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Particolare <strong>della</strong> “Resurrezione di Cristo”<br />
(1440-1441) - Convento di San Marco, Firenze<br />
“Se non fosse stato<br />
domenicano, il Beato<br />
Angelico non sarebbe<br />
stato l’artista che è stato”.<br />
Questa osservazione<br />
di uno dei suoi biografi<br />
trova piena giustificazione<br />
nell’opera del nostro<br />
Beato, il quale si abbeverò<br />
alle fonti <strong>della</strong> Summa<br />
Teologica per plasmare<br />
la sua concezione<br />
dell’uomo, dell’esistenza<br />
e dell’eternità, prima di<br />
dar loro vita per mezzo del<br />
pennello<br />
18 Salvami Regina · Aprile 2011<br />
Il pittore del<br />
soprannaturale<br />
Scende la sera nella bella Firenze.<br />
Per le sue strette vie<br />
s’incrociano mercanti avidi<br />
di lucro e artisti assetati<br />
di celebrità. Si diffonde nell’aria un<br />
mormorio irrequieto, che va da discussioni<br />
sul prezzo del frumento fino<br />
ad accalorate polemiche sul merito<br />
di un nuovo stile di facciata. Da<br />
lontano si ode qualcuno declamare<br />
passi di Dante e il suono di un liuto<br />
indica la presenza di un trovatore.<br />
È la vita rinascimentale del Quattrocento<br />
che palpita nelle arterie <strong>della</strong><br />
città, dove i geni <strong>della</strong> scultura, architettura,<br />
pittura e letteratura disputano<br />
lo spazio nelle vie, mentre<br />
bramano un posto di spicco nel firmamento<br />
dei grandi dell’arte.<br />
A pochi isolati di distanza da<br />
quest’ambiente umanistico, una realtà<br />
molto diversa circonda un altro talento.<br />
Nel silenzio claustrale del convento<br />
di San Marco, in cima a un’impalcatura,<br />
sussurrando preghiere, un<br />
frate traccia con mano ferma disegni<br />
sulla parete e dipinge con tinte di colore<br />
estasiante, preparate da lui stesso<br />
secondo ricette insegnate dagli antichi.<br />
Le sue mani abili raffigurano<br />
angeli, Madonne, santi e personaggi<br />
biblici, componendo scene che edificano<br />
e suscitano ammirazione.<br />
I suoi confratelli non ignorano il<br />
valore del suo estro, né la sua predi-<br />
Suor Carmela Werner Ferreira, EP<br />
lezione per gli angeli, che sa dipingere<br />
alla perfezione; per questo, lo<br />
chiamano affettuosamente con l’appellativo<br />
con il quale sarebbe passato<br />
alla Storia: Beato Angelico.<br />
Vocazione religiosa e artistica<br />
Guido di Pietro Trosini – questo<br />
era il suo nome prima di diventare<br />
religioso – nacque nel villaggio agricolo<br />
di Vicchio di Mugello, in prossimità<br />
del capoluogo <strong>della</strong> Toscana.<br />
La cronologia del venerato pittore è<br />
piuttosto incerta, a causa <strong>della</strong> scarsezza<br />
di fonti documentali, ragione<br />
per cui gli studiosi situano la sua nascita<br />
tra gli anni 1387 e 1400.<br />
Trascorse l’infanzia nel villaggio<br />
natio e, a un certo punto <strong>della</strong> sua<br />
gioventù, si trasferì con la famiglia a<br />
Firenze. Prima di compiere vent’anni,<br />
s’iscrisse nell’officina artistica<br />
<strong>della</strong> Compagnia di San Nicola, dove<br />
apprese in poco tempo i segreti<br />
<strong>della</strong> miniatura e <strong>della</strong> pittura su tavola<br />
con il celebre Lorenzo Monaco.<br />
Oltre alla vena artistica, non tardò<br />
a rivelarsi la vocazione religiosa,<br />
che egli avvertì chiaramente durante<br />
una predica del Beato Giovanni Dominici,<br />
nella Chiesa di Santa Maria<br />
Novella. Questo domenicano di riconosciuta<br />
originalità e santità fu lo<br />
strumento <strong>della</strong> grazia per invitare<br />
il giovane Guido tra le fila dei frati