milano (controllata all’80
per cento dagli stessi Burani e al 20
per cento dal management) in piazza
Affari al segmento Expandi, è ormai
imminente: è previsto, infatti, entro la
fine di questo mese.
Nato alla fine del 2004 dalla
sinergia di aziende specializzate
nella produzione e vendita di
prodotti biologici e cosmesi naturale
(Erboristerie d’Italia), integratori
alimentari, bevande a base di frutta
e altre bevande “verdi” (Natfood,
General Fruit e Organic Oils), il
polo “bio” ha un unico obiettivo:
«Promuovere uno stile di vita
naturale, nel rispetto della persona e
della natura attraverso canali ad alto
GIOVANNI BURANI
Un patto hi-tech
per il distretto di Prato
tasso di crescita come le erboristerie
i bar e la grande distribuzione. La
quotazione, anticipa Giovanni
Burani, porterà risorse fresche
per sostenere il piano di sviluppo
della società». A cominciare dalle
nuove aperture dei negozi firmati
Erboristerie d’Italia che dai 34 di oggi
diventeranno una cinquantina nel
giro dei prossimi due anni. (Marcella
Gabbiano, Affari&Finanza del 11/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
È l’idea di un progetto su cui stanno lavorando Cna e università per
realizzare un polo sperimentale finalizzato allo sviluppo della creatività
ad alta tecnologia (un polo che fonda moda, design, tendenze stilistiche,
comunicazione e marketing e che verrà presentato in autunno). Oltre a un
fitto calendario di progetti per il rilancio e lo sviluppo del manifatturiero
e delle piccole e medie imprese. Riconfermato alla presidenza della
Cna pratese Anselmo Potenza, al quale l’assemblea ha espresso piena
fiducia anche per il prossimo quadriennio. Il congresso dello scorso fine
settimana ha visto, inoltre, la presenza del presidente nazionale della Cna
Ivan Malavasi e del presidente della regione Toscana Claudio Martini.
´Vorremmo essere più positivi’, ha detto Malavasi, ma gli ultimi dati sul
manifatturiero parlano di allarme totale.
Tra 2004 e 2005 si registra infatti un calo negli ordini e nei volumi che si
aggira sul 4%. Solo nel comparto tessile-abbigliamento-calzature questo
dato oscilla tra -8,1 e -7,6%. In questa situazione, oggi l’Italia è un paese
non governato. (Alessandra Piersantini, ItaliaOggi del 12/07/05 . Estratto a cura di
Pambianconews)
9

Outlet, tre anni per fare il pieno
C’è gran fermento tra i gruppi di Factory outlet
center (Foc) per accaparrarsi le ultime posizioni
disponibili. Antonio Percassi al Franciacorta affiancherà
sabato prossimo il Valdichiana a Foiano, al confine
tra Toscana e Umbria, rigorosamente vicino a un’uscita
autostradale, con un investimento di 80 milioni. Il Nord-
Est e l’area di Napoli sono le aree scoperte dove c’è il maggior
interesse. Seguono l’Adriatico e la Sicilia. Nei prossimi
12 mesi apriranno centri per un valore di 295 milioni di
euro.» con, a regime, almeno 100 punti vendita di prodotti
invenduti nella stagione precedente a prezzi scontati dal
30 al 70% - ha un bacino d’utenza da 100 a 200 chilometri,
in base alla popolazione dei centri abitati circostanti. Cosa
succederà quando tutte le posizioni valide saranno occupate?
La maggioranza degli addetti ai lavori prevede fra tre
anni la saturazione di questo genere di distribuzione, in cui
sempre più spesso si affianca un centro commerciale con
un grande ipermercato.
Tra le ricette relative al dopo-outlet ci sono due scuole di
pensiero. Quella più “commerciale” della McArthurGlen -
che ai centri di Serravalle e Castel Romano la prossima primavera
affiancherà Barberino del Mugello (per un totale di
250 milioni di investimenti, 90 solo l’ultimo) e poi Napoli
- prevede due possibili scenari: una struttura con un mix
ITALIA
In cantiere altri 300 milioni di investimenti fino al 2006: tra i nuovi spazi Molfetta e Barberino. A
Valmontone sorgerà un parco a tema.
È colpo di fulmine:
l’intimo di Pompea
abbaglia Wal Mart
L’intimo e le calze di Pompea sbarcano in America con il
gruppo Wal-Mart. L’azienda italiana ha stipulato un accordo
con il colosso della grande distribuzione statunitense per la
produzione di un’intera linea di lingerie firmata proprio Wal-
Mart. Il gruppo oltre al nuovo business con gli americani ha
già un’intesa con i magazzini inglesi Asda e con la catena di
grande distribuzione tedesca Tchibo. In Italia, invece, l’azienda
mantovana continua a perseguire lo sviluppo dei monomarca.
«Il primo negozio, spiega Andrea Albrizzi, direttore commerciale
di Pompea, è stato aperto qualche mese fa a Milano, portando
a quota 14 le boutique italiane. Ma l’obiettivo è arrivare alla fine
del 2005 con circa 60 punti vendita a marchio Pompea».
Dopo avere lanciato la linea mare uomo e donna, la famiglia
Rodella ha deciso di dedicarsi ai più piccoli. «L’accordo di
licenza per l’intimo con il marchio Barbie, osserva Albrizzi,
ci ha dato la possibilità di entrare nel segmento bimbo. E da
settembre sarà in vendita anche una linea Pompea junior».
(Maria Giardini, Finanza&Mercati del 13/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
di punti vendita sia a prezzi pieni sia a prezzi scontati, posti
vicino a un retail park, oppure la creazione di veri e propri
negozi bandiera (flagship store). L’altra opzione è quella più
“immobiliarista” dell’abbinamento tra aree commerciali e
spazi per lo svago e la cultura. Su questa lunghezza d’onda
troviamo Percassi e Giuseppe Taini, amministratore delegato
di Fashion District, che ha già outlet a Valmontone,
Bagnolo San Vito e Molfetta (investimenti totali 290 milioni,
di cui 125 a Molfetta) mentre per quello di Santhià è
stata preferita la formula del «multicentro a prezzo pieno».
Alle porte di Roma, Fashion district aprirà un parco a tema
dedicato alla magia: previsti alberghi e impianti sportivi.
Gli outlet intanto si fanno i conti in tasca. A cominciare
da Serravalle dove «nei saldi della settimana scorsa - dice
l’amministratore delegato di McArthurGlen Italia, Stefano
Stroppiana - è stato registrato un incremento delle vendite
del 20% (con l’apertura serale per tre giorni fino alle 22,
ndr)». Su base annua il giro d’affari è di 4.735 euro l’anno
al metro quadro per un totale di 140 milioni di euro. Il
numero di visitatori è invece attestato sui tre milioni l’anno.
Nei cinque anni di attività il giro d’affari di Serravalle
ammonta a 500 milioni di euro e aumenta la spesa pro
capite. (Enrico Bronzo, Il Sole 24 Ore del 13/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
Nuova etichetta
per Gattinoni
L’anno prossimo,
per festeggiare il
60° compleanno,
Gattinoni lancerà
una nuova linea di
alta moda firmata
personalmente dal
direttore artistico
d e l l a m a i s o n
romana. L’etichetta,
ancora allo studio
grafico, sarà firmata
Guillermo Mariotto
p e r G a t t i n o n i .
Intanto ieri sera la maison ha mandato in
passerella al Globe Theatre di Villa Borghese
una collezione per il prossimo inverno ispirata
ai personaggi femminili che hanno fatto la
storia d’Europa. (Finanza&Mercati del 13/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
10

La miglior difesa è l’attacco. Di fronte
alla concorrenza internazionale vince
chi si muove in anticipo, chi riesce
a crearsi una nicchia di mercato,
chi intercetta gusti e
tendenze dei nuovi
consumatori. È il caso
dell’azienda di Biella
Ermenegildo Zegna,
leader nel tessile
abbigliamento. «Nel
1978 siamo stati i
primi ad andare in
Giappone, già nel
1991 siamo arrivati
in Cina», racconta
Ermenegildo Zegna,
amministratore ANDREA TOMAT
delegato della società. Zegna definisce
la sua impresa una multinazionale
tascabile, azienda familiare,
ma condotta come una public
company: legame con il territorio
ma visione internazionale e regole di
governance che vedono nel consiglio
di amministrazione componenti
stranieri «che danno stimoli nuovi e
fanno guardare lontano».
L’85% del fatturato è realizzato
all’estero, ed è importante, secondo
ITALIA
Tomat e Zegna:
così si batte la concorrenza
Zegna, lavorare con i mercati
emergenti, oggi al 15% del fatturato,
quota che dovrebbe salire al 20
per cento. In Cina, Zegna ha creato
una joint-venture con
un operatore locale, ed
ha lanciato un secondo
marchio, proprio per
il mercato cinese, e il
progetto è aprire altri 100
punti vendita.
Altro caso di successo è
quello di Andrea Tomat,
presidente dell’Unione
industriali di Treviso
e a capo del Club
delle 15 province più
industrializzate d’Italia,
oltre che produttore di calzature con i
marchi Lotto e Stonefly.
«La calzatura sportiva ha già da
tempo, dagli anni 80, avviato un
processo di delocalizzazione e
valorizzazione dei marchi», spiega
Tomat, che sottolinea l’importanza
delle associazioni industriali in questo
processo di sviluppo delle imprese,
anche a livello di distretto.
(Il Sole 24 Ore del 13/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
Quei 54 kmq di Prada valgono oro
Cinquattaquattro chilometri quadrati di tessuto,
più o meno quanto basta per coprire tutta l’area
di Milano. Questo è quanto Prada consuma
ogni anno per confezionare le collezioni uomo
e donna di Prada e Miu Miu. Per l’esattezza
sono 3.600 chilometri di tessuto per 1,5 metri
di altezza, senza considerare fodere, interni e
imbottiture.
Nel 2004 il gruppo del lusso ha registrato ricavi
per 1,465 miliardi su 7,8 milioni di articoli, di cui
PATRIZIO BERTELLI
il 36% è rappresentato dall’abbigliamento, il 38%
dagli accessori e il 26% dalle calzature. E solo il marchio Prada, ogni anno
realizza 800 modelli tra borse tracolle e pochette, considerando le nuove
collezioni, e la replica di alcuni must del gruppo, tra cui lo zainetto in
tessuto vela. (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Zignago,
addio all’Opa
Favrin
La battaglia per Zignago è
finita. La cordata organizzata
attorno al presidente Antonio
Favrin getta la spugna e
rinuncia a sfidare l’altro
gruppo di soci, con membri
della famiglia Marzotto e
Donà delle Rose. Infatti è stato
sciolto il patto costituito da
Favrin e da alcuni membri
delle due famiglie per lanciare
un’Opa su Zignago a 18 euro
per azione. Decisione presa
in seguito alla contro-Opa da
18,6 euro per azione messa
in campo da ZiTi, società
partecipata da Marco Donà
delle Rose e da Gaetano,
Stefano. Nicolò e Luca
Marzotto, che può già contare
sul 13,84% ceduto dal conte
Pietro Marzotto il primo luglio
a 18,1 euro per azione. Quota
che, consolidata insieme alla
partecipazione complessiva
del 33,74% già in mano a ZiTi,
porta la cordata a controllare
già il 48,3% del capitale
Zignago. Una sconfitta
che Favrin incassa senza
scomporsi: «C’è un’altra Opa
che ha raggiunto una quota
consistente. È giusto che vada
avanti. Un cambiamento nei
ruoli aziendali? Dipenderà
dagli azionisti, io però non
ne vedo la necessità perché
l’azienda va bene e non
capisco cosa dovrebbe
cambiare».
La Borsa dal canto suo vede in
questa situazione d’incertezza
nuovi spunti d’investimento
anche speculativi legati al
prossimo futuro. (Il Sole 24
Ore del 13/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
11

Il glam mall
Sandretto
lancia
la sfida
all’outlet
Si chiama Glam mall.
È il nuovo format
distributivo che punta
a diventare la vera
evoluzione del retail.
In Italia, il primo aprirà
a dicembre, a Santhià
(Vercelli). L’idea è di
Massimo Sandretto
Locanin, imprenditore
torinese già noto per
essere presidente del
gruppo Fashion District
(di cui fanno parte anche
Hopa e Draco).
Si tratta di una struttura
commerciale in cui
non ci sarà spazio
per capi fallati o di
stagioni precedenti, e
quindi scontati, ma un
vero e proprio centro
commerciale del lusso,
con prime e seconde
linee di marchi noti ed
emergenti.
«Occorre rivoluzionare il
retail, spiega Sandretto.
All’interno del centro
troveranno spazio griffe
del mondo della moda
nazionale e non, ma
anche quelle legate ai
settori tecnologico e del
design». «Quello che
vogliamo sviluppare,
precisa l’imprenditore, è
un concetto d’italianità
che possa essere
riprodotto in Italia e
all’estero».
(Benedetta Vitetta,
Finanza&Mercati del
14/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
ITALIA
Non solo Cina per il Made in Italy
Non solo
Cina. Il
gigante
asiatico ha
catturato
l’attenzione
indiscussa
di politica
e imprese.
«Bisogna
girare, si
trovano
GILDO ZEGNA
pepite
in ogni
mercato», dice Ermenegildo Zegna,
amministratore delegato dell’omonima
azienda di Biella. Tra le sue mete, la
Cina, ma anche il Giappone. La crescita
è all’1,6%, ma Tokyo, racconta Zegna,
resta il punto di riferimento dell’area
asiatica: «È li che si possono osservare
le tendenze dell’abbigliamento, specie
maschile». Da Tokyo si affermano i
modelli di consumo nel continente
asiatico, dando slancio a quei prodotti
dove il nostro made in Italy è vincente:
moda, design, stile di vita.
Ma dal Giappone ci arriva anche un
rimprovero, come spiega il presidente
dell’Ice, Beniamino Quintieri: la qualità
Ops Fin.part al via
a metà agosto
non basta, servono più marchi per
imporsi. Uno sforzo che rappresenta
una chance per le piccole imprese, tanto
più che nell’area si stanno affacciando
nuovi protagonisti: a guardare i dati
della Corea del Sud, secondo uno
studio Ice-Prometeia, nel 2006 ci sarà
un raddoppio delle importazioni di
beni di consumo del sistema moda
(dal 6,4 al 13,6%), e cresceranno
anche le importazioni di mobili ed
elettrodomestici bianchi, dal 6,6 del
2005 al 14,2% del prossimo anno.
Serve una politica di marketing
sempre più mirata e più flessibile,
spiega Armando Branchini, direttore di
Altagamma (le imprese del lusso made
in ltaly): si creano macro mercati con
affinità di stili di vita e culturali, che
possono essere per le aziende italiane
nicchie molto redditizie. Un esempio,
il Medio Oriente: numeri piccoli ma
che nel giro di qualche anno secondo
le previsioni raddoppieranno. Nel Golfo
tra 3-4 anni ci sarà, racconta Branchini,
la più alta concentrazione di alberghi
di lusso per chilometro quadrato:
un’opportunità preziosa per le nostre
griffe. (Il Sole 24 Ore del 14/07/05. Estratto a
cura di Pambianconews)
Dovrebbe essere depositato in Consob il prospetto dell’offerta pubblica
di scambio di Fin.part. Il documento, fissa a cavallo della terza
settimana di agosto l’avvio delle adesioni al piano di riassetto della
holding guidata da Gianni Mazzola, in default tecnico dal luglio 2004, quando
ha mancato il rimborso di oltre 210 milioni di bond. L’intero processo
dovrebbe chiudersi nel giro di poco più di un mese.
Secondo il progetto presentato a giugno al Tribunale fallimentare, Fin.part
rimborserà il 30% dei prestiti obbligazionari (circa 238 milioni) in sei anni. Il
35% verrà invece convertito in azioni della stessa Fin.part e agli obbligazionisti
verrà inoltre consegnato un warrant esercitabile in dieci anni. L’assemblea
straordinaria della holding, che dovrà deliberare l’abbattimento del capitale,
è già stata fissata il 7 agosto. (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
12

Centoventi punti vendita
in tre anni da qui al 2007,
cioè 40 aperture all’anno,
cui si aggiungeranno eventuali
acquisizioni, crescendo rispetto agli
attuali 150 negozi, situati all’interno
dei principali centri commerciali,
e consolidandosi in Italia prima
di spostarsi anche sui mercati
stranieri. E aumentare il fatturato
consolidato dai 71 milioni di euro
del 2004 (ebitda al 16%) a
84-85 milioni nel 2005, 106
milioni nel 2006 e 130 nel
2007 (ebitda al 18-20%). È il
piano di Stroili oro, azienda
che, attraverso le insegne Stroili
oro, Franco gioielli ed Exx,
rappresenta uno degli attori
principali nel mercato italiano
della distribuzione di gioielleriaorologeria.
ITALIA
Stroili Oro pensa in grande Il Brenta si
CARLO GIANUZZI
“A giugno del 2004 L Capital (fondo
di private equity sponsorizzato dal
gruppo Lvmh, ndr) ha acquisito
Stroili oro e a dicembre dello stesso
anno il 100% di Franco trading,
proprietario dell’insegna Franco
gioielli, creando di fatto il primo
retailer italiano nella distribuzione di
gioielli”, ha spiegato Carlo Gianuzzi,
amministratore delegato di Stroili
oro e Franco gioielli.
“La nostra formula funziona molto
bene, i punti vendita generano
utili: i tre marchi hanno diverso
posizionamento e sono quindi
complementari”, ha spiegato
Gianuzzi. “Pensare ai gioielli non
più come a status symbol, ma come
simboli di eleganza alla portata di
tutti, vissuti come accessori moda
che accompagnano gli stati d’animo
e il modo di vestire di ciascuno”, ha
concluso l’a.d. (ItaliaOggi del 13/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
Tessile, arrivano i fondi anticrisi
Lunedì pomeriggio, dopo la visita del ministro in Valcamonica
l’annuncio dell’incontro a Roma. Ieri, nella sede del ministero del
Welfare, la ratifica dell’accordo a sostegno del comparto tessile
bresciano. Un via libera che si accompagna a quello che, come confermano
fonti ministeriali, interessa anche Milano e Mantova.
Le risorse che arriveranno nelle tre province, nel biennio 2005-2006, sono
quantificate in 20 milioni di euro per Brescia, 48 milioni per Milano e 15
milioni per Mantova. Di queste saranno disponibili quest’anno le prime
tranche (8 milioni per Brescia, 12 per Milano e 4 per Mantova), mentre le
somme restanti troveranno copertura nella Finanziaria 2006.
(Corriere della Sera del 14/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
difende con
l’alta qualità
La Cina per l’industria
calzaturiera italiana
può essere una grande
opportunità dal punto di
vista delle 831 aziende
della Riviera del Brenta che
producono scarpe di alta
qualità. Oppure può essere un
grave pericolo se si guardano
le cose dalla parte della
maggioranza dei produttori
italiani, anche quelli di fascia
medio-alta che comunque
non riescono a competere
con chi sforna scarpe di pari
livello qualitativo con costi di
produzione attorno ai 13-15
euro.
La divergenza di opinioni
è emersa chiaramente ieri
a Padova all’assemblea
dell’Associazione calzaturifici
Riviera del Brenta (Acrib)
dove il presidente Franco
Ballin è stato esplicito: «E’
impossibile, ha detto, vincere
la competizione basando
tutto sul prezzo. Dalla
Cina escono ogni anno 7
miliardi di paia di calzature
a un prezzo medio di 2,5
euro. L’Italia produce 250
milioni di paia ad un prezzo
medio di 25 euro. Quindi
noi dobbiamo puntare su
prodotti di qualità e di moda
con un alto valore aggiunto».
Del tutto diverso il parere del
presidente dell’Associazione
dei calzaturieri italiani (Anci),
Rossano Soldini. I dazi
servono e subito. Non è il
rimedio finale, ma consente
di dare respiro all’industria
calzaturiera di tutta Europa.
(Marino Massaro, Il Sole 24 Ore
del 14/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
13

MONDO
Serge Weinberg vuole
la rivincita su Ppr
Serge Weinberg fino a tre mesi
fa presidente di Ppr, e quindi
dei grandi magazzini Printemps,
è tornato in campo. Con la sua
nuova società di investimento,
Winberg Capital Partners, ha
infatti già raccolto 380 milioni
di euro e intende arrivare
a breve a quota 500 milioni
di euro. Per fare che cosa? A
Parigi giurano che il sogno di
Weinberg sia quello di ricon-
SERGE WEINBERG quistare Printemps. Di rilevare
i grandi magazzini dalla famiglia Pinault che a quanto
pare li vorrebbe vendere. Per centrare l’obiettivo
Weinberg avrebbe chiesto l’aiuto della famiglia Meyer,
che ha recentemente ceduto, a una cordata composta
dalla famiglia Moulin e da Bnp Paribas, i grandi magazzini
Galeries Lafayette, e sono quindi esperti del settore.
Non sappiamo se Weinberg riuscirà a convincere i
Meyer ad acquistare i magazzini Printemps, ma se ce la
dovesse fare sarebbe una bella rivincita dopo essere stato
di fatto licenziato in tronco dal giovane Pinault. Ma si sa
che la vendetta è un piatto che si consuma freddo, non
appena possibile. (Il Sole 24 Ore del 9/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
Bernard Arnault (LVMH)
è il più ricco di Francia
Bernard Arnault,
presidente e
proprietario del
leader mondiale del lusso
Lvmh, è diventato l’uomo
più ricco di Francia.
Da anni numero 2
d’oltralpe, Arnault ha
scalzato Liliane Bettencourt,
principale azionista de
L’Oreal. Lo rende noto il
BERNARD ARNAULT
settimanale Challenges,
secondo cui Liliane
Bettencourt ha abdicato a causa della flessione delle
azioni L’Oreal che ha fatto scendere il suo patrimonio
a 11,6 miliardi contro i 14,3 di Arnault. Terzo posto
alla famiglia Mulliez (Auchan). (Ansa.it del 8/07/05 . Estratto
a cura di Pambianconews)
Mango investe
22 milioni di euro
nella logistica
Forti investimenti da parte di Mango nel suo
centro logistico europeo, con sede in Spagna
a Parets del Valles: l’obiettivo è raddoppiare la
velocità di distribuzione dei prodotti nei circa 800
store sparsi in 80 Paesi del mondo. Gli investimenti
sono quantificabili in 22 milioni di euro.
Il fashion retailer ha deciso di concentrare i propri
sforzi su Parets del Valles, il potenziamento del
centro si inserisce in un più ampio piano di
stanziamenti per 44 milioni di euro entro fine
2005, che include 20 milioni per finanziare
opening di spazi e, parallelamente, rafforzare la
voce “IT”. (Fashionmagazine.it del 8/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
L’Oréal: il fatturato
semestrale sale
del 4,1%
Aumentano del 4,1% (su base comparabile),
i ricavi semestrali di L’Oréal, che beneficia
dell’indebolimento dell’euro e di una ripresa
dei consumi in Europa occidentale, evidenziatasi nel
secondo trimestre. Il gruppo, tra i maggiori produttori
al mondo di cosmetici, è positivo sulla chiusura
dell’esercizio.
Il giro d’affari totale della società guidata da Lindsay
Owen-Jones ha raggiunto i 7,16 miliardi di euro,
grazie anche a una crescita semestrale sopra il 7%
(a periodi comparabili) in Nord America e pari al
12,6% nel resto del mondo, trainato dall’Est Europa
(+26,1%). Il business maggiore, quello legato ai
prodotti destinati alla grande distribuzione, ha
totalizzato 3,8 miliardi di euro, in progresso del
4,1%, ma la performance migliore è stata messa a
segno dal settore “cosmetique active”, vale a dire la
dermocosmesi distribuita nelle farmacie (marchi
Vichy e La Roche Posay), che ha segnato un +13,1%
per un totale di 560 milioni di euro. (Elisabetta
Fabbri, Fashionmagazine.it del 12/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
14

La scommessa italiana
di mister Boyle
MONDO
Chi guarda Mtv e Eurosport conosce già gli eroi di
Columbia Sportswear Company: una mamma tostissima
e un figlio apparentemente pasticcione, coinvolto
in gag divertenti che mettono a dura prova i suoi indumenti; ed
è la mamma, a fine spot, a fare da autoritaria garante della loro
qualità. Non tutti sanno, però, che mamma Gert e suo figlio
Tim Boyle sono rispettivamente presidente e amministratore
delegato di un gruppo americano che fattura più di un miliardo
di dollari: una public company, leader nella produzione di
abbigliamento outdoor, giacche da sci, parka, kway, giubbotti
reversibili, sfoderabili, waterproof, oltre che tshirt, pantaloni multitasche,
sneaker tecniche, scarponcini al titanio, sandali anfibi e
quant’altro. Mr Boyle precisa: «Noi dividiamo i nostri prodotti in
quattro categorie: l’outerwear, i capispalla per il tempo libero, il
42% del fatturato, lo sportswear vero e proprio, cioè pantaloni,
camicie, pile, maglioni (il 36%), calzature (il 17%) e accessori: 50
milioni di pezzi all’anno, suddivisi nelle due collezioni invernale
e estiva». «Siamo sul mercato italiano dagli anni '90, seppure
in modo ridotto, con il nostro quartier generale di Imola, dice
Boyle. E l’Italia la conosco perché ci vengo in vacanza. Un anno
fa è nata Columbia Italia: vogliamo sviluppare la rete di vendita
già esistente e investire in marketing, pubbliche relazioni e
showroom». (Minnie Gastel, Affari&Finanza del 11/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
Burberry in crescita si
compra Taiwan
In attesa del fattore Taiwan, le nuove
aperture in Spagna e Asia danno sprint
alle vendite di Burberry. Ieri il gruppo
del lusso inglese guidato da Rose Marie
Bravo ha annunciato di avere chiuso
il primo trimestre con un fatturato di
113,7 milioni di sterline, in crescita
del 10% rispetto allo stesso periodo
del 2004.
«È’ stata un’ottima partenza», ha commentato
il direttore finanziario della
ROSE MARIE BRAVO
società Stacey Cartwright. Nei primi tre
mesi del nuovo esercizio Burberry ha incrementato la superficie di
vendita dell’8% circa e intende mantenere questo livello per l’intero
anno fiscale. Intanto Burberry è in attesa di chiudere l’acquisizione
di tutti i suoi distributori di Taiwan per 9 milioni di sterline. La data
è fissata per agosto. Dall’operazione si attende un incremento di 2
milioni di sterline sul risultato operativo del gruppo. L’annuncio di
ieri ha dato fuoco al titolo, che a Londra è salito del 6,43 per cento.
(Gaia Scacciavillani, Finanza&Mercati. Estratto a cura di Pambianconews)
La Cina affascinata
dal lusso
I
cinesi stanno
scoprendo i
prodotti di
lusso e hanno
stili di consumo
s e m p r e p i ù
occidentali. I
primi acquirenti
s o n o s t a t i i
dirigenti delle
a z i e n d e , i n
cerca di status
symbol. Adesso
si affacciano al
mercato le donne
e i bambini. «Il mercato dei prodotti di alto
livello, quelli che cadono nella fascia luxury e
nella cosiddetta fascia bridge, immediatamente
sottostante, è ancora molto limitato»,
commenta Oscar Marcheggiani, consulente di
Arthur D. Little. La prova di quanto sia amato
il made in Italy sono i tantissimi marchi “similitaliani”
che invadono i negozi cinesi e spesso
convivono nello stesso centro commerciale
con le versioni autentiche dei grandi marchi
internazionali. «Nelle fascia luxury quasi il 50%
dei marchi presenti in Cina è italiano, dichiara
Marcheggiani, nelle boutique degli hotel si
vedono comunemente Gucci e Prada, mentre
Zegna ha già una rete di 50 negozi e Ferragamo
di 30, con Armani che ha invece scelto di
avere tre punti vendita di altissima selettività».
«L’apparenza è migliore della sostanza: l’export
annuo di abbigliamento italiano in Cina è pari
a 50 milioni di euro e molti italiani preferiscono
affidare le loro collezioni a un distributore
locale, senza investire per crescere. Sono pochi
quelli che hanno messo in campo le strutture
di gestione e controllo per arrivare magari a 100
negozi». (Il Sole 24 Ore del 11/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
15

Louis Vuitton protegge vista e bilancio
Louis Vuitton ci vede sempre meglio. E, portando avanti
la strategia della diversificazione, dopo la gioielleria si
lancia nel mondo dell’occhialeria. La griffe francese,
che appartiene al colosso del lusso Lvmh, a partire dal
prossimo inverno metterà sul mercato la prima collezione
di occhiali da sole firmati con il monogramma
Lv. Rimanendo in sintonia con la filosofia del marchio,
però, l’intera linea non solo sarà venduta esclusivamente
nei negozi monomarca della maison, ma avrà anche
una produzione limitata. I modelli, realizzati in pochi
pezzi da artigiani della regione francese dello Jura, si
articoleranno in sei linee femminili, due maschili e
quattro unisex, tutte ispirate all’eleganza degli anni
Quaranta e Cinquanta. Niente grandi aziende del setto-
MONDO
La griffe del gruppo Lvmh si lancia nel business degli occhiali da sole. Prodotti da artigiani dello
Jura e con lenti Zeiss.
re, dunque, ma solo l’esperienza dei vecchi maestri artigiani
per conservare il concetto di lusso e di qualità che
caratterizza ogni prodotto della maison. Per assicurare,
poi, una perfetta protezione dai raggi ultravioletti è stata
interpellata la Zeiss, multinazionale tedesca specializzata
nell’ottica. Spetterà a questa azienda produrre lenti ad
alta protezione, con tanto di brevetto depositato. La presentazione
ufficiale al mercato italiano è stata fissata per
il 21 luglio. Non è la prima volta, però, che compaiono
in passerella lenti Vuitton. Il primo esperimento risale
allo scorso aprile, quando il direttore creativo della casa,
Marc Jacobs, decise di accompagnare le sue creazioni a
una linea di occhiali in edizione limitata, sviluppata in
collaborazione con il rapper Pharrell Williams. Quella
volta fu un successo. Da ripetere. Così, dal prossimo
anno il business di Louis Vuitton si arricchirà di una
nuova entrata, che dovrebbe fare lievitare i ricavi di
Lvmh.
Il primo trimestre del 2005, comunque, è partito con il
segno positivo per il gruppo del lusso francese (più 11%
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con vendite
consolidate a 3,082 milioni di euro), grazie anche
al settore moda e pelletteria (più 10%), di cui Vuitton è
il portavoce principale. Le nuove borse con le ciliegine
sono andate letteralmente a ruba. Ora si attende la performance
degli occhiali. (Cristiana Provera, Finanza&Mercati del
12/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Così Lacroix vuol fare l’americano
Christian Lacroix diventa sempre più americano. La griffe francese, creata nei
primi anni 80 da Bernard Arnault e passata nelle mani della compagnia Usa
Falic Group agli inizi del 2005, è pronta a rilanciarsi proprio in territorio statunitense.
Punto strategico della nuova gestione sarà la distribuzione nei Duty Free americani,
core business dei fratelli Falic con un giro d’affari di 620 milioni di dollari. Stando alle
ultime dichiarazioni rilasciate da Simon Falic, nuovo proprietario e direttore di Lacroix, il
brand arriverà molto presto in 20 aeroporti Usa, portando con sé una nuova collezione
di pelletteria. Per incrementare il giro d’affari proveniente da Oltreoceano, attualmente
fermo al 10% del totale, sarà inaugurata una boutique al Forum Shops di Las Vegas,
mentre è in via di definizione la location per la creazione del primo flagship store a
New York, con showroom annesso. Una politica nuova per la griffe, ma necessaria per
risollevare le sorti del marchio. La società dei fratelli Falic, infatti, ha rilevato Lacroix dal
colosso del lusso francese Lvmh dopo anni di rosso. L’obiettivo del gruppo americano
è, quindi, giocare in casa per conquistare un nuovo pubblico e far salire velocemente
al 30% le vendite provenienti dagli Usa. Secondo passo sarà la conquista del mercato
Sudamericano. «Onestamente credo che in cinque anni potremo raddoppiare il volume
delle vendite, e magari anche prima», ha dichiarato Simon Falic alla stampa americana. Il
tutto senza togliere alla griffe l’allure francese, assicurata dalla conferma dello stilista alla
direzione creativa per i prossimi cinque anni. (Cristiana Provera, Finanza&Mercati del 9/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
16

Levi Strauss & Co: giù i
ricavi nel semestre, ma
crescono gli utili
MONDO
Cartier si fa bello
con un lifting di tre anni
Cartier si rifà il look. In Italia e nel mondo. Le oltre 200
boutique del marchio che appartiene alla galassia del
lusso Richemont sono in fase di restyling, a cominciare
dall’Italia, dove ci sono 13 punti vendita. «Abbiamo appena
completato il rifacimento della boutique di Venezia, nel 2002 è
stato il turno di quella di via Montenapoleone, spiega Giacomo
Bozzi, presidente e amministratore delegato di Richemont
Italia. Attualmente sono in corso i lavori a Roma, dove stiamo
ristrutturando e ampliando gli interni, sulla base di un concept
pensato dall’architetto Bruno Moinard. L’opera di restauro delle
boutique Cartier durerà per i prossimi tre anni».
(Il Sole 24 Ore del 8/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Diminuisce il fatturato, ma aumentano l’utile operativo
e gli utili netti per Levi Strauss & Co. Il gruppo ha
chiuso il primo semestre del 2005 con una perdita
dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2004, passando da 959
a 944 milioni di dollari. Il calo è stato determinato soprattutto
dalla diminuzione delle vendite negli Stati Uniti e dalla forte
contrazione del mercato in Europa, controbilanciate solo
in parte da una crescita in Asia. Il brand che ha registrato le
perdite maggiori all’interno del gruppo è stato Dockers, che
ha visto scendere del 21,4% il proprio fatturato a cambio
costante nei primi sei mesi dell’anno. Balzo in avanti, invece,
per l’utile operativo del gruppo, che raggiunge i 145 milioni
di dollari, corrispondenti al15% dei ricavi, e mette a segno un
+84% rispetto ai 79 milioni (pari all’8% dei ricavi) di un anno fa.
Questo aumento è dovuto principalmente a una combinazione
favorevole di prodotti con maggior margine di guadagno
venduti in Asia ed Europa, costi di produzione ridotti e valute
straniere più forti, ma anche a un aumento delle royality
provenienti dalle licenze. (Fashionmagazine.it del 13/07/05. Estratto a
cura di Pambianconews)
Un leggero cedimento
per le vendite di Gap
Lieve calo nelle performance del fashion retailer americano
Gap, nelle 22 settimane chiuse lo scorso 2 luglio: le
vendite sono arretrate dell’1% a quota 6,3 miliardi
di dollari e del 4% su base like-for-like. Nello stesso periodo
del 2004, le vendite si erano portate avanti del 4%. Stabile in
particolare il mese di giugno, con ricavi all’estero in progresso
dell’1%. (Fashionmagazine.it del 13/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Moulin licenzia il
55% del personale
di Hong Kong
Moulin Global Eyecare Holdings ha fatto
sapere venerdì scorso che i liquidatori
provvisori e il management hanno
licenziato circa 100 persone a Hong Kong e che
l’amministratore Dicky Tong ha presentato le
proprie dimissioni con effetto dal 23 giugno.
Moulin deve affrontare un’istanza di liquidazione
proposta da circa 30 banche creditrici guidate da
HSBC Holdings Plc. L’azienda ha dichiarato che
i dipendenti in esubero rappresentano il 55% del
personale che opera a Hong Kong.
L’azienda ha inoltre confermato che il presidente,
il
direttoregener
a l e e
altri tre
membri
d e l l o
s t a f f
sono stati arrestati dalla polizia di Hong Kong e
successivamente rilasciati su cauzione. Secondo
una fonte vicina agli inquirenti, gli arresti sono
collegati all’inchiesta per frode per 1,6 miliardi di
dollari di Hong Kong (205 milioni di dollari Usa)
condotta dal Commercial Crime Bureau.
La società ha inoltre aggiunto che le indagini
della polizia proseguono, così come l’indagine
condotta presso l’azienda dai liquidatori provvisori
su presunte irregolarità contabili.
Secondo le dichiarazioni di Moulin la controllata
statunitense Eye Care Centers America, Inc. non
ha presentato istanza di fallimento negli Stati
Uniti e continua a operare normalmente. Sono
inoltre operative altre divisioni della società, a
livello di produzione, distribuzione e vendita al
dettaglio.
Un tribunale di Hong Kong ha nominato i liquidatori
provvisori come ultimo tentativo per salvare
l’azienda oppressa dai debiti. Roderick Sutton,
Amministratore Delegato di Ferrier Hodgson,
liquidatori provvisori di Moulin, ha rivelato a
Reuters che il numero degli interessati all’acquisto
delle attività di Moulin si aggira tra i 20 e i 30.
Sutton ha dichiarato che a giorni sarà stabilita la
data entro la quale presentare le offerte. (Reuters
del 13/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
17

INTERVISTA DELLA SETTIMANA
PARLA MORENO MARTINELLI AD DEL MAGLIFICIO TATTICA
Qualità, innovazione del prodotto
e attenzione al consumatore
sono le chiavi del nostro successo
Il Maglificio Tattica, con i
suoi marchi BECOME-A e
PALOCA sta mostrando una
forte dinamicità. Quali sono stati i
fattori determinanti della crescita
dell’Azienda?
Direi la continua evoluzione del
prodotto, con proposte sempre
innovative e in sintonia con le
richieste del mercato sempre più
frenetico.
Siamo attentissimi, ad esempio,
ai materiali usati, ai lavaggi e ai
trattamenti sempre più ricercati
e particolari. Altro punto di forza
dell’azienda Tattica è sicuramente
il rapporto con il cliente ed il
servizio che diamo allo stesso:
il nostro interlocutore sa che
può contare su una proposta di
collezione estremamente vasta, sia
per quanto riguarda il numero di
articoli sia per quanto concerne la
proposta colori. Il nostro cliente sa
che in stagione può contare sulla
possibilità quasi totale di riassortire
gli articoli acquistati in campagna
vendita.
Qual é il plus distintivo del vostro
prodotto rispetto ad altri marchi
giovani?
Credo sia il rapporto qualità/
prezzo. Il nostro è un prodotto
qualitativamente alto, e si posiziona
su una fascia prezzi media, dando la
possibilità al consumatore di vestire
alla moda a prezzi accessibili.
Può dirci qualcosa sulle strategie
future della sua Azienda?
Innanzitutto è allo studio una
collezione Donna, che dovrebbe
uscire a gennaio 2006.
Per noi è un progetto ambizioso,
ma date le pressanti richieste della
nostra clientela credo che metteremo
tutto il nostro impegno per far sì
che questo progetto possa diventare
realtà quanto prima. Stiamo poi
perseguendo l’obiettivo di alzare
lo standard qualitativo del nostro
prodotto, utilizzando materiali più
pregiati e dalle composizioni più
nobili.
Come è strutturata la vostra rete di
vendita in Italia e all’estero?
A livello nazionale il territorio è
coperto capillarmente attraverso una
rete di agenti. Per quanto riguarda
l’estero, misceliamo le figure di agente
al dettaglio e distributore diretto, a
seconda dello stato.
Per il nord Europa la distribuzione è
fatta da agenti al dettaglio mentre per
l’est europeo, l’estremo oriente e gli
USA prevalgono grande distribuzione
e distributori.
L’innovazione di prodotto è un
“must” per le Aziende, soprattutto
nell’attuale situazione di mercato.
Qual è la vostra strategia in
quest’area?
Beh, può anche sembrare una
risposta banale, ma purtroppo
la verità è che bisogna essere
estremamente attenti ai
messaggi che il mondo
che ci circonda ci dà
quotidianamente.
Innovazione vuole dire sia
attenzione a nuovi materiali,
a nuovi trattamenti, a nuove
tecnologie, a nuove strutture
di tessuti ecc, ma anche
riuscire a “modellare” le
collezioni che si creano
rendendole adatte ad un
consumatore sempre alla
ricerca di qualcosa di nuovo.
Il mondo della moda vive
molto di prodotto, ma
anche di comunicazione.
Qual è la vostra politica su
questo tema?
La mia azienda, da sempre,
ha scelto di “comunicare con
il prodotto”. Non abbiamo
mai pianificato campagne
pubblicitarie di rilievo, ci
siamo “dedicati” da sempre
al cliente, servendolo nel
migliore dei modi e mettendolo in
condizione di operare nel miglior
modo possibile, dandogli la possibilità
di riassortire la merce in stagione e
soprattutto consegnando un prodotto
di qualità ad un prezzo altamente
ragionevole. (A cura di Pambianconews)
18

AZIENDA
DEL MESE
PARLA GIANNI PIERACCIONI AMMINISTRATORE DELEGATO
Puntiamo a privilegiare la crescita
organica dei marchi in portafoglio
"Quest’anno ci aspettiamo una crescita significativa dei fatturati tra il
15% ed il 20%".
GIANNI PIERACCIONI
Quali sono le previsioni di fatturato
e utili per l’esercizio 2005 di
Sector Group?
Quest’anno ci aspettiamo una crescita
significativa dei fatturati tra il
15% ed il 20%, dopo un anno difficile
come il 2004, durante il quale
l’azienda si è concentrata su azioni
di razionalizzazione, aumento di
efficienze e “pulizia” del portafoglio.
Il lavoro dell’anno scorso ha
funzionato da trampolino per la
crescita sostenuta che stiamo registrando
attualmente. Riguardo agli
utili, l’obiettivo del 2005 è raggiungere
livelli di redditività che ci permettano
di continuare a finanziare
l’ulteriore crescita futura.
Negli ultimi anni Sector Group
ha avuto tassi di crescita molto
elevati, sia per crescita interna
che attraverso accordi di licenza
e/o acquisizioni. Questa strategia
continuerà anche in futuro?
A partire dalla seconda metà dello
scorso anno abbiamo preso la decisione
strategica di privilegiare la
crescita organica, interna, delle marche
già in portafoglio. In particolare,
la nostra priorità è rappresentata
dalle marche di proprietà (Sector
in primis e Philip Watch a seguire).
Ci conforta rilevare che il grande
motore della crescita di quest’anno
sia proprio il nostro flagship
brand, Sector. Per ciò che concerne
le licenze attualmente in nostro
portafoglio, ovviamente hanno un
ruolo importante per la crescita dei
nostri fatturati, ruolo che varia geograficamente
a seconda della griffes
in questione. In questo momento le
maggiori soddisfazioni ci vengono
dalle licenze Pirelli PZero in Italia e
Moschino e Valentino all’estero.
In futuro prevede altri accordi
di licenza con players italiani o
internazionali?
Il nostro approccio a nuove licenze
sarà, se posso dire così, attendista:
non cerchiamo nuove marche
attivamente, ma certamente valuteremo
di volta in volta le eventuali
vere opportunità che dovessero
materializzarsi. Di sicuro, con un
portafoglio già composto da ben 8
licenze non ci manca al momento
carne da mettere al fuoco...
Sector Group
Luglio 2005
Quali sono gli obiettivi che intendete
portare avanti nel prossimo
anno e con quali strategie?
Vogliamo riprendere prepotentemente
il posto che ci compete
nel mercato italiano dell’orologio
e sfruttare al meglio le opportunità
di crescita che offrono i mercati
internazionali. Per quanto riguarda
l’Italia, parafrasando il titolo di un
grande successo cinematografico
degli anni ‘80 con Michael J.Fox e
Christopher LLoyd, la nostra strategia
sarà quella del “Ritorno al
futuro”... attaccare il futuro con le
armi che meglio hanno funzionato
in passato: focalizzazione su Sector,
innovazione di prodotto, tanta pubblicità
e tante attività di sell-out,
cioè le cose che hanno fatto grande
il passato della nostra azienda.
Riguardo alle griffes in licenza, in
Italia vediamo grandi opportunità
nell’allargamento distributivo di
Just Cavalli e nell’ampliamento di
gamma della linea Pirelli PZero.
All’estero, privilegeremo i mercati
emergenti e le Americhe, dove
svolgeranno un ruolo prominente,
accanto a Sector, marche come
Valentino e Moschino.
Quali sono oggi i mercati più
interessanti? Quali programmi
avete sui mercati emergenti del
Far East e in particolare della
Cina?
19

In questo momento siamo in grande
espansione negli U.S.A., un mercato
che combina potenziale di
crescita (non dimentichiamo che
il numero di orologi al polso dell’americano
medio è un quinto di
ciò che detiene l’italiano medio) ad
una predilezione del consumatore
per gli orologi sportivi e per le griffes
del Made in Italy. Cresciamo anche
molto nei Paesi del Golfo ed in
Russia, dove le nostre licenze sono
particolarmente apprezzate. E non
voglio dimenticare Francia, Belgio,
Olanda, Portogallo e Grecia, Paesi
della Vecchia Europa dove la nostra
azienda non ha minimamente percepito
i venti di recessione, tutt’altro...
In prospettiva futura a breve
termine, mercati come Messico,
Brasile e Giappone sono al centro
delle nostre attenzioni e vi stiamo
già penetrando da qualche tempo.
A medio termine, è ovvio il nostro
interesse per Cina ed India. In Cina
possiamo contare su business partners
che hanno già espresso grande
interesse nei nostri marchi, nonché
sul presidio territoriale fornito dalla
nostra filiale di Hong Kong, men-
tre per l’India cominceremo
a breve una rapida attività
d’esplorazione.
Da alcuni anni state investendo
fortemente in comunicazione.
Quali risultati
avete ottenuto in termini
di immagine sul prodotto e
sull’Azienda?
Guardi, al proposito devo
confermarle dei dati che
vanno ben al di là delle
aspettative che personalmente
avevo quando ho colto la
sfida di guidare quest’azienda.
Credevo che il ricordo delle
epiche campagne pubblicitarie
del passato fosse sopito e
che sull’immagine dei nostri
prodotti fosse inevitabilmente
caduta una patina di polvere
dai tempi di Patrick De Gaillardon
ad oggi. Ebbene, una ricerca Usage
& Attitude eseguita dal noto istituto
di ricerca Astra nel marzo scorso
dimostra che la brand equity di
Sector è tuttora fortissima e radicata
negli attributi d’immagine costruiti
con le campagne del passato, per i
quali il nostro brand supera tutti i
suoi molti concorrenti.
Qual è il vostro target ideale
di consumatore?
Avendo un portafoglio di dieci
marchi ovviamente ne abbiamo
di consumer targets a cui
rivolgerci. Se Sector si rivolge
prevalentemente a maschi dai
18 ai 45 anni, griffes come
Cavalli, Valentino o Moschino
parlano ad un pubblico più
femminile. E poi c’è Philip
Watch, la linea di orologi classici
per un consumatore intenditore
ambosessi di fascia medioalta.
Pirelli PZero, Benetton e
Sisley hanno poi dei consumer
targets davvero molto differenti
fra loro per età, stile di vita,
Sector Group
Luglio 2005
gusti e potere acquisitivo. Se dovessi
davvero essere costretto a sintetizzare,
direi che il nostro target ideale è
un consumatore attratto dal meglio
del design italiano applicato alla
migliore capacità tecnica orologiaia,
una sintesi che aspiriamo ad ottenere
tutti i giorni nel nostro lavoro in
Sector Group.
In un mercato globale la dimensione
diventa sempre più importante
e ciò vale anche per Sector.
Come intende affrontare il problema
della crescita?
L’ho accennato prima... “ritornando
al futuro”! Crescita è una parola che
per decenni è stata abbinata alla
nostra azienda ed ai nostri marchi.
Se torniamo alle nostre radici di
marketing e continuiamo a proporre
innovazione e qualità al mercato,
come stiamo facendo già, non vedo
limiti interni alla nostra crescita. Gli
ostacoli possono essere l’andamento
dei mercati e la concorrenza,
ma sono ostacoli comuni a tutti gli
attori del mercato, e siamo pronti a
giocarcela alla pari. Dopo tutto, mai
come oggi manteniamo la convinzione
che... Sector No Limits!
20

I marchi in portafoglio
Sector Group progetta, produce e distribuisce orologi con 12 differenti marchi tra loro complementari, che
beneficiano delle forti sinergie createsi soprattutto nell’ambito dell’integrazione a monte e a valle della catena
del valore
I marchi di proprietà
SECTOR
Il marchio Sector è oggi leader nel settore dell’orologeria sportiva di
fascia media, rappresentando un fenomeno sociale e di costume.
Sector, la cui origine è legata alla “sfida” nel mondo dello sport
estremo, ha rappresentato e rappresenta per il pubblico più che
un semplice orologio, uno stile di vita basato su valori quali la sfida,
il coraggio e la determinazione. Il target di riferimento è maschile,
giovane ed attento alle tendenze, ma soprattutto esigente nella ricerca
della qualità e dell’affidabilità del prodotto che sceglie.
Sector offre una gamma di prodotti sportivi, il cui punto di forza è
rappresentato dalla costante ricerca di design e dall’attenzione alla
qualità dei materiali e dei movimenti (vetro zaffiro, acciaio (316L),
swiss movement e swiss made). Il marchio Sector comprende
un’ampia gamma di modelli che soddisfano le più svariate esigenze:
dal prodotto di design al classico modello sportivo.
PHILIP WATCH
Il marchio Philip Watch è sintetizzabile nella frase “grande
tradizione orologiera che si rinnova” dal 1858. Philip Watch
costituisce l’anima storica di Sector Group.
Punto di forza del marchio è la combinazione tra l’originale
creatività italiana con la qualità della tradizione svizzera. La
costante e continua ricerca della qualità del prodotto, la cura dei
dettagli, la ricerca dei materiali, abbinata ad una forte attenzione
all’aspetto stilistico, rendono l’orologio Philip Watch adatto
all’uomo sicuro di se stesso che non si lascia condizionare dalle
mode del momento.
Con il marchio Philip Watch, forte degli ingenti investimenti nella
ricerca e nello studio di design, vengono proposte due linee di
orologi, acciaio e oro, che pur rispettando la tradizione, precorrono
le tendenze del futuro, in linea con le esigenze dei consumatori
più attenti ai dettagli d’innovazione stilistica ed alla qualità degli
orologi che indossano.
I marchi in licenza
Sector Group
Luglio 2005
ROBERTO CAVALLI TIMEWEAR (marzo 2000)
La griffe Cavalli racchiude in sé estro ed originalità, esprimendo la forte personalità e la spiccata ecletticità dello
stilista Roberto Cavalli, che nasce e si forma in un ambiente dalle forti tradizioni artistiche. Il medesimo spirito si
ritrova anche nello stile orologi degli orologi, pensati per un pubblico che ama distinguersi in modo aggressivo
ed elegante. Gli orologi della linea Roberto Cavalli Timewear evidenziano una grande cura dei dettagli, hanno
casse con forme particolari, bracciali e fibbie irregolari, quadranti con finiture originali e per i cinturini utilizzano
materiali ricercati come le pelli di serpente.
21

JUST CAVALLI TIME (gennaio 2002)
PZERO TEMPO (gennaio 2002)
Sector Group e Pirelli hanno siglato un contratto di licenza, con
valenza mondiale, per la produzione di orologi della linea PZero,
denominati PZero Tempo. Gli orologi firmati PZero Tempo, la cui
produzione beneficia delle forti sinergie e della stretta collaborazione
tra Pirelli, Sector Group e Bulgari (il loro design è stato infatti studiato
e sviluppato dal centro stile di Bulgari, che, partendo dall’icona di
Pirelli, il pneumatico, ha realizzato un orologio mettendo in forte
risalto le caratteristiche del marchio) si contraddistinguono per una
forte componente
sportiva e sofisticati
movimenti tecnologici,
sintesi di un design
profondamente
innovativo
caratterizzato da un
utilizzo di materiali
rivoluzionari
nell’ambito del settore
dell’orologeria.
Sector Group
Luglio 2005
Just Cavalli è la linea
disegnata da Roberto
Cavalli per i giovani che
hanno deciso di vivere
il nuovo millennio in
libertà, considerando la
moda come un gioco
continuo. Gli orologi
della linea Just Cavalli
Time riflettono lo stile
Roberto Cavalli in
versione più giovane,
sono facili da portare e
funzionali. Colore, pelli
e tessuti con stampe
dai motivi originali e
fortemente identificativi
si ritrovano anche nella
nuova collezione di
orologi Just Cavalli Time.
VALENTINO (ottobre 2002)
La notissima griffe rappresenta una delle case di moda italiane
più prestigiose a livello internazionale, con una tradizione di
quarant’anni di successi e di eleganti creazioni che hanno segnato
la storia dell’alta moda. La collezione di orologi Valentino, raffinata
e sofisticata, si compone di veri e propri orologi gioiello, impreziositi
da pietre dure, brillanti Swarovsky e bracciali in chiffon di seta, vero
22

coccodrillo o vitello naturale. Ispirati a bracciali, fibbie e fermagli Valentino, ripropongono alcuni elementi
caratteristici della maison, quali il logo V, la preziosità e la ricercatezza in
ogni dettaglio, i colori rosso, nero, rosa e le tre pietre dure più amate dallo
stilista (il corallo, il turchese e l’onice).
La collezione, che è distribuita dal marzo 2003, occupa una fascia di prezzo
medio-alto nel segmento degli orologi griffati, in coerenza con l’immagine e
il posizionamento del marchio Valentino.
MOSCHINO (luglio 2002)
Sector Group e Moschino S.p.A. hanno siglato un contratto di licenza per
la produzione di una collezione di orologi firmata Moschino. Gli orologi
firmati Moschino, la cui produzione è supervisionata direttamente dai
designer della casa di moda, si caratterizzeranno per una forte personalità
e creatività. La collezione, realizzata per un pubblico giovane, maschile
e femminile, si pone l’obiettivo di abbattere gli schemi della moda
convenzionale e ruota intorno agli elementi forti e distintivi della griffe,
come la scelta dei colori (il rosso, il nero e l’oro per la sera e il bianco e il
crema per il giorno) e l’utilizzo dei pendagli a forma di cuore, di “peace”, di
cornetto e di “M”, creando un accessorio moda che riprende le icone senza
tempo del grande stilista.
MARIELLA BURANI
Sector Group e Mariella Burani hanno siglato un contratto di licenza
quinquennale per la realizzazione, produzione e distribuzione delle collezioni di
orologi con il marchio Mariella Burani.
La prima collezione di orologi della casa di moda, realizzata dal team dei
designer di Sector Group in stretta collaborazione con gli stilisti di Mariella
Burani Fashion Group, è stata lanciata sul mercato nell’aprile 2004. Gli orologi,
caratterizzati dall’attenzione ai dettagli stilistici, sono espressione della filosofia di
Mariella Burani, che si propone a una donna forte e decisa, ma allo stesso tempo
romantica e femminile.
Sector Group
Luglio 2005
SISLEY e UNITED COLORS OF
BENETTON (gennaio 2003)
Gli accordi siglati tra Sector Group e il
Gruppo Benetton prevedono il lancio di
quattro collezioni all’anno per ciascun
marchio, seguendo i ritmi della moda, ossia
una collezione autunno-inverno e una
primavera-estate con flash intermedi.
Gli orologi firmati United Colors Benetton
sono caratterizzati da un design innovativo
e materiali tecnologicamente avanzati, a cui
si uniscono scelte cromatiche in linea con il
mondo di riferimento del marchio. I prezzi
degli orologi delle collezioni sono in linea
con il mercato degli orologi-accessori di fascia
media.
23

M&A
Luxottica a Pechino,
venderà occhiali ai cinesi ricchi
Luxottica cresce in Cina, aggiungendo ai 70 negozi
posseduti a Hong Kong altri 79 punti vendita
a Pechino. Il gruppo di Leonardo Del Vecchio
ha annunciato l’acquisto del 100% di Beijing Xueliang
Optical Technology, società cinese leader sul mercato
degli occhiali da vista di fascia alta, dove nel 2004 ha
realizzato 10 milioni di euro di fatturato. Per il 100%
Luxottica ha pagato 17 milioni di euro, accollandosi 4
miliardi di debiti.
Il gruppo di Agordo diventa così «uno dei principali
attori del mercato retail cinese, con un totale di 149
negozi», ha detto Del Vecchio, spiegando che quella di
Xueliang Optical è «un’acquisizione particolarmente
significativa poiché rafforza la nostra presenza in quello
che sta rapidamente diventando uno dei più importanti
Neiman Marcus:
in agosto
l’approvazione
del merger
Neiman Marcus Group ha fissato per il
prossimo 16 agosto uno “special meeting”
degli azionisti: saranno chiamati a
votare l’acquisizione del luxury retailer da parte
dei fondi Pacific Texas Group e Warburg Pincus.
Il merger dovrebbe completarsi nel corso del
prossimo trimestre fiscale.
La vendita a Pacific Texas Group e Warburg
Pincus ammonta a 100 dollari in contanti per
azione, pari ad un valore totale di 5,1 miliardi
di dollari.
Il gruppo Neiman Marcus comprende, oltre agli
omonimi department store, i negozi Bergdorf
Goodman, il business delle vendite su catalogo e
online e la maggioranza di Kate Spade (accessori)
e Gurwitch Products (cosmetici a marchio Laura
Mercier). (Fashionmagazine.it del 12/07/05. Estratto a cura
di Pambianconews)
mercati del mondo per gli occhiali di fascia alta». La
logica dell’operazione è legata quindi all’aumento della
domanda di beni di lusso, in un Paese dove la classe
media e il ceto elevato, che da soli rappresentano i
due terzi dei consumi totali dell’intera Cina, stanno
crescendo rapidamente. Per Luxottica, secondo diversi
operatori di Borsa, l’espansione in Cina potrebbe andare
avanti anche più rapidamente di quanto prevedono i
piani. L’opportunità sarebbe rappresentata da Moulin
Global Eyecar, il gruppo cinese con sede a Hong Kong
che l’anno scorso aveva sfidato proprio Luxottica nella
conquista dell’americana Cole International, a colpi di
Opa e rilanci, alla fine dei quali ha visto Del Vecchio
mettendo sul piatto 500 milioni di dollari. (Corriere della
Sera del 8/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
Bear Stearns merchant
banking calza le scarpe
di Stuart Weitzman
Bear Stearns Merchant Banking calza le scarpe
di lusso di Stuart Weitzman. Il fondo di private
equity del gruppo newyorkese ha acquisito una
partecipazione del 40% nella griffe delle scarpe che
valgono un fatturato di cento milioni di dollari all’anno.
«Stuart ha una visione molto chiara del futuro della sua
azienda, ha detto Richiard L. Perkal, direttore operativo
di Bsmb. Non cercava solo del capitale, ma qualcuno
in grado di aiutarlo a realizzare i suoi obiettivi». Ovvero
crescere a ritmi più sostenuti ed espandersi, con nuovi
monomarca negli Stati Uniti e in Europa. Non solo.
In progetto ci sono impianti produttivi più efficienti,
assunzioni e il lancio di tre nuove linee: borse e scarpe
per uomini e per bambini. (Finanza&Mercati del 8/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
24

APERTURE MONOMARCA
Stefanel inaugura
in Germania
La società ha
inaugurato un
nuovo store a
Dusseldorf. La
nuova apertura
si inserisce nella
strategia del
management
di Stefanel di
r a f f o r z a r e l a
presenza in Germania che rappresenta, dopo l’Italia, il
secondo mercato per giro d’affari. Ma nei piani del gruppo
c’è l’apertura, in autunno, del terzo negozio a Berlino.
Nel Paese Stefanel è oggi presente con 17 negozi nelle
principali città (Berlino, Amburgo, Dusseldorf, Monaco,
Colonia e Francoforte). (Finanza&Mercati del 8/07/05. Estratto a
cura di Pambianconews)
Levi Strauss Italia: debutta
il franchising plurimarca
Debutta nel
s e c o n d o
s e m e s t r e
del 2005 il
progetto di
multimarca
in franchising
ideato da Levi’s. Un’idea accarezzata da tempo da Benoit de
Crane d’Heysselaer, direttore generale di Levi Strauss Italia.
“Effettueremo i primi due test a Milano nel corso di questo
secondo semestre del 2005, spiega il manager. L’obiettivo
è dare un nuovo volto ai plurimarca del jeanswear a livello
di immagine e di arredi, che verrano sviluppati insieme a
Levi’s. All’interno ci sarà uno spazio dedicato ai marchi di
Levi Strauss, Levi’s e Dockers; accanto a questi lasceremo che
il cliente decida quali brand complementari introdurre sulla
base di una lista di 40/50 marchi che gli sottoporremo”.
“Non abbiamo ancora deciso quale sarà l’insegna dei
negozi, afferma Benoit de Crane d’Heysselaer. Saranno
comunque spazi in città di circa 200/250 metri quadri,
ma anche nei centri commerciali, ai quali faremo un
contratto di franchising molto simile a quello che ci lega
ai Levi’s Store, 36 in totale in tutta Italia a fine 2005. Una
formula che ci consentirà un miglior controllo dello spazio
Levi’s e l’opportunità di dare un servizio migliore ai nostri
clienti”. (Carla Mercurio, Fashionmagazine.it del 8/07/05. A cura di
Pambianconews)
Hugo Boss aprirà 22
store di accessori
Piani di
espansione retail
per Hugo Boss
Ag: la fashion
house tedesca
aprirà il primo
negozio di soli
accessori il
prossimo agosto
ad Amsterdam.
Lo spazio, di 70
metri quadri, dà
il “la” a una serie
di altre boutique
di questo tipo.
Lo shop di
Amsterdam,
collocato in
Herengrath Street, ospiterà dal primo agosto scarpe,
borse e altri accessori firmati Hugo Boss Orange e
Boss Green. Un negozio in Germania sarà avviato
in settembre a Francoforte, in Goethestrasse: un
ambiente di 200 metri quadri suddiviso su due piani,
dedicato all’intera gamma di complementi, compresi
quelli delle linee Boss Black per la donna e l’uomo
e Boss Selection, fino ai già citati Boss Orange, Boss
Green e Hugo.
Gli opening proseguiranno nel resto del mondo,
per un totale di 22 punti vendita entro la fine del
prossimo anno. (Fashionmagazine.it del 11/07/05. Estratto a
cura di Pambianconews)
Debutta in Austria il
primo Max Mara store
Max Mara inaugurerà il suo primo store austriaco
il prossimo 22 luglio. Il negozio in franchising, una
location di 150 metri quadri che si sviluppa su
due livelli, aprirà i battenti a Salisburgo. Max Mara
attualmente vende i propri capi di abbigliamento in
territorio austriaco attraverso quattro in-store shop.
A livello internazionale conta 370 monomarca in
franchising. È previsto a fine agosto il debutto di un
nuovo store milanese del gruppo Max Mara: lo spazio,
di 500 metri quadri, ospiterà le boutique Max Mara
e Max&Co. L’indirizzo è corso Genova 16, in un ex
mercato coperto di quartiere. (Fashionmagazine.it del
8/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
23 25

Parigi: riapre la
boutique di
Guerlain sugli
Champs Elysées
La storica boutique Guerlain di Parigi negli
Champs Elysées riapre dopo una lunga
ristrutturazione. Responsabili dei lavori nel
lussuoso spazio di 600 metri quadri, che mantiene
il décor originario datato 1914, gli architetti Maxime
d’Angeac e Andrée Putman.
Punto di forza dello spazio rinnovato è un lungo
corridoio, ricoperto con 350 mila tessere da
mosaico dorate, che conduce alla sala dei profumi e
all’istituto di bellezza.
Un punto di attrazione del negozio, dove è
disponibile la riedizione di profumi storici come
Mouchoir de Monsieur e Voilette de Madame,
è una fontana da cui scaturiscono le fragranze,
in modo da “ricaricare” i celebri flaconi decorati
con le api. (Fashionmagazine.it del 14/07/05. A cura di
Pambianconews)
Versace riapre
la boutique
Il gruppo Versace
h a r i a p e r t o l a
b o u t i q u e a l
Peninsula di Hong
K o n g , 1 2 0 m q
distribuiti su unico
piano. Gli elementi
a r c h i t e t t o n i c i
riprendono gli stessi
canoni stilistici della
boutique di Milano,
r e c e n t e m e n t e
r i n n o v a t a c o n
marmo nero per
il pavimento, lo
DONATELLA E SANTO VERSACE
stucco Marmorino
color grigio chiaro
per le pareti e il bianco opaco per i soffitti. In
vendita la prima linea Versace Donna e Uomo,
Versace accessori inclusi gli occhiali e Versace
precius items. (Ansa.it del 13/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
APERTURE MONOMARCA
Braccialini sbarca
in Arabia Saudita
Dopo l’apertura
a Dubai
del primo
monomarca in
Medio Oriente,
Braccialini
punta ora
sull’Arabia
Saudita con un
monomarca
a Gedda. Il
flagship store si
trova all’interno
del complesso
Promenade II
sulla principale
arteria
commerciale della città: Tahliah Street.
Entro il 2005 sono previste altre aperture tra Italia
ed estero (tra le quali spicca ancora l’area del Medio
Oriente), che porteranno Braccialini a raggiungere i
venti punti vendita monomarca. Braccialini conferma
i dati di crescita anche per l’anno 2005. (A cura di
Pambianconews)
a Hong Kong Stefanel: cede il negozio
a Milano a H&M per 10
milioni di euro
Stefanel comunica
in una nota di aver
perfezionato in data
odierna la cessione
a H&M del ramo
d’azienda relativo
al proprio negozio
situato a Milano,
per un corrispettivo
di 10 milioni di
euro.
La cessione, precisa
la società, rientra
nel progetto di
razionalizzazione e
miglioramento della rete distributiva Stefanel che conta
in Italia circa 400 punti vendita e oltre 600 nel mondo.
(Teleborsa del 12/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
24 26

GIRO POLTRONE
Donald Potard:
dopo Gaultier,
scommette sul
“liquid food”
Già presidente della maison Jean Paul
Gaultier nonché amico d’infanzia
dello stilista, come è noto Donald
Potard ha lasciato la maison e ceduto la propria
poltrona al 53enne Eric Labaume. Ora
si reinventa come gestore di un cocktail bar
a tutta natura. La moda apre ogni porta…
anche quelle di uscita: questo forse il motto di
Donald Potard, da anni fedele collaboratore
di Jean Paul Gaultier che, dopo la rottura di
questo sodalizio lo scorso aprile, ha deciso di
cambiare strada. Ha infatti aperto a Parigi,
in società con tre amici, un cocktail-bar con
drink a base di frutta e verdura, in perfetto
stile newyorchese. Il locale, al 79 di rue de
Richelieu, si chiama Lood, abbreviazione di
“liquid food”. (Fashionmagazine.it del 14/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
JEAN PAUL GAULTIER
Seth Horowitz succede
al padre in Everlast
Seth Horowitz è
stato promosso a
presidente e coo
di Everlast Worldwide
con effetto immediato.
Il giovane manager,
che succede al padre
George Q. Horowitz,
è dal 2001 executive
vice-president della
società che realizza
abbigliamento e
attrezzature per lo
GEORGE HOROWITZ
sport. George Q.
Horowitz mantiene le cariche di chairman e ceo del marchio,
che parte dal mondo della boxe per approdare a un discorso più
ampio di activewear. (Fashionmagazine.it del 12/07/05 . Estratto a cura di
Pambianconews)
Christophe Artaux nominato
presidente di Omas
Cambio ai vertici di Omas. La storica azienda bolognese passata
sotto il controllo del gruppo Lvmh nel 2000, ha nominato
Christophe Artaux nuovo presidente in sostituzione di Eric Aliamus.
Artaux lavora da 5 anni presso la divisione Montres et Joaillerie del
colosso francese, all’interno della quale negli ultimi 3 anni ha ricoperto
il ruolo di chief financial officer negli Stati Uniti. Prima ancora
aveva trascorso diversi anni nel settore della cosmetica lavorando
presso la Yves Rocher sia in Francia che in Italia. Il suo obiettivo è
continuare a sviluppare rapidamente Omas intorno ai suoi valori di
eccellenza e di esclusività. (A cura di Pambianconews)
Polo Ralph Lauren: una carica senior
per gli affari legali
Polo Ralph Lauren ha nominato Jonathan Drucker “senior vice president,
general counsel” della corporation newyorchese della moda.
Il manager, che ricopriva una carica analoga presso la merchant bank
Veronis Suhler Stevenson, sarà responsabile di tutte le questioni legali del
gruppo, sull’interno e all’estero. Drucker, che in Veronis Suhler Stevenson ha
avuto la responsabilità di tutte le operazioni delle 22 società in portafoglio, era
in precedenza partner presso lo studio legale di New York, Rubin Baum Levin
Constant and Friedman, dove rappresentava aziende pubbliche e private.
Il neoincaricato risponderà a Mitch Kosh, senior vice president della divisione
“Human resources and Legal” in Polo Ralph Lauren Corporation. (Elisabetta Fabbri,
Fashionmagazine.it del 14/07/05. Estratto a cura di Pambianconews)
RALPH LAUREN
25 27

NUOVE LICENZE
Estée Lauder e Missoni uniti nel profumo
Un nuovo accordo pluriennale è stato di recente
stipulato tra due nomi di spicco della Moda e
della Bellezza. Estée Lauder Companies creerà
e distribuirà fragranze e prodotti correlati, attraverso la
sua divisione Aramis and Designer Fragrances insieme a
Missoni, la famosa casa di Moda milanese.
“Missoni è un marchio molto attuale e dalla reputazione
affermata a livello mondiale, spiega Patrick Bousqut-
Chavanne, Group President di Estée Lauder Companies.
Porsche Design farà
una linea griffata con Adidas
Adidas e il gruppo del lusso tedesco
Porsche Design hanno firmato un
accordo di collaborazione a lungo
termine con lo scopo di unire i
due famosi marchi e creare una nuova collezione d’abbigliamento ed equipaggiamento per il golf, il tennis
e l’atletica che verrà lanciata nel 2007. Per la società del gruppo Porsche si tratta del secondo accordo
commerciale dopo quello realizzato con Ferragamo la scorsa settimana. (A cura di Pambianconews)
Trudi vestirà i bambini
con Altana
Il maglificio Miki ha ottenuto la licenza per produrre
e distribuire il tricot per uomo e donna a marchio
Enrico Coveri. Il rapporto di collaborazione parte con
la primavera-estate 2006 e ha una durata triennale,
con opzione di rinnovo per altri tre anni.
La politica dei “piccoli passi” ha portato il maglificio
Miki a raggiungere nel 2004 un fatturato di 12,5
milioni di euro, in crescita del 12% rispetto all’anno
precedente. In linea con questo risultato dovrebbe
chiudersi anche il 2005, mentre si preparano cambiamenti
a livello formale: Miki dovrebbe diventare,
infatti, una vera e propria società con il passaggio a Srl
e successivamente a Spa. (Finanza&Mercati del 12/07/05.
Estratto a cura di Pambianconews)
Ha un’immagine dinamica ed elegante che affascina
universalmente un consumatore sofisticato e attento alle
tendenze”.
“Collaborare con Estée Lauder Companies in questo
nuovo progetto, dice Angela Missoni, direttore creativo
dell’Azienda, è incredibilmente emozionante. Quando si
tratta di creare e commercializzare fragranze, loro sono
i migliori al mondo”. (CorrierEconomia del 11/07/05. Estratto a
cura di Pambianconews)
Trussardi e Selective
Beauty: accordo di
licenza in esclusiva
Trussardi sigla un
accordo di licenza
esclusiva con
Selective Beauty,
azienda cosmetica
internazionale, per
lo sviluppo e la
distribuzione mondiale
dei profumi a
marchio Trussardi.
Il nuovo partner
della maison
milanese subentra
a Cosmopolitan
Cosmetics, licen-
BEATRICE TRUSSARDI
ziataria delle fragranze
della griffe fino allo scorso 30 giugno. Selective
Beauty, con un fatturato 2004 pari a 71 milioni di euro,
distribuirà a livello globale i profumi Trussardi nelle
principali profumerie e department store, attraverso filiali
dedicate e distributori selezionati. (Il Sole 24 Ore del 12/07/
05. Estratto a cura di Pambianconews)
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LE PIÙ CLICCATE DELLA SETTIMANA
Le 10 notizie più cliccate su pambianconews
nell’ultima settimana (7- 14 Luglio 2005)
1 - 11 Luglio 2005
La via italiana al modello Zara (CorrierEconomia - Maria Silvia Sacchi)
Mentre tutti gli indicatori dicono che la situazione attuale è critica sensazioni di chi vive dentro la moda fanno
pensare che sul mercato italiano forme di reazione siano, finalmente, in corso...
2 - 8 Luglio 2005
Pambianco: Moda, Italia meno attraente (Il Sole 24 Ore - Cristina Jucker)
Non si ferma nel mondo della moda il processo di consolidamento e di riorganizzazione dei gruppi ma l’Italia
rallenta il passo e perde appeal per gli stranieri...
3 - 12 Luglio 2005
Bear: Quel mercoledì da leoni che parla italiano (Il Sole 24 Ore - Fabio Grattagliano)
Maurizio Cocchi è un giramondo. È appassionato di surf, ma ha anche nel suo Dna la passione per
l’imprenditoria...
4 - 8 Luglio 2005
Arnault (LVMH) il più ricco (Ansa.it)
Bernard Arnault, presidente e proprietario del leader mondiale del lusso Lvmh, è diventato l’uomo più ricco di
Francia. Da anni numero 2 d’oltralpe, Arnault ha scalzato Liliane Bettencourt, principale azionista de L’Oreal....
5 - 14 Luglio 2005
Quei 54 kmq di Prada valgono oro (Finanza&Mercati)
Cinquattaquattro chilometri quadrati di tessuto, più o meno quanto basta per coprire tutta l’area di Milano.
Questo è quanto Prada consuma ogni anno per confezionare le collezioni uomo e donna di Prada e Miu Miu...
6 - 13 Luglio 2005
Percassi alle grandi manovre (Finanza&Mercati - Benedetta Vitetta)
Outlet e shopping center: ecco i chiodi fissi di Antonio Percassi, imprenditore bergamasco a capo del gruppo di
famiglia fondato nel 1965. E non solo...
7 - 12 Luglio 2005
Porsche Design farà una linea griffata con Adidas (Pambianconews)
Adidas e il gruppo del lusso tedesco Porsche Design hanno firmato ieri un accordo di collaborazione a lungo
termine con lo scopo di unire i due famosi marchi e creare una nuova collezione d’abbigliamento...
8 - 12 Luglio 2005
Louis Vuitton protegge vista e bilancio (Finanza&Mercati - Cristiana Provera)
Louis Vuitton ci vede sempre meglio. E, portando avanti la strategia della diversificazione, dopo la gioielleria si
lancia nel mondo dell’occhialeria...
9 - 7 Luglio 2005
Gioielli, micro-aziende in crisi (Il Sole 24 Ore - Alessandro Balistri)
Le aziende del gioiello si guardano allo specchio e si trovano invecchiate ma soprattutto piccole. Undicimila
imprese, ognuna con meno di cinque dipendenti (4,6 in media) e solo due con più di 250 addetti...
10 - 7 Luglio 2005
Coccinelle, a settembre acquisirà un altro marchio (Pambianconews)
Dopo l’accordo di licenza triennale con il gruppo Sixty, ci sarà l’acquisizione di un marchio italiano di tendenza,
una nuova campagna pubblicitaria firmata dall’agenzia Saatchi & Saatchi, lancio di un innovativo concept...
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EVENTI & PRODOTTI
Gianfranco Ferré per
Fashion in Motion
Mercoledì
13 luglio, in
occasione della
manifestazione
Fashion
in Motion,
promossa ed
organizzata dal
Victoria and
Albert Museum
in associazione
con l’Istituto
Marangoni,
Gianfranco
Ferré presenterà
le sue collezioni
a Londra.
Nella cornice
della Raphael
Gallery le
creazioni
verranno proposte in quattro successive, identiche sfilate,
programmate rispettivamente alle ore 13.30, 15.00, 19.00 e
20.30.
Il tema del viaggio ha guidato le scelte dello stilista per
Fashion in Motion: sessanta abiti, di collezioni storiche e
della collezione Autunno/Inverno 2005/2006, che disegnano
un mosaico ricchissimo e affascinante di suggestioni e
riferimenti che spaziano da Oriente a Occidente, da Nord a
Sud, coinvolgendo i cinque continenti. (A cura di Pambianconews)
Exclusive Edition
per Mango
Sta per sbarcare
in 220
store in tutto
il mondo, ma
il numero
sembra destinato
a crescere, la nuova collezione di Mango in serie limitata.
David Egea, direttore della produzione di Mango, ha precisato
“Non abbiamo intenzione di scimmiottare Gucci”.
Qualità e prezzi più alti per “Mango Exclusive Edition”, questo
il nome della nuova linea, caratterizzata da tessuti ricercati
quali seta, cashmere e lane pregiate. (A cura di Pambianconews)
Giorgio Armani per
il matrimonio di
Blair e Maldonado
Giorgio Armani ha creato gli abiti per il
matrimonio di Joseph Blair, giocatore
dell’Armani
Jeans
Milano
e Anna
Maldonado,
la cerimonia
sarà celebrata
domani,
sabato 9
luglio in
Arizona.
Per Joseph
Blair,
Giorgio
Armani ha creato un look total white: giacca
dalle spalle ben segnate, gilet aderente, pantalone
flatfront, tutto rigorosamente in shantung
di seta color bianco avorio. Completano il tutto,
camicia e cravatta sempre color avorio, e gli
accessori, scarpe e cintura abbinata, nelle tonalità
più fredde.
Per Anna Maldonado, lo stilista ha disegnato
un abito lungo a bustino dalla linea a sirena,
con scollatura a cuore e arriccio sotto il seno, in
satin e ricoperto da uno strato di georgette, color
avorio. A completare il look un velo in chiffon
organzato color avorio. (A cura di Pambianconews)
Sky: reality per
giovani stilisti
Dare visibilità ai giovani talenti della
moda: è l’obiettivo di “Who’s On
Next”, il reality in onda dal 26/9 su
Leonardo (canale Sky).
Le telecamere del programma, realizzato
dal canale in partnership con Altaroma e
Vogue Italia, seguiranno la vita di 9 giovani
stilisti nelle città in cui vivono e lavorano per
scoprire chi sono, il loro stile, la loro quotidianità
e l’impegno per realizzare il sogno
di presentare le loro creazioni sulle esclusive
passerelle milanesi. (Ansa.it del 12/07/05. A cura di
Pambianconews)
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Damiani
protagonista ad
AltaRomAltaModa
Damiani celebra 80
anni con la mostra
“80 anni di storia
in otto gioielli”. I
gioielli, dopo aver
toccato le principali
città del mondo,
saranno in mostra
Martedì 12 Luglio
alle ore 10.30 nello
GUIDO GRASSI DAMIANI splendido scenario
del Tempio di
Adriano durante la Settimana AltaRomAltaModa.
In occasione dell’importante anniversario la maison
italiana ha creato otto pezzi unici. Ogni pezzo
nelle forme, nei colori e nei materiali, vuole sintetizzare
lo spirito di uno degli otto decenni di vita
di Damiani. Ottant’anni di sogni e un omaggio
all’arte orafa che è stata e continua ad essere la
passione che anima e muove il percorso Damiani.
(A cura di Pambianconews)
Breil on air su MSN
Breil è uno dei primi
inserzionisti della Video-
Chiamata di MSN
Messenger, una nuova ed
originale forma di comunicazione
online, lanciata
recentemente da MSN, e
già un grande successo di
contatti e di pubblico. Breil
è infatti on air a partire dal
6 giugno scorso con uno
spot di 7’’ sul portale MSN.it in cui l’azienda è
protagonista di scene decisamente “hot & spicy!”.
Lo spot Breil viene trasmesso prima di ciascuna
sessione di Video Chiamata su MSN Messenger e
si caratterizza per un trattamento molto glamour
e intenso: primi piani di prodotto si alternano a
inquadrature che ben poco lasciano all’immaginazione!
I corpi di un uomo e di una donna si
intrecciano, si sfiorano, si cercano... in un gioco di
seduzione e di complicità. Il marchio Breil è di
proprietà del Gruppo Binda, azienda milanese
che vanta un numero di oltre 180 dipendenti e
un fatturato 2004 di 234 milioni di Euro. (A cura di
Pambianconews)
EVENTI & PRODOTTI
The Other Side
Of Fashion
Partirà ad
agosto la nuova
campagna
pubblicitaria
Francesco
Biasia, creata
per la prossima
stagione
autunnale
da D’Adda,
Lorenzini,
Vigorelli, BBDO
e pianificata
sui principali
periodici
femminili in
Italia, Giappone,
USA, Spagna,
Portogallo, Rep. Ceca.
Articolata in 5 soggetti, la nuova campagna pubblicitaria
Francesco Biasia sorprende ancora una volta per il forte
impatto visivo e l’elevato contenuto creativo. “The other
side of fashion” è il claim del marchio Francesco Biasia
per evidenziare una nuova elaborazione del fashion e per
confermare la costante ricerca verso l’innovazione del vero
artigianato made in Italy.
“Il bello non si limita più ad essere guardato e scelto,
ma, a sua volta, guarda e sceglie, spiega Claudio Biasia,
Amministratore Delegato di Biasia Francesco S.p.A.
L’accessorio è il tocco che rende memorabile l’ordinario
avendo la funzione di personalizzare e accentuare il
fascino di chi lo sceglie.” (A cura di Pambianconews)
Milano moda donna,
giovani stilisti
La giornata inaugurale della prossima edizione di Milano
Moda Donna, in programma dal 24 settembre al 2 ottobre,
sarà dedicata ai giovani. Torna infatti il progetto Nude (New
Upcoming Designers) svoltosi lo scorso 19 febbraio. In questa
seconda edizione il numero di sfilate sarà ampliato e il
programma della manifestazione sarà arricchito da eventi
collaterali, realizzati anche grazie al contributo della Camera
di Commercio di Milano. (Ansa.it del 14/07/05. Estratto a cura di
Pambianconews)
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L’altro jeans in
mostra a Firenze
L’indumento utilizzato dai minatori e dai
cercatori d’oro americani, qualche secolo fa,
grazie a caratteristiche come: praticità, comodità e
resistenza, oggi è diventato un oggetto di culto da
sfoggiare nelle occasioni più importanti. Stiamo
parlando del jeans, ormai diventato ambasciatore
della globalizzazione, il capo di abbigliamento che
mette tutti d’accordo indistintamente dalla razza,
dal credo politico o religioso.
Proprio nell’intento di celebrare il jeans, Pitti
Immagine Discovery, ha organizzato alla Stazione
Leopolda di Firenze la mostra “L’altro jeans”. Il
jeans non viene rappresentato attraverso i suoi
150 anni di storia, ma come indiscusso fenomeno
di costume. E chi se non la coppia di creativi più
celebre di Francia, Marithè + Francois Girbaud,
che del jeans ne ha tracciato le tappe più
importanti degli ultimi 30 anni poteva raccontare
questa storia?
Tra queste particolari tecniche di lavorazione del
denim, oggi, la più popolare e la “stonewashed”;
In poche parole, il processo di lavorazione che ha
dato vita ai jeans delavè (sbiaditi), oramai diventati
oggetto di culto tra le nuove generazioni.
Il primo esperimento del genere, i due creativi
transalpini lo hanno realizzato nel 1965 su dei
jeans wrangler, sottoposti a decolorazione in una
lavanderia e poi successivamente venduti nel
negozio parigino Western House.
La mostra organizzata alla Stazione Leopolda
di Firenze, sarà visitabile fino al 10 luglio 2005.
(Patrick Battipaglia, webmoda.net del 14/07/05. A cura di
Pambianconews)
Hotel, nuovi
templi del lusso
Gli stilisti lo hanno capito da tempo,
i nuovi templi del lusso sono gli
hotel. Dopo Bulgari, anche Armani
sta per aprire il suo resort (a Dubai). «L’hotel:
spettacolare dimora del viaggio» è il tema
del dibattito alla Triennale (ore 18.30 v.le
Alemagna 6) per la presentazione del volume
«Tihany Style. Hospitality design» (Electa).
Tra gli ospiti Adam Tihany, Elio Fiorucci, lo
chef Rico Guarnieri e l’agente delle star Lele
Mora. (Corriere della Sera del 13/07/05. A cura di
Pambianconews)
EVENTI & PRODOTTI
Con Simbols Culture rivive
il mito di Rodolfo Valentino
Si m b o l s C u l t u r e ,
g r i f f e p u g l i e s e d i
abbigliamento, ha legato
la sua immagine a Rodolfo
Valentino, proprio nell’anno
in cui ricorre lo speciale
anniversario dei 110 anni dalla
nascita. L’idea creativa, frutto
dell’intuizione dell’Agenzia
di Pubblicità napoletana
ENNESTUDIO ADVERTISING
risulta coerente e credibile,
grazie alle molte affinità che
legano la griffe a Valentino:
non solo le origini, ma anche
il carattere e lo straordinario
p e r c o r s o d i d u e s t o r i e
coronate dal successo. Punta di
diamante dell’intero progetto
è stata la partecipazione della
griffe al 68° Pitti Uomo di Firenze a giugno dove non è
certo passato inosservato il particolarissimo e suggestivo
allestimento dello stand Simbols, trasformato in sala
cinematografica stile anni ‘30, per l’evento di presentazione
della collezione primavera/estate 06 interamente dedicata
al divo. Sempre nel corso delle giornate fiorentine, è stata,
inoltre, presentata alla stampa la maglia n. 1 di una limited
edition, non a caso, 110 esclusivi esemplari, con l’effigie
stilizzata del divo, tutti numerati e non in vendita, che la
Simbols ha realizzato in omaggio a Rodolfo Valentino e
che saranno donate a celebri personaggi del mondo della
cultura e dello spettacolo. Di grande effetto, infine, la sfilata
conclusiva, che si è tenuta in Puglia, nello splendido teatro
dell’antica masseria I Monitilli, nel nocese, in uno scenario
altamente suggestivo, quasi sospeso dal tempo, tra il verde
di ulivi centenari ed il bianco abbagliante dei trulli. (A cura
di Pambianconews)
DV One,
nuovo orologio Versace
Esce sul mercato il nuovo orologio di casa Versace
‘DvOne’. L’orologio sarà esposto in contemporanea
nelle boutiques Versace di Milano, Londra, Parigi e
Beverly Hills. Nel mercato italiano, DV One, insieme a tutta la
gamma Versace Precious Items, verrà distribuito attraverso le
boutiques e da Airone, il nuovo distributore di Vertime. (Ansa.it
del 12/07/05. A cura di Pambianconews)
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