IL PROGETTO Accessibile?...Naturalmente! 2007/2009 Nascita, Sviluppo, RisultatiIl progetto Accessibile? ... Naturalmente! si prestaconcretamente a una sperimentazione dei principi chestanno al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> Convenzione ONU sui Dirittidelle Persone con Disabilità e in quanto tale suscitagrande interesse da parte delle associazioni aderenti al<strong>la</strong>FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in partico<strong>la</strong>reper quanto riguarda alcuni elementi-chiave, quali l’Universal Design(“progettazione universale”), <strong>la</strong> vita indipendente, l’inclusione e <strong>la</strong>partecipazione.L’architrave dell’intero progetto è proprio <strong>la</strong> progettazione universaleche secondo <strong>la</strong> Convenzione ONU (articolo 2), indica «<strong>la</strong> progettazione diprodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nel<strong>la</strong>misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazionispecializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi diausilio per partico<strong>la</strong>ri gruppi di persone con disabilità ove siano necessari».Tale concetto presuppone quindi che non vi sia un livello di realizzazionee di interventi estraneo agli altri piani e di conseguenza diventa necessariopraticare politiche di mainstreaming, facendo cioè transitare nelle politichegenerali anche quelle che sono percepite come appartenenti ad unaminoranza sociale.Progettare per tutti equivale a concepire l’intera progettazione in manieraorizzontale, con <strong>la</strong> caratteristica dell’accessibilità intesa come fruibilità,visitabilità e utilizzabilità. Ciò include ovviamente anche l’utilizzo di strategiee di strumenti specifici adattati al<strong>la</strong> persona e non solo all’ambiente. Lospirito dell’Universal Design risale infatti ad un’idea più vasta del concettodi indipendenza individuale, <strong>la</strong>ddove non esistono più vincoli tra l’ambientee <strong>la</strong> persona, vincoli intesi come forme di creazione di subalternità tra <strong>la</strong>persona stessa e l’ambiente fisico costruito e re<strong>la</strong>zionale.Non si tratta dunque di negare l’esistenza di una condizione biologica del<strong>la</strong>persona con disabilità, né tanto meno di un ambiente tecnicamente consideratosfavorevole, quale quello naturale. L’impegno delle istituzioni e dei progettistidovrà essere infatti quello di ridurre al minimo – tendendo allo zero – lecondizioni ambientali sfavorevoli che possono essere modificate, in partico<strong>la</strong>requelle che già subiscono un intervento dell’uomo sull’ambiente naturale.Nell’ottica dell’Universal Design, si tratta in sostanza di rendere accessibilii percorsi nei quali è prevista un’attività aperta ai visitatori di un’area naturaleprotetta. In altre parole, è necessario produrre <strong>la</strong> vera opportunitàdell’inclusione, che non corrisponde solo all’opposto dell’esclusione edell’emarginazione, bensì qualifica il processo stesso dell’integrazione,4
IL PROGETTO Accessibile?...Naturalmente!intendendo quest’ultima come un percorso che rende accessibile un edificio,un servizio e quindi un ambiente o una re<strong>la</strong>zione umana.“Avere accesso”, per altro, non corrisponde a poter vivere l’esperienzaal pari delle altre persone e degli altri cittadini: l’accesso all’esperienza,pertanto, dev’essere il nuovo paradigma del<strong>la</strong> progettazione universale chenon a caso viene definita anche come inclusiva. La Convenzione ONU,infatti, orienta le politiche degli Stati e del<strong>la</strong> società a rendere possibile, perle persone con disabilità, <strong>la</strong> partecipazione al<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> comunità al paridi ogni altra persona e quindi senza alcuna discriminazione.E partecipare comporta anche decidere per se stessi, considerando diconseguenza le organizzazioni del<strong>la</strong> società civile come “gli esperti di lorostessi”, nelle fasi del<strong>la</strong> definizione delle strategie, delle politiche e delleprogettualità.La formu<strong>la</strong> Nul<strong>la</strong> di Noi senza di Noi contraddistingue un approcciodemocratico che va praticato nel<strong>la</strong> quotidianità, traendone anche possibilistandard, senza però cadere nello stereotipo nemico del<strong>la</strong> possibilità di farpartecipare tutte le persone con le proprie specificità.In questo senso si colloca <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> Federazione Italianaper il Superamento dell’Handicap ad un progetto territoriale che pone inessere strumenti di qualificazione delle competenze e di pianificazioneattraverso un <strong>la</strong>voro di co-progettazione con i livelli di governance e i livellitecnici delle aree naturali protette, insieme ad esperti delle associazionidelle persone con disabilità.Si può certo dire che questa fase progettuale abbia avuto successo poichéha generato un modello da praticare. D’ora in poi si tratterà di ca<strong>la</strong>rlo nel<strong>la</strong>pratica quotidiana progettuale, ordinaria e straordinaria, delle aree naturaliprotette.Pietro Vittorio BarbieriPresidente del<strong>la</strong> FISH(Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)5