Sector Group - Pambianconews
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Piazza Affari<br />
festeggia il primo<br />
semestre<br />
a tutto gas<br />
Sei matricole nei primi sei mesi,<br />
sette se consideriamo anche<br />
Valentino approdata al listino<br />
all’inizio di luglio tante quante ne<br />
sono state quotate a Piazza Affari<br />
in tutto il 2004. E non basta: entro<br />
luglio dovrebbe arrivare anche<br />
Monti Ascensori (con un’offerta che<br />
tuttavia potrebbe essere rivolta solo<br />
agli istituzionali) e Bioera (appena<br />
ammessa ufficialmente a quotazione<br />
da Borsa spa e ora in attesa del disco<br />
verde della Consob).<br />
Dunque, Piazza Affari sta tornando<br />
di moda. Eppure, se guardiamo ai<br />
numeri complessivi della Borsa,<br />
tutto questo entusiasmo si vede<br />
meno. Tutte insieme, le matricole<br />
del 2005 hanno una capitalizzazione<br />
complessiva di 7,5 miliardi di euro<br />
(considerando anche Geox, in realtà<br />
giunta in quotazione nel dicembre<br />
2004, e al contrario escludendo Igd<br />
e Mondo Home, realtà più piccole<br />
dal punto di vista dimensionale,<br />
approdate all’Expandi, mercato su<br />
cui, tra l’altro, Massimo Capuano<br />
sta puntando molto come primo<br />
approccio “pubblico” di società<br />
non ancora pronte al grande salto<br />
al listino principale ma già mature<br />
per aprire il capitale agli investitori,<br />
magari per piccole quote).<br />
L’eccezione che conferma la regola<br />
Toro e Banca Italease si accompagna<br />
infatti a Valentino, Geox, Save<br />
e Marr. Tutte le altre crescono, in<br />
qualche caso anche clamorosamente:<br />
Geox, la matricola più brillante, ha<br />
guadagnato quasi il 50% in questa<br />
manciata di mesi e per le altre, la cui<br />
permanenza al listino si conta ancora<br />
nell’ordine di grandezza di poche<br />
settimane, il rialzo è comunque a due<br />
cifre. (Vittoria Puledda, Affari&Finanza del<br />
11/07/05. Estratto a cura di <strong>Pambianconews</strong>)<br />
ITALIA<br />
Il signor Tod’s conquista<br />
«Fortune»<br />
Diego Della Valle entra nell’Olimpo<br />
di Fortune, il mensile americano<br />
che stila le classifiche delle aziende<br />
più potenti del pianeta. Mr Tod’s parla di sé.<br />
Dalle origini, da quando il 25enne figlio di un<br />
calzolaio convinse il leader della Fiat Gianni<br />
Agnelli a indossare un paio delle sue scarpe<br />
sperimentali. Per arrivare alla quotazione in<br />
Borsa, nel 2000, e alla consacrazione di Tod’s<br />
come una delle griffe più in del lusso. E poi il<br />
futuro. A cui Della Valle guarda con fiducia:<br />
«vendite e utili cresceranno con lo stesso<br />
DIEGO DELLA VALLE ritmo del primo trimestre» quando sono<br />
aumentate, rispettivamente, del 33% e del 71%. Anche se la competizione<br />
è sempre più accesa. Ma per l’imprenditore marchigiano quello che conta<br />
è la struttura di un’azienda perché secondo lui c’è molta differenza tra una<br />
buona società e la migliore «ci sono tante aziende con buoni prodotti, ma<br />
senza sogni e senza alta qualità». E la Cina? Non sarà mai fabbrica. Piuttosto<br />
«un’opportunità incredibile» come mercato di sbocco. Anche perché il<br />
rischio contraffazione non è temibile. Della Valle ricorda che non è facile<br />
copiare una borsa Tod’s «perché usiamo un pellame speciale e un falso si<br />
riconosce a colpo d’occhio». L’imprenditore a ruota libera parla anche del<br />
suo investimento in Roger Vivier («tra un paio d’anni potrebbe essere una<br />
delle storie più interessanti nel mondo degli accessori»); di Marc Jacobs<br />
«l’uomo che ha portato un elemento di novità nella religione Vuitton»;<br />
e di Tom Ford, «il cui ritorno è atteso con ansia dal mercato». Definisce<br />
veramente stupido» il punto di vista di chi in Italia vorrebbe tornare alla lira,<br />
perché l’euro nuoce alla competitività delle imprese. Solo in un momento<br />
è perplesso, quando la giornalista Janet Guyon lo incalza perché avrebbe<br />
detto che il rosso non vende. «Non ricordo: il rosso è un colore classico.<br />
Semmai la gente non compra con facilità un verde acceso». (Laura Magna,<br />
Finanza&Mercati del 9/07/05. Estratto a cura di <strong>Pambianconews</strong>)<br />
Ora i nuovi mecenati<br />
arrivano da Nord-Est<br />
Sono in sette, sono imprenditori e hanno in comune la passione per l’arte.<br />
I nuovi mecenati di Progetto Mare Verticale sono titolari di aziende del<br />
Nord-Est dei settori ad alto contenuto innovativo e tecnologico. Tra anche<br />
due rappresentanti dell’abbigliamento, Lino Dainese e Claudio Grotto,<br />
il primo presidente della società leader nei capi da moto e il secondo,<br />
creatore di Gas Jeans. I due, insieme a Massimo Calearo, Ugo Dal Lago,<br />
Walter Pilcher, Antonio Spillere e Alberto Zamperla, si sono uniti con<br />
l’obiettivo di rivitalizzare l’economia italiana. «Innanzitutto facendo sistema<br />
attraverso l’arte per promuovere e realizzare attività ad alto contenuto<br />
tecnologico che possano risultare competitive. Promuovendo iniziative<br />
culturali con lo scopo di riportare nella società e nelle imprese un nuovo<br />
e più evoluto pensiero anche nel fare business e infine, individuare e<br />
valorizzare giovani talenti». (Finanza&Mercati del 14/07/05. Estratto a cura di<br />
<strong>Pambianconews</strong>)<br />
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