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I composti organici volatili di origine biogenica (BVOC) nell ... - CNR

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Clima e cambiamenti climatici: le attività <strong>di</strong> ricerca del <strong>CNR</strong>Per lo stu<strong>di</strong>o dei processi in con<strong>di</strong>zioni controllate,sono state costruite camere per la misuradell’emissione <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> me<strong>di</strong>ante la tecnicadello scambio gassoso sia a livello fogliareche a livello <strong>di</strong> pianta intera. Esse consentono<strong>di</strong> determinare sia l’emissione <strong>di</strong><strong>BVOC</strong> che la fotosintesi e l’evapotraspirazionein funzione dei principali parametri ambientalie degli stress <strong>di</strong> tipo abiotico (ozono,siccità) e biotico (attacco degli insetti) a cui lapianta è soggetta. Un esempio dell’apparecchiaturausata per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questi stress èmostrato in Figura 1.Lo stu<strong>di</strong>o dei pathways metabolici è stato resopossibile dallo sviluppo <strong>di</strong> sofisticate tecniche<strong>di</strong> marcamento isotopico con 13 CO 2 (Loretoet al., 1996), che permettono <strong>di</strong> seguire inmodo dettagliato i vari processi che soprassiedonoalla produzione ed all’emissione dei<strong>BVOC</strong> dalle piante. In tutte queste investigazionisi è fatto un uso intensivo <strong>di</strong> tecnicheanalitiche all’avanguar<strong>di</strong>a basate sulla spettrometria<strong>di</strong> massa e la gas cromatografia.Per la misura dei flussi <strong>di</strong> <strong>BVOC</strong> da ecosistemiforestali, sono state sviluppate tecnichemicro-meteorologiche innovative, quali laRelaxed Eddy Accumulation (REA) ed ilMiddle Layer Boundary Approach (MLA)che consentono <strong>di</strong> verificare in campo le osservazionieffettuate in laboratorio e <strong>di</strong> valutarele eventuali per<strong>di</strong>te causate dalla reattivitàatmosferica all’interno della canopy(Ciccioli et al., 2003). Una foto del sistemaREA è mostrata in Figura 2.Una metodologia originale è stata infine sviluppataper produrre mappe georeferenziatedelle emissioni biogeniche dei singoli componential fine <strong>di</strong> modellare in modo accuratoi loro processi ossidativi.dagli autori della presente nota in una piantaMe<strong>di</strong>terranea (leccio) (Ciccioli et al., 1997;Loreto et al., 1996), ha rappresentato un notevolecontributo alla conoscenza scientifica.Esso è senz’altro uno dei risultati più brillantiottenuti dal progetto Europeo BEMA coor<strong>di</strong>natodal <strong>CNR</strong>. Tra le specie che seguono questotipo <strong>di</strong> meccanismo è stato recentementein<strong>di</strong>viduato anche il faggio, una delle piantepiù comuni <strong>nell</strong>e aree forestali in Italia ed inEuropa. I risultati <strong>di</strong> questa ricerca, svolta incollaborazione con il Max Plank Institute <strong>di</strong>Mainz, (Dindorf et al., 2006) hanno mostratoche, contrariamente a quanto riportato, talespecie è un forte emettitore <strong>di</strong> monoterpeni edè potenzialmente in grado <strong>di</strong> influenzare notevolmenteil clima in Europa sia me<strong>di</strong>ante laproduzione <strong>di</strong> ozono che quella <strong>di</strong> SOA. Èstato inoltre confermato, attraverso il marcamentoisotopico (Noe et al., 2006), come alcuneconifere dell’area Me<strong>di</strong>terranea (Pinuspinea) seguano anch’esse lo stesso meccanismoemissivo dei monoterpeni, che normalmenteè tipico delle angiosperme forestali.Per quel che concerne i flussi, la tecnica REAè stata per la prima volta impiegata per seguirele variazioni stagionali in un sito forestaleitaliano e per stabilire definitivamente l’importanzadella stagionalità <strong>nell</strong>a modellizzazionedelle emissioni (Ciccioli et al., 2003).3 RISULTATI RILEVANTINegli ultimi anni è stato visto che un numerosempre maggiore <strong>di</strong> piante presenti <strong>nell</strong>e areetemperate e tropicali emettono monoterpenisecondo un meccanismo che <strong>di</strong>pende sia dallaluce che dalla temperatura. Tale meccanismo,che è stato osservato per la prima voltaFigura 1: Fotografia della camera <strong>di</strong> scambio gassosousate per lo stu<strong>di</strong>o dell’impatto sull’emissione <strong>di</strong> isoprenoi<strong>di</strong>indotta dall’esposizione ad ozono in collaborazionecon il Research Centre Jülich, Germany, Institute Phytosphere(ICG-III), Dr Juergen Wildt.638

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