EDUCATIONALnutenzione più pratica, permettono una permeabilitàall’ossigeno decisamente più elevata,soprattutto in comparazione alle <strong>lenti</strong> morbideHydrogel, possono correggere gli astigmatismiirregolari e possono essere costruite in maniera“customizzata” per una applicazione adeguataai parametri oculari dei bambini.Come eseguire l’applicazione nei bambini?In ambito ospedaliero o per colleghi che collaboranoin strutture ospedaliere, nei bambinimolto piccoli sono state eseguite anche applicazioniin anestesia, che certamente facilital’esecuzione di molti esami. Nella praticacomune la soluzione più semplice ed efficaceper determinare la refrazione risulta la retinoscopiacon le <strong>lenti</strong> di prova o un autorefrattometroportatile (Fig. 2).La videocheratografia con strumenti portatilipermette di acquisire mappe topografichenecessarie per l’applicazione di <strong>lenti</strong> RGP soprattuttoin cornee non regolari. Dobbiamoconsiderare che i bambini piccoli tendono adidentificare colui che ha applicato la primalente come la persona che li ha fatti piangeree a volte è preferibile far applicare la primalente dalla persona che poi non condurràl’esame. Sui bambini di almeno 4-5 anni personalmentefaccio toccare le <strong>lenti</strong> morbide edin alcuni chiedo al bambino di applicarmele,questo genera una fiducia che lega profondamenteil bambino e l’optometrista. Nel casoin cui l’applicazione porti il bambino in unacondizione di agitazione o il pianto sia moltoforte è necessario aspettare che il bambinosia molto calmo per procedere alla valutazionedella lente.I bambini più grandicelli possono essere tranquillamenteesaminati con la lampada a fessuraper valutare la relazione lente-cornea,per i più piccoli si può usare la lampada diBurton o l’oftalmoscopio diretto. In commerciovi sono <strong>delle</strong> lampade a fessura portatili(Fig. 3) che consentono una libertà di azionemaggiore con i piccoli pazienti.I criteri di valutazione sono gli stessi di quellinecessari per gli adulti, il movimento, la centraturae la pattern fluoresceinica per le <strong>lenti</strong>RGP e il movimento e la centratura per le<strong>lenti</strong> morbide.Fig. 2Quali sono le complicanze che incorrononella <strong>contatto</strong>logia pediatrica?Le complicanze indotte dalle <strong>lenti</strong> nella <strong>contatto</strong>logiapediatrica sono le stesse dei pazientiadulti, molto spesso legate a problemi igienici,a depositi, ed ipossia. Nei bambini moltopiccoli le problematiche vanno evidenziate dalprofessionista nell’esame obiettivo necessarioad ogni applicazione, esame che deve essereeseguito in modo regolare ed intervalli ridottirispetto agli adulti. L’esame obiettivo rivestenotevole importanza in quanto i piccoli portatoridi <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> non sempre riescono averbalizzare le proprie sensazioni soggettive, eda volte i genitori tendono anche a minimizzarlepensando che il bambino non voglia usare leFig. 3Novembre 2007 P.O. <strong>Professional</strong> Optometry ® 95
EDUCATIONAL<strong>lenti</strong>. Un problema molto comune con i piccolipazienti è soprattutto la perdita o la rottura<strong>delle</strong> <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>. La collaborazione optometrista-famiglia-medicooculista riveste notevoleimportanza soprattutto in quei casi in cuile aspettative sono molto importanti come nelcaso dell’afachia pediatrica. La famiglia, moltospesso la madre, deve essere istruita alla valutazionedei segni che possono essere indicatoridi una eventuale problematica oculare, qualead esempio un rossore marcato, oppure esserein grado di capire se il bambino sente la lentea <strong>contatto</strong> più fastidiosa osservandone il comportamento(per esempio si stropiccia gli occhispesso). È necessario che se la famiglia evidenziaqualche cosa di anomalo venga immediatamenteriferito al professionista che valuterà inmaniera obiettiva i segni o i sintomi.Come comunicare con i bambini e i genitoriNella fornitura di un mezzo compensativo in unbambino il professionista riveste una funzionemolto importante e decisiva. In questa fase èdi fondamentale importanza l’interazione conle figure dei genitori, molto spesso preoccupatidalla gestione <strong>delle</strong> <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> e dallepossibili reazioni avverse, e dall’interazione conil bambino, la cui alleanza se questo ha unaetà superiore ai 3 anni, è strettamente necessariaper il buon fine dell’iter applicativo. Ilprofessionista deve stringere quindi una duplice“alleanza” con i protagonisti, alleanza chedeve basarsi sulla capacità di comunicazionesu due livelli, quello dei genitori e quello delbambino.Le doti comunicative che permettono di entrarein rapporto diretto con il bambino permetterannol’aquisizione della fiducia necessariaaffinché un estraneo possa entrate nel cosiddetto“spazio intimo” ed applicare le <strong>lenti</strong> a<strong>contatto</strong>. Si può tranquillamente affermare chela chiave di ogni esame e rapporto di successoè una buona comunicazione.NeonatiIl successo nell’esame e nell’applicazione di <strong>lenti</strong>a <strong>contatto</strong> ai neonati inizia prima di entrarenello studio. I bambini molto piccoli passano lamaggior parte del proprio tempo dormendo,è quindi necessario prendere l’appuntamentonelle ore in cui il bambino è normalmentesveglio e non abbia la necessità di mangiare.Bambini al di sopra di otto mesi sono capacidi riconoscere il tono di voce e anche se nonhanno la comprensione di ciò che viene detto,riescono a comprendere di essere al centrodell’attenzione e che si sta interagendo conlui. Dall’ottavo o nono mese i bambini diventanomolto più selettivi verso gli sconosciuti,si riescono ad ottenere risposte adeguate solamentese sono in stretta prossimità (ad esempioin braccio) con i genitori. In questa fase ilbambino esercita una forma di attaccamentomolto forte verso il genitore o i genitori. Questafase ha una durata variabile, ma verso i 18mesi diventa un attaccamento esclusivo versoi genitori, i nonni o verso chi se ne prendecostantemente cura. Anche durante la fase digioco il bambino mantiene costantemente un<strong>contatto</strong> visivo con la madre ed a volte ritornafisicamente verso di lei per ricevere confortoe rassicurazione. In questa fase i bambini, durantel’esame visivo, possono allontanarsi dallapoltrona e andare verso la madre, questocomportamento deve essere considerato normalein riferimento all’età. L’attaccamento delbambino è stato studiato da Mary Anisworthtramite il lavoro conosciuto come “Strange Situation”,basato su osservazioni dell’interazionemadre-figlio durante i primi anni di vita.In questo periodo deve essere posta attenzionenella fase di test che comporta l’abbassamentodella luminosità ambientale in quanto ilbuio può essere una situazione che spaventail bambino.Con i bambini più grandicelli si possono stabilire<strong>delle</strong> pattern comunicative più normali, èimportante cercare di mettere a proprio agioil bambino incorraggiando una comunicazionea due vie, optometrista-bambino, bambino-optometrista.Nella fase di comunicazionedeve essere mantenuto, ma non trattenuto alungo, il <strong>contatto</strong> visivo, e va annullata perquanto possibile la differenza di altezza traoptometrista e il soggetto, altezza che può esserevissuta come dominaza. Si può in questafase utilizzare in “trucco”, fare regolare l’altezzadella poltrona tramite l’apposito comandodirettamente al bambino, dandogli il senso dipoter esercitare un controllo in una situazionea lui non familiare.96 P.O. <strong>Professional</strong> Optometry ® Novembre 2007