12.07.2015 Views

I composti organici volatili di origine biogenica (BVOC) nell ... - CNR

I composti organici volatili di origine biogenica (BVOC) nell ... - CNR

I composti organici volatili di origine biogenica (BVOC) nell ... - CNR

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

I <strong>composti</strong> <strong>organici</strong> <strong>volatili</strong> <strong>di</strong> <strong>origine</strong><strong>biogenica</strong> (<strong>BVOC</strong>) <strong>nell</strong>’atmosfera eloro ruolo nei cambiamenti climaticiP. Ciccioli 1 , F. Loreto 21Istituto <strong>di</strong> Metodologie Chimiche, <strong>CNR</strong>, Roma, Italia2Istituto <strong>di</strong> Biologia Agro-Ambientale e Forestale, <strong>CNR</strong>, Roma, Italiapaolo.ciccioli@imc.cnr.itSOMMARIO: Vengono qui riassunti i risultati principali delle ricerche svolte sui <strong>composti</strong> <strong>organici</strong> <strong>volatili</strong> <strong>di</strong><strong>origine</strong> <strong>biogenica</strong> (<strong>BVOC</strong>) emessi o assorbiti da ecosistemi terrestri, che contribuiscono al clima ed ai cambiamenticlimatici globali per effetto serra o per produzione <strong>di</strong> ozono e <strong>di</strong> aerosoli <strong>organici</strong> secondari (SOA).1IL PROBLEMA SCIENTIFICOÈ ormai unanimemente riconosciuto (Kanakidouet al., 2005) che i <strong>BVOC</strong> con tensione <strong>di</strong>vapore superiore a 0.13 KPa svolgono un ruolofondamentale negli equilibri climatici potendoagire sia come gas serra, che come produttori<strong>di</strong> ozono troposferico e SOA. Particolarmenteefficace sul clima è l’impatto deiSOA perché si comportano da nuclei <strong>di</strong> condensazionedelle nubi (CCN). Fra i <strong>BVOC</strong> responsabilidel riscaldamento dell’atmosfera vaannoverato il metano, la cui emissione da partedelle piante terrestri è però ancora oggetto <strong>di</strong><strong>di</strong>scussione. Tra quelli che concorrono alla formazione<strong>di</strong> ozono e SOA, vanno annoverati essenzialmentei <strong>composti</strong> isoprenoi<strong>di</strong> (isoprene,monoterpeni, sesquiterpeni). Ozono e SOA siformano per ossidazione fotochimica degli isoprenoi<strong>di</strong>in presenza <strong>di</strong> NO+NO2 (NOx) e ra<strong>di</strong>azioneUV. Il massimo dell’efficienza si raggiungequando 15>[<strong>BVOC</strong>]/[ NOx]>4. Al <strong>di</strong>fuori <strong>di</strong> questo intervallo, la reattività <strong>di</strong> questi<strong>composti</strong> decade rapidamente. Mentre incon<strong>di</strong>zioni ottimali l’isoprene è un forte produttore<strong>di</strong> ozono ma contribuisce poco o nullaalla formazione <strong>di</strong> SOA, i monoterpeni ed isesquiterpeni producono minori quantità <strong>di</strong>ozono ma quantità molto maggiori <strong>di</strong> SOA.Presenti stime in<strong>di</strong>cano che su scala globale isoli monoterpeni danno ragione <strong>di</strong> più del50% dei SOA presente <strong>nell</strong>a troposfera, e chequest’ultima rappresenta una frazione variabiletra il 20 ed il 90% della massa totale degliaerosoli sottili ed ultrasottili (Kanakidouet al., 2006). L’esatta quantificazione deglieffetti dei <strong>BVOC</strong> sul clima è resa però <strong>di</strong>fficiledall’alto numero e la <strong>di</strong>versa reattività dei<strong>composti</strong>, dalla notevole incertezza sui fattori<strong>di</strong> emissione e dalla limitata conoscenza deiprocessi <strong>di</strong> trasformazione in relazione allacapacità ossidativa dell’atmosfera. In particolare,i processi biochimici <strong>di</strong> formazione edemissione degli isoprenoi<strong>di</strong> non sono ancoracompletamente noti e ancora meno noto èl’impatto che sull’ emissione hanno gli stressbiotici ed abiotici. Per questi motivi la ricercasui <strong>BVOC</strong> stata avviata al <strong>CNR</strong> sin dal 1984.2 ATTIVITÀ DI RICERCAL’attività <strong>di</strong> ricerca svolta negli ultimi anni èstata focalizzata allo stu<strong>di</strong>o dei processi biochimicie fisiologici alla base dell’emissione<strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> ed alla parametrizzazione ed allamodellizzazione delle emissioni <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> allivello <strong>di</strong> ecosistema. La validazione degli algoritmie dei modelli, necessaria per generareuna cartografia GIS utile ai fini della modellizzazioneambientale, ha richiesto lo sviluppo<strong>di</strong> tecniche micro-meteorologiche avanzateper la misura dei flussi.637


Clima e cambiamenti climatici: le attività <strong>di</strong> ricerca del <strong>CNR</strong>Per lo stu<strong>di</strong>o dei processi in con<strong>di</strong>zioni controllate,sono state costruite camere per la misuradell’emissione <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> me<strong>di</strong>ante la tecnicadello scambio gassoso sia a livello fogliareche a livello <strong>di</strong> pianta intera. Esse consentono<strong>di</strong> determinare sia l’emissione <strong>di</strong><strong>BVOC</strong> che la fotosintesi e l’evapotraspirazionein funzione dei principali parametri ambientalie degli stress <strong>di</strong> tipo abiotico (ozono,siccità) e biotico (attacco degli insetti) a cui lapianta è soggetta. Un esempio dell’apparecchiaturausata per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questi stress èmostrato in Figura 1.Lo stu<strong>di</strong>o dei pathways metabolici è stato resopossibile dallo sviluppo <strong>di</strong> sofisticate tecniche<strong>di</strong> marcamento isotopico con 13 CO 2 (Loretoet al., 1996), che permettono <strong>di</strong> seguire inmodo dettagliato i vari processi che soprassiedonoalla produzione ed all’emissione dei<strong>BVOC</strong> dalle piante. In tutte queste investigazionisi è fatto un uso intensivo <strong>di</strong> tecnicheanalitiche all’avanguar<strong>di</strong>a basate sulla spettrometria<strong>di</strong> massa e la gas cromatografia.Per la misura dei flussi <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> da ecosistemiforestali, sono state sviluppate tecnichemicro-meteorologiche innovative, quali laRelaxed Eddy Accumulation (REA) ed ilMiddle Layer Boundary Approach (MLA)che consentono <strong>di</strong> verificare in campo le osservazionieffettuate in laboratorio e <strong>di</strong> valutarele eventuali per<strong>di</strong>te causate dalla reattivitàatmosferica all’interno della canopy(Ciccioli et al., 2003). Una foto del sistemaREA è mostrata in Figura 2.Una metodologia originale è stata infine sviluppataper produrre mappe georeferenziatedelle emissioni biogeniche dei singoli componential fine <strong>di</strong> modellare in modo accuratoi loro processi ossidativi.dagli autori della presente nota in una piantaMe<strong>di</strong>terranea (leccio) (Ciccioli et al., 1997;Loreto et al., 1996), ha rappresentato un notevolecontributo alla conoscenza scientifica.Esso è senz’altro uno dei risultati più brillantiottenuti dal progetto Europeo BEMA coor<strong>di</strong>natodal <strong>CNR</strong>. Tra le specie che seguono questotipo <strong>di</strong> meccanismo è stato recentementein<strong>di</strong>viduato anche il faggio, una delle piantepiù comuni <strong>nell</strong>e aree forestali in Italia ed inEuropa. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca, svolta incollaborazione con il Max Plank Institute <strong>di</strong>Mainz, (Dindorf et al., 2006) hanno mostratoche, contrariamente a quanto riportato, talespecie è un forte emettitore <strong>di</strong> monoterpeni edè potenzialmente in grado <strong>di</strong> influenzare notevolmenteil clima in Europa sia me<strong>di</strong>ante laproduzione <strong>di</strong> ozono che quella <strong>di</strong> SOA. Èstato inoltre confermato, attraverso il marcamentoisotopico (Noe et al., 2006), come alcuneconifere dell’area Me<strong>di</strong>terranea (Pinuspinea) seguano anch’esse lo stesso meccanismoemissivo dei monoterpeni, che normalmenteè tipico delle angiosperme forestali.Per quel che concerne i flussi, la tecnica REAè stata per la prima volta impiegata per seguirele variazioni stagionali in un sito forestaleitaliano e per stabilire definitivamente l’importanzadella stagionalità <strong>nell</strong>a modellizzazionedelle emissioni (Ciccioli et al., 2003).3 RISULTATI RILEVANTINegli ultimi anni è stato visto che un numerosempre maggiore <strong>di</strong> piante presenti <strong>nell</strong>e areetemperate e tropicali emettono monoterpenisecondo un meccanismo che <strong>di</strong>pende sia dallaluce che dalla temperatura. Tale meccanismo,che è stato osservato per la prima voltaFigura 1: Fotografia della camera <strong>di</strong> scambio gassosousate per lo stu<strong>di</strong>o dell’impatto sull’emissione <strong>di</strong> isoprenoi<strong>di</strong>indotta dall’esposizione ad ozono in collaborazionecon il Research Centre Jülich, Germany, Institute Phytosphere(ICG-III), Dr Juergen Wildt.638


Impatti dei cambiamenti climaticiFigura 2: Fotografia del sistema REA usato per la misuradei flussi <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> in un bosco <strong>di</strong> leccio localizzato all’internodella Tenuta Presidenziale <strong>di</strong> Castelporziano.Ciò ha consentito inoltre <strong>di</strong> validare i terminicorrettivi sviluppate sulla base <strong>di</strong> esperimenti<strong>di</strong> laboratorio. La tecnica MLA è stata sperimentatacon successo <strong>nell</strong>’isola <strong>di</strong> Pianosa<strong>nell</strong>’ambito del progetto <strong>CNR</strong> PIANOSALAB. In questo stu<strong>di</strong>o è stato possibile comparare<strong>di</strong>rettamente i flussi <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> misuraticon quelli stimati attraverso una modellizzazionedell’emissione reale.I risultati ottenuti dalle ricerche svolte dal nostrogruppo <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>cano che una completarevisione delle stime attuali delle emissioni<strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> in Italia ed in Europa è assolutamentenecessaria. L’emissione <strong>di</strong> monoterpeniin grado <strong>di</strong> produrre SOA è infatti moltopiù elevata <strong>di</strong> quanto previamente stimato,mentre è più bassa quella dell’isoprene. Datoil tipo <strong>di</strong> circolazione esistente in Italia, gli aerosoliformati da <strong>BVOC</strong> possono contribuirein modo decisivo al livello <strong>di</strong> PM10, PM2.5misurato <strong>nell</strong>e aree urbane e suburbane.I risultati delle ricerche effettuate dal nostrogruppo <strong>di</strong> ricerca in aree tropicali, boreali etemperate hanno convinto i colleghi Americania rivedere le metodologie da loro usate <strong>nell</strong>ostu<strong>di</strong>o dell’emissione dei <strong>BVOC</strong>, in quantoesiste una possibilità reale che anche alcunedelle specie vegetali presenti in quel continenteemettano monoterpeni secondo il meccanismoin<strong>di</strong>viduato in Italia.Nello stu<strong>di</strong>o dell’impatto degli stress abioticisull’emissione <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong>, risultati originalisono stati recentemente ottenuti <strong>nell</strong>’ambitodei progetti Marie Curie ISONET e ESF-VOCBAS, coor<strong>di</strong>nati da uno degli autori. Taliricerche hanno ad esempio identificato a)relazioni tra la quantità <strong>di</strong> isoprenoi<strong>di</strong> emessie la chiusura stomatica che a sua volta influenzagli scambi <strong>di</strong> energia e materia tra atmosferaed atmosfera (Barta e Loreto, 2006);e b) che gli isoprenoi<strong>di</strong> possono proteggere lepiante da stress da ozono detossificando efficacementequesto inquinante all’interno dellefoglie (Loreto e Fares, 2007).Per quel che concerne il metano, sono stati <strong>di</strong>recente pubblicati i risultati <strong>di</strong> una modellizzazioneche riporta per la prima volta una stimarealistica del sink <strong>di</strong> questo composto daparte dei suoli agricoli e forestali italiani (Castal<strong>di</strong>et al., 2007)4 PROSPETTIVE FUTURELe metodologie sviluppate rappresentano unabase <strong>di</strong> lavoro solida per poter ottenere i dati<strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong>, che sono fondamentaliper qualsiasi tipo <strong>di</strong> modellizzazione voltaa valutarne l’impatto sul clima. Tuttaviamolto lavoro rimane ancora da fare, soprattuttoper quel che concerne la conoscenza deglieffetti sull’emissione causati dall’aumentodella CO 2 e dagli stress, in particolare quelloidrico e da ozono, destinati ad aumentare <strong>nell</strong>’areaMe<strong>di</strong>terranea a seguito dei cambiamenticlimatici in corso. Inoltre vanno ancora determinatii fattori <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> <strong>di</strong>molte specie vegetali importanti sul territorionazionale, <strong>di</strong> cui ancora si sa poco o nulla. Inquesto senso si sta lavorando attivamente nelprogetto CARBOITALY che, avviato nel2006, terminerà tra due anni.5BIBLIOGRAFIA ESSENZIALEBarta C., Loreto F., 2006. The relationshipbetween the methylerythritol phosphate(MEP) pathway lea<strong>di</strong>ng to emission of vo-639


Clima e cambiamenti climatici: le attività <strong>di</strong> ricerca del <strong>CNR</strong>latile isoprenoids and abscisic acid contentin leaves. Plant Physiol., 141: 1676-1683.Castal<strong>di</strong> S., Costantini M., Cenciarelli P., CiccioliP., Valentini R., 2007. The methanesink associated to soils of natural andagricultural ecosystems in Italy. Chemosphere,66: 723-729.Ciccioli P., Fabozzi C., Brancaleoni E., CecinatoA., Frattoni M., Loreto F., KesselmeierJ., Schafer L., Bode K., Torres L.,Fugit J.L., 1997. Use of the isoprene algorithmfor pre<strong>di</strong>cting the monoterpeneemission from the Me<strong>di</strong>terranean holmoak Quercus ilex L.: Performances and limitsof this approach. J. Geophys. Res.,102(D19): 23319-23328.Ciccioli P., Brancaleoni E., Frattoni M., Di PaloV., Valentini R., Tirone G., Seufert G.,Bertin N., Hansen U., Csiky O., Lenz R.,Sharma M., 1999. Emission of reactive terpenecompounds from orange orchards andtheir removal by within-canopy processes.J. Geophys. Res., 104(D7): 8077-8094.Ciccioli P., Brancaleoni E., Frattoni M., MartaS., Brachetti A., Vitullo M., Tirone G.,Valentini R., 2003. Relaxed eddy accumulation,a new technique for measuringemission and deposition fluxes of volatileorganic compounds by capillary gas chromatographyand mass spectrometry. J.Chromatog. A, 985: 283-296.Dindorf T., Kuhn U., Ganzeveld L., SchebeskeG., Ciccioli P., Holzke C., Koble R.,Seufert G., Kesselmeier J., 2006. Significantlight and temperature dependent monoterpeneemissions from European beech(Fagus sylvatica L.) and their potentialimpact on the European volatile organiccompound budget. J. Geophys.Res., 111:D16305, doi:10.1029/2005JD006751.Loreto F., Fares S., 2007. Is ozone flux insideleaves only a damage in<strong>di</strong>cator? Cluesfrom volatile isoprenoid stu<strong>di</strong>es. PlantPhysiol., 143: 1096-1100.Loreto F., Ciccioli P., Brancaleoni E., CecinatoA., Frattoni M., Sharkey T., 1996. Differentsources of reduced carbon contributeto form three classes of terpenoid emittedby Quercus ilex L. leaves. Proc. Natl.Acad. Sci. USA, 93: 9966-9969.Kanakidou M., Seinfeld J.H., Pan<strong>di</strong>s S.N.,Barnes I., Dentener F.J., Facchini M.C.,Van Dingenen R., Ervens B. et al., 2005.Organic aerosol and global climate modelling:a review. Atmos. Chem. Phys., 5:1053-1123.Noe S.M., Ciccioli P., Brancaleoni E., LoretoF., Niinemets U., 2006. Emissions of monoterpeneslinalool and ocimene respond<strong>di</strong>fferently to environmental changes dueto <strong>di</strong>fferences in physicochemical characteristics.Atmos.Environ., 40: 4649-4662(I.F. 2004) 2.562.640

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!