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pur essendo lavata dal peccato originale<br />
mediante il Battesimo – permane<br />
con l’effetto evidente di questo<br />
peccato nella sua natura. 5<br />
San Francesco di Sales afferma<br />
che la nostra volontà è diventata facilmente<br />
soggetta ai capricci degli<br />
appetiti inferiori: “Il peccato ha indebolito<br />
di più la volontà umana di<br />
quanto abbia oscurato l’intendimento;<br />
la ribellione dell’appetito sensuale,<br />
che chiamiamo concupiscenza,<br />
turba certamente l’intendimento,<br />
ma è contro la volontà, che egli eccita<br />
principalmente alla rivolta”. 6<br />
Tuttavia, sostiene Sertillanges, la<br />
volontà non può smettere di volere<br />
il bene nel suo senso universale, poiché<br />
è esso il suo oggetto proprio in<br />
quanto natura. “A questo la volontà<br />
non può sottrarsi, e come ogni azione<br />
non è, in fondo, altro che una<br />
manifestazione <strong>della</strong> natura, in ogni<br />
azione che sia frutto <strong>della</strong> volontà si<br />
può vedere il segno del bene e la sua<br />
influenza”. 7 Pertanto, anche quando<br />
l’uomo pecca, dà al peccato un’apparenza<br />
di bene, poiché “il male non<br />
è mai amato se non in ragione di un<br />
bene, cioè, in quanto è un bene relativo<br />
appreso come un bene assoluto”.<br />
8 Aggiunge San Tommaso:<br />
“è in questo modo<br />
che l’uomo ama l’iniquità, in<br />
quanto è con essa che ottiene<br />
un certo bene, come il piacere,<br />
il denaro o cosa simile”. 9<br />
Affinché la volontà<br />
umana sia buona<br />
Per il fatto di esser chiarito<br />
da un’intelligenza ordinata<br />
all’universale, il desiderio<br />
<strong>della</strong> volontà è, in un certo<br />
modo, naturalmente infinito,<br />
a causa dell’infinitezza<br />
del suo oggetto. Di fronte a<br />
qualsiasi bene limitato, come<br />
ci delucida Garrigou-Lagrange,<br />
“l’intelligenza, verificando<br />
immediatamente il limite,<br />
concepisce un bene superio-<br />
Gustavo Kralj<br />
re e, naturalmente, questo è desiderato<br />
dalla volontà”. 10<br />
Ora, se la volontà non dirige l’enorme<br />
impeto del suo volere – un<br />
amore spirituale a Dio –, finisce per<br />
trasferire tutta la misura di questo ai<br />
beni sensibili. Ma siccome ha un desiderio<br />
di infinito, viene attratta da<br />
un abisso implacabile: “la concupiscenza<br />
che non è naturale, quella<br />
dell’uomo depravato, non ha limiti,<br />
perché, con la sua intelligenza, egli<br />
concepisce sempre nuove ricchezze<br />
e nuovi piaceri; da qui provengono,<br />
a volte, le querele infinite tra gli individui<br />
e le guerre interminabili tra<br />
i popoli. L’avaro è insaziabile, come<br />
l’uomo del piacere o colui che aspira<br />
sempre a dominare”. 11<br />
Per esser buona, dice San Tommaso,<br />
la volontà umana deve raggiungere<br />
la sua misura, conformandosi<br />
alla volontà divina. Questo perché<br />
“quello che è primo in qualsiasi<br />
genere è la misura e la ragione di<br />
tutto quanto è di questo genere”. 12<br />
Il fulcro dell’ideale morale consiste<br />
in questa conformità e costituisce la<br />
maggior prova <strong>della</strong> nostra volontà.<br />
“La conformità più reale, più intima,<br />
più profonda”, osserva Tanque-<br />
Le piante e gli animali, non essendo dotati di<br />
ragione, non raggiungono mai il Sommo Bene,<br />
perché non sono in grado di conoscerLo<br />
rey, “è quella che esiste tra due volontà”.<br />
13 E Dio vuol stabilire con noi<br />
esattamente questa stretta affinità.<br />
Nella sua bontà, Egli ci fornisce anche,<br />
nel Vangelo, un esempio vivo,<br />
sublime e insuperabile di come raggiungere<br />
questa felice condizione.<br />
“Non si faccia come voglio<br />
io, ma come vuoi tu”<br />
La ricca variazione tra i racconti<br />
dei Santi Evangelisti è, soprattutto,<br />
evidente relativamente ai testi sulla<br />
Passione del Signore Gesù. Il Vangelo<br />
di San Matteo, per esempio, nel<br />
descrivere l’agonia di Cristo nell’Orto<br />
di Getsemani, è l’unico a menzionare<br />
tre suppliche distinte – sebbene<br />
essenzialmente identiche –, fatte da<br />
Nostro Signore.<br />
“E avanzatosi un poco, si prostrò<br />
con la faccia a terra e pregava dicendo:<br />
‘Padre mio, se è possibile, passi<br />
da me questo calice! Però non come<br />
voglio io, ma come vuoi tu’” (Mt 26,<br />
39). Dopo aver interrotto la sua preghiera<br />
per ammonire e richiamare<br />
alla preghiera i discepoli addormentati,<br />
“di nuovo, allontanatosi, pregava<br />
dicendo: Padre mio, se questo<br />
calice non può passare da me senza<br />
che io lo beva, sia fatta la tua<br />
volontà!” (Mt 26, 42). Subito<br />
dopo, trovando che i suoi tre<br />
compagni nuovamente dormivano,<br />
“si allontanò di nuovo<br />
e pregò per la terza volta,<br />
ripetendo le stesse parole”<br />
(Mt 26, 44).<br />
Degli altri evangelisti, solamente<br />
San Luca allude a<br />
questo episodio, ma fa riferimento<br />
ad un’unica supplica,<br />
anche se aggiunge il commovente<br />
dettaglio del sudore di<br />
sangue, talmente profuso che<br />
scorreva per terra (cfr. Lc 22,<br />
44). Data la forzosa brevità<br />
osservata dagli evangelisti,<br />
qualunque ripetizione sarebbe<br />
parsa invitare il lettore a<br />
un’attenzione tutta speciale.<br />
Aprile 2011 · Salvami Regina 35