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Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Numero 96<br />
Aprile 2011<br />
Il pittore del<br />
soprannaturale<br />
Salvami Regina
François Boulay<br />
Preghiere di ieri, di oggi e di semPre<br />
Consacrazione<br />
alla Sacra Famiglia<br />
“Gesù Bambino ritrovato nel Tempio” (dettaglio) –<br />
Vetrate dell’Oratorio di San Giuseppe – Montréal (Canada)<br />
OGesù, nostro amorevolissimo<br />
Redentore che, essendo<br />
venuto a illuminare<br />
il mondo con la dottrina<br />
e l’esempio, hai voluto trascorrere<br />
la maggior parte <strong>della</strong> tua vita<br />
mortale umile e sottomesso a Maria<br />
e Giuseppe nella povera casa di<br />
Nazaret, per santificare questa Famiglia<br />
che doveva essere il modello<br />
futuro delle famiglie cristiane, degnati<br />
di accogliere benignamente<br />
la nostra, che ora viene dedicata e<br />
consacrata a te.<br />
Proteggila, conservala e fa che<br />
in essa regnino, con il tuo timore,<br />
la pace e la concordia <strong>della</strong> carità<br />
cristiana, in modo che possa conformarsi<br />
al modello divino <strong>della</strong><br />
tua Sacra Famiglia e meritare, tutta,<br />
senza eccezione di nessuno, la<br />
felicità eterna.<br />
O Maria, Madre amorevolissima<br />
di Gesù e anche Madre nostra,<br />
fa con la tua pietosa intercessione,<br />
che Gesù accolga benignamente<br />
questa umile offerta e ci conceda le<br />
sue grazie e benedizioni.<br />
San Giuseppe, amorevolissimo<br />
custode di Gesù e di Maria, donaci<br />
il soccorso delle tue preghiere in tutte<br />
le nostre necessità spirituali e temporali,<br />
in modo che possiamo, con la<br />
Beata Vergine Maria e con te, lodare<br />
e benedire eternamente Gesù Cristo,<br />
nostro divino Redentore. Amen. <br />
(HERBERHOLD, OFM,<br />
Eduardo. Adoremus – Manual<br />
de orações e exercícios piedosos.<br />
21.ed. Salvador: Mensageiro<br />
da Fé, 1945, pag. 235-236)
Salvami<br />
Regina<br />
Periodico dell’Associazione<br />
Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />
<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Anno XIII, numero 96, Aprile 2011<br />
Direttore responsabile:<br />
Zuccato Alberto<br />
Consiglio di redazione:<br />
Guy Gabriel de Ridder, Suor Juliane<br />
Vasconcelos A. Campos, EP,<br />
Luis Alberto Blanco Cortés, Madre<br />
Mariana Morazzani Arráiz, EP,<br />
Severiano Antonio de Oliveira<br />
Amministrazione:<br />
Via San Marco, 2A<br />
30034 Mira (VE)<br />
CCP 13805353<br />
Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />
Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione<br />
in Abbonamento Postale - D. L.<br />
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 2, DR PD<br />
Contiene I.R.<br />
www.araldi.org<br />
www.salvamiregina.it<br />
Con la collaborazione<br />
dell’Associazione<br />
Privata Internazionale di Fedeli<br />
di Diritto Pontificio<br />
ArAldi del VAngelo<br />
Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />
00165 Roma<br />
Tel. sede operativa<br />
a Mira (VE): 041 560 08 91<br />
Montaggio:<br />
Equipe di arti grafiche<br />
degli Araldi del Vangelo<br />
Stampa e rilegatura:<br />
Pozzoni - Istituto Veneto<br />
de Arti Grafiche S.p.A.<br />
Via L. Einaudi, 12<br />
36040 Brendola (VI)<br />
Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />
firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />
SommariO<br />
Scrivono i lettori 4<br />
È possibile che il Paradiso<br />
sia trasmissibile alla Terra? (Editoriale) 5<br />
La voce del Papa –<br />
Coscienza morale<br />
e diritto alla vita<br />
6<br />
Commento al Vangelo –<br />
La peggior cecità…<br />
10<br />
Il pittore del soprannaturale<br />
18<br />
Araldi nel mondo<br />
26<br />
Santa Gemma Galgani –<br />
Un solo cuore e<br />
una sola anima<br />
30<br />
Soltanto Dio può soddisfare<br />
la volontà umana<br />
34<br />
La parola dei Pastori –<br />
Annunciare il Vangelo<br />
ai giorni nostri<br />
38<br />
È accaduto nella<br />
Chiesa e nel mondo<br />
40<br />
Storia per bambini –<br />
La pietra nel cammino<br />
46<br />
I Santi di ogni giorno<br />
48<br />
Lo spagnolo e il dolore<br />
50
4 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Scrivono i lettori<br />
InsegnamentI prezIosI<br />
È arduo individuare una sezione<br />
di questa Rivista che più ci conquista,<br />
tutto in essa offre insegnamenti<br />
preziosi. Tuttavia, è dal Commento<br />
al Vangelo di Mons. João Scognamiglio<br />
Clá Dias, lo spazio in cui cogliamo<br />
più frutti. Prima di iniziarne la<br />
lettura, chiedo, in preghiera, che Nostro<br />
Signore mi dia sapienza e discernimento<br />
affinché essa sia feconda.<br />
Tuttavia, con le Storie per bambini...<br />
o adulti pieni di fede?, torno a esser<br />
bambina e mi faccio coinvolgere nei<br />
fatti descritti, apprendendo la grande<br />
lezione con cui termina ogni storia.<br />
Posso dire che la mia vita sarebbe<br />
meno edificata senza questa Rivista.<br />
Maria I. L. M.<br />
Nova Friburgo – Brasile<br />
La madonna consoLa<br />
IL nostro spIr<strong>It</strong>o<br />
Da qualche tempo leggo questa<br />
Rivista e vorrei manifestare la mia<br />
soddisfazione. Il mio cuore si sente<br />
alimentato dall’umanità che emana<br />
il suo contenuto. È la Madonna<br />
che consola il nostro spirito e, come<br />
anche nella Rivista, gli Araldi dimostrano<br />
tutta la loro devozione a Lei.<br />
Paz C. M.<br />
Alicante – Spagna<br />
messaggI dI speranza e<br />
fedeLtà aLLa chIesa<br />
La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo ci fa<br />
conoscere meglio la Parola di Dio e<br />
ci mostra la ricchezza spirituale <strong>della</strong><br />
Santa Chiesa. Le sue informazioni<br />
sono varie, la veste grafica è portentosa<br />
e i messaggi che trasmette sono<br />
di speranza e fedeltà alla Chiesa.<br />
Il nostro mondo attuale è talmente<br />
povero di valori, che abbiamo bisogno<br />
di più Araldi del Vangelo e più Suore<br />
per fortificare la nostra Chiesa, facendola<br />
crescere in virtù e santità.<br />
Maria I. P. da F.<br />
São Paulo – Brasile<br />
strumentI per sperImentare<br />
La grandezza dI dIo<br />
La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo costituisce<br />
un grande strumento per comunicare,<br />
far sentire e sperimentare<br />
che Dio regna, che la sua grandezza<br />
è formidabile nel costante cammino<br />
di questa vita verso l’eternità.<br />
Essa è di lettura agile e amena, favorisce<br />
la partecipazione di tutta la famiglia.<br />
Le storie dei Santi sono un<br />
chiaro esempio di ciò. Nell’Editoriale<br />
si sente l’unione con Papa Benedetto<br />
XVI. Rallegra molto vedere la crescita<br />
continua delle sue attività di apostolato<br />
nel mondo e nel Perù. La veste grafica<br />
e la presentazione sono inoltre di ottima<br />
qualità e avvincono i lettori.<br />
Nella nostra famiglia aspettiamo<br />
con ansia ogni nuovo numero e dai<br />
suoi molti articoli, nostra lettura spirituale,<br />
ricaviamo un insegnamento concreto<br />
per il nostro vivere quotidiano.<br />
Buenaventura e Teotista M.<br />
Piura – Perù<br />
approfondIre<br />
conoscenza e fede<br />
Infinitamente interessanti sono le<br />
osservazioni che, in ogni numero di<br />
questa Rivista, presenta Mons. João<br />
Scognamiglio Clá Dias, nel suo articolo<br />
mensile. Acuto, chiaro, preciso<br />
e ben documentato, la sua lettura<br />
permette di approfondire la nostra<br />
conoscenza e acuire la nostra fede.<br />
È necessario riconoscere i meriti<br />
di una persona come Mons. Clá<br />
Dias e renderli noti, senza ignorare<br />
né togliere nulla agli altri articolisti<br />
di questa bella Rivista, i quali scrivono<br />
molto bene.<br />
Ogni nuovo numero che ci giunge<br />
è come fosse sostanza capace di<br />
alimentare il nostro spirito assetato<br />
di cose sublimi. È questa una delle<br />
principali ragioni che mi porta a essere<br />
un abbonato di questa Rivista<br />
da ormai quasi dieci anni.<br />
Rosa A. de la F.<br />
San Pedro – Cile<br />
mezzo per evangeLIzzare<br />
Sono sacerdote dell’Arcidiocesi<br />
di Tucumán e desidero complimentarmi<br />
con voi per questa così bella<br />
impresa di evangelizzare attraverso<br />
la <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo. Approfitto<br />
per fare una richiesta: mi piacerebbe<br />
tanto poterla ricevere...<br />
D. Hector R. V.<br />
Tucumán – Argentina<br />
compLImentI per La<br />
nuova mIssIone<br />
Ho ricevuto la Rivista in cui annunciate<br />
la nuova missione che vi è stata<br />
affidata dal Santo Padre a Sucumbios.<br />
Complimenti agli Araldi del Vangelo!<br />
Ricevo sempre le vostre lettere e mi<br />
rallegro molto per questa notizia.<br />
È bello vedere la devozione che voi<br />
riservate alla Madre di Dio e il modo<br />
in cui animate le Messe con solennità.<br />
Auguro ogni bene, sia a don Rafael<br />
Ibarguren sia agli altri missionari.<br />
Juana C.<br />
Loja – Ecuador<br />
fare tutto aLLa perfezIone<br />
La <strong>rivista</strong> Araldi del Vangelo riflette<br />
nelle sue pagine la vocazione e il<br />
carisma dell’Associazione cui appartiene:<br />
fare tutto alla perfezione. Qui<br />
è ritratta la più perfetta rappresentazione<br />
del bello e <strong>della</strong> verità che<br />
Nostro Signore Gesù Cristo ha lasciato<br />
nella Santa Chiesa che ha fondato.<br />
Desidero congratularmi con<br />
voi per una tale proficua opera, pregando<br />
la Santissima Vergine Maria<br />
che raddoppi le sue più sublimi grazie<br />
sulla redazione <strong>della</strong> Rivista.<br />
Juraci J. C.<br />
Salvador – Brasile
Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Contiene I.R. - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Numero 96<br />
Aprile 2011<br />
Il pittore del<br />
soprannaturale<br />
Salvami Regina<br />
Dettaglio dell’Annunciazione.Beato<br />
Angelico – Museo<br />
Diocesano di<br />
Cortona<br />
(Foto: Gustavo Kralj)<br />
E ditoriale<br />
È possibile che il<br />
paradiso sia trasmissibile<br />
alla terra?<br />
Il Signore Gesù ha sorpreso gli uomini con una dottrina innovatrice, che implicava<br />
la completa alterazione dei paradigmi delle relazioni umane fino a quel<br />
tempo considerate normali.<br />
Insomma, l’insegnamento del Divino Maestro consisteva nel precetto di amare<br />
il prossimo come se stesso, per amore di Dio; di amare persino i nemici e di fare il<br />
bene a chi ci odia; di cercare in primo luogo il Regno di Dio e la sua giustizia, certi<br />
che il resto verrà di conseguenza.<br />
Ora, questo cozzava veementemente con l’egoismo, la crudeltà, la lascivia e altri<br />
vizi prevalenti nel mondo classico.<br />
Con l’indispensabile aiuto di un torrente di nuove grazie versate sul mondo, fu<br />
rinnovata la vita in tutti i territori nei quali si accolse la Buona Novella: si favorì la<br />
virtù, dominò la moralità, regnarono la lealtà, la giustizia e la carità, i più deboli<br />
furono difesi, il tratto nei rapporti tra gli uomini divenne più dolce e fraterno. La<br />
Storia conobbe allora la “dolce primavera <strong>della</strong> Fede”.<br />
Tutto cominciò a tendere alla perfezione, non solo in campo religioso e morale.<br />
Nell’Europa medievale, nata sotto l’ispirazione e lo stimolo <strong>della</strong> Chiesa, questo movimento<br />
si verificò in modo notevole in tutti i territori del vivere e dell’agire umano, come<br />
nella teologia, nella filosofia, nell’organizzazione sociale, nelle arti, nell’insegnamento<br />
e nella cultura, nella tecnologia e nella scienza. Furono fatti passi da gigante<br />
a paragone con tutto ciò che c’era stato prima, come molti studi stanno dimostrando.<br />
Lo spirito intrepido dei medievali li portò alla creazione dello stile gotico, nel<br />
quale tutto l’edificio sembra protendersi arditamente verso l’alto, come a cercare<br />
di raggiungere il cielo. Le pareti di granito degli edifici romanici cedettero lo<br />
spazio alle splendide vetrate, riempiendo di luci multicolori gli ambienti interni<br />
di chiese e castelli. La caratteristica centrale era sempre la stessa, ossia, la ricerca<br />
<strong>della</strong> perfezione, nell’ansia di rendere la Terra sempre più simile al Paradiso.<br />
Supremo esempio di questa brama del “pulchra” è quello di Fra Giovanni di<br />
Fiesole – noto come Beato Angelico. Nonostante sia vissuto ormai nel Rinascimento,<br />
il suo stile è puramente medievale. Fede e avanzata tecnica, trascendenza<br />
e realismo, verum, bonum e pulchrum si danno la mano per rappresentare il genere<br />
umano come esso dovrebbe essere: tutto spiritualizzato.<br />
Il Beato Angelico esprime magistralmente la mentalità cattolica del Medioevo,<br />
aperta al soprannaturale e compiaciuta nel contemplare il bello nelle creature.<br />
Egli ci presenta personaggi, ambienti e paesaggi di una bellezza diafana, elevata,<br />
celestiale. Il suo sguardo di artista era rivolto a quello stesso riflesso del Creatore,<br />
che troviamo rappresentato negli abiti, vetrate, decorazioni, costruzioni, cerimonie<br />
e relazioni umane di quell’Era di Fede, meraviglie superiori che solo in una<br />
società impregnata dalla legge del Vangelo, l’ingegno umano può produrre. <br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 5
Vi accolgo con gioia in occasione<br />
dell’Assemblea annuale<br />
<strong>della</strong> Pontificia Accademia<br />
per la Vita. [...]<br />
Nei lavori di questi giorni avete affrontato<br />
temi di rilevante attualità,<br />
che interrogano profondamente la<br />
società contemporanea e la sfidano a<br />
trovare risposte sempre più adeguate<br />
al bene <strong>della</strong> persona umana.<br />
La coscienza morale non è un<br />
risultato di condizionamenti<br />
esteriori o un fenomeno<br />
puramente emotivo<br />
6 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
La voce deL PaPa<br />
Coscienza morale e<br />
diritto alla vita<br />
La qualità morale dell’agire umano non è un valore estrinseco<br />
od opzionale, e neppure una prerogativa dei cristiani o dei<br />
fedeli, ma associata a tutti gli esseri umani.<br />
La tematica <strong>della</strong> sindrome post<br />
abortiva – vale a dire il grave disagio<br />
psichico sperimentato frequentemente<br />
dalle donne che hanno fatto<br />
ricorso all’aborto volontario – rivela<br />
la voce insopprimibile <strong>della</strong> coscienza<br />
morale, e la ferita gravissima<br />
che essa subisce ogniqualvolta l’azione<br />
umana tradisce l’innata vocazione<br />
al bene dell’essere umano, che<br />
essa testimonia. In questa riflessione<br />
sarebbe utile anche porre l’attenzione<br />
sulla coscienza, talvolta offuscata,<br />
dei padri dei bambini, che spesso<br />
lasciano sole le donne incinte.<br />
La coscienza morale – insegna il<br />
Catechismo <strong>della</strong> Chiesa Cattolica –<br />
è quel “giudizio <strong>della</strong> ragione, mediante<br />
il quale la persona umana ri-<br />
conosce la qualità morale di un atto<br />
concreto che sta per porre, sta compiendo<br />
o ha compiuto” (n. 1778). È,<br />
infatti, compito <strong>della</strong> coscienza morale<br />
discernere il bene dal male nelle<br />
diverse situazioni dell’esistenza,<br />
affinché, sulla base di questo giudizio,<br />
l’essere umano possa liberamente<br />
orientarsi al bene.<br />
A quanti vorrebbero negare l’esistenza<br />
<strong>della</strong> coscienza morale<br />
nell’uomo, riducendo la sua voce<br />
al risultato di condizionamenti<br />
esterni o ad un fenomeno puramente<br />
emotivo, è importante ribadire<br />
che la qualità morale dell’agire<br />
umano non è un valore estrinseco<br />
oppure opzionale e non è neppure<br />
una prerogativa dei cristiani o dei<br />
credenti, ma accomuna ogni essere<br />
umano. Nella coscienza morale Dio<br />
parla a ciascuno e invita a difendere<br />
la vita umana in ogni momento. In<br />
questo legame personale con il Creatore<br />
sta la dignità profonda <strong>della</strong><br />
coscienza morale e la ragione <strong>della</strong><br />
sua inviolabilità.<br />
L’uomo intero rimane<br />
ferito quando agisce contro<br />
la propria coscienza<br />
Nella coscienza l’uomo tutto intero<br />
– intelligenza, emotività, volontà<br />
– realizza la propria vocazione<br />
al bene, cosicché la scelta del bene<br />
o del male, nelle situazioni concrete<br />
dell’esistenza, finisce per segnare<br />
profondamente la persona umana in<br />
ogni espressione del suo essere.<br />
Tutto l’uomo, infatti, rimane ferito<br />
quando il suo agire si svolge contrariamente<br />
al dettame <strong>della</strong> propria<br />
coscienza. Tuttavia, anche quando<br />
l’uomo rifiuta la verità e il bene che<br />
il Creatore gli propone, Dio non lo<br />
abbandona, ma, proprio attraverso<br />
la voce <strong>della</strong> coscienza, continua a<br />
cercarlo e a parlargli, affinché riconosca<br />
l’errore e si apra alla Misericordia<br />
divina, capace di sanare qualsiasi<br />
ferita.<br />
Si esige dai medici una<br />
particolare fortezza<br />
I medici, in particolare, non possono<br />
venire meno al grave compito<br />
di difendere dall’inganno la coscienza<br />
di molte donne che pensano<br />
di trovare nell’aborto la soluzione a<br />
difficoltà familiari, economiche, sociali<br />
o a problemi di salute del loro<br />
bambino. Specialmente in quest’ultima<br />
situazione, la donna è spesso<br />
convinta, a volte dagli stessi medici,<br />
che l’aborto rappresenta non solo<br />
una scelta moralmente lecita, ma<br />
persino un doveroso atto “terapeutico”<br />
per evitare sofferenze al bambi-
no e alla sua famiglia, un “ingiusto”<br />
peso alla società.<br />
Su uno sfondo culturale caratterizzato<br />
dall’eclissi del senso <strong>della</strong> vita,<br />
in cui si è molto attenuata la comune<br />
percezione <strong>della</strong> gravità morale<br />
dell’aborto e di altre forme di<br />
attentati contro la vita umana, si richiede<br />
ai medici una speciale fortezza<br />
per continuare ad affermare che<br />
l’aborto non risolve nulla, ma uccide<br />
il bambino, distrugge la donna e acceca<br />
la coscienza del padre del bambino,<br />
rovinando, spesso, la vita famigliare.<br />
La società intera deve difendere<br />
il diritto del bambino alla vita<br />
Tale compito, tuttavia, non riguarda<br />
solo la professione medica<br />
e gli operatori sanitari. È necessario<br />
che la società tutta si ponga a difesa<br />
del diritto alla vita del concepito e<br />
del vero bene <strong>della</strong> donna, che mai,<br />
in nessuna circostanza, potrà trovare<br />
realizzazione nella scelta dell’aborto.<br />
Parimenti sarà necessario – come<br />
indicato dai vostri lavori – non far<br />
mancare gli aiuti necessari alle donne<br />
che, avendo purtroppo già fatto<br />
ricorso all’aborto, ne stanno ora sperimentando<br />
tutto il dramma morale<br />
ed esistenziale.<br />
Molteplici sono le iniziative, a livello<br />
diocesano o da parte di singoli<br />
enti di volontariato, che offrono sostegno<br />
psicologico e spirituale, per<br />
un recupero umano pieno. La solidarietà<br />
<strong>della</strong> comunità cristiana non<br />
può rinunciare a questo tipo di corresponsabilità.<br />
Il Padre di tutta la Misericordia<br />
perdona nel Sacramento<br />
<strong>della</strong> Riconciliazione<br />
Vorrei richiamare a tale proposito<br />
l’invito rivolto dal Venerabile<br />
Giovanni Paolo II alle donne che<br />
hanno fatto ricorso all’aborto:<br />
“La Chiesa sa quanti condizionamenti<br />
possono aver influito sulla vo-<br />
I membri <strong>della</strong> Pontificia Accademia per la Vita plaudono Benedetto XVI<br />
al suo arrivo nella Sala Clementina<br />
stra decisione, e non dubita che in<br />
molti casi si sia trattato di una decisione<br />
sofferta, forse drammatica.<br />
Probabilmente la ferita nel vostro<br />
animo non s’è ancora rimarginata.<br />
In realtà, quanto è avvenuto, è stato<br />
e rimane profondamente ingiusto.<br />
Non lasciatevi prendere, però,<br />
dallo scoraggiamento e non abbandonate<br />
la speranza. Sappiate comprendere,<br />
piuttosto, ciò che si è verificato<br />
e interpretatelo nella sua verità.<br />
Se ancora non l’avete fatto, apritevi<br />
con umiltà e fiducia al pentimento:<br />
il Padre di ogni misericordia<br />
vi aspetta per offrirvi il suo perdono<br />
e la sua pace nel sacramento <strong>della</strong><br />
Riconciliazione. Allo stesso Padre<br />
e alla sua misericordia potete affidare<br />
con speranza il vostro bambino.<br />
Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza<br />
di persone amiche e competenti,<br />
potrete essere con la vostra sofferta<br />
testimonianza tra i più eloquenti<br />
difensori del diritto di tutti alla vita”<br />
(Enc. Evangelium vitae, 99).<br />
Scienza e investigazione mediche<br />
tendono al bene comune<br />
La coscienza morale dei ricercatori<br />
e di tutta la società civile è in-<br />
timamente implicata anche nel secondo<br />
tema oggetto dei vostri lavori:<br />
l’utilizzo delle banche del cordone<br />
ombelicale, a scopo clinico e di<br />
ricerca.<br />
La ricerca medico-scientifica è un<br />
valore, e dunque un impegno, non<br />
solo per i ricercatori, ma per l’intera<br />
comunità civile. Ne scaturisce il dovere<br />
di promozione di ricerche eticamente<br />
valide da parte delle istituzioni<br />
e il valore <strong>della</strong> solidarietà dei<br />
singoli nella partecipazione a ricerche<br />
volte a promuovere il bene comune.<br />
Questo valore e la necessità di<br />
questa solidarietà si evidenziano<br />
molto bene nel caso dell’impiego<br />
delle cellule staminali provenienti<br />
dal cordone ombelicale. Si tratta<br />
di applicazioni cliniche importanti<br />
e di ricerche promettenti sul<br />
piano scientifico, ma che nella loro<br />
realizzazione molto dipendono<br />
dalla generosità nella donazione<br />
del sangue cordonale al momento<br />
del parto e dall’adeguamento delle<br />
strutture, per rendere attuativa la<br />
volontà di donazione da parte delle<br />
partorienti. Invito, pertanto, tutti<br />
voi a farvi promotori di una ve-<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 7<br />
L'Osservatore Romano
a e consapevole solidarietà umana<br />
e cristiana.<br />
A tale proposito, molti ricercatori<br />
medici guardano giustamente<br />
con perplessità al crescente fiorire<br />
di banche private per la conservazione<br />
del sangue cordonale a esclu-<br />
Le tematiche affrontate in<br />
questi giorni hanno come<br />
denominatore comune l’educazione<br />
e la formazione,<br />
le quali costituiscono oggi una<br />
delle sfide più urgenti che la Chiesa<br />
e le sue istituzioni sono chiamate<br />
ad affrontare.<br />
L’opera educativa sembra diventata<br />
sempre più ardua perché, in una<br />
cultura che troppo spesso fa del relativismo<br />
il proprio credo, viene a<br />
mancare la luce <strong>della</strong> verità, anzi si<br />
considera pericoloso parlare di verità,<br />
instillando così il dubbio sui valori<br />
di base dell’esistenza personale e<br />
comunitaria. Per questo è importante<br />
il servizio che svolgono nel mondo<br />
le numerose istituzioni formative<br />
che si ispirano alla visione cristiana<br />
dell’uomo e <strong>della</strong> realtà: educare<br />
è un atto d’amore, esercizio <strong>della</strong><br />
“carità intellettuale”, che richiede<br />
responsabilità, dedizione, coerenza<br />
di vita.<br />
Il lavoro <strong>della</strong> vostra Congregazione<br />
e le scelte che farete in questi<br />
8 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
sivo uso autologo. Tale opzione – come<br />
dimostrano i lavori <strong>della</strong> vostra<br />
Assemblea – oltre ad essere priva di<br />
una reale superiorità scientifica rispetto<br />
alla donazione cordonale, indebolisce<br />
il genuino spirito solidaristico<br />
che deve costantemente ani-<br />
L’urgente sfida di<br />
educare e formare<br />
In una cultura che con troppa frequenza fa del relativismo il proprio<br />
credo, e nella quale manca molte volte la luce <strong>della</strong> verità, l’opera<br />
educativa è diventata sempre più ardua.<br />
giorni di riflessione e di studio contribuiranno<br />
certamente a rispondere<br />
all’attuale “emergenza educativa”.<br />
La voce del Signore si sente<br />
soltanto se c’è silenzio<br />
La vostra Congregazione, creata<br />
nel 1915 da Benedetto XV, da quasi<br />
cento anni, svolge la sua opera preziosa<br />
a servizio delle varie Istituzioni<br />
cattoliche di formazione. Tra di esse,<br />
senza dubbio, il seminario è una<br />
delle più importanti per la vita <strong>della</strong><br />
Chiesa ed esige pertanto un progetto<br />
formativo che tenga conto del<br />
contesto sopra accennato.<br />
Varie volte ho sottolineato come<br />
il seminario sia una tappa preziosa<br />
<strong>della</strong> vita, in cui il candidato<br />
al sacerdozio fa l’esperienza di essere<br />
“un discepolo di Gesù”. Per questo<br />
tempo destinato alla formazione,<br />
è richiesto un certo distacco, un certo<br />
“deserto”, perché il Signore parla<br />
al cuore con una voce che si sente<br />
se c’è il silenzio (cfr. I Re 19,12);<br />
ma è richiesta anche la disponibilità<br />
mare la ricerca di quel bene comune<br />
cui, in ultima analisi, la scienza e la<br />
ricerca mediche tendono.<br />
(Passi del discorso ai partecipanti<br />
dell’Assemblea Plenaria <strong>della</strong> Pontificia<br />
Accademia per la Vita, 26/2/2011)<br />
a vivere insieme, ad amare la “vita di<br />
famiglia” e la dimensione comunitaria<br />
che anticipano quella “fraternità<br />
sacramentale” che deve caratterizzare<br />
ogni presbiterio diocesano (cfr.<br />
Presbyterorum ordinis, 8) e che ho<br />
voluto richiamare anche nella mia<br />
recente Lettera ai seminaristi: “sacerdoti<br />
non si diventa da soli. Occorre<br />
la ‘comunità dei discepoli’, l’insieme<br />
di coloro che vogliono servire la comune<br />
Chiesa”.<br />
Orientare nell’uso corretto e<br />
positivo dei mezzi informatici<br />
In questi giorni studiate anche<br />
la bozza del documento su Internet<br />
e la formazione nei seminari. Internet,<br />
per la sua capacità di superare<br />
le distanze e di mettere in contatto<br />
reciproco le persone, presenta grandi<br />
possibilità anche per la Chiesa e<br />
la sua missione. Con il necessario discernimento<br />
per un suo uso intelligente<br />
e prudente, è uno strumento<br />
che può servire non solo per gli studi,<br />
ma anche per l’azione pastorale
dei futuri presbiteri nei vari campi<br />
ecclesiali, quali l’evangelizzazione,<br />
l’azione missionaria, la catechesi, i<br />
progetti educativi, la gestione delle<br />
istituzioni.<br />
Anche in questo campo è di<br />
estrema importanza poter contare<br />
su formatori adeguatamente preparati<br />
perché siano guide fedeli e sempre<br />
aggiornate, al fine di accompagnare<br />
i candidati al sacerdozio all’uso<br />
corretto e positivo dei mezzi informatici.<br />
[...]<br />
Teologia, Sacra Scrittura e preghiera<br />
Avete avviato, inoltre, una revisione<br />
di quanto prescrive la Costituzione<br />
Apostolica Sapientia christiana<br />
sugli studi ecclesiastici, riguardo<br />
al diritto canonico, agli Istituti Superiori<br />
di Scienze Religiose e, recentemente,<br />
alla filosofia.<br />
Un settore su cui riflettere particolarmente<br />
è quello <strong>della</strong> teologia.<br />
E’ importante rendere sempre più<br />
solido il legame tra la teologia e lo<br />
studio <strong>della</strong> Sacra Scrittura, in modo<br />
che questa ne sia realmente l’anima<br />
e il cuore (cfr. Verbum Domini,<br />
31). Tuttavia il teologo non deve<br />
dimenticare di essere anche colui<br />
che parla a Dio. E’ indispensabile,<br />
quindi, tenere strettamente unite<br />
la teologia con la preghiera personale<br />
e comunitaria, specialmente<br />
liturgica. La teologia è scientia fidei<br />
e la preghiera nutre la fede. Nell’unione<br />
con Dio, il mistero è, in qualche<br />
modo, assaporato, si fa vicino,<br />
e questa prossimità è luce per l’intelligenza.<br />
Università cattoliche: identità ben<br />
delineata e apertura alla totalità<br />
Vorrei sottolineare anche la connessione<br />
<strong>della</strong> teologia con le altre<br />
discipline, considerando che essa è<br />
insegnata nelle Università cattoli-<br />
Benedetto XVI nella Sala del Concistoro con i partecipanti alla Plenaria<br />
<strong>della</strong> Congregazione per l’Educazione Cattolica<br />
che e, in molti casi, in quelle civili.<br />
Il beato John Henry Newman parlava<br />
di “circolo del sapere”, circle<br />
of knowledge, per indicare che esiste<br />
un’interdipendenza tra le varie<br />
branche del sapere; ma Dio e<br />
Lui solo ha rapporto con la totalità<br />
del reale; di conseguenza eliminare<br />
Dio significa spezzare il circolo<br />
del sapere.<br />
In questa prospettiva le Università<br />
cattoliche, con la loro identità ben<br />
precisa e la loro apertura alla “totalità”<br />
dell’essere umano, possono<br />
svolgere un’opera preziosa per promuovere<br />
l’unità del sapere, orientando<br />
studenti e insegnanti alla Luce<br />
del mondo, la “luce vera che illumina<br />
ogni uomo” (Gv 1,9).<br />
Sono considerazioni che valgono<br />
anche per le Scuole cattoliche. Occorre,<br />
anzitutto, il coraggio di annunciare<br />
il valore “largo” dell’educazione,<br />
per formare persone solide,<br />
capaci di collaborare con gli altri e<br />
di dare senso alla propria vita. Oggi<br />
si parla di educazione interculturale,<br />
oggetto di studio anche nella vostra<br />
Plenaria. In questo ambito è richiesta<br />
una fedeltà coraggiosa e innovativa,<br />
che sappia coniugare chiara<br />
coscienza <strong>della</strong> propria identità e<br />
apertura all’alterità, per le esigenze<br />
del vivere insieme nelle società multiculturali.<br />
La formazione degli educatori<br />
deve includere l’aspetto<br />
religioso e spirituale<br />
Anche a questo fine, emerge il<br />
ruolo educativo dell’insegnamento<br />
<strong>della</strong> Religione cattolica come disciplina<br />
scolastica in dialogo interdisciplinare<br />
con le altre. Infatti, esso<br />
contribuisce largamente non solo<br />
allo sviluppo integrale dello studente,<br />
ma anche alla conoscenza dell’altro,<br />
alla comprensione e al rispetto<br />
reciproco.<br />
Per raggiungere tali obiettivi dovrà<br />
essere prestata particolare cura<br />
alla formazione dei dirigenti e<br />
dei formatori, non solo da un punto<br />
di vista professionale, ma anche<br />
religioso e spirituale, perché, con la<br />
coerenza <strong>della</strong> propria vita e con il<br />
coinvolgimento personale, la presenza<br />
dell’educatore cristiano diventi<br />
espressione di amore e testimonianza<br />
<strong>della</strong> verità.<br />
(Brani del discorso ai partecipanti<br />
nella Plenaria <strong>della</strong> Congregazione<br />
per l’Educazione Cattolica, 7/2/2011)<br />
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.<br />
La <strong>versione</strong> integrale di questi documenti può essere trovata in www.vatican.va<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 9<br />
L'Osservatore Romano
© Photo SCALA, Firenze<br />
a Vangelo A<br />
1 “Passando vide un uomo cieco dalla nascita 2 e<br />
i suoi discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha<br />
peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse<br />
cieco?”. 3 Rispose Gesù: ‘Né lui ha peccato né<br />
i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero<br />
in lui le opere di Dio. 4 Dobbiamo compiere le<br />
opere di colui che mi ha mandato finché è giorno;<br />
poi viene la notte, quando nessuno può più operare.<br />
5 Finché sono nel mondo, sono la luce del<br />
mondo’. 6 Detto questo sputò per terra, fece del<br />
fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del<br />
cieco 7 e gli disse: ‘Và a lavarti nella piscina di Siloe<br />
(che significa Inviato)’. Quegli andò, si lavò e<br />
tornò che ci vedeva.<br />
8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima,<br />
poiché era un mendicante, dicevano: ‘Non<br />
è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?’.<br />
9 Alcuni dicevano: ‘È lui’; altri dicevano:<br />
‘No, ma gli assomiglia’. Ed egli diceva: ‘Sono io!’<br />
10 Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono<br />
aperti gli occhi?’. 11 Egli rispose: ‘Quell’uomo che<br />
10 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
“Gesù apre gli occhi del cieco<br />
dalla nascita”, di Duccio<br />
di Buonisegna – National<br />
Gallery, Londra<br />
si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato<br />
gli occhi e mi ha detto: Và a Siloe e lavati! Io<br />
sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato<br />
la vista’. 12 Gli dissero: ‘Dov’è questo tale?’. Rispose:<br />
‘Non lo so’.<br />
13 Intanto condussero dai farisei quello che era stato<br />
cieco: 14 era infatti sabato il giorno in cui Gesù<br />
aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.<br />
15 Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo<br />
come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro:<br />
‘Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono<br />
lavato e ci vedo!’. 16 Allora alcuni dei farisei<br />
dicevano: ‘Quest’uomo non viene da Dio, perché<br />
non osserva il sabato’. Altri dicevano: ‘Come può<br />
un peccatore compiere tali prodigi?’. E c’era dissenso<br />
tra di loro’. 17 Allora dissero di nuovo al cieco:<br />
‘Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto<br />
gli occhi?’. Egli rispose: ‘È un profeta’. 18 Ma i<br />
Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco<br />
e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono<br />
i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.<br />
19 E li interrogarono: ‘È questo il vostro figlio,<br />
che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci ve-
commento aL vangeLo – iv domenica di Quaresima<br />
La peggior cecità…<br />
Operando il miracolo <strong>della</strong> guarigione di un cieco dalla nascita, il Signore<br />
Gesù mostra che esiste una cecità peggiore di quella degli occhi corporali:<br />
quella dell’anima, che impedisce lo sviluppo <strong>della</strong> luce soprannaturale<br />
infusa nelle nostre anime dal Battesimo.<br />
de?’. 20 I genitori risposero: ‘Sappiamo che questo<br />
è il nostro figlio e che è nato cieco, 21 come poi<br />
ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli<br />
ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà<br />
lui di se stesso’. 22 Questo dissero i suoi genitori,<br />
perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei<br />
avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto<br />
come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.<br />
23 Per questo i suoi genitori dissero: ‘Ha l’età,<br />
chiedetelo a lui’. 24 Allora chiamarono di nuovo<br />
l’uomo che era stato cieco e gli dissero: ‘Dà gloria<br />
a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore’.<br />
25 Quegli rispose: ‘Se sia un peccatore, non<br />
lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo’.<br />
26 Allora gli dissero di nuovo: ‘Che cosa ti ha fatto?<br />
Come ti ha aperto gli occhi?’. 27 Rispose loro:<br />
“Ve l’ho già detto e non mi avete ascoltato; perché<br />
volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche<br />
voi suoi discepoli?’. 28 Allora lo insultarono e<br />
gli dissero: “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli<br />
di Mosè! 29 Noi sappiamo infatti che a Mosè<br />
ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove<br />
sia’. 30 Rispose loro quell’uomo: “Proprio que-<br />
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />
sto è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure<br />
mi ha aperto gli occhi! 31 Ora, noi sappiamo che<br />
Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato<br />
di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32 Da che<br />
mondo è mondo, non s’è mai sentito dire che uno<br />
abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui<br />
non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla’. 34<br />
Gli replicarono: ‘Sei nato tutto nei peccati e vuoi<br />
insegnare a noi?’. E lo cacciarono fuori.<br />
35 Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori, e incontratolo<br />
gli disse: ‘Tu credi nel Figlio dell’uomo?’.<br />
36 Egli rispose: ‘E chi è, Signore, perché io<br />
creda in lui?’. 37 Gli disse Gesù: ‘Tu l’hai visto:<br />
colui che parla con te è proprio lui’. 38 ‘Ed egli<br />
disse: ‘Io credo, Signore!’. E gli si prostrò innanzi.<br />
39 Gesù allora disse: ‘Io sono venuto in questo<br />
mondo per giudicare, perché coloro che non vedono<br />
vedano e quelli che vedono diventino ciechi’. 40<br />
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste<br />
parole e gli dissero: ‘Siamo forse ciechi anche<br />
noi?’. 41 Gesù rispose loro: ‘Se foste ciechi, non<br />
avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo,<br />
il vostro peccato rimane’”. (Gv 9, 1-41).<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 11
Nella<br />
Terra non<br />
vediamo Dio<br />
fisicamente;<br />
ma la<br />
grazia ce ne<br />
proporzionerà<br />
nel Cielo<br />
Gustavo Kralj<br />
12 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
I – la DomenIca “lætare”<br />
cI porta Una gIUbIlante speranza<br />
La vista è il principale dei sensi corporei, poiché<br />
ci dà la possibilità di conoscere meglio il Creatore,<br />
attraverso la contemplazione del vero, del<br />
buono e del bello esistente nelle creature.<br />
Questo magnifico dono è simbolo di un altro<br />
più prezioso, relativo alla vita <strong>della</strong> grazia. Non vediamo<br />
Dio fisicamente, ma Egli è presente dappertutto.<br />
Sebbene possiamo, con la logica, dimostrare<br />
la sua esistenza, non ci è possibile vederLo<br />
con gli occhi carnali, ma possiamo aderire a Lui<br />
con l’ausilio <strong>della</strong> luce <strong>della</strong> grazia che illumina<br />
l’intelligenza, inclina la volontà al bene e ordina la<br />
nostra sensibilità. Senza il dono di Dio che è la virtù<br />
<strong>della</strong> fede, non riusciamo a vedere né ad accettare<br />
niente nel campo del soprannaturale. Tuttavia,<br />
come afferma Royo Marin, “rivelandoci la sua<br />
vita intima e i grandi misteri <strong>della</strong> grazia e <strong>della</strong><br />
gloria, Dio ci fa vedere le cose, per così dire, dal<br />
suo punto di vista divino, tali come Egli le vede”. 1<br />
In senso figurato, potremmo dire che nasciamo<br />
con gli occhi bendati ed il Battesimo ci<br />
strappa tale benda. Anche così, in Terra vediamo<br />
Dio in ombra, ossia, non possiamo veder-<br />
Lo come Lui è. Spiega il concetto con chiarezza<br />
Mons. Cuttaz: “Egli si trova davanti a noi in tut-<br />
In senso figurato, potremmo dire che nasciamo<br />
con gli occhi bendati ed il Battesimo ci strappa<br />
tale benda<br />
Fonte Battesimale – Chiesa di Santa Maria,<br />
Kitchener (Canada)<br />
ta la sua infinita bellezza, poiché è dappertutto,<br />
specialmente nell’anima del giusto. Un poco,<br />
noi Lo conosciamo per la sua azione, ma non<br />
Lo vediamo: ci manca una luce, uno strumento<br />
di visione soprannaturale. La grazia ce lo offrirà<br />
in Cielo, nel‘lumen gloriæ’ (luce <strong>della</strong> gloria),<br />
<strong>della</strong> quale sarà il principio”. 2<br />
In questa vita terrena, abbiamo nell’anima<br />
soltanto una semente <strong>della</strong> visione beatifica.<br />
Tuttavia, passando all’eternità, essa si svilupperà<br />
come un albero, scompariranno completamente<br />
i veli che coprono la fede e la speranza e<br />
vedremo Dio faccia a faccia.<br />
La liturgia <strong>della</strong> 4ª Domenica di Quaresima,<br />
domenica di giubilo, ci porta la gioiosa speranza<br />
del pieno possesso di questa visione.<br />
II – Un Uomo che vIveva<br />
nelle tenebre fIsIche e spIr<strong>It</strong>UalI<br />
Nello scrivere il suo Vangelo, nel momento<br />
in cui la Chiesa si trova in piena controversia<br />
con gli gnostici, San Giovanni si impegna fin<br />
dall’inizio a provare che Gesù è allo stesso tempo<br />
Uomo, sebbene senza personalità umana e<br />
Dio, unendo ipostaticamente la natura divina e<br />
quella umana nella Seconda Persona <strong>della</strong> Santissima<br />
Trinità.<br />
Analizzando la finalità del Vangelo di San Giovanni,<br />
commenta il padre Tuya: “Si è voluto notare<br />
in esso una certa tendenza polemica contro il<br />
fatto di voler separare l’uomo da Dio”. 3 E aggiunge<br />
più avanti: “In un aspetto, l’immagine di Cristo<br />
appare delineata con tratti sublimi: è Dio. [...], ma<br />
mostra che Lui è anche Uomo. [...] Nell’immagine<br />
del Dio-Uomo, Giovanni non si limita a speculare:<br />
racconta la storia e rivela gli atti divini e umani”. 4<br />
Il brano del Vangelo di questa domenica presenta<br />
Nostro Signore poco dopo che è uscito<br />
dal Tempio, dove aveva appena avuto una delle<br />
più infuocate polemiche con i farisei, che aveva<br />
concluso con una solenne dichiarazione <strong>della</strong><br />
sua divinità, affermando con una formula di<br />
giuramento: “In verità, in verità vi dico: prima<br />
che Abramo fosse, Io Sono” (Gv 8, 58). I farisei,<br />
allora, “raccolsero pietre per scagliarle contro<br />
di lui” (Gv 8, 59). Avevano l’intenzione di<br />
ucciderLo, ma non ci riuscirono, poiché Lui si<br />
nascose e uscì dal Tempio, “perché ancora non<br />
era giunta la sua ora” (Gv 8, 20).<br />
Subito dopo questa drammatica scena, Gesù<br />
fece davanti a tutto il popolo lo stupefacente mi-
acolo che servirà a confermare l’autenticità delle<br />
sue parole riguardo la sua origine soprannaturale.<br />
Cristo dispose tutto per la sua gloria<br />
1 “Passando vide un uomo cieco dalla<br />
nascita 2 e i suoi discepoli lo interrogarono:<br />
“Rabbì, chi ha peccato, lui o i<br />
suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”.<br />
3 Rispose Gesù: ‘Né lui ha peccato<br />
né i suoi genitori, ma è così perché<br />
si manifestassero in lui le opere di Dio.<br />
4 Dobbiamo compiere le opere di colui<br />
che mi ha mandato finché è giorno; poi<br />
viene la notte, quando nessuno può più<br />
operare. 5 Finché sono nel mondo, sono<br />
la luce del mondo’”.<br />
La credenza che i mali fisici erano sempre<br />
conseguenza di un peccato era molto radicata<br />
non solo nei giudei, ma anche nei popoli pagani<br />
contemporanei di Cristo. “In diverse occasioni”,<br />
scrive Fillion, “Gesù stesso sembrava aver considerato<br />
come castigo del peccato alcune delle<br />
infermità da Lui guarite”. 5 San Giovanni Crisostomo<br />
osserva che una volta, dopo aver guarito<br />
un paralitico, Egli lo ammonì: “Non peccare<br />
più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di<br />
peggio” (Gv 5, 14), dando ad intendere così che<br />
il peccato era stato la causa di quella malattia. 6<br />
Nel caso presente, però, il Maestro dichiara<br />
tassativamente che questa cecità fu permessa fin<br />
dall’eternità, per dare la possibilità di manifestare il<br />
suo potere divino sulla natura. Come vedremo più<br />
avanti, questo miracolo è stato anche la misericordiosa<br />
opportunità per il cieco di ricevere la grazia<br />
<strong>della</strong> con<strong>versione</strong>; insieme alla luce naturale, gli è<br />
stata data la fede in Colui che è la Luce del mondo.<br />
La didattica di un grandioso miracolo<br />
6 “Detto questo sputò per terra, fece del<br />
fango con la saliva, spalmò il fango sugli<br />
occhi del cieco 7 e gli disse: ‘Và a lavarti<br />
nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)’.<br />
Quegli andò, si lavò e tornò che<br />
ci vedeva”.<br />
Genera sorpresa il fatto che Gesù sputi per<br />
terra, impasti del fango, lo passi sugli occhi del<br />
malato e poi gli dia l’ordine di andare a lavarsi.<br />
Ora, Egli avrebbe potuto operare questo miracolo<br />
mediante un semplice sguardo o un atto di<br />
volontà, come più tardi farà con un altro cieco –<br />
quello di Gerico – cui Gesù ha detto: “Vedi” (Lc<br />
18, 42). Qui, ha voluto guarire il cieco dalla nascita<br />
applicandogli creta sugli occhi e mandandolo a<br />
lavarsi nella piscina di Siloe. Bene osserva, a questo<br />
proposito, San Giovanni Crisostomo: “Ha<br />
sputato per terra perché essi non attribuissero un<br />
potere miracoloso all’acqua di questa piscina e<br />
perché capissero che era uscita dalla sua bocca la<br />
misteriosa energia che aveva rigenerato e aperto<br />
gli occhi del cieco. È per questo che l’Evangelista<br />
dice: ‘Fece fango con la saliva’. In seguito, per<br />
evitare che si pensasse ad un potere segreto <strong>della</strong><br />
terra, gli ha ordinato di andare a lavarsi”. 7<br />
Il Divino Maestro dapprima ha voluto che tutti<br />
i presenti vedessero il cieco col fango sugli occhi<br />
e questo, certamente, causò viva impressione.<br />
In seguito, quando l’uomo è ritornato guarito, sarebbe<br />
stato evidente davanti a tutti Chi era l’autore<br />
<strong>della</strong> guarigione. Per un popolo duro di cuore<br />
come quello, era necessario che non ci fossero<br />
dubbi a tale proposito. Ecco perché Gesù ha<br />
utilizzato la propria saliva, mescolandola con la<br />
terra, due materie incapaci di per sé di operare<br />
la guarigione, mettendo in risalto che proveniva<br />
da Lui il potere soprannaturale. Si può osservare<br />
che i particolari dell’episodio sono stati divina-<br />
Il cieco non ha dubitato <strong>della</strong> parola di Gesù.<br />
Non ha pensato a quante volte si era già lavato<br />
nella Piscina di Siloe, senza guarire<br />
Rovine <strong>della</strong> Piscina di Siloe – Gerusalemme<br />
Gustavo Kralj<br />
Il Divino<br />
Maestro<br />
ha voluto<br />
che tutti<br />
i presenti<br />
vedessero<br />
il cieco<br />
col fango<br />
sugli occhi<br />
per essere<br />
evidente<br />
Chi era<br />
l’autore <strong>della</strong><br />
guarigione<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 13
Anche<br />
di fronte<br />
all’evidenza,<br />
i farisei si<br />
rifiutano<br />
di credere<br />
in Gesù e<br />
cercano un<br />
testimone<br />
ostile al<br />
Divino<br />
Maestro<br />
mente disposti a produrre nei presenti il grande<br />
effetto narrato dall’Evangelista.<br />
Da parte sua, il cieco ha creduto nella parola di<br />
Gesù. Non ha pensato, per esempio, a quante volte<br />
si era già lavato nella piscina di Siloe, senza guarire,<br />
né se quel fango avesse potuto pregiudicare<br />
ancor più la sua salute. Commenta San Giovanni<br />
Crisostomo: “Si noti come il cieco avesse la disposizione<br />
a obbedire in tutto. [...] il suo unico obiettivo<br />
era di obbedire a Colui che gli ordinava. Nulla<br />
ha potuto dissuaderlo, nulla ha costituito ostacolo”.<br />
8 Egli ha fatto esattamente quanto Nostro Signore<br />
aveva ordinato, ed è stato ricompensato.<br />
Cattiva volontà davanti all’evidente miracolo<br />
8 “Allora i vicini e quelli che lo avevano<br />
visto prima, poiché era un mendicante,<br />
dicevano: ‘Non è egli quello che stava<br />
seduto a chiedere l’elemosina?’. 9 Alcuni<br />
dicevano: ‘È lui’; altri dicevano: ‘No, ma<br />
gli assomiglia’. Ed egli diceva: ‘Sono io!’<br />
10 Allora gli chiesero: “Come dunque ti<br />
furono aperti gli occhi?’. 11 Egli rispose:<br />
‘Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto<br />
del fango, mi ha spalmato gli occhi e<br />
mi ha detto: Và a Siloe e lavati! Io sono<br />
andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato<br />
la vista’. 12 Gli dissero: ‘Dov’è questo<br />
tale?’. Rispose: ‘Non lo so’”.<br />
Un fatto così straordinario come questo fu motivo<br />
di grande sensazione, commenti e discussioni<br />
tra “i vicini e coloro che erano abituati a<br />
vedere il cieco” nell’atto di chiedere l’elemosina.<br />
Il sintetico racconto evangelico non specifica<br />
se ci furono manifestazioni di entusiasmo, di<br />
incredulità o di odio. Tuttavia, pare certo che la<br />
prima reazione di alcuni fu, per lo meno, quella<br />
di “ignorare” l’evidenza <strong>della</strong> guarigione miracolosa.<br />
Indizio di ciò è il tono riservato delle risposte<br />
del felice beneficiario del miracolo.<br />
Cattiva fede e durezza di cuore dei farisei<br />
13 “Intanto condussero dai farisei quello<br />
che era stato cieco: 14 era infatti sabato<br />
il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango<br />
e gli aveva aperto gli occhi. 15 Anche<br />
i farisei dunque gli chiesero di nuovo come<br />
avesse acquistato la vista. Ed egli dis-<br />
14 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
se loro: ‘Mi ha posto del fango sopra gli<br />
occhi, mi sono lavato e ci vedo!’. 16 Allora<br />
alcuni dei farisei dicevano: ‘Quest’uomo<br />
non viene da Dio, perché non osserva<br />
il sabato’. Altri dicevano: ‘Come può<br />
un peccatore compiere tali prodigi?’. E<br />
c’era dissenso tra di loro’. 17 Allora dissero<br />
di nuovo al cieco: ‘Tu che dici di<br />
lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?’.<br />
Egli rispose: ‘È un profeta’. 18 Ma<br />
i Giudei non vollero credere di lui che<br />
era stato cieco e aveva acquistato la vista,<br />
finché non chiamarono i genitori di colui<br />
che aveva ricuperato la vista”.<br />
Al pari dell’incomprensione stabilitasi tra i farisei<br />
a proposito dell’accaduto, questi versetti rendono<br />
evidenti due aspetti dello stato del loro spirito.<br />
La cattiva fede: poco importandosene del favore<br />
dispensato da Nostro Signore allo sfortunato cieco,<br />
proferiscono contro di Lui la logora censura di violazione<br />
del sabato. E la durezza di cuore: anche di<br />
fronte all’evidenza, si rifiutano di credere in Gesù e<br />
interrogano il mendicante, non per appurare la verità,<br />
ma nella speranza di trovare un testimone ostile<br />
al Divino Maestro. “Lo interrogano riguardo alla<br />
visione ottenuta, non per sapere, ma per forgiare<br />
una calunnia e imporre la falsità”, 9 commenta San<br />
Tommaso. L’ex-cieco, al contrario, espleta in loro<br />
presenza un atto di fede in Gesù: “È un profeta”.<br />
Come si schivano i genitori del cieco<br />
“Chiamarono i genitori di colui che aveva<br />
ricuperato la vista. 19 E li interrogarono:<br />
‘È questo il vostro figlio, che voi dite<br />
esser nato cieco? Come mai ora ci vede?’.<br />
20 I genitori risposero: ‘Sappiamo<br />
che questo è il nostro figlio e che è nato<br />
cieco 21 come poi ora ci veda, non lo sappiamo,<br />
né sappiamo chi gli ha aperto gli<br />
occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà<br />
lui di se stesso’. 22 Questo dissero i suoi<br />
genitori, perché avevano paura dei Giudei;<br />
infatti i Giudei avevano già stabilito<br />
che, se uno lo avesse riconosciuto come<br />
il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.<br />
23 Per questo i suoi genitori dissero: ‘Ha<br />
l’età, chiedetelo a lui’”.
Gustavo kralj<br />
“Chi è, Signore, perché io creda in lui?”<br />
Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla<br />
con te è proprio lui”<br />
“Sacro Cuore di Gesù” – Cattedrale di Asunción,<br />
Paraguay<br />
I genitori del cieco non ebbero difficoltà a<br />
capire la malizia e l’odio che imperava in questa<br />
indagine dei farisei, e avevano motivi in sovrappiù<br />
per temerli, poiché l’espulsione dalla sinagoga<br />
avrebbe potuto avere gravi conseguenze<br />
nel campo civile, come l’esilio e la confisca<br />
dei beni. Per questo preferirono evitare qualsiasi<br />
possibilità di pronunciarsi riguardo a Gesù:<br />
Non sappiamo. Domanda a nostro figlio, lui è<br />
maggiorenne.<br />
Contrasto tra l’odio dei farisei e<br />
la saggezza del mendicante<br />
24 “Allora chiamarono di nuovo l’uomo<br />
che era stato cieco e gli dissero: ‘Dà gloria<br />
a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo<br />
è un peccatore’. 25 Quegli rispose:<br />
‘Se sia un peccatore, non lo so; una cosa<br />
so: prima ero cieco e ora ci vedo’. 26<br />
Allora gli dissero di nuovo: ‘Che cosa ti<br />
ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?’.<br />
27 Rispose loro: “Ve l’ho già detto e non<br />
mi avete ascoltato; perché volete udirlo<br />
di nuovo? Volete forse diventare anche<br />
voi suoi discepoli?’. 28 Allora lo insultarono<br />
e gli dissero: “Tu sei suo discepolo,<br />
noi siamo discepoli di Mosè! 29 Noi<br />
sappiamo infatti che a Mosè ha parlato<br />
Dio; ma costui non sappiamo di dove<br />
sia’. 30 Rispose loro quell’uomo: “Proprio<br />
questo è strano, che voi non sapete<br />
di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi!<br />
31 Ora, noi sappiamo che Dio non<br />
ascolta i peccatori, ma se uno è timorato<br />
di Dio e fa la sua volontà, egli lo<br />
ascolta. 32 Da che mondo è mondo, non<br />
s’è mai sentito dire che uno abbia aperto<br />
gli occhi a un cieco nato. 33 Se costui<br />
non fosse da Dio, non avrebbe potuto<br />
far nulla’. 34 Gli replicarono: ‘Sei<br />
nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a<br />
noi?’. E lo cacciarono fuori”.<br />
Grande era l’ostinazione dei capi <strong>della</strong> sinagoga.<br />
Si nota in questi versetti, ancora una volta,<br />
la loro malevola insistenza nel tentativo di<br />
ottenere dal miracolato una dichiarazione contro<br />
il Signore. “I farisei cercavano nella sua risposta<br />
solamente un motivo per sminuire i fatti<br />
e negare che Cristo lo aveva guarito”, osserva<br />
padre Tuya. 10 Tuttavia, assistito dallo Spirito<br />
Santo, il mendicante rispose loro con puntualità,<br />
proprio come lo stesso Gesù avrebbe fatto in<br />
circostanze simili. “Che contrasto tra l’odio, l’astuzia<br />
e la violenza dei farisei, represse all’inizio,<br />
ma subito dopo dichiarate, e, dall’altro lato,<br />
la calma, l’abilità e la sottile ironia del mendicante<br />
che, sebbene apparentemente vinto, otterrà<br />
la vittoria!”, 11 commenta bene a proposito<br />
Fillion. È prevalsa la saggezza dell’uomo semplice<br />
fedele alla grazia sulla pretenziosa scienza<br />
dei farisei, divenendo lampante che il miracolo<br />
aveva beneficiato più profondamente la visione<br />
dell’anima che la visione del corpo.<br />
Quanto ai farisei, questi reagirono in base alla<br />
sua ostinazione: dopo aver insultato gravemente<br />
l’uomo che un’autorità giusta avrebbe<br />
dovuto trattare con ogni benevolenza, decretarono<br />
contro di lui la sentenza di scomunica.<br />
Una ragione in più per Gesù per attrarlo a<br />
Sé con la sua divina bontà. Commenta, a questo<br />
riguardo, Sant’Agostino: “Dopo molte cose,<br />
fu escluso dalla sinagoga dei giudei quello che<br />
È prevalsa<br />
la saggezza<br />
dell’uomo<br />
semplice<br />
fedele alla<br />
grazia sulla<br />
pretenziosa<br />
scienza dei<br />
farisei<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 15
Chi non<br />
riconosce la<br />
divinità di<br />
Gesù è un<br />
cieco di cuore<br />
era cieco e ora vedeva. Si infuriarono contro<br />
di lui e lo espulsero. Era questo che temevano<br />
i suoi genitori, come è stato dichiarato dall’Evangelista.<br />
[...] Temevano, infatti, di essere scacciati<br />
dalla sinagoga; egli non ha temuto ed è stato<br />
scacciato; i genitori vi sono rimasti. Ma egli è<br />
accolto da Cristo e può dire: ‘Perché mio padre<br />
e mia madre mi hanno abbandonato’. Cosa ha<br />
aggiunto? ‘Il Signore, però, mi ha preso sotto la<br />
sua protezione’. Vieni, o Cristo, e ricevilo; essi<br />
lo hanno scomunicato, accoglilo tu. Tu, l’Inviato,<br />
accogli l’escluso”. 12<br />
Il fulcro di quest’episodio<br />
35 “Gesù seppe che l’avevano cacciato<br />
fuori, e incontratolo gli disse: ‘Tu credi<br />
nel Figlio dell’uomo?’. 36 Egli rispose:<br />
‘E chi è, Signore, perché io creda in<br />
lui?’. 37 Gli disse Gesù: ‘Tu l’hai visto:<br />
colui che parla con te è proprio lui’: 38<br />
‘Ed egli disse: ‘Io credo, Signore!’. E gli<br />
si prostrò innanzi”.<br />
L’obiettivo di San Giovanni, nel narrare questo<br />
episodio, era, senza dubbio, rendere evidente<br />
il seguente punto: con la guarigione dalla cecità,<br />
quell’uomo ha ricevuto anche la fede nella<br />
divinità di Cristo.<br />
La domanda del Maestro è formulata con suprema<br />
sagacità. In diverse occasioni Egli Si definisce<br />
nei Vangeli come il Figlio dell’Uomo.<br />
Quest’espressione Lo proteggeva dalla malizia<br />
dei farisei che cercavano un pretesto per condannarLo,<br />
poiché poteva esser interpretata tanto<br />
come “l’uomo che Io sono”, quanto come<br />
una denominazione del Messia. 13 In fondo, Egli<br />
dava testimonianza <strong>della</strong> sua divinità per mezzo<br />
di un titolo del quale i farisei non avrebbero potuto<br />
trarre profitto per i loro insidiosi attacchi.<br />
Quando ha risposto al mendicante con le parole:<br />
“Tu Lo stai vedendo”, faceva menzione al<br />
1 ROYO MARÍN, OP, Antonio.<br />
Teología Moral para Seglares.<br />
5.ed. Madrid: BAC, 1979, v.I,<br />
pag.232.<br />
2 CUTTAZ, François Joseph.<br />
Nuestra vida de gracia (El Justo).<br />
Madrid: Studium, 1962,<br />
pag.28-29.<br />
16 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
3 TUYA, OP, Manuel de. Biblia<br />
comentada. Evangelios.<br />
Madrid: BAC, 1964, v.II,<br />
pag.941.<br />
4 Idem, pag.946.<br />
5 FILLION, Louis-Claude. Vida<br />
de Nuestro Señor Jesucri-<br />
duplice beneficio che gli aveva concesso: la visione<br />
naturale e il dono di credere nella sua divinità.<br />
Per questo il miracolato ha proclamato la<br />
sua fede prosternandosi davanti a Lui, in atteggiamento<br />
di adorazione, e probabilmente ha cominciato<br />
a seguire i discepoli.<br />
È ragionevole considerare che questo miracolo<br />
abbia concorso molto a confermare nella<br />
fede gli stessi Apostoli e, inoltre, abbia dato loro<br />
la possibilità di ponderare quanto più valga la<br />
con<strong>versione</strong> spirituale <strong>della</strong> guarigione dalla cecità<br />
materiale.<br />
La lettura del prossimo versetto ci farà intendere<br />
meglio questo aspetto <strong>della</strong> questione.<br />
La vera visione<br />
39 “Gesù allora disse: ‘Io sono venuto in<br />
questo mondo per giudicare, perché coloro<br />
che non vedono vedano e quelli che<br />
vedono diventino ciechi’”.<br />
Il Divino Maestro impiega qui il verbo “vedere”<br />
in due sensi: quello fisico e quello spirituale.<br />
Sant’Agostino così commenta questo passo:<br />
“Malgrado tutti, nascendo, abbiamo contratto<br />
il peccato originale, non per questo nasciamo<br />
ciechi; tuttavia, osservando bene, nasciamo ciechi<br />
anche noi. Infatti, chi non è nato cieco? Cieco<br />
di cuore. Tuttavia il Signore, che aveva fatto<br />
entrambe le cose, gli occhi e il cuore, ha guarito<br />
tanto gli uni quanto l’altro”. 14<br />
40 “Alcuni dei farisei che erano con lui<br />
udirono queste parole e gli dissero: ‘Siamo<br />
forse ciechi anche noi?’. 41 Gesù rispose<br />
loro: ‘Se foste ciechi, non avreste<br />
alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo,<br />
il vostro peccato rimane’”.<br />
Alla richiestra di alcuni farisei, il Signore Gesù<br />
risponde con un impressionante rimprovero.<br />
Infatti, se nonostante tutte le opere da Lui<br />
sto. Madrid: Rialp, 2000, v.II,<br />
pag.358-359.<br />
6 Cf. SAN GIOVANNI CRISO-<br />
STOMO. Homilías sobre el<br />
Evangelio de San Juan (30-<br />
60). Madrid: Ciudad Nueva,<br />
2001, v.II, pag.273.<br />
7 Idem, pag.282-283.
ealizzate, uno Lo considera soltanto<br />
in modo naturale e umano, senza riconoscere<br />
la sua divinità, costui è, di fatto,<br />
un cieco d’anima, un cieco di cuore.<br />
Al contrario, chi soffre di cecità corporale<br />
ma, per azione <strong>della</strong> grazia, crede<br />
nella divinità del Messia, costui è stato<br />
guarito dalla cecità spirituale, guarigione<br />
incomparabilmente più importante<br />
di quella <strong>della</strong> cecità fisica. Infatti, come<br />
afferma l’Apostolo, “quello che è visibile<br />
è passeggero, ma quello che è invisibile<br />
è eterno” (II Cor 4, 17).<br />
Questa è la bellezza <strong>della</strong> liturgia di<br />
oggi, che mette in risalto la meraviglia<br />
<strong>della</strong> visione soprannaturale.<br />
III – lascIamo le tenebre<br />
DI qUesto monDo<br />
Il fulcro di questo Vangelo ci è sintetizzato<br />
da San Paolo nella sua Lettera<br />
agli Efesini, anch’essa proposta alla nostra considerazione<br />
in questa domenica <strong>della</strong> gioia: “Se<br />
un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore”<br />
(Ef 5, 8).<br />
Essendo nati con il peccato originale, infatti,<br />
resteremo nelle tenebre per comprendere il soprannaturale<br />
fino a che non riceveremo la luce<br />
<strong>della</strong> grazia con il Battesimo. Questa è incomparabilmente<br />
superiore alla stessa luce solare.<br />
“Quello che è il Sole per il mondo sensibile, lo<br />
è Dio per il mondo spirituale: la luce <strong>della</strong> giustizia<br />
e <strong>della</strong> verità eterna, <strong>della</strong> più elevata bellezza<br />
e dell’amore infinito, <strong>della</strong> più pura santità<br />
e <strong>della</strong> più perfetta felicità”, 15 afferma padre<br />
Scheeben.<br />
Nel nostro apostolato, sforziamoci, dunque,<br />
di aiutare gli altri a recuperare la vista spirituale,<br />
perché così potranno contemplare i riflessi<br />
<strong>della</strong> luce divina nella creazione e ordinare la<br />
loro vita in funzione di questa Luce che è Ge-<br />
8 Idem, pag.283-284.<br />
9 SAN TOMMASO D’AQUI-<br />
NO. Comentario al Evangelio<br />
según San Juan. Buenos Aires:<br />
Ágape, 2008, t.V, pag.22.<br />
10 TUYA, op. cit., pag.1163.<br />
11 FILLION, op. cit., pag.362.<br />
La grazia del Battesimo è incomparabilmente superiore alla luce solare<br />
12 SANT’AGOSTINO. Enarrationes<br />
in Ps. 130, 4. In: Obras<br />
de San Agustín. 2.ed. Madrid:<br />
BAC, 1965, v.X, pag.630-631.<br />
13 Cf. LÉON-DUFOUR, SJ,<br />
Xavier (Org.). Vocabulário de<br />
Teologia Bíblica. Petrópolis:<br />
Vozes, 1972, pag.365-366.<br />
Tramonto veduto dalla Casa Madre<br />
degli Araldi del Vangelo – San Paolo del Brasile<br />
sù Cristo e la Santa Chiesa Cattolica Apostolica<br />
Romana.<br />
Presentandoci questo magnifico Vangelo<br />
sulla luce nella 4ª Domenica di Quaresima,<br />
la Chiesa ci offre un particolare coraggio per<br />
avanzare con animo risoluto nella vita spirituale.<br />
A volte vacilliamo, ci lasciamo trascinare<br />
dalle nostre cattive inclinazioni e sentiamo che<br />
mettiamo a repentaglio la nostra perseveranza<br />
sulla via <strong>della</strong> santificazione. In questi momenti,<br />
ricordiamoci <strong>della</strong> guarigione del cieco dalla<br />
nascita e consideriamo che, se Dio ha permesso<br />
che cadessimo in una debolezza, Egli è attento<br />
a intervenire in qualsiasi momento per restaurare<br />
in noi la vita divina. Con le preghiere<br />
e la mediazione materna di Maria, ci troveremo<br />
purificati a contemplare la luce del Cero<br />
Pasquale, simbolo anch’esso di questa Luce che<br />
ci è stata data con la Resurrezione di Cristo e<br />
che arriva a noi attraverso i Sacramenti. <br />
14 SANT’AGOSTINO. Enarrationes<br />
in Ps. 136, 2. In: op.<br />
cit., pag.642.<br />
15 SCHEEBEN, Matthias-Joseph.<br />
As maravilhas da graça<br />
divina. Petrópolis: Vozes,<br />
1952, pag.147.<br />
Nel nostro<br />
apostolato,<br />
sforziamoci,<br />
di aiutare<br />
gli altri a<br />
recuperare<br />
la vista<br />
spirituale<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 17<br />
Luis Alberto Blanco
Particolare <strong>della</strong> “Resurrezione di Cristo”<br />
(1440-1441) - Convento di San Marco, Firenze<br />
“Se non fosse stato<br />
domenicano, il Beato<br />
Angelico non sarebbe<br />
stato l’artista che è stato”.<br />
Questa osservazione<br />
di uno dei suoi biografi<br />
trova piena giustificazione<br />
nell’opera del nostro<br />
Beato, il quale si abbeverò<br />
alle fonti <strong>della</strong> Summa<br />
Teologica per plasmare<br />
la sua concezione<br />
dell’uomo, dell’esistenza<br />
e dell’eternità, prima di<br />
dar loro vita per mezzo del<br />
pennello<br />
18 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Il pittore del<br />
soprannaturale<br />
Scende la sera nella bella Firenze.<br />
Per le sue strette vie<br />
s’incrociano mercanti avidi<br />
di lucro e artisti assetati<br />
di celebrità. Si diffonde nell’aria un<br />
mormorio irrequieto, che va da discussioni<br />
sul prezzo del frumento fino<br />
ad accalorate polemiche sul merito<br />
di un nuovo stile di facciata. Da<br />
lontano si ode qualcuno declamare<br />
passi di Dante e il suono di un liuto<br />
indica la presenza di un trovatore.<br />
È la vita rinascimentale del Quattrocento<br />
che palpita nelle arterie <strong>della</strong><br />
città, dove i geni <strong>della</strong> scultura, architettura,<br />
pittura e letteratura disputano<br />
lo spazio nelle vie, mentre<br />
bramano un posto di spicco nel firmamento<br />
dei grandi dell’arte.<br />
A pochi isolati di distanza da<br />
quest’ambiente umanistico, una realtà<br />
molto diversa circonda un altro talento.<br />
Nel silenzio claustrale del convento<br />
di San Marco, in cima a un’impalcatura,<br />
sussurrando preghiere, un<br />
frate traccia con mano ferma disegni<br />
sulla parete e dipinge con tinte di colore<br />
estasiante, preparate da lui stesso<br />
secondo ricette insegnate dagli antichi.<br />
Le sue mani abili raffigurano<br />
angeli, Madonne, santi e personaggi<br />
biblici, componendo scene che edificano<br />
e suscitano ammirazione.<br />
I suoi confratelli non ignorano il<br />
valore del suo estro, né la sua predi-<br />
Suor Carmela Werner Ferreira, EP<br />
lezione per gli angeli, che sa dipingere<br />
alla perfezione; per questo, lo<br />
chiamano affettuosamente con l’appellativo<br />
con il quale sarebbe passato<br />
alla Storia: Beato Angelico.<br />
Vocazione religiosa e artistica<br />
Guido di Pietro Trosini – questo<br />
era il suo nome prima di diventare<br />
religioso – nacque nel villaggio agricolo<br />
di Vicchio di Mugello, in prossimità<br />
del capoluogo <strong>della</strong> Toscana.<br />
La cronologia del venerato pittore è<br />
piuttosto incerta, a causa <strong>della</strong> scarsezza<br />
di fonti documentali, ragione<br />
per cui gli studiosi situano la sua nascita<br />
tra gli anni 1387 e 1400.<br />
Trascorse l’infanzia nel villaggio<br />
natio e, a un certo punto <strong>della</strong> sua<br />
gioventù, si trasferì con la famiglia a<br />
Firenze. Prima di compiere vent’anni,<br />
s’iscrisse nell’officina artistica<br />
<strong>della</strong> Compagnia di San Nicola, dove<br />
apprese in poco tempo i segreti<br />
<strong>della</strong> miniatura e <strong>della</strong> pittura su tavola<br />
con il celebre Lorenzo Monaco.<br />
Oltre alla vena artistica, non tardò<br />
a rivelarsi la vocazione religiosa,<br />
che egli avvertì chiaramente durante<br />
una predica del Beato Giovanni Dominici,<br />
nella Chiesa di Santa Maria<br />
Novella. Questo domenicano di riconosciuta<br />
originalità e santità fu lo<br />
strumento <strong>della</strong> grazia per invitare<br />
il giovane Guido tra le fila dei frati
Foto: Gustavo Kralj<br />
predicatori, indicandogli con la sua<br />
forza persuasiva e l’esempio personale,<br />
la via di vita evangelica delineata<br />
da San Domenico di Guzman.<br />
Poco dopo tale predica, eccolo alle<br />
porte del Convento di San Domenico<br />
a Fiesole, a chiedere di essere ammesso.<br />
Portò con sé suo fratello Benedetto,<br />
ed entrambi furono accolti<br />
con giubilo dalla comunità. Per conservare<br />
un elevato ricordo <strong>della</strong> figura<br />
di Giovanni Dominici, volle essere<br />
chiamato anche lui Giovanni nella<br />
vita consacrata, e sperimentò in questo<br />
convento le gioie primaverili che<br />
di solito inondano l’anima dei novizi.<br />
Il carisma dell’ordine<br />
proiettato sulle tele<br />
Seguirono gli anni di studi filosofici<br />
e teologici, che avrebbero fatto<br />
di lui un profondo conoscitore <strong>della</strong><br />
dottrina cristiana, un tomista ardente<br />
e un sacerdote di solida devozio-<br />
“La Deposizione dalla Croce “ (1432-1434) - Museo del Convento di San Marco, Firenze<br />
ne. Durante questo periodo, il priore<br />
del convento, il futuro Arcivescovo<br />
Sant’Antonino di Firenze, ebbe<br />
un’intuizione, certamente ispirata<br />
dall’alto: comprese, infatti, che il<br />
talento artistico di Fra Giovanni costituiva<br />
un ausilio efficace alla predicazione<br />
<strong>della</strong> Parola di Dio. Capì<br />
che non era necessario allontanarlo<br />
dalla tavolozza e dai pennelli per la<br />
realizzazione <strong>della</strong> sua vocazione; al<br />
contrario, lo incoraggiò a proiettare<br />
sulle tele la ricchezza del carisma<br />
del suo Ordine: egli seppe farlo meglio<br />
di chiunque altro.<br />
Infatti, l’esistenza del Beato Angelico<br />
e tutta la sua opera artistica<br />
si basano sulla spiritualità domenicana.<br />
Convinto che lo stesso soffio<br />
dello Spirito Santo che animava<br />
i confratelli sul pulpito avrebbe<br />
dovuto dare impulso al suo pennello,<br />
abbracciò l’idea di predicare con<br />
le immagini, come gli altri facevano<br />
con la parola. “Se il pittore domenicano<br />
consuma ore nel laboratorio, è<br />
per pura necessità spirituale, perché<br />
vuole essere conforme alla sua vocazione<br />
religiosa”, commenta un biografo<br />
dell’attualità 1 Senza partire<br />
da questo presupposto, non lo comprenderemo<br />
mai completamente, né<br />
apprezzeremo tutto lo splendore del<br />
suo lascito.<br />
Nell’armoniosa alternanza tra gli<br />
obblighi <strong>della</strong> vita comunitaria e l’apostolato<br />
attraverso l’arte, l’opera<br />
svolta dal frate pittore fu molto ampia<br />
e feconda. La tradizione la divide<br />
in tre grandi fasi, relative agli anni<br />
trascorsi nelle città dove visse:<br />
Fiesole, Firenze e Roma.<br />
Primi anni a Fiesole<br />
Il periodo fiesolano (1420-1438)<br />
è il più esteso. Il significativo elenco<br />
di opere realizzate in questi diciotto<br />
anni va dalle commissioni per chiese<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 19
celebri, e per lo stesso convento domenicano,<br />
fino a richieste di famiglie<br />
facoltose, desiderose di decorare con<br />
splendore le cappelle dei loro palazzi.<br />
Tra le opere più importanti di<br />
quest’epoca si annoverano La discesa<br />
dalla Croce, fatta in collaborazione<br />
con il maestro Lorenzo Monaco,<br />
che oggi si trova nel Museo di San<br />
Marco, a Firenze; L’Annunciazione,<br />
conservata nel Museo del Prado di<br />
Madrid; L’Incoronazione <strong>della</strong> Vergine,<br />
attualmente al Louvre di Parigi.<br />
Il Beato Angelico fu per tre volte<br />
priore del convento domenicano di<br />
Fiesole, fondato dal Beato Giovanni<br />
Dominici con l’obiettivo esplicito<br />
di promuovere la riforma dell’Ordine<br />
incoraggiata da Santa Caterina<br />
da Siena. Il suo operato, pertanto,<br />
sia come superiore religioso, sia come<br />
pittore, tende a valorizzare l’essenza<br />
<strong>della</strong> spiritualità domenicana,<br />
l’osservanza <strong>della</strong> Regola, e contiene<br />
una nota di austerità che non sarà<br />
mai assente dalle sue composizioni.<br />
Anche nelle tele di grande magnificenza,<br />
dove abbondano l’oro e<br />
gli ambienti di palazzo, i personaggi<br />
si mantengono sobri, modesti ed<br />
estranei alle attrattive materiali.<br />
Fiesole, tuttavia, rappresenta solamente<br />
la prima tappa <strong>della</strong> traiettoria<br />
di Fra Giovanni, e certamente<br />
quella di cui avrebbe conservato<br />
i più teneri ricordi. Altri e maggiori<br />
erano i piani che il Signore gli aveva<br />
riservato, da esser realizzati non più<br />
nel ritiro di una piccola cittadina toscana,<br />
ma nel cuore turbolento <strong>della</strong><br />
Città del Giglio Rosso.<br />
20 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Gli affreschi del convento<br />
di San Marco<br />
Parlare di Firenze nell’epoca in<br />
cui qui visse l’Angelico porta, presto<br />
o tardi, a parlare <strong>della</strong> famiglia Medici.<br />
Questa si incrociò anche nella<br />
vita del nostro beato e <strong>della</strong> comunità<br />
domenicana quando uno dei<br />
suoi proceri, il potente conte Cosimo,<br />
chiese con insistenza al Papa<br />
Eugenio IV di affidare ai frati, tanto<br />
virtuosi, un certo convento abbandonato,<br />
nell’intento di rivitalizzare<br />
uno spazio che gli sembrava degno<br />
di essere utilizzato. Il pontefice<br />
concordò e, nell’anno 1438, giunsero<br />
dalla vicina Fiesole vari religiosi<br />
di quest’ordine per dare impulso ai<br />
lavori di ricostruzione e introdurre a<br />
Firenze una riforma spirituale <strong>della</strong><br />
quale la città molto necessitava. Fra<br />
Angelico si trovava fra loro.<br />
Dell’antico convento – ricostruito<br />
sotto il patrocinio di Cosimo de Medici<br />
– poco restò oltre al nome di San<br />
Marco. Man mano che le nuove pareti<br />
erano concluse, diventavano campo<br />
d’azione per il frate pittore. Stupito<br />
per le doti del giovane artista, il potentato<br />
fu disposto a finanziare le non<br />
piccole spese materiali degli affreschi;<br />
poiché dare elemosine non gli costava<br />
nessun sacrificio finanziario, Fra Giovanni<br />
poté realizzare senza difficoltà<br />
un magnifico lavoro.<br />
Il periodo fiorentino del Beato<br />
Angelico (1439-1445) fu tutto dedicato<br />
alla pittura del Convento di<br />
San Marco, il quale costituisce la sua<br />
opera magna e il maggior tesoro che<br />
ci ha lasciato. Per la dedicazione del-<br />
Scene <strong>della</strong> vita di San Domenico - Piedestallo del Trittico di Cortona (1436-1437)<br />
la chiesa conventuale, accorse anche<br />
il Sommo Pontefice, il quale restò<br />
ammirato percorrendo le celle dei<br />
frati: tutte erano decorate con magnifiche<br />
pitture murali raffiguranti<br />
scene del Vangelo. Stupefatto di<br />
fronte ad un simile talento, Eugenio<br />
IV convocò Fra Giovanni per abbellire<br />
il Vaticano. Il santo pittore non<br />
poteva non accettare, anche perché,<br />
come sottolinea un autore, la Chiesa<br />
non lo aveva convocato per un mero<br />
lavoro artistico, ma “il suo contributo<br />
era sollecitato per contrastare la<br />
forza dell’Umanesimo pagano”. 2<br />
A Roma, convocato dal Papa<br />
Inizia così il periodo romano<br />
(1445-1455), frammezzato da una<br />
permanenza di tre anni (1450-1452)<br />
nella sua cara Fiesole e da alcuni<br />
brevi soggiorni a Orvieto.<br />
Si devono al suo incomparabile<br />
genio varie opere nel Palazzo Apostolico,<br />
come gli affreschi <strong>della</strong> Cappella<br />
Nicolina – così chiamata in<br />
onore del successore di Eugenio IV<br />
– che ritraggono la vita di Santo Stefano<br />
e di San Lorenzo e costituiscono<br />
una delle maggiori preziosità dei<br />
Musei Vaticani. Purtroppo, le pitture<br />
eseguite nella Cappella del Santissimo<br />
Sacramento e nel gabinetto<br />
di lavoro del Sommo Pontefice furono<br />
distrutte nel secolo XVI.<br />
Durante la sua permanenza a Roma,<br />
Papa Eugenio IV, gli offrì l’Arcivescovado<br />
di Firenze. Per umiltà,<br />
egli rifiutò e suggerì per quest’alta<br />
dignità il suo confratello Sant’Antonino.<br />
Questo suggerimento, accolto
senza esitazione dal Pontefice, non<br />
poteva esser stato più felice.<br />
Fra Angelico si preparava a ornare<br />
la Basilica di Santa Maria sopra<br />
Minerva, adiacente al convento nel<br />
quale risiedeva a Roma, quando il<br />
Signore lo chiamò a Sé, il 18 febbraio<br />
1455. La sua morte fu serena, tale<br />
come la vita; i contemporanei non<br />
solo elogiarono le sue tele e gli affreschi,<br />
ma seppero apprezzare in<br />
lui anche la virtù, al punto da iscrivere<br />
sulla lapide del pittore: “Meritò<br />
la gloria più per la sua carità che per<br />
la sua arte”. Lo stesso potremmo affermare<br />
noi, poiché, anche se non lo<br />
abbiamo conosciuto in vita, possiamo<br />
ammirare le sue opere, a testimonianza<br />
che, più che un artista, il<br />
Beato Angelico fu un santo.<br />
Lo spirito trionfa sulla materia<br />
Soffermiamoci per alcuni istanti<br />
sulle incantevoli pitture di questo<br />
maestro del pennello e penetriamo<br />
nell’atmosfera soprannaturale che<br />
lui, come nessun altro, seppe creare.<br />
I personaggi trascendono in tal modo<br />
le debolezze <strong>della</strong> nostra natura<br />
decaduta, da farci quasi dire che<br />
sono esenti da macchia originale. “I<br />
suoi affreschi e polittici”, afferma il<br />
professor Plinio Corrêa de Oliveira,<br />
“ritraggono uomini per i quali questa<br />
vita è l’anticamera di quella celeste.<br />
Egli riproduce nelle sue pitture<br />
persone imbevute di una luce, chiarore<br />
e levità inesistenti nella quotidianità<br />
reale. 3<br />
Nelle loro figure virtuose abita<br />
una pace coinvolgente e contagiosa,<br />
Particolare <strong>della</strong> “Incoronazione <strong>della</strong> Madonna “ (1432) - Galleria degli Uffizi, Firenze<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 21
capace di placare chi li contempla e<br />
infondere un poco delle loro intraducibili<br />
gioie celesti.<br />
Rifulgono in loro, inoltre, in sommo<br />
grado le virtù <strong>della</strong> temperanza e<br />
<strong>della</strong> castità, molto ben espresse nella<br />
leggerezza dei gesti, nella modestia<br />
dei modi e nei volti. Sono figure,<br />
aggiunge l’autore stesso, dotate di un<br />
fulgore che sprigiona dal loro intimo<br />
e che illumina tutto il loro essere.. Sono<br />
figure nelle quali lo spirito trionfa<br />
sulla materia, l’elemento più nobile<br />
prevale sugli istinti inferiori. Poiché<br />
lo spirito è chiaro, mentre la materia è<br />
opaca, l’intenzione dell’artista è esattamente<br />
quella di rappresentare questa<br />
irradiazione dello spirito”. 4<br />
I celebri angeli possiedono espressioni<br />
limpide e si presentano pronti a<br />
percorrere le vastità siderali per compiere<br />
una volontà divina. Sono spiriti<br />
pacifici, non sottomessi alla legge<br />
<strong>della</strong> gravità, che trasmettono un<br />
messaggio semplice ma carico di gioia<br />
e benedizione. Essi ci parlano del<br />
Cielo, dove potremo udire le melodie<br />
dei loro strumenti d’oro e godremo<br />
l’anelata visione beatifica, alla quale<br />
essi già partecipano. Ci suggeriscono<br />
che solo qualcuno con uguale temperanza<br />
e lo stesso senso d’armonia,<br />
potrebbe ritrarli così bene.<br />
Il Beato Angelico non conobbe<br />
l’invidia o, più probabilmente, ebbe<br />
una grandezza d’animo per rigettare<br />
questo vizio al punto da vivere e<br />
dipingere come se esso non esistesse.<br />
Persino l’insospettabile Hegel,<br />
sorpreso di incontrare tanto candore,<br />
doveva confessare: “Fra Angelico<br />
ha creato un’opera che non è stata<br />
mai superata nella profonda sincerità<br />
<strong>della</strong> sua concezione”. 5<br />
Contemplare la sua pittura è, insomma,<br />
ricevere una grande e sublime<br />
lezione di spirito cattolico, nella<br />
quale scopriamo una rappresentazione<br />
del genere umano forse distante<br />
da quello che è, ma molto<br />
prossima a quello che dovrebbe essere.<br />
22 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Anima medievale<br />
in pieno Rinascimento<br />
A somiglianza di un bocciolo di<br />
rosa, il quale, tagliato dal roseto,<br />
apre ancora graziosamente i suoi petali<br />
lontano dalle radici, si può affermare<br />
che il Beato di Fiesole possedette<br />
un’anima medievale quando<br />
era già terminato il Medioevo. I critici<br />
d’arte si mostrano unanimi su questo<br />
particolare: “La pittura del Beato<br />
Angelico fu definita espressione<br />
di un’ispirazione religiosa tipicamente<br />
medievale, una pittura di una serenità<br />
che non conosce turbamenti e<br />
che nasce in un ambiente paradisiaco<br />
continuamente inondato di luce”. 6<br />
Infatti, non si nota nelle sue pitture<br />
diafane quell’esaltazione dell’elemento<br />
umano, caratteristica del Rinascimento,<br />
e molto meno l’intemperanza<br />
con la quale questi hanno cercato<br />
di esprimere ad ogni costo, in<br />
opere poco discrete, fruizioni terrene<br />
molto intense che producono allo<br />
stesso tempo delizie e angosce.<br />
Fra Angelico non partecipava a<br />
questo spirito, perché la sua unione<br />
con Dio gli faceva comprendere che<br />
l’uomo è grande solo quando è umile,<br />
e ogni gioia umana deve essere<br />
un riflesso del gaudio soprannaturale<br />
proveniente dallo stato di grazia e<br />
da una vita virtuosa.<br />
La sua condotta personale si armonizzò<br />
con la concezione artistica;<br />
in entrambe egli si mostra “perfettamente<br />
puro e casto, umile e luminoso”.<br />
7 Questo è l’aspetto per il quale<br />
egli più si distanzia dai suoi contemporanei.<br />
“Ad eccezione del Beato<br />
Angelico”, afferma uno storico, “non<br />
esiste forse un artista di quest’epoca<br />
che, accanto a scene evangeliche,<br />
nelle sue opere non ne affianchi molte<br />
altre di senso opposto”. 8<br />
Tecnica prodigiosa e audace<br />
In contropartita – e qui il paradosso<br />
rende più evidente il suo genio<br />
–,egli è all’avanguardia di tutto il<br />
progresso pittorico raggiunto a quel<br />
tempo: “Non rimase insensibile alle<br />
grandi innovazioni artistiche e a tutto<br />
quello che stava accadendo all’esterno<br />
delle mura del monastero”. 9<br />
Tracciava in prospettiva con più qualità<br />
rispetto a tutti gli altri seguaci di<br />
Giotto, ed anche vestiva splendidamente<br />
i suoi angeli secondo i modelli<br />
dei famosi tessuti prodotti a Siena.<br />
Chi studia la sua pittura trova vestigia<br />
di una crescente assimilazione<br />
delle innovazioni stilistiche dell’epoca:<br />
“Questo avanzamento progressivo<br />
delle nuove forme, che si scoprono<br />
poco a poco nella sua pittura, dimostra<br />
che fu ricettivo <strong>della</strong> lezione<br />
culturale <strong>della</strong> sua società e dei suoi<br />
colleghi”. 10 Attento alle scoperte e<br />
agli incrementi operati dai coetanei,<br />
ed essendo egli stesso uno scopritore<br />
di prima linea, Fra Angelico comprese<br />
come trarre profitto dalle nuove<br />
possibilità e invenzioni, per una maggior<br />
efficacia dell’apostolato.<br />
Molte delle sue pitture sono capolavori<br />
del Primo Rinascimento e influenzarono<br />
in larga misura le successive<br />
generazioni di pittori, circoscrivendo<br />
quanto di meglio si era riusciti<br />
fino allora a attingere. Il Giudizio Finale,<br />
attualmente nel Museo del Convento<br />
di San Marco, ostenta una tecnica<br />
prodigiosa ed è la più ardita opera<br />
in prospettiva dell’epoca. Anche la<br />
sua privilegiata capacità di esprimere<br />
i sentimenti religiosi è considerata come<br />
punto di riferimento.<br />
Si deve menzionare anche la bellezza<br />
delle tinte, composte in circostanze<br />
ben diverse dalle attuali, che<br />
sono ricche di risorse tecnologiche.<br />
Prodotte dall’ingegno dell’Angelico,<br />
presentano una travolgente varietà<br />
cromatica, impiegata con audacia e<br />
buon gusto. La sua predilezione per<br />
l’azzurro è manifesta, esplorato nelle<br />
sue diverse tonalità, soprattutto<br />
l’azzurro <strong>della</strong> Germania, l’indaco<br />
e l’azzurro oltremare. La materia<br />
prima di questa tinta era il lapislazzuli,<br />
elemento molto raro e prezioso<br />
in quella regione, e nobilitato an-
Chi studia la pittura del Beato Angelico trova tracce di una crescente<br />
assimilazione delle innovazioni stilistiche dell’epoca<br />
A sinistra: “Vescovo Santo” (probabilmente Sant’Alessandro) - Metropolitan Museum of Art di New York.<br />
A destra: “Discesa al Limbo,” dettaglio dell’Armadio degli Argenti - Convento di San Marco, Firenze<br />
cor più dall’uso impari che l’artista<br />
ha saputo dargli.<br />
Veramente, quest’uomo spirituale,<br />
dimentico delle cose terrene, ha<br />
saputo renderle meglio che molti artisti<br />
del suo secolo, attenti a ogni novità,<br />
ma dimentichi delle cose di Dio.<br />
Il San Tommaso <strong>della</strong> pittura<br />
“Se non fosse stato domenicano”,<br />
Fra Angelico “non sarebbe stato l’artista<br />
che è stato”. 11 Questa osservazione<br />
di uno dei suoi biografi trova<br />
piena giustificazione nell’opera del<br />
nostro Beato, il quale si abbeverò alle<br />
fonti <strong>della</strong> Summa Teologica per plasmare<br />
la sua concezione dell’uomo,<br />
1 ITURGÁIZ, OP, Domingo.<br />
El Angélico: pintor<br />
de Santo Domingo<br />
de Guzmán. Salamanca:<br />
San Esteban, 2000, p.91.<br />
2 Idem, pag.92.<br />
3 CORRÊA DE OLIVEI-<br />
RA, Plinio. O pintor do<br />
sobrenatural. In: Dr. Plinio.<br />
São Paulo. Ano<br />
VI. N.60 (Março 2003);<br />
pag.32.<br />
4 Idem, pag.33.<br />
dell’esistenza e dell’eternità, prima<br />
di dar loro vita per mezzo del pennello:<br />
“Fra Giovanni collocherà tutta la<br />
sua opera pittorica su questa giustificazione<br />
dottrinale <strong>della</strong> scolastica di<br />
San Tommaso d’Aquino”. 12<br />
È realmente palpabile la consonanza<br />
tra le pitture del Beato Angelico<br />
e il pensiero del Dottor Angelico,<br />
al punto che si può dire che<br />
il primo traspose al campo artistico<br />
la dottrina del secondo. Questa reversibilità,<br />
sintesi meravigliosa dello<br />
spirito cristiano, ha reso a Fra Giovanni<br />
da Fiesole il titolo di San Tommaso<br />
<strong>della</strong> pittura, poiché il pittore<br />
raggiunse, nel suo campo specifico<br />
5 HEGEL, George W. F.,<br />
apud DÍAZ FERNÁN-<br />
DEZ, José María. Beato<br />
Angélico o Juan<br />
de Fiésole. In: ECHE-<br />
VERRÍA, L., LLORCA,<br />
B., BETES, J. (Org.).<br />
Año Cristiano. Madrid:<br />
BAC, 2003, v.II, pag.377.<br />
6 NESTI, Riccardo. Florença:<br />
história, arte, folclore.<br />
Firenze: Becocci, 1996,<br />
pag.42.<br />
7 DANIEL-ROPS, Henri.<br />
A Igreja da Renascença<br />
e da Reforma. São Paulo:<br />
Quadrante, 1996, t.1,<br />
v.4, pag.190.<br />
8 Idem, pag.191.<br />
9 NESTI, op. cit., pag.42.<br />
10 ITURGÁIZ, op. cit.,<br />
pag.89.<br />
11 GUIMARÃES FIL-<br />
HO, Luís. Fra Angélico.<br />
Rio de Janeiro: A noite,<br />
1937, pag.198.<br />
di attuazione, una genialità simile a<br />
quella del teologo.<br />
Oggi, trascorsi quasi sei secoli<br />
dalla dipartita di Fra Angelico, il miglior<br />
modo di conoscerlo continua<br />
a essere il contemplare le sue tele e<br />
i suoi affreschi, e percepire in queste<br />
opere artistiche il rigoglio <strong>della</strong><br />
sua fede, l’innocenza <strong>della</strong> sua anima<br />
e la purezza di un cuore che ha<br />
amato Dio sopra ogni cosa. Certamente,<br />
la sua opera è fissata ai vertici<br />
dell’immortalità e <strong>della</strong> gloria, e<br />
rimarrà per sempre come “un inno<br />
di rendimento di grazie, dove l’universo<br />
sembra attraversato dai raggi<br />
dorati dell’amore del Creatore”. 13 <br />
12 ITURGÁIZ, op. cit., p.52.<br />
13 LUCAS-DUBRETON,<br />
Jean. A vida quotidiana<br />
em Florença no tempo<br />
dos Médicis. Lisboa:<br />
Livros do Brasil, s.d.,<br />
pag.215.<br />
14 ITURGÁIZ, op. cit.,<br />
pag.99.<br />
15 WIRTZ, Rolf C. Arte e<br />
arquitectura: Florença.<br />
Colónia: Könemann,<br />
2001, pag.329-330.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 23
Gli affreschi del convento di san Marco<br />
Il convento di San Marco e il<br />
Beato Angelico sono nomi indissociabili.<br />
Nel corso di sei<br />
anni (1439-1445), il pittore concentrò<br />
il suo impegno per rendere questo<br />
edificio una sorta di Vangelo illustrato<br />
e colorato, dove 54 grandi<br />
composizioni murali adornano<br />
47 celle e altri ambienti, nei quali<br />
si possono contare più di 300 figure<br />
umane. Si tratta di un lavoro monumentale,<br />
promosso dalla volontà dei<br />
Medici, dell’architetto Michelozzi e<br />
del priore di San Marco, di ultimare<br />
con una decorazione adeguata,<br />
tutto lo sforzo speso nella nuova costruzione.<br />
La prima e modesta intenzione<br />
di Fra Angelico era di edificare<br />
i frati e aiutarli nella meditazione,<br />
ma questo lavoro era destinato<br />
ad assumere un rilievo ben più ampio:<br />
“Il ciclo pittorico di San Marco<br />
si mostra come una manifestazione<br />
artistico - culturale di tale qualità<br />
intellettuale, di tale ispirazione spirituale,<br />
che deve senza dubbio esser<br />
situato tra le più elevate conquiste<br />
di tutto il secolo XV”. 14<br />
La sua pianificazione è semplice.<br />
Studi approfonditi mostrano che la<br />
scelta dei passi biblici ritratti non<br />
obbedisce a un criterio prestabilito,<br />
ma sboccia spontaneamente<br />
dall’ispirazione dell’artista. Questo<br />
conferisce all’insieme una nota<br />
di speciale naturalità e sorpresa,<br />
facendo di ogni cella o angolo di<br />
24 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Il Vangelo<br />
illustrato<br />
corridoio una gradevole successione<br />
pittorica fuori da qualsiasi schema.<br />
Si possono scoprire mani di<br />
collaboratori, che eseguono un<br />
lavoro ovviamente inferiore rispetto<br />
al maestro.<br />
La nota preponderante degli<br />
affreschi di San Marco è la<br />
semplicità, frutto del desiderio<br />
dell’artista di presentare il<br />
valore intrinseco del passo<br />
ritratto, senza trattenere<br />
l’osservatore con elementi capaci<br />
di distrarlo da questo linguaggio<br />
spirituale. “Gli affreschi che<br />
Fra Angelico dipinse nelle celle<br />
del dormitorio di San Marco<br />
si caratterizzano, soprattutto,<br />
per la forza espressiva del suo<br />
sobrio linguaggio pittorico,<br />
per la struttura chiara <strong>della</strong><br />
composizione e per l’assenza di<br />
qualsiasi particolare mondano<br />
[…]. In accordo col carattere di<br />
un’opera che vuole suscitare la<br />
devozione, il linguaggio espressivo<br />
è semplice e discreto, adeguato al<br />
luogo e al fine che si propone”. 15<br />
Nel Convento di San Marco<br />
tutto è degno di nota, e incorreremo<br />
in parzialità se scegliessimo un<br />
aspetto da evidenziare a detrimento<br />
di altri. Ci tocca ripetere con<br />
l’Autore Sacro, riguardo a questa<br />
piccola porzione di paradiso ideata<br />
dall’Angelico, che lì ogni singola<br />
cosa è buona, ma l’insieme è “molto<br />
buono” (cfr. Gn 1, 1-31). <br />
4
1 2<br />
5<br />
Alcuni degli affreschi del Convento di San Marco: 1. Adorazione dei Magi (particolare), 2. Presentazione al tempio,<br />
3. Bacio di Giuda, 4. Crocifissione, 5. Preparazione per la sepoltura, 6. “Noli me tangere”<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 25<br />
3<br />
6
Mozambico – Missionari degli Araldi del Vangelo hanno portato un po’ di consolazione e gioia, in visita<br />
all’Ospedale Generale <strong>della</strong> Machava, a Maputo. La statua di Gesù Bambino ha percorso le camere degli infermi e<br />
sono state distribuite a tutti le medaglie <strong>della</strong> Madonna delle Grazie (foto in alto).<br />
Spagna – Gli anziani internati nell’Ospizio di Nazaret, a<br />
Murcia, sotto la custodia delle Suore Missionarie <strong>della</strong><br />
Sacra Famiglia, hanno ricevuto la visita degli Araldi.<br />
Messico – Il parroco <strong>della</strong> Chiesa San Giuseppe, a<br />
Guadalajara, ha benedetto altre tredici Icone che hanno<br />
ulteriormente potenziato il pellegrinaggio nella regione.<br />
26 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
<strong>It</strong>alia – Don Antonio Saturno, SDV, ha consegnato<br />
un’altra Icona di Maria Regina dei Cuori, nella Parrocchia<br />
San Gabriele Arcangelo, a Roma.<br />
Repubblica Dominicana – Nei giorni 12 e 13 febbraio<br />
sono state realizzate Missioni Mariane nella città di<br />
Salcedo. Nella foto, visita alla prigione locale.
N<br />
Messe per il 10º anniversario<br />
ei diversi paesi e regioni dove operano gli Araldi<br />
del Vangelo, si sono svolte Celebrazioni Eucaristiche<br />
in commemorazione del 10º anniversario dell’approvazione<br />
pontificia.<br />
Nella Chiesa di San Benedetto in Piscinula (Roma),<br />
ha presieduto l’Eucaristia il Cardinale Antonio Cañizares<br />
Llovera, Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per il<br />
1<br />
3<br />
Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (foto 2). Il<br />
Cardinale Juan Luis Cipriani ha presieduto una Messa<br />
solenne nella Parrocchia dell’Incarnazione, affidata<br />
dall’Arcidiocesi di Lima agli Araldi del Vangelo (foto<br />
3). A Porto, la celebrazione è stata realizzata nella<br />
Chiesa <strong>della</strong> Trinità (foto 1) e a Bogotá, nella Cattedrale<br />
(foto 4).<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 27<br />
2<br />
4
Inizio <strong>della</strong> Quaresima a Sucumbíos<br />
L<br />
e cerimonie del Mercoledì delle Ceneri nel Vicariato<br />
di Sucumbíos, in Ecuador, realizzate nelle diverse<br />
comunità, hanno contato sulla partecipazione di miglia-<br />
Guatemala – Più di 300 persone hanno partecipato alla<br />
Messa del Primo Sabato nella Casa di formazione degli<br />
Araldi, a San José Pinula.<br />
28 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
ia di fedeli. Le celebrazioni sono state caratterizzate dalla<br />
devozione e dallo spirito di penitenza dei partecipanti,<br />
dotati dalla Provvidenza di un forte senso religioso.<br />
Nicaragua – Alunni del Collegio Regina Mundi, delle<br />
Suore di Cristo Re, a Juigalpa, hanno accolto la Statua<br />
Pellegrina <strong>della</strong> Madonna.
Brasile – Grazie alla sua bellezza, la Chiesa Madonna del Rosario, del Seminario degli Araldi del Vangelo, è stata<br />
scelta da una coppia di sposi cinesi per celebrare il loro matrimonio. La cerimonia è stata<br />
presieduta dall’Arcivescovo emerito di Taipei, Mons. Joseph Ti-Kang. Decine di fedeli sono giunti dal loro<br />
lontano paese per l’evento.<br />
Brasile – Come è ormai consuetudine, Araldi del Vangelo di Campos, accompagnati da un gruppo di cooperatori,<br />
hanno portato consolazione spirituale e una parola amica ai malati dell’Ospedale Ferreira Machado.<br />
Brasile – Nel collegio locale degli Araldi del Vangelo,<br />
a Curitiba, l’anno scolastico è iniziato con una<br />
Celebrazione Eucaristia alla quale hanno partecipato<br />
docenti, genitori e alunni.<br />
Brasile – I cooperatori del Sodalizio Madonna <strong>della</strong><br />
Fiducia hanno visitato gli anziani <strong>della</strong> Casa di Riposo<br />
San Sebastiano, a Mogi das Cruzes.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 29
T<br />
ra i più splendidi spettacoli<br />
<strong>della</strong> natura ci sono le grandi<br />
cascate. In esse, le acque<br />
impetuose precipitano con<br />
una forza travolgente, chiudendo in<br />
una misteriosa nube, circondata da iridati<br />
scintillii, tutto ciò che le circonda.<br />
Nel contemplarle, lo spirito si<br />
estasia ed è portato a rapportare questo<br />
spettacolo con una realtà sovrannaturale:<br />
l’incommensurabile, fecondo<br />
e trasformante amore di Dio.<br />
Infatti, provenendo da un’altezza<br />
infinita, l’acqua viva e multiforme<br />
<strong>della</strong> bontà divina scende sugli<br />
uomini con infinta abbondanza. Essa<br />
riempie di carità chi la riceve con<br />
buona disposizione, portando come<br />
frutto il desiderio ardente di restituire<br />
nel miglior modo possibile tale<br />
amore gratuito del Creatore.<br />
Tutti siamo stati chiamati a fare<br />
<strong>della</strong> nostra esistenza una gara diseguale<br />
per ritornare a Dio i suoi innumerevoli<br />
benefici. Alcune anime<br />
elette, tuttavia, già su questa Terra<br />
sperimentano un mistico scambio<br />
d’amore che le trasforma e le fa vivere<br />
in qualche modo come nell’eternità,<br />
per una speciale unione spirituale<br />
con il Redentore.<br />
30 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
santa gemma gaLgani<br />
Un solo cuore<br />
e una sola anima<br />
“Se tutti sapessero come Gesù è bello, com’è amabile, non<br />
cercherebbero altro che il suo amore. Il nostro cuore è fatto per<br />
amare una cosa sola: il nostro grande Dio”.<br />
È il caso di Santa Gemma Galgani,<br />
la cui identificazione con Cristo<br />
è stata così stretta da poter affermare:<br />
“Non sto più in me, sto con il mio<br />
Dio, tutta per Lui; e Lui sta tutto in<br />
me e per me. Gesù sta con me ed è<br />
tutto mio”. 1<br />
Convivio con il sovrannaturale<br />
Suor Maria Teresa Ribeiro Matos, EP<br />
Nata a Bogonuovo di Camigliano,<br />
Lucca, il 12 marzo del 1878,<br />
Gemma perse molto presto sua madre,<br />
a causa di una tubercolosi di<br />
lenta e implacabile evoluzione. Era<br />
una donna pia e Gemma ebbe modo<br />
di nutrirsi intensamente di una formazione<br />
veramente cristiana.<br />
Una delle sue ultime misure fu<br />
quella di fare in modo che la piccola<br />
ricevesse la pienezza <strong>della</strong> grazia<br />
battesimale attraverso la Cresima,<br />
prima addirittura <strong>della</strong> Prima Comunione,<br />
com’era allora abituale in<br />
<strong>It</strong>alia. Nonostante le difficoltà imposte<br />
dalla malattia, la stessa signora<br />
Galgani, aiutata da una catechista, si<br />
impose di preparare la figlia a ricevere<br />
il Sacramento.<br />
Dopo la cerimonia, la bambina<br />
rimase nella Basilica di San Michele<br />
in Foro per assistere a una Mes-<br />
sa di Rendimento di Grazie e mentre<br />
era in preghiera per la sua cara<br />
madre, ebbe il suo primo dialogo sovrannaturale:<br />
– Gemma, vuoi darmi tua madre?<br />
– sentì in fondo alla sua anima.<br />
– Sì, ma solo se posso starle vicino<br />
– rispose lei.<br />
– No, dammi volentieri tua madre.<br />
Tu ora devi rimanere con tuo<br />
padre. Io la porterò in Cielo. Ma la<br />
dai con piacere?<br />
“Dovetti rispondere di sì” 2 , confessa<br />
la santa nella sua autobiografia.<br />
Le grazie <strong>della</strong> Prima Comunione<br />
Nel settembre del 1885, la signora<br />
Galgani consegnò devotamente la<br />
sua anima a Dio, lasciando la figlia<br />
ospite nella casa <strong>della</strong> zia materna,<br />
Elena Landi. Qualche tempo dopo,<br />
Gemma ritornò vicino al padre ed<br />
entrò come esterna nel collegio delle<br />
Sorelle di Santa Zita, fondato dalla<br />
Beata Elena Guerra.<br />
A nove anni, rivelando una pietà<br />
non comune, la bambina manifestava<br />
un enorme desiderio di ricevere<br />
la Sacra Eucaristia. Invano supplicò<br />
per molto tempo il confessore, Monsignor<br />
Giovanni Volpi, il padre e le
maestre: “Datemi Gesù e vedrete<br />
che sarò più saggia, non commetterò<br />
più peccati, non sarò più la stessa!”<br />
Il sacerdote finì per acconsentire<br />
e, nonostante la sua giovane età<br />
per le abitudini dell’epoca, nella festa<br />
del Sacro Cuore del 1887, Gesù<br />
Ostia entrava per la prima volta<br />
in quell’anima focosa e innocente:<br />
“Ciò che successe in quel momento<br />
tra me e Lui, non saprei esprimerlo.<br />
Gesù Si fece sentire nella mia anima<br />
in una maniera molto forte. Capii, allora,<br />
che le delizie del Cielo non sono<br />
come quelle <strong>della</strong> Terra. Mi sentivo<br />
presa dal desiderio di rendere continua<br />
quell’unione tra me e Gesù”. 3<br />
Unirsi a Nostro Signore, assomigliare<br />
a Lui, fu, a partire da quel momento,<br />
l’unico obiettivo <strong>della</strong> vita di<br />
Gemma.<br />
Sposa di Cristo Crocifisso<br />
Durante il periodo trascorso con<br />
le Suore di Santa Zita, la bambina si<br />
dedicò con tutto il suo impegno alle<br />
attività scolastiche. Per il suo comportamento<br />
esemplare, era l’ “anima”<br />
<strong>della</strong> scuola. Molto amata dalle<br />
compagne, queste la rispettavano,<br />
poiché, anche se poco espansiva,<br />
aveva il dono <strong>della</strong> parola concisa e<br />
dell’agire risoluto.<br />
Tre momenti <strong>della</strong> vita di Santa Gemma: a 7 anni d’età presso la sorella minore,<br />
a 21 anni e poco prima dalla sua morte nel 1903<br />
Nel contempo, il Divino Maestro<br />
la riempiva di grazie interiori, facendola<br />
progredire sempre più sulla via<br />
<strong>della</strong> perfezione. La vita <strong>della</strong> giovane<br />
Gemma trascorreva avvolta in<br />
frequenti fenomeni mistici, questo<br />
traspariva in qualche modo nel suo<br />
sguardo.<br />
Un giorno, avendo già diciassette<br />
anni, la nostra santa ricevette in dono<br />
un bell’orologio e una catenina<br />
d’oro con una croce. Per far piacere<br />
al parente che glieli aveva regalati<br />
uscì per strada portandoli con sè. Di<br />
notte, mentre si preparava per andare<br />
a dormire, le apparse l’Angelo<br />
Custode che le disse: “Ricordati che<br />
gli unici gioielli che devono adornare<br />
la sposa di un Re crocifisso sono<br />
le spine e la croce”. 4<br />
La giovane, che aveva sempre<br />
sentito una speciale devozione per<br />
le sofferenze di Gesù, prese questo<br />
ammonimento con tutta serietà<br />
e, da allora, rinunciò a tutto ciò che<br />
poteva servire da pretesto alla vanità,<br />
cominciò a indossare un semplice<br />
vestito nero.<br />
Inizio <strong>della</strong> “via dolorosa”<br />
Dalla morte <strong>della</strong> madre, racconta<br />
la santa nella sua biografia, non<br />
smise mai di offrire qualche piccolo<br />
sacrificio a Gesù. Era arrivata, tuttavia,<br />
l’ora di cominciare a sorbire<br />
a grandi sorsate il calice <strong>della</strong> sofferenza.<br />
Nel 1896, una terribile necrosi al<br />
piede, accompagnata da acutissimi<br />
dolori, la obbligò a sottoporsi a un<br />
intervento chirurgico. Rifiutando<br />
qualsiasi anestesia, Gemma si mantenne<br />
immobile durante tutta l’operazione,<br />
mentre i presenti seguivano<br />
con orrore quello che sembrava più<br />
una tortura che un atto terapeutico.<br />
Solo alcuni gemiti involontari la<br />
tradirono nel momento più difficile<br />
dell’operazione, che essa sopportò<br />
senza togliere gli occhi dal Crocifisso,<br />
chiedendo ancora a Gesù perdono<br />
per la debolezza manifestata.<br />
L’anno seguente, suo padre morì<br />
dopo aver perso tutta la sua fortuna,<br />
lasciando la famiglia in totale<br />
miseria.<br />
Incontro con San Gabriele<br />
<strong>della</strong> Vergine Dolorosa<br />
Nel 1898, Gemma fu colpita da<br />
una grave malattia alla spina dorsale,<br />
che la costrinse all’immobilità.<br />
In tanto dolore, il suo Angelo Custode<br />
non smetteva di consolarla e<br />
il Divino Maestro si serviva dei suoi<br />
dolori per farla progredire nella vir-<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 31<br />
stgemmagalgani.com
tù dell’umiltà. Acquisì anche una<br />
particolare devozione per San Gabriele<br />
<strong>della</strong> Vergine Dolorosa, religioso<br />
passionista morto trentasei<br />
anni prima, di cui aveva letto avidamente<br />
la biografia durante la sua<br />
malattia.<br />
Una notte, dopo aver fatto voto<br />
di verginità e aver manifestato il<br />
proposito di vestire l’abito religioso<br />
nel caso guarisse, le apparve in sogno<br />
il santo passionista che le disse:<br />
“Fa’ di buon ora il voto di essere<br />
religiosa, ma non aggiungere più<br />
nulla”. Quando Gemma gli chiese il<br />
perché, tolse il simbolo che portava<br />
attaccato alla tonaca, lo diede all’inferma<br />
perché lo baciasse e lo mise<br />
sopra di lei dicendo: “Sorella mia!”<br />
Durante tutto questo tempo, i<br />
suoi parenti e conoscenti non smettevano<br />
di fare novene e tridui implorando<br />
la sua guarigione; lei, tuttavia,<br />
rimaneva indifferente, docile<br />
ai disegni divini. Dopo un anno, ad<br />
aggravare la situazione, i medici le<br />
diagnosticarono un tumore alla testa,<br />
dandola per spacciata. Allora,<br />
una delle sue vecchie maestre riuscì<br />
a convincerla a fare una novena a<br />
Santa Margherita Maria Alacoque.<br />
Nell’ultimo giorno di questa novena,<br />
poche ore dopo aver ricevuto la Sacra<br />
Comunione, la giovane si alzò in<br />
piedi, totalmente sana. Era il primo<br />
venerdì del mese di marzo.<br />
“Non smettere di soffrire<br />
per lui nemmeno un momento”<br />
Il giovedì Santo dell’anno seguente,<br />
Gemma, ancora debole,<br />
praticava nella sua stanza la devozione<br />
dell’“Ora Santa in compagnia<br />
del Signore nell’Orto”, scritta dalla<br />
fondatrice delle Suore di Santa Zita,<br />
sentendo, mentre la faceva, un profondo<br />
dolore per le sue colpe. Terminata<br />
la preghiera, apparve davanti<br />
a lei l’immagine di Gesù Crocifisso,<br />
che le disse: “Figlia, queste piaghe<br />
si sono aperte in me per i tuoi<br />
peccati. Ma rallegrati, perché le hai<br />
32 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Victor Toniolo<br />
“Sì, io sono felice, Gesù, perché<br />
sento il mio cuore palpitare con il<br />
tuo e perché Ti possiedo”<br />
Reliquiario contenente il cuore di Santa<br />
Gemma – Parrocchia di Santa Gemma<br />
Galgani, Madrid<br />
già chiuse con il tuo dolore. Non offendermi<br />
più. Amami come Io ti ho<br />
sempre amato”. 5<br />
Qualche giorno dopo, mentre recitava<br />
le preghiere del pomeriggio, Cristo<br />
Crocifisso si rese di nuovo visibile<br />
ai suoi occhi e le disse: “Guarda, figlia<br />
mia e impara come si ama. Vedi questa<br />
Croce, queste spine e questi chiodi,<br />
queste carni livide, queste contusioni<br />
e piaghe? Tutto è opera d’amore<br />
e d’amore infinito. Ecco fino a che<br />
punto Io ti ho amata. Vuoi amarMi<br />
davvero? Impara allora a soffrire: la<br />
sofferenza insegna ad amare”.<br />
In un’altra occasione, mentre chiedeva<br />
a Dio la grazia di amare molto,<br />
udì una voce sovrannaturale che le<br />
diceva: “Vuoi sempre amare Gesù?<br />
Non smettere di soffrire per Lui nemmeno<br />
un momento. La Croce è il trono<br />
dei veri amanti; la Croce è il patrimonio<br />
degli eletti in questa vita”.<br />
Quelle visioni, nello stesso tempo<br />
in cui intensificavano il dolore per i<br />
suoi peccati, le portavano una grande<br />
consolazione e aumentavano in<br />
lei il desiderio di amare Gesù e soffrire<br />
per lui.<br />
La grazia delle Sacre Stigmate<br />
Alla vigilia <strong>della</strong> festa del Sacro<br />
Cuore di quello stesso anno, Gemma<br />
perse i sensi e, nel risvegliarsi, si<br />
trovò in presenza <strong>della</strong> Santissima<br />
Vergine, che le disse: “Mio Figlio,<br />
Gesù, ti ama molto e vuole concederti<br />
una grande grazia; ti mostrerai<br />
degna?”. La santa non sapeva cosa<br />
rispondere. La Madonna continuò,<br />
dicendo: “Sarò per te una madre.<br />
Saprai tu mostrarti una vera figlia?”.<br />
E, in seguito, stese il suo mantello e<br />
la coprì con esso.<br />
In quell’istante le apparve nuovamente<br />
Gesù. Con la semplicità propria<br />
delle anime innocenti, così narra<br />
Gemma quello che successe: “Le sue<br />
piaghe erano aperte, ma non ne usciva<br />
sangue; da loro uscivano fiamme<br />
ardenti. In un batter d’occhio quelle<br />
fiamme toccarono le mie mani, i miei<br />
piedi e il mio cuore”. Rimase sotto il<br />
manto <strong>della</strong> Regina dei Cieli ancora<br />
un po’ di tempo. Maria la baciò sulla<br />
fronte e scomparve, lasciando la giovane<br />
in ginocchio con forti dolori alle<br />
mani, ai piedi e nel cuore, da cui<br />
scorreva sangue: Santa Gemma Galgani<br />
aveva ricevuto la grazia delle Sacre<br />
Stigmate.<br />
Il fenomeno si ripeteva ogni settimana.<br />
Il giovedì, le piaghe si aprivano<br />
di notte, per rimanere fino alle tre del<br />
pomeriggio del venerdì. Il sabato, o al<br />
più tardi la domenica, rimenavono solo<br />
delle macchie bianche.<br />
Oltre alle stigmate, di cui pochi<br />
conoscevano l’esistenza, erano frequenti<br />
nella vita di Santa Gemma altre<br />
manifestazioni sovrannaturali, come<br />
sudori di sangue ed innumerevoli<br />
estasi, che capitavano in qualsiasi<br />
momento. Questo rese la relazione<br />
con le zie, con le quali viveva dalla<br />
morte del padre, sempre più difficile.<br />
La tolse da quest’imbarazzo la<br />
pia signora Cecilia Giannini, la quale,<br />
meravigliata dai prodigi <strong>della</strong><br />
grazia in quell’anima, la adottò come<br />
figlia. Nella sua nuova famiglia,<br />
tutti le votarono una grande vene-
azione. Annotavano con precisione<br />
le parole proferite nei frequenti<br />
rapimenti e si meravigliavano per<br />
le stimmate sacre e le ferite causate<br />
ora dalla frusta <strong>della</strong> flagellazione,<br />
ora dalle spine <strong>della</strong> corona.<br />
Incontro con i Padri Passionisti<br />
Fu nel giugno di quello stesso anno<br />
1899, così fondamentale nell’esistenza<br />
<strong>della</strong> Santa, che Gemma<br />
avrebbe avuto il suo primo incontro<br />
con i padri passionisti, preannunciato<br />
da San Gabriele <strong>della</strong> Vergine<br />
Dolorosa.<br />
Negli ultimi giorni di quel mese,<br />
erano cominciate nella Chiesa<br />
di San Martino le “Sante Missioni”,<br />
predicate da sacerdoti di quell’ordine.<br />
Nell’ultimo giorno ci fu una comunione<br />
generale, a cui partecipò<br />
anche Santa Gemma. Durante<br />
l’azione di grazie, Gesù le chiese:<br />
“Gemma, ti piace l’abito con cui è<br />
vestito questo Sacerdote? Ti piacerebbe<br />
poterlo indossare?”<br />
“Sì,” aggiunse il Signore, vedendola<br />
incapace di dare una risposta<br />
affermativa, “ tu sarai una figlia<br />
<strong>della</strong> mia Passione, e una figlia prediletta.<br />
Uno di questi miei figli sarà<br />
tuo padre. Va’ e spiegagli tutto quello<br />
che ti sta succedendo”.<br />
Dopo alcune vicissitudini, così<br />
frequenti nelle anime più elette,<br />
Gemma finì per scrivere, con l’autorizzazione<br />
di Monsignor Volpi, al<br />
padre Germano Di San Stanislao,<br />
religioso passionista, residente a<br />
Roma, di cui il Signore le aveva indicato<br />
il nome e la fisionomia.<br />
Dotato di grande talento e virtù,<br />
egli andò a Lucca a conoscerla, diventò<br />
un vero padre per la santa. Per<br />
tre anni, la condusse con destrezza<br />
per le vie <strong>della</strong> perfezione. Grazie<br />
a questa direzione spirituale, di tipo<br />
soprattutto epistolare, rimasero documentati<br />
i singolari favori ricevuti<br />
dall’angelica giovane. Sono missive<br />
emozionanti, nelle quali traspare<br />
tutta la bellezza <strong>della</strong> sua anima.<br />
“Consummatum est”<br />
L’ultimo Calvario <strong>della</strong> vergine<br />
di Lucca cominciò nella Pasqua del<br />
1902. Il suo corpo, prostrato da una<br />
terribile malattia, che le impediva<br />
di ingerire qualsiasi tipo di alimento,<br />
rispecchiava le pene interiori di<br />
cui soffriva la sua anima privata di<br />
tutte le consolazioni e gioie sensibili.<br />
“Non sai che sono tutta tua? Gesù<br />
solo!”, sospirava Gemma, in un apparente<br />
abbandono.<br />
Essa aveva partecipato a tutti i<br />
tormenti dell’Uomo-Dio: le sue angustie<br />
interiori, il suo sudore di sangue,<br />
la flagellazione e le sue numerose<br />
piaghe, i maltrattamenti, per<br />
opera dei demoni, le profonde ferite<br />
<strong>della</strong> corona di spine, la slogatura<br />
delle ossa e le piaghe inflitte dai<br />
chiodi. Le mancavano solo, per imitare<br />
completamente il Redentore<br />
nella sua Passione, l’agonia e la morte<br />
dolorosa.<br />
Fu quello che successe, alla fine,<br />
il Sabato Santo del 1903. Ad appena<br />
25 anni di età, la serafica vergine<br />
si liberò definitivamente dei legami<br />
che la tenevano avvinta alla Terra e<br />
ricevette la sua “ricompensa troppo<br />
grande” (Gn 15, 1), lo stesso Dio per<br />
tutta l’eternità.<br />
* * *<br />
L’anima di Gemma entrò nella<br />
gloria arricchita dall’unico e reale<br />
tesoro, quello che mai finirà: la carità.<br />
“Se tutti sapessero come Gesù<br />
è bello, come è amabile, non cercherebbero<br />
altro che il suo amore”.<br />
Infatti, come sarebbe diverso il<br />
mondo, se ascoltasse il consiglio <strong>della</strong><br />
vergine di Lucca e potesse affermare<br />
come lei: “Il mio cuore palpita<br />
continuamente all’unisono con il<br />
Cuore di Gesù. Viva Gesù! Il Cuore<br />
di Gesù e il mio sono una stessa cosa.[...]<br />
Sì, io sono felice, Gesù, perché<br />
sento il mio cuore palpitare con<br />
il tuo, e perché Ti possiedo”. <br />
1 GERMANO DI SAN STANISLAO,<br />
CP. La séraphique vierge de Lucques,<br />
Gemma Galgani. Traduzione<br />
dall’italiano di Don Félix de Gesù<br />
Crucifié, CP. Paris: M. Mignard,<br />
1912. Salvo indicazione in nota, i<br />
passi citati tra virgolette in questo<br />
articolo saranno tutti tratti da<br />
quest’opera, omettendosi il riferimento<br />
<strong>della</strong> pagina.<br />
2 SANTA GEMMA GALGANI. Sus<br />
escritos: Autobiografía. Traduzione<br />
dall’italiano di Don Bernardo<br />
Monsegú. Madrid: El Pasionario,<br />
1977, pag.12.<br />
3 Idem, p.16.<br />
4 Idem, p.22.<br />
5 Idem, p.37.<br />
L’anima di Gemma entrò nella gloria arricchita dall’unico<br />
e reale tesoro: la carità<br />
Tomba di Santa Gemma – Monastero delle suore Passioniste di Lucca<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 33<br />
Guillermo Asurmendi
Soltanto Dio può soddisfare<br />
In Dio, la bontà e il volere<br />
sono identici al suo Essere.<br />
Così, Egli può volere soltanto<br />
il bene. Ora le creature,<br />
tutte quante hanno una caratteristica<br />
comune, che riflette questa perfezione<br />
divina: un amore o un’inclinazione<br />
al bene, in ogni essere, secondo<br />
la sua natura. 1<br />
Tuttavia le piante e gli animali,<br />
per il fatto di essere irrazionali, non<br />
hanno che beni finiti come oggetto<br />
del loro agire; non raggiungono mai<br />
il Bene supremo – Dio –, poiché non<br />
sono capaci di conoscerLo. Questa<br />
possibilità è stata concessa solamente<br />
all’angelo e all’uomo, perché hanno<br />
natura razionale.<br />
L’essere umano comprende il linguaggio<br />
dei simboli e, così, l’universo<br />
gli parla di Dio. Inoltre, vedendo<br />
il bene finito degli esseri, concepisce<br />
l’esistenza di un bene infinito<br />
e lo desidera con tutta la sua volontà.<br />
Per questo, San Tommaso dichiara<br />
che “nessuna cosa può acquietare<br />
la volontà dell’uomo, se non il bene<br />
universale. Ma questo non si trova in<br />
nessun bene creato, solo in Dio, perché<br />
ogni creatura ha bontà partecipata.<br />
Per questo, solo Dio può soddisfare<br />
pienamente la volontà umana”. 2<br />
34 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
la volontà umana<br />
É tremendo il paradosso <strong>della</strong> nostra volontà, descritto da San<br />
Paolo ai romani: “Non faccio il bene che vorrei, ma il male che non<br />
voglio”... Come intendere questa misteriosa forza dentro di noi, che<br />
sembra volere e non volere il bene, allo stesso tempo?<br />
Suor Kyla Mary Anne MacDonald, EP<br />
Dio richiede una<br />
libera cooperazione delle<br />
nature intelligenti<br />
É necessario tener presente che,<br />
in questa vita, la nostra natura – e,<br />
pertanto, la nostra volontà – non è<br />
nella sua perfezione ultima, ma in<br />
uno stato di prova. Dio – che nella<br />
creazione agisce per la sua maggior<br />
gloria –, ha creato le cose naturali in<br />
stato incompleto, e queste tendono<br />
a raggiungere la pienezza attraverso<br />
diversi processi, secondo la loro natura.<br />
Vediamo, per esempio, sbocciare<br />
da una insignificante semente<br />
una grande sequoia.<br />
Ma tali enti non tendono alla loro<br />
finalità liberamente e da loro stessi.<br />
Dio soltanto alle nature intelligenti<br />
richiede una libera cooperazione<br />
per raggiungere il loro fine: l’eterna<br />
beatitudine.<br />
Quanto alla natura angelica, il<br />
definitivo perfezionamento (o il suo<br />
rifiuto e perdizione) è avvenuto con<br />
un solo atto <strong>della</strong> volontà, immediato<br />
e definitivo. Non è quello che<br />
capita con l’uomo. Come spiega il<br />
Dottor Angelico, “l’uomo per sua<br />
natura non è stato fatto per giungere,<br />
immediatamente, alla sua ultima<br />
perfezione, come avviene all’angelo.<br />
Per questo, deve percorrere un cammino<br />
più lungo di quello dell’angelo<br />
per meritare la beatitudine”. 3<br />
Un altro punto chiave da tener<br />
presente è che la creatura umana è,<br />
nella sua composizione, la più complessa<br />
tra tutte le creature, a causa<br />
delle diverse nature in essa contenute.<br />
“Essa si trova al confine tra le creature<br />
spirituali e quelle corporali”,<br />
osserva San Tommaso, e “per questo,<br />
in essa si riuniscono le potenze tanto<br />
di une come di altre creature”. 4<br />
Il male non è mai amato se<br />
non in ragione del bene<br />
In uno stato di giustizia originale,<br />
nel Paradiso, l’uomo non subiva nessuna<br />
interferenza dalla sua natura<br />
composta. Prima del primo peccato,<br />
egli godeva del dono dell’integrità,<br />
grazie al quale viveva in pieno equilibrio<br />
interiore – tra la sua ragione, volontà<br />
e sensibilità – e in perfetta armonia<br />
con la volontà di Dio. Cedendo<br />
alla tentazione del demonio e sollevando<br />
la sua propria volontà contro<br />
l’espressa volontà di Dio, ha peccato.<br />
L’ordine anteriore fu spezzato e, per<br />
castigo, il dono dell’integrità, quell’equilibrio<br />
perfetto, gli fu tolto. Come<br />
risultato, tutta la sua discendenza –
pur essendo lavata dal peccato originale<br />
mediante il Battesimo – permane<br />
con l’effetto evidente di questo<br />
peccato nella sua natura. 5<br />
San Francesco di Sales afferma<br />
che la nostra volontà è diventata facilmente<br />
soggetta ai capricci degli<br />
appetiti inferiori: “Il peccato ha indebolito<br />
di più la volontà umana di<br />
quanto abbia oscurato l’intendimento;<br />
la ribellione dell’appetito sensuale,<br />
che chiamiamo concupiscenza,<br />
turba certamente l’intendimento,<br />
ma è contro la volontà, che egli eccita<br />
principalmente alla rivolta”. 6<br />
Tuttavia, sostiene Sertillanges, la<br />
volontà non può smettere di volere<br />
il bene nel suo senso universale, poiché<br />
è esso il suo oggetto proprio in<br />
quanto natura. “A questo la volontà<br />
non può sottrarsi, e come ogni azione<br />
non è, in fondo, altro che una<br />
manifestazione <strong>della</strong> natura, in ogni<br />
azione che sia frutto <strong>della</strong> volontà si<br />
può vedere il segno del bene e la sua<br />
influenza”. 7 Pertanto, anche quando<br />
l’uomo pecca, dà al peccato un’apparenza<br />
di bene, poiché “il male non<br />
è mai amato se non in ragione di un<br />
bene, cioè, in quanto è un bene relativo<br />
appreso come un bene assoluto”.<br />
8 Aggiunge San Tommaso:<br />
“è in questo modo<br />
che l’uomo ama l’iniquità, in<br />
quanto è con essa che ottiene<br />
un certo bene, come il piacere,<br />
il denaro o cosa simile”. 9<br />
Affinché la volontà<br />
umana sia buona<br />
Per il fatto di esser chiarito<br />
da un’intelligenza ordinata<br />
all’universale, il desiderio<br />
<strong>della</strong> volontà è, in un certo<br />
modo, naturalmente infinito,<br />
a causa dell’infinitezza<br />
del suo oggetto. Di fronte a<br />
qualsiasi bene limitato, come<br />
ci delucida Garrigou-Lagrange,<br />
“l’intelligenza, verificando<br />
immediatamente il limite,<br />
concepisce un bene superio-<br />
Gustavo Kralj<br />
re e, naturalmente, questo è desiderato<br />
dalla volontà”. 10<br />
Ora, se la volontà non dirige l’enorme<br />
impeto del suo volere – un<br />
amore spirituale a Dio –, finisce per<br />
trasferire tutta la misura di questo ai<br />
beni sensibili. Ma siccome ha un desiderio<br />
di infinito, viene attratta da<br />
un abisso implacabile: “la concupiscenza<br />
che non è naturale, quella<br />
dell’uomo depravato, non ha limiti,<br />
perché, con la sua intelligenza, egli<br />
concepisce sempre nuove ricchezze<br />
e nuovi piaceri; da qui provengono,<br />
a volte, le querele infinite tra gli individui<br />
e le guerre interminabili tra<br />
i popoli. L’avaro è insaziabile, come<br />
l’uomo del piacere o colui che aspira<br />
sempre a dominare”. 11<br />
Per esser buona, dice San Tommaso,<br />
la volontà umana deve raggiungere<br />
la sua misura, conformandosi<br />
alla volontà divina. Questo perché<br />
“quello che è primo in qualsiasi<br />
genere è la misura e la ragione di<br />
tutto quanto è di questo genere”. 12<br />
Il fulcro dell’ideale morale consiste<br />
in questa conformità e costituisce la<br />
maggior prova <strong>della</strong> nostra volontà.<br />
“La conformità più reale, più intima,<br />
più profonda”, osserva Tanque-<br />
Le piante e gli animali, non essendo dotati di<br />
ragione, non raggiungono mai il Sommo Bene,<br />
perché non sono in grado di conoscerLo<br />
rey, “è quella che esiste tra due volontà”.<br />
13 E Dio vuol stabilire con noi<br />
esattamente questa stretta affinità.<br />
Nella sua bontà, Egli ci fornisce anche,<br />
nel Vangelo, un esempio vivo,<br />
sublime e insuperabile di come raggiungere<br />
questa felice condizione.<br />
“Non si faccia come voglio<br />
io, ma come vuoi tu”<br />
La ricca variazione tra i racconti<br />
dei Santi Evangelisti è, soprattutto,<br />
evidente relativamente ai testi sulla<br />
Passione del Signore Gesù. Il Vangelo<br />
di San Matteo, per esempio, nel<br />
descrivere l’agonia di Cristo nell’Orto<br />
di Getsemani, è l’unico a menzionare<br />
tre suppliche distinte – sebbene<br />
essenzialmente identiche –, fatte da<br />
Nostro Signore.<br />
“E avanzatosi un poco, si prostrò<br />
con la faccia a terra e pregava dicendo:<br />
‘Padre mio, se è possibile, passi<br />
da me questo calice! Però non come<br />
voglio io, ma come vuoi tu’” (Mt 26,<br />
39). Dopo aver interrotto la sua preghiera<br />
per ammonire e richiamare<br />
alla preghiera i discepoli addormentati,<br />
“di nuovo, allontanatosi, pregava<br />
dicendo: Padre mio, se questo<br />
calice non può passare da me senza<br />
che io lo beva, sia fatta la tua<br />
volontà!” (Mt 26, 42). Subito<br />
dopo, trovando che i suoi tre<br />
compagni nuovamente dormivano,<br />
“si allontanò di nuovo<br />
e pregò per la terza volta,<br />
ripetendo le stesse parole”<br />
(Mt 26, 44).<br />
Degli altri evangelisti, solamente<br />
San Luca allude a<br />
questo episodio, ma fa riferimento<br />
ad un’unica supplica,<br />
anche se aggiunge il commovente<br />
dettaglio del sudore di<br />
sangue, talmente profuso che<br />
scorreva per terra (cfr. Lc 22,<br />
44). Data la forzosa brevità<br />
osservata dagli evangelisti,<br />
qualunque ripetizione sarebbe<br />
parsa invitare il lettore a<br />
un’attenzione tutta speciale.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 35
San Giovanni Crisostomo arriva ad<br />
affermare che è sempre una dimostrazione<br />
specialissima <strong>della</strong> verità,<br />
una triplice ripetizione nel linguaggio<br />
dei Vangeli. 14 Che mirabile lezione<br />
il Divino Spirito Santo ha voluto<br />
darci ispirando San Matteo a sottolineare<br />
questa triplice rinuncia di Gesù<br />
alla propria volontà come pure<br />
l’accettazione incondizionata <strong>della</strong><br />
volontà del Padre?<br />
Con le parole, “Non si faccia come<br />
voglio io, ma come vuoi tu”, o<br />
ancora, nelle parole trasmesse da<br />
San Luca: “Non sia fatta la mia, ma<br />
la tua volontà” (Lc 22, 42), il Salvatore<br />
manifesta un’atteggiamento costante<br />
durante la sua vita. Così, leggiamo:<br />
“Mio cibo è fare la volontà<br />
di colui che mi ha mandato e compiere<br />
la sua opera. (Gv 4, 34); “Non<br />
cerco la mia volontà, ma la volontà<br />
di colui che mi ha mandato” (Gv<br />
5, 30); “Perché sono disceso dal cielo<br />
non per fare la mia volontà, ma la<br />
volontà di colui che mi ha mandato”<br />
(Gv 6, 38). L’offerta sul Monte degli<br />
Ulivi, allora, non è che il culmine di<br />
questa sottomissione continua.<br />
In Cristo ci sono<br />
due volontà<br />
Assicura ancora Sam<br />
Tommaso che è necessario<br />
affermare che, avendo<br />
il Figlio di Dio assunto<br />
una natura umana<br />
perfetta, e appartenendo<br />
la volontà alla perfezione<br />
di questa, Egli ha<br />
assunto anche una volontà<br />
umana. Tuttavia,<br />
assumendo la nostra natura,<br />
Egli non ha subito<br />
alcuna diminuzione<br />
quanto alla sua natura<br />
divina, alla quale compete<br />
aver volontà. “Per<br />
questo, è necessario dire<br />
che in Cristo ci sono<br />
due volontà, una divina<br />
e un’altra umana”. 15<br />
Sérgio Miyazaki<br />
36 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
In questo modo, pronunciando<br />
le parole “la mia volontà”, Gesù poteva,<br />
con tutta la proprietà, parlare<br />
<strong>della</strong> sua volontà divina. Ciò nonostante,<br />
Nostro Signore parlava <strong>della</strong><br />
sua volontà umana, come risulta<br />
chiaro dal contesto, poiché Egli<br />
“non considerò un tesoro geloso la<br />
sua uguaglianza con Dio; ma spogliò<br />
se stesso, assumendo la condizione<br />
di servo e divenendo simile agli uomini”<br />
(Fl 2, 6-7).<br />
Così, servendosi <strong>della</strong> sua natura<br />
umana, essendo del nostro stesso<br />
genere, Gesù si è reso un Modello<br />
per noi, affinché siamo più prontamente<br />
mossi a seguirLo. Se Lui –<br />
in quanto Dio uguale al Padre, e in<br />
quanto uomo completamente senza<br />
colpa –, liberamente e amorosamente,<br />
ha sottomesso la sua volontà<br />
umana alla volontà del Padre, diventa<br />
impossibile dubitare <strong>della</strong> necessità<br />
che l’umanità faccia lo stesso.<br />
Ma come adeguare le nostre povere<br />
volontà a quella di Colui che<br />
dichiara: “Quanto il cielo sovrasta<br />
la terra, tanto le mie vie sovrastano<br />
le vostre vie” (Is 55, 9)? Soprattutto<br />
dopo la contaminazione del pec-<br />
Nel Battesimo, le virtù infuse sono date alle potenze<br />
umane per perfezionare la natura<br />
cato originale, poiché abbiamo solo<br />
la possibilità di agire stabilmente<br />
secondo la Legge di Dio con l’ausilio<br />
<strong>della</strong> grazia. Allo stesso modo,<br />
solo con l’influenza di una virtù speciale<br />
siamo resi capaci di conformare<br />
le nostre volontà a quella del Padre,<br />
sull’esempio di Gesù, mossi da<br />
un amore soprannaturale.<br />
Carità e santo abbandono<br />
al beneplacito divino<br />
Nel Battesimo, insieme alla grazia<br />
santificante, le virtù infuse sono<br />
proporzionate alle potenze umane<br />
per perfezionare la natura. Tra<br />
queste virtù, la carità corrisponde alla<br />
volontà, e la porta all’atto soprannaturale<br />
di amore a Dio. Secondo<br />
San Giovanni <strong>della</strong> Croce, questo è il<br />
più alto grado di unione trasformante:<br />
“quando le due volontà, quella<br />
dell’anima e quella di Dio, si uniscono<br />
e si conformano in modo tale che<br />
non c’è nulla in una che contrari l’altra.<br />
Così, quando l’anima toglie via<br />
da sé, totalmente, quello che ripugna<br />
e non si identifica alla volontà divina,<br />
sarà trasformata in Dio per amore”. 16<br />
In questo modo, pur nella sottomissione<br />
necessaria alla<br />
cosiddetta volontà significata<br />
di Dio, che include<br />
i precetti espressi stabiliti<br />
da Lui, è la carità<br />
che ci spinge a rinunciare<br />
al proibito e ad obbedire<br />
ai decreti divini, in<br />
un modo ideale. Tuttavia,<br />
nella conformità alla<br />
volontà di beneplacito<br />
di Dio brillano una generosità<br />
e un amore ancora<br />
più grandi, poiché<br />
la pratica <strong>della</strong> legge è<br />
qualcosa di misurabile e<br />
sempre chiara, ma il santo<br />
abbandono al beneplacito<br />
divino esige una<br />
flessibilità e fiducia smi-<br />
surate, perché per mezzo<br />
di questo si aderisce,
per amore, a quello che non si<br />
conosce o si intende ancora pienamente;<br />
si aderisce, infine, a<br />
tutto il piano di Dio a nostro riguardo,<br />
semplicemente perché<br />
Egli vuole, malgrado l’av<strong>versione</strong><br />
spontanea che la nostra natura<br />
sensitiva possa opporre. 17<br />
“Venga a noi il tuo Regno”<br />
Le parole di Nostro Signore<br />
nell’Orto degli Ulivi riflettono<br />
il più perfetto modello<br />
di questa disposizione dell’anima,<br />
come insegna Sant’Agostino,<br />
riferendosi al Corpo Mistico<br />
di Cristo: “Questa espressione<br />
del capo è la salvezza del<br />
corpo intero; questa espressione<br />
istruisce tutti i fedeli, anima<br />
i confessori e incorona i martiri,<br />
perché, chi potrebbe vincere<br />
gli odi del mondo, l’impeto<br />
delle tentazioni e i terrori <strong>della</strong><br />
persecuzione, se Gesù Cristo<br />
non avesse detto a suo Padre,<br />
in tutti e per tutti: ‘Sia fatta<br />
la tua volontà’? Apprendano<br />
questa voce tutti i figli <strong>della</strong><br />
Chiesa, affinché, quando venga<br />
la durezza dell’avversità, vinto<br />
il timore e lo spavento, sopportino<br />
con rassegnazione qualunque<br />
tipo di sofferenza”. 18<br />
1 Cfr. SAN TOMMASO<br />
D’AQUINO. Summa Teologica,<br />
I-II, q.1, a.2.<br />
2 Idem, I-II, q.2, a.8.<br />
3 Idem, I, q.62, a.5, ad.1.<br />
4 Idem, I, q.77, a.2.<br />
5 Cf. Idem, II-II, q.164, a.1.<br />
6 SAN FRANCESCO DI<br />
SALES. Trattato dell’Amore<br />
di Dio. L.1 c.17.<br />
7 SERTILLANGES, Antonin-Gilbert.<br />
S. Thomas<br />
d’Aquin. 4.ed. Ma-<br />
Gustavo Kralj, per concessione del Ministero dei Beni Culturali <strong>della</strong> Repubblica <strong>It</strong>aliana<br />
La sottomissione <strong>della</strong> volontà umana alla<br />
volontà divina è stata una costante<br />
nella vita di Gesù<br />
“Preghiera nell’Orto”, Beato Angelico – Museo di<br />
San Marco, Firenze<br />
dison: Alcan, 1925, vol.<br />
II, pag.207.<br />
8 SAN TOMMASO D’A-<br />
QUINO. Summa Teologica,<br />
I-II, q.27, a.1, ad.1.<br />
9 Idem, ibidem.<br />
10 GARRIGOU-LA-<br />
GRANGE, OP, Réginald.<br />
O homem e a eternidade.<br />
Lisboa: Aster,<br />
1959, pag.22.<br />
11 Idem, pag.17.<br />
12 SAN TOMMASO D’A-<br />
QUINO. Summa Teologica,<br />
I-II, q.19, a.9.<br />
13 TANQUEREY, Adolfe.<br />
Compêndio de Teologia<br />
ascética e mística.<br />
6.ed. Porto: Apostolado<br />
da Imprensa, 1961,<br />
pag.238.<br />
14 Cfr. SAN GIOVANNI<br />
CRISOSTOMO, apud<br />
SAN TOMMASO D’A-<br />
QUINO. Catena Aurea,<br />
vol.II: San Matteo, cap.<br />
XXVI, v.39-44.<br />
15 SAN TOMMASO D’A-<br />
QUINO. Summa Teologica,,<br />
III, q.18, a.1.<br />
Esiste, allora, una soluzione<br />
al problema <strong>della</strong> volontà umana,<br />
così ostacolata dal disordine<br />
<strong>della</strong> natura decaduta con<br />
la quale nasciamo e dal mondo<br />
immerso nel peccato in cui abitiamo,<br />
facendo sorgere la speranza<br />
<strong>della</strong> vita eterna. Infatti,<br />
secondo le parole consolatrici<br />
di San Giovanni Evangelista, “il<br />
mondo passa con le sue concupiscenze,<br />
ma chi compie la volontà<br />
di Dio permane eternamente”<br />
(I Gv 2, 17).<br />
Per stimolarci ancora di più,<br />
il Divino Maestro ha affermato<br />
di avere con chi segue questa<br />
via un legame di unione tanto<br />
forte come quello famigliare:<br />
“chiunque fa la volontà del Padre<br />
mio che è nei cieli, questi<br />
è per me fratello, sorella e madre”<br />
(Mt 12, 50). Così, è stato<br />
Lui stesso che ci ha insegnato<br />
a preparare, già su questa Terra,<br />
le condizioni perché si stabilisca<br />
il Regno di Dio, il quale<br />
non è che una conformità di<br />
tutte le volontà alla volontà divina,<br />
facendo diventare questo<br />
mondo simile al Cielo: “Venga<br />
il tuo regno; sia fatta la tua volontà,<br />
come in cielo così in terra”<br />
(Mt 6, 10). <br />
16 SÃO JOÃO DA CRUZ.<br />
Subida do Monte Carmelo,<br />
L.II,c.5. In: Obras<br />
Completas. 5.ed. Petrópolis:<br />
Vozes, 1998.<br />
17 Cf. GARRIGOU-LA-<br />
GRANGE, Réginald. La<br />
Providencia y la confianza<br />
en Dios. 2.ed. Buenos<br />
Aires: Desclée de<br />
Brouwer, 1942, pag.201-<br />
203.<br />
18 SANT’AGOSTINO,<br />
apud SAN TOMMASO<br />
D’AQUINO. Catena<br />
Aurea, vol.II: San Matteo,<br />
cap.XXVI, v.39-44.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 37
Al rendimento di grazie per<br />
Gesù Cristo nell’Eucaristia<br />
uniamo, in un modo<br />
molto speciale questa sera,<br />
cari fratelli, la nostra gratitudine<br />
per il ministero di Pietro, riflesso nella<br />
festa che oggi celebriamo.<br />
Uniamo inoltre a questa azione di<br />
grazie il nostro grato ricordo per i dieci<br />
anni trascorsi dal riconoscimento<br />
pontificio dell’Associazione Internazionale<br />
di Fedeli Araldi del Vangelo.<br />
Nel suo provvidenziale disegno, Dio<br />
ha voluto che questo riconoscimento<br />
fosse unito alla festa <strong>della</strong> Cattedra di<br />
San Pietro, per manifestare sia il vostro<br />
incrollabile vincolo e la vostra comunione<br />
con la Santa Sede, sia la vostra<br />
piena e totale collaborazione con<br />
il Papa nell’opera apostolica, evangelizzatrice,<br />
<strong>della</strong> Chiesa.<br />
Affetto filiale e riconoscente a chi<br />
continua il servizio di Pietro<br />
Per tutta la Chiesa, questa dovrebbe<br />
essere una data grandiosa e molto gioiosa.<br />
[...] Oggi è un giorno nel quale dovremmo<br />
ravvivare la coscienza di quello<br />
che significa il servizio di Pietro, quindi<br />
rafforzare la venerazione, la fedeltà<br />
38 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
La ParoLa dei Pastori<br />
Annunciare il Vangelo<br />
ai giorni nostri<br />
Al mondo d’oggi, così secolarizzato e apparentemente<br />
tanto lontano da Dio, che vive come se Egli non esistesse,<br />
sussiste, comunque, una profonda fame che soltanto Dio<br />
può saziare: fame di verità, di libertà, di amore.<br />
e l’obbedienza, l’affetto filiale e riconoscente<br />
a chi continua attualmente questo<br />
stesso servizio: il Papa. [...]<br />
Gesù ha fondato la sua Chiesa<br />
sul Collegio degli Apostoli, nel quale<br />
Pietro ha ricevuto, per volontà di<br />
Cristo, il primo posto: tra gli Apostoli<br />
occupa il primo posto, è il primo<br />
beneficiato dalle apparizioni di<br />
Cristo Risorto, il primo a confessare<br />
la messianicità e divinità di Gesù –<br />
fatto che gli concede, a sua volta, la<br />
primazia nella formazione <strong>della</strong> sua<br />
Chiesa – e, nel giorno di Pentecoste,<br />
è anche il primo a prendere la parola<br />
e iniziare la missione cristiana.<br />
Questa primazia ha, nella mente<br />
di Gesù, il carattere di un servizio singolare<br />
– tutto nella Chiesa è servizio –<br />
che esige tutto l’amore e una disponibilità<br />
piena e totale. Pietro avrà sempre<br />
l’assistenza necessaria del Signore<br />
e dello Spirito per confermare, dare<br />
fermezza e mantenere i suoi fratelli<br />
nella Fede e nella comunione. Il<br />
suo servizio è essere – secondo la bella<br />
espressione, “servo dei servi di Dio” –<br />
il primo tra i servitori dell’unità che costituisce<br />
la Chiesa; la roccia ferma <strong>della</strong><br />
Fede nella quale riposa e poggia la<br />
Cardinale Antonio Cañizares Llovera<br />
Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per il Culto Divino<br />
e la Disciplina dei Sacramenti<br />
Chiesa; il pastore di tutto il gregge del<br />
Signore, che dirige e guida la comunità<br />
universale dei discepoli di Gesù estesa<br />
da oriente a occidente e rappresenta,<br />
consolida e fortifica la comunione del<br />
Collegio Episcopale. […]<br />
Abbiamo bisogno del Papa, e<br />
il Papa ha necessità di noi<br />
Questo ministero di Pietro è, senza<br />
dubbio, un ministero di misericordia<br />
nato da un atto di misericordia di<br />
Cristo. È questa misericordia di Cristo<br />
che ha dotato la sua Chiesa del<br />
servizio di Pietro, affinché tutti rimangano<br />
nell’unità e il mondo creda<br />
che Gesù Cristo – l’unico Nome che<br />
ci è stato dato, nel quale possiamo<br />
esser salvi – è l’inviato del Padre in<br />
quanto pace e riconciliazione, redenzione<br />
e amore illimitato, cammino,<br />
verità, vita, luce e speranza per tutti.<br />
Questa stessa assistenza indefettibile<br />
non esime però da sofferenze,<br />
contraddizioni e debolezze il servizio<br />
apostolico. Per questo dobbiamo aiutare<br />
– con le nostre preghiere, la nostra<br />
adesione fedele ai suoi insegnamenti,<br />
la nostra venerazione e affetto<br />
– colui che ha ricevuto dal Signore
questo drammatico servizio alla fede<br />
e alla comunione <strong>della</strong> Chiesa.<br />
Rendiamo grazie al Signore, in<br />
questo giorno, per il dono del Papa<br />
e per il suo imprescindibile servizio<br />
o ministero. Cresca in noi l’adesione<br />
personale e incrollabile al Papa,<br />
a questo Papa, Benedetto XVI, che<br />
Dio ci ha dato. Sia ancora maggiore<br />
il nostro amore per lui e la nostra<br />
fedeltà a tutti i suoi insegnamenti.<br />
Questo amore e questa fedeltà sono<br />
la garanzia per rimanere uniti<br />
a Cristo e così esser Chiesa inviata<br />
agli uomini per annunciar loro che<br />
Dio esiste ed è il centro, l’origine e<br />
la meta di tutto; che Dio è Amore e<br />
ci è stato dato e rivelato nell’aspetto<br />
umano del suo Figlio Unico, Gesù,<br />
che ci ama e Si è innamorato di tutti<br />
noi presi singolarmente e che è con<br />
tutti e per tutti.<br />
Abbiamo bisogno del Papa, e il<br />
Papa ha necessità di noi, <strong>della</strong> nostra<br />
preghiera e dell’appoggio filiale<br />
e gioioso.<br />
Benedetto XVI ci convoca a una<br />
nuova e vigorosa evangelizzazione<br />
Che Dio ci conservi Papa Benedetto<br />
XVI. Egli è un dono suo a tutta<br />
la sua Chiesa santa ai giorni nostri:<br />
un grande uomo di Dio, un<br />
“amico forte” di Dio, un testimone<br />
singolare di Dio vivo! [...]<br />
Di fronte alle difficoltà che oggi la<br />
Chiesa deve affrontare, scossa tanto sul<br />
piano dottrinale quanto su quello disciplinare<br />
e sulla forma di vita, egli appella<br />
frequentemente alla sostanza viva<br />
del Vangelo, l’essenziale <strong>della</strong> fede<br />
e <strong>della</strong> vita conforme al Vangelo,<br />
la con<strong>versione</strong> e purificazione personale,<br />
perché sa che soltanto con la fedeltà<br />
agli insegnamenti di Cristo e <strong>della</strong><br />
Chiesa, trasmessi dalla Tradizione viva,<br />
possiamo avere questa forza di conquista,<br />
questa luce dell’intelligenza e<br />
dell’anima che proviene dal possesso<br />
maturo e cosciente <strong>della</strong> Verità divina.<br />
Egli è ben conscio che è giunto il<br />
momento <strong>della</strong> verità ed è necessario<br />
che ognuno abbia coscienza delle proprie<br />
responsabilità di fronte a decisioni<br />
che devono consegnare e salvaguardare,<br />
mantenere e trasmettere la fede,<br />
tesoro comune che Cristo – il quale è<br />
Pietra, è Roccia – ha affidato a Pietro,<br />
Vicario <strong>della</strong> Roccia, come lo chiamava<br />
San Bonaventura.<br />
Non possiamo dimenticare, soprattutto<br />
davanti a voi, cari Araldi<br />
del Vangelo che, come il suo venerando<br />
antecessore, Benedetto XVI<br />
convoca tutta la Chiesa a promuovere,<br />
stimolare, portare a compimento<br />
una nuova e vigorosa evangelizzazione<br />
che apre un orizzonte di aria fresca<br />
nella Chiesa dei nostri giorni. [...]<br />
Lì siete voi, Araldi del Vangelo, è<br />
quello il vostro posto. Nel mondo di<br />
oggi, così secolarizzato e apparentemente<br />
tanto lontano da Dio, che vive<br />
come se Egli non esistesse, c’è, comunque,<br />
una profonda fame che soltanto<br />
Dio può saziare: fame di verità,<br />
di libertà, di amore gratuito. Per questo<br />
è necessario, urgente e impellente,<br />
annunciare il Vangelo al giorno d’oggi.<br />
È su questo che, con tanta chiaroveggenza,<br />
hanno insistito gli ultimi<br />
Papi: Paolo VI, Giovanni Paolo<br />
I, Giovanni Paolo II e Benedetto<br />
XVI. Questo è ciò che ha preteso il<br />
Concilio Vaticano II, vera primavera<br />
e nuova Pentecoste <strong>della</strong> Chiesa. È<br />
quanto ci chiede Dio in questo momento,<br />
e in modo molto speciale a<br />
voi. Non temete! Non abbiate paura!<br />
Non risparmiate nulla! Abbiate<br />
fiducia e lo sguardo riposto in Cristo,<br />
senza mai indietreggiare. Che la<br />
Vergine Maria vi aiuti e protegga. <br />
(Passi dell’omelia proferita nella<br />
Chiesa di San Benedetto in Piscinula<br />
in occasione del 10º anniversario<br />
dell’approvazione pontificia degli<br />
Araldi del Vangelo, 22/2/2011)<br />
Due aspetti <strong>della</strong> Celebrazione Eucaristica: A sinistra: in primo piano, un Consigliere del Municipio di Roma, Carlo<br />
Imperi; il Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, Prof. Guzmán Carriquiry accompagnato dalla sposa,<br />
Prof.ssa Lídice; ed il cerimoniere <strong>della</strong> Basilica di Santa Maria Maggiore, Mons. Adriano Paccanelli.<br />
A destra, il momento <strong>della</strong> consacrazione<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 39<br />
Thomas Walsh
L’Arcidiocesi di Liverpool<br />
amministrerà la Cresima prima<br />
<strong>della</strong> Prima Comunione<br />
A partire dal prossimo anno, i<br />
bambini dell’Arcidiocesi di Liverpool,<br />
in Inghilterra, riceveranno il Sacramento<br />
<strong>della</strong> Cresima prima <strong>della</strong><br />
Prima Comunione, invertendo così<br />
l’ordine tradizionale in cui sono amministrati<br />
questi Sacramenti. L’Arcidiocesi<br />
ha dichiarato che questo ritorno<br />
all’“ordine originale” comincerà<br />
all’inizio del 2012. I bambini saranno<br />
confermati a otto anni – non<br />
più quando sono adolescenti – e riceveranno<br />
la Sacra Eucaristia poco<br />
tempo dopo.<br />
Secondo la spiegazione, registrata<br />
in un video, dell’Arcivescovo Patrick<br />
Kelly, questo cambiamento renderà<br />
la Prima Comunione, o partecipazione<br />
alla Sacra Cena, il punto culminante<br />
del cammino nella Chiesa Cattolica.<br />
Ha affermato che i Papi Paolo<br />
VI, Giovanni Paolo II e Benedetto<br />
XVI hanno raccomandato l’amministrazione<br />
dei Sacramenti in questa<br />
sequenza. Essa è vigente anche nei<br />
Riti Orientali: i bambini sono battezzati,<br />
confermati e ricevono la Sacra<br />
Comunione nella stessa cerimonia.<br />
25º anniversario<br />
<strong>della</strong> Confraternita<br />
San Carlo Borromeo<br />
A motivo del suo 25º anniversario<br />
di fondazione, il Santo Padre ha<br />
ricevuto in udienza il 12 febbraio i<br />
sacerdoti e seminaristi <strong>della</strong> Confraternita<br />
San Carlo Borromeo col loro<br />
fondatore e Superiore Generale,<br />
40 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
arquidiocesedebrasilia.org.br<br />
Mons. Massimo Camisasca e il Presidente<br />
del Movimento Comunione<br />
e Liberazione, Don Julián Carron.<br />
Nella sua breve allocuzione, il<br />
Pontefice ha sottolineato: “Il sacerdozio<br />
cristiano non è fine a se stesso.<br />
Esso è stato voluto da Gesù in funzione<br />
<strong>della</strong> nascita e <strong>della</strong> vita <strong>della</strong><br />
Chiesa. Ogni sacerdote, perciò, può<br />
dire ai fedeli, parafrasando Sant’Agostino:<br />
Vobiscum christianus, pro vobis<br />
sacerdos” (Con voi sono cristiano,<br />
per voi sono sacerdote). Ha sottolineato<br />
in seguito che “come tutta la<br />
Chiesa, infatti, anche il sacerdozio ha<br />
bisogno rinnovarsi continuamente,<br />
ritrovando nella vita di Gesù le forme<br />
più essenziali del proprio essere”.<br />
La Confraternita San Carlo Borromeo,<br />
nata dal Movimento Comunione<br />
e Liberazione, opera in 16 Paesi,<br />
con 104 sacerdoti e 40 seminaristi.<br />
Mons. João Braz de Aviz si<br />
accommiata da Brasilia<br />
Il 13 febbraio, Mons. João Braz<br />
de Aviz ha preso commiato dall’Arcidiocesi,<br />
che ha diretto per sette<br />
anni, con una solenne Messa nella<br />
Cattedrale <strong>della</strong> Madonna Aparecida,<br />
nella Capitale Federale. Più<br />
di tremila fedeli delle 128 parrocchie<br />
dell’Arcidiocesi hanno partecipato<br />
all’Eucaristia, concelebrata dal<br />
Nunzio Apostolico, Mons. Lorenzo<br />
Baldisseri e dal Segretario Generale<br />
<strong>della</strong> CNBB, Mons. Dimas Lara<br />
Barbosa.<br />
Il giorno seguente, egli si è imbarcato<br />
per Roma, per assumere l’incarico<br />
di Prefetto <strong>della</strong> Congregazione<br />
per gli Istituti di Vita Consacrata e<br />
adoracionperpetua.info<br />
le Società di Vita Apostolica, per il<br />
quale è stato nominato il 4 gennaio<br />
scorso da Papa Benedetto XVI.<br />
Adorazione Perpetua a Burgos<br />
Con una solenne cerimonia liturgica<br />
realizzata il 13 febbraio il Vescovo<br />
di Burgos, in Spagna, Mons.<br />
Francisco Gil Hellín, ha inaugurato<br />
la prima cappella <strong>della</strong> diocesi dedicata<br />
all’Adorazione Perpetua al<br />
Santissimo Sacramento.<br />
L’iniziativa è stata promossa<br />
da laici <strong>della</strong> Parrocchia San José<br />
Obrero, a cui appartiene la cappella,<br />
che hanno potuto contare sull’aiuto<br />
del parroco, Don Carlos Alonso<br />
Núñez e dei sacerdoti sacramentini.<br />
Più di 400 fedeli si sono già prenotati<br />
per avvicendarsi giorno e notte in<br />
preghiera davanti a Nostro Signore<br />
Gesù Cristo Sacramentato.<br />
Nella sua omelia, Mons. Gil Hellín<br />
ha manifestato la sua convinzione che<br />
l’Adorazione Perpetua produrrà frutti<br />
di rafforzamento <strong>della</strong> vita cristiana,<br />
conversioni, santificazione <strong>della</strong><br />
vita familiare e conseguente aumento<br />
di vocazioni sacerdotali.<br />
Ordinati tre nuovi Vescovi<br />
Ausiliari di Rio de Janeiro<br />
L’Arcivescovo Mons. Orani Tempesta<br />
ha conferito il 5 febbraio l’ordinazione<br />
episcopale ai tre nuovi<br />
Vescovi Ausiliari di questa Arcidiocesi:<br />
Mons. Nelson Francelino<br />
Ferreira, Mons. Paulo César Costa<br />
e Mons. Pedro Cunha Cruz. Nella<br />
cattedrale metropolitana affollata<br />
di fedeli, hanno partecipato alla cerimonia<br />
35 Vescovi provenienti da
Secondo volume del<br />
libro di Benedetto XVI,<br />
“Gesù di Nazaret”<br />
I<br />
l secondo volume del libro di Papa Benedetto XVI<br />
sulla vita di Cristo, Gesù di Nazaret – Dall’entrata a<br />
Gerusalemme, alla Resurrezione, è stato presentato alla<br />
stampa il 10 marzo dal Cardinale Marc Ouellet, Prefetto<br />
<strong>della</strong> Congregazione per i Vescovi, insieme allo scrittore<br />
e germanista Claudio Magris.<br />
Divisa in nove capitoli, l’opera contiene una estesa<br />
riflessione biblica e teologica di Benedetto XVI sui testi<br />
dei Vangeli e può esser definita come una “opera magna”<br />
del suo pensiero teologico. La sua prima edizione,<br />
per un totale di 1 milione e 200 mila esemplari, è stata<br />
messa in vendita nella stessa giornata del 10 marzo<br />
in sette Paesi: <strong>It</strong>alia, Germania, Francia, Spagna, Polonia,<br />
Portogallo e Stati Uniti, con l’edizione nord-americana<br />
disponibile anche in India. Sono già in preparazione<br />
le edizioni in Brasile e in Croazia, come pure una riedizione<br />
in <strong>It</strong>alia.<br />
diverse parti del paese, oltre ad un<br />
gran numero di sacerdoti.<br />
Nella sua omelia, Mons. Orani ha<br />
ricordato la missione del Vescovo, di<br />
insegnare, essere perseverante e servire<br />
da esempio di condotta per i fedeli.<br />
Ha così ammonito: “L’episcopato<br />
è un servizio e non un onore; per<br />
questo il Vescovo deve distinguersi<br />
per il servizio pastorale prestato con<br />
entusiasmo e ricerca <strong>della</strong> santità che<br />
provochi e susciti disponibilità affinché<br />
il popolo di Dio faccia lo stesso”.<br />
Ha ancora ripercussioni<br />
in Gran Bretagna la visita<br />
di Papa Benedetto XVI<br />
Sei mesi dopo la visita di Papa Benedetto<br />
XVI al Regno Unito, “le persone<br />
nelle parrocchie ne parlano ancora,<br />
in particolare ricordano l’effusione<br />
di grazie che hanno presenziato”<br />
– ha dichiarato all’agenzia Zenit, il<br />
L’Osservatore Romano<br />
9 febbraio, Mons. Kieran Conry, Vescovo<br />
di Arundel e Brighton, e direttore<br />
del Dipartimento di Evangelizzazione<br />
e Catechesi <strong>della</strong> Conferenza<br />
Episcopale d’Inghilterra e Galles.<br />
Dopo aver sottolineato che questa<br />
visita ha dato ai cattolici un’opportunità<br />
senza precedenti per presentare<br />
in Gran Bretagna la fisionomia<br />
del Cattolicesimo contemporaneo,<br />
Mons. Kieran ha aggiunto: “Essa<br />
ha avuto l’effetto di risvegliare la<br />
spiritualità nella vita di molte persone,<br />
indipendentemente dalle loro<br />
credenze o modi di pensare”.<br />
Presentato al Papa l’Annuario<br />
Pontificio 2011<br />
Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario<br />
di Stato <strong>della</strong> Santa Sede, insieme<br />
all’ Arcivescovo Fernando Filoni,<br />
Sostituto per le Questioni Generali<br />
di questa Segreteria, hanno pre-<br />
Nel giorno precedente alla presentazione nella Sala<br />
Stampa, vengono offerti i primi esemplari al Santo Padre<br />
dai rappresentanti delle case editrici<br />
“Gesù di Nazaret, grazie all’autorità scientifica di Benedetto<br />
XVI, aiuta i cristiani di oggi a riscoprire il ‘Gesù<br />
dei Vangeli’, quello reale, non solamente quello storico”,<br />
ha affermato il Cardinale Ouellet nella cerimonia<br />
di presentazione.<br />
Il primo volume dell’opera – un successo editoriale<br />
– fu pubblicato in aprile 2007, in commemorazione dell’80º<br />
compleanno del Papa. L’allora Cardinale Ratzinger<br />
aveva cominciato a scriverlo nel 2003, quando era<br />
Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per la Dottrina <strong>della</strong> Fede.<br />
Nel terzo volume, in fase di preparazione, il Santo<br />
Padre esamina i cosiddetti “Vangeli dell’infanzia”, sui<br />
primi anni <strong>della</strong> vita di Gesù.<br />
sentato al Santo Padre, il 19 febbraio,<br />
l’Annuario Pontificio 2011. La preparazione<br />
del volume è stata affidata<br />
all’incaricato dell’Ufficio Centrale<br />
di Statistica <strong>della</strong> Chiesa, Monsignor<br />
Vittorio Formenti, al professor Enrico<br />
Nenna e ad altri collaboratori.<br />
La nuova edizione registra un aumento<br />
di 15 milioni (1,3%) del numero<br />
di cattolici nel mondo: è passato<br />
da 1,166 miliardi alla fine del<br />
2008 a 1,181 miliardi alla fine del<br />
2009. Di questo totale, il 49,4% risiede<br />
nelle Americhe, il 24% in Europa,<br />
il 16% in Africa e Oceania, e il<br />
10,6% in Asia.<br />
Nello stesso periodo, il numero<br />
di Vescovi è aumentato da 5.002 a<br />
5.065. E’ cresciuto anche quello dei<br />
sacerdoti: da 409.166 mila a 410.593,<br />
dei quali il 46,5% sono europei, il<br />
29,9% americani, il 13,5% asiatici,<br />
l’8,9% africani e l’1,2% dell’Ocea-<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 41
nia. Il numero di diaconi permanenti<br />
è salito da 37.203 al 38.155. Anche<br />
quello dei seminaristi ha registrato<br />
una crescita: da 117.024 a 117.978.<br />
Invece il numero delle religiose è diminuito<br />
leggermente: da 739.068 a<br />
729.371.<br />
Nel 2010 il Papa ha eretto dieci<br />
nuove diocesi, un esarcato apostolico<br />
e un vicariato apostolico.<br />
“L<br />
42 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
600 mila rosari saranno<br />
distribuiti nella Giornata<br />
Mondiale <strong>della</strong> Gioventù<br />
Per iniziativa dell’associazione internazionale<br />
Family Rosary (Apostolato<br />
del Rosario in Famiglia), saranno<br />
distribuiti 600 mila rosari nella<br />
26ª Giornata Mondiale <strong>della</strong> Gioventù,<br />
che si realizzerà dal 16 al 21<br />
agosto a Madrid, dove si attendono<br />
circa due milioni di giovani provenienti<br />
dal mondo intero.<br />
“Il nostro amato Papa Giovanni<br />
Paolo II ci ha insegnato che il<br />
Rosario è la ‘Scuola di Maria’, attraverso<br />
cui contempliamo il volto<br />
di Cristo con Maria. Sappiamo<br />
che migliaia e migliaia di giovani<br />
cercheranno Cristo a Madrid. Vogliamo<br />
contribuire col nostro gra-<br />
Congresso sulla<br />
Sacra Scrittura nella Chiesa<br />
a Bibbia ha mo<strong>della</strong>to l’anima dell’Europa”, ha conseguenza, riduce la dimensione divina <strong>della</strong> Sacra<br />
affermato il Cardinale Marc Ouellet, Prefetto del- Scrittura”.<br />
la Congregazione per i Vescovi, nella sessione di aper- Sulla stessa linea, si è manifestato l’Arcivescovo<br />
tura del Congresso La Sacra Scrittura nella Chiesa, rea- Ladaria Ferrer, Segretario <strong>della</strong> Congregazione per<br />
lizzato a Madrid, nei giorni 7 - 9 febbraio, con circa no- la Dottrina <strong>della</strong> Fede, evidenziando che non si può<br />
vecento partecipanti, tra i quali il Nunzio Apostolico interpretare le Scritture Sacre senza la Tradizione vi-<br />
in Spagna, Mons. Renzo Fratini, il Cardinale Martínez va <strong>della</strong> Chiesa e senza il Magistero Pontificio. “La<br />
Sistach, Arcivescovo di Barcellona, il Cardinale Ami- Chiesa è l’unico ambito adeguato per l’interpretaziogo<br />
Vallejo, Arcivescovo emerito di Siviglia, più di trenne <strong>della</strong> Scrittura come parola attuale di Dio”, ha afta<br />
Vescovi e un gran numero di sacerdoti.<br />
fermato a conclusione <strong>della</strong> sua conferenza.<br />
“Ma – ha messo in guardia il Cardinale Marc Ou- Il Congresso è stato inaugurato dall’Arcivescovo<br />
ellet –, negli ultimi decenni, una profonda crisi scuo- di Madrid e Presidente <strong>della</strong> Conferenza Episcopale<br />
te i fondamenti <strong>della</strong> cultura europea. Una nuova ra- Spagnola, Cardinale Antonio Rouco Varela, ed è tocgion<br />
di Stato impone la sua legge e cerca di mettere in cato a Mons. Juan Antonio Martinez Camino, SJ, Ve-<br />
secondo piano le radici cristiane dell’Europa”. Quescovo Ausiliare di Madrid e Segretario Generale delsta<br />
crisi è penetrata anche all’interno <strong>della</strong> Chiesa, la Conferenza Episcopale Spagnola il compito di pre-<br />
per mezzo di una certa esegesi razionalista che cerca siedere la cerimonia di chiusura. La conferenza con la<br />
di eliminare dalle Sacre Scritture i prodigi e i miraco- quale si sono conclusi i lavori è stata pronunciata dal<br />
li, con la conseguenza di “spargere non poche volte la Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Presidente<br />
confusione tra i fedeli”, ha aggiunto il Cardinale. del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, e si è incen-<br />
A questo proposito, dotrata<br />
sul tema Parola di Dio e<br />
po aver ricordato diversi pun-<br />
impegno nel mondo.<br />
ti dell’Esortazione Apostoli-<br />
Oltre a presentare la Bibbia<br />
ca Verbum Domini, il Prefetto<br />
Sacra – Versione ufficiale del-<br />
<strong>della</strong> Congregazione per i Vela<br />
Conferenza Episcopale Spascovi<br />
ha affermato che in esgnola,<br />
recentemente pubblicasa<br />
Papa Benedetto XVI “inta,<br />
il Congresso ha avuto come<br />
siste sulle nefaste conseguen-<br />
obiettivo quello di evidenziare<br />
ze di un’esegesi secolarizza-<br />
l’importanza delle Sacre Scritta,<br />
tributaria di una mentalità<br />
ture nella vita <strong>della</strong> Chiesa e<br />
positivista, che esclude l’inter-<br />
armonizzare con l’azione pavento<br />
divino nella Storia e, di<br />
Sessione di apertura<br />
storale la lettura <strong>della</strong> Bibbia.<br />
sagradabibliacee.com
pusc.it<br />
nello di sabbia! Il Rosario è uno<br />
strumento semplice, ma profondo<br />
e confermato per il cammino fino<br />
a Dio” – ha dichiarato il responsabile<br />
di questo progetto, Don Jim<br />
Phalan, CSC.<br />
Rosary Family è stata fondata negli<br />
Stati Uniti nel 1942 dal Servo<br />
di Dio Don Patrick Peyton. La sua<br />
Campagna del Rosario in Famiglia<br />
è internazionalmente nota grazie al<br />
motto La famiglia che prega unita, rimane<br />
unita.<br />
Simposio sulla formazione<br />
nei seminari<br />
Rettori di seminario, direttori<br />
spirituali e formatori provenienti<br />
dai più diversi contesti culturali ed<br />
ecclesiali si sono riuniti a Roma, dal<br />
7 all’11 febbraio per una settimana<br />
di studi sul tema La formazione spirituale<br />
personale nei seminari.<br />
Organizzato dal Centro di Formazione<br />
Sacerdotale <strong>della</strong> Pontificia<br />
Università Santa Croce, l’evento ha<br />
contato sulla presenza del Prefetto<br />
<strong>della</strong> Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica, Cardinale Zenon Grocholewski<br />
come pure su relatori come<br />
Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo<br />
di Monreale Mons. José<br />
María Yanguas, Vescovo di Cuenca,<br />
in Spagna e il Professor Luis Romera,<br />
Rettore di quest’Università.<br />
L’identità e le motivazioni del giovane<br />
che entra nel seminario, l’aiuto<br />
del seminario nello sviluppo <strong>della</strong><br />
vita spirituale del seminarista, direzione<br />
spirituale e fragilità umana<br />
e la formazione per la piena maturità<br />
spirituale sono stati i temi trattati<br />
in questa settimana di studi.<br />
stj.jus.br<br />
Aumenta il numero<br />
di missionari coreani<br />
I cattolici coreani emigrati all’estero<br />
costituiscono una forza di<br />
evangelizzazione, specialmente per<br />
l’Asia, secondo dati statistici forniti<br />
all’agenzia Fides dalla Conferenza<br />
Episcopale <strong>della</strong> Corea.<br />
Secondo questi dati, il numero di<br />
sacerdoti coreani inviati in missione<br />
ad gentes in paesi in via di sviluppo<br />
è aumentato significativamente: solo<br />
nel 2010, 33 sacerdoti hanno ricevuto<br />
il mandato missionario. Molti di loro<br />
operano nella prima evangelizzazione<br />
in paesi dell’Africa e dell’Asia. Tra<br />
le religiose, spicca la congregazione<br />
Suore dei Beati Martiri Coreani, che<br />
ha inviato 38 suore in sei paesi. Relativamente<br />
ai laici, si osserva l’aumento<br />
delle comunità cattoliche coreane in<br />
diverse nazioni asiatiche, come l’Indonesia,<br />
il Vietnam, le Filippine e la Cina.<br />
Una delle organizzazioni più attive<br />
nella promozione dell’attività missionaria<br />
è l’Apostolato dei Laici Cattolici<br />
<strong>della</strong> Corea, che opera sotto l’egida<br />
<strong>della</strong> Conferenza Episcopale.<br />
Pubblicazione del Nunzio<br />
Apostolico in Brasile<br />
Mons. Lorenzo Baldisseri, Nunzio<br />
Apostolico in Brasile, ha lanciato<br />
il 16 febbraio il suo libro: Diplomazia<br />
Pontificia – Accordo Brasile-Santa<br />
Sede – Interventi. La cerimonia si è<br />
realizzata nello Spazio Culturale del<br />
Tribunale Superiore di Giustizia e ha<br />
avuto come anfitrione il Ministro Ari<br />
Pargendler, Presidente di questa alta<br />
Corte Giudiziaria.<br />
Nel salutare l’Autore, il Ministro<br />
ha ricordato le occasioni in cui Mons.<br />
Lorenzo è stato presente in Tribunale<br />
come religioso e diplomatico. “E oggi,<br />
è qui come giurista”, ha aggiunto.<br />
L’opera appena pubblicata contiene<br />
nozioni concettuali sulla diplomazia<br />
pontificia e resoconti sulla negoziazione<br />
dell’accordo tra la Repubblica<br />
Federativa del Brasile e la Santa<br />
Sede relativamente allo statuto giuridico<br />
<strong>della</strong> Chiesa Cattolica promulgato<br />
nel febbraio 2010. Inoltre, è piena<br />
di riflessioni culturali del Nunzio<br />
su diversi temi di interesse giuridico.<br />
Il ministro del Tribunale Superiore<br />
del Lavoro, Ives Gandra da Silva<br />
Martins Figlio – rappresentando suo<br />
padre, autore <strong>della</strong> prefazione del<br />
libro – ha osservato che quest’opera<br />
aiuterà a comprendere meglio la<br />
diplomazia vaticana, sulla quale poco<br />
si conosce, e ha elogiato l’operato<br />
del nunzio per la consumazione<br />
dell’accordo Brasile – Santa Sede.<br />
Oltre a numerosi ministri e giudici,<br />
hanno preso parte all’evento<br />
l’Arcivescovo Emerito di Brasilia,<br />
Cardinale José Freire Falcão, il Presidente<br />
<strong>della</strong> Conferenza Nazionale<br />
dei Vescovi del Brasile (CNBB),<br />
Mons. Geraldo Lyrio Rocha, il Segretario<br />
Generale <strong>della</strong> CNBB,<br />
Mons. Dimas Lara Barbosa, l’Arcivescovo<br />
di Belo Horizonte, Mons.<br />
Walmor Oliveira de Azevedo, e l’Arcivescovo<br />
dell’Ordinariato Militare<br />
del Brasile, Mons. Osvino Both.<br />
Diocesi di Tai Nan commemora<br />
50 anni di fondazione<br />
La Diocesi cinese di Tai Nan, creata<br />
il 21 marzo 1961, ha promosso<br />
nei mesi di febbraio e marzo diverse<br />
attività commemorative del suo 50º<br />
anniversario, valorizzando particolarmente<br />
l’organizzazione di seminari<br />
di spiritualità ed evangelizzazione.<br />
Nella sua lettera pastorale pubblicata<br />
con questo obiettivo, il Vescovo<br />
diocesano, Mons. Bosco Lin Chi Nan,<br />
ha incentivato questi seminari, con l’obiettivo<br />
che “tutti i fedeli si trasformino<br />
in strumenti di evangelizzazione”.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 43
Secondo un’informazione dell’agenzia<br />
Fides, la Diocesi di Tai Nan ha<br />
circa 10.000 fedeli divisi in 30 parrocchie<br />
nelle quali esercitano le loro attività<br />
58 sacerdoti, 68 religiose e 10 catechisti.<br />
Mantiene diverse scuole, un<br />
orfanotrofio e un ospizio per anziani.<br />
Dispone di una casa editrice, un settimanale<br />
e 11 pubblicazioni mensili.<br />
Atto di vandalismo contro una<br />
scuola cattolica in India<br />
La scuola cattolica <strong>della</strong> Divina<br />
Provvidenza di Tilakwadi, nello<br />
stato indiano di Karnataka, è stata<br />
attaccata da vandali che hanno distrutto<br />
vetri e hanno danneggiato la<br />
struttura. L’aggressione, avvenuta il<br />
22 febbraio, ha generato panico tra<br />
le Suore Canossiane, che l’amministrano,<br />
come pure tra studenti e genitori,<br />
ma non ha causato feriti – ha<br />
informato l’agenzia Fides.<br />
Il Vescovo diocesano, Mons. Peter<br />
Machado, ha espresso la sua profonda<br />
preoccupazione per l’episodio,<br />
poiché si tratta del secondo attacco<br />
a una scuola cattolica nella regione<br />
in un mese.<br />
Inaugurata in Burundi la<br />
Scuola Benedetto XVI<br />
Nel suo recente viaggio in Burundi,<br />
il Cardinale Robert Sarah, Presidente<br />
del Pontificio Consiglio Cor<br />
Via Crucis<br />
IT_ViaSacra.indd 1 28-12-2010 14:44:00<br />
44 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
rhapsody-in-school.de<br />
Unum, ha inaugurato il 5 marzo la<br />
Scuola Benedetto XVI nella città di<br />
Muyaga.<br />
“L’obiettivo di questa visita è<br />
esprimere il mio ossequio e tutta la<br />
mia partecipazione per tutto quello<br />
che si è fatto qui per la ricostruzione<br />
del paese. Io sono venuto anche a<br />
portare il saluto, la benedizione e la<br />
preghiera del Santo Padre” – ha dichiarato<br />
il Porporato sbarcando nella<br />
capitale di questa nazione dell’Africa<br />
centrale.<br />
Il Presidente di “Cor Unum”<br />
è stato ricevuto dal Presidente<br />
dell’Assemblea Nazionale, Pie<br />
Ntavyohanyuma, il quale ha manifestato<br />
il suo apprezzamento per il<br />
lavoro <strong>della</strong> Chiesa nel campo <strong>della</strong><br />
salute, dell’educazione e <strong>della</strong> riconciliazione<br />
nazionale.<br />
Progetto educativo porta musica<br />
classica nelle scuole tedesche<br />
Trasformare un’aula di scuola<br />
in sala da concerto, dove da un<br />
N<br />
300 mila Via Crucis<br />
lato c’è il palco e dall’altro alcune<br />
file di sedie per far accomodare<br />
un gruppo di bambini, ecco una<br />
lezione di musica poco convenzionale.<br />
In questo modo, alcune scuole<br />
tedesche che hanno aderito al progetto<br />
Rhapsody in School (Rapsodia<br />
nella Scuola), concepito da oltre cinque<br />
anni dal pianista Lars Vogt, cercano<br />
di “spiegare agli alunni il lavoro<br />
con la musica classica e incentivarli<br />
alla pratica <strong>della</strong> stessa” – secondo<br />
una notizia pubblicata l’11<br />
marzo da Deutsche Welle.<br />
A volte, non si dà un concerto nel<br />
senso convenzionale del termine,<br />
quanto una dimostrazione viva degli<br />
strumenti musicali, seguita da piccoli<br />
giochi di indovinello per testare<br />
le conoscenze degli alunni sull’argomento.<br />
“Ritengo che, nel caso delle<br />
arti e <strong>della</strong> musica, la formazione<br />
dipenda moltissimo dalla personalità<br />
del professore. Quando<br />
si racconta qualcosa con entusiasmo,<br />
dicendo che si ama con passione<br />
quell’attività e che essa è la<br />
cosa principale nella propria vita,<br />
allora chi ascolta naturalmente<br />
acquisisce curiosità sull’argomento,<br />
chiedendosi che cosa sta dietro<br />
a ciò” – ha dichiarato l’autore del<br />
progetto.<br />
distribuite in Quaresima<br />
ella Quaresima del 2011 l’Associazione<br />
Madonna di Fatima<br />
– Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
ha pubblicato, specialmente<br />
per i suoi membri, una Via<br />
Crucis, intitolata “Via Crucis, cammino<br />
di dolore e di luce”. Circa 300<br />
mila famiglie che partecipano<br />
a questa Campagna hanno ricevuto<br />
il libretto per posta, insieme ad<br />
un invito a servirsene in particolare i<br />
venerdì, meditando e cercando di seguire<br />
le stazioni di Gesù Cristo dal<br />
Palazzo di Pilato fino al Calvario.
©santiebeati.it<br />
N<br />
La Chiesa avrà tre nuovi Santi<br />
el Concistoro Ordinario Pubblico riunito sotto<br />
la presidenza di Papa Benedetto XVI il 21<br />
febbraio, è stata fissata per il 23 ottobre, Giornata<br />
Mondiale delle Missioni, la canonizzazione di tre<br />
fondatori:<br />
Mons. Guido Maria Conforti (1865–1931). Nato a<br />
Ravadese, entrò nel Seminario Diocesano di Parma<br />
dove, dopo aver letto la biografia di San Francesco<br />
Saverio, patrono delle Missioni, sentì sbocciare nel<br />
suo cuore il desiderio di essere missionario. Fondò la<br />
Pia Società di San Francesco Saverio per le Missioni<br />
Straniere (Missionari Saveriani), che ha come motto<br />
fare del mondo una sola famiglia. Nominato Vescovo<br />
di Parma nel 1907, si dedicò con enorme zelo alle attività<br />
pastorali, fino alla fine <strong>della</strong> sua vita. Nel 1996,<br />
Papa Giovanni Paolo II lo proclamò beato.<br />
Vari artisti di fama hanno già dato<br />
il loro contributo per il successo<br />
di questa iniziativa.<br />
Centro Missionario e Mariano<br />
nell’Arcidiocesi di Czestochowa<br />
Per desiderio di Mons. Stanisław<br />
Nowak, Arcivescovo di Czestochowa,<br />
sarà costruito a Myszkow –<br />
Mrzyglod, vicino al Santuario <strong>della</strong><br />
Madonna del Santo Rosario, il Centro<br />
Missionario e Mariano.<br />
Secondo il responsabile per la<br />
realizzazione del progetto, Don Jacek<br />
Gancarek, parroco del Santua-<br />
©santiebeati.it<br />
rio e direttore delle Pontificie Opere<br />
Missionarie dell’Arcidiocesi di Czestochowa,<br />
“il Santuario <strong>della</strong> Madre<br />
del Santo Rosario è un luogo appropriato<br />
per il Centro Missionario e<br />
Mariano. Il Santo Rosario è la preghiera<br />
speciale per le missioni <strong>della</strong><br />
Chiesa”.<br />
Bibbia in k’iché, la lingua maia<br />
più parlata in Guatemala<br />
Il Vescovo di Jalapa, in Guatemala,<br />
Mons. Julio Cabrera, ha presentato<br />
la recente pubblicazione <strong>della</strong><br />
Bibbia tradotta in k’iché, la più po-<br />
Don Luigi Guanella (1842–1915). Sacerdote italiano,<br />
noto come il “Santo <strong>della</strong> Carità” per essere<br />
stato a fianco dei bisognosi ed invalidi. Fondatore<br />
<strong>della</strong> Congregazione dei Servi <strong>della</strong> Carità e dell’Istituto<br />
delle Figlie di Santa Maria <strong>della</strong> Provvidenza,<br />
con l’obiettivo di prestare assistenza ai più poveri<br />
e marginalizzati. Fu beatificato da Papa Paolo VI<br />
nell’ottobre del 1964.<br />
Bonifacia Rodríguez de Castro (1837–1905). Suora<br />
spagnola, che insieme al suo direttore spirituale, Don<br />
Francisco Butiñá, SJ, fondò la Congregazione delle<br />
Serve di San Giuseppe, per l’assistenza e la formazione<br />
delle giovani abbandonate. La sua fedeltà al carisma<br />
la portò a fondare una nuova casa a Zamora,<br />
in Spagna, dove passò gli ultimi 22 anni <strong>della</strong> sua vita.<br />
Nel 2003, fu beatificata da Papa Giovanni Paolo II.<br />
Mons. Guido Maria Conforti Don Luigi Guanella<br />
Bonifacia Rodríguez de Castro<br />
©santiebeati.it<br />
polare delle 22 lingue maia parlate<br />
in questo paese, secondo una notizia<br />
del 4 marzo dell’agenzia Fides. Il lavoro<br />
di traduzione è stato realizzato<br />
nel corso di 23 anni, da un gruppo<br />
coordinato dal sacerdote francese<br />
Bernardo Guos e da Isabel Sucuquí,<br />
guatemalteca originaria di Chiché.<br />
Secondo un’informazione di<br />
Mons. Cabrera, la digitalizzazione<br />
dell’opera è cominciata l’anno scorso<br />
a Bilbao, in Spagna. È stata stampata<br />
in Cina, da dove è arrivata per<br />
esser distribuita alla popolazione del<br />
Guatemala.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 45
46 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
storia Per bambini... o aduLti Pieni di fede?<br />
La pietra nel cammino<br />
Non appena si fece giorno, si cominciarono ad eseguire le<br />
istruzioni del re: i soldati circondarono la strada mentre vari<br />
operai effettuavano un servizio misterioso.<br />
Dal momento in cui il re<br />
era salito al trono, tutto<br />
andava bene in quel regno<br />
lontano, un tempo<br />
lacerato da continue guerre.<br />
Il sovrano era allo stesso tempo<br />
forte e buono. Padroneggiava come<br />
nessun altro l’arte <strong>della</strong> guerra<br />
e possedeva truppe ben addestrate,<br />
ma preferiva ottenere la pace attraverso<br />
trattati amichevoli. Pertanto,<br />
mirando alla gloria di Dio<br />
e al bene del suo popolo,<br />
aveva già firmato accordi<br />
di cooperazione con la<br />
maggior parte degli stati<br />
confinanti.<br />
I villaggi del regno erano<br />
in pieno sviluppo e gli affari<br />
con i paesi limitrofi erano<br />
abbastanza prosperi. Il clima<br />
mite favoriva le coltivazioni<br />
più varie e persino la<br />
natura collaborava a rendere<br />
quella regione simile ad<br />
un paradiso.<br />
Gli abitanti erano laboriosi,<br />
solidali e devoti.<br />
Le chiese erano sempre<br />
piene e i Sacramenti<br />
erano molto frequentati.<br />
Regnava tra tutti uno spi-<br />
rito di fraternità cristiana che faceva<br />
ricordare il comandamento nuovo<br />
di Gesù: “Come io vi ho amato,<br />
così amatevi anche voi gli uni gli altri”<br />
(Gv 13, 34).<br />
Tuttavia, il tempo passò e il temperamento<br />
degli abitanti del regno<br />
cominciò a cambiare... Abituandosi<br />
a vivere nella prosperità, persero lo<br />
spirito di sacrificio e di slancio. Non<br />
volevano più sapere di affrontare<br />
Il re decise di esporre al Vescovo le proprie<br />
preoccupazioni ed entrambi parlarono a lungo<br />
Suor Michelle Viccola, EP<br />
eventuali difficoltà, per quanto piccole<br />
esse fossero, ed il minimo problema<br />
suscitava numerose proteste.<br />
Il re era preoccupato. La pace e<br />
la tranquillità, che tanta fatica erano<br />
costate, diedero spazio alla mediocrità<br />
di spirito <strong>della</strong> popolazione.<br />
Allo stesso tempo, le liti tra i suoi<br />
sudditi aumentavano. Il loro spirito,<br />
che mirava solo alle comodità <strong>della</strong><br />
vita, li rendeva irritabili ed egoisti.<br />
Decise di esporre al Vescovo<br />
le proprie preoccupazioni<br />
ed entrambi parlarono<br />
a lungo. Il prelato soffriva<br />
anche per la decadenza morale<br />
del popolo, soprattutto<br />
vedendo i Sacramenti sempre<br />
meno frequentati.<br />
Che cosa fare allora? Come<br />
aiutare il popolo a comprendere<br />
la decadenza in cui<br />
stava cadendo? Come allontanarlo<br />
dall’egoismo e renderlo<br />
consapevole <strong>della</strong> necessità<br />
del sacrificio e <strong>della</strong><br />
lotta in questa vita? Dopo<br />
lunghe riflessioni e scambi di<br />
idee, prelato e sovrano architettarono<br />
un progetto...<br />
Quella stessa notte, il re<br />
chiamò al suo cospetto una
squadra scelta di soldati ed un gruppo<br />
fidato di servitori, per esporre loro<br />
il piano, esigendo il più stretto segreto.<br />
Non appena si fece giorno, si cominciarono<br />
ad eseguire le istruzioni<br />
del re. I soldati si diressero alla<br />
strada principale di accesso al regno<br />
e ne bloccarono sia l’accesso che la<br />
vista. Nessuno poteva avvicinarsi al<br />
luogo in cui alcuni operai eseguivano<br />
un compito misterioso. Gli abitanti<br />
<strong>della</strong> regione, curiosi, cercavano<br />
di indovinare da lontano in che<br />
cosa consistesse, tuttavia, non riuscivano<br />
a vedere nulla.<br />
Finalmente, la strada fu liberata...<br />
Be’, non esattamente: nel mezzo<br />
vi era ora un’enorme pietra!<br />
Passarono per di lì mercanti e uomini<br />
ricchi del regno, anche se con<br />
qualche difficoltà, rasentavano la<br />
pietra, ostentando indifferenza. Alcuni,<br />
più esaltati, si infuriavano contro<br />
il re, lamentandosi per lo stato in<br />
cui era tenuta la strada, ma non facevano<br />
nulla per rimuovere l’ostacolo.<br />
In poco tempo la notizia corse<br />
per tutto il regno. Non vi era chi<br />
non protestasse contro quella pietra<br />
ingombrante che tanto ostacolava<br />
il passo dei mezzi lungo una delle<br />
arterie più importanti del paese; ma<br />
nessuno prendeva la benché minima<br />
iniziativa per risolvere il problema.<br />
Un bel giorno, giunse vicino alla<br />
pietra il signor Fabiano. Era un piccolo<br />
agricoltore, dagli occhi vivaci e<br />
dal corpo esile, che ogni settimana<br />
percorreva quella stessa strada per<br />
portare al mercato i frutti e le verdure<br />
del suo orto.<br />
Vedendo tale ostacolo ostruire la<br />
strada, scese dal suo carro disponendosi,<br />
con i figli, a toglierla di mezzo.<br />
Spinsero la pietra con forza, ma senza<br />
risultato... Cercarono tronchi da<br />
usare come leve, ma invano. Stanchi<br />
per la fatica, ma non scoraggiati,<br />
si fermarono per prendere un po’di<br />
fiato.<br />
Dopo la recitazione dell’“Ave Maria”, il Sig. Fabiano e i suoi figli uniti in un<br />
unico sforzo riuscirono alla fine a rimuovere la grande roccia<br />
Il signor Fabiano era irritato. Come<br />
era possibile che una semplice<br />
roccia gli resistesse in questo modo?<br />
Non avevano tolto migliaia di pietre<br />
nel suo orto, e persino più grandi,<br />
per renderlo più fertile? Non avevano<br />
costruito una diga dal fiume vicino<br />
per irrigare meglio le coltivazioni?<br />
E poi non solo l’ostacolo impediva<br />
il loro passaggio, ma quello di<br />
tutti coloro che percorrevano quella<br />
strada...<br />
Recuperate un po’ le forze, il signor<br />
Fabiano e i suoi figli si rimisero<br />
all’opera. Insieme recitarono una<br />
“Ave Maria”, come facevano prima<br />
di iniziare il lavoro nei campi e uniti<br />
in un unico sforzo riuscirono alla fine<br />
a rimuovere la grande roccia.<br />
Felici e soddisfatti, erano già<br />
pronti a risalire sul carro quando intravidero,<br />
tra la polvere sollevata,<br />
qualcosa di singolare. Era una borsa<br />
di fine cuoio piena di monete d’oro,<br />
accompagnata da un rotolo, in cui<br />
era scritto: “Questo è il premio per<br />
il valorosi che hanno rimosso dalla<br />
strada questa scomoda pietra. La vita<br />
è piena di ostacoli e noi dobbiamo<br />
lottare sempre per vincerli”. Era firmato<br />
dal re stesso!<br />
Edith Petitclerc<br />
Il fatto divenne presto molto noto<br />
e il popolo apprese la lezione: erano<br />
diventati morbidi e compiacenti.<br />
Il minimo sforzo causava loro tristezza.<br />
Di fronte ad una qualche difficoltà<br />
preferivano reclamare anziché<br />
tentare di risolverla.<br />
La domenica successiva, le code<br />
dei confessionali si riempirono<br />
e le Messe in tutte le chiese erano<br />
frequentatissime. Il Vescovo, nella<br />
Messa grande in Cattedrale, colse<br />
l’occasione per dire nella predica:<br />
– Gli ostacoli nella nostra vita sono<br />
eccellenti opportunità per comprendere<br />
che l’esistenza dell’uomo<br />
su questa terra è una lotta. Cerchiamo<br />
di essere solidali gli uni con gli<br />
altri e aiutiamoci nelle difficoltà ma,<br />
soprattutto, ricordiamoci sempre di<br />
chiedere l’aiuto di Maria Santissima,<br />
prima di affrontare qualsiasi problema,<br />
per quanto piccolo sia.<br />
Con l’aiuto <strong>della</strong> grazia divina,<br />
l’intento del re e del Vescovo era<br />
giunto a buon fine: quella pietra era<br />
stata uno strumento perché il popolo<br />
ritornasse in sé e fosse nuovamente<br />
bravo, disposto a fare qualsiasi<br />
sforzo per il bene del regno e la<br />
maggior gloria di Dio. <br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 47
Francisco Lecaros<br />
I SantI dI ognI gIorno _______<br />
1. Beato Lodovico Pavoni, sacerdote<br />
(†1848). Fondò a Brescia la Congregazione<br />
dei Figli di Maria Immacolata<br />
per la formazione professionale<br />
e religiosa dei bambini poveri.<br />
2. San Francesco da Paola, eremita<br />
(†1507).<br />
Santa Teodora, vergine e martire<br />
(†307). Giovane di 18 anni, catturata,<br />
torturata e gettata in mare, per<br />
aver dato dimostrazioni di appoggio<br />
e venerazione ai cristiani portati in<br />
tribunale a Cesarea, in Palestina.<br />
3. IV Domenica di Quaresima.<br />
San Luigi Scrosoppi, sacerdote<br />
(†1884). Sacerdote <strong>della</strong> Congregazione<br />
dell’Oratorio fondò a Udine,<br />
la Congregazione delle Suore <strong>della</strong><br />
Divina Provvidenza, per l’educazione<br />
cristiana dei giovani poveri.<br />
“Santa Caterina da Siena in<br />
atteggiamento caritatevole verso<br />
Nostro Signore, sotto le spoglie di un<br />
mendicante” – Affresco del Santuario di<br />
Santa Caterina, Siena<br />
48 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
4. Sant’Isidoro, Vescovo e Dottore<br />
<strong>della</strong> Chiesa (†636).<br />
Beato Giuseppe Benedetto<br />
Dusmet, Vescovo (†1894). Monaco<br />
benedettino, nominato Vescovo di<br />
Catania. Si impegnò nella formazione<br />
e accompagnamento del clero, e<br />
nell’istruzione del popolo.<br />
5. San Vincenzo Ferrer, sacerdote<br />
(†1419).<br />
Santa Caterina Thomas, vergine<br />
(†1574). Entrata nelle Canoniche<br />
Regolari di Sant’Agostino a Palma<br />
de Maiorca, in Spagna, si distinse<br />
per la sua abnegazione e indifferenza<br />
riguardo se stessa.<br />
6. San Pietro di Verona, sacerdote<br />
e martire (†1252). Nato da genitori<br />
manichei abbracciò la Fede Cattolica.<br />
Entrato nell’Ordine Domenicano,<br />
combatté vigorosamente<br />
le eresie fino a che fu ucciso dai<br />
nemici <strong>della</strong> Chiesa.<br />
7. San Giovanni Battista de<br />
La Salle, sacerdote (†1719).<br />
Beati Edoardo Oldcorne, sacerdote,<br />
e Rodolfo Ashley, martiri<br />
(†1606). Religiosi gesuiti,<br />
furono catturati, torturati e<br />
squartati vivi, durante il regno<br />
di Giacomo I d’Inghilterra.<br />
8. San Dionigi di Corinto,<br />
Vescovo (†180). Grande conoscitore<br />
<strong>della</strong> Parola di Dio istruì<br />
con la predicazione i fedeli <strong>della</strong><br />
sua diocesi, Corinto, e per<br />
mezzo di lettere anche i Vescovi<br />
di altre diocesi.<br />
9. Santa Casilda di Toledo,<br />
vergine (†1075). Giovane figlia<br />
del governatore musulmano,<br />
aiutava misericordiosamente i<br />
cristiani prigionieri. Convertita<br />
al Cristianesimo visse per molti<br />
anni come eremita a Burgos, in Spagna.<br />
10. V Domenica di Quaresima.<br />
San Beda, il giovane, monaco<br />
(† circa nell’883). Dopo aver servito<br />
l’imperatore Carlo Magno per 45<br />
anni, passò il resto <strong>della</strong> vita in un<br />
monastero a Venezia.<br />
11. San Stanislao, Vescovo e<br />
martire (†1079).<br />
Santa Gemma Galgani, vergine<br />
(†1905). Mistica italiana, insigne per<br />
la contemplazione <strong>della</strong> Passione di<br />
Cristo e per le sofferenze sopportate<br />
con eroica pazienza. Morì un Sabato<br />
Santo, a 25 anni.<br />
12. San Alferio, abate (†1050). Di<br />
nobile famiglia italiana, si fece monaco,<br />
divenne discepolo di Sant’Odilone<br />
di Cluny. Fondò poi in Campania<br />
un monastero che svolse un<br />
importante ruolo nella riforma monastica.<br />
13. San Martino I, Papa (†656).<br />
Beata Ida di Lovanio, vergine (†<br />
circa nel 1290). Dopo aver sofferto<br />
molto a causa di suo padre, che non<br />
accettava la sua vocazione, riuscì a<br />
convincerlo ed entrò, come religiosa,<br />
nel monastero cistercense di Roosendaal,<br />
nell’odierno Belgio.<br />
14. Beato Pietro González, sacerdote<br />
(†1246). Domenicano, infaticabile<br />
apostolo dei marinai e pescatori<br />
<strong>della</strong> Galizia, in Spagna.<br />
15. Sant’Ortario, abate (†sec.<br />
XI). Condusse una vita di austerità e<br />
preghiera nel monastero di Landelles,<br />
in Francia, dove assisteva gli infermi<br />
e aiutava i poveri.<br />
16. San Magno di Orkney, martire<br />
(†1116). Principe delle Isole Or-
_____________________ aprIle<br />
cadi, in Scozia, si convertì al Cristianesimo<br />
e fu assassinato a tradimento<br />
mentre compiva trattative di pace<br />
con un principe rivale.<br />
17. Domenica delle Palme.<br />
Beata Maria Anna di Gesù Navarro<br />
de Guevara, religiosa (†1624).<br />
Ammessa nell’Ordine Mercedario<br />
a Madrid, in Spagna, si dedicò alle<br />
opere di carità verso i malati e bisognosi.<br />
18. Beato Giuseppe Moreau, sacerdote<br />
e martire (†1794). Ghigliottinato<br />
durante la Rivoluzione Francese,<br />
per odio alla Fede.<br />
19. San Leone IX, Papa (†1054).<br />
Come Vescovo di Toul, Francia, difese<br />
arduamente i diritti <strong>della</strong> Chiesa.<br />
Eletto Papa, convocò vari sinodi<br />
per riformare il clero ed estirpare la<br />
simonia.<br />
20. Sant’Agnese di Montepulciano,<br />
vergine (†1317). Entrò a nove<br />
anni nel monastero di Montepulciano.<br />
A soli quindici, fu eletta superiora<br />
del monastero di Proceno.<br />
21. Sant’Anselmo, Vescovo e<br />
Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†1109).<br />
San Corrado di Parzham Birndorfer,<br />
religioso (†1891). Giovane di<br />
ricca famiglia <strong>della</strong> Baviera, in Germania,<br />
si fece cappuccino ed esercitò<br />
per più di 40 anni l’umile funzione<br />
di portiere del convento.<br />
22. Venerdì Santo.<br />
San Maryahb, martire (†341).<br />
Arcidiacono persiano martirizzato<br />
durante la persecuzione del re Sapor<br />
II. Il suo nome significa: “Il Signore<br />
dispone”.<br />
23. Sabato Santo.<br />
San Giorgio, martire († sec. IV).<br />
Sant’Adalberto di Praga, Vescovo<br />
e martire (†997).<br />
San Gerardo di Orchimont,<br />
Vescovo (†994). Nei 31 anni in<br />
cui fu Vescovo di Toul, in Francia,<br />
si prese cura dei poveri, soccorse<br />
gli abitanti durante la peste,<br />
sostenne i monasteri.<br />
24. Domenica di Pasqua <strong>della</strong><br />
Resurrezione del Signore.<br />
San Fedele da Sigmaringa,<br />
sacerdote e martire (†1622).<br />
Santa Maria di Cleofa e Santa<br />
Salomé. Insieme a Santa Maria<br />
Maddalena, andarono molto<br />
presto nel giorno di Pasqua al<br />
Sepolcro del Signore, per ungere<br />
il suo Corpo, e ricevettero il<br />
primo annuncio <strong>della</strong> Resurrezione.<br />
25. San Marco, Evangelista.<br />
San Pietro di San Giuseppe de<br />
Betancur, religioso (†1667). Membro<br />
del Terz’Ordine Francescano,<br />
fondò ad Antigua, in Guatemala,<br />
l’Ordine dei Betlemiti, per l’assistenza<br />
di orfani, mendicanti, malati,<br />
giovani abbandonati, pellegrini e<br />
uomini invalidi.<br />
26. San Raffaele Arnáiz Barón,<br />
religioso (†1938). Monaco del monastero<br />
cistercense di Sant’Isidoro<br />
di Dueñas, in Spagna. Sopportò con<br />
eroica pazienza la grave infermità<br />
che lo portò alla morte a 27 anni.<br />
27. Beata Maria Antonia Bandrés<br />
y Elósegui, vergine (†1919).<br />
Monaca spagnola <strong>della</strong> Congregazione<br />
delle Figlie di Gesù. Edificò<br />
tutti con la fede e serenità di spirito<br />
con cui affrontò l’inesorabile malattia<br />
di cui morì a 21 anni.<br />
28. San Pietro Chanel, sacerdote<br />
e martire (†1841).<br />
San Luigi Scrosoppi<br />
San Luigi Maria Grignion de<br />
Montfort, sacerdote (†1716).<br />
Beato Giuseppe Cebula, sacerdote<br />
e martire (†1941). Sacerdote polacco,<br />
<strong>della</strong> Congregazione dei Missionari<br />
Oblati di Maria Immacolata.<br />
Rinchiuso nel campo di concentramento<br />
di Mauthausen, in Austria,<br />
morì in seguito agli atroci supplizi<br />
sofferti.<br />
29. Santa Caterina da Siena, vergine<br />
e Dottore <strong>della</strong> Chiesa (†1380).<br />
Sant’Acardo, Vescovo e abate<br />
(†1172). Mentre era abate di San<br />
Vittore a Parigi, fu eletto Vescovo di<br />
Avranches. Scrisse varie opere per<br />
incoraggiare le anime sulla via <strong>della</strong><br />
perfezione.<br />
30. San Pio V, Papa (†1572).<br />
San Lorenzo di Novara, sacerdote<br />
e martire († sec. IV). Assassinato<br />
durante il regno di Giuliano l’Apostata,<br />
insieme a un gran numero<br />
di bambini che aveva appena battezzato.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 49<br />
©santiebeati.it
Lo spagnolo e il dolore<br />
Il cammino che conduce alla vera felicità passa per<br />
le avversità e le tribolazioni: dopo la Croce di questa<br />
vita, sopportata con amore e rassegnazione, ci attende<br />
l’aurora <strong>della</strong> Resurrezione.<br />
F<br />
in dall’inizio <strong>della</strong> peregrinazione<br />
dell’umanità<br />
su questa Terra, la Divina<br />
Provvidenza ha dotato<br />
ogni popolo di qualità diverse. Così,<br />
il belga ama la vita tranquilla e abitudinaria,<br />
il tedesco è noto per il suo<br />
dinamismo e capacità organizzativa,<br />
mentre lo spagnolo si distingue per<br />
un certo tipo di idealismo nel quale<br />
la mistica e lo spirito agonistico si mescolano<br />
in modo singolare.<br />
Dotati di una viva sensibilità per<br />
il sovrannaturale, i membri più caratteristici<br />
di questo popolo propendono<br />
al disprezzo dei beni terreni e<br />
sono capaci di fare i più ardui sacrifici<br />
per amore dell’ideale. Non sorprende,<br />
quindi, che, durante la Passione,<br />
le corde dell’anima del cattolico<br />
spagnolo vibrino con un’intensità<br />
particolare di fronte ai dolori di<br />
Cristo e di sua Madre Santissima.<br />
Così, è curioso costatare come<br />
a Siviglia, per esempio, la maggior<br />
parte delle immagini di Maria, indipendentemente<br />
dalla loro invocazione,<br />
riflettano le sofferenze <strong>della</strong><br />
Madre di Cristo ai piedi <strong>della</strong> Croce<br />
o costatare l’elevato numero di città<br />
e villaggi di questo paese che hanno<br />
come patrona la Vergine delle Angustie<br />
o ancora la grande quantità di<br />
spagnoli che hanno ricevuto nel Battesimo<br />
il nome Dolores (Dolore) o<br />
Soledad (Solitudine).<br />
50 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Silvana Gabriela Chacaliaza Panez<br />
Un evento, però, verificatosi verso<br />
la metà del secolo XVIII, nella<br />
mediterranea città di Malaga, mostra,<br />
in modo ancor più intenso,<br />
questa realtà. Correva l’anno 1756,<br />
quando fu devastata da una mortale<br />
epidemia: le strade erano deserte,<br />
mentre negli ospedali e nei conventi<br />
si ricoveravano gli infermi. Mancavano<br />
luoghi adeguati dove accoglierli<br />
e braccia per assisterli. Le campane<br />
delle chiese suonavano incessantemente<br />
a morto.<br />
La terribile peste raggiunse anche<br />
la prigione. Mossi da una sincera<br />
devozione, i reclusi supplicarono<br />
le autorità di accordare loro il<br />
permesso di portare in processione<br />
per le strade la statua di Nostro Padre<br />
Gesù El Rico, venerata nel vicino<br />
convento dei francescani.<br />
Fu loro negata la richiesta ma,<br />
presi da una pietà ardente, non si<br />
diedero per vinti: di notte, scapparono<br />
dalla prigione, s’impossessarono<br />
<strong>della</strong> statua e la condussero a spalla<br />
per tutta la città. Fatto questo, tornarono<br />
in carcere, senza nessun gesto<br />
di rivolta e senza che ne mancasse<br />
nemmeno uno.<br />
Il fatto giunse alle orecchie del<br />
re Carlo III che, sorpreso dalla fede<br />
di questi uomini, concesse alla<br />
Confraternita di Nostro Padre<br />
Gesù El Rico il privilegio di liberare<br />
un prigioniero ogni Settima-<br />
na Santa, al passare <strong>della</strong> processione<br />
davanti alle porte <strong>della</strong> prigione.<br />
Tale prerogativa fu ratificata<br />
nel corso degli anni dai suoi successori,<br />
anche dall’attuale re Juan<br />
Carlos I, e rimane vigente ai nostri<br />
giorni.<br />
* * *<br />
Dicono che quanto più si ama, più<br />
si conosce l’amato. Il popolo spagnolo,<br />
con la sua devozione ai dolori <strong>della</strong><br />
Passione del Divino Salvatore, così<br />
come a quelli di sua Madre Santissima,<br />
ha raggiunto una nozione esatta<br />
del ruolo <strong>della</strong> sofferenza in questa<br />
“valle di lacrime”. Ha capito, inoltre,<br />
che il Signore Gesù, attraverso la sua<br />
gloriosa Resurrezione, ci ha aperto le<br />
porte del Cielo, facendoci partecipare,<br />
in un certo senso già in Terra, alle<br />
ineffabili gioie celestiali.<br />
Avendo presente questa realtà<br />
consolatrice, chiediamo alla Madonna<br />
dei Dolori, Madre del Redentore,<br />
che ci conceda la grazia di<br />
farci capire quanto il cammino per<br />
la vera felicità passi per le avversità<br />
e le tribolazioni. Che Essa ci insegni<br />
a vedere come le grandi grazie<br />
siano solitamente ottenute per<br />
mezzo di grandi sofferenze e come,<br />
dopo la Croce di questa vita, accettata<br />
con amore e rassegnazione, ci<br />
aspettino l’aurora <strong>della</strong> Resurrezione<br />
e il gaudio <strong>della</strong> comunione eterna<br />
con Dio.
Nostro Padre Gesù “El Rico”<br />
(Málaga)<br />
Baretta processionale del “Santo Traslado” (Málaga)<br />
Santo Cristo di Viñeros<br />
(Málaga)<br />
Madonna de “La Soledad”, all’interno <strong>della</strong> Cattedrale di Siviglia<br />
“Virgen de las Angustias”<br />
(Cuenca)<br />
Processione <strong>della</strong> Madonna del Rosario (Siviglia)<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 51<br />
Foto: Sérgio Hollmann
Omorto mio Gesù,<br />
bacio intenerito<br />
cotesta croce, ove<br />
per me siete morto. Io per<br />
li miei peccati ho meritato<br />
di fare una mala morte;<br />
ma la morte vostra è la<br />
speranza mia. Per i meriti<br />
<strong>della</strong> vostra morte datemi<br />
la grazia di morire abbracciato<br />
a’ vostri piedi e<br />
ardendo per voi d’amore.<br />
(Sant’Alfonso Maria de’ Liguori,<br />
Via Crucis)<br />
“Santísimo Cristo de la<br />
Victoria” - Basílica y Real<br />
Santuario de Santa María<br />
de la Victoria, Málaga<br />
(Spagna)<br />
Sergio Hollmann