Comune di <strong>Duino</strong> Aursina - Area Servizi Alla Collettività - Servizio Turismo, Istruzione, Cultura, Sport e Tempo libero - Aurisina Centro 103 – 34011 Aurisina (TS) - Tel +39 040 2017372 - Fax +39 040201307CARTA TURISTICA DELLE CAVE DEL COMUNE DI DUINO AURISINAL’inizio dell’attività estrattiva nel territorio del comune di <strong>Duino</strong> Aurisina è riferita altempo dei romani, lungo la parte a mare si snodano delle polle del fiume Timavo chedopo decine di chilometri di corso sotterraneo ha dapprima perdite sotto l’attualelivello del mare e poi sfocia presso San Giovanni di <strong>Duino</strong>. La presenza di acquadolce in un territorio senza corsi d’acqua superficiali ha sicuramente avuto la sua importanzanella vita di questi luoghi. Si ricorda ancora come pastori di ovini portasserole bestie all’abbeverata di acqua marina e salmastra prima di affrontare latransumanza stagionale verso le quote del monte Nanos in estate e verso il Friuli in<strong>inverno</strong>. La presenza dell’uomo sul Carso è strettamente legata alla pietra ed allaroccia. Dopo essersi rifugiato nelle caverne ha costruito gli imponenti castellieri, villaggifortificati in muratura a secco, ha poi estratto il calcare, ha vissuto in un ambientecondiviso tra la pesca (zoppolo – čupa), la poca agricoltura ricavabile dalIL PERCORSO DI VISITALa giacitura geologica degli strati di roccia e le diverse situazioni di fatturazione corronoparallelamente alla linea di costa. È così idealmente possibile proporre quattroallineamenti di cave. Verso mare per l’estrazione di pietrisco, nella zona della lineaferroviaria per blocchi e lastre, nell’area di Slivia per la breccia e a San Pelagio perla produzione della calce. Partendo dal lato di Sistiana è possibile imboccare lanuova strada asfaltata che affianca la curva della ferrovia. Al suo bordo ci sono giàcave a pozzo e a galleria, con un lato ricoperto da scarti di lavorazione a lastra, pocopiù avanti una comoda carrareccia porta alla torre piezometrica dell’acquedotto dadove è possibile ammirare un’ampia panoramica sul mare, che comprende anche alcunipunti di imbarco delle rocce escavate lungo il percorso della strada costiera osul crinale da dove scendevano lungo solchi e gronde. Subito accanto i resti di unacasa romana, conferma dell’antichissima presenza e dell’attività estrattiva. Ritornatial tracciato originario (strada asfaltata) altre due cave affiancano la strada e conservanostrutture a fosse e principi di scavo in galleria, ultimi preziosi esempi di antichelavorazioni a mano con le righe inclinate sulla parte alta della parete. Prima delpiccolo ponte sotto la ferrovia si lascia sulla destra la vecchia carrareccia che scendevaal mare (non esisteva la strada costiera, realizzata nei prima anni ‘309) perl’abbeverata delle pecore.Passando sotto la linea ferroviaria ci si trova dinanzi aduno dei due principali bacini di estrazione di blocchi e lastre. L’inclinazione deglifondo delle doline, l’attività di pascolo soprattutto di ovini e dell’estrazione dellerocce. Un limite a tale ultima attività fu sempre il trasporto del materiale estratto. Trastoria e leggenda si collocano l’esistenza di una galleria dai bacini estrattivi verso ilmare e di un scivolo lastricato in piombo per favorire la discesa dei blocchi verso Sistiana,finoalla costruzione della ferrovia e allo sviluppo delle rete stradale.Nellemappature le diciture più antiche dei bacini di estrazione sono sempre riportatecome cave romane. Cava Romana è la denominazione dell’industria estrattiva più conosciutain zona.La proposta di questo percorso, con visita effettuabile con diversi mezzi (in bici, apiedi, ecc.) non può unire tutti i bacini più vecchi, né ricordare i nomi di tutti quantiin varia forma hanno lavorato fino a realizzare un modo oggi fatto di bianche paretie fosse di volumi impensabili, anfiteatri di roccia, fornaci per la cottura della pietra.strati è ad Aurisina verso Sistiana e vede un’alternanza di diversi tipi di calcare, lafiorita, la romana, il granitello. Interessante anche la visione dall’altro lato.Curioso ricordareche sotto al fondo del bacino si sviluppa la grotta Doljankin (26624884 VG)con una lunghezza di oltre 30 metri, un dislivello di 92 metri e che arriva a soli duemetri sul livello del mare. Contiene molta sabbia delle lavorazioni della cava soprastante,una strada tagli perpendicolarmente il giacimento e lo divide dall’enormebacino estrattivo della Cava Romana. Non lontano dal municipio un’altra cava a galleria,in posizione molto interessante, praticamente dietro la piazza.Dopo un brevepercorso in strada asfaltata in direzione di Slivia si affiancano altre cave abbandonateda tempo fino a raggiungere, dopo aver superato l’autostrada, alla vecchia via(a destra) che porta alle due cave di breccia carsica o Napoleon. Di particolare effettole pareti di questo tipo di deposito e nella cava più verso Slivia i monoliti usaticome delimitazione.Dal paesino di Slivia si passa a San Pelagio, e qui tornando versoAurisina sulla destra di una dolina si trova la prima coppia di fornaci per la produzionedella calce con la piccola cava alle spalle. Poco più avanti è ben evidente nonlontano dalla strada la fornace della famiglia Kakes, e da lì si vede la più recente fornaceZaccaria, entrambe con le ampie cave ad anfiteatro che hanno dato anche pietriscoper la massicciate ferroviarie.
Sulla strada provinciale che da Aurisina porta a Santa Croce ci sono due imponenti colonne di marmo con l'alabarda.su di un tavolo in marmo di Aurisina.Le cronache dell’epoca, scritte da Agapito e Mainati, tramandanoun’atmosfera di giubilo, con festeggiamenti e acclamazionie le popolazioni di tutti i borghi e villaggi prostrate al suo passaggio“con cordiale riverenza”; il suo arrivo in città “destò undelizioso tumulto, una dolce gara di affetti in ogni classe di persone…tutt’icuori si aprirono alle dolci espressioni del più tenerosentimento”.PERCORSO DIDATTICOSENTIERO DEI PESCATORIIl percorso didattico di Aurisina è un itinerario circolareche inizia e si conclude presso la scuola mediaIgo Gruden. Si tratta di una passeggiata nella storia,nella cultura e nella natura di Aurisina. Sono sei chilometritra undici punti d'interesse, scelti, selezionatie studiati dagli allievi della scuola media statale IgoGruden di Aurisina con il supporto del Comune di<strong>Duino</strong> Aurisina.Il punto di partenza è fissato davanti allascuola, in località Aurisina Cave 16. Si imbocca il Sentierodei Pescatori sino ad arrivare alla vedetta PodOljscico, da cui si gode un panorama mozzafiato sulporticciolo di Aurisina.Dopo essere ritornati alla partenza delSentiero dei Pescatori ed aver imboccato il SentieroKugy ci si imbatte nel terzo punto d'interesse: sitratta di una pineta con la tipica macchia mediterraneaed evidenti fenomeni di carsismo. Si proseguepoi verso la vedetta Liburnia, una torre piezometricaelevata ai tempi della costruzione della ferrovia meridionaleper il rifornimento d'acqua alle locomotive.Da lassù, a 177 metri d'altezza, si gode di un panoramastraordinario. Ma la passeggiata è ancoralunga.Si esce dalla pineta e si punta verso lapiazza di Aurisina, passando davanti alla casa delpoeta Igo Gruden. In piazza San Rocco si può visitarela chiesa parrocchiale. Dalla chiesa parte ancheun viale alberato che porta al busto di Igo Gruden, ilpoeta di Aurisina. Poi si scende verso il basso, versoil centro storico del paese, dove fermarsi nellaKrzada, una piazzetta dove di può ancora ammirarela tipica architettura carsica. Si esce poi dal paesevecchio per spingersi verso le aree coltivate, la dolinaLiscek e soprattutto il cimitero dei caduti dellaGrande Guerra.L'itinerario, perfettamente segnalato dachiare indicazioni, ritorna quindi in paese, passandosotto l'autostrada attraverso un sottopassaggio. Inprossimità del cimitero si sale verso destra, arrivandosulla strada provinciale. Qui si fa tappa al laboratoriomarmifero, dov'è possibile conoscere unodei tratti peculiari della storia e della cultura di Aurisina,il paese degli scalpellini. L'itinerario si conclude,quindi, alla scuola Igo Gruden.Le colonne furono erette in onore dell’imperatore Francesco Id’Austria, che il 30 aprile 1816 transitò per Aurisina, nel suoviaggio da Gorizia e diretto a Trieste.L’imperatore Francesco I d’Austria arrivò a Trieste il 30 aprile1816, proveniente da Gorizia e il 7 maggio lasciò la nostra cittàper recarsi in Istria. Durante il viaggio, alle ore 11 del 30 aprile,passò per Aurisina, allora piccolo paese di 360 abitanti. Al confinetra Aurisina e Trieste in suo omaggio le Autorità triestine feceroerigere le due colonne “di vago marmo carnico” su unadelle quali campeggiava un’epigrafe che celebrava il faustogiorno.Le parole furono dettate da Lorenzo Rondolini, medico e farmacista,poeta ed epigrammista che figura tra i fondatori del Gabinettodi Minerva. Una curiosità: in realtà la data indicata è quelladel 20 aprile perchè evidentemente l’imperatore era atteso aTrieste 10 giorni prima. Alcuni scritti riportano che lo stesso Imperatoresi fermò in una delle trattorie poco vicine per dissetarsiNel secondo dopoguerra, a cura dei militari alleati, una colonnafu spostata per permettere l’allargamento della strada. Nel 2003le alabarde sovrastanti le colonne furono restaurate a cura deiCivici Musei di Storia ed Arte di Trieste in collaborazione con il Comunedi <strong>Duino</strong> Aurisina. Pochi sanno che, poiché il confine tra icomuni di Trieste ed Aurisina corre lungo la strada provinciale,accade che la colonna di sinistra (per chi proviene da SantaCroce) appartiene al Comune di Trieste, mentre quella di sinistraappartiene invece al Comune di <strong>Duino</strong> Aurisina.Il 18 dicembre 2006, in seguito ad un incidente stradale, venneabbattuta la colonna di sinistra (ovvero quella di proprietà delComune di Trieste). Nei giorni successivi vi fu un tentativo di furtodel “melone”, ovvero della grossa sfera di marmo (30 quintali)che sovrastava la colonna rovinata, e che giaceva a terra assiemeagli altri resti della colonna. La sfera di marmo fu però fortunatamenteritrovata poco distante, occultata sotto rami e foglie.Venne quindi recuperata con un mezzo della Protezione Civile di<strong>Duino</strong> Aurisina, e custodita fino al restauro, che si concluse appenanel settembre 2007.GEMINA: UNA STRADA CHE PROFUMA D'ANTICOIniziava da Aquileia quella direttrice stradale dell'Antica Roma che consentiva di collegarel'occidente alle porte d'Oriente.Oltre alla direzione per Postumia, la via Gemina, dal Timavo, risaliva l'altipiano carsicoper raggiungere Tarsatica, l'odierna Fiume. In prossimità di Prosecco, da quest'ultimadipartiva un altro percorso che consentiva il collegamento a Tergeste.Transiti e accessi utilizzati pure oggi, a testimonianza della validità della pianificazionestradale dell'antichità.Percorsi affascinanti, a intersecare boschi, lande e quei paesi ospitali ove fervonole attività degli uomini. GEMINA: PERCORSI E PAESAGGI DI CIVILTA' NATURALE .L'altipiano carsico è una sinfonia di rilievi e vallate di grande suggestione, con i suoirari e preziosi fazzoletti di terra disposti a coltura, e i suoi borghi di pietra biancaa spezzare il fresco dominio del verde esuberante.In questo arcano paesaggio ritorna a nuova vita il sentiero Gemina. Nei suoi 8 kmdi sviluppo, Gemina connette i villaggi di Malchina e Ternova, un sentiero attrezzatonon solo per i pedoni, ma anche per bici e per cavalieri, attraverso le località diPrecenicco, San Pelagio,e Prepotto.Un’escursione comoda e accessibile che consentirà ai turisti grandi e piccini di conoscerecon facilità un Carso fatto di querce e carpini, di calcari e terre rosse scuritedal sole, di segreti spechi e abissi, di superfici superbamente colonizzate dallagenerosa vite. All'ombra delle case fervono attività artigianali, le proposte agrituristiche,la consolidata ristorazione dell'altipiano. Storia e leggenda sono capaci di insinuarsiin maniera discreta e quasi impercettibile nel cuore del viandante, lungo unaltipiano dove sin dalla notte dei tempi l'uomo ha dovuto rispettare le leggi di MadreNatura. Pietra e vento hanno dettato sentieri campi e ripari. L'uomo ha intuito econcretizzato i luoghi della propria esistenza. Nulla è di più.