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a_sud_europa_anno-8_n-14

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Quanto vale il patrimonio artistico italiano?Esercizio tutt’altro che facileranei e più mediatici (basti pensare al coefficiente decisamente“pop” di Warhol).Abbiamo perciò ripetuto l’operazione, laddove possibile, con duepittori e artisti del Rinascimento, per verificare la consistenza deimoltiplicatori in relazione a un contesto storico contemporaneo aMichelangelo e distante dalla mediaticità roboante del mercatodell’arte odierna.In particolare, abbiamo potuto ripetere l’esercizio per due operedi Guercino e Botticelli:Innanzitutto, è interessante notare come i moltiplicatori siano piùbassi in corrispondenza di autori che conservano un legame direttocon la rappresentazione naturalistica: l’astrattismo, infatti,agisce come una sorta di detonatore del moltiplicatore. I moltiplicatoriottenuti, sono comunque molto alti:UN VALORE VOLATILEC’è ovviamente un forte elemento di soggettività nel parametrizzareun’opera d’arte e questi coefficienti, in parte, riflettono talecriticità. Anche per le opere di cui è disponibile il prezzo, infatti, c’èda chiedersi: fino a che punto si tratta di capolavori dell’artista autoredel quadro e non, piuttosto, di un prezzo che riflette il branddell’autore stesso e la possibilità che una sua opera sia sul mercato?Appare ragionevole, infatti, sostenere che un conto è parlarede Il sogno di Picasso e un altro, invece, sarebbe individuare ilprezzo di vendita di Guernica.Proprio per questo e per adottare stime tutto sommato conservative,abbiamo scelto di concentrarci sull’opera di Michelangeloforse più famosa e discussa, il David, nonostante, a rigor di logica,avrebbe più senso concentrarsi su un quadro (per esempio, ilTondo Doni).Ora, fatte le debite proporzioni, e applicato il ragionamento quisopra descritto, giungiamo ad un prezzo, per il David, che variada 2,1 miliardi di euro (applicando il coefficiente di moltiplicazionepiù basso, quello di Guercino) a 35 miliardi di euro (con il moltiplicatorepiù alto, quello di Warhol)La diatriba richiamata più sopra tra Comune e Stato e concernentela proprietà del David a questo punto varrebbe molto più dei 10milioni di euro che ogni <strong>anno</strong> i turisti versano per ammirare il capolavoronella Galleria dell’Accademia. Anzi, con una provocazioneassolutamente naif, il prezzo individuato col criterio piùprudenziale basterebbe a finanziare un terzo del piano di riduzionedelle tasse annunciato dal presidente Renzi.Più ragionevolmente, tuttavia, questo esercizio serve a mostrarel’enorme difficoltà nella valutazione e monetizzazione delpatrimonio artistico, evidenziando una contraddizione di policynon irrilevante: la malinconia della grande bellezza sta anchenella difficoltà pratica di ricavarne qualcosa. Come nel film diSorrentino, siamo spettatori/attori, quasi rassegnati, di un anticoteatro bellissimo ma che non aggiunge più valore.(lavoce.info)(1) Si tratta del valore per cui il quadro è assicurato7aprile20<strong>14</strong> a<strong>sud</strong>’<strong>europa</strong> 37

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