16.06.2013 Views

Scaricare versione PDF della rivista - Salvamiregina.It

Scaricare versione PDF della rivista - Salvamiregina.It

Scaricare versione PDF della rivista - Salvamiregina.It

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Numero 96<br />

Aprile 2011<br />

Il pittore del<br />

soprannaturale<br />

Salvami Regina


François Boulay<br />

Preghiere di ieri, di oggi e di semPre<br />

Consacrazione<br />

alla Sacra Famiglia<br />

“Gesù Bambino ritrovato nel Tempio” (dettaglio) –<br />

Vetrate dell’Oratorio di San Giuseppe – Montréal (Canada)<br />

OGesù, nostro amorevolissimo<br />

Redentore che, essendo<br />

venuto a illuminare<br />

il mondo con la dottrina<br />

e l’esempio, hai voluto trascorrere<br />

la maggior parte <strong>della</strong> tua vita<br />

mortale umile e sottomesso a Maria<br />

e Giuseppe nella povera casa di<br />

Nazaret, per santificare questa Famiglia<br />

che doveva essere il modello<br />

futuro delle famiglie cristiane, degnati<br />

di accogliere benignamente<br />

la nostra, che ora viene dedicata e<br />

consacrata a te.<br />

Proteggila, conservala e fa che<br />

in essa regnino, con il tuo timore,<br />

la pace e la concordia <strong>della</strong> carità<br />

cristiana, in modo che possa conformarsi<br />

al modello divino <strong>della</strong><br />

tua Sacra Famiglia e meritare, tutta,<br />

senza eccezione di nessuno, la<br />

felicità eterna.<br />

O Maria, Madre amorevolissima<br />

di Gesù e anche Madre nostra,<br />

fa con la tua pietosa intercessione,<br />

che Gesù accolga benignamente<br />

questa umile offerta e ci conceda le<br />

sue grazie e benedizioni.<br />

San Giuseppe, amorevolissimo<br />

custode di Gesù e di Maria, donaci<br />

il soccorso delle tue preghiere in tutte<br />

le nostre necessità spirituali e temporali,<br />

in modo che possiamo, con la<br />

Beata Vergine Maria e con te, lodare<br />

e benedire eternamente Gesù Cristo,<br />

nostro divino Redentore. Amen. <br />

(HERBERHOLD, OFM,<br />

Eduardo. Adoremus – Manual<br />

de orações e exercícios piedosos.<br />

21.ed. Salvador: Mensageiro<br />

da Fé, 1945, pag. 235-236)


Salvami<br />

Regina<br />

Periodico dell’Associazione<br />

Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />

<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Anno XIII, numero 96, Aprile 2011<br />

Direttore responsabile:<br />

Zuccato Alberto<br />

Consiglio di redazione:<br />

Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane<br />

Vasconcelos A. Campos, EP,<br />

Luis Alberto Blanco Cortés, Madre<br />

Mariana Morazzani Arráiz, EP,<br />

Severiano Antonio de Oliveira<br />

Amministrazione:<br />

Via San Marco, 2A<br />

30034 Mira (VE)<br />

CCP 13805353<br />

Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />

Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione<br />

in Abbonamento Postale - D. L.<br />

353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 2, DR PD<br />

Contiene I.R.<br />

www.araldi.org<br />

www.salvamiregina.it<br />

Con la collaborazione<br />

dell’Associazione<br />

Privata Internazionale di Fedeli<br />

di Diritto Pontificio<br />

ArAldi del VAngelo<br />

Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />

00165 Roma<br />

Tel. sede operativa<br />

a Mira (VE): 041 560 08 91<br />

Montaggio:<br />

Equipe di arti grafiche<br />

degli Araldi del Vangelo<br />

Stampa e rilegatura:<br />

Pozzoni - Istituto Veneto<br />

de Arti Grafiche S.p.A.<br />

Via L. Einaudi, 12<br />

36040 Brendola (VI)<br />

Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />

riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />

copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />

firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />

SommariO<br />

Scrivono i lettori 4<br />

È possibile che il Paradiso<br />

sia trasmissibile alla Terra? (Editoriale) 5<br />

La voce del Papa –<br />

Coscienza morale<br />

e diritto alla vita<br />

6<br />

Commento al Vangelo –<br />

La peggior cecità…<br />

10<br />

Il pittore del soprannaturale<br />

18<br />

Araldi nel mondo<br />

26<br />

Santa Gemma Galgani –<br />

Un solo cuore e<br />

una sola anima<br />

30<br />

Soltanto Dio può soddisfare<br />

la volontà umana<br />

34<br />

La parola dei Pastori –<br />

Annunciare il Vangelo<br />

ai giorni nostri<br />

38<br />

È accaduto nella<br />

Chiesa e nel mondo<br />

40<br />

Storia per bambini –<br />

La pietra nel cammino<br />

46<br />

I Santi di ogni giorno<br />

48<br />

Lo spagnolo e il dolore<br />

50


4 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Scrivono i lettori<br />

InsegnamentI prezIosI<br />

È arduo individuare una sezione<br />

di questa Rivista che più ci conquista,<br />

tutto in essa offre insegnamenti<br />

preziosi. Tuttavia, è dal Commento<br />

al Vangelo di Mons. João Scognamiglio<br />

Clá Dias, lo spazio in cui cogliamo<br />

più frutti. Prima di iniziarne la<br />

lettura, chiedo, in preghiera, che Nostro<br />

Signore mi dia sapienza e discernimento<br />

affinché essa sia feconda.<br />

Tuttavia, con le Storie per bambini...<br />

o adulti pieni di fede?, torno a esser<br />

bambina e mi faccio coinvolgere nei<br />

fatti descritti, apprendendo la grande<br />

lezione con cui termina ogni storia.<br />

Posso dire che la mia vita sarebbe<br />

meno edificata senza questa Rivista.<br />

Maria I. L. M.<br />

Nova Friburgo – Brasile<br />

La madonna consoLa<br />

IL nostro spIr<strong>It</strong>o<br />

Da qualche tempo leggo questa<br />

Rivista e vorrei manifestare la mia<br />

soddisfazione. Il mio cuore si sente<br />

alimentato dall’umanità che emana<br />

il suo contenuto. È la Madonna<br />

che consola il nostro spirito e, come<br />

anche nella Rivista, gli Araldi dimostrano<br />

tutta la loro devozione a Lei.<br />

Paz C. M.<br />

Alicante – Spagna<br />

messaggI dI speranza e<br />

fedeLtà aLLa chIesa<br />

La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo ci fa<br />

conoscere meglio la Parola di Dio e<br />

ci mostra la ricchezza spirituale <strong>della</strong><br />

Santa Chiesa. Le sue informazioni<br />

sono varie, la veste grafica è portentosa<br />

e i messaggi che trasmette sono<br />

di speranza e fedeltà alla Chiesa.<br />

Il nostro mondo attuale è talmente<br />

povero di valori, che abbiamo bisogno<br />

di più Araldi del Vangelo e più Suore<br />

per fortificare la nostra Chiesa, facendola<br />

crescere in virtù e santità.<br />

Maria I. P. da F.<br />

São Paulo – Brasile<br />

strumentI per sperImentare<br />

La grandezza dI dIo<br />

La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo costituisce<br />

un grande strumento per comunicare,<br />

far sentire e sperimentare<br />

che Dio regna, che la sua grandezza<br />

è formidabile nel costante cammino<br />

di questa vita verso l’eternità.<br />

Essa è di lettura agile e amena, favorisce<br />

la partecipazione di tutta la famiglia.<br />

Le storie dei Santi sono un<br />

chiaro esempio di ciò. Nell’Editoriale<br />

si sente l’unione con Papa Benedetto<br />

XVI. Rallegra molto vedere la crescita<br />

continua delle sue attività di apostolato<br />

nel mondo e nel Perù. La veste grafica<br />

e la presentazione sono inoltre di ottima<br />

qualità e avvincono i lettori.<br />

Nella nostra famiglia aspettiamo<br />

con ansia ogni nuovo numero e dai<br />

suoi molti articoli, nostra lettura spirituale,<br />

ricaviamo un insegnamento concreto<br />

per il nostro vivere quotidiano.<br />

Buenaventura e Teotista M.<br />

Piura – Perù<br />

approfondIre<br />

conoscenza e fede<br />

Infinitamente interessanti sono le<br />

osservazioni che, in ogni numero di<br />

questa Rivista, presenta Mons. João<br />

Scognamiglio Clá Dias, nel suo articolo<br />

mensile. Acuto, chiaro, preciso<br />

e ben documentato, la sua lettura<br />

permette di approfondire la nostra<br />

conoscenza e acuire la nostra fede.<br />

È necessario riconoscere i meriti<br />

di una persona come Mons. Clá<br />

Dias e renderli noti, senza ignorare<br />

né togliere nulla agli altri articolisti<br />

di questa bella Rivista, i quali scrivono<br />

molto bene.<br />

Ogni nuovo numero che ci giunge<br />

è come fosse sostanza capace di<br />

alimentare il nostro spirito assetato<br />

di cose sublimi. È questa una delle<br />

principali ragioni che mi porta a essere<br />

un abbonato di questa Rivista<br />

da ormai quasi dieci anni.<br />

Rosa A. de la F.<br />

San Pedro – Cile<br />

mezzo per evangeLIzzare<br />

Sono sacerdote dell’Arcidiocesi<br />

di Tucumán e desidero complimentarmi<br />

con voi per questa così bella<br />

impresa di evangelizzare attraverso<br />

la <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo. Approfitto<br />

per fare una richiesta: mi piacerebbe<br />

tanto poterla ricevere...<br />

D. Hector R. V.<br />

Tucumán – Argentina<br />

compLImentI per La<br />

nuova mIssIone<br />

Ho ricevuto la Rivista in cui annunciate<br />

la nuova missione che vi è stata<br />

affidata dal Santo Padre a Sucumbios.<br />

Complimenti agli Araldi del Vangelo!<br />

Ricevo sempre le vostre lettere e mi<br />

rallegro molto per questa notizia.<br />

È bello vedere la devozione che voi<br />

riservate alla Madre di Dio e il modo<br />

in cui animate le Messe con solennità.<br />

Auguro ogni bene, sia a don Rafael<br />

Ibarguren sia agli altri missionari.<br />

Juana C.<br />

Loja – Ecuador<br />

fare tutto aLLa perfezIone<br />

La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo riflette<br />

nelle sue pagine la vocazione e il<br />

carisma dell’Associazione cui appartiene:<br />

fare tutto alla perfezione. Qui<br />

è ritratta la più perfetta rappresentazione<br />

del bello e <strong>della</strong> verità che<br />

Nostro Signore Gesù Cristo ha lasciato<br />

nella Santa Chiesa che ha fondato.<br />

Desidero congratularmi con<br />

voi per una tale proficua opera, pregando<br />

la Santissima Vergine Maria<br />

che raddoppi le sue più sublimi grazie<br />

sulla redazione <strong>della</strong> Rivista.<br />

Juraci J. C.<br />

Salvador – Brasile


Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Numero 96<br />

Aprile 2011<br />

Il pittore del<br />

soprannaturale<br />

Salvami Regina<br />

Dettaglio dell’Annunciazione.Beato<br />

Angelico – Museo<br />

Diocesano di<br />

Cortona<br />

(Foto: Gustavo Kralj)<br />

E ditoriale<br />

È possibile che il<br />

paradiso sia trasmissibile<br />

alla terra?<br />

Il Signore Gesù ha sorpreso gli uomini con una dottrina innovatrice, che implicava<br />

la completa alterazione dei paradigmi delle relazioni umane fino a quel<br />

tempo considerate normali.<br />

Insomma, l’insegnamento del Divino Maestro consisteva nel precetto di amare<br />

il prossimo come se stesso, per amore di Dio; di amare persino i nemici e di fare il<br />

bene a chi ci odia; di cercare in primo luogo il Regno di Dio e la sua giustizia, certi<br />

che il resto verrà di conseguenza.<br />

Ora, questo cozzava veementemente con l’egoismo, la crudeltà, la lascivia e altri<br />

vizi prevalenti nel mondo classico.<br />

Con l’indispensabile aiuto di un torrente di nuove grazie versate sul mondo, fu<br />

rinnovata la vita in tutti i territori nei quali si accolse la Buona Novella: si favorì la<br />

virtù, dominò la moralità, regnarono la lealtà, la giustizia e la carità, i più deboli<br />

furono difesi, il tratto nei rapporti tra gli uomini divenne più dolce e fraterno. La<br />

Storia conobbe allora la “dolce primavera <strong>della</strong> Fede”.<br />

Tutto cominciò a tendere alla perfezione, non solo in campo religioso e morale.<br />

Nell’Europa medievale, nata sotto l’ispirazione e lo stimolo <strong>della</strong> Chiesa, questo movimento<br />

si verificò in modo notevole in tutti i territori del vivere e dell’agire umano, come<br />

nella teologia, nella filosofia, nell’organizzazione sociale, nelle arti, nell’insegnamento<br />

e nella cultura, nella tecnologia e nella scienza. Furono fatti passi da gigante<br />

a paragone con tutto ciò che c’era stato prima, come molti studi stanno dimostrando.<br />

Lo spirito intrepido dei medievali li portò alla creazione dello stile gotico, nel<br />

quale tutto l’edificio sembra protendersi arditamente verso l’alto, come a cercare<br />

di raggiungere il cielo. Le pareti di granito degli edifici romanici cedettero lo<br />

spazio alle splendide vetrate, riempiendo di luci multicolori gli ambienti interni<br />

di chiese e castelli. La caratteristica centrale era sempre la stessa, ossia, la ricerca<br />

<strong>della</strong> perfezione, nell’ansia di rendere la Terra sempre più simile al Paradiso.<br />

Supremo esempio di questa brama del “pulchra” è quello di Fra Giovanni di<br />

Fiesole – noto come Beato Angelico. Nonostante sia vissuto ormai nel Rinascimento,<br />

il suo stile è puramente medievale. Fede e avanzata tecnica, trascendenza<br />

e realismo, verum, bonum e pulchrum si danno la mano per rappresentare il genere<br />

umano come esso dovrebbe essere: tutto spiritualizzato.<br />

Il Beato Angelico esprime magistralmente la mentalità cattolica del Medioevo,<br />

aperta al soprannaturale e compiaciuta nel contemplare il bello nelle creature.<br />

Egli ci presenta personaggi, ambienti e paesaggi di una bellezza diafana, elevata,<br />

celestiale. Il suo sguardo di artista era rivolto a quello stesso riflesso del Creatore,<br />

che troviamo rappresentato negli abiti, vetrate, decorazioni, costruzioni, cerimonie<br />

e relazioni umane di quell’Era di Fede, meraviglie superiori che solo in una<br />

società impregnata dalla legge del Vangelo, l’ingegno umano può produrre. <br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 5


Vi accolgo con gioia in occasione<br />

dell’Assemblea annuale<br />

<strong>della</strong> Pontificia Accademia<br />

per la Vita. [...]<br />

Nei lavori di questi giorni avete affrontato<br />

temi di rilevante attualità,<br />

che interrogano profondamente la<br />

società contemporanea e la sfidano a<br />

trovare risposte sempre più adeguate<br />

al bene <strong>della</strong> persona umana.<br />

La coscienza morale non è un<br />

risultato di condizionamenti<br />

esteriori o un fenomeno<br />

puramente emotivo<br />

6 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

La voce deL PaPa<br />

Coscienza morale e<br />

diritto alla vita<br />

La qualità morale dell’agire umano non è un valore estrinseco<br />

od opzionale, e neppure una prerogativa dei cristiani o dei<br />

fedeli, ma associata a tutti gli esseri umani.<br />

La tematica <strong>della</strong> sindrome post<br />

abortiva – vale a dire il grave disagio<br />

psichico sperimentato frequentemente<br />

dalle donne che hanno fatto<br />

ricorso all’aborto volontario – rivela<br />

la voce insopprimibile <strong>della</strong> coscienza<br />

morale, e la ferita gravissima<br />

che essa subisce ogniqualvolta l’azione<br />

umana tradisce l’innata vocazione<br />

al bene dell’essere umano, che<br />

essa testimonia. In questa riflessione<br />

sarebbe utile anche porre l’attenzione<br />

sulla coscienza, talvolta offuscata,<br />

dei padri dei bambini, che spesso<br />

lasciano sole le donne incinte.<br />

La coscienza morale – insegna il<br />

Catechismo <strong>della</strong> Chiesa Cattolica –<br />

è quel “giudizio <strong>della</strong> ragione, mediante<br />

il quale la persona umana ri-<br />

conosce la qualità morale di un atto<br />

concreto che sta per porre, sta compiendo<br />

o ha compiuto” (n. 1778). È,<br />

infatti, compito <strong>della</strong> coscienza morale<br />

discernere il bene dal male nelle<br />

diverse situazioni dell’esistenza,<br />

affinché, sulla base di questo giudizio,<br />

l’essere umano possa liberamente<br />

orientarsi al bene.<br />

A quanti vorrebbero negare l’esistenza<br />

<strong>della</strong> coscienza morale<br />

nell’uomo, riducendo la sua voce<br />

al risultato di condizionamenti<br />

esterni o ad un fenomeno puramente<br />

emotivo, è importante ribadire<br />

che la qualità morale dell’agire<br />

umano non è un valore estrinseco<br />

oppure opzionale e non è neppure<br />

una prerogativa dei cristiani o dei<br />

credenti, ma accomuna ogni essere<br />

umano. Nella coscienza morale Dio<br />

parla a ciascuno e invita a difendere<br />

la vita umana in ogni momento. In<br />

questo legame personale con il Creatore<br />

sta la dignità profonda <strong>della</strong><br />

coscienza morale e la ragione <strong>della</strong><br />

sua inviolabilità.<br />

L’uomo intero rimane<br />

ferito quando agisce contro<br />

la propria coscienza<br />

Nella coscienza l’uomo tutto intero<br />

– intelligenza, emotività, volontà<br />

– realizza la propria vocazione<br />

al bene, cosicché la scelta del bene<br />

o del male, nelle situazioni concrete<br />

dell’esistenza, finisce per segnare<br />

profondamente la persona umana in<br />

ogni espressione del suo essere.<br />

Tutto l’uomo, infatti, rimane ferito<br />

quando il suo agire si svolge contrariamente<br />

al dettame <strong>della</strong> propria<br />

coscienza. Tuttavia, anche quando<br />

l’uomo rifiuta la verità e il bene che<br />

il Creatore gli propone, Dio non lo<br />

abbandona, ma, proprio attraverso<br />

la voce <strong>della</strong> coscienza, continua a<br />

cercarlo e a parlargli, affinché riconosca<br />

l’errore e si apra alla Misericordia<br />

divina, capace di sanare qualsiasi<br />

ferita.<br />

Si esige dai medici una<br />

particolare fortezza<br />

I medici, in particolare, non possono<br />

venire meno al grave compito<br />

di difendere dall’inganno la coscienza<br />

di molte donne che pensano<br />

di trovare nell’aborto la soluzione a<br />

difficoltà familiari, economiche, sociali<br />

o a problemi di salute del loro<br />

bambino. Specialmente in quest’ultima<br />

situazione, la donna è spesso<br />

convinta, a volte dagli stessi medici,<br />

che l’aborto rappresenta non solo<br />

una scelta moralmente lecita, ma<br />

persino un doveroso atto “terapeutico”<br />

per evitare sofferenze al bambi-


no e alla sua famiglia, un “ingiusto”<br />

peso alla società.<br />

Su uno sfondo culturale caratterizzato<br />

dall’eclissi del senso <strong>della</strong> vita,<br />

in cui si è molto attenuata la comune<br />

percezione <strong>della</strong> gravità morale<br />

dell’aborto e di altre forme di<br />

attentati contro la vita umana, si richiede<br />

ai medici una speciale fortezza<br />

per continuare ad affermare che<br />

l’aborto non risolve nulla, ma uccide<br />

il bambino, distrugge la donna e acceca<br />

la coscienza del padre del bambino,<br />

rovinando, spesso, la vita famigliare.<br />

La società intera deve difendere<br />

il diritto del bambino alla vita<br />

Tale compito, tuttavia, non riguarda<br />

solo la professione medica<br />

e gli operatori sanitari. È necessario<br />

che la società tutta si ponga a difesa<br />

del diritto alla vita del concepito e<br />

del vero bene <strong>della</strong> donna, che mai,<br />

in nessuna circostanza, potrà trovare<br />

realizzazione nella scelta dell’aborto.<br />

Parimenti sarà necessario – come<br />

indicato dai vostri lavori – non far<br />

mancare gli aiuti necessari alle donne<br />

che, avendo purtroppo già fatto<br />

ricorso all’aborto, ne stanno ora sperimentando<br />

tutto il dramma morale<br />

ed esistenziale.<br />

Molteplici sono le iniziative, a livello<br />

diocesano o da parte di singoli<br />

enti di volontariato, che offrono sostegno<br />

psicologico e spirituale, per<br />

un recupero umano pieno. La solidarietà<br />

<strong>della</strong> comunità cristiana non<br />

può rinunciare a questo tipo di corresponsabilità.<br />

Il Padre di tutta la Misericordia<br />

perdona nel Sacramento<br />

<strong>della</strong> Riconciliazione<br />

Vorrei richiamare a tale proposito<br />

l’invito rivolto dal Venerabile<br />

Giovanni Paolo II alle donne che<br />

hanno fatto ricorso all’aborto:<br />

“La Chiesa sa quanti condizionamenti<br />

possono aver influito sulla vo-<br />

I membri <strong>della</strong> Pontificia Accademia per la Vita plaudono Benedetto XVI<br />

al suo arrivo nella Sala Clementina<br />

stra decisione, e non dubita che in<br />

molti casi si sia trattato di una decisione<br />

sofferta, forse drammatica.<br />

Probabilmente la ferita nel vostro<br />

animo non s’è ancora rimarginata.<br />

In realtà, quanto è avvenuto, è stato<br />

e rimane profondamente ingiusto.<br />

Non lasciatevi prendere, però,<br />

dallo scoraggiamento e non abbandonate<br />

la speranza. Sappiate comprendere,<br />

piuttosto, ciò che si è verificato<br />

e interpretatelo nella sua verità.<br />

Se ancora non l’avete fatto, apritevi<br />

con umiltà e fiducia al pentimento:<br />

il Padre di ogni misericordia<br />

vi aspetta per offrirvi il suo perdono<br />

e la sua pace nel sacramento <strong>della</strong><br />

Riconciliazione. Allo stesso Padre<br />

e alla sua misericordia potete affidare<br />

con speranza il vostro bambino.<br />

Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza<br />

di persone amiche e competenti,<br />

potrete essere con la vostra sofferta<br />

testimonianza tra i più eloquenti<br />

difensori del diritto di tutti alla vita”<br />

(Enc. Evangelium vitae, 99).<br />

Scienza e investigazione mediche<br />

tendono al bene comune<br />

La coscienza morale dei ricercatori<br />

e di tutta la società civile è in-<br />

timamente implicata anche nel secondo<br />

tema oggetto dei vostri lavori:<br />

l’utilizzo delle banche del cordone<br />

ombelicale, a scopo clinico e di<br />

ricerca.<br />

La ricerca medico-scientifica è un<br />

valore, e dunque un impegno, non<br />

solo per i ricercatori, ma per l’intera<br />

comunità civile. Ne scaturisce il dovere<br />

di promozione di ricerche eticamente<br />

valide da parte delle istituzioni<br />

e il valore <strong>della</strong> solidarietà dei<br />

singoli nella partecipazione a ricerche<br />

volte a promuovere il bene comune.<br />

Questo valore e la necessità di<br />

questa solidarietà si evidenziano<br />

molto bene nel caso dell’impiego<br />

delle cellule staminali provenienti<br />

dal cordone ombelicale. Si tratta<br />

di applicazioni cliniche importanti<br />

e di ricerche promettenti sul<br />

piano scientifico, ma che nella loro<br />

realizzazione molto dipendono<br />

dalla generosità nella donazione<br />

del sangue cordonale al momento<br />

del parto e dall’adeguamento delle<br />

strutture, per rendere attuativa la<br />

volontà di donazione da parte delle<br />

partorienti. Invito, pertanto, tutti<br />

voi a farvi promotori di una ve-<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 7<br />

L'Osservatore Romano


a e consapevole solidarietà umana<br />

e cristiana.<br />

A tale proposito, molti ricercatori<br />

medici guardano giustamente<br />

con perplessità al crescente fiorire<br />

di banche private per la conservazione<br />

del sangue cordonale a esclu-<br />

Le tematiche affrontate in<br />

questi giorni hanno come<br />

denominatore comune l’educazione<br />

e la formazione,<br />

le quali costituiscono oggi una<br />

delle sfide più urgenti che la Chiesa<br />

e le sue istituzioni sono chiamate<br />

ad affrontare.<br />

L’opera educativa sembra diventata<br />

sempre più ardua perché, in una<br />

cultura che troppo spesso fa del relativismo<br />

il proprio credo, viene a<br />

mancare la luce <strong>della</strong> verità, anzi si<br />

considera pericoloso parlare di verità,<br />

instillando così il dubbio sui valori<br />

di base dell’esistenza personale e<br />

comunitaria. Per questo è importante<br />

il servizio che svolgono nel mondo<br />

le numerose istituzioni formative<br />

che si ispirano alla visione cristiana<br />

dell’uomo e <strong>della</strong> realtà: educare<br />

è un atto d’amore, esercizio <strong>della</strong><br />

“carità intellettuale”, che richiede<br />

responsabilità, dedizione, coerenza<br />

di vita.<br />

Il lavoro <strong>della</strong> vostra Congregazione<br />

e le scelte che farete in questi<br />

8 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

sivo uso autologo. Tale opzione – come<br />

dimostrano i lavori <strong>della</strong> vostra<br />

Assemblea – oltre ad essere priva di<br />

una reale superiorità scientifica rispetto<br />

alla donazione cordonale, indebolisce<br />

il genuino spirito solidaristico<br />

che deve costantemente ani-<br />

L’urgente sfida di<br />

educare e formare<br />

In una cultura che con troppa frequenza fa del relativismo il proprio<br />

credo, e nella quale manca molte volte la luce <strong>della</strong> verità, l’opera<br />

educativa è diventata sempre più ardua.<br />

giorni di riflessione e di studio contribuiranno<br />

certamente a rispondere<br />

all’attuale “emergenza educativa”.<br />

La voce del Signore si sente<br />

soltanto se c’è silenzio<br />

La vostra Congregazione, creata<br />

nel 1915 da Benedetto XV, da quasi<br />

cento anni, svolge la sua opera preziosa<br />

a servizio delle varie Istituzioni<br />

cattoliche di formazione. Tra di esse,<br />

senza dubbio, il seminario è una<br />

delle più importanti per la vita <strong>della</strong><br />

Chiesa ed esige pertanto un progetto<br />

formativo che tenga conto del<br />

contesto sopra accennato.<br />

Varie volte ho sottolineato come<br />

il seminario sia una tappa preziosa<br />

<strong>della</strong> vita, in cui il candidato<br />

al sacerdozio fa l’esperienza di essere<br />

“un discepolo di Gesù”. Per questo<br />

tempo destinato alla formazione,<br />

è richiesto un certo distacco, un certo<br />

“deserto”, perché il Signore parla<br />

al cuore con una voce che si sente<br />

se c’è il silenzio (cfr. I Re 19,12);<br />

ma è richiesta anche la disponibilità<br />

mare la ricerca di quel bene comune<br />

cui, in ultima analisi, la scienza e la<br />

ricerca mediche tendono.<br />

(Passi del discorso ai partecipanti<br />

dell’Assemblea Plenaria <strong>della</strong> Pontificia<br />

Accademia per la Vita, 26/2/2011)<br />

a vivere insieme, ad amare la “vita di<br />

famiglia” e la dimensione comunitaria<br />

che anticipano quella “fraternità<br />

sacramentale” che deve caratterizzare<br />

ogni presbiterio diocesano (cfr.<br />

Presbyterorum ordinis, 8) e che ho<br />

voluto richiamare anche nella mia<br />

recente Lettera ai seminaristi: “sacerdoti<br />

non si diventa da soli. Occorre<br />

la ‘comunità dei discepoli’, l’insieme<br />

di coloro che vogliono servire la comune<br />

Chiesa”.<br />

Orientare nell’uso corretto e<br />

positivo dei mezzi informatici<br />

In questi giorni studiate anche<br />

la bozza del documento su Internet<br />

e la formazione nei seminari. Internet,<br />

per la sua capacità di superare<br />

le distanze e di mettere in contatto<br />

reciproco le persone, presenta grandi<br />

possibilità anche per la Chiesa e<br />

la sua missione. Con il necessario discernimento<br />

per un suo uso intelligente<br />

e prudente, è uno strumento<br />

che può servire non solo per gli studi,<br />

ma anche per l’azione pastorale


dei futuri presbiteri nei vari campi<br />

ecclesiali, quali l’evangelizzazione,<br />

l’azione missionaria, la catechesi, i<br />

progetti educativi, la gestione delle<br />

istituzioni.<br />

Anche in questo campo è di<br />

estrema importanza poter contare<br />

su formatori adeguatamente preparati<br />

perché siano guide fedeli e sempre<br />

aggiornate, al fine di accompagnare<br />

i candidati al sacerdozio all’uso<br />

corretto e positivo dei mezzi informatici.<br />

[...]<br />

Teologia, Sacra Scrittura e preghiera<br />

Avete avviato, inoltre, una revisione<br />

di quanto prescrive la Costituzione<br />

Apostolica Sapientia christiana<br />

sugli studi ecclesiastici, riguardo<br />

al diritto canonico, agli Istituti Superiori<br />

di Scienze Religiose e, recentemente,<br />

alla filosofia.<br />

Un settore su cui riflettere particolarmente<br />

è quello <strong>della</strong> teologia.<br />

E’ importante rendere sempre più<br />

solido il legame tra la teologia e lo<br />

studio <strong>della</strong> Sacra Scrittura, in modo<br />

che questa ne sia realmente l’anima<br />

e il cuore (cfr. Verbum Domini,<br />

31). Tuttavia il teologo non deve<br />

dimenticare di essere anche colui<br />

che parla a Dio. E’ indispensabile,<br />

quindi, tenere strettamente unite<br />

la teologia con la preghiera personale<br />

e comunitaria, specialmente<br />

liturgica. La teologia è scientia fidei<br />

e la preghiera nutre la fede. Nell’unione<br />

con Dio, il mistero è, in qualche<br />

modo, assaporato, si fa vicino,<br />

e questa prossimità è luce per l’intelligenza.<br />

Università cattoliche: identità ben<br />

delineata e apertura alla totalità<br />

Vorrei sottolineare anche la connessione<br />

<strong>della</strong> teologia con le altre<br />

discipline, considerando che essa è<br />

insegnata nelle Università cattoli-<br />

Benedetto XVI nella Sala del Concistoro con i partecipanti alla Plenaria<br />

<strong>della</strong> Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />

che e, in molti casi, in quelle civili.<br />

Il beato John Henry Newman parlava<br />

di “circolo del sapere”, circle<br />

of knowledge, per indicare che esiste<br />

un’interdipendenza tra le varie<br />

branche del sapere; ma Dio e<br />

Lui solo ha rapporto con la totalità<br />

del reale; di conseguenza eliminare<br />

Dio significa spezzare il circolo<br />

del sapere.<br />

In questa prospettiva le Università<br />

cattoliche, con la loro identità ben<br />

precisa e la loro apertura alla “totalità”<br />

dell’essere umano, possono<br />

svolgere un’opera preziosa per promuovere<br />

l’unità del sapere, orientando<br />

studenti e insegnanti alla Luce<br />

del mondo, la “luce vera che illumina<br />

ogni uomo” (Gv 1,9).<br />

Sono considerazioni che valgono<br />

anche per le Scuole cattoliche. Occorre,<br />

anzitutto, il coraggio di annunciare<br />

il valore “largo” dell’educazione,<br />

per formare persone solide,<br />

capaci di collaborare con gli altri e<br />

di dare senso alla propria vita. Oggi<br />

si parla di educazione interculturale,<br />

oggetto di studio anche nella vostra<br />

Plenaria. In questo ambito è richiesta<br />

una fedeltà coraggiosa e innovativa,<br />

che sappia coniugare chiara<br />

coscienza <strong>della</strong> propria identità e<br />

apertura all’alterità, per le esigenze<br />

del vivere insieme nelle società multiculturali.<br />

La formazione degli educatori<br />

deve includere l’aspetto<br />

religioso e spirituale<br />

Anche a questo fine, emerge il<br />

ruolo educativo dell’insegnamento<br />

<strong>della</strong> Religione cattolica come disciplina<br />

scolastica in dialogo interdisciplinare<br />

con le altre. Infatti, esso<br />

contribuisce largamente non solo<br />

allo sviluppo integrale dello studente,<br />

ma anche alla conoscenza dell’altro,<br />

alla comprensione e al rispetto<br />

reciproco.<br />

Per raggiungere tali obiettivi dovrà<br />

essere prestata particolare cura<br />

alla formazione dei dirigenti e<br />

dei formatori, non solo da un punto<br />

di vista professionale, ma anche<br />

religioso e spirituale, perché, con la<br />

coerenza <strong>della</strong> propria vita e con il<br />

coinvolgimento personale, la presenza<br />

dell’educatore cristiano diventi<br />

espressione di amore e testimonianza<br />

<strong>della</strong> verità.<br />

(Brani del discorso ai partecipanti<br />

nella Plenaria <strong>della</strong> Congregazione<br />

per l’Educazione Cattolica, 7/2/2011)<br />

Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.<br />

La <strong>versione</strong> integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.va<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 9<br />

L'Osservatore Romano


© Photo SCALA, Firenze<br />

a Vangelo A<br />

1 “Passando vide un uomo cieco dalla nascita 2 e<br />

i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha<br />

peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse<br />

cieco?”. 3 Rispose Gesù: ‘Né lui ha peccato né<br />

i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero<br />

in lui le opere di Dio. 4 Dobbiamo compiere le<br />

opere di colui che mi ha mandato finché è giorno;<br />

poi viene la notte, quando nessuno può più operare.<br />

5 Finché sono nel mondo, sono la luce del<br />

mondo’. 6 Detto questo sputò per terra, fece del<br />

fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del<br />

cieco 7 e gli disse: ‘Và a lavarti nella piscina di Siloe<br />

(che significa Inviato)’. Quegli andò, si lavò e<br />

tornò che ci vedeva.<br />

8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima,<br />

poiché era un mendicante, dicevano: ‘Non<br />

è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?’.<br />

9 Alcuni dicevano: ‘È lui’; altri dicevano:<br />

‘No, ma gli assomiglia’. Ed egli diceva: ‘Sono io!’<br />

10 Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono<br />

aperti gli occhi?’. 11 Egli rispose: ‘Quell’uomo che<br />

10 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

“Gesù apre gli occhi del cieco<br />

dalla nascita”, di Duccio<br />

di Buonisegna – National<br />

Gallery, Londra<br />

si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato<br />

gli occhi e mi ha detto: Và a Siloe e lavati! Io<br />

sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato<br />

la vista’. 12 Gli dissero: ‘Dov’è questo tale?’. Rispose:<br />

‘Non lo so’.<br />

13 Intanto condussero dai farisei quello che era stato<br />

cieco: 14 era infatti sabato il giorno in cui Gesù<br />

aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.<br />

15 Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo<br />

come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro:<br />

‘Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono<br />

lavato e ci vedo!’. 16 Allora alcuni dei farisei<br />

dicevano: ‘Quest’uomo non viene da Dio, perché<br />

non osserva il sabato’. Altri dicevano: ‘Come può<br />

un peccatore compiere tali prodigi?’. E c’era dissenso<br />

tra di loro’. 17 Allora dissero di nuovo al cieco:<br />

‘Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto<br />

gli occhi?’. Egli rispose: ‘È un profeta’. 18 Ma i<br />

Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco<br />

e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono<br />

i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.<br />

19 E li interrogarono: ‘È questo il vostro figlio,<br />

che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci ve-


commento aL vangeLo – iv domenica di Quaresima<br />

La peggior cecità…<br />

Operando il miracolo <strong>della</strong> guarigione di un cieco dalla nascita, il Signore<br />

Gesù mostra che esiste una cecità peggiore di quella degli occhi corporali:<br />

quella dell’anima, che impedisce lo sviluppo <strong>della</strong> luce soprannaturale<br />

infusa nelle nostre anime dal Battesimo.<br />

de?’. 20 I genitori risposero: ‘Sappiamo che questo<br />

è il nostro figlio e che è nato cieco, 21 come poi<br />

ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli<br />

ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà<br />

lui di se stesso’. 22 Questo dissero i suoi genitori,<br />

perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei<br />

avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto<br />

come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.<br />

23 Per questo i suoi genitori dissero: ‘Ha l’età,<br />

chiedetelo a lui’. 24 Allora chiamarono di nuovo<br />

l’uomo che era stato cieco e gli dissero: ‘Dà gloria<br />

a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore’.<br />

25 Quegli rispose: ‘Se sia un peccatore, non<br />

lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo’.<br />

26 Allora gli dissero di nuovo: ‘Che cosa ti ha fatto?<br />

Come ti ha aperto gli occhi?’. 27 Rispose loro:<br />

“Ve l’ho già detto e non mi avete ascoltato; perché<br />

volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche<br />

voi suoi discepoli?’. 28 Allora lo insultarono e<br />

gli dissero: “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli<br />

di Mosè! 29 Noi sappiamo infatti che a Mosè<br />

ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove<br />

sia’. 30 Rispose loro quell’uomo: “Proprio que-<br />

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />

sto è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure<br />

mi ha aperto gli occhi! 31 Ora, noi sappiamo che<br />

Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato<br />

di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32 Da che<br />

mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno<br />

abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui<br />

non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla’. 34<br />

Gli replicarono: ‘Sei nato tutto nei peccati e vuoi<br />

insegnare a noi?’. E lo cacciarono fuori.<br />

35 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo<br />

gli disse: ‘Tu credi nel Figlio dell’uomo?’.<br />

36 Egli rispose: ‘E chi è, Signore, perché io<br />

creda in lui?’. 37 Gli disse Gesù: ‘Tu l’hai visto:<br />

colui che parla con te è proprio lui’. 38 ‘Ed egli<br />

disse: ‘Io credo, Signore!’. E gli si prostrò innanzi.<br />

39 Gesù allora disse: ‘Io sono venuto in questo<br />

mondo per giudicare, perché coloro che non vedono<br />

vedano e quelli che vedono diventino ciechi’. 40<br />

Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste<br />

parole e gli dissero: ‘Siamo forse ciechi anche<br />

noi?’. 41 Gesù rispose loro: ‘Se foste ciechi, non<br />

avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo,<br />

il vostro peccato rimane’”. (Gv 9, 1-41).<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 11


Nella<br />

Terra non<br />

vediamo Dio<br />

fisicamente;<br />

ma la<br />

grazia ce ne<br />

proporzionerà<br />

nel Cielo<br />

Gustavo Kralj<br />

12 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

I – la DomenIca “lætare”<br />

cI porta Una gIUbIlante speranza<br />

La vista è il principale dei sensi corporei, poiché<br />

ci dà la possibilità di conoscere meglio il Creatore,<br />

attraverso la contemplazione del vero, del<br />

buono e del bello esistente nelle creature.<br />

Questo magnifico dono è simbolo di un altro<br />

più prezioso, relativo alla vita <strong>della</strong> grazia. Non vediamo<br />

Dio fisicamente, ma Egli è presente dappertutto.<br />

Sebbene possiamo, con la logica, dimostrare<br />

la sua esistenza, non ci è possibile vederLo<br />

con gli occhi carnali, ma possiamo aderire a Lui<br />

con l’ausilio <strong>della</strong> luce <strong>della</strong> grazia che illumina<br />

l’intelligenza, inclina la volontà al bene e ordina la<br />

nostra sensibilità. Senza il dono di Dio che è la virtù<br />

<strong>della</strong> fede, non riusciamo a vedere né ad accettare<br />

niente nel campo del soprannaturale. Tuttavia,<br />

come afferma Royo Marin, “rivelandoci la sua<br />

vita intima e i grandi misteri <strong>della</strong> grazia e <strong>della</strong><br />

gloria, Dio ci fa vedere le cose, per così dire, dal<br />

suo punto di vista divino, tali come Egli le vede”. 1<br />

In senso figurato, potremmo dire che nasciamo<br />

con gli occhi bendati ed il Battesimo ci<br />

strappa tale benda. Anche così, in Terra vediamo<br />

Dio in ombra, ossia, non possiamo veder-<br />

Lo come Lui è. Spiega il concetto con chiarezza<br />

Mons. Cuttaz: “Egli si trova davanti a noi in tut-<br />

In senso figurato, potremmo dire che nasciamo<br />

con gli occhi bendati ed il Battesimo ci strappa<br />

tale benda<br />

Fonte Battesimale – Chiesa di Santa Maria,<br />

Kitchener (Canada)<br />

ta la sua infinita bellezza, poiché è dappertutto,<br />

specialmente nell’anima del giusto. Un poco,<br />

noi Lo conosciamo per la sua azione, ma non<br />

Lo vediamo: ci manca una luce, uno strumento<br />

di visione soprannaturale. La grazia ce lo offrirà<br />

in Cielo, nel‘lumen gloriæ’ (luce <strong>della</strong> gloria),<br />

<strong>della</strong> quale sarà il principio”. 2<br />

In questa vita terrena, abbiamo nell’anima<br />

soltanto una semente <strong>della</strong> visione beatifica.<br />

Tuttavia, passando all’eternità, essa si svilupperà<br />

come un albero, scompariranno completamente<br />

i veli che coprono la fede e la speranza e<br />

vedremo Dio faccia a faccia.<br />

La liturgia <strong>della</strong> 4ª Domenica di Quaresima,<br />

domenica di giubilo, ci porta la gioiosa speranza<br />

del pieno possesso di questa visione.<br />

II – Un Uomo che vIveva<br />

nelle tenebre fIsIche e spIr<strong>It</strong>UalI<br />

Nello scrivere il suo Vangelo, nel momento<br />

in cui la Chiesa si trova in piena controversia<br />

con gli gnostici, San Giovanni si impegna fin<br />

dall’inizio a provare che Gesù è allo stesso tempo<br />

Uomo, sebbene senza personalità umana e<br />

Dio, unendo ipostaticamente la natura divina e<br />

quella umana nella Seconda Persona <strong>della</strong> Santissima<br />

Trinità.<br />

Analizzando la finalità del Vangelo di San Giovanni,<br />

commenta il padre Tuya: “Si è voluto notare<br />

in esso una certa tendenza polemica contro il<br />

fatto di voler separare l’uomo da Dio”. 3 E aggiunge<br />

più avanti: “In un aspetto, l’immagine di Cristo<br />

appare delineata con tratti sublimi: è Dio. [...], ma<br />

mostra che Lui è anche Uomo. [...] Nell’immagine<br />

del Dio-Uomo, Giovanni non si limita a speculare:<br />

racconta la storia e rivela gli atti divini e umani”. 4<br />

Il brano del Vangelo di questa domenica presenta<br />

Nostro Signore poco dopo che è uscito<br />

dal Tempio, dove aveva appena avuto una delle<br />

più infuocate polemiche con i farisei, che aveva<br />

concluso con una solenne dichiarazione <strong>della</strong><br />

sua divinità, affermando con una formula di<br />

giuramento: “In verità, in verità vi dico: prima<br />

che Abramo fosse, Io Sono” (Gv 8, 58). I farisei,<br />

allora, “raccolsero pietre per scagliarle contro<br />

di lui” (Gv 8, 59). Avevano l’intenzione di<br />

ucciderLo, ma non ci riuscirono, poiché Lui si<br />

nascose e uscì dal Tempio, “perché ancora non<br />

era giunta la sua ora” (Gv 8, 20).<br />

Subito dopo questa drammatica scena, Gesù<br />

fece davanti a tutto il popolo lo stupefacente mi-


acolo che servirà a confermare l’autenticità delle<br />

sue parole riguardo la sua origine soprannaturale.<br />

Cristo dispose tutto per la sua gloria<br />

1 “Passando vide un uomo cieco dalla<br />

nascita 2 e i suoi discepoli lo interrogarono:<br />

“Rabbì, chi ha peccato, lui o i<br />

suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”.<br />

3 Rispose Gesù: ‘Né lui ha peccato<br />

né i suoi genitori, ma è così perché<br />

si manifestassero in lui le opere di Dio.<br />

4 Dobbiamo compiere le opere di colui<br />

che mi ha mandato finché è giorno; poi<br />

viene la notte, quando nessuno può più<br />

operare. 5 Finché sono nel mondo, sono<br />

la luce del mondo’”.<br />

La credenza che i mali fisici erano sempre<br />

conseguenza di un peccato era molto radicata<br />

non solo nei giudei, ma anche nei popoli pagani<br />

contemporanei di Cristo. “In diverse occasioni”,<br />

scrive Fillion, “Gesù stesso sembrava aver considerato<br />

come castigo del peccato alcune delle<br />

infermità da Lui guarite”. 5 San Giovanni Crisostomo<br />

osserva che una volta, dopo aver guarito<br />

un paralitico, Egli lo ammonì: “Non peccare<br />

più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di<br />

peggio” (Gv 5, 14), dando ad intendere così che<br />

il peccato era stato la causa di quella malattia. 6<br />

Nel caso presente, però, il Maestro dichiara<br />

tassativamente che questa cecità fu permessa fin<br />

dall’eternità, per dare la possibilità di manifestare il<br />

suo potere divino sulla natura. Come vedremo più<br />

avanti, questo miracolo è stato anche la misericordiosa<br />

opportunità per il cieco di ricevere la grazia<br />

<strong>della</strong> con<strong>versione</strong>; insieme alla luce naturale, gli è<br />

stata data la fede in Colui che è la Luce del mondo.<br />

La didattica di un grandioso miracolo<br />

6 “Detto questo sputò per terra, fece del<br />

fango con la saliva, spalmò il fango sugli<br />

occhi del cieco 7 e gli disse: ‘Và a lavarti<br />

nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)’.<br />

Quegli andò, si lavò e tornò che<br />

ci vedeva”.<br />

Genera sorpresa il fatto che Gesù sputi per<br />

terra, impasti del fango, lo passi sugli occhi del<br />

malato e poi gli dia l’ordine di andare a lavarsi.<br />

Ora, Egli avrebbe potuto operare questo miracolo<br />

mediante un semplice sguardo o un atto di<br />

volontà, come più tardi farà con un altro cieco –<br />

quello di Gerico – cui Gesù ha detto: “Vedi” (Lc<br />

18, 42). Qui, ha voluto guarire il cieco dalla nascita<br />

applicandogli creta sugli occhi e mandandolo a<br />

lavarsi nella piscina di Siloe. Bene osserva, a questo<br />

proposito, San Giovanni Crisostomo: “Ha<br />

sputato per terra perché essi non attribuissero un<br />

potere miracoloso all’acqua di questa piscina e<br />

perché capissero che era uscita dalla sua bocca la<br />

misteriosa energia che aveva rigenerato e aperto<br />

gli occhi del cieco. È per questo che l’Evangelista<br />

dice: ‘Fece fango con la saliva’. In seguito, per<br />

evitare che si pensasse ad un potere segreto <strong>della</strong><br />

terra, gli ha ordinato di andare a lavarsi”. 7<br />

Il Divino Maestro dapprima ha voluto che tutti<br />

i presenti vedessero il cieco col fango sugli occhi<br />

e questo, certamente, causò viva impressione.<br />

In seguito, quando l’uomo è ritornato guarito, sarebbe<br />

stato evidente davanti a tutti Chi era l’autore<br />

<strong>della</strong> guarigione. Per un popolo duro di cuore<br />

come quello, era necessario che non ci fossero<br />

dubbi a tale proposito. Ecco perché Gesù ha<br />

utilizzato la propria saliva, mescolandola con la<br />

terra, due materie incapaci di per sé di operare<br />

la guarigione, mettendo in risalto che proveniva<br />

da Lui il potere soprannaturale. Si può osservare<br />

che i particolari dell’episodio sono stati divina-<br />

Il cieco non ha dubitato <strong>della</strong> parola di Gesù.<br />

Non ha pensato a quante volte si era già lavato<br />

nella Piscina di Siloe, senza guarire<br />

Rovine <strong>della</strong> Piscina di Siloe – Gerusalemme<br />

Gustavo Kralj<br />

Il Divino<br />

Maestro<br />

ha voluto<br />

che tutti<br />

i presenti<br />

vedessero<br />

il cieco<br />

col fango<br />

sugli occhi<br />

per essere<br />

evidente<br />

Chi era<br />

l’autore <strong>della</strong><br />

guarigione<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 13


Anche<br />

di fronte<br />

all’evidenza,<br />

i farisei si<br />

rifiutano<br />

di credere<br />

in Gesù e<br />

cercano un<br />

testimone<br />

ostile al<br />

Divino<br />

Maestro<br />

mente disposti a produrre nei presenti il grande<br />

effetto narrato dall’Evangelista.<br />

Da parte sua, il cieco ha creduto nella parola di<br />

Gesù. Non ha pensato, per esempio, a quante volte<br />

si era già lavato nella piscina di Siloe, senza guarire,<br />

né se quel fango avesse potuto pregiudicare<br />

ancor più la sua salute. Commenta San Giovanni<br />

Crisostomo: “Si noti come il cieco avesse la disposizione<br />

a obbedire in tutto. [...] il suo unico obiettivo<br />

era di obbedire a Colui che gli ordinava. Nulla<br />

ha potuto dissuaderlo, nulla ha costituito ostacolo”.<br />

8 Egli ha fatto esattamente quanto Nostro Signore<br />

aveva ordinato, ed è stato ricompensato.<br />

Cattiva volontà davanti all’evidente miracolo<br />

8 “Allora i vicini e quelli che lo avevano<br />

visto prima, poiché era un mendicante,<br />

dicevano: ‘Non è egli quello che stava<br />

seduto a chiedere l’elemosina?’. 9 Alcuni<br />

dicevano: ‘È lui’; altri dicevano: ‘No, ma<br />

gli assomiglia’. Ed egli diceva: ‘Sono io!’<br />

10 Allora gli chiesero: “Come dunque ti<br />

furono aperti gli occhi?’. 11 Egli rispose:<br />

‘Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto<br />

del fango, mi ha spalmato gli occhi e<br />

mi ha detto: Và a Siloe e lavati! Io sono<br />

andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato<br />

la vista’. 12 Gli dissero: ‘Dov’è questo<br />

tale?’. Rispose: ‘Non lo so’”.<br />

Un fatto così straordinario come questo fu motivo<br />

di grande sensazione, commenti e discussioni<br />

tra “i vicini e coloro che erano abituati a<br />

vedere il cieco” nell’atto di chiedere l’elemosina.<br />

Il sintetico racconto evangelico non specifica<br />

se ci furono manifestazioni di entusiasmo, di<br />

incredulità o di odio. Tuttavia, pare certo che la<br />

prima reazione di alcuni fu, per lo meno, quella<br />

di “ignorare” l’evidenza <strong>della</strong> guarigione miracolosa.<br />

Indizio di ciò è il tono riservato delle risposte<br />

del felice beneficiario del miracolo.<br />

Cattiva fede e durezza di cuore dei farisei<br />

13 “Intanto condussero dai farisei quello<br />

che era stato cieco: 14 era infatti sabato<br />

il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango<br />

e gli aveva aperto gli occhi. 15 Anche<br />

i farisei dunque gli chiesero di nuovo come<br />

avesse acquistato la vista. Ed egli dis-<br />

14 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

se loro: ‘Mi ha posto del fango sopra gli<br />

occhi, mi sono lavato e ci vedo!’. 16 Allora<br />

alcuni dei farisei dicevano: ‘Quest’uomo<br />

non viene da Dio, perché non osserva<br />

il sabato’. Altri dicevano: ‘Come può<br />

un peccatore compiere tali prodigi?’. E<br />

c’era dissenso tra di loro’. 17 Allora dissero<br />

di nuovo al cieco: ‘Tu che dici di<br />

lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?’.<br />

Egli rispose: ‘È un profeta’. 18 Ma<br />

i Giudei non vollero credere di lui che<br />

era stato cieco e aveva acquistato la vista,<br />

finché non chiamarono i genitori di colui<br />

che aveva ricuperato la vista”.<br />

Al pari dell’incomprensione stabilitasi tra i farisei<br />

a proposito dell’accaduto, questi versetti rendono<br />

evidenti due aspetti dello stato del loro spirito.<br />

La cattiva fede: poco importandosene del favore<br />

dispensato da Nostro Signore allo sfortunato cieco,<br />

proferiscono contro di Lui la logora censura di violazione<br />

del sabato. E la durezza di cuore: anche di<br />

fronte all’evidenza, si rifiutano di credere in Gesù e<br />

interrogano il mendicante, non per appurare la verità,<br />

ma nella speranza di trovare un testimone ostile<br />

al Divino Maestro. “Lo interrogano riguardo alla<br />

visione ottenuta, non per sapere, ma per forgiare<br />

una calunnia e imporre la falsità”, 9 commenta San<br />

Tommaso. L’ex-cieco, al contrario, espleta in loro<br />

presenza un atto di fede in Gesù: “È un profeta”.<br />

Come si schivano i genitori del cieco<br />

“Chiamarono i genitori di colui che aveva<br />

ricuperato la vista. 19 E li interrogarono:<br />

‘È questo il vostro figlio, che voi dite<br />

esser nato cieco? Come mai ora ci vede?’.<br />

20 I genitori risposero: ‘Sappiamo<br />

che questo è il nostro figlio e che è nato<br />

cieco 21 come poi ora ci veda, non lo sappiamo,<br />

né sappiamo chi gli ha aperto gli<br />

occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà<br />

lui di se stesso’. 22 Questo dissero i suoi<br />

genitori, perché avevano paura dei Giudei;<br />

infatti i Giudei avevano già stabilito<br />

che, se uno lo avesse riconosciuto come<br />

il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.<br />

23 Per questo i suoi genitori dissero: ‘Ha<br />

l’età, chiedetelo a lui’”.


Gustavo kralj<br />

“Chi è, Signore, perché io creda in lui?”<br />

Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla<br />

con te è proprio lui”<br />

“Sacro Cuore di Gesù” – Cattedrale di Asunción,<br />

Paraguay<br />

I genitori del cieco non ebbero difficoltà a<br />

capire la malizia e l’odio che imperava in questa<br />

indagine dei farisei, e avevano motivi in sovrappiù<br />

per temerli, poiché l’espulsione dalla sinagoga<br />

avrebbe potuto avere gravi conseguenze<br />

nel campo civile, come l’esilio e la confisca<br />

dei beni. Per questo preferirono evitare qualsiasi<br />

possibilità di pronunciarsi riguardo a Gesù:<br />

Non sappiamo. Domanda a nostro figlio, lui è<br />

maggiorenne.<br />

Contrasto tra l’odio dei farisei e<br />

la saggezza del mendicante<br />

24 “Allora chiamarono di nuovo l’uomo<br />

che era stato cieco e gli dissero: ‘Dà gloria<br />

a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo<br />

è un peccatore’. 25 Quegli rispose:<br />

‘Se sia un peccatore, non lo so; una cosa<br />

so: prima ero cieco e ora ci vedo’. 26<br />

Allora gli dissero di nuovo: ‘Che cosa ti<br />

ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?’.<br />

27 Rispose loro: “Ve l’ho già detto e non<br />

mi avete ascoltato; perché volete udirlo<br />

di nuovo? Volete forse diventare anche<br />

voi suoi discepoli?’. 28 Allora lo insultarono<br />

e gli dissero: “Tu sei suo discepolo,<br />

noi siamo discepoli di Mosè! 29 Noi<br />

sappiamo infatti che a Mosè ha parlato<br />

Dio; ma costui non sappiamo di dove<br />

sia’. 30 Rispose loro quell’uomo: “Proprio<br />

questo è strano, che voi non sapete<br />

di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi!<br />

31 Ora, noi sappiamo che Dio non<br />

ascolta i peccatori, ma se uno è timorato<br />

di Dio e fa la sua volontà, egli lo<br />

ascolta. 32 Da che mondo è mondo, non<br />

s’è mai sentito dire che uno abbia aperto<br />

gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui<br />

non fosse da Dio, non avrebbe potuto<br />

far nulla’. 34 Gli replicarono: ‘Sei<br />

nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a<br />

noi?’. E lo cacciarono fuori”.<br />

Grande era l’ostinazione dei capi <strong>della</strong> sinagoga.<br />

Si nota in questi versetti, ancora una volta,<br />

la loro malevola insistenza nel tentativo di<br />

ottenere dal miracolato una dichiarazione contro<br />

il Signore. “I farisei cercavano nella sua risposta<br />

solamente un motivo per sminuire i fatti<br />

e negare che Cristo lo aveva guarito”, osserva<br />

padre Tuya. 10 Tuttavia, assistito dallo Spirito<br />

Santo, il mendicante rispose loro con puntualità,<br />

proprio come lo stesso Gesù avrebbe fatto in<br />

circostanze simili. “Che contrasto tra l’odio, l’astuzia<br />

e la violenza dei farisei, represse all’inizio,<br />

ma subito dopo dichiarate, e, dall’altro lato,<br />

la calma, l’abilità e la sottile ironia del mendicante<br />

che, sebbene apparentemente vinto, otterrà<br />

la vittoria!”, 11 commenta bene a proposito<br />

Fillion. È prevalsa la saggezza dell’uomo semplice<br />

fedele alla grazia sulla pretenziosa scienza<br />

dei farisei, divenendo lampante che il miracolo<br />

aveva beneficiato più profondamente la visione<br />

dell’anima che la visione del corpo.<br />

Quanto ai farisei, questi reagirono in base alla<br />

sua ostinazione: dopo aver insultato gravemente<br />

l’uomo che un’autorità giusta avrebbe<br />

dovuto trattare con ogni benevolenza, decretarono<br />

contro di lui la sentenza di scomunica.<br />

Una ragione in più per Gesù per attrarlo a<br />

Sé con la sua divina bontà. Commenta, a questo<br />

riguardo, Sant’Agostino: “Dopo molte cose,<br />

fu escluso dalla sinagoga dei giudei quello che<br />

È prevalsa<br />

la saggezza<br />

dell’uomo<br />

semplice<br />

fedele alla<br />

grazia sulla<br />

pretenziosa<br />

scienza dei<br />

farisei<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 15


Chi non<br />

riconosce la<br />

divinità di<br />

Gesù è un<br />

cieco di cuore<br />

era cieco e ora vedeva. Si infuriarono contro<br />

di lui e lo espulsero. Era questo che temevano<br />

i suoi genitori, come è stato dichiarato dall’Evangelista.<br />

[...] Temevano, infatti, di essere scacciati<br />

dalla sinagoga; egli non ha temuto ed è stato<br />

scacciato; i genitori vi sono rimasti. Ma egli è<br />

accolto da Cristo e può dire: ‘Perché mio padre<br />

e mia madre mi hanno abbandonato’. Cosa ha<br />

aggiunto? ‘Il Signore, però, mi ha preso sotto la<br />

sua protezione’. Vieni, o Cristo, e ricevilo; essi<br />

lo hanno scomunicato, accoglilo tu. Tu, l’Inviato,<br />

accogli l’escluso”. 12<br />

Il fulcro di quest’episodio<br />

35 “Gesù seppe che l’avevano cacciato<br />

fuori, e incontratolo gli disse: ‘Tu credi<br />

nel Figlio dell’uomo?’. 36 Egli rispose:<br />

‘E chi è, Signore, perché io creda in<br />

lui?’. 37 Gli disse Gesù: ‘Tu l’hai visto:<br />

colui che parla con te è proprio lui’: 38<br />

‘Ed egli disse: ‘Io credo, Signore!’. E gli<br />

si prostrò innanzi”.<br />

L’obiettivo di San Giovanni, nel narrare questo<br />

episodio, era, senza dubbio, rendere evidente<br />

il seguente punto: con la guarigione dalla cecità,<br />

quell’uomo ha ricevuto anche la fede nella<br />

divinità di Cristo.<br />

La domanda del Maestro è formulata con suprema<br />

sagacità. In diverse occasioni Egli Si definisce<br />

nei Vangeli come il Figlio dell’Uomo.<br />

Quest’espressione Lo proteggeva dalla malizia<br />

dei farisei che cercavano un pretesto per condannarLo,<br />

poiché poteva esser interpretata tanto<br />

come “l’uomo che Io sono”, quanto come<br />

una denominazione del Messia. 13 In fondo, Egli<br />

dava testimonianza <strong>della</strong> sua divinità per mezzo<br />

di un titolo del quale i farisei non avrebbero potuto<br />

trarre profitto per i loro insidiosi attacchi.<br />

Quando ha risposto al mendicante con le parole:<br />

“Tu Lo stai vedendo”, faceva menzione al<br />

1 ROYO MARÍN, OP, Antonio.<br />

Teología Moral para Seglares.<br />

5.ed. Madrid: BAC, 1979, v.I,<br />

pag.232.<br />

2 CUTTAZ, François Joseph.<br />

Nuestra vida de gracia (El Justo).<br />

Madrid: Studium, 1962,<br />

pag.28-29.<br />

16 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

3 TUYA, OP, Manuel de. Biblia<br />

comentada. Evangelios.<br />

Madrid: BAC, 1964, v.II,<br />

pag.941.<br />

4 Idem, pag.946.<br />

5 FILLION, Louis-Claude. Vida<br />

de Nuestro Señor Jesucri-<br />

duplice beneficio che gli aveva concesso: la visione<br />

naturale e il dono di credere nella sua divinità.<br />

Per questo il miracolato ha proclamato la<br />

sua fede prosternandosi davanti a Lui, in atteggiamento<br />

di adorazione, e probabilmente ha cominciato<br />

a seguire i discepoli.<br />

È ragionevole considerare che questo miracolo<br />

abbia concorso molto a confermare nella<br />

fede gli stessi Apostoli e, inoltre, abbia dato loro<br />

la possibilità di ponderare quanto più valga la<br />

con<strong>versione</strong> spirituale <strong>della</strong> guarigione dalla cecità<br />

materiale.<br />

La lettura del prossimo versetto ci farà intendere<br />

meglio questo aspetto <strong>della</strong> questione.<br />

La vera visione<br />

39 “Gesù allora disse: ‘Io sono venuto in<br />

questo mondo per giudicare, perché coloro<br />

che non vedono vedano e quelli che<br />

vedono diventino ciechi’”.<br />

Il Divino Maestro impiega qui il verbo “vedere”<br />

in due sensi: quello fisico e quello spirituale.<br />

Sant’Agostino così commenta questo passo:<br />

“Malgrado tutti, nascendo, abbiamo contratto<br />

il peccato originale, non per questo nasciamo<br />

ciechi; tuttavia, osservando bene, nasciamo ciechi<br />

anche noi. Infatti, chi non è nato cieco? Cieco<br />

di cuore. Tuttavia il Signore, che aveva fatto<br />

entrambe le cose, gli occhi e il cuore, ha guarito<br />

tanto gli uni quanto l’altro”. 14<br />

40 “Alcuni dei farisei che erano con lui<br />

udirono queste parole e gli dissero: ‘Siamo<br />

forse ciechi anche noi?’. 41 Gesù rispose<br />

loro: ‘Se foste ciechi, non avreste<br />

alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo,<br />

il vostro peccato rimane’”.<br />

Alla richiestra di alcuni farisei, il Signore Gesù<br />

risponde con un impressionante rimprovero.<br />

Infatti, se nonostante tutte le opere da Lui<br />

sto. Madrid: Rialp, 2000, v.II,<br />

pag.358-359.<br />

6 Cf. SAN GIOVANNI CRISO-<br />

STOMO. Homilías sobre el<br />

Evangelio de San Juan (30-<br />

60). Madrid: Ciudad Nueva,<br />

2001, v.II, pag.273.<br />

7 Idem, pag.282-283.


ealizzate, uno Lo considera soltanto<br />

in modo naturale e umano, senza riconoscere<br />

la sua divinità, costui è, di fatto,<br />

un cieco d’anima, un cieco di cuore.<br />

Al contrario, chi soffre di cecità corporale<br />

ma, per azione <strong>della</strong> grazia, crede<br />

nella divinità del Messia, costui è stato<br />

guarito dalla cecità spirituale, guarigione<br />

incomparabilmente più importante<br />

di quella <strong>della</strong> cecità fisica. Infatti, come<br />

afferma l’Apostolo, “quello che è visibile<br />

è passeggero, ma quello che è invisibile<br />

è eterno” (II Cor 4, 17).<br />

Questa è la bellezza <strong>della</strong> liturgia di<br />

oggi, che mette in risalto la meraviglia<br />

<strong>della</strong> visione soprannaturale.<br />

III – lascIamo le tenebre<br />

DI qUesto monDo<br />

Il fulcro di questo Vangelo ci è sintetizzato<br />

da San Paolo nella sua Lettera<br />

agli Efesini, anch’essa proposta alla nostra considerazione<br />

in questa domenica <strong>della</strong> gioia: “Se<br />

un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore”<br />

(Ef 5, 8).<br />

Essendo nati con il peccato originale, infatti,<br />

resteremo nelle tenebre per comprendere il soprannaturale<br />

fino a che non riceveremo la luce<br />

<strong>della</strong> grazia con il Battesimo. Questa è incomparabilmente<br />

superiore alla stessa luce solare.<br />

“Quello che è il Sole per il mondo sensibile, lo<br />

è Dio per il mondo spirituale: la luce <strong>della</strong> giustizia<br />

e <strong>della</strong> verità eterna, <strong>della</strong> più elevata bellezza<br />

e dell’amore infinito, <strong>della</strong> più pura santità<br />

e <strong>della</strong> più perfetta felicità”, 15 afferma padre<br />

Scheeben.<br />

Nel nostro apostolato, sforziamoci, dunque,<br />

di aiutare gli altri a recuperare la vista spirituale,<br />

perché così potranno contemplare i riflessi<br />

<strong>della</strong> luce divina nella creazione e ordinare la<br />

loro vita in funzione di questa Luce che è Ge-<br />

8 Idem, pag.283-284.<br />

9 SAN TOMMASO D’AQUI-<br />

NO. Comentario al Evangelio<br />

según San Juan. Buenos Aires:<br />

Ágape, 2008, t.V, pag.22.<br />

10 TUYA, op. cit., pag.1163.<br />

11 FILLION, op. cit., pag.362.<br />

La grazia del Battesimo è incomparabilmente superiore alla luce solare<br />

12 SANT’AGOSTINO. Enarrationes<br />

in Ps. 130, 4. In: Obras<br />

de San Agustín. 2.ed. Madrid:<br />

BAC, 1965, v.X, pag.630-631.<br />

13 Cf. LÉON-DUFOUR, SJ,<br />

Xavier (Org.). Vocabulário de<br />

Teologia Bíblica. Petrópolis:<br />

Vozes, 1972, pag.365-366.<br />

Tramonto veduto dalla Casa Madre<br />

degli Araldi del Vangelo – San Paolo del Brasile<br />

sù Cristo e la Santa Chiesa Cattolica Apostolica<br />

Romana.<br />

Presentandoci questo magnifico Vangelo<br />

sulla luce nella 4ª Domenica di Quaresima,<br />

la Chiesa ci offre un particolare coraggio per<br />

avanzare con animo risoluto nella vita spirituale.<br />

A volte vacilliamo, ci lasciamo trascinare<br />

dalle nostre cattive inclinazioni e sentiamo che<br />

mettiamo a repentaglio la nostra perseveranza<br />

sulla via <strong>della</strong> santificazione. In questi momenti,<br />

ricordiamoci <strong>della</strong> guarigione del cieco dalla<br />

nascita e consideriamo che, se Dio ha permesso<br />

che cadessimo in una debolezza, Egli è attento<br />

a intervenire in qualsiasi momento per restaurare<br />

in noi la vita divina. Con le preghiere<br />

e la mediazione materna di Maria, ci troveremo<br />

purificati a contemplare la luce del Cero<br />

Pasquale, simbolo anch’esso di questa Luce che<br />

ci è stata data con la Resurrezione di Cristo e<br />

che arriva a noi attraverso i Sacramenti. <br />

14 SANT’AGOSTINO. Enarrationes<br />

in Ps. 136, 2. In: op.<br />

cit., pag.642.<br />

15 SCHEEBEN, Matthias-Joseph.<br />

As maravilhas da graça<br />

divina. Petrópolis: Vozes,<br />

1952, pag.147.<br />

Nel nostro<br />

apostolato,<br />

sforziamoci,<br />

di aiutare<br />

gli altri a<br />

recuperare<br />

la vista<br />

spirituale<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 17<br />

Luis Alberto Blanco


Particolare <strong>della</strong> “Resurrezione di Cristo”<br />

(1440-1441) - Convento di San Marco, Firenze<br />

“Se non fosse stato<br />

domenicano, il Beato<br />

Angelico non sarebbe<br />

stato l’artista che è stato”.<br />

Questa osservazione<br />

di uno dei suoi biografi<br />

trova piena giustificazione<br />

nell’opera del nostro<br />

Beato, il quale si abbeverò<br />

alle fonti <strong>della</strong> Summa<br />

Teologica per plasmare<br />

la sua concezione<br />

dell’uomo, dell’esistenza<br />

e dell’eternità, prima di<br />

dar loro vita per mezzo del<br />

pennello<br />

18 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Il pittore del<br />

soprannaturale<br />

Scende la sera nella bella Firenze.<br />

Per le sue strette vie<br />

s’incrociano mercanti avidi<br />

di lucro e artisti assetati<br />

di celebrità. Si diffonde nell’aria un<br />

mormorio irrequieto, che va da discussioni<br />

sul prezzo del frumento fino<br />

ad accalorate polemiche sul merito<br />

di un nuovo stile di facciata. Da<br />

lontano si ode qualcuno declamare<br />

passi di Dante e il suono di un liuto<br />

indica la presenza di un trovatore.<br />

È la vita rinascimentale del Quattrocento<br />

che palpita nelle arterie <strong>della</strong><br />

città, dove i geni <strong>della</strong> scultura, architettura,<br />

pittura e letteratura disputano<br />

lo spazio nelle vie, mentre<br />

bramano un posto di spicco nel firmamento<br />

dei grandi dell’arte.<br />

A pochi isolati di distanza da<br />

quest’ambiente umanistico, una realtà<br />

molto diversa circonda un altro talento.<br />

Nel silenzio claustrale del convento<br />

di San Marco, in cima a un’impalcatura,<br />

sussurrando preghiere, un<br />

frate traccia con mano ferma disegni<br />

sulla parete e dipinge con tinte di colore<br />

estasiante, preparate da lui stesso<br />

secondo ricette insegnate dagli antichi.<br />

Le sue mani abili raffigurano<br />

angeli, Madonne, santi e personaggi<br />

biblici, componendo scene che edificano<br />

e suscitano ammirazione.<br />

I suoi confratelli non ignorano il<br />

valore del suo estro, né la sua predi-<br />

Suor Carmela Werner Ferreira, EP<br />

lezione per gli angeli, che sa dipingere<br />

alla perfezione; per questo, lo<br />

chiamano affettuosamente con l’appellativo<br />

con il quale sarebbe passato<br />

alla Storia: Beato Angelico.<br />

Vocazione religiosa e artistica<br />

Guido di Pietro Trosini – questo<br />

era il suo nome prima di diventare<br />

religioso – nacque nel villaggio agricolo<br />

di Vicchio di Mugello, in prossimità<br />

del capoluogo <strong>della</strong> Toscana.<br />

La cronologia del venerato pittore è<br />

piuttosto incerta, a causa <strong>della</strong> scarsezza<br />

di fonti documentali, ragione<br />

per cui gli studiosi situano la sua nascita<br />

tra gli anni 1387 e 1400.<br />

Trascorse l’infanzia nel villaggio<br />

natio e, a un certo punto <strong>della</strong> sua<br />

gioventù, si trasferì con la famiglia a<br />

Firenze. Prima di compiere vent’anni,<br />

s’iscrisse nell’officina artistica<br />

<strong>della</strong> Compagnia di San Nicola, dove<br />

apprese in poco tempo i segreti<br />

<strong>della</strong> miniatura e <strong>della</strong> pittura su tavola<br />

con il celebre Lorenzo Monaco.<br />

Oltre alla vena artistica, non tardò<br />

a rivelarsi la vocazione religiosa,<br />

che egli avvertì chiaramente durante<br />

una predica del Beato Giovanni Dominici,<br />

nella Chiesa di Santa Maria<br />

Novella. Questo domenicano di riconosciuta<br />

originalità e santità fu lo<br />

strumento <strong>della</strong> grazia per invitare<br />

il giovane Guido tra le fila dei frati


Foto: Gustavo Kralj<br />

predicatori, indicandogli con la sua<br />

forza persuasiva e l’esempio personale,<br />

la via di vita evangelica delineata<br />

da San Domenico di Guzman.<br />

Poco dopo tale predica, eccolo alle<br />

porte del Convento di San Domenico<br />

a Fiesole, a chiedere di essere ammesso.<br />

Portò con sé suo fratello Benedetto,<br />

ed entrambi furono accolti<br />

con giubilo dalla comunità. Per conservare<br />

un elevato ricordo <strong>della</strong> figura<br />

di Giovanni Dominici, volle essere<br />

chiamato anche lui Giovanni nella<br />

vita consacrata, e sperimentò in questo<br />

convento le gioie primaverili che<br />

di solito inondano l’anima dei novizi.<br />

Il carisma dell’ordine<br />

proiettato sulle tele<br />

Seguirono gli anni di studi filosofici<br />

e teologici, che avrebbero fatto<br />

di lui un profondo conoscitore <strong>della</strong><br />

dottrina cristiana, un tomista ardente<br />

e un sacerdote di solida devozio-<br />

“La Deposizione dalla Croce “ (1432-1434) - Museo del Convento di San Marco, Firenze<br />

ne. Durante questo periodo, il priore<br />

del convento, il futuro Arcivescovo<br />

Sant’Antonino di Firenze, ebbe<br />

un’intuizione, certamente ispirata<br />

dall’alto: comprese, infatti, che il<br />

talento artistico di Fra Giovanni costituiva<br />

un ausilio efficace alla predicazione<br />

<strong>della</strong> Parola di Dio. Capì<br />

che non era necessario allontanarlo<br />

dalla tavolozza e dai pennelli per la<br />

realizzazione <strong>della</strong> sua vocazione; al<br />

contrario, lo incoraggiò a proiettare<br />

sulle tele la ricchezza del carisma<br />

del suo Ordine: egli seppe farlo meglio<br />

di chiunque altro.<br />

Infatti, l’esistenza del Beato Angelico<br />

e tutta la sua opera artistica<br />

si basano sulla spiritualità domenicana.<br />

Convinto che lo stesso soffio<br />

dello Spirito Santo che animava<br />

i confratelli sul pulpito avrebbe<br />

dovuto dare impulso al suo pennello,<br />

abbracciò l’idea di predicare con<br />

le immagini, come gli altri facevano<br />

con la parola. “Se il pittore domenicano<br />

consuma ore nel laboratorio, è<br />

per pura necessità spirituale, perché<br />

vuole essere conforme alla sua vocazione<br />

religiosa”, commenta un biografo<br />

dell’attualità 1 Senza partire<br />

da questo presupposto, non lo comprenderemo<br />

mai completamente, né<br />

apprezzeremo tutto lo splendore del<br />

suo lascito.<br />

Nell’armoniosa alternanza tra gli<br />

obblighi <strong>della</strong> vita comunitaria e l’apostolato<br />

attraverso l’arte, l’opera<br />

svolta dal frate pittore fu molto ampia<br />

e feconda. La tradizione la divide<br />

in tre grandi fasi, relative agli anni<br />

trascorsi nelle città dove visse:<br />

Fiesole, Firenze e Roma.<br />

Primi anni a Fiesole<br />

Il periodo fiesolano (1420-1438)<br />

è il più esteso. Il significativo elenco<br />

di opere realizzate in questi diciotto<br />

anni va dalle commissioni per chiese<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 19


celebri, e per lo stesso convento domenicano,<br />

fino a richieste di famiglie<br />

facoltose, desiderose di decorare con<br />

splendore le cappelle dei loro palazzi.<br />

Tra le opere più importanti di<br />

quest’epoca si annoverano La discesa<br />

dalla Croce, fatta in collaborazione<br />

con il maestro Lorenzo Monaco,<br />

che oggi si trova nel Museo di San<br />

Marco, a Firenze; L’Annunciazione,<br />

conservata nel Museo del Prado di<br />

Madrid; L’Incoronazione <strong>della</strong> Vergine,<br />

attualmente al Louvre di Parigi.<br />

Il Beato Angelico fu per tre volte<br />

priore del convento domenicano di<br />

Fiesole, fondato dal Beato Giovanni<br />

Dominici con l’obiettivo esplicito<br />

di promuovere la riforma dell’Ordine<br />

incoraggiata da Santa Caterina<br />

da Siena. Il suo operato, pertanto,<br />

sia come superiore religioso, sia come<br />

pittore, tende a valorizzare l’essenza<br />

<strong>della</strong> spiritualità domenicana,<br />

l’osservanza <strong>della</strong> Regola, e contiene<br />

una nota di austerità che non sarà<br />

mai assente dalle sue composizioni.<br />

Anche nelle tele di grande magnificenza,<br />

dove abbondano l’oro e<br />

gli ambienti di palazzo, i personaggi<br />

si mantengono sobri, modesti ed<br />

estranei alle attrattive materiali.<br />

Fiesole, tuttavia, rappresenta solamente<br />

la prima tappa <strong>della</strong> traiettoria<br />

di Fra Giovanni, e certamente<br />

quella di cui avrebbe conservato<br />

i più teneri ricordi. Altri e maggiori<br />

erano i piani che il Signore gli aveva<br />

riservato, da esser realizzati non più<br />

nel ritiro di una piccola cittadina toscana,<br />

ma nel cuore turbolento <strong>della</strong><br />

Città del Giglio Rosso.<br />

20 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Gli affreschi del convento<br />

di San Marco<br />

Parlare di Firenze nell’epoca in<br />

cui qui visse l’Angelico porta, presto<br />

o tardi, a parlare <strong>della</strong> famiglia Medici.<br />

Questa si incrociò anche nella<br />

vita del nostro beato e <strong>della</strong> comunità<br />

domenicana quando uno dei<br />

suoi proceri, il potente conte Cosimo,<br />

chiese con insistenza al Papa<br />

Eugenio IV di affidare ai frati, tanto<br />

virtuosi, un certo convento abbandonato,<br />

nell’intento di rivitalizzare<br />

uno spazio che gli sembrava degno<br />

di essere utilizzato. Il pontefice<br />

concordò e, nell’anno 1438, giunsero<br />

dalla vicina Fiesole vari religiosi<br />

di quest’ordine per dare impulso ai<br />

lavori di ricostruzione e introdurre a<br />

Firenze una riforma spirituale <strong>della</strong><br />

quale la città molto necessitava. Fra<br />

Angelico si trovava fra loro.<br />

Dell’antico convento – ricostruito<br />

sotto il patrocinio di Cosimo de Medici<br />

– poco restò oltre al nome di San<br />

Marco. Man mano che le nuove pareti<br />

erano concluse, diventavano campo<br />

d’azione per il frate pittore. Stupito<br />

per le doti del giovane artista, il potentato<br />

fu disposto a finanziare le non<br />

piccole spese materiali degli affreschi;<br />

poiché dare elemosine non gli costava<br />

nessun sacrificio finanziario, Fra Giovanni<br />

poté realizzare senza difficoltà<br />

un magnifico lavoro.<br />

Il periodo fiorentino del Beato<br />

Angelico (1439-1445) fu tutto dedicato<br />

alla pittura del Convento di<br />

San Marco, il quale costituisce la sua<br />

opera magna e il maggior tesoro che<br />

ci ha lasciato. Per la dedicazione del-<br />

Scene <strong>della</strong> vita di San Domenico - Piedestallo del Trittico di Cortona (1436-1437)<br />

la chiesa conventuale, accorse anche<br />

il Sommo Pontefice, il quale restò<br />

ammirato percorrendo le celle dei<br />

frati: tutte erano decorate con magnifiche<br />

pitture murali raffiguranti<br />

scene del Vangelo. Stupefatto di<br />

fronte ad un simile talento, Eugenio<br />

IV convocò Fra Giovanni per abbellire<br />

il Vaticano. Il santo pittore non<br />

poteva non accettare, anche perché,<br />

come sottolinea un autore, la Chiesa<br />

non lo aveva convocato per un mero<br />

lavoro artistico, ma “il suo contributo<br />

era sollecitato per contrastare la<br />

forza dell’Umanesimo pagano”. 2<br />

A Roma, convocato dal Papa<br />

Inizia così il periodo romano<br />

(1445-1455), frammezzato da una<br />

permanenza di tre anni (1450-1452)<br />

nella sua cara Fiesole e da alcuni<br />

brevi soggiorni a Orvieto.<br />

Si devono al suo incomparabile<br />

genio varie opere nel Palazzo Apostolico,<br />

come gli affreschi <strong>della</strong> Cappella<br />

Nicolina – così chiamata in<br />

onore del successore di Eugenio IV<br />

– che ritraggono la vita di Santo Stefano<br />

e di San Lorenzo e costituiscono<br />

una delle maggiori preziosità dei<br />

Musei Vaticani. Purtroppo, le pitture<br />

eseguite nella Cappella del Santissimo<br />

Sacramento e nel gabinetto<br />

di lavoro del Sommo Pontefice furono<br />

distrutte nel secolo XVI.<br />

Durante la sua permanenza a Roma,<br />

Papa Eugenio IV, gli offrì l’Arcivescovado<br />

di Firenze. Per umiltà,<br />

egli rifiutò e suggerì per quest’alta<br />

dignità il suo confratello Sant’Antonino.<br />

Questo suggerimento, accolto


senza esitazione dal Pontefice, non<br />

poteva esser stato più felice.<br />

Fra Angelico si preparava a ornare<br />

la Basilica di Santa Maria sopra<br />

Minerva, adiacente al convento nel<br />

quale risiedeva a Roma, quando il<br />

Signore lo chiamò a Sé, il 18 febbraio<br />

1455. La sua morte fu serena, tale<br />

come la vita; i contemporanei non<br />

solo elogiarono le sue tele e gli affreschi,<br />

ma seppero apprezzare in<br />

lui anche la virtù, al punto da iscrivere<br />

sulla lapide del pittore: “Meritò<br />

la gloria più per la sua carità che per<br />

la sua arte”. Lo stesso potremmo affermare<br />

noi, poiché, anche se non lo<br />

abbiamo conosciuto in vita, possiamo<br />

ammirare le sue opere, a testimonianza<br />

che, più che un artista, il<br />

Beato Angelico fu un santo.<br />

Lo spirito trionfa sulla materia<br />

Soffermiamoci per alcuni istanti<br />

sulle incantevoli pitture di questo<br />

maestro del pennello e penetriamo<br />

nell’atmosfera soprannaturale che<br />

lui, come nessun altro, seppe creare.<br />

I personaggi trascendono in tal modo<br />

le debolezze <strong>della</strong> nostra natura<br />

decaduta, da farci quasi dire che<br />

sono esenti da macchia originale. “I<br />

suoi affreschi e polittici”, afferma il<br />

professor Plinio Corrêa de Oliveira,<br />

“ritraggono uomini per i quali questa<br />

vita è l’anticamera di quella celeste.<br />

Egli riproduce nelle sue pitture<br />

persone imbevute di una luce, chiarore<br />

e levità inesistenti nella quotidianità<br />

reale. 3<br />

Nelle loro figure virtuose abita<br />

una pace coinvolgente e contagiosa,<br />

Particolare <strong>della</strong> “Incoronazione <strong>della</strong> Madonna “ (1432) - Galleria degli Uffizi, Firenze<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 21


capace di placare chi li contempla e<br />

infondere un poco delle loro intraducibili<br />

gioie celesti.<br />

Rifulgono in loro, inoltre, in sommo<br />

grado le virtù <strong>della</strong> temperanza e<br />

<strong>della</strong> castità, molto ben espresse nella<br />

leggerezza dei gesti, nella modestia<br />

dei modi e nei volti. Sono figure,<br />

aggiunge l’autore stesso, dotate di un<br />

fulgore che sprigiona dal loro intimo<br />

e che illumina tutto il loro essere.. Sono<br />

figure nelle quali lo spirito trionfa<br />

sulla materia, l’elemento più nobile<br />

prevale sugli istinti inferiori. Poiché<br />

lo spirito è chiaro, mentre la materia è<br />

opaca, l’intenzione dell’artista è esattamente<br />

quella di rappresentare questa<br />

irradiazione dello spirito”. 4<br />

I celebri angeli possiedono espressioni<br />

limpide e si presentano pronti a<br />

percorrere le vastità siderali per compiere<br />

una volontà divina. Sono spiriti<br />

pacifici, non sottomessi alla legge<br />

<strong>della</strong> gravità, che trasmettono un<br />

messaggio semplice ma carico di gioia<br />

e benedizione. Essi ci parlano del<br />

Cielo, dove potremo udire le melodie<br />

dei loro strumenti d’oro e godremo<br />

l’anelata visione beatifica, alla quale<br />

essi già partecipano. Ci suggeriscono<br />

che solo qualcuno con uguale temperanza<br />

e lo stesso senso d’armonia,<br />

potrebbe ritrarli così bene.<br />

Il Beato Angelico non conobbe<br />

l’invidia o, più probabilmente, ebbe<br />

una grandezza d’animo per rigettare<br />

questo vizio al punto da vivere e<br />

dipingere come se esso non esistesse.<br />

Persino l’insospettabile Hegel,<br />

sorpreso di incontrare tanto candore,<br />

doveva confessare: “Fra Angelico<br />

ha creato un’opera che non è stata<br />

mai superata nella profonda sincerità<br />

<strong>della</strong> sua concezione”. 5<br />

Contemplare la sua pittura è, insomma,<br />

ricevere una grande e sublime<br />

lezione di spirito cattolico, nella<br />

quale scopriamo una rappresentazione<br />

del genere umano forse distante<br />

da quello che è, ma molto<br />

prossima a quello che dovrebbe essere.<br />

22 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Anima medievale<br />

in pieno Rinascimento<br />

A somiglianza di un bocciolo di<br />

rosa, il quale, tagliato dal roseto,<br />

apre ancora graziosamente i suoi petali<br />

lontano dalle radici, si può affermare<br />

che il Beato di Fiesole possedette<br />

un’anima medievale quando<br />

era già terminato il Medioevo. I critici<br />

d’arte si mostrano unanimi su questo<br />

particolare: “La pittura del Beato<br />

Angelico fu definita espressione<br />

di un’ispirazione religiosa tipicamente<br />

medievale, una pittura di una serenità<br />

che non conosce turbamenti e<br />

che nasce in un ambiente paradisiaco<br />

continuamente inondato di luce”. 6<br />

Infatti, non si nota nelle sue pitture<br />

diafane quell’esaltazione dell’elemento<br />

umano, caratteristica del Rinascimento,<br />

e molto meno l’intemperanza<br />

con la quale questi hanno cercato<br />

di esprimere ad ogni costo, in<br />

opere poco discrete, fruizioni terrene<br />

molto intense che producono allo<br />

stesso tempo delizie e angosce.<br />

Fra Angelico non partecipava a<br />

questo spirito, perché la sua unione<br />

con Dio gli faceva comprendere che<br />

l’uomo è grande solo quando è umile,<br />

e ogni gioia umana deve essere<br />

un riflesso del gaudio soprannaturale<br />

proveniente dallo stato di grazia e<br />

da una vita virtuosa.<br />

La sua condotta personale si armonizzò<br />

con la concezione artistica;<br />

in entrambe egli si mostra “perfettamente<br />

puro e casto, umile e luminoso”.<br />

7 Questo è l’aspetto per il quale<br />

egli più si distanzia dai suoi contemporanei.<br />

“Ad eccezione del Beato<br />

Angelico”, afferma uno storico, “non<br />

esiste forse un artista di quest’epoca<br />

che, accanto a scene evangeliche,<br />

nelle sue opere non ne affianchi molte<br />

altre di senso opposto”. 8<br />

Tecnica prodigiosa e audace<br />

In contropartita – e qui il paradosso<br />

rende più evidente il suo genio<br />

–,egli è all’avanguardia di tutto il<br />

progresso pittorico raggiunto a quel<br />

tempo: “Non rimase insensibile alle<br />

grandi innovazioni artistiche e a tutto<br />

quello che stava accadendo all’esterno<br />

delle mura del monastero”. 9<br />

Tracciava in prospettiva con più qualità<br />

rispetto a tutti gli altri seguaci di<br />

Giotto, ed anche vestiva splendidamente<br />

i suoi angeli secondo i modelli<br />

dei famosi tessuti prodotti a Siena.<br />

Chi studia la sua pittura trova vestigia<br />

di una crescente assimilazione<br />

delle innovazioni stilistiche dell’epoca:<br />

“Questo avanzamento progressivo<br />

delle nuove forme, che si scoprono<br />

poco a poco nella sua pittura, dimostra<br />

che fu ricettivo <strong>della</strong> lezione<br />

culturale <strong>della</strong> sua società e dei suoi<br />

colleghi”. 10 Attento alle scoperte e<br />

agli incrementi operati dai coetanei,<br />

ed essendo egli stesso uno scopritore<br />

di prima linea, Fra Angelico comprese<br />

come trarre profitto dalle nuove<br />

possibilità e invenzioni, per una maggior<br />

efficacia dell’apostolato.<br />

Molte delle sue pitture sono capolavori<br />

del Primo Rinascimento e influenzarono<br />

in larga misura le successive<br />

generazioni di pittori, circoscrivendo<br />

quanto di meglio si era riusciti<br />

fino allora a attingere. Il Giudizio Finale,<br />

attualmente nel Museo del Convento<br />

di San Marco, ostenta una tecnica<br />

prodigiosa ed è la più ardita opera<br />

in prospettiva dell’epoca. Anche la<br />

sua privilegiata capacità di esprimere<br />

i sentimenti religiosi è considerata come<br />

punto di riferimento.<br />

Si deve menzionare anche la bellezza<br />

delle tinte, composte in circostanze<br />

ben diverse dalle attuali, che<br />

sono ricche di risorse tecnologiche.<br />

Prodotte dall’ingegno dell’Angelico,<br />

presentano una travolgente varietà<br />

cromatica, impiegata con audacia e<br />

buon gusto. La sua predilezione per<br />

l’azzurro è manifesta, esplorato nelle<br />

sue diverse tonalità, soprattutto<br />

l’azzurro <strong>della</strong> Germania, l’indaco<br />

e l’azzurro oltremare. La materia<br />

prima di questa tinta era il lapislazzuli,<br />

elemento molto raro e prezioso<br />

in quella regione, e nobilitato an-


Chi studia la pittura del Beato Angelico trova tracce di una crescente<br />

assimilazione delle innovazioni stilistiche dell’epoca<br />

A sinistra: “Vescovo Santo” (probabilmente Sant’Alessandro) - Metropolitan Museum of Art di New York.<br />

A destra: “Discesa al Limbo,” dettaglio dell’Armadio degli Argenti - Convento di San Marco, Firenze<br />

cor più dall’uso impari che l’artista<br />

ha saputo dargli.<br />

Veramente, quest’uomo spirituale,<br />

dimentico delle cose terrene, ha<br />

saputo renderle meglio che molti artisti<br />

del suo secolo, attenti a ogni novità,<br />

ma dimentichi delle cose di Dio.<br />

Il San Tommaso <strong>della</strong> pittura<br />

“Se non fosse stato domenicano”,<br />

Fra Angelico “non sarebbe stato l’artista<br />

che è stato”. 11 Questa osservazione<br />

di uno dei suoi biografi trova<br />

piena giustificazione nell’opera del<br />

nostro Beato, il quale si abbeverò alle<br />

fonti <strong>della</strong> Summa Teologica per plasmare<br />

la sua concezione dell’uomo,<br />

1 ITURGÁIZ, OP, Domingo.<br />

El Angélico: pintor<br />

de Santo Domingo<br />

de Guzmán. Salamanca:<br />

San Esteban, 2000, p.91.<br />

2 Idem, pag.92.<br />

3 CORRÊA DE OLIVEI-<br />

RA, Plinio. O pintor do<br />

sobrenatural. In: Dr. Plinio.<br />

São Paulo. Ano<br />

VI. N.60 (Março 2003);<br />

pag.32.<br />

4 Idem, pag.33.<br />

dell’esistenza e dell’eternità, prima<br />

di dar loro vita per mezzo del pennello:<br />

“Fra Giovanni collocherà tutta la<br />

sua opera pittorica su questa giustificazione<br />

dottrinale <strong>della</strong> scolastica di<br />

San Tommaso d’Aquino”. 12<br />

È realmente palpabile la consonanza<br />

tra le pitture del Beato Angelico<br />

e il pensiero del Dottor Angelico,<br />

al punto che si può dire che<br />

il primo traspose al campo artistico<br />

la dottrina del secondo. Questa reversibilità,<br />

sintesi meravigliosa dello<br />

spirito cristiano, ha reso a Fra Giovanni<br />

da Fiesole il titolo di San Tommaso<br />

<strong>della</strong> pittura, poiché il pittore<br />

raggiunse, nel suo campo specifico<br />

5 HEGEL, George W. F.,<br />

apud DÍAZ FERNÁN-<br />

DEZ, José María. Beato<br />

Angélico o Juan<br />

de Fiésole. In: ECHE-<br />

VERRÍA, L., LLORCA,<br />

B., BETES, J. (Org.).<br />

Año Cristiano. Madrid:<br />

BAC, 2003, v.II, pag.377.<br />

6 NESTI, Riccardo. Florença:<br />

história, arte, folclore.<br />

Firenze: Becocci, 1996,<br />

pag.42.<br />

7 DANIEL-ROPS, Henri.<br />

A Igreja da Renascença<br />

e da Reforma. São Paulo:<br />

Quadrante, 1996, t.1,<br />

v.4, pag.190.<br />

8 Idem, pag.191.<br />

9 NESTI, op. cit., pag.42.<br />

10 ITURGÁIZ, op. cit.,<br />

pag.89.<br />

11 GUIMARÃES FIL-<br />

HO, Luís. Fra Angélico.<br />

Rio de Janeiro: A noite,<br />

1937, pag.198.<br />

di attuazione, una genialità simile a<br />

quella del teologo.<br />

Oggi, trascorsi quasi sei secoli<br />

dalla dipartita di Fra Angelico, il miglior<br />

modo di conoscerlo continua<br />

a essere il contemplare le sue tele e<br />

i suoi affreschi, e percepire in queste<br />

opere artistiche il rigoglio <strong>della</strong><br />

sua fede, l’innocenza <strong>della</strong> sua anima<br />

e la purezza di un cuore che ha<br />

amato Dio sopra ogni cosa. Certamente,<br />

la sua opera è fissata ai vertici<br />

dell’immortalità e <strong>della</strong> gloria, e<br />

rimarrà per sempre come “un inno<br />

di rendimento di grazie, dove l’universo<br />

sembra attraversato dai raggi<br />

dorati dell’amore del Creatore”. 13 <br />

12 ITURGÁIZ, op. cit., p.52.<br />

13 LUCAS-DUBRETON,<br />

Jean. A vida quotidiana<br />

em Florença no tempo<br />

dos Médicis. Lisboa:<br />

Livros do Brasil, s.d.,<br />

pag.215.<br />

14 ITURGÁIZ, op. cit.,<br />

pag.99.<br />

15 WIRTZ, Rolf C. Arte e<br />

arquitectura: Florença.<br />

Colónia: Könemann,<br />

2001, pag.329-330.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 23


Gli affreschi del convento di san Marco<br />

Il convento di San Marco e il<br />

Beato Angelico sono nomi indissociabili.<br />

Nel corso di sei<br />

anni (1439-1445), il pittore concentrò<br />

il suo impegno per rendere questo<br />

edificio una sorta di Vangelo illustrato<br />

e colorato, dove 54 grandi<br />

composizioni murali adornano<br />

47 celle e altri ambienti, nei quali<br />

si possono contare più di 300 figure<br />

umane. Si tratta di un lavoro monumentale,<br />

promosso dalla volontà dei<br />

Medici, dell’architetto Michelozzi e<br />

del priore di San Marco, di ultimare<br />

con una decorazione adeguata,<br />

tutto lo sforzo speso nella nuova costruzione.<br />

La prima e modesta intenzione<br />

di Fra Angelico era di edificare<br />

i frati e aiutarli nella meditazione,<br />

ma questo lavoro era destinato<br />

ad assumere un rilievo ben più ampio:<br />

“Il ciclo pittorico di San Marco<br />

si mostra come una manifestazione<br />

artistico - culturale di tale qualità<br />

intellettuale, di tale ispirazione spirituale,<br />

che deve senza dubbio esser<br />

situato tra le più elevate conquiste<br />

di tutto il secolo XV”. 14<br />

La sua pianificazione è semplice.<br />

Studi approfonditi mostrano che la<br />

scelta dei passi biblici ritratti non<br />

obbedisce a un criterio prestabilito,<br />

ma sboccia spontaneamente<br />

dall’ispirazione dell’artista. Questo<br />

conferisce all’insieme una nota<br />

di speciale naturalità e sorpresa,<br />

facendo di ogni cella o angolo di<br />

24 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Il Vangelo<br />

illustrato<br />

corridoio una gradevole successione<br />

pittorica fuori da qualsiasi schema.<br />

Si possono scoprire mani di<br />

collaboratori, che eseguono un<br />

lavoro ovviamente inferiore rispetto<br />

al maestro.<br />

La nota preponderante degli<br />

affreschi di San Marco è la<br />

semplicità, frutto del desiderio<br />

dell’artista di presentare il<br />

valore intrinseco del passo<br />

ritratto, senza trattenere<br />

l’osservatore con elementi capaci<br />

di distrarlo da questo linguaggio<br />

spirituale. “Gli affreschi che<br />

Fra Angelico dipinse nelle celle<br />

del dormitorio di San Marco<br />

si caratterizzano, soprattutto,<br />

per la forza espressiva del suo<br />

sobrio linguaggio pittorico,<br />

per la struttura chiara <strong>della</strong><br />

composizione e per l’assenza di<br />

qualsiasi particolare mondano<br />

[…]. In accordo col carattere di<br />

un’opera che vuole suscitare la<br />

devozione, il linguaggio espressivo<br />

è semplice e discreto, adeguato al<br />

luogo e al fine che si propone”. 15<br />

Nel Convento di San Marco<br />

tutto è degno di nota, e incorreremo<br />

in parzialità se scegliessimo un<br />

aspetto da evidenziare a detrimento<br />

di altri. Ci tocca ripetere con<br />

l’Autore Sacro, riguardo a questa<br />

piccola porzione di paradiso ideata<br />

dall’Angelico, che lì ogni singola<br />

cosa è buona, ma l’insieme è “molto<br />

buono” (cfr. Gn 1, 1-31). <br />

4


1 2<br />

5<br />

Alcuni degli affreschi del Convento di San Marco: 1. Adorazione dei Magi (particolare), 2. Presentazione al tempio,<br />

3. Bacio di Giuda, 4. Crocifissione, 5. Preparazione per la sepoltura, 6. “Noli me tangere”<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 25<br />

3<br />

6


Mozambico – Missionari degli Araldi del Vangelo hanno portato un po’ di consolazione e gioia, in visita<br />

all’Ospedale Generale <strong>della</strong> Machava, a Maputo. La statua di Gesù Bambino ha percorso le camere degli infermi e<br />

sono state distribuite a tutti le medaglie <strong>della</strong> Madonna delle Grazie (foto in alto).<br />

Spagna – Gli anziani internati nell’Ospizio di Nazaret, a<br />

Murcia, sotto la custodia delle Suore Missionarie <strong>della</strong><br />

Sacra Famiglia, hanno ricevuto la visita degli Araldi.<br />

Messico – Il parroco <strong>della</strong> Chiesa San Giuseppe, a<br />

Guadalajara, ha benedetto altre tredici Icone che hanno<br />

ulteriormente potenziato il pellegrinaggio nella regione.<br />

26 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

<strong>It</strong>alia – Don Antonio Saturno, SDV, ha consegnato<br />

un’altra Icona di Maria Regina dei Cuori, nella Parrocchia<br />

San Gabriele Arcangelo, a Roma.<br />

Repubblica Dominicana – Nei giorni 12 e 13 febbraio<br />

sono state realizzate Missioni Mariane nella città di<br />

Salcedo. Nella foto, visita alla prigione locale.


N<br />

Messe per il 10º anniversario<br />

ei diversi paesi e regioni dove operano gli Araldi<br />

del Vangelo, si sono svolte Celebrazioni Eucaristiche<br />

in commemorazione del 10º anniversario dell’approvazione<br />

pontificia.<br />

Nella Chiesa di San Benedetto in Piscinula (Roma),<br />

ha presieduto l’Eucaristia il Cardinale Antonio Cañizares<br />

Llovera, Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per il<br />

1<br />

3<br />

Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (foto 2). Il<br />

Cardinale Juan Luis Cipriani ha presieduto una Messa<br />

solenne nella Parrocchia dell’Incarnazione, affidata<br />

dall’Arcidiocesi di Lima agli Araldi del Vangelo (foto<br />

3). A Porto, la celebrazione è stata realizzata nella<br />

Chiesa <strong>della</strong> Trinità (foto 1) e a Bogotá, nella Cattedrale<br />

(foto 4).<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 27<br />

2<br />

4


Inizio <strong>della</strong> Quaresima a Sucumbíos<br />

L<br />

e cerimonie del Mercoledì delle Ceneri nel Vicariato<br />

di Sucumbíos, in Ecuador, realizzate nelle diverse<br />

comunità, hanno contato sulla partecipazione di miglia-<br />

Guatemala – Più di 300 persone hanno partecipato alla<br />

Messa del Primo Sabato nella Casa di formazione degli<br />

Araldi, a San José Pinula.<br />

28 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

ia di fedeli. Le celebrazioni sono state caratterizzate dalla<br />

devozione e dallo spirito di penitenza dei partecipanti,<br />

dotati dalla Provvidenza di un forte senso religioso.<br />

Nicaragua – Alunni del Collegio Regina Mundi, delle<br />

Suore di Cristo Re, a Juigalpa, hanno accolto la Statua<br />

Pellegrina <strong>della</strong> Madonna.


Brasile – Grazie alla sua bellezza, la Chiesa Madonna del Rosario, del Seminario degli Araldi del Vangelo, è stata<br />

scelta da una coppia di sposi cinesi per celebrare il loro matrimonio. La cerimonia è stata<br />

presieduta dall’Arcivescovo emerito di Taipei, Mons. Joseph Ti-Kang. Decine di fedeli sono giunti dal loro<br />

lontano paese per l’evento.<br />

Brasile – Come è ormai consuetudine, Araldi del Vangelo di Campos, accompagnati da un gruppo di cooperatori,<br />

hanno portato consolazione spirituale e una parola amica ai malati dell’Ospedale Ferreira Machado.<br />

Brasile – Nel collegio locale degli Araldi del Vangelo,<br />

a Curitiba, l’anno scolastico è iniziato con una<br />

Celebrazione Eucaristia alla quale hanno partecipato<br />

docenti, genitori e alunni.<br />

Brasile – I cooperatori del Sodalizio Madonna <strong>della</strong><br />

Fiducia hanno visitato gli anziani <strong>della</strong> Casa di Riposo<br />

San Sebastiano, a Mogi das Cruzes.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 29


T<br />

ra i più splendidi spettacoli<br />

<strong>della</strong> natura ci sono le grandi<br />

cascate. In esse, le acque<br />

impetuose precipitano con<br />

una forza travolgente, chiudendo in<br />

una misteriosa nube, circondata da iridati<br />

scintillii, tutto ciò che le circonda.<br />

Nel contemplarle, lo spirito si<br />

estasia ed è portato a rapportare questo<br />

spettacolo con una realtà sovrannaturale:<br />

l’incommensurabile, fecondo<br />

e trasformante amore di Dio.<br />

Infatti, provenendo da un’altezza<br />

infinita, l’acqua viva e multiforme<br />

<strong>della</strong> bontà divina scende sugli<br />

uomini con infinta abbondanza. Essa<br />

riempie di carità chi la riceve con<br />

buona disposizione, portando come<br />

frutto il desiderio ardente di restituire<br />

nel miglior modo possibile tale<br />

amore gratuito del Creatore.<br />

Tutti siamo stati chiamati a fare<br />

<strong>della</strong> nostra esistenza una gara diseguale<br />

per ritornare a Dio i suoi innumerevoli<br />

benefici. Alcune anime<br />

elette, tuttavia, già su questa Terra<br />

sperimentano un mistico scambio<br />

d’amore che le trasforma e le fa vivere<br />

in qualche modo come nell’eternità,<br />

per una speciale unione spirituale<br />

con il Redentore.<br />

30 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

santa gemma gaLgani<br />

Un solo cuore<br />

e una sola anima<br />

“Se tutti sapessero come Gesù è bello, com’è amabile, non<br />

cercherebbero altro che il suo amore. Il nostro cuore è fatto per<br />

amare una cosa sola: il nostro grande Dio”.<br />

È il caso di Santa Gemma Galgani,<br />

la cui identificazione con Cristo<br />

è stata così stretta da poter affermare:<br />

“Non sto più in me, sto con il mio<br />

Dio, tutta per Lui; e Lui sta tutto in<br />

me e per me. Gesù sta con me ed è<br />

tutto mio”. 1<br />

Convivio con il sovrannaturale<br />

Suor Maria Teresa Ribeiro Matos, EP<br />

Nata a Bogonuovo di Camigliano,<br />

Lucca, il 12 marzo del 1878,<br />

Gemma perse molto presto sua madre,<br />

a causa di una tubercolosi di<br />

lenta e implacabile evoluzione. Era<br />

una donna pia e Gemma ebbe modo<br />

di nutrirsi intensamente di una formazione<br />

veramente cristiana.<br />

Una delle sue ultime misure fu<br />

quella di fare in modo che la piccola<br />

ricevesse la pienezza <strong>della</strong> grazia<br />

battesimale attraverso la Cresima,<br />

prima addirittura <strong>della</strong> Prima Comunione,<br />

com’era allora abituale in<br />

<strong>It</strong>alia. Nonostante le difficoltà imposte<br />

dalla malattia, la stessa signora<br />

Galgani, aiutata da una catechista, si<br />

impose di preparare la figlia a ricevere<br />

il Sacramento.<br />

Dopo la cerimonia, la bambina<br />

rimase nella Basilica di San Michele<br />

in Foro per assistere a una Mes-<br />

sa di Rendimento di Grazie e mentre<br />

era in preghiera per la sua cara<br />

madre, ebbe il suo primo dialogo sovrannaturale:<br />

– Gemma, vuoi darmi tua madre?<br />

– sentì in fondo alla sua anima.<br />

– Sì, ma solo se posso starle vicino<br />

– rispose lei.<br />

– No, dammi volentieri tua madre.<br />

Tu ora devi rimanere con tuo<br />

padre. Io la porterò in Cielo. Ma la<br />

dai con piacere?<br />

“Dovetti rispondere di sì” 2 , confessa<br />

la santa nella sua autobiografia.<br />

Le grazie <strong>della</strong> Prima Comunione<br />

Nel settembre del 1885, la signora<br />

Galgani consegnò devotamente la<br />

sua anima a Dio, lasciando la figlia<br />

ospite nella casa <strong>della</strong> zia materna,<br />

Elena Landi. Qualche tempo dopo,<br />

Gemma ritornò vicino al padre ed<br />

entrò come esterna nel collegio delle<br />

Sorelle di Santa Zita, fondato dalla<br />

Beata Elena Guerra.<br />

A nove anni, rivelando una pietà<br />

non comune, la bambina manifestava<br />

un enorme desiderio di ricevere<br />

la Sacra Eucaristia. Invano supplicò<br />

per molto tempo il confessore, Monsignor<br />

Giovanni Volpi, il padre e le


maestre: “Datemi Gesù e vedrete<br />

che sarò più saggia, non commetterò<br />

più peccati, non sarò più la stessa!”<br />

Il sacerdote finì per acconsentire<br />

e, nonostante la sua giovane età<br />

per le abitudini dell’epoca, nella festa<br />

del Sacro Cuore del 1887, Gesù<br />

Ostia entrava per la prima volta<br />

in quell’anima focosa e innocente:<br />

“Ciò che successe in quel momento<br />

tra me e Lui, non saprei esprimerlo.<br />

Gesù Si fece sentire nella mia anima<br />

in una maniera molto forte. Capii, allora,<br />

che le delizie del Cielo non sono<br />

come quelle <strong>della</strong> Terra. Mi sentivo<br />

presa dal desiderio di rendere continua<br />

quell’unione tra me e Gesù”. 3<br />

Unirsi a Nostro Signore, assomigliare<br />

a Lui, fu, a partire da quel momento,<br />

l’unico obiettivo <strong>della</strong> vita di<br />

Gemma.<br />

Sposa di Cristo Crocifisso<br />

Durante il periodo trascorso con<br />

le Suore di Santa Zita, la bambina si<br />

dedicò con tutto il suo impegno alle<br />

attività scolastiche. Per il suo comportamento<br />

esemplare, era l’ “anima”<br />

<strong>della</strong> scuola. Molto amata dalle<br />

compagne, queste la rispettavano,<br />

poiché, anche se poco espansiva,<br />

aveva il dono <strong>della</strong> parola concisa e<br />

dell’agire risoluto.<br />

Tre momenti <strong>della</strong> vita di Santa Gemma: a 7 anni d’età presso la sorella minore,<br />

a 21 anni e poco prima dalla sua morte nel 1903<br />

Nel contempo, il Divino Maestro<br />

la riempiva di grazie interiori, facendola<br />

progredire sempre più sulla via<br />

<strong>della</strong> perfezione. La vita <strong>della</strong> giovane<br />

Gemma trascorreva avvolta in<br />

frequenti fenomeni mistici, questo<br />

traspariva in qualche modo nel suo<br />

sguardo.<br />

Un giorno, avendo già diciassette<br />

anni, la nostra santa ricevette in dono<br />

un bell’orologio e una catenina<br />

d’oro con una croce. Per far piacere<br />

al parente che glieli aveva regalati<br />

uscì per strada portandoli con sè. Di<br />

notte, mentre si preparava per andare<br />

a dormire, le apparse l’Angelo<br />

Custode che le disse: “Ricordati che<br />

gli unici gioielli che devono adornare<br />

la sposa di un Re crocifisso sono<br />

le spine e la croce”. 4<br />

La giovane, che aveva sempre<br />

sentito una speciale devozione per<br />

le sofferenze di Gesù, prese questo<br />

ammonimento con tutta serietà<br />

e, da allora, rinunciò a tutto ciò che<br />

poteva servire da pretesto alla vanità,<br />

cominciò a indossare un semplice<br />

vestito nero.<br />

Inizio <strong>della</strong> “via dolorosa”<br />

Dalla morte <strong>della</strong> madre, racconta<br />

la santa nella sua biografia, non<br />

smise mai di offrire qualche piccolo<br />

sacrificio a Gesù. Era arrivata, tuttavia,<br />

l’ora di cominciare a sorbire<br />

a grandi sorsate il calice <strong>della</strong> sofferenza.<br />

Nel 1896, una terribile necrosi al<br />

piede, accompagnata da acutissimi<br />

dolori, la obbligò a sottoporsi a un<br />

intervento chirurgico. Rifiutando<br />

qualsiasi anestesia, Gemma si mantenne<br />

immobile durante tutta l’operazione,<br />

mentre i presenti seguivano<br />

con orrore quello che sembrava più<br />

una tortura che un atto terapeutico.<br />

Solo alcuni gemiti involontari la<br />

tradirono nel momento più difficile<br />

dell’operazione, che essa sopportò<br />

senza togliere gli occhi dal Crocifisso,<br />

chiedendo ancora a Gesù perdono<br />

per la debolezza manifestata.<br />

L’anno seguente, suo padre morì<br />

dopo aver perso tutta la sua fortuna,<br />

lasciando la famiglia in totale<br />

miseria.<br />

Incontro con San Gabriele<br />

<strong>della</strong> Vergine Dolorosa<br />

Nel 1898, Gemma fu colpita da<br />

una grave malattia alla spina dorsale,<br />

che la costrinse all’immobilità.<br />

In tanto dolore, il suo Angelo Custode<br />

non smetteva di consolarla e<br />

il Divino Maestro si serviva dei suoi<br />

dolori per farla progredire nella vir-<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 31<br />

stgemmagalgani.com


tù dell’umiltà. Acquisì anche una<br />

particolare devozione per San Gabriele<br />

<strong>della</strong> Vergine Dolorosa, religioso<br />

passionista morto trentasei<br />

anni prima, di cui aveva letto avidamente<br />

la biografia durante la sua<br />

malattia.<br />

Una notte, dopo aver fatto voto<br />

di verginità e aver manifestato il<br />

proposito di vestire l’abito religioso<br />

nel caso guarisse, le apparve in sogno<br />

il santo passionista che le disse:<br />

“Fa’ di buon ora il voto di essere<br />

religiosa, ma non aggiungere più<br />

nulla”. Quando Gemma gli chiese il<br />

perché, tolse il simbolo che portava<br />

attaccato alla tonaca, lo diede all’inferma<br />

perché lo baciasse e lo mise<br />

sopra di lei dicendo: “Sorella mia!”<br />

Durante tutto questo tempo, i<br />

suoi parenti e conoscenti non smettevano<br />

di fare novene e tridui implorando<br />

la sua guarigione; lei, tuttavia,<br />

rimaneva indifferente, docile<br />

ai disegni divini. Dopo un anno, ad<br />

aggravare la situazione, i medici le<br />

diagnosticarono un tumore alla testa,<br />

dandola per spacciata. Allora,<br />

una delle sue vecchie maestre riuscì<br />

a convincerla a fare una novena a<br />

Santa Margherita Maria Alacoque.<br />

Nell’ultimo giorno di questa novena,<br />

poche ore dopo aver ricevuto la Sacra<br />

Comunione, la giovane si alzò in<br />

piedi, totalmente sana. Era il primo<br />

venerdì del mese di marzo.<br />

“Non smettere di soffrire<br />

per lui nemmeno un momento”<br />

Il giovedì Santo dell’anno seguente,<br />

Gemma, ancora debole,<br />

praticava nella sua stanza la devozione<br />

dell’“Ora Santa in compagnia<br />

del Signore nell’Orto”, scritta dalla<br />

fondatrice delle Suore di Santa Zita,<br />

sentendo, mentre la faceva, un profondo<br />

dolore per le sue colpe. Terminata<br />

la preghiera, apparve davanti<br />

a lei l’immagine di Gesù Crocifisso,<br />

che le disse: “Figlia, queste piaghe<br />

si sono aperte in me per i tuoi<br />

peccati. Ma rallegrati, perché le hai<br />

32 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Victor Toniolo<br />

“Sì, io sono felice, Gesù, perché<br />

sento il mio cuore palpitare con il<br />

tuo e perché Ti possiedo”<br />

Reliquiario contenente il cuore di Santa<br />

Gemma – Parrocchia di Santa Gemma<br />

Galgani, Madrid<br />

già chiuse con il tuo dolore. Non offendermi<br />

più. Amami come Io ti ho<br />

sempre amato”. 5<br />

Qualche giorno dopo, mentre recitava<br />

le preghiere del pomeriggio, Cristo<br />

Crocifisso si rese di nuovo visibile<br />

ai suoi occhi e le disse: “Guarda, figlia<br />

mia e impara come si ama. Vedi questa<br />

Croce, queste spine e questi chiodi,<br />

queste carni livide, queste contusioni<br />

e piaghe? Tutto è opera d’amore<br />

e d’amore infinito. Ecco fino a che<br />

punto Io ti ho amata. Vuoi amarMi<br />

davvero? Impara allora a soffrire: la<br />

sofferenza insegna ad amare”.<br />

In un’altra occasione, mentre chiedeva<br />

a Dio la grazia di amare molto,<br />

udì una voce sovrannaturale che le<br />

diceva: “Vuoi sempre amare Gesù?<br />

Non smettere di soffrire per Lui nemmeno<br />

un momento. La Croce è il trono<br />

dei veri amanti; la Croce è il patrimonio<br />

degli eletti in questa vita”.<br />

Quelle visioni, nello stesso tempo<br />

in cui intensificavano il dolore per i<br />

suoi peccati, le portavano una grande<br />

consolazione e aumentavano in<br />

lei il desiderio di amare Gesù e soffrire<br />

per lui.<br />

La grazia delle Sacre Stigmate<br />

Alla vigilia <strong>della</strong> festa del Sacro<br />

Cuore di quello stesso anno, Gemma<br />

perse i sensi e, nel risvegliarsi, si<br />

trovò in presenza <strong>della</strong> Santissima<br />

Vergine, che le disse: “Mio Figlio,<br />

Gesù, ti ama molto e vuole concederti<br />

una grande grazia; ti mostrerai<br />

degna?”. La santa non sapeva cosa<br />

rispondere. La Madonna continuò,<br />

dicendo: “Sarò per te una madre.<br />

Saprai tu mostrarti una vera figlia?”.<br />

E, in seguito, stese il suo mantello e<br />

la coprì con esso.<br />

In quell’istante le apparve nuovamente<br />

Gesù. Con la semplicità propria<br />

delle anime innocenti, così narra<br />

Gemma quello che successe: “Le sue<br />

piaghe erano aperte, ma non ne usciva<br />

sangue; da loro uscivano fiamme<br />

ardenti. In un batter d’occhio quelle<br />

fiamme toccarono le mie mani, i miei<br />

piedi e il mio cuore”. Rimase sotto il<br />

manto <strong>della</strong> Regina dei Cieli ancora<br />

un po’ di tempo. Maria la baciò sulla<br />

fronte e scomparve, lasciando la giovane<br />

in ginocchio con forti dolori alle<br />

mani, ai piedi e nel cuore, da cui<br />

scorreva sangue: Santa Gemma Galgani<br />

aveva ricevuto la grazia delle Sacre<br />

Stigmate.<br />

Il fenomeno si ripeteva ogni settimana.<br />

Il giovedì, le piaghe si aprivano<br />

di notte, per rimanere fino alle tre del<br />

pomeriggio del venerdì. Il sabato, o al<br />

più tardi la domenica, rimenavono solo<br />

delle macchie bianche.<br />

Oltre alle stigmate, di cui pochi<br />

conoscevano l’esistenza, erano frequenti<br />

nella vita di Santa Gemma altre<br />

manifestazioni sovrannaturali, come<br />

sudori di sangue ed innumerevoli<br />

estasi, che capitavano in qualsiasi<br />

momento. Questo rese la relazione<br />

con le zie, con le quali viveva dalla<br />

morte del padre, sempre più difficile.<br />

La tolse da quest’imbarazzo la<br />

pia signora Cecilia Giannini, la quale,<br />

meravigliata dai prodigi <strong>della</strong><br />

grazia in quell’anima, la adottò come<br />

figlia. Nella sua nuova famiglia,<br />

tutti le votarono una grande vene-


azione. Annotavano con precisione<br />

le parole proferite nei frequenti<br />

rapimenti e si meravigliavano per<br />

le stimmate sacre e le ferite causate<br />

ora dalla frusta <strong>della</strong> flagellazione,<br />

ora dalle spine <strong>della</strong> corona.<br />

Incontro con i Padri Passionisti<br />

Fu nel giugno di quello stesso anno<br />

1899, così fondamentale nell’esistenza<br />

<strong>della</strong> Santa, che Gemma<br />

avrebbe avuto il suo primo incontro<br />

con i padri passionisti, preannunciato<br />

da San Gabriele <strong>della</strong> Vergine<br />

Dolorosa.<br />

Negli ultimi giorni di quel mese,<br />

erano cominciate nella Chiesa<br />

di San Martino le “Sante Missioni”,<br />

predicate da sacerdoti di quell’ordine.<br />

Nell’ultimo giorno ci fu una comunione<br />

generale, a cui partecipò<br />

anche Santa Gemma. Durante<br />

l’azione di grazie, Gesù le chiese:<br />

“Gemma, ti piace l’abito con cui è<br />

vestito questo Sacerdote? Ti piacerebbe<br />

poterlo indossare?”<br />

“Sì,” aggiunse il Signore, vedendola<br />

incapace di dare una risposta<br />

affermativa, “ tu sarai una figlia<br />

<strong>della</strong> mia Passione, e una figlia prediletta.<br />

Uno di questi miei figli sarà<br />

tuo padre. Va’ e spiegagli tutto quello<br />

che ti sta succedendo”.<br />

Dopo alcune vicissitudini, così<br />

frequenti nelle anime più elette,<br />

Gemma finì per scrivere, con l’autorizzazione<br />

di Monsignor Volpi, al<br />

padre Germano Di San Stanislao,<br />

religioso passionista, residente a<br />

Roma, di cui il Signore le aveva indicato<br />

il nome e la fisionomia.<br />

Dotato di grande talento e virtù,<br />

egli andò a Lucca a conoscerla, diventò<br />

un vero padre per la santa. Per<br />

tre anni, la condusse con destrezza<br />

per le vie <strong>della</strong> perfezione. Grazie<br />

a questa direzione spirituale, di tipo<br />

soprattutto epistolare, rimasero documentati<br />

i singolari favori ricevuti<br />

dall’angelica giovane. Sono missive<br />

emozionanti, nelle quali traspare<br />

tutta la bellezza <strong>della</strong> sua anima.<br />

“Consummatum est”<br />

L’ultimo Calvario <strong>della</strong> vergine<br />

di Lucca cominciò nella Pasqua del<br />

1902. Il suo corpo, prostrato da una<br />

terribile malattia, che le impediva<br />

di ingerire qualsiasi tipo di alimento,<br />

rispecchiava le pene interiori di<br />

cui soffriva la sua anima privata di<br />

tutte le consolazioni e gioie sensibili.<br />

“Non sai che sono tutta tua? Gesù<br />

solo!”, sospirava Gemma, in un apparente<br />

abbandono.<br />

Essa aveva partecipato a tutti i<br />

tormenti dell’Uomo-Dio: le sue angustie<br />

interiori, il suo sudore di sangue,<br />

la flagellazione e le sue numerose<br />

piaghe, i maltrattamenti, per<br />

opera dei demoni, le profonde ferite<br />

<strong>della</strong> corona di spine, la slogatura<br />

delle ossa e le piaghe inflitte dai<br />

chiodi. Le mancavano solo, per imitare<br />

completamente il Redentore<br />

nella sua Passione, l’agonia e la morte<br />

dolorosa.<br />

Fu quello che successe, alla fine,<br />

il Sabato Santo del 1903. Ad appena<br />

25 anni di età, la serafica vergine<br />

si liberò definitivamente dei legami<br />

che la tenevano avvinta alla Terra e<br />

ricevette la sua “ricompensa troppo<br />

grande” (Gn 15, 1), lo stesso Dio per<br />

tutta l’eternità.<br />

* * *<br />

L’anima di Gemma entrò nella<br />

gloria arricchita dall’unico e reale<br />

tesoro, quello che mai finirà: la carità.<br />

“Se tutti sapessero come Gesù<br />

è bello, come è amabile, non cercherebbero<br />

altro che il suo amore”.<br />

Infatti, come sarebbe diverso il<br />

mondo, se ascoltasse il consiglio <strong>della</strong><br />

vergine di Lucca e potesse affermare<br />

come lei: “Il mio cuore palpita<br />

continuamente all’unisono con il<br />

Cuore di Gesù. Viva Gesù! Il Cuore<br />

di Gesù e il mio sono una stessa cosa.[...]<br />

Sì, io sono felice, Gesù, perché<br />

sento il mio cuore palpitare con<br />

il tuo, e perché Ti possiedo”. <br />

1 GERMANO DI SAN STANISLAO,<br />

CP. La séraphique vierge de Lucques,<br />

Gemma Galgani. Traduzione<br />

dall’italiano di Don Félix de Gesù<br />

Crucifié, CP. Paris: M. Mignard,<br />

1912. Salvo indicazione in nota, i<br />

passi citati tra virgolette in questo<br />

articolo saranno tutti tratti da<br />

quest’opera, omettendosi il riferimento<br />

<strong>della</strong> pagina.<br />

2 SANTA GEMMA GALGANI. Sus<br />

escritos: Autobiografía. Traduzione<br />

dall’italiano di Don Bernardo<br />

Monsegú. Madrid: El Pasionario,<br />

1977, pag.12.<br />

3 Idem, p.16.<br />

4 Idem, p.22.<br />

5 Idem, p.37.<br />

L’anima di Gemma entrò nella gloria arricchita dall’unico<br />

e reale tesoro: la carità<br />

Tomba di Santa Gemma – Monastero delle suore Passioniste di Lucca<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 33<br />

Guillermo Asurmendi


Soltanto Dio può soddisfare<br />

In Dio, la bontà e il volere<br />

sono identici al suo Essere.<br />

Così, Egli può volere soltanto<br />

il bene. Ora le creature,<br />

tutte quante hanno una caratteristica<br />

comune, che riflette questa perfezione<br />

divina: un amore o un’inclinazione<br />

al bene, in ogni essere, secondo<br />

la sua natura. 1<br />

Tuttavia le piante e gli animali,<br />

per il fatto di essere irrazionali, non<br />

hanno che beni finiti come oggetto<br />

del loro agire; non raggiungono mai<br />

il Bene supremo – Dio –, poiché non<br />

sono capaci di conoscerLo. Questa<br />

possibilità è stata concessa solamente<br />

all’angelo e all’uomo, perché hanno<br />

natura razionale.<br />

L’essere umano comprende il linguaggio<br />

dei simboli e, così, l’universo<br />

gli parla di Dio. Inoltre, vedendo<br />

il bene finito degli esseri, concepisce<br />

l’esistenza di un bene infinito<br />

e lo desidera con tutta la sua volontà.<br />

Per questo, San Tommaso dichiara<br />

che “nessuna cosa può acquietare<br />

la volontà dell’uomo, se non il bene<br />

universale. Ma questo non si trova in<br />

nessun bene creato, solo in Dio, perché<br />

ogni creatura ha bontà partecipata.<br />

Per questo, solo Dio può soddisfare<br />

pienamente la volontà umana”. 2<br />

34 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

la volontà umana<br />

É tremendo il paradosso <strong>della</strong> nostra volontà, descritto da San<br />

Paolo ai romani: “Non faccio il bene che vorrei, ma il male che non<br />

voglio”... Come intendere questa misteriosa forza dentro di noi, che<br />

sembra volere e non volere il bene, allo stesso tempo?<br />

Suor Kyla Mary Anne MacDonald, EP<br />

Dio richiede una<br />

libera cooperazione delle<br />

nature intelligenti<br />

É necessario tener presente che,<br />

in questa vita, la nostra natura – e,<br />

pertanto, la nostra volontà – non è<br />

nella sua perfezione ultima, ma in<br />

uno stato di prova. Dio – che nella<br />

creazione agisce per la sua maggior<br />

gloria –, ha creato le cose naturali in<br />

stato incompleto, e queste tendono<br />

a raggiungere la pienezza attraverso<br />

diversi processi, secondo la loro natura.<br />

Vediamo, per esempio, sbocciare<br />

da una insignificante semente<br />

una grande sequoia.<br />

Ma tali enti non tendono alla loro<br />

finalità liberamente e da loro stessi.<br />

Dio soltanto alle nature intelligenti<br />

richiede una libera cooperazione<br />

per raggiungere il loro fine: l’eterna<br />

beatitudine.<br />

Quanto alla natura angelica, il<br />

definitivo perfezionamento (o il suo<br />

rifiuto e perdizione) è avvenuto con<br />

un solo atto <strong>della</strong> volontà, immediato<br />

e definitivo. Non è quello che<br />

capita con l’uomo. Come spiega il<br />

Dottor Angelico, “l’uomo per sua<br />

natura non è stato fatto per giungere,<br />

immediatamente, alla sua ultima<br />

perfezione, come avviene all’angelo.<br />

Per questo, deve percorrere un cammino<br />

più lungo di quello dell’angelo<br />

per meritare la beatitudine”. 3<br />

Un altro punto chiave da tener<br />

presente è che la creatura umana è,<br />

nella sua composizione, la più complessa<br />

tra tutte le creature, a causa<br />

delle diverse nature in essa contenute.<br />

“Essa si trova al confine tra le creature<br />

spirituali e quelle corporali”,<br />

osserva San Tommaso, e “per questo,<br />

in essa si riuniscono le potenze tanto<br />

di une come di altre creature”. 4<br />

Il male non è mai amato se<br />

non in ragione del bene<br />

In uno stato di giustizia originale,<br />

nel Paradiso, l’uomo non subiva nessuna<br />

interferenza dalla sua natura<br />

composta. Prima del primo peccato,<br />

egli godeva del dono dell’integrità,<br />

grazie al quale viveva in pieno equilibrio<br />

interiore – tra la sua ragione, volontà<br />

e sensibilità – e in perfetta armonia<br />

con la volontà di Dio. Cedendo<br />

alla tentazione del demonio e sollevando<br />

la sua propria volontà contro<br />

l’espressa volontà di Dio, ha peccato.<br />

L’ordine anteriore fu spezzato e, per<br />

castigo, il dono dell’integrità, quell’equilibrio<br />

perfetto, gli fu tolto. Come<br />

risultato, tutta la sua discendenza –


pur essendo lavata dal peccato originale<br />

mediante il Battesimo – permane<br />

con l’effetto evidente di questo<br />

peccato nella sua natura. 5<br />

San Francesco di Sales afferma<br />

che la nostra volontà è diventata facilmente<br />

soggetta ai capricci degli<br />

appetiti inferiori: “Il peccato ha indebolito<br />

di più la volontà umana di<br />

quanto abbia oscurato l’intendimento;<br />

la ribellione dell’appetito sensuale,<br />

che chiamiamo concupiscenza,<br />

turba certamente l’intendimento,<br />

ma è contro la volontà, che egli eccita<br />

principalmente alla rivolta”. 6<br />

Tuttavia, sostiene Sertillanges, la<br />

volontà non può smettere di volere<br />

il bene nel suo senso universale, poiché<br />

è esso il suo oggetto proprio in<br />

quanto natura. “A questo la volontà<br />

non può sottrarsi, e come ogni azione<br />

non è, in fondo, altro che una<br />

manifestazione <strong>della</strong> natura, in ogni<br />

azione che sia frutto <strong>della</strong> volontà si<br />

può vedere il segno del bene e la sua<br />

influenza”. 7 Pertanto, anche quando<br />

l’uomo pecca, dà al peccato un’apparenza<br />

di bene, poiché “il male non<br />

è mai amato se non in ragione di un<br />

bene, cioè, in quanto è un bene relativo<br />

appreso come un bene assoluto”.<br />

8 Aggiunge San Tommaso:<br />

“è in questo modo<br />

che l’uomo ama l’iniquità, in<br />

quanto è con essa che ottiene<br />

un certo bene, come il piacere,<br />

il denaro o cosa simile”. 9<br />

Affinché la volontà<br />

umana sia buona<br />

Per il fatto di esser chiarito<br />

da un’intelligenza ordinata<br />

all’universale, il desiderio<br />

<strong>della</strong> volontà è, in un certo<br />

modo, naturalmente infinito,<br />

a causa dell’infinitezza<br />

del suo oggetto. Di fronte a<br />

qualsiasi bene limitato, come<br />

ci delucida Garrigou-Lagrange,<br />

“l’intelligenza, verificando<br />

immediatamente il limite,<br />

concepisce un bene superio-<br />

Gustavo Kralj<br />

re e, naturalmente, questo è desiderato<br />

dalla volontà”. 10<br />

Ora, se la volontà non dirige l’enorme<br />

impeto del suo volere – un<br />

amore spirituale a Dio –, finisce per<br />

trasferire tutta la misura di questo ai<br />

beni sensibili. Ma siccome ha un desiderio<br />

di infinito, viene attratta da<br />

un abisso implacabile: “la concupiscenza<br />

che non è naturale, quella<br />

dell’uomo depravato, non ha limiti,<br />

perché, con la sua intelligenza, egli<br />

concepisce sempre nuove ricchezze<br />

e nuovi piaceri; da qui provengono,<br />

a volte, le querele infinite tra gli individui<br />

e le guerre interminabili tra<br />

i popoli. L’avaro è insaziabile, come<br />

l’uomo del piacere o colui che aspira<br />

sempre a dominare”. 11<br />

Per esser buona, dice San Tommaso,<br />

la volontà umana deve raggiungere<br />

la sua misura, conformandosi<br />

alla volontà divina. Questo perché<br />

“quello che è primo in qualsiasi<br />

genere è la misura e la ragione di<br />

tutto quanto è di questo genere”. 12<br />

Il fulcro dell’ideale morale consiste<br />

in questa conformità e costituisce la<br />

maggior prova <strong>della</strong> nostra volontà.<br />

“La conformità più reale, più intima,<br />

più profonda”, osserva Tanque-<br />

Le piante e gli animali, non essendo dotati di<br />

ragione, non raggiungono mai il Sommo Bene,<br />

perché non sono in grado di conoscerLo<br />

rey, “è quella che esiste tra due volontà”.<br />

13 E Dio vuol stabilire con noi<br />

esattamente questa stretta affinità.<br />

Nella sua bontà, Egli ci fornisce anche,<br />

nel Vangelo, un esempio vivo,<br />

sublime e insuperabile di come raggiungere<br />

questa felice condizione.<br />

“Non si faccia come voglio<br />

io, ma come vuoi tu”<br />

La ricca variazione tra i racconti<br />

dei Santi Evangelisti è, soprattutto,<br />

evidente relativamente ai testi sulla<br />

Passione del Signore Gesù. Il Vangelo<br />

di San Matteo, per esempio, nel<br />

descrivere l’agonia di Cristo nell’Orto<br />

di Getsemani, è l’unico a menzionare<br />

tre suppliche distinte – sebbene<br />

essenzialmente identiche –, fatte da<br />

Nostro Signore.<br />

“E avanzatosi un poco, si prostrò<br />

con la faccia a terra e pregava dicendo:<br />

‘Padre mio, se è possibile, passi<br />

da me questo calice! Però non come<br />

voglio io, ma come vuoi tu’” (Mt 26,<br />

39). Dopo aver interrotto la sua preghiera<br />

per ammonire e richiamare<br />

alla preghiera i discepoli addormentati,<br />

“di nuovo, allontanatosi, pregava<br />

dicendo: Padre mio, se questo<br />

calice non può passare da me senza<br />

che io lo beva, sia fatta la tua<br />

volontà!” (Mt 26, 42). Subito<br />

dopo, trovando che i suoi tre<br />

compagni nuovamente dormivano,<br />

“si allontanò di nuovo<br />

e pregò per la terza volta,<br />

ripetendo le stesse parole”<br />

(Mt 26, 44).<br />

Degli altri evangelisti, solamente<br />

San Luca allude a<br />

questo episodio, ma fa riferimento<br />

ad un’unica supplica,<br />

anche se aggiunge il commovente<br />

dettaglio del sudore di<br />

sangue, talmente profuso che<br />

scorreva per terra (cfr. Lc 22,<br />

44). Data la forzosa brevità<br />

osservata dagli evangelisti,<br />

qualunque ripetizione sarebbe<br />

parsa invitare il lettore a<br />

un’attenzione tutta speciale.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 35


San Giovanni Crisostomo arriva ad<br />

affermare che è sempre una dimostrazione<br />

specialissima <strong>della</strong> verità,<br />

una triplice ripetizione nel linguaggio<br />

dei Vangeli. 14 Che mirabile lezione<br />

il Divino Spirito Santo ha voluto<br />

darci ispirando San Matteo a sottolineare<br />

questa triplice rinuncia di Gesù<br />

alla propria volontà come pure<br />

l’accettazione incondizionata <strong>della</strong><br />

volontà del Padre?<br />

Con le parole, “Non si faccia come<br />

voglio io, ma come vuoi tu”, o<br />

ancora, nelle parole trasmesse da<br />

San Luca: “Non sia fatta la mia, ma<br />

la tua volontà” (Lc 22, 42), il Salvatore<br />

manifesta un’atteggiamento costante<br />

durante la sua vita. Così, leggiamo:<br />

“Mio cibo è fare la volontà<br />

di colui che mi ha mandato e compiere<br />

la sua opera. (Gv 4, 34); “Non<br />

cerco la mia volontà, ma la volontà<br />

di colui che mi ha mandato” (Gv<br />

5, 30); “Perché sono disceso dal cielo<br />

non per fare la mia volontà, ma la<br />

volontà di colui che mi ha mandato”<br />

(Gv 6, 38). L’offerta sul Monte degli<br />

Ulivi, allora, non è che il culmine di<br />

questa sottomissione continua.<br />

In Cristo ci sono<br />

due volontà<br />

Assicura ancora Sam<br />

Tommaso che è necessario<br />

affermare che, avendo<br />

il Figlio di Dio assunto<br />

una natura umana<br />

perfetta, e appartenendo<br />

la volontà alla perfezione<br />

di questa, Egli ha<br />

assunto anche una volontà<br />

umana. Tuttavia,<br />

assumendo la nostra natura,<br />

Egli non ha subito<br />

alcuna diminuzione<br />

quanto alla sua natura<br />

divina, alla quale compete<br />

aver volontà. “Per<br />

questo, è necessario dire<br />

che in Cristo ci sono<br />

due volontà, una divina<br />

e un’altra umana”. 15<br />

Sérgio Miyazaki<br />

36 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

In questo modo, pronunciando<br />

le parole “la mia volontà”, Gesù poteva,<br />

con tutta la proprietà, parlare<br />

<strong>della</strong> sua volontà divina. Ciò nonostante,<br />

Nostro Signore parlava <strong>della</strong><br />

sua volontà umana, come risulta<br />

chiaro dal contesto, poiché Egli<br />

“non considerò un tesoro geloso la<br />

sua uguaglianza con Dio; ma spogliò<br />

se stesso, assumendo la condizione<br />

di servo e divenendo simile agli uomini”<br />

(Fl 2, 6-7).<br />

Così, servendosi <strong>della</strong> sua natura<br />

umana, essendo del nostro stesso<br />

genere, Gesù si è reso un Modello<br />

per noi, affinché siamo più prontamente<br />

mossi a seguirLo. Se Lui –<br />

in quanto Dio uguale al Padre, e in<br />

quanto uomo completamente senza<br />

colpa –, liberamente e amorosamente,<br />

ha sottomesso la sua volontà<br />

umana alla volontà del Padre, diventa<br />

impossibile dubitare <strong>della</strong> necessità<br />

che l’umanità faccia lo stesso.<br />

Ma come adeguare le nostre povere<br />

volontà a quella di Colui che<br />

dichiara: “Quanto il cielo sovrasta<br />

la terra, tanto le mie vie sovrastano<br />

le vostre vie” (Is 55, 9)? Soprattutto<br />

dopo la contaminazione del pec-<br />

Nel Battesimo, le virtù infuse sono date alle potenze<br />

umane per perfezionare la natura<br />

cato originale, poiché abbiamo solo<br />

la possibilità di agire stabilmente<br />

secondo la Legge di Dio con l’ausilio<br />

<strong>della</strong> grazia. Allo stesso modo,<br />

solo con l’influenza di una virtù speciale<br />

siamo resi capaci di conformare<br />

le nostre volontà a quella del Padre,<br />

sull’esempio di Gesù, mossi da<br />

un amore soprannaturale.<br />

Carità e santo abbandono<br />

al beneplacito divino<br />

Nel Battesimo, insieme alla grazia<br />

santificante, le virtù infuse sono<br />

proporzionate alle potenze umane<br />

per perfezionare la natura. Tra<br />

queste virtù, la carità corrisponde alla<br />

volontà, e la porta all’atto soprannaturale<br />

di amore a Dio. Secondo<br />

San Giovanni <strong>della</strong> Croce, questo è il<br />

più alto grado di unione trasformante:<br />

“quando le due volontà, quella<br />

dell’anima e quella di Dio, si uniscono<br />

e si conformano in modo tale che<br />

non c’è nulla in una che contrari l’altra.<br />

Così, quando l’anima toglie via<br />

da sé, totalmente, quello che ripugna<br />

e non si identifica alla volontà divina,<br />

sarà trasformata in Dio per amore”. 16<br />

In questo modo, pur nella sottomissione<br />

necessaria alla<br />

cosiddetta volontà significata<br />

di Dio, che include<br />

i precetti espressi stabiliti<br />

da Lui, è la carità<br />

che ci spinge a rinunciare<br />

al proibito e ad obbedire<br />

ai decreti divini, in<br />

un modo ideale. Tuttavia,<br />

nella conformità alla<br />

volontà di beneplacito<br />

di Dio brillano una generosità<br />

e un amore ancora<br />

più grandi, poiché<br />

la pratica <strong>della</strong> legge è<br />

qualcosa di misurabile e<br />

sempre chiara, ma il santo<br />

abbandono al beneplacito<br />

divino esige una<br />

flessibilità e fiducia smi-<br />

surate, perché per mezzo<br />

di questo si aderisce,


per amore, a quello che non si<br />

conosce o si intende ancora pienamente;<br />

si aderisce, infine, a<br />

tutto il piano di Dio a nostro riguardo,<br />

semplicemente perché<br />

Egli vuole, malgrado l’av<strong>versione</strong><br />

spontanea che la nostra natura<br />

sensitiva possa opporre. 17<br />

“Venga a noi il tuo Regno”<br />

Le parole di Nostro Signore<br />

nell’Orto degli Ulivi riflettono<br />

il più perfetto modello<br />

di questa disposizione dell’anima,<br />

come insegna Sant’Agostino,<br />

riferendosi al Corpo Mistico<br />

di Cristo: “Questa espressione<br />

del capo è la salvezza del<br />

corpo intero; questa espressione<br />

istruisce tutti i fedeli, anima<br />

i confessori e incorona i martiri,<br />

perché, chi potrebbe vincere<br />

gli odi del mondo, l’impeto<br />

delle tentazioni e i terrori <strong>della</strong><br />

persecuzione, se Gesù Cristo<br />

non avesse detto a suo Padre,<br />

in tutti e per tutti: ‘Sia fatta<br />

la tua volontà’? Apprendano<br />

questa voce tutti i figli <strong>della</strong><br />

Chiesa, affinché, quando venga<br />

la durezza dell’avversità, vinto<br />

il timore e lo spavento, sopportino<br />

con rassegnazione qualunque<br />

tipo di sofferenza”. 18<br />

1 Cfr. SAN TOMMASO<br />

D’AQUINO. Summa Teologica,<br />

I-II, q.1, a.2.<br />

2 Idem, I-II, q.2, a.8.<br />

3 Idem, I, q.62, a.5, ad.1.<br />

4 Idem, I, q.77, a.2.<br />

5 Cf. Idem, II-II, q.164, a.1.<br />

6 SAN FRANCESCO DI<br />

SALES. Trattato dell’Amore<br />

di Dio. L.1 c.17.<br />

7 SERTILLANGES, Antonin-Gilbert.<br />

S. Thomas<br />

d’Aquin. 4.ed. Ma-<br />

Gustavo Kralj, per concessione del Ministero dei Beni Culturali <strong>della</strong> Repubblica <strong>It</strong>aliana<br />

La sottomissione <strong>della</strong> volontà umana alla<br />

volontà divina è stata una costante<br />

nella vita di Gesù<br />

“Preghiera nell’Orto”, Beato Angelico – Museo di<br />

San Marco, Firenze<br />

dison: Alcan, 1925, vol.<br />

II, pag.207.<br />

8 SAN TOMMASO D’A-<br />

QUINO. Summa Teologica,<br />

I-II, q.27, a.1, ad.1.<br />

9 Idem, ibidem.<br />

10 GARRIGOU-LA-<br />

GRANGE, OP, Réginald.<br />

O homem e a eternidade.<br />

Lisboa: Aster,<br />

1959, pag.22.<br />

11 Idem, pag.17.<br />

12 SAN TOMMASO D’A-<br />

QUINO. Summa Teologica,<br />

I-II, q.19, a.9.<br />

13 TANQUEREY, Adolfe.<br />

Compêndio de Teologia<br />

ascética e mística.<br />

6.ed. Porto: Apostolado<br />

da Imprensa, 1961,<br />

pag.238.<br />

14 Cfr. SAN GIOVANNI<br />

CRISOSTOMO, apud<br />

SAN TOMMASO D’A-<br />

QUINO. Catena Aurea,<br />

vol.II: San Matteo, cap.<br />

XXVI, v.39-44.<br />

15 SAN TOMMASO D’A-<br />

QUINO. Summa Teologica,,<br />

III, q.18, a.1.<br />

Esiste, allora, una soluzione<br />

al problema <strong>della</strong> volontà umana,<br />

così ostacolata dal disordine<br />

<strong>della</strong> natura decaduta con<br />

la quale nasciamo e dal mondo<br />

immerso nel peccato in cui abitiamo,<br />

facendo sorgere la speranza<br />

<strong>della</strong> vita eterna. Infatti,<br />

secondo le parole consolatrici<br />

di San Giovanni Evangelista, “il<br />

mondo passa con le sue concupiscenze,<br />

ma chi compie la volontà<br />

di Dio permane eternamente”<br />

(I Gv 2, 17).<br />

Per stimolarci ancora di più,<br />

il Divino Maestro ha affermato<br />

di avere con chi segue questa<br />

via un legame di unione tanto<br />

forte come quello famigliare:<br />

“chiunque fa la volontà del Padre<br />

mio che è nei cieli, questi<br />

è per me fratello, sorella e madre”<br />

(Mt 12, 50). Così, è stato<br />

Lui stesso che ci ha insegnato<br />

a preparare, già su questa Terra,<br />

le condizioni perché si stabilisca<br />

il Regno di Dio, il quale<br />

non è che una conformità di<br />

tutte le volontà alla volontà divina,<br />

facendo diventare questo<br />

mondo simile al Cielo: “Venga<br />

il tuo regno; sia fatta la tua volontà,<br />

come in cielo così in terra”<br />

(Mt 6, 10). <br />

16 SÃO JOÃO DA CRUZ.<br />

Subida do Monte Carmelo,<br />

L.II,c.5. In: Obras<br />

Completas. 5.ed. Petrópolis:<br />

Vozes, 1998.<br />

17 Cf. GARRIGOU-LA-<br />

GRANGE, Réginald. La<br />

Providencia y la confianza<br />

en Dios. 2.ed. Buenos<br />

Aires: Desclée de<br />

Brouwer, 1942, pag.201-<br />

203.<br />

18 SANT’AGOSTINO,<br />

apud SAN TOMMASO<br />

D’AQUINO. Catena<br />

Aurea, vol.II: San Matteo,<br />

cap.XXVI, v.39-44.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 37


Al rendimento di grazie per<br />

Gesù Cristo nell’Eucaristia<br />

uniamo, in un modo<br />

molto speciale questa sera,<br />

cari fratelli, la nostra gratitudine<br />

per il ministero di Pietro, riflesso nella<br />

festa che oggi celebriamo.<br />

Uniamo inoltre a questa azione di<br />

grazie il nostro grato ricordo per i dieci<br />

anni trascorsi dal riconoscimento<br />

pontificio dell’Associazione Internazionale<br />

di Fedeli Araldi del Vangelo.<br />

Nel suo provvidenziale disegno, Dio<br />

ha voluto che questo riconoscimento<br />

fosse unito alla festa <strong>della</strong> Cattedra di<br />

San Pietro, per manifestare sia il vostro<br />

incrollabile vincolo e la vostra comunione<br />

con la Santa Sede, sia la vostra<br />

piena e totale collaborazione con<br />

il Papa nell’opera apostolica, evangelizzatrice,<br />

<strong>della</strong> Chiesa.<br />

Affetto filiale e riconoscente a chi<br />

continua il servizio di Pietro<br />

Per tutta la Chiesa, questa dovrebbe<br />

essere una data grandiosa e molto gioiosa.<br />

[...] Oggi è un giorno nel quale dovremmo<br />

ravvivare la coscienza di quello<br />

che significa il servizio di Pietro, quindi<br />

rafforzare la venerazione, la fedeltà<br />

38 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

La ParoLa dei Pastori<br />

Annunciare il Vangelo<br />

ai giorni nostri<br />

Al mondo d’oggi, così secolarizzato e apparentemente<br />

tanto lontano da Dio, che vive come se Egli non esistesse,<br />

sussiste, comunque, una profonda fame che soltanto Dio<br />

può saziare: fame di verità, di libertà, di amore.<br />

e l’obbedienza, l’affetto filiale e riconoscente<br />

a chi continua attualmente questo<br />

stesso servizio: il Papa. [...]<br />

Gesù ha fondato la sua Chiesa<br />

sul Collegio degli Apostoli, nel quale<br />

Pietro ha ricevuto, per volontà di<br />

Cristo, il primo posto: tra gli Apostoli<br />

occupa il primo posto, è il primo<br />

beneficiato dalle apparizioni di<br />

Cristo Risorto, il primo a confessare<br />

la messianicità e divinità di Gesù –<br />

fatto che gli concede, a sua volta, la<br />

primazia nella formazione <strong>della</strong> sua<br />

Chiesa – e, nel giorno di Pentecoste,<br />

è anche il primo a prendere la parola<br />

e iniziare la missione cristiana.<br />

Questa primazia ha, nella mente<br />

di Gesù, il carattere di un servizio singolare<br />

– tutto nella Chiesa è servizio –<br />

che esige tutto l’amore e una disponibilità<br />

piena e totale. Pietro avrà sempre<br />

l’assistenza necessaria del Signore<br />

e dello Spirito per confermare, dare<br />

fermezza e mantenere i suoi fratelli<br />

nella Fede e nella comunione. Il<br />

suo servizio è essere – secondo la bella<br />

espressione, “servo dei servi di Dio” –<br />

il primo tra i servitori dell’unità che costituisce<br />

la Chiesa; la roccia ferma <strong>della</strong><br />

Fede nella quale riposa e poggia la<br />

Cardinale Antonio Cañizares Llovera<br />

Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per il Culto Divino<br />

e la Disciplina dei Sacramenti<br />

Chiesa; il pastore di tutto il gregge del<br />

Signore, che dirige e guida la comunità<br />

universale dei discepoli di Gesù estesa<br />

da oriente a occidente e rappresenta,<br />

consolida e fortifica la comunione del<br />

Collegio Episcopale. […]<br />

Abbiamo bisogno del Papa, e<br />

il Papa ha necessità di noi<br />

Questo ministero di Pietro è, senza<br />

dubbio, un ministero di misericordia<br />

nato da un atto di misericordia di<br />

Cristo. È questa misericordia di Cristo<br />

che ha dotato la sua Chiesa del<br />

servizio di Pietro, affinché tutti rimangano<br />

nell’unità e il mondo creda<br />

che Gesù Cristo – l’unico Nome che<br />

ci è stato dato, nel quale possiamo<br />

esser salvi – è l’inviato del Padre in<br />

quanto pace e riconciliazione, redenzione<br />

e amore illimitato, cammino,<br />

verità, vita, luce e speranza per tutti.<br />

Questa stessa assistenza indefettibile<br />

non esime però da sofferenze,<br />

contraddizioni e debolezze il servizio<br />

apostolico. Per questo dobbiamo aiutare<br />

– con le nostre preghiere, la nostra<br />

adesione fedele ai suoi insegnamenti,<br />

la nostra venerazione e affetto<br />

– colui che ha ricevuto dal Signore


questo drammatico servizio alla fede<br />

e alla comunione <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Rendiamo grazie al Signore, in<br />

questo giorno, per il dono del Papa<br />

e per il suo imprescindibile servizio<br />

o ministero. Cresca in noi l’adesione<br />

personale e incrollabile al Papa,<br />

a questo Papa, Benedetto XVI, che<br />

Dio ci ha dato. Sia ancora maggiore<br />

il nostro amore per lui e la nostra<br />

fedeltà a tutti i suoi insegnamenti.<br />

Questo amore e questa fedeltà sono<br />

la garanzia per rimanere uniti<br />

a Cristo e così esser Chiesa inviata<br />

agli uomini per annunciar loro che<br />

Dio esiste ed è il centro, l’origine e<br />

la meta di tutto; che Dio è Amore e<br />

ci è stato dato e rivelato nell’aspetto<br />

umano del suo Figlio Unico, Gesù,<br />

che ci ama e Si è innamorato di tutti<br />

noi presi singolarmente e che è con<br />

tutti e per tutti.<br />

Abbiamo bisogno del Papa, e il<br />

Papa ha necessità di noi, <strong>della</strong> nostra<br />

preghiera e dell’appoggio filiale<br />

e gioioso.<br />

Benedetto XVI ci convoca a una<br />

nuova e vigorosa evangelizzazione<br />

Che Dio ci conservi Papa Benedetto<br />

XVI. Egli è un dono suo a tutta<br />

la sua Chiesa santa ai giorni nostri:<br />

un grande uomo di Dio, un<br />

“amico forte” di Dio, un testimone<br />

singolare di Dio vivo! [...]<br />

Di fronte alle difficoltà che oggi la<br />

Chiesa deve affrontare, scossa tanto sul<br />

piano dottrinale quanto su quello disciplinare<br />

e sulla forma di vita, egli appella<br />

frequentemente alla sostanza viva<br />

del Vangelo, l’essenziale <strong>della</strong> fede<br />

e <strong>della</strong> vita conforme al Vangelo,<br />

la con<strong>versione</strong> e purificazione personale,<br />

perché sa che soltanto con la fedeltà<br />

agli insegnamenti di Cristo e <strong>della</strong><br />

Chiesa, trasmessi dalla Tradizione viva,<br />

possiamo avere questa forza di conquista,<br />

questa luce dell’intelligenza e<br />

dell’anima che proviene dal possesso<br />

maturo e cosciente <strong>della</strong> Verità divina.<br />

Egli è ben conscio che è giunto il<br />

momento <strong>della</strong> verità ed è necessario<br />

che ognuno abbia coscienza delle proprie<br />

responsabilità di fronte a decisioni<br />

che devono consegnare e salvaguardare,<br />

mantenere e trasmettere la fede,<br />

tesoro comune che Cristo – il quale è<br />

Pietra, è Roccia – ha affidato a Pietro,<br />

Vicario <strong>della</strong> Roccia, come lo chiamava<br />

San Bonaventura.<br />

Non possiamo dimenticare, soprattutto<br />

davanti a voi, cari Araldi<br />

del Vangelo che, come il suo venerando<br />

antecessore, Benedetto XVI<br />

convoca tutta la Chiesa a promuovere,<br />

stimolare, portare a compimento<br />

una nuova e vigorosa evangelizzazione<br />

che apre un orizzonte di aria fresca<br />

nella Chiesa dei nostri giorni. [...]<br />

Lì siete voi, Araldi del Vangelo, è<br />

quello il vostro posto. Nel mondo di<br />

oggi, così secolarizzato e apparentemente<br />

tanto lontano da Dio, che vive<br />

come se Egli non esistesse, c’è, comunque,<br />

una profonda fame che soltanto<br />

Dio può saziare: fame di verità,<br />

di libertà, di amore gratuito. Per questo<br />

è necessario, urgente e impellente,<br />

annunciare il Vangelo al giorno d’oggi.<br />

È su questo che, con tanta chiaroveggenza,<br />

hanno insistito gli ultimi<br />

Papi: Paolo VI, Giovanni Paolo<br />

I, Giovanni Paolo II e Benedetto<br />

XVI. Questo è ciò che ha preteso il<br />

Concilio Vaticano II, vera primavera<br />

e nuova Pentecoste <strong>della</strong> Chiesa. È<br />

quanto ci chiede Dio in questo momento,<br />

e in modo molto speciale a<br />

voi. Non temete! Non abbiate paura!<br />

Non risparmiate nulla! Abbiate<br />

fiducia e lo sguardo riposto in Cristo,<br />

senza mai indietreggiare. Che la<br />

Vergine Maria vi aiuti e protegga. <br />

(Passi dell’omelia proferita nella<br />

Chiesa di San Benedetto in Piscinula<br />

in occasione del 10º anniversario<br />

dell’approvazione pontificia degli<br />

Araldi del Vangelo, 22/2/2011)<br />

Due aspetti <strong>della</strong> Celebrazione Eucaristica: A sinistra: in primo piano, un Consigliere del Municipio di Roma, Carlo<br />

Imperi; il Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, Prof. Guzmán Carriquiry accompagnato dalla sposa,<br />

Prof.ssa Lídice; ed il cerimoniere <strong>della</strong> Basilica di Santa Maria Maggiore, Mons. Adriano Paccanelli.<br />

A destra, il momento <strong>della</strong> consacrazione<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 39<br />

Thomas Walsh


L’Arcidiocesi di Liverpool<br />

amministrerà la Cresima prima<br />

<strong>della</strong> Prima Comunione<br />

A partire dal prossimo anno, i<br />

bambini dell’Arcidiocesi di Liverpool,<br />

in Inghilterra, riceveranno il Sacramento<br />

<strong>della</strong> Cresima prima <strong>della</strong><br />

Prima Comunione, invertendo così<br />

l’ordine tradizionale in cui sono amministrati<br />

questi Sacramenti. L’Arcidiocesi<br />

ha dichiarato che questo ritorno<br />

all’“ordine originale” comincerà<br />

all’inizio del 2012. I bambini saranno<br />

confermati a otto anni – non<br />

più quando sono adolescenti – e riceveranno<br />

la Sacra Eucaristia poco<br />

tempo dopo.<br />

Secondo la spiegazione, registrata<br />

in un video, dell’Arcivescovo Patrick<br />

Kelly, questo cambiamento renderà<br />

la Prima Comunione, o partecipazione<br />

alla Sacra Cena, il punto culminante<br />

del cammino nella Chiesa Cattolica.<br />

Ha affermato che i Papi Paolo<br />

VI, Giovanni Paolo II e Benedetto<br />

XVI hanno raccomandato l’amministrazione<br />

dei Sacramenti in questa<br />

sequenza. Essa è vigente anche nei<br />

Riti Orientali: i bambini sono battezzati,<br />

confermati e ricevono la Sacra<br />

Comunione nella stessa cerimonia.<br />

25º anniversario<br />

<strong>della</strong> Confraternita<br />

San Carlo Borromeo<br />

A motivo del suo 25º anniversario<br />

di fondazione, il Santo Padre ha<br />

ricevuto in udienza il 12 febbraio i<br />

sacerdoti e seminaristi <strong>della</strong> Confraternita<br />

San Carlo Borromeo col loro<br />

fondatore e Superiore Generale,<br />

40 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

arquidiocesedebrasilia.org.br<br />

Mons. Massimo Camisasca e il Presidente<br />

del Movimento Comunione<br />

e Liberazione, Don Julián Carron.<br />

Nella sua breve allocuzione, il<br />

Pontefice ha sottolineato: “Il sacerdozio<br />

cristiano non è fine a se stesso.<br />

Esso è stato voluto da Gesù in funzione<br />

<strong>della</strong> nascita e <strong>della</strong> vita <strong>della</strong><br />

Chiesa. Ogni sacerdote, perciò, può<br />

dire ai fedeli, parafrasando Sant’Agostino:<br />

Vobiscum christianus, pro vobis<br />

sacerdos” (Con voi sono cristiano,<br />

per voi sono sacerdote). Ha sottolineato<br />

in seguito che “come tutta la<br />

Chiesa, infatti, anche il sacerdozio ha<br />

bisogno rinnovarsi continuamente,<br />

ritrovando nella vita di Gesù le forme<br />

più essenziali del proprio essere”.<br />

La Confraternita San Carlo Borromeo,<br />

nata dal Movimento Comunione<br />

e Liberazione, opera in 16 Paesi,<br />

con 104 sacerdoti e 40 seminaristi.<br />

Mons. João Braz de Aviz si<br />

accommiata da Brasilia<br />

Il 13 febbraio, Mons. João Braz<br />

de Aviz ha preso commiato dall’Arcidiocesi,<br />

che ha diretto per sette<br />

anni, con una solenne Messa nella<br />

Cattedrale <strong>della</strong> Madonna Aparecida,<br />

nella Capitale Federale. Più<br />

di tremila fedeli delle 128 parrocchie<br />

dell’Arcidiocesi hanno partecipato<br />

all’Eucaristia, concelebrata dal<br />

Nunzio Apostolico, Mons. Lorenzo<br />

Baldisseri e dal Segretario Generale<br />

<strong>della</strong> CNBB, Mons. Dimas Lara<br />

Barbosa.<br />

Il giorno seguente, egli si è imbarcato<br />

per Roma, per assumere l’incarico<br />

di Prefetto <strong>della</strong> Congregazione<br />

per gli Istituti di Vita Consacrata e<br />

adoracionperpetua.info<br />

le Società di Vita Apostolica, per il<br />

quale è stato nominato il 4 gennaio<br />

scorso da Papa Benedetto XVI.<br />

Adorazione Perpetua a Burgos<br />

Con una solenne cerimonia liturgica<br />

realizzata il 13 febbraio il Vescovo<br />

di Burgos, in Spagna, Mons.<br />

Francisco Gil Hellín, ha inaugurato<br />

la prima cappella <strong>della</strong> diocesi dedicata<br />

all’Adorazione Perpetua al<br />

Santissimo Sacramento.<br />

L’iniziativa è stata promossa<br />

da laici <strong>della</strong> Parrocchia San José<br />

Obrero, a cui appartiene la cappella,<br />

che hanno potuto contare sull’aiuto<br />

del parroco, Don Carlos Alonso<br />

Núñez e dei sacerdoti sacramentini.<br />

Più di 400 fedeli si sono già prenotati<br />

per avvicendarsi giorno e notte in<br />

preghiera davanti a Nostro Signore<br />

Gesù Cristo Sacramentato.<br />

Nella sua omelia, Mons. Gil Hellín<br />

ha manifestato la sua convinzione che<br />

l’Adorazione Perpetua produrrà frutti<br />

di rafforzamento <strong>della</strong> vita cristiana,<br />

conversioni, santificazione <strong>della</strong><br />

vita familiare e conseguente aumento<br />

di vocazioni sacerdotali.<br />

Ordinati tre nuovi Vescovi<br />

Ausiliari di Rio de Janeiro<br />

L’Arcivescovo Mons. Orani Tempesta<br />

ha conferito il 5 febbraio l’ordinazione<br />

episcopale ai tre nuovi<br />

Vescovi Ausiliari di questa Arcidiocesi:<br />

Mons. Nelson Francelino<br />

Ferreira, Mons. Paulo César Costa<br />

e Mons. Pedro Cunha Cruz. Nella<br />

cattedrale metropolitana affollata<br />

di fedeli, hanno partecipato alla cerimonia<br />

35 Vescovi provenienti da


Secondo volume del<br />

libro di Benedetto XVI,<br />

“Gesù di Nazaret”<br />

I<br />

l secondo volume del libro di Papa Benedetto XVI<br />

sulla vita di Cristo, Gesù di Nazaret – Dall’entrata a<br />

Gerusalemme, alla Resurrezione, è stato presentato alla<br />

stampa il 10 marzo dal Cardinale Marc Ouellet, Prefetto<br />

<strong>della</strong> Congregazione per i Vescovi, insieme allo scrittore<br />

e germanista Claudio Magris.<br />

Divisa in nove capitoli, l’opera contiene una estesa<br />

riflessione biblica e teologica di Benedetto XVI sui testi<br />

dei Vangeli e può esser definita come una “opera magna”<br />

del suo pensiero teologico. La sua prima edizione,<br />

per un totale di 1 milione e 200 mila esemplari, è stata<br />

messa in vendita nella stessa giornata del 10 marzo<br />

in sette Paesi: <strong>It</strong>alia, Germania, Francia, Spagna, Polonia,<br />

Portogallo e Stati Uniti, con l’edizione nord-americana<br />

disponibile anche in India. Sono già in preparazione<br />

le edizioni in Brasile e in Croazia, come pure una riedizione<br />

in <strong>It</strong>alia.<br />

diverse parti del paese, oltre ad un<br />

gran numero di sacerdoti.<br />

Nella sua omelia, Mons. Orani ha<br />

ricordato la missione del Vescovo, di<br />

insegnare, essere perseverante e servire<br />

da esempio di condotta per i fedeli.<br />

Ha così ammonito: “L’episcopato<br />

è un servizio e non un onore; per<br />

questo il Vescovo deve distinguersi<br />

per il servizio pastorale prestato con<br />

entusiasmo e ricerca <strong>della</strong> santità che<br />

provochi e susciti disponibilità affinché<br />

il popolo di Dio faccia lo stesso”.<br />

Ha ancora ripercussioni<br />

in Gran Bretagna la visita<br />

di Papa Benedetto XVI<br />

Sei mesi dopo la visita di Papa Benedetto<br />

XVI al Regno Unito, “le persone<br />

nelle parrocchie ne parlano ancora,<br />

in particolare ricordano l’effusione<br />

di grazie che hanno presenziato”<br />

– ha dichiarato all’agenzia Zenit, il<br />

L’Osservatore Romano<br />

9 febbraio, Mons. Kieran Conry, Vescovo<br />

di Arundel e Brighton, e direttore<br />

del Dipartimento di Evangelizzazione<br />

e Catechesi <strong>della</strong> Conferenza<br />

Episcopale d’Inghilterra e Galles.<br />

Dopo aver sottolineato che questa<br />

visita ha dato ai cattolici un’opportunità<br />

senza precedenti per presentare<br />

in Gran Bretagna la fisionomia<br />

del Cattolicesimo contemporaneo,<br />

Mons. Kieran ha aggiunto: “Essa<br />

ha avuto l’effetto di risvegliare la<br />

spiritualità nella vita di molte persone,<br />

indipendentemente dalle loro<br />

credenze o modi di pensare”.<br />

Presentato al Papa l’Annuario<br />

Pontificio 2011<br />

Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario<br />

di Stato <strong>della</strong> Santa Sede, insieme<br />

all’ Arcivescovo Fernando Filoni,<br />

Sostituto per le Questioni Generali<br />

di questa Segreteria, hanno pre-<br />

Nel giorno precedente alla presentazione nella Sala<br />

Stampa, vengono offerti i primi esemplari al Santo Padre<br />

dai rappresentanti delle case editrici<br />

“Gesù di Nazaret, grazie all’autorità scientifica di Benedetto<br />

XVI, aiuta i cristiani di oggi a riscoprire il ‘Gesù<br />

dei Vangeli’, quello reale, non solamente quello storico”,<br />

ha affermato il Cardinale Ouellet nella cerimonia<br />

di presentazione.<br />

Il primo volume dell’opera – un successo editoriale<br />

– fu pubblicato in aprile 2007, in commemorazione dell’80º<br />

compleanno del Papa. L’allora Cardinale Ratzinger<br />

aveva cominciato a scriverlo nel 2003, quando era<br />

Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per la Dottrina <strong>della</strong> Fede.<br />

Nel terzo volume, in fase di preparazione, il Santo<br />

Padre esamina i cosiddetti “Vangeli dell’infanzia”, sui<br />

primi anni <strong>della</strong> vita di Gesù.<br />

sentato al Santo Padre, il 19 febbraio,<br />

l’Annuario Pontificio 2011. La preparazione<br />

del volume è stata affidata<br />

all’incaricato dell’Ufficio Centrale<br />

di Statistica <strong>della</strong> Chiesa, Monsignor<br />

Vittorio Formenti, al professor Enrico<br />

Nenna e ad altri collaboratori.<br />

La nuova edizione registra un aumento<br />

di 15 milioni (1,3%) del numero<br />

di cattolici nel mondo: è passato<br />

da 1,166 miliardi alla fine del<br />

2008 a 1,181 miliardi alla fine del<br />

2009. Di questo totale, il 49,4% risiede<br />

nelle Americhe, il 24% in Europa,<br />

il 16% in Africa e Oceania, e il<br />

10,6% in Asia.<br />

Nello stesso periodo, il numero<br />

di Vescovi è aumentato da 5.002 a<br />

5.065. E’ cresciuto anche quello dei<br />

sacerdoti: da 409.166 mila a 410.593,<br />

dei quali il 46,5% sono europei, il<br />

29,9% americani, il 13,5% asiatici,<br />

l’8,9% africani e l’1,2% dell’Ocea-<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 41


nia. Il numero di diaconi permanenti<br />

è salito da 37.203 al 38.155. Anche<br />

quello dei seminaristi ha registrato<br />

una crescita: da 117.024 a 117.978.<br />

Invece il numero delle religiose è diminuito<br />

leggermente: da 739.068 a<br />

729.371.<br />

Nel 2010 il Papa ha eretto dieci<br />

nuove diocesi, un esarcato apostolico<br />

e un vicariato apostolico.<br />

“L<br />

42 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

600 mila rosari saranno<br />

distribuiti nella Giornata<br />

Mondiale <strong>della</strong> Gioventù<br />

Per iniziativa dell’associazione internazionale<br />

Family Rosary (Apostolato<br />

del Rosario in Famiglia), saranno<br />

distribuiti 600 mila rosari nella<br />

26ª Giornata Mondiale <strong>della</strong> Gioventù,<br />

che si realizzerà dal 16 al 21<br />

agosto a Madrid, dove si attendono<br />

circa due milioni di giovani provenienti<br />

dal mondo intero.<br />

“Il nostro amato Papa Giovanni<br />

Paolo II ci ha insegnato che il<br />

Rosario è la ‘Scuola di Maria’, attraverso<br />

cui contempliamo il volto<br />

di Cristo con Maria. Sappiamo<br />

che migliaia e migliaia di giovani<br />

cercheranno Cristo a Madrid. Vogliamo<br />

contribuire col nostro gra-<br />

Congresso sulla<br />

Sacra Scrittura nella Chiesa<br />

a Bibbia ha mo<strong>della</strong>to l’anima dell’Europa”, ha conseguenza, riduce la dimensione divina <strong>della</strong> Sacra<br />

affermato il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto del- Scrittura”.<br />

la Congregazione per i Vescovi, nella sessione di aper- Sulla stessa linea, si è manifestato l’Arcivescovo<br />

tura del Congresso La Sacra Scrittura nella Chiesa, rea- Ladaria Ferrer, Segretario <strong>della</strong> Congregazione per<br />

lizzato a Madrid, nei giorni 7 - 9 febbraio, con circa no- la Dottrina <strong>della</strong> Fede, evidenziando che non si può<br />

vecento partecipanti, tra i quali il Nunzio Apostolico interpretare le Scritture Sacre senza la Tradizione vi-<br />

in Spagna, Mons. Renzo Fratini, il Cardinale Martínez va <strong>della</strong> Chiesa e senza il Magistero Pontificio. “La<br />

Sistach, Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Ami- Chiesa è l’unico ambito adeguato per l’interpretaziogo<br />

Vallejo, Arcivescovo emerito di Siviglia, più di trenne <strong>della</strong> Scrittura come parola attuale di Dio”, ha afta<br />

Vescovi e un gran numero di sacerdoti.<br />

fermato a conclusione <strong>della</strong> sua conferenza.<br />

“Ma – ha messo in guardia il Cardinale Marc Ou- Il Congresso è stato inaugurato dall’Arcivescovo<br />

ellet –, negli ultimi decenni, una profonda crisi scuo- di Madrid e Presidente <strong>della</strong> Conferenza Episcopale<br />

te i fondamenti <strong>della</strong> cultura europea. Una nuova ra- Spagnola, Cardinale Antonio Rouco Varela, ed è tocgion<br />

di Stato impone la sua legge e cerca di mettere in cato a Mons. Juan Antonio Martinez Camino, SJ, Ve-<br />

secondo piano le radici cristiane dell’Europa”. Quescovo Ausiliare di Madrid e Segretario Generale delsta<br />

crisi è penetrata anche all’interno <strong>della</strong> Chiesa, la Conferenza Episcopale Spagnola il compito di pre-<br />

per mezzo di una certa esegesi razionalista che cerca siedere la cerimonia di chiusura. La conferenza con la<br />

di eliminare dalle Sacre Scritture i prodigi e i miraco- quale si sono conclusi i lavori è stata pronunciata dal<br />

li, con la conseguenza di “spargere non poche volte la Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente<br />

confusione tra i fedeli”, ha aggiunto il Cardinale. del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e si è incen-<br />

A questo proposito, dotrata<br />

sul tema Parola di Dio e<br />

po aver ricordato diversi pun-<br />

impegno nel mondo.<br />

ti dell’Esortazione Apostoli-<br />

Oltre a presentare la Bibbia<br />

ca Verbum Domini, il Prefetto<br />

Sacra – Versione ufficiale del-<br />

<strong>della</strong> Congregazione per i Vela<br />

Conferenza Episcopale Spascovi<br />

ha affermato che in esgnola,<br />

recentemente pubblicasa<br />

Papa Benedetto XVI “inta,<br />

il Congresso ha avuto come<br />

siste sulle nefaste conseguen-<br />

obiettivo quello di evidenziare<br />

ze di un’esegesi secolarizza-<br />

l’importanza delle Sacre Scritta,<br />

tributaria di una mentalità<br />

ture nella vita <strong>della</strong> Chiesa e<br />

positivista, che esclude l’inter-<br />

armonizzare con l’azione pavento<br />

divino nella Storia e, di<br />

Sessione di apertura<br />

storale la lettura <strong>della</strong> Bibbia.<br />

sagradabibliacee.com


pusc.it<br />

nello di sabbia! Il Rosario è uno<br />

strumento semplice, ma profondo<br />

e confermato per il cammino fino<br />

a Dio” – ha dichiarato il responsabile<br />

di questo progetto, Don Jim<br />

Phalan, CSC.<br />

Rosary Family è stata fondata negli<br />

Stati Uniti nel 1942 dal Servo<br />

di Dio Don Patrick Peyton. La sua<br />

Campagna del Rosario in Famiglia<br />

è internazionalmente nota grazie al<br />

motto La famiglia che prega unita, rimane<br />

unita.<br />

Simposio sulla formazione<br />

nei seminari<br />

Rettori di seminario, direttori<br />

spirituali e formatori provenienti<br />

dai più diversi contesti culturali ed<br />

ecclesiali si sono riuniti a Roma, dal<br />

7 all’11 febbraio per una settimana<br />

di studi sul tema La formazione spirituale<br />

personale nei seminari.<br />

Organizzato dal Centro di Formazione<br />

Sacerdotale <strong>della</strong> Pontificia<br />

Università Santa Croce, l’evento ha<br />

contato sulla presenza del Prefetto<br />

<strong>della</strong> Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica, Cardinale Zenon Grocholewski<br />

come pure su relatori come<br />

Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo<br />

di Monreale Mons. José<br />

María Yanguas, Vescovo di Cuenca,<br />

in Spagna e il Professor Luis Romera,<br />

Rettore di quest’Università.<br />

L’identità e le motivazioni del giovane<br />

che entra nel seminario, l’aiuto<br />

del seminario nello sviluppo <strong>della</strong><br />

vita spirituale del seminarista, direzione<br />

spirituale e fragilità umana<br />

e la formazione per la piena maturità<br />

spirituale sono stati i temi trattati<br />

in questa settimana di studi.<br />

stj.jus.br<br />

Aumenta il numero<br />

di missionari coreani<br />

I cattolici coreani emigrati all’estero<br />

costituiscono una forza di<br />

evangelizzazione, specialmente per<br />

l’Asia, secondo dati statistici forniti<br />

all’agenzia Fides dalla Conferenza<br />

Episcopale <strong>della</strong> Corea.<br />

Secondo questi dati, il numero di<br />

sacerdoti coreani inviati in missione<br />

ad gentes in paesi in via di sviluppo<br />

è aumentato significativamente: solo<br />

nel 2010, 33 sacerdoti hanno ricevuto<br />

il mandato missionario. Molti di loro<br />

operano nella prima evangelizzazione<br />

in paesi dell’Africa e dell’Asia. Tra<br />

le religiose, spicca la congregazione<br />

Suore dei Beati Martiri Coreani, che<br />

ha inviato 38 suore in sei paesi. Relativamente<br />

ai laici, si osserva l’aumento<br />

delle comunità cattoliche coreane in<br />

diverse nazioni asiatiche, come l’Indonesia,<br />

il Vietnam, le Filippine e la Cina.<br />

Una delle organizzazioni più attive<br />

nella promozione dell’attività missionaria<br />

è l’Apostolato dei Laici Cattolici<br />

<strong>della</strong> Corea, che opera sotto l’egida<br />

<strong>della</strong> Conferenza Episcopale.<br />

Pubblicazione del Nunzio<br />

Apostolico in Brasile<br />

Mons. Lorenzo Baldisseri, Nunzio<br />

Apostolico in Brasile, ha lanciato<br />

il 16 febbraio il suo libro: Diplomazia<br />

Pontificia – Accordo Brasile-Santa<br />

Sede – Interventi. La cerimonia si è<br />

realizzata nello Spazio Culturale del<br />

Tribunale Superiore di Giustizia e ha<br />

avuto come anfitrione il Ministro Ari<br />

Pargendler, Presidente di questa alta<br />

Corte Giudiziaria.<br />

Nel salutare l’Autore, il Ministro<br />

ha ricordato le occasioni in cui Mons.<br />

Lorenzo è stato presente in Tribunale<br />

come religioso e diplomatico. “E oggi,<br />

è qui come giurista”, ha aggiunto.<br />

L’opera appena pubblicata contiene<br />

nozioni concettuali sulla diplomazia<br />

pontificia e resoconti sulla negoziazione<br />

dell’accordo tra la Repubblica<br />

Federativa del Brasile e la Santa<br />

Sede relativamente allo statuto giuridico<br />

<strong>della</strong> Chiesa Cattolica promulgato<br />

nel febbraio 2010. Inoltre, è piena<br />

di riflessioni culturali del Nunzio<br />

su diversi temi di interesse giuridico.<br />

Il ministro del Tribunale Superiore<br />

del Lavoro, Ives Gandra da Silva<br />

Martins Figlio – rappresentando suo<br />

padre, autore <strong>della</strong> prefazione del<br />

libro – ha osservato che quest’opera<br />

aiuterà a comprendere meglio la<br />

diplomazia vaticana, sulla quale poco<br />

si conosce, e ha elogiato l’operato<br />

del nunzio per la consumazione<br />

dell’accordo Brasile – Santa Sede.<br />

Oltre a numerosi ministri e giudici,<br />

hanno preso parte all’evento<br />

l’Arcivescovo Emerito di Brasilia,<br />

Cardinale José Freire Falcão, il Presidente<br />

<strong>della</strong> Conferenza Nazionale<br />

dei Vescovi del Brasile (CNBB),<br />

Mons. Geraldo Lyrio Rocha, il Segretario<br />

Generale <strong>della</strong> CNBB,<br />

Mons. Dimas Lara Barbosa, l’Arcivescovo<br />

di Belo Horizonte, Mons.<br />

Walmor Oliveira de Azevedo, e l’Arcivescovo<br />

dell’Ordinariato Militare<br />

del Brasile, Mons. Osvino Both.<br />

Diocesi di Tai Nan commemora<br />

50 anni di fondazione<br />

La Diocesi cinese di Tai Nan, creata<br />

il 21 marzo 1961, ha promosso<br />

nei mesi di febbraio e marzo diverse<br />

attività commemorative del suo 50º<br />

anniversario, valorizzando particolarmente<br />

l’organizzazione di seminari<br />

di spiritualità ed evangelizzazione.<br />

Nella sua lettera pastorale pubblicata<br />

con questo obiettivo, il Vescovo<br />

diocesano, Mons. Bosco Lin Chi Nan,<br />

ha incentivato questi seminari, con l’obiettivo<br />

che “tutti i fedeli si trasformino<br />

in strumenti di evangelizzazione”.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 43


Secondo un’informazione dell’agenzia<br />

Fides, la Diocesi di Tai Nan ha<br />

circa 10.000 fedeli divisi in 30 parrocchie<br />

nelle quali esercitano le loro attività<br />

58 sacerdoti, 68 religiose e 10 catechisti.<br />

Mantiene diverse scuole, un<br />

orfanotrofio e un ospizio per anziani.<br />

Dispone di una casa editrice, un settimanale<br />

e 11 pubblicazioni mensili.<br />

Atto di vandalismo contro una<br />

scuola cattolica in India<br />

La scuola cattolica <strong>della</strong> Divina<br />

Provvidenza di Tilakwadi, nello<br />

stato indiano di Karnataka, è stata<br />

attaccata da vandali che hanno distrutto<br />

vetri e hanno danneggiato la<br />

struttura. L’aggressione, avvenuta il<br />

22 febbraio, ha generato panico tra<br />

le Suore Canossiane, che l’amministrano,<br />

come pure tra studenti e genitori,<br />

ma non ha causato feriti – ha<br />

informato l’agenzia Fides.<br />

Il Vescovo diocesano, Mons. Peter<br />

Machado, ha espresso la sua profonda<br />

preoccupazione per l’episodio,<br />

poiché si tratta del secondo attacco<br />

a una scuola cattolica nella regione<br />

in un mese.<br />

Inaugurata in Burundi la<br />

Scuola Benedetto XVI<br />

Nel suo recente viaggio in Burundi,<br />

il Cardinale Robert Sarah, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio Cor<br />

Via Crucis<br />

IT_ViaSacra.indd 1 28-12-2010 14:44:00<br />

44 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

rhapsody-in-school.de<br />

Unum, ha inaugurato il 5 marzo la<br />

Scuola Benedetto XVI nella città di<br />

Muyaga.<br />

“L’obiettivo di questa visita è<br />

esprimere il mio ossequio e tutta la<br />

mia partecipazione per tutto quello<br />

che si è fatto qui per la ricostruzione<br />

del paese. Io sono venuto anche a<br />

portare il saluto, la benedizione e la<br />

preghiera del Santo Padre” – ha dichiarato<br />

il Porporato sbarcando nella<br />

capitale di questa nazione dell’Africa<br />

centrale.<br />

Il Presidente di “Cor Unum”<br />

è stato ricevuto dal Presidente<br />

dell’Assemblea Nazionale, Pie<br />

Ntavyohanyuma, il quale ha manifestato<br />

il suo apprezzamento per il<br />

lavoro <strong>della</strong> Chiesa nel campo <strong>della</strong><br />

salute, dell’educazione e <strong>della</strong> riconciliazione<br />

nazionale.<br />

Progetto educativo porta musica<br />

classica nelle scuole tedesche<br />

Trasformare un’aula di scuola<br />

in sala da concerto, dove da un<br />

N<br />

300 mila Via Crucis<br />

lato c’è il palco e dall’altro alcune<br />

file di sedie per far accomodare<br />

un gruppo di bambini, ecco una<br />

lezione di musica poco convenzionale.<br />

In questo modo, alcune scuole<br />

tedesche che hanno aderito al progetto<br />

Rhapsody in School (Rapsodia<br />

nella Scuola), concepito da oltre cinque<br />

anni dal pianista Lars Vogt, cercano<br />

di “spiegare agli alunni il lavoro<br />

con la musica classica e incentivarli<br />

alla pratica <strong>della</strong> stessa” – secondo<br />

una notizia pubblicata l’11<br />

marzo da Deutsche Welle.<br />

A volte, non si dà un concerto nel<br />

senso convenzionale del termine,<br />

quanto una dimostrazione viva degli<br />

strumenti musicali, seguita da piccoli<br />

giochi di indovinello per testare<br />

le conoscenze degli alunni sull’argomento.<br />

“Ritengo che, nel caso delle<br />

arti e <strong>della</strong> musica, la formazione<br />

dipenda moltissimo dalla personalità<br />

del professore. Quando<br />

si racconta qualcosa con entusiasmo,<br />

dicendo che si ama con passione<br />

quell’attività e che essa è la<br />

cosa principale nella propria vita,<br />

allora chi ascolta naturalmente<br />

acquisisce curiosità sull’argomento,<br />

chiedendosi che cosa sta dietro<br />

a ciò” – ha dichiarato l’autore del<br />

progetto.<br />

distribuite in Quaresima<br />

ella Quaresima del 2011 l’Associazione<br />

Madonna di Fatima<br />

– Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

ha pubblicato, specialmente<br />

per i suoi membri, una Via<br />

Crucis, intitolata “Via Crucis, cammino<br />

di dolore e di luce”. Circa 300<br />

mila famiglie che partecipano<br />

a questa Campagna hanno ricevuto<br />

il libretto per posta, insieme ad<br />

un invito a servirsene in particolare i<br />

venerdì, meditando e cercando di seguire<br />

le stazioni di Gesù Cristo dal<br />

Palazzo di Pilato fino al Calvario.


©santiebeati.it<br />

N<br />

La Chiesa avrà tre nuovi Santi<br />

el Concistoro Ordinario Pubblico riunito sotto<br />

la presidenza di Papa Benedetto XVI il 21<br />

febbraio, è stata fissata per il 23 ottobre, Giornata<br />

Mondiale delle Missioni, la canonizzazione di tre<br />

fondatori:<br />

Mons. Guido Maria Conforti (1865–1931). Nato a<br />

Ravadese, entrò nel Seminario Diocesano di Parma<br />

dove, dopo aver letto la biografia di San Francesco<br />

Saverio, patrono delle Missioni, sentì sbocciare nel<br />

suo cuore il desiderio di essere missionario. Fondò la<br />

Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni<br />

Straniere (Missionari Saveriani), che ha come motto<br />

fare del mondo una sola famiglia. Nominato Vescovo<br />

di Parma nel 1907, si dedicò con enorme zelo alle attività<br />

pastorali, fino alla fine <strong>della</strong> sua vita. Nel 1996,<br />

Papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato.<br />

Vari artisti di fama hanno già dato<br />

il loro contributo per il successo<br />

di questa iniziativa.<br />

Centro Missionario e Mariano<br />

nell’Arcidiocesi di Czestochowa<br />

Per desiderio di Mons. Stanisław<br />

Nowak, Arcivescovo di Czestochowa,<br />

sarà costruito a Myszkow –<br />

Mrzyglod, vicino al Santuario <strong>della</strong><br />

Madonna del Santo Rosario, il Centro<br />

Missionario e Mariano.<br />

Secondo il responsabile per la<br />

realizzazione del progetto, Don Jacek<br />

Gancarek, parroco del Santua-<br />

©santiebeati.it<br />

rio e direttore delle Pontificie Opere<br />

Missionarie dell’Arcidiocesi di Czestochowa,<br />

“il Santuario <strong>della</strong> Madre<br />

del Santo Rosario è un luogo appropriato<br />

per il Centro Missionario e<br />

Mariano. Il Santo Rosario è la preghiera<br />

speciale per le missioni <strong>della</strong><br />

Chiesa”.<br />

Bibbia in k’iché, la lingua maia<br />

più parlata in Guatemala<br />

Il Vescovo di Jalapa, in Guatemala,<br />

Mons. Julio Cabrera, ha presentato<br />

la recente pubblicazione <strong>della</strong><br />

Bibbia tradotta in k’iché, la più po-<br />

Don Luigi Guanella (1842–1915). Sacerdote italiano,<br />

noto come il “Santo <strong>della</strong> Carità” per essere<br />

stato a fianco dei bisognosi ed invalidi. Fondatore<br />

<strong>della</strong> Congregazione dei Servi <strong>della</strong> Carità e dell’Istituto<br />

delle Figlie di Santa Maria <strong>della</strong> Provvidenza,<br />

con l’obiettivo di prestare assistenza ai più poveri<br />

e marginalizzati. Fu beatificato da Papa Paolo VI<br />

nell’ottobre del 1964.<br />

Bonifacia Rodríguez de Castro (1837–1905). Suora<br />

spagnola, che insieme al suo direttore spirituale, Don<br />

Francisco Butiñá, SJ, fondò la Congregazione delle<br />

Serve di San Giuseppe, per l’assistenza e la formazione<br />

delle giovani abbandonate. La sua fedeltà al carisma<br />

la portò a fondare una nuova casa a Zamora,<br />

in Spagna, dove passò gli ultimi 22 anni <strong>della</strong> sua vita.<br />

Nel 2003, fu beatificata da Papa Giovanni Paolo II.<br />

Mons. Guido Maria Conforti Don Luigi Guanella<br />

Bonifacia Rodríguez de Castro<br />

©santiebeati.it<br />

polare delle 22 lingue maia parlate<br />

in questo paese, secondo una notizia<br />

del 4 marzo dell’agenzia Fides. Il lavoro<br />

di traduzione è stato realizzato<br />

nel corso di 23 anni, da un gruppo<br />

coordinato dal sacerdote francese<br />

Bernardo Guos e da Isabel Sucuquí,<br />

guatemalteca originaria di Chiché.<br />

Secondo un’informazione di<br />

Mons. Cabrera, la digitalizzazione<br />

dell’opera è cominciata l’anno scorso<br />

a Bilbao, in Spagna. È stata stampata<br />

in Cina, da dove è arrivata per<br />

esser distribuita alla popolazione del<br />

Guatemala.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 45


46 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

storia Per bambini... o aduLti Pieni di fede?<br />

La pietra nel cammino<br />

Non appena si fece giorno, si cominciarono ad eseguire le<br />

istruzioni del re: i soldati circondarono la strada mentre vari<br />

operai effettuavano un servizio misterioso.<br />

Dal momento in cui il re<br />

era salito al trono, tutto<br />

andava bene in quel regno<br />

lontano, un tempo<br />

lacerato da continue guerre.<br />

Il sovrano era allo stesso tempo<br />

forte e buono. Padroneggiava come<br />

nessun altro l’arte <strong>della</strong> guerra<br />

e possedeva truppe ben addestrate,<br />

ma preferiva ottenere la pace attraverso<br />

trattati amichevoli. Pertanto,<br />

mirando alla gloria di Dio<br />

e al bene del suo popolo,<br />

aveva già firmato accordi<br />

di cooperazione con la<br />

maggior parte degli stati<br />

confinanti.<br />

I villaggi del regno erano<br />

in pieno sviluppo e gli affari<br />

con i paesi limitrofi erano<br />

abbastanza prosperi. Il clima<br />

mite favoriva le coltivazioni<br />

più varie e persino la<br />

natura collaborava a rendere<br />

quella regione simile ad<br />

un paradiso.<br />

Gli abitanti erano laboriosi,<br />

solidali e devoti.<br />

Le chiese erano sempre<br />

piene e i Sacramenti<br />

erano molto frequentati.<br />

Regnava tra tutti uno spi-<br />

rito di fraternità cristiana che faceva<br />

ricordare il comandamento nuovo<br />

di Gesù: “Come io vi ho amato,<br />

così amatevi anche voi gli uni gli altri”<br />

(Gv 13, 34).<br />

Tuttavia, il tempo passò e il temperamento<br />

degli abitanti del regno<br />

cominciò a cambiare... Abituandosi<br />

a vivere nella prosperità, persero lo<br />

spirito di sacrificio e di slancio. Non<br />

volevano più sapere di affrontare<br />

Il re decise di esporre al Vescovo le proprie<br />

preoccupazioni ed entrambi parlarono a lungo<br />

Suor Michelle Viccola, EP<br />

eventuali difficoltà, per quanto piccole<br />

esse fossero, ed il minimo problema<br />

suscitava numerose proteste.<br />

Il re era preoccupato. La pace e<br />

la tranquillità, che tanta fatica erano<br />

costate, diedero spazio alla mediocrità<br />

di spirito <strong>della</strong> popolazione.<br />

Allo stesso tempo, le liti tra i suoi<br />

sudditi aumentavano. Il loro spirito,<br />

che mirava solo alle comodità <strong>della</strong><br />

vita, li rendeva irritabili ed egoisti.<br />

Decise di esporre al Vescovo<br />

le proprie preoccupazioni<br />

ed entrambi parlarono<br />

a lungo. Il prelato soffriva<br />

anche per la decadenza morale<br />

del popolo, soprattutto<br />

vedendo i Sacramenti sempre<br />

meno frequentati.<br />

Che cosa fare allora? Come<br />

aiutare il popolo a comprendere<br />

la decadenza in cui<br />

stava cadendo? Come allontanarlo<br />

dall’egoismo e renderlo<br />

consapevole <strong>della</strong> necessità<br />

del sacrificio e <strong>della</strong><br />

lotta in questa vita? Dopo<br />

lunghe riflessioni e scambi di<br />

idee, prelato e sovrano architettarono<br />

un progetto...<br />

Quella stessa notte, il re<br />

chiamò al suo cospetto una


squadra scelta di soldati ed un gruppo<br />

fidato di servitori, per esporre loro<br />

il piano, esigendo il più stretto segreto.<br />

Non appena si fece giorno, si cominciarono<br />

ad eseguire le istruzioni<br />

del re. I soldati si diressero alla<br />

strada principale di accesso al regno<br />

e ne bloccarono sia l’accesso che la<br />

vista. Nessuno poteva avvicinarsi al<br />

luogo in cui alcuni operai eseguivano<br />

un compito misterioso. Gli abitanti<br />

<strong>della</strong> regione, curiosi, cercavano<br />

di indovinare da lontano in che<br />

cosa consistesse, tuttavia, non riuscivano<br />

a vedere nulla.<br />

Finalmente, la strada fu liberata...<br />

Be’, non esattamente: nel mezzo<br />

vi era ora un’enorme pietra!<br />

Passarono per di lì mercanti e uomini<br />

ricchi del regno, anche se con<br />

qualche difficoltà, rasentavano la<br />

pietra, ostentando indifferenza. Alcuni,<br />

più esaltati, si infuriavano contro<br />

il re, lamentandosi per lo stato in<br />

cui era tenuta la strada, ma non facevano<br />

nulla per rimuovere l’ostacolo.<br />

In poco tempo la notizia corse<br />

per tutto il regno. Non vi era chi<br />

non protestasse contro quella pietra<br />

ingombrante che tanto ostacolava<br />

il passo dei mezzi lungo una delle<br />

arterie più importanti del paese; ma<br />

nessuno prendeva la benché minima<br />

iniziativa per risolvere il problema.<br />

Un bel giorno, giunse vicino alla<br />

pietra il signor Fabiano. Era un piccolo<br />

agricoltore, dagli occhi vivaci e<br />

dal corpo esile, che ogni settimana<br />

percorreva quella stessa strada per<br />

portare al mercato i frutti e le verdure<br />

del suo orto.<br />

Vedendo tale ostacolo ostruire la<br />

strada, scese dal suo carro disponendosi,<br />

con i figli, a toglierla di mezzo.<br />

Spinsero la pietra con forza, ma senza<br />

risultato... Cercarono tronchi da<br />

usare come leve, ma invano. Stanchi<br />

per la fatica, ma non scoraggiati,<br />

si fermarono per prendere un po’di<br />

fiato.<br />

Dopo la recitazione dell’“Ave Maria”, il Sig. Fabiano e i suoi figli uniti in un<br />

unico sforzo riuscirono alla fine a rimuovere la grande roccia<br />

Il signor Fabiano era irritato. Come<br />

era possibile che una semplice<br />

roccia gli resistesse in questo modo?<br />

Non avevano tolto migliaia di pietre<br />

nel suo orto, e persino più grandi,<br />

per renderlo più fertile? Non avevano<br />

costruito una diga dal fiume vicino<br />

per irrigare meglio le coltivazioni?<br />

E poi non solo l’ostacolo impediva<br />

il loro passaggio, ma quello di<br />

tutti coloro che percorrevano quella<br />

strada...<br />

Recuperate un po’ le forze, il signor<br />

Fabiano e i suoi figli si rimisero<br />

all’opera. Insieme recitarono una<br />

“Ave Maria”, come facevano prima<br />

di iniziare il lavoro nei campi e uniti<br />

in un unico sforzo riuscirono alla fine<br />

a rimuovere la grande roccia.<br />

Felici e soddisfatti, erano già<br />

pronti a risalire sul carro quando intravidero,<br />

tra la polvere sollevata,<br />

qualcosa di singolare. Era una borsa<br />

di fine cuoio piena di monete d’oro,<br />

accompagnata da un rotolo, in cui<br />

era scritto: “Questo è il premio per<br />

il valorosi che hanno rimosso dalla<br />

strada questa scomoda pietra. La vita<br />

è piena di ostacoli e noi dobbiamo<br />

lottare sempre per vincerli”. Era firmato<br />

dal re stesso!<br />

Edith Petitclerc<br />

Il fatto divenne presto molto noto<br />

e il popolo apprese la lezione: erano<br />

diventati morbidi e compiacenti.<br />

Il minimo sforzo causava loro tristezza.<br />

Di fronte ad una qualche difficoltà<br />

preferivano reclamare anziché<br />

tentare di risolverla.<br />

La domenica successiva, le code<br />

dei confessionali si riempirono<br />

e le Messe in tutte le chiese erano<br />

frequentatissime. Il Vescovo, nella<br />

Messa grande in Cattedrale, colse<br />

l’occasione per dire nella predica:<br />

– Gli ostacoli nella nostra vita sono<br />

eccellenti opportunità per comprendere<br />

che l’esistenza dell’uomo<br />

su questa terra è una lotta. Cerchiamo<br />

di essere solidali gli uni con gli<br />

altri e aiutiamoci nelle difficoltà ma,<br />

soprattutto, ricordiamoci sempre di<br />

chiedere l’aiuto di Maria Santissima,<br />

prima di affrontare qualsiasi problema,<br />

per quanto piccolo sia.<br />

Con l’aiuto <strong>della</strong> grazia divina,<br />

l’intento del re e del Vescovo era<br />

giunto a buon fine: quella pietra era<br />

stata uno strumento perché il popolo<br />

ritornasse in sé e fosse nuovamente<br />

bravo, disposto a fare qualsiasi<br />

sforzo per il bene del regno e la<br />

maggior gloria di Dio. <br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 47


Francisco Lecaros<br />

I SantI dI ognI gIorno _______<br />

1. Beato Lodovico Pavoni, sacerdote<br />

(†1848). Fondò a Brescia la Congregazione<br />

dei Figli di Maria Immacolata<br />

per la formazione professionale<br />

e religiosa dei bambini poveri.<br />

2. San Francesco da Paola, eremita<br />

(†1507).<br />

Santa Teodora, vergine e martire<br />

(†307). Giovane di 18 anni, catturata,<br />

torturata e gettata in mare, per<br />

aver dato dimostrazioni di appoggio<br />

e venerazione ai cristiani portati in<br />

tribunale a Cesarea, in Palestina.<br />

3. IV Domenica di Quaresima.<br />

San Luigi Scrosoppi, sacerdote<br />

(†1884). Sacerdote <strong>della</strong> Congregazione<br />

dell’Oratorio fondò a Udine,<br />

la Congregazione delle Suore <strong>della</strong><br />

Divina Provvidenza, per l’educazione<br />

cristiana dei giovani poveri.<br />

“Santa Caterina da Siena in<br />

atteggiamento caritatevole verso<br />

Nostro Signore, sotto le spoglie di un<br />

mendicante” – Affresco del Santuario di<br />

Santa Caterina, Siena<br />

48 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

4. Sant’Isidoro, Vescovo e Dottore<br />

<strong>della</strong> Chiesa (†636).<br />

Beato Giuseppe Benedetto<br />

Dusmet, Vescovo (†1894). Monaco<br />

benedettino, nominato Vescovo di<br />

Catania. Si impegnò nella formazione<br />

e accompagnamento del clero, e<br />

nell’istruzione del popolo.<br />

5. San Vincenzo Ferrer, sacerdote<br />

(†1419).<br />

Santa Caterina Thomas, vergine<br />

(†1574). Entrata nelle Canoniche<br />

Regolari di Sant’Agostino a Palma<br />

de Maiorca, in Spagna, si distinse<br />

per la sua abnegazione e indifferenza<br />

riguardo se stessa.<br />

6. San Pietro di Verona, sacerdote<br />

e martire (†1252). Nato da genitori<br />

manichei abbracciò la Fede Cattolica.<br />

Entrato nell’Ordine Domenicano,<br />

combatté vigorosamente<br />

le eresie fino a che fu ucciso dai<br />

nemici <strong>della</strong> Chiesa.<br />

7. San Giovanni Battista de<br />

La Salle, sacerdote (†1719).<br />

Beati Edoardo Oldcorne, sacerdote,<br />

e Rodolfo Ashley, martiri<br />

(†1606). Religiosi gesuiti,<br />

furono catturati, torturati e<br />

squartati vivi, durante il regno<br />

di Giacomo I d’Inghilterra.<br />

8. San Dionigi di Corinto,<br />

Vescovo (†180). Grande conoscitore<br />

<strong>della</strong> Parola di Dio istruì<br />

con la predicazione i fedeli <strong>della</strong><br />

sua diocesi, Corinto, e per<br />

mezzo di lettere anche i Vescovi<br />

di altre diocesi.<br />

9. Santa Casilda di Toledo,<br />

vergine (†1075). Giovane figlia<br />

del governatore musulmano,<br />

aiutava misericordiosamente i<br />

cristiani prigionieri. Convertita<br />

al Cristianesimo visse per molti<br />

anni come eremita a Burgos, in Spagna.<br />

10. V Domenica di Quaresima.<br />

San Beda, il giovane, monaco<br />

(† circa nell’883). Dopo aver servito<br />

l’imperatore Carlo Magno per 45<br />

anni, passò il resto <strong>della</strong> vita in un<br />

monastero a Venezia.<br />

11. San Stanislao, Vescovo e<br />

martire (†1079).<br />

Santa Gemma Galgani, vergine<br />

(†1905). Mistica italiana, insigne per<br />

la contemplazione <strong>della</strong> Passione di<br />

Cristo e per le sofferenze sopportate<br />

con eroica pazienza. Morì un Sabato<br />

Santo, a 25 anni.<br />

12. San Alferio, abate (†1050). Di<br />

nobile famiglia italiana, si fece monaco,<br />

divenne discepolo di Sant’Odilone<br />

di Cluny. Fondò poi in Campania<br />

un monastero che svolse un<br />

importante ruolo nella riforma monastica.<br />

13. San Martino I, Papa (†656).<br />

Beata Ida di Lovanio, vergine (†<br />

circa nel 1290). Dopo aver sofferto<br />

molto a causa di suo padre, che non<br />

accettava la sua vocazione, riuscì a<br />

convincerlo ed entrò, come religiosa,<br />

nel monastero cistercense di Roosendaal,<br />

nell’odierno Belgio.<br />

14. Beato Pietro González, sacerdote<br />

(†1246). Domenicano, infaticabile<br />

apostolo dei marinai e pescatori<br />

<strong>della</strong> Galizia, in Spagna.<br />

15. Sant’Ortario, abate (†sec.<br />

XI). Condusse una vita di austerità e<br />

preghiera nel monastero di Landelles,<br />

in Francia, dove assisteva gli infermi<br />

e aiutava i poveri.<br />

16. San Magno di Orkney, martire<br />

(†1116). Principe delle Isole Or-


_____________________ aprIle<br />

cadi, in Scozia, si convertì al Cristianesimo<br />

e fu assassinato a tradimento<br />

mentre compiva trattative di pace<br />

con un principe rivale.<br />

17. Domenica delle Palme.<br />

Beata Maria Anna di Gesù Navarro<br />

de Guevara, religiosa (†1624).<br />

Ammessa nell’Ordine Mercedario<br />

a Madrid, in Spagna, si dedicò alle<br />

opere di carità verso i malati e bisognosi.<br />

18. Beato Giuseppe Moreau, sacerdote<br />

e martire (†1794). Ghigliottinato<br />

durante la Rivoluzione Francese,<br />

per odio alla Fede.<br />

19. San Leone IX, Papa (†1054).<br />

Come Vescovo di Toul, Francia, difese<br />

arduamente i diritti <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Eletto Papa, convocò vari sinodi<br />

per riformare il clero ed estirpare la<br />

simonia.<br />

20. Sant’Agnese di Montepulciano,<br />

vergine (†1317). Entrò a nove<br />

anni nel monastero di Montepulciano.<br />

A soli quindici, fu eletta superiora<br />

del monastero di Proceno.<br />

21. Sant’Anselmo, Vescovo e<br />

Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†1109).<br />

San Corrado di Parzham Birndorfer,<br />

religioso (†1891). Giovane di<br />

ricca famiglia <strong>della</strong> Baviera, in Germania,<br />

si fece cappuccino ed esercitò<br />

per più di 40 anni l’umile funzione<br />

di portiere del convento.<br />

22. Venerdì Santo.<br />

San Maryahb, martire (†341).<br />

Arcidiacono persiano martirizzato<br />

durante la persecuzione del re Sapor<br />

II. Il suo nome significa: “Il Signore<br />

dispone”.<br />

23. Sabato Santo.<br />

San Giorgio, martire († sec. IV).<br />

Sant’Adalberto di Praga, Vescovo<br />

e martire (†997).<br />

San Gerardo di Orchimont,<br />

Vescovo (†994). Nei 31 anni in<br />

cui fu Vescovo di Toul, in Francia,<br />

si prese cura dei poveri, soccorse<br />

gli abitanti durante la peste,<br />

sostenne i monasteri.<br />

24. Domenica di Pasqua <strong>della</strong><br />

Resurrezione del Signore.<br />

San Fedele da Sigmaringa,<br />

sacerdote e martire (†1622).<br />

Santa Maria di Cleofa e Santa<br />

Salomé. Insieme a Santa Maria<br />

Maddalena, andarono molto<br />

presto nel giorno di Pasqua al<br />

Sepolcro del Signore, per ungere<br />

il suo Corpo, e ricevettero il<br />

primo annuncio <strong>della</strong> Resurrezione.<br />

25. San Marco, Evangelista.<br />

San Pietro di San Giuseppe de<br />

Betancur, religioso (†1667). Membro<br />

del Terz’Ordine Francescano,<br />

fondò ad Antigua, in Guatemala,<br />

l’Ordine dei Betlemiti, per l’assistenza<br />

di orfani, mendicanti, malati,<br />

giovani abbandonati, pellegrini e<br />

uomini invalidi.<br />

26. San Raffaele Arnáiz Barón,<br />

religioso (†1938). Monaco del monastero<br />

cistercense di Sant’Isidoro<br />

di Dueñas, in Spagna. Sopportò con<br />

eroica pazienza la grave infermità<br />

che lo portò alla morte a 27 anni.<br />

27. Beata Maria Antonia Bandrés<br />

y Elósegui, vergine (†1919).<br />

Monaca spagnola <strong>della</strong> Congregazione<br />

delle Figlie di Gesù. Edificò<br />

tutti con la fede e serenità di spirito<br />

con cui affrontò l’inesorabile malattia<br />

di cui morì a 21 anni.<br />

28. San Pietro Chanel, sacerdote<br />

e martire (†1841).<br />

San Luigi Scrosoppi<br />

San Luigi Maria Grignion de<br />

Montfort, sacerdote (†1716).<br />

Beato Giuseppe Cebula, sacerdote<br />

e martire (†1941). Sacerdote polacco,<br />

<strong>della</strong> Congregazione dei Missionari<br />

Oblati di Maria Immacolata.<br />

Rinchiuso nel campo di concentramento<br />

di Mauthausen, in Austria,<br />

morì in seguito agli atroci supplizi<br />

sofferti.<br />

29. Santa Caterina da Siena, vergine<br />

e Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†1380).<br />

Sant’Acardo, Vescovo e abate<br />

(†1172). Mentre era abate di San<br />

Vittore a Parigi, fu eletto Vescovo di<br />

Avranches. Scrisse varie opere per<br />

incoraggiare le anime sulla via <strong>della</strong><br />

perfezione.<br />

30. San Pio V, Papa (†1572).<br />

San Lorenzo di Novara, sacerdote<br />

e martire († sec. IV). Assassinato<br />

durante il regno di Giuliano l’Apostata,<br />

insieme a un gran numero<br />

di bambini che aveva appena battezzato.<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 49<br />

©santiebeati.it


Lo spagnolo e il dolore<br />

Il cammino che conduce alla vera felicità passa per<br />

le avversità e le tribolazioni: dopo la Croce di questa<br />

vita, sopportata con amore e rassegnazione, ci attende<br />

l’aurora <strong>della</strong> Resurrezione.<br />

F<br />

in dall’inizio <strong>della</strong> peregrinazione<br />

dell’umanità<br />

su questa Terra, la Divina<br />

Provvidenza ha dotato<br />

ogni popolo di qualità diverse. Così,<br />

il belga ama la vita tranquilla e abitudinaria,<br />

il tedesco è noto per il suo<br />

dinamismo e capacità organizzativa,<br />

mentre lo spagnolo si distingue per<br />

un certo tipo di idealismo nel quale<br />

la mistica e lo spirito agonistico si mescolano<br />

in modo singolare.<br />

Dotati di una viva sensibilità per<br />

il sovrannaturale, i membri più caratteristici<br />

di questo popolo propendono<br />

al disprezzo dei beni terreni e<br />

sono capaci di fare i più ardui sacrifici<br />

per amore dell’ideale. Non sorprende,<br />

quindi, che, durante la Passione,<br />

le corde dell’anima del cattolico<br />

spagnolo vibrino con un’intensità<br />

particolare di fronte ai dolori di<br />

Cristo e di sua Madre Santissima.<br />

Così, è curioso costatare come<br />

a Siviglia, per esempio, la maggior<br />

parte delle immagini di Maria, indipendentemente<br />

dalla loro invocazione,<br />

riflettano le sofferenze <strong>della</strong><br />

Madre di Cristo ai piedi <strong>della</strong> Croce<br />

o costatare l’elevato numero di città<br />

e villaggi di questo paese che hanno<br />

come patrona la Vergine delle Angustie<br />

o ancora la grande quantità di<br />

spagnoli che hanno ricevuto nel Battesimo<br />

il nome Dolores (Dolore) o<br />

Soledad (Solitudine).<br />

50 Salvami Regina · Aprile 2011<br />

Silvana Gabriela Chacaliaza Panez<br />

Un evento, però, verificatosi verso<br />

la metà del secolo XVIII, nella<br />

mediterranea città di Malaga, mostra,<br />

in modo ancor più intenso,<br />

questa realtà. Correva l’anno 1756,<br />

quando fu devastata da una mortale<br />

epidemia: le strade erano deserte,<br />

mentre negli ospedali e nei conventi<br />

si ricoveravano gli infermi. Mancavano<br />

luoghi adeguati dove accoglierli<br />

e braccia per assisterli. Le campane<br />

delle chiese suonavano incessantemente<br />

a morto.<br />

La terribile peste raggiunse anche<br />

la prigione. Mossi da una sincera<br />

devozione, i reclusi supplicarono<br />

le autorità di accordare loro il<br />

permesso di portare in processione<br />

per le strade la statua di Nostro Padre<br />

Gesù El Rico, venerata nel vicino<br />

convento dei francescani.<br />

Fu loro negata la richiesta ma,<br />

presi da una pietà ardente, non si<br />

diedero per vinti: di notte, scapparono<br />

dalla prigione, s’impossessarono<br />

<strong>della</strong> statua e la condussero a spalla<br />

per tutta la città. Fatto questo, tornarono<br />

in carcere, senza nessun gesto<br />

di rivolta e senza che ne mancasse<br />

nemmeno uno.<br />

Il fatto giunse alle orecchie del<br />

re Carlo III che, sorpreso dalla fede<br />

di questi uomini, concesse alla<br />

Confraternita di Nostro Padre<br />

Gesù El Rico il privilegio di liberare<br />

un prigioniero ogni Settima-<br />

na Santa, al passare <strong>della</strong> processione<br />

davanti alle porte <strong>della</strong> prigione.<br />

Tale prerogativa fu ratificata<br />

nel corso degli anni dai suoi successori,<br />

anche dall’attuale re Juan<br />

Carlos I, e rimane vigente ai nostri<br />

giorni.<br />

* * *<br />

Dicono che quanto più si ama, più<br />

si conosce l’amato. Il popolo spagnolo,<br />

con la sua devozione ai dolori <strong>della</strong><br />

Passione del Divino Salvatore, così<br />

come a quelli di sua Madre Santissima,<br />

ha raggiunto una nozione esatta<br />

del ruolo <strong>della</strong> sofferenza in questa<br />

“valle di lacrime”. Ha capito, inoltre,<br />

che il Signore Gesù, attraverso la sua<br />

gloriosa Resurrezione, ci ha aperto le<br />

porte del Cielo, facendoci partecipare,<br />

in un certo senso già in Terra, alle<br />

ineffabili gioie celestiali.<br />

Avendo presente questa realtà<br />

consolatrice, chiediamo alla Madonna<br />

dei Dolori, Madre del Redentore,<br />

che ci conceda la grazia di<br />

farci capire quanto il cammino per<br />

la vera felicità passi per le avversità<br />

e le tribolazioni. Che Essa ci insegni<br />

a vedere come le grandi grazie<br />

siano solitamente ottenute per<br />

mezzo di grandi sofferenze e come,<br />

dopo la Croce di questa vita, accettata<br />

con amore e rassegnazione, ci<br />

aspettino l’aurora <strong>della</strong> Resurrezione<br />

e il gaudio <strong>della</strong> comunione eterna<br />

con Dio.


Nostro Padre Gesù “El Rico”<br />

(Málaga)<br />

Baretta processionale del “Santo Traslado” (Málaga)<br />

Santo Cristo di Viñeros<br />

(Málaga)<br />

Madonna de “La Soledad”, all’interno <strong>della</strong> Cattedrale di Siviglia<br />

“Virgen de las Angustias”<br />

(Cuenca)<br />

Processione <strong>della</strong> Madonna del Rosario (Siviglia)<br />

Aprile 2011 · Salvami Regina 51<br />

Foto: Sérgio Hollmann


Omorto mio Gesù,<br />

bacio intenerito<br />

cotesta croce, ove<br />

per me siete morto. Io per<br />

li miei peccati ho meritato<br />

di fare una mala morte;<br />

ma la morte vostra è la<br />

speranza mia. Per i meriti<br />

<strong>della</strong> vostra morte datemi<br />

la grazia di morire abbracciato<br />

a’ vostri piedi e<br />

ardendo per voi d’amore.<br />

(Sant’Alfonso Maria de’ Liguori,<br />

Via Crucis)<br />

“Santísimo Cristo de la<br />

Victoria” - Basílica y Real<br />

Santuario de Santa María<br />

de la Victoria, Málaga<br />

(Spagna)<br />

Sergio Hollmann

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!