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s e r v i z i t e c n i c o n a u t i c i - angopi

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Sopite le tensioni che di solitos’accompagnano ad un’azionedi soccorso e, quale che ne siala portata, scemata la drammaticitàdell’evento giunto a felice esito, lecronache portuali talvolta riservanoestemporanei e gustosi fuori-programmaconclusivi, tali da essereper molto tempo tramandati con unsorriso.Ben differente da quanto riportatonelle pagine precedenti, riguardanti itragici fatti dello Stretto di Messina edella banchina portuale di Piombinointitolata a un operaio vittima dellavoro, è appunto col sorriso dellecose finite bene che un ormeggiatoredel porto di Livorno svela quantoavvenuto mesi addietro nello scalolabronico. Personaggi ed interpretidella vicenda un passeggero di traghetto,un ormeggiatore collega dellavoce narrante, alcuni uomini dellalocale Capitaneria di porto.Ecco la trama della scena, rappresentatanell’assolato sfondo del portodi LivornoSabato 12 agosto 2006, sono le13.30, il traghetto Sardinia Regina èin partenza, gli ormeggiatori sono giàsotto bordo, è una giornata ventosa, ipiazzali sono affollati. Marco Fassi,veterano ormeggiatore del porto è apoppa, le operazioni d’imbarco sonoquasi ultimate.Ad un tratto si sente gridare, gentecorre sul pontile d’imbarco, Marco ècon loro. Da non credere, un uomo ècaduto dall’alto del traghetto, sarà unvolo di 20 metri.L’uomo è riverso nell’acqua a facciasotto, tramortito; non c’è da perderetempo o affogherà. Marco è già inmare mentre pensa “ho mangiato ora”.Raggiunge l’uomo, tenta di voltarlo,ma è grosso, sarà cento chili. È comelottare con un barile che ruota su sestesso, lo sforzo è enorme, il mare èagitato per il vento, Marco respira afatica, trainare l’uomo e tenerlo con latesta su è difficile.Un ufficiale di bordo si butta e aiutaMarco: in due è un’altra cosa. Arrivaun salvagente, i due in mare lo infilanoall’uomo, lo imbracano con una cima,ora sono sotto il ciglio banchina, maniafferrano la cima d’imbraco e issanoa terra il corpo. Marco sale a terrastremato, le pulsazioni a duemila, mail peggio è passato, l’uomo si agita,tossisce, vomita, è vivo, ed è ciò checonta. L’ufficiale si rimette la camiciae... si ritrova ammiraglio. Già perchél’ammiraglio in prima della adiacentecapitaneria, a quel tempo, prima deitrasferimenti ad ancora più prestigiosiincarichi, ancora il comandante SalvatoreGiuffrè, si era anch’esso spogliatoper intervenire, da ciò lo scambio dicamicie, quasi a significare che quandosi è uomini di mare il grado non conta,il premio per tutti è un uomo che respiradi nuovo.P o r t is e r v i z i t e c n i c o n a u t i c i9

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