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Luisa Avitabile - Docente.unicas.it

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<strong>Luisa</strong> <strong>Av<strong>it</strong>abile</strong> *Relazione introduttiva1. Quest’anno la giornata di studi di filosofia del dir<strong>it</strong>to èdedicata alla questione della forma e del formalismo nel dir<strong>it</strong>to 1 .Ringrazio i Colleghi presenti, gli autorevoli relatori, il MagnificoRettore prof. Ciro Attaianese che, sempre generoso, non si risparmianella partecipazione alle giornate di studio organizzate dalnostro gruppo di ricerca e in suggerimenti.La nostra giornata di studi, organizzata nell’amb<strong>it</strong>o delle attiv<strong>it</strong>àdi ricerca del Dipartimento di Scienze giuridiche nellaFacoltà di Giurisprudenza dell’Univers<strong>it</strong>à di Cassino, è un esperimentoche coniuga l’esperienza dei docenti con la vocazione deidiscenti e si concretizza in una delle forme possibili della trasmissionedei saperi qual è appunto una giornata di studi.Nella prospettiva dei miei studi di fenomenologia del dir<strong>it</strong>to,riconosco a Hedwig Conrad Martius – studiosa vicina ad Husserl 2– l’avvio del realismo fenomenologico, approfond<strong>it</strong>o e discusso daun gruppo di studiosi di Gottinga, tra i quali Adolf Reinach 3 , che* Univers<strong>it</strong>à di Cassino.1 Di forma del dir<strong>it</strong>to e formalismo giuridico discute B. ROMANO, Filosofiadella forma, Torino, 2010.2 H. CONRAD-MARTIUS, Realontologie, in “Jahrbuch für Philosophie undphänomenologische Forschung”, VI, 1923.3 AA.VV., Il realismo fenomenologico. Sulla filosofia dei circoli di Monaco eGottinga, Macerata, 2000; cfr. A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile,Milano, 1990; ID., La visione delle idee, Macerata, 2008, p. 167 e ss.


VIIIRELAZIONE INTRODUTTIVAcostruisce la cr<strong>it</strong>ica al formalismo giuridico attraverso l’opera diEd<strong>it</strong>h Stein 4 . Non è, infatti, fuori luogo ricordare che, nel momentoin cui Edmund Husserl accusa Lipps di psicologismo 5 ,saranno proprio i discepoli a lui più vicini a prenderne le distanze.Dopo i contatti con Daubert, Reinach darà v<strong>it</strong>a al gruppo diGottinga 6 composto, oltre che da Reinach stesso anche, tra glialtri, da A. Pfänder, M. Scheler, J. Hering, R. Ingarden, E. Stein.Il ‘circolo realista’ di Gottinga, pur nascendo sotto gli auspici diHusserl, in realtà è governato interamente da Reinach che, insiemea Scheler, non si lascia coinvolgere nel passaggio di Husserlall’idealismo trascendentale 7 .L’emancipazione dal circolo di Monaco da parte di alcuni studiosiimplica una sorta di Kehre che avrà modo di evolversi successivamente;il comune terreno culturale di Monaco e Gottingapermetterà nel 1913 la realizzazione di un progetto di Husserl,Geiger, A. Pfänder, Reinach e Scheler: lo Jahrbuch für Philosophieund phänomenologische Forschung (la cui fine sarà decretata nel4 Cfr. E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, Roma, 1999; per l’approfondimentodi alcune questioni nell’opera di Stein, cfr. A. ALES BELLO, A propos<strong>it</strong>o della“Philosophia perennis”. Tommaso d’Aquino e E. Husserl nell’interpretazione diEd<strong>it</strong>h Stein, Sapienza, 27, Napoli, 1974, pp. 441-451; ID., Ed<strong>it</strong>h Stein Patronad’Europa, Casale Monferrato, 2000; ID. Ed<strong>it</strong>h Stein, inv<strong>it</strong>o alla lettura, CiniselloBalsamo, 1999; ID., Ed<strong>it</strong>h Stein. La passione per la ver<strong>it</strong>à, Padova, 2003; ID.,Fenomenologia dell’essere umano. Lineamenti di una filosofia al femminile,Roma, 1992.5 E. HUSSERL, Prolegomeni a una logica pura, Ricerche logiche, I, Milano,1968, p. 70, ma anche p. 273: «Solo da una fenomenologia pura, che è tuttomeno che psicologia intesa come scienza empirica delle proprietà e degli statipsichici delle realtà animali, lo psicologismo può essere radicalmente superato»;A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 58 e ss.6 K. SCHUHMANN, Husserl-Chronik: Denk und Lebensweg EdmundHusserls, Husserliana-Dokumente I, Den Haag, 1977.7 Nota la definizione di von Hildebrand: «l’idealismo trascendentale interpretail conoscere come una costruzione dell’oggetto e quindi nega la nostracapac<strong>it</strong>à di cogliere un oggetto reale quale esso è» D. VON HILDEBRAND, Checos’è la filosofia?, Milano, 2001, p. 79.


LUISA AVITABILEIX1930 a due anni dal r<strong>it</strong>iro di Husserl dall’insegnamento). In questoperiodico, Husserl pubblica Idee per una fenomenologia purae per una filosofia fenomenologica. L’opera susc<strong>it</strong>a la disapprovazionee la cr<strong>it</strong>ica di alcuni suoi allievi, tra i quali Reinach, che loaccusano di abdicare totalmente al realismo per una sorta di psicologismoe r<strong>it</strong>ornare paradossalmente alla posizione di Lipps 8 .Lungo gli <strong>it</strong>inerari prospettati dallo studio del realismo fenomenologicocome cr<strong>it</strong>ica al formalismo giuridico, si va delineandoun approfondimento in direzione di una chiarificazione dialcune ambigu<strong>it</strong>à che si potrebbero riscontrare nella lettura dell’operadi Reinach, centrata su una ‘purezza’ del dir<strong>it</strong>to, che sipuò interpretare, alla luce dell’epoché di Husserl, anche solo inuna chiave formalistica con un’archiviazione del giusto nel legale– come accade nel formalismo di Hans Kelsen 9 .Dall’attenta lettura delle opere di Scheler, di von Hildebrand,di Stein e di quanti, all’interno del circolo di Gottinga 10 , dannov<strong>it</strong>a alla ripresa di alcune tesi delle Ricerche logiche di Husserl ,pregresse rispetto alla concettualizzazione della ‘purezza’, si evinceche il lato fenomenologico delle caratteristiche della persona edella personal<strong>it</strong>à, in relazione al dir<strong>it</strong>to, è accessibile alla discussionefilosofica laddove si discuta la dimensione della libertà.Stein illumina la forma dell’‘atto libero’ 11 , mutuato dalla comples-8 «Lo sviluppo della fenomenologia di Husserl è connesso con la reazioneal naturalismo dominante la fine del secolo XIX», L. LANDGREBE, Itineraridella fenomenologia, Torino, 1974, p. 201. Tesi ripresa peraltro anche da J.J.MUKAŘOVSKY, La funzione, la norma e il valore estetico come fatti sociali,Torino, 1971: «la natura di per sé è un fatto extraartistico fin quando non viinterviene la mano dell’uomo, guidata da un’intenzione estetica», p. 52 e p. 53:«Il dominio della funzione estetica è quindi immesso nel paesaggio dall’esterno».9 H. KELSEN, La dottrina pura del dir<strong>it</strong>to, Torino, 1952, p. 25 e ss.10 Cfr. AA.VV., Il realismo fenomenologica dei circoli di Monaco e Gottinga,Macerata, 2000.11 «Ogni atto libero – e precisamente tanto la decisione del volere comel’azione, che lo porta a compimento – esige un impulso, un ‘fiat!’», E. STEIN,


XRELAZIONE INTRODUTTIVAsa articolazione degli atti nell’opera di Reinach. Nello scr<strong>it</strong>to Unaricerca sullo Stato del 1925 ricolloca la forma del dir<strong>it</strong>to nell’alveodella persona e non in una commistione della necess<strong>it</strong>à, della contingenza,che la ridurrebbero ad un vuoto formalismo.La stessa opera incompleta di Reinach, che così tanta influenzaeserc<strong>it</strong>a sugli scr<strong>it</strong>ti di Stein, fa emergere alcuni equivoci distampo formalistico. La deriva può essere rappresentata dallosconfinamento ad una purezza della forma, esteticamente convincentee perfetta, sino all’affermarsi di un formalismo pos<strong>it</strong>ivisticoradicale, cr<strong>it</strong>icato e mai coltivato non solo da Stein ma anche davon Hildebrand.Si viene specificando una differenza radicale tra l’opera diReinach e quella di Stein, soprattutto per quel che attiene allariflessione sugli atti, oltre che sul loro diverso modus procedendi:l’analisi fenomenologica a statuto esistenziale di Stein è una piena‘chiarificazione’, una Erhellung costante dell’intera attiv<strong>it</strong>à delloStato legislatore e dei suoi atti, rifer<strong>it</strong>a sempre allo spir<strong>it</strong>o dellacomun<strong>it</strong>à, intesa come rapporto interpersonale a statuto empatico.Questi elementi portano Stein a considerare, con spir<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico,la fenomenologia di Heidegger, in direzione di una continuazionevirtuale del suo scr<strong>it</strong>to sull’empatia pubblicato nel 1917 12 .Gli ‘atti’ giuridici di Reinach non rinviano mai al concetto dicomun<strong>it</strong>à espressamente intesa come relazione spir<strong>it</strong>uale irriducibilein un insieme materiale.Discutere di ‘atto libero’ significa – nell’amb<strong>it</strong>o della riflessionesulla forma del dir<strong>it</strong>to – considerare e approfondire fenomenologicamentele questioni dei concetti di persona e comun<strong>it</strong>à cheUna ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 73. Secondo Stein rimangono esclusi dalla sferadella libertà «anche gli atti che contengono un momento di spontane<strong>it</strong>à, mastanno al servizio di atti passivi – come lo sono le acquisizioni conosc<strong>it</strong>ive –dunque per esempio gli atti del pensiero» , Ivi, p. 69. A propos<strong>it</strong>o di ‘atto’, H.KELSEN, La dottrina pura del dir<strong>it</strong>to, c<strong>it</strong>., p. 26 e p. 29.12 E. STEIN, Il problema dell’empatia, Roma, 1986.


LUISA AVITABILEXIsottintendono la struttura dello Stato di dir<strong>it</strong>to. Nella prospettivastorica, lo spir<strong>it</strong>o si concretizza nella plural<strong>it</strong>à delle comun<strong>it</strong>à equindi nel reale rapporto interpersonale a statuto empatico.Quanto alla persona, l’interlocutore di Stein è Max Scheler, per ilquale «ogni persona fin<strong>it</strong>a “implica” … la possibil<strong>it</strong>à d’una personasingola e di una persona collettiva; il suo mondo comporta lapossibil<strong>it</strong>à di un mondo collettivo e di un mondo singolo» 13 . Lariflessione proposta riguarda direttamente la questione dellacomun<strong>it</strong>à giuridica e della struttura della persona: l’intersoggettiv<strong>it</strong>àe la relazional<strong>it</strong>à sono il punto d’appoggio dell’atto spontaneoche si muove tra singolar<strong>it</strong>à e comun<strong>it</strong>à, come atto non naturalistico,ma della volontà, quindi imputabile, scelto con consapevoleresponsabil<strong>it</strong>à e misurato dalla qual<strong>it</strong>à della relazione nellalibertà con-l’altro.Gli «atti sociali» 14 , tra i quali sono ricompresi la promessa el’empatia, sono dunque atti che muovono dalla soggettiv<strong>it</strong>à dell’ioverso l’alter<strong>it</strong>à del tu. Sotto il profilo formale-giuridico acquistanola veste di disposizioni e comandi.Le disposizioni stabiliscono «ciò che deve valere come dir<strong>it</strong>toper le persone, alle quali sono rivolte, senza voler sollec<strong>it</strong>are qualcunoin particolare a un comportamento effettivo» 15 ; il comando13 M. SCHELER, Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori,Cinisello Balsamo, p. 636; per un approfondimento dei concetti di persona epersonal<strong>it</strong>à R. GUARDINI, Persona e personal<strong>it</strong>à, Brescia, 2006, p. 29 e ss. vd.anche A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 124.14 E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 59: «Non si può affermare perentoriamenteche ogni atto, il quale è da rivendicarsi come atto dello Stato, dovrebbeessere di natura sociale. Non è necessario che una ordinanza, per esempio, siarivolta ad alcune persone in particolare. Tuttavia appartiene all’essenza degli attistatali che anche quelli non possedenti tale caratteristica abbiano direttamente oindirettamente una certa efficacia sociale». Vd. anche, ivi, p. 70. A. REINACH, Ifondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 26 e ss. e p. 40 e ss.15 E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 59; A. REINACH, I fondamenti apriori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 28 e ss.; H. KELSEN, Teoria generale delle norme,p. 70 e ss.


XIIRELAZIONE INTRODUTTIVAinvece «è indirizzato ogni volta ad una determinata persona (oanche a un gruppo di persone) e la sua final<strong>it</strong>à è quella di indurrequesta persona ad agire, allo stesso modo che un atto del volereha lo scopo di produrre un’azione da parte della stessa personache vuole» 16 .Sotto un profilo formale, la struttura del comando contiene alsuo interno due azioni che si motivano reciprocamente, perchéappunto una è ragione dell’altra; il contrario avviene nella strutturadella preghiera e dell’ingiunzione. Luogo del comando èl’autore stesso; a differenza della preghiera e dell’ingiunzione, ilcomando ha una composizione tale che sia l’autore, sia il destinatariovi «partecipano con la loro spontane<strong>it</strong>à 17 », mentre, per l’ingiunzionee per la preghiera, la spontane<strong>it</strong>à appartiene non aentrambi i soggetti ma solo a chi prega o a chi ingiunge. Sotto ilprofilo contenutistico, nel comando permangono le tracce lasciatedall’empatia al momento dell’atto di cost<strong>it</strong>uzione della comun<strong>it</strong>à,a priori del processo giuridico-ist<strong>it</strong>uzionale, archiviati però afavore della immediatezza del risultato: l’obbedienza.Stein utilizza un’espressione efficace: «chi ‘compie’ l’azione,con il suo operato realizza – per esprimersi in modo pregnante –la persona che comanda» 18 , ma nella realizzazione della persona èresa manifesta la questione del riconoscimento dell’alter<strong>it</strong>à, deltu, altrimenti si tradisce l’essenza interpersonale dell’atto. Questoracchiude la discussione, proposta da Stein, di Stato, persona,dir<strong>it</strong>to, ist<strong>it</strong>uzioni statali e comun<strong>it</strong>à, struttura statale e destinataridelle norme; l’<strong>it</strong>inerario speculativo racchiude la questionedella libertà e la sua influenza sull’attiv<strong>it</strong>à organizzativa delloStato. Nella struttura del comando non viene meno l’esecutiv<strong>it</strong>à:l’esecutore è libero ed eserc<strong>it</strong>a la propria libertà, perché nella16 Ivi, p. 59; A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 27e ss.17 E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 64.18 Idem, p. 65.


LUISA AVITABILEXIIIstruttura dello stesso comando non vi è l’intenzione implic<strong>it</strong>a diestorcere un consenso, dato dalla ‘persona esecutiva’ che si offre«come organo della volontà di chi comanda» 19 .Dal punto di vista fenomenologico-formale, la struttura delcomando si divide in tre momenti: impartire – ricevere – eseguire.Questi elementi non cost<strong>it</strong>uiscono la ragione sufficiente delcomando che, nell’amb<strong>it</strong>o della fenomenologia del dir<strong>it</strong>to, vedeinvece porre nella morfologia di questi tre tempi la questionedell’assenza della libertà – infatti se considerata sotto un profiloformalistico non si intravede in essi l’espressione dell’eserciziodella libertà – ma si può affermare non che la libertà sia assentema che essa non ha – secondo il lessico di Stein – «una funzionepropria» 20 . È connessa alla libertà anche la questione della temporal<strong>it</strong>à21 : il consenso nel comando non è temporalmente precedente,ma è un presupposto, un a priori che riguarda «la cosastessa del comandare, che si evince dal suo senso» 22 , dalla relazioneinterpersonale a statuto empatico. Infatti, il senso del comandosi realizza nel momento in cui tra la sua ricezione e la sua esecuzionenon si frappone la riflessione sul dovere di obbedire esul valore della decisione libera; non riflettere sui contenuti dell’attosignifica commettere l’errore di tralasciare i presuppostidell’emanazione.19 Ibidem.20 Ibidem.21 Sul concetto di tempo cfr. E. HUSSERL, Per la fenomenologia dellacoscienza interna del tempo, Milano, 2001, in part. p. 49 e ss. e M. HEIDEGGER,Der Begriff der Ze<strong>it</strong>, F. a. M., 2004, p. 45 e ss.; J. DERRIDA, Donare il tempo,Milano, 1996, in part. p. 3 e ss.; G. HUSSERL, Dir<strong>it</strong>to e tempo. Saggi di filosofiadel dir<strong>it</strong>to, Milano, 1998; L. BAGOLINI, Poesia e giustizia. Dir<strong>it</strong>to e tempo,Milano, 1998; M. BRETONE, Dir<strong>it</strong>to e tempo nella tradizione europea, Roma-Bari, 2004; AA.VV., Tempo e interpretazione, Milano, 2002; I. AGUILAR, Lafenomenologia della temporal<strong>it</strong>à in M. Merleau-Ponty, in AA.VV., L’altro e iltempo, Milano, 2004, p. 165 e ss.22 E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 65.


XIVRELAZIONE INTRODUTTIVA2. Nell’opera di Stein, come in quella di Scheler, la spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>àè discussa dalla considerazione dello Stato, epilogo della comun<strong>it</strong>à,intesa come opera di relazioni interpersonali a statuto empaticoe non come ente depersonificato e cosificato 23 . Si tratta diuno dei punti condivisi con Reinach, di attenzione al realismofenomenologico; il dir<strong>it</strong>to puro, con i suoi a priori 24 , trascende ladimensione del dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo 25 . L’a priori del dir<strong>it</strong>to è la persona,in questo senso gli a priori del dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo sono quelli legatialla persona, che si cost<strong>it</strong>uisce e si realizza in comun<strong>it</strong>à attraversoil processo empatico 26 . La persona – non un astratto personalismo– è l’origine del dir<strong>it</strong>to in cui l’elemento della spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à,oltre quello della temporal<strong>it</strong>à, diventa fortificante e generatore diequilibri in seno alla comun<strong>it</strong>à. Solo in questa le persone r<strong>it</strong>engonodi dover vivere insieme, di coesistere 27 , nella consapevolezza diessere parte di un tutto, in una permanenza progettante. La qualificazionedella comun<strong>it</strong>à è quella di attribuire agli individui ladurata in ruoli mutabili, mentre nella massa – forma di conviven-23 «Si può affermare allo stesso modo che lo Stato pensa, riflette, fa esperienza?E ancora che prova rancore, è affl<strong>it</strong>to e così via? Chiaramente se siusano tali espressioni si tratta di un semplice modo di dire, in contrasto con icasi prima ricordati. Acquisizioni di conoscenze e prese di posizione sononecessariamente a fondamento degli atti che lo Stato compie. Ma realizzarleconcretamente spetta alle persone che appartengono al suo amb<strong>it</strong>o. Lo Statosi deve servire di loro a questo scopo, richiedendone in alcuni casi espressamentel’impegno, ma sono esse che osservano, riflettono, sentono, prendonoposizione in sua vece, non si può dire che lo Stato stesso lo faccia per mezzodi loro», Ivi, p. 69; A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p.151.24 Ivi, p. 2 e p. 9: «la struttura del dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo può risultare comprensibilesolo attraverso la struttura della sfera del dir<strong>it</strong>to prenormativo».25 Ivi, p. 7.26 M. SCHELER, Il formalismo nell’etica e l’etica materiale dei valori, c<strong>it</strong>., p.662; E. STEIN, La v<strong>it</strong>a come total<strong>it</strong>à, c<strong>it</strong>., pp. 56-57.27 ID., Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 21: «nella comun<strong>it</strong>à gli individui vivonoin senso rigoroso il loro stare “gli uni con gli altri”».


LUISA AVITABILEXVza temporanea, cr<strong>it</strong>icata da Stein – ciò che vige è – al posto delladurata – la temporane<strong>it</strong>à dove i ruoli sono fissi; ne deriva che lacomun<strong>it</strong>à rappresenta il modello organizzativo più vicino allaforma statale.Dall’analisi delle opere di Reinach e di Stein 28 si evince che ilcomando e la disposizione fanno parte della v<strong>it</strong>a della comun<strong>it</strong>àformalizzata in Stato.Nella consapevolezza del significato di Stato è appropriatodefinire e strutturare l’‘atto libero’, nella distinzione tra una fenomenologiaformalistica e una fenomenologia esistenziale. Il primomomento è avviato, seppure con intenti diversi, dalla filosofia diHusserl che nella sua concezione fenomenologica, secondo la cr<strong>it</strong>icadegli allievi, può rimanere confinato in una posizione ‘idealistica’,ma anche dall’opera incompleta di Reinach, che così tantainfluenza eserc<strong>it</strong>a sugli scr<strong>it</strong>ti di Stein.Il metodo di una fenomenologia meramente descr<strong>it</strong>tiva cheabbia ad oggetto un ‘punto di vista’ o una ‘prospettiva’ dell’uomonon è la via percorsa dalla fenomenologia di Stein nell’osservazionedella differenza tra i molteplici atti prodotti dall’uomo. Nellavalutazione della complessa dinamica degli atti, Stein si avvicinaalla fenomenologia di Heidegger 29 , laddove costruisce un metodofenomenologico secondo una prospettiva esistenziale che, nell’operadi Stein, assume vigore e coscienza indipendenti, attraversol’atto dell’empatia.La differenza incisiva tra l’opera di Reinach e quella di Stein,nella riflessione sugli atti formativi della relazione giuridica, sir<strong>it</strong>rova nel loro diverso modus procedendi: l’analisi fenomenologicaa statuto esistenziale di Stein è una piena ‘chiarificazione’, unaErhellung costante dell’intera attiv<strong>it</strong>à legislativa dello Stato rifer<strong>it</strong>asempre allo spir<strong>it</strong>o della comun<strong>it</strong>à intesa come rapporto inter-28 A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., p. 7 e ss. e p. 156.29 Lo stesso Kelsen discute La teoria di Husserl del ‘contenuto teoretico’della norma, H. KELSEN Teoria generale delle norme, c<strong>it</strong>., p. 334 e ss.


XVIRELAZIONE INTRODUTTIVApersonale che la porta a considerare, seppure con spir<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico,la fenomenologia di Heidegger 30 , in direzione di una continuazionevirtuale del suo scr<strong>it</strong>to sull’empatia pubblicato nel 1917 31 ,prima ricordato.Ne nasce una qualificazione della volontà espressa secondo unvolere inteso in senso giuridico; il «volere determinato giuridicamente»rappresenta l’«atto del volere che è compiuto nella formaprescr<strong>it</strong>ta giuridicamente», in modo che «tale atto del volere vainteso come “realtà psichica” allo stesso modo di un altro che nonè orientato nel suo corso secondo norme prescr<strong>it</strong>te» 32 .Si distingue così la natura meramente psichica, topologica dell’atto,dalla spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à, ins<strong>it</strong>a nell’estrinsecazione dell’attiv<strong>it</strong>à dell’uomoattraverso l’atto della v<strong>it</strong>a interiore, e la natura spir<strong>it</strong>ualedi esso che riconduce alla persona. In questa direzione la giuridic<strong>it</strong>àappartiene al ‘profondo’ dell’uomo, in quanto atto spir<strong>it</strong>uale,relazionale (secondo il lessico di Buber sulla base di un ‘tu’ cost<strong>it</strong>utivodell’esistenza relazionale) 33 . È un atto del volere che non hauna declinazione solo volontaristica ma prior<strong>it</strong>ariamente personale,all’interno di un agire interpersonale che interessa la comun<strong>it</strong>à,ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a attraverso procedure che non possono esaurirsi e perdersinella ‘pura’ formal<strong>it</strong>à 34 .La fenomenologia, non meramente formalistica, della strutturadell’atto libero connesso alla giuridic<strong>it</strong>à della persona, cost<strong>it</strong>uisceil punto privilegiato per arrivare ad osservare la genesi fenomenologicadegli atti legislativi, di natura statale, quindi ‘terzi’secondo uno statuto super partes, imparziale e disinteressato che30 E. STEIN, La filosofia esistenziale di Martin Heidegger, Roma, 1979.31 ID., Il problema dell’empatia, c<strong>it</strong>.32 ID., Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 75.33 M. BUBER, Il principio dialogico e altri saggi, Cinisello Balsamo, 1999, p.85 e ss.; B. ROMANO, Filosofia del dir<strong>it</strong>to e questione dello spir<strong>it</strong>o, Torino, 2007.34 F. TONNIES, Comun<strong>it</strong>à e società, Milano, 1963, p. 51 e ss.; E. STEIN,Psicologia e scienze dello spir<strong>it</strong>o, Roma, 1999, p. 277 e ss.


LUISA AVITABILEXVIIripropone la dimensione non economico-util<strong>it</strong>aristica della comun<strong>it</strong>à,ma la sua genesi ‘empatica’. Gli atti liberi si basano su elementidi diversa natura; è il caso, ad esempio, dell’inibizione edella sanzione, analizzati in base alla loro incidenza relazionale,determinati dal concetto di giuridic<strong>it</strong>à. L’esercizio della libertà, inprevisione della specifica formazione di atti liberi, prevede semprel’esistenza di un io, centro dal quale si sviluppano «le ondedella v<strong>it</strong>a psichica» 35 – luogo spir<strong>it</strong>uale e non solo psico-fisico – chedanno luogo ai rapporti tra le stesse ego<strong>it</strong>à e l’ambiente circostante,quindi il mondo esterno; il flusso che dall’io si dirige versol’esterno incontra l’alter<strong>it</strong>à formalizzata all’interno di una comun<strong>it</strong>àgiuridica e nei rapporti interpersonali non necessariamentecodificati dallo jus pos<strong>it</strong>um, ma precedenti ad esso in qual<strong>it</strong>à didimensione apriorica che dà significato innanz<strong>it</strong>utto all’uomo –comprensivo dell’alter<strong>it</strong>à –, prima che a ciò che Jaspers definisceDasein.Stein non dimentica un’analisi degli atti attraverso la lente formalistica,ma è attenta a sottolineare che l’incip<strong>it</strong> dell’atto – tantopiù da parte dello Stato come risultato delle relazioni interpersonaliempatiche (comun<strong>it</strong>à) – non è mai formale, proprio il fiat rappresentala marcatura fenomenologico-esistenziale dell’atto cheinterrompe la dinamica procedurale. Le differenze tra atti si lascianoosservare già ad una prima descrizione anal<strong>it</strong>ica: nell’arch<strong>it</strong>etturadegli atti inscr<strong>it</strong>ti nel dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo vi è la formale distinzionetra disposizione e risoluzione. A differenza della disposizione, larisoluzione produce un es<strong>it</strong>o ‘sociale’ e non è diretta immediatamentealla condotta di una persona, anzi è prescr<strong>it</strong>tiva 36 poiché35 ID., Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>. p. 52: «atti dottrinali non sono solo attiche non competono ad esso [Stato], ma sono sottratti per principio alla suaazione, come ad ogni azione volontaria», ID. p. 69. Psicologia e scienze dello spir<strong>it</strong>o,c<strong>it</strong>., p. 210; A. REINACH, I fondamenti a priori del dir<strong>it</strong>to civile, c<strong>it</strong>., pp.160-161.36 G. CARCATERRA, Corso di filosofia del dir<strong>it</strong>to, Roma, 1996, p. 123 e ss.


XVIIIRELAZIONE INTRODUTTIVAindica implic<strong>it</strong>amente un comportamento da tenere in un determinatogruppo sociale, è il caso ad esempio delle risoluzioni internazionali37 .Pensato secondo una logica formale, l’atto presenta un versanteinterno ed uno esterno: il versante interno è la connessione tralibertà e volontà, mentre il versante esterno è la sua determinazionecomun<strong>it</strong>aria o singola, la sua esposizione interpersonale, quindila ricezione da parte dell’alter<strong>it</strong>à che conduce a distinguere unatto della volontà comun<strong>it</strong>aria da un atto della volontà singola.Nella decisa esposizione della struttura del dir<strong>it</strong>to, differenziatoin dir<strong>it</strong>to puro e dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo, che procede secondo duedistinte concezioni, una fenomenologica-esistenziale e una formalistica– e rinvia ad una diversa concezione della genesi del dir<strong>it</strong>to(genesi fenomenologica e genesi fattuale), origine dell’atto è lapersona, poiché la volontà appartiene ad essa, ma è inev<strong>it</strong>abilefare anche attenzione al valore attribu<strong>it</strong>o a questa affermazione.Che l’atto promani dalla persona è – a questo stadio della discussione– un evento inequivocabile, che l’atto abbia una sua qualificazioneesistenziale è sottoposto a discussione. Che la personaviva nel rapporto con l’alter<strong>it</strong>à messa in rilievo dall’atto empaticodenota che la relazione con l’altro è di carattere spir<strong>it</strong>uale e nonpuò rappresentarsi in un’ident<strong>it</strong>à, bensì solo in una relazione:«ogni atto libero – e precisamente tanto la decisione del volerecome l’azione, che lo porta a compimento – esige un impulso, un“fiat!”. E ciò è sempre proprio di una singola persona» 38 . Questo‘fiat!’ è profondamente radicato nella struttura dell’uomo cheogni volta lo riprende, lo sceglie, lo destina ad un’alter<strong>it</strong>à (tu).L’espressione riporta alle profonde riflessioni di Martin Buber37 In una prospettiva cr<strong>it</strong>ica vd. H. KELSEN, Il problema della sovran<strong>it</strong>à e lateoria del dir<strong>it</strong>to internazionale, p. 403 e ss.; C. SCHMITT, Il custode della cost<strong>it</strong>uzione,Milano, 1981, p. 78 e ss.38 E. STEIN, Una ricerca sullo Stato, c<strong>it</strong>., p. 73; per un ulteriore approfondimentoID., Potenza e atto, c<strong>it</strong>., p. 228 e ss.


LUISA AVITABILEXIXche già nel 1923 mostra nel saggio Io e tu la relazional<strong>it</strong>à della personadel ‘tu’. Infatti, nella lettura del percorso speculativo di Steinnon si possono omettere le profonde linee tracciate da Husserlcome suo maestro, le letture delle pagine di Jaspers, le riflessionicr<strong>it</strong>iche sugli studi di Heidegger e l’influenza eserc<strong>it</strong>ata sui suoicontemporanei dalla filosofia di Martin Buber: entrambi di culturae di religione ebraiche, entrambi vissuti nella stessa atmosferaculturale, entrambi attenti all’ascolto dell’alter<strong>it</strong>à, entrambi direttia superare quello che viene defin<strong>it</strong>o l’intuizionismo husserliano,infine entrambi con un vissuto di sofferenza e di persecuzione.Stein fissa nell’atto empatico la struttura portante della relazional<strong>it</strong>àgiuridica. Buber marca la struttura della persona nelle coppieio/tu–io/esso che rinviano rispettivamente ad una fenomenologiaesistenziale ed a una formale. Questo binomio diventa terrenofertile per la questione del dir<strong>it</strong>to interpretato come fenomeno eil rinvio alla persona e all’alter<strong>it</strong>à è immediato perché richiamatodallo stesso atto 39 .3. Le riflessioni di Stein sullo Stato cost<strong>it</strong>uiscono una occasioneper osservare che nella contestualizzazione degli atti liberidiventa necessaria la distinzione fenomenologica con quelli ‘giuridici’.Non tutti gli atti sociali sono infatti atti ‘giuridici’.La scena dell’atto è composta da una serial<strong>it</strong>à di elementi cheprevede una costellazione inclusiva di giuridic<strong>it</strong>à e social<strong>it</strong>à dell’atto.Non sempre giuridic<strong>it</strong>à e social<strong>it</strong>à coincidono; laddovedivergono si palesa un’asserzione formale dell’atto sociale chetrova il punto più estremo nell’affermazione del total<strong>it</strong>arismo 40 ,39 J. HEIMPEL, Il rapporto tra la persona e la comun<strong>it</strong>à, Roma, 2005, p. 62 ess.40 A tal propos<strong>it</strong>o è utile, per un’antica vicinanza speculativa di Arendt alcircolo dei fenomenologi, ricordare H. ARENDT, Alle origini del total<strong>it</strong>arismo,Milano, 1967, p. 423 e ss.


XXRELAZIONE INTRODUTTIVAl’espressione più diretta dell’applicazione e della realizzazionedella fenomenologia formalistica. L’autoriflessione dello Stato,quindi anche l’auto-osservazione per impegnarsi a trovare unpotere che sia in grado di eserc<strong>it</strong>are l’attiv<strong>it</strong>à di rappresentanzapeculiare di ogni Stato, è diretta all’organizzazione che impone laricerca della garanzia del rispetto di tutti i suoi consociati, secondola qual<strong>it</strong>à del rapporto relazionale tra i membri. La consapevolezzadi Stein, quanto ad un interesse pubblico che riguarda direttamentel’operato statale, si può cogliere nell’espressione «potereche lo rappresenti direttamente», che significa un contenuto/formadi potere trascendente sia i singoli sia le persone coinvoltenell’attiv<strong>it</strong>à legislativa, quindi una terzietà del dir<strong>it</strong>to ingrado di garantire il «rispetto delle forme statali» sotto un profiloqual<strong>it</strong>ativo che deriva dal logos – esercizio di una comunicazionenon funzionale – nucleo essenziale del nomos.Questo trascendimento riconduce alla spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à del luogoterzo rispetto alla relazione tra l’io e l’alter<strong>it</strong>à.Solo nel senso qui descr<strong>it</strong>to, si può affermare che la forma deldir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo corrisponde a quella del dir<strong>it</strong>to statale plasmatodal dir<strong>it</strong>to puro, in quanto concretizzazione formale del luogo terzoche rinvia alla spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à del dir<strong>it</strong>to puro della persona. Ne derivaallora che se esistono formazioni precedenti che hanno legiferato,la loro presenza e la loro esistenza è possibile solo in quanto riconosciutee garant<strong>it</strong>e dall’opera attenta dello Stato di dir<strong>it</strong>to,secondo i canoni di una cost<strong>it</strong>uzione e non di una semplice edoperativa costatazione fattuale. Lo stesso modus di legiferare, laqual<strong>it</strong>à del pos<strong>it</strong>um, non è irrilevante per Stein, nel momento incui rinvia al dir<strong>it</strong>to puro. Se lo Stato di dir<strong>it</strong>to – legislatore – ist<strong>it</strong>uiscele norme secondo la via attraversata dall’Unrecht che tradisceil dir<strong>it</strong>to puro, la relazional<strong>it</strong>à, lo spir<strong>it</strong>o, questo significa chetratta l’altro secondo la coordinata dell’esso e non del tu – nel lessicodi Buber.Da quanto detto deriva la concretizzazione di un organismostatale interno che assume decisioni sotto forma di atti; un atto


LUISA AVITABILEXXIstrutturato che eserc<strong>it</strong>a la propria influenza sulla produzione dinorme successive: le norme eserc<strong>it</strong>ano a loro volta un’influenzasulla struttura degli atti seguendo il principio di una differenzanomologica che si pone come rinvio costante dalla dat<strong>it</strong>à dell’atto– la norma – alla sua spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>à – il dir<strong>it</strong>to puro. Secondo quest’ordine,sia nel caso di atti promanati da organi che nel caso diatti singoli, prima vengono ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e le regole procedurali 41 , poi sirealizza la decisione nell’ampio esercizio dato dalla sfera dellalibertà che eserc<strong>it</strong>a la sua estensione massima nell’affrontares<strong>it</strong>uazioni di ingiustizia (Unrecht) attraverso l’esperienza empatica,come nelle dimensioni del dolore, della gioia, della speranza,della sofferenza e della paura 42 .Il fulcro della discussione speculativa di Stein muove da unafenomenologia dell’apparenza: comandi, disposizioni, atti governati,atti legislativi, apparato decisionale ed apparato legislativocost<strong>it</strong>uiscono le linee fondamentali per la strutturazione delloStato di dir<strong>it</strong>to solo se rispondono agli a priori oggetto della fenomenologiagiuridica, in una parola alla struttura di una comun<strong>it</strong>àspir<strong>it</strong>uale in cui lo spir<strong>it</strong>o scaturisce dal rapporto io/tu incentratosul rispetto della persona. La noia dello stare a vedere non èoggetto di riflessione, ma lo Stato di dir<strong>it</strong>to attinge la sua ‘forza’dal senso che ha origine dalla ver<strong>it</strong>à della relazione interpersonale,in direzione della ricerca del giusto nelle forme storiche dell’autor<strong>it</strong>àlegale.I lavori proseguiranno in quest’ordine: relatori della I prima sessione,presieduta da Francesco Mercadante (Univers<strong>it</strong>à di Roma“Sapienza”): Bruno Romano (Univers<strong>it</strong>à di Roma “Sapienza”),41 «La riflessione … non è “conoscenza” di se stessa, cioè non ha peroggetto se stessa, ma una percezione esterna, un ricordo e così via», E. STEIN,Introduzione alla filosofia, c<strong>it</strong>., p. 151.42 ID., Il problema dell’empatia, c<strong>it</strong>., p.136.


XXIIRELAZIONE INTRODUTTIVAGiampaolo Azzoni (Univers<strong>it</strong>à di Pavia), Abelardo Rivera Llano(Univers<strong>it</strong>à di Bogotà) e Alessandro Argiroffi (Univers<strong>it</strong>à diPalermo); relatori della II sessione, sempre presieduta daMercadante: Giovanni Marino (Univers<strong>it</strong>à di Napoli Federico II),Augusto Cerri (Univers<strong>it</strong>à di Roma “Sapienza”) e Pio Marconi(Univers<strong>it</strong>à di Roma “Sapienza”), concluderà Pasquale Beneduce(Univers<strong>it</strong>à di Cassino).

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