Sector Group - Pambianconews
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Il glam mall<br />
Sandretto<br />
lancia<br />
la sfida<br />
all’outlet<br />
Si chiama Glam mall.<br />
È il nuovo format<br />
distributivo che punta<br />
a diventare la vera<br />
evoluzione del retail.<br />
In Italia, il primo aprirà<br />
a dicembre, a Santhià<br />
(Vercelli). L’idea è di<br />
Massimo Sandretto<br />
Locanin, imprenditore<br />
torinese già noto per<br />
essere presidente del<br />
gruppo Fashion District<br />
(di cui fanno parte anche<br />
Hopa e Draco).<br />
Si tratta di una struttura<br />
commerciale in cui<br />
non ci sarà spazio<br />
per capi fallati o di<br />
stagioni precedenti, e<br />
quindi scontati, ma un<br />
vero e proprio centro<br />
commerciale del lusso,<br />
con prime e seconde<br />
linee di marchi noti ed<br />
emergenti.<br />
«Occorre rivoluzionare il<br />
retail, spiega Sandretto.<br />
All’interno del centro<br />
troveranno spazio griffe<br />
del mondo della moda<br />
nazionale e non, ma<br />
anche quelle legate ai<br />
settori tecnologico e del<br />
design». «Quello che<br />
vogliamo sviluppare,<br />
precisa l’imprenditore, è<br />
un concetto d’italianità<br />
che possa essere<br />
riprodotto in Italia e<br />
all’estero».<br />
(Benedetta Vitetta,<br />
Finanza&Mercati del<br />
14/07/05. Estratto a cura di<br />
<strong>Pambianconews</strong>)<br />
ITALIA<br />
Non solo Cina per il Made in Italy<br />
Non solo<br />
Cina. Il<br />
gigante<br />
asiatico ha<br />
catturato<br />
l’attenzione<br />
indiscussa<br />
di politica<br />
e imprese.<br />
«Bisogna<br />
girare, si<br />
trovano<br />
GILDO ZEGNA<br />
pepite<br />
in ogni<br />
mercato», dice Ermenegildo Zegna,<br />
amministratore delegato dell’omonima<br />
azienda di Biella. Tra le sue mete, la<br />
Cina, ma anche il Giappone. La crescita<br />
è all’1,6%, ma Tokyo, racconta Zegna,<br />
resta il punto di riferimento dell’area<br />
asiatica: «È li che si possono osservare<br />
le tendenze dell’abbigliamento, specie<br />
maschile». Da Tokyo si affermano i<br />
modelli di consumo nel continente<br />
asiatico, dando slancio a quei prodotti<br />
dove il nostro made in Italy è vincente:<br />
moda, design, stile di vita.<br />
Ma dal Giappone ci arriva anche un<br />
rimprovero, come spiega il presidente<br />
dell’Ice, Beniamino Quintieri: la qualità<br />
Ops Fin.part al via<br />
a metà agosto<br />
non basta, servono più marchi per<br />
imporsi. Uno sforzo che rappresenta<br />
una chance per le piccole imprese, tanto<br />
più che nell’area si stanno affacciando<br />
nuovi protagonisti: a guardare i dati<br />
della Corea del Sud, secondo uno<br />
studio Ice-Prometeia, nel 2006 ci sarà<br />
un raddoppio delle importazioni di<br />
beni di consumo del sistema moda<br />
(dal 6,4 al 13,6%), e cresceranno<br />
anche le importazioni di mobili ed<br />
elettrodomestici bianchi, dal 6,6 del<br />
2005 al 14,2% del prossimo anno.<br />
Serve una politica di marketing<br />
sempre più mirata e più flessibile,<br />
spiega Armando Branchini, direttore di<br />
Altagamma (le imprese del lusso made<br />
in ltaly): si creano macro mercati con<br />
affinità di stili di vita e culturali, che<br />
possono essere per le aziende italiane<br />
nicchie molto redditizie. Un esempio,<br />
il Medio Oriente: numeri piccoli ma<br />
che nel giro di qualche anno secondo<br />
le previsioni raddoppieranno. Nel Golfo<br />
tra 3-4 anni ci sarà, racconta Branchini,<br />
la più alta concentrazione di alberghi<br />
di lusso per chilometro quadrato:<br />
un’opportunità preziosa per le nostre<br />
griffe. (Il Sole 24 Ore del 14/07/05. Estratto a<br />
cura di <strong>Pambianconews</strong>)<br />
Dovrebbe essere depositato in Consob il prospetto dell’offerta pubblica<br />
di scambio di Fin.part. Il documento, fissa a cavallo della terza<br />
settimana di agosto l’avvio delle adesioni al piano di riassetto della<br />
holding guidata da Gianni Mazzola, in default tecnico dal luglio 2004, quando<br />
ha mancato il rimborso di oltre 210 milioni di bond. L’intero processo<br />
dovrebbe chiudersi nel giro di poco più di un mese.<br />
Secondo il progetto presentato a giugno al Tribunale fallimentare, Fin.part<br />
rimborserà il 30% dei prestiti obbligazionari (circa 238 milioni) in sei anni. Il<br />
35% verrà invece convertito in azioni della stessa Fin.part e agli obbligazionisti<br />
verrà inoltre consegnato un warrant esercitabile in dieci anni. L’assemblea<br />
straordinaria della holding, che dovrà deliberare l’abbattimento del capitale,<br />
è già stata fissata il 7 agosto. (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di<br />
<strong>Pambianconews</strong>)<br />
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