Sector Group - Pambianconews
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La miglior difesa è l’attacco. Di fronte<br />
alla concorrenza internazionale vince<br />
chi si muove in anticipo, chi riesce<br />
a crearsi una nicchia di mercato,<br />
chi intercetta gusti e<br />
tendenze dei nuovi<br />
consumatori. È il caso<br />
dell’azienda di Biella<br />
Ermenegildo Zegna,<br />
leader nel tessile<br />
abbigliamento. «Nel<br />
1978 siamo stati i<br />
primi ad andare in<br />
Giappone, già nel<br />
1991 siamo arrivati<br />
in Cina», racconta<br />
Ermenegildo Zegna,<br />
amministratore ANDREA TOMAT<br />
delegato della società. Zegna definisce<br />
la sua impresa una multinazionale<br />
tascabile, azienda familiare,<br />
ma condotta come una public<br />
company: legame con il territorio<br />
ma visione internazionale e regole di<br />
governance che vedono nel consiglio<br />
di amministrazione componenti<br />
stranieri «che danno stimoli nuovi e<br />
fanno guardare lontano».<br />
L’85% del fatturato è realizzato<br />
all’estero, ed è importante, secondo<br />
ITALIA<br />
Tomat e Zegna:<br />
così si batte la concorrenza<br />
Zegna, lavorare con i mercati<br />
emergenti, oggi al 15% del fatturato,<br />
quota che dovrebbe salire al 20<br />
per cento. In Cina, Zegna ha creato<br />
una joint-venture con<br />
un operatore locale, ed<br />
ha lanciato un secondo<br />
marchio, proprio per<br />
il mercato cinese, e il<br />
progetto è aprire altri 100<br />
punti vendita.<br />
Altro caso di successo è<br />
quello di Andrea Tomat,<br />
presidente dell’Unione<br />
industriali di Treviso<br />
e a capo del Club<br />
delle 15 province più<br />
industrializzate d’Italia,<br />
oltre che produttore di calzature con i<br />
marchi Lotto e Stonefly.<br />
«La calzatura sportiva ha già da<br />
tempo, dagli anni 80, avviato un<br />
processo di delocalizzazione e<br />
valorizzazione dei marchi», spiega<br />
Tomat, che sottolinea l’importanza<br />
delle associazioni industriali in questo<br />
processo di sviluppo delle imprese,<br />
anche a livello di distretto.<br />
(Il Sole 24 Ore del 13/07/05. Estratto a cura di<br />
<strong>Pambianconews</strong>)<br />
Quei 54 kmq di Prada valgono oro<br />
Cinquattaquattro chilometri quadrati di tessuto,<br />
più o meno quanto basta per coprire tutta l’area<br />
di Milano. Questo è quanto Prada consuma<br />
ogni anno per confezionare le collezioni uomo<br />
e donna di Prada e Miu Miu. Per l’esattezza<br />
sono 3.600 chilometri di tessuto per 1,5 metri<br />
di altezza, senza considerare fodere, interni e<br />
imbottiture.<br />
Nel 2004 il gruppo del lusso ha registrato ricavi<br />
per 1,465 miliardi su 7,8 milioni di articoli, di cui<br />
PATRIZIO BERTELLI<br />
il 36% è rappresentato dall’abbigliamento, il 38%<br />
dagli accessori e il 26% dalle calzature. E solo il marchio Prada, ogni anno<br />
realizza 800 modelli tra borse tracolle e pochette, considerando le nuove<br />
collezioni, e la replica di alcuni must del gruppo, tra cui lo zainetto in<br />
tessuto vela. (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di <strong>Pambianconews</strong>)<br />
Zignago,<br />
addio all’Opa<br />
Favrin<br />
La battaglia per Zignago è<br />
finita. La cordata organizzata<br />
attorno al presidente Antonio<br />
Favrin getta la spugna e<br />
rinuncia a sfidare l’altro<br />
gruppo di soci, con membri<br />
della famiglia Marzotto e<br />
Donà delle Rose. Infatti è stato<br />
sciolto il patto costituito da<br />
Favrin e da alcuni membri<br />
delle due famiglie per lanciare<br />
un’Opa su Zignago a 18 euro<br />
per azione. Decisione presa<br />
in seguito alla contro-Opa da<br />
18,6 euro per azione messa<br />
in campo da ZiTi, società<br />
partecipata da Marco Donà<br />
delle Rose e da Gaetano,<br />
Stefano. Nicolò e Luca<br />
Marzotto, che può già contare<br />
sul 13,84% ceduto dal conte<br />
Pietro Marzotto il primo luglio<br />
a 18,1 euro per azione. Quota<br />
che, consolidata insieme alla<br />
partecipazione complessiva<br />
del 33,74% già in mano a ZiTi,<br />
porta la cordata a controllare<br />
già il 48,3% del capitale<br />
Zignago. Una sconfitta<br />
che Favrin incassa senza<br />
scomporsi: «C’è un’altra Opa<br />
che ha raggiunto una quota<br />
consistente. È giusto che vada<br />
avanti. Un cambiamento nei<br />
ruoli aziendali? Dipenderà<br />
dagli azionisti, io però non<br />
ne vedo la necessità perché<br />
l’azienda va bene e non<br />
capisco cosa dovrebbe<br />
cambiare».<br />
La Borsa dal canto suo vede in<br />
questa situazione d’incertezza<br />
nuovi spunti d’investimento<br />
anche speculativi legati al<br />
prossimo futuro. (Il Sole 24<br />
Ore del 13/07/05. Estratto a cura di<br />
<strong>Pambianconews</strong>)<br />
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