Il volontariato giovanile: che risorsa!Si <strong>di</strong>ce <strong>com</strong>unemente che igiovani non hanno più valori,che non coltivano gran<strong>di</strong>ideali, che sono superficiali,in<strong>di</strong>fferenti, inoperosi. A<strong>di</strong>spetto delle varie etichettecon cui i giovani vengonodesignati, essi, in realtà,hanno delle grosse potenzialità,delle energie e risorsenascoste che se riescono atirare fuori, fanno ricredere ecambiare totalmente opinionesu <strong>di</strong> loro. Tanti <strong>di</strong> essimettono a <strong>di</strong>sposizione deglialtri con entusiasmo, generositàe passione i tesori e italenti tirati fuori dal loroscrigno. Mi riferisco ai giovaniche sono impegnati nel volontariatoche si pro<strong>di</strong>ganonell’offrire un servizio gratuito,<strong>di</strong>sinteressato e generoso afavore <strong>di</strong> associazioni, <strong>com</strong>unità<strong>di</strong> recupero, della collettivitàin genere. Altro cheinetti! Quale e quanta energiamettono nello svolgere le loromansioni! Sono perfino <strong>di</strong>spostia rinunciare alle lorovacanze per donare il tempolibero a servizio <strong>di</strong> chi è menofortunato.Sono tante oggi leassociazioni, i centri, le <strong>com</strong>unitàche usufruiscono delservizio prezioso dei volontarie grazie a loro riescono aoffrire un valido contributo afavore della collettività.Nella società o<strong>di</strong>erna così prettamenteedonistica ein<strong>di</strong>vidualista sembra strano,perfino sbalor<strong>di</strong>sce vedere igiovani impegnati nel socialeche vivono “la cultura deldare”, del dono gratuito <strong>di</strong> sè esperimentano la gioia delservizio, del farsi prossimo, delcon<strong>di</strong>videre.Il volontariato rappresentaun’ottima palestra <strong>di</strong> vita, <strong>di</strong>riscoperta dei valori autentici .Stare a fianco con persone in<strong>di</strong>fficoltà che vivono situazioni<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, <strong>di</strong> degrado, <strong>di</strong>sofferenza aiuta a viveremeglio la propria vita perchéfa <strong>com</strong>prendere che tutto ciòche abbiamo non è dovuto, maè un dono. A volte sono propriogli altri che ci fanno prenderecoscienza <strong>di</strong> ciò che abbiamo,anche se siamo inclini alamentarci, a vedere ciò che cimanca piuttosto che a godere<strong>di</strong> quello che abbiamo e <strong>di</strong>farne partecipi gli altri .L’apertura, la con<strong>di</strong>visione,consentono <strong>di</strong> scorgere ibisogni più urgenti degli altrie spingono a rinunciare alsod<strong>di</strong>sfacimento egoistico deipropri bisogni secondari persod<strong>di</strong>sfare quelli primari <strong>di</strong>coloro che sono menofortunati.Smettiamola <strong>di</strong> considerare igiovani in<strong>di</strong>fferenti, indolenti,inetti; essi sono capaci <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> slanci. Chi ha<strong>di</strong>menticato il servizio generosodegli studenti genovesiche hanno offerto le lorogiovani braccia per spalare ilfango che aveva invaso le casenella <strong>di</strong>sastrosa alluvionedell’inverno scorso, o le squadre<strong>di</strong> volontari accorsi inEmilia per aiutare conpro<strong>di</strong>galità le popolazioni colpitedal devastante terremoto?E quanti altri giovani offronoquoti<strong>di</strong>anamente nel silenzio,senza il clamore delletelecamere, il loro servizio gratuito,senz’altro en<strong>com</strong>iabile, afavore della <strong>com</strong>unità civile!Vorrei fare un appello a quantisono impegnati nell’arduo<strong>com</strong>pito educativo. Educhino igiovani fin da bambini avolgere lo sguardo verso chi èmeno fortunato, a scorgere ibisogni e le necessità deglialtri e ad aprire il cuore allasolidarietà attraverso piccoli econcreti gesti, a scoprire chesi ha più gioia nel dare che nelricevere. E’ importante efondamentale innestare nei ragazziil germe della solidarietàper risvegliare le loro coscienzeai valori imprescin<strong>di</strong>bilidell’accoglienza, dellacon<strong>di</strong>visione, del servizio. Lacrisi attuale che staattanagliando il nostro Paese el’Europa potrebbe rappresentareun’arma a doppiotaglio: da una parte potrebbeindurre a un atteggiamento <strong>di</strong>chiusura verso gli altri;dall’altra parte, se è vero chel’uomo nella prosperità non<strong>com</strong>prende, potrebbe farrisvegliare il senso dellacon<strong>di</strong>visione, del tendersi lamano, dell’apertura agli altri,specie ai più bisognosi.Sarebbe bello se si potesserealizzare il sogno <strong>di</strong> donCiotti, fondatore del gruppoAbele, cioè che la solidarietànon fosse l’atteggiamento <strong>di</strong>pochi, ma regola per tutti, cheil volontariato <strong>di</strong>ventassescelta quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> tutti.Si<strong>cura</strong>mente è un’utopia, ma isogni possono <strong>di</strong>ventare realtà.Anche tu, giovane, che haismesso <strong>di</strong> sognare, torna asognare un mondo più giusto,più solidale, ten<strong>di</strong> per primo lamano e in<strong>com</strong>incia a cambiareil tuo modo <strong>di</strong> vivere, esci dallaroccaforte del tuo egoismo,dell’in<strong>di</strong>fferenza e tuffati nellostraor<strong>di</strong>nario mondo delvolontariato.Contagia col tuo entusiasmoaltri giovani e vivi nel serviziogratuito e generoso verso gialtri la più bella avventuradella tua vita.(anonimo)Page 31Newsletter HeaderEffettoTre 15 settembre 2012 Anno VI - n.ro 60 Pagina 31 <strong>di</strong> 75
"Imparare ad imparare"Giocare con le parole, con i significati spesso sottesi,allenare la mente a fuggire lontano dal luogo <strong>com</strong>une,questa la sfida dei piccoli pezzi che proporròmensilmente.Un modo per aiutare il lettore a tenere alta l'attenzioneai dettagli che contano e che rischiano <strong>di</strong> sfuggire.Il valore del tempoMi trovavo all’agenzia delle entrate <strong>di</strong>Catania per registrare la nascita <strong>di</strong> unanuova associazione che il gruppetto <strong>di</strong>tipografi, stanco delle angherie subite aseguito <strong>di</strong> ban<strong>di</strong> irregolari e clientelepalesi e <strong>di</strong>storsive, ha deciso <strong>di</strong>costituire. L’agenzia apre gli sportellialle 9.00 del mattino. Ogni giorno unafiumana <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui si riversa persbrigare le proprie faccende ed èquin<strong>di</strong> tipico e assolutamente normaleattendersi <strong>di</strong> fare la fila. Ciò che horiscontrato tuttavia va al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogniaspettativa e quanto racconterò puòsembrare ilare, caricaturale e grottescoal tempo stesso, ma, purtroppo, è lapura realtà.Ecco la storia. Per accedere al desk,dove l’impiegato provvederà al <strong>di</strong>sbrigodelle pratiche, bisogna prendere unbiglietto elimina code <strong>com</strong>puterizzato.Fin qui, tutto nella norma, anzi, è segno<strong>di</strong> civiltà. La fila che si accalca ètalmente elevata, che ai <strong>di</strong>rigenti èsembrato il caso <strong>di</strong> snellirlaintroducendo un impiegato chesuggerisce quale tasto premere perprendere il biglietto opportuno. Quin<strong>di</strong>avanti all’elimina code c’è un impiegatoche aiuta a prelevare il biglietto. Peraccedere al biglietto elimina code<strong>com</strong>puterizzato, bisogna prendere unbiglietto elimina code normale, del tipoin uso nelle macellerie. Questo perché,la fila è talmente elevata (non è granche <strong>com</strong>e spiegazione, ma questa passail convento) che si accalcherebbecreando confusione davanti al touchscreen, così un altro impiegato è <strong>di</strong>guar<strong>di</strong>a all’ingresso e chiama i numeriin sequenza a ritmo <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci numeri alminuto: una fila per avere <strong>di</strong>ritto a farela fila.Se si ha la pazienza e la forza <strong>di</strong>volontà <strong>di</strong> alzarsi molto presto, oad<strong>di</strong>rittura la notte prima, si puòapporre su un foglio la propria firma edessere i primi a richiedere l’accessoalla fila del touch screen<strong>com</strong>puterizzato; i primi a fare la fila,della fila, della fila.In sostanza, la mattina, l’impiegatolegge per primi i nomi e cognomisegnati sul foglio informale (il miogiorno erano 170) ad essi fanno seguitoi numeri dell’elimina code stilemacelleria (ero il 70mo) a quel punto sipuò finalmente accedere al veroelimina code <strong>com</strong>puterizzato.Appena avuto <strong>di</strong>ritto al mio numero,quello che da accesso alla fila vera epropria, l’impiegata mi suggerisce <strong>di</strong><strong>com</strong>pilare dei moduli e pagare delletasse. Le tasse vanno pagate alsecondo piano. Per accedere al secondopiano è necessario prendere un pass. Ilpass viene dato da un altro impiegatoprevia visione del documento <strong>di</strong>identità. Ovviamente al desk dei pass viè la fila e per avere accesso ènecessario firmare un foglietto dovesegnare il proprio nome e cognome.Issue 1PageEffettoTre 15 settembre 2012 Anno VI - n.ro 60 Pagina 32 <strong>di</strong> 75