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la riforma del bilancio dello stato ed il governo dell ... - Rivista S.S.E.F.

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1INDICELA RIFORMA DEL BILANCIO DELLO STATOED IL GOVERNO DELL’ECONOMIA1. L’evoluzione storica in Italia1.1 Cenni storici sul<strong>la</strong> formazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio. 1.2 Il bi<strong>la</strong>ncio nel Regno d’Italia1.3 La Costituente1.4 La legge Curti1.5 La Legge 5 agosto 1978, n. 4681.6 La Legge 23 agosto 1988, n. 362 <strong>ed</strong> i motivi <strong>del</strong><strong>la</strong><strong>riforma</strong>.2. La struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato secondo <strong>la</strong>normativaprevigente al<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> 1997.2.1 La struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale di previsione2.2 Gli stati di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa2.3 Lo <strong>stato</strong> di previsione <strong>del</strong>l’entrata2.4 Il quadro generale riassuntivo2.5 Il bi<strong>la</strong>ncio pluriennale programmatico3. La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato:legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997, n. 94.3.1 Considerazioni generali3.2 Le unità previsionali di base3.3 I centri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa, i centri dicostoe l’introduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità economica nelbi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato.4. La <strong>riforma</strong> dei controlli e <strong>la</strong> politica <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncioquale strumento <strong>del</strong> <strong>governo</strong> <strong>del</strong>l’economia.


3Cap.1L’EVOLUZIONE STORICA IN ITALIA


41.1 Cenni storici sul<strong>la</strong> formazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncioNegli Stati m<strong>ed</strong>ievali l’organizzazione feudale <strong>del</strong> potere eracollegata a un sistema di finanza patrimoniale in cui non si riusciva adistinguere tra mezzi privati <strong>del</strong> monarca e mezzi pubblici, ut<strong>il</strong>izzati perfinalità generali <strong>del</strong>lo Stato.La cosa d’altronde risale allo stesso sistema romano, in cui nel fiscussi confondevano le ricchezze <strong>del</strong>l’imperatore e <strong>il</strong> patrimonio pubblico.La prima parvenza di bi<strong>la</strong>ncio ha luogo quando <strong>il</strong> sovrano necessitadi risorse straordinarie per far fronte a eccezionali eventi bellici. Le suerichieste ai feudatari vengono accompagnate da un documento con <strong>il</strong> quale isignori acconsentono ad essere sottoposti ad un prelievo aggiuntivo.A mano a mano che <strong>il</strong> sistema si struttura, <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio, che nelfrattempo si viene a reggere sugli strumenti propri di un’economia che si va<strong>del</strong>ineando come monetaria, costituisce sempre di più <strong>il</strong> documento in cui èsancito <strong>il</strong> limite invalicab<strong>il</strong>e di prelievo fiscale che <strong>il</strong> sovrano può esercitarenei confronti dei sudditi.Il bi<strong>la</strong>ncio dunque inizia ad assumere, con <strong>il</strong> passare dei secoli, unastruttura caratterizzata da due costanti: <strong>la</strong> prima è quel<strong>la</strong> di trasformarsi dastraordinario in documento ordinario, nel quale si dà conto di un flussocostante di entrate e di spese, necessarie a finanziare le funzioni ordinarie<strong>del</strong>lo Stato e <strong>la</strong> seconda è che esso viene r<strong>ed</strong>atto sul<strong>la</strong> base di valorimonetari, dato che ormai <strong>la</strong> moneta viene accettata come mezzo legale dipagamento.Con <strong>il</strong> presentarsi sul<strong>la</strong> scena <strong>del</strong><strong>la</strong> storia dei sistemi politici dicarattere rappresentativo <strong>il</strong> documento di bi<strong>la</strong>ncio inizia ad assumere unruolo fondamentale nei rapporti tra potere statale e cittadino, poiché è in essoche viene fissato <strong>il</strong> livello massimo <strong>del</strong> prelievo fiscale a cui i cittadini sonosottoposti.Saranno proprio le assemblee rappresentative a rivendicare <strong>la</strong>duplice funzione di autorizzare le spese che <strong>il</strong> sovrano chi<strong>ed</strong>e loro di


5finanziare e, più in generale, di porsi come fonte <strong>del</strong> potere di fare nuoveleggi, limitando le potestà normative <strong>del</strong> sovrano.In conclusione con <strong>la</strong> nascita <strong>del</strong>lo Stato moderno, <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio pubblicoassume i seguenti caratteri: documento politico di autorizzazione e dicontrollo <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento sul potere esecutivo; documento contab<strong>il</strong>e sul<strong>la</strong>base <strong>del</strong> quale lo Stato conduce ordinariamente <strong>la</strong> propria gestione eparametro di riferimento, a cui commisurare le autorizzazioni e i successivicontrolli sull’azione degli organi <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione.


61.2 Il bi<strong>la</strong>ncio nel Regno d’ItaliaIl nascere, nel secolo scorso, <strong>del</strong><strong>la</strong> teoria <strong>del</strong><strong>la</strong> natura “formale” <strong>del</strong><strong>la</strong>legge di bi<strong>la</strong>ncio, fondata sul<strong>la</strong> differenza tra esercizio formale <strong>ed</strong> eserciziosostanziale di un potere, prese le mosse da queste premesse: <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio èatto sostanzialmente <strong>del</strong>l’esecutivo, esercitato in nome <strong>del</strong> Sovrano, su cuiacquisire <strong>il</strong> consenso <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento con una legge, appunto formale diapprovazione. Il principio <strong>del</strong>l’approvazione par<strong>la</strong>mentare <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>loStato era maturato con <strong>la</strong> coscienza <strong>del</strong> consenso popo<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> spesapubblica corre<strong>la</strong>tivamente al consenso per le entrate.A tal riguardo, a tute<strong>la</strong> <strong>del</strong> singolo nei confronti <strong>del</strong> potere esecutivo,lo Statuto approvato da Carlo Alberto <strong>il</strong> 4 marzo 1848 si dava carico diintrodurre garanzie giuridiche, codificando <strong>il</strong> principio <strong>del</strong><strong>la</strong> riserva di leggesia per l’imposizione che per <strong>la</strong> riscossione dei tributi, nonché perl’approvazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio, attribuendo così giuridicità al controllo <strong>del</strong><strong>la</strong>spesa attraverso <strong>la</strong> connessa garanzia politica <strong>del</strong> consenso al<strong>la</strong> riscossione<strong>del</strong> tributo e stab<strong>il</strong>endo che qualsiasi legge di imposizione di tributi e diapprovazione di bi<strong>la</strong>nci sarebbe dovuta essere presentata prima al<strong>la</strong> Cameradei deputati.Con <strong>la</strong> proc<strong>la</strong>mazione <strong>del</strong> Regno d’Italia <strong>il</strong> sistema adottato inPiemonte per <strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione dei bi<strong>la</strong>nci venne esteso allo Stato unitario, primacon <strong>la</strong> legge Bastogi <strong>del</strong> 1861 e, successivamente, con quel<strong>la</strong> Cambray-Digny <strong>del</strong> 1869.A quel tempo al legis<strong>la</strong>tore subalpino si ponevano due r<strong>il</strong>evantiproblemi: <strong>il</strong> primo era quello <strong>del</strong>l’unificazione dei sistemi amministrativi, chetrovò attuazione con <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> 1865, in parte ancora vigente, <strong>il</strong>secondo era quello di far fronte alle esigenze finanziarie straordinarie ch<strong>ed</strong>erivavano dalle guerre d’indipendenza e dalle spese per <strong>la</strong> conquista diRoma.Pertanto i bi<strong>la</strong>nci dei primi anni di vita <strong>del</strong>lo Stato italiano furonocompi<strong>la</strong>ti con i criteri già adottati in Piemonte, che consistevano nel<strong>la</strong>r<strong>ed</strong>azione di un conto re<strong>la</strong>tivamente semplificato, nel quale si dividevano le


7spese in ordinarie e straordinarie <strong>ed</strong> esse erano iscritte, a partire dal 1869,solo per <strong>la</strong> loro parte di cassa.Nel 1884 vennero modificate le norme in materia di bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>loStato, che iniziò ad avere una struttura molto sim<strong>il</strong>e a quel<strong>la</strong> attuale.Il bi<strong>la</strong>ncio venne r<strong>ed</strong>atto sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong> competenza, dando conto<strong>del</strong><strong>la</strong> gestione dei residui <strong>ed</strong> introducendo <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio di assestamento, con <strong>il</strong>quale in corso di esercizio, si potevano apportare al<strong>la</strong> legge di bi<strong>la</strong>ncio lemodificazioni rese necessarie dal<strong>la</strong> evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione.Venne infine introdotto <strong>il</strong> principio <strong>del</strong>l’unità <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio, basato sulriep<strong>il</strong>ogo generale <strong>del</strong>le entrate e <strong>del</strong>le spese; mentre gli stati di previsione<strong>del</strong>le spese dei singoli ministeri restavano, (così è rimasto sino al 1964),divisi l’uno dall’altro <strong>ed</strong> erano approvati con separati decreti reali.Tuttavia, pur essendo <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio più vasto e perfezionato, ad essosfuggivano spese, anche cospicue, stanziate con leggi partico<strong>la</strong>ri o anch<strong>ed</strong>isposte con atti amministrativi: così accadde per le spese straordinarie per <strong>il</strong>finanziamento <strong>del</strong><strong>la</strong> guerra in Libia e <strong>del</strong><strong>la</strong> prima guerra mondiale.Nel frattempo lo Stato si faceva carico di una serie di compiti cheprima gli erano estranei, soprattutto nel settore sociale <strong>ed</strong> in quelloproduttivo.Venne così gradatamente manifestandosi l’esigenza dirinnovare <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione in materia di bi<strong>la</strong>ncio che venne indirizzata nelsenso di un più incisivo accentramento amministrativo, che desse modoall’esecutivo di governare direttamente <strong>la</strong> maggior parte possib<strong>il</strong>e dei flussi dispesa.Pertanto fu proprio da questa esigenza che trasse origine <strong>il</strong> regiodecreto 18 novembre 1923, n. 2440, e <strong>il</strong> successivo rego<strong>la</strong>mento <strong>del</strong> 1924,che costituiscono ancor oggi <strong>la</strong> normativa fondamentale in materia dicontab<strong>il</strong>ità di Stato.La legge <strong>del</strong> 1923 rappresentò quindi <strong>il</strong> completamento di quel<strong>la</strong>linea di accentramento amministrativo realizzata attraverso l’unificazione<strong>del</strong>le ragionerie e <strong>la</strong> rottura <strong>del</strong> legame operativo tra organi diamministrazione attiva e organi preposti al riscontro finanziario e contab<strong>il</strong>e.


8Il nuovo Stato repubblicano er<strong>ed</strong>ita quindi una legis<strong>la</strong>zione contab<strong>il</strong>eche, per quanto riguarda <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione <strong>del</strong>le entrate e <strong>del</strong>le spese, èispirata a criteri ragionieristici (essenzialmente aziendalistico-patrimoniali),rapportati ad una situazione generale segnata da un modesto interventopubblico nei processi economici; mentre per quanto riguarda i prof<strong>il</strong>istrutturali e funzionali <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure di spesa, è caratterizzata da una forteaccentuazione <strong>del</strong> momento formale di legittimità.


91.3 La CostituenteDei problemi <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio si occupò <strong>la</strong> commissione economica <strong>del</strong><strong>la</strong>Costituente, che suggerì di stab<strong>il</strong>ire alcuni principi fondamentali in materia,da fissare nel<strong>la</strong> Costituzione.Essi riguardavano <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> Governo nel<strong>la</strong> formazione <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio, l’obbligo <strong>del</strong><strong>la</strong> presentazione annuale, <strong>la</strong> funzione di limite all’attività<strong>del</strong>l’Esecutivo e <strong>la</strong> necessaria pubblicità dei re<strong>la</strong>tivi documenti.Su questi principi si venne a definire l’art. 81 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione, chesancisce innanzitutto l’obbligo <strong>del</strong>l’approvazione annuale <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio e <strong>del</strong>rendiconto da parte <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento e inoltre precisa che <strong>la</strong> legge diapprovazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio ha carattere di legge formale, una legge cioè con<strong>la</strong> quale non possono essere stab<strong>il</strong>ite nuove spese né imposti nuovi tributi.L’articolo 81 stab<strong>il</strong>isce infine <strong>il</strong> principio <strong>del</strong><strong>la</strong> copertura finanziaria<strong>del</strong>le nuove leggi di spesa. La Costituzione disciplinando <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio, si èlimitata a fissare solo regole generalissime, <strong>la</strong>sciando alle leggi in materiacontab<strong>il</strong>e <strong>la</strong> definizione dei criteri da adottare per <strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione dei documentidi bi<strong>la</strong>ncio e per <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> finanza pubblica.Essa ha consacrato dunque esclusivamente <strong>il</strong> principio <strong>del</strong> valorefondamentale <strong>del</strong><strong>la</strong> legge di bi<strong>la</strong>ncio nei rapporti tra Stato e cittadini, valoreche viene evidenziato dal suo carattere di inidoneità a mutare <strong>il</strong> quadro deirapporti finanziari tra i due soggetti: tale legge, infatti si limita a riassumere inun unico documento contab<strong>il</strong>e le decisioni re<strong>la</strong>tive alle entrate e al<strong>la</strong> spesagià assunte in s<strong>ed</strong>e di legis<strong>la</strong>zione ordinaria.Altre disposizioni costituzionali non solo confermano <strong>il</strong> tradizionaleassetto <strong>del</strong> sistema dei controlli esterni preventivi di legittimità sul<strong>la</strong> spesa<strong>del</strong>lo Stato tesi ad imp<strong>ed</strong>ire che avessero efficacia atti non conformiall’insieme dei vincoli e attribuiti al<strong>la</strong> Corte dei Conti (art. 100), ma loestendono anche alle istituende Regioni a statuto ordinario (art. 125).Pertanto <strong>il</strong> nuovo ordinamento costituzionale, rispetto allo Statuto diCarlo Alberto, si caratterizza per un diverso modo di concepire <strong>la</strong> finanzapubblica: non una finanza di tipo “neutrale”, in virtù <strong>del</strong><strong>la</strong> quale lo Stato deve


10limitare i propri interventi nel campo economico mirando, di conseguenza, adun bi<strong>la</strong>ncio sostanzialmente in pareggio, senza alcuna finalità r<strong>ed</strong>istributiva<strong>del</strong><strong>la</strong> ricchezza. Bensì una finanza pubblica di tipo “funzionale”, volta cioè adeterminare le condizioni per una r<strong>ed</strong>istribuzione <strong>del</strong> r<strong>ed</strong>dito e di controllo<strong>del</strong>l’economia nazionale.Non sfugge, peraltro, che nel rinnovato ordine economico e sociale <strong>la</strong>partecipazione <strong>del</strong>lo Stato al processo di sv<strong>il</strong>uppo economico avrebbeportato di conseguenza <strong>la</strong> di<strong>la</strong>tazione <strong>del</strong> fenomeno finanziario pubblico pervia <strong>del</strong> moltiplicarsi <strong>del</strong>le richieste di intervento finanziario da parte <strong>del</strong><strong>la</strong>collettività. Col tempo <strong>la</strong> dimensione <strong>del</strong><strong>la</strong> finanza pubblica sarebbenecessariamente cresciuta divenendo uno strumento di manovra cheavrebbe inciso in maniera notevole e significativa sul <strong>governo</strong> <strong>del</strong>l’economia.Il venir meno di regole che fissavano <strong>la</strong> crescita <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa a limitiqualitativi (<strong>il</strong> tipo di intervento statale) e quantitativi (l’equ<strong>il</strong>ibrio entrate-spese)avrebbe condotto necessariamente al progressivo accrescimento <strong>del</strong> deficitpubblico.Si imponeva, dunque, <strong>la</strong> ricostruzione di nuove regole istituzionaliche consentissero una crescita control<strong>la</strong>ta <strong>del</strong>l’attività finanziaria <strong>del</strong>lo Stato,ma anche nuove regole e metodi gestionali attraverso l’abbandono, ovverol’adeguamento dei tradizionali criteri di decisione <strong>ed</strong> allocazione <strong>del</strong>le risorse.Pertanto, l’esigenza <strong>del</strong> contenimento <strong>del</strong> deficit pubblico avrebbe richiestol’apposizione non più di limiti di carattere giuridico all’azione di spesa<strong>del</strong>l’Amministrazione, ma un diverso tipo di vincoli in funzione di impulso e diindirizzo di questa. 11 Avagliano Lupò M.V. – La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato - 1998


111.4 La legge CurtiRe<strong>la</strong>tivamente all’aggiornamento <strong>del</strong><strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione in materia dibi<strong>la</strong>ncio, dopo alcuni progetti governativi non giunti in porto, venne approvata<strong>la</strong> legge 1^ marzo 1964, n. 62, (legge Curti) con <strong>la</strong> quale si stab<strong>il</strong>ivano alcunefondamentali innovazioni. Innanzitutto, si tornava al<strong>la</strong> coincidenza<strong>del</strong>l’esercizio finanziario con l’anno so<strong>la</strong>re.Venivano poi concentrati in un unico disegno di legge tutti gli stati diprevisione <strong>del</strong>l’entrata e <strong>del</strong>le spese dei vari ministeri, adottando una duplicec<strong>la</strong>ssificazione, per le entrate e per le spese, di tipo economico e di tipofunzionale.Altre previsioni concernevano l’inclusione dei residui nel bi<strong>la</strong>ncio, <strong>la</strong>revisione <strong>del</strong>l’elenco degli enti i cui bi<strong>la</strong>nci erano annessi a quello <strong>del</strong>lo Stato,l’adeguamento <strong>del</strong><strong>la</strong> normativa in materia di bi<strong>la</strong>ncio degli enti pubblici e inuovi criteri di numerazione dei capitoli. Veniva inoltre adottata una nuovac<strong>la</strong>ssificazione <strong>del</strong>le spese, non più distinte in ordinarie e straordinarie, marecependo criteri di connotazione più strettamente economica, in correnti e inconto capitale, secondo che fossero destinate alle spese di funzionamento oa quelle di investimento.La legge 1^ marzo 1964, n. 62 rappresentò quindi un primo tentativodi adeguamento <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio al<strong>la</strong> nuova e ben più ampia funzione che loStato è chiamato ad assolvere nei processi economico-sociali chesostengono lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong> Paese.Non è casuale che essa fu varata agli inizi degli anni ’60 quando, inconcomitanza con l’avvio di una diversa fase <strong>del</strong><strong>la</strong> politica italiana, <strong>il</strong> tema<strong>del</strong><strong>la</strong> programmazione economica sembrò quasi porsi come l’elementoqualificante <strong>del</strong> nuovo indirizzo politico. 2In prec<strong>ed</strong>enza, l’azione <strong>del</strong>lo Stato era indirizzata prevalentementealle attività istituzionali e <strong>la</strong> spesa rappresentava un quinto <strong>del</strong> r<strong>ed</strong>ditonazionale, per cui l’inte<strong>la</strong>iatura giuridico contab<strong>il</strong>e era finalizzata unicamente2 Da Empoli, De Ioanna, Vegas, in Il Bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, Sole 24 Ore 1996, pag. 120 e ss.


12al controllo formale <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e non anche a quello <strong>del</strong><strong>la</strong> suaeconomicità <strong>ed</strong> efficienza.Pertanto, quando negli anni sessanta <strong>la</strong> crescita fu alimentata daldominio <strong>del</strong> pensiero keynesiano, <strong>il</strong> legis<strong>la</strong>tore fu indotto ad operare i primiadeguamenti al bi<strong>la</strong>ncio in funzione <strong>del</strong><strong>la</strong> nuova e ben più ampia attività disv<strong>il</strong>uppo che andava esercitando nei processi economici e sociali. 33 Gava Antonio. La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato. “Nuova rassegna di legis<strong>la</strong>zione,dottrina e giurisprudenza”, 1989 n. 7-8, pag. 794.


131.5 La legge 5 agosto 1978, n.468.Negli anni successivi andarono mutando le prospettive economicheitaliane, a tal punto che si giunse a dover tenere conto <strong>del</strong><strong>la</strong> nuova situazionecon <strong>la</strong> legge 468 <strong>del</strong> 1978.Essa, facendosi carico <strong>del</strong><strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re sollecitazione a cui venivasottoposta <strong>la</strong> finanza pubblica a seguito degli shock petroliferi che avevanocolpito l’Occidente nei primi anni Settanta, dava l’avvio a un sistema in cuial<strong>la</strong> maggiore rigidità nell’erogazione <strong>del</strong>le risorse pubbliche facesse dacontrappunto <strong>la</strong> loro ut<strong>il</strong>izzazione a fini di programmazione economica.La legge “468” dunque definiva una serie di criteri, per l’applicazione<strong>del</strong> precetto contenuto nell’ultimo comma <strong>del</strong>l’articolo 81 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione,in materia di copertura finanziaria <strong>del</strong>le nuove leggi di spesa, prefissandos<strong>il</strong>’obiettivo di prev<strong>ed</strong>ere meccanismi istituzionali di maggior rigore.Contemporaneamente introduceva <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio pluriennale accanto aquello annuale, per dar modo di programmare le risorse nel m<strong>ed</strong>io termine,<strong>ed</strong> istituiva <strong>la</strong> legge finanziaria, nel<strong>la</strong> quale dovevano essere indicati <strong>il</strong> limite<strong>del</strong> ricorso al mercato e <strong>il</strong> saldo netto da finanziare, l’entità dei fondi specialiut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i per coprire le nuove leggi di spesa approvate nell’anno e le quoteannuali <strong>del</strong>le leggi di spesa pluriennali e che avrebbe dovuto costituire lostrumento per passare da un bi<strong>la</strong>ncio rigido e formale a una programmazioneefficace e che tenesse conto <strong>del</strong> ciclo economico. 4Con questa <strong>riforma</strong> si offriva al Paese uno strumento moderno perfar sì che <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato non fosse più semplicemente un documentocontab<strong>il</strong>e, sinteticamente certificativo <strong>del</strong>le entrate e <strong>del</strong>le spese, ma <strong>il</strong> mezzoattraverso <strong>il</strong> quale si poteva operare un programma economico poliennale.Si registrava un’inversione di tendenza nel<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> cosapubblica, perché, da un metodo di <strong>governo</strong> e di amministrazione informatoal<strong>la</strong> frammentarietà degli interventi, si passava ad un sistema programmato4 Da Empoli, De Ioanna, Vegas, “Il bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato”, 1996 pag.127.


14al<strong>la</strong> luce di una visione organica e complessiva dei problemi e <strong>del</strong>le possib<strong>il</strong>isoluzioni. In sostanza con questa <strong>riforma</strong> si è voluto rendere <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncioannuale <strong>la</strong> s<strong>ed</strong>e di scelte determinanti per <strong>la</strong> finanza statale vista in un’otticapluriennale.Con <strong>la</strong> legge 5 agosto 1978, n. 468, è <strong>stato</strong> disposto che <strong>la</strong>compi<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio statale si effettuasse in termini di competenza e dicassa (art. 1) e che <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio preventivo dovesse contenere, per ciascuncapitolo di entrata e di spesa, anche “l’ammontare presunto dei residui attivie passivi al<strong>la</strong> chiusura <strong>del</strong>l’esercizio prec<strong>ed</strong>ente a quello cui <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio siriferisce” (art. 2, comma primo).La scelta <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore è pertanto caduta su un mo<strong>del</strong>lo chesapesse cogliere gli aspetti positivi dei due sistemi, al fine di ottenere <strong>il</strong>maggior numero di informazioni e conoscere <strong>la</strong> spesa che si prev<strong>ed</strong>esse diimpegnare e di erogare nell’ambito <strong>del</strong>l’esercizio finanziario a cui si riferisce.E’ stata, pertanto, istituzionalizzata a livello normativo una realtàprevisionale, già operante a livello amministrativo da molti anni, che accantoad un bi<strong>la</strong>ncio di competenza ha reso operativo anche un bi<strong>la</strong>ncio di cassa.Il bi<strong>la</strong>ncio annuale viene r<strong>ed</strong>atto sia in termini di competenza che dicassa e questo significa che <strong>la</strong> stima previsionale <strong>del</strong>le singole poste dientrata e di spesa avviene distintamente.Per quanto riguarda <strong>la</strong> competenza <strong>il</strong> presuntivo gettito <strong>del</strong>l’entrataviene stimato sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>l’ammontare <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong>le prestazionipecuniarie che in esecuzione <strong>del</strong><strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione tributaria diverrannogiuridicamente esigib<strong>il</strong>i per effetto <strong>del</strong>l’insorgenza <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>tive obbligazionipatrimoniali attive.La previsione in termini di competenza coglie e quantifica <strong>la</strong> spesa inquanto diviene prestazione di un’obbligazione pecuniaria passiva <strong>del</strong>lo Statonel corso <strong>del</strong>l’esercizio.Pertanto una previsione r<strong>ed</strong>atta in termini di competenza comportache gli stanziamenti in bi<strong>la</strong>ncio si configurino come l’espressione finanziariain tempi giuridici e non in tempi reali di quei movimenti in denaro dei qualitendono ad essere rappresentativi.


15La ragione principale che portò all’introduzione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>nciopluriennale nel novero degli istituti previsti dal<strong>la</strong> legge n. 468 è da ritrovarenell’unanime riconoscimento che <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio statale avesseperso gran parte <strong>del</strong> suo significato, causando uno scarto troppo grande tra <strong>il</strong>punto di riferimento <strong>del</strong>le decisioni di spesa in termini di impegno e <strong>la</strong> spesareale in termini di pagamento.Riaffiorava, così, l’esigenza di affrontare i problemi <strong>del</strong>l’economia e<strong>del</strong><strong>la</strong> crisi finanziaria in una dimensione temporale adeguata, passando dauna ristretta ottica annuale ad una di più vasto orizzonte temporale.La norma fu caratterizzata da un forte contenuto programmatorio ditipo contab<strong>il</strong>e, volto a responsab<strong>il</strong>izzare i gestori <strong>del</strong><strong>la</strong> cosa pubblica e gliorgani costituzionali preposti al coordinamento <strong>del</strong>l’attività programmatica.Esaminando <strong>il</strong> contenuto precettivo <strong>del</strong><strong>la</strong> norma, occorre considerareche le ipotesi alternative che si prefiguravano al<strong>la</strong> soluzione adottata eranoquelle di un bi<strong>la</strong>ncio pluriennale di competenza o di cassa, ovvero di unbi<strong>la</strong>ncio composto da entrambi i sistemi.La scelta cadde sul<strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione di un bi<strong>la</strong>ncio pluriennale di so<strong>la</strong>competenza e non di cassa.Quanto all’arco temporale da coprire, <strong>la</strong> scelta di un bi<strong>la</strong>ncio triennalefu giustificata dalle difficoltà inerenti alle previsioni economiche.E’ <strong>stato</strong> infatti valutato che le proiezioni di m<strong>ed</strong>io termine sonosoggette a margini di errore <strong>ed</strong> a variazioni re<strong>la</strong>tivamente ampie nel<strong>la</strong> stima<strong>del</strong>le risorse disponib<strong>il</strong>i.Il bi<strong>la</strong>ncio non contiene previsioni definitive <strong>ed</strong> estende <strong>il</strong> suo arcotemporale di un anno con l’aggiornamento <strong>del</strong>le previsioni.Il processo di scorrimento e di aggiornamento introduce previsioniper l’esercizio finanziario che vengono aggiunte a quelle previste per gliesercizi interm<strong>ed</strong>i.La legge annuale assicura quindi un collegamento continuo fra isingoli bi<strong>la</strong>nci annuali e quello pluriennale <strong>ed</strong> una costante estensione neltempo dei successivi bi<strong>la</strong>nci pluriennali.


16La <strong>riforma</strong> ha inoltre previsto che <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio pluriennale fissi <strong>il</strong> limitemassimo <strong>del</strong> saldo netto da finanziare <strong>ed</strong> <strong>il</strong> limite massimo <strong>del</strong> ricorso almercato finanziario. 5La legge finanziaria è stata introdotta dall’art.11 legge 468/1978, con<strong>la</strong> funzione di: adeguare le entrate e le uscite <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio statale, <strong>del</strong>leaziende autonome e degli enti pubblici che si ricollegano al<strong>la</strong> finanza stataleagli obiettivi di politica economica cui si ispirano <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale e quellopluriennale; tradurre in atto <strong>la</strong> manovra di bi<strong>la</strong>ncio per le entrate e per lespese, in coerenza con <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio pluriennale, apportando anche modifiche<strong>ed</strong> integrazioni a norme legis<strong>la</strong>tive aventi riflessi sul bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, <strong>del</strong>leaziende autonome e degli enti collegati al<strong>la</strong> finanza statale; fissare <strong>il</strong> livellomassimo <strong>del</strong> ricorso al mercato nell’esercizio, <strong>il</strong> quale concorre, con leentrate, a costituire <strong>la</strong> disponib<strong>il</strong>ità per <strong>la</strong> copertura di tutte le spese iscrittenel bi<strong>la</strong>ncio annuale. 6Prima <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> 1978 <strong>la</strong> legge di bi<strong>la</strong>ncio determinavastanziamenti ordinari e fondi globali, mentre ogni legge ordinaria di spesaindicava <strong>il</strong> proprio finanziamento, che poteva anche consistere nel ricorsoall’indebitamento.La conseguenza era che quest’ultimo, trovandosi ad essere di fattodeterminato a consuntivo, come sommatoria puramente aritmetica <strong>del</strong>lesingole decisioni assunte in tal senso in corso d’esercizio si di<strong>la</strong>tava sempr<strong>ed</strong>i più e in modo sempre meno control<strong>la</strong>b<strong>il</strong>e.Pertanto era stata avvertita l’esigenza di raggruppare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione di spesa in un unico strumento che disponesse modifiche <strong>ed</strong>integrazioni all’ordinamento normativo in vigore allo scopo di correggere gliandamenti neutri <strong>del</strong><strong>la</strong> finanza pubblica, fissando tra l’altro una tantum perl’esercizio l’ammontare di incremento massimo <strong>del</strong> debito pubblicocomplessivo con cui provv<strong>ed</strong>ere al<strong>la</strong> copertura anche <strong>del</strong> disavanzo <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio a legis<strong>la</strong>zione vigente.5 Gava Antonio, “La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato. “Nuova rassegna di legis<strong>la</strong>zione,dottrina e giurisprudenza", 1989, n. 7-8, pag. 794 ss.6 Buscema Salvatore, in Enciclop<strong>ed</strong>ia <strong>del</strong> Diritto, vol. V, Mi<strong>la</strong>no 1998 pag. 315 e ss.


17In sintesi lo strumento <strong>del</strong><strong>la</strong> legge finanziaria, così come era <strong>stato</strong>concepito nel 1978, doveva riuscire a risolvere contemporaneamente almenoquattro problemi: copertura finanziaria non limitata all’anno, <strong>il</strong>raggruppamento di tutta <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione r<strong>il</strong>evante finanziariamente, unicità<strong>del</strong><strong>la</strong> fissazione per tutto l’esercizio <strong>del</strong> limite massimo al ricorso al mercatofinanziario, avere uno strumento di correzione degli andamenti <strong>del</strong><strong>la</strong> finanzapubblica.Tuttavia era diventata nel corso degli anni ‘80 un veicolo “comodo”nei contenuti in quanto unico strumento per poter stab<strong>il</strong>ire nei fatti qualsiasitipo di spesa, ricorrendo al<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re copertura <strong>del</strong>l’ampliamento <strong>del</strong>debito pubblico e garantito nei tempi di approvazione, in quanto agganciataal bi<strong>la</strong>ncio di previsione, per varare norme dal contenuto <strong>il</strong> più disparato eframmentato possib<strong>il</strong>e.Il tutto con un effetto diretto a carico <strong>del</strong>l’indebitamento in quantosolo <strong>la</strong> legge finanziaria e non anche <strong>la</strong> singo<strong>la</strong> legge ordinaria di spesapoteva trovare imm<strong>ed</strong>iata copertura ampliando <strong>il</strong> debito pubblico.Pertanto <strong>la</strong> situazione degli anni ’80 riproponeva per certi versi gliinconvenienti di quel<strong>la</strong> prec<strong>ed</strong>ente al 1978. Se è vero infatti che <strong>la</strong> singo<strong>la</strong>legge di spesa non poteva più finanziarsi direttamente con l’ampliamento<strong>del</strong>l’indebitamento, era altresì vero che una legge finanziaria, ipertrofica nelcontenuto e coperta quasi <strong>del</strong> tutto con indebitamento, sostanzialmenteperveniva agli stessi risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> situazione ante-1978.Non sussisteva in realtà una gran differenza tra un disegno di leggeche direttamente poteva trovare copertura sull’indebitamento (situazione finoal 1978) <strong>ed</strong> una legge finanziaria senza limiti contenutistici e che si coprivacon l’indebitamento (situazione a partire dal 1978). 77 Forte Clemente, La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio in Par<strong>la</strong>mento: strumenti e proc<strong>ed</strong>ure, <strong>ed</strong> scient.it,Napoli 1992, pag. 11 e ss.


18<strong>riforma</strong>.1.6 La legge 23 agosto 1988, n.362 <strong>ed</strong> i motivi <strong>del</strong><strong>la</strong>La decennale sperimentazione <strong>del</strong> nuovo sistema ha messo a nudole sue <strong>la</strong>cune, tanto che si è sentita <strong>la</strong> necessità di giungere ad una modifica<strong>del</strong><strong>la</strong> “468”, soprattutto a due fini. Innanzitutto per rendere maggiormentetassativo <strong>il</strong> rispetto dei principi costituzionali esistenti in materia di coperturafinanziaria.Tale esigenza era divenuta ancor più evidente dopo che le duecommissioni par<strong>la</strong>mentari per <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> istituzionale, <strong>del</strong> 1984 e <strong>del</strong> 1993-94, avevano proposto <strong>la</strong> modifica <strong>del</strong>l’articolo 81 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione,proprio con lo scopo di definire con puntualità e rigore i principi in materiadi copertura <strong>del</strong>le nuove spese, recependoli nel<strong>la</strong> Costituzione, in modo darenderli ineludib<strong>il</strong>i da parte <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore ordinario.In secondo luogo per limitare <strong>la</strong> drammatizzazione che si era creataintorno al<strong>la</strong> legge finanziaria, che era diventata sostanzialmente l’unicagrande legge <strong>del</strong>l’anno, nel<strong>la</strong> quale si accentravano tutte le manovreeconomiche <strong>del</strong> Governo e tutte le spinte corporative dei par<strong>la</strong>mentari e sul<strong>la</strong>quale si scaricavano tutte le pressioni di carattere politico dei fautori e deidetrattori <strong>del</strong><strong>la</strong> compagine governativa e di carattere economico dei portatoridegli interessi più vari.Da questo <strong>stato</strong> di cose è derivata, dunque, <strong>la</strong> legge 23 agosto 1988,n. 362, <strong>il</strong> cui scopo fondamentale da una parte è <strong>stato</strong> di riportare <strong>la</strong>“finanziaria” al suo ambito originario, pur tenendo conto <strong>del</strong><strong>la</strong> necessità disalvaguardare le esigenze di programmazione e di onnicomprensività <strong>del</strong><strong>la</strong>manovra e di rendere maggiormente rigorose le norme in tema di copertura<strong>del</strong>le nuove leggi di spesa.Il metodo seguito è <strong>stato</strong> quello di una <strong>riforma</strong> parziale, con <strong>la</strong>modifica o l’inserimento di alcune norme nel<strong>la</strong> struttura <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 468.Le innovazioni principali realizzate con <strong>la</strong> 362 sono le seguenti:


191 e<strong>la</strong>borazione di un documento di programmazione economicofinanziariacon lo scopo <strong>del</strong><strong>la</strong> fissazione di obiettivi annuali e pluriennali;2 definizione dei limiti contenutistici <strong>del</strong><strong>la</strong> legge finanziaria al fine <strong>del</strong>suo snellimento;3 definizione <strong>del</strong>le modalità di r<strong>ed</strong>azione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio pluriennaleprogrammatico;4 indicazione di modalità per <strong>la</strong> copertura finanziaria <strong>del</strong>le leggi dispesa al fine di evitare l’aggiramento <strong>del</strong> precetto di cui all’art. 81, quartocomma, <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione; 8Una <strong>del</strong>le norme più pregevoli è quel<strong>la</strong> contenuta nell’art. 2 <strong>del</strong><strong>la</strong>legge n. 362, quel<strong>la</strong> che sostituisce l’art. 2 <strong>del</strong> testo <strong>del</strong> 1978.Al comma nono <strong>del</strong> nuovo testo recante <strong>la</strong> disciplina <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio èdisposto che “con apposita norma <strong>del</strong><strong>la</strong> legge che approva <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio diprevisione <strong>del</strong>lo Stato è annualmente stab<strong>il</strong>ito, in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> indicazione<strong>del</strong> fabbisogno <strong>del</strong> settore statale l’importo massimo di emissione dei titolipubblici, in Italia e all’estero, al netto di quelli da rimborsare”.Il principio è fortemente innovativo, in quanto stab<strong>il</strong>isce che nel<strong>la</strong>legge di bi<strong>la</strong>ncio deve essere fissato un tetto all’emissione <strong>del</strong> debitopubblico statale in corso di anno e stab<strong>il</strong>isce, inoltre, che tale determinazioneè effettuata avendo come riferimento <strong>il</strong> fabbisogno <strong>del</strong> settore statale.La trasformazione apportata dal<strong>la</strong> legge n. 362 è densa di significatisotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o politico-economico.Basti pensare che nel<strong>la</strong> prec<strong>ed</strong>ente disciplina si richi<strong>ed</strong>eva <strong>la</strong> leggecome necessario fondamento <strong>del</strong> potere di emissione <strong>del</strong> debito pubblico am<strong>ed</strong>io-lungo termine.Singole emissioni di titoli <strong>del</strong> debito pubblico erano espressamenteautorizzate da leggi speciali adottate di volta in volta.L’emissione dei titoli <strong>del</strong> debito fluttuante (in partico<strong>la</strong>re i BOT) erainvece prevista dal<strong>la</strong> legge di bi<strong>la</strong>ncio, ma si riteneva che i BOT dovessero8 Giuseppone Vittorio, La legge 23 agosto 1988, n. 382 al<strong>la</strong> luce <strong>del</strong>le prime esperienze applicative.“Il Consiglio di Stato”, 1990, n. 4, pt.II, pag. 779-781.


20essere destinati soltanto al<strong>la</strong> copertura dei temporanei squ<strong>il</strong>ibri che siverificavano all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione di cassa durante l’anno finanziario.Con <strong>la</strong> legge finanziaria <strong>del</strong> 1981 venne stab<strong>il</strong>ito <strong>il</strong> limite massimo deiBOT che <strong>il</strong> Tesoro aveva facoltà di emettere nel corso <strong>del</strong>l’esercizio. Insostanza i BOT rimanevano uno strumento di tesoreria cui far ricorsosoltanto per esigenze temporanee mentre <strong>il</strong> debito pubblico per eccellenzaera ritenuto quello a m<strong>ed</strong>io-lungo termine.Fino al<strong>la</strong> legge n. 362 <strong>del</strong> 1988 <strong>il</strong> potere di indebitamento era in variomodo collegato al bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato e in partico<strong>la</strong>re ai risultati previsti <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio stesso, ritenendosi l’indebitamento stesso funzionale al<strong>la</strong> coperturadei disavanzi di bi<strong>la</strong>ncio.Il nuovo testo <strong>del</strong>l’art. 2, invece, introduce una fondamentale aperturain quanto considera l’indebitamento pubblico in funzione di una variab<strong>il</strong>e cheè stata presa in considerazione dai documenti di politica economica ma chefinora ha avuto scarsa r<strong>il</strong>evanza giuridica: <strong>il</strong> fabbisogno.E’ fabbisogno <strong>la</strong> quantità di risorse monetarie o finanziarienecessaria per colmare un vuoto di cassa fra due flussi opposti di incassi epagamenti.In sostanza <strong>la</strong> nuova norma al<strong>la</strong>rga l’orizzonte finanziario e inquadracorrettamente l’emissione <strong>del</strong> debito come uno strumento per <strong>la</strong> copertura<strong>del</strong> fabbisogno preso nel suo complesso.Fino al 1988 rimaneva fondamentale, anche nel<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio, <strong>la</strong> suddivisione fra indebitamento a breve e indebitamento di bi<strong>la</strong>ncioa m<strong>ed</strong>io-lungo termine.La nuova norma non fa distinzione fra indebitamento a breve eindebitamento a m<strong>ed</strong>io-lungo termine e l’espressione “titoli pubblici” vainterpretata come comprensiva di ogni tipo di debito a qualsiasi specieappartenga.Fino al 1988 <strong>la</strong> situazione era caratterizzata da un certo grado divinco<strong>la</strong>tività, nel senso che <strong>il</strong> Tesoro trovava limiti quantitativi inderogab<strong>il</strong>inel<strong>la</strong> legge finanziaria per quanto riguarda l’emissione dei titoli a m<strong>ed</strong>io-lungo


21termine <strong>ed</strong> era vinco<strong>la</strong>to dalle disposizioni <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio per quanto riguardal’emissione dei BOT.Dopo <strong>la</strong> previsione <strong>del</strong> 1988, <strong>il</strong> margine di scelta <strong>del</strong> Tesoro si èampliato, nel senso che, mantenendosi all’interno <strong>del</strong> limite quantitativostab<strong>il</strong>ito in bi<strong>la</strong>ncio ha ampia scelta se far ricorso a strumenti diindebitamento a breve o a m<strong>ed</strong>io-lungo tempo.Scelta che va operata sul<strong>la</strong> base di valutazioni di convenienzafinanziaria <strong>del</strong> Tesoro stesso o di politica economica e monetaria. 9La legge finanziaria, in quanto legge sostanziale era tenuta siaall’osservanza <strong>del</strong> precetto costituzionale concernente <strong>la</strong> copertura <strong>del</strong>lenuove e maggiori spese sia ai criteri fissati dall’art. 4, ottavo comma, <strong>del</strong><strong>la</strong>legge n. 468 <strong>del</strong> 1978.In partico<strong>la</strong>re, con <strong>la</strong> legge finanziaria non si potevano introdurrenuove spese, connesse ad innovazioni legis<strong>la</strong>tive, riferite ad un arcopluriennale, poiché sua precipua attribuzione era di modificare <strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zioneunicamente per quelle norme finalizzate al<strong>la</strong> manovra economica di breveperiodo.In ordine, poi, all’indicazione <strong>del</strong> livello massimo di ricorso almercato, che al<strong>la</strong> legge finanziaria stessa competeva ex art. 11 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge468, era <strong>stato</strong> r<strong>il</strong>evato, in base ad una corretta interpretazione <strong>del</strong><strong>la</strong> ratiolegis, che “<strong>la</strong> determinazione <strong>del</strong> limite massimo di ricorso al mercato puòcostituire <strong>il</strong> fondamento <strong>del</strong><strong>la</strong> copertura <strong>del</strong>le spese <strong>del</strong>iberate con <strong>la</strong> leggefinanziaria, a condizione che <strong>il</strong> livello <strong>del</strong> deficit spending ritenuto compatib<strong>il</strong>e,sia fissato ex ante e non sia modificab<strong>il</strong>e in corso di esercizio”.Ne consegue che i principi posti a fondamento <strong>del</strong>l’art. 4, ottavocomma, vanno intesi nel senso che <strong>la</strong> copertura di nuove spese correntidisposte dal<strong>la</strong> legge finanziaria, deve essere garantita, comunque, entro imargini di ampliamento reale <strong>del</strong> risparmio pubblico.9 Zaccaria Francesco. Decisione di bi<strong>la</strong>ncio e limiti all’emissione <strong>del</strong> debito pubblico nel<strong>la</strong> legge n.362 <strong>del</strong> 1988. “Saggi in onore <strong>del</strong> cinquantenario <strong>del</strong> riordinamento <strong>del</strong><strong>la</strong> Ragioneria generale<strong>del</strong>lo Stato e <strong>del</strong><strong>la</strong> istituzione dei servizi ispettivi di finanza”. Roma, 1991, pagg. 513-530.


22Per le spese in conto capitale, invece, limitatamente al primo triennio,<strong>la</strong> s<strong>ed</strong>e di riscontro è rappresentata dal bi<strong>la</strong>ncio pluriennale programmatico,mentre per gli esercizi successivi occorre indicare, in maniera puntuale erigorosa, i mezzi di copertura.Un’interpretazione diversa di tali principi, che consideri l’indicazione<strong>del</strong> limite massimo di ricorso al mercato finanziario come elemento idoneo adassolvere l’obbligo di cui al quarto comma <strong>del</strong>l’art. 81 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzioneporta, invece, a riconoscere cittadinanza nel nostro ordinamento ad untertium genus di legge di spesa, sottratto da un <strong>la</strong>to, all’osservanza<strong>del</strong>l’ultimo comma <strong>del</strong>l’art. 81 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione e, dall’altro, al disposto <strong>del</strong>terzo comma <strong>del</strong>lo stesso art. 81.Ciò legittima l’assunto secondo <strong>il</strong> quale <strong>la</strong> legge finanziaria è siveicolo normativo idoneo a costituirsi quale mezzo per l’inserimento di nuovee maggiori spese incidenti sia sul primo anno che sul triennio, ma ciò non <strong>la</strong>esime dal rispetto <strong>del</strong>l’obbligo di cui al quarto comma <strong>del</strong>l’art. 81 <strong>del</strong><strong>la</strong>Costituzione che le impone di specificare in modo autonomo i mezzi idonei afronteggiare l’eventuale onere derivante dal<strong>la</strong> manovra da essa disposta.Nata, pertanto, per riequ<strong>il</strong>ibrare <strong>la</strong> finanza pubblica ha finitoparadossalmente essa stessa con l’aggravare sbi<strong>la</strong>nci e disavanzi,riducendosi ad un insieme di misure sganciate da un qualsiasi collegamentocon una programmazione <strong>del</strong>le esigenze future. 1010 Gava Antonio, La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, “Nuova rassegna di legis<strong>la</strong>zione,dottrina e giurisprudenza”, 1989, n.9-10, pag. 1008 e ss.


23Cap. 2LA STRUTTURA DEL BILANCIO DELLOSTATO SECONDO LA NORMATIVAPREVIGENTE ALLA RIFORMA DEL1997


242.1 La struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale di previsioneCosì, come stab<strong>il</strong>ito dal<strong>la</strong> legge 5 agosto 1978, n. 468 (art. 1), <strong>il</strong>bi<strong>la</strong>ncio annuale contiene previsioni di “competenza” integrate da previsionidi “cassa”.Nel primo caso – <strong>la</strong> competenza – <strong>la</strong> dotazione <strong>del</strong> capitolo è quel<strong>la</strong>corrispondente al livello <strong>del</strong>le entrate che si prev<strong>ed</strong>e di accertare e di speseche si prev<strong>ed</strong>e di impegnare nel corso <strong>del</strong>l’esercizio.Sul versante <strong>del</strong>le entrate gli accertamenti equivalgono al complesso<strong>del</strong>le prestazioni pecuniarie esigib<strong>il</strong>i da parte <strong>del</strong>lo Stato; sul versante <strong>del</strong>lespese gli stanziamenti costituiscono <strong>il</strong> limite giuridico <strong>del</strong>le obbligazionipecuniarie che lo Stato può impegnarsi ad assumere, creando diritti in capoad enti diversi dallo Stato o privati cittadini.La cassa è invece, sul versante <strong>del</strong>le spese, l’autorizzazione massimaad avvalersi <strong>del</strong>le risorse dei capitoli in un determinato anno; sul versante<strong>del</strong>le entrate essa costituisce una stima re<strong>la</strong>tiva all’effettivo gettito previsto.Le autorizzazioni di cassa sono parametrate sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong> massaspendib<strong>il</strong>e o acquisib<strong>il</strong>e costituita dalle dotazioni di competenza e dai residui(cioè somme rimaste da acquisire o da spendere negli anni prec<strong>ed</strong>enti).Ogni capitolo reca quindi due cifre vicine: l’una equivalente al limitemassimo degli impegni giuridici che possono essere presi nell’anno; l’altraequivalente al limite massimo <strong>del</strong>le risorse che possono essereeffettivamente ut<strong>il</strong>izzate.Le due cifre divergono anche in considerazione <strong>del</strong> fatto che è spessodiffic<strong>il</strong>e perfezionare le proc<strong>ed</strong>ure fino ad arrivare all’effettivo impiego <strong>del</strong>lerisorse.L’art. 2 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 468, come sostituito dal<strong>la</strong> legge n. 362/1988,stab<strong>il</strong>isce che <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale di previsione indichi per ciascun capitolo dientrata e di spesa:- l’ammontare presunto dei residui attivi e passivi di competenza al<strong>la</strong>chiusura <strong>del</strong>l’esercizio prec<strong>ed</strong>ente;


25- l’ammontare <strong>del</strong>le entrate che si prev<strong>ed</strong>e di accertare e <strong>del</strong>le speseche si prev<strong>ed</strong>e di impegnare nell’esercizio;- l’ammontare <strong>del</strong>le entrate che si prev<strong>ed</strong>e di riscuotere e <strong>del</strong>le speseche si prev<strong>ed</strong>e di pagare nell’esercizio, senza distinzione fra operazioni inconto competenza e in conto residui. Ossia <strong>la</strong> previsione di cassa. Essanon può superare <strong>la</strong> competenza annuale accresciuta dei residui, mentrepuò essere inferiore.Si intendono per incassate le somme versate in tesoreria e per pagatele somme erogate dal<strong>la</strong> tesoreria.Il bi<strong>la</strong>ncio annuale di previsione è costituito (art. 2, co. 3, legge n.468/78, come sostituito dal<strong>la</strong> legge n. 362/1988) dallo <strong>stato</strong> di previsione<strong>del</strong>l’entrata, dagli stati di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa di ogni Ministero, con leallegate appendici dei bi<strong>la</strong>nci <strong>del</strong>le aziende <strong>ed</strong> amministrazioni autonome, <strong>ed</strong>al quadro generale riassuntivo.Gli stati di previsione costituiscono i documenti contab<strong>il</strong>i ai quali sideve conformare l’attività amministrativa di ciascun Ministero nel corso<strong>del</strong>l’anno finanziario cui si riferisce <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio.Essi registrano, infatti gli stanziamenti di spesa e le previsioni dientrata su cui deve basarsi <strong>la</strong> gestione annuale.Per le spese viene pr<strong>ed</strong>isposto uno <strong>stato</strong> di previsione per ciascunMinistero; per le entrate, invece, si r<strong>ed</strong>ige una tabel<strong>la</strong> unica.Ciascuno <strong>stato</strong> di previsione è <strong>il</strong>lustrato da una apposita Notapreliminare nel<strong>la</strong> quale sono indicati i criteri adottati per <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione<strong>del</strong>le previsioni.Si compone generalmente di due parti: <strong>la</strong> prima è di caratterecontab<strong>il</strong>e, <strong>la</strong> seconda, invece, dà conto <strong>del</strong>le linee di politica<strong>del</strong>l’Amministrazione.La parte contab<strong>il</strong>e <strong>del</strong><strong>la</strong> Nota <strong>il</strong>lustra l’ammontare <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio dicompetenza posto a raffronto con <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio iniziale <strong>del</strong>l’esercizioprec<strong>ed</strong>ente e con le previsioni assestate <strong>del</strong>lo stesso; <strong>ed</strong> in secondo luogo<strong>la</strong> consistenza presunta dei residui cioè le previsioni re<strong>la</strong>tive allo stock di


26residui che risulterà in essere all’inizio <strong>del</strong>l’esercizio cui si riferisce <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>nciopresentato.La seconda parte <strong>del</strong><strong>la</strong> Nota, re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> politica <strong>del</strong>l’Amministrazione,<strong>il</strong>lustra le linee cui si è ispirata <strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione <strong>del</strong>lo <strong>stato</strong> di previsione e mettein luce gli eventi maggiormente significativi <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione finanziaria: daidati re<strong>la</strong>tivi alle leggi in scadenza, agli obiettivi <strong>ed</strong> alle priorità seguiti nel<strong>la</strong>richiesta di risorse.Nel<strong>la</strong> nota preliminare degli stati di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa vengono<strong>il</strong>lustrati i criteri adottati per <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong>le previsioni e, in partico<strong>la</strong>re,quelli ut<strong>il</strong>izzati per le previsioni re<strong>la</strong>tive ai capitoli di spesa corrente riferiti aspese non obbligatorie.Nel<strong>la</strong> Nota preliminare <strong>del</strong>lo <strong>stato</strong> di previsione <strong>del</strong>l’entrata sonospecificatamente <strong>il</strong>lustrati i criteri per <strong>la</strong> previsione <strong>del</strong>le entrate re<strong>la</strong>tive alleprincipali imposte e tasse.Nel<strong>la</strong> m<strong>ed</strong>esima Nota sono indicate le conseguenze finanziarie, intermini di perdita di gettito, per <strong>il</strong> periodo compreso nel bi<strong>la</strong>ncio pluriennale,di ogni disposizione introdotta nel corso <strong>del</strong>l’esercizio avente per oggettoagevo<strong>la</strong>zioni fiscali.


272.2 Gli stati di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong> SpesaCiascuno <strong>stato</strong> di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa costituisce <strong>il</strong> documento,riferito al singolo Ministero, che indica i limiti entro i quali possono essereimpegnate <strong>ed</strong> erogate le spese che prec<strong>ed</strong>enti leggi hanno disposto.La legge n. 468/78 stab<strong>il</strong>isce che le spese <strong>del</strong>lo Stato vanno ripartite,nel bi<strong>la</strong>ncio di previsione, come segue:- in titoli, secondo <strong>la</strong> destinazione economica, cioè a seconda che siano dipertinenza <strong>del</strong><strong>la</strong> parte corrente (o di funzionamento e mantenimento) o <strong>del</strong><strong>la</strong>parte in conto capitale (o di investimento), ovvero riguardano <strong>il</strong> rimborso deiprestiti;- in rubriche, secondo l’organo che amministra <strong>la</strong> spesa o ai cui servizi siriferiscono gli oneri re<strong>la</strong>tivi;- in categorie, secondo l’analisi economica;- in capitoli, secondo <strong>il</strong> rispettivo oggetto;- in sezioni, secondo l’analisi funzionale.La prima e più importante partizione è , dunque, quel<strong>la</strong> che fariferimento ai titoli. Si hanno per le spese, tre titoli:Titolo I – Spese correnti - considera i movimenti finanziari attinenti al<strong>la</strong>produzione e al funzionamento dei normali servizi <strong>del</strong>lo StatoTitolo II – Spese in conto capitale – comprende le spese diinvestimento attinenti all’acquisizione , costruzione, trasformazione di beniidonei al<strong>la</strong> produzione <strong>del</strong> r<strong>ed</strong>dito; le spese per <strong>la</strong> ricerca scientifica; quell<strong>ed</strong>irette a finanziare attività produttive. Quanto non rientrante tra questespese viene collocato tra <strong>la</strong> parte corrente.Titolo III – Rimborso di prestiti – sono tutte raccolte nel solo <strong>stato</strong> diprevisione <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> tesoro competente ad amministrare i prestiti<strong>del</strong>lo Stato.All’interno di ogni titolo, <strong>la</strong> spesa è organizzata secondo <strong>la</strong>c<strong>la</strong>ssificazione amministrativa, è cioè suddivisa in rubriche, numerateprogressivamente, secondo l’organo che amministra le spese o ai cuiservizi si riferiscono.


28La c<strong>la</strong>ssificazione amministrativa – che rappresenta, con quel<strong>la</strong>economica e quel<strong>la</strong> funzionale, uno dei tre aspetti nei quali le spesevengono esposte in bi<strong>la</strong>ncio – si concretizza, nell’ambito di ciascunMinistero, nel<strong>la</strong> divisione <strong>del</strong>le spese per rubriche in corrispondenza con <strong>la</strong>ripartizione dei Ministeri in direzioni generali o unità amministrativeequivalenti.Le rubriche variano quindi a seconda dei diversi stati di previsione,cioè dei diversi Ministeri.Per ciascun titolo di spesa, e partitamente per ciascuna rubrica, icapitoli di spesa sono poi ordinati per categorie, secondo <strong>la</strong> loro naturaeconomica.Tale ripartizione mira ad attuare un’analisi degli oneri nel riflessoeconomico, ponendo così in risalto <strong>il</strong> contenuto economico-sociale <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio statale.All’interno <strong>del</strong>le citate ripartizioni, le spese sono infine ripartite incapitoli, secondo <strong>il</strong> rispettivo oggetto.Il capitolo rappresenta l’unità elementare <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio: è <strong>il</strong> titologiuridico <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa (o <strong>del</strong>l’entrata) <strong>ed</strong> è dotato <strong>del</strong>le risorse finanziarie daspendere (o acquisire) in re<strong>la</strong>zione ad una determinata finalità.Esso ha r<strong>il</strong>evanza non solo per ciò che riflette l’importo <strong>del</strong>lostanziamento, ma altresì per quanto attiene al<strong>la</strong> sua denominazione.La ripartizione in capitoli <strong>del</strong><strong>la</strong> materia che forma oggetto <strong>del</strong><strong>la</strong>previsione, non ha soltanto importanza contab<strong>il</strong>e, ma ha essenzialmentevalore giuridico, in quanto rappresenta <strong>il</strong> vincolo posto dal potere legis<strong>la</strong>tivoall’azione <strong>del</strong> Governo nell’esercizio <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio.I singoli stati di previsione sono votati non solo nel loro complesso, macapitolo per capitolo.L’ultimo livello di c<strong>la</strong>ssificazione è quello funzionale: si tratta tuttavia, diuna c<strong>la</strong>ssificazione esterna al<strong>la</strong> struttura degli stati di previsione <strong>del</strong><strong>la</strong>spesa.L’analisi funzionale <strong>del</strong>le spese, realizzata attraverso <strong>la</strong> ripartizione persezioni, pone in r<strong>il</strong>ievo l’entità degli oneri di bi<strong>la</strong>ncio inerenti a ciascuna


29funzione, cioè a ciascuna attività fondamentale che lo Stato svolgeindipendentemente dagli organi amministrativi competenti.La ripartizione per funzioni riflette dunque, almeno in via indicativa, gliscopi e le finalità che lo Stato stesso persegue, che sono andatiampliandosi nel corso degli anni.


302.3 Lo <strong>stato</strong> di previsione <strong>del</strong>l’entrataNello <strong>stato</strong> di previsione <strong>del</strong>l’entrata trovano considerazione tutti icespiti di natura erariale, parafiscale e amministrativa che, sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong>normativa vigente, lo Stato è autorizzato ad accertare e a riscuotere.Le entrate sono ripartite nel modo seguente:- in titoli, secondo <strong>la</strong> provenienza- in categorie, secondo <strong>la</strong> natura dei cespiti;- in rubriche, secondo l’organo al quale ne è affidato l’accertamento;- in capitoli, secondo <strong>il</strong> rispettivo oggetto.La suddivisione in titoli <strong>del</strong>le entrate è stata disposta dall’art. 6 <strong>del</strong><strong>la</strong>legge n. 478/1978:Titolo I – Entrate tributarie – sono considerate le entrate di naturafiscaleTitolo II – entrate extra-tributarie – sono tutti i proventi diversi da quellidi carattere fiscale, che non incidono sul patrimonio <strong>del</strong>lo Stato, néattraverso l’alienazione e l’ammortamento di beni patrimoniali <strong>ed</strong> <strong>il</strong> rimborsodi cr<strong>ed</strong>iti, né attraverso l’accensione di nuovi prestiti.Titolo III – entrate provenienti da alienazione <strong>ed</strong> ammortamento dibeni patrimoniali e da riscossione di cr<strong>ed</strong>iti – sono considerati gli introitiaventi diretta incidenza sul patrimonio <strong>del</strong>lo Stato, siano essi espressione ditransizione di carattere finanziario, quali <strong>la</strong> dismissione di beni patrimoniali,l’affrancazione di canoni <strong>ed</strong> <strong>il</strong> rimborso di anticipazioni e cr<strong>ed</strong>iti vari <strong>del</strong>Tesoro.Si tratta, in questi tre casi, di entrate finali, cioè di mezzi finanziariacquisiti al bi<strong>la</strong>ncio per <strong>il</strong> conseguimento <strong>del</strong>le finalità che lo Stato sipropone.Nel Titolo IV – entrate provenienti da accensione di prestiti – sono leentrate strumentali, cioè le entrate provenienti dall’accensione di prestiti,che riguardano, ovviamente, solo <strong>il</strong> debito pubblico contratto nell’anno diesercizio.


31Il raggruppamento <strong>del</strong>le entrate in rubriche è effettuato, per ognicategoria, in rapporto agli organi cui ne è affidato l’accertamento. Le singolerubriche sono, quindi, contraddistinte dal<strong>la</strong> denominazione <strong>del</strong>leAmministrazioni centrali competenti per materia, tra le quali rivestonofondamentale importanza l’amministrazione <strong>del</strong>le finanze e quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>tesoro.


322.4 Il quadro generale riassuntivoIl carattere unitario <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio statale trova concreta espressione nelquadro generale riassuntivo che reca l’esposizione <strong>del</strong>le risultanzecomplessive <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale e triennale.E’ presentato in due versioni, con riferimento, rispettivamente, all<strong>ed</strong>otazioni di competenza e a quelle di cassa, e in esso, oltre ai dati disintesi, è data indicazione dei seguenti risultati differenziali:a) risparmio pubblico: questo risultato emerge dal<strong>la</strong> differenza tra <strong>il</strong> totale<strong>del</strong>le entrate tributarie <strong>ed</strong> extra-tributarie (i primi due titoli <strong>del</strong>l’entrata) <strong>ed</strong> <strong>il</strong>totale <strong>del</strong>le spese correnti (<strong>il</strong> primo titolo <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa). La r<strong>il</strong>evanza <strong>del</strong> saldoè costituita dal<strong>la</strong> sua capacità di dar conto <strong>del</strong><strong>la</strong> sufficienza o meno <strong>del</strong>leentrate correnti a coprire le spese correnti;b) l’indebitamento o accr<strong>ed</strong>itamento netto: è espressivo <strong>del</strong> risultatodifferenziale tra tutte le entrate e le spese, escluse le operazioni riguardant<strong>il</strong>e partecipazioni azionarie e i conferimenti, nonché <strong>la</strong> concessione eriscossione di cr<strong>ed</strong>iti e l’accensione e rimborso di prestiti. Esso rappresenta<strong>il</strong> disavanzo in senso proprio, in quanto evidenzia <strong>il</strong> risultato complessivo<strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio al netto di tutte le operazioni di natura cr<strong>ed</strong>itizia;c) saldo netto da finanziare: esprime <strong>il</strong> risultato differenziale <strong>del</strong>le operazionifinali, rappresentate da tutte le entrate e spese, escluse le operazioni diaccensione e di rimborso di prestiti. Mettendo a confronto le entrate finali (iprimi tre titoli <strong>del</strong>l’entrata) con le spese finali (i primi due titoli <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa)emerge <strong>il</strong> dato desiderato: l’indicazione di quanto nell’anno si prev<strong>ed</strong>e didover acquisire dal mercato, attraverso operazioni finanziarie e monetarie.Esso esprime in sostanza quello che in gergo si usa designare come “<strong>il</strong>fabbisogno complessivo”;d) ricorso al mercato: esprime <strong>il</strong> risultato differenziale tra <strong>il</strong> totale <strong>del</strong>leentrate finali <strong>ed</strong> <strong>il</strong> totale <strong>del</strong>le spese, rappresenta <strong>il</strong> fabbisogno lordo; adesso normalmente si fa riferimento allorché nel linguaggio comune si par<strong>la</strong>di “disavanzo”. Esso esprime <strong>il</strong> livello di insufficienza <strong>del</strong>le complessiverisorse normali (rappresentate dai primi tre titoli <strong>del</strong>l’entrata) a far fronte al


33totale complessivo <strong>del</strong>le spese statali e, conseguentemente, <strong>il</strong> livello<strong>del</strong>l’indebitamento cui ricorrere. 1111 Barettoni Arleri Alberto, in Enciclop<strong>ed</strong>ia Giuridica, vol. V, Roma, 1991 pag. 1 ss


342.5 Il bi<strong>la</strong>ncio pluriennale programmaticoIl bi<strong>la</strong>ncio “a legis<strong>la</strong>zione vigente” viene presentato anche in versionetriennale, in forma peraltro più aggregata, cioè non per singoli capitoli, maper titoli e categorie economiche con l’individuazione, nell’ambito di questeultime, dei trasferimenti verso i principali settori <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa decentrata.La legge n. 468/1978 ha richiesto, inoltre, <strong>la</strong> presentazione di unbi<strong>la</strong>ncio in versione pluriennale (triennale) “programmatica”, menodettagliata, comprensiva <strong>del</strong><strong>la</strong> manovra triennale che <strong>il</strong> Governo intendeperseguire e che, una volta approvata serve come riscontro <strong>del</strong>le risorseut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i (cioè <strong>del</strong><strong>la</strong> copertura).L’art. 4 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 468/1978, come sostituito dal<strong>la</strong> legge n.362/1988, ha previsto dunque <strong>la</strong> presentazione dei conti triennali in unaduplice versione: a) a legis<strong>la</strong>zione vigente; b) programmatica. Entrambe leversioni sono r<strong>ed</strong>atte in termini di so<strong>la</strong> competenza.Il bi<strong>la</strong>ncio pluriennale non comporta alcuna autorizzazione a riscuoterele entrate <strong>ed</strong> eseguire le spese e viene ogni anno approvato perscorrimento; perciò <strong>la</strong> funzione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio pluriennale differisceprofondamente da quel<strong>la</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale: le sue caratteristiche disintesi e di modificab<strong>il</strong>ità ne fanno uno strumento non idoneo a definirevinco<strong>la</strong>tivamente obblighi giuridici, bensì a indicare obiettivi e limiti<strong>del</strong>l’azione pubblica, <strong>del</strong>ineando quel<strong>la</strong> che dovrebbe essere <strong>la</strong> manovraeconomica di m<strong>ed</strong>io termine, impostata dal Governo e accolta inPar<strong>la</strong>mento.Il bi<strong>la</strong>ncio pluriennale in entrambe le versioni, viene r<strong>ed</strong>atto incoerenza con le regole e gli obiettivi indicati nel documento diprogrammazione economico-finanziaria e traduce in termini contab<strong>il</strong>i leregole di adeguamento <strong>del</strong>le entrate e <strong>del</strong>le spese pubbliche <strong>del</strong>iberate con<strong>il</strong> documento di programmazione economico-finanaziaria.Pertanto solo <strong>il</strong> primo anno <strong>del</strong> “pluriennale a legis<strong>la</strong>zione vigente”presenta degli allegati di entrata e di spesa e dei saldi differenziali identici aquelli <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale.


35Viceversa <strong>il</strong> programmatico manterrà una sua autonomia proprio inquanto serve a misurare l’eventuale “distanza contab<strong>il</strong>e” tra gli obiettivitriennali <strong>del</strong><strong>la</strong> manovra e <strong>la</strong> realtà dei conti statali quale emerge al termine<strong>del</strong><strong>la</strong> “sessione di bi<strong>la</strong>ncio”. 1212 Dossier Provv<strong>ed</strong>imento. “La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato A.C. 2732” n. 178 XIIIlegis<strong>la</strong>tura, novembre 1996, Camera dei deputati, Servizio Studi.


36Cap. 3LA RIFORMA DELLA STRUTTURA DELBILANCIODELLO STATO: legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997, n. 94


373.1. Considerazioni generaliIn questi ultimi anni e in special modo dopo i numerosi intervent<strong>il</strong>egis<strong>la</strong>tivi che hanno introdotto regole innovative negli enti territoriali e nellestrutture ministeriali, anche <strong>la</strong> gestione contab<strong>il</strong>e e l'organizzazion<strong>ed</strong>irezionale <strong>del</strong>lo Stato hanno subito cambiamenti di r<strong>il</strong>ievo.Sembrava che <strong>la</strong> tendenza al cambiamento fosse limitata: mentre <strong>il</strong>resto <strong>del</strong> settore pubblico subiva un interessante processo di cambiamento,<strong>la</strong> più artico<strong>la</strong>ta organizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica amministrazione restavainalterata con un impianto normativo di tipo tradizionale.Sembrava, cioè, che tutto potesse cambiare, ma non <strong>la</strong> conduzionefinanziaria e l’organizzazione amministrativa <strong>del</strong>lo Stato. Se ciò fosseaccaduto, sarebbe risultato quanto meno anacronistico in un panoramapubblico in rapido mutamento.Il non prospettare ipotesi di cambiamento anche per lo Stato potevasignificare accentuare le differenze di comportamento tra gli organi <strong>del</strong><strong>governo</strong> centrale e quelli che operano nelle strutture periferiche o nelleaziende pubbliche nazionali.La mancata <strong>riforma</strong> contab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>lo Stato avrebbe comportato <strong>la</strong>rinuncia anticipata ad un sistema di r<strong>il</strong>evazione gestionale orientato amisurare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità di ogni Ministero o di tutta <strong>la</strong>pubblica amministrazione.Nel disegno di <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> 1988 <strong>il</strong> “processo di bi<strong>la</strong>ncio” si apre con <strong>il</strong>documento di programmazione economico-finanziaria, i cui contenutiprevalenti riguardano <strong>il</strong> ruolo <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio come strumento <strong>del</strong><strong>la</strong> politicaeconomica generale: <strong>la</strong> legge prev<strong>ed</strong>e anche che <strong>il</strong> Documento diprogrammazione economico-finanziaria (DPEF) definisca “gli indirizzi per gliinterventi anche di settori collegati al<strong>la</strong> manovra finanziaria”.Questi contenuti possib<strong>il</strong>i <strong>del</strong> DPEF non sono tuttavia mai stati riempiti,se non in termini estremamente generici.Il compito di aprire <strong>il</strong> percorso di formazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio è <strong>stato</strong> affidato,nel<strong>la</strong> prassi, ad una annuale circo<strong>la</strong>re <strong>del</strong> Tesoro caratterizzata dal<strong>la</strong> netta


38prevalenza di indicazioni contab<strong>il</strong>i, priva di termini di riferimentoprogrammatici e funzionali.Ne scaturisce un confronto fra singole amministrazioni centrali eragioneria generale che si fonda essenzialmente su criteri incrementali e suparametri correttivi desunti da indicatori contab<strong>il</strong>i (capacità di impegno,rapporto tra impegni e pagamenti, situazione dei residui…).Di questa fase <strong>del</strong> processo di bi<strong>la</strong>ncio non si occupano, in sostanza, iministri, <strong>il</strong> cui ruolo sembra entrare in gioco solo per <strong>la</strong> manovra affidata al<strong>la</strong>finanziaria <strong>ed</strong> ai collegati o per un supplemento di contrattazione sull’entità dialcuni stanziamenti più r<strong>il</strong>evanti.La legge 94/97 modifica sostanzialmente questo percorso.L’art. 4 bis <strong>del</strong><strong>la</strong> legge 468 modificata fa partire <strong>il</strong> proc<strong>ed</strong>imento diformazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio da “schemi degli stati di previsione” formu<strong>la</strong>ti daiministri; in questi documenti sono indicati, anche su proposta dei dirigentiresponsab<strong>il</strong>i “gli obiettivi <strong>ed</strong> i programmi di ciascun dicastero”. Il confrontocon <strong>il</strong> Ministro <strong>del</strong> Tesoro avviene sul<strong>la</strong> base di una valutazione deiprogrammi e dei progetti posti a base <strong>del</strong>lo schema <strong>del</strong>lo <strong>stato</strong> di previsione <strong>ed</strong>egli oneri <strong>del</strong>le funzioni e dei servizi istituzionali, con riferimento al nuovobi<strong>la</strong>ncio politico per unità previsionali. In sostanza si adotta un meccanismodi programmazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio da fondare su metodi di valutazione ex ant<strong>ed</strong>egli obiettivi, <strong>del</strong>le funzioni, degli strumenti <strong>del</strong>le politiche e non sucorrezioni incrementali degli andamenti tendenziali. 13I rapidi mutamenti che negli ultimi decenni hanno caratterizzatol’economia e <strong>la</strong> società civ<strong>il</strong>e richi<strong>ed</strong>ono un adeguamento <strong>del</strong>l’azione <strong>del</strong>loStato, che deve essere in grado di affrontare le nuove sfide poste dalprocesso di apertura al resto <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> sistema economico e finanziarioe quindi di rinnovare <strong>il</strong> proprio modo di operare.I cambiamenti non riguardano solo l’Italia: nel<strong>la</strong> maggior parte dei paesieuropei, infatti <strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, pur partendo da livelli di13 Manin Carrabba Presidente Sez. corte dei Conti responsab<strong>il</strong>e Bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato “Lanuova disciplina <strong>del</strong>le proc<strong>ed</strong>ure e <strong>del</strong><strong>la</strong> struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato” in AziendaPubblica n. 3/1998.


39efficienza per diversi aspetti non comparab<strong>il</strong>i con quelli che si riscontrano nelnostro paese, è impegnata a realizzare un mo<strong>del</strong>lo di comportamentoorientato, nell’ambito di un processo di derego<strong>la</strong>mentazione e diarretramento in favore <strong>del</strong> privato, al miglioramento <strong>del</strong>l’attivitàamministrativa e dei servizi offerti al<strong>la</strong> collettività, al razionale ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>lerisorse finanziarie, al<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong> management pubblico: tuttociò implica anche <strong>la</strong> diffusione <strong>del</strong><strong>la</strong> cultura e dei mo<strong>del</strong>li di controllo deirisultati.In Italia, <strong>la</strong> complessa trasformazione <strong>del</strong>l’attività amministrativa si èavviata concretamente nei primi anni novanta con <strong>la</strong> legge <strong>del</strong>ega n.421/1992.Il percorso è noto e si è dipanato attraverso una serie quasi ininterrottadi provv<strong>ed</strong>imenti, tra i quali assumono partico<strong>la</strong>re r<strong>il</strong>evanza <strong>la</strong> legge Ciampi di<strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato e i cosiddetti provv<strong>ed</strong>imenti Bassanini sul<strong>la</strong><strong>riforma</strong> amministrativa.La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato è un punto centrale per qualsiasirevisione <strong>del</strong>le regole <strong>del</strong><strong>la</strong> costituzione fiscale. I progressi compiuti negliultimi anni nel ridimensionamento dei disavanzi di bi<strong>la</strong>ncio hanno consentitodapprima di rallentare e quindi di arrestare <strong>la</strong> fase di crescita <strong>del</strong> peso <strong>del</strong>debito pubblico, con riflessi positivi sull’andamento <strong>del</strong>l’inf<strong>la</strong>zione e dei tassidi interesse, tuttavia un duraturo riequ<strong>il</strong>ibrio dei conti pubblici richi<strong>ed</strong>e unmaggior grado di controllo di spesa. Il carico fiscale occorrente per finanziar<strong>la</strong>finisce direttamente o indirettamente per gravare sui prezzi dei prodotti, conriflessi negativi sul<strong>la</strong> competitività <strong>del</strong> nostro sistema economico e quindisulle prospettive di crescita.Un contributo nell’acquisizione di un più stretto controllo <strong>del</strong>l’evoluzione<strong>del</strong><strong>la</strong> spesa e dei disavanzi pubblici può provenire dal<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio,che priv<strong>il</strong>egia, da un <strong>la</strong>to, <strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> programmazione, con <strong>la</strong> precisaindividuazione <strong>del</strong>le risorse disponib<strong>il</strong>i da affidare ai centri di responsab<strong>il</strong>ità ealle “unità previsionali di base” per raggiungere gli obiettivi ad essi assegnatie, dall’altro, <strong>la</strong> misurazione, durante <strong>la</strong> gestione ex post, dei risultaticonseguiti.


40Il bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, così come <strong>del</strong>ineato dal<strong>la</strong> legge n. 94/1997, sibasa infatti sul<strong>la</strong> definizione programmatica <strong>del</strong>le “politiche pubbliche” e sul<strong>la</strong>identificazione dei centri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa e dei centri di costo.La normativa è un tassello importante <strong>del</strong> processo diammodernamento <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica amministrazione; essa si propone diistituire un più razionale collegamento tra gestione finanziaria e azioneamministrativa. 14Le più r<strong>il</strong>evanti innovazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> nuova impostazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncioriguardano specificamente i seguenti punti:- l’istituzione <strong>del</strong>l’unità previsionale di base, quale nuova entità <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio, oggetto di voto par<strong>la</strong>mentare, che raggruppa entrate o spese <strong>del</strong><strong>la</strong>stessa natura con riferimento a specifiche aree omogenee che caratterizzanol'attività istituzionale di ciascun Ministero;- l’artico<strong>la</strong>zione di ogni <strong>stato</strong> di previsione per centri di responsab<strong>il</strong>itàamministrativa, cioè secondo gli uffici di livello dirigenziale generale oequivalenti, cui vengono riferite le risorse finanziarie <strong>del</strong>iberate dalPar<strong>la</strong>mento per <strong>il</strong> perseguimento degli obiettivi assegnati;- <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione <strong>del</strong>le spese <strong>del</strong>lo Stato secondo missioni istituzionali(funzioni – obiettivo), che identificano i fini perseguiti nell’interesse diretto<strong>del</strong><strong>la</strong> collettività, sia per definire le politiche di settore, sia per misurare <strong>il</strong>prodotto <strong>del</strong>l’attività amministrativa;- l’introduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità economica analitica per centri di costoche consente di qualificare, per ciascun centro di costo, <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o economico<strong>del</strong>le missioni istituzionali e dei servizi finali e di verificare le modalità diimpiego <strong>del</strong>le risorse. 15Con <strong>il</strong> nuovo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio si è voluto migliorare lo strumentodecisionale necessario per intraprendere manovre di politica economica più14 Ferro Pasquale, Salvemini Giancarlo - Le riforme <strong>del</strong>l’amministrazione, <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>nciostatale e dei controlli: nuove regole di costituzione fiscale - Economia Pubblica settembre1999 pagg. 8 e ss.15 Ragioneria Generale <strong>del</strong>lo Stato - Il controllo interno nel<strong>la</strong> Pubblica Amministrazioneesperienze e prospettive- Atti <strong>del</strong> seminario di Studi svoltosi al<strong>la</strong> Facoltà di Economia“F.Caffè” ROMA TRE 21 ottobre 1999.


41mirate <strong>ed</strong> efficaci, coniugandone l’azione realizzativa degli obiettivi con <strong>il</strong>mo<strong>del</strong>lo organizzativo e, quindi, esaltando le responsab<strong>il</strong>ità gestionali deidirigenti. Il tutto in un’ottica che priv<strong>il</strong>egia <strong>la</strong> trasparenza, <strong>la</strong> razionalità e <strong>la</strong>significatività <strong>del</strong>l’azione amministrativa in termini di scelte consapevoli <strong>del</strong>Governo e <strong>del</strong> Par<strong>la</strong>mento.A tale <strong>riforma</strong> hanno contribuito le esperienze condotte dal<strong>la</strong> RagioneriaGenerale <strong>del</strong>lo Stato nel corso degli ultimi anni in tema di primo bi<strong>la</strong>nciosperimentale, avviato nel 1990 per tutte le Amministrazioni Centrali <strong>del</strong>loStato per realizzare, dal 1995, un tipo di bi<strong>la</strong>ncio in grado di corre<strong>la</strong>re lerisorse finanziaria al mo<strong>del</strong>lo organizzativo di ciascuna amministrazione,secondo i principi <strong>del</strong> decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 29 <strong>del</strong> 1993.Ciò ha portato all’esposizione <strong>del</strong>le dotazioni di bi<strong>la</strong>ncio secondo i diversicentri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa (direzioni generali) individuati suindicazioni <strong>del</strong>le varie Amministrazioni. In questo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio ad ognicentro di responsab<strong>il</strong>ità sono attribuite le risorse finanziarie necessarie per <strong>il</strong>suo funzionamento e per <strong>il</strong> raggiungimento dei re<strong>la</strong>tivi obiettiviprec<strong>ed</strong>entemente individuati <strong>ed</strong> assegnati dall’autorità politica.Questa nuova struttura è stata sostanzialmente recepita nel<strong>la</strong>recentissima legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997, n. 94 concernente <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio<strong>del</strong>lo Stato e l’accorpamento <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Tesoro e <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio e <strong>del</strong><strong>la</strong>Programmazione Economica.La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio, inoltre, ha <strong>il</strong> pregio di aver previsto l’abbandono<strong>del</strong> criterio di costruzione <strong>del</strong>le previsioni in base al<strong>la</strong> spesa storicaincrementale a favore di un più moderno <strong>ed</strong> efficace principio di attribuzione<strong>del</strong>le risorse che tiene conto degli obiettivi da perseguire in termini di livellodei servizi e di interventi.L’elemento fondamentale di questa nuova impostazione consiste nel<strong>la</strong>istituzione <strong>del</strong>le unità previsionali di base, che sostituiscono i capitoli di spesacome unità di voto par<strong>la</strong>mentare.


42Tali unità previsionali costituiscono degli aggregati più ampi <strong>del</strong> capitoloin grado di agglomerare <strong>la</strong> spesa con riferimento alle funzioni e alle attivitàamministrative.La decisione par<strong>la</strong>mentare in tal modo si verrà a concentrare non piùsugli attuali 6.000 capitoli di spesa (spesso frammentari e disomogenei),bensì su circa 800 unità previsionali, guadagnando in intelligib<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> inchiarezza, senza perdere nul<strong>la</strong> <strong>del</strong>le informazioni di supporto fornite acorr<strong>ed</strong>o.Altro vantaggio di questo nuovo bi<strong>la</strong>ncio riguarda l’e<strong>la</strong>sticità derivant<strong>ed</strong>al<strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di modificare in via amministrativa (e non più legis<strong>la</strong>tiva) glistanziamenti dei singoli capitoli contenuti nel<strong>la</strong> m<strong>ed</strong>esima unità previsional<strong>ed</strong>i base.Il corpo di <strong>riforma</strong> varato si configura come una importante tappa nelcammino che dovrà portare al miglioramento <strong>del</strong>l’efficienza e <strong>del</strong>l’efficacia<strong>del</strong>l’azione amministrativa, senza costituirne l’unico e finale traguardo. Infatti,a fianco <strong>del</strong> proc<strong>ed</strong>ere di tale <strong>riforma</strong> si è proc<strong>ed</strong>uto a definire una strutturacontab<strong>il</strong>e di tipo economico quale valido supporto conoscitivo e operativo perl’analisi dei costi e per <strong>il</strong> controllo di gestione.A tal fine <strong>la</strong> Ragioneria Generale <strong>del</strong>lo Stato ha avviato una ulterioresperimentazione volta al<strong>la</strong> costruzione di un budget di tipo economico ingrado di evidenziare i costi <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le strutture amministrative,collegando risorse e obiettivi e risultati, in modo da consentire <strong>il</strong> controllodiretto sull’efficienza <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e sull’economicità degli interventirealizzati.L’architettura <strong>del</strong>l’impianto contab<strong>il</strong>e economico, definito per adattarsicompiutamente alle numerose <strong>ed</strong> eterogenee realtà esistenti nel<strong>la</strong> PubblicaAmministrazione, si basa sia sul<strong>la</strong> logica per destinazione (che aggrega icosti in funzione degli obiettivi perseguiti), sia su quel<strong>la</strong> per natura (checonsente di r<strong>il</strong>evare i costi in base alle caratteristiche <strong>del</strong>le risorse). 1616 Conte Carlo - dirigente Ragioneria Generale <strong>del</strong>lo Stato ”Struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Statoe <strong>riforma</strong> amministrativa” . Contributo <strong>del</strong><strong>la</strong> RGS al<strong>la</strong> terza Conferenza nazionale sul<strong>la</strong>


43Nel corso <strong>del</strong><strong>la</strong> XII legis<strong>la</strong>tura sono state svolte indagini conoscitive intema di <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato durante <strong>la</strong> quale è emersachiaramente l’opportunità di una <strong>riforma</strong> in grado di restituire al bi<strong>la</strong>ncio unamaggiore trasparenza e significatività e conferire al Par<strong>la</strong>mento un effettivopotere di scelta <strong>ed</strong> indirizzo.Diverse sono state le soluzioni prospettate. Da un <strong>la</strong>to <strong>la</strong> RagioneriaGenerale <strong>del</strong>lo Stato ha ribadito <strong>la</strong> validità a questi fini <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>nciosperimentale che dal 1990 viene presentato al Par<strong>la</strong>mento insieme aldisegno di legge di bi<strong>la</strong>ncio a legis<strong>la</strong>zione vigente; dall’altro sia <strong>il</strong> Tesoro, che<strong>la</strong> Commissione Tecnica per <strong>la</strong> Spesa Pubblica e <strong>la</strong> Corte dei Conti hannoproposto, sia pure in modo diversificato, un bi<strong>la</strong>ncio che non parte dal<strong>la</strong>riaggregazione degli attuali capitoli, ma comporta una nuova individuazione<strong>del</strong>le voci di spesa, per poi accorparle nelle nuove unità di riferimento che, aloro volta, sottintendono precise responsab<strong>il</strong>ità di gestione a livelloamministrativo.Nelle loro proposte, infatti, si sottolinea come <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>nciodebba proc<strong>ed</strong>ere paralle<strong>la</strong>mente al<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica amministrazione,seguendo le linee tracciate dal decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 29/1993.A partire dal 1995 <strong>la</strong> Ragioneria Generale <strong>del</strong>lo Stato ha pr<strong>ed</strong>isposto, invia sperimentale, un bi<strong>la</strong>ncio artico<strong>la</strong>to per centri di responsab<strong>il</strong>itàamministrativa.Nel decreto legis<strong>la</strong>tivo n. 29/93, infatti, viene espressamente affermatoche “<strong>il</strong> Ministero <strong>del</strong> Tesoro, al fine di rappresentare i prof<strong>il</strong>i economici <strong>del</strong><strong>la</strong>spesa, definisce proc<strong>ed</strong>ure interne e tecniche di r<strong>il</strong>evazione e provv<strong>ed</strong>e, incoerenza con le funzioni di spesa riconducib<strong>il</strong>i alle unità amministrative, cuicompete <strong>la</strong> gestione dei programmi, ad un’artico<strong>la</strong>zione sperimentale deibi<strong>la</strong>nci pubblici”.In tale direzione è andata <strong>la</strong> legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997, n. 94 che si è propostacome obiettivo dichiarato di “consentire, prima al Governo e poi alPar<strong>la</strong>mento, una selezione e dunque una decisione più trasparente e“Misurazione <strong>del</strong>l’azione Amministrativa” organizzata dal CNEL nei giorno 10 e 11 giugno1997.


44responsab<strong>il</strong>e sulle priorità e sulle scelte allocative”, senza peraltro volerrestringere, neanche in modo indiretto, l’autonomia decisionale <strong>del</strong>leCamere; <strong>ed</strong> altresì “di rendere <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio più chiaro e leggib<strong>il</strong>e, oltre che perl’autorità politica, per gli stessi cittadini contribuenti”.Si muove dall’assunto <strong>del</strong>l’unità <strong>del</strong> documento contab<strong>il</strong>e, sia per <strong>il</strong>Par<strong>la</strong>mento che per <strong>il</strong> Governo, e che lo stesso sia artico<strong>la</strong>to, a livelloministeriale, per aggregati di spesa, le unità previsionali di base, direttamentecorrispondenti con <strong>il</strong> centro di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa cui è affidata <strong>la</strong>re<strong>la</strong>tiva gestione.L’unità previsionale di base è <strong>la</strong> nuova entità elementare <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio,oggetto di voto par<strong>la</strong>mentare, che raggruppa entrate o spese <strong>del</strong><strong>la</strong> stessanatura, <strong>ed</strong> è determinata con riferimento ad una specifica area omogenea diattività in cui si artico<strong>la</strong> l’attività istituzionale di ciascun Ministero.Il centro di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa, invece, individua l’ufficio d<strong>il</strong>ivello dirigenziale generale cui viene riferito <strong>il</strong> sistema di risorse finanziarieespresso dalle unità previsionali di base <strong>del</strong>iberate dal Par<strong>la</strong>mento.A livello di decisione politica, non si ha un bi<strong>la</strong>ncio suddiviso innumerose unità elementari, quali i capitoli, bensì un documento snello e dimaggiore valenza, armonicamente esposto in poche unità aggregateespressive di valori omogenei per destinazione funzionale, per attivitàistituzionale e per natura economica.La nuova struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio, quindi, fa emergere chiaramente <strong>il</strong>disegno di un doppio bi<strong>la</strong>ncio: un bi<strong>la</strong>ncio politico per <strong>la</strong> decisionepar<strong>la</strong>mentare, <strong>ed</strong> un bi<strong>la</strong>ncio amministrativo per <strong>la</strong> gestione.Ciò oltre a risultare ispirato a semplicità e chiarezza espositiva, a fac<strong>il</strong>eintelligib<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> a sinteticità, nul<strong>la</strong> toglie alle necessarie <strong>ed</strong> approfonditeanalisi, soprattutto <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa. 1717 Monorchio Andrea “La ristrutturazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato e l’accorpamento <strong>del</strong>Ministero <strong>del</strong> Tesoro e <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio e <strong>del</strong><strong>la</strong> Programmazione Economica"Commissione par<strong>la</strong>mentare per <strong>il</strong> parere <strong>del</strong> Governo sulle norme <strong>del</strong>egate previste dal<strong>la</strong>legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997, n. 94: audizione <strong>del</strong> Ragioniere Generale <strong>del</strong>lo Stato. Politica eMezzogiorno luglio-dicembre 1997.


453.2 Le “unità previsionali di base”La nuova struttura c<strong>la</strong>ssificatoria <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio si prefigge lo scopo divalorizzare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>l’organo di indirizzo politico e<strong>del</strong><strong>la</strong> dirigenza statale responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>l’attuazione di tale indirizzo, <strong>il</strong> tuttosul<strong>la</strong> base di una netta divisione di compiti e responsab<strong>il</strong>ità.Al<strong>la</strong> base <strong>del</strong> processo di formazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio statale, sia perl’entrata che per le spese, è <strong>stato</strong> posto un nuovo aggregato decisional<strong>ed</strong>enominato “unità previsionale di base” costruito in corrispondenza con <strong>il</strong>centro unico di responsab<strong>il</strong>ità al quale è affidato <strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva gestioneFermo restando che <strong>il</strong> progetto di bi<strong>la</strong>ncio annuale è formato sul<strong>la</strong> bas<strong>ed</strong>ei criteri e dei parametri indicati nel Documento di programmazioneeconomico e finanziaria si prev<strong>ed</strong>e l’artico<strong>la</strong>zione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio in unitàprevisionali di base determinate con riferimento ad aree omogenee di attività,anche a carattere strumentale, in cui si artico<strong>la</strong>no le competenze istituzionalidi ciascun Ministero. E’ con riferimento a ciascuna unità previsionale di baseche viene ora r<strong>ed</strong>atto <strong>il</strong> conto residui, <strong>il</strong> conto di competenza <strong>ed</strong> <strong>il</strong> conto dicassa le cui previsioni di spesa costituiscono <strong>il</strong> limite per le autorizzazioni,rispettivamente, di impegno e di pagamento.Lo stretto rapporto tra autonomia, responsab<strong>il</strong>ità e valutazione deirisultati <strong>del</strong> dirigente pubblico viene ulteriormente evidenziato nel<strong>la</strong>disposizione in cui si prev<strong>ed</strong>e un riep<strong>il</strong>ogo secondo <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazioneeconomica e quel<strong>la</strong> funzionale <strong>del</strong>le autorizzazioni re<strong>la</strong>tive ad ogni unitàprevisionale e, quindi, a ciascun centro di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa,all’interno degli stati di previsione, e stab<strong>il</strong>isce che i budget complessivi dispesa costituiti dalle nuove unità vengano assegnati dai Ministri competentiai dirigenti generali responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione.A conferma di come l’attribuzione di responsab<strong>il</strong>ità manageriale aidirigenti, unitamente al<strong>la</strong> razionalizzazione degli schemi di organizzazione e


46proc<strong>ed</strong>imento, costituisca un punto di passaggio obbligato per rendereeffettiva <strong>la</strong> portata decisionale <strong>del</strong><strong>la</strong> nuova struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio sono dettatele disposizioni che prev<strong>ed</strong>ono che, in occasione <strong>del</strong><strong>la</strong> presentazione alPar<strong>la</strong>mento <strong>del</strong> disegno di legge di bi<strong>la</strong>ncio, vengano fornite alle Camereelementi conoscitivi r<strong>il</strong>evanti, m<strong>ed</strong>iante Note preliminari per ciascuno <strong>stato</strong> diprevisione <strong>ed</strong> un Allegato tecnico. Le Note preliminari di spesa, infatti, oltreall’indicazione dei criteri adottati per <strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione <strong>del</strong><strong>la</strong> previsione, devonocontenere informazioni su: gli obiettivi <strong>del</strong>l’azione amministrativa, distinti perlivelli di servizi che si intendono assicurare <strong>ed</strong> interventi da realizzare; glieventuali aumenti di organici programmati per l’esercizio; gli indicatori diefficienza e di efficacia che si pensa di ut<strong>il</strong>izzare per <strong>la</strong> valutazione deirisultati.La novità <strong>del</strong><strong>la</strong> legge 94/97 è rappresentata dal<strong>la</strong> circostanza che icapitoli, mentre continuano ad essere determinati in re<strong>la</strong>zione al rispettivooggetto per l’entrata, per <strong>la</strong> spesa vengono individuati secondo <strong>il</strong> contenutoeconomico e funzionale. Il che equivale a dire che <strong>il</strong> capitolo di bi<strong>la</strong>ncio invirtù <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong> operata dal<strong>la</strong> legge perde <strong>il</strong> suo carattere autorizzativo<strong>del</strong><strong>la</strong> spesa, acquista, cioè, una nuova valenza e funzione nell’ambito di unariconsiderazione <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa contab<strong>il</strong>ità finanziaria in una rivisitata visioneeconomica <strong>ed</strong> aziendalistica <strong>del</strong> ruolo gestorio <strong>del</strong>le risorse da parte <strong>del</strong><strong>la</strong>Pubblica Amministrazione, in una verifica aposteriori <strong>del</strong><strong>la</strong> validità <strong>ed</strong>economicità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione stessa.Con <strong>la</strong> nuova struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio per unità operative viene consentitauna effettiva comparib<strong>il</strong>ità tra i bi<strong>la</strong>nci di previsione <strong>ed</strong> i rendicontiavvalendosi proprio <strong>del</strong> capitolo, <strong>il</strong> quale tende a seguire <strong>la</strong> gestione nel<strong>la</strong>sua evoluzione, in linea con i principi aziendalistici <strong>ed</strong> evolutivi <strong>del</strong> budget giàevidenziati: budget inteso come strumento non solo di previsione <strong>del</strong> futuro,ma soprattutto, di controllo <strong>del</strong>l’andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> realtà aziendale nel suoevolversi <strong>ed</strong> in ogni sua componente, finalizzato a rendere possib<strong>il</strong>e l’usotempestivo di azioni correttive necessarie per eliminare storture e farrientrare nuovamente ogni elemento nel prefissato programma aziendale.


47Pertanto è proprio <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione per funzioni obiettivo che individuale politiche di settore e riflette <strong>la</strong> suddivisione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa secondo l’analisifunzionale. Essa, inoltre, mira a consentire <strong>la</strong> misurazione <strong>del</strong> prodotto<strong>del</strong>l’attività amministrativa, anche in termini di servizi resi ai cittadini. 18L’elemento fondamentale <strong>del</strong><strong>la</strong> nuova impostazione di bi<strong>la</strong>ncio consistenel<strong>la</strong> introduzione <strong>del</strong>le unità previsionali di base come oggetto di votopar<strong>la</strong>mentare in luogo dei capitoli.Esse costituiscono degli aggregati più ampi <strong>del</strong> capitolo e sonodeterminate con riferimento alle aree omogenee di attività in cui si artico<strong>la</strong>nole competenze istituzionali di ciascun ministero.Tale processo consente di innalzare <strong>la</strong> decisione par<strong>la</strong>mentare a livellodi macroaggregati più significativi dei singoli e frammentari capitoli.La decisione par<strong>la</strong>mentare quindi viene a concentrarsi non più su circa6.000 capitoli, bensì su circa 900 unità previsionali (800 di spesa e 100 dientrata), guadagnando in intelligib<strong>il</strong>ità e chiarezza.Governo e Par<strong>la</strong>mento sono così in grado di valutare meglio le risorsemesse a disposizione <strong>del</strong>le amministrazioni pubbliche in re<strong>la</strong>zione agliobiettivi che queste si prefiggono di realizzare.Lo spirito su cui si basa <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> è quello di ripartire le risorse per“funzioni” e “programmi” in modo tale da affidare budget di spesa ai dirigentiresponsab<strong>il</strong>i attuando un controllo gestionale te<strong>stato</strong> sui costi.La legge di <strong>riforma</strong> al capo I, articoli da 1 a 4, tratta in modo specifico<strong>del</strong><strong>la</strong> struttura e formazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato. L’aspetto più significativoè quello <strong>del</strong><strong>la</strong> istituzione <strong>del</strong>le “unità previsionali di base” cui corrisponde ununico “centro di responsab<strong>il</strong>ità”.Le Unità previsionali di base sono “aree omogenee” per “servizi”,“programmi”, “funzioni” e “progetti”. I “capitoli” costituiscono le unitàelementari <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio per <strong>la</strong> gestione, <strong>il</strong> controllo e <strong>la</strong> rendicontazione.18 Lupò Avagliano M.V. La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato – Temi di contab<strong>il</strong>ità pubblica -1998


48Le somme comprese in ciascuna Unità previsionale di base, per quantoconcerne <strong>la</strong> spesa sono suddivise in spese correnti, indicando a parte lespese <strong>del</strong> personale, e spese di investimento.Le previsioni di spesa per ciascuna U.p.b. sono riassunte e riep<strong>il</strong>ogatesecondo l’analisi economica e funzionale.Nell’allegato tecnico <strong>del</strong><strong>la</strong> nota previsionale sono indicati, capitolo percapitolo, i contenuti di ogni U.p.b. e <strong>la</strong> spesa obbligatoria e discrezionale,tenendo conto <strong>del</strong><strong>la</strong> normativa e dei tempi di esecuzione dei programmi e deiprogetti che risultano finanziati nello <strong>stato</strong> di previsione.Nelle note preliminari di spesa sono indicati gli obiettivi da raggiungereut<strong>il</strong>izzando indicatori di efficacia <strong>ed</strong> efficienza per valutare i risultati.Sempre negli allegati degli stati di previsione sono iscritti i capitoli <strong>del</strong>leU.p.b., sia per <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio che per <strong>la</strong> rendicontazione; i capitolitengono presente l’oggetto per l’entrata e <strong>il</strong> contenuto economico efunzionale per <strong>la</strong> spesa.Per le spese, di parte corrente e in conto capitale, in appositi allegati,sono indicate le risorse destinate alle Regioni.Partico<strong>la</strong>re importanza riveste l’art. 4 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 94/97 ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong>nuova c<strong>la</strong>ssificazione <strong>del</strong>le entrate permane <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione per titoli; vi èanche una c<strong>la</strong>ssificazione per unità previsionali d base.Permane <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione per categorie secondo <strong>la</strong> natura dei cespiti,e per capitoli secondo l’oggetto ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> rendicontazione.Per quanto concerne le spese vi è <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssificazione di due livelli: perfunzioni obiettivo che elimina e sostituisce l’attuale distinzione per titoli; e perunità previsionali di base.Attraverso <strong>la</strong> legge di <strong>del</strong>ega, <strong>il</strong> <strong>governo</strong> ha poi emanato <strong>il</strong> decretolegis<strong>la</strong>tivo n. 279 <strong>del</strong> 7 agosto 1997 per <strong>la</strong> ristrutturazione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>loStato, <strong>la</strong> individuazione <strong>del</strong> responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>le U.p.b., <strong>la</strong> rivisitazione deicapitoli, <strong>la</strong> rendicontazione per centri di costo.Fase preliminare al<strong>la</strong> gestione fattuale <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio è <strong>la</strong> individuazion<strong>ed</strong>egli obiettivi da perseguire e dei programmi da finanziare, onde stab<strong>il</strong>irel’entità <strong>del</strong>le risorse da assegnare in gestione ai responsab<strong>il</strong>i dei vari centri.


49E’ prevista infine <strong>la</strong> determinazione degli stanziamenti in re<strong>la</strong>zione alleesigenze funzionali <strong>ed</strong> agli obiettivi concretamente perseguib<strong>il</strong>i.Ciò significa attuare quel processo di “budgettizzazioneresponsab<strong>il</strong>izzata” <strong>del</strong>le spese, al fine di evitare <strong>il</strong> verificarsi di queglistanziamenti elefantiaci che non avevano nessun attaccamento concreto al<strong>la</strong>realtà, soprattutto in virtù di progetti manifestamente irrealizzab<strong>il</strong>i. 1919 Cataletti Ferdinando “Nuove strutture contab<strong>il</strong>i: i bi<strong>la</strong>nci amministrativi nazionali” inAzienda Pubblica maggio-giugno 1998


503.3 I centri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa, i centri di costo el’introduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità economica nel bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato.L’obiettivo prefissato dal<strong>la</strong> legge 94/1997 è <strong>stato</strong> quello di consentire, alGoverno prima, <strong>ed</strong> al Par<strong>la</strong>mento poi, una selezione e, quindi, una decisionepiù trasparente e responsab<strong>il</strong>e sulle priorità e sulle scelte allocative, nonchédi rendere <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio più chiaro e leggib<strong>il</strong>e, oltre che per l’autorità politica, pergli stessi cittadini contribuenti, nonché per favorire <strong>la</strong> convergenza fra i bi<strong>la</strong>ncidei singoli Stati europei.Questo ha portato al<strong>la</strong> esposizione <strong>del</strong>le dotazioni di bi<strong>la</strong>ncio secondo idiversi centri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa (direzioni generali) individuatisu indicazione <strong>del</strong>le varie amministrazioni.In questo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio ad ogni centro di responsab<strong>il</strong>ità sonoattribuite le risorse finanziarie per <strong>il</strong> suo funzionamento e per <strong>il</strong>raggiungimento dei re<strong>la</strong>tivi obiettivi prec<strong>ed</strong>entemente individuati <strong>ed</strong> assegnatidalle autorità politiche.Pertanto, <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio di previsione <strong>del</strong>lo Stato per le entrate e per lespese è ripartito in unità previsionali di base, che formano oggetto diapprovazione par<strong>la</strong>mentare. Le unità previsionali di base costituisconol’insieme organico <strong>del</strong>le risorse finanziarie affidate al<strong>la</strong> gestione di un unicocentro di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa. Il livello di responsab<strong>il</strong>itàamministrativa è individuato in modo da assicurare <strong>il</strong> costante adeguamento<strong>del</strong><strong>la</strong> struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato agli ordinamenti legis<strong>la</strong>tivi <strong>ed</strong> alle altrenormative di organizzazione <strong>del</strong>l’amministrazione <strong>del</strong>lo Stato.Viene, pertanto, risolto <strong>il</strong> problema <strong>del</strong>l’imm<strong>ed</strong>iato raccordo tradecisione politica e responsab<strong>il</strong>ità amministrativa, secondo le linee indicat<strong>ed</strong>al Par<strong>la</strong>mento. Unicità, pertanto, <strong>del</strong> documento contab<strong>il</strong>e sia per <strong>il</strong>Par<strong>la</strong>mento che per <strong>il</strong> Governo e che lo stesso sia artico<strong>la</strong>to, a livelloministeriale, per aggregati di spesa - le unità previsionali di base -direttamente riferib<strong>il</strong>i ai centri di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa cui è affidata <strong>la</strong>re<strong>la</strong>tiva gestione. Quindi le unità previsionali di base corrispondono con <strong>il</strong>centro di responsab<strong>il</strong>ità amministrativa, cioè all’ufficio di livello dirigenziale


51generale cui viene assegnato <strong>il</strong> sistema di risorse finanziarie espresso dalleunità previsionali di base <strong>del</strong>iberate dal Par<strong>la</strong>mento. 20Con <strong>il</strong> decreto legis<strong>la</strong>tivo 279/1997 si è completata <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato avviata dal<strong>la</strong> legge 3 apr<strong>il</strong>e 1997 n. 94 introducendo unsistema di contab<strong>il</strong>ità economica fondato su r<strong>il</strong>evazioni analitiche per centri dicosto.La contab<strong>il</strong>ità economica, fondata su r<strong>il</strong>evazioni analitiche per centri dicosto, è stata introdotta nelle amministrazioni pubbliche proprio per superarei limiti <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione finanziaria dei fatti di gestione. Quest’ultima deveesser integrata da una struttura contab<strong>il</strong>e e di bi<strong>la</strong>ncio di tipo economico ingrado di r<strong>il</strong>evare i costi di gestione di una amministrazione e non solo lespese. Mentre le spese sono riferib<strong>il</strong>i all’acquisto di risorse e nerappresentano <strong>il</strong> re<strong>la</strong>tivo esborso monetario, i costi mettono in evidenza <strong>il</strong>sacrificio economico corre<strong>la</strong>to all’effettivo ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong><strong>la</strong> risorsa.Questo nuovo impianto contab<strong>il</strong>e collega le risorse umane, finanziarie estrutturali ai risultati conseguiti e alle responsab<strong>il</strong>ità dei dirigenti attuando cosìun monitoraggio dei costi, dei risultati e dei rendimenti <strong>del</strong>le singoleamministrazioni.Questo nuovo sistema contab<strong>il</strong>e è basato sul confronto continuo fra gliobiettivi in prec<strong>ed</strong>enza fissati con i risultati raggiunti; ciò consente diverificare periodicamente l’effettivo andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e in definitivadi favorire <strong>il</strong> controllo di gestione. Si può affermare che le fasi attraverso cuisi sv<strong>il</strong>uppa <strong>il</strong> sistema di contab<strong>il</strong>ità economica per centri di costo sono: <strong>la</strong>programmazione, in cui si definiscono gli obiettivi e le risorse e si individuanole azioni <strong>ed</strong> i tempi per realizzarli; <strong>la</strong> gestione, nel<strong>la</strong> quale vengono r<strong>il</strong>evati ifatti verificatisi; <strong>il</strong> controllo, in cui si verifica <strong>la</strong> corrispondenza fra obiettiviraggiunti e obiettivi previsti; <strong>la</strong> consuntivazione, in cui si mostrano i risultatidefiniti dal<strong>la</strong> gestione. Secondo quanto stab<strong>il</strong>ito dal d.lgs. 279/1997, i centri dicosto sono individuati in coerenza con i centri20 Pacifico Luigi – La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio - in Azienda Pubblica giugno 1998.


52di responsab<strong>il</strong>ità. Le risorse acquisite vengono corre<strong>la</strong>te all’area a cuisono destinate in modo da individuare <strong>il</strong> soggetto o i soggetti responsab<strong>il</strong>i<strong>del</strong> loro uso.Questa nuova struttura non altera le vigenti proc<strong>ed</strong>ure contab<strong>il</strong>i <strong>ed</strong> isistemi di controllo di legittimità e di merito, in quanto rappresenta unostrumento che si affianca a quello di natura finanziaria attualmente in essere,senza alterarne le r<strong>il</strong>evazioni.Dal<strong>la</strong> <strong>del</strong>ineata configurazione integrata di bi<strong>la</strong>ncio, finanziaria <strong>ed</strong>economica, scaturisce una diversa valenza <strong>del</strong><strong>la</strong> decisione: essa,infatti,prende in considerazione non solo le spese riferib<strong>il</strong>i all’organizzazione,ma anche i costi re<strong>la</strong>tivi all’ut<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong>le risorse disponib<strong>il</strong>i perl’organizzazione m<strong>ed</strong>esima.Ne deriva, quindi, un supporto conoscitivo completo per decisioni escelte più oggettive e razionali.Il sistema contab<strong>il</strong>e di tipo economico, infatti, risponde meglio all<strong>ed</strong>iverse esigenze di analisi e di valutazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, in quantoconsente <strong>la</strong> misurazione <strong>del</strong>le attività svolte dai diversi livelli diorganizzazione e l’attribuzione dei costi a funzioni <strong>ed</strong> obiettivi<strong>del</strong>l’Amministrazione nel suo complesso.Solo l’introduzione di strumenti contab<strong>il</strong>i basati su elementi e principieconomici può garantire l’evoluzione <strong>del</strong>le modalità operative <strong>del</strong><strong>la</strong> gestionee favorire l’applicazione <strong>del</strong> controllo di gestione direttamente al tessutoorganizzativo, ai risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> azione amministrativa <strong>ed</strong> agli obiettiviprefissati. 21Ristrutturato , pertanto, <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio per funzioni-obiettivo, <strong>la</strong> previsione<strong>del</strong><strong>la</strong> introduzione ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e <strong>del</strong><strong>la</strong> rendicontazione di unacontab<strong>il</strong>ità analitica per centri di costo appare <strong>il</strong> logico e tecnicocompletamento, con partico<strong>la</strong>re riferimento al problema <strong>del</strong><strong>la</strong> misurazione<strong>del</strong>l’attività amministrativa e <strong>del</strong><strong>la</strong> connessa e<strong>la</strong>borazione degli indicatori21 Conte C.- Il bi<strong>la</strong>ncio come strumento per <strong>il</strong> controllo di gestione – Politica e Mezzogiorno,luglio 1997. P.24


53economici, risultando un decisivo passo in avanti nel<strong>la</strong> direzione<strong>del</strong>l’acquisizione <strong>del</strong>le tecniche e dei moduli di bi<strong>la</strong>ncio propri <strong>del</strong> sistemaprivatistico. Al riguardo una codificazione di tipo economico nel bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>loStato era stata già avviata dal<strong>la</strong> legge 468/78, ai sensi <strong>del</strong><strong>la</strong> quale alrendiconto sarebbe stata allegata una <strong>il</strong>lustrazione dei dati consuntivi dal<strong>la</strong>quale si evincesse <strong>il</strong> significato amministrativo <strong>ed</strong> economico <strong>del</strong>le risultanzecontab<strong>il</strong>izzate di cui venissero posti in partico<strong>la</strong>re evidenza i costi sostenuti<strong>ed</strong> i risultati conseguiti per ciascun servizio.La contab<strong>il</strong>ità economica si esprime in un bi<strong>la</strong>ncio economico, che, percome è strutturato, non può che essere successivo, su una base di unaccertamento <strong>del</strong><strong>la</strong> finalizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa che si potrà conoscere solo aspesa avvenuta od impostata. Il bi<strong>la</strong>ncio economico, quindi, per sua natura,non appare idoneo a sostituire <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio finanziario. Nel sistemaaziendalistico le disposizioni re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong> r<strong>ed</strong>azione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio, alle suemodalità, al<strong>la</strong> tenuta <strong>del</strong>le scritture contab<strong>il</strong>i, ai tempi <strong>del</strong> loro controlloevidenziano <strong>la</strong> natura di questo sistema che è quello di documentazionecontinuata di attività, di verifica e di ricostruzione <strong>del</strong><strong>la</strong> stessa nel rispetto<strong>del</strong><strong>la</strong> libertà e <strong>del</strong>l’autonomia <strong>del</strong>l’iniziativa economica. 22Mentre differente è <strong>il</strong> ruolo di garanzia <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato,configurato come atto normativo autorizzativo <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>lerisorse pubbliche, e volto, per <strong>il</strong> suo carattere di determinazione<strong>del</strong>l’indirizzo politico <strong>ed</strong> economico, ad assumere una valenza annualee, quindi, una cadenza periodica.Il passo in avanti compiuto dal<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato consistenel<strong>la</strong> circostanza che si esprime chiaramente e tassativamente in termini dicontab<strong>il</strong>ità analitica, cioè di una tecnica indispensab<strong>il</strong>e per <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione, <strong>la</strong>destinazione, l’analisi <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo dei costi e dei ricavi inerenti <strong>la</strong> gestione.La quale, consentendo aggregazioni e disaggregazioni di dati (a differenza<strong>del</strong><strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità generale che si limita a registrare i fenomeni contab<strong>il</strong>i22 Lupò Avagliano M.V. – Le nuove frontiere di una disciplina: <strong>la</strong> Contab<strong>il</strong>ità di Stato, inQuaderni di politica e Mezzogiorno, 1993, 201.


54avvenuti in base al<strong>la</strong> natura dei dati), permette una corretta e<strong>la</strong>borazione elettura degli indicatori economici per <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> grado di efficienza e diefficacia <strong>del</strong>l’azione <strong>ed</strong> organizzazione amministrativa e finanziaria.In tale ottica e prospettiva si evidenzia un rinnovato ruolo <strong>del</strong> rendicontogenerale in campo pubblicistico, in quanto non è più volto soltanto al<strong>la</strong>verifica dei meri dati finanziari, ma anche e soprattutto, è orientato al<strong>la</strong>valutazione dei risultati complessivi <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le Amministrazioni.La legge 94/97, invece, collegando <strong>la</strong> norma all’introduzione di unacontab<strong>il</strong>ità analitica per centri di costo, è più categorica. Infatti disponeespressamente che <strong>la</strong> ristrutturazione <strong>del</strong> rendiconto generale <strong>del</strong>lo Statodovrà avvenire “in funzione degli obiettivi” vale a dire dei principi e criteri<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>del</strong>ega stessa. Pertanto ne discende <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evante portata <strong>ed</strong> <strong>il</strong> ruolo cheviene ad assumere <strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> rendicontazione nel<strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>loStato, e, per esso, <strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità economica, in funzione <strong>del</strong>controllo di gestione. La fase di rendicontazione diventa, ora, un vero eproprio strumento di valutazione e controllo con cui si consente di dare unsenso al processo di programmazione amministrativa e <strong>del</strong> grado direalizzazione <strong>del</strong>le attività programmate, nonché di quello di conseguimentodegli obiettivi. Esso, infatti, indica <strong>la</strong> necessità di tradurre i dati finanziari inindici di produttività <strong>ed</strong> in indicatori di realizzazione degli obiettivi; <strong>il</strong> cheequivale a dire che <strong>la</strong> mancata, o inefficace ut<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong> rendiconto comestrumento di verifica dei risultati gestionali effettivi, in rapporto alle previsioni,diventa motivo di vanificazione <strong>del</strong>lo stesso disegno programmatorio eprogettuale <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica Amministrazione.Fin’ora <strong>la</strong> preoccupazione principale <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>zioni di consuntivo è stataessenzialmente quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>lustrazione dei dati finanziari in termini discostamento fra accertamenti e previsioni e <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>lustrazione <strong>del</strong>lecomponenti di determinazione <strong>del</strong> risultato di amministrazione. Finora <strong>il</strong>controllo sul<strong>la</strong> gestione finanziaria <strong>del</strong>lo Stato, quale si è espresso nelleanalisi dei referti annuali sul rendiconto, è stata sostanzialmete legato aicanoni propri <strong>del</strong> controllo finanziario e contab<strong>il</strong>e. La valutazione dei risultatidi gestione è mancata, con <strong>la</strong> conseguenza che <strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio annuale si è


55caratterizzato come documento finanziario da costruirsi con logicheincrementali.Pertanto, in virtù <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong>, <strong>il</strong> rendiconto <strong>del</strong>lo Stato, rial<strong>la</strong>cciandosial<strong>la</strong> tecnica <strong>del</strong> budget, perde <strong>il</strong> carattere di s<strong>ed</strong>e meramente dimostrativa ocertificativa <strong>del</strong>l’impiego <strong>del</strong>le risorse, per assumere soprattutto quellovalutativo nei confronti <strong>del</strong> sistema degli obiettivi, dei vincoli in generale postial<strong>la</strong> gestione dal<strong>la</strong> decisione di bi<strong>la</strong>ncio analizzando gli scostamenti rispettoagli obiettivi, con riguardo anche al livello di centro di responsab<strong>il</strong>ità.


56Cap. 4LA RIFORMA DEI CONTROLLI E LAPOLITICA DEL BILANCIO QUALESTRUMENTO DEL GOVERNODELL’ECONOMIA


574.1 La riorganizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> dirigenza pubblica e l’ingresso <strong>del</strong><strong>la</strong>cultura manageriale.La prima normativa organica volta al<strong>la</strong> razionalizzazione<strong>del</strong>l’organizzazione degli uffici e <strong>del</strong> personale <strong>del</strong><strong>la</strong> PubblicaAmministrazione <strong>la</strong> si può far risalire al<strong>la</strong> Legge 8 giugno 1990, n. 142(“Ordinamento <strong>del</strong>le autonomie locali”). Essa si caratterizza per <strong>la</strong>disposizione, <strong>la</strong> quale, introducendo ” l’autonomia gestionale” dei dirigentipubblici eleva a precetto legis<strong>la</strong>tivo un principio che si andava affermando eche, capovolgendo un modo di operare tradizionale <strong>del</strong><strong>la</strong> PubblicaAmministrazione, avrebbe rappresentato <strong>il</strong> cardine su cui avrebbe ruotato inseguito <strong>il</strong> suo modo di agire: <strong>la</strong> separazione tra Amministrazione e Politica.Infatti, ai vertici elettivi <strong>del</strong>l’Amministrazione viene riconosciutoesplicitamente <strong>il</strong> diritto-dovere di attuare le politiche pubbliche in base amandato ricevuto dai cittadini (“i poteri di indirizzo e controllo spettano agliorgani direttivi mentre <strong>la</strong> gestione amministrativa è attribuita ai dirigenti”);mentre <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dirigenziale è unica tito<strong>la</strong>re e responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, dicui deve rispondere agli organi di direzione politica (“spettano ai dirigenti tuttii compiti, compresa l’adozione di atti che impegnano l’Amministrazione versol’esterno, che <strong>la</strong> legge o lo statuto espressamente non riservino agli organi di<strong>governo</strong> <strong>del</strong>l’Ente”); “i dirigenti sono direttamente responsab<strong>il</strong>i, in re<strong>la</strong>zioneagli obiettivi <strong>del</strong>l’ente, <strong>del</strong><strong>la</strong> correttezza amministrativa e <strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione”).Al<strong>la</strong> legge 142/90 ha fatto imm<strong>ed</strong>iatamente seguito <strong>la</strong> legge 7 agosto1990, n. 241 (“Nuove norme in materia di proc<strong>ed</strong>imento amministrativo e didiritto di accesso ai documenti amministrativi”) <strong>la</strong> quale, tra l’altro,nell’individuare <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong> proc<strong>ed</strong>imento, ha inteso personalizzarel’azione <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, di modo che potessero emergere incapo agli operatori pubblici i comportamenti r<strong>il</strong>evanti nel proc<strong>ed</strong>imentoamministrativo, ivi, comprendendovi anche quelli omissivi, valutando iparametri di efficacia e tempestività adottati <strong>ed</strong> <strong>il</strong> modo in cui essi sono statiapplicati, in modo che risultasse imm<strong>ed</strong>iatamente individuab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> soggetto


58responsab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>l’eventuale cattivo funzionamento <strong>del</strong>l’ufficio e fossechiamato direttamente a risponderne.Si è avuta, poi, <strong>la</strong> legge 23 ottobre 1992, n. 421 (“Delega al Governoper <strong>la</strong> razionalizzazione e <strong>la</strong> revisione <strong>del</strong>le discipline in materia di sanità, dipubblico impiego, di previdenza e di finanza territoriale”) recante <strong>la</strong>razionalizzazione <strong>del</strong>l’organizzazione <strong>del</strong>le Amministrazioni Pubbliche nelloro complesso e <strong>la</strong> revisione <strong>del</strong><strong>la</strong> disciplina <strong>del</strong> pubblico impiego in vista <strong>del</strong>contenimento e <strong>del</strong> controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa pubblica. Tra i principi <strong>ed</strong> i criteridirettivi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>del</strong>ega si ricordano: l’affidamento ai dirigenti pubblici diautonomi poteri di direzione, vigi<strong>la</strong>nza e controllo, <strong>ed</strong> in partico<strong>la</strong>re di risorsefinanziarie attraverso l’adozione di idonee tecniche di bi<strong>la</strong>ncio; <strong>la</strong> verifica deirisultati <strong>del</strong>l’azione amministrativa; le proc<strong>ed</strong>ure volte a verificare l’effettivoconseguimento degli obiettivi stab<strong>il</strong>iti per le azioni amministrative; nonchéquelle volte ad assicurare <strong>il</strong> contenimento dei costi nel limite stab<strong>il</strong>ito almomento <strong>del</strong>le previsioni.Il disegno <strong>del</strong>l’organizzazione degli uffici e dei rapporti di <strong>la</strong>voro e diimpiego alle dipendenze <strong>del</strong>le Amministrazioni pubbliche ha trovato, quindi,un’organica disciplina con l’emanazione <strong>del</strong> d.lgs 3 febbraio 1993, n. 29 esuccessive modificazioni.In partico<strong>la</strong>re <strong>il</strong> ruolo <strong>del</strong><strong>la</strong> dirigenza pubblica rinviene nelprovv<strong>ed</strong>imento in questione una sua compiuta rego<strong>la</strong>mentazione adistanza di più di vent’anni dal<strong>la</strong> istituzione di questa e con esso, vien<strong>ed</strong>efinito <strong>il</strong> rapporto tra Politica <strong>ed</strong> Amministrazione portando ad ulterioresv<strong>il</strong>uppo <strong>il</strong> disegno <strong>riforma</strong>tore iniziato dal<strong>la</strong> legge 142/90 per gli ent<strong>il</strong>ocali.Normative imm<strong>ed</strong>iatamente successive al d.lgs. n. 29 hannoconfermato <strong>la</strong> tendenza riorganizzatrice <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica Amministrazione.Con <strong>la</strong> legge 14 gennaio 1994, n. 20 (“Disposizioni in materia digiurisdizione e controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Corte dei conti”), si è ristrutturato <strong>il</strong> sistema <strong>del</strong>controllo “esterno”, affidato dal<strong>la</strong> Costituzione, all’art. 100, c.2, al<strong>la</strong> Corte deiconti.


59Il quadro <strong>del</strong>le novità <strong>riforma</strong>trici comunque riguardanti l’attivitàamministrativa si è chiuso con <strong>il</strong> d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286, che harivoluzionato <strong>la</strong> disciplina introdotta dalle leggi prec<strong>ed</strong>enti, ridefinendocontenuti e competenze dei controlli interni e prev<strong>ed</strong>endo un sistemaartico<strong>la</strong>to, nel quale si collocano sia le verifiche di rego<strong>la</strong>rità amministrativa econtab<strong>il</strong>e sia <strong>la</strong> valutazione dei dirigenti, <strong>il</strong> controllo strategico <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo digestione. 23Il tradizionale sistema italiano di controlli amministrativi,prevalentemente fondato sulle verifica preventiva <strong>del</strong><strong>la</strong> legittimità degli atti e<strong>del</strong><strong>la</strong> rego<strong>la</strong>rità contab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>le gestioni, si è r<strong>il</strong>evato debole come strumentodi prevenzione di disfunzioni e di fenomeni di corruzione, incompatib<strong>il</strong>e conun sistema sempre più fondato sulle autonomie territoriali e funzionali, <strong>ed</strong> è incontrasto con <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo di impostazione programmatica <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio previstodal<strong>la</strong> legge n. 94 <strong>del</strong> 1997 e con <strong>il</strong> principio di responsab<strong>il</strong>ità gestionale deidirigenti, stab<strong>il</strong>ito già all’inizio degli anni Novanta.Il decreto legis<strong>la</strong>tivo 29 <strong>del</strong> 1993, per i controlli interni, e <strong>la</strong> legge 20 <strong>del</strong>1994, per <strong>il</strong> controllo esterno affidato dal<strong>la</strong> Costituzione al<strong>la</strong> Corte dei Conti,hanno segnato <strong>il</strong> passaggio dal<strong>la</strong> prevalenza <strong>del</strong> controllo preventivo d<strong>il</strong>egittimità sugli atti ad un sistema fondato, principalmente, sul controllosuccessivo dei risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione.Il sistema <strong>del</strong> controllo sui risultati effettivi è volto a valutare nonsoltanto <strong>la</strong> legittimità, ma anche l’efficacia, l’efficienza, l’economicità <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione.Consente di identificare le <strong>la</strong>cune, di comparare i costi <strong>del</strong>le funzioni <strong>ed</strong>ei servizi, di misurare e verificare <strong>il</strong> rapporto tra obiettivi e risultati e l’impattoeconomico e sociale <strong>del</strong>le gestioni pubbliche. 24Dal<strong>la</strong> riorganizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> dirigenza ex d.lgs 29/93 emerge che chi èpreposto ad un ufficio deve avere capacità di organizzare, prev<strong>ed</strong>ere,23 Raso<strong>la</strong> Nico<strong>la</strong> – <strong>il</strong> controllo di gestione e <strong>il</strong> controllo strategico nel<strong>la</strong> realtà attuale <strong>del</strong><strong>la</strong>P.A. italiana: problemi e prospettive – Riv. Nuova rassegna di legis<strong>la</strong>zione e giurisprudenzaluglio 2000.24Presidenza <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri – Dipartimento <strong>del</strong><strong>la</strong> Funzione Pubblica –Commissione di studio di cui al DPCM 18 ottobre 1996 per contrastare i fenomeni dicorruzione e per migliorare l’azione <strong>del</strong><strong>la</strong> P.A. p. 37.


60programmare, introdurre, ogniqualvolta sia necessario, tutte le modificazionie gli aggiustamenti idonei al raggiungimento degli obiettivi posti in re<strong>la</strong>zionealle direttive ricevute.Il Ministro non è più tito<strong>la</strong>re <strong>del</strong> potere gerarchico, ma di quello diindirizzo politico-amministrativo e di controllo sui risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione deidirigenti. Mentre gli Organi di <strong>governo</strong> “definiscono gli obiettivi <strong>ed</strong> i programmida attuare e verificano <strong>la</strong> rispondenza dei risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> gestioneamministrativa alle direttive generali impartite”; ai dirigenti spetta “<strong>la</strong> gestionefinanziaria, tecnica <strong>ed</strong> amministrativa, compresa l’adozione di tutti gli atti cheimpegnano l’amministrazione verso l’esterno. Essi sono responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione e dei re<strong>la</strong>tivi risultati”. Il quadro complessivo che si presentadunque, è quello di una dirigenza pubblica che deve realizzare al megliosotto <strong>la</strong> propria responsab<strong>il</strong>ità ( che chiameremo manageriale) gli obiettiviposti dagli organi politici.Il complesso <strong>del</strong>le innovazioni strutturali e proc<strong>ed</strong>urali le qualiavrebbero dovuto consentire una maggiore autonomia <strong>del</strong> managementpolitico-amministrativo si evidenzia partico<strong>la</strong>rmente con riferimento all’attivitàdi spesa dei dirigenti. Come detto, ai dirigenti spetta <strong>la</strong> gestione finanziaria,tecnica e amministrativa m<strong>ed</strong>iante autonomi poteri di spesa (art. 3 d.lgs.29/93).L’autonomo potere di spesa per i dirigenti rappresenta per <strong>la</strong> finanzapubblica <strong>il</strong> dato più significativo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong>, se si pensa che <strong>il</strong> potere diassumere impegni è stata sempre prerogativa <strong>del</strong> Ministro, che aveva, peròfacoltà di <strong>del</strong>egarlo ai dirigenti. Separati i poteri di direzione da quelli digestione, tale potere è ora di competenza propria dei dirigenti generali.Il Ministro, infatti, ogni anno mentre “definisce gli obiettivi <strong>ed</strong> iprogrammi da attuare, indica le priorità <strong>ed</strong> emana le seguenti direttivegenerali per l’azione amministrativa e <strong>la</strong> gestione” (art. 14, c.1, d.lgs. 29/93),contestualmente “assegna, a ciascun ufficio di livello dirigenziale generale,una quota parte <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>l’Amministrazione, commisurata alle risorsefinanziarie, riferib<strong>il</strong>i ai proc<strong>ed</strong>imenti <strong>ed</strong> ai sub-proc<strong>ed</strong>imenti attribuiti al<strong>la</strong>responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>l’ufficio, e agli oneri per <strong>il</strong> personale e per le risorse


61strumentali allo stesso assegnati” (art. 14, c.1 d.lgs. 29/93). I “dirigentigenerali” formu<strong>la</strong>no proposte al Ministro, anche ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> e<strong>la</strong>borazione diprogrammi, di direttive e di schemi di progetti di legge; curano l’attuazione deiprogrammi definiti dal Ministro <strong>ed</strong> a tal fine adottano i progetti, <strong>la</strong> cui gestioneè ad essi attribuita “indicando le risorse occorrenti al<strong>la</strong> realizzazione diciascun progetto”; “esercitano i poteri di spesa nei limiti degli stanziamenti dibi<strong>la</strong>ncio, e di acquisizione <strong>del</strong>le entrate, definendo i limiti di valore <strong>del</strong>le speseche i dirigenti possono impegnare”.Il che vale a dire, in pratica, che, grazie al<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> dettata dal d.lgs.29/93, i dirigenti sono diventati i veri responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e, inun’azione <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica Amministrazione per obiettivi, i veri responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong>raggiungimento di questi attraverso le risorse stanziate in bi<strong>la</strong>ncio.Dal<strong>la</strong> nuova figura <strong>del</strong> dirigente ne esce p<strong>la</strong>smato un diverso mo<strong>del</strong>lo diAmministrazione pubblica, segnatamente quello <strong>del</strong>l’Amministrazione perrisultati, secondo criteri di efficienza <strong>ed</strong> economicità. Le disposizioni <strong>del</strong>l’art.14 <strong>del</strong> d.lgs. 29/93 stanno, infatti, chiaramente ad evidenziare come <strong>il</strong>confronto budget/risultati venga assunto a misura <strong>del</strong>l’efficacia e<strong>del</strong>l’efficienza <strong>del</strong>l’azione amministrativa, dovendosi l’autonomo potere dispesa <strong>del</strong> dirigente esprimersi nel<strong>la</strong> univoca ricognizione di un’area di risorsefinalizzate al conseguimento dei risultati ben determinati nell’ambito di unprogramma o di un progetto. 25La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica Amministrazione sembra, allora, operareproprio una fruttuosa contaminazione tra <strong>la</strong> tradizionale impostazioneamministrativistica pubblica e <strong>la</strong> moderna scienza aziendalisticomanageriale,venendo ad essere introdotto <strong>il</strong> criterio <strong>del</strong> budgeting, con <strong>il</strong>quale, nel<strong>la</strong> cultura aziendalistica si identificano le attività di previsione(budget significa “previsione”), programmazione e controllo che avvengono inogni azienda, e rappresenta uno dei cardini <strong>del</strong>l’organizzazione aziendale.Finalità primaria <strong>del</strong> budgeting è, infatti, <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità che esso offre diesercitare un ocu<strong>la</strong>to e cap<strong>il</strong><strong>la</strong>re controllo, a priori <strong>ed</strong> a posteriori, dei costi e25 De Joanna P. – Fotia G. – Il bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, Roma, 1996


62degli impieghi nelle varie fasi e contesti di attività, m<strong>ed</strong>iante <strong>il</strong> calcolo el’accertamento degli accostamenti tra dati a budget e realtà, l’analisi <strong>del</strong>leragioni che li hanno provocati e <strong>la</strong> conseguente riformu<strong>la</strong>zione dei programmie dei budget iniziali. Il budget, in una paro<strong>la</strong>, diventa un piano di <strong>la</strong>voro in cuisi riscontra <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> dirigente consentendo di eliminareinadeguatezze <strong>ed</strong> inefficienze, ma soprattutto di formare una coscienzaeconomica nei responsab<strong>il</strong>i dei diversi livelli perché ne sia accresciuta <strong>la</strong>razionalità <strong>del</strong>l’organizzazione e sia migliorato <strong>il</strong> rapporto risorse-obiettivirisultati.26Pertanto <strong>la</strong> mancata realizzazione degli obiettivi prefissati o <strong>del</strong>lefinalità previste da norme specifiche, in generale i risultati negativi <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione configurano in capo ai dirigenti un peculiare tipo diresponsab<strong>il</strong>ità, quel<strong>la</strong> di “gestione” o di “risultato”, cui <strong>la</strong> leggericonnette determinate sanzioni.Per rendere effettiva <strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità dei dirigenti <strong>il</strong> legis<strong>la</strong>tore haapprontato una serie di norme: i dirigenti generali “adottano misureorganizzative idonee a consentire <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione e l’analisi dei costi <strong>ed</strong>ei rendimenti <strong>del</strong>l’attività amministrativa, <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e <strong>del</strong>l<strong>ed</strong>ecisioni organizzative” (art. 18, c. 1, <strong>del</strong> d.lgs. 29/93); inoltre “Servizidi controllo interno, o nuclei di valutazione” sono istituiti nelleAmministrazioni pubbliche con <strong>il</strong> compito di verificare, m<strong>ed</strong>iantevalutazioni comparative dei costi e dei rendimenti, <strong>la</strong> realizzazion<strong>ed</strong>egli obiettivi, <strong>la</strong> corretta <strong>ed</strong> economica gestione <strong>del</strong>le risorsepubbliche, l’imparzialità <strong>ed</strong> <strong>il</strong> buon andamento <strong>del</strong>l’azioneamministrativa”.La f<strong>il</strong>osofia di fondo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong> dei controlli risi<strong>ed</strong>e nell’intento diconsiderare l’attività <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione come servizioqualificato, rispondente alle attese <strong>del</strong> cittadino, da svolgersi secondo26 Francese M.U., La responsab<strong>il</strong>ità dirigenziale dei dirigenti <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblicaAmministrazione nel d.lgs. 29/93. Note di aggiornamento, in Riv. Corte dei conti, 1995, 363


63tecniche gestionali innovative, integrate da valutazioni <strong>ed</strong> analisidesunte dalle scienze economiche con una forte accentuazione <strong>del</strong><strong>la</strong>responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong><strong>la</strong> dirigenza in ordine al<strong>la</strong> programmazione <strong>del</strong>l’attività<strong>ed</strong> al<strong>la</strong> realizzazione degli obiettivi programmmati.Nel corso degli anni 90 le riforme introdotte in materia di organizzazioneamministrativa e di pubblico impiego hanno avuto come tema ricorrente e digrande r<strong>il</strong>ievo <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> dei controlli sull’azione amministrativa, strettamentelegata ad un nuovo disegno <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, basato sull’ideacentrale <strong>del</strong>l’attuazione <strong>del</strong>lo <strong>stato</strong> f<strong>ed</strong>erale e sull’esigenza di seguireorientamente efficientistici provenienti dall’Unione Europea.Il processo di controllo inizia con le decisioni prese dal Par<strong>la</strong>mento con<strong>il</strong> documento di programmazione economico-finanziaria, proposto dalGoverno, anche sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong>le previsioni economiche e finanziarieformu<strong>la</strong>te dai dirigenti <strong>del</strong>le Amministrazioni in termini di obiettivi e programmida perseguire, tenendo conto dei costi e <strong>del</strong>le spese sostenuti per losvolgimento <strong>del</strong>le funzioni e dei servizi istituzionali.Tale documento sintetizza gli obiettivi <strong>del</strong>l’intero Stato per l’annosuccessivo.Gli obiettivi fissati dal documento di programmazione economicofinanziariadevono essere successivamente recepiti dalle singoleamministrazioni. Ogni singolo Ministro, con <strong>il</strong> supporto <strong>del</strong> Servizio diControllo Interno, deve emanare <strong>la</strong> “Direttiva Annuale <strong>del</strong> Ministro” nel<strong>la</strong>quale vengono definite le linee strategiche <strong>del</strong>l’amministrazione, i principaliprogrammi e gli obiettivi dei singoli Dipartimenti.La pianificazione si avvale <strong>del</strong>le risultanze prodotte dal controllo digestione negli anni prec<strong>ed</strong>enti. Per fissare degli obiettivi realistici, infatti, ènecessario considerare l’andamento <strong>del</strong>le gestioni passate, in quanto taleandamento contribuisce ad individuare i possib<strong>il</strong>i scenari futuri e, quindi, afissare obiettivi ad essi coerenti.


64In questa fase gli obiettivi indicati nel<strong>la</strong> direttiva <strong>del</strong> Ministro, di concertocon i dirigenti responsab<strong>il</strong>i, vengono disaggregati, quantificati <strong>ed</strong> assegnatiad ogni funzione e servizio svolto da ciascun centro di responsab<strong>il</strong>ità e costo.Ciò si concretizza nel<strong>la</strong> pr<strong>ed</strong>isposizione <strong>del</strong> Budget Economico e nelBi<strong>la</strong>ncio Finanziario di Previsione.A fine anno tutte le informazioni contab<strong>il</strong>i <strong>ed</strong> extracontab<strong>il</strong>i di costo,attività e risultato vengono e<strong>la</strong>borate e sintetizzate. In tal modo si addiviene amisurare efficienza, efficacia <strong>ed</strong> economicità <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione nonché adanalizzare gli scostamenti dagli obiettivi prec<strong>ed</strong>entemente definiti nel<strong>la</strong> fas<strong>ed</strong>i programmazione.Dal controllo infra-annuale scaturisce una fase di valutazione eriprogrammazione degli obiettivi di costo e di spesa che è sostanzialmenteassimi<strong>la</strong>b<strong>il</strong>e a quel<strong>la</strong> di programmazione.I controlli di gestione nel campo pubblico attraverso una contab<strong>il</strong>ità dicosti possono mutare l’attuale assetto dei controlli. Non devono però farriferimento solo ai costi <strong>del</strong> personale, anche se questa spesa è r<strong>il</strong>evante,devono riguardare anche altre categorie di costi, considerata <strong>la</strong> innovazionetecnologica che incrementa i costi di investimento e ricerca. 27Al riguardo le ricerche in atto stanno focalizzando gli aspetti salienti <strong>del</strong>controllo di gestione che deve basarsi sul<strong>la</strong> analisi dei servizi e appurarne irisultati.I costi da analizzare devono essere rivisti non solo nell’ambitofinanziario ma considerati anche negli aspetti economici: personale, beni,servizi, costi di manutenzione, beni di consumo. Le aziende pubbliche sonoaziende come qualunque altro soggetto imprenditoriale, anche se <strong>il</strong> carattereimprenditoriale è attenuato da aspetti e considerazioni sociali; esseproducono servizi e <strong>la</strong> loro effettuazione deve avvenire su basi non soltantofinanziarie, ma economico-finanziarie. 2827 Travaglione - Azienda Pubblica 1995.28 Canaletti Ferdinando - Nuove strutture contab<strong>il</strong>i: i bi<strong>la</strong>nci amministrativi nazionali – InAzienda Pubblica Maggio-giugno 1998.


65Pertanto gli obiettivi <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong> sono quelli di dare attuazione al<strong>la</strong>norma costituzionale che richi<strong>ed</strong>e lo svolgimento di controlli successivi suirisultati di gestione che sono, <strong>del</strong> resto, i controlli più moderni <strong>ed</strong> efficaci,poiché consentono di verificare, oltre <strong>la</strong> legalità, <strong>la</strong> performance <strong>del</strong>leamministrazioni e <strong>la</strong> qualità <strong>del</strong> prodotto amministrativo, in rapporto ai dirittidegli utenti <strong>ed</strong> agli interessi <strong>del</strong>l’intera collettività. 29Se leggiamo in positivo <strong>il</strong> recente d.lgs. n. 286/1999 che riordina epotenzia” i meccanismi e gli strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi,dei rendimenti e dei risultati <strong>del</strong>le attività svolte dalle amministrazionipubbliche”, dopo i controlli su atti in funzione di garanzia di <strong>il</strong>lustri tradizionipr<strong>ed</strong>emocratiche, si badi bene e dopo i controlli di merito, siamo di fronte adun nuovo tipo di controlli, che investono aspetti antichi: l’entità dei costi inre<strong>la</strong>zione ai risultati; e interrogativi mai posti: perché le strutture pubblicheaumentano più in quantità che in qualità? 30La cultura <strong>del</strong> controllo, estremamente viva nel nostro ordinamento, ètradizionalmente vissuta come controllo <strong>del</strong> processo, mai dei prodotti erisultati finali: quando le “carte” sono tutte giuste e <strong>la</strong> proc<strong>ed</strong>uracorrettamente eseguita perché preoccuparsi <strong>del</strong> resto? In un quadro <strong>del</strong>genere, ogni norma che imponesse controlli di risultato verrebbe ad essereautomaticamente neutralizzata, concentrando l’attenzione sui passaggi esulle proc<strong>ed</strong>ure attraverso cui proc<strong>ed</strong>e lo stesso controllo valutativo. 3129 Palmiero Vincenzo - Riforma amministrativa, <strong>riforma</strong> dei controlli, <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio:uno stretto collegamento – La Funzione Amministrativa n. 6/1998 pag.111.30 Galeotti Gianluigi - Individuazione dei risultati e loro valutazione soggetti, poteri eresponsab<strong>il</strong>ità in Banca d’Italia “i controlli <strong>del</strong>le gestioni pubbliche” Atti <strong>del</strong> ConvegnoPerugia, 2-3 dicembre 1999.31 Cassese Sabino - In occasione <strong>del</strong><strong>la</strong> inaugurazione <strong>del</strong> I corso di formazione su “Costi erendimenti <strong>del</strong>le pubbliche amministrazioni” organizzato dal<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> superiore <strong>del</strong><strong>la</strong>pubblica amministrazione.


664.2 La riorganizzazione <strong>del</strong> sistema dei controlliI servizi di controllo interno, o nuclei di valutazione sono stati istituitinelle Amministrazioni pubbliche con <strong>il</strong> compito di verificare, m<strong>ed</strong>iantevalutazioni comparative di costi e di rendimenti, <strong>la</strong> realizzazione degliobiettivi, <strong>la</strong> corretta <strong>ed</strong> economica gestione <strong>del</strong>le risorse pubbliche,l’imparzialità <strong>ed</strong> <strong>il</strong> buon andamento <strong>del</strong>l’azione amministrativa.Per quanto riguarda questi organismi, deputati al<strong>la</strong> misurazione<strong>del</strong>l’attività amministrativa <strong>ed</strong> al<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione di eventuali responsab<strong>il</strong>ità per <strong>il</strong>mancato raggiungimento dei risultati, <strong>la</strong> loro peculiarità consiste nel fatto che<strong>il</strong> legis<strong>la</strong>tore li ha collocati ciascuno nell’ambito di ogni singolo apparatoamministrativo, chiamando quest’ultimo, dunque, non solo a gestire, maanche a valutare l’economicità <strong>del</strong><strong>la</strong> propria attività.Pertanto <strong>il</strong> controllo interno, di cui quello operato dai suddetti Servizi oNuclei rappresenta una fattispecie, non rappresenta una singo<strong>la</strong> tipologia dicontrollo, ma un complesso di forme eterogenee per parametri, misure,soggetti, <strong>il</strong> cui unico connotato unitario è dato dal fatto che anziché essereesercitati da un soggetto esterno sono attribuiti a soggetti che operanoall’interno <strong>del</strong>l’organismo control<strong>la</strong>to. 32In questa maniera <strong>il</strong> controllo interno si concreta ancora in uno stadio dicura attiva <strong>del</strong> pubblico interesse e di eliminazione o correzione interna <strong>del</strong><strong>la</strong>funzione nel<strong>la</strong> fase <strong>del</strong> suo esercizio. E’ infatti parte <strong>del</strong>l’Amministrazionestessa. Tale forma di riscontro, infatti, andando oltre <strong>il</strong> sindacato di meralegittimità degli atti e dovendo perseguire l’interesse al buon funzionamento<strong>del</strong>l’Amministrazione non può non investire, seppure indirettamente, anche <strong>il</strong>merito <strong>del</strong>le scelte amministrative.Tra i controlli interni sono enucleab<strong>il</strong>i i controlli di gestione propriament<strong>ed</strong>etti (auditing) che hanno <strong>il</strong> compito di monitorare l’attività di gestione,r<strong>il</strong>evando le differenze tra risultati e gli obiettivi pr<strong>ed</strong>eterminati, analizzare le32 Acanfora D., Prof<strong>il</strong>i <strong>del</strong> controllo interno nel<strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, in Riv. Corte deiconti, 1995, 4-5, 189.


67cause e segna<strong>la</strong>re all’organo di direzione le misure correttive per migliorare<strong>la</strong> resa <strong>del</strong>l’apparato. 33L’auditing (ovvero “sentire, chiamare per farsi spiegare i fatti”) èpraticato da tempo nei paesi anglosassoni e si è andato progressivamenteaffermando in vari Stati, estendendosi all’Unione Europea.La funzione <strong>del</strong> controllo interno è stata introdotta nel<strong>la</strong> PubblicaAmministrazione prevalentemente per volontà <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore; essa nonnasce tanto con caratteristiche autopropulsive <strong>del</strong>le amministrazionipubbliche, quanto per volontà <strong>del</strong> legis<strong>la</strong>tore italiano. Dal<strong>la</strong> legge 142 <strong>del</strong>1990 al<strong>la</strong> legge n. 94 <strong>del</strong> 1997, che disciplina in modo nuovo l’ordinamentocontab<strong>il</strong>e e di bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, numerosi sono i contributi normativi chehanno imposto comportamenti innovativi nel<strong>la</strong> conduzione <strong>del</strong>leamministrazioni pubbliche.Fino ad ieri, <strong>la</strong> logica <strong>del</strong> cambiamento sembrava limitata al<strong>la</strong> gestione<strong>del</strong>le aziende pubbliche che non appartenessero direttamente alle struttureministeriali.Sembrava, in pratica, che l'innovazione <strong>del</strong> settore pubblico fossepossib<strong>il</strong>e purché restasse inalterato l’impianto organizzativo e di controllo<strong>del</strong>le amministrazioni centrali <strong>del</strong>lo Stato.Negli ultimi anni, invece, anche lo Stato è <strong>stato</strong> coinvolto in questalogica di cambiamento, contribuendo ad accelerarne <strong>il</strong> processo <strong>ed</strong> arenderlo ancora più unitario nel modo di caratterizzarne le innovazioni.L’introduzione e lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong><strong>la</strong> funzione <strong>del</strong> controllo interno senzaun’innovata organizzazione <strong>del</strong> <strong>la</strong>voro che consenta <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione dei costinei diversi centri di costo o di responsab<strong>il</strong>ità, sono diffic<strong>il</strong>i da realizzare.E’ evidente che i servizi di controllo interno si trovano nel<strong>la</strong> diffic<strong>il</strong>esituazione di dover svolgere compiti per i quali non sono fac<strong>il</strong>mente reperib<strong>il</strong>idati o informazioni contab<strong>il</strong>i o extra-contab<strong>il</strong>i.33 Lupò Avagliano M.V.- Icontrolli di efficienza sul<strong>la</strong> gestione finanziaria <strong>del</strong>lo Stato, in AttiVI Convegno di contab<strong>il</strong>ità pubblica “Controllo e collettività e controllo sul<strong>la</strong> finanzapubblica”, 9-11 ottobre 1981, Perugina 1982, 411 ss.


68Pertanto <strong>il</strong> controllo interno non rappresenta una funzione antica maaddirittura in alcune situazioni, appare anche una funzione troppo innovativain riferimento alle realtà pubbliche in cui è introdotta. Il controllo interno nonha niente a che v<strong>ed</strong>ere con i controlli che prec<strong>ed</strong>entemente si sv<strong>il</strong>uppavanonelle amministrazioni pubbliche, <strong>il</strong> controllo interno non è e non può essereun controllo punitivo o sanzionatorio.Il sistema dei controlli interni si caratterizza con le azioni e le proc<strong>ed</strong>urein grado di monitorare <strong>il</strong> processo gestionale, di r<strong>il</strong>evare gli scostamenti traciò che si è verificato e ciò che è <strong>stato</strong> programmato e di analizzare le causeche hanno determinato tali scostamenti.L’attività di controllo interno evidenzia <strong>la</strong> coerenza tra le scelte diprogrammazione e quelle di gestione, valuta i risultati, ricerca le cause chepossono aver generato gli scostamenti <strong>ed</strong> opera affinché le stesse sianoeliminate.Gli scarti tra le scelte di programmazione <strong>ed</strong> i risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> produzion<strong>ed</strong>ei servizi e le cause che hanno generato questi scarti possono esserer<strong>il</strong>evati non solo durante <strong>la</strong> gestione, ma anche in fase di controllo successivoquando sono e<strong>la</strong>borate le informazioni di ritorno per supportare <strong>il</strong> successivoprocesso di programmazione.Il sistema dei controlli interni è indirizzato a supportare gli organi <strong>del</strong><strong>governo</strong> pubblico proprio al fine di descrivere gli scenari economici <strong>ed</strong>aziendali all’interno dei quali le amministrazioni pubbliche devono operare enel cui contesto devono essere definite le linee gestionali di m<strong>ed</strong>io termine. Ilbudget, ormai considerato uno strumento di <strong>governo</strong> anche nelleamministrazioni pubbliche, è considerato come <strong>il</strong> documento economico efinanziario che completa <strong>il</strong> processo di programmazione.In questo panorama di programmazione, budget e controllo interno, <strong>il</strong>processo <strong>del</strong> cambiamento amministrativo appare agli albori come unmo<strong>del</strong>lo di controllo interno ancora in fase di iniziale caratterizzazione,l’introduzione di un sistema di controllo è diffic<strong>il</strong>e nel momento in cui i diversi


69elementi di base, contab<strong>il</strong>i <strong>ed</strong> extra-contab<strong>il</strong>i, finanziari <strong>ed</strong> economici,appaiono non fac<strong>il</strong>mente reperib<strong>il</strong>i nelle strutture pubbliche 34Per meglio corre<strong>la</strong>re l’andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa pubblica all’evoluzione<strong>del</strong>l’economia reale e garantire altresì <strong>il</strong> costante autocontrollo <strong>ed</strong> <strong>il</strong>monitoraggio <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa m<strong>ed</strong>esima, <strong>il</strong> sistema di bi<strong>la</strong>ncio finanziario deveessere integrato con una struttura di tipo economico in grado di evidenziare icosti di gestione <strong>del</strong>l’unità amministrativa, collegando risorse, obiettivi erisultati, e di conseguire <strong>il</strong> controllo diretto sull’efficienza <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>lerisorse e sull’economicità degli interventi realizzati.Questa nuova struttura non altera le vigenti proc<strong>ed</strong>ure contab<strong>il</strong>i <strong>ed</strong> isistemi di controllo di legittimità e di merito, in quanto rappresenta unostrumento che si affianca a quello di natura finanziaria attualmente in essere,senza alterarne le r<strong>il</strong>evazioni.In partico<strong>la</strong>re, <strong>il</strong> nuovo sistema di bi<strong>la</strong>ncio deve rispondere a dueesigenze specifiche:- consentire <strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione dei costi in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità e ciòimplica <strong>la</strong> individuazione dei centri di costo di ciascuna Amministrazione sul<strong>la</strong>base <strong>del</strong>le strutture organizzative esistenti e <strong>del</strong>le risorse dagli stessiimpiegate;- valutare i costi dei servizi prodotti dall’Amministrazione Pubblica,m<strong>ed</strong>iante <strong>la</strong> verifica <strong>del</strong>le modalità di acquisizione e di impiego <strong>del</strong>le risorseall’uopo occorrenti.Dal<strong>la</strong> <strong>del</strong>ineata configurazione integrata di bi<strong>la</strong>ncio, finanziaria <strong>ed</strong>economica, scaturisce una diversa valenza <strong>del</strong><strong>la</strong> decisione. Si prendono inconsiderazione non solo le spese riferib<strong>il</strong>i all’organizzazione, ma anche i costire<strong>la</strong>tivi all’ut<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong>le risorse disponib<strong>il</strong>i per l’organizzazionem<strong>ed</strong>esima.Ne deriva un supporto conoscitivo completo per decisioni e scelte piùoggettive e razionali.34D’Alessio Lidia - Il controllo interno nel<strong>la</strong> Pubblica Amministrazione esperienze eprospettive- Atti <strong>del</strong> seminario di studi svoltosi al<strong>la</strong> Facoltà di Economia “F<strong>ed</strong>erico Caffè”Università degli Studi ROMA TRE 21 ottobre 1999 pagg.12 e ss.


70Il sistema contab<strong>il</strong>e di tipo economico, infatti, risponde meglio all<strong>ed</strong>iverse esigenze di analisi e di valutazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, in quantoconsente <strong>la</strong> misurazione <strong>del</strong>le attività svolte dai diversi livelli<strong>del</strong>l’organizzazione e l’attribuzione dei costi a funzioni <strong>ed</strong> obiettivi<strong>del</strong>l’Amministrazione nel suo complesso.Solo l’introduzione di strumenti contab<strong>il</strong>i basati su elementi e principieconomici può garantire l’evoluzione <strong>del</strong>le modalità operative <strong>del</strong><strong>la</strong> gestionee favorire l’applicazione <strong>del</strong> controllo di gestione direttamente al tessutoorganizzativo, ai risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> azione amministrativa <strong>ed</strong> agli obiettiviprefissati. 35E’ l’art. 20 <strong>del</strong> d.lgs. n. 29/93 (ora quasi completamente abrogato) cheha dettato <strong>la</strong> disciplina compiuta <strong>del</strong> controllo interno. La norma facevaobbligo alle pubbliche amministrazioni, che ne erano prive, di istituire servizidi controllo interno o nuclei di valutazione con <strong>il</strong> “compito di verificare,m<strong>ed</strong>iante valutazioni comparative di costi e dei rendimenti, <strong>la</strong> realizzazion<strong>ed</strong>egli obiettivi, <strong>la</strong> corretta <strong>ed</strong> economica gestione <strong>del</strong>le risorse pubbliche,l’imparzialità <strong>ed</strong> <strong>il</strong> buon andamento <strong>del</strong>l’azione amministrativa”.L’aspetto positivo di questa normativa era che individuava, in modocorretto, <strong>la</strong> missione <strong>del</strong> controllo interno: assicurare <strong>il</strong> miglioramentocontinuo <strong>del</strong>l’attività di gestione, attraverso l’individuazione di punti critici,l’analisi <strong>del</strong>le re<strong>la</strong>tive cause e <strong>la</strong> proposta di misure correttive.Il maggior pregio <strong>del</strong>l’art. 20 era quello di configurare <strong>il</strong> controllo internocome un controllo strategico, svolto da uffici caratterizzati dal fatto di essere,ad un tempo subordinati <strong>ed</strong> autonomi.La normativa è stata rivista con <strong>il</strong> d.lgs 286/1999 (emanato in baseall’art. 17 <strong>del</strong><strong>la</strong> L. n. 59/1997). L’aspetto più innovativo <strong>del</strong> decreto legis<strong>la</strong>tivoha riguardato <strong>la</strong> previsione di quattro categorie di controlli interni:- <strong>il</strong> controllo interno di rego<strong>la</strong>rità amministrativa e contab<strong>il</strong>e (art.2): vienesvolto dagli organi appositamente previsti dalle disposizioni vigenti nei diversicomparti <strong>del</strong><strong>la</strong> pubblica amministrazione, e, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> Ragioneria35 Conte Carlo - Il bi<strong>la</strong>ncio come strumento per <strong>il</strong> controllo di gestione - Politica eMezzogiorno, luglio-dicembre 1997


71generale <strong>del</strong>lo Stato, m<strong>ed</strong>iante lo strumento <strong>del</strong> visto, solo per le verifiche dirego<strong>la</strong>rità contab<strong>il</strong>e; i servizi ispettivi di finanza <strong>del</strong><strong>la</strong> Ragioneria generale<strong>del</strong>lo Stato e gli organi di revisione;- <strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong> personale con incarico dirigenziale (art.5): previstasolo per i dirigenti e deve svolgersi in coerenza con le norme dei contratticollettivi di <strong>la</strong>voro. Le pubbliche amministrazioni, sul<strong>la</strong> base anche <strong>del</strong>controllo di gestione, valutano le prestazioni dei propri dirigenti, nonché icomportamenti re<strong>la</strong>tivi allo sv<strong>il</strong>uppo <strong>del</strong>le risorse professionali, umane eorganizzative ad essi assegnate. La proc<strong>ed</strong>ura di valutazione è <strong>il</strong>presupposto per l’applicazione <strong>del</strong>le norme sul<strong>la</strong> responsab<strong>il</strong>ità dirigenziale,di cui all’art. 21 <strong>del</strong> d.lgv. 29/93). In partico<strong>la</strong>re le misure si applicano allorchéi risultati negativi <strong>del</strong>l’attività amministrativa e <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione o <strong>il</strong> mancatoraggiungimento degli obiettivi emergono dalle ordinarie <strong>ed</strong> annuali proc<strong>ed</strong>ur<strong>ed</strong>i valutazione;- <strong>la</strong> valutazione <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo strategico (art. 6): verifica l’attuazion<strong>ed</strong>egli obiettivi contenuti nelle direttive per l’azione amministrativa e <strong>la</strong>gestione e negli altri atti di indirizzo politico-amministrativo. Il controllostrategico consiste nell’analisi, preventiva e successiva, <strong>del</strong><strong>la</strong> congruenza odegli eventuali scostamenti tra le missioni <strong>del</strong>l’Amministrazione (previstadal<strong>la</strong> legge) gli obiettivi (stab<strong>il</strong>iti dall’organo di direzione politica eamministrativa), le scelte operative (fatte dal dirigente) e <strong>la</strong> ripartizione <strong>del</strong>lerisorse umane, materiali e finanziarie. Anche <strong>la</strong> struttura di controllostrategico è costituita e riceve direttive dall’organo di vertice, al qualerisponde e riferisce. Opera però, in posizione di autonomia operativa,nell’ambito degli uffici di diretta col<strong>la</strong>borazione. L’esito <strong>del</strong> controllo strategicoconsiste nel<strong>la</strong> pr<strong>ed</strong>isposizione di re<strong>la</strong>zioni per segna<strong>la</strong>re all’organo didirezione politica o amministrativa le incongruenze, oppure, fattori ostativi alraggiungimento degli obiettivi, le connesse responsab<strong>il</strong>ità e i possib<strong>il</strong>i rim<strong>ed</strong>i.Il controllo supporta quindi l’attività di programmazione strategica e diindirizzo politico-amministrativo. In quanto fiduciari <strong>del</strong>l’organo di direzione,


72gli uffici di controllo strategico non possono dare direttive alle strutture dicontrollo di gestione, che dipendono dal dirigente. 36 ;- <strong>il</strong> controllo di gestione (art. 4): verifica l’efficacia, l’efficienza el’economicità <strong>del</strong>l’azione amministrativa, al fine di ottimizzare <strong>il</strong> rapporto(costi/risultati).La struttura di controllo di gestione è costituita e riceve direttive daldirigente al quale risponde e riferisce. Opera, quindi, all’interno <strong>del</strong>le direzionigenerali. Il controllo di gestione si fonda sul principioautonomia/responsab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> dirigente. L’organo di direzione politicoamministrativanon può interferire nell’attività di gestione, può solo verificarese gli obiettivi da lui posti siano stati raggiunti dal dirigente e se le risorsesiano state ut<strong>il</strong>izzate in modo ottimale.L’esito <strong>del</strong> controllo consiste nel<strong>la</strong> pr<strong>ed</strong>isposizione di re<strong>la</strong>zioni persegna<strong>la</strong>re al dirigente <strong>la</strong> criticità <strong>del</strong>l’unità organizzativa e le conseguentiproposte di correzione.Il controllo di gestione di tipo economico (ma non solo), configura unmo<strong>del</strong>lo tipico <strong>del</strong>le aziende private di produzione che, attraverso <strong>la</strong> verifica<strong>del</strong>l’azione in corso, ovvero dei risultati conseguiti, consente di indirizzarel’attività gestionale in modo economico <strong>ed</strong> efficiente.L’evoluzione che si è avuta negli ultimi tempi <strong>del</strong> budget consiste nelfatto che permette non solo di prev<strong>ed</strong>ere e finalizzare <strong>il</strong> futuro, masoprattutto, di control<strong>la</strong>re l’andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> realtà aziendale nel suo evolversi<strong>ed</strong> in ogni suo componente. Rende cioè possib<strong>il</strong>e l’uso tempestivo di quelleazioni correttive necessarie per eliminare storture e far rientrare nuovamenteogni elemento nel prefissato programma aziendale.La locuzione controlli gestori si riferisce ad una pluralità di moduliorganizzatori che in comune hanno soltanto l'oggetto <strong>del</strong> controllo: “<strong>la</strong>gestione”. Il controllo di gestione è pertanto un controllo interno che sicaratterizza per <strong>il</strong> fatto di essere partecipe <strong>del</strong> proc<strong>ed</strong>imento volto alconseguimento degli obiettivi prefissati, che è finalizzato a fornire ut<strong>il</strong>i36 Cogliardo G. – controllo di gestione e controllo strategico: analogie e differenze, <strong>Rivista</strong><strong>del</strong><strong>la</strong> Corte dei conti gen/feb 2000.


73elementi di conoscenza <strong>del</strong>l’andamento gestionale per favorire i tempestiviaggiustamenti da parte dei tito<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> potere decisionale. E’ un controllo chestrutturalmente e funzionalmente si colloca in posizione di osservatorioqualificato per trasmettere le informazioni necessarie al fine di ottimizzarel’attività.E’ un controllo che fotografa l’andamento dei fenomeni gestori ma chenon si traduce in giudizio, ne si sovrappone o condiziona le scelte di chi èinvestito di un potere direzionale.Si sv<strong>il</strong>uppa attraverso l’analisi <strong>ed</strong> <strong>il</strong> monitoraggio di ogni singo<strong>la</strong> fase<strong>del</strong>l’attività amministrativa e gestionale, favorendo <strong>il</strong> miglioramento deirisultati <strong>ed</strong> assolvendo così ad una funzione analoga a quel<strong>la</strong> che in campoaziendale è svolta da chi si occupa di qualità <strong>del</strong> prodotto.E’ pertanto indispensab<strong>il</strong>e ai fini <strong>del</strong><strong>la</strong> verifica dei criteri di efficacia,efficienza <strong>ed</strong> economicità.Deve comunque r<strong>il</strong>evarsi che l’attività svolta dal<strong>la</strong> PubblicaAmministrazione di rado è misurab<strong>il</strong>e nello stesso modo di quel<strong>la</strong> praticatadai privati considerate le diverse finalità e condizioni operative. 37I controlli esterni, nel<strong>la</strong> conformazione generale estesa a tutte leamministrazioni pubbliche posta dall’art. 3 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 20/94, sono dacollocare all’interno <strong>del</strong> circuito istituzionale fra Par<strong>la</strong>mento e Governo e, piùin generale, fra assemblee elettive <strong>ed</strong> organi di <strong>governo</strong>. 38Hanno ad oggetto <strong>la</strong> misurazione e valutazione dei risultati <strong>del</strong>lepolitiche per vaste aree oppure <strong>il</strong> confronto fra le prestazioni di diversiorganismi comparab<strong>il</strong>i o riconducib<strong>il</strong>i a standard comuni; intervengono, dirego<strong>la</strong>, quando <strong>il</strong> processo gestionale re<strong>la</strong>tivo al periodo considerato èconcluso <strong>ed</strong> hanno come fine <strong>la</strong> attivazione di meccanismi migliorativi <strong>del</strong>l<strong>ed</strong>ecisioni future “dentro” <strong>il</strong> rapporto fra assemblee elettive, organi di <strong>governo</strong>,burocrazie.37 Piazza Angelo - Ministro per <strong>la</strong> funzione pubblica - Lo Stato <strong>del</strong>l’Amministrazionepubblica a vent’anni dal rapporto Giannini Roma, 16 novembre 1999.38 Manin Carabba - La valutazione dei risultati <strong>del</strong>le politiche pubbliche soggetti, strumentie prospettive – Banca d’Italia I controlli <strong>del</strong>le gestioni pubbliche – Atti <strong>del</strong> ConvegnoPerugia, 2-3 dicembre 1999.


74Per governare <strong>la</strong> finanza pubblica e, quindi, assumere le necessari<strong>ed</strong>ecisioni in termini di allocazione <strong>del</strong>le risorse per <strong>il</strong> perseguimento degliinteressi pubblici e per l’erogazione dei servizi occorre disporre di unpatrimonio ricco di informazioni che soltanto uno svolgimento corretto <strong>ed</strong>adeguato dei controlli sui fenomeni gestori può fornire.


754.3 Il controllo di gestione.Il progressivo affermarsi in Italia <strong>del</strong> “Welfare State”, l’espandersi<strong>del</strong>l’azione pubblica in economia e corre<strong>la</strong>tivamente <strong>il</strong> consistente lievitare<strong>del</strong><strong>la</strong> spesa pubblica, si è reso necessario sottoporre a più rigorose forme dicontrollo nel momento in cui <strong>il</strong> debito pubblico è venuto ad assumer<strong>ed</strong>imensioni al<strong>la</strong>rmanti; e tutto ciò proprio quando <strong>la</strong> partecipazione <strong>del</strong> nostroPaese all’Unione europea e l’introduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> moneta unica avrebberorichiesto <strong>il</strong> massimo di rigore nel<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le pubbliche risorse.E’ in tale contesto che è maturato <strong>il</strong> ripensamento <strong>del</strong> sistema deicontrolli, perché ci si è resi conto che un controllo di legittimità, per quantoesteso, non era da solo sufficiente a ricondurre nei giusti argini <strong>la</strong> spesapubblica, di<strong>la</strong>tata dall’espandersi dei fini e <strong>del</strong>le funzioni <strong>del</strong>lo Stato, ma cheoccorreva un diverso tipo di controllo che, per assicurare ai cittadini servizinon solo qualitativamente e quantitativamente migliori ma anche a condizionipiù vantaggiose, verificasse, insieme al<strong>la</strong> legittimità di taluni atti,tassativamente indicati, anche <strong>la</strong> legalità, l’efficienza e l’economicità<strong>del</strong>l’azione amministrativa nonché l’efficacia dei risultati. 39Il controllo di gestione ha fatto <strong>il</strong> suo ingresso in modo esplicitonell’ordinamento <strong>del</strong> nostro Paese attraverso <strong>la</strong> contab<strong>il</strong>ità degli enti locali(d.lgs. 25 febbraio 1995, n. 77, emanato in attuazione <strong>del</strong><strong>la</strong> legge <strong>del</strong>ega421/92) dove se ne fornisce una definizione abbastanza corrispondente aquel<strong>la</strong> <strong>del</strong> col<strong>la</strong>udato auditing anglosassone: controllo di gestione è “<strong>la</strong>proc<strong>ed</strong>ura diretta a verificare lo <strong>stato</strong> di attuazione degli obiettivi programmatie, attraverso l’analisi <strong>del</strong>le risorse acquisite e <strong>del</strong><strong>la</strong> comparazione tra i costi e<strong>la</strong> quantità e qualità dei servizi offerti, <strong>la</strong> funzionalità <strong>del</strong>l’organizzazione<strong>del</strong>l’ente, l’efficacia, l’efficienza <strong>ed</strong> <strong>il</strong> livello di economicità nell’attività direalizzazione dei pr<strong>ed</strong>etti obiettivi”.Il progressivo trasformarsi dei mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong><strong>la</strong> organizzazioneamministrativa ha segnato, dunque, un significativo mutamento di39 Balsamo F. – Il decentramento <strong>del</strong><strong>la</strong> funzione di controllo, Riv. Amministrazione econtab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lo Stato e degli Enti pubblici gen/feb 2000.


76concezione volto a considerare più attentamente <strong>la</strong> funzione amministrativamaggiormente ispirata all’efficienza, anziché al<strong>la</strong> so<strong>la</strong> legalità. Esso haaperto sempre più <strong>la</strong> strada, anche nel nostro Paese, al convincimento che lemoderne esigenze di salvaguardia <strong>del</strong><strong>la</strong> finanza pubblica non avrebberorichiesto più solo che un intervento di spesa fosse conforme ai canoni <strong>del</strong><strong>la</strong>legge, ma che tenesse nel<strong>la</strong> dovuta considerazione anche l’effettivovantaggio <strong>ed</strong> <strong>il</strong> costo in rapporto alle risorse impiegate. A tal fine approntandostrumenti che riguardassero <strong>la</strong> verifica <strong>del</strong>l’efficacia, cioè <strong>del</strong> riscontro finale,globale, circa l’aderenza dei risultati <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione agli obiettivi fissati dalleleggi o dai programmi, ovvero <strong>del</strong>l’efficienza propriamente intesa qualeriscontro <strong>del</strong>l’economicità, costi-benefici e sim<strong>il</strong>i, di gestione. 40Il concreto tentativo di introdurre nel nostro ordinamento controlli tesi averificare <strong>il</strong> comportamento dei responsab<strong>il</strong>i <strong>del</strong>l’azione e gestioneamministrativa, perché l’azione stessa venga continuamente stimo<strong>la</strong>ta <strong>ed</strong>indirizzata verso risultati di efficienza e produttività, è prova eloquente <strong>del</strong>cambio di rotta nell’analisi <strong>del</strong>l’attività, in partico<strong>la</strong>re di spesa , <strong>del</strong><strong>la</strong> PubblicaAmministrazione: non più solo dati significativi <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong><strong>la</strong> legalità atute<strong>la</strong> dei limiti <strong>del</strong>l’intervento finanziario, bensì anche di dati che consentano<strong>la</strong> valutazione <strong>del</strong>l’attività svolta <strong>ed</strong> in corso di svolgimento, ai fini di una piùadeguata e razionale distribuzione <strong>del</strong>le risorse.Giova dire, però, che indipendentemente dalle riforme che avrebberointeressata l’Amministrazione nei primi anni 90, <strong>il</strong> problema dei controlli e <strong>la</strong>sua r<strong>il</strong>evanza ai fini <strong>del</strong> completamento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Contab<strong>il</strong>itàpubblica era già chiaro e tenuto ben presente fin dall’origine <strong>del</strong> dibattito sul<strong>la</strong><strong>riforma</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> struttura <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio ritenendosi “indispensab<strong>il</strong>e che i controllisiano attuati in modo tale da garantire e verificare <strong>la</strong> validità <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione…per verificare <strong>la</strong> rispondenza economica <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa”. 41Per poter introdurre controlli di gestione nel nostro ordinamento sisarebbe dovuto incidere in profondità in Istituti seco<strong>la</strong>ri derivati da40 Rapporto sullo <strong>stato</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione c.d. Commissione Giannini, Atti,Roma, 198141 Ministero <strong>del</strong> Tesoro, Commissione per <strong>la</strong> Riforma <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, anni 1988-91


77stratificazioni storiche e divenuti, pertanto, fortemente consolidati: si pensi alsistema di controllo <strong>del</strong>le ragionerie, unitamente a quello dei controlli esterniesercitato dal<strong>la</strong> Corte dei conti, legati entrambi agli schemi convenzionali <strong>del</strong>controllo carto<strong>la</strong>re di legittimità degli atti.Bisogna precisare che con <strong>la</strong> locuzione “controllo di gestione” ci siintende riferire ad una pluralità di moduli organizzatori che in comune hannosolo l’oggetto <strong>del</strong> controllo – <strong>la</strong> gestione – rimanendo diversi i tito<strong>la</strong>ri <strong>del</strong><strong>la</strong>funzione, le finalità, i destinatari.I controlli tradizionali riguardano atti presi singo<strong>la</strong>rmente; Il controllogestorio ha per oggetto l’attività considerata nel suo insieme e nei suoi effetti.Si risolve nel confronto tra <strong>la</strong> situazione effettivamente realizzata e quel<strong>la</strong>posta ad obiettivo in modo da verificare in uno con i risultati raggiunti, costi,tempi e modi <strong>del</strong>l’azione amministrativa. Nei controlli tradizionali <strong>il</strong> parametroè <strong>la</strong> legge; nei controlli gestori non solo <strong>la</strong> legge, venendo ad essere ricercatanon più <strong>la</strong> corrispondenza atto-rego<strong>la</strong>, ma corrispondenza attività-finalità.Il controllo di gestione viene usualmente definito controllo “dioperatività” per significare chiaramente che esso si esercita e durante losvolgimento <strong>del</strong>l’azione accompagnando l’atto o l’attività nel suo cammino,nel qual caso si par<strong>la</strong> di “valutazione operativa di efficienza”, e ad azioneconclusa per una valutazione globale dei mezzi, modi e risultati <strong>del</strong><strong>la</strong>gestione.Al riguardo è bene distinguere, nell’ambito dei controlli di gestione, uncontrollo di gestione strictu sensu da un controllo più propriament<strong>ed</strong>enominato sul<strong>la</strong> gestione.Il controllo “di” gestione è solitamente un controllo “interno” in funzioneservente <strong>del</strong> management che mira ad incidere tempestivamente sullegestioni in corso; mentre quello “sul<strong>la</strong>” gestione è un controllo esternosuccessivocce tende ad influire sulle gestioni future.Il primo è finalizzato a fornire ut<strong>il</strong>i elementi di conoscenza<strong>del</strong>l’andamento gestionale per favorire i tempestivi aggiustamenti da part<strong>ed</strong>ei tito<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> potere amministrativo al fine di ottimizzare l’attività <strong>del</strong>l’ente,


78senza peraltro sovrapporsi o condizionare le scelte degli organi dirigenti diquest’ultimo cui spetta <strong>il</strong> potere direzionale.Il secondo, a differenza <strong>del</strong> primo, si conclude con una valutazionesull’operato <strong>del</strong>l’Amministrazione e sui suoi risultati <strong>ed</strong> è funzionale, quindi,non all’attività di direzione amministrativa, bensì all’avvio di un circolo viziosodi rivisitazione all’indietro di regole e comportamenti <strong>del</strong>l’Amministrazionestessa.Per <strong>il</strong> controllo di gestione <strong>il</strong> processo di misurazione e valutazione siinserisce all’interno <strong>del</strong>l’Amministrazione; per <strong>il</strong> controllo sul<strong>la</strong> gestione <strong>il</strong>processo si situa all’esterno.di conseguenza <strong>il</strong> primo non può che competereche all’Amministrazione stessa, mentre <strong>il</strong> secondo va imputato ad unsoggetto estraneo all’Amministrazione control<strong>la</strong>ta, in posizione di assolutaindipendenza.Pertanto controllo interno “di” gestione e controllo esterno “sul<strong>la</strong>”gestione si completano a vicenda. Il controllore interno tende ad evitare che<strong>la</strong> Pubblica Amministrazione sbagli nel corso <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione,e, quindi, fa siche l’azione di questa venga tempestivamente corretta e riqualificata; quelloesterno reindirizza a monte in termini di funzionalità l’attività stessa deglioperatori pubblici. E lo fa generalmente anche ut<strong>il</strong>izzando i risultati <strong>del</strong> primoa significare <strong>il</strong> continuum, l’unicità di intenti <strong>del</strong> controllo di tipo gestorio inqualsivoglia forma e tempi esercitato.Il sistema dei controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> Corte dei conti come riorganizzato dal<strong>la</strong>legge 20/94 corrisponde nelle sue grandi linee ai principi <strong>del</strong> controllo esternosul<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>l’Amministrazione.La vera novità <strong>del</strong><strong>la</strong> legge n. 20 è l’introduzione <strong>del</strong> controllo sul<strong>la</strong>gestione: <strong>la</strong> Corte dei conti “svolge, anche in corso di esercizio, <strong>il</strong> controllosuccessivo sul<strong>la</strong> gestione <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio e <strong>del</strong> patrimonio <strong>del</strong>le Amministrazionipubbliche, nonché sulle gestioni fuori bi<strong>la</strong>ncio e sui fondi di provenienzacomunitaria, verificando <strong>la</strong> legittimità e rego<strong>la</strong>rità <strong>del</strong>le gestioni, nonché <strong>il</strong>funzionamento dei controlli interni a ciascuna Amministrazione…, accerta,anche in base all’esito di altri controlli, <strong>la</strong> rispondenza dei risultati <strong>del</strong>l’attività


79amministrativa agli obiettivi stab<strong>il</strong>iti dal<strong>la</strong> legge, valutando comparativamentecosti, modi e tempi <strong>del</strong>l'azione amministrativa..."Le re<strong>la</strong>zioni <strong>del</strong><strong>la</strong> Corte “contengono anche valutazioni sulfunzionamento dei controlli interni”. Ai quali “organi di controllo interno” <strong>la</strong>Corte può richi<strong>ed</strong>ere qualsiasi atto o notizia ut<strong>il</strong>e ai fini <strong>del</strong> controllo sul<strong>la</strong>gestione, giusto quanto si diceva circa l’indispensab<strong>il</strong>e collegamento traattività di controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione svolta all’interno e quel<strong>la</strong> eseguitaall’esterno <strong>del</strong>l’Amministrazione.L’esigenza che si è andata affermando in connessione al<strong>la</strong> necessità diassicurare <strong>la</strong> funzionalità degli apparati pubblici, è quel<strong>la</strong> di un controllo <strong>il</strong> cuicompito è quello di individuare le cause <strong>del</strong>le disfunzioni e promuovere estimo<strong>la</strong>re i correttivi <strong>del</strong> caso e non imp<strong>ed</strong>ire, reprimere e sanzionare. Diconseguenza <strong>la</strong> sanzione qui non esiste, intesa, in senso tradizionale. Ilcontrollo gestorio non si esaurisce nelle due fasi tradizionali <strong>del</strong> “giudizio” e<strong>del</strong><strong>la</strong> “sanzione”. Di conseguenza <strong>la</strong> struttura <strong>del</strong> controllo di gestione èriconducib<strong>il</strong>e ad uno schema artico<strong>la</strong>to in quattro fasi: 1) <strong>la</strong> individuazione deifenomeni gestori <strong>ed</strong> amministrativi da esaminare e <strong>la</strong> definizione deiparametri di riferimento e dei criteri per le misurazioni e valutazioni <strong>del</strong>fenomeno stesso; 2) <strong>la</strong> prefigurazione <strong>ed</strong> <strong>il</strong> concreto svolgimento <strong>del</strong>le attivitàistruttorie di accertamento diretto, ispettive, di acquisizione documentale; 3)<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione conclusiva <strong>del</strong>le misurazioni e valutazioni <strong>del</strong> fenomenogestorio <strong>ed</strong> amministrativo indagato; 4) l’esito <strong>del</strong> controllo, nel suo impattocon <strong>il</strong> circuito <strong>del</strong><strong>la</strong> decisione e <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione 42Come può notarsi <strong>la</strong> sequenza descritta include i due momentic<strong>la</strong>ssici <strong>del</strong> giudizio e <strong>del</strong><strong>la</strong> sanzione, ma non li esaurisce, divenendoessenziale <strong>il</strong> legame funzionale fra le diverse fasi. In una paro<strong>la</strong>, èl’intero percorso che caratterizza una attività amministrativa comecontrollo, piuttosto che <strong>il</strong> momento finale <strong>del</strong> raffronto tra giudizio <strong>ed</strong>effetti sanzionatori.42 Carabba M., La nuova disciplina dei controlli nel<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> amministrativa, in Riv. Trim.dir.pubbl, 1994, 981.


804.4 La politica <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncioLe politiche di bi<strong>la</strong>ncio, impiegate per molto tempo in maniera restrittivaper rispettare i parametri di Maastricht, sono ora condizionate anche dalPatto di stab<strong>il</strong>ità e di crescita e dal Patto di stab<strong>il</strong>ità interno.Come è noto <strong>il</strong> Trattato di Maastricht ha posto le basi per l’unificazionemonetaria europea <strong>ed</strong> ha individuato un livello “di guardia” oltre <strong>il</strong> qualel’instab<strong>il</strong>ità finanziaria potrebbe determinare una crisi strutturale per <strong>la</strong> qualesarebbe poi9 diffic<strong>il</strong>e uscirne.Per l’Italia <strong>il</strong> rapporto debito pubblico/PIL è <strong>stato</strong> per diversi decennisuperiore al 100%; nel secondo dopoguerra e fino al<strong>la</strong> metà degli anni ’70 èrisultato inferiore al 60%, a seguito <strong>del</strong> contenimento <strong>del</strong> debito prodottodall’inf<strong>la</strong>zione.Il Trattato di Maastricht, considerato che <strong>il</strong> debito pubblico può esseresostenib<strong>il</strong>e qualora <strong>il</strong> rapporto tra esso e PIL assuma un valore stazionario oin diminuzione, ha formu<strong>la</strong>to i seguenti criteri di finanza pubblica:- Il rapporto tra disavanzo e PIL non può superare <strong>il</strong> 3%- Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo non devesuperare <strong>il</strong> 60%.Tali criteri sono stati resi più stringenti dal cosiddetto Patto di stab<strong>il</strong>ità ecrescita, <strong>il</strong> cui scopo è <strong>stato</strong> quello di sollecitare un tendenziale equ<strong>il</strong>ibrio, conconseguente azzeramento <strong>del</strong> disavanzo e solo nel caso di forti scostamentidal valore di riferimento <strong>del</strong> rapporto debito/PIL prev<strong>ed</strong>ere una politica piùincisiva tendente a raggiungere un saldo attivo di bi<strong>la</strong>ncio peraccelerare l’avvicinamento al criterio <strong>del</strong> 60%. 43Il Patto di stab<strong>il</strong>ità e di crescita, approvato dal Consiglio europeo nelgiugno <strong>del</strong> 1997, ha previsto che gli Stati partecipanti all’UME debbanoperseguire un obiettivo di m<strong>ed</strong>io periodo rappresentato da un saldo dibi<strong>la</strong>ncio prossimo al pareggio o in surplus, a meno che non ci si trovi in fasicicliche sfavorevoli, nel qual caso <strong>il</strong> rapporto indebitamento/PIL non deve43 Arcelli Mario – Il rientro <strong>del</strong> debito pubblico, Economia italiana, 1998.


81superare <strong>il</strong> 3%. Si può superare <strong>il</strong> 3% solo in caso di grave recessione; deveessere inferiore in caso di lieve recessione <strong>ed</strong> in pareggio o surplus in casodi espansione economica molto forte.L’obiettivo <strong>del</strong> Patto è <strong>stato</strong> quello di assicurare <strong>la</strong> sostenib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lepolitiche di bi<strong>la</strong>ncio e per tale via, <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong><strong>la</strong> moneta unica.Il processo di ampliamento <strong>del</strong>l’autonomia finanziaria degli entiterritoriali ha reso sempre più complessa <strong>la</strong> gestione <strong>del</strong>le regole diMaastricht per <strong>il</strong> controllo dei disavanzi. E’ rimasto sempre più complesso <strong>il</strong>raggiungimento <strong>del</strong>l’equ<strong>il</strong>ibrio, tra <strong>il</strong> rispetto <strong>del</strong>l’autonomia costituzionalmentegarantita alle regioni e agli enti locali e <strong>il</strong> rigore dei vincoli stab<strong>il</strong>iti dal Patto distab<strong>il</strong>ità e crescita.La soluzione, nel breve periodo, è stata individuata nel<strong>la</strong> costruzione diun “Patto di stab<strong>il</strong>ità interno” fondato sul principio di coordinamento <strong>del</strong><strong>la</strong>finanza pubblica, posto dall’art. 119 <strong>del</strong><strong>la</strong> Costituzione, e finalizzato a dettarele regole in virtù <strong>del</strong>le quali le autonomie regionali e locali concorrono al<strong>la</strong>realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica concordati in s<strong>ed</strong>e di UnioneEuropea, impegnandosi a ridurre progressivamente <strong>il</strong> finanziamento indisavanzo <strong>del</strong>le proprie spese e a ridurre <strong>il</strong> rapporto tra <strong>il</strong> proprio ammontar<strong>ed</strong>i debito e <strong>il</strong> prodotto interno lordo.Le modalità con cui <strong>il</strong> Patto di stab<strong>il</strong>ità interno opera sono fissat<strong>ed</strong>all’art. 28 <strong>del</strong><strong>la</strong> legge collegata al<strong>la</strong> finanziaria 1999 (legge n. 448 <strong>del</strong> 1998)e precisate dalle circo<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong> Tesoro, che pone le regole per <strong>la</strong>determinazione <strong>del</strong> saldo per ciascun ente, sia con riguardo all’esercizio incorso, sia con riferimento alle previsioni 2000 e 2001 da assumere a bas<strong>ed</strong>ei bi<strong>la</strong>nci e determina le modalità per <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> rapporto debito/PIL. 44La pr<strong>ed</strong>etta disposizione ha recepito gli obiettivi fissati dal DPEF 1999-2001 (introduzione e disciplina <strong>del</strong> Patto di stab<strong>il</strong>ità interno) finalizzati atradurre gli impegni assunti dal Paese a livello europeo sui saldi di bi<strong>la</strong>ncio<strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>le Amministrazioni pubbliche. Sono stati individuati due diversiprovv<strong>ed</strong>imenti indirizzati rispettivamente:44 Piazza A.- Lo <strong>stato</strong> <strong>del</strong>l’amministrazione pubblica a vent’anni dal rapporto Giannini,Roma, 16.11.1999.


82- al<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> disavanzo finanziario (obiettivo vinco<strong>la</strong>nte)- al<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> debito degli Enti locali (obiettivo facoltativo).La politica monetaria, con <strong>la</strong> costituzione <strong>del</strong><strong>la</strong> Banca Centrale Europea(BCE), non è più ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e quale strumento di <strong>governo</strong> <strong>del</strong>l’economia alivello nazionale. Conseguentemente <strong>il</strong> principale strumento di interventonell’economia per combattere le recessioni a disposizione <strong>del</strong> Governo, è <strong>il</strong>bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato.La crescita e <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> sistema dovranno essere ottenutefacendo emergere nuova base imponib<strong>il</strong>e, contrastando l’evasione eriducendo <strong>la</strong> pressione fiscale.Dal <strong>la</strong>to <strong>del</strong>le spese, l’unica possib<strong>il</strong>ità per raggiungere e mantenerel’equ<strong>il</strong>ibrio <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio resta quel<strong>la</strong> di migliorarne <strong>la</strong> qualità, indirizzando <strong>la</strong>spesa verso quei settori che contribuiscono ad aumentare <strong>la</strong> crescitaeconomica <strong>del</strong> paese. 45Il recupero <strong>del</strong>l’efficienza, <strong>la</strong> razionalizzazione <strong>del</strong>l’apparatoamministrativo e <strong>la</strong> conseguente eliminazione degli sprechi nel settorepubblico costituiscono elementi decisivi per un duraturo risanamento <strong>del</strong><strong>la</strong>finanza pubblica e di riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa.La razionalizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione, potrà portare arecuperi di efficienza, comprimendo <strong>la</strong> spesa corrente e liberando diconseguenza risorse finanziarie per <strong>il</strong> ri<strong>la</strong>ncio di investimenti produttivicreando in tal modo un circolo virtuoso che, partendo dagli investimentiproduttivi, porterà a nuova occupazione, maggiore crescita <strong>del</strong> PIL eriduzione, nel m<strong>ed</strong>io-lungo termine <strong>del</strong> debito pubblico.I progressi che sono stati compiuti negli ultimi anni per ridimensionare idisavanzi di bi<strong>la</strong>ncio hanno consentito, dapprima, di rallentare e quindi diarrestare <strong>la</strong> fase di crescita <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> debito pubblico, con riflessi positivisull’andamento <strong>del</strong>l’inf<strong>la</strong>zione e dei tassi di interesse.La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato, attuata da ultimo con <strong>la</strong> legge 94/97,ha posto le basi per un maggior controllo <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa e <strong>del</strong> disavanzo45 Dipartimento <strong>del</strong><strong>la</strong> Ragioneria Generale <strong>del</strong>lo Stato – Monorchio Andrea, atti <strong>del</strong>convegno di finanza pubblica dei paesi <strong>del</strong> G7, Roma, 6-8 apr<strong>il</strong>e 1998.


83pubblico priv<strong>il</strong>egiando, da un <strong>la</strong>to, <strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> programmazione,individuando le risorse disponib<strong>il</strong>i da affidare ai centri di responsab<strong>il</strong>ità e alleunità previsionali di base per <strong>il</strong> raggiungimento degli obiettivi ad essiassegnati.Con <strong>il</strong> nuovo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio si è voluto migliorare lo strumentodecisionale necessario per intraprendere manovre di politica economica, piùmirate <strong>ed</strong> efficaci, coniugandone l’azione realizzativa degli obiettivi con <strong>il</strong>mo<strong>del</strong>lo organizzativo e quindi esaltando le responsab<strong>il</strong>ità gestionali deidirigenti.In questo nuovo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio sono state attribuite ad ogni centrodi responsab<strong>il</strong>ità le risorse finanziarie necessarie per <strong>il</strong> suo funzionamento eper <strong>il</strong> raggiungimento dei re<strong>la</strong>tivi obiettivi prec<strong>ed</strong>entemente individuati <strong>ed</strong>assegnati dall’autorità politica.Il d.lgs. 279/1997 ha completato <strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Statointroducendo un sistema di contab<strong>il</strong>ità economica fondata su r<strong>il</strong>evazionianalitiche per centri di costo, cioè di una tecnica indispensab<strong>il</strong>e per <strong>la</strong>r<strong>il</strong>evazione, <strong>la</strong> destinazione, l’analisi <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo dei costi e dei ricaviinerenti <strong>la</strong> gestione.Questo nuovo impianto contab<strong>il</strong>e è <strong>stato</strong> introdotto nelleamministrazioni pubbliche proprio per superare i limiti <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazionefinanziaria dei fatti di gestione <strong>ed</strong> è, pertanto, in grado di monitorare i costi, irisultati <strong>ed</strong> i rendimenti <strong>del</strong>le singole amministrazioni, ciò consente diverificare periodicamente l’effettivo andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e in definitivadi favorire <strong>il</strong> controllo di gestione.Ne deriva un supporto conoscitivo completo per decisioni e scelte piùoggettive e razionali.Il sistema contab<strong>il</strong>e di tipo economico, infatti, risponde meglio all<strong>ed</strong>iverse esigenze di analisi e di valutazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, in quantoconsente <strong>la</strong> misurazione <strong>del</strong>le attività svolte dai diversi livelli<strong>del</strong>l’organizzazione e l’attribuzione dei costi a funzioni <strong>ed</strong> obiettivi<strong>del</strong>l’Amministrazione nel suo complesso.


84Per questa via si è aperta <strong>la</strong> strada per una progressiva eliminazion<strong>ed</strong>egli sprechi nel settore pubblico, riducendo <strong>la</strong> spesa pubblica, e,soprattutto, indirizzando le risorse finanziarie verso investimenti semprepiù produttivi.


85conclusioniI progressi compiuti negli ultimi anni per ridimensionare i disavanzi dibi<strong>la</strong>ncio hanno consentito dapprima di rallentare, e quindi, di arrestare <strong>la</strong> fas<strong>ed</strong>i crescita <strong>del</strong> peso <strong>del</strong> debito pubblico, con riflessi positivi siasull’andamento <strong>del</strong>l’inf<strong>la</strong>zione che dei tassi di interesse.Un contributo nell’acquisizione di un più stretto controllo <strong>del</strong>l’evoluzione<strong>del</strong><strong>la</strong> spesa e dei disavanzi pubblici può provenire dall’ultima <strong>riforma</strong> <strong>del</strong>bi<strong>la</strong>ncio. Questa priv<strong>il</strong>egia, da un <strong>la</strong>to, <strong>il</strong> momento <strong>del</strong><strong>la</strong> programmazione, con<strong>la</strong> precisa individuazione <strong>del</strong>le risorse finanziarie disponib<strong>il</strong>i da affidare aicentri di responsab<strong>il</strong>ità e alle “unità previsionali di base” e, dall’altro,consegue l’obiettivo <strong>del</strong><strong>la</strong> misurazione, durante <strong>la</strong> gestione ex post, deirisultati conseguiti.Con <strong>il</strong> nuovo mo<strong>del</strong>lo di bi<strong>la</strong>ncio si è voluto in tal modo migliorare lostrumento decisionale necessario per intraprendere nuove manovre dipolitica economica più mirate <strong>ed</strong> efficaci, coniugandone l’azione realizzativadegli obiettivi con <strong>il</strong> mo<strong>del</strong>lo organizzativo e, quindi, esaltando leresponsab<strong>il</strong>ità gestionali dei dirigenti.Il passo in avanti compiuto dal<strong>la</strong> <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato consistenel<strong>la</strong> circostanza che vengono espressi, in termini di contab<strong>il</strong>ità analitica, <strong>la</strong>r<strong>il</strong>evazione, <strong>la</strong> destinazione, l’analisi <strong>ed</strong> <strong>il</strong> controllo dei costi e dei ricaviinerenti <strong>la</strong> gestione.Occorre poi, tenere presente che nel nuovo contesto <strong>del</strong>l’UEM <strong>la</strong>politica monetaria, non è più ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e quale strumento di <strong>governo</strong><strong>del</strong>l’economia a livello nazionale. Conseguentemente, <strong>il</strong> principale strumentodi intervento nell’economia per combattere le recessioni che ha <strong>il</strong> Governo, è<strong>il</strong> bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato.La crescita e <strong>la</strong> stab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong> sistema dovranno essere ottenute facendoemergere nuova base imponib<strong>il</strong>e, contrastando l’evasione e riducendo <strong>la</strong>pressione fiscale.


86Dal <strong>la</strong>to <strong>del</strong>le spese, l’unica possib<strong>il</strong>ità per raggiungere e mantenerel’equ<strong>il</strong>ibrio <strong>del</strong> bi<strong>la</strong>ncio resterà quel<strong>la</strong> di migliorarne <strong>la</strong> qualità, indirizzando <strong>la</strong>spesa verso quei settori che contribuiranno ad aumentare <strong>la</strong> crescitaeconomica <strong>del</strong> paese.Il recupero <strong>del</strong>l’efficienza, <strong>la</strong> razionalizzazione <strong>del</strong>l’apparatoamministrativo e <strong>la</strong> conseguente eliminazione degli sprechi nel settorepubblico costituiranno elementi decisivi per un duraturo risanamento <strong>del</strong><strong>la</strong>finanza pubblica e di riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa.La razionalizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Pubblica Amministrazione potrà portare arecuperi di efficienza, comprimendo <strong>la</strong> spesa corrente e liberando, diconseguenza, risorse finanziarie per <strong>il</strong> ri<strong>la</strong>ncio di investimenti produttivi.Si avrà così <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>ità di creare un circolo virtuoso che, partendodagli investimenti produttivi, porterà a nuova occupazione, maggiore crescita<strong>del</strong> PIL e riduzione, nel m<strong>ed</strong>io-lungo termine, <strong>del</strong> debito pubblico. Il nuovoimpianto contab<strong>il</strong>e, introdotto con l’ultima <strong>riforma</strong>, permetterà di superare <strong>il</strong>imiti <strong>del</strong><strong>la</strong> so<strong>la</strong> r<strong>il</strong>evazione finanziaria dei fatti di gestione, sarà, pertanto, ingrado di monitorare i costi, i risultati <strong>ed</strong> i rendimenti <strong>del</strong>le singoleamministrazioni. Ciò consentirà, tra l’altro, di verificare periodicamentel’effettivo andamento <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione e in ultimo, di favorirne <strong>il</strong> controllo conriflessi positivi sul<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> spesa corrente. Ne deriverà un supportoconoscitivo completo per decisioni e scelte più oggettive e razionali. E’ noto,infatti, che solo un sistema contab<strong>il</strong>e di tipo economico risponde meglio all<strong>ed</strong>iverse esigenze di analisi e di valutazione <strong>del</strong><strong>la</strong> gestione, consente <strong>la</strong>misurazione <strong>del</strong>le attività svolte dai diversi livelli <strong>del</strong>l’organizzazione el’attribuzione dei costi a funzioni <strong>ed</strong> obiettivi <strong>del</strong>l’Amministrazione nel suocomplesso.


87BIBLIOGRAFIAAcanfora D. – Prof<strong>il</strong>i <strong>del</strong> controllo interno nel<strong>la</strong> Pubblica Amministrazione –Riv. Corte dei conti, 1995;Avagliano Lupò M.V.- I controlli di efficienza sul<strong>la</strong> gestione finanziaria <strong>del</strong>loStato – Atti VI Convegno di contab<strong>il</strong>ità pubblica – Controllo e collettività econtrollo sul<strong>la</strong> finanza pubblica – 9-11 ottobre 1981, Perugia 1982;Avagliano Lupò M.V.- La <strong>riforma</strong> <strong>del</strong> Bi<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>lo Stato – Padova, 1998;Avagliano Lupò M.V. – Le nuove frontiere di una disciplina: <strong>la</strong> Contab<strong>il</strong>itàdi Stato – Quaderni di politica e Mezzogiorno, 1993.Balsamo F. – Il decentramento <strong>del</strong><strong>la</strong> funzione di controllo – Riv.Amministrazione e contab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lo Stato e degli Enti pubblici gen/feb2000.Barettoni Arleri - Enciclop<strong>ed</strong>ia Giuridica, Vol. V, Roma, 1991Barettoni Arleri - Contab<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>lo Stato e degli Enti Pubblici, <strong>ed</strong>. La NuovaItalia Scientifica, Roma 1997Buscema Salvatore - Enciclop<strong>ed</strong>ia <strong>del</strong> Diritto, vol. V, Mi<strong>la</strong>no 1999;Canaletti Ferdinando - Nuove strutture contab<strong>il</strong>i: i bi<strong>la</strong>nci amministrativinazionali - Azienda Pubblica, maggio-giugno 1998;Canaletti Ferdinando - Nuove strutture contab<strong>il</strong>i: i bi<strong>la</strong>nci amministrativinazionali - Azienda Pubblica maggio-giugno 1998;


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