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rapporto ambientale VAS Parco Naturale - Parco di Montevecchia e ...

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<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20105.1.1 PTR – Piano Territoriale Regionale .................................................................................................................... 595.1.2 RER – Rete Ecologica Regionale ....................................................................................................................... 675.1.3 PTCP – Piano territoriale <strong>di</strong> Cooridnamento della Provincia <strong>di</strong> Lecco ............................................................... 765.1.4 PRG e PGT dei Comuni del <strong>Parco</strong> .................................................................................................................... 1105.1.5 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO VIGENTE .......................................... 1276 ANALISI DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DEL PIANO E VALUTAZIONE DELLECRITICITA’ ...................................................................................................................... 1316.1 METODOLOGIA DI VALUTAZIONE ................................................................................................................. 1316.2 SCHEMA DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - SCHEDE D’AMBITO/NORME D’AREA........................................................................................................................................................................................ 1346.3 SCHEMI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI – OBIETTIVI ................................................ 1446.4 INDIVIDUAZIONE DELLE CRITICITA’ E DELLE ECCELLENZE ................................................................ 1487 LE POSSIBILI ALTERNATIVE ALLE SCELTE DI PIANO .......................................... 1507.1 SCENARIO 0 – ASSENZA DI PIANO ............................................................................................................... 1507.2 SCENARIO CON PERMAMENZA DELL’ATTUALE PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO 1508 MONITORAGGIO, INDICATORI AMBIENTALI E DI PERFORMANCE ..................... 1528.1 INDICATORI E MONITORAGGIO ..................................................................................................................... 1528.2 INDICATORI AMBIENTALI E DI STATO ........................................................................................................ 1539 STUDIO DI INCIDENZA DEL PIANO SUI SITI DI RETE NATURA 2000 ................... 1559.1 PREMESSA ........................................................................................................................................................... 1559.2 SITI DI “RETE NATURA 2000” INTERESSATI DAL PIANO E LORO CARATTERISTICHE ................ 1559.3 TIPOLOGIE DI HABITAT DI RETE NATURA 2000 PRESENTI E LORO DESCRIZIONE ...................... 1559.4 PRINCIPALI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO E/O CONSERVAZIONISTICOPRESENTI .................................................................................................................................................................... 1649.5 CARATTERI GENERALI DEL PIANO .............................................................................................................. 1649.6 EFFETTI DEL PIANO SUL SITO - HABITAT .................................................................................................. 1669.7 EFFETTI DEL PIANO SUL SITO - SPECIE ANIMALI.................................................................................... 1739.8 DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI EFFETTI EVIDENZIATI, MISURE DI MITIGAZIONE EATTENZIONE ............................................................................................................................................................... 1753


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101. LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA1.1 PREMESSALa Valutazione Ambientale Strategica (Strategic Environemtnal Assessment), o <strong>VAS</strong>, nasce da esperienzeprovenienti da aree esterne all‟ambito comunitario, in relazione alla necessità <strong>di</strong> valutare ex ante i possibilieffetti dell‟ applicazione <strong>di</strong> piani e programmi ai processi <strong>di</strong> gestione del territorio ormai consolidati nei <strong>di</strong>versipaesi europei ed extra europei.Seppure il processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> sia parte assimilabile a quello, ormai consolidato e or<strong>di</strong>nariamente applicatodella Valutazione <strong>di</strong> Impatto Ambientale, o VIA (DIR 85/337/CE), concernente la valutazione degli effetti sull‟ambiente <strong>di</strong> particolari progetti pubblici o privati, è necessario sottolineare la non identità delle due <strong>di</strong>fferentivalutazioni, sia per l‟ambito <strong>di</strong> applicazione (la prima legata appunto a piani o programmi anche preliminarialle fasi <strong>di</strong> progettazione, la seconda legata più <strong>di</strong>rettamente alla fase progettuale più avanzata), che per lemodalità <strong>di</strong> gestione amministrativa e valutazione del processo.La VIA valuta quin<strong>di</strong> la compatibilità <strong>ambientale</strong> <strong>di</strong> una decisione “già assunta”, mentre la <strong>VAS</strong> valuta lacompatibilità <strong>ambientale</strong>, ma anche socio – economica, <strong>di</strong> decisioni da intraprendere nel futuro, in<strong>di</strong>rizzandoquin<strong>di</strong> le scelte <strong>di</strong> piano verso gli obiettivi comunemente ascrivibili al risultato dello “sviluppo sostenibile”.Entrambi gli iter valutativi possono essere comunque condotti a una comune origine rintracciabile, a livelloextra – europeo, nella normativa vigente negli Stati Uniti già a partire dagli anni ‟60 del secolo scorso(National Environmental Policy Act – N.E.P.A, 1969).La <strong>VAS</strong>, rispetto alla più nota ed applicata VIA, si pone quin<strong>di</strong> ad un livello <strong>di</strong> complessità maggiore,ampliando lo spettro delle problematiche analizzate (non solo ambientali, ma sociali, economiche,territoriali..), attraverso un iter procedurale non <strong>di</strong>sgiunto dal processo <strong>di</strong> formazione del piano o programma,ma legato da una continua interazione e revisione delle scelte che portano anche alla possibile identità (danon confondere con una eccessiva autoreferenzialità) tra le figure del soggetto proponente il piano esoggetto responsabile del processo <strong>di</strong> valutazione <strong>ambientale</strong>.Lo stesso aggettivo “strategico”, si riferisce chiaramente alla complessità della valutazione e delle tematicheanalizzate, secondo i moderni principi dell‟ analisi multicriteri e della ponderazione dei costi sostenuti inrelazione ai benefici attesi.Ancora, la <strong>VAS</strong> non si riduce ad analizzare le scelte <strong>di</strong> piano e le possibili alternative proponibili ma prolungai tempi della valutazione sino all‟ applicazione del piano, prevedendo le fasi del monitoraggio degli effettidelle scelte operate, attraverso l‟utilizzo e lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> appositi in<strong>di</strong>catori.Altro elemento car<strong>di</strong>ne del processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> è la partecipazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi soggetti al “tavolo dei lavori”, al fine<strong>di</strong> rendere massima la con<strong>di</strong>visione delle scelte operate ed ottenere il maggior numero <strong>di</strong> apporti qualificati. Il“pubblico” chiamato infatti a partecipare al processo non è genericamente inteso, bensì costituito da unselezionato panel <strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> interessi, Enti e Soggetti variamente competenti in materia <strong>ambientale</strong>.4


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101.2 IL CONTESTO NORMATIVOL‟impianto normativo principale su cui il processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> si basa, è dato dalla Direttiva Comunitaria2001/42/CE del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti <strong>di</strong> determinati piani e programmisull‟ambiente. La Direttiva si pone l‟obiettivo <strong>di</strong> “.. garantire un elevato livello <strong>di</strong> protezione dell’ ambiente...all’ atto dell’elaborazione e dell’ adozione <strong>di</strong> piani e programmi, al fine <strong>di</strong> promuovere lo svilupposostenibile...”.I punti salienti della <strong>di</strong>rettiva sono:1. L‟attenzione posta allo stato <strong>ambientale</strong> del territorio sottoposto a pianificazione, valutando anche ilpossibile decorso in presenza dell‟ “alternativa 0” (assenza <strong>di</strong> piano);2. l‟utilizzo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per valutare gli effetti delle scelte <strong>di</strong> piano;3. L‟attenzione posta in particolare sulle possibili problematiche inerenti la gestione dei siti afferenti allaRete ecologica Europea Natura 2000 (Siti <strong>di</strong> Interesse comunitario – Zone Speciali <strong>di</strong>Conservazione, Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale) istituite ai sensi delle Direttive 78/409/CE e92/43/CE.A livello nazionale, la Direttiva è stata recepita dal D.Lgs 3 aprile 2006 n° 152, recentemente mo<strong>di</strong>ficato(proprio nelle parti riguardanti la <strong>VAS</strong> e l‟applicazione della Direttiva 2001/42/CE) dal D.Lgs 16 gennaio2008 n° 4.Scendendo nella scala gerarchica del quadro normativo, a livello regionale, tre sono gli atti <strong>di</strong> riferimentofondamentale che regolano il processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> in Regione Lombar<strong>di</strong>a:1. Legge Regionale 11 marzo 2005 n° 12 (articolo 4);2. D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351 “in<strong>di</strong>rizzi generali per la Valutazione <strong>di</strong> Piani e Programmi (art. 4comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n° 12)”;3. D.G.R. n° 8/6420 del 27.12.2007 “determinazione delle procedure per la Valutazione Ambientale <strong>di</strong>Piani e Programmi – <strong>VAS</strong> (art.4 comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n° 12)”;4. D.G.R. n° 10971 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009.Tutti i documenti e le procedure elaborate nell‟ambito del presente processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> fanno riferimento aisuddetti inquadramenti normativi, garantendo linearità e regolarità del processo <strong>di</strong> valutazione, secondoquanto <strong>di</strong>sposto dal Legislatore.5


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101.3 IL RAPPORTO AMBIENTALEIl Rapporto Ambientale è l‟elaborato principale previsto dalla Direttiva comunitaria 2001/42/CE.Costituisce il documento in cui la <strong>di</strong>mensione <strong>ambientale</strong> e socio economica del piano o del progetto vieneanalizzata ed approfon<strong>di</strong>ta, ante fasi <strong>di</strong> approvazione ed attuazione degli in<strong>di</strong>rizzi del piano e degli schemi <strong>di</strong>progetto.Oltre a fornire un quadro analitico dettagliato degli effetti possibili del piano sull‟ambiente e sul tessutoeconomico – sociale, nel Rapporto Ambientale sono analizzate e percorse alcune ipotesi alternative alloscenario proposto dal piano, nonché eventuali linee <strong>di</strong> mitigazione <strong>di</strong> possibili effetti negativi delle scelte <strong>di</strong>piano .Una parte importantissima del Rapporto Ambientale è de<strong>di</strong>cata alla costruzione e alla schematizzazione delprocesso <strong>di</strong> monitoraggio del piano, con in<strong>di</strong>viduazione del seti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori, sia <strong>di</strong> performance del pianoche <strong>di</strong> valutazione delle ricadute ambientali.Il Rapporto Ambientale è affiancato dalla Sintesi non Tecnica, documento riassuntivo e <strong>di</strong> taglio <strong>di</strong>vulgativoche raccoglie le parti e le considerazioni salienti espresse dettagliatamente nel <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong>.Il Rapporto Ambientale include anche lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Incidenza sui Siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000, al fine <strong>di</strong> integrare,come anche <strong>di</strong>sposto dalla normativa vigente, i processi <strong>di</strong> valutazione <strong>ambientale</strong> previsti dai due strumenti(Valutazione <strong>di</strong> Incidenza, DIR 92/43 CE, Valutazione Ambientale Strategica DIR 2001/42/CE).6


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20102 L’ ITER PROCEDURALE DELLA <strong>VAS</strong> E LO SCHEMA METODOLOGICOLa Valutazione Ambientale Strategica si basa su un processo <strong>di</strong> stretta interazione tra fasi pianificatorie(elaborazione e stesura del piano) e fasi valutative (proprie del processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> vero e proprio). La strettainterazione tra le fasi è ben esemplificata dalla figura <strong>di</strong> seguito riportata e tratta dalla D.C.R. 13 marzo 2007n. VIII/351 del Consiglio Regionale della Lombar<strong>di</strong>a:Fig. 2.1 – L’interazione tra processo <strong>di</strong> piano e processo <strong>di</strong> valutazionePiù nel particolare, le fasi del processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> sono state approfon<strong>di</strong>te dalla D.G.R. n° 8/6420 del27.12.2007 e sono applicate alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano territoriale del <strong>Parco</strong> secondolo schema riportato nella pagina seguente, che ripercorre le singole fasi dei processi fornendo in<strong>di</strong>cazionisulle tempistiche e sulle modalità attuative (D.G.R. n° 10971 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009).7


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 2.2 – L’iter procedurale della <strong>VAS</strong> e lo schema metodologico adottato (da D.G.R. n° 10971 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009)8


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20102.1 LA PARTECIPAZIONEIl processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> presuppone primariamente l‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tre importanti Autorità, ben definite dallaD.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351:1. l’Autorità Proponente: la pubblica amministrazione o il soggetto privato che elabora il piano dasottoporre a <strong>VAS</strong>. In questo caso è in<strong>di</strong>viduata quale Autorità Proponente il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>e della Valle del Curone;2. l’Autorità Procedente: la pubblica amministrazione che attiva le procedure <strong>di</strong> redazione evalutazione del piano. In questo caso coincide con l‟Autorità Proponente, <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> edella Valle del Curone;3. l’Autorità Competente per la <strong>VAS</strong>: l‟autorità con compiti <strong>di</strong> tutela e valorizzazione <strong>ambientale</strong> checollabora con l‟ Autorità Proponente/Procedente, nonchè con i soggetti competenti in materia<strong>ambientale</strong>, al fine <strong>di</strong> curare l‟applicazione della Direttiva 2001/42/CE e dei susseguenti <strong>di</strong>spostinormativi. L‟Autorità Competente è in<strong>di</strong>viduata nel Dott. Massimo Merati, consulente per gli aspettiforestali del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone che opererà con la collaborazionedei Professionisti incaricati per la redazione del PIF e per l‟espletamento delle procedure <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> <strong>di</strong>cui in narrativaLa partecipazione al processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> è inoltre estesa ad altri importanti attori:1. i soggetti competenti in materia <strong>ambientale</strong>: le strutture pubbliche competenti in materia <strong>di</strong> ambientee salute che possono essere interessati dagli effetti sull‟ ambiente e generati dall‟ applicazione delpiano o programma;2. gli enti territorialmente interessati: gli enti le cui competenze amministrative insistono sul territoriooggetto <strong>di</strong> pianificazione da parte del Piano;3. il pubblico, in<strong>di</strong>viduato in una o più persone fisiche e/o giuri<strong>di</strong>che e loro associazioni, che sod<strong>di</strong>sfinole con<strong>di</strong>zioni incluse nella Convenzione <strong>di</strong> Aarhus e nelle Direttive 2003/42/CE e 2003/35/CE.Con atto formale reso pubblico il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone ha in<strong>di</strong>viduato tutti isoggetti <strong>di</strong> cui sopra, <strong>di</strong> seguito elencati nello specifico: ARPA – sede locale; ASL – sede locale; Enti gestori delle aree protette (Parchi regionali, PLIS e Riserve Naturali) limitrofi e/o confinanti; Sopraintendenza Beni Architettonici e Paesaggio; Sopraintendenza Beni Archeologici; Regione Lombar<strong>di</strong>a: D.G. Territorio e Urbanistica, D.G. Infrastrutture e Mobilità, D.G. Qualitàdell‟Ambiente, D.G. Agricoltura, Sede Territoriale Locale <strong>di</strong> Lecco - STER); Corpo Forestale dello Stato – Comando Stazione competente; Gruppo AIB del <strong>Parco</strong>; ERSAF – sede locale e sede centrale; Comunità Montane limitrofe (Lario Orientale);9


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Comuni del <strong>Parco</strong> e Comuni confinanti; Provincia <strong>di</strong> Lecco (settori: Territorio, Ambiente ed Ecologia, Agricoltura e Foreste); Segreteria Tecnica dell'A.T.O. – Provincia <strong>di</strong> Lecco. Autorità <strong>di</strong> Bacino – Fiume Po Legambiente Lecco CAI – sezioni locali ATC locale; Camera <strong>di</strong> Commercio della Provincia <strong>di</strong> Lecco; Unione Industriali Lecco; Unione Commercianti; Consorzio dei Florovivaisti Lombar<strong>di</strong>; Associazioni <strong>di</strong> Categoria agricole; Consorzio Terre Alte; Consorzio Produttori del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone;2.2 LE FASI PREGRESSE E LA CONFERENZA DI SCOPINGIn data 21 luglio 2009 si è tenuta presso la sede del <strong>Parco</strong> Regionale <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle delCurone la prima seduta <strong>di</strong> confronto del processo <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica della Variante PianoTerritoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento.Si rimanda, per ulteriori approfon<strong>di</strong>menti circa i risultati della conferenza e le considerazioni espresse daipartecipanti, all‟Allegato 1 (Allegato 1 - Verbale <strong>di</strong> Seduta <strong>di</strong> Scoping) al presente Rapporto Ambientale.Si ricordano, <strong>di</strong> seguito e per completezza <strong>di</strong> informazione, i presenti alla suddetta seduta, tre all‟AutoritàProponente, Procedente e Competente ed ai tecnici incaricati della redazione dei documenti <strong>di</strong> Piano e deglielaborati <strong>di</strong> <strong>VAS</strong>.NOME COGNOME ENTE RUOLOCorrado Toscani Consorzio Terre Alte DirettoreLuca Fumagalli Comune <strong>di</strong> Lomagna Assessore all‟UrbanisticaAntonella Airol<strong>di</strong> ARPA TecnicoAlcide Erba ARPA TecnicoSergio Casati CAI Rovagnate Vice PresidenteEster Casati CAI Rovagnate SociaPiera Maria Comi Comune <strong>di</strong> Missaglia AssessorePier Maria Molteni ATC Meratese ConsigliereCarlo Cavenaghi Guar<strong>di</strong>e Ecologiche Volontarie del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Ecologica<strong>Montevecchia</strong> e Valle del CuroneLaura Bonfanti Legambiente SociaMassimiliano Vivenzio Comune <strong>di</strong> Merate Vice SindacoDavide Cereda Comune <strong>di</strong> Missaglia TecnicoGiuseppe Galimberti Consorzio Produttori <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> ePresidenteValle del CuroneGianfranco Rota Comune <strong>di</strong> Sirtori TecnicoTab. 2.1 – Presenti alla prima seduta della conferenza <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> - scopingDurante le fasi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, raccolta dati e redazione del Piano sono inoltre stati condotti vari incontri con leAmministrazioni interessate al processo <strong>di</strong> pianificazione.In particolare, sono state contattate le amministrazioni comunali <strong>di</strong> tutti i comuni facenti parte del <strong>Parco</strong>,soprattutto allo scopo <strong>di</strong> valutare la coerenza tra PRG/PGT e PTC del <strong>Parco</strong>.10


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20103 L’AMBITO DI AZIONE DEL PIANO: CARATTERISTICHE TERRITORIALI,AMBIENTALI E SOCIO ECONOMICHE3.1 ACQUAIl reticolo idrografico superficiale del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> (dati estesi a tutta la superficie del <strong>Parco</strong>,superfici a <strong>Parco</strong> Regionale comprese) è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> numerosi corsi d‟acqua <strong>di</strong> seguitoelencati: Torrente Molgora; Torrente Molgoretta; Torrente Curone; Torrente Lavandaia.Idrograficamente, il territorio del <strong>Parco</strong> può essere <strong>di</strong>stinto in due gran<strong>di</strong> ambiti (sistemi idrici): l'ambitocollinare e quello <strong>di</strong> pianura. Il primo, caratterizzato dalla presenza dei torrenti Curone e Molgoretta, dalle numerose sorgenti incui hanno sede gli habitat delle sorgenti petrificanti, tutelate dalla Comunità Europea, dai fenomeni <strong>di</strong>ristagno su suoli argillosi che formano zone umide <strong>di</strong> assoluto rilievo naturalistico. Qui, le captazioniidriche sulle venute a giorno delle acque furono in uso fino agli anni '60 per il normaleapprovvigionamento idrico delle cascine e dei nuclei rurali. Oggi, svanita la loro originaria funzione,alcune sorgenti e gli ambienti umi<strong>di</strong> sono <strong>di</strong> estrema importanza per la conservazione e ilcompletamento dei cicli biologici <strong>di</strong> Anfibi, Molluschi ed Invertebrati. Il secondo, caratterizzato dalla presenza dei tratti a più modesta pendenza dei torrenti, checonfluiscono nel torrente Molgora agli estremi meri<strong>di</strong>onali del <strong>Parco</strong>. Era questo lo spazio de<strong>di</strong>cato aiprati irrigui ed ai seminativi, solcati dai canali che prendevano origine da briglie e sbarramenti suitorrenti Curone e Molgoretta, ma anche da fontanili <strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni, ben lontani dalla lineadelle risorgive della Pianura Padana. Una rete <strong>di</strong> canali, chiuse e invasi gestita e regolata dacomplesse turnazioni e convenzioni tra conduttori e proprietari dei fon<strong>di</strong> rurali. Oggi le sistemazioniidrauliche della pianura sono completamente abbandonate o scomparse con per<strong>di</strong>ta dei valori nonsolo funzionali all'agricoltura locale, ma anche paesaggistici (scomparsa dei filari e della vegetazioneripariale) e culturali (valore storico <strong>di</strong> alcune canalizzazioni, es. Fontanile Gallarati-Scotti).Di seguito è riportata una descrizione del Torrente Molgora tratta da uno stu<strong>di</strong>o effettuato dell‟ARPALombar<strong>di</strong>a <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Monza.Il torrente Molgora nasce con due rami sorgentizi a circa 700 m <strong>di</strong> quota nel territorio del comune <strong>di</strong> SantaMaria Hoe‟ (LC) e percorre 44,4 km nell‟alta e me<strong>di</strong>a pianura lombarda fino ad immettersi nel Canale dellaMuzza, all‟altezza del comune <strong>di</strong> Trucazzano (MI), descrivendo un percorso sinuoso. Il bacino idrografico delMolgora, che costituisce un sottobacino dell‟Adda, interessa da Nord verso Sud ambiti geomorfologici<strong>di</strong>fferenti. Nelle zone più a Nord (nelle aree dove in parte scorre nel territorio del <strong>Parco</strong>), caratterizzate dallecolline moreniche e dai terrazzi fluvioglaciali antichi, i materiali facilmente ero<strong>di</strong>bili che costituiscono i terrenihanno favorito lo sviluppo <strong>di</strong> un reticolato idrografico ramificato. Nel tratto compreso tra Usmate e Omate(frazione <strong>di</strong> Agrate Brianza), il corso d‟acqua si presenta relativamente uniforme con letto scavato neiterrazzi fluvio-glaciali. A Sud <strong>di</strong> Agrate Brianza, il Molgora assume un andamento tipicamente meandriforme11


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010a seguito della riduzione <strong>di</strong> energia potenziale dovuta al minore gra<strong>di</strong>ente morfologico, quin<strong>di</strong> completa il suopercorso nelle alluvioni della pianura fino ad immettersi nel Canale della Muzza. Mentre nel primo tratto finoa Merate il corso d‟acqua esprime buona naturalità, più a valle esso scade fortemente sia dal punto <strong>di</strong> vistafisico-morfologico, sia da un punto <strong>di</strong> vista della qualità delle acque. Il territorio della Valle del Molgora èinfatti parte della grande conurbazione con centro a Milano e che si estende sino ai primi rilievi della fasciapedemontana.La caratterizzazione qualitativa <strong>di</strong> seguito riportata delle acque del Torrente è desunta dallo stu<strong>di</strong>o dell‟ARPAsopra citato e dai dati <strong>di</strong>sponibili nella Carta delle vocazioni ittiche della Provincia <strong>di</strong> Milano.L‟unico punto <strong>di</strong> prelievo relativo al torrente Molgora è quello ubicato in località cascina Campana nelterritorio del comune <strong>di</strong> Carnate, circa 500 m a valle del depuratore intercomunale <strong>di</strong> Lomagna (LC). Inquesta stazione <strong>di</strong> misura e prelievo, il Molgora presenta portate relativamente modeste, con valorime<strong>di</strong>amente pari a 0,20÷0,30 m 3 /s e deflusso probabilmente regolato in parte dagli scarichi dei depuratoriposti a monte. Le caratteristiche morfologiche del bacino, caratterizzato da litologie scarsamente drenanti,unitamente alla ridotta larghezza delle sezioni d‟alveo favoriscono, in occasione <strong>di</strong> intense precipitazioni,eventi <strong>di</strong> piena con portate in alveo misurate fino a 10,88 m 3 /s, talvolta associati a fenomeni <strong>di</strong> esondazione.Dal punto <strong>di</strong> vista qualitativo, le acque del torrente Molgora presentano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ossigenazione spessocompromesse con valori che, nelle rilevazioni <strong>di</strong>sponibili del 2004 (maggio-giugno), in<strong>di</strong>cano un lievepeggioramento rispetto ai precedenti perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> monitoraggio. Il deficit in ossigeno è ulteriormentecomprovato dai valori relativi ai parametri BOD 5 e COD che testimoniano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> inquinamento <strong>di</strong>origine organica. I parametri batteriologici e le concentrazioni <strong>di</strong> azoto ammoniacale e nitrati confermano lavulnerabilità del corso d‟acqua in relazione alle emissioni a monte dovute a scarichi <strong>di</strong> acque reflue urbane e<strong>di</strong> depurazione civile. Pur registrando con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> inquinamento <strong>di</strong> origine prevalentemente civile, il Torrentesi colloca in un contesto geografico e territoriale potenzialmente in grado <strong>di</strong> mitigare nel tempo e ri<strong>di</strong>stribuirele pressioni antropiche esercitate sul corso d‟acqua.Per il Torrente Molgora sono <strong>di</strong>sponibili i dati <strong>di</strong> qualità raccolti e registrati dall‟ARPA Lombar<strong>di</strong>a, checoprono il periodo 2000 – 2005 e interessano 2 stazioni <strong>di</strong> campionamento, entrambe <strong>di</strong> pertinenza dellaProvincia <strong>di</strong> Milano. Essi mostrano chiaramente lo stato <strong>di</strong> compromissione che caratterizza la qualitàchimico-fisica e biologica dell‟acqua in tutto il suo tratto milanese. Negli anni si è assestata una situazione <strong>di</strong>IV – V Classe S.E.C.A.Fig. 3.1 - Qualità chimico-fisica e biologica del Torrente Molgora nelle stazioni <strong>di</strong> monitoraggio dell’ARPA (dati ARPA Lombar<strong>di</strong>a).Applicazione del D.Lgs. 152/99. Periodo 2000-2005 (Fonte: Carta ittica della Provincia <strong>di</strong> Milano).Per la descrizione della comunità ittica si <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un unico dato puntuale (quello riferito alla campagnacompiuta nell‟inverno 2007 a Truccazzano) che dunque non può rivelarsi informativo riguardo all‟evoluzionedella fauna ittica e alla sua tendenza demografica. Il dato esprime sicuramente una situazione critica per ipesci, rappresentati da un numero estremamente esiguo <strong>di</strong> specie, peraltro tolleranti anche a con<strong>di</strong>zioni12


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010limite <strong>di</strong> sopravvivenza. Il fiume scorre con una modesta portata e frequenti cascatelle fino ad OlgiateMolgora dove raccoglie l‟acqua <strong>di</strong> tributari minori. Fino a Merate il corso d‟acqua non pare subire gran<strong>di</strong>impatti. Più a valle, nel territorio milanese, la situazione <strong>di</strong>viene drammatica a causa dell‟elevato apporto <strong>di</strong>scarichi industriali. E‟ stato rinvenuto il rodeo amaro come specie ittica alloctona. La vocazione ittica attualee potenziale è a ciprini<strong>di</strong>.Il Torrente Curone, detto anticamente anche “Curone <strong>di</strong> Valfredda”, nasce nell‟omonima valle e si getta nellaMolgoretta in comune <strong>di</strong> Lomagna.Il Torrente è stato oggetto <strong>di</strong> interventi volti alla sua rinaturalizzazione e al riassetto <strong>di</strong> sorgenti interessate dacaptazioni idriche. L'intervento è stato realizzato su due sole strutture. In entrambi i casi l'intervento era daconsiderarsi impegnativo non tanto per la tipologia dei lavori, quanto per la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> accesso: i siti sonoraggiungibili solo tramite sentieri, <strong>di</strong>stando alcune centinaia <strong>di</strong> metri da strade carrabili.Diversamente da quanto previsto, durante i lavori alle sorgenti del Curone si è rilevata la presenza <strong>di</strong>tubature ancora funzionanti, anche se non più a servizio <strong>di</strong> alcun impianto: le acque venivano captate e poi<strong>di</strong>sperse altrove. La demolizione della captazione ha quin<strong>di</strong> avuto l'effetto imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> aumentare la portatadel torrente Curone nel suo tratto sorgentizio, <strong>di</strong> realizzare la pozza sorgentizia, con una costantealimentazione da monte.Il Torrente Lavandaia Piccolo corso d‟acqua che nasce nel comune <strong>di</strong> Sirtori a una quota <strong>di</strong> 540 m s.l.m. e sigetta nella Molgoretta a sud della località Tricodaglio. Negli antichi carteggi la Lavandaia veniva chiamata“Cavo Fiume”, “Fiume <strong>di</strong> Missaglia” o semplicemente “Fiume”. Attraversa un territorio piuttosto antropizzato,con possibile presenza <strong>di</strong> fonti <strong>di</strong> inquinamento, e la qualità delle acque risulta essere da buona a me<strong>di</strong>ocre.Il Torrente Molgoretta nasce sulle colline del parco <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>, nella valle Santa Croce a quota 530 ms.l.m. nel territorio del comune <strong>di</strong> Sirtori e si getta nel Molgora a Usmate Velate. Un tempo veniva chiamato“Curone <strong>di</strong> Lomaniga”. Presso Lomagna (a sud <strong>di</strong> Missaglia) è presente una stazione fissa <strong>di</strong>campionamento <strong>di</strong> ARPA per il monitoraggio della qualità delle acque; il calcolo dell‟in<strong>di</strong>ce IBE dal 2003 al2006 ha messo in evidenza uno stato fortemente inquinato (classe V) con una qualità delle acque pessima.Nel corso del 2003 ed inizio 2004 sono stati eseguiti da parte del <strong>Parco</strong> interventi nelle porzioni più alte dellevalli dei torrenti Curone e Molgoretta, sia in alveo che nelle aree boscate circostanti. Complessivamentesono stati eseguiti interventi su circa 1500 m <strong>di</strong> alveo, e su circa 20 ettari <strong>di</strong> superficie. Sono state messe a<strong>di</strong>mora circa 1500 piantine <strong>di</strong> specie forestali, con il significato <strong>di</strong> riassetto floristico, quin<strong>di</strong> privilegiando leentità oggi carenti nella composizione dei boschi, per effetto della forte alterazione dell'imme<strong>di</strong>ato secondodopoguerra.Secondo le in<strong>di</strong>cazioni per il monitoraggio dell'habitat dei Cratoneurion (sorgenti petrificanti), si è provvedutoad operare una "pulizia" dell'imme<strong>di</strong>ato intorno delle "polle" sorgentizie, liberandole da ramaglia, fogliame ese<strong>di</strong>menti, per consentire una più agevole fuoriuscita delle acque. Sono stati inoltre eseguiti i primi interventiurgenti <strong>di</strong> consolidamento <strong>di</strong> alcune frane, avviatesi, o manifestatesi, dopo le precipitazioni del novembre2002, che minacciavano alcune sorgenti <strong>di</strong> particolare interesse.All'interno <strong>di</strong> alcuni affluenti del torrente Curone, nel torrente Molgoretta, prima che le sue acqueconfluiscano nei prati <strong>di</strong> Valle Santa Croce, e in brevi tratti <strong>di</strong> pochi altri ruscelli e fontanili, vive il Gambero13


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010d'acqua dolce (Austropotamobius pallipes), un crostaceo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a taglia e <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni prettamente notturne.Il gambero è presente in un fontanile, quello <strong>di</strong> Mirasole, che anticamente riforniva <strong>di</strong> acque i giar<strong>di</strong>ni dellavilla Gallarati-Scotti della frazione Oreno <strong>di</strong> Vimercate.In tutti gli affluenti in cui è presente, il gambero non raggiunge mai l'asta del torrente principale, per cui si puòparlare <strong>di</strong> popolazioni tutte, <strong>di</strong> norma, isolate tra loro; é probabile che sia la presenza della trota, dove leacque sono più copiose, ad impe<strong>di</strong>re <strong>di</strong> fatto uno stabile collegamento tra le varie popolazioni. Le acque deitorrenti principali, sia Curone sia Molgoretta, non appaiono infatti inquinate nei tratti in questione(rispettivamente me<strong>di</strong>a e alta valle del Curone e alta valle <strong>di</strong> Santa Croce).I fontanili del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone sono rari in quanto le con<strong>di</strong>zioni che generanoquesto fenomeno sono limitate a fon<strong>di</strong> vallivi o ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> scarpate <strong>di</strong> natura fluvio-glaciale dove localmente sipuò verificare una variazione <strong>di</strong> permeabilità del terreno che comporta la risalita delle acque <strong>di</strong> falda e <strong>di</strong>drenaggio. La zona dei fontanili all‟interno del <strong>Parco</strong> costituisce un‟area molto particolare in quanto molto piùa nord rispetto alla “fascia delle risorgive”. La spiegazione è da ricercarsi nella formazione <strong>di</strong> una piccolavalle fluviale, delimitata dai terrazzamenti del Mirasole e <strong>di</strong> Valaperta, percorsa dai meandri del torrenteLavandaia. Qui lo strato impermeabile determina la presenza <strong>di</strong> acqua ad una profon<strong>di</strong>tà inferiore ai 10metri. Man mano che si scende a valle tale profon<strong>di</strong>tà si riduce ad un paio <strong>di</strong> metri ed in concomitanza <strong>di</strong>depressioni si presenta la risorgiva.Il perché questo lembo <strong>di</strong> terra abbia sviluppato un “sistema delle acque” trova la sua ragione “economica”nel fatto che si trovava stretto tra due sistemi produttivi dettati dalle peculiarità dei territori confinanti. A nor<strong>di</strong>niziavano le colline della Brianza, ricche <strong>di</strong> legname, castagne, vini pregiati; a sud vi era l‟alta pianuraMilanese dove l‟agricoltura (cereali, prati da sfalcio) poteva, grazie al latifondo, operare su larga scala. Aquesto lembo <strong>di</strong> terra (dove al latifondo si affiancavano anche le numerose piccole proprietà) restavanopoche possibilità per la competizione quin<strong>di</strong> la popolazione, sin dal me<strong>di</strong>oevo, aveva integrato l‟attivitàagricola con attività artigianali. Allo sfalcio si era aggiunta la coltivazione e lavorazione del lino con il suoindotto. Si ha fondata ragione <strong>di</strong> credere che taluni mulini non erano de<strong>di</strong>ti alla macinazione delle granaglie,bensì avessero un uso industriale legato alla lavorazione del lino. Dunque il territorio aveva sviluppato lapropria economia sfruttando al meglio la risorsa “acqua” .La gestione della risorsa acqua (e delle strade) interessava tutte le comunità. Spesso veniva regolamentatada usi locali a volte contrastanti con la “città <strong>di</strong> Milano” . Nel 1346 la città <strong>di</strong> Milano re<strong>di</strong>ge la “rubrica generalede l‟aqua e de la rasone de li molini e de le strade” meglio nota come “Statuti delle acque e delle strade”. Erauno statuto <strong>di</strong> 100 articoli che regolava una materia complessa, dettato dal buon senso e dalla concretezzatanto che rimase <strong>di</strong> fatto in vigore, per <strong>di</strong>rimere le <strong>di</strong>spute legali, fino agli inizi del „900.Lo sfruttamento delle acque avveniva con l‟irreggimentare i corsi naturali dei torrenti Lavandaia, Curone, eMolgoretta con sistemi <strong>di</strong> chiuse e <strong>di</strong> canali <strong>di</strong> prelievo e ri<strong>di</strong>stribuzione. A questo flusso si aggiungeva laportata dei fontanili. Il fontanile, “Gallarati Scotti” (detto anche Fontana nuova o Fontana <strong>di</strong> mezzo) eracentrale rispetto ad altre due teste ora interrate. Verso il Mirasole vi era il fontanile detto “Fontana delMaressolo” mentre quello verso il torrente Lavandaia era detto “Fontanone”. Le tre aste confluivano in unsolo canale <strong>di</strong> portata significativa, parte integrante <strong>di</strong> una rete idrica che andava a muovere i mulini a valle.Le prime notizie che si hanno sui Fontanili del <strong>Parco</strong>, sono desunte da documenti che riguardano lacessione e la locazione <strong>di</strong> terreni dalla cui descrizione è possibile ricostruire una mappa del territorio. Nel14


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101356, <strong>di</strong>eci anno dopo la promulgazione dello statuto delle acque, un documento della Pieve <strong>di</strong> Missagliacertifica la consegna nelle mani del locale Prevosto <strong>di</strong> numerosi beni tra i quali si citano due prati detti “adFontanille” tanto da testimoniare la presenza <strong>di</strong> un fontanile che dando il nome ad una località, lasciapresumere la sua esistenza da tempi più antichi.L‟inizio della storia del Fontanile Gallarati Scotti (allora Fontana <strong>di</strong> Mezzo) comincia il 2 <strong>di</strong>cembre 1478 conun atto <strong>di</strong> locazione. Nei documenti vi è un silenzio che dura ben 147 anni. Dal 1625 al 1644 vi è una serie <strong>di</strong>atti <strong>di</strong> acquisizioni finalizzate ad ottenere il controllo delle acque, della piana dei fontanili, per l‟alimentazionedel Mulino <strong>di</strong> Imparì e del Mulino del Conte (quest‟ultimo così chiamato perché <strong>di</strong> proprietà del ConteGiovanni Battista Secco Borrella). Anche la storia “moderna” del Fontanile Gallarati Scotti si sostanzia conl‟acquisizione <strong>di</strong> acqua. Il 27 giugno 1692, il conte Giovanni Battista Scotti dava inizio ai lavori <strong>di</strong> rifacimentodella sua villa <strong>di</strong> campagna ad Oreno. Al tempo le acque dopo aver mosso il mulino <strong>di</strong> Imparì ed irrigato iprati <strong>di</strong> pertinenza si gettavano nella Molgora. Da qui, previo giu<strong>di</strong>zio peritale, si certificò che a valle delmulino, le stesse acque potevano essere convogliate, con la costruzione <strong>di</strong> una roggia, sino ad Oreno edopo un utilizzo agricolo sulle proprietà terriere del conte, alimentare i giochi d‟acqua e la fontana delNettuno dello splen<strong>di</strong>do giar<strong>di</strong>no all‟italiana della villa. Nell‟800 la roggia alimentò anche il lago artificiale delparco della villa. In cambio della derivazione delle acque venne stipulata una convenzione che prevedeva<strong>di</strong>versi oneri a carico del conte Scotti. A gran<strong>di</strong> linee veniva previsto che lo Scotti partecipasse alla pulizia deifontanili; che lo scavo ed il corso della roggia fosse interamente a carico del conte (all‟uopo venneroacquistati terreni). L‟opera <strong>di</strong> un certo rilievo si aggiungeva alla fitta rete <strong>di</strong> canali esistente, portando a sud lerisorse idriche della piana <strong>di</strong> Lomagna.Il Fontanile Gallarati Scotti è la massima espressione del fenomeno delle risorgive nell‟area locale. La testamisura 110 metri ed ha una larghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 7metri. La sua portata varia da 1,5 e 3 litri/secondo ed hauna profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 1 metro. Prima del recupero “sopravviveva” solo la testa e sebbene <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioninotevoli, il persistere dell‟abbandono ne avrebbe comportato l‟interramento come completamente interrato sipresentava il canale <strong>di</strong> deflusso.Nel 2006 è iniziata una fase <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per valutare la fattibilità dell‟intervento <strong>di</strong> recupero. Era necessarioverificare la portata della falda in entrata nella testa, ovvero la capacità <strong>di</strong> ricarica del bacino prima <strong>di</strong>riattivare la roggia in uscita. Non era infatti da escludere che un‟insufficiente alimentazione avrebbe resoinutile se non dannosa la riattivazione della roggia il cui deflusso avrebbe accelerato il prosciugamento dellatesta. L‟intervento è stato concepito in chiave naturalistica e storica. I lavori sul campo sono iniziati nel marzo2007 ed il recupero ha comportato la pulizia del capofonte con l‟uso <strong>di</strong> uno speciale barchino è stato rimossoparte del materiale organico depositatosi sul fondo, intervento blando per mantenere l‟ecosistema; sono statiposati nuovi tubi emungitori in sostituzione <strong>di</strong> precedenti tine in legno andate perdute. Pressoché nulli sonostati gli interventi sulla vegetazione delle rive per ridurre al minimo il <strong>di</strong>sturbo all‟avifauna. L‟asta è statariattivata per una lunghezza <strong>di</strong> 300 metri, <strong>di</strong>stanza necessaria per raggiungere una zona umida a valle a suavolta collegata al torrente Lavandaia tanto da riceverne le acque nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> elevata portata. Gli interventihanno raggiunto l‟obiettivo <strong>di</strong> ripristinare in ambiente seminaturale il sistema fontanile, roggia, zona umida etorrente valorizzandone l‟ecosistema anche ai fini <strong>di</strong>dattici.La fontana <strong>di</strong> Squallera ed il suo lavatoio si trovano in una valletta incassata tra un versante boscato ed unoterrazzato sul quale in passato era presente la vite. Il fondovalle è percorso da un ruscello originato dallafontana Squallera, sorgente racchiusa in una caratteristica nicchia <strong>di</strong> mattoni. Sulle rive <strong>di</strong> questo ruscello è15


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010rimasto intatto il filare dei salici, potati “a capitozzo”. Anche qui l‟acqua non gelava mai e serviva all‟approvvigionamento delle vicine cascine e frazioni.Dalla frazione <strong>di</strong> Trecate, scendendo per il vecchio tracciato, si arriva alla Fontana <strong>di</strong> San Carlo oFormighera.Questa risorgiva è <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni ma è stata <strong>di</strong> vitale importanza per l‟approvvigionamento d‟acquadel sovrastante abitato. Fino agli anni dell‟imme<strong>di</strong>ato dopoguerra, ogni lunedì le donne scendevano a fare ilbucato e d‟inverno accendevano fuochi per riscaldare l‟acqua. La fonte era riservata ai soli abitanti <strong>di</strong>Trecate.Nel 1750 la testa del fontanile “Formighera” era <strong>di</strong> proprietà del Signor Conte Carlo Borromeo. Taluniasseriscono che la subentrata denominazione Fontana <strong>di</strong> San Carlo sia stato un omaggio del conte alcelebre ed omonimo antenato. Altri sostengono che la denominazione sia da attribuirsi alla presenza dellostesso San Carlo Borromeo che durante la sua visita pastorale del 1571, in un periodo <strong>di</strong> siccità, nonsapendo come <strong>di</strong>ssetare il cavallo l‟aveva incitato a battere lo zoccolo per terra facendo sgorgare l‟acqua.Da qui, oltre la denominazione a ricordo dell‟evento miracoloso, la forma a ferro <strong>di</strong> cavallo della risorgiva.3.2 ARIAL‟inquinamento atmosferico è lo stato della qualità dell‟aria conseguente all‟immissione <strong>di</strong> sostanze <strong>di</strong>qualsiasi natura in misura e con<strong>di</strong>zioni tali da determinare, in modo <strong>di</strong>retto o in<strong>di</strong>retto, conseguenze negativealla salute degli organismi viventi o danno ai beni pubblici o privati. Queste sostanze possono non esseresolitamente presenti nella normale composizione dell‟aria, oppure lo sono ad un livello <strong>di</strong> concentrazioneinferiore.Gli inquinanti atmosferici possono essere classificati in primari, cioè liberati nell‟ambiente come tali esecondari, che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche (ad esempiol‟ozono troposferico). Le sostanze inquinanti possono avere effetti dannosi nei confronti della salute odell‟ambiente <strong>di</strong>pendentemente da vari fattori, come la concentrazione, il tempo <strong>di</strong> esposizione e la tossicitàdell‟inquinante stesso. Gli effetti sulla salute possono essere <strong>di</strong> piccola entità e reversibili (comeun‟irritazione agli occhi) oppure debilitanti (come un aggravamento dell‟asma) o anche molto gravi (come ilcancro).Le gran<strong>di</strong> sorgenti fisse, spesso localizzate lontano dai centri abitati, <strong>di</strong>sperdono nell‟aria gli inquinanti agran<strong>di</strong> altezze, mentre il riscaldamento domestico ed il traffico producono inquinanti che si liberano a livellodel suolo all‟interno dei centri abitati; generalmente, quin<strong>di</strong>, le sorgenti mobili e quelle fisse <strong>di</strong> piccole<strong>di</strong>mensioni contribuiscono in modo maggiore all‟inquinamento dell‟aria nelle aree urbane rispetto a quelleprovenienti da gran<strong>di</strong> sorgenti fisse.I principali inquinanti dell‟aria sono riassunti nella seguente tabella:Inquinanti Caratteristiche principali Sorgenti <strong>di</strong> emissioneBiossido <strong>di</strong> zolfo(SO 2)Normalmente in atmosfera sono presenti due ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> zolfo:l‟anidride solforosa o biossido <strong>di</strong> zolfo (SO 2) e l‟anidride solforica(SO 3). Elevate concentrazioni <strong>di</strong> SO 2 in aria possono determinare lecosiddette “piogge acide”. Il biossido <strong>di</strong> zolfo è un gas incolore,irritante, non infiammabile, molto solubile in acqua e dall‟odorepungente. Dato che è più pesante dell‟aria tende a stratificarsi nellezone più basse.Impianti <strong>di</strong> riscaldamento nonmetanizzati, centralitermoelettriche, combustione <strong>di</strong>prodotti organici <strong>di</strong> origine fossilecontenente zolfo (gasolio,carbone, oli combustibili).L‟origine naturale derivaprincipalmente dalle eruzioni16


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010vulcaniche.Monossido <strong>di</strong> carbonio(CO)Ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto(NO x)Ozono(O 3)Polveri Totali Sospese(PTS)Particolato Fine(PM 10)Idrocarburi non Metanici(IPA, Benzene)Il monossido <strong>di</strong> carbonio (CO) è un gas incolore, inodore,infiammabile, e molto tossico. Si forma durante le combustioni dellesostanze organiche, quando sono incomplete per mancanza <strong>di</strong>ossigeno). Le emissioni naturali e quelle antropiche sono oramaidello stesso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza. Gli effetti sull‟ambiente sono daconsiderarsi trascurabili mentre quelli sull‟uomo sono estremamentepericolosi.In atmosfera sono presenti <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto (NO x): ilmonossido <strong>di</strong> azoto (NO) e il biossido <strong>di</strong> azoto (NO 2). L‟ossido <strong>di</strong>azoto (NO) è un gas incolore, insapore ed inodore. L‟ossido <strong>di</strong> azotoprodotto viene ossidato in atmosfera dall‟ossigeno producendobiossido <strong>di</strong> azoto. La tossicità del monossido <strong>di</strong> azoto è limitata, alcontrario <strong>di</strong> quella del biossido <strong>di</strong> azoto che risulta invece notevole. Ilbiossido <strong>di</strong> azoto è un gas tossico <strong>di</strong> colore giallo-rosso, dall‟odoreforte e pungente e con grande potere irritante; è un energicoossidante, molto reattivo e quin<strong>di</strong> altamente corrosivo. Il colorerossastro dei fumi è dato dalla presenza della forma NO 2 come pureil noto colore giallognolo delle foschie che ricoprono le città adelevato traffico.L‟ozono è un gas tossico <strong>di</strong> colore bluastro, costituito da molecoleinstabili formate da tre atomi <strong>di</strong> ossigeno (O 3). Si <strong>di</strong>stingue l‟ozonostratosferico che viene prodotto dall‟ossigeno molecolare per azionedei raggi ultravioletti solari e che costituisce uno schermo protettivonei confronti delle ra<strong>di</strong>azioni UV generate dal sole; e l‟ozonotroposferico. Generalmente nella troposfera è presente a basseconcentrazioni e rappresenta un inquinante secondarioparticolarmente insi<strong>di</strong>oso. Viene prodotto nel corso <strong>di</strong> varie reazionichimiche in presenza della luce del sole a partire da inquinantiprimari, in modo particolare dal biossido <strong>di</strong> azoto. Le più alteconcentrazioni <strong>di</strong> ozono si rilevano nei mesi più cal<strong>di</strong> dell‟anno enelle ore <strong>di</strong> massimo irraggiamento solare mentre nelle ore serali lasua concentrazione <strong>di</strong>minuisce.Il particolato atmosferico è l‟insieme <strong>di</strong> particelle atmosferiche solidee liquide con <strong>di</strong>ametro compreso fra 0,1 e 100 µm. Le particelle piùgran<strong>di</strong> generalmente raggiungono il suolo in tempi piuttosto brevi ecausano fenomeni <strong>di</strong> inquinamento su scala molto ristretta. Ilparticolato atmosferico può <strong>di</strong>ffondere la luce del Sole assorbendolae rimettendola in tutte le <strong>di</strong>rezioni; il risultato è che una quantitàminore <strong>di</strong> luce raggiunge la superficie della Terra. Questo fenomenopuò determinare effetti locali (temporanea <strong>di</strong>minuzione dellavisibilità) e globali (possibili influenze sul clima). Molto pericoloso perla salute dell‟uomo è il PM 10, contrazione delle parole inglesi(Particulate Matter” materiale articolato. Le <strong>di</strong>mensioni delleparticelle sono tali da penetrare fino al tratto toracico dell‟apparatorespiratorio (bronchi) mentre quelle più piccole possono arrivare finoagli alveoli polmonari.Il benzene è un idrocarburo aromatico ed è il più semplice compostodella classe degli idrocarburi aromatici. Il benzene a temperaturaambiente si presenta come un liquido incolore che evapora all‟ariamolto velocemente. È una sostanza altamente infiammabile, ma lasua pericolosità è dovuta principalmente al fatto che è cancerogeno.Pur essendo la pericolosità del benzene ampiamente <strong>di</strong>mostrata danumerose ricerche me<strong>di</strong>che, per il suo ampio utilizzo questasostanza è praticamente insostituibile.Traffico autoveicolare (processi <strong>di</strong>combustione incompleta deicombustibili fossili).Impianti <strong>di</strong> riscaldamento, trafficoautoveicolare, centrali <strong>di</strong> potenza,attività industriali (tutti i processi <strong>di</strong>combustione ad alta temperatura).Non ci sono significative sorgenti<strong>di</strong> emissione <strong>di</strong>retta. E‟ uninquinante secondario. La suaformazione avviene in seguito areazioni chimiche in atmosfera tra isuoi precursori (soprattutto ossi<strong>di</strong><strong>di</strong> azoto e composti organicivolatili), reazioni che avvengono inpresenza <strong>di</strong> alte temperature eforte irraggiamento solareParticelle solide o liquideaero<strong>di</strong>sperse <strong>di</strong> origine sianaturale (erosione del suolo, etc.)sia antropica (processi <strong>di</strong>combustione).Insieme <strong>di</strong> particelle con <strong>di</strong>ametroinferiore a 10 µm, provenientiprincipalmente da processi <strong>di</strong>combustione.Traffico autoveicolare,evaporazione dei carburanti,alcuni processi industriali.Tab. 3.1 – Principali inquinanti dell’ariaPer i principali inquinanti atmosferici, al fine <strong>di</strong> salvaguardare la salute e l‟ambiente, la normativa stabiliscelimiti <strong>di</strong> concentrazione, a lungo e a breve termine. Per quanto riguarda i limiti a lungo termine viene fatto17


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010riferimento agli standard <strong>di</strong> qualità e ai valori limite <strong>di</strong> protezione della salute umana, della vegetazione edegli ecosistemi (D.P.C.M. 28/3/83 – D.P.R. 203/88 – D.M. 25/11/94 – D.M. 2/4/02 – D.Lgs. 183/04) alloscopo <strong>di</strong> prevenire esposizioni croniche. Per gestire episo<strong>di</strong> d‟inquinamento acuto vengono invece utilizzatele soglie <strong>di</strong> attenzione e allarme (D.M. 16/5/96 – D.M. 2/4/02).Di seguito vengono riassunti i limiti previsti dalle varie normative per i <strong>di</strong>versi inquinanti considerati.Monossido <strong>di</strong>Carbonio (CO)Biossido <strong>di</strong> Azoto(NO 2)Ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Azoto(NO X)Biossido <strong>di</strong> Zolfo(SO 2)Valore Limite (mg/m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore limite protezione salute 10 8 h D.M. n.60 del 02/04/02umanaValore Limite (µg/m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneStandard <strong>di</strong> qualità (98° percentile 200 1 h D.P.R. 203/88rilevato durante l‟anno civile)Valore limite protezione salute 200 (+20) 1 h D.M. n.60 del 02/04/02umana (da non superare più <strong>di</strong> 18volte per anno civile)Valore limite protezione salute 40 (+4) Anno civile D.M. n.60 del 02/04/02umanaSoglia <strong>di</strong> allarme 400 1 h (rilevati su 3 oreconsecutive)D.M. n.60 del 02/04/02Valore Limite (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore limite protezione30 Anno civile D.M. n.60 del 02/04/02vegetazioneValore Limite (µg/m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore limite protezione salute 350 1 h D.M. n.60 del 02/04/02umana (da non superare più <strong>di</strong> 24volte per anno civile)Valore limite protezione salute 125 24 h D.M. n.60 del 02/04/02umana (da non superare più <strong>di</strong> 3volte per anno civile)Valore limite protezione20 Anno civile e inverno D.M. n.60 del 02/04/02ecosistemi(1 ott – 31 mar)Soglia <strong>di</strong> allarme 500 1 h (rilevati su 3 oreconsecutive)D.M. n.60 del 02/04/02Ozono (O 3) Valore Limite (µg/m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore bersaglio per la protezione 120 8 h D.L.vo 183 del 21/05/04della salute umanaValore bersaglio per la protezione 18.000 AOT40 (mag-lug) su 5 D.L.vo 183 del 21/05/04della vegetazioneanniSoglia <strong>di</strong> informazione 180 1 h D.L.vo 183 del 21/05/04Soglia <strong>di</strong> allarme 240 1 h D.L.vo 183 del 21/05/04Particolato TotaleSospesoParticolato Fine(PM 10)Valore Limite (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneStandard <strong>di</strong> qualità150 24 h D.P.C.M. del 28/03/83(me<strong>di</strong>a annuale)Standard <strong>di</strong> qualità 300 24 h D.P.C.M. del 28/03/83Valore Obiettivo (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore limite protezione salute 50 24 h D.M. n.60 del 02/04/02umana (da non superare più <strong>di</strong> 35volte per anno civile)Valore limite protezione saluteumana40 Anno civile D.M. n.60 del 02/04/02Elementi nel PM 10 Valore Obiettivo (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazionePiombo (Pb)Valore limite protezione salute 500 Anno civile D.M. n.60 del 02/04/02umanaArsenico (AS) Valore obiettivo 6 Anno civile D.L. 152 del 03/08/07Cadmio (Cd) Valore obiettivo 5 Anno civile D.L. 152 del 03/08/07Nichel (Ni) Valore obiettivo 20 Anno civile D.L. 152 del 03/08/07Particolato Fine(PM 2,5)Idrocarburi nonMetaniciValore Obiettivo (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione LegislazioneValore limite 25 (+ 5) Anno civile Dir. CE 50/08Valore obiettivo al 2010 25 Anno civile Dir. CE 50/08Valore Obiettivo (µg /m 3 ) Periodo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione Legislazione18


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Benzene (C 8H 8) Valore obiettivo 5 (+2) Anno civile D.M. n.60 del 02/04/02Benzo(a)pirene (BaP) Valore obiettivo 0,001 Anno civile D.M. 25/11/94 e Dir107/04/CETab. 3.2 – Limiti previsti dalle varie normative per i <strong>di</strong>versi inquinanti consideratiPer la stima delle principali sorgenti emissive sul territorio è stato utilizzato l‟inventario regionale delleemissioni, INEMAR (INventario EMissioni ARia), nella sua versione più recente, riferita all‟anno 2007.Nell‟ambito <strong>di</strong> tale inventario la sud<strong>di</strong>visione delle sorgenti avviene per attività emissive; la classificazioneutilizzata fa riferimento ai macrosettori relativi all‟inventario delle emissioni in atmosfera dell‟AgenziaEuropea per l‟Ambiente CORINAIR (COR<strong>di</strong>nation INformation AIR), che <strong>di</strong> seguito vengono riportati: Combustione per produzione <strong>di</strong> energia e trasformazione dei combustibili; Combustione non industriale; Combustione nell‟industria; Processi produttivi; Estrazione e <strong>di</strong>stribuzione combustibili; Uso <strong>di</strong> solventi; Trasporto su strada; Altre sorgenti mobili e macchinari; Agricoltura; Altre sorgenti e assorbimenti.Per ciascun macrosettore vengono presi in considerazione <strong>di</strong>versi inquinanti, sia quelli che fanno riferimentoalla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione in quanto considerati gas a effetto serra. Biossido <strong>di</strong> zolfo (SO 2 + SO 3 ); Ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto (NO + NO 2 ) come NO x ; Composti Organici Volatili non Metanici (COV); Metano (CH 4 ); Monossido <strong>di</strong> carbonio (CO); Biossido <strong>di</strong> carbonio (CO 2 ); Ammoniaca (NH 4 ); Protossido <strong>di</strong> azoto (N 2 O); Polveri Totali Sospese (PTS), PM 10 e PM 2,5 ; Totale gas serra (espresso come CO 2 equivalente); Totale sostanze aci<strong>di</strong>ficanti; Totale precursori dell'ozono.I dettagli metodologici della costruzione dell‟inventario delle emissioni sono oggetto <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento nelsito Internet, http://www.ambiente.regione.lombar<strong>di</strong>a.it/inemar/inemarhome.htm, cui si rimanda per unamigliore comprensione dei contenuti.I dati a livello comunale ottenibili da INEMAR costituiscono un‟interessante base <strong>di</strong> conoscenza peraffrontare il problema delle emissioni locali, ma potrebbero contenere alcune imprecisioni, a causa dellanatura statistica dell‟inventario.I dati <strong>di</strong> INEMAR sono stati elaborati dal programma al fine <strong>di</strong> definire i contributi totali dei singolimacrosettori alle emissioni in atmosfera dei principali inquinanti negli 11 Comuni del <strong>Parco</strong>:19


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Descrizione macrosettore CO 2 CO CH 4 SO 2 N 2O NO X NH 3Kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/annoAltre sorgenti e assorbimenti 0 4,29 0,49 0 0 0 0Processi produttivi 0 0 0 0 0 0 0Trasporto su strada 76,22 607,38 9,91 2,39 2,72 323,05 7,73Combustione non industriale 122,77 932,51 61,60 12,38 10,24 102,32 1,71Estrazione e <strong>di</strong>stribuzione combustibili 0 0 730,11 0 0 0 0Trattamento e smaltimento rifiuti 0 0,26 0,01 0 0 0 0Uso <strong>di</strong> solventi 0 0 0 0 0 0 0Altre sorgenti mobili e macchinari 4,14 31,85 0,27 0,80 1,90 54,37 0Agricoltura 0 0,03 258,71 0 14,25 0,27 116,15Combustione nell'industria 80,16 30,63 4,42 160,71 4,73 163,04 0,11Tab. 3.3 - Dati INEMAR (Inventario Emissioni Aria) riferiti all’anno 2007 per i Comuni del <strong>Parco</strong>.DescrizionemacrosettoreCOV Sostanze Aci<strong>di</strong>ficanti CO 2 equivalente Precursori PTS PM 10 PM 2.5Ozonot/anno t/anno Kt/anno t/anno t/anno t/anno t/annoAltre155,33 0 0,01 155,81 2,74 2,74 2,74sorgenti eassorbimentiProcessi49,88 0 0 49,88 0,47 0,25 0,17produttiviTrasporto su160,79 7,55 77,27 621,86 32,61 26,93 21,62stradaCombustione 222,11 2,71 127,24 450,37 48,45 46,53 45,06nonindustrialeEstrazione e61,02 0 15,33 71,24 0 0 0<strong>di</strong>stribuzionecombustibiliTrattamento0,26 0 0,00 0,29 0,11 0,10 0,09esmaltimentorifiutiUso <strong>di</strong>739,47 0 6,07 739,48 1,19 1,01 0,36solventiAltre12,33 1,21 4,74 82,16 7,78 7,07 7,00sorgentimobili emacchinariAgricoltura 0,22 6,84 9,85 4,17 1,80 0,96 0,40Combustionenell'industria10,72 8,57 81,72 213,06 16,39 14,49 5,91Tab. 3.4 - Dati INEMAR (Inventario Emissioni Aria) riferiti all’anno 2007 per i Comuni del <strong>Parco</strong>.Dalle tabelle si possono trarre le seguenti considerazioni circa le fonti che contribuiscono maggiormente alleemissioni delle seguenti sostanze inquinanti: SO 2 : il contributo maggiore (91,17%) è dato dalla combustione nell‟industria; NO X : la principale fonte <strong>di</strong> emissione è il trasporto su strada (50,24%) e la combustione nell‟industria(25,35%); COV: l‟uso <strong>di</strong> solventi contribuisce per il 52,37% alle emissioni. CH 4 : per questo parametro le emissioni più significative sono dovute, per il 68,52%, a processi <strong>di</strong>estrazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei combustibili, per il 24,28% all‟agricoltura; CO: il maggior apporto (58,03%) è dato dalla combustione non industriale e per il 37,80% daltrasporto su strada;20


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 CO 2 : i contributi principali (43,34%) sono le combustioni non industriali e, per il 28,30% allacombustione nell‟industria e per il 26,90% al trasporto su strada; N 2 O: il maggior contributo percentuale (42,12%) è dovuto all‟agricoltura, seguito dalla combustionenon industriale (30,26%); NH 3 : per questo inquinante le emissioni più significative sono quasi totalmente dovute, per l‟92,40%,all‟agricoltura; PM 2,5 , PM 10 e PTS: le polveri, sia grossolane, che fini ed ultrafini, sono emesse principalmente dallecombustioni non industriali (dal 46 al 54%) e secondariamente dal trasporto su strada (dal 25 al33%); CO 2 eq: come per la CO 2 i contributi principali (39,49%) sono le combustioni non industriali e, per il25,36% alla combustione nell‟industria e per il 23,98% al trasporto su strada; Precursori O 3 : per i precursori dell‟O 3 le principali fonti <strong>di</strong> emissione sono l‟uso <strong>di</strong> solventi (30,96%)segue per il 26,04% il trasporto su strada e la combustione non industriale (18,86%); Sostanze Aci<strong>di</strong>ficanti: per gli aci<strong>di</strong>ficanti le fonti <strong>di</strong> emissioni principali sono le combustioninell‟industria (31,90%), il trasporto su strada (28,09%) e l‟agricoltura (25,43%).Attraverso la stima delle emissioni sono state in<strong>di</strong>viduate le principali cause dell‟inquinamento atmosfericodell‟area in esame. Rilevante è il contributo negativo sulla qualità dell‟aria che il <strong>Parco</strong> subisce dalle zonecircostanti, in particolare risultano elevate le emissioni <strong>di</strong> inquinanti in atmosfera causate dal trafficoveicolare che transita sulle strade che circondano il <strong>Parco</strong>. Un‟altra fonte rilevante <strong>di</strong> inquinanti è lacombustione <strong>di</strong> origine civile ed industriale data dagli impianti <strong>di</strong> riscaldamento e dalle importanti realtàindustriali presenti.Il territorio del <strong>Parco</strong> esercita innegabilmente un effetto positivo sull‟ambiente circostante, contribuendo inparte a mitigare le conseguenze dell‟immissione nell‟aria <strong>di</strong> agenti inquinanti; questo con la consapevolezzache non può, comunque, ricoprire un ruolo <strong>di</strong>retto e <strong>di</strong> primo piano sulla riduzione delle emissioni.Di seguito si riportano i dati provinciali utili per conoscere il contributo dato dai Comuni alla qualità dell‟ariaprovinciale.Descrizione macrosettore CO 2 CO CH 4 SO 2 N 2O NO X NH 3Kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/annoAltre sorgenti e assorbimenti 0 196,26 521,22 1,34 0 5,91 1,34Processi produttivi 177,13 63,19 1,20 1,56 0 70,44 0,01Trasporto su strada 655,68 4.261,72 65,60 20,58 21,26 2.634,39 78,22Combustione non industriale 662,22 5.451,51 358,02 105,66 63,62 568,52 10,01Estrazione e <strong>di</strong>stribuzione0 0 3.299,22 0 0 0 0combustibiliTrattamento e smaltimento rifiuti 4,84 2,54 0,08 1,43 4,19 48,16 0,26Uso <strong>di</strong> solventi 0 0 0 0,00 0,03 6,22 0,12Altre sorgenti mobili e macchinari 36,16 251,53 2,28 6,92 14,92 476,78 0,02Agricoltura 0 0,03 1.135,22 0,00 74,29 0,64 518,41Combustione nell'industria 457,64 367,85 18,84 229,69 20,00 579,64 0,70Tab. 3.5 – Dati emissioni Provincia <strong>di</strong> Lecco.Descrizione macrosettore COV Sostanze CO 2 Precursori PTS PM 10 PM 2.5Aci<strong>di</strong>ficanti equivalente Ozonot/anno t/anno Kt/anno t/anno t/anno t/anno t/annoAltre sorgenti e assorbimenti 2.248,71 0,25 10,95 2.284,80 26,27 25,80 25,1721


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Processi produttivi 235,70 1,58 177,16 328,61 22,95 20,45 6,13Trasporto su strada 1.048,55 62,50 663,65 4.732,21 264,79 214,50 171,21Combustione non industriale 1.299,41 16,24 689,46 2.597,69 286,18 274,91 266,24Estrazione e <strong>di</strong>stribuzione304,15 0 69,28 350,33 0 0 0combustibiliTrattamento e smaltimento rifiuti 2,30 1,11 6,14 61,33 0,97 0,85 0,83Uso <strong>di</strong> solventi 4.317,93 0,14 37,48 4.325,52 2,91 2,11 1,18Altre sorgenti mobili e macchinari 97,64 10,58 40,84 707,02 65,53 60,17 58,70Agricoltura 0,87 30,50 46,85 17,55 8,77 5,04 2,22Combustione nell'industria 66,41 19,82 464,24 814,31 117,29 27,46 14,06Tab. 3.6 – Dati emissioni Provincia <strong>di</strong> Lecco.Fig. 3.2 - Contributo dato dalle emissioni dei Comuni del <strong>Parco</strong> alla qualità dell’aria provinciale.Gli un<strong>di</strong>ci Comuni del <strong>Parco</strong>, così come in<strong>di</strong>cato dalla zonizzazione del territorio regionale secondo il DecretoRegionale 351/99 e la DGR n. VIII/5290 del 02.08.2007, rientrano nella zona <strong>di</strong> risanamento <strong>di</strong> tipo A. Inparticolare sono in<strong>di</strong>cati come zona A1: Cernusco Lombardone, Lomagna, <strong>Montevecchia</strong>, Merate, OlgiateMolgora e Osnago; mentre sono in<strong>di</strong>cati come zona A2: Missaglia, Perego, Rovagnate, Sirtori e Viganò.Secondo l‟Allegato 1 del sopramenzionato decreto le zone sono così caratterizzate:Zona A - area caratterizzata da: concentrazioni più elevate <strong>di</strong> PM 10 , in particolare <strong>di</strong> origine primaria, rilevate dalla Rete Regionale <strong>di</strong>Qualità dell'Aria e confermate dalle simulazioni modellistiche; più elevata densità <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> PM 10 primario, NO X e COV; situazione meteorologica avversa per la <strong>di</strong>spersione degli inquinanti (velocità del vento limitata,frequenti casi <strong>di</strong> inversione termica, lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> stabilità atmosferica caratterizzata da altapressione); alta densità abitativa, <strong>di</strong> attività industriali e <strong>di</strong> traffico e costituita da:o Zona A1 -agglomerati urbani: area a maggiore densità abitativa e con maggiore <strong>di</strong>sponibilità<strong>di</strong> trasporto pubblico locale organizzato (TPL);o Zona A2 - zona urbanizzata: area a minore densità abitativa ed emissiva rispetto alla zonaA1.Zona B - zona <strong>di</strong> pianura - caratterizzata da: concentrazioni elevate <strong>di</strong> PM 10 , con maggiore componente secondaria; alta densità <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> PM 10 e NO X , sebbene inferiore a quella della Zona A;22


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 alta densità <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> NH 3 (<strong>di</strong> origine agricola e da allevamento); situazione meteorologica avversa per la <strong>di</strong>spersione degli inquinanti (velocità del vento limitata,frequenti casi <strong>di</strong> inversione termica, lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> stabilità atmosferica, caratterizzata da altapressione); densità abitativa interme<strong>di</strong>a, con elevata presenza <strong>di</strong> attività agricole e <strong>di</strong> allevamento.Zona C - caratterizzata da: concentrazioni <strong>di</strong> PM 10 in generale più limitate, rilevate dalla Rete Regionale <strong>di</strong> Qualità dell'Aria econfermate dalle simulazioni modellistiche; minore densità <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong> PM 10 primario, NO X , COV antropico e NH 3 ; importanti emissioni <strong>di</strong> COV biogeniche; orografia montana; situazione meteorologica più favorevole alla <strong>di</strong>spersione degli inquinanti; bassa densità abitativa e costituita da:o Zona C1- zona prealpina e appenninica: fascia prealpina ed appenninica dell'OltrepoPavese, più esposta al trasporto <strong>di</strong> inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare deiprecursori dell'ozono;o Zona C2 - zona alpina: fascia alpina.Fig. 3.3 - Zonizzazione Regione Lombar<strong>di</strong>a secondo il Decreto Regionale 351/99 e la DGR n. VIII/5290 del 02.08.2007.3.3 SUOLOL'area del <strong>Parco</strong> è situata dal punto <strong>di</strong> vista geologico all'estremità meri<strong>di</strong>onale del Sistema Sudalpino,costituendone gli ultimi affioramenti a nord della Pianura Padana.Al suo interno è possibile operare una <strong>di</strong>stinzione tra il settore settentrionale e quello meri<strong>di</strong>onale; nel primo,rappresentato dal crinale che unisce <strong>Montevecchia</strong> a Lissolo e dalle due valli ad esso laterali, la Valle <strong>di</strong>Santa Croce e la Valle del Curone, affiora principalmente il substrato lapideo prequaternario, costituito darocce <strong>di</strong> età cretacico-eocenica; nel secondo affiorano invece estesamente depositi quaternari <strong>di</strong> origineglaciale.23


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Questa <strong>di</strong>versa origine geologica <strong>di</strong>fferenzia anche morfologicamente le due zone conferendo al settoresettentrionale un aspetto più aspro.Fig. 3.4 - Foglio n. 32 della Carta Geologica d’Italia (Fonte: ISPRA)24


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 201025


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.5 - Legenda della Carta Geologica d’Italia (Fonte: ISPRA)Come si osserva dalla Carta Geologica d‟Italia in scala 1:100.000 (Foglio 32) l‟area è caratterizzata dallapresenza dei seguenti vari tipi <strong>di</strong> roccia affioranti sul territorio in esame. La descrizione è ripresa dal sito del<strong>Parco</strong> Regionale <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone (www.parcocurone.it).Substrato roccioso Flysch <strong>di</strong> Bergamo (Cretacico-Eocene): è formato da un'alternanza <strong>di</strong> strati arenacei e pelitici conspessore variabile da decimetrico a metrico con interstrati marnosi molto sottili. I livelli arenacei sonoricchi in minerali e presentano delle strutture tipiche dei depositi <strong>di</strong> origine torbi<strong>di</strong>tica (laminazioniparallele, incrociate, ondulazioni). Questa formazione rocciosa affiora lungo il crinale che dalsantuario <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> arriva fino a Spiazzolo, lungo il crinale che dalla Cappelletta Crippa arrivafino alla zone delle Molere a Viganò e nei pressi della Cava <strong>di</strong> Pietra nel comune <strong>di</strong> Missaglia. Scaglia (Eocene): sottili strati marnosi dalla tipica frattura scagliosa. Affiora lungo la fascia che daLissolo, va fino a Galbusera Nera, C.na Scarpadda Galbusera Bianca. Un limitato lembo <strong>di</strong> Scaglia èvisibile presso C.na Umberto nel comune <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>. Formazione "Ceppo Lombardo": si tratta <strong>di</strong> un deposito fluvioglaciale depositato in un periodointerglaciale anteriore alla glaciazione Mindell. E' formato da un conglomerato parzialmentecementato; affiora nella porzione più meri<strong>di</strong>onale del territorio del parco lungo gli impluvi dei torrentiMolgora e Lavandaia.Depositi superficialiOccupano prevalentemente l'area sub pianeggiante e sono stati <strong>di</strong>fferenziati in base ai processi che li hannogenerati. Depositi fluvioglaciali Mindell (700.000-300.000 anni): litologicamente questo deposito è costituito daghiaie e sabbie con grossi blocchi immersi in un abbondante matrice limosa-argillosa <strong>di</strong> colorerossastro. L'alterazione è molto spinta, oltre i 4 m, i ciottoli sono friabili e completamente argillificati.Costituiscono tutta la porzione pianeggiante meri<strong>di</strong>onale del territorio del parco. Depositi fluvioglaciali Riss (300.000-80.000): litologicamente sono molto simili ai precedenti,l'alterazione si spinge fino ad un massimo <strong>di</strong> 2-3m e in questo spessore i clasti sono quasicompletamente argillificati e sfaldati. Alla glaciazione rissiana è attribuito l'ampio terrazzo su cuisorgono C.na Brughè, Bagaggera, La Fornace e l'area ad Ovest del comune <strong>di</strong> Missaglia. Depositi glaciali Wurm (80.000-10.000): sono costituiti da massi metrici, blocchi e ciottolicaoticamente <strong>di</strong>sposti immersi in un'abbondante matrice sabbiosa-limosa. L'alterazione del depositoè limitata alla coltre più superficiale (0,5-1,0m). Questi depositi formano i rilievi collinari presentilungo il confine nord del <strong>Parco</strong> interessando gli abitati <strong>di</strong> Sirtori, Perego, Olgiate Molgora eRovagnate. Depositi fluvioglaciali Wurm (80.000-10.000) ed alluvioni antiche: sono costituiti da ciottoliarrotondati, ghiaie e sabbie immersi in una matrice sabbiosa-limosa. Questi depositi hanno datoluogo alla zona subpianeggiante presente nella fascia nordoccidentale del parco. Depositi glacio-lacustri: danno luogo ad aree pianeggianti, sono circondati quasi da ogni parte darilievi. Sono formati da materiale fine sabbia, limo e argilla. Depositi eluvio-colluviali: sono costituiti essenzialmente da accumuli detritici, monolitologici, formatida clasti spigolosi e grossolani, sono il prodotto dell'alterazione del substrato roccioso ad opera dei26


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010processi legati alla forza <strong>di</strong> gravità e agli agenti atmosferici. Nell'area in esame sono localizzati aipie<strong>di</strong> dei principali rilievi collinari. Depositi alluvionali recenti: sono legati all'azione <strong>di</strong> trasporto e deposito ad opera delle acquecorrenti formano le piane prospicienti il torrente Curone, Lavandaia, Molgora e Molgoretta sonocostituiti prevalentemente da sabbie e sabbie-limose.Fig. 3.6 - Carta delle Unità litologiche (Fonte: Geoportale della Regione Lombar<strong>di</strong>a).27


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.7 - Legenda della Carta delle Unità litologiche (Fonte: Geoportale della Regione Lombar<strong>di</strong>a).I caratteri geopedologici del territorio si riferiscono alle caratteristiche del suolo, termine che nell‟accezionescientifica e tecnica in<strong>di</strong>ca la porzione superficiale del terreno, derivante dall'alterazione del substrato. Laconoscenza dei caratteri assume importanza rilevante ai fini della pianificazione territoriale e dellaconservazione dei suoli, in quanto attualmente la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suolo tende sempre più a <strong>di</strong>minuire avantaggio della destinazione residenziale o produttiva. La caratterizzazione dei suoli (composizione geomorfologicae pedologica) è importante, inoltre, per conoscere e ben gestire la nascita e la crescita dellespecie arboree e vegetali tipiche del <strong>Parco</strong>. Alterare la composizione dei suoli coinciderebbe con unprogressivo mutamento della naturalità del territorio ed una trasformazione degli habitat, con conseguenze<strong>di</strong>rette sulla flora e <strong>di</strong> rimando sulla fauna locali.La Carta dei Suoli elaborata per la Regione Lombar<strong>di</strong>a è organizzata su quattro livelli gerarchici; dal piùgenerale al più specifico si sono in<strong>di</strong>viduate 5 Regioni pedologiche (Soil Regions), 18 Province (Soil Sub-Regions), 65 Distretti (Great Soilscapes) e 1038 Paesaggi (Soilscapes) che rappresentano le unitàcartografiche alla scala 1:250.000.Le Unità Tipologiche <strong>di</strong> Suolo (UTS) sono state classificate in base al WRB (FAO, 1998): ognuna <strong>di</strong> essepuò comparire in più Paesaggi e può essere associata ad altre unità tipologiche in percentuali <strong>di</strong>fferenti.Nella carta, ogni unità cartografica viene rappresentata dal colore identificativo della UTS dominante, la piùestesa in termini <strong>di</strong> superficie coperta. I Luvisols sono i suoli più <strong>di</strong>ffusi all'interno della pianura (sviluppati sudepositi glaciali e fluvioglaciali e depositi delle alluvioni antiche degli affluenti del fiume Po), insieme conCambisols e Calcisols, questi ultimi nella parte orientale su superfici del tardo Pleistocene. In montagna ecollina i suoli largamente dominanti sono i Cambisols, spesso con tipologie <strong>di</strong> transizione ai Podzols suisubstrati aci<strong>di</strong> cristallini. Ad essi si affiancano i Podzols veri e propri, gli Umbrisols e i Leptosols nelle areealpine (questi ultimi specialmente dove le pendenze sono maggiori), Regosols e Leptosols dei substraticartonatici sulle Prealpi e Luvisols presso il margine con la pianura.28


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.8 - Carta dei suoli della Lombar<strong>di</strong>a (Fonte: I suoli della Lombar<strong>di</strong>a – ERSAF).La <strong>di</strong>versificazione del territorio del <strong>Parco</strong> in due aree è ben evidente dal punto <strong>di</strong> vista pedologico, infatti, sipossono <strong>di</strong>stinguere due <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong>stretti pedologici posti uno nel settore settentrionale e l‟altro in quellomeri<strong>di</strong>onale: Colline moreniche del Ceresio e del Lario; Terrazzi e anfiteatri morenici antichi.Fig. 3.9 - Distretti pedologici e suoli <strong>di</strong>stinguibili nel territorio del <strong>Parco</strong> (Fonte: Geoportale della Regione Lombar<strong>di</strong>a).29


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.10 - Legenda dei tipi <strong>di</strong> suoli presenti nel territorio del <strong>Parco</strong>.Il <strong>di</strong>stretto settentrionale è caratterizzato da suoli classificati come: Cambisols; Fluvisols.Fig. 3.11 - Legenda dei tipi <strong>di</strong> suoli presenti nel territorio del <strong>Parco</strong>30


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.12 - Legenda dei tipi <strong>di</strong> suoli presenti nel territorio del <strong>Parco</strong>Nella parte meri<strong>di</strong>onale si ritrovano solo suoli classificati come Luvisols.Fig. 3.13 - Legenda dei tipi <strong>di</strong> suoli presenti nel territorio del <strong>Parco</strong>La descrizione dei suoli (sono stati considerati ovviamente solo i suoli ricadenti nella porzione <strong>di</strong> territorionon urbanizzato) è stata desunta dalla Carta Pedologica realizzata dall‟ERSAF dove i suoli vengonoclassificati secondo un criterio che tiene conto dell‟ambiente morfologico e paesaggistico entro il quale sisono sviluppati.Dall‟analisi della carta pedologica si possono desumere importanti in<strong>di</strong>cazioni per una corretto uso delterritorio, ad esempio evitando <strong>di</strong> utilizzare per l‟e<strong>di</strong>ficazione e la trasformazione suoli <strong>di</strong> ottima qualità.31


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Per valutare la qualità dei suoli del territorio e in particolare la funzione produttiva ai fini dell‟utilizzo agrosilvo-pastorale,vengono prese in considerazione le Carte pedologiche derivate (carta della capacità d‟usodei suoli, carta della capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali, ecc.).La capacità d'uso dei suoli (Land Capability Classification, abbreviata in “LCC”) è una classificazionefinalizzata a valutarne le potenzialità produttive -per utilizzazioni <strong>di</strong> tipo agro-silvo-pastorale- sulla base <strong>di</strong>una gestione sostenibile, cioè conservativa della risorsa suolo.La cartografia relativa a questa valutazione è un documento in<strong>di</strong>spensabile alla pianificazione del territorio inquanto consente <strong>di</strong> operare le scelte più conformi alle caratteristiche dei suoli e dell'ambiente in cui sonoinseriti. I suoli vengono classificati essenzialmente allo scopo <strong>di</strong> metterne in evidenza i rischi <strong>di</strong> degradazionederivanti da usi inappropriati.Tale interpretazione viene effettuata in base sia alla caratteristiche intrinseche del suolo (profon<strong>di</strong>tà,pietrosità, fertilità), che a quelle dell'ambiente (pendenza, rischio <strong>di</strong> erosione, inondabilità, limitazioniclimatiche), ed ha come obiettivo l'in<strong>di</strong>viduazione dei suoli agronomicamente più pregiati, e quin<strong>di</strong> più adattiall'attività agricola, consentendo in sede <strong>di</strong> pianificazione territoriale, se possibile e conveniente, <strong>di</strong>preservarli da altri usi.Il sistema prevede la ripartizione dei suoli in 8 classi <strong>di</strong> capacità con limitazioni d'uso crescenti. Le prime 4classi sono compatibili con l'uso sia agricolo che forestale e zootecnico; le classi dalla quinta alla settimaescludono l'uso agricolo intensivo, mentre nelle aree appartenenti all'ultima classe, l'ottava, non è possibilealcuna forma <strong>di</strong> utilizzazione produttiva.Fig. 3.14 - Legenda dei tipi <strong>di</strong> suoli presenti nel territorio del <strong>Parco</strong>Affiancata alla classe, viene riportata la sigla del tipo <strong>di</strong> limitazione (sottoclasse): e: per limitazioni legate al rischio <strong>di</strong> erosione; w: per limitazioni legate all'abbondante presenza <strong>di</strong> acqua entro il profilo; s: per limitazioni legate a caratteristiche negative del suolo;32


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 c: per limitazioni legate alle sfavorevoli con<strong>di</strong>zioni climatiche.La maggior parte del suolo del territorio comunale è adatta all‟agricoltura ma ricade in classe 3 e 4 con suoliche presentano severe limitazioni (<strong>di</strong> tipo w e s), tali da ridurre la scelta delle colture e da richiedere specialipratiche conservative. Queste limitazioni possono essere <strong>di</strong> natura <strong>di</strong>versa, e precisamente: bassa fertilità; scarsa profon<strong>di</strong>tà dei suoli; elevato contenuto in scheletro; tessitura eccessivamente sabbiosa; drenaggio me<strong>di</strong>ocre; inondabilità moderata.La maggior parte del territorio del parco ricade in classe VI, cioè sono presenti suoli con limitazioni severe,tali da renderli inadatti alla coltivazione e da restringere l‟uso, seppur con qualche ostacolo, al pascolo, allaforestazione o come habitat naturale. Le forti limitazioni sono legate al rischio <strong>di</strong> erosione. Il resto dei suolipresentano comunque classe III e IV, cioè terreni che presentano ancora limitazioni legate al rischio <strong>di</strong>erosione ma anche a caratteristiche negative del suolo e all'abbondante presenza <strong>di</strong> acqua entro il profilo.33


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.15 - Carta della Capacità d’uso dei suoli del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> (Fonte: Geoportale della Lombar<strong>di</strong>a).La “Carta dell‟attitu<strong>di</strong>ne dei Suoli allo span<strong>di</strong>mento agronomico dei liquami” è un‟altra carta tematica<strong>di</strong>sponibile per il territorio del <strong>Parco</strong> e permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le aree, in base alle caratteristiche dei suolipresenti, più idonee a ricevere i liquami zootecnici, senza che ciò comporti il rischio <strong>di</strong> inquinamento per leacque superficiali e profonde. Il rischio <strong>di</strong> contaminazione per le acque superficiali deriva principalmentedallo scorrimento <strong>di</strong> liquami zootecnici, sulla superficie del suolo; le sostanze pericolose sono fosforo,materia organica, azoto ammoniacale ed i cloruri. Per le acque profonde, invece, il rischio è dovutoessenzialmente alla migrazione dei nitrati presenti nei liquami, che non vengono trattenuti dal potereassorbente del suolo.Nel territorio del <strong>Parco</strong> si trovano principalmente suoli non adatti.In particolare si trovano suoli classificati come: S2: Suoli adatti con lievi limitazioni: richiedono attenzioni specifiche e possono presentare alcuniostacoli nella gestione dei fanghi <strong>di</strong> depurazione; S3: Suoli adatti con moderate limitazioni: richiedono attenzioni specifiche e possono presentareostacoli nella gestione dei fanghi <strong>di</strong> depurazione; N/S3: Suoli non adatti/Suoli adatti con moderate limitazioni; N: Suoli non adatti;34


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.16 - Carta dell’attitu<strong>di</strong>ne dei Suoli allo span<strong>di</strong>mento agronomico dei liquami del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> (Fonte: Geoportale dellaLombar<strong>di</strong>a).La fonte più aggiornata e dettagliata per quanto attiene all‟uso del territorio della Lombar<strong>di</strong>a è rappresentatadal progetto DUSAF (Destinazione d‟Uso dei Suoli Agricoli e Forestali).35


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.17 - Uso del territorio desunto dal progetto DUSAF (Fonte:Geoportale della Regione Lombar<strong>di</strong>a).L‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> all‟iterno del <strong>Parco</strong> Regionale <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone interessaun'area complessiva <strong>di</strong> circa 2.030 ettari circa, <strong>di</strong>stribuiti sul territorio <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci comuni della provincialecchese.Risulta nettamente preponderante la presenza <strong>di</strong> superfici forestali (oltre 50% <strong>di</strong> copertura del territorio), conuna buona presenza <strong>di</strong> aree agricole sud<strong>di</strong>vise tra seminativi, prati stabili e/o permanenti, vigneti, <strong>di</strong>slocatinell‟area nord – orientale del <strong>Parco</strong>, in territorio collinare.USO DEL SUOLOSUPERFICIE PERCLASSE D'USO DELSUOLO (ETTARI)Boschi <strong>di</strong> latifoglie a densitá me<strong>di</strong>a e alta 1057,8Seminativi semplici 380,1Prati permanenti in assenza <strong>di</strong> specie arboree ed arbustive 245,1Boschi misti a densit├á me<strong>di</strong>a e alta 94,0Prati permanenti con presenza <strong>di</strong> specie arboree ed arbustive sparse 54,2Vigneti 45,236


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Colture floro-vivaistiche a pieno campo 42,6Cespuglieti in aree <strong>di</strong> agricole abbandonate 22,0Tessuto residenziale sparso 20,6Tessuto residenziale rado e nucleiforme 15,5Inse<strong>di</strong>amenti industriali, artigianali, commerciali 10,5Parchi e giar<strong>di</strong>ni 7,0Colture orticole protette. 5,9Cespuglieti con presenza significativa <strong>di</strong> specie arbustive alte ed arboree 4,6Tessuto residenziale <strong>di</strong>scontinuo 3,9Cantieri 3,8Pioppeti 2,5Aree ver<strong>di</strong> incolte 2,4Tessuto residenziale continuo me<strong>di</strong>amente denso 2,4Altre legnose agrarie 2,2Inse<strong>di</strong>amenti produttivi agricoli 1,7Cascine 1,4Orti familiari 1,0Formazioni ripariali 1,0Colture orticole a pieno campo 0,7Reti ferroviarie e spazi accessori 0,6Reti stradali e spazi accessori 0,6Aree degradate non utilizzate e non vegetate 0,3Accumuli detritici e affioramenti litoi<strong>di</strong> privi <strong>di</strong> vegetazione 0,2Cimiteri 0,2Frutteti e frutti minori 0,2Impianti tecnologici 0,1Tessuto residenziale denso 0,0Totale ettari 2030,5Tab. 3.7 – classi <strong>di</strong> uso del suolo – dati riferiti al territorio del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> – DUSAF 2007Tab. 3.8 – sud<strong>di</strong>visione delle coperture del suolo a livello comunaleNon sono presenti cave attive ma vi è la presenza <strong>di</strong> tre miniere, ormai abbandonate da tempo, dove venivaestratta marna da cemento. L'attività mineraria rappresentò un particolare aspetto dell'economia <strong>di</strong> questoterritorio; nel 1927 a <strong>Montevecchia</strong> venne aperta una miniera in località Cappona, da cui veniva estratta lamarna da cemento che, trasferita con una teleferica a Lomaniga, costituiva la materia prima del locale37


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010cementificio. Già negli anni Trenta le gallerie iniziarono a compromettere la stabilità della collina e le sorgenti<strong>di</strong> acqua potabile. Nel 1958 parte della miniera della Cappona crollò e si aprì una grande voragine tra lelocalità San Bernardo e Cappona. Le miniere vennero quin<strong>di</strong> chiuse definitivamente.Vi è, inoltre, la presenza nel territorio del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> moltissime piccole e piccolissime cave a cielo apertoormai abbandonate da almeno 50 anni che si sono rinaturalizzate spontaneamente nel corso del tempo;<strong>di</strong>fficili da in<strong>di</strong>viduare, attualmente ospitano una vegetazione rigogliosa che per lo più è costituita da robinieti,ma in alcune <strong>di</strong> esse si possono ritrovare specie vegetali <strong>di</strong> un certo interesse.Il territorio del <strong>Parco</strong> è attraversato in <strong>di</strong>rezione sud-nord da un importante metanodotto della SNAM.Fig. 3.18 - Rete gasdotti SNAM.3.4 HABITAT, FLORA E FAUNAPur essendo <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni (poco più <strong>di</strong> 2700 ettari), il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle delCurone vanta un <strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> specie floristiche, grazie alla significativa varietà <strong>di</strong> ambienti che locompongono. Si passa infatti dalla pianura coltivata e molto antropizzata dove si sviluppa la vegetazionetipica dei campi e degli ambienti marginali, ai versanti collinari con esposizione molto <strong>di</strong>fferente, fino agliambienti più legati all'acqua come fontanili, piccoli stagni e aste dei torrenti.Nel <strong>Parco</strong> sono state censite ad oggi più <strong>di</strong> 900 specie <strong>di</strong> piante erbacee e legnose (dati da databasefloristico on-line del sito web del <strong>Parco</strong> – www.parcocuorne.it). Per maggiori dettagli sulle specie vegetalipresenti nel territorio del <strong>Parco</strong> si è fatto riferimento ai documenti presenti nel sito istituzionale del <strong>Parco</strong>38


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010stesso, dove è presente l‟elenco completo delle specie catalogate e il regolamento <strong>di</strong> raccolta o protezionerigorosa per le specie più pregiate.A seguito della raccolta in<strong>di</strong>scriminata perpetrata negli anni e della continua trasformazione dei terreni,alcune specie sono <strong>di</strong>ventate a rischio <strong>di</strong> estinzione e pertanto oggetto <strong>di</strong> protezione da parte della LeggeRegionale n. 10/2008 e relativi allegati approvati con D.g.r. 27 gennaio 2010 - n. 8/11102 e del Decreton.1591 del 20/1/2000 del Presidente della Provincia <strong>di</strong> Lecco.Flora protetta <strong>di</strong> cui è vietata la raccolta nella Provincia <strong>di</strong> Lecco:Tra le specie protette, ogni Amministrazione Provinciale segnala quelle presenti nel proprio territorio <strong>di</strong> cui,per rarità con cui si presentano, si ritiene opportuno vietare la raccolta.Per la Provincia <strong>di</strong> Lecco tali specie sono 21 e sono state in<strong>di</strong>viduate con Decreto n. 1591 del 20/01/2000 delPresidente della Provincia:1. Allium insubricum Boiss et Reuter (Aglio <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a)2. Aquilegia einseleana F.W. Schultz (Aquilegia <strong>di</strong> Einsele)3. Armeria alpina Willd. (Armeria alpina)4. Asphodelus albus Mill. (Asfodelo bianco)5. Campanula raineri Perp. (Campanula dell‟arciduca)6. Dafne alpina L. (Daphne alpina)7. Gentiana lutea L. (Genziana maggiore)8. Gentiana purpurea L. (Genziana porporina)9. Gla<strong>di</strong>olus L. tutte le specie (Gla<strong>di</strong>olo)10. Ilex aquifolium L. (Agrifoglio)11. Leontopo<strong>di</strong>um alpinum Cass. (Stella alpina)12. Lilium bulbiferum L. subsp. croceum (Chaix) Arcang. (Giglio rosso, Giglio <strong>di</strong> S.Giovanni)13. Lilium martagon L. (Giglio martagone)14. Nuphar lutea (L.) Sm. In Sibth. & Sm. (Ninfea gialla, Nannufero)15. Nymphaea alba L. (Ninfea comune)16. ORCHIDACEAE Lindl. (incl. CYPRIPEDIACEAE Juss.) tutte le specie (Orchidee)17. Paeonia officinalis L. (Peonia)18. Physoplexis comosa (L.) Schur (Raponzolo chiomoso)19. Pulsatilla montana (Hoppe) Rchb. (Pulsatilla comune)20. Silene elisabethae Jan (Silene della viceregina)21. Viola dubyana Burnat ex Gremli (Viola <strong>di</strong> Duby)I boschi ricoprono la maggior parte del territorio del <strong>Parco</strong>.Il complesso boscato Valle del Curone - Valle Santa Croce - Viganò, rappresenta l'ultima superficie forestale<strong>di</strong> considerevoli <strong>di</strong>mensioni in continuità con le formazioni boscate dei rilievi prealpini. Questa continuità èinfatti interrotta, verso nord, e quin<strong>di</strong> verso l‟area prealpina a maggiore naturalità (complesso dell‟area SanGenesio – Monte Barro) solo da percorsi stradali ed inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni, tali comunque danon impe<strong>di</strong>re il collegamento fra le cenosi forestali.39


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Nelle zone più alte ed assolate troviamo boschi quasi puri <strong>di</strong> rovere e roverella, in associazione con carpinonero e orniello.Scendendo verso valle si trovano boschi <strong>di</strong> farnia e carpino bianco, cui spesso si associa il ciliegio selvatico.Nella zona settentrionale si osservano estesi castagneti. Molte <strong>di</strong> queste aree si trovano in con<strong>di</strong>zionipessime per il <strong>di</strong>ffondersi <strong>di</strong> una malattia che colpisce questa specie, nota come "cancro del castagno". Neiversanti più assolati il castagno si alterna alla rovere.Nelle zone più umide, per esempio lungo il corso del Curone, accanto al carpino bianco si trova l'ontano neroe, più spora<strong>di</strong>co, il pioppo. Un'altra pianta presente in questi boschi igrofili, cioè amanti <strong>di</strong> zone umide, è ilplatano. Nella Valle del Curone, in prossimità delle sue sorgenti, in un'area caratterizzata da un microclimafresco e molto umido, si trova anche il faggio.Nelle zone pianeggianti meri<strong>di</strong>onali e nei boschi più degradati della collina domina incontrastata la robinia,specie <strong>di</strong> origine nord-americana.La maggior parte dei boschi del <strong>Parco</strong> sono <strong>di</strong> proprietà privata, per cui molti <strong>di</strong> essi vengono gestiti al fine <strong>di</strong>ottenere legname.Dall'istituzione dell'area protetta, si attua una gestione controllata delle zone boschive, con interventi tendentialla conservazione e alla ricostituzione della vegetazione in equilibrio con l'ambiente. Ciò si ottienefavorendo la <strong>di</strong>ffusione delle specie tipiche locali, la ricchezza <strong>di</strong> specie e la conversione all'alto fusto.I prelievi sono <strong>di</strong>mensionati in modo da garantire con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> densità, copertura, composizione e struttura,capaci <strong>di</strong> favorire l'evoluzione dei boschi verso la maturità ecologica (climax).I tagli e le utilizzazioni sono soggetti ad apposita autorizzazione da parte dell‟Ente <strong>Parco</strong>, ed il taglio èpreceduto da sopralluogo e contrassegna tura da parte del tecnico forestale dell‟Ente.Le domande <strong>di</strong> taglio bosco sono me<strong>di</strong>amente 80-120 all‟anno (124 domande durante la stagione silvana2009-2010, delle quali 77 localizzate in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, prevalentemente per utilizzazioni famigliari oprivate, con una supeficie me<strong>di</strong>a al taglio pari a circa 3000 mq ed una superficie complessiva al taglio <strong>di</strong>crica 37ha.).I tagli risultano <strong>di</strong>stribuiti su tutta la superficie del <strong>Parco</strong>.Complessivamente le superfici boscate all‟interno del <strong>Parco</strong> occupano circa 1200 ha <strong>di</strong> superficie, con lapresenza dei seguenti tipi forestali (dati tratti dal Sistema Informativo Territoriale del <strong>Parco</strong>): Castagneti mesofili a Carex sylvatica; Castagneti mesofili ad Aruncus <strong>di</strong>oicus; Quercati mesofili; Boschi acidofili a rovere e castagno; Querceti termofili a Vinca minor; Querceti termofili a Brachipo<strong>di</strong>um pinnatum; Boschi meso – igrofili a Carpinus betulus; Boschiigrofili ad Alnus glutinosa; Robinieti puri; Robinieti misti con castagno e rovere; Robinieti misti con carpino bianco, farnia ed ontano;40


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Cenosi forestali antropogene.Nel territorio del <strong>Parco</strong> sono presenti 26 specie <strong>di</strong> mammiferi, tra cui 8 specie <strong>di</strong> pipistrelli.I più grossi mammiferi presenti sul territorio sono il tasso, la volpe, la donnola e la faina che sono predatoriben adattati alla convivenza con l'attività umana. Nei boschi del <strong>Parco</strong> sono presenti numerosi ro<strong>di</strong>tori comeil ghiro, il moscar<strong>di</strong>no, l'arvicola e il topo selvatico.Un altro ro<strong>di</strong>tore ora presente è lo scoiattolo rosso, recentemente reintrodotto e costantemente monitorato(ultimo monitoraggio <strong>di</strong> presenza della specie nel 2008).Tra gli insettivori ricor<strong>di</strong>amo il riccio, la talpa e il toporagno: quest'ultimi importanti per l'aerazione del suolodovuta alla costruzione <strong>di</strong> gallerie.Per quanto riguarda l‟avifauna, nel <strong>Parco</strong> sono presenti numerose specie <strong>di</strong> uccelli molti dei quali tutelati alivello nazionale ed internazionale. Oltre la ricchezza <strong>di</strong> specie è da notare la presenza <strong>di</strong> specie esigenti dalpunto <strong>di</strong> vista <strong>ambientale</strong>, che ritrovano all‟interno del territorio protetto situazioni ideali per la ni<strong>di</strong>ficazione.In zone con vegetazione cespugliosa e arbustiva si incontrano specie rare come l‟occhiocotto, il canapino, lasterpazzola, lo zigolo nero e l‟averla piccola. Specie legate ai boschi maturi sono la balia, l‟upupa, il frosone,il rampichino e il picchio verde. Nel <strong>Parco</strong> sono presenti sia i rapaci <strong>di</strong>urni come la poiana, il falco pecchiaioloe il lodolaio, sia quelli notturni come l‟allocco, la civetta, l‟assiolo e il gufo comune.Nel <strong>Parco</strong> sono state identificate 9 specie <strong>di</strong> anfibi e 8 <strong>di</strong> rettili.Tutti gli anfibi risultano molto sensibili dal punto <strong>di</strong> vista <strong>ambientale</strong>, in quanto utilizzano siti riproduttivi moltolocalizzati, principalmente <strong>di</strong>stribuiti attorno al torrente Curone. Tra gli anfibi è accertata la presenza nel<strong>Parco</strong> <strong>di</strong> una specie molto importante: la rana <strong>di</strong> Lataste, <strong>di</strong> enorme rilievo in quanto considerata in pericolo<strong>di</strong> estinzione su scala globale.I rettili hanno caratteristiche biologiche molto <strong>di</strong>verse: non essendo più legati all'ambiente acquatico hannouna <strong>di</strong>stribuzione omogenea nel <strong>Parco</strong>. Alcuni <strong>di</strong> essi sono molto <strong>di</strong>ffusi, come la lucertola e il ramarro.Strettamente legato agli ambienti boschivi è il saettone; gli altri hanno una pre<strong>di</strong>lezione più o meno spiccataper gli ambienti arbustivi o aperti. Fanno eccezione le bisce: la natrice tassellata, biscia relativamente rara, èlegata alla presenza <strong>di</strong> corsi d'acqua, mentre la biscia dal collare frequenta gli stagni in cerca <strong>di</strong> piccoleprede come girini e anfibi.Il pericolo più imminente alla vita della popolazione animale e vegetale è la frammentazione degli habitatcausata dalla forte urbanizzazione ed industrializzazione della zona avvenuta nell‟ultimo secolo. L‟istituzionedel <strong>Parco</strong> ha contribuito a rallentare tale frammentazione, ma tutt‟oggi costituisce ancora una minaccia piùche mai reale e che va limitata e circoscritta il più possibile.Per la descrizione degli habitat presenti nel <strong>Parco</strong> si fa particolare riferimento a quelli <strong>di</strong> interessecomunitario presenti nel SIC IT2030006 “Valle Santa Croce e Valle del Curone”. In particolare, questo SICpresenta il 53,18 % del territorio occupato da habitat <strong>di</strong> interesse comunitario. Secondo i dati rilevatidall‟aggiornamento dello stato <strong>di</strong> “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e dellafauna selvatiche” prodotti dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a nel 2004 e consultando il formulario standard, aggiornatoal luglio 2007, sono presenti 8 <strong>di</strong>versi Habitat da Direttiva 92/43/CEE, <strong>di</strong> cui 3 <strong>di</strong> importanza prioritaria (COD91E0*, COD 91H0*, COD 7220*), <strong>di</strong> seguito elencati: 9260, Foreste <strong>di</strong> Castanea sativa.41


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 6510, Praterie montane da fieno (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis). 91L0, Querceti <strong>di</strong> rovere illirici (Erythronio-Carpinion). 91H0*, Boschi pannonici <strong>di</strong> Quercus pubescens. 91E0*, Foreste alluvionali <strong>di</strong> Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Pa<strong>di</strong>on, Alnion incanae,Salicion albae). 9160, Querceti <strong>di</strong> farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del Carpinion betuli. 6210, Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo(Festuco -Brometalia). 7220*, Sorgenti pietrificanti con formazioni <strong>di</strong> Travertino (Cratoneurion).Di seguito si riporta un estratto cartografico per l‟in<strong>di</strong>viduazione della <strong>di</strong>stribuzione degli habitat all‟interno delSIC.42


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.19 - Estratto della Carta degli habitat Natura 2000.Il Formulario standard relativo al SIC coinvolto, aggiornato a luglio 2007, fornisce inoltre alcune valutazioniper gli Habitat presenti, attribuendo ad essi: un grado <strong>di</strong> rappresentatività del tipo <strong>di</strong> habitat naturale sul sito:o A: rappresentatività eccellente;o B: buona rappresentatività;o C: rappresentatività significativa;o D: presenza non significativa. un grado <strong>di</strong> conservazione della struttura e delle funzioni del tipo <strong>di</strong> habitat naturale inquestione e possibilità <strong>di</strong> ripristino:o A: conservazione eccellente;o B: buona conservazione;o C: conservazione me<strong>di</strong>a o ridotta una valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo <strong>di</strong> habitat naturale inquestione:o A: valore eccellente;o B: valore buono;o C: valore significativo.Co<strong>di</strong>ce Rappresentatività Grado <strong>di</strong> Conservazione Valutazione globale9260 B C B6510 B B B91L0 B C B91H0* B B B9160 B B B6210 B C B7220* B B B91E0* C C BTab. 3.9 -Valutazione degli Habitat <strong>di</strong> interesse nel SIC “Valle Santa Croce e Valle del Curone”.43


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Complessivamente, come desunto dalle “Relazioni tecniche monitoraggio habitat nei SIC provincia <strong>di</strong>Lecco”, le praterie aride sono ben espresse, anche se la colonizzazione <strong>di</strong> specie arboree e arbustive rischia<strong>di</strong> ridurre in tempi brevi la superficie <strong>di</strong> questi ambienti. I boschi <strong>di</strong> castagno sono in fase <strong>di</strong> sostanzialeabbandono e spesso presentano robinia in percentuali molto variabili. Questa essenza va a costituire anchedei boschi in purezza che sostituiscono la originaria vegetazione forestale spontanea. I boschi termofili aroverella rappresentano una delle formazioni forestali meglio conservate dell'area. Alcuni boschi presentanoevidenti tracce <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o.3.5 ASPETTI DEMOGRAFICI E SOCIO ECONOMICIL‟ambito territoriale <strong>di</strong> competenza del PTC comprende gli 11 Comuni consorziati al <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>e della Valle del Curone: <strong>Montevecchia</strong>, Missaglia, Lomagna, Sirtori, Vigano, Cernusco Lombardone,Osnago, Merate, Olgiate Molgora, Rovagnate, PeregoIl <strong>Parco</strong> e pertanto i comuni consorziati sono localizzati nella Brianza lecchese, nel settore meri<strong>di</strong>onale dellaProvincia <strong>di</strong> Lecco. Si tratta <strong>di</strong> un ambito territoriale ad elevato valore <strong>ambientale</strong>, caratterizzato nelcontempo da profonde pressioni <strong>di</strong> espansione urbanistica ed industriale che solo imparte le tutele del <strong>Parco</strong>riescono a limitare.La superficie del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone è pari a 2741,2 ha.L‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> occupa invece una superficie <strong>di</strong> 2030 ha.I dati relativi alla ripartizione del territorio per comuni sono illustrati nel grafico seguente:Fig. 3.20 - Ripartizione delle superficie del <strong>Parco</strong> tra i Comuni consorziatiPOPOLAZIONEI dati relativi alla popolazione dei comuni consorziati, riportati alla tabella seguente, sono stati desunti dalletabelle Istat della popolazione all‟1 gennaio <strong>di</strong> ogni anno <strong>di</strong> riferimento.Nel grafico <strong>di</strong> figura 3.21 è possibile osservare che la popolazione complessiva dei comuni facenti parte del<strong>Parco</strong> regionale <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e Valle del Curone ha presentato una crescita costante nell‟ultimodecennio.44


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Nel grafico <strong>di</strong> figura 3.22 si evidenzia che questa crescita cosante si osserva in modo più o meno incisivoper tutti i comuni consorziati, con percentuali <strong>di</strong> crescita dal 2002 al 2010 dal 1,2 % (per il Comune <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong>) al 18,2% per il comune <strong>di</strong> Missaglia, con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 10,3% <strong>di</strong> crescita nell‟ultimo decennio.Il comune nettamente più popoloso risulta essere Merate, seguito da Missaglia ed Olgiate Molgora.L‟osservazione dei dati relativi alla presenza <strong>di</strong> popolazione straniera evidenzia che l‟aumento dellapopolazione residente è nettamente influenzato dal flusso migratorio, più che da un aumento delle nascite.56000550005400053000520005100050000490004800047000460004500044000430004200041000400002002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010POPOLAZIONE TOTALEFig. 3.21 - Andamento della popolazione complessiva residente nei Comuni consorziatitra il 2002 e il 2010 (Dati Istat)1600015000140001300012000110001000090008000700060005000400030002000100002002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010Cernusco LombardoneLomagnaMerateMissaglia<strong>Montevecchia</strong>Olgiate MolgoraOsnagoPeregoRovagnateSirtoriViganòFig. 3.22 - Andamento della popolazione residente nei singoli Comuni consorziati tra il2002 e il 2010 (Dati Istat)45


CernuscoLombardoLomagnaMerateMissaglia<strong>Montevecchia</strong>Olgiate MolgoraOsnagoPeregoRovagnateSirtoriViganòTotale <strong>Parco</strong><strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010OCCUPAZIONE E ATTIVITA‟ ECONOMICHEI dati relativi alla popolazione dei comuni consorziati, riportati alla tabella seguente, sono stati desunti dalletabelle Istat dell’industria e dei servizi del 2001.L’attività economica dell’area in cui è inserito il <strong>Parco</strong> si basa in prevalenza su imprese manifatturiere,imprese <strong>di</strong> costruzioni e imprese <strong>di</strong> servizi. Queste ultime come numero <strong>di</strong> imprese prevalgono sulle altrepoiché includono molte categorie <strong>di</strong> imprese: agenzie viaggi, agenzie immobiliari, agenzie <strong>di</strong> lavorointerinale, nonché artigiani, centri estetici, me<strong>di</strong>ci e consulenti, ecc.Come numero <strong>di</strong> addetti attivi per settore <strong>di</strong> attività, è il settore manifatturiero ad offrire un maggior numero<strong>di</strong> posti <strong>di</strong> lavoro, che ammonta al 50%. Al settore industriale segue la vasta categoria delle imprese <strong>di</strong> altriservizi che offre il 20% dei posti <strong>di</strong> lavoro. Infine anche il settore del commercio (18%) e delle costruzioni(9%) occupano una vasta fetta <strong>di</strong> addetti. L’agricoltura occupa intorno allo 0,1% degli addetti <strong>di</strong> questoterritorio.In merito ai risultati <strong>di</strong> questa analisi è da tenere presente che i dati si riferiscono al censimento del 2001, unanalisi oggi è probabile che porterebbe a risultati <strong>di</strong>fferenti.Fig. 3.23 - Numero <strong>di</strong> imprese per attività economica- dato complessivo per tutti i comuni consorziati al <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e dellaValle del Curone (Dati Istat 2001)Imprese per settore <strong>di</strong> attività economicaDati: 8° censimento dell’industria e dei servizi 2001Agricoltura e pesca 3 0 3 1 1 1 1 0 0 2 0 12Industria estrattiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Industria manifatturiera 50 75 164 110 22 83 62 35 33 42 53 72946


CernuscoLombardoneLomagnaMerateMissaglia<strong>Montevecchia</strong>Olgiate MolgoraOsnagoPeregoRovagnateSirtoriViganòTotale <strong>Parco</strong><strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Energia, gas e acqua 0 1 1 1 0 0 0 1 0 0 0 4Costruzioni 24 36 145 75 8 49 21 26 32 37 21 474Commercio e riparazioni 77 74 287 121 35 114 85 38 47 51 21 950Alberghi e pubblici esercizi 11 8 41 24 12 15 12 7 8 11 4 153Trasporti e comunicazioni 5 10 26 20 4 14 12 2 7 14 4 118Cre<strong>di</strong>to e assicurazioni 2 5 50 8 3 4 2 0 4 4 2 84Altri servizi 102 73 530155 61 120 101 40 51 74 22 1329Totale 274 282 1247 515 146 400 296 149 182 235 127 3853Tab. 3.10- imprese per settore <strong>di</strong> attività economica – territorio del <strong>Parco</strong>Fig. 3.24 - Numero <strong>di</strong> addetti per attività economica- dato complessivo per tutti i comuni consorziati al <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e dellaValle del Curone (Dati Istat 2001)Addetti alle unità locali delle imprese per settore <strong>di</strong> attività economicaDati: 8° censimento dell’industria e dei servizi 2001Agricoltura e pesca 7 0 4 2 2 2 0 0 3 2 0 22Industria estrattiva 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0Industria manifatturiera 589 1175 1767 931 316 550 299 345 418 45 672 7107Energia, gas e acqua 52 27 11 7 0 0 24 0 0 0 0 121Costruzioni 57 96 416 198 22 199 115 49 96 38 67 1353Commercio e riparazioni 405 146 1172 275 112 229 93 115 114 55 53 2769Alberghi e pubblici esercizi 41 30 111 68 34 77 15 25 32 12 30 475Trasporti e comunicazioni 54 26 300 178 12 65 51 31 39 15 9 780Cre<strong>di</strong>to e assicurazioni 21 22 291 50 10 30 1 32 8 5 20 49047


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Altri servizi 180 156 1385 602 80 280 77 104 120 75 31 3090Totale 1406 1678 5457 2311 588 143 675 701 830 247 882 14918Tab. 3.11 - addetti alle unità locali – territorio del <strong>Parco</strong>All‟interno del <strong>Parco</strong> riveste estrema importanza l‟attività agricola. Sono infatti presenti oltre 90 aziendeagricole regolarmente registrate, 5 aziende vitivinicole in territorio IGT, <strong>di</strong>verse attività agrituristiche ericettive <strong>di</strong>slocate in complessi aziendali spesso sede <strong>di</strong> attività produttiva (Cascina Costa, CascinaScarpada, Cascina Casarigo, etc.). Esiste un “Consorzio dei produttori agricoli del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> edella Valle del Curone” che coinvolge un buon numero <strong>di</strong> produttori locali (miele, ortaggi, erbeofficinali,formaggi, vino, altri prodotti <strong>di</strong> stagione, attività florovivaistiche, <strong>di</strong> giar<strong>di</strong>naggio e <strong>di</strong> sistemazione delterritorio).Il <strong>Parco</strong> è inoltre titolare <strong>di</strong> un marchio collettivo dei prodotti agricoli che può essere concesso ad aziendeche decidono <strong>di</strong> aderire al sistema produttivo co<strong>di</strong>ficato dai <strong>di</strong>sciplinari redatti dal <strong>Parco</strong>, con attenzione agliaspetti non solo produttivi e <strong>di</strong> qualità, ma anche paesaggistici e <strong>di</strong> tutela <strong>ambientale</strong>. Ad oggi aderiscono al“sistema marchio” 6 aziende locali.Nel complesso, si tratta <strong>di</strong> un sistema agricolo vivace ed attivo, soprattutto se confrontato con le areelimitrofe o con altre realtà inserite in aree protette <strong>di</strong> pregio <strong>ambientale</strong>.L‟agricoltura aquista quin<strong>di</strong> un ruolo determinante non solo dal punto <strong>di</strong> vista economico, ma anche dalpunto <strong>di</strong> vista delle scelte <strong>di</strong> pianificazione che devono necessariamente confrontarsi con un‟attivitàpresente, <strong>di</strong>ffusa e reale.48


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010TRASPORTI E VIABILITA‟Fig. 3.25 - Assetto viario (arancio) e ferroviario (tratteggio nero) nell’area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle delCurone (perimetro del <strong>Parco</strong> Regionale in rosso, area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in verde, evidenziati con circolo blu i no<strong>di</strong> maggiormentetrafficati della rete stradale locale)49


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Alcune strade ad elevato traffico sono presenti nell’area analizzata, pur non attraversando per intero ilterritorio del <strong>Parco</strong>. La S. P. 342 Dir (ex SS36) <strong>di</strong> collegamento Milano con la Provincia <strong>di</strong> Lecco passa a Estdei confini del <strong>Parco</strong>. La S.P.342 Dir., ha caratteristiche <strong>di</strong> superstrada e costituisce la principale arteriastradale <strong>di</strong> comunicazione tra i comuni <strong>di</strong> Lomagna e Osnago e i capoluoghi <strong>di</strong> provincia (Lecco) e <strong>di</strong> regione(Milano). Risulta essere tra le strade maggiormente trafficate dell’intera area (21.689 veicoli al giorno –bi<strong>di</strong>rezionali - misurati presso la stazione <strong>di</strong> Calco). Inoltre, l’alta percentuale <strong>di</strong> mezzi commerciali intransito, comporta una maggiore congestione, tant’è che il numero dei mezzi equivalenti sale a 25.071veicoli al giorno - bi<strong>di</strong>rezionali.Altre assi importanti nel panorama provinciale sono la S.P. ex S.S. 342 Bergamo – Como, che passa a Norddel <strong>Parco</strong> attraversando i comuni <strong>di</strong> Perego, Rovagnate, Sirtori, e in <strong>di</strong>rezione Ovest è presente la SP 51 cheinteressa il comune <strong>di</strong> Viganò.Inoltre sul lato Est del <strong>Parco</strong> è presente la Ferrovia Milano Lecco che attraversa i comuni <strong>di</strong> Osnago eCernusco Lombardone.FRUIZIONE DEL TERRITORIO DEL PARCOIn Fig. 3.26 è rappresentata la sentieristica complessiva del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone.Gli un<strong>di</strong>ci sentieri contrassegnati dalla cartellonistica sono <strong>di</strong>stribuiti su tutto il territorio del <strong>Parco</strong> epresentano punti <strong>di</strong> partenza dei percorsi <strong>di</strong>stribuiti in prevalenza nei Comuni <strong>di</strong> Sirtori, Missaglia, CernuscoLombardone, Osnago e <strong>Montevecchia</strong>.La fruizione della sentieristica del <strong>Parco</strong> evidenzia nei week-end una congestione in alcune aree a maggioreinteresse (zona <strong>di</strong> Ca’del Soldato e Valle del Curone, presenza massiccia presso attività <strong>di</strong> ristoro eagrituristiche). La presenza <strong>di</strong> fruitori provenienti da Milano e zone limitrofe o da più lontano costituisce unproblema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile soluzione principalmente per la gestione dei parcheggi e dei conflitti che si possonogenerare tra visitatori , proprietari <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> privati ed azienda agricole.50


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 3.26 - Sentieristica complessiva del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone (tracciati in marrone, in verde l’area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong><strong>Naturale</strong>, in blu i confini del SIC)51


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20104 STRUTTURA, CARATTERISTICHE E OBIETTIVI DEL PIANO DELPARCO NATURALEQuesta parte del Rapporto Ambientale illustra i contenuti del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> e gli obbiettiviparticolari del Piano nel contestol <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone.Viene redatta in forma volutamente sintetica e, per quanto concerne l‟illustrazione delle criticità e degliobbiettivi, con un modesto livello <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento.4.1 SIGNIFICATO DEL PIANO DEL PARCO NATURALEIl Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> è strumento previsto dalla L.R. n° 86/83 e dalla L. n° 394/91, che lo definisconocome strumento: <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo per la gestione dell‟intero territorio del <strong>Parco</strong>; <strong>di</strong> raccordo tra la pianificazione del <strong>Parco</strong> e la pianificazione territoriale; <strong>di</strong> supporto per la definizione delle scelte dell‟attività dell‟Ente gestore; per la in<strong>di</strong>viduazione delle attività/azioni compatibili e non.4.2 PRINCIPALI RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI DI SETTOREIl Piano del <strong>Parco</strong> naturale è uno strumento previsto dalla vigente normativa regionale in materia <strong>di</strong> areeprotette.In particolare, a cascata, si in<strong>di</strong>viduano i seguenti riferimenti normativi che regolano gli strumenti <strong>di</strong>programmazione e pianificazione all‟interno dei parchi regionali lombar<strong>di</strong>: Legge dello stato n° 394/1991 Legge quadro nazionale sulle aree protetteDefinisce in particolare i <strong>di</strong>versi status <strong>di</strong> aree protette e, per le tipologie <strong>di</strong> area protetta in<strong>di</strong>viduata,definisce i criteri e gli standard degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione.E‟ una legge quadro e, in quanto tale, definisce i principi <strong>di</strong> applicazione delle norme <strong>di</strong> dettaglio,emesse poi dalle regioni e dalle altre autonomie locali in materia <strong>di</strong> aree protette e tutela dellabio<strong>di</strong>versità. In particolare il riferimento della legge in materia <strong>di</strong> aree protette regionali è il Titolo III(Aree naturali protette regionali). Legge Regionale n° 86/1983 Legge quadro regionale sulle aree protettePur antecedente alla legge 394/1991 ne recepisce i contenuti ed esplicita i caratteri ed i criteridell‟organizzazione del sistema delle aree protette all‟interno della Regione Lombar<strong>di</strong>a. Definisce perle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> aree protette gli strumenti <strong>di</strong> regolamentazione e pianificazione territoriale edescrive gli iter <strong>di</strong> formazione, approvazione e variazione dei Piani. Regola inoltre il <strong>rapporto</strong>esistente tra aree <strong>di</strong> parco naturale, ai sensi della legge 394/1991 e aree <strong>di</strong> parco regionale. Legge Regionale n° 39/1995 Vigente Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone Legge Regionale n° 12/2005 e s.m.i. Legge per il governo del territorio52


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Regola i rapporti tra strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale e <strong>di</strong>spone circa le linee generali <strong>di</strong> governodel territorio. Legge regionale n° 16/2007, T.U. sulle leggi istitutive in materia <strong>di</strong> aree protette. Raccoglie anchela legge istitutiva del <strong>Parco</strong> Regionale <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone (L.R. n° 77/1983). Legge Regionale n° 13/2008 Istituzione del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle delCurone e ampliamento dei confini del <strong>Parco</strong> Regionale.4.3 CONTENUTI DEL PIANO DEL PARCO NATURALEViene conservata, almeno in termini generali, l‟impostazione complessiva del piano ora vigente, con alcunesignificative mo<strong>di</strong>fiche, conseguenti sostanzialmente alla volontà <strong>di</strong> realizzare uno strumento <strong>di</strong>namico, perquanto consentito dalla normativa <strong>di</strong> riferimento.Il Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> ha quin<strong>di</strong> effetto sulla sola area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, in<strong>di</strong>viduata dalla L.R. 13/2008internamente al <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone (TITOLO I art. 1 delle NTA).Il piano ha natura ed effetti <strong>di</strong> piano territoriale regionale ai sensi dell‟art. 17 della lr.86/83 e sostituisce i pianipaesistici ed i piani territoriali o urbanistici <strong>di</strong> qualsiasi livello, ai sensi dell‟art.25, comma 2, della legge394/91, fatte salve le <strong>di</strong>sposIzioni contenute nell‟art.145, comma 4 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n.42.Il Piano è quin<strong>di</strong> costituito da:RelazioneNorme Tecniche <strong>di</strong> Attuazione con allegati:a) Elenco specie autoctone arboree e altoarbustiveb) Elenco complessi agricoli <strong>di</strong> valore storico e/o <strong>ambientale</strong>c) Siti <strong>di</strong> particolare rilievo geologicod) Schede d‟areaTavole <strong>di</strong> piano:Tavola 1: Articolazione del territorio del parcoTavola 2: Azioni ed obbiettivi particolariLa Relazione <strong>di</strong> piano contiene quin<strong>di</strong> la definizione degli obbiettivi generali, mentre le NTA (NormeTecniche <strong>di</strong> Attuazione) comprendono le norme <strong>di</strong> zona e <strong>di</strong> settore e la relativa normativa generale,rimandando però allo strumento del regolamento per quanto concerne la normativa <strong>di</strong> maggior dettaglio.I regolamenti verranno approvati dal <strong>Parco</strong> stesso e potranno quin<strong>di</strong> consentire <strong>di</strong> affrontare i <strong>di</strong>versiproblemi con soglie <strong>di</strong> affinamento <strong>di</strong>fferenti, in relazione alle <strong>di</strong>verse esigenze. Soprattutto, in relazione alloro percorso <strong>di</strong> approvazione sono più facilmente mo<strong>di</strong>ficabili, e possono quin<strong>di</strong> più facilmente rispondere almutare delle esigenze.Per quanto concerne invece l‟articolazione del territorio, si è ritenuto necessario affinare l‟attualesud<strong>di</strong>visione in zone.I contenuti del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> sono quelli previsti dalla vigente normativa già citata. In particolaresi riportano <strong>di</strong> seguito i seguenti riferimenti normativi contenuti nella suddetta L.R. n° 86/1983:“Art. 16-ter. — In<strong>di</strong>viduazione dei parchi naturali53


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101. Con la legge regionale <strong>di</strong> cui al successivo art. 19, sono in<strong>di</strong>viduati all’interno dei confini dei parchiregionali, comunque classificati, i parchi naturali <strong>di</strong> cui all’art. 1, comma 1, lett. a) corrispondenti alla areeagro-forestali o incolte del parco regionale caratterizzate dai più elevati livelli <strong>di</strong> naturalità e comunquedestinate a funzioni prevalentemente <strong>di</strong> conservazione e ripristino dei caratteri naturali.2. Il piano territoriale <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> cui al successivo art. 17 <strong>di</strong>sciplina le aree a parco naturale incoerenza con le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui all’art. 22 della L. 394/91 (1).”Il Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> è uno strumento necessario alla gestione delle aree a maggiore naturalitàeventualmente in<strong>di</strong>viduate all‟interno dei parchi regionali, la pianificazione delle zone in<strong>di</strong>viduate quali aree <strong>di</strong>parco naturale può essere contenuta, con specifici riferimenti, anche all‟interno del PTC del <strong>Parco</strong>4.4 RIFERIMENTI URBANISTICI DEL PIANO DEL PARCO NATURALERichiamando gli articoli introduttivi delle NTA del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>:“Le previsioni del P.T.C. sono imme<strong>di</strong>atamente vincolanti per chiunque, sono recepite <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto neglistrumenti urbanistici generali comunali dei comuni interessati e sostituiscono eventuali previsioni <strong>di</strong>fformi chevi fossero contenute” (art. 3 delle NTA).1. “La pianificazione comunale ed intercomunale costituisce, nel rispetto dell’autonomia comunaleconferitagli dalla legislazione, lo strumento fondamentale per l’attuazione del Piano ed è chiamata aprecisare, integrare ed approfon<strong>di</strong>re le scelte <strong>di</strong> piano laddove consentito. Le determinazioniurbanistiche dei piani comunali dovranno essere pertanto compatibili con le in<strong>di</strong>cazioni e le normedel Piano del <strong>Parco</strong>.2. A seguito dell’entrata in vigore del piano del parco e delle varianti, i comuni, entro i termini previstidalla vigente normativa, apportano al proprio strumento urbanistico generale le correzioniconseguenti, relativamente alle aree comprese nel parco stesso; eprocedono all’aggiornamentodello strumento urbanistico generale relativamente alle aree esterne al parco, tenendo conto degliin<strong>di</strong>rizzi derivanti dal piano territoriale del parco.3. In sede <strong>di</strong> adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano territoriale, possono esseredefinite le delimitazioni delle zone in<strong>di</strong>viduate nella tavola del piano territoriale, per farle coinciderecon sud<strong>di</strong>visioni reali rilevabili sul terreno, ovvero con elaborati cartografici in scala maggiore. Talidefinizioni, non costituendo <strong>di</strong>fformità fra lo strumento urbanistico comunale e<strong>di</strong> il piano territoriale,non costituiscono variante allo stesso.” (art. 4 NTA – relazione con gli strumenti urbanistici generalicomunali).54


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20104.5 CRITICITA’ INDIVIDUATE: TERRITORIO, PTC VIGENTE (L.R. 39/95, L.R. 13/08) E PIANO DELPARCO NATURALEIn accordo con il processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> e con il moderno concetto <strong>di</strong> “pianificazione partecipata”, il processo <strong>di</strong>formazione del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> ha previsto, sin dalle fasi preliminari <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, la raccolta <strong>di</strong>contributi derivanti dai <strong>di</strong>versi stakeholders attivi sul territorio, con particolare riferimento ai citta<strong>di</strong>ni e alleaziende agricole.A tal fine, la raccolta <strong>di</strong> contributi ed osservazioni, ha permesso <strong>di</strong> delineare un primo quadro <strong>di</strong> criticità edopportunità prevalentemente legate all‟ambito agricolo.Tali criticità sono frutto non solo <strong>di</strong> sviluppi territoriali e <strong>di</strong>namiche attive, ma anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposti normativipresenti nel vigente PTC che necessariamente necessitano <strong>di</strong> un “aggiornamento” o <strong>di</strong> un revisione.In particolare, le criticità evidenziate si riferiscono principalmente: necessità <strong>di</strong> definire standard per la realizzazione <strong>di</strong> manufatti/allestimenti, cui potersi attenereor<strong>di</strong>nariamente (recinzioni, schema per l‟allestimento <strong>di</strong> tunnel, strutture temporanee); possibilità <strong>di</strong> realizzare strutture temporanee, secondo standard predefiniti; legame fra le cascine ed il territorio circostante; recupero degli incolti; governo della pastorizia, in relazione alla possibile <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> malattie animali; tutela degli allevamenti zootecnici, e definizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanze fra residenze ed allevamenti, asalvaguar<strong>di</strong>a dei primi; tutela dei corsi d‟acqua in relazione alle pratiche <strong>di</strong> fertilizzazione; sostegno all‟agricoltura part-time o non professionale.Il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> revisione del vigente PTC (lettura critica del vigente Piano) da parte dei tecnici incaricatiha inoltre evidenziato le seguenti aree <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento: carenze normative, anche in ragione dell‟epoca <strong>di</strong> redazione e approvazione del vigente PTC(1995) e della recente in<strong>di</strong>viduazione dell‟ara <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> (L.R: 13/2008); procedure più chiare e rispondenti alle effettive necessità <strong>di</strong> controllo ed in<strong>di</strong>rizzo, per quantoconcerne le materie in cui le competenze del parco sono definite dal PTC; contenuti obsoleti, sia in relazione alle mo<strong>di</strong>fiche della normativa, sia per effetto <strong>di</strong> intervenutevariazioni del territorio; in<strong>di</strong>cazioni generiche poco rispondenti alla realtà <strong>di</strong> questo territorio; alcune improprietà nella zonizzazione, o comunque l‟opportunità <strong>di</strong> un suo adeguamento; alcuni no<strong>di</strong> irrisolti.In particolare, e con maggiore dettaglio, alcuni dei punti critici sopra espressi possono essere approfon<strong>di</strong>tisecondo il seguente schema:55


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Le carenze normative e <strong>di</strong> contenuti nel PTC vigente riguardano in particolare le seguentitematiche:1. le criticità conseguenti alla localizzazione degli impianti <strong>di</strong> trasmissione per letelecomunicazioni;2. la presenza del sistema <strong>di</strong> gallerie nel colle <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e nell‟area “Pelucchi” <strong>di</strong> OlgiateMolgora;3. la definizione della pertinenza dell‟e<strong>di</strong>ficato;4. le strutture accessorie alla residenza;5. la tutela delle formazioni fisionomicamente assimilabili al bosco, ma non rispondenti alladefinizione che ne viene data dalla normativa forestale;6. la possibilità <strong>di</strong> realizzare piccole strutture <strong>di</strong> servizio per le attività agricole;7. la presenza del Sito <strong>di</strong> Interesse Comunitario e l‟adozione delle procedure <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong>incidenza;8. la presenza del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>;9. l‟agriturismo;10. la localizzazione ammissibile per i tunnel <strong>di</strong> protezione delle colture orticole;11. l‟attività venatoria, “automaticamente” esclusa dal territorio del parco naturale, ma non dalparco regionale;12. il controllo dell‟illuminazione notturna;13. le conseguenze delle trasformazioni per le quali il <strong>Parco</strong> non ha competenza in materiapaesaggistica (es: viabilità provinciale);14. i flussi <strong>di</strong> traffico. La necessità <strong>di</strong> una semplificazione e <strong>di</strong> una maggiore chiarezza della normativa vigente e delleprocedure affronta nel dettaglio le seguenti tematiche:1. la procedura <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> compatibilità <strong>ambientale</strong> (DCA) deve essere mo<strong>di</strong>ficata,introducendo elementi <strong>di</strong> semplificazione; deve peraltro essere applicata ad una più estesagamma <strong>di</strong> interventi (illuminazione, strutture per la telecomunicazione, trasformazioniirreversibili del territorio nelle aree più sensibili ….);2. il piano del parco integrerà i contenuti dei piani <strong>di</strong> settore che sono stati pre<strong>di</strong>sposti negliultimi anni;3. saranno riprese ed esplicitate nel piano le norme già presenti in leggi e regolamenti che giàsi applicano a tutto il territorio, e che si ritengono <strong>di</strong> particolare interesse. I contenuti obsoleti del vigente Piano sono riferiti in particolar modo alle mo<strong>di</strong>fiche normative eprocedurali intervenute durante gli anni nel settore della pianificazione territoriale. Occorre quin<strong>di</strong>ricondurre il PTC del <strong>Parco</strong> ad una modernità che tenga conto delle modalità partecipative ecoor<strong>di</strong>nate che oggi regolano i processi <strong>di</strong> regolamentazione e pianificazione.56


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Per quanto riguarda la zonizzazione del territorio prevista dal vigente PTC, si attua una revisione:1. definendo norme <strong>di</strong> riferimento più chiare per l‟ambito paesistico <strong>di</strong> collina e dell‟ambito <strong>di</strong>pianura;2. rivedere la perimetrazione delle zone <strong>di</strong> iniziativa comunale;3. introdurre il riferimento al Sito <strong>di</strong> Interesse Comunitario;4. superare la classificazione <strong>di</strong> “riserva” per le zone <strong>di</strong> maggior pregio <strong>ambientale</strong> dell‟altavalle del Curone e della Valle Santa Croce, elemento <strong>di</strong> confusione in relazione allanormativa regionale in materia, introducendo il riferimento all‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>;5. riconoscere biotopi <strong>di</strong> particolare rilevanza anche se <strong>di</strong> minima <strong>di</strong>mensione. Per quanto riguarda i no<strong>di</strong> irrisolti:1. trasformazione/riqualificazione dell‟area della Fornace <strong>di</strong> Bagaggera;2. trasformazione/riqualificazione dell‟area <strong>di</strong> capannoni agricoli <strong>di</strong>messi presso Pianezzo;3. gli interventi nelle zone <strong>di</strong> trasformazione migliorativa (art.24 delle NTA): si ritiene necessariauna revisione <strong>di</strong> tale zona, ed è necessario che una prima definizione degli obbiettivi delmiglioramento siano sviluppati già dal Piano, nell‟ambito <strong>di</strong> schede <strong>di</strong> zona;4. il governo della possibilità <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione per le aziende agricole, che possono facilmentesfuggire ad un efficace controllo funzionale;5. le trasformazioni sottoposte ad autorizzazione paesaggistica <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong>fferenti (es: laprovincia per le strade <strong>di</strong> interesse provinciale).4.6 OBIETTIVI DEI PIANI DEI PARCHIGli obbiettivi <strong>di</strong> governo del territorio del parco conseguono alle finalità che esso deve perseguire, esplicitatedall‟art.38 ter della L.R.16.7.2007, n.16 (testo unico delle leggi regionali in materia <strong>di</strong> istituzione dei parchi)a. conservare ed incrementare la bio<strong>di</strong>versità, le potenzialità naturalistiche, ecosistemiche epaesaggistiche del territorio e la funzionalità della rete ecologica;b. promuovere la conservazione e la riqualificazione del paesaggio agricolo tra<strong>di</strong>zionale e i suoi valoriculturali e naturalistici, nonché quin<strong>di</strong> delle attività agricole ad esso correlate;c. promuovere e <strong>di</strong>sciplinare la fruizione dell’area ai fini sociali, culturali, educativi, ricreativi e scientifici.In particolare, a fronte delle criticità rilevate e delle <strong>di</strong>namiche attive sul territorio, le linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo hannoin<strong>di</strong>viduato i seguenti rapporti tra le criticità e gli obiettivi:Con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> criticitàObbiettivi particolari1 Crescente isolamento ecologico del parco Rafforzamento della rete ecologica all‟interno delparco Tutela e rafforzamento dei varchi ancora presenti Analisi della possibilità <strong>di</strong> estensioni del territorio peril rafforzamento dei corridoi ecologici2 Tendenza all‟aumento del traffico veicolare nel parco, per lamaggior possibilità <strong>di</strong> scorrimento veloceGovernare le trasformazioni nella rete stradale57


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20103 Aumento della pressione ricreativa Governare il fenomeno della fruizione4 Aumento del valore degli immobili e mo<strong>di</strong>fica del tessutosociale nel parcoTab. 4.1 – Criticità e obiettiviAumentare i vincoli <strong>di</strong> relazione fra e<strong>di</strong>ficato e territoriocircostante4.7 CONSIDERAZIONI SULLA DIMENSIONE AMBIENTALE DEL PIANO, SULL’ANALISI DEI FATTORI ESUGLI EFFETTI AMBIENTALICome meglio esplicitato nella relazione <strong>di</strong> Piano, la <strong>di</strong>mensione <strong>ambientale</strong> è inserita nel sistema <strong>di</strong>conoscenza e analisi del Piano sin dalle sue basi <strong>di</strong> programmazione.La localizzazione delle informazioni su base geografica, me<strong>di</strong>ante analisi in ambienta GIS, ha permessoinoltre la considerazione dei fattori vincolanti, limitanti o critici a tutti i livelli <strong>di</strong> sviluppo del processo analitico,garantendo la conservazione dei valori ambientali e l‟esclusione <strong>di</strong> attività in contrasto con le destinazioniattribuite alle superfici oggetto <strong>di</strong> pianificazione.Tale processo garantisce quin<strong>di</strong> la tutela dei valori ambientali e naturalistici, essendo sempre considerate talivariabili nei processi <strong>di</strong> attribuzione delle attitu<strong>di</strong>ni e delle funzioni al territorio forestale.Si considera inoltre che, per sua natura, il Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento del <strong>Parco</strong> è uno strumentopianificatorio in cui gli obiettivi volgono in massima parte alla tutela e alla valorizzazione dei valori naturali,paesaggistici, storico testimoniali ed ambientali.Per quanto concerne le trasformazioni ammesse, in estrema sintesi è possibile considerare i seguentiaspetti determinanti: le trasformazioni per fini urbanistiche sono limitate ai territori contigui ai centri urbani consolidati(Zone <strong>di</strong> Iniziativa Comunale Orientata), escludendo quasi totalmente la possibilità <strong>di</strong>frammentazione ecologica del territorio; il Piano tutela, per le previsioni nell‟ambito <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà dello strumento, le formazioni vegetazionalinaturali e seminaturali con l‟obiettivo della ricostituzione della rete ecologica; il Piano tutela, vincolandole, le formazioni vegetazionali <strong>di</strong> interesse naturalistico econservazionistico, vietandone la trasformazione, con particolare riguardo agli habitat <strong>di</strong> interessecomunitario ricompresi negli ambiti <strong>di</strong> Rete Natura 2000; il Piano incontra gli obiettivi del PTCP <strong>di</strong> riqualificazione paesistica ed agricola, laddove sono ancoraforti i caratteri determinanti del paesaggio agrario legati alle attività agricole produttive (viticoltura) e<strong>di</strong> interesse paesaggistico (ambienti prativi aperti, prati da sfalcio); il Piano tutela e rinforza la funzione del sistema foresta, con particolare riguardo alla <strong>di</strong>fesa idrica e<strong>di</strong>drogeologica e limitando la possibilità <strong>di</strong> trasformazione. Il Piano tutela la <strong>di</strong>mensione paesaggistica del <strong>Parco</strong> me<strong>di</strong>ante l‟adozione <strong>di</strong> zonizzazioni chetengono conto della valenza paesistica dell‟ambito indagato.58


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20105 COERENZA E INTEGRAZIONE DEL PIANO DEL PARCO NATURALECON LA PIANIFICAZIONE DI DETTAGLIO E DI AREA <strong>VAS</strong>TA5.1 RAPPORTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONEIl Piano ha raccolto e assunto, compatibilmente con gli stati della pianificazione esistente ed in itinere,informazioni, obiettivi e <strong>di</strong>rettive contenuti nei piani <strong>di</strong> livello sovra e sotto or<strong>di</strong>nato.In particolar modo, la pianificazione sovraor<strong>di</strong>nata è stata considerata me<strong>di</strong>ante la valutazione el‟integrazione dei seguenti strumenti:5.1.1 PTR – Piano Territoriale RegionaleIl Consiglio Regionale della Lombar<strong>di</strong>a ha approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale condeliberazione del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombar<strong>di</strong>a n.6, 3°Supplemento Straor<strong>di</strong>nario del 11 febbraio 2010.Con la chiusura dell‟iter <strong>di</strong> approvazione del Piano, formalmente avviato nel <strong>di</strong>cembre 2005, si chiude illungo percorso <strong>di</strong> stesura del principale strumento <strong>di</strong> programmazione delle politiche per la salvaguar<strong>di</strong>a e losviluppo del territorio della Lombar<strong>di</strong>a.Il Piano acquista efficacia dal 17 febbraio 2010 per effetto della pubblicazione dell‟avviso <strong>di</strong> avvenutaapprovazione sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi del 17 febbraio 2010.Il Piano Territoriale Regionale è stato adottato con deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Regionale del 30/7/2009, n.874 “ Adozione del Piano Territoriale Regionale (articolo 21 l.r.11 marzo 2005, n.12 “Legge per il Governodel Territorio”)”, pubblicata sul BURL n.34 del 25 agosto 2009, 1° Supplemento Straor<strong>di</strong>nario.Con la deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Regionale del 19/01/2010, n.951 “Approvazione delle controdeduzioni alleosservazioni al Piano Territoriale Regionale adottato con DCR n.874 del 30 luglio 2009 - approvazione delPiano Territoriale Regionale (articolo 21, comma 4, l.r. 11 marzo 2005 “Legge per il Governo del Territorio”)”sono state decise le controdeduzioni regionali alle osservazioni pervenute ed il Piano Territoriale Regionaleè stato approvato.Gli elaborati del Piano Territoriale Regionale, integrati a seguito della DCR del 19/01/2010, n.951, sonostati pubblicati sul BURL n. 13 del 30 marzo 2010, 1° Supplemento Straor<strong>di</strong>nario.Il PTR si compone delle seguenti sezioni: Presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano Documento <strong>di</strong> Piano, che definisce gli obiettivi e le strategie <strong>di</strong> sviluppo per la Lombar<strong>di</strong>a Piano Paesaggistico, che contiene la <strong>di</strong>sciplina paesaggistica della Lombar<strong>di</strong>a Strumenti Operativi, che in<strong>di</strong>vidua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti Sezioni Tematiche, che contiene l'Atlante <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a e approfon<strong>di</strong>menti su temi specifici Valutazione Ambientale, che contiene il <strong>rapporto</strong> Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso <strong>di</strong>Valutazione Ambientale del PianoIl Documento <strong>di</strong> Piano, è l‟elaborato <strong>di</strong> raccordo tra tutte le altre sezioni del Piano poiché, in forte relazionecon il dettato normativo (art. 19, comma 2 lett. a) della l.r.12/05); definisce gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo socio59


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010economico della Lombar<strong>di</strong>a in<strong>di</strong>viduando 3 macro-obiettivi (principi ispiratori dell‟azione <strong>di</strong> Piano con <strong>di</strong>rettoriferimento alle strategie in<strong>di</strong>viduate a livello europeo e nell‟ambito della programmazione regionale generaleper il perseguimento dello sviluppo sostenibile, che concorrono al miglioramento della vita dei citta<strong>di</strong>ni: rafforzare la competitività dei territori della Lombar<strong>di</strong>a riequilibrare il territorio lombardo proteggere e valorizzare le risorse della regione.Il PTR definisce 24 obiettivi territoriali, come ben specificato nel Documento <strong>di</strong> Piano, che sono:1. Favorire, come con<strong>di</strong>zione necessaria per la valorizzazione dei territori, l'innovazione, lo sviluppo dellaconoscenza e la sua <strong>di</strong>ffusione: in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l'impatto della produzionesull'ambiente; nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi); nell'uso delle risorse e nella produzione <strong>di</strong> energia; nelle pratiche <strong>di</strong> governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e <strong>di</strong>ffondendo lacultura della prevenzione del rischio.2. Favorire le relazioni <strong>di</strong> lungo e <strong>di</strong> breve raggio, tra i territori della Lombar<strong>di</strong>a e tra il territorio regionale el'esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture <strong>di</strong> trasporto e reti tecnologiche) e immateriali(sistema delle fiere, sistema delle università, centri <strong>di</strong> eccellenza, network culturali), con attenzione allasostenibilità <strong>ambientale</strong> e all'integrazione paesaggistica.3. Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i citta<strong>di</strong>ni, l'accesso ai servizi pubblici e <strong>di</strong> pubblicautilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, <strong>di</strong>stributive, culturali,della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi.4. Perseguire l'efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e <strong>di</strong> pubblica utilità, agendo sulla pianificazioneintegrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio.5. Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell'abitare nella sua accezione estensiva <strong>di</strong> spaziofisico, relazionale, <strong>di</strong> movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmentequalificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: la promozione della qualità architettonica degli interventi; la riduzione del fabbisogno energetico degli e<strong>di</strong>fici; il recupero delle aree degradate; la riqualificazione dei quartieri <strong>di</strong> ERP; l'integrazione funzionale; il riequilibrio tra aree marginali e centrali; la promozione <strong>di</strong> processi partecipativi.6. Porre le con<strong>di</strong>zioni per un offerta adeguata alla domanda <strong>di</strong> spazi per la residenza, la produzione, ilcommercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o darecuperare e riducendo il ricorso all'utilizzo <strong>di</strong> suolo libero.7. Tutelare la salute del citta<strong>di</strong>no, attraverso il miglioramento della qualità dell'ambiente, la prevenzione e ilcontenimento dell'inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso eatmosferico.8. Perseguire la sicurezza dei citta<strong>di</strong>ni rispetto ai rischi derivanti dai mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> utilizzo del territorio, agendo60


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010sulla prevenzione e <strong>di</strong>ffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale,tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza <strong>di</strong> manufatti, dalle attivitàestrattive), sulla pianificazione e sull'utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque.9. Assicurare l'equità nella <strong>di</strong>stribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali edambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed e<strong>di</strong>lizio.10. Promuovere l'offerta integrata <strong>di</strong> funzioni turistico - ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorseambientali, culturali, paesaggistiche ed agroalimentari della regione e <strong>di</strong>ffondendo la cultura del turismonon invasivo.11. Promuovere un sistema produttivo <strong>di</strong> eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come fattore <strong>di</strong> produzione ma anche come settoreturistico, privilegiando le modalità <strong>di</strong> coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile; il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione dellerisorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto <strong>ambientale</strong>; lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità.12. Valorizzare il ruolo <strong>di</strong> Milano quale punto <strong>di</strong> forza del sistema economico, culturale e dell'innovazione ecome competitore a livello globale.13. Realizzare, per il contenimento della <strong>di</strong>ffusione urbana, un sistema policentrico <strong>di</strong> centralità urbanecompatte ponendo attenzione al <strong>rapporto</strong> tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione deipiccoli centri come strumento <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale,attraverso azioni che controllino l'utilizzo estensivo <strong>di</strong> suolo.14. Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombar<strong>di</strong>a, ancheattraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale, come elementi <strong>di</strong> ricomposizionepaesaggistica, <strong>di</strong> rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat.15. Supportare gli Enti Locali nell'attività <strong>di</strong> programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualitàprogrammatica e progettuale, in modo che sia garantito il proseguimento della sostenibilità dellacrescita nella programmazione e progettazione a tutti i livelli <strong>di</strong> governo.16. Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) in<strong>di</strong>spensabili per il perseguimento dellosviluppo attraverso l'utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini <strong>di</strong> risparmio,l'efficienza nei processi <strong>di</strong> produzione ed erogazione, il recupero, il riutilizzo dei territori degradati e dellearee <strong>di</strong>smesse, il riutilizzo dei rifiuti.17. Garantire la qualità delle risorse naturali ed ambientali attraverso la progettazione delle reti ecologiche,la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell'inquinamento delle acque,acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata.18. Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche in<strong>di</strong>viduali, e degli approcci culturaliverso un utilizzo razionale e sostenibile <strong>di</strong> ogni risorsa, l'attenzione ai temi ambientali e dellabio<strong>di</strong>versità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni <strong>di</strong> educazionenelle scuole, <strong>di</strong> formazione degli operatori e <strong>di</strong> sensibilizzazione dell'opinione pubblica.19. Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema deipatrimoni paesaggistico, culturale, <strong>ambientale</strong>, naturalistico, forestale e agroalimentare e ilriconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l'identità della Lombar<strong>di</strong>a.20. Promuovere l'integrazione paesistica, <strong>ambientale</strong> e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo61


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010economico, infrastrutturale ed e<strong>di</strong>lizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazionedegli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati.21. Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi con particolare attenzione allarigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l'agricoltura e il paesaggio come fattori <strong>di</strong> qualificazioneprogettuale e <strong>di</strong> valorizzazione del territorio.22. Responsabilizzare la collettività e promuovere l'innovazione <strong>di</strong> prodotto e <strong>di</strong> processo al fine <strong>di</strong>minimizzare l'impatto delle attività antropiche, sia legate alla produzione (attività agricola, industriale,commerciale) che alla vita quoti<strong>di</strong>ana (mobilità, residenza, turismo).23. Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionaliattraverso il miglioramento della cooperazione.24. Rafforzare il ruolo <strong>di</strong> “Motore Europeo” della Lombar<strong>di</strong>a, garantendo le con<strong>di</strong>zioni per la competitività <strong>di</strong>funzioni e <strong>di</strong> contesti regionali forti.Il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della valle del Curone rientra nella Polarità storica della Brianza, comeevidenziato nell‟immagine seguente.Fig. 5.1 - Estratto della tavola 1 del PTR - POLARITÀ E POLI DI SVILUPPO REGIONALE (in rosso l’area del <strong>Parco</strong>).Il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone ricade nell‟ambito <strong>di</strong> tre Sistemi territoriali, che inquest‟area si sovrappongono: Metropolitano, dei Laghi e Pedemontano.Il Sistema Territoriale Metropolitano lombardo, ancor più rispetto agli altri Sistemi del PTR, non corrispondead un ambito geografico-morfologico; interessa l‟asse est-ovest compreso tra la fascia pedemontana e laparte più settentrionale della Pianura Irrigua, coinvolgendo, per la quasi totalità, la pianura asciutta. Esso faparte del più esteso Sistema Metropolitano del nord Italia che attraversa Piemonte, Lombar<strong>di</strong>a e Veneto ecaratterizza fortemente i rapporti tra le tre realtà regionali, ma si “irra<strong>di</strong>a” verso un areale ben più ampio, checomprende l‟intero nord Italia e i vicini Cantoni Svizzeri, e intrattiene relazioni forti in un contestointernazionale. Le caratteristiche fisiche dell'area sono state determinanti per il suo sviluppo storico: il62


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010territorio pianeggiante ha facilitato infatti gli inse<strong>di</strong>amenti, le relazioni e gli scambi che hanno permessol'affermarsi <strong>di</strong> una struttura economica così rilevante. La ricchezza <strong>di</strong> acqua del sistema idrografico efreatico, è stata fondamentale per la produzione agricola e per la produzione <strong>di</strong> energia per i processiindustriali.Il Sistema Territoriale dei Laghi. La presenza su un territorio fortemente urbanizzato, come quello lombardo,<strong>di</strong> numerosi bacini lacuali, con elementi <strong>di</strong> elevata qualità, <strong>di</strong>mensioni e conformazioni morfologichevariamente modellate, è una situazione che non ha eguali in Italia e rappresenta un sistema unico anche inEuropa. Il Piano <strong>di</strong> Tutela e Uso delle Acque della Regione Lombar<strong>di</strong>a in<strong>di</strong>vidua 20 laghi “significativi” sulterritorio regionale, cui si aggiungono numerosi bacini minori localizzati soprattutto nella fascia centrale dellaregione e la categoria dei laghi alpini che impreziosiscono il paesaggio montano. I 6 laghi principali (Garda,Lugano, Idro, Como, Iseo e Maggiore) sono collocati imme<strong>di</strong>atamente a nord della fascia più urbanizzatadella regione e occupano le sezioni terminali delle principali valli alpine. Tra i 20 laghi devono essererichiamati anche i laghi <strong>di</strong> Mantova, elemento caratteristico e strutturalmente legato alla storia della città, iquali, pur collocati nella parte meri<strong>di</strong>onale <strong>di</strong> pianura della Lombar<strong>di</strong>a, rientrano a pieno titolo nel Sistema deiLaghi, non solo per le <strong>di</strong>mensioni idrografiche, bensì soprattutto per il ruolo che possono svolgere per losviluppo della realtà locale e dell‟intera Regione.Geograficamente l‟area prealpina si salda a quella padana attraverso la fascia pedemontana, linea attrattiva,assai popolata, che costituisce una sorta <strong>di</strong> cerniera tra i due <strong>di</strong>versi ambiti geografici. Il Sistema TerritorialePedemontano costituisce zona <strong>di</strong> passaggio tra gli ambiti meri<strong>di</strong>onali pianeggianti e le vette delle areemontane alpine; è zona <strong>di</strong> cerniera tra le aree densamente urbanizzate della fascia centrale della Lombar<strong>di</strong>ae gli ambiti a minor densità e<strong>di</strong>lizia che caratterizzano le aree montane, anche attraverso gli sbocchi delleprincipali valli alpine, con fondovalli fortemente e densamente sfruttati dagli inse<strong>di</strong>amenti residenziali eindustriali. Il Sistema Pedemontano evidenzia strutture inse<strong>di</strong>ative che si <strong>di</strong>stinguono dal continuourbanizzato dell‟area metropolitana, ma che hanno la tendenza alla saldatura, rispetto invece ai nucleimontani caratterizzati da una ben certa riconoscibilità; è sede <strong>di</strong> forti contrad<strong>di</strong>zioni ambientali tra il consumodelle risorse e l‟attenzione alla salvaguar<strong>di</strong>a degli elementi <strong>di</strong> pregio naturalistico e paesistico. Il SistemaPedemontano interessa varie fasce altimetriche; è attraversato dalla montagna e dalle dorsali prealpine,dalla fascia collinare e dalla zona dei laghi insubrici, ciascuna <strong>di</strong> queste caratterizzata da paesaggi ricchi epeculiari. Geograficamente il sistema territoriale si riconosce in quella porzione a nord della regione che siestende dal lago Maggiore al lago <strong>di</strong> Garda comprendendo le aree del Varesotto, del Lario Comasco, delLecchese, delle valli bergamasche e bresciane, della zona del Sebino e della Franciacorta, con tutti iprincipali sbocchi vallivi.Si tratta <strong>di</strong> un territorio articolato in tante identità territoriali, tra cui possiamo <strong>di</strong>stinguere paesaggi<strong>di</strong>versamente antropizzati, tra cui la parte collinare della Brianza, tra il Lambro, l‟Adda e i monti dellaValassina, che su una situazione <strong>di</strong> forte inse<strong>di</strong>amento residenziale e produttivo, con punte <strong>di</strong> degrado<strong>ambientale</strong> e preoccupanti <strong>di</strong>ssesti ecologici, poggia su un palinsesto <strong>di</strong> memorie paesistiche, culturali,architettoniche.Complessivamente si può riassumere come ciascuno dei territori che si riconosce nel Sistema Pedemontanoappartiene anche ad uno o più degli altri Sistemi Territoriali in<strong>di</strong>viduati (Metropolitano, della Pianura Irrigua,Montano, dei Laghi), in questo sta la forte potenzialità che deve essere espressa per poter esserevalorizzata. La ricchezza <strong>di</strong> opportunità che si apre è possibile motore per l‟intera Lombar<strong>di</strong>a, ma per questo63


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010necessita <strong>di</strong> essere opportunamente governata per non rinviare solo ad iniziative locali l‟onere <strong>di</strong> promuoveazioni forti <strong>di</strong> sviluppo o <strong>di</strong> gestione delle trasformazioni che caratterizzeranno questi territori per i prossimianni.In particolare gli obiettivi del Sistema Territoriale Pedemontano, ritenuto il più significativo perl‟in<strong>di</strong>viduazione delle caratteristiche e degli obiettivi dell‟area in esame, sono così sintetizzate nel Documento<strong>di</strong> Piano:ST3.1 Tutelare i caratteri naturali <strong>di</strong>ffusi attraverso la creazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong> collegate tra loro(reti ecologiche).ST3.2 Tutelare sicurezza e salute dei citta<strong>di</strong>ni attraverso la riduzione dell'inquinamento <strong>ambientale</strong> e lapreservazione delle risorse.ST3.3 Favorire uno sviluppo policentrico evitando la polverizzazione inse<strong>di</strong>ativa.ST3.4 Promuovere la riqualificazione del territorio attraverso la realizzazione <strong>di</strong> nuove infrastrutture per lamobilità pubblica e privata.ST3.5 Applicare modalità <strong>di</strong> progettazione integrata tra infrastrutture e paesaggio.ST3.6 Tutelare e valorizzare il paesaggio caratteristico attraverso la promozione della fruibilità turistico -ricreativa e il mantenimento dell'attività agricola.ST3.7 Recuperare aree e manufatti e<strong>di</strong>lizi degradati in una logica che richiami le caratteristiche del territoriopedemontano.ST3.8 Incentivare l'agricoltura e il settore turistico ricreativo per garantire la qualità dell' ambiente e delpaesaggio caratteristico.ST3.9 Valorizzare l'impren<strong>di</strong>toria locale e le riconversioni produttive garantendole l'accessibilità alle nuoveinfrastrutture evitando l'effetto “tunnel”.Per la gestione dell‟uso del suolo il PTR in<strong>di</strong>vidua i seguenti obiettivi: Limitare l‟ulteriore espansione urbana. Favorire interventi <strong>di</strong> riqualificazione e riuso del patrimonio e<strong>di</strong>lizio. Conservare i varchi liberi, destinando prioritariamente le aree alla realizzazione della Rete VerdeRegionale, anche me<strong>di</strong>ante la proposta <strong>di</strong> nuovi Parchi Locali <strong>di</strong> Interesse Sovracomunale. Evitare la <strong>di</strong>spersione urbana, mantenendo forme urbane compatte. Mantenere la riconoscibilità dei centri urbani evitando le saldature lungo le infrastrutture.64


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.2 - Estratto della tavola 4 del PTR - I SISTEMI TERRITORIALI DEL PTR (in rosso il <strong>Parco</strong>).Come evidenziato dalla seguente tavola 2 del PTR, il <strong>Parco</strong> rappresenta una zone <strong>di</strong> preservazione esalvaguar<strong>di</strong>a <strong>ambientale</strong>. Il PTR identifica le zone <strong>di</strong> preservazione e salvaguar<strong>di</strong>a <strong>ambientale</strong>, conriferimento <strong>di</strong>retto al macro-obiettivo “Proteggere e valorizzare le risorse della regione”; la valorizzazionedelle risorse ambientali, paesaggistiche, naturali, ecologiche ha contestualmente l‟effetto <strong>di</strong> concorrereall‟ulteriore rafforzamento della competitività regionale e <strong>di</strong> consentire a ciascun territorio <strong>di</strong> sviluppare il65


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010proprio potenziale. Il miglioramento della qualità della vita dei citta<strong>di</strong>ni necessariamente passa anche dallacostruzione e dal potenziamento <strong>di</strong> un territorio <strong>di</strong> qualità, anche dal punto <strong>di</strong> vista paesistico, <strong>ambientale</strong> eper la fruizione sociale degli spazi.Fig. 5.3 - Estratto della tavola 2 del PTR - ZONE DI PRESERVAZIONE E SALVAGUARDIA AMBIENTALE.Molta parte del territorio regionale presenta caratteri <strong>di</strong> rilevante interesse <strong>ambientale</strong> e naturalistico chesono già riconosciuti da specifiche norme e <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> settore che ne tutelano ovvero <strong>di</strong>sciplinano letrasformazioni o le modalità <strong>di</strong> intervento. In particolare vengono identificate come zone <strong>di</strong> preservazione esalvaguar<strong>di</strong>a <strong>ambientale</strong>: Fasce fluviali del Piano per l‟Assetto Idrogeologico. Aree a rischio idrogeologico molto elevato.66


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Aree in classe <strong>di</strong> fattibilità geologica 3 e 4 (stu<strong>di</strong> geologici a supporto della pianificazione comunale) Rete Natura 2000 (Siti <strong>di</strong> Importanza Comunitaria, Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale). Sistema delle Aree Protette nazionali e regionali. Zone Umide della Convenzione <strong>di</strong> Ramsar. Siti UNESCO (Piano Paesaggistico – normativa art.23).Il PTR riconosce e rimanda ai <strong>di</strong>versi piani settoriali e alle specifiche normative il puntuale riconoscimento <strong>di</strong>tali ambiti e la <strong>di</strong>sciplina specifica, promuovendo nel contempo una forte integrazione tra le politiche settorialinello sviluppo <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> pianificazione che coinvolgano le comunità locali.5.1.2 RER – Rete Ecologica RegionaleCon la deliberazione n. 8/10962 del 30 <strong>di</strong>cembre 2009, la Giunta ha approvato il <strong>di</strong>segno definitivo <strong>di</strong> ReteEcologica Regionale, aggiungendo l‟area alpina e prealpina.La Rete Ecologica Regionale (RER) è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano TerritorialeRegionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale.La RER, e i criteri per la sua implementazione, forniscono al Piano Territoriale Regionale il quadro dellesensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un <strong>di</strong>segno degli elementi portanti dell‟ecosistema <strong>di</strong>riferimento per la valutazione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> forza e debolezza, <strong>di</strong> opportunità e minacce presenti sul territorioregionale; aiuta il PTR a svolgere una funzione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo per i PTCP provinciali e i PGT/PRG comunali;aiuta il PTR a svolgere una funzione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento rispetto a piani e programmi regionali <strong>di</strong> settore, e a<strong>di</strong>n<strong>di</strong>viduare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delleesigenze <strong>di</strong> riequilibrio ecologico; anche per quanto riguarda le Pianificazioni regionali <strong>di</strong> settore può fornireun quadro orientativo <strong>di</strong> natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per in<strong>di</strong>viduare azioni <strong>di</strong>piano compatibili; fornire agli uffici deputati all‟assegnazione <strong>di</strong> contributi per misure <strong>di</strong> tipo agro<strong>ambientale</strong> ein<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema.I documenti “RER - Rete Ecologica Regionale” e “Rete Ecologica Regionale - Alpi e Prealpi” illustrano lastruttura della Rete e degli elementi che la costituiscono, rimandando ai settori in scala 1:25.000, in cui èsud<strong>di</strong>viso il territorio regionale.Il documento “Rete ecologica regionale e programmazione territoriale degli enti locali” fornisce in<strong>di</strong>spensabiliin<strong>di</strong>cazioni per la composizione e la concreta salvaguar<strong>di</strong>a della Rete nell'ambito dell'attività <strong>di</strong> pianificazionee programmazione. In particolare in tale documento si riporta il <strong>rapporto</strong> della RER stessa con le ValutazioniAmbientali Strategiche (<strong>VAS</strong>). Le Reti ecologiche dei vari livelli (regionale, provinciali, locali) costituirannoriferimento per le Valutazioni Ambientali Strategiche, ove previste. In particolare verranno considerati iseguenti aspetti: il contributo ai quadri conoscitivi per gli aspetti relativi <strong>di</strong> tipo naturalistico ed ecosistemico(bio<strong>di</strong>versità, flora e fauna); il suggerimento <strong>di</strong> obiettivi generali previsti dalle strategie per lo sviluppo sostenibile in materia <strong>di</strong>bio<strong>di</strong>versità e <strong>di</strong> servizi ecosistemici; la fornitura <strong>di</strong> uno scenario <strong>di</strong> riferimento sul me<strong>di</strong>o periodo per quanto riguarda l‟ecosistema <strong>di</strong> areavasta e le sue prospettive <strong>di</strong> riequilibrio;67


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 la fornitura <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong> importanza primaria per la valutazione degli effetti delle azioni dei pianiprogrammi sull‟ambiente; le in<strong>di</strong>cazioni rispetto all‟adattamento ai processi <strong>di</strong> global change (ad esempio per quanto riguardaun governo polivalente delle biomasse che combini le opportunità come fonte <strong>di</strong> energia rinnovabilecon un assetto naturalistico ed ecosistemico accettabile); la fornitura <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> importanza primaria da utilizzare nel monitoraggio dei processi indotti daipiani/programmi; la fornitura <strong>di</strong> suggerimenti <strong>di</strong> importanza primaria per azioni <strong>di</strong> mitigazione-compensazione che ipiani-programmi potranno prevedere per evitare o contenere i potenziali effetti negativi; gli aspetti procedurali per integrare i processi <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> con le procedure previste per le Valutazioni <strong>di</strong>Incidenza.All'interno del territorio del <strong>Parco</strong> è possibile riconoscere due zone con caratteristiche <strong>di</strong>verse: la partesettentrionale ha un aspetto più aspro con rilievi collinari e valli con versanti ripi<strong>di</strong>. Questa zona rientra nelquadro 69 della RER (Settore Alpi e Prealpi lombarde).La zona meri<strong>di</strong>onale del <strong>Parco</strong> è prevalentemente pianeggiante in quanto si formò da depositi trasportati avalle dalle acque <strong>di</strong> fusione dei ghiacciai ed è quin<strong>di</strong> caratterizzata da colture tipicamente <strong>di</strong> pianura. Questazona rientra nel quadro 70 della RER (Settore Pianura Padana lombarda e Oltrepò Pavese).Di seguito si riportano le specifiche schede descrittive dei due quadri coinvolti al fine <strong>di</strong> ottenere unadescrizione degli elementi ecologici presenti a livello <strong>di</strong> area vasta.68


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010CODICE SETTORE: 70NOME SETTORE: MONTEVECCHIAFig. 5.4 - Griglia utilizzata per l’analisi e la stampa della Rete Ecologica Regionale.DESCRIZIONE GENERALEArea molto eterogenea che include elementi <strong>di</strong> assoluto valore naturalistico accanto a tratti densamenteurbanizzati. Notevole sviluppo <strong>di</strong> infrastrutture che in alcuni casi determinano forte frammentazione oisolamento degli ambienti.Tra i siti più importanti in termini naturalistici si segnalano il SIC Valle <strong>di</strong> Santa Croce e Valle del Curone (confauna invertebrata endemica), il Lago <strong>di</strong> Sartirana (importante per la fauna invertebrata acquatica), il Lago <strong>di</strong>Olginate (<strong>di</strong> grande importanza per l‟avifauna acquatica), la Palude <strong>di</strong> Brivio (avifauna acquatica,vegetazione palustre), il Lago <strong>di</strong> Pusiano (avifauna acquatica, vegetazione palustre).ELEMENTI DI TUTELASIC - Siti <strong>di</strong> Importanza Comunitaria: IT2030006 Valle <strong>di</strong> Santa Croce e Valle del Curone, IT2030007 Lago <strong>di</strong>Sartirana, IT2030004 Lago <strong>di</strong> Olginate, IT2030005 Palude <strong>di</strong> Brivio, $IT2020006 Lago <strong>di</strong> Pusiano.Parchi Regionali: PR della Valle del Lambro, PR <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e Valle del Curone, PR Adda Nord,proposto PR San Genesio e Colle Brianza.Riserve Naturali Regionali/Statali: RNR Lago <strong>di</strong> Sartirana.69


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Aree <strong>di</strong> Rilevanza Ambientale: ARA “San Genesio - Colle Brianza”, ARA “Pegorino”, ARA “Isola”.PLIS: <strong>Parco</strong> Agricolo la Valletta, <strong>Parco</strong> del Monte Canto e del Bedesco.Altro: ARE – Aree <strong>di</strong> Rilevante interesse Erpetologico “Boschi, stagni e cabalette <strong>di</strong> Cà Soldato”.ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICAElementi primariCorridoi primari: Fiume Adda (classificato come “fluviale antropizzato” nel tratto compreso nel settore 70);Fiume Lambro e Laghi Briantei (classificato come “fluviale antropizzato” nel tratto compreso nel settore 70).Elementi <strong>di</strong> primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la bio<strong>di</strong>versità (ve<strong>di</strong> D.G.R. 30 <strong>di</strong>cembre 2009 –n. 8/10962): 01 - Colline del Varesotto e dell‟alta Brianza; 06 - Fiume Adda; 07 - Canto <strong>di</strong> Pontida.Elementi <strong>di</strong> secondo livelloAltri elementi <strong>di</strong> secondo livello: ricavate all‟interno dell‟area prioritaria 01 - Colline del Varesotto e dell‟altaBrianza, tra i nuclei ricompresi all‟interno <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> primo livello. Interessano la porzione <strong>di</strong> territorio tra ilLambro, i Laghi Briantei e l‟area <strong>di</strong> Colle Brianza - Missaglia, oltre alle aree boschive e agricole in comune <strong>di</strong>Pontida e <strong>di</strong> Cisano Bergamasco e alle aree boschive e agricole <strong>di</strong> Villa d‟Adda, Imbersago e Robbiate.INDICAZIONI PER L‟ATTUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALEPer le in<strong>di</strong>cazioni generali ve<strong>di</strong>:- Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con deliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 16 gennaio 2008,n. 6447, e adottato con deliberazione <strong>di</strong> Consiglio regionale del 30 luglio 2009, n. 874, ove la ReteEcologica Regionale è identificata quale infrastruttura prioritaria <strong>di</strong> interesse regionale;- Deliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 30 <strong>di</strong>cembre 2009 – n. 8/10962 “Rete Ecologica Regionale:approvazione degli elaborati finali, comprensivi del Settore Alpi e Prealpi”;- Documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”, approvato condeliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 26 novembre 2008, n. 8515.Elementi primari:01 - Colline del Varesotto e dell’alta Brianza: favorire il mantenimento dell‟agricoltura estensiva ed inparticolare dei prati a sfalcio; promuovere la presenza <strong>di</strong> siepi al margine dei campi coltivati. Importantemantenere le attività agricole e pastorali <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale, soprattutto in aree collinari, dalle quali<strong>di</strong>pendono habitat e specie in progressiva rarefazione. In<strong>di</strong>cazioni specifiche riguardano anche la messa „insicurezza‟ dei cavi aerei presso le pareti rocciose (es. Monte Marenzo), siti <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong>grande interesse conservazionistico, come Nibbio bruno, Falco pellegrino e Gufo reale, la protezione dei siti<strong>di</strong> riproduzione e <strong>di</strong> roost dei chirotteri.06 - Fiume Adda: il tratto <strong>di</strong> valle dell‟Adda incluso nel settore comprende aree estremamente importantiquali la Palude <strong>di</strong> Brivio ed il Lago <strong>di</strong> Olginate.Elementi <strong>di</strong> secondo livello:Aree tra il Lambro, i Laghi Briantei e l’area <strong>di</strong> Colle Brianza - Missaglia: necessarie al mantenimento dellaconnettività ecologica in senso Est-Ovest, tra la valle dell‟Adda e la valle del Lambro. Il mantenimento dellacontinuità è necessario per la sopravvivenza <strong>di</strong> molte specie, spesso presenti in piccole popolazioni che70


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010sopravvivono solo grazie allo scambio <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui con popolazioni più floride. L‟interruzione del flusso <strong>di</strong>in<strong>di</strong>vidui tra <strong>di</strong>verse tessere <strong>di</strong> habitat determinerebbe un fortissimo aumento <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong> estinzione permolte specie.Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologicaSuperfici urbanizzate: favorire interventi <strong>di</strong> deframmentazione; mantenere i varchi <strong>di</strong> connessione attivi;migliorare i varchi in con<strong>di</strong>zioni critiche; evitare la <strong>di</strong>spersione urbana;Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti <strong>di</strong> opere che possono incrementare la frammentazioneecologica, opere <strong>di</strong> mitigazione e <strong>di</strong> inserimento <strong>ambientale</strong>. Prevedere opere <strong>di</strong> deframmentazione inparticolare a favorire la connettività con aree sorgente (Aree prioritarie) e tra aree sorgente.CRITICITA‟D.d.g. 7 maggio 2007 – n. 4517 “Criteri ed in<strong>di</strong>rizzi tecnico progettuali per il miglioramento del <strong>rapporto</strong> frainfrastrutture stradali ed ambiente naturale” per in<strong>di</strong>cazioni generali sulle infrastrutture lineari.a) Infrastrutture lineari: molte sono le arterie stradali che attraversano il settore e in alcuni casi è necessarioprevedere interventi <strong>di</strong> deframmentazione per preservare dall‟isolamento alcuni contesti <strong>di</strong> valore.b) Urbanizzato: numerosi centri abitati ricadono all‟interno dell‟area prioritaria 01 - Colline del Varesotto edell‟alta Brianza o nell‟area prioritaria 06 - Fiume Adda. Ai fini della funzionalità della rete ecologica, èimportante che l‟espansione dei centri urbani e la realizzazione <strong>di</strong> nuove infrastrutture non determinil‟interruzione della continuità ecologica tra gli habitat e non intacchi la superficie <strong>di</strong> aree sorgenti.71


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.5 - Estratto della Cartografia della RER del Settore 70 “MONTEVECCHIA”.CODICE SETTORE: 69NOME SETTORE: ADDA NORDDESCRIZIONE GENERALEArea prealpina e collinare che include la porzione meri<strong>di</strong>onale del Lago <strong>di</strong> Como, alcuni laghi prealpini <strong>di</strong>piccole e me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> origine glaciale, parte del Triangolo Lariano, il Monte Barro, la porzionemeri<strong>di</strong>onale delle Grigne, una porzione delle Orobie sud-occidentali, la Valle Imagna con il Resegone e untratto della Dorsale Lecco-Caprino. L‟area è caratterizzata da un‟elevata eterogeneità delle con<strong>di</strong>zioniambientali e si trova alla congiunzione fra i sistemi ambientali sopra elencati. Nella parte meri<strong>di</strong>onale dellastessa si incontrano delle situazioni critiche per la connettività, in corrispondenza <strong>di</strong> aree a urbanizzazione<strong>di</strong>ffusa. Lungo gli assi Lecco-Erba- Como e Lecco-Calolziocorte-Caprino Bergamasco si sta verificando lachiusura quasi totale dei varchi ecologici sopravvissuti all‟urbanizzazione lineare <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata.La porzione meri<strong>di</strong>onale è caratterizzata da un‟urbanizzazione <strong>di</strong>ffusa, nella quale la matrice agricola è statanotevolmente frammentata da infrastrutture lineari e da “sprawl”. Gli ambienti palustri perilacuali mantengonoun elevato valore naturalistico; tuttavia, sono ormai quasi completamente circondati da urbanizzazione, conrare eccezioni.Le aree della parte più montana sono ricoperte prevalentemente da boschi, molti dei quali <strong>di</strong> neoformazionee derivano dall‟abbandono delle tra<strong>di</strong>zionali attività agricole e pastorali. Lo stato <strong>di</strong> conservazione dei boschi72


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010è molto variabile e accanto ad esempi <strong>di</strong> formazioni <strong>di</strong>setanee e ben strutturate si incontrano vasteestensioni <strong>di</strong> cedui in cattivo stato <strong>di</strong> gestione. Sono presenti, inoltre, aree prative <strong>di</strong> rilevante interessenaturalistico. Le praterie situate a bassa quota, però, sono in fase <strong>di</strong> regresso in seguito all‟abbandono dellepratiche tra<strong>di</strong>zionali del pascolo e dello sfalcio. Questo comporta una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat importanti per lespecie delle aree aperte, fra le quali si annoverano specie vegetali endemiche della fascia prealpina. Lanatura calcarea del substrato favorisce la presenza <strong>di</strong> ricchi ambienti ipogei, abitati da una fauna <strong>di</strong> rilevanzaconservazionistica a livello continentale. Si segnala la presenza <strong>di</strong> fenomeni carsici, che contribuiscono acreare ambienti estremamente peculiari, quali grotte, doline, inghiottitoi e campi solcati. Il substrato calcareofavorisce la presenza <strong>di</strong> numerose specie floristiche e <strong>di</strong> invertebrati, tra le quali si annoverano numerosiendemismi.Le comunità animali sono ricche <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> Pesci, Anfibi e Rettili, Mammiferi, fra le quali numerose sonoquelle incluse negli allegati II e/o IV della Direttiva Habitat. La comunità <strong>di</strong> Chirotteri è particolarmenteimportante negli ambienti carsici.Le pareti rocciose prospicienti il lago <strong>di</strong> Como sono aree importanti per la ni<strong>di</strong>ficazione dei rapaci, inparticolare Nibbio bruno (numerose coppie), Pellegrino e Gufo reale. Nel Triangolo Lariano è segnalata lani<strong>di</strong>ficazione del Re <strong>di</strong> Quaglie e sono presenti significative popolazioni <strong>di</strong> Averla piccola. L'area presentainfine alcuni torrenti in buono stato <strong>di</strong> conservazione, che ospitano tra le più importanti popolazioni lombarde<strong>di</strong> Gambero <strong>di</strong> fiume al <strong>di</strong> sotto dei 700 metri. Per quanto riguarda il lago <strong>di</strong> Como, gli ambienti piùsignificativi sono rappresentati dalle acque profonde, nei quali si sviluppano interessante cenosi ricche neivari livelli trofici. L'area è <strong>di</strong> importanza internazionale per l'ittiofauna.ELEMENTI DI TUTELASIC - Siti <strong>di</strong> Importanza Comunitaria: IT2030002 Grigne Meri<strong>di</strong>onali; IT2030003 Monte Barro; IT2020002Sasso Malascarpa; IT2020010 Lago del Segrino; IT 2020006 Lago <strong>di</strong> Pusiano; IT2030004 Lago <strong>di</strong> Olginate;IT2030005 Palude <strong>di</strong> Brivio.ZPS – Zone <strong>di</strong> Protezione Speciale: IT2020301 Triangolo Lariano; IT2030301 Monte Barro; IT2060301Resegone; IT2060302 Costa del Pallio; 2030601 Grigne.Parchi Regionali: PR della Valle del Lambro; PR dell‟Adda Nord; PR del Monte Barro.Riserve Naturali Regionali/Statali: RNR Sasso MalascarpaMonumenti Naturali Regionali: MNR Valle BrunoneAree <strong>di</strong> Rilevanza Ambientale: ARA “Triangolo Lariano”; ARA “Moregallo – Alpe Alto”; ARA “Resegone”;PLIS: <strong>Parco</strong> Provinciale San Pietro al Monte-San Tomaso; <strong>Parco</strong> Provinciale Lago del Segrino; <strong>Parco</strong>Provinciale del Valentino; <strong>Parco</strong> Provinciale Valle San Martino.ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICAElementi primariCorridoi primari: fiume Adda (tratto compreso fra l‟emissario dal Lago <strong>di</strong> Como e il primo tratto del Lago <strong>di</strong>Garlate) (Corridoio primario ad alta antropizzazione).Elementi <strong>di</strong> primo livello compresi nelle Aree prioritarie per la bio<strong>di</strong>versità (ve<strong>di</strong> D.G.R. 30 <strong>di</strong>cembre 2009 –n. 8/10962): 71 Lago <strong>di</strong> Como; 64 Grigne; 62 Dorsale Lecco-Caprino; 61 Valle Imagna e Resegone; 60Orobie; 63 Triangolo Lariano.73


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Altri elementi <strong>di</strong> primo livello: <strong>Parco</strong> Regionale del Monte Barro.Elementi <strong>di</strong> secondo livelloAltri elementi <strong>di</strong> secondo livello: la quasi totalità delle aree non comprese nelle zone <strong>di</strong> primolivello, eccettuate le aree urbanizzate dei fondovalle e delle sponde del Lago <strong>di</strong> Como.INDICAZIONI PER L‟ATTUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALEPer le in<strong>di</strong>cazioni generali ve<strong>di</strong>:- Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con deliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 16 gennaio2008, n. 6447, e adottato con deliberazione <strong>di</strong> Consiglio regionale del 30 luglio 2009, n. 874, ove laRete Ecologica Regionale è identificata quale infrastruttura prioritaria <strong>di</strong> interesse regionale;- Deliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 30 <strong>di</strong>cembre 2009 – n. 8/10962 “Rete Ecologica Regionale:approvazione degli elaborati finali, comprensivi del Settore Alpi e Prealpi”;- Documento “Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali”, approvato condeliberazione <strong>di</strong> Giunta regionale del 26 novembre 2008, n. 8515.Questo territorio presenta molti elementi che agiscono come agenti <strong>di</strong> forte frammentazione, almeno rispettoalla matrice agricola e forestale, localizzati nei fondovalle e lungo entrambe le sponde dei laghi. Occorreevitare le lo “sprawl” arrivi a occludere ulteriormente la connettività trasversale nelle aree sopra in<strong>di</strong>cate, inmodo particolare nei varchi esistenti nelle zone circostanti i laghi, in Valbrona, intorno alla Palude <strong>di</strong> Brivio elungo la <strong>di</strong>rettrice Lecco-Ballàbio. Alcune delle barriere esistenti nelle aree urbane e lungo le infrastrutturelineari devono essere oggetto <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> deframmentazione.Il reticolo idrografico dei torrenti in ambito Alpino e Prealpino contiene gli elementi fondamentali della reteecologica, che svolgono funzioni insostituibili per il mantenimento della connettività ecologica. Pertanto,occorre evitare alterazioni degli alvei e, invece, attivare azioni <strong>di</strong> ripristino della funzionalità ecologicafluviale, fatte salve le in<strong>di</strong>fferibili esigenze <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> centri abitati.Elementi primari:71 Lago <strong>di</strong> Como: conservazione della continuità territoriale lungo le sponde, evitando l‟occupazione deipochi tratti <strong>di</strong> sponda ancora naturaliformi; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustriresidue lungo le sponde.<strong>Parco</strong> Regionale del Monte Barro; 64 Grigne; 63 Triangolo Lariano; 60 Orobie: conservazione dellacontinuità territoriale; mantenimento delle zone a prato e pascolo, eventualmente facendo ricorso a incentividel PSR; mantenimento del flusso d‟acqua nel reticolo <strong>di</strong> corsi d‟acqua. Il mantenimento della destinazioneagricola del territorio e la conservazione delle formazioni naturaliformi sarebbero misure sufficienti agarantire la permanenza <strong>di</strong> valori naturalistici rilevanti. Va vista con sfavore la tendenza a rimboschire glispazi aperti, accelerando la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> habitat importanti per specie caratteristiche. La parzialecanalizzazione dei corsi d‟acqua, laddove non necessaria per motivi <strong>di</strong> sicurezza, deve essere sconsigliata.Varchi. Necessario intervenire attraverso opere sia <strong>di</strong> deframmentazione ecologica che <strong>di</strong> mantenimento deivarchi presenti al fine <strong>di</strong> incrementare la connettività ecologica:Varchi da mantenere:1) tra Lecco e Ballabio.Varchi da mantenere e deframmentare:74


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20101) tra Visino e Asso;2) tra Caslino d‟Erba e Ravella;3) tra Vignola e Garlate.Elementi <strong>di</strong> secondo livello:il mantenimento della destinazione agricola del territorio e la conservazione delle formazioni naturaliformisono misure sufficienti a garantire la permanenza della funzionalità ecologica del territorio. Il reticoloidrografico dei torrenti in ambito Alpino e Prealpino contiene gli elementi fondamentali della rete ecologica,che svolgono funzioni insostituibili per il mantenimento della connettività ecologica. Pertanto, occorre evitarealterazioni degli alvei e, invece, attivare azioni <strong>di</strong> ripristino della funzionalità ecologica fluviale, fatte salve lein<strong>di</strong>fferibili esigenze <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> centri abitati. Evitare che lo “sprawl” arrivi a occludere ulteriormente laconnettività trasversale. L‟ulteriore artificializzazione dei corsi d‟acqua, laddove non necessaria per motivi <strong>di</strong>sicurezza, deve essere sconsigliata.Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella rete ecologicaSuperfici urbanizzate: favorire interventi <strong>di</strong> deframmentazione; evitare la <strong>di</strong>spersione urbana;Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti <strong>di</strong> opere che possono incrementare la frammentazioneecologica, opere <strong>di</strong> mitigazione e <strong>di</strong> inserimento <strong>ambientale</strong>.CRITICITA‟Ve<strong>di</strong> PTR 11.12.2007, per in<strong>di</strong>cazioni generali.Ve<strong>di</strong> D.d.g. 7 maggio 2007 – n. 4517 “Criteri ed in<strong>di</strong>rizzi tecnico progettuali per il miglioramento del <strong>rapporto</strong>fra infrastrutture stradali ed ambiente naturale” per in<strong>di</strong>cazioni generali sulle infrastrutture lineari.a) Infrastrutture lineari: esistono al momento elementi seri <strong>di</strong> criticità causati da elementi lineari lungo estesitratti dei fondovalle e sulle sponde del Lago <strong>di</strong> Como e dei laghi dell‟area;b) Urbanizzato: soprattutto lungo le sponde <strong>di</strong> Lago <strong>di</strong> Como e Fiume Adda;c) Cave, <strong>di</strong>scariche e altre aree degradate: nel settore sono presenti numerose cave, che dovranno esseresoggette ad interventi <strong>di</strong> rinaturalizzazione a seguito delle attività <strong>di</strong> escavazione. Le ex cave possonosvolgere un significativo ruolo <strong>di</strong> stepping stone qualora oggetto <strong>di</strong> oculati interventi <strong>di</strong> rinaturalizzazione.75


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.6 - Estratto della Cartografia della RER del Settore 69 “ADDA NORD”.5.1.3 PTCP – Piano territoriale <strong>di</strong> Cooridnamento della Provincia <strong>di</strong> LeccoLa Provincia <strong>di</strong> Lecco è dotata <strong>di</strong> PTCP sin dal 2004.La L.R. 12/2005 stabilisce, all‟art. 26, comma 1, che “le province deliberano l‟avvio del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>adeguamento dei loro piani territoriali <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinciali vigenti entro un anno dalla data <strong>di</strong> entratain vigore della presente legge”. La legge è entrata in vigore il 31 marzo 2005.La Provincia ha avviato formalmente l‟adeguamento del proprio PTCP alla L.R. 12/2005 con deliberazione <strong>di</strong>Giunta Provinciale n. 76 del 29.03.2006, attivando la consultazione finalizzata all‟acquisizione preventivadelle esigenze e delle proposte in merito, da parte dei soggetti istituzionali e delle rappresentanze socialiin<strong>di</strong>viduati all‟art. 17, c. 1 della stessa legge.Il percorso si è concretizzato con una fase <strong>di</strong> partecipazione e confronto con i tavoli <strong>di</strong> Circondario, attivati <strong>di</strong>concerto con l‟Ufficio dei Circondari, per la definizione delle “Linee guida e primi in<strong>di</strong>rizzi per l‟adeguamentodel PTCP alla L.R. 12/2005”.La variante <strong>di</strong> adeguamento del PTCP alla L.R. 12/2005 è stata adottata con delibera <strong>di</strong> ConsiglioProvinciale n. 49 del 24 luglio 2008; il percorso <strong>di</strong> adeguamento si è poi concluso con la definitivaapprovazione della variante con Delibera <strong>di</strong> Consiglio Provinciale n. 7 nelle sedute del 23 e 24 marzo 2009.76


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010L‟avviso dell‟approvazione definitiva della variante <strong>di</strong> adeguamento del PTCP alla L.R. 12/2005 e s.m.i. èstato pubblicato sul BURL Serie Inserzioni e Concorsi n. 20 del 20 MAGGIO 2009. Da tale data il PianoTerritoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale aggiornato ha acquistato efficacia, ai sensi dell‟art. 17 comma 10della L.R. 12/2005 e s.m.i.I temi affrontati nel processo <strong>di</strong> adeguamento sono le politiche che investono la conservazione evalorizzazione dello spazio rurale e degli ambiti agricoli strategici, la <strong>di</strong>mensione paesaggistica del PTCP el'efficienza dell'apparato produttivo manifatturiero.Ma è soprattutto nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una più <strong>di</strong>ffusa pratica della sovracomunalità, che il PTCP in<strong>di</strong>rizza lapropria azione ricercando il coor<strong>di</strong>namento tra le pianificazioni dei comuni (art. 15, comma 2, lett. h). Conl'agenda strategica <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento locale si propone ai Comuni uno strumento per trovare nel <strong>rapporto</strong> tra<strong>di</strong> essi e con la Provincia più efficienza ed autorevolezza ed anche per consentire al Piano un percorsofacilitato <strong>di</strong> verifica e <strong>di</strong> adeguamento.Per quanto riguarda i Contenuti paesistici del PTCP, esso in<strong>di</strong>vidua:a) i sistemi territoriali definiti in base ai caratteri paesistico-ambientali;b) le zone <strong>di</strong> particolare interesse paesistico <strong>ambientale</strong>;c) i criteri per la trasformazione e l‟uso del territorio, volti alla salvaguar<strong>di</strong>a dei valori ambientali protetti;d) gli ambiti territoriali in cui risulti opportuna l‟istituzione <strong>di</strong> Parchi locali <strong>di</strong> interesse sovracomunale(PLIS).Il PTCP assolve inoltre ai seguenti compiti:1. definisce le modalità <strong>di</strong> tutela e valorizzazione:2. classifica le situazioni <strong>di</strong> degrado o <strong>di</strong> criticità paesistico-<strong>ambientale</strong> e in<strong>di</strong>vidua i relativi criteri <strong>di</strong>riqualificazione;3. definisce criteri atti a garantire la coerenza degli interventi a livello locale per la valorizzazionepaesistica della rete stradale fondamentale, con particolare riferimento alla reciprocità percettiva trastrada e territorio.In particolare la documentazione che costituisce la variante <strong>di</strong> adeguamento del PTCP è composta (oltre chedalla nuova stesura delle cartografie del Quadro Strutturale del PTCP, ora articolate in tre serie <strong>di</strong> tavole al25.000, in luogo delle due serie del Piano attualmente vigente, e dal nuovo testo dell‟articolato normativo,presentato da una sintetica relazione che illustra il significato e la novità della manovra messa in campo) dacinque monografie che hanno il compito <strong>di</strong> integrare ed aggiornare la relazione illustrativa del PTCP avendoriguardo ai temi ed agli aspetti approfon<strong>di</strong>ti nella attività <strong>di</strong> adeguamento. Si tratta in particolare <strong>di</strong> 6monografie che riguardano rispettivamente:A. Gli obiettivi del PTCP e la sua <strong>di</strong>mensione strategica;B. Rassegna delle esperienze <strong>di</strong> cooperazione intercomunale;C. Rassegna della pianificazione territoriale regionale, provinciale e <strong>di</strong> settore;D. Le politiche inse<strong>di</strong>ative;E. Ambiti ed aree agricole;F. La rete ecologica.La Monografia A rappresenta un nuovo contributo che si inserisce a valle dei capitoli 1 e 2 della relazioneillustrativa del PTCP vigente (che verranno accorpati nella stesura finale) e presenta il sistema degli obiettividel Piano anche alla luce <strong>di</strong> valutazioni condotte con una analisi SWOT sui punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza del77


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010territorio provinciale e delle sue più significative articolazioni e sulle opportunità e minacce che per esse sidelineano nello scenario <strong>di</strong> prospettiva; la monografia è corredata da un essenziale set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori per i<strong>di</strong>versi ambiti territoriali presi in considerazione (in particolare i tre macro-ambiti, i circondari e l‟articolazionedelle Comunità Montane) posti in relazione con i benchmark rappresentati dall‟aggregato regionale eprovinciale. L‟esplicitazione del sistema degli obiettivi articolato ed argomentato serve una più esplicitaconsiderazione che il PTCP adeguato vuole avere della <strong>di</strong>mensione strategica della pianificazione ed inparticolare della nuova attenzione alla promozione sul territorio <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong> cooperazione intercomunaleche, poggiando proprio su un approccio strategico, sappiano far avanzare ed evolvere l‟attuazione dellepolitiche territoriali del PTCP.A supporto <strong>di</strong> questa strategia, la Monografia B, raccoglie, illustra e commenta le esperienze (numerose esignificative) <strong>di</strong> cooperazione intercomunale già oggi presenti nel territorio provinciale, ancorché con unageografia articolata e asimmetrica; esperienze che costituiscono la premessa più significativa ad unsuccesso delle politiche <strong>di</strong> un nuovo PTCP che, come si potrà constatare dalla lettura del testo normativo oanche solo della sua sintesi illustrativa, molto scommette sulla capacità dei comuni (tanto più in quantosostenuta da un adeguato supporto logistico della Provincia) <strong>di</strong> costruire politiche territoriali capaci <strong>di</strong>coniugare positivamente la risposta alle domande espresse dalle comunità locali con le esigenze <strong>di</strong> coglieree sostenere le opportunità <strong>di</strong> sviluppo che si presentano al sistema lecchese e, non <strong>di</strong> meno, a garantirequelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sostenibilità <strong>ambientale</strong> e <strong>di</strong> vivibilità rappresentate con sempre maggiore convinzione edenergia tanto nella sensibilità della popolazione che nella articolazione del quadro legislativo regionale,nazionale e comunitario. Questa monografia si configura, dunque, come un nuovo capitolo della relazioneillustrativa.Sempre in termini <strong>di</strong> innovazione dell‟apparato conoscitivo su cui poggia l‟azione del PTCP adeguato deveessere considerata la Monografia C che presenta lo stato dell‟arte della pianificazione <strong>di</strong> livello regionale eprovinciale. Si <strong>di</strong>scute in quest‟ambito, in particolare, delle novità contenute nei documenti del PianoTerritoriale Regionale, in corso <strong>di</strong> formazione, letti dalla specifica visuale del territorio lecchese; al PTR siaffianca la considerazione dei contenuti della Pianificazione Territoriale Provinciale operante nei territorilimitrofi alla provincia <strong>di</strong> Lecco e, quin<strong>di</strong>, presenti nei PTCP <strong>di</strong> Sondrio, Bergamo, Milano e Como, analizzatiper ciò che riguarda le specifiche “politiche <strong>di</strong> confine” ma anche per operare un confronto sulle <strong>di</strong>versepolitiche e strategie normative messe in campo dai <strong>di</strong>versi piani su temi <strong>di</strong> interesse comune, dai temi dellosprawl e del consumo <strong>di</strong> suolo a quelli delle tutele paesistiche. Il panorama della pianificazione vigente èinoltre completato dall‟esame dei Piani <strong>di</strong> Settore a vario titolo operanti nel territorio provinciale.La Monografia D aggiorna invece quello che può essere in<strong>di</strong>viduato come il cuore tematico del PTCPvigente rappresentato dalle politiche inse<strong>di</strong>ative e dalla considerazione delle componenti endogena edesogena della domanda generata da famiglie e imprese presenti nel territorio provinciale o, invece, attrattedalle sue peculiari con<strong>di</strong>zioni d‟ambiente. Questa monografia aggiorna (e quin<strong>di</strong> sostituisce) i capitoli 3 e 4della Relazione Illustrativa del PTCP 2004 sul versante delle <strong>di</strong>namiche demografiche e inse<strong>di</strong>ative, inparticolare residenziali, e – inoltre - propone una nuova visione dei temi relativi all‟assetto degli inse<strong>di</strong>amentiproduttivi ed alle loro esigenze <strong>di</strong> consolidamento, innovazione e riqualificazione, con una forte attenzione aitemi della sostenibilità, rappresentando così una ra<strong>di</strong>cale integrazione dei contenuti del capitolo 7 dellastessa Relazione Illustrativa che anch‟esso è integralmente aggiornato e sostituito dai nuovi contenuti.78


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010La Monografia E propone una rinnovata attenzione ai temi del sistema agroforestale, già trattati dal capitolo9 della Relazione Illustrativa del PTCP 2004, ora riconsiderati alla luce delle nuove valenze attribuite dallaL.R. 12/2005 alla pianificazione provinciale proprio in relazione alla in<strong>di</strong>viduazione ed alla <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> ambitie aree agricole. Così la considerazione della articolazione territoriale e paesistica del territorio provinciale,già sviluppata nella precedente stesura <strong>di</strong> Piano, si arricchisce oggi <strong>di</strong> una puntuale <strong>di</strong>samina dei fattoricaratterizzanti l‟utilizzazione agricola del territorio, tanto sotto il profilo fisico <strong>ambientale</strong> che in relazione allecaratteristiche economiche delle aziende operanti, per proporre un bilancio territoriale della presenzaagricola che costituisce lo sfondo per impostare una politica fortemente orientata alla conservazione delsuolo agricolo, contrastando le <strong>di</strong>namiche erosive (e <strong>di</strong> abbandono) a cui esso è stato esposto conparticolare intensità nel corso degli ultimi decenni.La Monografia F, infine, propone un approfon<strong>di</strong>mento del tema della rete ecologica trattato nel PTCPvigente.Il PTCP della Provincia <strong>di</strong> Lecco in<strong>di</strong>vidua e co<strong>di</strong>fica nelle sue Norme <strong>di</strong> Attuazione gli obiettivi generali,come <strong>di</strong> seguito in<strong>di</strong>cato:1. Valorizzare le qualità paesistiche e culturali del territorio provinciale e la collocazione metropolitanadella Città dei Monti e dei Laghi Lecchesi – componente primaria dei Sistemi TerritorialiPedemontano e dei Laghi in<strong>di</strong>viduati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) - come vettore <strong>di</strong>riconoscimento dell‟identità locale e come opportunità <strong>di</strong> sviluppo sostenibile del territorio;2. Confermare la vocazione manifatturiera della provincia <strong>di</strong> Lecco e sostenere i processi <strong>di</strong>innovazione (e <strong>di</strong> rinnovo) dell‟apparato manifatturiero;3. Migliorare l‟integrazione <strong>di</strong> Lecco e della Brianza nella rete urbana e infrastrutturale dell‟areametropolitana;4. Favorire lo sviluppo <strong>di</strong> una mobilità integrata e più sostenibile;5. Migliorare la funzionalità del sistema viabilistico, specializzandone i ruoli in relazione alle <strong>di</strong>versefunzioni inse<strong>di</strong>ative servite (produzione, residenza, fruizione);6. Tutelare il paesaggio come fattore <strong>di</strong> valorizzazione del territorio e come vettore <strong>di</strong> riconoscimento erafforzamento dell‟identità locale;7. Conservare gli spazi aperti e il paesaggio agrario, qualificando il ruolo della impresa agricolamultifunzionale e minimizzando il consumo <strong>di</strong> suolo nella sua <strong>di</strong>mensione quantitativa ma anche peri fattori <strong>di</strong> forma;8. Contrastare la tendenza ad un progressivo impoverimento della bio<strong>di</strong>versità e alla riduzione delpatrimonio <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong>.9. Qualificare i tessuti e<strong>di</strong>lizi incentivando lo sviluppo <strong>di</strong> nuove tecnologie bio-compatibili e per ilrisparmio energetico;10. Migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vivibilità del territorio;11. Garantire la sicurezza del territorio con particolare riferimento alla montagna;12. Promuovere i processi <strong>di</strong> cooperazione intercomunale e la capacità <strong>di</strong> auto-rappresentazione eproposta dei Sistemi Locali.Questi obiettivi sono coerenti e compatibili con gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità in<strong>di</strong>viduati nel percorso <strong>di</strong>Valutazione Ambientale Strategica del PTCP. La articolazione del sistema degli obiettivi generali in obiettivi79


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010operativi, politiche e strategie è contenuta nel presente Documento degli Obiettivi, che costituisce parteintegrante del PTCP.DINAMICHE SOCIO - ECONOMICHELa Monografia A riporta numerosi dati inerenti le <strong>di</strong>namiche socio-economiche, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong> seguito si riportanoalcuni estratti relativi all‟area in esame.Tra i circondari della Provincia <strong>di</strong> Lecco, il <strong>Parco</strong> ricade nell‟ambito del Meratese che ha una superficie <strong>di</strong> 82Kmq. Si evidenzia che i 90 comuni della provincia <strong>di</strong> Lecco risultano abbastanza equamente delimitati dalpunto <strong>di</strong> vista del numero <strong>di</strong> comuni: da un minimo <strong>di</strong> 9 della Valle S. Martino al massimo <strong>di</strong> 17 del Merate:15 comuni la Valsassina, 13 Oggiono e il Lario Orientale, 12 Casatenovo, 11 Lecco.Il secondo circondario più densamente abitato è il Merate con 838 ab/kmq, dove si concentrano le areeprotette (13,9% della superficie).Quanto all‟uso del suolo dai dati si evince che è stato il circondario <strong>di</strong> Merate ad avere la maggioretrasformazione del territorio con la <strong>di</strong>namica e<strong>di</strong>lizia più rilevante negli ultimi 10 anni (+15%), e con unariduzione del 3% della SAU.Il circondario maggiormente popolato è quello <strong>di</strong> Lecco che con i suoi 90.400 abitanti rappresenta circa il30% della popolazione provinciale, segue quello del Merate che con i suoi 70.503 abitanti rappresenta il21% della provincia <strong>di</strong> Lecco.Quello del Merate è il circondario che negli ultimi trent‟anni ha subito la maggiore espansione demografica(+9% tra il „91 e il 2001).Dal punto <strong>di</strong> vista economico, dopo quello <strong>di</strong> Lecco, il circondario più rilevante è quello <strong>di</strong> Merate (5.652 unitàlocali e 25.386 addetti pari al 20% dei totali provinciali).Per quanto riguarda infine la <strong>di</strong>namica economica dell‟ultimo decennio, dai dati si evince che il circondario amaggiore sviluppo è stato quello del Merate (+13,5% il numero <strong>di</strong> addetti e un tasso <strong>di</strong> attività che è passatodal 44% al 53%), che risulta anche a minore <strong>di</strong>soccupazione con il 3,4%.80


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.7 - Dati demografici, socio economici e territoriali (circondario <strong>di</strong> MERATE, da PTCP Provincia <strong>di</strong> Lecco)81


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010LA MOBILITA‟ NEL PTCPDando per scontato che il PTCP non abbia valenza <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> settore della mobilità e dei trasporti, le LineeGenerali richiamano l‟attenzione soprattutto sulla cooperazione che può e deve instaurarsi tra le politicheinse<strong>di</strong>ative e quelle in materia <strong>di</strong> mobilità.Al riguardo richiamano il documento regionale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi per il Piano regionale della mobilità e dei trasporti(PRMT), che, nel riconoscere la crisi del trasporto collettivo, ne in<strong>di</strong>vidua una delle cause nelle mo<strong>di</strong>ficazioniintervenute nell‟assetto inse<strong>di</strong>ativo della Regione.Ne <strong>di</strong>scende la sollecitazione nei confronti dei PTCP e degli stessi PRG ad ancorare fortemente gli in<strong>di</strong>rizzi<strong>di</strong> politica inse<strong>di</strong>ativa a principi <strong>di</strong> accessibilità e sostenibilità trasportistica. Per quanto riguarda i PTCP, si fariferimento in particolare ai criteri per la localizzazione dei gran<strong>di</strong> attrattori <strong>di</strong> traffico, nei quali la verifica <strong>di</strong>accessibilità assume un ruolo <strong>di</strong>rimente.Dall‟osservazione della Tavola <strong>di</strong> riferimento si evince che il <strong>Parco</strong> è attraversato da strade secondarie,mentre le principali interessano le aree perimetrali, analogamente alla linea ferroviaria che, per un trattonella zona a sud est, ne definisce il confine. La zona posta a nord est è interessata da strade principali inprogetto, caratterizzate da forti incrementi <strong>di</strong> volume <strong>di</strong> traffico, come evidenziato dalla Tavola <strong>di</strong> riferimento.82


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.8 - Estratto della Tavola Scenario 2° e legenda – Il Sistema della mobilità, riferito all’area in esame.83


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.9 - Estratto della Tavola Scenario 2B e legenda – Il Sistema del trasporto pubblico, riferito all’area in esame.84


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.10 - Estratto della Tavola Scenario 2C e legenda – Variazioni del volume <strong>di</strong> traffico, riferito all’area in esame.85


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010INDIRIZZI STRATEGICI DI ASSETTO IDROGEOLOGICOIl Documento Integrativo delle Linee Generali sviluppa in particolare il tema della prevenzione del rischioidrogeologico attraverso i PTCP, anche sulla base del Piano <strong>di</strong> assetto idrogeologico (PAI) approvatosuccessivamente, trattando <strong>di</strong>stintamente gli aspetti conoscitivi e quelli <strong>di</strong>spositivi.Il documento richiama l‟esigenza che nei Piani territoriali <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento provinciale siano contenute leconoscenze <strong>di</strong> base inerenti lo stato del <strong>di</strong>ssesto in atto (esondazioni, instabilità dei versanti e fenomenivalanghivi) e gli elementi pre<strong>di</strong>sponenti ai processi <strong>di</strong> instabilità. Tali informazioni oltre a costituire il livellominimale <strong>di</strong> conoscenza per operare una prevenzione dai rischi, devono poter permettere successiveelaborazioni per lo sviluppo delle conoscenze.Il documento regionale in<strong>di</strong>vidua due livelli <strong>di</strong> contenuto nei PTCP: uno <strong>di</strong> base che costituisce il requisitonecessario <strong>di</strong> conoscenza del territorio senza il quale non è possibile definirne l‟assetto idrogeologico, eduno più approfon<strong>di</strong>to che tratti in maniera esaustiva le tematiche afferenti alla <strong>di</strong>fesa del suolo e sviluppi leinformazioni sul <strong>di</strong>ssesto arrivando a definire una valutazione <strong>di</strong> pericolosità.La Tavola <strong>di</strong> riferimento definisce le aree interessate dal <strong>di</strong>ssesto, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong> seguito si riporta un estrattorelativo all‟area in esame, da cui si evince che nel <strong>Parco</strong> sono presenti frane <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa tipologia.86


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.11 - Estratto della Tavola Scenario 8A/ tav. 8Ac e legenda – Carta inventario dei <strong>di</strong>ssesti, riferito all’area in esame.SISTEMA AGROFORETSALENell‟ambito della definizione della matrice <strong>ambientale</strong>, oltre alla componente geologica, viene definito neldettaglio il sistema agroforestale, per il quale si riporta che l'agricoltura lecchese, pur nelle limitate<strong>di</strong>mensioni economiche che esprime, contribuendo per circa un punto percentuale alla PLV (ProduzioneLorda Ven<strong>di</strong>bile) agricola regionale, presenta un quadro articolato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi produttivi che interessano<strong>di</strong>versi ambiti territoriali e che manifestano un‟ampia variabilità, in or<strong>di</strong>ne al loro ruolo economicooccupazionale,alla capacità e alla vivacità impren<strong>di</strong>toriale degli addetti, ai problemi e alle prospettive <strong>di</strong>crescita che li caratterizzano.Il PTCP in<strong>di</strong>vidua nella salvaguar<strong>di</strong>a del territorio agricolo e nel miglioramento dei suoi assetti paesaggistici eambientali uno degli obiettivi strategici da perseguire e riconosce, nelle attività agricole compatibili, lostrumento capace <strong>di</strong> preservarne la funzionalità produttiva, <strong>ambientale</strong>, paesaggistica e fruitiva.87


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010La carta dell‟uso del suolo e lo Scenario 5 da essa derivato (Il sistema agroforestale) rendono conto della<strong>di</strong>stribuzione sul territorio provinciale degli ambiti agricoli e forestali a cui le politiche e le norme del PTCPfanno riferimento. Nello specifico: le aree agricole, corrispondono ai luoghi sottesi dalle voci <strong>di</strong> legenda: Seminativi semplici e prati davicenda; Seminativi arborati, anche con filari ai margini dei campi; Colture ortoflorovivaistiche e vivai<strong>di</strong> pieno campo; Colture ortoflorovivaistiche protette; Frutteti, vigneti e oliveti; Castagneti da fruttoanche in fase <strong>di</strong> abbandono; Prati permanenti; Prati pascoli e pascoli. le aree forestali corrispondono ai luoghi sottesi dalle voci <strong>di</strong> legenda: Boschi <strong>di</strong> latifoglie; Boschi <strong>di</strong>conifere; Boschi misti; Rimboschimenti recenti; Arboricoltura da legno.Dall‟osservazione della Tavola <strong>di</strong> riferimento si evidenzia che il <strong>Parco</strong> è caratterizzato in prevalenza daboschi <strong>di</strong> latifoglie e prati permanenti nella parte nord, mentre più a sud prevalgono le aree agricoleframmiste alle aree urbanizzate.88


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.12 - Estratto della Tavola Scenario 5 e legenda – Il Sistema agroforestale, riferito all’area in esame.Il sistema rurale paesistico è inteso e definito come il territorio prevalentemente libero da inse<strong>di</strong>amenti,naturale, naturalistico, residuale, o soggetto a usi produttivi primari e concorre, con le aree urbanizzate ede<strong>di</strong>ficate, a formare la totalità del territorio provinciale. Secondo questa accezione, pertanto, il sistema ruralepaesisticosvolge funzioni produttive primarie, <strong>di</strong> tipo fruitivo, e ricopre un ruolo essenziale per il bilancio<strong>ambientale</strong> complessivo del territorio. Tale sistema, gestito in modo sostenibile, svolge funzioni decisiveanche per l‟equilibrio <strong>ambientale</strong>, la compensazione ecologica e la <strong>di</strong>fesa idrogeologica, per iltamponamento degli agenti inquinanti e la fitodepurazione, per il mantenimento della bio<strong>di</strong>versità, dellaricchezza paesistica e per contrastare il cambiamento climatico.La multifunzionalità <strong>di</strong> tale sistema richiede il riconoscimento <strong>di</strong> una struttura articolata e complessa,costituita da sottosistemi <strong>di</strong>versi, caratterizzati da contesti e aspetti specifici, per tipologie funzionali ecaratteristiche, che possono anche sovrapporsi ed essere compresenti su medesimi ambiti areali.Tale interpretazione, per altro, risulta in linea con i recenti documenti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> pianificazione della DGAgricoltura (“Linee <strong>di</strong> pianificazione per un uso sostenibile del territorio rurale”, Piano <strong>di</strong> Sviluppo Rurale) e insintonia con la Politica Agricola Comune 2007-2013 che attribuiscono all‟agricoltura un ruolo extra-produttivofondamentale per il miglioramento della qualità <strong>ambientale</strong> e dello spazio rurale.All‟interno del “sistema rurale-paesistico” sono compresi e riconoscibili: gli “ambiti destinati all‟attività agricola <strong>di</strong> interesse strategico”, dove prevale l‟attività produttivaprimaria, ma che hanno contenuti e presentano relazioni funzionali, culturali, paesaggistiche edecologico - ambientali, con l‟intero sistema rurale-paesistico. gli “ambiti a prevalente valenza <strong>ambientale</strong> e naturalistica”, articolati su un‟ampia serie <strong>di</strong> categoria <strong>di</strong>beni, <strong>di</strong> aree e <strong>di</strong> istituti <strong>di</strong> governo (Parchi Regionali, Riserve naturali) e boschi gli “ambiti a prevalente valenza paesistica” articolati in ambiti <strong>di</strong> interesse sovra-provincialein<strong>di</strong>viduati dal PTR, boschi, ambiti paesaggistici <strong>di</strong> interesse provinciale, e Parchi locali <strong>di</strong> interessesovracomunale;89


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 le altre “aree del sistema rurale paesistico” <strong>di</strong>versamente presi<strong>di</strong>ate e utilizzate e portatrici <strong>di</strong> ruoli efunzioni <strong>di</strong>versificate (residenziali, produttivi, turistici, paesaggistici, ambientali, ecc.).All‟interno del “sistema rurale paesistico” provinciale, cioè del territorio prevalentemente non e<strong>di</strong>ficato eurbanizzato in cui dominano assetti ambientali naturali o naturaliformi, attività ed usi connessi al settoreprimario, sono stati riconosciuti, ai sensi dell‟art. 15 c.4 della L.R. 12/2005, n. 16 “sistemi rurali”, entro iquali si sono definiti gli ambiti destinati all‟attività agricola <strong>di</strong> interesse strategico.I “sistemi rurali” si configurano come contesti territoriali dove dominano gli usi del suolo connessi all‟attivitàagricola che si relazionano al più ampio sistema rurale paesistico dell‟intorno e ai sistemi urbani presenti sulterritorio.Il territorio agricolo sito nella parte sud del <strong>Parco</strong> viene classificata come area G - La collina vitata <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong>, con fruttiferi, aromatiche e colture orticole, del Sistema Rurale delle colline moreniche.Rispetto ai sistemi rurali, gli ambiti destinati all‟attività agricola del <strong>Parco</strong>, rientrano nel più articolato sistemarurale della Brianza e della pianura (sistemi A-I), risultano prevalentemente inglobati all‟interno <strong>di</strong> una cortinae<strong>di</strong>ficata e urbanizzata.Gli ambiti agricoli in<strong>di</strong>viduati possono essere caratterizzati nei loro attributi socioeconomici assegnando adessi, con qualche approssimazione, i valori riferiti alle circoscrizioni comunali che insistono sugli stessiambiti. La corrispondenza è quella stabilita dalla Tabella 4. I dati strutturali analizzati mostrano unasituazione in cui l‟articolazione territoriale non nasconde gli elementi <strong>di</strong> fragilità del sistema agricololecchese.Le 1.140 aziende presenti all‟ultimo censimento negli ambiti considerati (il numero totale <strong>di</strong> aziende agricolecensite nel 2000 in Provincia <strong>di</strong> Lecco era 1.151), risultano <strong>di</strong>stribuite abbastanza uniformemente nei <strong>di</strong>versiambiti considerati.Negli ambiti della collina e pianura briantea concentrazioni più importanti <strong>di</strong> aziende, anche <strong>di</strong> estensione piùsignificativa, si ritrovano nell‟area della piana dei laghi morenici e, in misura ancora maggiore, nelle pianuredel Casatese e del Meratese, anche in questo caso con una incidenza delle aziende <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensionipiù marcata della me<strong>di</strong>a provinciale. Dal punto <strong>di</strong> vista della <strong>di</strong>mensione aziendale, oltre a quanto sopraevidenziato, appare interessante soffermarsi sui dati <strong>di</strong>mensionali delle aziende più gran<strong>di</strong>.La SAU è complessivamente <strong>di</strong>minuita in tutta la Provincia tra i due ultimi censimenti; ha fatto registrare una<strong>di</strong>namica positiva in alcuni ambiti della pianura (Casatese, Meratese).90


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Tab. 5.1 –Tab. 5.2 –91


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 201092


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.13 - Estratto della Tavola 3C/Quadro strutturale e legenda – Sistema rurale paesistico <strong>ambientale</strong>, riferito all’area in esame.93


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Nell‟ambito del sistema agroforestale oltre ad in<strong>di</strong>viduare le risorse agricole produttive, quali le struttureaziendali, le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> allevamento e <strong>di</strong> coltivazione (l‟ortoflorovivaismo, la viticoltura e l‟olivicoltura, laforestazione, la definizione del Piano Agricolo Provinciale e la gestione dello spazio agricolo) in<strong>di</strong>vidua leaziende agrituristiche a cui viene riconosciuta la capacità <strong>di</strong> assicurare forme <strong>di</strong> integrazione del red<strong>di</strong>tofondate sulla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali dei luoghi, è ritenuto <strong>di</strong> importanza strategicaper l‟economia agricola provinciale. Tali attività si avvantaggiano <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni paesaggistiche e <strong>di</strong> elementi<strong>di</strong> richiamo turistico <strong>di</strong> prim‟or<strong>di</strong>ne che le imprese possono incorporare nelle loro strategie <strong>di</strong> offerta,valorizzando e promuovendo così anche l‟intero sistema turistico provinciale. Per il sostegno e lavalorizzazione del comparto agrituristico, che sinora non ha conosciuto i livelli <strong>di</strong> crescita delle limitrofe areeprovinciali, è stato lanciato uno specifico progetto <strong>di</strong> sviluppo che, partendo dall‟innovazione delle tecnicheproduttive aziendali attraverso il miglioramento delle produzioni e dei servizi prestati, si propone <strong>di</strong>caratterizzare e rendere riconoscibile il prodotto agrituristico lecchese al fine <strong>di</strong> facilitarne lacommercializzazione, anche in ambito europeo, e l‟integrazione con i tra<strong>di</strong>zionali circuiti <strong>di</strong> offerta turisticadell‟area.94


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 201095


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.14 - Estratto della Tavola Scenario 4 e legenda – Sistema della fruizione turistico - ricreativa, riferito all’area in esame.IL PAESAGGIOSempre nell‟ambito della definizione della matrice <strong>ambientale</strong>, viene definito il paesaggio. Nel caso specificodella provincia <strong>di</strong> Lecco, si deve constatare che le aree soggette a qualche forma <strong>di</strong> tutela paesistica hannoraggiunto un‟estensione molto importante, arrivando a coprire la gran parte del territorio, come apparechiaramente dalla mappa che identifica le zone non soggette a qualche forma <strong>di</strong> tutela.A fini operativi, è utile scindere il binomio ambiente/paesaggio.Per quanto riguarda l‟interesse più specificamente <strong>ambientale</strong>, ciò che ci guida nell‟identificazione delparticolare interesse sono principalmente gli usi del suolo, in quanto caratterizzati da un <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong>permeabilità ecologica e <strong>di</strong> compattezza/frammentazione. La carta <strong>di</strong> riferimento pertinente è in primo luogoquella del sistema <strong>ambientale</strong> (Scenario 6), che mostra i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> permeabilità e <strong>di</strong> frammentazione degliecosistemi e le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> connessione. L‟esigenza prevalente è <strong>di</strong> mantenere e dove possibile ripristinare lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, quin<strong>di</strong> la produttività biologica e le comunicazioni fra ecosistemi frammentati. Larisposta a questa esigenza consiste essenzialmente nel non occupare con inse<strong>di</strong>amenti aree ad elevatabiopermeabilità, non aumentare il grado <strong>di</strong> frammentazione e mantenere o ripristinare le connessioni. Perquanto riguarda più specificamente il paesaggio, prevale l‟esigenza <strong>di</strong> mantenere la visibilità e la leggibilitàdei segni identitari, alle <strong>di</strong>verse scale che sono loro proprie.Queste due con<strong>di</strong>zioni si declinano <strong>di</strong>versamente a <strong>di</strong>versi livelli.Un primo livello è certamente quello che ha a che fare con i gran<strong>di</strong> elementi connotativi del paesaggio,essenzialmente legati al rilievo, fondali paesistici che fungono da punti <strong>di</strong> riferimento ad ampio raggio: le“visioni che andando ci accompagnano” fin da lontano, come quella pascoliana <strong>di</strong> San Marino: dal Legnonealle Grigne al Resegone alle falesie <strong>di</strong> Monte Marenzo al Monte Cornizzolo al Barro al Monte <strong>di</strong> Brianza a<strong>Montevecchia</strong>.96


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Qui il tema <strong>di</strong> politica del paesaggio, prima ancora che la tutela <strong>di</strong> tali elementi in sé (che fortunatamente ingran parte si tutelano da soli) è l‟attenzione a ciò che, in primo e secondo piano, si interpone tra loro el‟osservatore. Uno sfondo <strong>di</strong> solenne bellezza esige un primo piano che non lo immiserisca. Questoproblema si pone con particolare intensità in relazione ai percorsi, soprattutto quelli più frequentati. La selvadei cartelli pubblicitari che si affollano lungo la S.P. ex S.S. 342<strong>di</strong>r non è certo una degna cornice per ilResegone che segna la meta per chi la percorre in <strong>di</strong>rezione nord.Da questo livello si scende a scale via via più minute e locali, alle quali si riduce l‟ampiezza delle visuali e <strong>di</strong>pari passo aumenta il valore dei singoli dettagli. Nella concezione del paesaggio “totale” che si assumecome criterio guida, convivono due esigenze tra loro complementari: da un lato, quella <strong>di</strong> tutelare quelle partio aspetti che, come si è detto, meglio mantengono l‟impronta del passato o una conformazione più vicina aquella naturale, che sappiamo non più riproducibili; dall‟altro l‟attenzione a integrare meglio nel paesaggioquegli oggetti ingombranti che la nostra società continua a richiedere e a produrre, case e fabbriche,espositori <strong>di</strong> merci e strade, aree lastricate e veicoli in movimento.Il ruolo del PTCP è crescente dal primo al quarto livello.Per quanto riguarda il primo livello, il PTCP ha acquisito e integrato i repertori contenuti nel PTPR e nel SIBAe nella cartografia prodotta dalla e/o per conto della Regione (carte geoambientali e cartografia <strong>ambientale</strong>della pianura) e li propone all‟attenzione e alla verifica dei Comuni. Per quanto riguarda il secondo livello, ilPTCP identifica cartograficamente quelle emergenze storico-culturali che hanno mantenuto un significativo<strong>rapporto</strong> con spazi ine<strong>di</strong>ficati e ne fa oggetto <strong>di</strong> specifica tutela sotto il profilo della leggibilità. Sono staticonsiderati i perimetri dei centri storici, i tratti <strong>di</strong> viabilità storica, singoli monumenti isolati e elementimorfologici chiaramente identificabili.In relazione al terzo livello, il PTCP identifica i percorsi d‟interesse panoramico e storico culturale e lisottopone a specifica normativa.Il quarto livello si traduce nella carta delle Unità <strong>di</strong> Paesaggio e nelle descrizioni connesse. Nella logicadell‟unico e unitario “piano del paesaggio lombardo” introdotta dal PTPR, vi è sostanziale continuità ecooperazione nelle politiche paesistiche tra i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> governo e pianificazione del territorio. Pertanto ilPTCP, che si propone come “atto a maggiore definizione” rispetto al PTPR, recependone e sviluppandone lein<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> metodo e <strong>di</strong> merito, è aperto a sua volta nei confronti degli apporti che potranno venire primadalle verifiche e in<strong>di</strong>cazioni dei Comuni, poi dai Piani Regolatori sviluppati come veri e propri piani paesisticidel territorio comunale, nel rispetto delle coerenze e inter<strong>di</strong>pendenze sovracomunali in<strong>di</strong>cate dal PTCP.Il territorio lecchese è caratterizzato da una notevole ricchezza e varietà <strong>di</strong> paesaggi che coprono quasi tuttele principali variazioni presenti in ambito regionale. In particolare, all‟interno del territorio sono <strong>di</strong>stinguibili tregran<strong>di</strong> articolazioni paesistiche: il paesaggio prealpino, il paesaggio collinare e il paesaggio dell’alta pianura.L‟area in esame rientra nel paesaggio collinare, che occupa tutta l‟ampia fascia centrale del territorioprovinciale. All‟interno del paesaggio collinare si <strong>di</strong>stinguono, per le loro peculiarità, due ulteriori articolazionipaesistiche: le colline moreniche brianzole e le colline pedemontane. In quest‟ultimo paesaggio rientra l‟areain esame, <strong>di</strong> cui si riporta la descrizione.All‟interno del contesto collinare morenico lombardo spicca una successione <strong>di</strong> rilievi, con quote nonsuperiori a poche centinaia <strong>di</strong> metri, <strong>di</strong> formazione terziaria, estranei ai processi <strong>di</strong> deiezione glaciale, checostituiscono un‟emergenza <strong>di</strong> forte valenza paesistica. Nell‟insieme tali rilievi costituiscono il fondalepedemontano a settentrione dell‟ambito collinare lombardo: un vero e proprio gra<strong>di</strong>no naturale che introduce97


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010all‟ambiente prealpino; esso è visibile, in buone con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo, da tutta la pianura formandone lanaturale “cornice”. Nella provincia <strong>di</strong> Lecco sono presenti i cospicui rilievi isolati del Colle <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>,del Monte <strong>di</strong> Brianza, del Monte Barro, nonché le pen<strong>di</strong>ci delle colline <strong>di</strong> frangia pedemontana (Valle S.Martino), che delimita le province <strong>di</strong> Lecco e Bergamo. Dal punto <strong>di</strong> vista antropico, il paesaggio è segnatodalla lunga, persistente occupazione dell‟uomo, con scarsa incidenza del fattore altitu<strong>di</strong>nale nellacostruzione del paesaggio medesimo. Molto ricche sono le preesistenze storiche: chiese, santuari, villesignorili, vecchi borghi. Da segnalare la presenza <strong>di</strong> “isole” d‟antico inse<strong>di</strong>amento inaspettatamente ancoraesenti da contaminazioni urbane, quali Campsirago e Figina sul Monte <strong>di</strong> Brianza. L‟uso del suolo a finiagricoli è attualmente caratterizzato da aspetti residuali o particolari legati soprattutto all‟orto o al piccolopodere retto con lavoro part-time. Il paesaggio agrario è segnato dalle peculiarità delle sistemazioni, dallafitta sud<strong>di</strong>visione poderale, dalla presenza delle legnose accanto ai seminativi. Rispetto al paesaggiospiccatamente morenico tali rilievi presentano una minore compromissione dal punto <strong>di</strong> vista antropico, acausa della maggiore elevazione e della maggiore asperità dei versanti, ancora abbondantemente boscati.98


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.15 - Estratto della Tavola 2C/Quadro strutturale e legenda – Valori paesistici e ambientali, riferito all’area in esame.99


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.16 - Estratto della Tavola Scenario 7 e legenda – Le tutele paesistiche, riferito all’area in esame.100


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010LE UNITA‟ DI PAESAGGIOIl PTCP fornisce in<strong>di</strong>rizzi generali <strong>di</strong> tutela paesistica, finalizzati sia alla tutela e alla valorizzazione deipaesaggi naturali e storico-culturali, sia alla loro leggibilità, in quanto spazi pregiati carichi <strong>di</strong> significaticulturali e luoghi privilegiati <strong>di</strong> identità territoriale. Per gli elementi costitutivi del paesaggio provinciale, afronte della loro preventiva caratterizzazione e dell‟in<strong>di</strong>viduazione delle criticità che ne possonocompromettere il mantenimento e la leggibilità, sono inoltre dettati specifici in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> tutela.Lo Scenario 9 - Unità <strong>di</strong> paesaggio si rifà all‟impianto conoscitivo già presente all‟interno del PTCP/98, erappresenta una lettura dei “sistemi del paesaggio”, attraverso l‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> ambiti territorialicaratterizzati da peculiari caratteri fisici, fisionomici e storico-culturali, spesso in<strong>di</strong>viduabili come unitàpercettive, in grado <strong>di</strong> conferire loro una precisa fisionomia e una riconoscibile identità.Nel contempo, lo Scenario riconosce luoghi fortemente caratterizzati sul piano <strong>ambientale</strong> che strutturano laRete ecologica provinciale (come si può notare da un confronto con lo Scenario 6) e che sollecitano politiche<strong>di</strong> gestione attente a valorizzarne tanto il ruolo paesaggistico che la funzionalità ecologica.101


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.17 - Estratto della Tavola Scenario 9 A e legenda – Le unità <strong>di</strong> paesaggio, riferito all’area in esame.I caratteri identificativi dei rilievi pedemontani evidenziano che all‟interno del contesto collinare morenicolombardo spicca una successione <strong>di</strong> rilievi, con quote non superiori a poche centinaia <strong>di</strong> metri, <strong>di</strong> formazioneterziaria, estranei ai processi <strong>di</strong> deiezione glaciale, che costituiscono un‟emergenza <strong>di</strong> forte valenzapaesistica. Nell‟insieme, tali rilievi, unitamente ai “Rilievi e versanti aperti sulla pianura” <strong>di</strong> cui s‟è detto,costituiscono il fondale pedemontano a settentrione dell‟ambito collinare lombardo. Un vero e propriogra<strong>di</strong>no naturale che introduce all‟ambiente prealpino visibile, in buone con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tempo, da tutta lapianura formandone il naturale scenario <strong>di</strong> sfondo e <strong>di</strong> riferimento. Nella provincia <strong>di</strong> Lecco sono presenti icospicui rilievi isolati del Colle <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>, del Monte <strong>di</strong> Brianza, del Monte Barro, nonché i rilievi piùmodesti <strong>di</strong> Sirone, il Poggio Stolegarda <strong>di</strong> Oggiono e, in sponda sinistra dell‟Adda, in Valle San Martino, ilMonte Marenzo. Dal punto <strong>di</strong> vista antropico, il paesaggio è segnato dalla lunga, persistente occupazionedell‟uomo, con scarsa incidenza del fattore altitu<strong>di</strong>nale nella costruzione del paesaggio medesimo.Molto ricche sono le preesistenze storiche: chiese, santuari, ville signorili, vecchi borghi. Da segnalare lapresenza <strong>di</strong> “isole” d‟antico inse<strong>di</strong>amento inaspettatamente ancora esenti da contaminazioni urbane, comeCampsirago e Figina sul Monte <strong>di</strong> Brianza.L‟uso del suolo a fini agricoli è attualmente caratterizzato da aspetti residuali o particolari legati soprattuttoall‟orto o al piccolo podere retto con lavoro part-time, anche se si rileva la presenza <strong>di</strong> imprese vitali de<strong>di</strong>tealla viticoltura (<strong>Montevecchia</strong>, Sirtori) e altre impostate su colture consociate dei seminativi, delle foraggieree delle legnose agrarie che integrano il proprio red<strong>di</strong>to con attività agrituristiche.Il paesaggio agrario è segnato dalle sistemazioni agrarie, che in alcuni casi si fanno intense marcando inmodo decisivo il paesaggio e dalla fitta sud<strong>di</strong>visione poderale, rimarcata dai percorsi dell‟accessibilità, dallesiepi e dai filari.Rispetto al paesaggio spiccatamente morenico dell‟intorno che presenta morfologie più dolci, tali rilievi sicaratterizzano per una minore compromissione dei caratteri originari, a causa delle maggiori <strong>di</strong>fficoltàincontrate per la messa a coltura <strong>di</strong> versanti che, a tratti, si fanno ripi<strong>di</strong> e scoscesi. In tali situazioni è favoritoil bosco, dominato da essenze mesofite e termofile, che dominano sui suoli più esposti, pietrosi e superficiali,dove l‟ari<strong>di</strong>tà stazionale seleziona in modo drastico i popolamenti forestali.Elementi <strong>di</strong> criticità Tendenza a una e<strong>di</strong>ficazione sparsa sulle balze e sui pen<strong>di</strong>i, spesso ricavata sui fon<strong>di</strong> dagli stessiproprietari, nelle forme del villino, del tutto avulso dai caratteri dell'e<strong>di</strong>lizia rurale.102


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Possibili episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> compromissione (apertura <strong>di</strong> fronti <strong>di</strong> cava, realizzazione <strong>di</strong> strade e impianti)possono seriamente pregiu<strong>di</strong>care l'integrità <strong>di</strong> lettura del fondale costituito dalle collinepedemontane.In<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> tutelaIn or<strong>di</strong>ne agli aspetti del paesaggio naturaleLa morfologia Tutela del ruolo <strong>di</strong> grande scenario naturale <strong>di</strong> tale paesaggio e sua valorizzazione come polmonenaturale, sul quale in<strong>di</strong>rizzare la pressante domanda <strong>di</strong> verde delle città che stanno alle sue falde. Riconoscimento e tutela integrale dei fenomeni morfologici strutturali e minori.Le acque Salvaguar<strong>di</strong>a integrale dei corsi d‟acqua anche minori con controllo delle linee <strong>di</strong> deflusso delleacque e attraverso il rigoroso controllo degli interventi strutturali e infrastrutturali che li intercettano. Salvaguar<strong>di</strong>a delle conche delle zone sortumose e umide in genere.La vegetazione Manutenzione e miglioramento dei soprassuoli forestali sia in funzione <strong>ambientale</strong> che fisionomicapaesaggistica. Salvaguar<strong>di</strong>a dei lembi boschivi delle cortine arboree e delle macchie <strong>di</strong> vegetazione arborea anchein funzione <strong>di</strong> connessione ecologica con la fascia collinare e la pianura sottostante.In or<strong>di</strong>ne agli aspetti del paesaggio antropicoIl paesaggio costruito tra<strong>di</strong>zionale Perpetuazione dell‟integrità delle “isole” <strong>di</strong> antico inse<strong>di</strong>amento ancora esenti da contaminazioniurbane. Tutela delle preesistenze storico-architettoniche. Tutela dell'architettura "minore", quali manufatti e architetture isolate, che si <strong>di</strong>stinguono perparticolari valenze estetiche, funzione storica, per posizione o per qualità formali. Particolare attenzione verso gli interventi che possono alterare gli scenari collinari in or<strong>di</strong>ne alla lorosignificatività nell‟immaginario collettivo. Recupero e reinserimento dei segni dell‟organizzazione territoriale tra<strong>di</strong>zionale come capisal<strong>di</strong> <strong>di</strong>riferimento paesaggistico e salvaguar<strong>di</strong>a dei contenuti e delle emergenze visive dell‟inse<strong>di</strong>amento. Rigoroso rispetto della tra<strong>di</strong>zione e delle tipologie locali da parte degli interventi e<strong>di</strong>lizi <strong>di</strong> restauro emanutenzione nei contesti dei nuclei storici.Il paesaggio agrario tra<strong>di</strong>zionale Tutela del paesaggio agrario residuale delle colline pedemontane. Tutela del paesaggio agrario, presente spesso con la viticoltura praticata sui campi terrazzati o suripiani artificiali: tali contesti vanno rispettati insieme con il sistema inse<strong>di</strong>ativo agrario tra<strong>di</strong>zionale,rappresentato da corti e case conta<strong>di</strong>ne.Il paesaggio urbanizzato Compatibilità <strong>di</strong> ogni intervento, in <strong>rapporto</strong> con le peculiarità della naturalità residuale. Tutti gli interventi <strong>di</strong> adeguamento tecnologico (reti) e, in genere, tutte le opere <strong>di</strong> pubblica utilità(illuminazione pubblica, arredo degli spazi pubblici, pavimentazioni stradali, aspetto degli e<strong>di</strong>ficicollettivi) devono ispirarsi a criteri <strong>di</strong> adeguato inserimento paesistico.103


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Esclusione <strong>di</strong> ogni intervento che può mo<strong>di</strong>ficare la forma dei rilievi colline (crinali dei cordonimorenici, ripiani, trincee, depressioni intermoreniche lacustri o palustri, ecc.) o imposizione <strong>di</strong>rigorose verifiche <strong>di</strong> ammissibilità. Ripristino <strong>di</strong> situazioni ambientali deturpate da cave e manomissioni in genere. Protezione generale delle visuali, grazie a specifica analisi paesaggistica e a verifica dellacompatibilità visiva degli interventi trasformativi.I Sistemi paesistici evidenziano il "valore relazionale" esistente tra alcuni particolari Elementi costitutivi delpaesaggio. In altri termini, esprimono la qualità del <strong>rapporto</strong> che si stabilisce tra <strong>di</strong> essi, in<strong>di</strong>pendentementedalla "qualità" intrinseca dei singoli elementi. Tale "valore relazionale" presiede appunto alla configurazione<strong>di</strong> particolari Sistemi paesistici, che costituiscono <strong>di</strong> per sé un'"emergenza" rispetto al più ampio contestopaesaggistico al quale appartengono. Si articolano in:Sistemi Paesistici PrimariSono insiemi <strong>di</strong> luoghi connotati da una peculiare sintesi <strong>di</strong> elementi paesistici naturali e/o storico-culturaliche instaurano tra loro relazioni spaziali, visive e culturali riconoscibili e definite secondo regole precise, lacui in<strong>di</strong>viduazione e leggibilità avviene alla scala vasta e che quin<strong>di</strong> costituiscono la "struttura" del paesaggioprovinciale. I Sistemi Paesistici Primari sono classificati in categorie, omogenee rispetto alla formulazione deirelativi in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> tutela paesistica.I sistemi naturali in<strong>di</strong>viduano i sistemi <strong>di</strong> elementi naturali <strong>di</strong> grande scala del paesaggio provinciale, checostituiscono i fattori <strong>di</strong> identificazione primaria del paesaggio, sia a livello visivo, che culturale e rispetto aiquali si struttura l‟immagine “comune” e maggiormente <strong>di</strong>ffusa del paesaggio.I sistemi inse<strong>di</strong>ativi in<strong>di</strong>viduano i principali sistemi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti storici riconoscibili alla grande scala nelpaesaggio provinciale; l‟articolazione <strong>di</strong> tali sistemi rispecchia il <strong>rapporto</strong> storicamente determinatosi trainse<strong>di</strong>amenti umani e territorio naturale e rappresenta un forte elemento <strong>di</strong> caratterizzazione delpaesaggio.I sistemi architettonici in<strong>di</strong>viduano i sistemi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici particolarmente rappresentativi e simbolici alla scalaterritoriale che, per analogia tipologica e costruttiva, destinazione funzionale e prossimità geografica,connotano in modo peculiare il paesaggio.I sistemi agrari in<strong>di</strong>viduano le forme fondamentali storicamente impresse al paesaggio dallo sfruttamento afini agricoli produttivi del territorio; per l‟estensione e per le peculiarità che li caratterizza, tali sistemirappresentano insiemi <strong>di</strong> grande valenza paesistica.Sistemi Paesistici SecondariSono luoghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione più limitata, caratterizzati dalla compresenza, particolarmente armoniosa e/ofortemente strutturata dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico, <strong>di</strong> elementi naturali ed antropici, la cui in<strong>di</strong>viduazionee leggibilità avviene alla scala locale. Pertanto, all‟interno <strong>di</strong> ciascun comune, dovrebbe essere segnalata lapresenza <strong>di</strong> eventuali sistemi paesistici secondari.Per ogni sistema il PTCP in<strong>di</strong>vidua i Caratteri identificativi, Elementi <strong>di</strong> criticità e gli In<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> tutela.104


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010105


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.18 - Estratto della Tavola Scenario 9 C e legenda– Il rischio <strong>di</strong> degrado paesaggistico, riferito all’area in esame.BIODIVERSITA‟ E RETI ECOLOGICHE: LA RETE VERDE TERRITORIALEIl Progetto <strong>di</strong> rete verde territoriale provinciale rappresenta uno degli obiettivi del documento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizziregionale, in quanto funzionale alla realizzazione <strong>di</strong> un sistema del verde <strong>di</strong> livello regionale. La strutturaevidenziata all'interno del progetto proposto ha lo scopo <strong>di</strong> consentire l'in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una griglia il piùpossibile omogenea da riempire con le specificità, i contenuti e le esigenze che ogni Provincia saprà metterein luce e considerare.In particolare gli elementi in<strong>di</strong>viduati possono essere così esemplificati: La struttura naturalistica primaria; La componente <strong>di</strong> interesse regionale dei no<strong>di</strong>; I corridoi da considerare “ambiti lineari che possono svolgere un fondamentale ruolo <strong>di</strong> connessionefra le aree ver<strong>di</strong>”; Gli ambiti ine<strong>di</strong>ficati da mantenere, appositamente in<strong>di</strong>viduati dai Piani.Le principali caratteristiche del sistema <strong>ambientale</strong> lecchese sono rappresentate all‟interno dello Scenario 6.L‟elaborato pone a sintesi i tre filoni <strong>di</strong> analisi adottati: la biopermeabilità; la rete ecologica; la rete delle aree protette.La biopermeabilità106


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010L‟analisi della biopermeabilità consente <strong>di</strong> descrivere il territorio in funzione della sua capacità <strong>di</strong> assicurarefunzioni <strong>di</strong> connessione ecologica per significativi gruppi <strong>di</strong> specie che trovano, nelle <strong>di</strong>verse destinazionicolturali e d‟uso dei suoli, oltre che nella qualità <strong>ambientale</strong> intrinseca degli stessi, ambienti favorevoli, ostili oincompatibili con le loro esigenze biologiche ed etologiche.Il territorio provinciale è stato <strong>di</strong>viso in tre classi <strong>di</strong> biopermeabilità: elevata, me<strong>di</strong>a e nulla. Queste classisono a loro volta articolate in 10 tipologie ambientali, a cui corrispondono specifici luoghi e <strong>di</strong>verse formed‟uso del territorio.La rete ecologicaLa caratterizzazione del sistema <strong>ambientale</strong>, finalizzata a in<strong>di</strong>viduare in una prima approssimazione la “reteecologica provinciale”, ha assunto come base conoscitiva il quadro della biopermeabilità che descrive ilterritorio in funzione della sua capacità <strong>di</strong> assicurare funzioni <strong>di</strong> connessione ecologica e il mantenimento <strong>di</strong>adeguati livelli <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità.L‟applicazione, tenuto conto dei <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> che si offrono per interpretare e definire una rete ecologica, si èmossa in modo pragmatico cercando <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e far emergere quei luoghi che, per loro caratteristicheintrinseche -o per le funzioni ambientali che vi possono essere attribuite-, strutturano, alla scala provinciale,lo scenario <strong>ambientale</strong> <strong>di</strong> riferimento a cui rapportare e far <strong>di</strong>scendere forme <strong>di</strong> sviluppo ambientalmentecompatibili. In ciò, evidenziando quei caratteri strutturali della rete, anche determinati da elementi <strong>di</strong> facilericonoscibilità paesaggistica, che richiedono particolari politiche <strong>di</strong> gestione e specifici progetti <strong>di</strong> intervento.Altri approcci possibili, come quelli tesi a cogliere il ruolo strettamente ecologico funzionale della rete che neindaga il sistema <strong>di</strong> habitat, quelli gestionali che interpretano la rete in funzione dei regimi <strong>di</strong> tutela<strong>ambientale</strong> attivi sul territorio, o quelli che assumono le unità <strong>di</strong> paesaggio come unico supportointerpretativo, sono parsi meno adeguati alle esigenze complessive del lavoro che resta quello <strong>di</strong> informareadeguatamente le scelte del PTCP e <strong>di</strong> offrire un primo scenario identificativo, che sarà ulteriormentesviluppato dagli strumenti <strong>di</strong> gestione territoriale e <strong>ambientale</strong> <strong>di</strong> maggior dettaglio.La rete delle aree protetteCome ulteriore caratterizzazione del sistema <strong>ambientale</strong>, viene rappresentata larete delle aree protette presenti all‟interno del territorio provinciale lecchese.Le categorie <strong>di</strong> aree protette – istituite e istituende - prese in considerazione sono le seguenti: i parchi regionali; i parchi locali <strong>di</strong> interesse sovracomunale; le riserve naturali; i monumenti naturali; i siti <strong>di</strong> interesse comunitario.Di seguito si riportano gli estratti delle Tavole <strong>di</strong> riferimento per l‟area in esame.107


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.19 - Estratto della Tavola Scenario 6 e legenda – Il sistema <strong>ambientale</strong>, riferito all’area in esame.108


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.20 - Estratto della Tavola Quadro Strategico e legenda – Rete Ecologica, riferito all’area in esame.109


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20105.1.4 PRG e PGT dei Comuni del <strong>Parco</strong>CERNUSCO LOMBARDONEL‟Amministrazione comunale con Deliberazione consiliare n. 30 del 30 luglio 2010, ha adottato il Piano <strong>di</strong>Governo del Territorio (PGT). La Tavola DP9 del Documento <strong>di</strong> Piano in<strong>di</strong>vidua i vincoli esistenti sulterritorio, recependo la normativa del <strong>Parco</strong>. Nella tavola <strong>di</strong> sintesi <strong>di</strong> Piano si evidenzia che le aree <strong>di</strong>trasformazione previste (aree <strong>di</strong> riqualificazione e aree <strong>di</strong> espansione) si collocano all‟interno del tessutoconsolidato, fatta eccezione per un‟area <strong>di</strong> espansione sita al margine sud est del perimetro comunale(AT2).Fig. 5.21 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Cernusco Lombardone – In<strong>di</strong>viduazione degli ambiti <strong>di</strong> trasformazione.110


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010L‟analisi delle trasformazioni in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> Piano evidenzia che esse non interferiscono con laconnettività <strong>ambientale</strong>.Fig. 5.22 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Cernusco Lombardone – Analisi della connettività <strong>ambientale</strong>Il Piano propone inoltre, ai margini del <strong>Parco</strong>, un PLIS (<strong>Parco</strong> Locale <strong>di</strong> Interesse Sovracomunale), comeevidenziato dall‟immagine seguente.111


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.23 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Cernusco lombardone – Analisi dei valori ambientali112


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010LOMAGNA - OSNAGOL‟Amministrazione comunale <strong>di</strong> Lomagna, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 58 del 17/12/2008 èstato definitivamente approvato il Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio (PGT).L‟Amministrazione comunale <strong>di</strong> Osnago, con deliberazione del Consiglio Comunale n. 65 del 19/12/2008 èstato definitivamente approvato il Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio (PGT).Dall‟immagine seguente si osserva che gli ambiti <strong>di</strong> trasformazione in<strong>di</strong>viduati si inseriscono all‟interno deltessuto urbano consolidato e non incidono sulla connettività generale del territorio.Fig. 5.24 - Estratto del PGT dei Comuni <strong>di</strong> Lomagna e Osnago – In<strong>di</strong>viduazione delle aree <strong>di</strong> trasformazione113


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.25 - Estratto del PGT dei Comuni <strong>di</strong> Lomagna e Osnago – Quadro <strong>di</strong> sintesi delle previsioni.114


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010MISSAGLIAL‟Amministrazione comunale <strong>di</strong> Missaglia con Deliberazione della giunta comunale n. 146 del 14/11/2007 haapprovato il documento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo programmatico del P.G.T. dando l‟avvio del proce<strong>di</strong>mento; conDeliberazione della giunta comunale n. 24 del 27/02/2008 ha dato avvio del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> valutazione<strong>ambientale</strong> (<strong>VAS</strong>) nell'ambito della redazione del piano governo del territorio (PGT); ha convocato l‟11novembre 2009 la prima conferenza <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica (Fase <strong>di</strong> scoping – Quadroconoscitivo) dello stato dell‟Ambiente del Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio.Resta pertanto in vigore l‟attuale PRG, <strong>di</strong> cui si riportano gli estratti principali. Il piano regolatore generale(PRG) è stato approvato con la Deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Comunale <strong>di</strong> Missaglia n. 34 del 12.05.1992 e conla Deliberazione del Consiglio Regionale della Lombar<strong>di</strong>a n. 1779 del 05.09.1995 (con successive varianti).Fig. 5.26 - Estratto del PRG vigente del Comune <strong>di</strong> Missaglia – parte nord.115


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.27 - Estratto del PRG vigente del Comune <strong>di</strong> Missaglia – parte sud.116


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.28 - Estratto del PRG vigente del Comune <strong>di</strong> Missaglia - legenda.OLGIATE MOLGORACon atto della Giunta Comunale n. 83 del 24/06/2010 è stata <strong>di</strong>sposta la pubblicazione sul Sito Internet delComune <strong>di</strong> Olgiate Molgora degli atti essenziali del Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio, che sostituirà l'attualePiano Regolatore Generale. Il quadro <strong>di</strong> sintesi delle previsioni <strong>di</strong> Piano, <strong>di</strong> seguito riportato, evidenzia che learee <strong>di</strong> trasformazione in<strong>di</strong>viduate si inseriscono nell‟ambito del tessuto urbanizzato.117


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.29 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Olgiate Molgora – Quadro <strong>di</strong> sintesi – parte nord.118


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.30 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Olgiate Molgora – Quadro <strong>di</strong> sintesi – parte nord.SIRTORICon Deliberazione del Consiglio Comunale n. 12 del 27/04/2010 sono stati adottati gli atti costituenti il piano<strong>di</strong> governo del territorio (P.G.T.) ai sensi dell‟art. 13 della L.R. n. 12/2005.Gli obiettivi e le strategie sono <strong>di</strong>visi secondo i 3 sistemi <strong>di</strong> riferimento: sistema della infrastrutture e della mobilita il sistema urbano sistema paesistico <strong>ambientale</strong>La <strong>VAS</strong> evidenzia che non si rivelano impatti negativi per quanto riguarda il sistema paesistico <strong>ambientale</strong>,questo significa che gli obiettivi e gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> piano sono correttamente orientati verso processiecosostenibili.119


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010L‟in<strong>di</strong>viduazione e la definizione degli Ambiti <strong>di</strong> trasformazione e avvenuta mantenendo il confronto con lein<strong>di</strong>cazioni e le prescrizioni del PTCP. Le aree <strong>di</strong> espansione sono state in<strong>di</strong>viduate all‟interno degli “ambiti <strong>di</strong>accessibilità sostenibile” in<strong>di</strong>cati dal PTCP, in particolare AdT1, AdT5, AdT7. Si e cercato <strong>di</strong> incentivaretrasformazioni volte al riuso del territorio già urbanizzato, riducendo al minimo l‟erosione <strong>di</strong> superfici agricole.Fig. 5.31 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Sirtori – Documento <strong>di</strong> Piano – parte nord.120


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.32 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Sirtori – Documento <strong>di</strong> Piano – parte sud.121


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.33 - Estratto del PGT del Comune <strong>di</strong> Sirtori – Documento <strong>di</strong> Piano – legenda.VIGANÒ‟Con Determinazione n. 58 del 16/6/2009 del Responsabile tecnico è stato avviato il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>Valutazione Ambientale (<strong>VAS</strong>) del Documento <strong>di</strong> Piano del PGT e il 16 aprile2010 si è aperta la seduta dellaPrima Conferenza <strong>di</strong> Valutazione Ambientale Strategica in cui è stato presentato il Documento <strong>di</strong> Scoping.Tale documento riporta il Quadro della pianificazione sovraor<strong>di</strong>nata, i <strong>di</strong>versi comparti dell‟ambiente e delterritorio, mente gli obiettivi e le azioni <strong>di</strong> Piano sono ancora in fase <strong>di</strong> elaborazione.Per tale motivo resta attualmente vigente il PRG, <strong>di</strong> cui <strong>di</strong> seguito si riporta un estratto della Tavola <strong>di</strong>azzonamento.122


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 34 - Estratto della Tavola <strong>di</strong> azzonamento del PRG vigente – zona nord.Fig. 5.34 - Estratto della Tavola <strong>di</strong> azzonamento del PRG vigente – zona sud.123


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.35 - Estratto della Tavola <strong>di</strong> azzonamento del PRG vigente – legenda.PEREGO E ROVAGNATEIl Comune <strong>di</strong> Perego è dotato <strong>di</strong> Piano Regolatore Generale approvato dalla Giunta Regionale condeliberazione n. 11274 del 25.11.2002; al suddetto P.R.G. è stata apportata una variante <strong>di</strong> caratteregenerale zone A, approvata dal Consiglio Comunale con Deliberazione n. 34 del 09.11.2006.Il 04.06.2008 il Comune <strong>di</strong> Perego ha dato avvio al proce<strong>di</strong>mento relativo alla redazione degli atti del Piano<strong>di</strong> Governo del Territorio unitamente alla Valutazione Ambientale Strategica.MERATEL‟Amministrazione comunale ha dato avviso <strong>di</strong> avvio del proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> del PGT con D.G.C. n. 129del 20.10.2009 e ha pubblicato sul sito internet del Comune stesso che il Documento <strong>di</strong> Piano del P.G.T.,unitamente al Rapporto Ambientale Preliminare e alla Sintesi non tecnica, sono depositati presso la sedecomunale, in libera visione sino al 30 settembre 2010.Pur non essendo ancora stato adottato e approvato, si riportano in sintesi le principali strategie in<strong>di</strong>viduateper il raggiungimento degli obiettivi, <strong>di</strong> seguito elencati.1. Valorizzare le qualità paesistiche e culturali del territorio come opportunità <strong>di</strong> sviluppo sostenibile delterritorio.2. Confermare la vocazione manifatturiera del circondario Meratese e sostenere i processi <strong>di</strong> innovazione e<strong>di</strong> riqualificazione delle aree produttive.124


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20103. Favorire il miglioramento dell‟integrazione <strong>di</strong> Merate nel circondario meratese.4. Minimizzare il consumo <strong>di</strong> suolo.5. Contrastare il progressivo impoverimento della bio<strong>di</strong>versità e la frammentazione degli spazi aperti.6. Qualificare i tessuti e<strong>di</strong>lizi e migliorare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vivibilità dell'ambiente urbano.125


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.36 - Estratto della Tavola DP12 e legenda - Tavola delle strategie <strong>di</strong> Piano del Comune <strong>di</strong> Merate.126


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20105.1.5 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO VIGENTEIl territorio del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone è oggi governato dal vigente Piano Territoriale<strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento, derivante dall‟impianto generale riportato nella Legge Regionale n° 39 del 29 aprile 1995(il <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone è stato ampliato con Legge Regionale n° 13/2008, mentrel‟Assemblea Consortile del <strong>Parco</strong> ha adottato nel 2006 una variante volta ad estendere la zonizzazioneanche alle aree <strong>di</strong> ampliamento del <strong>Parco</strong>, secondo l‟impianto <strong>di</strong> seguito riportato.Il PTC del <strong>Parco</strong> è composto, nelle sue parti principali, dalle Norme tecniche <strong>di</strong> Attuazione e da n° 3 Tavole<strong>di</strong> azzonamento del territorio del <strong>Parco</strong>:1. Tavola 1 – Articolazione del territorio agricolo e forestale;2. Tavola 2 – Destinazioni prevalenti delle aree boscate;3. Tavola 3 – Zone, elementi <strong>di</strong> interesse storico, paesistico ed <strong>ambientale</strong> e sistema della fruizione.Nell‟azzonamento previsto dalla Tavola 3, con rimando alle NTA, è prevista la presenza <strong>di</strong> un‟area definita“Zona <strong>di</strong> riserva naturale <strong>di</strong> Valle Santa Croce e Alta Val Curone”, regolata da precisi dettati contenuti nelleNTA del vigente Piano ( art. 18).In sintesi, le NTA sono sud<strong>di</strong>vise in Titoli (Titolo 1 – Norme <strong>di</strong> inquadramento, Titolo 2 – norme generali <strong>di</strong>tutela, Titolo 3 – Zone ed elementi <strong>di</strong> interesse storico e paesistico – <strong>ambientale</strong>).Considerato che la variante generale al PTC in esame incide principalmente sui contenuti delle NTA delTitolo 3, un esame comparativo tra la vigente zonizzazione e quella proposta dalla variante verràapprofon<strong>di</strong>ta nel capitolo de<strong>di</strong>cato alla valutazione degli effetti del piano.La vigente zonazione, rappresentata nella tavola 3 degli allegati cartografici del Piano, prevede la presenzadelle seguenti zone: Zona <strong>di</strong> riserva naturale Valle Santa Croce e alta Val Curone; Area <strong>di</strong> rispetto della riserva naturale; Aree degradate; Zone ed attrezzature per il pubblico; Ambito <strong>di</strong> collina; Ambito <strong>di</strong> pianura; Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata; Aggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione; Complessi <strong>di</strong> notevole valore storico, <strong>ambientale</strong> e culturale; Unità <strong>di</strong> paesaggio <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>; Zone <strong>di</strong> trasformazione migliorativa.Bisogna innanzitutto considerare che nel vigente PTC mancano importanti riferimenti a: L‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, in<strong>di</strong>viduata dalla L.R. 13/2008 unitamente all‟ampliamento de <strong>Parco</strong>; Riferimenti al SIC e al contesto <strong>di</strong> Rete Natura 2000. All‟area del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, che viene “sottratta” al <strong>Parco</strong> Regionale poiché soggetta a propriostrumento <strong>di</strong> pianificazione.127


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.37 - Tavola 1 – vigente PTC del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone128


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.38 - Tavola 1 – vigente PTC del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone129


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 5.39 - Tavola 1 – vigente PTC del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone130


Obiettivi valutati in relazione a:Obiettivi valutati in relazione a:<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20106 ANALISI DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DEL PIANO E VALUTAZIONEDELLE CRITICITA’6.1 METODOLOGIA DI VALUTAZIONEIl presente capitolo rappresenta la sintesi delle considerazioni e dei dati riportati nelle pagine precedenti, conl‟esplicitazione dei giu<strong>di</strong>zi valutativi a fronte delle analisi effettuate.Si è scelto <strong>di</strong> non utilizzare, nell‟ iter <strong>di</strong> valutazione, il modello DPSIR poiché la struttura del Piano, bendelineata secondo lo schema riportato all‟inizio del documento, meglio si presta ad un <strong>di</strong>fferente approcciovalutativo, semplificato e centrato sul sistema OBIETTIVI – CRITICITA‟ - NORME.La struttura <strong>di</strong> valutazione prevede quin<strong>di</strong> che il Piano sia analizzato secondo lo schema <strong>di</strong> seguito riportato.Viene inizialmente fornita un‟analisi me<strong>di</strong>ante semplici schede (schede d’ambito) per ogni singola zonaidentificata dalla cartografia <strong>di</strong> piano e dal quadro normativo, al fine <strong>di</strong> valutare la coerenza interna edesterna della zonizzazione effettuata dal Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> (cfr. Tavola 1 <strong>di</strong> Piano), operando ancheun confronto tra pianificazione vigente (attuale PTC del <strong>Parco</strong>) e variazione proposta.In seguito viene quin<strong>di</strong> analizzato l‟impianto del piano in relazione a <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista:Dal punto <strong>di</strong> vista dell‟impatto sulle VARIABILI AMBIENTALI DI BASE:AriaAcquaFlora fauna e bio<strong>di</strong>versitàCambiamenti climaticiAgricolturaSuolo e sottosuoloRumoreEnergiaPopolazione e salutePaesaggio e beni colturaliTab. 6.1 – Valutazione obiettivi – variabili ambientali <strong>di</strong> baseDal punto <strong>di</strong> vista AMBIENTALE E PAESAGGISTICO COMPLESSO:Assetto idrogeologico e stabilitàdei versantiQualità delle acque ed equilibriodei sistemi idrici e fluvialiTutela ed evoluzione dei sistemidal punto <strong>di</strong> vista eco sistemicoe della rete ecologicaTutela ed evoluzione dei sistemiambientali dal punto <strong>di</strong> vistapaesaggisticoRegolamentazionee131


Norme - Obiettivi in relazione a:Obiettivi in relazione a:<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010valorizzazione delle areeagricoleInfluenza su bio<strong>di</strong>versità e tutelahabitat e specieAssetto generale del paesaggio,frammentazione e <strong>di</strong>sturboantropicoRete ecologica e connettivitàProduzione <strong>di</strong> CO2Tab. 6.2 – Valutazione obiettivi – variabili ambientali complesseDal punto <strong>di</strong> vista dell‟impatto sulle VARIABILI SOCIO - ECONOMICHE:Valorizzazione del settoreagricolo ed agro - forestaleGoverno e regolamentazionedelle trasformazioni edlizieRegolamentazione dellepastoriziaGoverno e regolamentazionedella presenza <strong>di</strong> strutturetemporaneePromozione, educazione,<strong>di</strong>vulgazioneOfferta turisticaFruizioneTab. 6.3 – Valutazione obiettivi – variabili socio economicheDal punto <strong>di</strong> vista dell‟efficacia del sistema NORME – OBIETTIVI nella risoluzione delle CRITICITA‟ principaliin<strong>di</strong>viduate:Necessità <strong>di</strong> definire standard perla realizzazione <strong>di</strong>manufatti/allestimenti, cui potersiattenere or<strong>di</strong>nariamente(recinzioni, schema perl‟allestimento <strong>di</strong> tunnel, strutturetemporanee);Realizzazione <strong>di</strong> strutturetemporaneeLegame cascine – territoriocircostanteGoverno pastoriziaTutela allevamenti zootecniciTutela corsi d‟acquaIncentivazione agricolturamarginale, part-time o nonprofessionaleCarenze normativeChiarezza proceduarale (con132


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010riferimento all‟applicazione dellaprocedura <strong>di</strong> DCA)Improprietà nella vigentezonizzazioneNo<strong>di</strong> irrisoltiTab. 6.4 – Valutazione obiettivi/norme – criticità evidenziateLo schema riportato sopra rispetta appieno i requisiti della Direttiva 2001/42/CE, secondo la quale nel<strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> devono essere “... descritti, in<strong>di</strong>viduati e valutati gli effetti significativi che l’attuazione delpiano o programma potrebbe avere sull’ambiente..” con particolare riferimento a “...aspetti quali labio<strong>di</strong>versità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, ibeni materiali, il patrimonio culturale (...) il paesaggio....”.Inoltre, l‟ulteriore schematizzazione proposta approfon<strong>di</strong>sce la valutazione in relazione a: specifico contesto territoriale e socio – economico locale; esigenze <strong>di</strong> tutela in relazione ad aree protette e siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000.Le griglie <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> seguito utilizzate si servono della seguente simbolistica per la valutazione deglieffetti <strong>di</strong> AZIONI e OBIETTIVI sulle variabili considerate:Effetto molto positivo: +++Effetto positivo: ++Effetto trascurabile: 0Effetto negativo: --Effetto molto negativo: ---133


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20106.2 SCHEMA DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI - SCHEDE D’AMBITO/NORME D’AREADenominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie tot previstadalla varianteNorma <strong>di</strong> riferimentoZona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong>Ambito <strong>di</strong> collina, area <strong>di</strong> riserva naturale Valle Santa Croce e alta Val Curone,fascia <strong>di</strong> rispetto della riserva561,04 haArt. 18 - Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong>1. E' in<strong>di</strong>viduata con apposito simbolo grafico nella tavola 1 la zona <strong>di</strong> tutela forestale ed<strong>ambientale</strong>, riconosciuta in relazione alla presenza <strong>di</strong> elementi naturalistici <strong>di</strong> notevolesignificato ecologico sia forestali sia faunistici, alla continuità della copertura boscata edal valore paesistico <strong>di</strong> questi ambienti. All‟interno della zona non sono presenti e<strong>di</strong>ficiutilizzati a fini residenziali, con l‟eccezione del fabbricato in<strong>di</strong>viduato con il numero 1 dallatavola <strong>di</strong> piano, o agricolo-produttiva.2. Gli obbiettivi da perseguire in questa zona sono:a) la conservazione <strong>di</strong> una vasta area a copertura forestale continua;b) la tutela e la conservazione delle biocenosi forestali, vegetali e ornitiche, ed illoro orientamento verso lo sta<strong>di</strong>o climax;c) la tutela degli elementi zoologici sensibili;d) la tutela del paesaggio forestale e rurale;e) la promozione e la regolamentazione della ricerca scientifica e della fruizione<strong>di</strong>dattica;f) la <strong>di</strong>sciplina e il controllo della fruizione ricreativa compatibile.3. All‟interno della zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> sono quin<strong>di</strong> ammessi interventi etrasformazioni che non comportino un aumento del carico antropico solo se funzionalia) alla tutela <strong>di</strong> specie ed habitat naturali e seminaturali;b) all‟esercizio della selvicoltura;c) alla conservazione dei valori paesaggistici;d) alla conservazione e valorizzazione degli elementi storico-culturali per lafruizione pubblica;e) alla ricostruzione del paesaggio agricolo tra<strong>di</strong>zionale;f) alla razionalizzazione della fruizione pubblica;g) alle attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, ricerca ed educazione <strong>ambientale</strong>.4. Per quanto attiene alle trasformazioni del territorio ed all'attività e<strong>di</strong>ficatoria, nella zona <strong>di</strong>cui al presente articolo si applicano le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:a) non è consentito mutare la destinazione a bosco dei suoli, fatti salvi gliinterventi temporanei necessari all'adeguamento tecnologico o allamanutenzione <strong>di</strong> impianti e infrastrutture esistenti e gli interventi funzionali allaconservazione <strong>di</strong> valori naturalistici;b) non è ammessa la realizzazione <strong>di</strong> manufatti e infrastrutture in genere, fattosalvo quanto previsto dai piani <strong>di</strong> settore o da progetti promossi dal <strong>Parco</strong>finalizzati esclusivamente alla conservazione o alla riqualificazione dei valorinaturali e ambientali,c) fatto salvo quanto <strong>di</strong>sposto per gli e<strong>di</strong>fici in<strong>di</strong>viduati ai numeri 1 e 2 della tavola<strong>di</strong> piano, <strong>di</strong> cui alle successiva lettere, la manutenzione degli e<strong>di</strong>fici e dellestrutture esistenti è ammessa, previo espletamento della procedura <strong>di</strong> DCA <strong>di</strong>cui all‟art.5 delle presenti norme, solo se finalizzata alla conservazione dellefunzioni originarie dei manufatti e solo se tale funzione originaria è compatibilecon gli obbiettivi <strong>di</strong> cui al comma 2; <strong>di</strong>versamente per i manufatti è ammessa lasola demolizione senza ricostruzione;d) per l‟e<strong>di</strong>ficio in<strong>di</strong>viduato cartograficamente con il numero 1) sono ammessiesclusivamente gli interventi <strong>di</strong> cui all‟art. 10 comma 2 del presente piano;e) per l‟e<strong>di</strong>ficio in<strong>di</strong>viduato cartograficamente con il n.2 (C.na Ospedaletto) siapplicano le <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> cui alla relativa scheda allegata;f) per i manufatti finalizzati alla captazione delle acque tuttora in uso sonoconsentiti gli interventi <strong>di</strong> manutenzione straor<strong>di</strong>naria ed eventuali adeguamentitecnologici;g) non è ammessa la costruzione <strong>di</strong> nuove linee elettriche e <strong>di</strong> canalizzazioni;sono consentiti gli interventi necessari alla manutenzione e all'adeguamentotecnologico <strong>di</strong> impianti e infrastrutture esistenti, l‟allacciamento <strong>di</strong> singoleutenze, l‟interramento <strong>di</strong> linee aeree, previa autorizzazione dell'Ente gestore;h) non è ammessa la realizzazione <strong>di</strong> recinzioni, fatte salve quelle temporanee134


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010autorizzate dall‟Ente gestore per l'esecuzione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> gestione forestalee faunistica;i) non sono ammessi l'apertura <strong>di</strong> nuove strade, l'ampliamento, la trasformazione,l'asfaltatura <strong>di</strong> quelle esistenti nonchè l'apertura <strong>di</strong> nuovi sentieri, fatti salvispecifici interventi strettamente connessi a progetti finalizzati allaconservazione o alla riqualificazione dei valori naturali e ambientali;5. è consentito eseguire movimenti <strong>di</strong> terreni che non implichino, ad opere ultimate, scavie/o reinterri <strong>di</strong> altezza superiore a 1,5m, fatto salvo quanto necessario per l‟esecuzione <strong>di</strong>interventi strettamente connessi a progetti finalizzati ricostituzione della stabilità deiversanti a seguito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti o a finalità <strong>di</strong> conservazione e riqualificazione naturalistica e<strong>ambientale</strong>;6. non sono ammessi interventi che mo<strong>di</strong>fichino il regime o la composizione delle acque;7. il transito veicolare sulla strada sommitale “Panoramica” nel tratto interno alla zona <strong>di</strong>tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> deve essere limitato a quanto necessario per le attivitàagro –silvo- pastorali e per il controllo del territorio;8. Per quanto attiene alle attività connesse alla fruizione turistico-escursionistica , è vietatosvolgere manifestazioni folcloristiche o sportive, ad eccezione che lungo il tracciato dellastrada provinciale “panoramica"9. Per quanto attiene alle attività agro-silvo-pastorali si applicano le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:a) l'attività agricola continua ad esercitarsi nei terreni a tal scopo utilizzati alla data<strong>di</strong> entrata in vigore delle presenti norme;b) non è ammessa l'introduzione <strong>di</strong> specie animali o vegetali, fatti salvi specificiinterventi strettamente connessi a progetti finalizzati alla conservazione o allariqualificazione dei valori naturali e ambientali e con l'esclusione delle specieutilizzate per le colture orticole e florovivaistiche e degli animali da cortile;c) non è ammesso il pascolo nelle zone boscate salvo quanto esplicitamenteautorizzato in relazione alle esigenze <strong>di</strong> transito delle greggi.d) è vietata l‟esecuzione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> taglio nei boschi durante il periodoriproduttivo della fauna (1 aprile – 30 giugno), salvo deroghe funzionali allatutela dell‟ambiente.e) è vietato effettuare l‟esecuzione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> decespugliamento, anche perl‟eliminazione dei rovi, durante il periodo riproduttivo della fauna (1 aprile – 30giugno). durante il periodo <strong>di</strong> migrazione autunnale dell‟avifauna (1 settembre –31 ottobre);f) è vietato il taglio delle piante con <strong>di</strong>ametro ad 1,30 m dal suolo maggiore <strong>di</strong> 30cm che presentino cavità.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCL‟area in esame recepisce in parte le <strong>di</strong>sposizioni contenute dal PTC vigente che regolano l‟area <strong>di</strong>riserva naturale.Più oltre, viene esteso il regime <strong>di</strong> tutela delle superfici forestali, con l‟inserimento <strong>di</strong> norme <strong>di</strong>salvaguar<strong>di</strong>a ed attenzione naturalistica vicine ai concetti moderni <strong>di</strong> “piano <strong>di</strong> gestione” <strong>di</strong> un sitoche racchiude importanti valenze, con l‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> assoluto “silenzio” (inattività).Viene bypassato il “nodo” normativo determinato dalal presenza <strong>di</strong> un‟area <strong>di</strong> riserva naturaleestranea alal classificazione definita dalla L.R. 86/83, in<strong>di</strong>vudando un‟area <strong>di</strong> tuela naturalistica <strong>di</strong>vaste <strong>di</strong>mensioni a salvaguar<strong>di</strong>a delle superfici boscate del territorio del Paco <strong>Naturale</strong>.Anche in questo caso si assiste ad un ampliamento del campo <strong>di</strong> applicazione della Dichiarazione<strong>di</strong> Compatibilità Ambientale, estesa anche agli interventi <strong>di</strong> manutenzione degli e<strong>di</strong>fici esistenti.Non è ammessa la trasformazione del bosco in situazioni or<strong>di</strong>narie.Il livello <strong>di</strong> tuela <strong>ambientale</strong>, paesaggistica e naturalistica è quin<strong>di</strong> massimo.135


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona agricola <strong>di</strong> collinaAmbito <strong>di</strong> collina – Ambito <strong>di</strong> pianura624,05 haArt. 14 - Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale1. La zona agricola <strong>di</strong> collina include aree caratterizzate da un significativo mosaicopaesistico <strong>di</strong> aree agricole e forestali che deve essere conservato; deve quin<strong>di</strong> essereincentivata l‟attività agricola nei suoi aspetti tra<strong>di</strong>zionali.2. All‟interno della zona agricola <strong>di</strong> collina si applicano le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:a) la trasformazione del bosco è assentibile solo nelle aree <strong>di</strong> più recente colonizzazioneladdove funzionale al recupero <strong>di</strong> elementi del paesaggio agricolo tra<strong>di</strong>zionale(terrazzamenti);b) la nuova e<strong>di</strong>ficazione è consentita previo espletamento della procedura <strong>di</strong> DCA <strong>di</strong> cuiall‟art.5 esclusivamente quando finalizzata alla realizzazione <strong>di</strong> strutture agricoloproduttive, che dovranno essere or<strong>di</strong>nariamente interrate, da realizzarsi in prossimità e aservizio dei centri o dei fabbricati aziendali <strong>di</strong> maggiore significato già presenti, in<strong>di</strong>viduatinella tavola 1, come eventualmente integrato dal piano <strong>di</strong> settore per l‟agricoltura; sonoammesse localizzazioni e tipologie <strong>di</strong>verse da quelle sopra in<strong>di</strong>cata solo per motivateesigenze igienico-sanitarie o <strong>di</strong> tutela paesistica e <strong>ambientale</strong>. Non è comunqueammessa la realizzazione <strong>di</strong> residenze.c) E‟ consentita l'installazione <strong>di</strong> strutture per la copertura stagionale <strong>di</strong> colture; con un<strong>rapporto</strong> massimo <strong>di</strong> copertura riferito al solo lotto accorpato <strong>di</strong> intervento del 20%.3. Tramite regolamento potranno essere definite le con<strong>di</strong>zioni e le modalità <strong>di</strong> realizzazione<strong>di</strong> strutture precarie aperte per il ricovero provvisorio <strong>di</strong> animali e/o lo stoccaggio deiprodotti da parte dei soggetti <strong>di</strong> cui all‟art.60 della lrl12/2005.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCSi rileva un affinamento dell‟in<strong>di</strong>viduazione della zona, che garantisce una maggior tutelapaesistico <strong>ambientale</strong> per l‟ambito meglio definito. E‟ inoltre prevista un‟estensionedell‟applicazione della procedura <strong>di</strong> Dichiarazione <strong>di</strong> Compatibilità Ambientale (DCA), estesa ancheall‟attività e<strong>di</strong>ficatoria, che viene limitata al solo ambito produttivo-agricolo.Viene inoltre inserita una regolamentazione per l‟attivazione <strong>di</strong> strutture precarie e temporanee aduso agricolo.La norma è identica a quella proposta per le aree <strong>di</strong> collina del <strong>Parco</strong> Regionale136


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoAggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazioneAggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione3,01 haArt. 19 - Aggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione.1. Con apposito simbolo grafico nella tavola 1 sono in<strong>di</strong>viduati gli aggregati storici e i nuclei<strong>di</strong> antica formazione, cui è attribuito valore <strong>di</strong> documenti del processo inse<strong>di</strong>ativoterritoriale, memoria locale e capacità <strong>di</strong> significare tale testimonianza storica attraversola loro presenza, il toponimo, la struttura e gli elementi costitutivi nella loro integrità.2. I comuni attraverso i loro strumenti <strong>di</strong> pianificazione urbanistica generale dovranno provvederea:a) corredare le tavole <strong>di</strong> perimetrazione degli aggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione,a scala l :1.000, <strong>di</strong> una ricognizione delle presenze storiche ancora rinvenibili all'interno<strong>di</strong> ciascun centro, comprendente una schedatura degli e<strong>di</strong>fici, strade, giar<strong>di</strong>ni, parchi,attrezzature urbane, con relativa datazione, uso originario, caratteristiche compositivedei manufatti e specifiche modalità <strong>di</strong> intervento sugli stessi;b) oltre a quanto previsto alla lett. a), in<strong>di</strong>viduare e perimetrare un'area <strong>di</strong> rispetto degliaggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione, in cui vietare nuove costruzioni; tale areadovrà assicurare la fruibilità percettiva dell'insieme in <strong>di</strong>retto <strong>rapporto</strong> ottico con gliaggregati e i nuclei stessi, dando apposite norme <strong>di</strong> tutela per il verde;c) vietare qualsiasi intervento <strong>di</strong> demolizione e ricostruzione nonché <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficazioneche mo<strong>di</strong>fichi !'impianto urbanistico ed e<strong>di</strong>lizio alterandone i caratteri; nellapre<strong>di</strong>sposizione del progetto si dovrà avere cura, nella nuova e<strong>di</strong>ficazione oricostruzione, <strong>di</strong> rispettare la continuità formale delle cortine e nel caso <strong>di</strong> volumirealizzati all'interno <strong>di</strong> isolati questi non dovranno risultare preminenti rispetto all' assettodell' e<strong>di</strong>ficato esistente; dovrà essere parte integrante della documentazione progettualelo stu<strong>di</strong>o analitico percettivo mirato alla conservazione e realizzazione <strong>di</strong> riman<strong>di</strong> visivi traambito e<strong>di</strong>ficato e paesaggio agricolo e boschivo circostante, con particolare riferimentoalla valorizzazione visuale dei ronchi; tale stu<strong>di</strong>o analitico dovrà incidere sulle scelteprogettuali attraverso un' adeguata valorizzazione degli spazi liberi, dell' assetto deivolumi e nella composizione dei pieni e dei vuoti sui prospetti.3. Fino agli adempimenti <strong>di</strong> cui al precedente secondo comma sono possibili nelle aree <strong>di</strong> cui alpresente articolo esclusivamente gli interventi <strong>di</strong> cui all'art. 27 L.R. 12/2005 comma 1 lettere a)b) c) d) ai progetti delle opere <strong>di</strong> cui al comma 1 lettera d) dell'art. 27 della L.R. 12/2005dovranno essere allegati i seguenti elaborati tecnici:a) descrizione del paesaggio urbano e dell'ambiente nel contesto territoriale interessato;b) descrizione del progetto relativo all'intervento proposto;c) evidenziazione dell'entità e della natura delle trasformazioni indotte dall'interventoproposto sul paesaggio e sull'ambiente ed il risultato degli eventuali provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>mitigazioni previsti;d) motivazioni dell'ammissibilità dell'intervento in termini <strong>di</strong> compatibilità paesistica.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoVariazioni in relazione alNessuna variazionevigente PTC137


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoComplessi <strong>di</strong> notevole valore storico – culturale ed <strong>ambientale</strong>Complessi <strong>di</strong> notevole valore storico – culturale ed <strong>ambientale</strong>12,30 haArt. 20 - Complessi <strong>di</strong> notevole valore storico-culturale ed <strong>ambientale</strong>1. Sono in<strong>di</strong>viduate con apposito segno grafico nella tavola 1, come «complessi <strong>di</strong> notevolevalore storico-culturale ed <strong>ambientale</strong>», le zone comprendenti gli immobili, le aree ed ilverde <strong>di</strong> relativa pertinenza che rivestono particolare interesse architettonico, storicoculturaleed <strong>ambientale</strong> per il parco e come tali da sottoporre a tutela e valorizzazione.2. I comuni interessati, attraverso i loro strumenti <strong>di</strong> pianificazione urbanistica generale, devono:a) in<strong>di</strong>viduare con specifica definizione planimetrica e catastale, oltre che conapposito repertorio, i beni ricadenti in queste zone, dando per gli stessi specifichemodalità <strong>di</strong> intervento;b) determinare gli interventi ammessi e le destinazioni d'uso compatibili, escludendole destinazioni che pregiu<strong>di</strong>chino il carattere storico-<strong>ambientale</strong> o la conservazionedell'integrità dell'immobile; è vietata l'integrale demolizione e la realizzazione <strong>di</strong>nuovi volumi fuori terra; sono comunque ammessi gli interventi necessari allamigliore conservazione dell'immobile secondo le specifiche modalità d'usoprescritte ai termini della lett. a).;3. Le autorizzazioni paesistiche sono rilasciate nel rispetto delle seguenti prescrizioni:a) ogni intervento deve essere effettuato nel rispetto dei caratteri architettonici deglie<strong>di</strong>fici e dell'ambiente circostante, sia nella scelta delle soluzioni tipologiche emorfologiche e dei materiali da costruzione, sia nella progettazione ed utilizzazionedegli spazi aperti;b) i giar<strong>di</strong>ni e gli spazi aperti vanno tutelati sotto il profilo del <strong>di</strong>segno architettonico,degli elementi <strong>di</strong> arredo e delle essenze vegetali;c) Gli interventi <strong>di</strong> risanamento e riassestamento del patrimonio arboreo sonosubor<strong>di</strong>nati ad autorizzazione dell'ente gestore del parco.d) Fino agli adempimenti <strong>di</strong> cui al precedente secondo comma nelle aree <strong>di</strong> cui alpresente articolo sono consentiti esclusivamente interventi sugli e<strong>di</strong>fici esistenti <strong>di</strong>cui alle lettere a), b), c) dell'art.27 della L.R. 12/2005.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alNessuna variazionevigente PTC138


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona agricola del pianaltoAmbito <strong>di</strong> pianura318,8 haArt. 12 - Zona agricola del pianalto1. La zona agricola del pianalto è caratterizzata da ampi terrazzi e pianalti con importanteattività agricola, sviluppatesi spesso attorno a nuclei con elevato significato storicotestimoniale.Significativa è la percezione del paesaggio circostante che si gode inqueste zone, spesso con scarsa percezione dell‟e<strong>di</strong>ficato. Le principali criticità rilevabili inqueste zone sono dovute al rischio <strong>di</strong> semplificazione dell‟uso agricolo del territorio edalla carenza della presenza arborea nel paesaggio rurale; alla scarsacontestualizzazione delle residenze esistenti e delle loro pertinenze.2. Nelle zona agricola del pianalto è vietato realizzare nuovi e<strong>di</strong>fici ad eccezione degli e<strong>di</strong>ficirurali e <strong>di</strong> servizio utili all'attività lavorativa dell'impren<strong>di</strong>tore agricolo singolo o associatoin conformità a quanto <strong>di</strong>sposto dai successivi commi del presente articolo3. E‟ in ogni caso vietata la realizzazione <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici, ove possano essere recuperatispazi e volumi idonei all'interno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici esistenti4. Nelle zona agricola del pianalto è consentita la realizzazione <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici destinati adabitazioni rurali purché in funzione della conduzione del fondo e connessi ad accertateesigenze dell'impren<strong>di</strong>tore agricolo singolo o associato, ovvero ad esigenze abitative dei<strong>di</strong>pendenti stabili delle aziende agricole, la realizzazione delle attrezzature e delleinfrastrutture produttive quali stalle, serre, silos, magazzini, locali per la lavorazione e laconservazione e ven<strong>di</strong>ta dei prodotti agricoli quando la superficie complessiva <strong>di</strong>pertinenza ai fini del vincolo <strong>di</strong> cui all‟art. 59 comma 6 della l.r. n.12/2005 sia <strong>di</strong> almeno15 ha e sia costituita da terreni tra loro contermini; interamente situati entro il perimetro del <strong>Parco</strong>; <strong>di</strong> proprietà del soggetto richiedente l‟e<strong>di</strong>ficazione.Tale possibilità non si applica qualora il richiedente <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> aree ricomprese nellezone <strong>di</strong> cui agli articoli 16 e/o 17.Le nuove e<strong>di</strong>ficazioni dovranno essere realizzate nel rispetto dei coni visuali e dellapercezione complessiva del paesaggio.5. Alle nuove realizzazioni si applicano i limiti <strong>di</strong> cui all‟art 59 della lr.12/2005 con leseguenti limitazioni: per i nuovi e<strong>di</strong>fici destinati alla residenza dell‟impren<strong>di</strong>tore agricolo o deisalariati è consentita per ogni azienda la realizzazione <strong>di</strong> un massimo <strong>di</strong> mc800; limitatamente alle serre permanenti il <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> copertura massimo è pari al20% della superficie aziendale.6. Nella zona agricola del pianalto alle imprese che, pur avendo <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> aree nellazona <strong>di</strong> cui all‟art. 49 conducon o terreni compresi nel perimetro del <strong>Parco</strong> da almeno 10anni, è consentito realizzare, previo espletamento delle procedure <strong>di</strong> compatibilità<strong>ambientale</strong> <strong>di</strong> cui all‟art.5:attrezzature ed infrastrutture produttive solo per specifiche ragioni igienicosanitarieche ne impe<strong>di</strong>scano la realizzazione nelle zone agricolo produttive edagricolo residenziali, nei limiti previsti dalla L.R 12/2005;la realizzazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> copertura delle colture orto-floro-vivaistiche <strong>di</strong> cuinon sia prevista la rimozione stagionale della copertura e delle intelaiature,entro un <strong>rapporto</strong> massimo <strong>di</strong> copertura del 40% riferito al solo lotto accorpato<strong>di</strong> intervento; tale <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> copertura è incrementato del 20% qualorasussistano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> cui al l‟art.59, comma 4 bis, della lr.12/2005.7. E‟ comunque consentita l'installazione <strong>di</strong> strutture per la copertura stagionale <strong>di</strong> colture; irapporti <strong>di</strong> copertura devono essere conformi a quanto previsto dal comma 4 dell‟art.59della lr12/2005. (40%).Coerenza esterna PTR ++Coerenza esterna RER ++Coerenza esterna PTCP ++Coerenza interna – +++139


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTC+++La Zona agricola del pianalto occupa vaste superfici relativamente modeste sud<strong>di</strong>vise in <strong>di</strong>versiambiti, inseriti genericamente dal vigente strumenti <strong>di</strong> pianificazione nell‟ “Ambito <strong>di</strong> pianura”.La proposta <strong>di</strong> variante de<strong>di</strong>ca alla “Zona agricola <strong>di</strong> pianura” una maggiore attenzione a livello <strong>di</strong>attività agricola – anche in relazione alle caratteristiche del paesaggio agrario della tra<strong>di</strong>zionelocale – con una migliore previsione della <strong>di</strong>slocazione funzionale <strong>di</strong> strutture produttive e/oresidenziali (con il rimando alle zone <strong>di</strong> cui agli artt. 16 e 17 delle NTA della proposta <strong>di</strong> Piano.Si osserva quin<strong>di</strong> una potenziale <strong>di</strong>minuzione della capacità e<strong>di</strong>ficatoria anche da parte delleazioende agricole, che devono rispettare criteri più restrittivi rispetto a quelli contenuti nella vigentenorma e anche rispetto ai <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> cui alla legge regionale n° 12/2005.Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona per gli inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> sola produzioneAmbito <strong>di</strong> pianura9,8 haArt. 16 - Zona per gli inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> residenza e produzioneNelle zone per inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> residenza e produzione è consentita l‟e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong>residenze e/ o attrezzature ed infrastrutture produttive, in conformità con quanto <strong>di</strong>sposto dagliarticoli 59 e 60 della lr12/2005, e dall‟art.31 del presente piano.Coerenza esterna PTR ++Coerenza esterna RER ++Coerenza esterna PTCP ++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCLa zona in<strong>di</strong>vidua ambiti precisi per la localizzazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> residenza e produzione inambito agricolo.Tale definizione è assente nella previsione del vigente strumento <strong>di</strong> pianificazione.Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona per gli inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> residenza e produzioneAmbito <strong>di</strong> pianura3,25 haArt. 17 - Zona per inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> sola produzioneNella Zone per inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> sola produzione è consentita l‟e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> soleattrezzature ed infrastrutture produttive, in conformità con quanto <strong>di</strong>sposto dagli articoli 59 e60 della lr12/2005, e dall‟art.31 del presente piano.Coerenza esterna PTR ++Coerenza esterna RER ++Coerenza esterna PTCP ++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCLa zona in<strong>di</strong>vidua ambiti precisi per la localizzazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> residenza e produzione inambito agricolo.Tale definizione è assente nella previsione del vigente strumento <strong>di</strong> pianificazione140


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona <strong>di</strong> trasformazione migliorativaZona <strong>di</strong> trasformazione migliorativa11,07 haArt. 22 - Zona <strong>di</strong> trasformazione migliorativa.1. E' in<strong>di</strong>viduata con apposito simbolo grafico la zona <strong>di</strong> trasformazione migliorativa,comprendente le aree interessate dalla presenza <strong>di</strong> strutture produttive industriali oartigianali, che per il loro stato <strong>di</strong> degrado, per morfologia o destinazione d'uso, sipongono in <strong>rapporto</strong> non corretto con il contesto paesistico ed <strong>ambientale</strong>, ovvero cherisultino <strong>di</strong> particolare vulnerabilità <strong>ambientale</strong> per la loro interclusione, tangenza oprossimità a zone <strong>di</strong> particolare interesse naturale e paesistico.2. Nella presente zona gli interventi devono essere finalizzati a garantire nel tempo lacompatibilizzazione <strong>ambientale</strong> e paesistica delle attività e delle strutture, secondo lemodalità definite in ogni caso da specifiche convenzioni da pre<strong>di</strong>sporre, su iniziativaprivata o pubblica tra l'Ente gestore del parco e la proprietà, sentito il Comuneinteressato.3. Le convenzioni <strong>di</strong> cui al precedente comma dovranno sviluppare quanto previsto dalleschede <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> cui all‟allegato D e potranno contemplare interventi <strong>di</strong>trasformazione d'uso, restauro conservativo, opere <strong>di</strong> completamento, ristrutturazione,ristrutturazione urbanistica, solo se finalizzati al miglioramento complessivo dellecompatibilità <strong>ambientale</strong> degli e<strong>di</strong>fici e delle loro pertinenze, da verificarsi in or<strong>di</strong>ne aiseguenti fattori: maggiore compatibilità della destinazione d'uso, miglioramento estetico epiù positivo inserimento <strong>ambientale</strong> degli e<strong>di</strong>fici e delle loro aree <strong>di</strong> pertinenza;incremento delle alberature e delle superfici a verde; riduzione dell'inquinamento dovutoagli scarichi soli<strong>di</strong>, liqui<strong>di</strong> o gassosi; riduzione dei flussi <strong>di</strong> traffico indotti, creazione <strong>di</strong>attrezzature compatibili (culturali, sportive, ricreative e per il tempo libero).4. Non sono comunque ammissibili interventi che prevedano un aumento delle superficiimpermeabilizzate.5. È vietato l‟inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuove attività produttive classificate insalubri <strong>di</strong> prima classe.6. Gli interventi sono soggetti alla procedura <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> compatibilità <strong>ambientale</strong> <strong>di</strong>cui all‟art.137. In assenza della convenzione <strong>di</strong> cui ai commi precedenti e della procedura <strong>di</strong><strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> compatibilità <strong>ambientale</strong> sono consentiti soltanto gli interventi <strong>di</strong>manutenzione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, gli interventi <strong>di</strong> adeguamento tecnologicofinalizzati alla salubrità dell‟ambiente e /o degli ambienti <strong>di</strong> lavoro.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCLe Zone <strong>di</strong> trasformazione migliorativa in<strong>di</strong>viduate dal Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> e dalla variantegenerale al PTC vigente sono ora accompagnate da schede <strong>di</strong> pre-progetto (allegato D aidocumenti <strong>di</strong> Piano) che permettono un migliore inquadramento delle aree, fornendo già dellelinee – guida per la riqualificazione <strong>di</strong> tali ambiti, in massima parte già identificati dal vigente PTCma rimasti nelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> partenza, anche a causa <strong>di</strong> una scarsa sinergia pubblico – privato perl‟esecuzione degli interventi.L‟in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una destinazione “potenziale” per tali aree risponde perfettamente alla necessità<strong>di</strong> dare risposta ad alcuni “no<strong>di</strong> irrisolti” in<strong>di</strong>viduati in fase <strong>di</strong> analisi critica del PTC vigente e riportatinel presente documento al Capitolo 4141


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona agricola delle valli alluvionaliAmbito <strong>di</strong> pianura274,33 haArt. 22 - Zona agricola della valli alluvionaliLa zona agricola delle valli alluvionali include superfici prevalentemente agricole caratterizzatedalla presenza dei corsi d‟acqua principali del parco; i popolamenti boscati assumono il ruolo <strong>di</strong>connessione fra ambienti a maggior naturalità, da destinare alla ricomposizione <strong>ambientale</strong>; in essenon è consentita la trasformazione dei boschi, ed è incentivato il rimboschimento degli spaziincolti, subor<strong>di</strong>nato al rispetto delle valenze paesistiche e degli assi prospettici; devono esserericostituite le fasce <strong>di</strong> vegetazione a tutela dei corsi d‟acqua.Le principali criticità rilevabili in queste zone sono dovute al rischio <strong>di</strong> semplificazione dell‟usoagricolo del territorio, alla carenza della presenza arborea nel paesaggio rurale ed alla scarsacontestualizzazione delle residenze esistenti e delle loro pertinenze.Deve essere prestata particolare attenzione per la tutela dei fontanili e delle canalizzazioni ad essiconnessi.Nella zona agricola delle valli alluvionali si applicano le seguenti <strong>di</strong>sposizioni:a) in una fascia <strong>di</strong> 4 metri dal limite superiore delle sponde della testa e dei canali deifontanili è ammessa esclusivamente la coltivazione del prato stabile o la presenzadel boscob) nelle zona agricola della valli alluvionali è vietato realizzare nuovi e<strong>di</strong>ficic) è comunque consentita l'installazione <strong>di</strong> strutture per la copertura stagionale <strong>di</strong>colture; i rapporti <strong>di</strong> copertura devono essere conformi a quanto previsto dalcomma 4 dell’art. 59 della lr12/2005. (40%).Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCL‟area affina le esistenti norme vigenti per il vasto “Ambito <strong>di</strong> pianura”, definendo con particolareattenzione le aree <strong>di</strong> pertienenza dei corsi d‟acqua principali, estendendo tali aree all‟internocomplesso vallivo.In tali zone, la tutela dei sistemi idrici e paesistici è totale e le maggiori attenzioni sono rivolte a :tutela delle emergenze naturalistiche e dei biotopi <strong>di</strong> interesse conservazioni stico estorico testimoniale (fontanili e risorgive).Funzione <strong>di</strong> connessione ecologica dei corridoi fluviali in senso nord-sud tra le aree anord del <strong>Parco</strong> a maggiore naturalità ed il sistema <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong> e protette a sud (areaagricola dl vimercatese, PLIS della Cavallera e del Molgora.La norma rappresenta un approfon<strong>di</strong>mento oggi assente nel vigente PTC, soprattutto con riguardoalle attenzioni promosse verso le emergenze idriche ed idrogeologiche dell‟ambito <strong>di</strong> pianura.142


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Denominazione zona <strong>di</strong>PTCAttuali riferimenti <strong>di</strong> zona– PTC vigenteSuperficie totNorma <strong>di</strong> riferimentoZona agricola della collina terrazzataAmbito <strong>di</strong> collina, area <strong>di</strong> riserva naturale Valle Santa Croce e alta Val Curone,fascia <strong>di</strong> rispetto della riserva192,0 haZona agricola della collina terrazzata1. La zona agricola della collina terrazzata include aree agricolo-forestali da destinare allaconservazione dei terrazzamenti caratterizzanti il paesaggio rurale tipico del parco(ronchi); in esse occorre incentivare l'esercizio <strong>di</strong> attività agricole in modo tale da porreun freno all'alterazione <strong>di</strong> elevati valori paesaggistici causata dall'avanzata del bosco.2. All‟interno della zona agricola della collina terrazzata si applicano le seguenti<strong>di</strong>sposizioni:a) è ammessa la trasformazione del bosco ad eccezione che per gli ambientiforestali <strong>di</strong> maggior pregio ecologico o strutturale (habitat <strong>di</strong> interessecomunitario e fustaie)b) la nuova e<strong>di</strong>ficazione è consentita previo espletamento della procedura <strong>di</strong> DCA<strong>di</strong> cui all‟art.5 esclusivamente quando finalizzata alla realizzazione <strong>di</strong> struttureagricolo produttive interrate, da realizzarsi in prossimità e a servizio dei centri odei fabbricati aziendali <strong>di</strong> maggiore significato già presenti, in<strong>di</strong>viduati nellatavola 1 come eventualmente integrato dal piano <strong>di</strong> settore per l‟agricoltura;sono ammesse localizzazioni e tipologie <strong>di</strong>versa da quelle in<strong>di</strong>cata alcapoverso precedente solo per motivate esigenze igienico-sanitarie o <strong>di</strong> tutelapaesistica e <strong>ambientale</strong>; non è comunque ammessa la realizzazione <strong>di</strong>residenze.c) L'installazione <strong>di</strong> strutture per la copertura stagionale <strong>di</strong> colture è ammessa finoad una superficie massima <strong>di</strong> mq 200, e con un <strong>rapporto</strong> <strong>di</strong> copertura nonsuperiore al 20 % del lotto accorpato <strong>di</strong> intervento.d) Ad opere ultimate gli interventi non devono comportare trasformazionisignificative dello stato dei luoghi, in particolare per quanto relativo all‟assettodei terrazzamenti.e) E‟ consentita la realizzazione <strong>di</strong> manufatti precari in legno finalizzati al deposito<strong>di</strong> attrezzature e prodotti nella <strong>di</strong>mensione massima <strong>di</strong> mq 12, privi <strong>di</strong>allacciamenti tecnologici e servizi, ed eventualmente previa assunzione <strong>di</strong>garanzie relativamente alla demolizione dei manufatti. Le caratteristiche deimanufatti sono stabilite da apposito regolamento, il medesimo regolamentoin<strong>di</strong>vidua i requisiti soggettivi per la realizzazione <strong>di</strong> tali manufatti e le<strong>di</strong>mensioni minime delle superfici coltivate da asservire.3. Tramite regolamento potranno essere definite le con<strong>di</strong>zioni e le modalità <strong>di</strong> realizzazione<strong>di</strong> strutture precarie aperte per il ricovero provvisorio <strong>di</strong> animali e/o lo stoccaggio deiprodotti da parte dei soggetti <strong>di</strong> cui all‟art.60 della lrl12/2005.Coerenza esterna PTR +++Coerenza esterna RER +++Coerenza esterna PTCP +++Coerenza interna –+++obiettivi <strong>di</strong> pianoCoerenza interna –+++risoluzione criticitàin<strong>di</strong>viduateVariazioni in relazione alvigente PTCL‟area della collina terrazzata in<strong>di</strong>viduata dalla proposta <strong>di</strong> Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> si estendelungo i crinali del colle <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong>, con andamento nord-ovest – sud-est, e nelle aree coltivatea vigneto nei comuni <strong>di</strong> Perego e Rovagnate, in località Galbusere. Altre zone <strong>di</strong> minore estensionesono presenti in Comune <strong>di</strong> Missaglia (località Pianette) ed in Comune <strong>di</strong> Sirtori.L‟area qualifica in modo più approfon<strong>di</strong>to ambiti ad oggi genericamente inseriti nell‟ambito <strong>di</strong>collina, con la definizione <strong>di</strong> chiari obiettivi <strong>di</strong> recupero del paesaggio agrario, alla conservazionedei terrazzamenti e delle murature in pietra a secco, alle sistemazioni tipiche del paesaggio rurale.L‟ammissione della trasformazione del bosco (con salvaguar<strong>di</strong>a delel formazioni forestali <strong>di</strong> pregionautalistico e/o paesaggistico) è da considerarsi positiva anche in ragione del possibile recupero <strong>di</strong>ambienti aperti, prativi ed arbustivi, che rappresentano una delle valenze naturalistiche <strong>di</strong> rilievodell‟area settentrionale del <strong>Parco</strong> (habitat <strong>di</strong> interesse prioritario, presenze interessanti <strong>di</strong> avifauna).Le linee <strong>di</strong> pianificazione si muovo inoltre in <strong>di</strong>rezione della <strong>di</strong>versificazione del paesaggio, inquestearee a rischio <strong>di</strong> “banalizzazione” per l‟avanzare del bosco su aree incolte.143


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20106.3 SCHEMI DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI – OBIETTIVIOBIETTIVIVARIABILI AMBIENTALI DI BASEAria AcquaEnergia BeniFlora fauna Camb.Suolo eAgricolturaRumore popolazione culturali ebio<strong>di</strong>versità climaticisottosuoloe salute paesaggio1.Rafforzamento delle rete ecologica all‟interno del <strong>Parco</strong> +++ ++ ++ ++ -0 ++ ++ ++ ++2. Tutela e rafforzamento dei varchi presenti 0 ++ +++ ++ -- ++ ++ ++ ++3. Analisi della possibilità <strong>di</strong> estensione del territorio per il 0 + ++ 0 0 ++ 0 0 ++rafforzamento dei corridoi ecologici4. Governare le trasformazioni nella rete stradale ++ +++ ++ 0 0 00 +++ ++ ++5. Governare il fenomeno della fruizione 0 0 +++ 0 0 0 0 -+ 06. Aumentare i vincoli <strong>di</strong> relazione tra territorio ed e<strong>di</strong>ficato 0 0 0 0 0 ++ 0 + +++Tab. 6.5 – Valutazione degli effetti degli OBIETTIVI del Piano sulle VARIABILI AMBIENTALI DI BASE144


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010OBIETTIVI1.Rafforzamento dellerete ecologicaall‟interno del <strong>Parco</strong>2. Tutela erafforzamento deivarchi presenti3. Analisi dellapossibilità <strong>di</strong> estensionedel territorio per ilrafforzamento deicorridoi ecologici4. Governare letrasformazioni nella retestradale5. Governare ilfenomeno dellafruizione6. Aumentare i vincoli <strong>di</strong>relazione tra territorioed e<strong>di</strong>ficatoVARIABILI AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE COMPLESSETutela edTutela edAssettoevoluzione deievoluzione deiInfluenza su generale delAss.idrog. e Qualità sistemi dalRegolamentazione esistemibio<strong>di</strong>versità e paesaggio,stabilità delle punto <strong>di</strong> vistavalorizzazione delleambientali daltutela habitat e frammentazioneversanti acque eco sistemico earee agricolepunto <strong>di</strong> vistaspecie e <strong>di</strong>sturbodella retepaesaggisticoantropicoecologicaRete ecologica Produzione <strong>di</strong>e connettività CO2+ + +++ +++ -0 +++ ++ +++ ++0 ++ +++ +++ -- +++ +++ +++ 00 + +++ ++ 0 ++ ++ +++ ++0 + +++ 0 0 +++ +++ +++ +++0 + + + 0 ++ 0 0 +0 0 0 0 0 ++ +++ 0 0Tab. 6.6 – Valutazione degli effetti degli OBIETTIVI del Piano sulle VARIABILI AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE COMPLESSE145


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010VARIABILI SOCIO ECONOMICHEOBIETTIVI1.Rafforzamento dellerete ecologicaall‟interno del <strong>Parco</strong>2. Tutela erafforzamento deivarchi presenti3. Analisi dellapossibilità <strong>di</strong> estensionedel territorio per ilrafforzamento deicorridoi ecologici4. Governare letrasformazioni nella retestradale5. Governare ilfenomeno dellafruizione6. Aumentare i vincoli <strong>di</strong>relazione tra territorioed e<strong>di</strong>ficatoValorizzazionedel settoreagricolo edagro -forestaleGoverno eregolamentazionedelletrasformazioniedlizieGoverno eregolamentazione Promozione,RegolamentazioneOffertadella presenza <strong>di</strong> educazione,Fruizionedelle pastoriziaturisticastrutture <strong>di</strong>vulgazionetemporanee+ + +++ +++ -0 +++ ++0 ++ +++ +++ -- +++ +++0 + +++ ++ 0 ++ ++0 + 0 0 0 +++ +++0 + + + 0 ++ 00 0 0 0 0 ++ +++Tab. 6.7 – Valutazione degli effetti degli OBIETTIVI del Piano sulle VARIABILI SOCIO ECONOMICHE146


NORMEOBIETTIVI<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010CRITICITA‟NORME/OBIETTIVI1.Rafforzamento dellerete ecologica all‟internodel <strong>Parco</strong>2. Tutela erafforzamento dei varchipresenti3. Analisi dellapossibilità <strong>di</strong> estensionedel territorio per ilrafforzamento deicorridoi ecologici4. Governare letrasformazioni nella retestradale5. Governare ilfenomeno dellafruizione6. Aumentare i vincoli <strong>di</strong>relazione tra territorioed e<strong>di</strong>ficatoNorme generali artt. 1 -31Necessità <strong>di</strong>IncentivazioneChiarezzaproceduaraledefinireLegameagricoltura(conRealizzazioneTutela TutelaImproprietàstandard percascine – Governomarginale, Carenze riferimentoNo<strong>di</strong><strong>di</strong> struttureallevamenti corsinella vigentelaterritorio pastoriziapart-time o normative all’applicazioneirrisoltitemporaneezootecnici d’acquazonizzazionerealizzazionecircostantenondella<strong>di</strong> manufattiprofessionaleprocedura <strong>di</strong>DCA)+ + +++ +++ -0 +++ ++ ++ 0 ++ ++0 ++ +++ +++ -- +++ +++ +++ 0 +++ ++0 + +++ ++ 0 ++ ++ +++ 0 ++ ++0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 00 + + 0 0 ++ 0 0 0 0 00 0 0 0 0 ++ +++ ++ ++ ++ 0+ + + + 0 +++ ++ + ++ 0 +Norme <strong>di</strong> zona artt. 32 -45+ + + + 0 +++ ++ + 0 0 +Tab. 6.8 – Valutazione degli effetti degli OBIETTIVI/NORME del Piano sulle CRITICITA’ INDIVIDUATE147


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20106.4 INDIVIDUAZIONE DELLE CRITICITA’ E DELLE ECCELLENZEIl Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> molti altri piani componenti il quadro della pianificazioneurbanistica, assume al suo interno forti valenze ambientali e paesaggistiche.Si tratta, in sintesi, <strong>di</strong> uno strumento molto vicino a piani <strong>di</strong> gestione naturalistica, avendo comeprincipale obiettivo la tutela e la valorizzazione delle superfici tutelate.Nel complesso, il PTC analizzato risulta, come anticipato, fortemente in<strong>di</strong>rizzato verso una gestionenaturalistica e “conservazionistica” del territorio soggetto a pianificazione.Appare utile comunque, a titolo <strong>di</strong> conclusione delle valutazione effettuate sottolineare alcune tra lepiù importanti eccellenze e criticità del piano, in relazione agli aspetti ambientali e socio – economiciindagati.PUNTI DI FORZASono quasi del tutto assenti le trasformazioni urbanistiche; le possibilità <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione sono limitateall‟attività agricola, con una puntuale attenzione nei confronti della localizzazione delle struttureil Piano tutela in modo completo, per le previsioni nell‟ambito <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà dello strumento, i sistemiidrici e delle acque superficiali, con particolare riferimento al sistema delle risorgive e dei fontanilidell‟ambito <strong>di</strong> pianurail Piano contiene espliciti riferimenti al sistema <strong>di</strong> aree afferenti a Rete Natura 2000, <strong>di</strong>minuendo loscollamento tra area protetta regionale e Sito <strong>di</strong> Interesse Comunitario, ed inserisce nelle norme <strong>di</strong>piano alcuni caratteri tipici dei sistemi <strong>di</strong> gestione <strong>di</strong> Rete Natura 2000 (Zona <strong>di</strong> tutela forestale e<strong>ambientale</strong>)il Piano incontra gli obiettivi del PTCP <strong>di</strong> riqualificazione paesistica ed agricola, laddove sono ancoraforti i caratteri determinanti del paesaggio agrario legati alle attività agricole produttive (viticoltura eattività agricole sui versanti terrazzati) e <strong>di</strong> interesse paesaggistico (prati da foraggio con superfici incontrazione per invasione da parte delle cenosi forestali)viene approfon<strong>di</strong>ta la zonizzazione dell‟area a <strong>Parco</strong>, con un affinamento della ripartizione in zoneche garantisce maggiore chiarezza normativ e maggior trasparenzaviene rafforzato lo strumento della DCA (Dichiarazione <strong>di</strong> Compatibilità Ambientale), con estensionedei campi e delle casistiche <strong>di</strong> applicazioneIl Piano tutela il sistema idrico locale con prescrizioni precise e più approfon<strong>di</strong>te rispetto alla vigentenorma, con in<strong>di</strong>viduazione dl reticolo idrico superficiali a cui si applicano le norme <strong>di</strong> tutela previsteIl Piano in<strong>di</strong>vidua, attraverso le schede d‟ara <strong>di</strong> cui all‟Allegato D, le potenziali destinazioni per leZone <strong>di</strong> trasformazione migliorativa, nodo rimasto insoluto con la vigente pianificazione, fornendo lospunto attivo per l‟attivazione <strong>di</strong> collaborazioni pubblico – privato per la realizzazione <strong>di</strong> interventifattivi.CRITICITA‟ E MISURE DI MITIGAZIONEIl Piano non affronta nel dettaglio il tema della fruizione, posto come criticità <strong>di</strong> base durante la fase<strong>di</strong> analisi della pianificazione vigente, pur dotata <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> settore de<strong>di</strong>cato. Si assiste infatti ad unosquilibrio nelle presenze sul territorio del <strong>Parco</strong>, con addensamenti in luoghi e perio<strong>di</strong> circoscritti, con148


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010un turismo “mor<strong>di</strong> e fuggi” <strong>di</strong> giornata e poco qualificato.Il Piano de<strong>di</strong>ca molta attenzione all‟attività agricola, pur essendo essa potenzialmente in contrastocon la conservazione <strong>di</strong> alcuni ambiti afferenti al sistema <strong>di</strong> habitat <strong>di</strong> Rete Natura 2000.Il Piano <strong>di</strong> Gestione del SIC dovrà quin<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re la tematica a scala localeRimane debole l‟efficacia dello strumento nei confronti <strong>di</strong> alcune problematiche legate alla viabilità,alla presenza <strong>di</strong> barriere ecologiche insormontabili, al <strong>di</strong>sturbo causato dal traffico veicolare sulle<strong>di</strong>rettrici evidenziate in figura 3.25, stante anche il quadro analitico presentato dal presente stu<strong>di</strong>osulla qualità dell‟aria nell‟area del <strong>Parco</strong>.E‟ tuttavia da considerare che sulla viabilità agiscono competenze <strong>di</strong>verse, per cui la risoluzione dlproblema non è demandabile a strumenti normativi propri del <strong>Parco</strong>, quanto all‟attivazione <strong>di</strong> sinergieterritoriali (<strong>Parco</strong> – Comuni – Provincia) in grado <strong>di</strong> rideterminare l‟assetto viabilistico e dei flussi <strong>di</strong>traffico locale.Tab. 6.9 – Tabella riassuntiva – punti <strong>di</strong> forza – criticità e misure <strong>di</strong> mitigazione149


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20107 LE POSSIBILI ALTERNATIVE ALLE SCELTE DI PIANOLe norme comunitarie, nazionali e regionali che regolano il proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Valutazione AmbientaleStrategica prevedono che il Rapporto Ambientale fornisca anche gli scenari possibili dell‟ evoluzionedel territorio o dell‟ambito <strong>di</strong> influenza in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> piano.Ora, considerato che sono immaginabili infinite alternative alle scelte prospettate dal Piano, appareutile in<strong>di</strong>viduare ed analizzare alcune fra le molteplici alternative possibili.In particolare, in questo documento, si intende analizzare i due possibili estremi scenari che sipossono configurare per i territori in esame: L‟assenza <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> pianificazione omogeneo (ipotesi – SCENARIO 0) La permanenza dell‟efficacia del presente strumento <strong>di</strong> pianificazione (PTC vigente, ipotesi– SCENARIO CON PERMANENZA DELL‟ATTUALE PIANO TERRITORIALE DICOORDINAMENTO)7.1 SCENARIO 0 – ASSENZA DI PIANO Mancanza assoluta <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento a livello comprensoriale; Prevalenza dell‟iniziativa locale e <strong>di</strong>sgiunta da qualsiasi visione d‟insieme che spetta inveceal sistema “parco”; Impostazione “episo<strong>di</strong>ca” degli interventi senza alcun quadro <strong>di</strong> riferimento generale; Degrado e semplificazione del sistema bosco – agricolo– aree incolte naturali eseminaturali, con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> valori importanti per la bio<strong>di</strong>versità, la produzione, il paesaggio; Probabile aumento delle superfici boscate con aumento della “naturalità” dei luoghi, sia neifon<strong>di</strong> vallivi che sui versanti, ma con ulteriore per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ambienti utili allo sviluppo anchedella fauna selvatica (in particolare avifauna ed anfibi, specie <strong>di</strong> interesse comunitario); Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> opportunità per il settore agricolo; Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> opportunità per i settore turistico e fruitivo; Mancata gestione del bosco dal punto <strong>di</strong> vista produttivo, protettivo e fitosanitarioregolamentato; Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> opportunità economiche <strong>di</strong> accesso a misure incentivanti; Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> opportunità anche a fini energetici.7.2 SCENARIO CON PERMAMENZA DELL’ATTUALE PIANO TERRITORIALE DICOORDINAMENTONon rispondenza della attuale pianificazione agli attuali assetti <strong>di</strong> governo del territorio e <strong>di</strong>presenza <strong>di</strong> vincoli <strong>di</strong> protezione <strong>ambientale</strong> (Paro <strong>Naturale</strong> – Rete Natura 2000);150


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010 Inadeguatezza della attuale sud<strong>di</strong>visione in zone, con ambiti vasti ed in<strong>di</strong>fferenziati (Ambito<strong>di</strong> pianura), non in grado <strong>di</strong> garantire le necessarie tutele ai sistemi del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> e delSIC; Inadeguatezza <strong>di</strong> alcune soluzioni normative e previsionali rimaste inattuate sin dalla data <strong>di</strong>entrata in vigore del Piano (presenza <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti incompatibili tutt‟ora presenti, areedegradate; Aggravamento del problema dell‟ “ingovernabilità” dell‟attività e<strong>di</strong>ficatoria legata all‟attivitàagricola; Eccessiva pressione nelle aree <strong>di</strong> frangia e nell‟imme<strong>di</strong>ato intorno del <strong>Parco</strong>, con possibileincremento dell‟isolamento ecologico del comparto e ulteriore per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> connettivitàecologica, per assenza <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> regolamentazione e controllo anche degli ambitiesterni al <strong>Parco</strong>, ma ad esso connessi; Impossibilità <strong>di</strong> recepimento dei contenuti della pianificazione sovra – or<strong>di</strong>nata e <strong>di</strong> areavasta (Progetto <strong>di</strong> Rete Ecologica Regionale – RER).151


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20108 MONITORAGGIO, INDICATORI AMBIENTALI E DIPERFORMANCE8.1 INDICATORI E MONITORAGGIOPer quanto riguarda la scelta e l’adozione degli in<strong>di</strong>catori ed il sistema <strong>di</strong> monitoraggio:Si ritiene utile ricordare che il processo <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> non si esaurisce con l‟approvazione del PIF e deidocumenti <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> correlati (Rapporto Ambientale e Dichiarazione <strong>di</strong> Sintesi Finale), ma prosegueper tutta la durata del piano attraverso la fase <strong>di</strong> monitoraggio. Tale fase è volta a verificare l‟effettivoraggiungimento degli obiettivi del Piano anche me<strong>di</strong>ante l‟uso <strong>di</strong> appositi in<strong>di</strong>catori (strumenti <strong>di</strong>misura che valutano l‟effettivo successo delle scelte operate), anche al fine <strong>di</strong> apportare le eventualinecessarie correzioni al piano ed alle norme e prescrizioni in esso contenute.In particolare, il Rapporto Ambientale in<strong>di</strong>vidua una serie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori ed un sistema <strong>di</strong> monitoraggioche dovranno sod<strong>di</strong>sfare le seguenti caratteristiche fondamentali: in primis la scelta <strong>di</strong> un set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori atti a valutare la bontà delle scelte <strong>di</strong> piano e la loroefficace applicazione durante tutto il periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà del PIF. Gli in<strong>di</strong>catori selezionatisod<strong>di</strong>sfano le seguenti esigenze, considerate <strong>di</strong> fondamentale importanza:1. SEMPLICITA‟;2. EFFETTIVA APPLICABILITA‟;3. RIPETIBILITA‟;4. AFFIDABILITA‟; la strutturazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> monitoraggio che sulla base degli in<strong>di</strong>catori in<strong>di</strong>viduati siain grado <strong>di</strong> descrivere tanto la situazione <strong>di</strong> partenza (assenza <strong>di</strong> piano) e le successiveevoluzioni del contesto, valutando la congruenza delle scelte e il raggiungimento degliobiettivi, sempre tenendo in considerazione l‟ “alternativa 0” (assenza <strong>di</strong> piano) come base <strong>di</strong>partenza.Fig. 8.1 - Rapporto tra Piano, <strong>VAS</strong> e monitoraggio (Fonte: Pompilio M., 2006)152


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20108.2 INDICATORI AMBIENTALI E DI STATOINDICATORETIPO (QUANTITATIVO=Q,QUALITATIVO=QA)UNITA‟ DI MISURA INTERVALLO DI TEMPO(N° ANNI)AMBIENTE ANTROPICOIn<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> motorizzazione QT N° VEICOLI/ABITANTE 5superficiboscateappartenenti ad habitat <strong>di</strong>QT ha 5interesse comunitarioEstensionereteciclopedonale (senti eristicaQT KM/KMQ 5+ piste ciclabili)Aree sosta attrezzate QT N° 5Parcheggi QT N° 5Numero <strong>di</strong> aziende agricoleattive sul territorioQT N° 1Numero <strong>di</strong> aziende agricolead alta red<strong>di</strong>tivitàQT N° 1Numero <strong>di</strong> aziendeagrituristiche e ricettiveQT N° 1Numero <strong>di</strong> visitatori eattitu<strong>di</strong>ne (monitoraggio)QT N° 5Numero <strong>di</strong> pratiche e<strong>di</strong>lizieistruiteQT N° 1Numero <strong>di</strong> accertamenti <strong>di</strong>violazioni da parte delle GEVQT N° 1Numero <strong>di</strong> segnalazioni daparte delle GEVQT N° 1ACQUANitrati QA 5Fosfati QA 5Agenti chimici da agricoltura QA 5BOD QA 5In<strong>di</strong>ce IBE principali corsiQA 5d‟acquaNumero <strong>di</strong> scarichi attivi inQT N° 5corsi d‟acquaEstensione rete fognaria QT km 5N° utenze nonQT N° 1fornite/allacciateN° sistemi <strong>di</strong> trattamentoQT N° 1estensivi (fitodepurazione,lagunaggio etc.) edalternativi realizzati aservizio <strong>di</strong> signole utenze oaree non servite da pubblicafognaturaARIASO2 QA 5NO2 QA 5PM10 QA 5CO QA 5O3 QA 5CO2 QA 5quantitativo <strong>di</strong> carboniofissato da biomasse forestaliQT T/ANNO 5SUOLO – UTILIZZAZIONE E CONSUMOSuperficie boscata QT HA 5Superficie agricola (SAU eSAT)Superficie occupata dastrutture residenziali/areeurbanizzateSuperficie occupata daattività produttiveVariazione rapporti tra sup. aprato/pascolo e boscoSuperfici boscate <strong>di</strong> proprietàdemanialeQT HA 5QT HA 5QT HA 5QT HA/HA 5QT HA 1153


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010superfici boscate <strong>di</strong> proprietàpubblica (comuni, comunità‟QT HA 1montana etc.)Superficie boscatatrasformata a fini urbanisticiQT HA 1Superficie boscatatrasformata a fini agricoliQT HA 1N°<strong>di</strong> domande/autorizzazioni<strong>di</strong> taglio boscoQA N° 1BIODIVERSITA‟, RISORSE NATURALIElenchi floristici e check-listvegetazioneQA 5Check-list fauna QA 5Stato habitat Rete Natura2000 (estensione, stato <strong>di</strong>QA 5conservazioneN° biotopi <strong>di</strong> rilievonaturalistico ed <strong>ambientale</strong>QT 5Tab. 8.1 – In<strong>di</strong>catori ambientali e <strong>di</strong> stato154


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20109 STUDIO DI INCIDENZA DEL PIANO SUI SITI DI RETE NATURA20009.1 PREMESSALa procedura <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza è uno strumento previsto dal quadro normativo <strong>di</strong> tuteladella Rete Natura 2000, degli habitat e delle specie <strong>di</strong> interesse comunitario, al fine <strong>di</strong> tutelare laRete Natura 2000 dal degrado o comunque da perturbazioni esterne che potrebbero avereripercussioni negative.Sono sottoposti a valutazione <strong>di</strong> incidenza tutti i piani o progetti non <strong>di</strong>rettamente connessi enecessari alla gestione del siti <strong>di</strong> Rete Natura 2000 ma che possono avere incidenzesignificative su <strong>di</strong> essi.Allo stesso modo, sono sottoposti a valutazione <strong>di</strong> incidenza tutti i piani e/o progetti che, pur agendoo essendo localizzati anche esternamente al sito <strong>di</strong> Rete Natura 2000 (SIC o ZPS), possono avere einfluenza anche in<strong>di</strong>retta sul sito stesso.I principali riferimenti normativi a livello comunitario, nazionale e regionale che regolano i processi <strong>di</strong>valutazione sono: Direttiva Habitat 92/43 CE, art. 6; DPR 357/1997 (in particolare l‟allegato G che definisce forme e contenuti dello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>incidenza); DPR 120/2003, a mo<strong>di</strong>fica del DPR 357/1997; DGR Regione Lombar<strong>di</strong>a, 8 agosto 2003 n° 7/14106;9.2 SITI DI “RETE NATURA 2000” INTERESSATI DAL PIANO E LORO CARATTERISTICHECo<strong>di</strong>ce Regione biogeogaficaNome Ente gestore Superficie (ha)IT2030006 Continentale Valle Santa Croce e <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del1217,0Valle CuroneCuroneTab. 9.1 – Descrizione del SIC IT20300069.3 TIPOLOGIE DI HABITAT DI RETE NATURA 2000 PRESENTI E LORO DESCRIZIONECo<strong>di</strong>ce habitat Descrizione Estensione (ha) Prioritario91E0 *Boschi alluvionali ad ontano nero, ontano bianco, salice bianco 1,1 X9160 Querceti <strong>di</strong> Stellario - Carpinetum 55,691H0 *Boschi pannonici <strong>di</strong> Quercus pubescens 76,6 X91L0 Foreste illiriche <strong>di</strong> querce e carpini 86,89260 Foreste <strong>di</strong> Castanea sativa 236,27220 *Cratoneurion - Sorgenti petrificanti con formazione <strong>di</strong> tufo 5,1 X6510 Prati Magri - Praterie magre da fieno a bassa altitu<strong>di</strong>ne 156,56210Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte <strong>di</strong> cespugli susubstrato calcareo (Festuco-Brometalia)12155


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Fig. 9.1 – localizzazione SIC e habitat156


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 201091E0 *Boschi Alluvionali ad ontano nero, ontano bianco, salice bianco (prioritario)Struttura ed ecologia della vegetazioneSi tratta <strong>di</strong> boschi ripari che si presentano fisionomicamente come ontanete a ontano nero (Alnusglutinosa), con o senza frassino maggiore (Fraxinus excelsior); ontanete a ontano bianco (Alnusincana) e saliceti arborei o arbustivi a salice bianco (Salix alba) e/o S. triandra. Le ontanete a ontanonero riparie mostrano uno strato arboreo sviluppato, con coperture comprese tra il 50 e il 90% e conin<strong>di</strong>vidui alti me<strong>di</strong>amente 20-22 m. Gli strati arbustivi presentano coperture variabili tra il 20 e il 60%,mentre lo strato erbaceo presenta coperture variabili tra il 30 e il 70% circa.Sono presenti anche ontanete a ontano nero, strutturalmente meno complesse, in cui la coperturaarborea è inferiore, generalmente intorno al 30-35%, così come anche la copertura arbustiva, cheoscilla intorno al 20%. I saliceti arborei presentano uno strato arboreo con coperture me<strong>di</strong>e del 40%e altezze me<strong>di</strong>e pari a 20 m; gli strati arbustivi sono scarsamente sviluppati, con coperture oscillantiintorno a non più del 5%; lo strato erbaceo risulta, invece, molto sviluppato, con coperture intorno al90% e altezza me<strong>di</strong>a pari a circa 75 cm. I saliceti arbustivi sono praticamente privi <strong>di</strong> strato arboreo,mentre la copertura arbustiva stessa arriva a valori del 70% e la copertura erbacea è scarsa, convalori del 5% circa.Inquadramento fitosociologicoL‟alleanza Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et Wallisch 1928 è collocata nell‟or<strong>di</strong>ne Fagetaliasylvaticae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928 e nella classe Querce-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger inVlieger 1937. L‟alleanza Salicion albae Soó 1930 è inquadrata nell‟or<strong>di</strong>ne Salicetalia purpureae Moor1958 e nella classe Salicetea purpureae Moor 1958. Le ontanete a ontano nero, strutturalmente piùcomplesse, possono essere ricondotte all’Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928 (sin.Alno-Ulmion; Alno-Pa<strong>di</strong>on); in particolare le ontanete con Fraxinus excelsior e Carex remotapossono essere attribuite al Carici remotae-Fraxinetum Koch ex Faber 1936. Le ontanete a ontanonero, strutturalmente meno complesse, possono invece essere ricondotte all’Alnion glutinosae(Malcuit 1929) Meijer-Drees 1936 e alle associazioni Osmundo-Alnetum glutinosae Vanden Berghen1971, Carici elongatae-Alnetum W. Koch 1926 et R. Tx. 1931 e Carici acutiformis-Alnetumglutinosae Scamoni 1935. L’Alnion glutinosae è inquadrato, a sua volta, nell‟or<strong>di</strong>ne Alnetaliaglutinosae R. Tx. 1937 em. Th. Müller et Görs 1958 e nella classe Alnetea glutinosae Br.-Bl. et Tx.1943. Le ontanete a ontano bianco possono essere ricondotte alla sub-alleanza Alnenion glutinosoincanaeOberd. 1953, appartenente all’Alnion incanae. I saliceti arborei e arbustivi a Salix alba eSalix triandra possono essere ricondotti al Salicion albae Soó 1930; in particolare i saliceti arbustivi aSalix triandra possono essere attribuiti al Salicetum triandrae Malcuit ex Noirfalise in Lebrun et al.1955.Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliGeneralmente le cenosi riparie sopra descritte rimangono stabili fino a quando non mutano lecon<strong>di</strong>zioni idrologiche delle stazioni sulle quali si sviluppano; in caso <strong>di</strong> allagamenti più frequenti con157


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010permanenze durature <strong>di</strong> acqua affiorante tendono a regre<strong>di</strong>re verso formazioni erbacee; in caso <strong>di</strong>allagamenti sempre meno frequenti tendono ad evolvere verso cenosi mesofile più stabili.In<strong>di</strong>cazioni gestionaliQuesto tipo <strong>di</strong> habitat è soggetto a progressivo interramento. L'abbassamento della falda acquiferaed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionalipresenti e, <strong>di</strong> conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Pertanto si evidenzia la necessità <strong>di</strong> unaperio<strong>di</strong>ca manutenzione sia per preservare gli elementi forestali, sia per impe<strong>di</strong>re l'interramento dellerisorgive presenti. I trattamenti selvicolturali non dovrebbero mai scoprire eccessivamente lo stratoarboreo al fine <strong>di</strong> evitare il persistente pericolo <strong>di</strong> invasione da parte <strong>di</strong> specie esotiche.9160 Querceti <strong>di</strong> Stellario – CarpinetumStruttura ed ecologia della vegetazioneBoschi a quercia e carpino bianco tipici della pianura e del piano collinare. Generalmente gli stratipiù sviluppati sono quelli arboreo ed erbaceo, mentre gli strati arbustivi risultano variabili in relazionealla gestione del bosco; in ogni caso la loro copertura è sovente bassa. E‟ sempre abbondante lapresenza <strong>di</strong> geofite a fioritura primaverile.La flora <strong>di</strong> queste foreste ha una <strong>di</strong>stribuzione geografica prevalentemente <strong>di</strong> tipo centro-europeo,europeo-occidentale e atlantico. Il sottobosco è dato da specie che necessitano <strong>di</strong> un ambientefresco e ombroso,I boschi ascrivibili al Carpinion betuli, sono presenti nell‟alta Pianura Padana e nelle a<strong>di</strong>acenti colline.Si sviluppano su suoli subaci<strong>di</strong>, maturi, ben drenati, ricchi <strong>di</strong> humus e sono caratterizzati. Data lafertilità dei suoli, quasi tutte le foreste <strong>di</strong> questi tipo sono state eliminate per sostituirle con lecoltivazioni agrarie; per cui attualmente sono molto rari i resti <strong>di</strong> queste formazioni.Inquadramento fitosociologicocl. Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vl. 1937ord. Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928all. Carpinion betuli Issler 1931ass. Salvio glutinosae-Fraxinetum Ob. 1964 (pro parte)Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliSi tratta <strong>di</strong> vegetazioni stabili in equilibrio con le con<strong>di</strong>zioni climatiche. Tuttavia, l‟interventoselvicolturale può favorire l‟ingresso e la persistenza <strong>di</strong> specie esotiche attraverso la creazione <strong>di</strong>chiarie boschive colonizzate con successo da robinia e prugnolo tar<strong>di</strong>vo, che impe<strong>di</strong>sconol‟inse<strong>di</strong>amento e il rinnovo <strong>di</strong> querce e carpini.In<strong>di</strong>cazioni gestionali158


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Poiché la maggior parte delle cenosi boschive planiziali e collinari a querce e carpino bianco è statasostituita da boschi <strong>di</strong> castagno in collina e da coltivazioni o centri abitati in pianura, i lembi relitti <strong>di</strong>querco-carpineto dovrebbero essere gestiti con finalità conservative, rispettando gli equilibri ecologicitra le specie.Sono consigliabili interventi finalizzati al contenimento e alla <strong>di</strong>ffusione delle specie legnose esotiche,Robinia pseudacacia e Prunus serotina in particolare.Caso per caso andrebbe poi valutato il mantenimento della necromassa. La conservazione del legnomorto appare infatti rivestire un ruolo essenziale nel mantenimento e valorizzazione dellabio<strong>di</strong>versità forestale91HO *Boschi pannonici <strong>di</strong> quercus pubescens (prioritario)Struttura ed ecologia della vegetazioneI boschi si presentano articolati in uno strato arboreo, rado e solitamente monoplano, un buonostrato arbustivo, sia alto sia basso, ed uno strato erbaceo ricco in specie. Si impostano nelle stazionipiù assolate ed aride, su suoli superficiali e con frequenti affioramenti rocciosi. Nel territorio dellaprovincia le formazioni sono prevalentemente localizzate sui substrati se<strong>di</strong>mentari, in particolare suquelli carbonatici.Inquadramento fitosociologicoQuesta tipologia viene inquadrata nell‟or<strong>di</strong>ne Quercetalia pubescentis Klika 1933. Syn.: Quercetaliapubescentis Br.-Bl. 1931.Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliLe formazioni ad alto fusto a dominanza <strong>di</strong> roverella tendono a costituire vegetazione climax. Glista<strong>di</strong> <strong>di</strong>namici seriali dei boschi <strong>di</strong> roverella comprendono i prati ari<strong>di</strong> steppici (Brometalia eFestucetalia vallesiacae), le vegetazioni <strong>di</strong> orlo e mantello dei Trifolio-Geranietea e i cespuglietitermofili dei Prunetalia (PIGNATTI, 1998).In<strong>di</strong>cazioni gestionaliPer evitare i fenomeni <strong>di</strong> degradazione dovuti a sovrapascolo ed incen<strong>di</strong>o sarebbe auspicabili unapianificazione antincen<strong>di</strong>o, soprattutto durante i perio<strong>di</strong> critici, oltre alla sospensione e/oregolamentazione del pascolo in bosco.91L0 Foreste illiriche <strong>di</strong> querce e carpiniStruttura ed ecologia della vegetazioneIl tipo comprende sia querceti collinari a rovere, sia ostrieti con carpino bianco.I querceti sono meso-termofili, impostati su substrati <strong>di</strong> tipo calcareo-marnoso argillitico, marnoso esu suoli profon<strong>di</strong> e umi<strong>di</strong>, in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o versante. Si tratta <strong>di</strong> cenosi caratterizzate da uno159


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010strato arboreo con coperture elevate e composto essenzialmente da rovere. Gli strati arbustivi sonoabbondanti e ricchi in specie, mentre lo strato erbaceo ha un buon sviluppo. Abbondante, in talicenosi, è la presenza <strong>di</strong> geofite a fioritura primaverile.Gli ostrieti sono mesofili, impostati su substrati carbonatici, calcari marnosi e arenarie, su me<strong>di</strong>oversante o in prossimità <strong>di</strong> vallecole inforrate. Lo strato arboreo è plurispecifico e mostra copertureme<strong>di</strong>e molto elevate. Anche gli strati arbustivi ed erbacei sono ben sviluppati.In tali boschi compaiono specie a <strong>di</strong>stribuzione sud-est europea e/o illirica.Inquadramento fitosociologicocl. Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vl. 1937ord. Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928all. Erythronio-Carpinion (Horvat 1938) MarincekTendenze <strong>di</strong>namiche naturaliI rovereti sono formazioni stabili.Gli ostrieti sono generalmente ceduati; l‟abbandono della ceduazione favorirebbe il ritorno del boscoverso forme dominate dalle specie arboree mesofile (carpino bianco, aceri, querce). Habitat dellaRegione Lombar<strong>di</strong>a: 91L0 Habitat della Regione Lombar<strong>di</strong>a: 91L0.In<strong>di</strong>cazioni gestionaliPer quanto riguarda i rovereti, si tratta <strong>di</strong> formazioni boschive ad elevato valore naturalistico in cui gliinterventi colturali dovrebbero favorire i processi <strong>di</strong>namici in atto. Lo sta<strong>di</strong>o climax <strong>di</strong> questeformazioni è infatti rappresentato, tra le altre cose, da una maggiore aliquota <strong>di</strong> farnia e carpinobianco. Si dovrà quin<strong>di</strong> perseguire la conversione all‟alto fusto nei cedui maggiormente invecchiati,associata ad interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento a carico del castagno, della quercia rossa e in misura minoreanche della robinia. Andrebbe inoltre favorito, a fini ecologico-faunistici, il mantenimento <strong>di</strong> alcunepiante morte in pie<strong>di</strong> o a terra (5-10/ha).Per quanto riguarda gli ostrieti, la gestione dovrebbe seguire le tecniche della silvicolturanaturalistica tendendo <strong>di</strong> regola all‟alto fusto <strong>di</strong>setaneo, a struttura ben articolata e a composizionearborea mista (favorendo comunque, dove possibile, la farnia o il cerro).Dove le con<strong>di</strong>zioni stazionali non lo consentono, ovvero dove il suolo non è in grado <strong>di</strong> sostenere unsoprassuolo forestale pesante, è consigliabile il governo a ceduo, a salvaguar<strong>di</strong>a da franamenti esuccessiva erosione.La gestione dovrebbe perseguire la salvaguar<strong>di</strong>a dei microhabitat che ospitano le specie erbacee piùsignificative e il mantenimento <strong>di</strong> un abbondante strato del sottobosco, favorendo la bio<strong>di</strong>versitàvegetale: a tal fine la compagine boschiva dovrebbe essere mantenuta a densità modesta, pena lascomparsa <strong>di</strong> molti elementi caratterizzanti che soffrono l‟eccessivo aduggiamento, conservando leradure. Andrebbe inoltre favorito il mantenimento <strong>di</strong> alberi vetusti.9260 Foreste <strong>di</strong> Castanea sativa160


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Struttura ed ecologia della vegetazioneComprende castagneti da frutto e da taglio da secoli coltivati, <strong>di</strong>ffusi e utilizzati dall‟uomo, ma ora ingran parte abbandonati. Lo strato arboreo è ben sviluppato; gli strati arbustivi sono variabili, ma ingenerale ridotti; lo strato erbaceo è generalmente ben sviluppato.I castagneti alpini occupano perlopiù substrati silicatici alterabili; quelli appenninici, occupanoperlopiù substrati arenacei o arenaceo-marnosi.Inquadramento fitosociologicoCastagneti esalpici e mesalpicicl. Querco-Fagetea Br.-Bl. et Vlieger in Vlieger 1937ord. Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski et al. 1928all. Carpinion betuli Issler 1931ass. Arunco-Fraxinetum castanosum Ellemberg e Klotzli 1972ass. Cruciato glabrae-Quercetum castanosum Ellemberg e Klotzli1972ord. Quercetalia roboris Tüxen 1931all. Quercion robori-petraeae Br.-Bl. 1937ass. Phyteumati betonicifolii-Quercetum petraeae Ellenberg & Klötzli 1972Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliCenosi forestali che sul lungo termine, in assenza <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> manutenzione e <strong>di</strong> conservazionetendono a egradarsi e a essere sostituiti, almeno in parte, da altre specie legnose e erbacee.In<strong>di</strong>cazioni gestionaliLa gestione delle formazioni a castagno, in quanto specie dalla forte valenza culturale e produttiva,può essere articolata lungo tre <strong>di</strong>rezioni:Recupero selve castanili, un tempo coltivate per la produzione della castagna e attualmente in stato<strong>di</strong> abbandono, eseguendo interventi colturali capaci <strong>di</strong> consentire la ripresa della produzione e allastesso tempo l‟incremento del valore paesaggistico delle formazioni, quali: potatura dei rami colpitida cancro colorato, risagomatura delle chiome al fine <strong>di</strong> facilitare la raccolta, taglio dei rami non piùproduttivi.Conversione all‟alto fusto delle formazioni trattate a ceduo, salvaguardando e favorendo le speciemesofile quali: rovere, carpino bianco, acero montano. Particolare attenzione deve essere riservataalla lotta al Cancro del castagnoe alle specie esotiche; per impe<strong>di</strong>re l‟ingresso della robinia e <strong>di</strong> altre esotiche bisogna evitarel‟apertura <strong>di</strong> radure troppo vaste.Mantenimento del governo a ceduo nelle aree in cui non appare perseguibile la conversione a ceduoper povertà del suolo, mancanza <strong>di</strong> interesse del proprietario, forte contaminazione da cancrocolorato.161


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Infine è necessario preservare l‟habitat dal rischio incen<strong>di</strong>o; infatti le statistiche in<strong>di</strong>cano che taleevento nei castagneti è me<strong>di</strong>amente alto.7220 *Cratoneurion – Sorgenti petrificanti con formazione <strong>di</strong> tufo (prioritario)Struttura ed ecologia della vegetazioneSono colonie <strong>di</strong> muschi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse specie, tra le quali prevale Cratoneuron commutatum. Talora sonoanche presenti sparse specie vascolari degli ambienti umi<strong>di</strong>, come Pinguicola vulgaris e Saxifragaaizoides. In genere, la bio<strong>di</strong>versità specifica è bassa.L‟aggruppamento forma cuscinetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni varie che, tuttavia, si possono estendere anche peralcune decine <strong>di</strong> metri. Le incrostazioni <strong>di</strong> tufo sono l‟elemento maggiormente appariscente.Normalmente, sono formazioni <strong>di</strong>sposte lungo pen<strong>di</strong>i stillici<strong>di</strong>osi con acque dure, vicino a sorgenti osui margini dei ruscelli.Inquadramento fitosociologicoL‟attribuzione fitosociologica è già presente nella definizione dell‟habitat e fa riferimento adassociazioni appartenenti all‟alleanza Cratoneurion commutati W. Koch 28 (or<strong>di</strong>ne Montio-Cardaminetalia Br. Bl et Tx. 43). Queste comunità sono poco stu<strong>di</strong>ate, perché presuppongonoconoscenze floristiche specialistiche e la loro in<strong>di</strong>viduazione è prevalentemente fisionomica.Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliIn assenza <strong>di</strong> manomissioni, il fenomeno della pietrificazione del substrato si consolida; in qualchecaso è possibile anche un allargamento spaziale del fenomeno.In<strong>di</strong>cazioni gestionaliLo stato <strong>di</strong> conservazione è in genere buono e, date le ridotte <strong>di</strong>mensioni, è legato al rispetto degliambienti circostanti e alla non alterazione della quantità <strong>di</strong> acqua che genera gli stillici<strong>di</strong>.6510 Prati magri –Praterie magre da fieno a bassa altitu<strong>di</strong>neStruttura ed ecologia della vegetazionePraterie continue mesofile dominate da emicriptofite cespitose e scapose.Inquadramento fitosociologicoL‟habitat è inquadrato come <strong>di</strong> seguito:cl. Molinio-Arrhenatheretea R. Tx. 1937 em. R. Tx. 1970ord. Arrhenatheretalia R. Tx. 1931all. Arrhenatherion Koch 1926Ci sono anche penetrazioni <strong>di</strong> specie dei Molinietalia Koch 1926, soprattutto nelle stazioni conristagni d‟acqua stagionali.162


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliComunità conservate dalle pratiche colturali del taglio e della concimazione. Se abbandonate inmontagna sono invase da piante legnose arbustive seguite da alberi dei boschi <strong>di</strong> latifogliecircostanti (Tilio-Acerion, Carpinion, Alnion glutinoso-incanae), in pianura spesso sostituite con altrecoltivazioni (seminativi, colture arboree).In<strong>di</strong>cazioni gestionaliNei limiti concessi dall‟economia locale si ritiene utile la continuazione delle pratiche colturali per laconservazione della bio<strong>di</strong>versità. Diversamente è in casi <strong>di</strong> completo abbandono, risulta necessarioprogrammare un ripristino del bosco ecologicamente compatibile.6210 Formazioni erbose secche semi naturali e facies coperte da cespugli su substratocalcareoStruttura ed ecologia della vegetazioneQuesto habitat comprende prati e pascoli secchi <strong>di</strong>ffusi dal piano planiziale a quello montano.Conseguentemente, lo strato erbaceo risulta molto sviluppato, con coperture generalmentecomprese tra il 70 e il 100%. Può altresì essere presente o meno uno strato arbustivo, generalmentebasso (non superiore a 1,75 m), che presenta coperture non superiori al 30-40%.Si tratta comunque tipicamente <strong>di</strong> praterie, con lo strato erbaceo dominato da emicriptofite, congeofite e con piccole camefite. La presenza <strong>di</strong> uno strato legnoso, alto e/o basso arbustivo, èdeterminato solitamente dalla sospensione dell‟uso pastorale da molto tempo.Tendenze <strong>di</strong>namiche naturaliComunità in parte durevoli (su suoli con accentuata rocciosità), ma in genere soggette allapenetrazione <strong>di</strong> specie legnose adatte ai suoli poveri e ari<strong>di</strong> come Pinus sylvestris, Quercuspubescens, Ligustrum vulgare o arbusti (Rosa spp., Amelanchier ovalis).I brometi e, in generale, le cenosi dei Festuco-Brometea possono evolvere, dapprima, versoformazioni arbustive termofile o meso-xerofile dei Rhamno-Prunetea e, successivamente, versoformazioni forestali più complesse rappresentate perlopiù da querceti termofili a roverella e/o cerro,ostrieti termofili, castagneti termofili, ascrivibili ai Quercetalia pubescenti-petraeae, e talvolta ancheda querceti mesofili del Carpinion betuli. Questo processo evolutivo può richiedere da 10-15 anni,per l‟affermazione delle cenosi arbustive, a 70 e più anni, per l‟affermazione delle cenosi forestali.In<strong>di</strong>cazioni gestionaliData la naturale propensione dei brometi a evolvere verso formazioni arbustive e, quin<strong>di</strong>, arboree, laloro gestione dovrebbe tendere a mantenere la libertà <strong>di</strong> evoluzione. Costituiscono, tuttavia,un‟eccezione i brometi che ospitano elementi floristici pregiati, quali appunto le orchidee, la cuievoluzione naturale porterebbe alla scomparsa <strong>di</strong> tali elementi; in questi casi la gestione dovrebbe163


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010tendere a conservare il brometo, impedendone l‟evoluzione, attraverso tagli ed, eventualmente, unleggero pascolamento.La pratica dello sfalcio (Mesobromion) o del pascolo ha mantenuto a lungo le con<strong>di</strong>zioni favorevoliper la conservazione <strong>di</strong> specie steppiche o eurime<strong>di</strong>terranee e nel complesso anche una elevatabio<strong>di</strong>versità. Dove queste pratiche sono state sospese sono in atto successioni <strong>di</strong>namiche cheporteranno alla formazione del bosco, con evidente per<strong>di</strong>ta della componente floristica eliofila e deisuoli basici. Questa constatazione deve orientare le scelte locali per la conservazione dell‟habitat. Siescludono comunque movimenti <strong>di</strong> terra o rimboschimenti in assenza <strong>di</strong> attente valutazioni <strong>di</strong> caso incaso.9.4 PRINCIPALI SPECIE ANIMALI DI INTERESSE COMUNITARIO E/O CONSERVAZIONISTICOPRESENTI(U:uccelli, R: Rettili, M: mammiferi, A: anfibi, P: pesci, I: invertebrati)(All. 1 DIR 79/409/CEE, * prioritario): Pernis apivorus U; Alcedo attis U; Ficedula albicollis U; Lanius collurio U.(All. 2 DIR 92/43/CEE, * prioritario): Barbastella barbastellus M; Triturus carnifex A; Rana latastei A; Austropotamobius pallipes I; Leuciscus souffia P; Cobitis taenia P; Cerambix cerdo I; Lucanus cervus I.9.5 CARATTERI GENERALI DEL PIANOLa presente Valutazione <strong>di</strong> Incidenza <strong>ambientale</strong> è parte integrante del Rapporto Ambientale partedel proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>VAS</strong> della variante generale al Piano territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento dl <strong>Parco</strong> <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone.Il PTC è lo strumento <strong>di</strong> gestione e pianificazione del <strong>Parco</strong> previsto dalla vigente normativa inmateria <strong>di</strong> aree protette regionali (L.R. 86/83) ed è uno strumento volto alla tutela naturalistica epaesaggistica delle aree soggette alla normativa <strong>di</strong> piano.Per tali motivi, si tratta <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> gestione affine agli obiettivi <strong>di</strong> conservazione propri dei siti<strong>di</strong> Rete Natura 2000.164


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010E‟ tuttavia possibile che alcune previsioni <strong>di</strong> piano siano in contrasto con obiettivi <strong>di</strong> conservazionelocalizzati, ed è quin<strong>di</strong> necessario un successivo approfon<strong>di</strong>mento che si colloca all‟interno delproce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> incidenza.La variante generale al PTC del <strong>Parco</strong> <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone prevede unaffinamento della sud<strong>di</strong>visione del territorio in zone che si <strong>di</strong>fferenzia in alcuni casi anchesostanzialmente dalla sud<strong>di</strong>visione in zone ad oggi vigente.Inoltre, l‟introduzione dell‟area <strong>di</strong> parco naturale comporta una sensibile variazione negli assettiterritoriali, con un aumento delle attenzioni e del livello <strong>di</strong> tutela per una gran parte del territorio delparco ( la zona <strong>di</strong> parco naturale, appunto, entro cui ricade per buona parte il SIC.La tabella riportata nella pagina seguente evidenzia la ripartizione della superficie del SIC secondola sud<strong>di</strong>visione in zone proposta dal Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.In questa sede verranno presi in considerazione solo i possibili effetti generati dalla presenza <strong>di</strong> zoneafferenti alle aree <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, demandando ad altro documento lo stu<strong>di</strong>o dell‟incidenza dellasud<strong>di</strong>visione in zone prevista dal Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.Denominazione zona e area <strong>di</strong> appartenenza (<strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> o<strong>Parco</strong> Regionale)Superficie in ettariAggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione 3,281parco naturale 1,704parco regionale 1,577Complessi <strong>di</strong> notevole valore storico-culturale ed <strong>ambientale</strong> 1,341parco naturale 1,341Zona agricola del pianalto 13,942parco naturale 13,942Zona agricola della collina terrazzata 122,776parco naturale 122,776Zona agricola delle valli alluvionali 82,36parco naturale 82,36Zona agricola <strong>di</strong> collina 35,123parco regionale 35,108Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 386,361parco naturale 386,361Zona agricola <strong>di</strong> pianura 7,027parco naturale 2,368parco regionale 4,659Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata 8,365parco regionale 8,365Zona <strong>di</strong> interesse paesaggistico del colle <strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> 34,567parco regionale 34,567Zona <strong>di</strong> trasformazione migliorativa 16,837parco naturale 11,076parco regionale 5,761Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 497,992165


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010parco naturale 497,992Zona per gli inse<strong>di</strong>amenti agricoli <strong>di</strong> residenza e produzione 0,175parco naturale 0,175Totale complessivo 1210,147Tab. 9.1 – Ripartizione della superficie del SIC secondo la sud<strong>di</strong>visione in zona proposta dalla variante al PTCDalla tabella sopra riportata si evidenzia che le superfici maggiori del SIC ricadono in aree <strong>di</strong>maggiore o assoluta tutela (zona <strong>di</strong> tutela forestale e <strong>ambientale</strong> del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, Zona agricola <strong>di</strong>collina del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>, Zona agricola della collina terrazzata del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.Come già riferito durante l‟analisi effettuata per zone (schede d‟ambito), il Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>contiene all‟internodei propri <strong>di</strong>sposti delle norme già efficaci alla tutela <strong>di</strong> habitat e specie delsistema <strong>di</strong> Rete Natura 2000.Il rimando inoltre a specifico Piano <strong>di</strong> Gestione del SIC IT 2030006 (in corso <strong>di</strong> redazione almomento <strong>di</strong> stesura del presente documento <strong>di</strong> valutazione), garantisce una piena rispondenza agliobiettivi e ai contenuti dell Dir. 92/43/CE (Direttiva Habitat). Per un ulteriore approfon<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong>seguito vengono condotte una serie <strong>di</strong> analisi della ricaduta della sud<strong>di</strong>visione in zone prevista dalPiano del <strong>Parco</strong> Natuale per singolo habitat, al fine <strong>di</strong> poter delineare i potenziali scenari <strong>di</strong> impatto.9.6 EFFETTI DEL PIANO SUL SITO - HABITATPer l‟analisi degli impatti potenzialmente generati dalle previsioni <strong>di</strong> Piano sul SIC, si è deciso <strong>di</strong>procedere in<strong>di</strong>viduando dapprima i possibili impatti sugli habitat e quin<strong>di</strong>, in separata sede, sullespecie animali.Di seguito viene quin<strong>di</strong> fornita un‟analisi delle ricadute della sud<strong>di</strong>visione in zone prevista dal Piano(Tavola 1), per singolo habitat, con un commento per ogni risultato.Si riba<strong>di</strong>sce che, in questa sede, l‟analisi viene effettuata per le sole zone ricadenti in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong>Regionale.In tabella viene in<strong>di</strong>cato schematicamente il livello <strong>di</strong> impatto prodotto dalla norma che agisce sullazona <strong>di</strong> piano:impatto potenziale positivoImpatto potenziale nulloImpatto potenziale moderatamente negativoImpatto potenziale negativoTab. 9.3 - Livello <strong>di</strong> impatto prodotto dalla norma che agisce sulla zona <strong>di</strong> piano:Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie in ettari6210 Formazioni erbose secche seminaturalie facies coperte <strong>di</strong> cespugli su substratocalcareo (Festuco-Brometalia) 11,908Effettogenerato166


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Zona agricola della collina terrazzata 11,771parco naturale 11,771Zona agricola <strong>di</strong> collina 0,084parco regionale 0,084Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 0,053parco naturale 0,053Tab. 9.4 – zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 6210L‟impatto moderatamente negativo può essere determinato dall‟incidenza <strong>di</strong> alcune pratiche agricoleinterferenti con l‟habitat 6210.Ci si riferisce in particolare alle attività legate alla viticoltura, <strong>di</strong>ffusa nel territorio del <strong>Parco</strong> in areacollinare e spesso in ambiti in cui la presenza del vigneto si sovrappone alla presenza dell‟habitat6210.I singoli interventi condotti nelle Zone agricole <strong>di</strong> collina ed interferenti con l’habitat 6210dovranno quin<strong>di</strong> essere supportati dalla procedura <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Incidenza che valuti afondo ogni possibile impatto dell’intervento, con particolare attenzione rivolta alla conservazionedelle aree <strong>di</strong> maggior pregio occupate dell‟habitat 6210.Una eccessiva semplificazione dell‟ eco – mosaico prodotto dalle attività agricole, potrebbe inoltreportare alal riduzione <strong>di</strong> alcuni caratteri ambientali determinanti per la presenza <strong>di</strong> specie faunistiche<strong>di</strong> interesse, che trovano nelle praterie magre anche parzialmente arbustate un habitat ideale(Lanius collurio).E‟ tuttavia testimoniato dagli stu<strong>di</strong> in corso (Brusa, comunicazione personale, settembre 2010), chela presenza del vigneto non incide negativamente sulla composizione floristica delle aree prativepresenti sui piani e sulle alzate delle scarpate, mentre un effetto negativo è attribuibile all‟attuazionedei trattamenti <strong>di</strong> lotta obbligatoria nei confronti <strong>di</strong> Scaphoideus titanus, vettore del fitoplasma dellaFlavescenza dorata, soprattutto per quanto riguarda la presenza <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> entomofauna, legataanche all‟attività predatoria <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong> avifuna che frequentano l‟area dei prati magri.E‟ invece da considerarsi positiva la possibilità prevista della trasformazione del bosco per unrecupero delle aree terrazzate, anche in ragione <strong>di</strong> un possibile re-instaurarsi dell‟habitat su superficicolonizzate da cenosi forestali a causa dell‟abbandono delle piane coltivate.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie in ettari6510 - Prati Magri - Praterie magre da fieno abassa altitu<strong>di</strong>ne 156,575Aggregati storici e nuclei <strong>di</strong> antica formazione 0,314parco naturale 0,281parco regionale 0,033Zona agricola del pianalto 1,115parco naturale 1,115Zona agricola della collina terrazzata 25,079Effettogenerato167


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010parco naturale 25,079Zona agricola delle valli alluvionali 1,878parco naturale 1,878Zona agricola <strong>di</strong> collina 6,122parco regionale 6,122Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 107,313parco naturale 107,313Zona agricola <strong>di</strong> pianura 0,02parco regionale 0,02Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata 0,388parco regionale 0,388Zona <strong>di</strong> interesse paesaggistico del colle <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> 4,997parco regionale 4,997Zona <strong>di</strong> trasformazione migliorativa 0,415parco naturale 0,403parco regionale 0,012Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 8,934parco naturale 8,934Tab. 9.5 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 6510La quasi totalità delle aree ricadenti nell‟habitat 6510 ricadono in zone agricole, o in zone <strong>di</strong>conservazione dei caratteri del paesaggio che non consentono trasformazioni del territorio né lanuova e<strong>di</strong>ficazione, a garanzia <strong>di</strong> tutela delle superfici a prato.La maggior parte delle superfici a prato dell‟habitat 6510 ricadono inoltre in zone <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>,E‟ da considerare che l‟habitat 6510 è legato alla presenza <strong>di</strong> cenosi prative stabili che generalmentenon vengono trasformate per uso agricolo, proprio per i caratteri <strong>di</strong> stabilità e permanenza propridelle formazioni prative da pascolo e da foraggio.Particolarmente importante poi, risulta essere la presenza della norma inserita dal Piano del <strong>Parco</strong><strong>Naturale</strong> e vigente nelle zone agricole delle valli alluvionali (art. 22, lett.a delle NTA), che prevede latutela <strong>di</strong> canali, risorgive e fontanili me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> fascie coltivate a solo prato. In talsenso, potrebbe essere preve<strong>di</strong>bile un aumento della superficie occupata dall‟ habitat 6510 in aree <strong>di</strong>pianura, con arricchimento della funzionalità ecologica dell‟ ambito.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari7220 - *Cratoneurion - Sorgenti petrificanticon formazione <strong>di</strong> tufo 4,981Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 4,981parco naturale 4,981Effetto generatoTab. 9.6 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 7220168


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010L‟habitat, <strong>di</strong> estremo interesse, ricade totalmente in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.Oltre alle formazioni <strong>di</strong> travertino tipiche dell‟habitat, le stazioni dei corsi d‟acqua con presenza <strong>di</strong>travertini risultano essere importanti anche dal punto <strong>di</strong> vista faunistico (sono infatti presentinumerose colonie <strong>di</strong> Gambero <strong>di</strong> fiume – Austropotamobius pallipes).La norma <strong>di</strong> zona proposta dal Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> per le aree ricadenti nella “Zona <strong>di</strong> tutelaforestale e <strong>ambientale</strong>) prevedono importanti accorgimenti utili anche alla tutela dell‟habitat 7220. Il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> alterazione deicorsi d‟acqua, dei sistemi e dei corpi idrici; gli obiettivi <strong>di</strong> tutela, ricomposizione e salvaguar<strong>di</strong>a delle cenosi forestali entro cui si trovanole stazioni con presenza <strong>di</strong> sorgenti petrificanti.Per la conservazione dell‟habitat sono infatti <strong>di</strong> estrema importanza non solo la qualità delel acqueed i caratteri chimo – fisici delle stesse, ma anche lo stato dei popolamenti forestali dell‟intorno, chesvolgono funzione <strong>di</strong> tutela idrogeologica dei bacini e <strong>di</strong> protezione degli ambiti.Nel complesso, le norme e le attenzioni previtste dal piano sono da ritenersi assolutamente positiveper la conservazione in uno stato sod<strong>di</strong>sfacente dell‟habitat.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari9160 - Querceti <strong>di</strong> Stellario - Carpinetum 55,706Zona agricola della collina terrazzata 1,605parco naturale 1,605Zona agricola delle valli alluvionali 0,881parco naturale 0,881Zona agricola <strong>di</strong> collina 0,021parco regionale 0,021Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 36,4parco naturale 36,4Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata 0,011parco regionale 0,011Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 16,788parco naturale 16,788Effetto generatoTab. 9.7 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 9160La maggior parte dell‟habitat forestale 9160 ricade in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.La sud<strong>di</strong>visione in zone della superficie totale occupata dall‟habitat (56 ha ca.) all‟interno del SICIT2030006, garantisce una totale conservazione delle cenosi forestali nella “Zona agricola dellacollina terrazzata” (non trasformabilità del bosco costituente habitat <strong>di</strong> interesse comunitario), nella“Zona agricola delle valli alluvionali” (non trasformabilità del bosco, sensu lato), nelle “Zone <strong>di</strong> tutelaforestale ed <strong>ambientale</strong>” (conservazione del bosco e delle cenosi forestali).169


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Per quanto riguardala “Zona agricola <strong>di</strong> collina”, la trasformabilità del bosco è limitata alle neoformazioni,e alle invasioni <strong>di</strong> specie pioniere su aree incolte,quin<strong>di</strong> è garantita la conservazionedelle formazioni più evolute e/o mature.Nel complesso, gli effetti del Piano sull‟habitat sono da cosniderarsi del tutto positivi.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari91E0 - *Boschi alluvionali ad ontano nero,ontano bianco, salice bianco 1,14Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 1,14parco naturale 1,14Effetto generatoTab. 9.8 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat *91E0L‟habitat ricopre una superficie esigua, in prossimità <strong>di</strong> alcuni corsi d‟acqua e zone umide,soprattutto in Valle del Curone.Considerata la rarità dell‟habitat e la presenza della totalità dello stesso in “Zona agricola <strong>di</strong> collina”(ove non è prevista la non trasformabilità <strong>di</strong> boschi classificati come habitat <strong>di</strong> Rete Natura 2000), siritiene necessaria un tutela assoluta, sia attraverso i <strong>di</strong>sposti dell‟apposito Piano <strong>di</strong> Gestione del SIC,sia attraverso lo strumento della Valutazione <strong>di</strong> Incidenza.Si sottolinea, inoltre, che nell‟ l‟habitat *91E0 è segnalata la presenza della Rana <strong>di</strong> Lataste (Ranalatastei) specie inserita in Allegato II dell DIR. 92/43/CE.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari91H0 - *Boschi pannonici <strong>di</strong> Quercuspubescens 76,527Zona agricola della collina terrazzata 18,635parco naturale 18,635Zona agricola <strong>di</strong> collina 2,479parco regionale 2,479Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 1,251parco naturale 1,251Zona <strong>di</strong> interesse paesaggistico del colle <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> 0,183parco regionale 0,183Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 53,979parco naturale 53,979Effetto generatoTab. 9.9 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 91H0La maggior parte dell‟habitat forestale *91H0 ricade in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.La sud<strong>di</strong>visione in zone della superficie totale occupata dall‟habitat (76 ha ca.) all‟interno del SICIT2030006, garantisce una totale conservazione delle cenosi forestali nella “Zona agricola della170


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010collina terrazzata” (non trasformabilità del bosco costituente habitat <strong>di</strong> interesse comunitario), nella“Zona agricola delle valli alluvionali” (non trasformabilità del bosco, sensu lato), nelle “Zone <strong>di</strong> tutelaforestale ed <strong>ambientale</strong>” (conservazione del bosco e delle cenosi forestali).Per quanto riguardala “Zona agricola <strong>di</strong> collina”, dovrà essere posta particolare attenzione allaconservazione dell‟habitat, presente in nuclei sparsi, <strong>di</strong> giovane età e <strong>di</strong> ridotta estensione chepssono ”sfuggire” alla L.R. 31/2008 per quanto riguarda la qualifica <strong>di</strong> “bosco”.Le attenzioni nei confronti della tutela dell‟habitat dovranno quin<strong>di</strong> essere adottate in sede <strong>di</strong>Valutazione <strong>di</strong> Incidenza <strong>di</strong> eventuali progetti, nonché in sede <strong>di</strong> redazione del Piano <strong>di</strong> Gestione delSIC IT2030006Nel complesso, gli effetti del Piano sull‟habitat sono da cosniderarsi positivi.Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari91L0 - Foreste illiriche <strong>di</strong> querce e carpini 86,767Zona agricola della collina terrazzata 4,063parco naturale 4,063Zona agricola <strong>di</strong> collina 0,571parco regionale 0,571Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 32,943parco naturale 32,943Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata 0,422parco regionale 0,422Zona <strong>di</strong> interesse paesaggistico del colle <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> 0,913parco regionale 0,913Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 47,855parco naturale 47,855Effetto generatoTab. 9.10 - zone del Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> in relazione all’habitat 91L0La maggior parte dell‟habitat forestale 91L0 ricade in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.La sud<strong>di</strong>visione in zone della superficie totale occupata dall‟habitat (87 ha ca.) all‟interno del SICIT2030006, garantisce una pressoché totale conservazione delle cenosi forestali nella “Zona agricoladella collina terrazzata” (non trasformabilità del bosco costituente habitat <strong>di</strong> interesse comunitario),nella “Zona agricola delle valli alluvionali” (non trasformabilità del bosco, sensu lato), nelle “Zone <strong>di</strong>tutela forestale ed <strong>ambientale</strong>” (conservazione del bosco e delle cenosi forestali).Per quanto riguardala “Zona agricola <strong>di</strong> collina”, la trasformabilità del bosco è limitata alle neoformazionie alle invasioni <strong>di</strong> specie pioniere su aree incolte, quin<strong>di</strong> è garantita la conservazionedelle formazioni più evolute e/o mature.Nel complesso, gli effetti del Piano sull‟habitat sono da cosniderarsi del tutto positivi.171


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010Habitat – co<strong>di</strong>ce e denominazioneSuperficie inettari9260 - Foreste <strong>di</strong> Castanea sativa 236,145Aggregati storici e nuclei <strong>di</strong> anticaformazione 0,183parco naturale 0,067parco regionale 0,116Complessi <strong>di</strong> notevole valore storicoculturaleed <strong>ambientale</strong> 0,854parco naturale 0,854Zona agricola della collina terrazzata 8,785parco naturale 8,785Zona agricola <strong>di</strong> collina 7,225parco regionale 7,225Zona agricola <strong>di</strong> collina del parco naturale 37,207parco naturale 37,207Zona <strong>di</strong> iniziativa comunale orientata 0,159parco regionale 0,159Zona <strong>di</strong> interesse paesaggistico del colle <strong>di</strong><strong>Montevecchia</strong> 3,673parco regionale 3,673Zona <strong>di</strong> tutela forestale ed <strong>ambientale</strong> 178,059parco naturale 178,059Effetto generatoTab. 9.11 - zone del PTC del <strong>Parco</strong> Regionale in relazione all’habitat 9260La maggior parte dell‟habitat, molto <strong>di</strong>ffuso con densa copertura su tutto il territorio del <strong>Parco</strong>, sitrova in area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.Ben 178 ha si trovano in “Zona <strong>di</strong> tutela forestale e <strong>ambientale</strong>”, circa 38 in “Zona agricola <strong>di</strong> collinadel <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>”, mentre superfici esigue si trovano in altre zone a maggiore capacità <strong>di</strong>trasformazione e/o intervento.Circa 9 ha si trovano in “Zona agricola della collina terrazzata”.Valgono quin<strong>di</strong>, per l‟habitat “Foreste <strong>di</strong> castanea sativa”, le considerazioni riportate per gli altrihabitat forestali, tenendo in considerazione l‟estensione massiccia del castagneto, unitamente allecaratteristiche gestionali e evolutive della maggior parte dei poplamenti (in con<strong>di</strong>zioni fitosanitarieprecarie e in stato <strong>di</strong> abbandono colturale).In tal senso, è sicuramente positivo l‟inserimento <strong>di</strong> una vasta superficie in “Zona <strong>di</strong> tutela forestale e<strong>ambientale</strong>”, ove gli obiettivi sono volti non solo al mantenimento, ma anche alla riqualificazione delpatrimonio forestale presente.172


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 20109.7 EFFETTI DEL PIANO SUL SITO - SPECIE ANIMALINome specieAll.2 HabitatAll.1 UccelliEsigenze ecologiche(* prioritario)Cerambicide della quercia (Cerambixcerdo)/ Specie forestale che frequenta boschitermofili con presenza <strong>di</strong> querce e latifoglienobiliCervo volante (Lucanus cervus) / Specie forestaleBarbastello (Barbastella barbastellus) / * Specie forestale ma presente anche in ambitiantropizzati, in cavità naturali o artificiali,caccia in zone forestali ed in ambiti prativiRana <strong>di</strong> Lataste (Rana latastei) /* Specie endemica, aree umide, risorgive efontanili, ambienti forestaliTritone (Triturus carnifex) / Aree umide, stagni in ambienti forestali eprativiFalco pecchiaiolo (Pernis apivorus) / Specie che frequenta in particolare i boschitermofili e le pinete, con alimentazionefocalizzata nella ricerca <strong>di</strong> ImenotteriAverla piccola (Lanius collurio) / Passeriforme <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni predatorie, chefrequenta la fascia dei maggenghi e le zonerurali tra<strong>di</strong>zionali con siepi e cespugli spinosiMartin pescatore (Alcedo attis) / Aree umide, laghetti, stagni, corsi d‟acquaBaia dal collare(Ficedula albicollis) / Specie prevalentemente forestale, con rareni<strong>di</strong>ficazioniGambero <strong>di</strong> fiume (Austropotamobiuspallipes)/ Specie <strong>di</strong> acqua dolce, <strong>di</strong> risorgive e sorgenti,tratti prossimali <strong>di</strong> corsi d‟acqua benossigenati e in buono statoCobite (Cobitis taenia) / Specie d‟acqua dolce, in corsi d‟acqua anche<strong>di</strong> portate modesteVairone (Leuciscus souffia) / Specie d‟acqua dolce, legata ad acquelimpide e pulite, tipicamente in areeprossimali dei corsi d‟acqua ed in zonesorgive (presente in <strong>di</strong>verse risorgive dell‟area<strong>di</strong> pianura, fuori SIC)Tab. 9.12 – Esigenze ecologiche delle principali specie animaliPer quanto riguarda i possibili effetti del Piano sulle specie animali <strong>di</strong> cui alla tabella precedente èpossibile fare le seguenti considerazioni.Gli animali <strong>di</strong> interesse conservazioni stico identificati negli allegati I e II delle <strong>di</strong>rettive Habitat (DIR92/43/CE e Uccelli (quest‟ultima sostituita dalla recente DIR 2009/147/CE) sono sud<strong>di</strong>visibili in 3gruppi, in relazione alle esigenze ecologiche delle specie ed agli ambienti frequentati.173


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010In relazione agli ambienti frequentati ed alle esigenze ecologiche, è quin<strong>di</strong> possibile esprimere unaprima valutazione <strong>di</strong> merito circa l‟efficacia del Piano nel tutelare la presenza <strong>di</strong> tali specie, alcune –si ricorda – <strong>di</strong> rilevante interesse conservazioni stico.E‟ inoltre da ricordare che la variante proposta prevede già tra i primi articoli delle Norme Tecniche <strong>di</strong>Attuazione (art. 15, commi c) e d)), la necessità <strong>di</strong> redazione del Piano <strong>di</strong> Gestione del SIC, a cuivengono demandate “…opportune misure per evitare il degrado de gli habitat naturali e degli habitat<strong>di</strong> specie, nonché la perturbazione degli habitat per cui il SIC è stato in<strong>di</strong>viduato e per salvaguardarela funzionalità ecologica degli stessi”.1. Gruppo <strong>di</strong> specie ad attitu<strong>di</strong>ne prevalentemente forestale (Cervo volante, Cerambicedella quercia, Falco pecchiaiolo, Barbastello, Baia dal collare). Per tali presenze il Pianogarantisce una tutela pressoché assoluta, essendo la tutela delle superfici boscate tra icar<strong>di</strong>ni dell‟impianto normativo. La trasformabilità del bosco è in fatti generalmente moltobassa (art. 17 delle NTA) o bassa e lo status <strong>di</strong> protezione garantito dalla presenza del<strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> tutela le vaste superfici boscate presenti soprattutto nelle testate della Valledel Curone e Valle Santa Croce. La presenza <strong>di</strong> specifiche norme legate inoltre alla tuteladella fauna selvatica, nonché la tutela garantita agli elementi costituenti la rete ecologica, siaa livello locale che regionale garantiscono un quadro normativo in grado <strong>di</strong> influirepositivamente sullo stato <strong>di</strong> conservazione delle specie del gruppo.Non <strong>di</strong> meno, il Piano garantisce la conservazione e l‟alternanza degli ambienti forestali edegli ambienti prativi aperti (con particolare riguardo alle aree agricole della collinaterrazzata), intervenendo in questo senso favorevolmente al fine della creazione <strong>di</strong> mosaici<strong>di</strong>versificati (alternanza bosco-prato, presenza <strong>di</strong> spiepi-filari etc.) e <strong>di</strong> ambiti ecotonaliestesi, utili a specie ubiquitarie o particolarmente esigenti dal punto <strong>di</strong> vista <strong>ambientale</strong> (Baiadal collare, Averla piccola)2. Gruppo <strong>di</strong> specie ad attitu<strong>di</strong>ne prevalentemente acquatica, o legati ad ambientiacquatici lentici e/o lotici per una parte del ciclo vitale (Rana <strong>di</strong> lataste, Tritone,Vairone, Cobite, Martin pescatore, Gambero <strong>di</strong> fiume). La Tavola 2 del Piano in<strong>di</strong>viduanel dettaglio il reticolo idrico primario e secondario da sottoporre a tutela, non solo per laqualità delle acque, ma anche per la funzionalità ecologica dei sistemi idrici superficiali edella connettività esistente e potenziale tra <strong>di</strong>versi ambienti a <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> naturalità. IlPiano prevede inoltre la tutela assoluta dei fontanili e delle risorgive, nonché la redazione <strong>di</strong>specifico “Piano <strong>di</strong> settore per il reticolo idrografico, la qualità delle acque e l‟assettoidrogeologico”. Non viene invece affrontato il nodo cruciale delle barriere ecologicherappresentate dalla viabilità stradale, soprattutto per quanto concerne le migrazionistagionali degli anfibi.E‟ tuttavia da segnalare che all‟interno del <strong>Parco</strong> ed in corrispondenza delle principali zoneumide riconosciute come siti riproduttivi <strong>di</strong> importanza locale o sovra-locale, l‟impatto dellesuddette barriere sia modesto. Non esistono infatti all‟interno del <strong>Parco</strong> arterie stradali174


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010particolarmente trafficate, mentre il problema è rilevante soprattutto nelle aree <strong>di</strong> confine, anord e ad est in corrispondenza delle principali arterie <strong>di</strong> collegamento tra le città <strong>di</strong> Milano –Lecco e Lecco – Como.3. Gruppo <strong>di</strong> specie ad attitu<strong>di</strong>ne prevalentemente rurale, legate ad ambienti aperti(Averla piccola). Nei confronti delle specie ad attitu<strong>di</strong>ne rurale, o prevalentemente rurale,l‟Averla piccola può essere definita quale “specie ombrello”, ovvero rappresentare un caso lacui tutela è in grado <strong>di</strong> garantire protezione anche ad altre <strong>di</strong>verse specie con attitu<strong>di</strong>ni simili,seppur a livelli <strong>di</strong> esigenza minori. L‟Averla piccola è infatti estremamente legata allecaratteristiche tra<strong>di</strong>zionali del paesaggio rurale dell‟area <strong>di</strong> pianura e collina, sino al pianomontano. Importantissimi per la conservazione della specie sono i caratteri del paesaggiorurale tipici dell‟agricoltura non estensiva (<strong>di</strong>fferenziazione dell‟uso del suolo, presenza <strong>di</strong>macchie arboreo - arbustive ed ambienti ecotonali, terrazzamenti sostenuti da muretti asecco.).Si evidenziano, nei <strong>di</strong>sposti del Piano e nello scenario evolutivo attuale a cui è sottoposto ilterritorio del <strong>Parco</strong>, due <strong>di</strong>verse tendenze, in parte contrastanti ai fini della conservazionedelle specie ad attitu<strong>di</strong>ne rurale.Da una parte, la tutela garantita dalle NTA del Piano nei confronti dell‟agricolturatra<strong>di</strong>zionale, delle pratiche agricole, l‟incentivazione dell‟agricoltura sostenibile e nonestensiva.Dall‟altra lo sviluppo sul territorio <strong>di</strong> una viticoltura che compete con alcune specie animali <strong>di</strong>interesse comunitario per l‟occupazione dei medesimi spazi, soprattutto nell‟area dellacollina terrazzata interna al <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>. In tal senso, si rende determinante l‟azione <strong>di</strong>regolamentazione e <strong>di</strong> inquadramento del problema da parte <strong>di</strong> specifico Piano <strong>di</strong> Gestionedel SIC, in corso <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione al momento della redazione del presente documento <strong>di</strong>valutazione <strong>ambientale</strong>.9.8 DESCRIZIONE SINTETICA DEGLI EFFETTI EVIDENZIATI, MISURE DI MITIGAZIONE EATTENZIONEDall‟analisi condotta e dai dati <strong>di</strong>sponibili non emergono effetti negativi determinanti dalle possibiliazioni mosse dalle norme del PianoGli effetti delle “trasformazioni” possibili o preve<strong>di</strong>bili su superfici occupate da habitat <strong>di</strong> interessecomunitario sono nel complesso molto limitati, date le superfici modeste che potranno essereinteressate.Ciò non<strong>di</strong>meno tali interventi, per loro natura, determinano un‟incidenza irreversibile, che nei casi <strong>di</strong>impatto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a intensità (o alta, ma non verificata in questa sede), inducono ad adottare misure <strong>di</strong>mitigazione e compensazione.Tali misure dovranno essere stabilite in sede <strong>di</strong> specifica Valutazione <strong>di</strong> Incidenza, con laprecauzione aggiuntiva <strong>di</strong> considerare gli habitat <strong>di</strong> interesse prioritario o la cui localizzazione è175


<strong>VAS</strong> – Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> - Proposta <strong>di</strong> <strong>rapporto</strong> <strong>ambientale</strong> e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> incidenza 2010estremamente puntuale, ridotta in termini <strong>di</strong> superficie,esigente in termini <strong>di</strong> conservazionedell‟intorno al fine <strong>di</strong> creare zone cuscinetto (*91E0, *6210, *7220).In particolare, per l‟habitat *91E0, *7220 è da prevedere la non trasformabilità (anche in sede <strong>di</strong>redazione del Piano <strong>di</strong> Gestione del SIC IT2030006) degli ambiti <strong>di</strong> presenza, unitamente a tutte leattenzioni necessarie per evitare la compromissione degli equilibri idrogeologici locali chegarantiscono il permanere delle con<strong>di</strong>zioni adatte alla presenza dell‟habitat in questione.In tal modo è garantita la tutela anche delle specie animali presenti nei suddetti habitat.Per quanto riguarda la conservazione degli habitat seminaturali, con particolare riferimento agliambienti prativi (*6210, 6510) è‟ da considerare che la trasformazione <strong>di</strong> alcune aree a fini agricoli ela manutenzione alle strutture esistenti (se correttamente gestita) può contribuire a mantenere lapresenza umana in aree seminaturali e <strong>di</strong> conseguenza a mantenere la presenza <strong>di</strong> questi habitatimportanti, determinando quin<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>retto effetto positivo, che si somma all‟effetto <strong>di</strong>retto delrecupero <strong>di</strong> superfici in abbandono che evolvono naturalmente verso l‟affermazione <strong>di</strong> cenosiforestali che, nel caso del territorio in esame, riducono la <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong>sponibili e labio<strong>di</strong>versità a livello locale.E‟ necessario comunque, soprattutto nell‟ambito delle trasformazioni possibili nell‟area <strong>di</strong> presenzadell‟habitat *6210 che qualsiasi intervento sia supportato da specifica Valutazione <strong>di</strong> IncidenzaNonostante le limitate superfici su cui incidono le previsioni per l‟area in esame (circa 2000 hasoggetti a specifico Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>), il Piano del <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong> è strumento sovraor<strong>di</strong>natonei confronti degli altri atti <strong>di</strong> pianificazione, locale (PRG e PGT) e <strong>di</strong> area vasta(PTCP,PIF,PFV), e sono quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficilmente in<strong>di</strong>viduabili effetti cumulativi <strong>di</strong> altri piani e/o settori, senon <strong>di</strong> livello regionale (PTR, RER).Ultima ma importantissima considerazione: l‟attività venatoria è esclusa da tutto il territorio del <strong>Parco</strong><strong>di</strong> <strong>Montevecchia</strong> e della Valle del Curone da apposita norma <strong>di</strong> Piano, sia nell‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong>Regionale che nell‟area <strong>di</strong> <strong>Parco</strong> <strong>Naturale</strong>.Nel complesso, secondo le valutazioni effettuate, gli effetti del Piano sul Sito <strong>di</strong> InteresseComunitario sono da considerarsi positivi.176

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