mero esercizio delle virtù, erano irrimediabilmentedifettivi.L’esperienza del divino nell’animaEcco l’essenza <strong>della</strong> mistica: l’azionedei doni. Quando essi agiscono,opera nel nostro intimo un fattore incomparabilmentesuperiore a noi... equanto! Questo ci porta a comprendereil secondo elemento <strong>della</strong> definizioneenunciata: l’esperienza ineffabileche cost<strong>it</strong>uisce il privilegio del mistico.In queste ore – non sempre, madi sol<strong>it</strong>o – percepiamo chiaramentenel nostro intimo questo “qualcosa”interamente superiore e trascendentealla nostra natura, la cui azionechiaramente non è stata prodotta danoi, ma sta dentro di noi: è lo Spir<strong>it</strong>oSanto stesso che inab<strong>it</strong>a la nostraanima e in essa opera, facendo sentire,come dice Santa Teresa, “la suadivina compagnia”. 4È la patiens divina – esperienzapersonale del divino –, di cui giàparlava lo Pseudo-Dionigi. 5 Toccheràall’anima consentire soltanto conla sua volontà, non ponendo ostacolia quest’azione, ma lasciandosi condurredallo Spir<strong>it</strong>o Santo nello stessomodo in cui, nell’esempio dato daMons. João, il bambino è portato inbraccio dalla madre.I momenti di arid<strong>it</strong>àÈ opportuno insistere: non semprel’esperienza sensibile accompagneràgli atti mistici, come accadedurante le arid<strong>it</strong>à nella nostra v<strong>it</strong>aspir<strong>it</strong>uale, nelle quali, sebbene possiamoagire nel miglior modo possibile,la nostra sensibil<strong>it</strong>à è completamentespenta. Sono le “nottibuie” di cui ci parla San Giovanni<strong>della</strong> Croce, lui stesso grande mistico.Questo non significa che in questecircostanze i doni non agiscanonel nostro intimo. Del tutto al contrario,essi perfezionano in un modospeciale le virtù, portandole, nel casodei santi che corrispondono allasua azione, fino all’eroismo.Dio riduce la sensibil<strong>it</strong>à solo peraumentare il mer<strong>it</strong>o di quella persona.In realtà, è Lui che eleva l’animafino a questo grado di fedeltà. È quelloche è accaduto a Santa Teresina delBambino Gesù che ha passato nellapiù completa arid<strong>it</strong>à gli ultimi anni<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a. Senza dubbio lei fu unagrande mistica, come ci attesta l’elevazionedei suoi scr<strong>it</strong>ti, ricchi di una dottrinainconcepibile, umanamente parlando,in una giovanissima suora.Può separarsi l’asceticadalla mistica?Qual è, allora, l’origine <strong>della</strong> nozionedi mistica indicata nelle prime righedi questo articolo, che la riduce aifenomeni sovrannaturali straordinari?Essa risale al XVIII secolo, quandoautori come padre Giovanni BattistaScaramelli decisero di mutare l’orientamentodello studio delle vie <strong>della</strong>perfezione cristiana, preconizzando laseparazione tra l’ascetica – cioè, quellaparte del progresso spir<strong>it</strong>uale che toccaallo sforzo del fedele – e la mistica. 6Nell’opinione di questi studiosi,spiega il teologo domenicanoRéginald Garrigou-Lagrange, “l’-ascesi tratta delle virtù che conduconoalla perfezione secondoŻeglarzla via ordinaria, mentre la misticatratta <strong>della</strong> via straordinaria, allaquale apparterrebbe la contemplazioneinfusa dei misteri <strong>della</strong> Fede.[...] Per questi autori, l’ascesi ènon solo distinta, ma separata dallamistica; non si ordina a lei; infattila mistica tratta soltanto dellegrazie straordinarie che non sononecessarie alla piena perfezione<strong>della</strong> v<strong>it</strong>a cristiana”. 7Separati così nel campo <strong>della</strong> teoriail ruolo delle virtù e dei doni, losforzo dell’uomo e l’azione di Dionell’anima, si è passati a considerareil cammino ascetico come la via comuneper la sant<strong>it</strong>à, svincolata dallamistica, creando l’idea che lo Spir<strong>it</strong>oSanto agisca nelle anime solo permezzo dei suoi doni dopo che essehanno superato, con la pratica <strong>della</strong>virtù, le elevate scarpate accessibilisoltanto alle anime eccellenti.Tuttavia, senza l’azione dei doni,l’anima resta priva di un ausilio imprescindibileper la conquista <strong>della</strong>sant<strong>it</strong>à. Essa si scoraggia con facil<strong>it</strong>àe la sua v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale diventa ridotta,per mancanza di stimolo, alla mediocr<strong>it</strong>àdi un eterno principiante.In realtà, non esiste separazionetra ascetica e mistica, salvo per ef-I doni sono nel nostrointimo e, per cosìdire, avidi di agire;essi sono comparatialle vele sugli alberiche permettono allabarca di avanzare.Nave-scuola Надежда(Speranza), dell’armata russa22 Araldi del Vangelo · Giugno 2013
Fotos: Sergio HollmannA sinistra: “Santa Maria Maddalena, pen<strong>it</strong>ente” - Parrocchia di Santa Maria Maddalena, Malaga (Spagna);a destra “Pen<strong>it</strong>enza di San Girolamo”, di Sano di Pietro, Museo del Louvre, Parigi.fetti didattici e, anche così, con molteriserve. Entrambe s’interpenetranocostantemente, poiché non possiamomai separare lo sforzo personaledall’ausilio divino. Non esiste,pertanto, l’asceta puro né il misticopuro, e se qualche volta si parladi questo, è per indicare il predominiodi uno o altro stato nella persona.Chi vive frequentemente immersonella mistica, si può dire che èun mistico, ma possiamo essere certiche questo stato non è permanente.Allo stesso modo, per quanto uno,proprio come un asceta del deserto<strong>della</strong> Tebaide nei primi secoli <strong>della</strong>Chiesa, possa sembrare stoicamenteimpegnato nelle vie <strong>della</strong> virtù, nonabbiamo dubbi che, se egli ha raggiuntouna qualche perfezione, lo hafatto con l’ausilio dei doni dello Spir<strong>it</strong>oSanto, anche senza percepirlo. 8La mistica ci è data dall’inizioLa porta <strong>della</strong> mistica, di conseguenza,è aperta a tutti, e per varcarela sua soglia non è necessario unarduo “noviziato”, come alcuni potrebberoesser portati a pensare.La mistica, afferma Fra RoyoMarín “è così lontana dall’essere unaPer quanto qualcunopossa sembrarestoicamente animatonelle vie <strong>della</strong> virtù,se egli ha raggiuntouna certa perfezione,lo ha fatto conl’aiuto di donigrazia anormale o straordinaria – comele grazie gratis datæ –, che essa comincia,al contrario, in pieno statoascetico, e tutti i cristiani ne partecipanopiù o meno, anche quando si trovanoagli albori <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale”. 9Infatti, in questa fase Dio è sol<strong>it</strong>osvelare agli occhi <strong>della</strong> persona ivasti panorami <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à, dandouna pregustazione già in questa v<strong>it</strong>adi quello che verrà alla fine, quandovarcheremo le soglie dell’etern<strong>it</strong>à.Questa esperienza ci dà le forzeper affrontare, più avanti, le difficoltàche la v<strong>it</strong>a presenterà.Chi ha sent<strong>it</strong>o la consolazioneche invade l’anima dopo unabuona Confessione, la gioia <strong>della</strong>Prima Comunione, o, nel casodi una con<strong>versione</strong>, la bontà diDio che apre le braccia per accoglieree perdonare come il padre<strong>della</strong> Parabola del Figliol Prodigo,non può ricordare senza nostalgiaquesti momenti in cui ha inteso iconcetti di perdono o bontà conpiù chiarezza che se li avesse studiatinel miglior manuale di teologia.Questa comprensione con saporeè tutta soprannaturale e ci èdata dall’azione dei doni nella nostraanima.A questo riguardo, aggiunge FraRoyo Marín: “Questa dottrina, pienadi luce e di armonia, rest<strong>it</strong>uiscealla v<strong>it</strong>a cristiana tutta la grandezzae sublim<strong>it</strong>à che ammiriamo nell’epoca<strong>della</strong> Chiesa prim<strong>it</strong>iva, nellaquale, senza dubbio alcuno, lo spir<strong>it</strong>ocristiano ha raggiunto la sua massimafior<strong>it</strong>ura e splendore. All’epocadegli Apostoli e dei primi secolidel Cristianesimo, il ‘soprannaturale’– inteso nel senso più impressionante,come sinonimo di eroico e sovrumano– era l’atmosfera normaleGiugno 2013 · Araldi del Vangelo 23