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Documento Pisl - Comunità Montana Valle Brembana

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Comunità <strong>Montana</strong> <strong>Valle</strong> <strong>Brembana</strong>PISL Montagna CM <strong>Valle</strong> <strong>Brembana</strong>Il territorio della Comunità <strong>Montana</strong> si caratterizza, nel contesto della montagna bergamasca e orobica,per un’orografia particolarmente complessa che ne favorisce la riconoscibilità grazie alla presenzadi luoghi di notevole valore paesaggistico-ambientale.Il reticolo idrografico, articolato su una numerosa serie di laghetti alpini e su abbondanti corsid’acqua (che recapitano nei rami di Mezzoldo e di <strong>Valle</strong>ve del fiume Brembo) e l’intrico delle lineedi displuvio (che culminano ad est nei 2.914 m.s.m del Pizzo del Diavolo e ad ovest nei 2.554m.s.m. del Pizzo dei Tre Signori) determinano una morfologia dei luoghi particolarmente accidentatache, sostanzialmente, non lascia spazio a superfici agevoli all’insediamento e alle attività agricole.Le numerose forme e le incisioni che segnano i luoghi, come l’Orrido di Bracca, le Gole dell’Enna,la Goggia e le Strette di Serina, sono solo i fatti più eclatanti e noti di una serie di difficoltà ambientaliche segnano tutto il territorio causando limitazioni d’ordine climatico, pedologico, geomorfologico,che si traducono:□ in un’atavica difficoltà di accesso□ in un’intrinseca fragilità idrogeologica□ in una modestissima capacità produttiva dei suoliGli stessi fondovalle e i versanti meno acclivi che hanno consentito, anche a fronte di rilevanti operedi bonifica e di consolidamento, l’insediamento umano e lo sviluppo delle attività economiche,non possono sempre ritenersi esenti da rischi ambientali che, purtroppo, si manifestano con una certaregolarità.Sotto il profilo delle utilizzazioni del suolo l’ambiente montano della <strong>Valle</strong> <strong>Brembana</strong> è dominatodalle coperture forestali, strutturate su composizioni floristiche dominate dalle latifoglie, nelle partibasse della <strong>Valle</strong>, e da resinose alle quote più elevate, che danno luogo alla formazione di paesaggivia via più aperti, che si allargano negli ampi scenari in quota, dominati da praterie diffusamente interessatedalla zootecnia d’ alpeggio.Il fondovalle e i versanti meno acclivi, che ospitano gli agglomerati urbani e i numerosi nuclei ruralidi antica fondazione che impreziosiscono la <strong>Valle</strong>, sono dominati dai prati stabili le cui produzioniforaggiere sostengono la zootecnia di fondovalle che struttura l’intero comparto agricolo dell’area.B) ANALISI DEL TERRITORIO DI RIFERIMENTOAnalisi dello stato dell’ambienteAriaL’analisi delle emissioni in atmosfera sul territorio della Comunità <strong>Montana</strong> si basa sulla metodologiaCorinair che, pur consolidata e utilizzata come standard a livello europeo, presenta significativimargini di incertezza, specie per gli inquinanti di “nuova generazione” quali ad esempio il particolatofine.La scarsa rilevanza delle emissioni annue per unità di superficie registrate (1 t/km 2 contro 10 t/km 2per NOX - 13 t/km 2 contro 27 t/km 2 per CO), specie se confrontate con il dato provinciale, va lettadunque tenendo conto che si tratta di un’indicazione di massima, finalizzata a un inquadramentogenerale del fenomeno piuttosto che a un’analisi puntuale e dettagliata.Emergono alcuni elementi che mettono in luce la specificità del territorio montano rispetto alle convenzionalidistribuzioni delle emissioni nelle aree critiche di pianura: il contributo del traffico veicolareè marginale per il monossido di carbonio e i composti organici volatili, evidenziando, specieper il primo parametro, una situazione di netta controtendenza, compensata da un ruolo piuttosto rilevantedella combustione non industriale, riferibile in buona parte alla presenza di impianti termicidomestici (stufe a legna, etc.). Si registra inoltre un’emissione significativa di CO2 da processi industriali.Pagina 10 di 54

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