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Poste Italiane Spa – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - NE/PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova EvangelizzazioneNumero 122Giugno 2013Scelti per servireAssociazione Madonna di Fatima


Gustavo KraljDio Si è fatto bambino per noiSe maltratti un bambino, lo insultio lo picchi, ma poi gli mostri e glidai in dono un fiore, una rosa o qualcosadel genere, lui si dimentica dell’ ingiuriaricevuta e, senza alcuna collera, corre adabbracciarti.Allo stesso modo, se offendi il SignoreGesù, col peccato mortale o qualche azioneingiuriosa, ma poi Gli offri il fiore <strong>della</strong>contrizione o la rosa di una confessionebagnata di lacrime – le lacrime sono ilsangue dell’anima – Egli dimenticherà latua offesa, perdonerà la tua colpa e correràad abbracciarti e baciarti.Sant’Antonio da Padova,Sermone nella Nativ<strong>it</strong>à del Signore, 11Sopra: “Sant’Antonio da Padova” - Chiesa di San Pietro Martire, Murano (Venezia)


SommariOPeriodico dell’AssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella<strong>della</strong> Nuova EvangelizzazioneAnno XV, numero 122, Giugno 2013Direttore responsabile:Zuccato AlbertoConsiglio di redazione:Guy Gabriel de Ridder, Suor JulianeVasconcelos A. Campos, EP,Luis Alberto Blanco Cortés, MadreMariana Morazzani Arráiz, EP,Severiano Antonio de OliveiraTraduzione: Antonietta TessaroAmministrazione:Via San Marco, 2A30034 Mira (VE)CCP 13805353Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12Poste <strong>it</strong>aliane, s.p.a – Spedizionein Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE PDContiene I.R.www.araldi.orgwww.salvamiregina.<strong>it</strong>Con la collaborazionedell’AssociazionePrivata Internazionale di Fedelidi Dir<strong>it</strong>to PontificioAraldi del VangeloViale Vaticano, 84 Sc. A, int. 500165 RomaTel. sede operativaa Mira (VE): 041 560 08 91Montaggio:Equipe di arti grafichedegli Araldi del VangeloStampa e rilegatura:ELCOGRAF S.p.A.Via Mondadori, 1537131 VeronaGli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si inviicopia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati è di responsabil<strong>it</strong>à dei rispettivi autori.Scrivono i lettori 4Scelti per servire (Ed<strong>it</strong>oriale) 5La voce del Papa –Annunciare, testimoniare,adorare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6Commento al Vangelo –L’impatto delle iniziative delRedentore. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10Donna Lucilia Ribeiro dosSantos Corrêa de Oliveira –Perdono per chil’ha trattata male. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19Un inv<strong>it</strong>o per tutti:sii mistico!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20Araldi nel mondo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26San MarcellinoChampagnat – Modelloper gen<strong>it</strong>ori ed educatori. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33La parola dei Pastori –La grandezza dell’umiltà. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38È accaduto nellaChiesa e nel mondo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40Storia per bambini... –La tua fede è d’oro!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46I Santi di ogni giorno. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48“Guardate gli uccelli delcielo...”. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50


La voce del PapaAnnunciare,testimoniare, adorareAdorare è spogliarci dei nostri idoli anche quelli più nascosti, e scegliere ilSignore come centro, come via maestra <strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a.Nella prima lettura colpiscela forza di Pietro edegli altri Apostoli. Alcomando di tacere, dinon insegnare più nel nome di Gesù,di non annunciare più il suo Messaggio,essi rispondono con chiarezza:“Bisogna obbedire a Dio, invece cheagli uomini”. E non li ferma nemmenol’essere flagellati, il subire oltraggi,il venire incarcerati. Pietro e gli Apostoliannunciano con coraggio, conparresia, quello che hanno ricevuto, ilVangelo di Gesù.E noi? Siamo capaci di portare laParola di Dio nei nostri ambienti div<strong>it</strong>a? Sappiamo parlare di Cristo, diciò che rappresenta per noi, in famiglia,con le persone che fanno parte<strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a quotidiana? Lafede nasce dall’ascolto, e si rafforzanell’annuncio.Annunciare il Vangelocon parole ed esempiMa facciamo un passo avanti:l’annuncio di Pietro e degli Apostolinon è fatto solo di parole, ma la fedeltàa Cristo tocca la loro v<strong>it</strong>a, cheviene cambiata, riceve una direzionenuova, ed è proprio con la loro v<strong>it</strong>ache essi rendono testimonianza allafede e all’annuncio di Cristo.Nel Vangelo, Gesù chiede a Pietroper tre volte di pascere il suo greggee di pascerlo con il suo amore, egli profetizza: “Quando sarai vecchiotenderai le tue mani, e un altro ti vestiràe ti porterà dove tu non vuoi”(Gv 21, 18). E’ una parola rivolta anz<strong>it</strong>uttoa noi Pastori: non si può pascereil gregge di Dio se non si accettadi essere portati dalla volontà diDio anche dove non vorremmo, senon si è disposti a testimoniare Cristocon il dono di noi stessi, senza riserve,senza calcoli, a volte anche aprezzo <strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a. Ma questovale per tutti: il Vangelo va annunciatoe testimoniato. Ciascuno dovrebbechiedersi: Come testimonio io Cristocon la mia fede? Ho il coraggio diPietro e degli altri Apostoli di pensare,scegliere e vivere da cristiano, obbedendoa Dio? [...]Chi ci ascolta e ci vede deve poterleggere nelle nostre azioni ciòche ascolta dalla nostra bocca e renderegloria a Dio! Mi viene in menteadesso un consiglio che san Francescod’Assisi dava ai suoi fratelli: Predicateil Vangelo e, se fosse necessario,anche con le parole. Predicarecon la v<strong>it</strong>a: la testimonianza. L’incoerenzadei fedeli e dei Pastori traquello che dicono e quello che fanno,tra la parola e il modo di viveremina la credibil<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa.Che significa adorare Dio?Ma tutto questo è possibile soltantose riconosciamo Gesù Cristo,perché è Lui che ci ha chiamati, ciha inv<strong>it</strong>ati a percorrere la sua strada,ci ha scelti. Annunciare e testimoniareè possibile solo se siamo vicinia Lui, proprio come Pietro, Giovannie gli altri discepoli nel brano delVangelo di oggi sono attorno a GesùRisorto; c’è una vicinanza quotidianacon Lui, ed essi sanno bene chi è,Lo conoscono.L’Evangelista sottolinea che “nessunoosava domandargli: ‘Chi sei?’,perché sapevano bene che era il Signore”(Gv 21, 12). E questo è unpunto importante per noi: vivere unrapporto intenso con Gesù, un’intim<strong>it</strong>àdi dialogo e di v<strong>it</strong>a, così da riconoscerlocome “il Signore”. AdorarLo!Il brano dell’Apocalisse che abbiamoascoltato ci parla dell’adorazione:le miriadi di angeli, tutte lecreature, gli esseri viventi, gli anziani,si prostrano in adorazione davantial trono di Dio e all’Agnello immolato,che è Cristo, a cui va la lode,l’onore e la gloria (cfr. Ap 5, 11-14).Vorrei che ci ponessimo tutti una6 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


L’Osservatore Romano“Chi ci ascolta e ci vede, deve poter leggere nelle nostre azioni ciò che ascolta dalla nostra bocca erendere gloria a Dio!”Papa Francesco durante l’omelia nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, 14/4/2013domanda: Tu, io, adoriamo il Signore?Andiamo da Dio solo per chiedere,per ringraziare, o andiamo daLui anche per adorarLo?Che cosa vuol dire allora adorareDio? Significa imparare a stare conLui, a fermarci a dialogare con Lui,sentendo che la sua presenza è lapiù vera, la più buona, la più importantedi tutte. Ognuno di noi, nellapropria v<strong>it</strong>a, in modo consapevole eforse a volte senza rendersene conto,ha un ben preciso ordine dellecose r<strong>it</strong>enute più o meno importanti.Adorare il Signore vuol dire darea Lui il posto che deve avere; adorareil Signore vuol dire affermare,credere, non però semplicemente aparole, che Lui solo guida veramentela nostra v<strong>it</strong>a; adorare il Signorevuol dire che siamo convinti davantia Lui che è il solo Dio, il Dio <strong>della</strong>nostra v<strong>it</strong>a, il Dio <strong>della</strong> nostra storia.Spogliarci degli idoli neiquali ci rifugiamoQuesto ha una conseguenza nellanostra v<strong>it</strong>a: spogliarci dei tanti idolipiccoli o grandi che abbiamo e neiquali ci rifugiamo, nei quali cerchiamoe molte volte riponiamo la nostrasicurezza. Sono idoli che spessoteniamo ben nascosti; possono esserel’ambizione, il carrierismo, il gustodel successo, il mettere al centrose stessi, la tendenza a prevalere suglialtri, la pretesa di essere gli unicipadroni <strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a, qualchepeccato a cui siamo legati, e moltialtri.Questa sera vorrei che una domandarisuonasse nel cuore di ciascunodi noi e che vi rispondessimocon sincer<strong>it</strong>à: ho pensato io a qualeidolo nascosto ho nella mia v<strong>it</strong>a, chemi impedisce di adorare il Signore?Adorare è spogliarci dei nostri idolianche quelli più nascosti, e scegliereil Signore come centro, come viamaestra <strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a.Cari fratelli e sorelle, il Signore cichiama ogni giorno a seguirLo concoraggio e fedeltà; ci ha fatto il grandedono di sceglierci come suoi discepoli;ci inv<strong>it</strong>a ad annunciarLo congioia come il Risorto, ma ci chiededi farlo con la parola e con la testimonianza<strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a, nellaquotidian<strong>it</strong>à.Il Signore è l’unico, l’unico Dio<strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a e ci inv<strong>it</strong>a a spogliarcidei tanti idoli e ad adorareLui solo. Annunciare, testimoniare,adorare. La Beata Vergine Maria el’Apostolo Paolo ci aiutino in questocammino e intercedano per noi.(Estratto dell’omelia nellaBasilica Papale di San Paolo Fuorile Mura, 14/4/2013)Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 7


Santa Madre Chiesa, gerarchica e cattolicaL’ident<strong>it</strong>à cristiana non è una carta d’ident<strong>it</strong>à. L’ident<strong>it</strong>à cristiana èun’appartenenza alla Chiesa, perché tutti questi appartenevano alla Chiesa.LLa prima lettura di oggi mi fapensare che, proprio nel momentoin cui scoppia la persecuzione,scoppia la missionarietà<strong>della</strong> Chiesa. E questi cristiani eranoarrivati fino alla Fenicia, a Cipro e adAntiochia, e proclamavano la Parola(cfr. At 11, 19). Avevano questo fervoreapostolico dentro; e la fede vienediffusa così! Alcuni, gente di Ciproe di Cirene – non questi, ma altri cheerano diventati cristiani – giunti adAntiochia, incominciarono a parlareanche ai Greci (cfr. At 11, 20).È un assurdo voler viverecon Gesù senza la ChiesaE’ un passo in più. E la Chiesa vaavanti, così. Di chi è questa iniziativadi parlare ai Greci, cosa che nonsi capiva, perché si predicava soltantoai Giudei? E’ dello Spir<strong>it</strong>o Santo,Colui che spingeva di più, di più, dipiù, sempre.Ma a Gerusalemme, qualcuno,quando ha sent<strong>it</strong>o questo, è diventatoun po’ nervoso e hanno inviatouna Vis<strong>it</strong>a Apostolica, hanno inviatoBarnaba (cfr. At 11, 22). Forse, conun po’ di senso dell’umorismo, possiamodire che questo sia l’inizio teologico<strong>della</strong> Congregazione per laDottrina <strong>della</strong> Fede: questa Vis<strong>it</strong>aapostolica di Barnaba. Lui ha osservato,e ha visto che le cose andavanobene (cfr. At 11, 23).E la Chiesa così è più Madre, Madredi più figli, di molti figli: diventaMadre, Madre, Madre sempre dipiù, Madre che ci dà la fede, Madreche ci dà l’ident<strong>it</strong>à. Ma l’ident<strong>it</strong>à cristiananon è una carta d’ident<strong>it</strong>à. L’ident<strong>it</strong>àcristiana è un’appartenenzaalla Chiesa, perché tutti questi appartenevanoalla Chiesa, alla ChiesaMadre, perché trovare Gesù fuori<strong>della</strong> Chiesa non è possibile.Il grande Paolo VI diceva: è unadicotomia assurda voler vivere conGesù senza la Chiesa, seguire Gesùfuori <strong>della</strong> Chiesa, amare Gesù senzala Chiesa (cfr. Esort. ap. Evangeliinuntiandi, 16). E quella ChiesaMadre che ci dà Gesù, ci dà l’ident<strong>it</strong>àche non è soltanto un sigillo: èun’appartenenza. Ident<strong>it</strong>à significaappartenenza. L’appartenenza allaChiesa: questo è bello!La dolce e consolanteallegria di evangelizzareLa terza idea che mi viene in mente– la prima: era scoppiata la missionarietà;la seconda: la Chiesa Madre –è che quando Barnaba ha visto quellafolla – dice il testo: “E una folla considerevolefu aggiunta al Signore” (At11, 24) – quando ha visto quella folla,ha avuto gioia. “Quando questi giunsee vide la grazia di Dio, si rallegrò” (At11, 23). E’ la gioia propria dell’evangelizzatore.E’, come diceva Paolo VI,“la dolce e consolante allegria di evangelizzare”(cfr. Esort. ap. Evangeliinuntiandi, n.80). E questa gioia incominciacon una persecuzione, con unatristezza grande, e finisce con la gioia.E così la Chiesa va avanti, comedice un Santo, fra le persecuzionidel mondo e le consolazioni del Signore(cfr. S. Agostino, De Civ<strong>it</strong>ateDei, 18, 51, 2: PL 41, 614). Così èla v<strong>it</strong>a <strong>della</strong> Chiesa. Se noi vogliamoandare sulla strada <strong>della</strong> mondan<strong>it</strong>à,negoziando con il mondo – comevolevano fare i Maccabei, che eranotentati in quel tempo – mai avremola consolazione del Signore.E se noi cerchiamo soltanto laconsolazione, sarà una consolazionesuperficiale, non quella del Signore,sarà una consolazione umana. LaChiesa va sempre tra la Croce e laRisurrezione, tra le persecuzioni e leconsolazioni del Signore. E questo èil cammino: chi va per questa stradanon si sbaglia.Chiediamo al Signorequesto fervorePensiamo oggi alla missionarietà<strong>della</strong> Chiesa: questi discepoli chesono usc<strong>it</strong>i da se stessi per andare, eanche quelli che hanno avuto il coraggiodi annunciare Gesù ai Greci,cosa in quel tempo scandalosa, quasi(cfr. At 11, 19-20). Pensiamo allaMadre Chiesa che cresce, cresce connuovi figli, ai quali dà l’ident<strong>it</strong>à <strong>della</strong>fede, perché non si può credere inGesù senza la Chiesa. Lo disse Gesùstesso nel Vangelo: Ma voi noncredete, perché non fate parte dellemie pecore (cfr. Gv 10, 26).Se non siamo “pecore di Gesù”,la fede non viene; è una fede all’acquadi rose, una fede senza sostanza.E pensiamo alla consolazione cheha avuto Barnaba, che è proprio “ladolce e consolante allegria di evangelizzare”.E chiediamo al Signorequesta parresia, questo fervoreapostolico, che ci spinga ad andareavanti, come fratelli, tutti noi: avanti!Avanti, portando il nome di Gesùnel seno <strong>della</strong> Santa Madre Chiesa,come diceva Sant’Ignazio, gerarchicae cattolica.(Omelia, 23/4/2013)8 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Sacra Scr<strong>it</strong>tura e TradizioneL’interpretazione delle Sacre Scr<strong>it</strong>ture dev’essere sempre confrontata, inser<strong>it</strong>a eautenticata dalla Tradizione vivente <strong>della</strong> Chiesa.Vi siete radunati nuovamenteper approfondire un argomentomolto importante:l’ispirazione e la ver<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Bibbia. S<strong>it</strong>ratta di un tema che riguarda non soltantoil singolo credente, ma la Chiesaintera, poiché la v<strong>it</strong>a e la missione<strong>della</strong> Chiesa si fondano sulla Parola diDio, la quale è anima <strong>della</strong> teologia e,insieme, ispiratrice di tutta l’esistenzacristiana.Un<strong>it</strong>à tra Sacra Scr<strong>it</strong>turae TradizioneCome sappiamo, le Sacre Scr<strong>it</strong>turesono la testimonianza in formascr<strong>it</strong>ta <strong>della</strong> Parola divina, il memorialecanonico che attesta l’evento<strong>della</strong> Rivelazione. La Parola di Dio,dunque, precede ed eccede la Bibbia.E’ per questo che la nostra Fede nonha al centro soltanto un libro, ma unastoria di salvezza e soprattutto unaPersona, Gesù Cristo, Parola di Diofatta carne. Proprio perché l’orizzonte<strong>della</strong> Parola divina abbraccia e siestende oltre la Scr<strong>it</strong>tura, per comprenderlaadeguatamente è necessariala costante presenza dello Spir<strong>it</strong>oSanto che “guida a tutta la ver<strong>it</strong>à”(Gv 16, 13). Occorre collocarsi nellacorrente <strong>della</strong> grande Tradizione che,sotto l’assistenza dello Spir<strong>it</strong>o Santoe la guida del Magistero, ha riconosciutogli scr<strong>it</strong>ti canonici come Parolarivolta da Dio al suo popolo e non hamai cessato di med<strong>it</strong>arli e di scoprirnele inesauribili ricchezze.Il Concilio Vaticano II lo ha ribad<strong>it</strong>ocon grande chiarezza nella Cost<strong>it</strong>uzionedogmatica Dei Verbum:“Tutto quanto concerne il modo diinterpretare la Scr<strong>it</strong>tura è sottopostoin ultima istanza al giudizio <strong>della</strong>Chiesa, la quale adempie il divinomandato e ministero di conservaree interpretare la Parola di Dio”(n.12).Come ci ricorda ancora la menzionataCost<strong>it</strong>uzione conciliare, esisteun’inscindibile un<strong>it</strong>à tra SacraScr<strong>it</strong>tura e Tradizione, poiché entrambeprovengono da una stessafonte: “La sacra Tradizione e laSacra Scr<strong>it</strong>tura sono strettamentecongiunte e comunicanti tra loro.Ambedue infatti, scaturendo dallastessa divina sorgente, formano,in un certo qual modo, una cosa solae tendono allo stesso fine. Infatti,la Sacra Scr<strong>it</strong>tura è Parola di Dioin quanto è messa per iscr<strong>it</strong>to sottol’ispirazione dello Spir<strong>it</strong>o Santo;invece la sacra Tradizione trasmetteintegralmente la Parola di Dio, affidatada Cristo Signore e dallo Spir<strong>it</strong>oSanto agli Apostoli, ai loro successori,affinché questi, illuminatidallo Spir<strong>it</strong>o di ver<strong>it</strong>à, con la loropredicazione fedelmente la conservino,la espongano e la diffondano.In questo modo la Chiesa attingela sua certezza su tutte le cose rivelatenon dalla sola Sacra Scr<strong>it</strong>tura.Perciò l’una e l’altra devono essereaccettate e venerate con parisentimento di pietà e di riverenza”(Dei Verbum, n.9).Insufficienza di ogniinterpretazione soggettivaNe consegue pertanto che l’esegetadev’essere attento a percepirela Parola di Dio presente nei testibiblici collocandoli all’interno<strong>della</strong> stessa Fede <strong>della</strong> Chiesa. L’interpretazionedelle Sacre Scr<strong>it</strong>turenon può essere soltanto uno sforzoscientifico individuale, ma dev’esseresempre confrontata, inser<strong>it</strong>a eautenticata dalla Tradizione vivente<strong>della</strong> Chiesa. Questa norma è decisivaper precisare il corretto e reciprocorapporto tra l’esegesi e il Magistero<strong>della</strong> Chiesa. I testi ispiratida Dio sono stati affidati alla Comun<strong>it</strong>àdei credenti, alla Chiesa di Cristo,per alimentare la fede e guidarela v<strong>it</strong>a di car<strong>it</strong>à. Il rispetto di questanatura profonda delle Scr<strong>it</strong>ture condizionala stessa valid<strong>it</strong>à e l’efficaciadell’ermeneutica biblica.Ciò comporta l’insufficienza diogni interpretazione soggettiva osemplicemente lim<strong>it</strong>ata ad un’analisiincapace di accogliere in sé quelsenso globale che nel corso dei secoliha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o la Tradizione dell’interoPopolo di Dio, che “in credendo fallinequ<strong>it</strong>” (Lumen gentium, n.12).(Estratto del discorso nell’udienzaai membri <strong>della</strong> Pontificia CommissioneBiblica, 12/4/2013)Tutti i dir<strong>it</strong>ti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Ed<strong>it</strong>rice Vaticana.La <strong>versione</strong> integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.vaGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 9


“Il figlio <strong>della</strong> vedova di Nainè resusc<strong>it</strong>ato da Cristo” -Cattedrale di Monreale, PalermoIn quel tempo, 11 Gesù Si recò in una c<strong>it</strong>tàchiamata Nain e facevano la strada con Lui idiscepoli e grande folla.12Quando fu vicino alla porta <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, eccoche veniva portato al sepolcro un morto,figlio unico di madre vedova; e molta gente<strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà era con lei. 13 Vedendola, il Signorene ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”14 E accostatoSi toccò la bara, mentre ia Vangelo Aportatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto,dico a te, alzati!” 15 Il morto si levò a sederee incominciò a parlare. Ed Egli lo diedealla madre. 16 Tutti furono presi da timoree glorificavano Dio dicendo: “Un grandeprofeta è sorto tra noi e Dio ha vis<strong>it</strong>ato il suopopolo”.17La fama di questi fatti si diffuse in tutta laGiudea e per tutta la regione (Lc 7, 11-17).Sibeaster10 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


X Domenica del Tempo OrdinarioL’impattodelle iniziativedel RedentorePer fare miracoli, Gesù esigeva di sol<strong>it</strong>o una prova di fede delfavor<strong>it</strong>o ma, a volte, era Lui che anticipava qualsiasi richiestae distribuiva prodigamente i suoi divini benefici. Questo mododi agire racchiude in sé un profondo significato.Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EPI – Lo choc delle grandiconversioniNella Storia <strong>della</strong> Chiesa, è frequente trovares<strong>it</strong>uazioni nelle quali un apostolo, ispirato daDio, desidera la con<strong>versione</strong> di un’anima lontanadalla Religione, ma molte volte il suo ardoresi vede respinto dal rifiuto di chi è oggetto delsuo zelo. Tutti gli sforzi si rivelano inutili, poichél’argomentazione non riesce a piegare una volontàostinata.Alfonso Ratisbonne, per esempio, era unebreo di razza e religione, profondamente radicatonelle sue tradizioni. Il suo amico, il Baronedi Bussières, spinto da una mozione interiore<strong>della</strong> grazia, usò fra i più convincenti mezzidell’apologetica per tentare di convertirlo allaChiesa Cattolica, senza aver successo. Attaccatoalle proprie convinzioni e più preoccupatodi godere delle delizie <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a che il futuro glioffriva, accettò solo di portare al collo una medaglia<strong>della</strong> Madonna delle Grazie, con la promessa,fatta controvoglia, di rec<strong>it</strong>are tutti i giorniil Memorare – la nota preghiera di San Bernardo,il “RicordaTi”. “Io non potevo rendermiconto” – avrebbe narrato più tardi il Baronedi Bussières – “<strong>della</strong> forza interiore che mi spingeva,la quale, a dispetto di tutti gli ostacoli edell’ostinata indifferenza da lui opposta ai mieisforzi, mi dava una convinzione intima, inesplicabileche, presto o tardi, Dio gli avrebbe apertogli occhi”. 1Alcuni giorni dopo, entrambi entrarono nellachiesa di Sant’Andrea delle Fratte, a Roma. IlBarone si diresse in sacrestia, per trattare di unaquestione, mentre il giovane Ratisbonne rimaseda solo nella chiesa, analizzandone le opered’arte. All’improvviso, in un altare laterale, gliapparve la Santissima Vergine, tale come nellamedaglia, e senza dire nulla operò all’istante lasua con<strong>versione</strong> radicale: “Ella non mi ha parlato,ma io ho compreso tutto!”, 2 esclamava egli,più tardi, con veri slanci di entusiasmo. Infatti,la fede cattolica gli era stata impiantata nel cuorein modo inesplicabile; il giovane ebreo co-L’ardore diun apostolosi vede moltevolte inib<strong>it</strong>onegativamenteda chiè oggetto delsuo zeloGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 11


minciò a parlare dei misteri e dei dogmi <strong>della</strong>Religione come se li conoscesse e li amasse dasempre. Era bastato appena uno sguardo di Mariaper trasformare la sua anima!Timothy RingLa fedecattolicagli si eraimpiantatanel cuorein modoinspiegabile;il giovaneisraelianocominciò aparlare deimisteri e deidogmi <strong>della</strong>Religionecome se liconoscessee li amasseda sempreL’azione <strong>della</strong> grazia efficace“Con<strong>versione</strong> di Alfonso Ratisbonne”Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, RomaNon illudiamoci, pertanto, nel constatarela con<strong>versione</strong> di un’anima, che essa si debbaall’argomentazione razionale fatta da chi siproponeva di attrarla, o a un’esposizione teologicache, inframmezzata da esempi adeguatie svolti in forma brillante, abbia sconvolto l’ascoltatore,portandolo a un cambiamento di v<strong>it</strong>a.Se l’iniziativa di concedere una grazia efficace– cioè, quella che produce il suo effetto sempre,in modo infallibile – non parte da Dio, possonoesser impiegati tutti i mezzi dell’intelligenzaumana, le dimostrazioni più convincenti o iragionamenti più irrefutabili, che non si riusciràa smuovere l’anima neanche di un passo nemmenonella direzione del bene. L’eminente teologodomenicano, padre Antonio Royo Marín,spiega che “senza la grazia attuale o un aiuto soprannaturaledi Dio, l’anima in grazia e, a maggiorragione ancora, il povero peccatore, nonpossono fare assolutamente nulla nell’ordinesoprannaturale. Il peccatore non può pentirsi inmaniera sufficiente per recuperare la grazia seDio non gli concede previamente la grazia attualedel pentimento”. 3Infatti, l’azione di Dio sulle anime è moltovaria. Essa non dipende dalla lucid<strong>it</strong>à, dalla logicao dalla capac<strong>it</strong>à oratoria dell’apostolo, nondipende dai mer<strong>it</strong>i di questi, né di chi la riceve,non dipende nemmeno, come condizione assoluta,dalle preghiere che altri facciano intercedendoper l’anima, sebbene la preghiera in favoredel prossimo abbia una grande attenzionepresso Dio. La con<strong>versione</strong>, pertanto, obbediscead una iniziativa di Dio, come insegna SanTommaso: “Che l’uomo si converta a Dio nonpuò cap<strong>it</strong>are se non sotto l’impulso dello stessoDio che lo converte. [...] La con<strong>versione</strong> dell’uomoa Dio è, certamente, opera del libero arb<strong>it</strong>rio.Per questo, precisamente, gli ordina di convertirsi.Ma il libero-arb<strong>it</strong>rio non può rivolgersia Dio, se lo stesso Dio non lo converte a Sé”. 4Tale impulso divino, che con frequenza incide“non solo [su coloro che] in precedenza nonhanno mer<strong>it</strong>ato nulla nel bene, ma addir<strong>it</strong>tura[su quelli che] hanno mer<strong>it</strong>ato nel male”, 5 ci è illustratoin forma convincente nel Vangelo propostonella L<strong>it</strong>urgia <strong>della</strong> 10ª Domenica delTempo Ordinario.II – L’iniziativa compassionevoledi Nostro SignoreIn quel tempo, 11 Gesù Si recò in unac<strong>it</strong>tà chiamata Nain e facevano la stradacon Lui i discepoli e grande folla.Nain era una piccola c<strong>it</strong>tà <strong>della</strong> Galilea, s<strong>it</strong>uatasu un’altura, alle pendici del Piccolo Hermon,a dodici chilometri di distanza da Nazaret e a 38chilometri da Cafarnao. Il suo nome – che significa“la graziosa” – proveniva dal bel panorama affacciatosulla fertile pianura di Esdrelon, le montagnedi Nazareth e l’imponente Monte Tabor.Come la maggior parte delle c<strong>it</strong>tà <strong>della</strong> Palestinain quell’epoca, possedeva mura di difesa perev<strong>it</strong>are saccheggi e invasioni. L’accesso all’ab<strong>it</strong>atoavveniva da una strada in sal<strong>it</strong>a che conducevafino alla porta <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, probabilmente stretta,12 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


che rendeva difficile l’entrata e l’usc<strong>it</strong>a, nel casosi formassero grandi assembramenti di persone. 6Il provvidenziale incontro di due molt<strong>it</strong>udini12Quando fu vicino alla porta <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà,ecco che veniva portato al sepolcroun morto, figlio unico di madre vedova;e molta gente <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà era con lei.Di fronte a questo quadro, possiamo immaginarel’impatto causato dall’arrivo di Nostro Signore,che saliva alla c<strong>it</strong>tà segu<strong>it</strong>o da una grandemolt<strong>it</strong>udine, e che incontra un’altra com<strong>it</strong>ivanumerosa, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a dagli ab<strong>it</strong>anti, che scendevaper la strada portando a interrare il figliounico di una vedova. 7 Secondo il costume giudaico,chi incrociava un corteo funebre dovevafermarsi e seguirlo. 8 Gesù, amante e rispettosodelle leggi, Si fermò davanti al defunto e, a causa<strong>della</strong> strettezza <strong>della</strong> strada, probabilmenteEgli stesso Si mise di lato per consentire il passaggiodel feretro.In quei tempi, la morte di un figlio unico cost<strong>it</strong>uivaper una vedova la scomparsa del suo pilastro.A partire da questo momento, lei e lesue possibili proprietà restavano alla mercé <strong>della</strong>rapina generale – abuso denunciato da Gesùpiù avanti, nella sua censura agli scribi (cfr.Lc 20, 47; Mc 12, 40). Infatti, non mancava chisi rallegrasse in tali circostanze, perché alle vedovepotevano strappare tutto quanto possedevano,senza che nessuno si opponesse, come indicaSan Giovanni Crisostomo: “E il peggio erache non riempivano le loro pance con i beni deiricchi, ma con la miseria delle vedove, aggravandouna povertà che avrebbero dovuto soccorrere”.9 S<strong>it</strong>uazione simile ci è indicata da Cristostesso nella parabola del giudice iniquo (cfr.Lc 18, 1-8), che mostra questo crimine strano alleorecchie del tempo.Nostro Signore prende l’iniziativasenza previa richiesta13Vedendola, il Signore ne ebbe compassionee le disse: “Non piangere!”Nella maggior parte dei miracoli realizzatidal Divino Maestro – come, per esempio, quellodel servo del centurione, contemplato nella L<strong>it</strong>urgia<strong>della</strong> precedente domenica –, l’iniziativapartiva dal bisognoso che, pieno di fede, chiedevaaiuto, e veniva esaud<strong>it</strong>o da Nostro Signore.In questo caso, al contrario, è accaduto qualcosadi diverso: è Gesù stesso che prende l’iniziativa.Egli, in quanto Dio, aveva consideratoquella famiglia da tutta l’etern<strong>it</strong>à, e in quantoanima umana, nella visione beatifica, la conoscevapure perfettamente, così come la difficilecircostanza in cui si trovava. Tuttavia, i suoiocchi materiali e la sua scienza sperimentalel’hanno constatato soltanto in questo momento.La scena di una madre desolata, colp<strong>it</strong>a dallaperd<strong>it</strong>a di chi era il suo appoggio e sostegno,rimanendo sola al mondo, era peraltro commovente.“Su quel capo amato, ella aveva riun<strong>it</strong>otutti gli affetti e tutte le speranze del suo cuore.Ella lo educava come una vedova sa educareun figlio unico. Possiamo affermare: la suaanima e la sua v<strong>it</strong>a grav<strong>it</strong>avano intorno a questaesistenza. Ed ecco che, all’improvviso, si rompeil filo al quale era sospesa l’unica felic<strong>it</strong>à che leiavrebbe potuto sperimentare sulla Terra. Eccoche la morte strappa agli abbracci disperati disua madre il figlio ormai maturo, nel momentoin cui egli appariva come una forza, come unaprotezione”. 10Per questo, Gesù fu preso da dolore e compassionenei confronti <strong>della</strong> povera donna e, rivolgendosiper primo a lei, le disse: “Non piangere”.Senza dubbio, tali parole devono averletranquillizzato lo spir<strong>it</strong>o affl<strong>it</strong>to, poiché il DivinoMaestro le fece seguire da speciali graziedi consolazione. A questo propos<strong>it</strong>o, commentaMaldonado: “In maniera del tutto differenteda come molti altri le avranno ripetuto, dobbiamocredere che Cristo le abbia detto questa paroladi consolazione. Poiché non c’è dubbio cheparole uguali o simili gliele avranno dette tutti.Chi c’è che non dica ‘Non piangere’ a chi silamenta? Ma gli altri lo avranno detto in modoumano e con ragioni umane [...]. Cristo, alcontrario, la consola in maniera che, o con altreparole omesse dall’evangelista, o con il tono divoce con il quale ha detto queste stesse parole,le lascia intravvedere, in qualche modo, la speranzache suo figlio sarebbe resusc<strong>it</strong>ato”. 11 Questoprimo atteggiamento del Signore Gesù deveaver causato stupore intorno a sè, poiché manifestavauna compassione unica a quell’epoca.Contrariando la Legge di Mosè14aE accostatoSi toccò la bara, mentre iportatori si fermarono.Gesù fu presoda dolore ecompassionenei confronti<strong>della</strong> poverasignora e,rivolgendo-Si in primoluogo a lei, ledisse: “Nonpiangere”Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 13


“Io ti ordino”era unaformula chenon era maistata usatada nessuntaumaturgo<strong>della</strong> Storia,neancheda EliaSub<strong>it</strong>o dopo, Egli toccò la bara. Quelli chestavano portando il defunto si fermarono sorpresi,percependo che qualcosa di insol<strong>it</strong>o sarebbeaccaduto, visto che solo a loro era permessoquesto gesto, poiché “si r<strong>it</strong>eneva immondonegli uomini tutto quanto era corrottoo esposto alla corruzione. E siccome la morteè corrruzione, il cadavere era considerato immondo”.12 La Legge prescriveva espressamentecerte abluzioni e purificazioni per chiunqueavesse avuto contatto con un morto (cfr. Nm 9,6-7; 19, 11-13). Tanto più che, secondo il costume,la cassa non era chiusa e il corpo, già imbalsamatoe avvolto in un lenzuolo, era traslato soprauna barella, alla vista di tutti, con la testacoperta da un sudario, che di quando in quandosollevavano per vedere il volto. 13 Così, metterela mano sopra il feretro significava farlo quasisul cadavere. Ma, Nostro Signore – e questoè un punto fondamentale – non ha avuto ripugnanza,né timore alcuno a toccarlo.Un miracolo che superava tutti i precedenti14bPoi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”Il Maestro aveva iniziato la sua predicazionegià da qualche tempo, aveva operato miracoli,impressionando le molt<strong>it</strong>udini e la sua fama siera propagata per tutta la regione (cfr. Lc 4, 37; 5,15). Ora, però, Egli farà un prodigio che supereràin maestà e potere tutti gli altri prima realizzati.Sarebbe bastato un semplice atto <strong>della</strong> sua volontàdivina per far r<strong>it</strong>ornare l’anima del giovane alcorpo. Tuttavia, affinché non ci fosse alcun dubbioche era proprio Lui l’Autore di quella resurrezione,con voce imperiosa, diede al morto l’ordine dialzarsi. “Io ti ordino”, era una formula che mai erastata usata da nessun taumaturgo <strong>della</strong> Storia, néda Elia, che la prima lettura di questa domenicacontempla, quando ha resusc<strong>it</strong>ato il figlio <strong>della</strong> vedovadi Sarepta, e che è ottenuta solo con grandisuppliche e un prolungato cerimoniale (cfr. I Re17, 17-22), né da Eliseo, quando rest<strong>it</strong>uì alla sunam<strong>it</strong>ail figlio che aveva perso (cfr. II Re 4, 32-35)e nemmeno da Mosè o Giosuè, aprendo le acquedel Mar Rosso o del fiume Giordano (cfr. Es 14,21; Gs 3, 15-17). Solo Dio, dominatore assoluto d<strong>it</strong>utta la creazione, Signore <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a e <strong>della</strong> morte,poteva dire “io ti ordino”. “Cristo mostra con questeparole che lo resusc<strong>it</strong>a con la propria autor<strong>it</strong>àe comando, e non con potere altrui. Parla a coluiche era morto, perché è Dio, la cui voce può farsisentire solamente dai morti stessi”. 14 Questo erasufficiente affinché tutti i presenti credessero allasua divin<strong>it</strong>à.Un gesto di divina delicatezza15Il morto si levò a sedere e incominciòa parlare. Ed Egli lo diede alla madre.“Resurrezione del figlio <strong>della</strong> vedova di Naim”, di Matthias GerungMiniatura <strong>della</strong> Bibbia di Ottheirnrich, Biblioteca dello Stato di Baviera, Monaco, Germania14 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


L’Evangelista non narra le circostanze <strong>della</strong>morte del giovane, nemmeno il momento incui questa era avvenuta; tuttavia, possiamo affermarecon certezza che tutti i testimoni delfatto, soprattutto la molt<strong>it</strong>udine di Nain e anchequelli che seguivano Nostro Signore, avevanoconstatato la sua morte, data l’immobil<strong>it</strong>à ela rigid<strong>it</strong>à del corpo. Improvvisamente, il cadavereprende v<strong>it</strong>a, si siede sulla barella in cui eratrasportato e comincia a parlare. Immaginiamol’impatto di una tale scena e il “brivido di terrore[che] invase l’animo di tutti davanti a quellamanifestazione <strong>della</strong> divin<strong>it</strong>à di Cristo”. 15Una volta fatto il miracolo, Gesù avrebbeben potuto allontanarsi ma, con un gesto di divinadelicatezza, lo consegnò a sua madre, comese le dicesse con accento pieno di bontà: “Nonti avevo detto di non piangere? Ecco qui tuo figlio”.È concepibile la gioia <strong>della</strong> madre: senzadubbio, la tristezza di aver assist<strong>it</strong>o alla mortedel figlio e di vederlo dirigersi verso il tumulofu largamente superata dal piacere sperimentatoin quell’istante. Nemmeno la felic<strong>it</strong>à del giornoin cui aveva ricevuto il bambino in braccio,dopo che era nato, si uguagliò a quella di questomomento, nel quale il figlio le veniva rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>odalle mani di Dio stesso.Immaginiamo, anche, il giubilo del giovane,dopo che aveva attraversato le soglie <strong>della</strong>morte, resusc<strong>it</strong>ando con più vigore di quelloavuto durante tutta la sua esistenza precedente,poiché, sebbene il Vangelo non afferminulla a tal riguardo, è necessario sottolineare,con convinzione, che la salute datagli da NostroSignore non può esser stata uguale a quellache sua madre gli aveva trasmesso nel concepirlo,a causa <strong>della</strong> differenza infin<strong>it</strong>a tra ilpotere <strong>della</strong> madre e quello di Gesù Cristo,Uomo e Dio vero. A partire da quell’istante, ilgiovane ebbe una maggiore v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à, lavorò conraddoppiata energia e diede a sua madre unconforto straordinario fino al termine dei suoigiorni. Senza dubbio, egli avrà assist<strong>it</strong>o tra lelacrime alla sua morte, pensando a Chi, anniprima, lo aveva resusc<strong>it</strong>ato.L’effetto causato nella molt<strong>it</strong>udine16Tutti furono presi da timore e glorificavanoDio dicendo: “Un grande profetaè sorto tra noi e Dio ha vis<strong>it</strong>ato il suopopolo”.Di fronte a un simile prodigio, lo stupore ela paura si impossessarono di tutti. Avevanoconstatato nel Maestro la presenza di una virtùassoluta e totalmente sovrumana, prova irrefutabileche Egli era profeta. Infatti, era costumeche il profeta dimostrasse, per mezzo diun segnale, l’autentic<strong>it</strong>à <strong>della</strong> sua missione (cfr.I Sam 2, 34; II Re 19, 29; 20, 8-9; Ez 24, 24). NostroSignore, in questo caso, non ha ricevuto ilt<strong>it</strong>olo di profeta, ma quello di grande Profeta,poiché, come abbiamo visto, ha rivelato di averepotere sulla v<strong>it</strong>a e sulla morte. “Questo stuporerispettoso” – commenta Lagrange – “nonè che il preludio delle lodi fatte a Dio. Le molt<strong>it</strong>udinichiamano profeta Gesù, e non figlio diDio come i demoni (cfr. Lc 4, 41), giacché questihanno la vista sul mondo invisibile, mentregli uomini cercano analogie nel passato, quandoalcuni profeti avevano resusc<strong>it</strong>ato morti. Nessunodi loro, però, lo aveva fatto con una parola;per questo considerano Gesù come un grandeprofeta, quello atteso per il tempo <strong>della</strong> salvezza”.16 Ora, la funzione fondamentale del profetanon è quella di prevedere il futuro, ma quelladi esser guida del popolo e indicargli il corso delsuo trag<strong>it</strong>to. Pertanto, in questo episodio <strong>della</strong>v<strong>it</strong>a pubblica dell’Uomo-Dio, Lo vediamo manifestarSicome via e v<strong>it</strong>a, come più tardi Eglistesso affermerà: “Io sono la via, la ver<strong>it</strong>à e la v<strong>it</strong>a”(Gv 14, 6).Perché hanno provato paura?Coloro che si trovavano lì sono stati dominatidalla paura anche perché vennero in contattocon il soprannaturale e conclusero che,di fatto, Dio aveva vis<strong>it</strong>ato il suo popolo. Anchesapendo dell’esistenza di Dio con la Rivelazione,molti vivevano sommersi nell’ateismopratico, tenendoLo interamente assentedai loro pensieri e dalle loro opere. Eranocapaci di parlare di Lui, ma mo<strong>della</strong>vanola v<strong>it</strong>a come se in Lui non credessero. In quelmomento, però, sentendo la sua prossim<strong>it</strong>à,è molto probabile che la coscienza si sia risvegliatanell’intimo di ognuno, indicando leproprie miserie e censurando le colpe commessenel passato.Qui possiamo chiederci: e noi, nella nostrav<strong>it</strong>a concreta, crediamo in Dio? O adottiamouna forma di v<strong>it</strong>a materialista, per la quale crediamosoltanto teoricamente e, in pratica, viviamocome se Egli non esistesse?A partire daquell’istante,il giovaneebbe piùv<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à, potélavorare conraddoppiataenergia ediede a suamadre unconfortostraordinarioGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 15


Come resusc<strong>it</strong>arequalcunospir<strong>it</strong>ualmente,unavolta che havarcato lasoglia <strong>della</strong>morte del peccatograve?Una proiezione folgorante <strong>della</strong>figura di Nostro Signore17La fama di questi fatti si diffuse intutta la Giudea e per tutta la regione.In quei tempi remoti, non essendoci i mezzidi comunicazione attuali – radio, telefono, televisione,internet e neppure giornale –, la trasmissionedelle notizie era fatta oralmente. Le nov<strong>it</strong>àsi diffondevano in maniera più naturale e più autentica,al contrario dei nostri giorni in cui, a causa<strong>della</strong> veloc<strong>it</strong>à delle nuove invenzioni, esse vannoperdendo, poco a poco, la penetrazione nelleanime, tale è l’eccesso di informazione. In questomodo, il racconto di questo straordinario miracolosi diffuse per tutta la Giudea, ed è ben probabileper tutta la Palestina, oltrepassando persino ilim<strong>it</strong>i <strong>della</strong> regione. In questo modo, il nome delgrande Taumaturgo <strong>della</strong> Galilea avrebbe acquistatouna fama crescente. 17III – Il significato misticodel miracoloL’episodio <strong>della</strong> resurrezione del figlio <strong>della</strong>vedova di Nain racchiude un profondo significatomistico. Dopo la caduta dell’uomo, in Paradiso,il peccato si è trasmesso, di padre in figlio,a tutta la poster<strong>it</strong>à. Macchiata dal peccatooriginale, l’uman<strong>it</strong>à giaceva come morta,mer<strong>it</strong>evole dell’eterna condanna, avendole porte del Cielo chiuse davanti a sé. Per i discendentidi Adamo ed Eva, la giustificazionepoteva essere ottenuta soltanto per mezzo<strong>della</strong> fede (cfr. Rm 4, 9; Eb 11, 7). Tuttavia, sefossero incorsi in una colpa grave, perdendo lagrazia per umana debolezza, sarebbe stato loropossibile solo di restaurarla attraverso grandie prolungate pen<strong>it</strong>enze. Anche così, nulla,nemmeno la pratica <strong>della</strong> Legge, dava loro lagaranzia <strong>della</strong> riconciliazione con Dio e del recupero<strong>della</strong> v<strong>it</strong>a soprannaturale. Infatti, SanPaolo, nella sua lettera ai Galati, scrive: “Dalleopere <strong>della</strong> Legge non verrà mai giustificatonessuno” (Gal 2, 16). E il Dottor Angelico cispiega che “il fine <strong>della</strong> Legge antica era anchela giustificazione degli uomini, che, certamente,la Legge antica non poteva fare, ma raffiguravacon alcuni atti cerimoniali, e promettevacon parole”. 18 Come, infatti, resusc<strong>it</strong>are unospir<strong>it</strong>ualmente, dopo aver superato le soglie<strong>della</strong> morte del peccato mortale? Era impossibilese non ci fosse stato un Redentore.Il Signore Gesù, Seconda Persona <strong>della</strong>Santissima Trin<strong>it</strong>à, ha avuto compassionedi coloro che permanevano avvolti nelle tenebree nell’ombra <strong>della</strong> morte (cfr. Lc 1, 79) e hapreso l’iniziativa di incarnarSi, subire la Passionee la morte di Croce, per trionfare nellaResurrezione, al fine di resusc<strong>it</strong>are il cor-L’ined<strong>it</strong>o sui VangeliI Vangeli di tutte le domeniche e solenn<strong>it</strong>à dell’Anno L<strong>it</strong>urgicocommentati da Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP. Sonogià disponibili i due volumi del Anno C:Vol. V: Domeniche di Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua eSolenn<strong>it</strong>à del Signore nel Tempo OrdinarioVol. VI: Domeniche del Tempo OrdinarioOrdini sub<strong>it</strong>o i suoi volumi!Via e-mail: salvamiregina@salvamiregina.<strong>it</strong>,per telefono: 0415600891 oppure scrivendo alla redazione,Via San Marco 2A - 30034 Mira - VE16 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Francisco Lecaros“Gesù resusc<strong>it</strong>a il figlio <strong>della</strong> vedova di Nain”, di Mario Minn<strong>it</strong>i - Museo Regionale di Messinapo inerte dell’uman<strong>it</strong>à peccatrice. Egli, il VerboEterno, col potere di una semplice parolaporta la v<strong>it</strong>a <strong>della</strong> grazia, che è infusa nei cuoridei fedeli, come Egli stesso dirà: “Io sonovenuto perché abbiate la v<strong>it</strong>a e l’abbiate in abbondanza”(Gv 10, 10). Assumendo la naturaumana e diventando nostro fratello, Gesù collocagli uomini in una condizione superiore aquella dei nostri progen<strong>it</strong>ori, poiché in Paradiso,prima del peccato, essi non avevano il Salvatore,che ci offre flussi di grazie attuali, silascia mettere tra noi come alimento e ci lasciain ered<strong>it</strong>à il prezioso dono dei Sacramenti,per mantenere la v<strong>it</strong>a soprannaturale da Luiinstaurata. “O Felix Culpa, quæ talem ac tantummeru<strong>it</strong> habere Redemptorem! 19 – O FeliceColpa, che ci ha fatto mer<strong>it</strong>are un così grandeRedentore!”.Nostro Signore prende l’ iniziativa<strong>della</strong> nostra con<strong>versione</strong>Ma, il punto che più deve attrarre la nostraattenzione, nel considerare questo passo delVangelo, è il fatto che Cristo stesso ha preso l’iniziativadi operare quella resurrezione, senzache la vedova gliel’avesse richiesta o qualcunointercedesse in favore di lei. Inoltre, tutto indicache era la prima volta che Gesù vis<strong>it</strong>ava la c<strong>it</strong>tàdi Nain e, pertanto, gli ab<strong>it</strong>anti forse ancoranemmmeno Lo conoscevano, di modo che Eglinon poteva esigere un atto di fede <strong>della</strong> donna,né del popolo che la seguiva. Di conseguenza, inquesto caso, Egli ha voluto realizzare un miracolostupendo, oltrepassando tutte le regole, peraver sent<strong>it</strong>o compassione.In Gesù, la capac<strong>it</strong>à di compatire le miserie ele necess<strong>it</strong>à degli altri è insuperabile, ineffabilee persino inimmaginabile per qualunque menteumana, poiché è infin<strong>it</strong>a e proviene da un Cuoreavvinto di amore per il Padre e, pertanto, diamore per gli uomini, in Dio. Questo Cuore, peril fatto di essere umano, è anche sensibile. Egliama la fragile natura delle sue creature, che Eglistesso ha assunto venendo al mondo, e vuolecolmarla di beni, per farla regnare con sé nell’etern<strong>it</strong>à.Essendo Egli sal<strong>it</strong>o ai Cieli, la car<strong>it</strong>à delsuo Sacro Cuore permane sempre presso di noi.E così, “manteniamo ferma la professione <strong>della</strong>nostra fede. Infatti non abbiamo un Sommo Sacerdoteche non sappia compatire le nostre inferm<strong>it</strong>à,”(Eb 4, 14-15). Al contrario, se nel corso<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a terrena ha esaud<strong>it</strong>o tutti coloroche a Lui si sono approssimati, ed è stato mossoa pietà verso una povera vedova che ha incrociatonel suo cammino, perché non avrà pena dinoi quando ci troveremo in una s<strong>it</strong>uazione di necess<strong>it</strong>à?Quante volte Egli stesso fa il primo passoper incontrarci, prendendo l’iniziativa di salvarcida un pericolo, senza che noi gli abbiamorivolto almeno una supplica, con un meraviglio-In Gesù lacapac<strong>it</strong>à diavere compassionedelle miseriee necess<strong>it</strong>àdegli altri èinsuperabile,ineffabile eperfino inimmaginabileper qualsiasimente umanaGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 17


EssendoEgli sal<strong>it</strong>oin Cielo, lacar<strong>it</strong>à delsuo SacroCuore rimanesemprevicino a noiso atteggiamento che rende palese la tenerezzadel suo amore per ognuno di noi!Non dobbiamo avere alcun timoreAllora, vale la pena di vivere in funzione diquesta Voce che ci ha resusc<strong>it</strong>ato per la v<strong>it</strong>aeterna e ci dà il coraggio necessario per andareavanti, affrontando tutti gli ostacoli, e considerandolisoltanto come elementi permessi daDio per aumentare i nostri mer<strong>it</strong>i. E se avessimola sfortuna di cadere in peccato, non crediamoche Egli ci respingerà. Anche i morti, nella legislazionegiudaica, non potevano esser toccati e,tuttavia, il Vangelo di questa Domenica ci mostraGesù che Si avvicina al feretro, per toccarloe resusc<strong>it</strong>are quel giovane deceduto.Non allarmiamoci, allora, per le possibili tragedieche ci possano cap<strong>it</strong>are. Nelle circostanze piùdifficili, quando la sofferenza ci assale, gettandola sua nera ombra sulla nostra v<strong>it</strong>a, ricordiamociche mai soffriremo da soli, perché c’è Qualcunoche passa anche al nostro fianco e ci segue colsuo sguardo, perché ci ama con un Cuore di Padrecompassionevole e desidera la nostra salvezzaeterna. Essendo Signore di tutto, ha il potere di liberarcisempre da tutti i pericoli e da tutte le peneche possano minacciarci. Questo deve essere pernoi motivo di sostegno e di gioia. 1BUSSIÈRES, Le Baron Th. Conversionde M. Marie-AlphonseRatisbonne. Rélation authentique.2.ed. Paris: Ambroise Bray,1859, p.19.2Idem, p.29.3ROYO MARÍN, OP, Antonio. Somoshijos de Dios. Madrid: BAC,1977, p.60.4SAN TOMMASO D’AQUINO.Somma Teologica. I-II, q.109,a.6, ad 1.5SANT’AGOSTINO. De gratiaet libero arb<strong>it</strong>rio. XIV, 30. In:Obras. 3.ed. Madrid: BAC, 1971,v.VI, p.248-249.6Cfr. FERNÁNDEZ TRUYOLS,SJ, Andrés. Vida de NuestroSeñor Jesucristo. 2.ed. Madrid:BAC, 1954, p.276; GOMÁ YTOMÁS, Isidro. El Evangelio explicado.Años primero y segundode la vida pública de Jesús. Barcellona:Rafael Casulleras, 1930,v.II, p.219.7Cfr. GOMÁ Y TOMÁS, Isidro.El Evangelio explicado. Introducción,Infancia y vida oculta deJesús. Preparación de su ministeriopúblico. Barcellona: RafaelCasulleras, 1930, v.I, p.147.8Cfr. GOMÁ Y TOMÁS, El Evangelioexplicado. Años primero y segundode la vida pública de Jesús,op. c<strong>it</strong>., p.219.9SAN GIOVANNI CRISOSTO-MO. Sermo in Ev. Math LXXIII,n.1. In: Obras. Madrid: BAC,1956, v.II, p.463.10BADET, Jean-François. Jésus etles femmes dans l’Évangile. 6.ed.Paris: Gabriel Beauchesne, 1908,p.223-224.11MALDONADO, SJ, Juan de. Comentariosa los Cuatro Evangelios.Evangelios de San Marcos ySan Lucas. Madrid: BAC, 1951,v.II, p.489-490.12SAN TOMMASO D’AQUINO,op. c<strong>it</strong>., q.102, a.5, ad 4.13Cfr. GOMÁ Y TOMÁS, El Evangelioexplicado. Introducción, Infanciay vida oculta de Jesús. Pre-“Sacro Cuore di Gesù” - Parrocchia di Loreto, Lisbonaparación de su ministerio público,op. c<strong>it</strong>., p.146-147.14MALDONADO, op. c<strong>it</strong>., p.490.15Idem, p.491.16LAGRANGE, OP, Marie-Joseph.Évangile selon Saint Luc. 4.ed.Paris: J. Gabalda, 1927, p.211.17GOMÁ Y TOMÁS, El Evangelioexplicado. Años primero y segundode la vida pública de Jesús, op.c<strong>it</strong>., p.220.18SAN TOMMASO D’AQUINO,op. c<strong>it</strong>., q.107, a.2.19VIGILIA PASCHALIS INNOCTE SANCTA. PræconiumPaschale. In: MISSALE ROMA-NUM. Ex decreto Sacrosancti OecumeniciConsilii Vaticani II instauratumauctor<strong>it</strong>ate Pauli PP. VIpromulgatum Ioannis Pauli PP. IIcura recogn<strong>it</strong>um. Iuxta typicamtertiam. Belgium: Midwest TheologicalForum, 2007, p.284.Sérgio Hollmann18 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Donna Lucilia Ribeiro dos Santos Corrêa de OliveiraPerdono per chil’ha trattata maleDonna Lucilia nel 1912, a ParigiÈ impossibile non trovare in questi atteggiamenti <strong>it</strong>ratti di un eroico atto di virtù.Nel periodo successivoall’intervento chirurgicoera permesso a donnaLucilia assumere solo alimentiliquidi. Uno dei primi pasti che lefu dato, da un’infermiera dai modi d<strong>it</strong>tatoriali,fu una zuppa di midollo. Ora,donna Lucilia non gradiva questa pietanza,per quanto poca fosse la quant<strong>it</strong>à.Con la sua gentilezza di sempre e lenobili maniere, chiese di cosa fosse fattala zuppa. L’infermiera, capendo d<strong>it</strong>rovarsi di fronte a una paziente moltodelicata, e percependo dall’inflessione<strong>della</strong> voce la sua incompatibil<strong>it</strong>à conquell’alimento, ev<strong>it</strong>ò di dirle la ver<strong>it</strong>à,affermando solo che era un cibo indicatodallo stesso Dott. Bier.Donna Lucilia, non contenta, insistette:– Lei deve sapere che non riesco amangiare il midollo. Non sarà di midollola zuppa?L’infermiera, fissandola negli occhi,affermò allora senza giri di parole:– È proprio una zuppa di midollo,ma il Dott. Bier ha dato espressamenteordine che le sia serv<strong>it</strong>a.Donna Lucilia rinnovò più volteil suo rifiuto di mangiarla, senza riuscirea convincere l’implacabile infermiera.Poco dopo averla inger<strong>it</strong>a, cominciòa sentire un’intensa nausea,che diede origine a un improvviso aggravamentodel suo stato di salute.Non ci volle molto a che la tiranniasi trasformasse in disperazione. La poverainfermiera, vedendo le drammaticheconseguenze del suo gesto, cercòimmediatamente il medico di turno.Constatò, nel frattempo, che questiaveva scavalcato la finestra per andarea una festa, lasciando completamenteabbandonati i suoi pazienti. Senza piùsapere cosa fare, ricorse a un medicodi un altro reparto, affinché prestassesoccorso a Donna Lucilia.Il mattino dopo, nella vis<strong>it</strong>a chefaceva a tutti i suoi pazienti, il Dott.Bier si rese conto che le condizionidi donna Lucilia erano molto peggiorate,e volle allora sapere, conuna precisione tedesca, quello cheera successo. Questa, senza ometteredi dire la ver<strong>it</strong>à in nessun momento,ev<strong>it</strong>ò di accusare l’infermiera,consegnandola a una giusta punizione.Dietro al chirurgo, la tirannasi mise inizialmente in una posizionedi supplica, con le mani giunte a implorareDonna Lucilia affinché nonle facesse perdere il lavoro. Non appenasi vide salva, si profuse in manifestazionidi grat<strong>it</strong>udine per il nobilegesto di cui era stata oggetto. Tuttaviail Dott. Bier, con spir<strong>it</strong>o molto investigativo,sospettando qualche errorenel trattamento <strong>della</strong> paziente,non si r<strong>it</strong>enne soddisfatto e fecechiamare il medico responsabile affinchéchiarisse la s<strong>it</strong>uazione.Questo fatto diede luogo ancorauna volta all’insigne pratica <strong>della</strong>virtù di car<strong>it</strong>à verso il prossimoda parte di Donna Lucilia. Normalmenteperfino le persone bene educatesarebbero portate a esteriorizzarela loro scontentezza, sia per ilcattivo trattamento ricevuto dall’infermierasia per la grave negligenzadel medico di turno. Mer<strong>it</strong>avanoquesti, di sicuro, una punizioneesemplare, che forse si sarebbetradotta nell’espulsione di entrambida quell’ospedale, che per di piùera una delle migliori ist<strong>it</strong>uzionieuropee nel suo genere. Costatandouna tale mancanza nella schedadi servizio personale, sarebbe statapregiudicata la loro carriera. Tantoal medico come all’infermieranon sarebbe rimasta altra alternativache lavorare in una delle numerosecolonie dell’Impero Tedesco, nelSud Ovest dell’Africa, o nell’AfricaOrientale Tedesca, o in una qualsiasiisola perduta nel Pacifico.Con il candore che le era così caratteristico,donna Lucilia si rivolse versoil suo famoso chirurgo e, senza specificarechi l’avesse assist<strong>it</strong>a, disse:– È venuto qui il medico.E così, contro il suo dir<strong>it</strong>to stesso,salvò la s<strong>it</strong>uazione di quelli cheavrebbero dovuto darle l’assistenzache il suo stato di salute esigeva. ²(Estratto di CLÁ DIAS, EP, JoãoScognamiglio. Donna Lucilia. C<strong>it</strong>tàdel Vaticano: Libreria Ed<strong>it</strong>rice Vaticana,p.130-131)Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 19


Francisco LecarosUn inv<strong>it</strong>oper tutti:sii mistico!La mistica consiste solo in grandi fenomenisoprannaturali riservati a un ridotto numerodi anime privilegiate? Oppure è alla portatadi tutti i fedeli?“Sant’Antonio, Abate”, di Antonio Brea PalazzoBianco, GenovaDon Ignacio Montojo Magro, EPLeggendo il t<strong>it</strong>olo di quest’articolo,il lettore può esserecolto da sorpresa. La misticanon è solo il premioche ricevono su questa Terra le animemolto virtuose? Perché estenderequesto inv<strong>it</strong>o a tutti?La domanda è motivata da una nozioneerronea di quello che è la mistica,molto diffusa ai nostri giorni. E il pregiudiziospir<strong>it</strong>uale provocato da questoequivoco è ben maggiore di quello chea prima vista si potrebbe immaginare.Alcune considerazioni erroneePer la grande maggioranza dellepersone, la parola mistica si ricollegavagamente all’azione misteriosadi forze superiori, estranee a quelle<strong>della</strong> comune esperienza razionale.Per altri, essa si identifica con certirapimenti dell’anima come l’impulsosimbolico originato da un eleganteinno o da una bella bandiera.Già sotto una prospettiva cristiana,la mistica è sol<strong>it</strong>a esser identificatacon fenomeni soprannaturali straordinari,come apparizioni, rivelazioni,stigmate, estasi, lev<strong>it</strong>azioni, ecc.,ossia, con quelle ineffabili esperienzedivine riservate a anime che, avanzatissimenell’arduo cammino <strong>della</strong>sant<strong>it</strong>à, sono oggetto <strong>della</strong> specialepredilezione di Dio. Di conseguenza,essa sarebbe irraggiungibile dallagrande maggioranza dei fedeli.Lasciando da parte i due primi concettienunciati – che sebbene estraneialla Teologia, sono utili e, in un certosenso, validi – passiamo ad analizzare ilterzo, che è quello di maggior interessesotto il punto di vista pastorale. Infatti,come vedremo nel corso di quest’articolo,il cattolico che non è entrato nellevie <strong>della</strong> mistica – un anziano, una personaconsacrata a Dio, d’intensa preoccupazioneapostolica, o un saggio diampia cultura teologica – non è usc<strong>it</strong>oancora dallo stato di bambino nella suav<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale.La mistica è qualcosa di moltopiù accessibile di quello che si è sol<strong>it</strong>iimmaginare. Il problema sta nelsapere quello che essa è, di fatto, eda qui partire per conquistarla – potetecrederci – senza molto sforzo.Cos’è, allora, la mistica?I fenomeni straordinari che ci impressionanonella v<strong>it</strong>a di certi santifanno parte <strong>della</strong> mistica, ma non necost<strong>it</strong>uiscono una parte essenziale eneppure necessaria. Del resto, ci riferiamodi propos<strong>it</strong>o a “certi santi”,poiché non sono necessarie apparizioni,rivelazioni o stigmate per ottenereil Cielo, né è necessario esserstati oggetto di tali fenomeni straordinariper esser proposti come modellidi v<strong>it</strong>a per la Chiesa.Come definire allora la mistica?Secondo il teologo domenicano FraAntonio Royo Marín, OP, essa consiste“nell’operare dei doni dello Spir<strong>it</strong>oSanto al modo divino o sovrumano,che produce ordinariamente un’esperienzapassiva di Dio o <strong>della</strong> sua azionedivina nell’anima”. 1 In questo enun-20 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


ciato, che sarà sviluppato nel corso diquest’articolo, ci sono due elementiprincipali: l’operare dei doni dello Spir<strong>it</strong>oSanto e l’esperienza passiva di Dio.Analizziamo il primo per meglio intendereil secondo e, infine, sapere perchéla mistica è alla portata di tutti.Differenza tra virtù e doniPer comprendere come avvienel’azione dei doni nell’anima, possiamoriportarci all’articolo di Mons.João Scognamiglio Clá Dias, pubblicatonel numero precedente di questa<strong>rivista</strong>. 2 In esso troveremo unabellissima sintesi di quello che succedenel nostro intimo dopo aver ricevutola v<strong>it</strong>a soprannaturale col Battesimoe una dettagliata e chiara spiegazionedel funzionamento dei doni.Questo Sacramento infonde in noi,insieme con la grazia che ci rende verifigli di Dio, le virtù e i doni che rendonodinamico il nostro organismo soprannaturale,dandoci la capac<strong>it</strong>à difare il bene ed ev<strong>it</strong>are il male in formamer<strong>it</strong>oria agli occhi di Dio. Invece,grandi sono le differenze tra i due. Eper renderle chiare, molto eloquentisono gli esempi dati dal fondatore degliAraldi del Vangelo.La mistica è di sol<strong>it</strong>oidentificata con ifenomeni soprannaturalistraordinari,come apparizioni,rivelazioni, stigmate,estasi, lev<strong>it</strong>azioni“Per comprendere meglio il ruolodelle virtù nell’anima”, scrive, “ricordiamoci<strong>della</strong> classica figura del bambinoche cammina dando la mano asua madre: sicuramente chi avanza èil bambino, soggetto all’inesperienza<strong>della</strong> sua tenera età e sostenuto dallaprotezione materna. Molto diversosarebbe se la madre, temendo i pericolicui si espone il fragile figlio andandoda solo, lo prendesse in braccio.Lo sforzo di muoversi dipenderebbeunicamente dalla volontà dilei, e non più dalle gambe poco agilidel piccolo. Questa seconda s<strong>it</strong>uazioneè una pallida immagine dell’azionebenefica dei doni. Lo Spir<strong>it</strong>o Santoci ‘porta in braccio’, sublimando,mediante le sue illuminazioni e mozionispecialissime, il nostro stessomodo di pensare, volere e agire, proteggendocida tutte le minacce che cicircondano durante la v<strong>it</strong>a”. 3Ossia, quando pratichiamo unavirtù, siamo noi che agiamo e, pertanto,lo facciamo in modo sempreimperfetto. È come se ci fosse chiestodi eseguire con un violino Stradivari,unico al mondo, una bella part<strong>it</strong>ura.Solo dopo molto esercizio sotto l’orientamentodi un professore di esperienzasaremmo capaci di farlo conqualche perizia. In caso contrario,nel frizionare con l’archetto le cordedel preziosissimo strumento, produrremmosolo dei suoni cacofonici.E se le nostre mani fossero guidateda un Angelo? La s<strong>it</strong>uazionesarebbe molto differente, poiché ilviolino produrrebbe i suoni più bellie armoniosi, senza mer<strong>it</strong>o da partenostra, salvo quello di non opporreresistenza. Così succede con i doni.Attraverso di essi, lo Spir<strong>it</strong>o Santostesso tocca le corde <strong>della</strong> nostraanima e opera in noi, perfezionandoin modo divino quegli atti che, colFotos: Francisco LecarosA sinistra: “San Francesco d’Assisi riceve le stigmate” - Museo delle Belle Arti, Cordova (Spagna);a destra “Matrimonio Mistico di Santa Caterina da Siena” - Santuario di Santa Caterina, SienaGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 21


mero esercizio delle virtù, erano irrimediabilmentedifettivi.L’esperienza del divino nell’animaEcco l’essenza <strong>della</strong> mistica: l’azionedei doni. Quando essi agiscono,opera nel nostro intimo un fattore incomparabilmentesuperiore a noi... equanto! Questo ci porta a comprendereil secondo elemento <strong>della</strong> definizioneenunciata: l’esperienza ineffabileche cost<strong>it</strong>uisce il privilegio del mistico.In queste ore – non sempre, madi sol<strong>it</strong>o – percepiamo chiaramentenel nostro intimo questo “qualcosa”interamente superiore e trascendentealla nostra natura, la cui azionechiaramente non è stata prodotta danoi, ma sta dentro di noi: è lo Spir<strong>it</strong>oSanto stesso che inab<strong>it</strong>a la nostraanima e in essa opera, facendo sentire,come dice Santa Teresa, “la suadivina compagnia”. 4È la patiens divina – esperienzapersonale del divino –, di cui giàparlava lo Pseudo-Dionigi. 5 Toccheràall’anima consentire soltanto conla sua volontà, non ponendo ostacolia quest’azione, ma lasciandosi condurredallo Spir<strong>it</strong>o Santo nello stessomodo in cui, nell’esempio dato daMons. João, il bambino è portato inbraccio dalla madre.I momenti di arid<strong>it</strong>àÈ opportuno insistere: non semprel’esperienza sensibile accompagneràgli atti mistici, come accadedurante le arid<strong>it</strong>à nella nostra v<strong>it</strong>aspir<strong>it</strong>uale, nelle quali, sebbene possiamoagire nel miglior modo possibile,la nostra sensibil<strong>it</strong>à è completamentespenta. Sono le “nottibuie” di cui ci parla San Giovanni<strong>della</strong> Croce, lui stesso grande mistico.Questo non significa che in questecircostanze i doni non agiscanonel nostro intimo. Del tutto al contrario,essi perfezionano in un modospeciale le virtù, portandole, nel casodei santi che corrispondono allasua azione, fino all’eroismo.Dio riduce la sensibil<strong>it</strong>à solo peraumentare il mer<strong>it</strong>o di quella persona.In realtà, è Lui che eleva l’animafino a questo grado di fedeltà. È quelloche è accaduto a Santa Teresina delBambino Gesù che ha passato nellapiù completa arid<strong>it</strong>à gli ultimi anni<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a. Senza dubbio lei fu unagrande mistica, come ci attesta l’elevazionedei suoi scr<strong>it</strong>ti, ricchi di una dottrinainconcepibile, umanamente parlando,in una giovanissima suora.Può separarsi l’asceticadalla mistica?Qual è, allora, l’origine <strong>della</strong> nozionedi mistica indicata nelle prime righedi questo articolo, che la riduce aifenomeni sovrannaturali straordinari?Essa risale al XVIII secolo, quandoautori come padre Giovanni BattistaScaramelli decisero di mutare l’orientamentodello studio delle vie <strong>della</strong>perfezione cristiana, preconizzando laseparazione tra l’ascetica – cioè, quellaparte del progresso spir<strong>it</strong>uale che toccaallo sforzo del fedele – e la mistica. 6Nell’opinione di questi studiosi,spiega il teologo domenicanoRéginald Garrigou-Lagrange, “l’-ascesi tratta delle virtù che conduconoalla perfezione secondoŻeglarzla via ordinaria, mentre la misticatratta <strong>della</strong> via straordinaria, allaquale apparterrebbe la contemplazioneinfusa dei misteri <strong>della</strong> Fede.[...] Per questi autori, l’ascesi ènon solo distinta, ma separata dallamistica; non si ordina a lei; infattila mistica tratta soltanto dellegrazie straordinarie che non sononecessarie alla piena perfezione<strong>della</strong> v<strong>it</strong>a cristiana”. 7Separati così nel campo <strong>della</strong> teoriail ruolo delle virtù e dei doni, losforzo dell’uomo e l’azione di Dionell’anima, si è passati a considerareil cammino ascetico come la via comuneper la sant<strong>it</strong>à, svincolata dallamistica, creando l’idea che lo Spir<strong>it</strong>oSanto agisca nelle anime solo permezzo dei suoi doni dopo che essehanno superato, con la pratica <strong>della</strong>virtù, le elevate scarpate accessibilisoltanto alle anime eccellenti.Tuttavia, senza l’azione dei doni,l’anima resta priva di un ausilio imprescindibileper la conquista <strong>della</strong>sant<strong>it</strong>à. Essa si scoraggia con facil<strong>it</strong>àe la sua v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale diventa ridotta,per mancanza di stimolo, alla mediocr<strong>it</strong>àdi un eterno principiante.In realtà, non esiste separazionetra ascetica e mistica, salvo per ef-I doni sono nel nostrointimo e, per cosìdire, avidi di agire;essi sono comparatialle vele sugli alberiche permettono allabarca di avanzare.Nave-scuola Надежда(Speranza), dell’armata russa22 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Fotos: Sergio HollmannA sinistra: “Santa Maria Maddalena, pen<strong>it</strong>ente” - Parrocchia di Santa Maria Maddalena, Malaga (Spagna);a destra “Pen<strong>it</strong>enza di San Girolamo”, di Sano di Pietro, Museo del Louvre, Parigi.fetti didattici e, anche così, con molteriserve. Entrambe s’interpenetranocostantemente, poiché non possiamomai separare lo sforzo personaledall’ausilio divino. Non esiste,pertanto, l’asceta puro né il misticopuro, e se qualche volta si parladi questo, è per indicare il predominiodi uno o altro stato nella persona.Chi vive frequentemente immersonella mistica, si può dire che èun mistico, ma possiamo essere certiche questo stato non è permanente.Allo stesso modo, per quanto uno,proprio come un asceta del deserto<strong>della</strong> Tebaide nei primi secoli <strong>della</strong>Chiesa, possa sembrare stoicamenteimpegnato nelle vie <strong>della</strong> virtù, nonabbiamo dubbi che, se egli ha raggiuntouna qualche perfezione, lo hafatto con l’ausilio dei doni dello Spir<strong>it</strong>oSanto, anche senza percepirlo. 8La mistica ci è data dall’inizioLa porta <strong>della</strong> mistica, di conseguenza,è aperta a tutti, e per varcarela sua soglia non è necessario unarduo “noviziato”, come alcuni potrebberoesser portati a pensare.La mistica, afferma Fra RoyoMarín “è così lontana dall’essere unaPer quanto qualcunopossa sembrarestoicamente animatonelle vie <strong>della</strong> virtù,se egli ha raggiuntouna certa perfezione,lo ha fatto conl’aiuto di donigrazia anormale o straordinaria – comele grazie gratis datæ –, che essa comincia,al contrario, in pieno statoascetico, e tutti i cristiani ne partecipanopiù o meno, anche quando si trovanoagli albori <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale”. 9Infatti, in questa fase Dio è sol<strong>it</strong>osvelare agli occhi <strong>della</strong> persona ivasti panorami <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à, dandouna pregustazione già in questa v<strong>it</strong>adi quello che verrà alla fine, quandovarcheremo le soglie dell’etern<strong>it</strong>à.Questa esperienza ci dà le forzeper affrontare, più avanti, le difficoltàche la v<strong>it</strong>a presenterà.Chi ha sent<strong>it</strong>o la consolazioneche invade l’anima dopo unabuona Confessione, la gioia <strong>della</strong>Prima Comunione, o, nel casodi una con<strong>versione</strong>, la bontà diDio che apre le braccia per accoglieree perdonare come il padre<strong>della</strong> Parabola del Figliol Prodigo,non può ricordare senza nostalgiaquesti momenti in cui ha inteso iconcetti di perdono o bontà conpiù chiarezza che se li avesse studiatinel miglior manuale di teologia.Questa comprensione con saporeè tutta soprannaturale e ci èdata dall’azione dei doni nella nostraanima.A questo riguardo, aggiunge FraRoyo Marín: “Questa dottrina, pienadi luce e di armonia, rest<strong>it</strong>uiscealla v<strong>it</strong>a cristiana tutta la grandezzae sublim<strong>it</strong>à che ammiriamo nell’epoca<strong>della</strong> Chiesa prim<strong>it</strong>iva, nellaquale, senza dubbio alcuno, lo spir<strong>it</strong>ocristiano ha raggiunto la sua massimafior<strong>it</strong>ura e splendore. All’epocadegli Apostoli e dei primi secolidel Cristianesimo, il ‘soprannaturale’– inteso nel senso più impressionante,come sinonimo di eroico e sovrumano– era l’atmosfera normaleGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 23


4849100Cap<strong>it</strong>olo IV101prima 94 del matrimoniopadre.fanno festa.95208124lata.209125Quante voltedurante la nostrav<strong>it</strong>a riceviamo uninv<strong>it</strong>o da Lui peraddentrarci di piùnel suo amore...“Prima Comunione di San LuigiGonzaga” - Chiesa dei Gesu<strong>it</strong>i, Parigiche si respirava nella Chiesa di GesùCristo”. 10Non chiudiamo le portealla misticaEssendo stati battezzati e mantenendolo stato di grazia, i doni sononel nostro intimo e sono, per così dire,avidi di agire. Essi sono comparatialle vele inalberate che permettonoalla barca di ricevere in formaefficiente il vento per procedere. Allostesso modo, il soffio dello Spir<strong>it</strong>oSanto vuol farci raggiungere rapidamenteil porto <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à, ma,un’opera d’arte, l’azione di un donodello Spir<strong>it</strong>o Santo ci ha dato con luminosachiarezza la nozione dell’immensabontà di Maria Santissima,che non riusciremmo ad acquisire inanni di fila di studi mariologici.Questo semplice fenomeno, chepuò cap<strong>it</strong>are a qualsiasi persona, fapiacere, è chiaro. Tuttavia, non glidiamo la sufficiente attenzione perchésub<strong>it</strong>o siamo assorb<strong>it</strong>i dalla sollec<strong>it</strong>udinedelle cose terrene. Sviatala nostra attenzione verso un programmafutile <strong>della</strong> TV, una conversazionebanale o un oggetto maselasciamo le vele ammainate... saràimpossibile. Il Divino Consolatoreè desideroso di comunicare connoi con intens<strong>it</strong>à crescente ma, moltevolte, non trova una nostra corrispondenza.Perché accade questo?Quante volte nel corso <strong>della</strong> nostrav<strong>it</strong>a riceviamo un Suo inv<strong>it</strong>o adaddentrarci di più nel suo amore...Sarà, per esempio, un tocco misticoa farci apparire l’espressione maternadi un’immagine <strong>della</strong> Madonna.Il nostro cuore si sente toccatoda questo sguardo. Cos’è successo?Più che l’espressione fisionomica diêntica eelhoresudo temus filhosia coisastomadopistolárioente umaa maravinaLuciliaoutra foruerindismabeatificomgrandea responderr-me ao juímaopiniãoós podemoslica e Romaumbeo doceProvidênciaria de Deus eyo Marín, OP)Mons. JoãoScognamiglioClá Dias, epDona LuciliaL.e.V.Mons. João Scognamiglio Clá Dias, epDonna LuciliaLibreria ed<strong>it</strong>rice VaticanaIn piedi, Lucilia vicino ai frate liGabriele, Antonio e EponinaCap<strong>it</strong>olo ICap<strong>it</strong>olo iiMons. João ScognamiglioClá Dias, EP, é natural deSão Paulo, Brasil. Nasceu a15 de agosto de 1939, sendofilho de Antonio Clá Díaze de Ann<strong>it</strong>ta ScognamiglioClá Díaz.Nasc<strong>it</strong>a e prima infanzia;adolescenza nell’internoremoto del BrasileNasc<strong>it</strong>a e prima infanzia;adolescenza nell’internoremoto del BrasileCursou Dire<strong>it</strong>o na Faculdadedo Largo de São Francisco,aprofundou seus estudosteológicos com grandescatedráticos de Salamanca,da Ordem Dominicana, eobteve láureas em Filosofia,Teologia, Psicologia eHumanidades em diversasuniversidades, sendo doutoradoem Dire<strong>it</strong>o Canônicopela Pontifícia UniversidadeSão Tomás de Aquino (Angelicum)de Roma e em Teologiapela Universidad PontificiaBolivariana, de Medellín(Colômbia).Mons. João Clá é fundadore atual Superior-Geraldos Arautos do Evangelho eQuestoLa Madonna fu sua MadrinaA ventinove giorni dal mese di giugno delmilleottocento e settanta sei, in questa matrice,ho batte zato e posto gli oli santi a Lucilia,nata il 22 aprile scorso, figlia legi tima deldottor Antonio Ribeiro dos Santos e de lasignora Gabrie la dos Santos Ribeiro: eranopadrini, la Vergine Signora da Penha e ildo tor Olympio Pinheiro de Lemos, tu ti diquesta Pa ro chia.Il Vicario: Angelo Alves d’Assumpção.è l’a to di ba tesimo de la signora Lucilia che si trovanel libro dei registri parrocchiali de la Matrice <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà diPira sununga. Secondo un pio costume, i suoi gen<strong>it</strong>ori deciserodi farla figlioccia de la ste sa Regina dei Cieli. La signora Luciliaconservò, durante la sua lunga v<strong>it</strong>a, una devozione piena di a fetto erispe to a la sua Madrina, e molte volte si recò in pellegrinaggio alSantuario de la Madonna da Penha, a San Paolo, per confidarLe i segretidel suo tenero cuore.Cap<strong>it</strong>olo IVDiscendente di uomini di IngegnoAppartenente all’i lustre stirpe diUomini d’Ingegno, il Dr. João Paulo erada poco arrivato a Pernambuco. Abileavvocato, dotato di grande inte ligenzae cultura, le sue fini manier e gradevoleprosa impressionarono in modofavorevole il Dr. Antonio e la signoraGabriella, che per questo deciserodi concedergli la mano <strong>della</strong> figlia.Suo zio, il famoso ConsigliereJoão Alfredo Correa deOliveira, era stato una de le piùeminenti personal<strong>it</strong>à dell’ultimafase de l’Impero. Dopo aver occupatosuccessivamente le cariche diPresidente de le Province4 del Paràe di San Paolo, e Ministro de laGiustizia nel gabine to del Visconte di Rio Branco, arrivò a presiedereil Consiglio dei Ministri de l’Impero. Fu lui che controfirmò la“Legge Aurea”, de la liberazione degli schiavi. Già nel periodo repubblicanocapeggiò, quasi senza interruzione, il Part<strong>it</strong>o Monarchico. Talicircostanze indicano che, così come i Ribeiro dos Santos, la famigliade lo sposo de la signora Lucili aveva forti vincoli con la tradizioneimperiale.Dopo un passato nell’abbondanza, dovuta a l’esportazione dizucchero, la maggior parte delle famiglie tradizionali di Pernambuco,tra le quali i Correa de Oliveira, si vide molto impover<strong>it</strong>a. Ragione diciò fu l’invenzione de lo zucchero di barbabietola da parte di tecnic<strong>it</strong>edeschi, che portò i paesi europei, ne l’ultimo quarto del XIX secolo,a cessare quasi completamente l’importazione del prodo to.Da bambino, il Dr. João Paulo aveva raggiunto lo sfarzo el’animazione in un certo senso cortigiana de la casa dei Correa de Oliveira.Per animare gl incontri famigliari c’era persino un “giullare”, dinome Marce lo, il quale aveva fama di esser molto divertente.Questa Pernambuco che conservava alcuni splendori del passatonon rimase senza conoscere la signora Lucilia .Consigliere João AlfredoRicordi di PernambucoFondazione de la casaDai remoti tempi coloniali, Pernambuco aveva svolto nel Nordest,sebbene in minori proporzioni, un ruolo simile a que lo di SanPaolo nel Centro-Sud, più per quanto riguarda il modo di a frontarela v<strong>it</strong>a che dal punto di vista economico. I suoi ab<strong>it</strong>anti e specialmentele sue él<strong>it</strong>e spiccavano per notevole senso di governo, per la serietàdel tra to, per lo stile di relazioni a un tempo signorile e ameno, nelquale si poteva distinguere una graziosa nota francese in un contestoprofondamente brasiliano. L’energia e v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à cara teristiche dei grandifa ti pernambucani rimasero per sempre consegnati nell’epopea diGuararapes, momento decisivo nel quale il Brasile prese coscienza delsuo futuro come nazione formata intorno a una sola Fede e a una solalingua.La signora Lucilia, nel viaggio di nozze nella te ra natia del suosposo, dove te far fronte a un penoso male sere, visto che non era ab<strong>it</strong>uataa lunghi percorsi mari timi come quello da Rio a Recife. Tu tavia,in accordo con la tendenza estremamente benevola del suo spir<strong>it</strong>o,la sua a tenzione si soffermava su tu to quanto trova se a traentelungo il tragi to.Aspe ti di Recife, la “Venezia brasiliana”Cap<strong>it</strong>olo iVFondazione <strong>della</strong> casaLa signora Lucilia pocoDonna LuciliaSNe le mani di Dio, la scelta de la vocazioneCapítulo Vava ne l’animo de la SignoraLucilia, con tra ti semprepiù marcati, durante le lunghe ore di contemplazionenella quiete, inframme zate da la preghier a voce alta,un’aspirazione a la v<strong>it</strong>a religiosa1. Tu tavia, di là de la sua virtuosapropensione a l’elevato e al sublime, c’era la robusta determinazionedi compiere la volontà di Dio, anche se a costo di frenare i suoi buonimovimenti di spir<strong>it</strong>o. Pront a seguire in qualsiasi momento, perquanto le costa se, la voce de lo Spir<strong>it</strong>o Santo, era sicura che questasi manifesta se molte volte a traverso i consigli o ordini del suo amatoUn giorno, a l’imbrunire, il Dr. Antonio, con il suo cara teristicotra to paterno, avvicinò la figlia per tra tare del delicato tema del matrimonio.La fece rifle tere che gli anni stavano pa sando e lei correvail rischio di trasformars in una zia z<strong>it</strong>e lona, intorno a la quale i nipotiEra chiaro che il Dr. Antonio, da buon padre, non avrebbe volutoforzare una decisione di Lucilia per il matrimonio. In questa stessaoccasione, raccontò a la figlia che un certo amico, il Dr. João Procopiode Carvalho, gli aveva presentato un giovane avvocato, il Dr.João Paolo Co rea de Oliveira, discendente da un’i lustre famiglia diPernambuco, molto fine e inte ligente. Lo considerava, per tali motivi,lo sposo più conveniente, ra sicurandola che l’ultima parola spe tavasolamente a lei.Con l’espre sione sempre m<strong>it</strong> e a fe tuosa, la signora Lucilianon si alterò a fa to davanti al suggerimento paterno. Era una nuovamanifestazione di que la stabile temperanza che già raggiungeva lasua piena fior<strong>it</strong>ura.1) Lucilia è giunta anche a med<strong>it</strong>are su un suo ingre so in un ordine religioso. Tu taviala scelta non ricadde sul Monastero de la Luce, la cui Chiesa tanto le piaceva edove aveva ricevuto innumerevoli grazie. C’era dietro al Pala zo dei Campi Elisiun convento dove viveva una suora che lei conosceva, appartenente a l’aristocraziapaulista e giunta alla famiglia Ribeiro dos Santos. Nel candore del suo animo, Luciliaimmaginava la v<strong>it</strong>a religiosa come una forma raffinata <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a di famiglia.In alto: ricordo o ferto dal Dr. Bier a la signoraLucilia; a destra: il prof. Adolpho Lindenberg,mar<strong>it</strong>o <strong>della</strong> signora YayáE sendosi a lora di fusaovunque la buona notizia del succeso o tenuto in Germania dalProf. Do t. August Karl Bier,medico personale del Kaiser, inun’estrazione de la cistife lea 3, lagrande stima dei parenti de la signoraLucilia nei suoi confronti liportò a non risparmiare gli sforziper farla andare da questo famosospecialista. Tra que li che l’avrebbero accompagnata, non figuravanosoltanto suo mar<strong>it</strong>o e i suoi figli, ma anche i frate li, cognati,nipoti e sopra tu to sua madre, la signora Gabrie la.Un viaggio penosoCapítulo VIA Carnevale, due piccoli marchesiQuanto discreti erano quei festeggiamenti carichi di pi torescoe di gioia, del lontano 1915, contrariamente a que li di oggi, nei qualiimperano la frenesia e l’immoral<strong>it</strong>à!Una de le principali distrazioni erano i famosi corsi, tradizionalisfilate di ca ri nelle quali andavano persone mascherate. Erano tre lesfilate: que la de l’avenida Paulista,que la del Centro — “corsodel Triangolo” — e que la delBras. Nella prima — più rappresentativa,in quanto percorrevavie r<strong>it</strong>enute le più aristocratichene la San Paolo di a lora — le automobilisalivano per l’avenidaAngelica, entravano in que laPaulista e scendevano per la BrigadeiroLuis Antonio fino al largodi San Francesco, r<strong>it</strong>ornandoin senso inverso al punto di partenza.Così si formavano due filepara lele di automobili che sispostavano in direzioni opposte,dando occasione ai conoscenti disalutarsi nel percorso.Lungo il trag<strong>it</strong>to, le ab<strong>it</strong>azioni,i loro parchi e giardinierano ornati con lampade multicolori,e, vicino ai muri, eranomontati piccoli palchi a finché lefamiglie vede sero pa sare la sfi-Un treno li avrebbe portati fino a Santos, da dove sarebbero andatiin nave al porto di Rio de Janeiro, per imbarcarsi per l’Europa inun confortevole transatlantico tedesco, l’11 giugno 19124.Per un accurato desiderio di perfezione, la signora Lucilia, prevedendoun lungo soggiorno a l’estero, si prese cura dei preparativi delviaggio, nonostante il suo stato di salute.Prima ancora di lasciare la casa, ne lo ste so giorno de la partenza,fu presa da un acce so di violenti dolori, che la obbligarono a rimaneresdraiata durante una buona parte del tragi to in treno fino a Santos.Nonostante so frisse molto, anche nel percorso fino a Rio de Janeiro,non perse, neanche per un solo istante, la sua invariabile e virtuosaRosée fantasiada de marquesaLe fantasie cercavano dimanifestare più il buon gusto cheil desiderio di provocare ilar<strong>it</strong>àe fare lazzi. Immoral<strong>it</strong>à, neancheper sogno! Insomma, era uncarnevale molto paulista, grave,familiare e aristocratico, nel qualela mental<strong>it</strong>à o timista, diffusapoco dopo dal cinema america-Viagem à Europaseren<strong>it</strong>à d’animo, che le permise di contemplare il magnifico panoramache Dio ha conce so a que la ci tà.A loggiarono tu ti a l’Hotel degli Stranieri, uno dei primi de laCap<strong>it</strong>ale Federale, in a tesa di partire per la Germania.Facendo rotta in direzione del Vecchio ContinenteArrivata al porto, il giorno de l’imbarco, la signora Lucilia si sentìcosì male che, contorcendosi per il dolore, dove te salire a bordo deltransatlantico sostenuta dal mar<strong>it</strong>o e da un cognato, davanti agli occhiaddolorati dei suoi figli.La nave so levò le ancore. Mentre si a lontanava da la te ra ferma,tu t i pa seggeri si sistemavano sui bordi del ca sere to o si sdraiavanoconfortevolmente su le chaises longues e a sistevano al be lo edemozionante spe tacolo de la partenza.La signora Lucilia cominciò sub<strong>it</strong>o a sentire nel suo organismo indebol<strong>it</strong>o,gli e fe ti del dondolio che avrebbe potuto solo che aggravarei suoi mali. Sdraiata ne la sua cabina, pregava il Sacro Cuore di Gesù,implorando grazie a finché, secondo il divino mode lo, con pazienza evirtù sopporta se tu t i disagi di que la lunga traversata.Quando la nave, dopo aver me so su la ro ta la ba ra del timone,si apprestav a guadagnare l’oceano, alcuni parenti scesero ne la cabinade la signora Lucilia pe riconfortarla, na randole le grandezze delmaestoso scenario de la Baia di Guanabara, visto da una nave in mezzoa le acque.no, ancora non era entrata. Per lepersone di quel tempo, gioia nonera sinonimo di risata, sebbene ilriso ave se il suo discreto ruolone la v<strong>it</strong>a.La signora Lucilia non smisemai di far fare maschere per ifigli. Lei ste sa le proge tava, cercandodi presentare personaggim<strong>it</strong>ici, come que li de le “Mi l eA família Ribeiro dos Santos embarcou para a Europa no transatlântico Hohenstaufenuna no te” — maragià, gue rierigreci o romani, potentati persiani,principe se coperte di gioie li(chiaramente falsi) — di preferenzaa personaggi burleschi, cheperò non mancavano: pie rots,arlecchini, trovatori e tanti altri.A volte s ispirava ad ab<strong>it</strong>i franceside l’Ancien Régime.Un anno mascherò Roséee Plinio da nobili XVIII secolo,cercando, nei minimi de tagli,di avvicinarsi il più po sibile a larealtà. Non s’impegnava soltantone la confezione dei vest<strong>it</strong>i, fatticon te suti importati di buonaqual<strong>it</strong>à, ma soprattutto a che essia sumessero un a teggiamentoconfacente a l’ab<strong>it</strong>o.Il bambino, con la capigliaturaincipriata, cappe lo a duepunte, polsini di pizzo, prendeval’aspe to distinto e ra finato di unmarchese; la bambina, con la gonnatu ta di pizzo e pe tinata da marchesa, faceva eleganti reverenze.Certamente, mentre procedevano con quei begli ab<strong>it</strong>i, i bambinisi ricordavano più particolarmente dei personaggi di que le meravigliosestorie di Dumas raccontate da la signora Lucilia .Plinio fantasiado de marquêsArchivfoto Hapag Loyd (Hamburgo, Alemanha)Educação dos filhosUna biografia di Donna Lucilia Ribeiro dos Santos Corrêa de Oliveira,scr<strong>it</strong>ta da Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP, che tra breve sarà pubblicata dalla Libreria Ed<strong>it</strong>rice Vaticana.Richieste via tel.: 041 560 0891 o tram<strong>it</strong>e Fax: 041 560 882824 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


“Così, di grazia incorrispondenza, dicorrispondenza ingrazia, la personasale fino alla vetta<strong>della</strong> mistica, doveDio la aspetta”Mário ShinodaIl Prof. Plinio Corrêa de Oliveiramentre partecipa a una celebrazioneEucaristica nella Chiesa del Sacro Cuoredi Gesù, a San Paolo, il 25/12/1989teriale, l’impressione e gli effetti diquesta grazia rimarranno soffocati,quando solo lei basterebbe a riempircil’anima e occupare le nostre riflessioniper alcune ore.Questa imperfetta corrispondenza,molto frequente, ci sta rendendosempre più insensibili e impedisceche questi favori soprannaturalisi moltiplichino al punto da diventarecomuni. Altra dovrebbe essere lanostra att<strong>it</strong>udine, poiché, come spiegail Prof. Plinio Corrêa de Oliveira,“chi procede bene davanti a una graziamistica inv<strong>it</strong>a Dio a darne un’altraancora più grande. E così, di graziain corrispondenza, di corrispondenzain grazia, la persona sale finoalla vetta <strong>della</strong> mistica, dove Dio laaspetta. In questo senso, sebbene lasostanza <strong>della</strong> santificazione non siala mistica, ma l’amore a Dio, la misticaè un potentissimo ausilio <strong>della</strong>santificazione”. 11Se vogliamo esser santi,siamo misticiAnche davanti al panoramaaperto dalla dottrina contenuta inquest’articolo, possiamo scoraggiarcidi fronte alle circostanze dei nostrigiorni, così in disaccordo contutto quanto è sovrannaturale. Maforse è proprio questo il contributopiù decisivo per alimentare la nostrasperanza.Quando il fattore umano diventacarente, è il momento di ricorrerecon più tenacia al soprannaturale:“Quando mi sento fiacco, è allorache io sono forte” (II Cor 12, 10),dice l’Apostolo, confortando tuttiquelli che sentono la propria contingenzanell’ora di percorrere le vie<strong>della</strong> virtù.Ecco lo stato ideale affinché Dioeserc<strong>it</strong>i la Sua azione, libero da impedimenti.Al contrario, l’orgoglioumano, illuso per la sua presuntaautosufficienza, non riconosceil ruolo di Dio nella santificazionee colloca ostacoli insuperabili. Abbiamola piena certezza che se Diochiama tutti alla sant<strong>it</strong>à, Egli dovràdarci i mezzi per raggiungere questameta. E tra loro, una profusionedi grazie mistiche ci accompagneràlungo il cammino. Teniamo l’animainteramente aperta ad esse e Lui faràil resto! ²1ROYO Marín, OP, Antonio.Teologia de la PerfecciónCristiana. 9.ed. Madrid:BAC, 2001, p.241.2Cfr. CLÁ DIAS, João Scognamiglio,EP. Condotti dalfuoco dello Spir<strong>it</strong>o Divino.In: Araldi del Vangelo. SãoPaulo. Anno XII. N.137(Maggio, 2013); pp.10-18.3Idem, p.15.4SANTA TERESA DI GESU.Séptimas moradas, c.I, n.7.In: Obras de Santa Teresa deJesús. Burgos: Monte Carmelo,1917, t.IV, p.183.5PSEUDO-DIONIGI AREO-PAGITA. Los nombres deDios, II, 9. In: Obras completas.Madrid: BAC, 1995,p.288.6Principalmente a partire dadue opere di padre GiovanniBattista Scaramelli: Direttorioascetico e Direttoriomistico.7GARRIGOU-LAGRANGE,OP, Réginald. Les trois âgesde la vie intérieure: préludede celle du ciel. Paris: DuCerf, 1939, t.I, p.20.8Cfr. GONZALEZ ARINTE-RO, OP, Juan. Caracteristicadel estado mistico (Cuestionesmisticas, 6ª, a.3). In:Revista La Ciencia Tomista.Madrid. Anno VII. T.13(Mar.-Ago., 1916); p.207.9ROYO Marín, op. c<strong>it</strong>.,p.255.10Idem, ibidem.11CORRÊA DE OLIVEIRA,Plinio. Palestra. São Paulo,2 nov. 1989.Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 25


Ordinazioni presb<strong>it</strong>erali e diaconaliNuovi servi per la messeUna delle realtà più pungenti dei nostri giorni è,senza dubbio, la privazione spir<strong>it</strong>uale nella qualesi trovano milioni e milioni di persone. In tutti ipaesi abbondano le anime che non trovanouna direzione per le loro v<strong>it</strong>e, un sollievonei loro dolori o un appoggio nelleloro perpless<strong>it</strong>à, per mancanza di un sostegnoincrollabile che presuppone unafede viva nel Signore Gesù.Così, in poche epoche <strong>della</strong> Storiac’è stata tanta necess<strong>it</strong>à di operai perla messe del Signore, e anche tanto siè sperato da quelli che sono chiamatial ministero sacerdotale. Più che mai,tocca a loro essere zelanti pastori, sempredisposti a servire il popolo di Diosecondo l’esempio sublime dell’unicoMaestro, alla cui missione partecipano.È stato in questa prospettiva che si sonosvolte, nei giorni 21 e 22 aprile, le ordinazionidi 11 diaconi e 11 sacerdoti degliAraldi del Vangelo, realizzate nella Basilica <strong>della</strong> Madonnadel Rosario, a Caieiras, Brasile. Tra gli ordinandi, c’eranorappresentanti dell’India, del Mozambico, <strong>della</strong> Spagna,del Nicaragua, del Costa Rica, del Venezuela, <strong>della</strong> Colombia,dell’Ecuador, del Cile, del Paraguay, dell’Uruguay edel Brasile. Questa varietà di nazioni ha confer<strong>it</strong>o alle cerimonieun’accentuata nota di universal<strong>it</strong>à<strong>della</strong> Fede Cattolica.“Guardare a coloro chesono più fragili”L’ordinazione diaconale del giorno21, realizzata in un clima di gioiosaaspettativa, è stata presieduta da Mons.Sergio Aparecido Colombo, Vescovo diBragança Paulista, diocesi in cui si trovail seminario degli Araldi del Vangelo.Nella sua omelia, Mons. Sergio haesortato i nuovi chierici a eserc<strong>it</strong>are convalore le tre diaconie: quella <strong>della</strong> Parola,prestando “scrupolosa attenzione allacatechesi dei fedeli nelle diverse tappedell’esistenza cristiana, in modo daaiutarli a conoscere la Fede in Cristo,rafforzarla col ricevimento dei Sacramenti e esprimerlanella loro v<strong>it</strong>a personale, familiare, professionale e sociale”;quella <strong>della</strong> L<strong>it</strong>urgia, tenendo sempre viva la coscien-26 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


za che ogni celebrazione l<strong>it</strong>urgica “è azione sacra per eccellenza”;e quella <strong>della</strong> car<strong>it</strong>à, mostrandosi “sempre misericordiosi,attivi, progredendo nella ver<strong>it</strong>à del Signore, ilquale Si è fatto servo di tutti”.Alla fine <strong>della</strong> cerimonia, le paroledel diacono mozambicano Arão OtílioGabriel Mazive hanno espresso il profondoeffetto prodotto dall’esortazionedi Mons. Sergio nell’anima dei neoordinati: “Desidero fare mie le paroleprofer<strong>it</strong>e nel vostro notevole sermone,secondo le quali è dovere del diaconoguardare a coloro che sono più fragili,i bisognosi, i poveri, i malati. Essehanno toccato a fondo i nostri cuori edecheggiano nell’intimo di tutti noi diaconi,come se provenissero dallo stessoGesù Cristo Nostro Signore”.Il Buon Pastore sacrifica lasua v<strong>it</strong>a per le sue pecoreIl giorno successivo, ha avuto luogo la cerimonia diordinazione presb<strong>it</strong>erale, presieduta da Mons. Bened<strong>it</strong>oBeni dos Santos, Vescovo di Lorena. La sua omelia,di grande spessore dottrinale, sarà riprodotta integralmentenel prossimo numero <strong>della</strong> <strong>rivista</strong> Lumen Ver<strong>it</strong>atis,pubblicata dall’Ist<strong>it</strong>uto Filosofico Aristotelico Tomistae dall’Ist<strong>it</strong>uto Teologico San Tommasod’Aquino. In essa, Mons. Beni ha parlato<strong>della</strong> figura del Buon Pastore checonosce le sue pecore ed è disposto asacrificare la v<strong>it</strong>a per loro.Col Sacramento dell’Ordine, haspiegato Mons. Beni, ogni candidatodiventa “maestro <strong>della</strong> Parola, ministrodei Sacramenti e pastore <strong>della</strong> comun<strong>it</strong>àcristiana”. Come maestro <strong>della</strong> Parola,l’efficacia delle sue attiv<strong>it</strong>à di evangelizzazionedipenderà dalla coerenza<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a col suo insegnamento.Come ministro dei Sacramenti, specialmentequello <strong>della</strong> Pen<strong>it</strong>enza, il sacerdote“deve avere la conoscenza dell’animaumana, <strong>della</strong> spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à, <strong>della</strong> v<strong>it</strong>adi preghiera e, soprattutto, del sentimentomorale, e soffrire per il peccato del mondo”. Il sacerdote,ha aggiunto, “non può tralasciare un solo giornodi celebrare l’Eucaristia; l’Eucaristia deve essere il centroZelanti operai – Eserc<strong>it</strong>ando il ministero al quale sono stati chiamati, diaconi e sacerdoti devono cercare di agirecome zelanti operai nella messe del Signore. In questa pagina, alcuni aspetti dell’ordinazione presb<strong>it</strong>erale;nella pagina di sinistra, foto dell’ordinazione diaconale.Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 27


<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a”. Infine, come pastore, egli deve prendersicura con umiltà del suo gregge, soccorrere i poveri, vis<strong>it</strong>arei malati. “Il sacerdote è pastore soprattutto quando va incerca <strong>della</strong> pecorella smarr<strong>it</strong>a”, ha sottolineato.Testimone illustre di questa cerimonia è stato l’ArcivescovoJean-Louis Bruguès, OP, Archivista e Bibliotecario<strong>della</strong> Santa Romana Chiesa, che ha concelebrato l’Eucaristiaed ha assist<strong>it</strong>o all’ordinazione dei nuovi presb<strong>it</strong>eri.Reputato specialista in Teologia Morale, si trovava di passaggioin Brasile per tenere un corso extracurricolare int<strong>it</strong>olato“Piccola teologia dell’immagine di Dio” e ha volutoonorare l’atto con la sua presenza.A servizio <strong>della</strong> ChiesaIn segno di grat<strong>it</strong>udine, sub<strong>it</strong>o dopo essere stati ordinati,diaconi e presb<strong>it</strong>eri si sono rivolti a Monsignor João ScognamiglioClá Dias per manifestargli la loro riconoscenzaper la formazione, l’esempio e lo stimolo alla pratica <strong>della</strong>virtù che da lui hanno sempre ricevuto. Formazione, esempioe virtù che a partire da questo giorno mettono totalmentea servizio <strong>della</strong> Chiesa nel seno <strong>della</strong> Società Clericaledi V<strong>it</strong>a Apostolica di Dir<strong>it</strong>to Pontificio Virgo Flos Carmeli,il ramo sacerdotale degli Araldi del Vangelo. Ringraziamento al fondatore – Dopo esserestati ordinati diaconi e sacerdoti si avvicinavano alfondatore per ringraziare per la formazione, esempioe stimolo alla pratica <strong>della</strong> virtù. Nella foto, il Diac.David Werner Ventura, EP, di Lages (Brasile).Scelti per servire – In unione coi loro fratelli chierici degli Araldi del Vangelo, e con tutti i presb<strong>it</strong>eri dellediocesi in cui operano, i nuovi sacerdoti e diaconi si mettono al servizio <strong>della</strong> Chiesa e del prossimo, disposti aeserc<strong>it</strong>are il loro ministero dove l’obbedienza li invii.28 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Celebranti – Le ordinazioni diaconali sono state presiedute da Mons. Sérgio Aparecido Colombo, Vescovo Diocesanodi Bragança Paulista (foto a sinistra) e le sacerdotali da Mons. Bened<strong>it</strong>o Beni dos Santos, Vescovo Diocesano di Lorena,accompagnato da Mons. Jean-Louis Bruguès, OP, Archivista e Bibliotecario <strong>della</strong> Santa Romana Chiesa (foto a destra).Dai quattro continenti – Tra gli 11 diaconi ordinati il giorno 21, c’erano rappresentanti di Asia, Africa, America edEuropa. Nelle foto: Diac. Kirthan Blasius Carlo, EP, dall’India; Diac. Arão Otílio Gabriel Mazive, EP, dal Mozambico; eDiac. Antonio Jakoš Ilija, EP, dalla Slovenia.Gioia fraterna – Nel Corpo Mistico di Cristo, la gioia di uno si trasmette a tutti. Nelle foto, Don Pablo BeorleguiVicente, EP, del Cile (foto a sinistra) e Don César Javier Díez Juárez, EP (foto a destra), dalla Spagna,ricevono i complimenti dei loro fratelli d’ab<strong>it</strong>o.Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 29


Canada – Il 7 aprile, cooperatori hanno promossoun’affollata processione nella Parrocchia GiuseppeLavoratore, a Toronto.Spagna – Dal 7 al 14 aprile, la Parrocchia San Domenico,a Pinto, local<strong>it</strong>à vicino a Madrid, ha ricevuto la StatuaPellegrina del Cuore Immacolato di Maria.Colombia – Tra le più recenti attiv<strong>it</strong>à realizzate dai coordinatori dell’Apostolato dell’Icona Maria Regina dei Cuori,di Bogotá, si segnalano la consacrazione delle famiglie promossa nella Parrocchia del Beato Chaminade, il 14 aprile(foto a sinistra) e la consegna di nuovi oratori nella Parrocchia Santa Croce (foto a destra).Guatemala – 1.300 persone, tra le quali numerosi bambini che si preparano alla Prima Comunione,hanno partecipato alla Messa e alla med<strong>it</strong>azione del Primo Sabato di maggionella Casa degli Araldi del Vangelo, a San Jose Pinula.30 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


DMissione Mariana a Sant’Agap<strong>it</strong>oal 2 al 5 maggio, la Statua Pellegrina del Cuore Immacolatodi Maria ha vis<strong>it</strong>ato la popolazione di Sant’Agap<strong>it</strong>o,p<strong>it</strong>toresco comune <strong>della</strong> Provincia di Isernia compostoda diversi nuclei di popolazione. Dopo essere stata calorosamentericevuta dal parroco, Don Luigi Russo, essa è statacondotta in processione (foto 2) fino alla cappella dello ScaloFerroviario, dove ha avuto luogo una Celebrazione Eucaristica(foto 1). In questi giorni, la Statua ha vis<strong>it</strong>ato la Casadi Riposo Liliana (foto 3) e le ab<strong>it</strong>azioni di numerosi malati(foto 4). Il sabato, si è svolta una processione luminosa a Temennotte(foto 5) e la domenica, una Messa di commiato, allaquale ha partecipato il Sindaco <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tadina (foto 6).123456Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 31


Progetto Futuro e V<strong>it</strong>a:evangelizzare la gioventùRecifeRecifeNova FriburgoV<strong>it</strong>óriaNJoinvilleCur<strong>it</strong>ibaell’intento di contribuire alla formazione religiosa eculturale <strong>della</strong> nostra gioventù, gli Araldi del Vangelohanno portato il Progetto Futuro e V<strong>it</strong>a a numerose scuoledel Paese.Tra le ist<strong>it</strong>uzioni vis<strong>it</strong>ate nell’ultimo mese segnaliamo,a Recife, il Liceo di Arti e Mestieri, dove Don Célio Casale,EP, ha rivolto parole di stimolo agli allievi e il CollegioElo, i cui alunni sono stati particolarmente impetuosinel manifestare la loro devozione alla Madre diDio. Significative sono state anche le vis<strong>it</strong>e alla ScuolaMunicipale Miguel Raymundo de Moraes B<strong>it</strong>tencourt,a Nova Friburgo, e all’UMEF Marina Barcellos Silveira,a V<strong>it</strong>ória. Nel sud del Paese sono state realizzate ancherappresentazioni, come quella <strong>della</strong> Scuola MunicipalePastor Hans Müller, a Joinville, e quella del CollegioStatale Prof. Francisco Zardo, a Cur<strong>it</strong>iba.32 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


San Marcellino ChampagnatModello pergen<strong>it</strong>ori ed educatoriFotos: champagnat.orgNel prezioso lasc<strong>it</strong>o di San Marcellino ai suoi discepoli,spiccano il suo sapienziale metodo di educazione e ladevozione alla Madonna, fondamento e quintessenza<strong>della</strong> pedagogia marista.R<strong>it</strong>ratto dipinto da Giuseppe Raverysub<strong>it</strong>o dopo la morte del SantoSuor Isabel Cristina Lins Brandão Veas, EPSono note le difficoltà per lequali passò il giovane contadinoGiovanni BattistaVianney, quando dovetteaffrontare gli studi in seminario. Il futuroCurato d’Ars, nonostante s’impegnassetanto, andava così male agliesami che fu quasi un miracolo esserepromosso. La sua pietà, comunque,superava di gran lunga la grossolan<strong>it</strong>à<strong>della</strong> sua intelligenza e la grazia supplìgenerosamente a quello che la naturanon gli aveva concesso. Ordinatosacerdote, richiamò le folle alla piccolaArs e il suo nome divenne famosoin tutta la Francia, sia per la sua saggezzanel trattare le anime che per lasua scienza delle cose di Dio.È curioso notare che, tra i compagnidi seminario del Curato d’Ars cifu un personaggio che, in quei primigiorni del XIX secolo, ebbe ugualmenteserie difficoltà nell’apprendimento:San Marcellino Champagnat,fondatore <strong>della</strong> Congregazionedei Fratelli Maristi.Anch’egli un autentico figlio <strong>della</strong>campagna, di corporatura robustae di spir<strong>it</strong>o tenace, entrò nel seminariocosì deciso a diventare sacerdotequanto a essere santo. Educato dallaculla ai solidi principi <strong>della</strong> Religione,gli mancavano le conoscenze,ma non la fede. Per questo, quandoi superiori vollero allontanarlo, alludendoalla sua incapac<strong>it</strong>à di portarea termine con successo i prolungatistudi ecclesiastici, non es<strong>it</strong>ò a fareappello alla sua grande Protettrice,la Madre di Dio. Affidò alle sue curela sua vocazione, supplicandoLadi aiutarlo nelle difficoltà dello studio.E ottenne molto più di quelloche aveva chiesto. A tal punto che,il giorno <strong>della</strong> sua canonizzazione, laChiesa, grande Maestra di v<strong>it</strong>a, coronòi suoi mer<strong>it</strong>i definendolo “modelloper i gen<strong>it</strong>ori e gli educatori”. 1“Un bambino vigoroso, dotatodi un’anima eccellente”“Ero un fanciullo di nobile indole,avevo avuto in sorte un’anima buona”(Sap 8, 19). Nessuna espressionesembra così appropriata per descriverel’infanzia del nostro Santocome questo elogio che il Sapiente fadi se stesso. Nato il 20 maggio 1789,poche settimane prima dello scoppio<strong>della</strong> Rivoluzione Francese, MarcellinoGiuseppe Benedetto Champagnatera il penultimo di dieci fratellie venne al mondo nel piccolo villaggiodi Le Rosey, che si trova nella regionemontuosa <strong>della</strong> Loira. Bambinosano, dal temperamento allegroed espansivo, assimilò presto la devozionealla Madonna, che la madre finda sub<strong>it</strong>o cercò di trasmettergli.Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 33


Il vis<strong>it</strong>atore lo chiamò da parte e gli disse: “Ragazzo mio, tu devi studiare il latino ed essere prete; Dio lo vuole”A sinistra, disegno di Conti che rappresenta l’incontro di Marcellino con il vis<strong>it</strong>atore;a destra la casa degli Champagnat nel villaggio di Le RoseyCertamente per una protezionespeciale di Maria, i venti d’irreligioneche devastavano la Francia durantela fanciullezza di San Marcellinonon penetrarono nella casa degliChampagnat. E siccome il ragazzodimostrò vivo interesse per tuttele questioni concernenti la Religione,decisero di anticipare la sua PrimaComunione agli 11 anni, due in menorispetto all’età prescr<strong>it</strong>ta dalla Chiesain quell’epoca. In questo periodo,la v<strong>it</strong>a religiosa cominciava a tornarealla normal<strong>it</strong>à nel paese e Marcellinopoté essere iscr<strong>it</strong>to nel primo gruppodi neocomunicandi del 1800, nellaparrocchia di Marlhes, cui appartenevail villaggio di Le Rosey.Primi contatti con ilmondo dell’educazioneGià nel corso di preparazione peril momento solenne dell’Eucaristia,San Marcellino cominciò a osservare,con notevole acume pedagogico,il mondo dell’educazione. Erain piena lezione quando l’insegnanteperse la pazienza con un certoalunno indisciplinato e, in un impetod’irr<strong>it</strong>azione, cominciò a rimproverarlocon dure parole, dandogli unsoprannome umiliante. Gli altri ragazz<strong>it</strong>rovarono l’ep<strong>it</strong>eto divertente,e da quel giorno, prendevano in giroil loro compagno, ripetendo in modoscherzoso il soprannome.Per sbarazzarsi degli scherni, l’unicavia di usc<strong>it</strong>a trovata dal colpevolefu l’isolamento. Questo fece dilui, nel tempo, un adolescente tac<strong>it</strong>urno,maleducato e scontroso. “Quic’è uno sbaglio nell’educazione”,concludeva San Marcellino, narrandoquesto fatto ai Frati Maristi, decennipiù tardi. “E il bambino è costrettoa diventare, per il suo cattivocarattere, il tormento <strong>della</strong> sua famigliae, chissà, il flagello dei suoi vicinidi casa! Tutto questo a causa diuna parola detta con leggerezza inun momento di nervosismo e insofferenzache non sarebbe stato difficileda dominare”. 2Nella scuola infantile del paese,egli ebbe un’altra esperienza pocofelice. Oltre a fare lezione in unospazio molto precario, l’insegnanteaveva l’ab<strong>it</strong>udine di risolvere i problemidisciplinari con punizioni corporali,secondo la prassi del tempo.Il primo giorno di scuola, San Marcellinolo vide applicare una di questepunizioni, assumendo un atteggiamentobrusco che mer<strong>it</strong>ava piùil nome di manifestazione di collerache di correzione. Sentì una tale av<strong>versione</strong>per quella mancanza di rett<strong>it</strong>udinee di giustizia, che decise dinon tornare mai più a scuola. Avevaallora poco meno di 12 anni, ed eradeciso a trascorrere la sua v<strong>it</strong>a lontanodalla scuola e dai libri. Fino algiorno in cui conobbe la volontà diDio a suo riguardo...La chiamata al sacerdozioEra poco che il Concordato firmatoda Papa Pio VII e da Napoleoneaveva ristabil<strong>it</strong>o in Francia la libertàreligiosa. Il cardinale Fesch,zio di Bonaparte, governava la diocesidi Lione, alla quale era stata annessala parrocchia di Marlhes e, datele molte lacune lasciate dalla rivoluzionenei ranghi ecclesiastici, prodigavasforzi per conquistare nuovevocazioni. Riaprì gli antichi seminari,ne inaugurò altri e chiedeva aiparroci che indicassero candidati trai loro fedeli.34 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Così, alla fine del 1803, quandoil nostro Santo aveva 14 anni, venneal villaggio di Le Rosey un sacerdoteinviato dal vicario generale <strong>della</strong>Diocesi, con il comp<strong>it</strong>o di reclutaregiovani desiderosi di “studiare latino,”nell’espressione comune chesi usava per dire “studiare per diventareprete.” Su raccomandazionedel parroco, il vis<strong>it</strong>atore si diressedirettamente a casa Champagnat,per verificare se qualcuno dei ragazzi<strong>della</strong> famiglia aspirasse al sacerdozio.I due figli più grandi disserodi no, ma Marcellino non riuscì a rispondereniente. Il sacerdote alloradecise di chiamarlo da parte e, dopouna breve conversazione, constatòin lui il profilo di un autentico sacerdote.E gli disse in modo paternoe molto categorico: “Ragazzo mio,tu devi studiare latino ed essere unsacerdote, Dio lo vuole”. 3Fino a poco prima di questa vis<strong>it</strong>a,il giovane non aveva mai pensatodi abbracciare lo stato sacerdotale.Aveva pensato di seguire la professionedei gen<strong>it</strong>ori, agricoltori eproprietari di un mulino, e poi avevadeciso di progettare il suo futuro comecommerciante, poiché possedevadelle abil<strong>it</strong>à per le finanze. Tuttavia,le parole di quel ministro di Diofurono sufficienti per annullare deltutto tali piani umani. Rispose prontamentealla chiamata divina, e daquel giorno la sua v<strong>it</strong>a acquistò unanuova prospettiva, molto diversa dairistretti lim<strong>it</strong>i dell’economia, e moltopiù adeguata, peraltro, alla nobiltà<strong>della</strong> sua anima e alla robustezza<strong>della</strong> sua fede.Un gruppo di él<strong>it</strong>e nel seminarioDopo diversi mesi cercando di impararealcune nozioni di latino, il giovaneMarcellino entrò nel 1805, nelSeminario Minore di Verrières. Affrontòmomenti difficili, a causa <strong>della</strong>sua inidone<strong>it</strong>à iniziale per gli studima, sotto la protezione <strong>della</strong> Madonnae a costo di molto impegno, riuscìa vincerli e giunse a sorprenderei suoi insegnanti, quando superò glialtri alunni, riuscendo a terminare inun anno due periodi scolastici.Nel 1813, ormai nel SeminarioMaggiore di Lione, promosse la formazionedi un gruppo di ferventialunni – tra cui, il futuro Curato d’Ars–, il cui ideale era restaurare la Fedenel mondo per mezzo <strong>della</strong> devozionea Maria. Insieme, discutevano i migliorimezzi di apostolato per realizzarequesto nobile obiettivo e salvare ilmaggior numero possibile di anime,entro due campi d’azione in cui aspiravanoa lavorare: le missioni e l’evangelizzazione<strong>della</strong> gioventù.Si gettarono in tal modo le basi<strong>della</strong> Società di Maria o Congregazionedei Padri Maristi, operache sarebbe stata poi consolidatae fondata dal venerabile PadreJean-Claude-Marie Colin. È questosacerdote che testimonia, nellesue memorie, il fatto che San Marcellino,“impressionato dalle difficoltàaffrontate per istruirsi”, 4 avevaproposto nel corso di una riunionedi questo gruppo di él<strong>it</strong>e la creazionedi un altro ist<strong>it</strong>uto – non di sacerdoti,ma di frati docenti –, destinatoall’educazione dei bambini e dei giovani,unendo in uno stesso metodol’insegnamento delle ver<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Fedee quello delle scienze elementari.Nel gennaio 1817, meno di sei mesi dopo l’arrivo di padre Champagnat come vicario a La Valla,iniziava la storia dei Piccoli Fratelli di MariaA sinistra: mensa preparata dallo stesso San Marcellino e utilizzata nei primi tempi <strong>della</strong> fondazione, a La Valla-en-Gier;a destra, vista generale del villaggioGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 35


L’idea fu approvata, restandoa carico di San Marcellinola sua realizzazione.Sub<strong>it</strong>o dopo aver ricevutol’ordinazione sacerdotale, il22 luglio 1816, egli incontròle circostanze propizie perconcretizzare il progetto.Nascono i PiccoliFratelli di MariaDesignato come coadiutore<strong>della</strong> popolosa parrocchiadi La Valla-en-Gier, il giovanesacerdote conobbe da vicinola triste realtà del disordinemorale e l’allontanamentodalle pratiche pietosein cui viveva gran parte diquel popolo. L’ignoranza religiosa– una delle più nefasteconseguenze <strong>della</strong> Rivoluzionedel 1789 – era quasi generalizzata,e non c’era sul postonemmeno un insegnanteper alfabetizzare i bambini e trasmettereloro le conoscenze elementari.In queste condizioni, il suo piano<strong>della</strong> nuova fondazione diventòquasi un’esigenza di apostolato.Prima di prendere qualsiasi misuraconcreta, ebbe cura di mettere ilprogetto nelle mani <strong>della</strong> Madonna,assumendoLa come Madre, Patrona,Modello e Prima Superiora delfuturo Ist<strong>it</strong>uto. Decise inoltre che ireligiosi si sarebbero chiamati PiccoliFratelli di Maria, certo che sarebbebastato il nome <strong>della</strong> Vergine perattrarre molti candidati.I frutti dell’azione di San Marcellino sono provaincontestabile dell’efficacia dell’amore di MariaSan Marcellino Champagnat, Limache (Cile)Carlos yoNon passò molto tempo che sipresentarono i primi aspiranti: dueragazzi <strong>della</strong> parrocchia, dotati dibuon carattere, frequentatori deiSacramenti e desiderosi di abbracciarela v<strong>it</strong>a religiosa. Entusiasmatidall’ideale proposto, ben presto cominciaronoa vivere in comun<strong>it</strong>à, inuna modesta casa vicino alla chiesaparrocchiale. Così, nel gennaio1817, meno di sei mesi dopo l’arrivodi Padre Champagnat a La Valla,iniziava la storia dei Piccoli Fratellidi Maria – noti anche come FratelliMaristi – che, a metà del XX secolo,sarebbero arrivati a esserepiù di ottomila, con 700 collegisparsi in tutto il mondo. Il santofondatore aveva allora solo28 anni di età.A partire da lì, la v<strong>it</strong>a di SanMarcellino seguì il camminopercorso da tutti i fondatori,che acquistano con la propriasofferenza la fedeltà deiloro seguaci e la gloria <strong>della</strong> loroopera. Fino alla sua morte,avvenuta all’età di 51 anni, disgraziedi ogni tipo diedero allasua esistenza la nota distintivadegli uomini grad<strong>it</strong>i a Dio:quella di essere provati “dalcrogiuolo del dolore” (Sir 2, 5).Fu calunniato dai nemici eosteggiato da alcuni dei suoistessi discepoli; gli mancaronoi mezzi finanziari e, in un certoperiodo, anche le vocazioni.Le tribolazioni finirono per minarela sua salute, accorciandoi suoi giorni. Pochi minuti prima <strong>della</strong>sua morte, però, il suo volto riacquistòcolore e guardando fisso versol’alto, disse con un sorriso: “Sto sorridendoperché vedo la Madonna. È lìe viene a prendermi”. 5E i frutti <strong>della</strong> sua azione, che simoltiplicarono dopo la sua dipart<strong>it</strong>ada questo mondo, ci permettonodi considerarlo come prova incontestabiledell’efficacia dell’amore diMaria, che fa dei suoi figli diletti “labuona terra in cui il Divino Contadinoraccoglie trenta volte più di quelloche ha seminato”. 6 1BEATO GIOVANNI PA-OLO II. Omelia nella Canonizzazionedi MarcellinoChampagnat, Giovanni Calabriae Agostina Livia Pietrantoni,del 18/4/1999.2SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT, apud FU-RET, Jean-Baptiste. Vidade São Marcelino José BentoChampagnat. São Paulo:Loyola, 1999, p.6.3FURET, op. c<strong>it</strong>., p.10.4COLIN, Jean-Claude-Marie.Memórias, apud FURET,op. c<strong>it</strong>., p.28.5SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT, apud FU-RET, op. c<strong>it</strong>., p.317.6CORRÊA DE OLIVEIRA,Plinio. Ladainha de invocaçõesa Nossa Senhora. In:Opera Omnia. Reedição deescr<strong>it</strong>os, pronunciamentos eobras. São Paulo: Retornarei,2011, v.III, p.410.7SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT, apud FU-RET, op. c<strong>it</strong>., p.498.8Idem, p.499.9Idem, p.500-501.10SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT. Carta aoIr. Bartolomeu, 31/1/1830,apud FURET, op. c<strong>it</strong>.,p.262.11SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT, apud FU-RET, op. c<strong>it</strong>., p.490.12Idem, p.471-472.13SAN MARCELLINOCHAMPAGNAT. Regra de1837, apud FURET, op. c<strong>it</strong>.,p.319.14FURET, op. c<strong>it</strong>., p.313.36 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


NAlcuni aspetti <strong>della</strong> pedagogia maristael prezioso lasc<strong>it</strong>o di San Marcellino ai Frati Maristi,spicca il suo sapienziale metodo pedagogico,una delle più perfette espressioni <strong>della</strong> sua vocazione.Il buon esempio del maestroCome presupposto al successo <strong>della</strong> missione dell’Ist<strong>it</strong>uto,egli r<strong>it</strong>eneva essenziale la compenetrazione dei suoidiscepoli, nel senso di essere veri educatori, e non semplic<strong>it</strong>rasmett<strong>it</strong>ori di conoscenze: “Vogliamo educare ibambini, cioè, istruirli sui loro doveri, insegnare loroa praticarli, infondere loro lo spir<strong>it</strong>o e i sentimentidel Cristianesimo, le ab<strong>it</strong>udini religiose, levirtù del cristiano e del buon c<strong>it</strong>tadino”. 7 E facevaun’interessante analogia tra la coltivazionedel suolo e l’importanza dell’educazioneinfantile: “Per quanto buono siaun terreno, se lasciato incolto non produrràaltro che spine e cardi. Allo stessomodo, per quanto buone siano le disposizionidi un bambino, se gli manca l’educazionecrescerà senza virtù e la sua esistenzasarà nulla per il bene”. 8Considerava come elemento imprescindibileper l’efficacia di questa missioneil rispetto reciproco tra alunno e professoree, soprattutto, il buon esempio del maestro,una delle credenziali per ottenere l’obbedienza deglialunni. “L’educazione è, quindi, in primo luogo, una questionedi buon esempio, perché la virtù fortifica l’autor<strong>it</strong>à;perché è proprio <strong>della</strong> natura dell’uomo im<strong>it</strong>are ciò chevede fare, e gli atti hanno più forza di convincere e persuadereche le parole e le istruzioni. Il bambino imparapiù con gli occhi che con le orecchie. Vedendo i gen<strong>it</strong>ori oi capi che lavorano, si ab<strong>it</strong>ua a lavorare e impara un mestiere.Così pure, è vedendo fare il bene e ricevendo buoniesempi che impara a praticare la virtù e a vivere cristianamente.Il Fratello pio, osservante, car<strong>it</strong>atevole, paziente,devoto, onesto e fedele a tutti i doveri sta sempre dandocatechismo. Senza preavviso, con i buoni esempi trasmetteagli alunni la pietà, l’obbedienza, la car<strong>it</strong>à, l’amoredel lavoro e tutte le virtù cristiane”. 9E non lasciava passare nessuna occasione per ricordarequesto ai religiosi: “So anche che ha molti alunni” – scrivevaa un Frate direttore – “avrà pertanto molte copie dellesue virtù, poiché è a sua immagine che i bambini si formanoe sono i suoi esempi che guideranno la loro condotta”. 10La disciplina è il corpo dell’educazioneUn altro aspetto al quale San Marcellino dava sommaimportanza nell’arte di insegnare era la disciplina. Insistevanel dire che l’ordine è piacevole per tutti, ancheper i bambini, chiarendo che l’essenza <strong>della</strong> disciplinanon è la repressione con la forza e con la paura dei castighi,ma la correzione dei difetti e la formazione <strong>della</strong> volontà.“La disciplina rappresenta la metà dell’educazionedel bambino; mancando questa metà, nella maggioranzadei casi si rende inutile l’altra. A che serve alragazzo saper leggere, scrivere e anche imparareil catechismo, se non ha imparato ad obbedire,a comportarsi, se non ha acquis<strong>it</strong>o l’ab<strong>it</strong>udinea frenare le cattive inclinazioni perseguire la voce <strong>della</strong> coscienza? Per qualeragione gli uomini oggi sono così volubili,sensuali, incapaci di rinunciare, incapacidi sostenere qualcosa che contrarila natura? Perché non sono stati sottopostialla disciplina fin dall’infanzia.Hanno goduto di troppa libertà. Non èstato insegnato l’autocontrollo, l’abnegazionee la lotta contro le cattive inclinazioni.La disciplina è il corpo dell’educazione;la Religione, l’anima”. 11“Tutto a Maria, per Gesù”Come eccellente didatta, non gli mancavano i sentimentipaterni, in un perfetto equilibrio <strong>della</strong> fermezzacon la bontà, che si riflette in questo consiglio:“Dica ai suoi alunni che Dio ama coloro che sonomolto beneducati, perché assomigliano a Gesù, ilmassimo del beneducato, e che ama anche coloro chenon si comportano bene, perché spera che ancora ciarrivino”. 12È nella devozione alla Madonna, però, che si trovanoil fondamento e la quintessenza <strong>della</strong> pedagogia marista,com’è prescr<strong>it</strong>to nella Regola <strong>della</strong> fondazione: “Ifratelli faranno tutto il possibile per ispirare nei ragazziuna grande devozione alla Santissima Vergine”. 13 Taleera il desiderio di San Marcellino Champagnat di glorificarela Madre di Dio che il motto “Tutto a Gesù permezzo di Maria” non l’accontentò. Da qui la ragione percui, adottandolo per il suo Ist<strong>it</strong>uto, lo completò con unaudace e filiale gioco di parole, che potrebbe ben riassumerela sua v<strong>it</strong>a: “Tutto a Maria, per Gesù!”. 14Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 37


La parola dei PastoriLa grandezza dell’umiltàNel servizio all’integr<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Fede e all’un<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa,Pio V manifestò uno dei peculiari obblighi del Successoredi Pietro, che è chiamato a garantire allo stesso tempol’autentica Fede apostolica e l’un<strong>it</strong>à ecclesiale.Mons. Gerhard Ludwig MüllerPrefetto <strong>della</strong> Congregazione per la Dottrina <strong>della</strong> FedeCome molti lettori sanno,Michele Ghislieri, futuroPapa Pio V, trascorse neicampi, come pastore, buonaparte <strong>della</strong> sua prima gioventù, acausa dell’indigenza <strong>della</strong> sua famiglia.Fu così l’inizio <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a di questogrande santo che è il nostro patrono.[...]Forse in quegli anni ha cominciatoa sviluppare propriamente unapropensione al silenzio e alla preghiera,una speciale sensibil<strong>it</strong>à allabellezza <strong>della</strong> natura, una certaessenzial<strong>it</strong>à e concretezza nel vivere,una vigile prontezza nella cura dibranchi di animali.Nell’umiltà si preparanole grandi coseOsservando, chissà, il gregge postosotto la sua custodia, mai avràpotuto immaginare come ben altresarebbero state le greggi che il Signoreavrebbe affidato alle sue cure.Ci piace così considerare queiprimi quattordici anni di v<strong>it</strong>a di MicheleGhislieri – dei quali sappiamosoltanto che trascorsero soprattuttopascolando – come una discretae umile preparazione per gli importantiavvenimenti che lo avrebberovisto poi come incontestabile protagonista<strong>della</strong> Chiesa del suo tempo,prima come Inquis<strong>it</strong>ore e poi comePontefice. Infatti, le grandi cose sipreparano sempre nell’umiltà.Si ricorda oggi Papa San Pio V,soprattutto, per la sua grande capac<strong>it</strong>àdi governo e la sua fermezza atutela <strong>della</strong> Fede. Egli propendeva aproteggere specialmente la Fede deisemplici, tanto nella dottrina quantonella disciplina. Difese con tuttele sue forze la Chiesa e il bene delpopolo cristiano. Si dedicò interamenteal comp<strong>it</strong>o di implementare ilConcilio di Trento, in modo specialealla riforma <strong>della</strong> Curia Romana,del clero e degli ordini religiosi.Tutti di lui ci ricordiamo come delPapa acclamato per la v<strong>it</strong>toria di Lepanto,ma conviene non dimenticareche, anche come Cardinale, Ghislierinon ebbe paura di cadere in disgraziaper rimanere fedele al bene e alla ver<strong>it</strong>à.Amava, infatti, la ver<strong>it</strong>à e il benepiù <strong>della</strong> sua tranquill<strong>it</strong>à. Forse èstato esattamente per questo che unsanto, Filippo Neri, profetizzò la suaelezione al Pontificato, e che un altrosanto, il Cardinale Carlo Borromeo,divenne, nel conclave, un suo grandeelettore. Infatti, è frequente che nascatra i santi una connaturale affin<strong>it</strong>àe un’amicizia.Paladino <strong>della</strong> Fede edell’un<strong>it</strong>à ecclesialePio V fu un tenace paladino, tanto<strong>della</strong> Fede quanto dell’un<strong>it</strong>à ecclesiale.Non solo s’impegnò a difenderel’integr<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Fede controle eresie ma pubblicò il CatechismoRomano e promosse la sua traduzionein altre lingue. Ist<strong>it</strong>uì un com<strong>it</strong>atoper la redazione di un testo ufficialedelle Sacre Scr<strong>it</strong>ture. Creò una commissionecardinalizia per organizzaree regolare l’evangelizzazionedell’America, dell’Africa e dell’Asia.S’impegnò anche a unificare latradizione cristiana dell’Oriente edell’Occidente, decretando per iquattro dottori <strong>della</strong> Chiesa Greca(Basilio, Gregorio Nazianzeno, GregorioNisseno e Giovanni Crisostomo)gli stessi onori prestati ai dottorilatini (Ambrogio, Girolamo, Agostinoe Gregorio Magno). Si sforzòdi consolidare l’un<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Fede, permezzo <strong>della</strong> riforma e unificazione<strong>della</strong> L<strong>it</strong>urgia. È ricordato come ilPapa che pubblicò il Breviario. E ancoraoggi si può celebrare l’Eucaristiacon il suo messale.38 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


L’Osservatore RomanoFrancisco LecarosPio V fu un tenace paladino, tanto <strong>della</strong> Fede quanto dell’un<strong>it</strong>à ecclesialeA sinistra: Mons. Gerhard Ludwig Müller nella cappella <strong>della</strong> Congregazione per la Dottrina <strong>della</strong> Fede, durante l’omeliadell’ 30/4/2013. A destra: “San Pio V”, di Alonso Antonio Villamayor, Museo delle Belle Arti, Salamanca (Spagna)In questo inseparabile e infaticabileservizio all’integr<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Fede eall’un<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa, Pio V manifestòuno dei peculiari doveri del Successoredi Pietro, il Pontefice Romano, cheè chiamato a garantire allo stesso tempol’autentica Fede apostolica e l’un<strong>it</strong>àecclesiale. Non era disposto a negoziarela Fede, poiché sapeva bene chequalsiasi compromesso relativamentealla Fede degli Apostoli cost<strong>it</strong>uisceuna minaccia diretta a quel dono peril quale Gesù tanto pregò e per il qualeoffrì la sua propria v<strong>it</strong>a (cfr. Gv 17,21): l’un<strong>it</strong>à dei suoi discepoli.Apprendiamo questo, vedendo permolti anni il lavoro di Joseph Ratzinger,prima come Prefetto di questaCongregazione e poi come Papa. Pocotempo fa ha ricordato questo anchePapa Francesco: “Non si negoziala Fede”, ha detto, perché “quando cominciamoa tagliare la Fede, iniziano leapostasie”, ossia, si dilacerano le carnidel Corpo risorto del Signore, <strong>della</strong>sua Chiesa. Lo osserviamo quotidianamente,nel lavoro a noi affidato. [...]La Fede e l’un<strong>it</strong>à: alimentodel corpo ecclesialeFede e visibile un<strong>it</strong>à ecclesiale sonodue doni che non possono esserseparati. È la permanenza nell’autenticaFede apostolica che permetteai discepoli di Gesù di mantenersisaldi in quell’un<strong>it</strong>à che è germee profezia del mondo nuovo, cheè “segno e strumento dell’intimaunione con Dio e dell’un<strong>it</strong>à di tuttoil genere umano” (Lumen gentium,n.1). E l’un<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa è il locusgenetico <strong>della</strong> Fede dei suoi figli e<strong>della</strong> testimonianza che convince gliuomini di buona volontà, converte icuori e susc<strong>it</strong>a la gioia di credere.Fede e un<strong>it</strong>à ecclesiale sono, infatti,la buona terra nella quale fioriscela martyría, nella quale germinanogli amici di Dio e le loro autentichetestimonianze, nella qualeil cuore si apre con fiducia e si abbandonacon pace al Signore. Doveè viva la Fede degli Apostoli e si realizzal’un<strong>it</strong>à visibile <strong>della</strong> Chiesa, nasconole testimonianze, e la testimonianza– come ha preconizzato PapaPaolo VI – diventa una cattedra checi introduce nella v<strong>it</strong>a di Dio.Una v<strong>it</strong>a – quella che viene daDio – che è vivace comunione e nellaquale le ricchezze e le divers<strong>it</strong>à silasciano comporre in un’un<strong>it</strong>à cheaccoglie la multiform<strong>it</strong>à, ma non negoziala ver<strong>it</strong>à. Quando la Fede e l’un<strong>it</strong>àsono reali, succede anche che lacar<strong>it</strong>à e l’impeto missionario alimentanocome linfa il corpo ecclesiale;accade che non si può più nasconderela ricchezza del dono ricevuto;succede che non è più possibile nonparlare di Colui che si riconosce peril lavoro nella comunione ecclesiale(cfr. At 4, 20). […]Siamo chiamati ad accogliere congeneros<strong>it</strong>à e assumere il carico deigrandi doni che Dio ci prodiga conla Fede, per esser a servizio di Pietro.Ancor oggi egli – come ci ricordail Vangelo appena letto – ricevedirettamente da Gesù il suo mandato:“pasci le mie pecore...”. L’amorea Cristo che inc<strong>it</strong>a Pietro, ci trascinacon lui e ci inv<strong>it</strong>a a servire la suamissione: amare e pensare alla ver<strong>it</strong>à,dare la v<strong>it</strong>a per i fratelli – “pascolareil gregge”. Servire con umile orgoglioquesta missione è nostro doveree una nostra ricchezza. PreghiamoSan Pio V, chiedendo la sua intercessioneaffinché – non importaquale sia qui la nostra funzione – cosìsia davvero per tutti noi! ²Passi dell’Omelia del 30/4/2013.Testo integrale in “L’Osservatore Romano”,1/5/2013, p.8Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 39


V<strong>it</strong>a religiosa e longev<strong>it</strong>àDavid Angus, famoso oncologoamericano che ha curato il cancrodel fondatore e direttore esecutivodell’Apple, Steve Jobs, si chiede nelsuo libro The End of Illness, (La fine<strong>della</strong> malattia, nella sua <strong>versione</strong> <strong>it</strong>aliana),la ragione <strong>della</strong> longev<strong>it</strong>à dellesuore.La risposta è semplice: esse conduconouna v<strong>it</strong>a regolata, si nutronodi “cibo di ver<strong>it</strong>à”, fanno eserciziofisico e camminate. Le statistichesembrano confermare i benefici: lesuore cattoliche vivono in media 86anni, mentre l’americano medio vive77 anni. La regolar<strong>it</strong>à negli orarie una buona alimentazione possonorealmente prevenire le malattie eprolungare l’aspettativa di v<strong>it</strong>a, moltopiù che il consumo di v<strong>it</strong>amine.270 mila pellegrini venerano lareliquia <strong>della</strong> Santa FacciaIl giorno 11 aprile, più di 270 milapellegrini sono accorsi al monasterodelle Clarisse <strong>della</strong> Santa Facciaad Alicante, in Spagna, al fine divenerare il prezioso tessuto che, secondola tradizione, fa parte del velocol quale Veronica asciugò il voltodel Redentore nel suo camminoal Calvario. Il pellegrinaggio, che siripete da più di 500 anni, si è rivest<strong>it</strong>odi una speciale solenn<strong>it</strong>à essendoun anno giubilare.Secondo i calcoli di Juan Seva, responsabiledi sicurezza <strong>della</strong> prefettura,i pellegrini erano circa 10 milapiù dell’anno precedente, e nonostantel’enorme afflusso di persone,tutto si è svolto con tranquill<strong>it</strong>à.Il pellegrinaggio, presieduto dal Vescovodi Orihuela-Alicante, Mons.Jesús Murgui Soriano, è iniziato alleotto del mattino, ma alle sei la Piazza<strong>della</strong> Concattedrale di San Nicolaera già stipata. Il percorso verso ilmonastero, di otto chilometri, è statofatto a piedi, con molti pellegrini cheportavano il tradizionale giubbottonero e un fazzoletto bianco e blu.Il “Centro Internazionale Famigliadi Nazareth” è presentatoalla stampaIl giorno 16 aprile, è stata realizzatauna conferenza stampa destinataa presentare ufficialmente la fondazionevaticana Centro InternazionaleFamiglia di Nazareth e far conoscerel’edificio che è in corso di costruzionein questa c<strong>it</strong>tà al fine di accoglierefamiglie del mondo interoin pellegrinaggio in Terra Santa. L’ideaè nata nel 1997 e sub<strong>it</strong>o è stataaccolta e appoggiata dal Beato GiovanniPaolo II, ma la prima pietra dicostruzione ha potuto esser benedettasolo da Papa Benedetto XVInel 2009, a causa di diversi ostacolilogistici. Il 15 ottobre 2012, lo stessoBenedetto XVI ha eretto la fondazionedestinata a portare avanti l’iniziativaed ha affidato la sua gestioneal movimento Rinnovamento nelloSpir<strong>it</strong>o Santo.L’evento, realizzato nella SalaStampa, è stato presieduto daMons. Vincenzo Paglia, presidentedel Pontificio Consiglio per la Famiglia,accompagnato da Mons. JacintoBoulos Marcuzzo, Vescovo Ausiliaredi Gerusalemme e Vicario Patriarcalein Israele, da padre FedericoLombardi, SJ, Direttore <strong>della</strong>Sala Stampa <strong>della</strong> Santa Sede, e daSalvatore Martinez, presidente delRinnovamento nello Spir<strong>it</strong>o Santo.Nel suo intervento, Martinez haevidenziato che uno degli scopi delcentro consiste nel: “Promuovere laformazione spir<strong>it</strong>uale e l’evangelizzazionedelle famiglie, con la final<strong>it</strong>àdi mettere in pratica il Magistero<strong>della</strong> Chiesa Cattolica riguardo allafamiglia, così come di sostenere lapastorale famigliare in tutto il mondoe in Terra Santa”. Ha manifestatoanche il desiderio di fare del Centro“un luogo privilegiato per la diffusionedel Vangelo <strong>della</strong> Famiglia,una vetrina per tutto il bello, il buono...,il giusto che la famiglia proponee testimonia nel mondo...”.Il Cardinale Braz de Avizvis<strong>it</strong>a TaiwanIl Prefetto <strong>della</strong> Congregazioneper gli Ist<strong>it</strong>uti di V<strong>it</strong>a Consacrata ele Società di V<strong>it</strong>a Apostolica, CardinaleJoão Braz de Aviz, è giunto aTaiwan in vis<strong>it</strong>a ufficiale il giorno 8aprile, per partecipare alla riunioneannuale dei Superiori Maggioridi questo paese e incontrarsi con leattive comun<strong>it</strong>à cattoliche <strong>della</strong> regione.Al suo arrivo nell’isola, Mons.Aviz è stato ricevuto dall’Arcivescovodi Taipei, Mons. Hung Shan-Chuan e dall’Arcivescovo, Mons.Ti-Kang. In segu<strong>it</strong>o, Ma Ying-Jeou,presidente del paese, ha ricevuto ilCardinale e la delegazione vaticanae ha manifestato loro il suo piacereper il caloroso ricevimento e cortepresident.gov.tw40 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


irishdominicanvocations.blogspot.comNelle Filippine, aumenta lafrequenza dei fedeli nelle chieseUna notizia pubblicata nella paginaweb <strong>della</strong> conferenza episcopaledelle Filippine raccoglie dichiarazionidi Vescovi e parroci che affermanoche il numero di cattolici chefrequentano le chiese in questo paese-arcipelagosta aumentando.Mons. Honesto Ongtioco, Vescovodi Cubao, sottolinea che è stato necessarioautorizzare nella sua diocesi lacelebrazione di Messe nei centri commerciali,per facil<strong>it</strong>are la partecipazioneall’Eucaristia dei fedeli che hannodifficoltà ad andare in una parrocchiala domenica. Già l’Arcivescovo di Jaro,Mons. Angel Lagdameo segnalache è cresciuta la frequenza nelle 93parrocchie <strong>della</strong> sua diocesi e “le noveMesse nella Cattedrale di Jaro hannoraggiunto praticamente la loro massimacapac<strong>it</strong>à”. Nella Diocesi di Marbel,a Mindanao, – dove ha consacratouna nuova parrocchia a dicembre eprevede di consacrarne un’altra il 24giugno – il Vescovo Diocesano, Mons.Dinualdo Gutierrez, afferma: “nellenostre 26 parrocchie, la frequenza inchiesa sta aumentando”..ni si dedica alla ricerca di novizi perl’Ordine. Oggi, dopo aver viaggiatoper circa 800 mila chilometri nel lavorovocazionale, è convinto che l’ab<strong>it</strong>osia il miglior elemento di attrazione:“Abbiamo preso da vari annila decisione cosciente di vestire l’ab<strong>it</strong>o,perché non avevamo vocazioni”,dice il sacerdote di 46 anni inuna intervista concessa il 3 aprile alreputato The New York Times. Ed haaggiunto: “Se non ci presentiamonoi per primi in forma autentica, chivorrà unirsi a noi?”.Come frutto di queste nuove misure,nel r<strong>it</strong>iro vocazionale di gennaio,non c’erano posti vacanti sufficientiper tutti i candidati, e per questaragione si è reso necessario programmarnealtri per marzo e aprile.Cortesia in internetLa cortesia è un attributo chepartecipa senza dubbio alla virtù<strong>della</strong> car<strong>it</strong>à. L’assenza negli ambienticibernetici di questo elemento <strong>della</strong>convivenza umana, apparentementesuperfluo, fa sì che i giovani “sianostufi dell’ironia, <strong>della</strong> maleducazionee dei commenti sarcastici chepredominano nelle loro v<strong>it</strong>e in Internet”.Almeno, questa è l’opinionedi Jane Pratt, giornalista specialistanegli stili di v<strong>it</strong>a, che aggiunge: “L’etichettasta tornando in parte comerisposta di fronte alla durezza dellerelazioni nella sfera dig<strong>it</strong>ale. L’amabileè di moda”.La gentilezza, la cortesia e le buonemaniere stanno tornando sottoil nome di etichetta, e i suoi mentorihanno come obbiettivo aiutare gliutenti di internet ad “avanzare neisentieri scabrosi e pieni di ostacolidell’epoca <strong>della</strong> tecnologia”. Tra i librirecentemente pubblicati su questotema bisogna c<strong>it</strong>are Emily Post’smanners in a dig<strong>it</strong>al world: living wellonline, (Le buone maniere di EmilyPost in un mondo dig<strong>it</strong>ale: vivere benein internet), di Daniel Post Senning,pronipote di Emily Post, autri-L’ab<strong>it</strong>o domenicanoattira vocazioniI domenicani di Cork, in Irlanda,hanno avuto un aumento nel numerodi vocazioni prendendo appenaalcune semplici misure: vestire l’ab<strong>it</strong>odi San Domenico, ideato da quasi800 anni e far conoscere i beneficidell’orazione e <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a in comun<strong>it</strong>à.L’iniziativa è nata dall’esperienzadi Fra Gerard Dunne, che da 12 anceamericana famosa per i suoi scr<strong>it</strong>tisull’etichetta.Giornata <strong>della</strong> DivinaMisericordia a LagiewnikiCinquantamila pellegrini si sonoriun<strong>it</strong>i il 7 aprile, seconda domenicadi Pasqua, nel Santuario <strong>della</strong>Divina Misericordia a Lagiewniki,nelle vicinanze di Cracovia, in Polonia,per celebrare la Festa ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>anell’anno 2000 in onore di questadevozione dal Beato Giovanni PaoloII. Tra di loro c’erano fedeli <strong>della</strong>Slovacchia, Filippine, India, Canada,Stati Un<strong>it</strong>i, Irlanda, Gran Bretagna,Brasile, Argentina e altri paesi.Sabato 6 sono iniziate le celebrazionicon una veglia. Durante tuttala giornata 90 sacerdoti erano disponibiliper ricevere Confessioni.L’episcopato polacco ha approf<strong>it</strong>tatoper cominciare in questi giornila Settimana <strong>della</strong> Car<strong>it</strong>à, organizzandoworkshops di terapia occupazionalee altre attiv<strong>it</strong>à di assistenzasociale. L’Arcivescovo di Cracovia,Cardinale Stanisław Dziwisz ha presiedutola celebrazione Eucaristicache ha chiuso le festiv<strong>it</strong>à.La devozione a Gesù misericordiosoè stata diffusa da Santa MariaFaustina Kowalska, incaricata diquesta missione da Nostro Signore inun’apparizione del 22 febbraio 1931.Valore l<strong>it</strong>urgico delle vetrateIl 4 dicembre si compiranno 50anni dalla promulgazione <strong>della</strong> Cost<strong>it</strong>uzioneSacrosanctum concilium,la quale esprime il dovere di “interessarsiin modo particolare <strong>della</strong> riformae dell’incremento <strong>della</strong> Li-Piotr Tumidajski/KAI42 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


turgia”. Approf<strong>it</strong>tando di quest’anniversario,la fiera internazionaleKoinè Ricerca, creata sotto l’egida<strong>della</strong> CEI, Conferenza EpiscopaleItaliana, ha promosso un colloquiointernazionale sull’arte sacra, e piùin particolare sulle vetrate.Don Roberto Tagliaferri, professoredi L<strong>it</strong>urgia Pastorale dell’Abbaziadi Santa Giustina, a Padova,ha spiegato il valore l<strong>it</strong>urgico <strong>della</strong>vetrata, allo stesso tempo materiae immaterial<strong>it</strong>à, che introduce neisentieri spir<strong>it</strong>uali e teologici <strong>della</strong> luce.Secondo lo studioso, il linguaggiodelle immagini colorate <strong>della</strong> vetratapenetra fin nel profondo <strong>della</strong>coscienza, facendo sentire la presenzadello Spir<strong>it</strong>o Santo.La Santa Sindone in altarisoluzione, nell’iPad“Shroud 2.0” è un’applicazionecreata dall’impresa <strong>it</strong>aliana Altadefinizione,che permette di contemplarenell’iPad immagini <strong>della</strong> SantaSindone in alta definizione.Le immagini che hanno dato origineal progetto furono scattate nel 2008,con l’autorizzazione dell’Arcidiocesi diTorino, e per la prima volta sono statiutilizzati filtri speciali e tecniche avanzatedi alta risoluzione sulla reliquia,avendo come obbiettivo una riproduzionefedele dei colori originali. In totale,sono state scattate 1649 fotografiedi superfici parziali, ognuna di pochicentimetri quadrati, con le quali siè composto il mosaico totale <strong>della</strong> Sindone.Per avere un’idea del dettagliatolavoro di definizione, il risultante archiviodi 72 Gigabytes, permetterebbe distampare un’immagine di 68 metri dilunghezza, per 18 di larghezza. Oltrealle foto, l’applicazione contiene informazionisugli aspetti scientifici <strong>della</strong> reliquia,concordanza delle prove trovatesu di essa con i Vangeli, e caratteristichefisiche del tessuto.IV Congresso Eucaristicodel Costa RicaDal 17 al 21 aprile è stato realizzatonella c<strong>it</strong>tà di Cartago, il IVCongresso Eucaristico Nazionaledel Costa Rica, che avviene centoanni dopo il primo realizzato inquesto paese. Per la Messa inauguralepresieduta dal Nunzio ApostolicoMons. Pierre Nguyen Van Tot,è stata portata in processione la statua<strong>della</strong> patrona del Costa Rica, laMadonna degli Angeli. Mons. PieroMarini, delegato pontificio per iCongressi Eucaristici, ha celebratola Messa di chiusura nello StadioFello Meza, dove è stato letto unmessaggio di Papa Francesco, firmatodal Cardinale Tarcisio Bertone,Segretario di Stato di Sua Sant<strong>it</strong>à.Il tema del Congresso è stato: l’Eucarestia:Pane <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a per il nostro popolo,sotto lo slogan Dacci sempre diquesto Pane. Nel convocare l’evento, iVescovi del Costa Rica hanno spiegatola relazione dell’Eucaristia con il richiamoche tutti i cattolici hanno versola sant<strong>it</strong>à: “L’Eucarestia è l’origine diogni sant<strong>it</strong>à, e tutti siamo chiamati allapienezza <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a nello Spir<strong>it</strong>o Santo.La sant<strong>it</strong>à ha avuto sempre il suo centronel Sacramento dell’Eucaristia”.La Diocesi di Saint Louispromuove l’apostolatodi porta in portaDNuovi candidatiall’onore degli altariSotto gli auspici del suo Pastore,Mons. Robert J. Carlson, l’arcidiocesidi Saint Louis, negli Stati Un<strong>it</strong>i,sta scoprendo i vantaggi dell’evangelizzazionedi porta in porta. In un recenteprogramma di discussione, suquesto tema, Kenneth Livengood haraccontato la storia <strong>della</strong> sua famigliae il suo r<strong>it</strong>orno alla Fede Cattolica,quando due membri <strong>della</strong> sua paruranteun’udienza concessail 2 maggio al Cardinale AngeloAmato, SDB, prefetto <strong>della</strong>Congregazione per la Causa deiSanti, Papa Francesco ha aperto ilcammino per la beatificazione diquattro Servi di Dio.Due decreti emessi dalla Congregazioneper la Causa dei Santi,con la deb<strong>it</strong>a autorizzazione diPapa Francesco, confermano i miracoliattribu<strong>it</strong>i alla laica <strong>it</strong>alianaMaria Bolognesi (1924-1980) ealla Principessa Maria Cristina diSavoia (1812-1836). Altri due decretiattestano le virtù eroiche <strong>della</strong>religiosa polacca Maria Teresadi San Giuseppe, nata come JaninaKierocinska (1885-1946), eJoaquim Rosello Ferra, sacerdotespagnolo (1833-1909), questi ancorain uno stadio preliminare inrapporto ai primi due. Quando unmiracolo sarà attribu<strong>it</strong>o alla lorointercessione, entrambi potrannoanche esser beatificati.Maria Cristina di Savoia,regina delle Due SicilieGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 43


occhia hanno bussato alla sua portaper parlare di Dio. Ora, Kenneth falo stesso, incoraggiando altri a farlo.Nel menzionato programma, alquale hanno partecipato 125 fedeliinteressati a collaborare in questaforma di evangelizzazione, ha affermato:“Siamo stati portati a pensareche la Fede sia un fatto privato.Questo è falso. La Fede deve esserpubblica, e ci sono molte forme dicondividerla. Dividetevi in gruppi didue. Uno può parlare, e l’altro deveesser il guerriero orante. Nella casasuccessiva, invert<strong>it</strong>e i ruoli”.Molti come lui affermano che unsemplice bussare alla sua porta puòmutare la loro v<strong>it</strong>a. Nel s<strong>it</strong>o dell’arcidiocesi,cercando door-to-door s<strong>it</strong>rovano informazioni su questo apostolato,che include l’inv<strong>it</strong>o alle famigliedi inviare i loro figli a studiarenelle scuole cattoliche.Opere complete di Padre VieiraOltre a essere uno dei maggioripredicatori portoghesi del XVII secolo,Padre Antonio Vieira, SJ, fuun prolifico letterato le cui operecomplete, malgrado siano stati fatti15 tentativi nel corso di 150 anni, ancoranon sono state pubblicate.Volendo sanare questa carenza, ènato il progetto Vieira global. SecondoJosé Eduardo Franco, uno deicoordinatori dello stesso, esse sarannodivise in 30 volumi, la cui stampa,realizzata in tre fasi, deve esser conclusanel corso dell’anno 2014. Laprima edizione dell’opera sarà di 10mila copie. Sarà anche compilato undizionario con <strong>versione</strong> on-line perl’utilizzazione accademica e scolastica,come pure una selezione di 300 -400 pagine dei migliori testi del gesu<strong>it</strong>aportoghese in vista di una lorotraduzione in mandarino, tedesco,spagnolo, russo, inglese e <strong>it</strong>aliano.In un’intervista all’agenzia Ecclesia,Franco ha affermato: “Quelloche è straordinario in Padre AntonioVieira, oltre a essere uno scr<strong>it</strong>torenotevole, è il fatto che ha elevatola lingua portoghese a una perfezionemai prima vista. Molti scr<strong>it</strong>torilusofoni del XX secolo affermanoche Vieira è una scuola nell’arte delparlare bene e scrivere portoghese.Per questo credo che non solo dalpunto di vista dello scr<strong>it</strong>to <strong>della</strong> lingua,egli abbia un pensiero di grandeattual<strong>it</strong>à”.50 domande su Gesù CristoIl libro gratu<strong>it</strong>o più scaricato dainternet in iTunes spagnolo ha pert<strong>it</strong>olo: 50 domande su Gesù Cristo.Esso è opera di un’equipe di professoridi Storia e Teologia dell’Univers<strong>it</strong>àdi Navarra tra i quali bisognamenzionare Juan Chapa, FranciscoVaro, Vicente Balaguer, GonzaloAranda, Santiago Ausín e JuanLuis Caballero.Commentando il successo ottenuto,il responsabile dell’edizionedell’opera, Guillermo Sanz, affermache “il primo luogo rivela l’accettazionedi questo insieme di rispostesulla figura di Gesù Cristo”. Aggiungeanche che “Gesù Cristo e ledomande fondamentali sulla sua v<strong>it</strong>ae i suoi insegnamenti continuanoa generare una grande domanda nelmondo dig<strong>it</strong>ale”. La prima volta chel’opera è apparsa, è stato in <strong>PDF</strong>, nel2006. Finora, è stata già scaricata 3,9milioni di volte.Il libro è strutturato nella formadi domande e risposte, come peresempio: “Perché Gesù è stato condannatoa morte? Farisei, sadducei,esseni, zeloti. Chi erano? Cos’era ilSinedrio?”.Reliquie di Don Bosco percorronol’Ucraina e la SlovacchiaL’ordine salesiano si prepara a festeggiarenel 2015 il secondo centenario<strong>della</strong> nasc<strong>it</strong>a del suo fondatore,San Giovanni Bosco, con diverseattiv<strong>it</strong>à, tra cui un pellegrinaggio internazionaledelle reliquie del Santo.Il mese di aprile è stato riservatoalle comun<strong>it</strong>à salesiane dell’Ucrainae <strong>della</strong> Slovacchia. In Ucraina, le reliquiehanno percorso Odessa, Kiev,Korostishev e Ternopil. Giunta aLviv, l’urna è stata ricevuta all’entrata<strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà dal sindaco, il Dott.Andriy Sadovyj. Di qui è stata portatafino alla frontiera con la Slovacchia,dove dopo esser stata ricevutadalle autor<strong>it</strong>à religiose, ha percorso19 c<strong>it</strong>tà, tra le quali Michalovce,Humenné, Prešov e Košice. Il giorno30 è arrivata a Bratislava, cap<strong>it</strong>aledel paese, dove il sacerdote salesianoCarol Manik ha espresso ilsentimento dei fedeli: “Siamo moltoemozionati per questo grande onoredi poter ricevere qui, per la primavolta, le reliquie del nostro fondatoree patrono”.Il pellegrinaggio è iniziato a Torinoil 25 aprile 2009 ed ha già percorso130 paesi nelle Americhe, Africa,Asia ed Europa. La reliquia espostaalla venerazione dei fedeli consistein un’urna di cristallo nella quale s<strong>it</strong>rova un’immagine giacente di DonBosco, contenente parte <strong>della</strong> suamano destra. Essa è rivest<strong>it</strong>a con paramentil<strong>it</strong>urgici, alcuni dei quali sonostati utilizzati dal Santo.ANS44 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


LNostalgia del confessionale’edizione nord americana dell’ Huffington Postha pubblicato nella sua sezione di temi religiosidel 29 aprile, un’interessante reportage di Ann MarieSomma, ed<strong>it</strong>rice dell’Hartford Fa<strong>it</strong>h & Values, suun fatto accaduto nella parrocchia dell’ImmacolataConcezione, nella c<strong>it</strong>tà di Derby, in Connecticut.Durante la Quaresima di quest’anno, il parroco,Don Jusz Kukulka, ha sent<strong>it</strong>o la mancanza dei confessionali,che erano stati rimossi dalla chiesa da varidecenni per installare un<strong>it</strong>à di aria condizionata.Da allora, le confessioni dei pen<strong>it</strong>enti erano ascoltatein una piccola sala a fianco dell’altare <strong>della</strong> Madonna.Così, una domenica, ha detto ai fedeli nellaMessa che “voleva un confessionale visibile”. E lo haottenuto in una settimana, con l’aiuto di due parrocchiani,Timothy Conlon e Patrich Knott. Quest’ultimo,che non si era mai sent<strong>it</strong>o attratto dalla confessionenella sala, è stato il primo a utilizzare il confessionale,primo di una lunga fila che si è formata all’inaugurazione,nel mese di febbraio. “Sono diventatofamoso”, dice Knott, “e non è male”. Don Kukulkaafferma che da allora, il numero delle Confessioni èaumentato. Thomas Groome, professore di teologiaed educazione religiosa nel Boston College ha affermato,commentando l’episodio, che i fedeli “volevanol’anonimato che offre la grata”.Un fatto simile, ricorda l’Huffington Post, è successoa Mons. Stephen Di Giovanni, nella Basilicadi San Giovanni Evangelista, a Stamford, in Connecticut,nel 1998. Nell’assumerla, egli ha chiuso la“sala di riconciliazione” sost<strong>it</strong>uendola con due confessionalie, nel 2009, ha dichiarato al The New YorkTimes che più di 400 fedeli desideravano confessarsiogni domenica. Ma il numero è continuato a crescere,rendendo necessario aumentare gli orari incui è amministrato il Sacramento.Timothy Conlon, Don Janusz Kukulka, Lisa Knotte suo mar<strong>it</strong>o, Patrick, di fronte al confessionaleistallato nella Parrocchia dell’Immacolata, a DerbyJack Sheedy/The Catholic Transcript.Informazioni on line sulle Missioni degli Araldi del Vangelo in ItaliaUN NUOVO SITO INTERNET:“LA MADONNA PELLEGRINA”Acceda il link http://fatima-araldi.arautos.org/per seguire tutti i giorni:- le Missioni Mariane degli Araldi del Vangelo- il commento del Vangelo del giorno- fioretti <strong>della</strong> Madonna di Fatima- ed altre iniziative degli Araldi del Vangelo in ItaliaGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 45


Storia per bambini... o adulti pieni di Fede?La tua fedeè d’oro!Terminata la Messa, camminandoormai senza difficoltà, Pietro sidirige con Giuseppe presso l’altaredove, con le lacrime agli occhi, i duebambini rendono grazie alla Madonna.Patricia Victoria Jorge VillegasNell’inaccessibile Valle diFern, nel pieno cuoredel Tirolo austriaco, c’èun p<strong>it</strong>toresco villaggioche nel periodo invernale soffre i rigori<strong>della</strong> stagione. S<strong>it</strong>uata presso il lagoBlindsee, vi si contemplano splendidipanorami, l’imponente Zugsp<strong>it</strong>ze,la montagna più alta <strong>della</strong> Germaniasullo sfondo.Lì viveva il dott. Roberto, un giovanechirurgo molto stimato in tutta laregione per la sua competenza professionale.L’esperto dottore, tuttavia, vivevalontano dalla Religione e questorendeva molto tristi i suoi vicini. Inoltre,essi conoscevano il grande doloreche portava nel suo cuore: Pietro,il suo unico figlio, che egli amava teneramente,era affetto da una paralisisul lato destro del corpo contro laquale suo padre aveva prodigato tutti isuoi sforzi e la sua scienza. Sotto le curematerne <strong>della</strong> signora Margher<strong>it</strong>a,moglie eccellente e governante di casa,il bambino cresceva privo dei giochicomuni ai ragazzi <strong>della</strong> sua età.Tutti gli anni, in estate, la famigliapianificava un viaggio per distrarre ilpiccolo malato.– Margher<strong>it</strong>a, stavo pensando difare un viaggio in Svizzera in questevacanze. Il nostro Pietro ha bisognodi cambiare un po’ ambiente.– Sì. È bene che conosca altri paesi.Mi sembra un’ottima idea!– Perfetto. Partiremo questa settimana.Decisa la destinazione, comunicaronola notizia a Pietro e cominciaronoi preparativi per il viaggio. IlDott. Roberto fece verificare la suaautomobile per controllare che tuttofosse in ordine, e nel giorno fissatocominciarono il viaggio.Dopo due giorni... Pum! L’auto sifermò per strada! Un meccanico vennea soccorrerli e, dopo aver revisionatoa fondo il veicolo, dichiarò che sarebberostati necessari tre giorni perrimetterlo a posto. Non restava alternativase non alloggiare nella c<strong>it</strong>tà piùvicina, dove – per coincidenza – c’eraun famoso Santuario nel quale eravenerata una miracolosa statua <strong>della</strong>Madonna. Accomodati presso l’hoteldove avrebbero trascorso quei tre giorni,e avendo preso possesso delle lorostanze, andarono a riposare dopo unagiornata piena di preoccupazioni.La mattina seguente, Pietro era nelgiardino dell’albergo a contemplarealcune belle cartoline che suo padregli aveva comprato, mentre sua madrestava parlando con la portinaia d’albergo.A un certo punto, si avvicinòun altro bambino <strong>della</strong> sua stessa età.– Anch’io ho delle belle cartoline.Prendi, ti do questa!Iniziarono a parlare e divenneroben presto amici. Giuseppe era figliodel giardiniere e gli spiegò le peculiar<strong>it</strong>àdelle piante del luogo. Pietro,a sua volta, gli raccontò di avervis<strong>it</strong>ato molti medici, ma di non essereriusc<strong>it</strong>o a guarire. Così Giuseppe,preso da affetto per il suo nuovoamichetto, gli chiese:– Perché non chiedi ai tuoi gen<strong>it</strong>oridi portarti al Santuario? Lì, laMadonna fa molti miracoli.46 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


Ed<strong>it</strong>h Pet<strong>it</strong>clercUn raggio di speranza irruppecon forza nel cuore del bambino.Tuttavia, disse tristemente:– Mio padre non mi lascerà andare.– Allora, chiedi a tua madre!Il piccolo storpio rimase in silenzio.Sapeva bene che per quantola signora Margher<strong>it</strong>a insistesse, ildott. Roberto non avrebbe mai permessoche suo figlio mettesse piedein una chiesa, e meno ancora perchiedere un miracolo...Il giorno dopo, Giuseppe tornò achiedergli:– Allora hai chiesto il permesso atua madre?– Sì, ma il problema è mio padre.Dice che è pura immaginazionetutto quello che tu dici succeda nelSantuario.Allora il figlio del giardiniereideò un piano.– Domani, alle cinque del mattino,vengo a prenderti. Porterò lacarriola di mio padre e ti porterò alSantuario. Dobbiamo esser moltoattenti a non svegliare nessun adulto.Se non facciamo rumore, nessunosi accorgerà di nulla. E primadelle otto saremo già tornati all’hotel.Vuoi?– Certo che voglio!– Ma, per favore, non dire nullaa nessuno! Quanto al resto, sai pregare?– No...– Allora t’insegno. Prendi questorosario e fa’ scorrere le palline fra led<strong>it</strong>a. Nei grani grandi dirai: “Reginadel Cielo, abbi pietà di questo figliomalato”, e in quelli piccoli: “AveMaria, piena di grazia, il Signore ècon te...”.Pietro trascorse la notte quasisenza poter dormire, pregando dinascosto secondo quanto aveva imparato.Alle cinque del mattino, arrivòil suo amico e, alcuni minuti dopo,una carriola, spinta da questobambino intelligente e pieno di fede,saliva la rampa che conduce alSantuario.Arrivati ​alla porta del tempio,Giuseppe aiutò il suo compagnomalato a scendere e lo portò davantiall’altare <strong>della</strong> Madonna, dove unsacerdote si apprestava a pregare laAlcuni minuti dopo, una carriola, spinta da questo bambino furbo e pieno difede, si dirigeva verso il Santuarioconsueta Messa per i malati. Pietronon aveva mai assist<strong>it</strong>o ad una Messa!Il cerimoniale l<strong>it</strong>urgico, le candeleaccese ai candelieri d’argento,le letture proclamate con pia solenn<strong>it</strong>àgli causarono un forte impattonell’anima. Giunto il momento <strong>della</strong>Consacrazione, Giuseppe sentì sussurrargliall’orecchio:– Adesso devi inginocchiarti...Imbevuto <strong>della</strong> sacral<strong>it</strong>à dell’ambientee intuendo che qualcosa dimolto importante stava per accadere,il piccolo paral<strong>it</strong>ico si inginocchiò...dimenticandosi che gli era impossibile!Per un attimo i due amichettisi guardarono stup<strong>it</strong>i, e poi fissaronol’Ostia Sacra, adorando Gesùlì presente nelle mani del sacerdote.Terminata la Messa, Giuseppedisse a Pietro:– Alzati e andiamo vicino allaVergine. Sei guar<strong>it</strong>o!Camminando già senza difficoltà,Pietro si diresse con Giuseppe pressol’altare dove, con le lacrime agliocchi, i due bambini resero graziealla Madonna, prima di tornare inalbergo.Mentre tutto questo accadeva, ildott. Roberto si svegliò e, trovandoil letto del figlio vuoto, cominciò acercarlo, affl<strong>it</strong>to... Fino a che, standonella hall, vide Pietro alla porta,che camminava tranquillamente,senza l’aiuto di nessuno.Commosso, saputo quello che erasuccesso, il dott. Roberto si girò versoil figlio del giardiniere ed esclamò:– Giuseppe, la tua fede è d’oro!Egli rispose immediatamente:– Non me, ma la Vergine doveteringraziare.Cadendo in ginocchio, l’incredulomedico abbracciò il figlio e, piangendodi emozione, si diresse senzaulteriori indugi al Santuario, con lamoglie e il bambino, per ringraziareMaria Santissima per il miracoloche aveva appena operato, grazie allagrande fede di due bambini . ²Giugno 2013 · Araldi del Vangelo 47


I Santi di ogni giorno _ _______1. San Giustino, martire (†circa nel165).Sant’Annibale Maria di Francia,sacerdote (†1927). Fondatore<strong>della</strong> Congregazione dei PadriRogazionisti del Cuore di Gesù edi quella delle Figlie del DivinoZelo, a Messina.2. Corpus DominiSanti Marcellino e Pietro,martiri (†304).San Niceforo di Costantinopoli,Vescovo (†828). Espulso dallasua sede per essersi oppostocon fermezza all’imperatore iconoclastaLeone V, morì esiliato inun monastero.3. Santi Carlo Lwanga e compagni,martiri (†1886).Beato Andrea Caccioli, sacerdote(†1254). Essendo già sacerdote,ricevette l’ab<strong>it</strong>o dalle mani di SanFrancesco e lo assistette nella suamorte. Morì a Spello, in Umbria.4. Beati Antonio Zawistowski, sacerdotee Stanislao Starowieyski,martiri (†1942). Morirono nelcampo di concentramento di Dachau,in Germania, dopo aversofferto atroci tormenti.5. San Bonifacio, Vescovo e martire(†754).Sant’Ilidio di Clermont, Vescovo(†384). Vescovo di Clermont,in Francia, fu chiamato aTreviri, in Germania, dall’imperatoreMassimo per liberare suafiglia da uno spir<strong>it</strong>o immondo.Morì nel viaggio di r<strong>it</strong>orno.6. San Norberto, Vescovo (†1134).Beato Lorenzo de Masculis daVillamagna, sacerdote (†1535). Sacerdotefrancescano morto a Ortona,in Abruzzo. Con la sua predicazioneattirò molt<strong>it</strong>udini, producendonumerosissime conversioni.7. Sacratissimo Cuore di Gesù.Beata Anna di San Bartolomeo,vergine (†1626). Religiosacarmel<strong>it</strong>ana, discepola e grandeausiliaria di Santa Teresa di Gesù,diffuse e consolidò il suo Ordinein Francia e fondò un convento adAnversa, in Belgio, dove morì.8. Cuore Immacolato <strong>della</strong> BeataVergine Maria.San Guglielmo F<strong>it</strong>zherbert, Vescovo(†1154). Dopo esser stato rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>oalla sua sede arcivescoviledi York, in Inghilterra, da cui erastato ingiustamente deposto, perdonòi suoi nemici e favorì la pace.9. X Domenica del TempoOrdinario.Santa Germana,Cattedrale di Narbona (Francia)Sergio HollmannSant’Efrem, diacono e Dottore<strong>della</strong> Chiesa (†373).Beato Giuseppe Imbert, sacerdotee martire (†1794). Religiosogesu<strong>it</strong>a nominato vicario apostolicodi Moulins da Pio VI durante la RivoluzioneFrancese. Fu rinchiuso inuna galera a Rochefort, dove morì.10. Sant’Itamaro di Rochester, Vescovo(†circa nel 666). Primo sacerdotedi Kent, in Inghilterra, ad esserelevato all’ordine episcopale.11. San Barnaba, Apostolo. Secondola tradizione, morì lapidato aSalamina, nell’Isola di Cipro.Sant’Aleide, vergine (†1250).Religiosa cistercense del monasterodi La Chambre, vicino aBruxelles. A 22 anni fu colp<strong>it</strong>adalla lebbra, restando paral<strong>it</strong>icae cieca. Offriva le sue sofferenzeper le anime del purgatorio.12. Beata Maria Candida dell’EucaristiaBarba, vergine (†1949).Sentì il richiamo alla v<strong>it</strong>a religiosaa 15 anni, sebbene ostacolata daisuoi familiari. Solamente a 35 anniriuscì a entrare nel Carmelo diRagusa, del quale fu eletta priora.13. Sant’Antonio di Padova, sacerdotee Dottore <strong>della</strong> Chiesa(†1231).Sant’Eulogio, Vescovo (†circanel 607). Ad Alessandria d’Eg<strong>it</strong>toscrisse vari trattati contro leeresie, del suo tempo.14. Sant’Eliseo, profeta. Discepoloe successore di Sant’Elia e profetadi Israele dal tempo del re Ioramfino ai giorni di Ioas.15. Santa Germana, vergine (†1601).Pastorella di Pibrac, in Francia, fudisprezzata dal padre e maltrattatadalla matrigna ma, sopportandotutto con pazienza e gioia, morìin una stalla, a 22 anni.48 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


___________________Giugno16. XI Domenica del TempoOrdinario.San Benno de Meissen, Vescovo(†circa nel 1106). Per volerconservare l’un<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa ela fedeltà al Papa, fu deposto dallasede episcopale di Meissen, inGermania ed esiliato.17. Santi Nicandro e Marciano,martiri (†circa nel 297). Soldatiche, per essersi rifiutati di sacrificareagli dei pagani, furono decap<strong>it</strong>atia Silistra, in Bulgaria, altempo di Diocleziano.18. Beata Osanna Andreasi, vergine(†1505). Religiosa domenicana,a Mantova, che riuscì a unirecon saggezza la contemplazionedelle cose divine con l’occupazioneterrena e l’esercizio delle buoneopere.19. San Romualdo, abate (†1027).Santi Remigio Isoré e ModestoAndlauer, sacerdoti e martiri(†1900). Gesu<strong>it</strong>i francesi martirizzatimentre pregavano davantiall’altare, a Hebei, in Cina.20. Beata Margher<strong>it</strong>a Ball, martire(†1584). Vedova settuagenariaaccusata dal suo stesso figliodi accogliere a casa sua sacerdoticattolici. Morì in prigione a Dublino,in Irlanda.21. San Luigi Gonzaga, religioso(†1591).San Raimondo di Barbastro,Vescovo (†1126). Francese di nasc<strong>it</strong>a,fu canonico regolare <strong>della</strong>cattedrale di Tolosa, in Francia esuccessivamente Vescovo di Roda-Barbastro,in Spagna.22. San Paolino di Nola, Vescovo(†431).Santi Giovanni Fisher, Vescovo,e Tommaso Moro, martiri(†1535).Sant’Annibale Maria di Francia, Santa Maria di Guadalupe Garcia Zavala eSan Josemaría Escrivá de BalaguerSant’Eusebio di Samosata,Vescovo e martire (†379). Mortodopo essere stato colp<strong>it</strong>o in testacon una tegola lanciata da unadonna ariana, mentre era in vis<strong>it</strong>aai fedeli di Dülük, in Turchia.23. XII Domenica del TempoOrdinario.Beata Raffaella Santina Cimatti,vergine (†1945). Religiosa delleSuore Ospedaliere <strong>della</strong> Misericordia,si dedicò alla cura dei malatie poveri ad Alatri, in Lazio.24. Nativ<strong>it</strong>à di San Giovanni Battista.Santa Maria di GuadalupeGarcía Zavala, vergine (†1963).Cofondatrice <strong>della</strong> Congregazionedelle Serve di Santa Margher<strong>it</strong>aMaria e dei Poveri, a Guadalajara,in Messico, canonizzata il 12maggio scorso.25. San Salomone, martire (†874).Mentre era re <strong>della</strong> Bretagna, ampliòi monasteri, ist<strong>it</strong>uì sedi episcopalie mantenne la giustizia. Ma,avendo abdicato, fu accecato e uccisoin una chiesa dai suoi avversari.26. San Josemaría Escrivà de Balaguer,sacerdote (†1975).Beato Andrea Iščak, sacerdotee martire (†1941). Sacerdote diocesanodell’Arcieparchia di Lvivdegli Ucraini, fucilato nella suaparrocchia, a Sykhiv.27. San Cirillo d’Alessandria, Vescovoe Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†444).Beata Luisa Teresa Montaignacde Chauvance, vergine (†1885).Fondatrice <strong>della</strong> Pia Unione delleOblate del Sacro Cuore di Gesù, aMoulins, in Francia.28. Sant’Ireneo, Vescovo e martire(†circa nel 202).San Paolo I, Papa (†767). Affabilee misericordioso, combattégli iconoclasti e incentivò la traslazionedei corpi dei martiri e santidalle catacombe alle basiliche.29. Santi Pietro e Paolo, Apostoli.San Cassio, Vescovo (†558).Morì nella sua diocesi di Narni,in Umbria, dopo aver celebratola Messa e amministrato la comunioneai fedeli.30. XIII Domenica del Tempo Ordinario.Santi Protomartiri <strong>della</strong> SantaChiesa di Roma (†64).San Vincenzo Ðô Yên, sacerdotee martire (†1838). Religiosodomenicano decap<strong>it</strong>ato a HaiDuong, in Vietnam, al tempodell’imperatore Minh Mang.santiebeatiGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 49


“Guardate gli uccelliSe Dio ha tanto zelo per un uccello, creatura irrazionale,incomparabilmente maggiore è la sua premura per gli uomini,creati a sua immagine e somiglianza, figli suoi col Battesimo.Emelly Tainara SchnorrFoto: Andrei StroePer insegnare agli uomini aconfidare nella Provvidenza,Dio ha voluto crearenella natura immagini palpabili<strong>della</strong> sua infallibile benevolenza,come gli uccelli del cielo. Essi “nonseminano né mietono, né ammassanonei granai”, ma il Padre celeste li alimenta.Ora, chiede Gesù, “non contatevoi forse più di loro?” (Mt 6, 26).Oltre a darci coraggio nelle difficoltàdell’esistenza, questo passodel Vangelo ci facil<strong>it</strong>a la contemplazionedi uno degli infin<strong>it</strong>i aspettidell’Autore <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a, prodigo versole sue creature e ci permette di intravvederemisteriosi riflessi dell’EternaSapienza creando le molt<strong>it</strong>udinidi uccelli che “volano sulla superficie<strong>della</strong> Terra, sotto il firmamentodei cieli” (Gn 1, 20). Infatti, Dio nonsolo dà loro da mangiare dell’abbondantemensa <strong>della</strong> natura, maha anche predisposto l’organismo d<strong>it</strong>utti loro, secondo le differenti specie,offrendo a ognuno i mezzi idealiper cercare il proprio nutrimento.Uno splendido esempio ci è offertodal picchio, uno dei più curiosiuccelli del cielo. Esso non ha un piumaggioesagerato né un canto soave,ma susc<strong>it</strong>a l’ammirazione di chi hala gradevole sorpresa di incontrarlo,quasi sempre sol<strong>it</strong>ario, saldamenteben dr<strong>it</strong>to sul tronco dell’albero.Grazie alla peculiare disposizionedei quattro artigli delle sue zampe— due rivolti indietro e due avanti— e alla coda rigida, alla quale siappoggia, questo rumoroso ab<strong>it</strong>antedelle foreste riesce a mantenersi apiombo in elegante posizione, mentremartella gli alberi alla ricerca dicibo. Il becco, molto più robusto diquello degli altri uccelli, gli permettedi passare il giorno intero in questolaborioso frugare, in straordinariaveloc<strong>it</strong>à, facendo risuonare per ilbosco il “toc-toc-toc” caratteristico<strong>della</strong> sua presenza.Come’è proprio di tutte le opereusc<strong>it</strong>e dalle mani di Colui che èla Perfezione, questa intensa attiv<strong>it</strong>àgiornaliera non causa dolori néfastidi al piccolo uccello, poiché lasua testa è guarn<strong>it</strong>a da una strutturacartilaginosa che funziona comeammortizzatore, proteggendoil cervello contro l’impatto di tantevibrazioni. A tutto questo riccomeccanismo naturale del simpaticomartellatore, si aggiunge una finissimacapac<strong>it</strong>à ud<strong>it</strong>iva: egli riesce asentire il rumore degli insetti e dellelarve che trovano riparo nel cavodegli alberi. Per questo lo perforasempre nel punto esatto e catturale prede facendo uso <strong>della</strong> sualingua puntuta che arriva ad avereuna lunghezza cinque volte maggioredel becco!Ecco alcuni elementi di perfezione<strong>della</strong> specie dati dal Padre celesteal picchio per garantire la sua sussistenza.Ognuno di essi ci fa vedere50 Araldi del Vangelo · Giugno 2013


del cielo...”un tratto dell’insondabile scienza edell’infin<strong>it</strong>a bontà di Dio, e ci fa venirein mente l’indagine del Siracide:“A nessuno è possibile svelare lesue opere e chi può indagare le suegrandezze?” (Sir 18, 2-3).* * *Questa misteriosa meraviglia ciriporta all’insegnamento del SignoreGesù e confidiamo nell’illim<strong>it</strong>atageneros<strong>it</strong>à di Dio, che non ci abbandonamai. Infatti, se tale è il suozelo per un uccello, creatura irrazionale,incomparabilmente maggioreè la sua sollec<strong>it</strong>udine verso gli uomini,creati a sua immagine e somiglianza,figli suoi attraverso il Battesimo,chiamati a glorificarLo, amar-Lo e servirLo in modo libero e cosciente,nella v<strong>it</strong>a terrena e per tuttal’etern<strong>it</strong>à.Tuttavia, nei momenti d’incertezzae afflizione estreme, non lim<strong>it</strong>iamocia contemplare gli uccellidel cielo. Congiungiamo le ma-ni in fervente preghierae rivolgiamo il nostrosguardo filiale e fiduciosoa Colei che, tramille altri t<strong>it</strong>oli, è chiamataanche Madre <strong>della</strong> DivinaProvvidenza. Per mezzo diLei, il governo di Dio su di noisi fa “con una pienezza di affetto,di commiserazione, di amore, cheesaurisce in modo completo tuttoquanto l’uomo possa immaginare”. 1Dopo aver sperimentato quest’azionematerna, sgorga nell’anima fedeleuna domanda che esprime piùamore che desiderio di sapere, veroinno di grat<strong>it</strong>udine e lode: “Che cosaè l’uomo perché Te ne ricordi e ilfiglio dell’uomo perché te ne curi?”(Sal 8, 5). ²1CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. NossaSenhora, Mãe da Divina Providência.In: Dr. Plinio. São Paulo. Anno X.N.116 (Nov., 2007); p.26.Picchio verde (Picusviridis)fotografato nelParco Carol, Bucarest(Romania)Andrei StroeGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 51


“La Madonna con il BambinoGesù” - Cattedrale di SanDomenico <strong>della</strong> Calzada(Spagna)Chi per Signora hala Vergine, Regina del Cielo,non abbia alcun timore.Infatti i cuori deboli,con la sua grazia rende forti,trasforma in v<strong>it</strong>a la morte,ed è chiave che apre le prigioni.Chi con le sue preghiereraggiunge un certo confortonon abbia alcun timore.Vive sempre senza tristezzachi per Lei ha devozione;porta grande consolazionecontemplare la sua bellezza;e chi cerca di servirLacon affetto in questa Terranon abbia alcun timore.Francisco LecarosA chi Lei dà coraggionon abbia alcun timoree se ha qualche dolore,questo si trasformerà in gioia.Juan del Encina

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