L’ufficiale chiedeva un loro interventoin mare “in assistenza ad unmotoveliero Perini denominato ‘ParsifalIII’, lungo 53 metri, fermo in avariaal largo di Marina di Carrara”. Allarichiesta rispondevano prontamentedue ormeggiatori che mezz’ora dopodopo la chiamata mollavano gli ormeggiad una delle loro motobarche,“per dirigerci sul punto di coordinate latitudine43° 59,24’ N, longitudine009°58,94’ E, 3 miglia a Sud del porto diMarina di Carrara”. Da tenere presenteche al momento dell’uscitadal porto le condizioni meteo erano:mare calmo, vento assente, ma convisibilità ridotta a soli 20 metri acausa di nebbia fitta.Giunti sottobordo al motovelierogli ormeggiatori riscontravamoche l’imbarcazione era priva dipropulsione. Prosegue la relazione:“L’equipaggio già allertato ci passavadue cavi dalla prua che allungavamocon il nostro cavo di rimorchio, edeffettuati tutti i controlli necessariiniziavamo lentamente a rimorchiareil motoveliero. La visibilità in zonaancora molto limitata ci costringeva aprocedere molto lentamente e dovendonavigare verso le acque ristrette delGolfo della Spezia prendevamo ogniprecauzione necessaria al fine di evitareeventuali pericoli a noi stessi e all’unitàrimorchiata”.Navigando con il radar e un uomo aprua di vedetta, a causa della visibilitànulla, ci tenevamo a distanza di sicurezzadelle navi presenti in rada a Marinadi Carrara. Dirigendoci verso l’ingressodella rada della Spezia, continuando anon avere visibilità, contattavamo viaradio la Capitaneria di porto e i Pilotidella Spezia comunicando la nostraposizione e chiedendo se potevamo fareingresso in rada per procedere verso ilCantiere Baglietto. Ci ordinavano diattendere per il movimento in uscitadi una nave. Lasciavamo quindi laprecedenza alla nave e ci fermavamo inattesa di ordini della Capitaneria.Dopo circa 30 minuti la Capitaneria diporto della Spezia ci comunicava chepotevamo procedere verso il CantiereBaglietto. Riprendevamo quindi moltolentamente il rimorchio e, sempre a causadella nebbia molto fitta, facevamorichiesta di assistenza agli ormeggiatoridella Spezia, ai quali chiedevamo diprecederci di pochi metri per preavvisarcieventuali ostacoli non visualizzatidal radar per potere avanzare verso ladarsena. Alle 2 il motoveliero era ormeggiatocon successo nella darsenadel Cantiere Baglietto. Terminate leoperazioni di ormeggio rientravamoverso Marina di Carrara nel cui portoormeggiavamo alle ore 03,00 circa.Le motobarche del Gruppo Ormeggiatoridel porto di Marina diCarrara sono sempre protagonistenelle operazioni di soccorso in mare.In particolare, alla ribalta sale assaispesso la ‘Alfatut’, gioiello dellaColori e riflessi nel porto di Marina di Carraraflotta. La frequenza del suo apportosi rifà anche alla sua potenza, chepermette assistenze e traini di imbarcazionidi grossa taglia, anchecon mare agitato. Esemplari, sottoquesto profilo, due soccorsi portatiad altrettanti yacht, uno di 14 metri,l’altro di 18. Raccontano le cronacheche per la prima imbarcazione dadiporto, la ‘Tangaroa’ alla deriva peravaria su mare forza 6 al largo delle‘Cinque Terre’ erano intervenuti gliormeggiatori marinelli con motobarcaadeguata alla bisogna. La richiestaera giunta dalla Capitaneria di portodella Spezia, che aveva inviato unapropria motovedetta sul posto.Particolarmente difficoltoso è statoil soccorso portato dagli ormeggiatoriall’imbarcazione che si dirigevaverso la scogliera, con due personea bordo e l’elica bloccata da pezzidi vela strappati dalle forti raffichedi vento. Cosicché, considerandoche per ben tre volte si spezzava ilcavo di traino, la cronaca rimarca ladecisiva professionalità ed esperienzadell’equipaggio del Gruppo ormeggiatoriper trarre d’impaccio i due velisti. Egrazie a ciò, dopo un’ora di lotta controle onde sempre più impetuose riuscivanoad agganciare lo yacht che è stato poirimorchiato a porto Lotti (porticcioloprivato della Spezia, ndr).Altrettanto impegnativo un altrosalvataggio, per molti versi similea quello appena descritto. Anchequi uno yacht di diciotto metri alladeriva per la catena dell’ancoraattorcigliata alle pale dell’elica.Particolare non irrilevante, a bordodell’imbarcazione da diporto vierano sette persone, di cui due bambini.Pure in questo caso l’allarmecaptato dalla Capitaneria veniva‘girato’ al Gruppo ormeggiatori,che senza perdere un solo istanteinviava i suoi uomini a bordo della‘Alfatut’. Distante circa tre migliadalla costa, lo yacht era presto raggiunto,agganciato e trainato fino alClub Nautico di Marina di Carrara,dove i sommozzatori provvedevanoa liberare l’elica dall’ingombro chel’aveva bloccata.16P o r t is e r v i z i t e c n i c o n a u t i c i
Azioni da ‘solisti’ in moltiinterventi di assistenzae di soccorso, dove si evidenzianole appropriate peculiaritàdella propria professionemarinaresca e le attitudinidei mezzi nautici in loro dotazione, l’apporto degli ormeggiatoririsalta anche quando il copione delle emergenze gli assegna ilruolo di co-protagonisti di un essenziale lavoro di squadra. Sempresfogliando il ricco ‘giornale di bordo’ del Gruppo di Marinadi Carrara ci si imbatte in due casi dove uomini e motobarchehanno formato un complesso assai efficace assieme ad altre forze,coordinate dalla Capitaneria di porto. Il caso ha poi voluto cheinframmezzati ad emergenze diportistiche questi due interventifossero destinati a lavoratori del mare, portando ‘in famiglia’l’attiva solidarietà verso colleghi in pericolo.Nella prima azione corale era avvenuto che un marittimofosse stato colpito da ictus a bordo della motonave ucraina‘Ustjuzhna’ appena salpata da Marina di Carrara, il cui portoera stato chiuso al traffico dopo quest’ultima partenza, a causadel mare in tempesta. Avvertita del grave stato del marittimo econstata l’impossibilità di trasbordarlo in mare aperto su altrimezzi nautici, la Capitaneria ordinava il rientro della nave. Diconseguenza, predisponeva l’opera dei servizi tecnico nautici delporto per assistere e facilitare un ritorno che si preannunciavaparticolarmente difficile, laborioso e pericoloso, anche perchéavveniva in ore notturne. L’azione coordinatadi piloti, rimorchiatori e ormeggiatori si rivelavaancora una volta professionalmente impeccabile,talché la nave poteva raggiungere il centro delporto marinello e posta al vento per consentire aun medico di salire a bordo, effettuare un primosoccorso al marittimo che, poi sbarcato e caricatosu ambulanza, vaniva trasportato tempestivamenteall’ospedale di Carrara.La seconda azione si è svolta anch’essa pocodistante dalla costa, ma in condimeteo tranquille.Era avvenuto che improvvisamente il motopeschereccio‘Titti’ imbarcasse acqua e iniziasse adaffondare abbastanza celermente, facendo correregravi rischi all’unico pescatore presente a bordo. Per fortuna,indossato il salvagente e prima di tuffarsi in mare con stivaloni eindumenti da lavoro, l’uomo riusciva ad avvertire la Capitaneria,che subito faceva salpare la propria motovedetta nonché la giàmenzionata motobarca ‘Alfatut’ e la veloce ‘Alfamooring 2’ degliormeggiatori. Nel frattempo, il Comando elicotteri della GuardiaCostiera faceva alzare il ‘Koala’ da Sarzana. Decisiva la rapiditàd’intervento per la salvezza del pescatore, recuperato dalla motovedettapochi attimi prima che il peschereccio s’inabissasse, colnaufrago abbarbicato alla prua ancora emersa del ‘Titti’, subitodopo affondato. Tutto sommato, vicenda a lieto fine: il pescatorevittima di un passeggero shock e rincuorato dalla immediata,concreta solidarietà dei colleghi; il peschereccio riportato a galla lostesso giorno dai sommozzatori e rimorchiato dagli ormeggiatorimarinelli presso il cantiere nautico che lo rimetteva in sesto perfargli riprendere il lavoro, magari più in sicurezza.P o r t is e r v i z i t e c n i c o n a u t i c i17