L'adolescenza una sfida per la psicoterapia - Università degli Studi ...
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corol<strong>la</strong>rio teorico importante sullo sfondo che l’effettivo oggetto del<strong>la</strong> sua attenzione.Winnicott è infatti assai più interessato a cogliere il rapporto tra problematiche adolescenzialie società o, <strong>per</strong> meglio dire, ambiente di sostegno. Egli esplicitamente osserva che molte delledifficoltà <strong>degli</strong> adolescenti <strong>per</strong> le quali viene richiesta l’assistenza dello specialista dipendono da“insufficienze ambientali”, sia da parte del<strong>la</strong> società, in senso <strong>la</strong>to, sia da parte di autorità eistituzioni che hanno a che fare con ragazzi e ragazze a questa età, nonché, infine da parte deigenitori e del<strong>la</strong> famiglia.Ma quali sono dunque le caratteristiche <strong>degli</strong> adolescenti <strong>per</strong> Winnicott? In primo luogo <strong>la</strong>tendenza al rapido alternarsi di atteggiamenti di provocatoria e insolente indipendenza regressiva, etalora anche <strong>una</strong> coesistenza nello stesso tempo di queste due modalità. Un secondo aspetto,profondamente legato al modello generale di Winnicott, è l’idea che l’adolescente si ritrovi, come ilbambino, ad affrontare un forte senso di iso<strong>la</strong>mento, almeno finché non ha “ripudiato” <strong>la</strong> realtàesterna e si è costituito come individuo distinto, cioè capace di formare rapporti con oggetti a luiesterni e al di fuori del<strong>la</strong> sua sfera di controllo onnipotente.Si può qui anticipare che Winnicott tende soprattutto a sottolineare il tema del<strong>la</strong> separazionedalle figure genitoriali e le vicende depressive legate a tale processo. In questa ottica <strong>la</strong> funzione delgruppo appare più legata a problemi psicopatologici che essere <strong>una</strong> delle aree del<strong>la</strong> mente, comesarà invece sottolineato da Meltzer.Winnicott infatti scrive: «I giovani adolescenti sono un insieme di iso<strong>la</strong>ti che tendono con varimezzi di aggregarsi mediante l’adozione di gusti comuni. Essi possono raggrupparsi se sonoattaccati come gruppo, ma questa è solo un’organizzazione paranoide reattiva in risposta ad <strong>una</strong>ttacco esterno; dopo l’aggressione tornano ad essere un aggregato di iso<strong>la</strong>ti» (Winnicott, 1971).Su questi presupposti si può comprendere come l’autore sintetizzi i “bisogni dell’adolescente”proprio in <strong>una</strong> sorta di doppio movimento in cui da un <strong>la</strong>to vi è il bisogno di evitare false soluzioni ecompromessi, sentirsi reale o anche sopportare di non sentirsi tali e dall’altro <strong>la</strong>to il bisogno di<strong>sfida</strong>re un ambiente in cui tuttavia tale provocazione venga tollerata e assicurata <strong>la</strong> necessità didipendenza.In altre parole, <strong>la</strong> società deve essere in grado di accettare <strong>la</strong> crisi depressiva dell’adolescente,intesa appunto come distacco dagli oggetti primari e sopportazione di non sentirsi ancora reali,come <strong>una</strong> fase di sviluppo attraverso un processo naturale di crescita.Il compito che Winnicott assegna al<strong>la</strong> società, come del resto Erikson, sebbene su <strong>una</strong>teorizzazione diversa, è di accompagnare questo processo evolutivo nell’idea che <strong>la</strong> migliore curadell’adolescenza sia il passare del tempo.Si potrebbe dire che è necessario sopportare che gli adolescenti transitino <strong>per</strong> un certo <strong>per</strong>iodoattraverso <strong>una</strong> zona di bonaccia, cioè <strong>una</strong> fase in cui si sentono futili e non hanno ancora trovato sestessi. Se al contrario questo processo evolutivo non viene “sostenuto” o alcuni singoli adolescentisono troppo disturbati, il gruppo può essere utilizzato dai ragazzi e dalle ragazze <strong>per</strong> dar corpo al<strong>la</strong>propria sintomatologia potenziale e ciò vale soprattutto <strong>per</strong> le tendenze antisociali.E <strong>per</strong> questo, secondo Winnicott, che un gruppo può identificarsi con il membro piùsofferente che può essere un adolescente depresso o con <strong>una</strong> condotta delinquenziale, <strong>per</strong> cui èpossibile che l’intero gruppo manifesti un umore depressivo o si schieri a fianco del soggettoantisociale (Winnicott, 1971).Accade così che nel gruppo scelto dall’adolescente <strong>per</strong> identificarvisi, o nell’aggregato diiso<strong>la</strong>ti che si riunisce in gruppo in risposta ad un attacco, i membri che occupano le posizioni piùestreme sono quelli che rappresentano l’intero gruppo.Ogni genere di azioni nel<strong>la</strong> lotta dell’adolescente, il furto, l’uso del coltello, <strong>la</strong> fuga,l’irruzione, tutte queste cose vanno incluse nel<strong>la</strong> dinamica di questo gruppo, come il sedere in uncircolo e ascoltare musica jazz o a bere. E se non succede niente, i singoli membri del gruppocominciano a sentirsi insicuri del<strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> loro protesta, e tuttavia non sono abbastanza turbati e18