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Qui Po n. 3 / Giugno – Settembre 2012 - Agenzia Interregionale per ...

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N° 3 - ANNO III - GIUGNO/SETTEMBRE - <strong>2012</strong> - TARIFFA REGIME LIBERO “POSTE ITALIANE S.p.A.- SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - CPO REGGIO EMILIA”<strong>per</strong>iodico d’informazione su assetto fluviale, navigazione e territori del <strong>Po</strong>anno III _ numero 3giugno / settembre <strong>2012</strong>


QUIPOIn co<strong>per</strong>tina:“Il <strong>Po</strong> a Torino”Foto tratta da un forum pubblico su internet. Si ringrazia l’autore (Daniele, Torino)N° 3 - ANNO III - GIUGNO/SETTEMBRE - <strong>2012</strong> - TARIFFA REGIME LIBERO “POSTE ITALIANE S.p.A.- SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - CPO REGGIO EMILIA”<strong>per</strong>iodico d’informazione su assetto fluviale, navigazione e territori del <strong>Po</strong>n.3 - GIUGNO / SETTEMBRE <strong>2012</strong>sommarioanno III _ numero 3giugno / settembre <strong>2012</strong>QUI PO n. 3 anno I I IEditoreAI<strong>Po</strong> - <strong>Agenzia</strong> <strong>Interregionale</strong> <strong>per</strong> il fiume <strong>Po</strong>Strada G. Garibaldi, 75 - 43121 Parmawww.agenziapo.it3 editoriale Eventi idrologici estremi:l’efficacia del sistema, le risposte possibiliDirettore AI<strong>Po</strong>Luigi FortunatoDirettore responsabileSandro Maria CampaniniComitato di redazioneSandro Bortolotto, Claudia Chicca,Ivano Galvani, Monica Larocca, Rita Panisi,Stefania Alfreda Riccò, Mirella VergnaniCollaborazione o<strong>per</strong>ativaRoberto ZilocchiElaborazione graficastudio FringioStampaTipografie Riunite Donati - ParmaAutorizzazione Tribunale di Parma n. 4 del12 marzo 2010Per informazioni, segnalazioni econtributi:Tel: 0521 797280E-mail: sandro.campanini@agenziapo.itGli scritti e le immagini pubblicati su QUI PO nonpossono essere riprodotti senza autorizzazionedell’AI<strong>Po</strong>.Ai sensi dell’art.13 del D.L.gs 196/2003 le forniamole seguenti informazioni:AI<strong>Po</strong> è in possesso dei suoi dati <strong>per</strong> adempierele normali o<strong>per</strong>azioni <strong>per</strong> la gestione degliabbonamenti e <strong>per</strong> adempiere agli obblighi dilegge o contrattuali. I suoi dati saranno trattati inarchivi cartacei e informatici solo dalle <strong>per</strong>soneIncaricate dal Titolare del trattamento e comunicatisolo agli organi preposti. In qualunque momentopotranno essere esercitati dagli interessati i dirittidi cui all’art.7 del D.L.gs 196/2003 contattando ilTitolare del trattamento AI<strong>Po</strong> con sede in Parma –Strada Garibaldi, 754 attività e progettiL’impegno di AI<strong>Po</strong> <strong>per</strong> la sicurezza idraulica:gli interventi affidati nel 20116 attività e progettiNodo idraulico di Modena, realizzazioni e progetti9 attività e progettiLo sviluppo del RIS nella rete idroviaria del nord Italia13 merci Le merci nel 201114 affluenti La Dora Riparia16 il paese Motteggiana11 eventiInaugurata la sede AI<strong>Po</strong> di Casale Monferrato18 flora, fauna e ambienteI “sabbioni” del <strong>Po</strong>, scrigni di biodiversità20 l’associazione Radioamatori e AI<strong>Po</strong>: un’efficace collaborazione22 imbarcazioni fluvialiUn’ imbarcazione mosaico: il Bastardo23 visioni d’acqua Ritratti e storie del <strong>Po</strong>02 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>Studi e Progetti - inserto tecnicoIndagini geognostiche in alveo preliminari agli interventi<strong>per</strong> la sistemazione a corrente libera del fiume <strong>Po</strong>


EDITORIALELuigi Fortunato – Direttore AI<strong>Po</strong>Eventi idrologici estremi:l’efficacia del sistema, le risposte possibiliRiflessioni in occasione del Convegno AI<strong>Po</strong> di Torino❝Il 18 ottobre, a Torino, AI<strong>Po</strong> organizza ilsecondo “incontro” della serie “i <strong>Po</strong> interazioni”,dedicato al tema delle emergenze idrologiche, inparticolare alle piene del fiume, esaminate dallaloro previsione, fino alla ricaduta mediatica legataallo svolgersi dell’evento e alle sue conseguenze.Più in generale, questa serie di campo, le attività di protezioneincontri tecnici - di “interazioni” civile – dall’impiego di mezzi e risorsestraordinarie, all’assistenza- rivolti alle molteplici entità cheo<strong>per</strong>ano sul territorio del <strong>Po</strong>, è la degli o<strong>per</strong>atori e della popolazione,fino agli sgomberi) e, infine,manifestazione della volontà disviluppare una corretta conoscenzae una reciproca confiden-al sistema (l’efficiente inter-l’informazione interna ed esternaza, di ricercare le possibili sinergie scambio di dati e notizie, cosa /funzionali e o<strong>per</strong>ative, di mettere come / a chi comunicare, comea sistema le competenze e le rendere il messaggio comprensibilee insieme rispondente allaattività; il tutto <strong>per</strong> conseguire ilmiglior livello di servizio verso la situazione sempre molto complessa).Dall’analisi dello “statocollettività.Sappiamo bene che in questo dell’arte” potranno evidenziarsi<strong>per</strong>iodo di crisi è necessario, più possibili criticità e suggerimentiche mai, valorizzare ogni risorsa, o necessità di modifiche. Questosia finanziaria, che di giornate importante lavoro – del qualelavoro: è massima quindi laringrazio di tutto cuore i numerosie volonterosi colleghi – può es-tensione a mettere a punto unagiornata proficua che consenta sere utile nell’orientare e renderedi migliorare la resa complessiva fruttuosa la partecipazione deglidel “sistema” – particolarmente es<strong>per</strong>ti alle sessioni del convegno.composito – che si occupa di L’obiettivo – riconosco: moltomonitoraggio, previsione eambizioso – è di fare, insieme,gestione delle piene di <strong>Po</strong>: eventi, qualche passo in avanti…comunque, di grande impattomediatico, ma, nei casi di massimaintensità, anche sociale edeconomico.L’incontro, articolato in quattrosessioni, è stato preceduto daun lodevole lavoro di tre gruppidi tecnici appartenenti agli enticoinvolti che hanno raccolto ilmio invito ad esaminare tre “fasi”che segnano l’andamento diun’emergenza: la previsione... (ilmeteo, l’entità delle precipitazioni,le modalità di propagazionedella piena lungo il fiume), lagestione.. (la vigilanza delle areea rischio, gli interventi tumultuari,la disposizione delle risorse inL’ultima sessione è, <strong>per</strong> il rangodei partecipanti, di carattere “politico”.Il tema affrontato è quello– spinosissimo – delle responsabilità,dentro e fuori il “sistema”.Qualcuno vorrà forse vedereuna punta di malizia, in questascelta, ma non è così: ritengoinfatti che di tale questione sidebba parlare, discutere, chiarirsi;e la “soluzione” - ipotizzandoche esista - non può essere solofrutto del lavoro e dell’impegnodegli o<strong>per</strong>atori, dato che richiedeuna diffusa consapevolezza e lapartecipazione ai problemi: unatteggiamento e una preparazionediversi in tutta la società.Solo alcuni spunti:1. Il costante e <strong>per</strong>durante disinteresseverso i temi dell’assettodel territorio. Occuparsi di “acquelibere” non è un grande businesse, spesso, gli aspetti problematicisono maggiori di quelli apprezzabili.2. Conseguentemente, la lacunosaconsapevolezza dei livellidi rischio presenti sul territorioche porta – regolarmente – aquell’atteggiamento di sorpresao <strong>per</strong>fino di scandalizzata protestadi fronte agli eventi.3. La complessità della realtàsociale porta a frantumare la “lineadi comando”; le componentipolitiche, sociali, economiche,infrastrutturali coinvolte da un’emergenzasono numerosissime etutte pretendono considerazione,chiedono risposte pronte e certe,esigono adeguata “visibilità”: ciòporta ad un esponenziale moltiplicarsidei flussi di informazionee al significativo aumento delrischio di disinformazione o dicattiva informazione.4. Le previsioni: vengono spessoconsiderate dati di fatto; in realtàtutte le previsioni sono certamente“sbagliate” – di tanto odi poco – solo ciò che accade è“giusto”.5. Ancora: prevedere se accadrào meno un certo fenomeno o uncerto evento, non è un’o<strong>per</strong>azionematematica (risolta correttamenteo meno), è sempre un mixdi dati storici da valutare, talvoltascarsi o lacunosi, di strumenti dicalcolo che utilizzano ipotesi epresupposti che non si possonoadattare a ogni fattispecie,e quindi di es<strong>per</strong>ienza e diconoscenza, <strong>per</strong>fino di intuito ofortuna; comunque, di buonafede.6. Le risorse che il “sistema” mettea disposizione di chi o<strong>per</strong>a sonooggettivamente limitate. Ma,indifferentemente, si pretendespesso ciò che la macchina nonpuò dare: la responsabilità è dichi chiede troppo o di chi nonda tutto ciò che viene chiesto; o,ancora, di chi non garantisce al“sistema” le risorse necessarie?Le conseguenze, anche contabili,o penali, legate alle responsabilitàdi chi o<strong>per</strong>a nella previsionedei fenomeni naturali ein emergenza sono un fattorecertamente importante, talvoltacondizionante gli atteggiamentie le scelte degli o<strong>per</strong>atori; sarebbeipocrita negarlo.<strong>Qui</strong> non si punta alla depenalizzazionedi alcunché. Ma laresponsabilità significa aver messoin campo tutte le competenzee le risorse umane e tecnichepossibili in ottem<strong>per</strong>anza alle piùaggiornate linee guida di azionenella gestione delle emergenze,con specializzazioni, formazione,capacità previsionali, sistemi diallertamento, coordinamento ecomunicazione, adeguati.Il buon esito di tutto ciò non èassicurato; nei casi di insuccessopuò accadere che il discredito,che con troppa facilità la nostrasocietà getta addosso a chiunqueo<strong>per</strong>i, abbia il sopravventosu ragioni, situazioni, fatiche econdizionamenti che nessunopare aver voglia di considerare.In queste situazioni avverto spessola necessità di una crescita diconsapevolezza collettiva, <strong>per</strong>eliminare o quantomeno ridurreipocrisie, qualunquismi e demagogieche si agitano attorno alnostro lavoro.Sarebbe auspicabile fare maturareun più chiaro rapporto conchi giudica: a cominciare dalcittadino, <strong>per</strong> passare a chi faopinione, a chi gestisce la notizia,fino a chi, istituzionalmente,indaga e giudica le azioni deiresponsabili.QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 03


ATTIVITÀ E PROGETTIL’impegno di AI<strong>Po</strong> <strong>per</strong>la sicurezza idraulica:gli interventi affidati nel 2011❝In un contestodi alta e legittimaattenzione daparte dei cittadini edegli organi di informazionesu tempi emodalità con cui leamministrazioni pubblicheutilizzano lerisorse loro affidate, èsembrato opportunofornire uno “spaccato”– inevitabilmentesintetico e che nonpuò rendere appienola complessità dellavoro svolto – degliinterventi affidati daAI<strong>Po</strong> nell’ultimo annocompleto di riferimento,il 2011.Il quadro che viene presentatoè quindi parziale, <strong>per</strong>chéconsidera un determinatoarco temporale; nello stessotempo, esso dà il senso dellacostante attività di AI<strong>Po</strong> a favoredella sicurezza idraulicadei territori.Cenni sull’organizzazionedi AI<strong>Po</strong>Prima di esporre alcuni dati,può essere utile fare il punto,in breve, sull’attuale organizzazionedi AI<strong>Po</strong>. L’<strong>Agenzia</strong>è strutturata in tre settori(tecnico; amministrativo;navigazione interna) e quattroaree di azione, una <strong>per</strong>ciascuna Regione (Piemonte,Lombardia, Emilia-Romagnae Veneto). Sono attivi unasede centrale a Parma eUffici distribuiti nelle quattroregioni da Moncalieri a Rovigo,oltre a un <strong>Po</strong>lo scientifico.Il reticolo idraulico di competenza(fiume <strong>Po</strong> e affluenti)- considerando le sponde indestra e in sinistra - è di circa3800 km.Riguardo al <strong>per</strong>sonale, quelloamministrativo e tecnicorelativo alla “Difesa delSuolo” consta di 290 unità(Sede centrale a Parma eUffici o<strong>per</strong>ativi) – compresiil Direttore e 10 dirigenti traapicali e vicari – di cui 92presso la sede centrale e 198presso gli uffici nel territorio.Circa 75 unità di <strong>per</strong>sonaletecnico sono impegnatequotidianamente nell’attivitàdi monitoraggio del reticoloidraulico, di vigilanza e dipolizia idraulica. Il <strong>per</strong>sonalededicato alla Navigazioneinterna (con sedi, oltre che aParma, a Boretto, Cremona,Mantova e Ferrara) è compostoda 78 unità - compresi 3Dirigenti - di cui 66 tecnici/o<strong>per</strong>ativi e 12 amministrativi.Circa 45 unità di <strong>per</strong>sonaletecnico di “navigazioneinterna” sono addetti avarie funzioni (manovratorinelle conche di navigazione,addetti alle draghe, meatori,o<strong>per</strong>atori di officina).Interventi affidati nel2011Veniamo ora al “cuore” delpresente articolo, cioè ilavori affidati nel 2011. Essiconsistono in 227 interventilungo il <strong>Po</strong> e gli affluentidi competenza AI<strong>Po</strong>, nellediverse località del bacino. Diquesti, 132 sono classificaticome “ordinari” – sia nuoveo<strong>per</strong>e strutturali, sia le manutenzionie i ripristini su o<strong>per</strong>egià esistenti - <strong>per</strong> un totale diquasi 76 milioni di euro; 95sono classificati come “sommeurgenze” (cioè interventiimmediati <strong>per</strong> il ripristinodella funzionalità idraulicadelle strutture di difesa, aseguito di danni causati dafenomeni di piena), <strong>per</strong> untotale di quasi 10 milioni dieuro. A ciò si aggiungono seiaccordi o convenzioni conComuni, enti territoriali ecc.<strong>per</strong> l’affidamento e l’attuazionedi alcuni interventi,sempre su finanziamentoAI<strong>Po</strong>, <strong>per</strong> una somma di oltre1,3 milioni di euro. Vannoinoltre considerati 2,5 milionidi euro (co-finanziati al 50%dall’UE), dedicati alla stesuradel progetto definitivo <strong>per</strong>la sistemazione a correntelibera del <strong>Po</strong> da Isola Serafinia foce Mincio <strong>per</strong> consentireil transito di imbarcazioni diVa classe europea (si veda04 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>


Rendering della nuova conca dinavigazione di Isola Serafini (Pc)a tale proposito il n.2/<strong>2012</strong>di <strong>Qui</strong> <strong>Po</strong>). Si tratta <strong>per</strong>ciòdi una capacità di investimentoragguardevole, paria una cifra che sfiora i 90milioni di euro (89,8), purconsiderando che nell’anno2011 ricade l’appalto <strong>per</strong> larealizzazione della nuovaconca di navigazione di IsolaSerafini (PC), <strong>per</strong> la cifra di 47milioni di euro.I singoli interventi AI<strong>Po</strong>,soprattutto se riguardanonuove o<strong>per</strong>e di difesa attesedalla popolazione, sonodi solito oggetto di informazione,anche tramite gliorgani di stampa e i comuniinteressati, nei territori; spesso,invece, sfugge l’importanzadei tanti interventi dimanutenzione (come sfalcie decespugliamenti) chesono essenziali ai fini di unatempestiva individuazionedi eventuali problemi sullearginature e rappresentano<strong>per</strong>ciò – come “antenne” sulterritorio presidiato - unavera e propria azione diprevenzione ai fini di evitaredanni futuri al territorio incaso di piena.E’ naturalmente impossibilein questa sede descriverein dettaglio gli interventi. Atitolo di esempio – e dunquesenza inutili equilibrismi traaree geografiche – citiamoalcune o<strong>per</strong>e del 2011 chehanno richiesto un impegnofinanziario più significativorispetto alla maggior partedegli altri interventi.Partendo dal Piemonte, sultorrente Chisone, nei comunidi San Germano, <strong>Po</strong>rte diPinerolo e Villar Perosa (TO)sono stati affidati i lavori<strong>per</strong> il consolidamento epotenziamento delle difesespondali <strong>per</strong> la riduzione delrischio idraulico: lo stanziamento<strong>per</strong> la realizzazionedell’intervento è di 500.000euro. Dello stesso importo(500.000 euro) l’interventoprevisto sul torrente Belbo amonte del ponte di Canelli(AT), riguardante o<strong>per</strong>azionidi manutenzione e il consolidamentodella traversa inalveo.In Lombardia segnaliamotre interventi. Quello dimaggiore entità economicaè a Milano ed è finalizzatoal ripristino e adeguamentodelle sezioni di deflussodel deviatore Olona, al finedi un miglioramento dellasicurezza idraulica dell’areametropolitana del capoluogolombardo. L’interventoprevede anche la realizzazionedi uno sgrigliatore, inlocalità Cascina Caimera. Lostanziamento complessivoammonta a circa 6 milioni dieuro. In provincia di Varese, siprocede ad o<strong>per</strong>e di adeguamentofunzionale finalizzateal ripristino dei bacini dispagliamento e dis<strong>per</strong>sionedei torrenti Rile e Tenore, nelcomune di Cassano Magnago,<strong>per</strong> uno stanziamento dioltre 1.3 milioni.Spostandoci a sud est,citiamo la messa in sicurezzadell’arginatura maestra insinistra <strong>Po</strong> e della curva dinavigazione n.13 in corrispondenzadella confluenzadel fiume Oglio, nel comunedi Marcaria (MN), <strong>per</strong> unostanziamento di oltre 1milione.Per l’area emiliana, è obbligatorioricordare nuovamentei lavori <strong>per</strong> la realizzazionedella nuova conca di navigazionedi Isola Serafini (euro47.180.000), che consentiràdi su<strong>per</strong>are finalmente lelimitazioni imposte dall’attualeinadeguatezza dellaconca esistente, annessaall’omonimo sbarramento sul<strong>Po</strong>, consentendo la navigazionenella parte su<strong>per</strong>ioredel fiume da e <strong>per</strong> Piacenzae Pavia.Tornando a interventi più“ordinari” ma comunquesignificativi e importanti<strong>per</strong> la sicurezza idraulica,troviamo nel ferrarese i lavori<strong>per</strong> il ripristino delle o<strong>per</strong>e didifesa dell’arginatura destradel <strong>Po</strong> di Goro in località FroldoGriffa in comune di Berra(650.000 euro). Rinviamo, <strong>per</strong>quanto riguarda l’area modenese,all’articolo dedicato aquesto nodo idraulico. Sullasponda veneta del <strong>Po</strong>, sonoprevisti importanti lavori disistemazione di tratti arginalidel froldo di Ficarolo (RO),<strong>per</strong> un importo di un 1 milionedi euro.Concludiamo con un’annotazione:in una fase di grandedifficoltà <strong>per</strong> le imprese, laregolarità di AI<strong>Po</strong> nel saldarei pagamenti a conclusionedei lavori rappresenta unfatto positivo <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atorieconomici, i lavoratori ele loro famiglie.Con la gentile collaborazionedegli Uffici AI<strong>Po</strong> “Monitoraggiolavori” e “Programmazione”❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 05


ATTIVITÀ E PROGETTINodo idraulico di Modena,realizzazioni e progettiInstallazione delle paratoie mobili alla cassa di espansione del Panaro❝Il nodo idraulicodi Modena è dadiverso tempo unadelle aree su cui AI<strong>Po</strong>ha dedicato un altolivello di attenzioneed interventi, anchein ragione dei ripetutieventi di piena chehanno interessatoSecchia e Panaro neglianni recenti.Dal 2009 al <strong>2012</strong> sono statistanziati <strong>per</strong> quest’area oltre18,6 milioni di euro, di cui 9,2-in buona parte cofinanziati daAIPO- compresi nell’Ordinanzadel Presidente del Consigliodei Ministri n. 3850 del19/02/2010, riferita al pianodi interventi urgenti <strong>per</strong> ilterritorio dell’Emilia-Romagnacolpito dagli eccezionalieventi meteorologici avvenutinell’ultima decade del mesedi dicembre 2009 e nei primigiorni del mese di gennaio2010. All’interno di questasono contemplati anche gli interventistrutturali di notevoleimportanza di cui parleremonella seconda parte dell’articolo.A parte i cofinanziamentilegati all’ordinanza, AI<strong>Po</strong> hamesso quindi a bilancio, <strong>per</strong>l’area modenese, oltre 9,4milioni di euro nel <strong>per</strong>iodo2009-<strong>2012</strong> tra manutenzioniordinarie e straordinarie,interventi urgenti e strutturali:3,2 milioni nel 2009, 1,2 milioninel 2010, 1,7 milioni nel 2011e 3,3 milioni nel <strong>2012</strong>.Il numero complessivo degliinterventi di questo quadriennioammonta a 105, di cui 78ultimati, 17 in corso o in viadi affidamento e 10 in corsodi progettazione. Le tipologiedi intervento sono molteplici:o<strong>per</strong>e strutturali (4, <strong>per</strong> unimporto di oltre 3,5 milionidi euro), adeguamento disagome arginali (6, <strong>per</strong> oltre1,6 milioni), manutenzionedelle su<strong>per</strong>fici arginali (15, <strong>per</strong>oltre 3,2 milioni), manutenzionedegli alvei (27, <strong>per</strong> oltre1,6 milioni), rialzi di sommitàarginali e piste di servizio (11,<strong>per</strong> oltre 2,1 milioni), riparazionefrane (18, <strong>per</strong> oltre 3,4milioni), riparazione manufatti(9, <strong>per</strong> oltre 1,8 milioni), altriinterventi - come servizi dipiena, indagini geognostiche,chiusura di tane, stanti ecc. -(15, <strong>per</strong> oltre 1,1 milioni).Si tratta <strong>per</strong>ciò di una ragguardevolemole di lavoro edi impegno finanziario, chetestimonia la considerazionedi AI<strong>Po</strong> <strong>per</strong> le esigenze di sicurezzaidraulica del territoriomodenese e l’impegno inesso profuso.A seguire ci soffermeremosu due o<strong>per</strong>e di particolareimportanza, che riguardanointerventi nella cassa diespansione del Panaro ed ilprogetto <strong>per</strong> la realizzazionedi una cassa di espansione sulcanale Naviglio in località Pratidi S.Clemente.La cassa di espansione del Panaro vista da valleGLI INTERVENTI ALLA CASSADI ESPANSIONE DEL FIUMEPANAROSul Panaro, circa 4 km a valledell’intersezione con l’AutostradaA1, è situata unacassa di espansione aventeun volume di invaso di circa26 milioni di metri cubi, la cuicostruzione è iniziata neglianni ’80; lo sbarramento èprovvisto di 9 luci di scaricosotto battente di cui solo le 4laterali, di dimensioni inferioririspetto alle 5 centrali, dotatedi paratoie di regolazione.All’inizio degli anni 2000 sonostati eseguiti dei lavori di adeguamentoa maggiori portate06 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>


consistenti nel sopralzo degliargini <strong>per</strong>imetrali della cassa(che si attestano oggi allaquota 44,85 m s.l.m.) e dellosbarramento (attualmente laquota di inizio sfioro è di 41,10m s.l.m., 1,55 m su<strong>per</strong>iore allaquota originaria).Le modifiche subite dall’alveonel corso degli ultimi venticinqueanni hanno portato aduna diminuzione significativadella portata transitabile incondizioni di sicurezza neltratto di fiume a valle dellacassa d’espansione, con laconseguenza che gli ultimieventi di piena del Natale2009 e del Natale 2010, purnon essendo eccezionali intermini di portata defluita,hanno provocato dei tirantiidraulici estremamente significativi,con franchi rispettoalle sommità arginali in alcunitratti ridotti a pochi decimetri,a fronte di un invaso all’internodella cassa modesto.Al fine di poter utilizzare almassimo del suo potenziale ilvolume di invaso della cassa,unitamente alla necessitàdi poter effettuare le proves<strong>per</strong>imentali di invaso – comerichiesto dal Registro ItalianoDighe – si sta procedendoin questi giorni all’installazionedi paratoie mobili suciascuna delle 5 luci principalidel manufatto, che ad oggierano ad efflusso libero e nonregolabile.L’intervento è localizzato neipressi dell’abitato di S.Anna(Comune di S.Cesario), sullatraversa a monte del ponteS.Ambrogio e ha un costocomplessivo di 1.980.000 euro.L’o<strong>per</strong>azione è stata precedutada una serie di studi specifici,curati dalle Università di Parma,Modena, Bologna e Torinosu incarico di AI<strong>Po</strong>, che hannoprevisto tra l’altro verifichetramite un modello fisico ascala ridotta, realizzato pressoil Laboratorio AI<strong>Po</strong> di Boretto;tale modello ha consentito distudiare le diverse ipotesi difunzionamento delle paratoieottenendo le relative scale dideflusso nelle diverse condizionidi manovra.Le o<strong>per</strong>azioni di installazionedelle paratoie sono in corso:si tratta di cinque paratoiepiane, con scudo e telaio inacciaio, dotate ciascuna diun attuatore elettrico <strong>per</strong>la movimentazione. Hannosezione rettangolare, conbase 9,74 m e altezza 4,20 m,e scorreranno su ruote entrodue guide verticali, opportunamenteconnesse alle paretiin cemento armato esistenti,<strong>per</strong> mezzo di una battuta inacciaio inox.La presenza delle paratoiepotrà consentire di invasareall’interno della cassa, in occasionedelle piene di mediaintensità, un volume maggiore,in modo da far transitareverso valle solo la portatacompatibile con l’attualeassetto morfologico dell’alveodi pianura del fiume Panaro.Prima di prendere in considerazionela regolazione delleparatoie durante gli eventidi piena vi è l’obbligo, in ottem<strong>per</strong>anzaal RegolamentoItaliano Dighe, di effettuare leprove d’invaso, che verrannorealizzate invasando completamentela cassa di espansionefino al livello di sfioro delmanufatto principale.CASSE DI ESPANSIONEPRESSO I “PRATI DI SANCLEMENTE”Un altro importante interventoprogettato <strong>per</strong> il nodoidraulico di Modena riguardala realizzazione della cassa diespansione dei cavi Arginee Minutara in località Prati diS.Clemente, nell’ambito delpiano di riassetto idraulico delbacino del Naviglio Modenese.Com’è noto il canale Naviglioconfluisce nel fiume Panaronon in modo libero, ma regolatodai portoni vinciani, i qualisi chiudono automaticamenteSchema del progetto delle casse di espansione dei Prati di S. Clementein occasione delle piene delPanaro, rendendo di fatto ilbacino del Naviglio un bacinochiuso.Il progressivo incremento dellesu<strong>per</strong>fici im<strong>per</strong>meabilizzate,con la conseguente riduzionedei tempi di corrivazione, haamplificato negli ultimi annil’entità delle portate meteorichetransitanti verso valle,determinando gravi problemi<strong>per</strong> il canale Naviglio orquandosi abbia una contemporaneapiena di Panaro: nonpotendo recapitare le proprieacque nel Fiume recettore, leacque del Naviglio rigurgitanoverso monte anche attraversoil cavo Argine ed il cavo Minutara,allagando ampie aree dipianura.L’accentuazione dei problemie degli episodi alluvionalilegati alla città di Modenaè in gran parte collegatoproprio al comportamentodel Naviglio e dei due Cavi,ed è <strong>per</strong> questa ragione che èstata prevista questa misuradi contenimento passivo delleesondazioni. Scopo dell’interventoè quello di definireun volume utile di invasoda ricavarsi all’interno dei“Prati di S. Clemente”, un’areacompresa tra i cavi Argine eMinutara che già naturalmenteha l’attitudine ad allagarsi,consentendo la laminazionee l’invaso delle piene dei Cavistessi nonché di una parte diquelle del Naviglio.Lo schema progettuale siavvale della naturale morfologiadella zona, cercandodi potenziarne i volumi utiliall’invaso, pur salvaguardandol’attuale destinazione agricolae gli specifici usi consolidatisinegli anni.L’intervento prevede larealizzazione di due casse diespansione in serie, a sud divia Chiaviche, in modo da renderedisponibili circa 2 milionidi m³ di invaso <strong>per</strong> consentireuna esondazione controllatadel cavo Minutara e di unaparte delle portate in carico alQUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 07


Naviglio attraverso il rigurgitodel Cavo Argine.L’intervento diverrà esecutivonon appena saranno ultimatele procedure di esproprio, edammonterà complessivamentea 3.450.000 euro.VERIFICHE POST-TERREMOTO<strong>2012</strong>L’occasione del presentearticolo è utile <strong>per</strong> dare conto,in estrema sintesi, anche delleo<strong>per</strong>azioni eseguite a seguitodegli eventi sismici del 20 e 29maggio in Emilia.L’Ufficio AI<strong>Po</strong> di Modena haprovveduto ad una verificastraordinaria dello stato dellearginature sia in destra chein sinistra dei fiumi Secchia ePanaro, con particolare riferimentoa quelle che insistononelle zone interessate daglieventi sismici, nonché dellearginature e dei manufattiprincipali delle casse di espansione(Secchia e Panaro).Ulteriori verifiche, concordatecon l’Ufficio O<strong>per</strong>ativo diModena dell’<strong>Agenzia</strong>, sonostate poi effettuate anche incoordinamento con tecniciincaricati dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Autorità diBacino <strong>per</strong> il fiume <strong>Po</strong>.Dai sopralluoghi effettuati nonsono emerse situazioni degnedi nota, in particolare non sisono riscontrati fenomeni diliquefazione a ridosso dellearginature stesse, né presenzadi fessurazioni dei terreni disedime, sia lato golena chelato campagna.Ancora dall’esito dei sopralluoghiè risultato che alcunitratti di arginatura in froldo,già interessati da fenomeni diinstabilità delle sponde, hannosubito un peggioramentodello stato erosivo, presumibilmenteproprio a motivodelle sollecitazioni indotte dalsisma.Le proposte dell’<strong>Agenzia</strong> <strong>per</strong> lariparazione dei danni alle arginaturesono state prontamentecomunicate alla RegioneEmilia Romagna che le harecepite comprendendole nelprogramma delle o<strong>per</strong>e <strong>per</strong>la salvaguardia idraulica delterritorio, allegato all’Ordinanzan° 20 del 7 agosto u.s.:sono in fase di progettazionee verranno a breve realizzati7 interventi sul territoriodella bassa modenese, <strong>per</strong> unimporto complessivo di 1,1milioni di euro.Con la collaborazione di:Maurizio Montani eStefano Baldini (AI<strong>Po</strong>)❝Giovani stagisti all’AI<strong>Po</strong>: un’es<strong>per</strong>ienza utile e interessante❝Cinque alunni di una quarta classedell’Istituto Tecnico Commerciale Giovanni BattistaBodoni di Parma hanno svolto uno stagepresso la sede centrale AI<strong>Po</strong>, conclusosi nell’estate<strong>2012</strong>. I loro nomi sono Mattia Campori, AntonioLettieri, Ilenia <strong>Po</strong>erio, Rachele <strong>Po</strong>tenza, ElisaScauri. E’ un’es<strong>per</strong>ienza che riteniamo giusto raccontarecon un’ intervista ai protagonisti, poichéha consentito a un gruppo di giovani di “metterepiede” all’interno di una realtà lavorativa concreta,quale un ente della pubblica amministrazione,producendo un lavoro serio e utile.Qual era l’obiettivo del vostro stage pressoAI<strong>Po</strong>?Ci siamo cimentati nell’analisi delle schede dideterminati lavori risultanti dall’elenco che inAI<strong>Po</strong> è denominato “Residui di Lettera C” (risorsefinanziarie relative alle somme impegnate dalMagistrato <strong>per</strong> il <strong>Po</strong>, ma dallo stesso non erogateche, a seguito del Decreto DEC/DT/03/00349dell’1/7/2003, sono state trasferite ad AI<strong>Po</strong> dal Ministerodell’Ambiente, ndr.). Nei primi tempi, <strong>per</strong>noi allievi abituati alle tradizionali lezioni sedutiai banchi di scuola, le difficoltà erano grandi, macon impegno e collaborazione siamo riusciti pianpiano a sciogliere il “groviglio” di infiniti fili che ciha portato al “cuore” della nostra presenza all’AI<strong>Po</strong>.Il lavoro invernale <strong>2012</strong> si è svolto in due sessioni,una a febbraio e la seconda a marzo; poi lo abbiamocontinuato e terminato nelle sei settimanedi giugno/luglio. Ci siamo soffermati prioritariamentesui lavori che non mostravano più alcunarilevanza contabile.Quali aspetti da migliorare sono emersi nel corsodel vostro lavoro?Dopo avere ultimato l’elaborato principale servendocidel data base in dotazione, delle schede,dei mandati e di ulteriore documentazione, abbiamorealizzato che in esso erano presenti incongruenze,non prevedibili nel momento in cui tuttoè cominciato, ovvero: nel caso di alcuni lavori nonsiamo riusciti ad individuare le contabilità finali, inaltri casi le economie registrate non risultavanodalle schede oppure erano differenti da quellepresenti in un altro data base in uso. In alcunesituazioni era necessario verificare le rate di saldodei lavori, in modo da re<strong>per</strong>ire le informazioninecessarie <strong>per</strong> <strong>per</strong>metterci di dichiarare terminatie quindi definitivamente archiviabili i singoli casianalizzati. Per questo è stato necessario ricorreredirettamente ai fascicoli, che insieme alla collaborazioneed alla pazienza di coloro che ci hannoconsigliato nel nostro lavoro, hanno risolto alcunidei dubbi che ci si erano presentati.Com’è stato l’impatto con la documentazione?Aprire un fascicolo la prima volta suscita un po’ didisorientamento, tra rate di saldo, minute, fatturee progetti, ma ogni volta che se ne presentano dinuovi il disorientamento diminuisce, mentre laconsapevolezza di sa<strong>per</strong>e dove andare a cercarel’informazione giusta cresce giorno <strong>per</strong> giorno,portandoti ad acquisire più sicurezza e abilità.Ogni settimana, generalmente durante la mattinadel venerdì, ci aspettava l’incontro con le diverse<strong>per</strong>sone che in AI<strong>Po</strong> seguivano il progetto. Durantequesti “briefing” si discuteva del lavoro e ci siconfrontava su eventuali rifiniture da apportare. Aquattro settimane dalla fine del <strong>per</strong>iodo di stageci sono stati consegnati alcuni lavori che eranostati precedentemente esaminati e che siamostati chiamati ad inserire tra i casi da noi analizzati,dopo aver verificato che questi fossero terminatio meno. Successivamente, abbiamo o<strong>per</strong>ato unasorta di “depurazione” del documento prodottoda AI<strong>Po</strong>, ovvero uno “spacchettamento” dei lavori,che sono stati suddivisi in 6 allegati, distinguendoi casi chiusi da quelli ancora a<strong>per</strong>ti. Lo svolgersidella nostra attività, ovviamente, non sarebbestata possibile senza coloro che ci hanno seguitoe supportato, e ringraziamo quindi in particolaremodo l’Ufficio Monitoraggio Lavori e l’Ufficio Protocollo,che ha pazientemente “movimentato” ivari fascicoli.Un’impressione conclusiva su questa es<strong>per</strong>ienza?Non è stata soltanto la nostra prima es<strong>per</strong>ienza“lavorativa”, ma ha rappresentato, soprattutto,un modo <strong>per</strong> constatare il valore aggiunto cheun lavoratore porta alla propria azienda o entedi appartenenza, insieme con un insegnamentosu quello che è l’impegno, la collaborazione e lacapacità di prendere decisioni che avranno un riscontro<strong>per</strong> te e <strong>per</strong> coloro che ti stanno intorno.Decisioni ed abilità che ti formano non solo comelavoratore, ma anche come <strong>per</strong>sona.❝08 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>


❝Lo sviluppo di un RIS (River InformationServices) nel contesto del sistema di Idroviedel Nord Italia rappresenta un passo significativoverso la risoluzione delle attuali criticità.Gli obiettivi prioritari che il RISdovrebbe <strong>per</strong>seguire sonoquelli qui di seguito elencati:1. garantire la sicurezza dellanavigazione attraverso ladisponibilità di strumenti diausilio che tengano anchein considerazione le variazionicontinue dei fondali,sia lungo l’asse del <strong>Po</strong> chelungo i canali;2. aumentare l’efficienza e lafunzionalità delle idroviemediante la conoscenzae la gestione del traffico,al fine di incrementare lacompetitività del trasportofluviale;3. avere le informazioninecessarie <strong>per</strong> intervenirein caso di emergenzaassicurando di conseguenzaanche la protezionedell’ambiente;4. garantire l’accesso alleinformazioni a tutti i moltepliciinteressati al sistema ditrasporto fluviale, ovviandoall’attuale complicataeterogeneità dell’apparatodi gestione e controllo delsistema idrovie e semplificandoanche i processilogistici.L’area di interesse su cui verràimplementato il RIS italiano(River Information Services)è sostanzialmente la PianuraPadana, caratterizzata dadue grandi bacini idrograficiLo sviluppo del RISnella rete idroviariadel nord Italiaciascuno con caratteristicheproprie:• il Bacino del fiume <strong>Po</strong>, costituitodall’asta del Fiumee da tutti i suoi affluenti,compresa l’Idrovia Ferrarese• il Distretto Idrografico delleAlpi Orientali, che comprendeil Bacino dell’idroviaartificiale Fissero -Tartaro- Canalbianco, alimentatadalle acque del fiume Adige,e il Bacino della LagunaVeneta.La rete idroviaria dell’Italia delNord, definita dal Decretodel Ministero dei Trasporti edella Navigazione n. 759 del25/06/92, previsto dalla leggeATTIVITÀ E PROGETTI380/90, ha un’estensione di987,5 km; di cui attualmente564 km utilizzabili a fini commercialicostituiti da:• il fiume <strong>Po</strong> da Cremona a<strong>Po</strong>rto Tolle: 275 km (pressola foce);• il primo tratto del canaleMI-CR-PO (fino a Pizzighettone):14 km;• il fiume Mincio da Mantovaal <strong>Po</strong> (via Governolo): 20km;• il Fissero - Tartaro - Canalbianco- <strong>Po</strong> di Levante(incile): 117 km;• il Canale <strong>Po</strong> - Brondolo -Laguna Veneta: 19 km;• il <strong>Po</strong> di Levante: 19 km;• la Laguna Veneta (daChioggia a Venezia): 30 km;• l’Idrovia Ferrarese (<strong>Po</strong>ntelagoscuro- <strong>Po</strong>rto Garibaldi):70 km e il Canale Aussa-Corno di 7 km che collegail mare al porto di SanGiorgio di Nogaro.Inoltre sono in corso approfondimenti<strong>per</strong> definirela fascia costiera Ravenna– Trieste, area di navigazionepromiscua entro le 3 migliaI principali porti della reteidroviaria (<strong>Po</strong>rto di Cremona,Mantova Valdaro, l’Interportodi Rovigo, il <strong>Po</strong>rto di Chioggia,di Venezia e di <strong>Po</strong>rto Nogaro)dispongono di una infrastrutturazioneinterna capace direnderli in grado di accoglieremerci di svariata natura, e direindirizzare le merci funzionandocome veri e propri “terminalintermodali”. Accanto aquesti esiste poi una serie diporti e banchine pubblici eprivati, che spesso non sonoutilizzati da società o<strong>per</strong>antinell’ambito della logistica, ma<strong>per</strong> l’approvvigionamento ola movimentazione di merciproprie in particolare gli inerti.Attualmente l’intero sistemaQUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 09


EVENTIInaugurata la sede AI<strong>Po</strong> diCasale Monferrato❝Il 28 settembre è stato inaugurato l’UfficioAI<strong>Po</strong> di Casale Monferrato (AL), che diventala terza sede in Piemonte dopo Moncalieri eAlessandria.All’evento sono intervenutenumerose Autorità, i rappresentantidelle amministrazionie realtà sociali del territorio,le associazioni di Protezionecivile.“Con l’a<strong>per</strong>tura dell’ufficioo<strong>per</strong>ativo di Casale – haaffermato l’Assessore regionaleall’Ambiente e ProtezioneCivile del Piemonte RobertoRavello (che in questo<strong>per</strong>iodo ricopre anche la caricadi Presidente AI<strong>Po</strong>) - <strong>Agenzia</strong> eRegione dimostrano l’attenzionecrescente ai problemidella sicurezza idraulica delnostro territorio e aggiungonoun tassello importante ad unlungo processo avviato nel ‘94,quando l’alluvione che colpìil Piemonte lasciò segni di cuiancora oggi portiamo le ferite.La cultura della difesa delterritorio, accanto alle o<strong>per</strong>estrutturali, non può prescinderedalla cultura dell’autodifesa,che è alla base del sistemadi Protezione Civile. Oggi inPiemonte – ha sottolineatoRavello - si sta lavorando <strong>per</strong>migliorare e ottimizzare lagestione del reticolo idrico,attraverso il completamentodelle o<strong>per</strong>e strutturali el’implementazione dei sistemidi allertamento, e il crescentecoinvolgimento di AI<strong>Po</strong> nelsistema di Protezione Civile stagenerando risultati significativiin termini di sicurezza dei citta-dini e contribuisce a minimizzarecosì il rischio residuo”.Il Direttore di AI<strong>Po</strong>, LuigiFortunato, ha ringraziato il<strong>per</strong>sonale dell’<strong>Agenzia</strong> che hao<strong>per</strong>ato <strong>per</strong> la messa in funzionedella sede e i collaboratoriche vi lavorano. “L’a<strong>per</strong>turadi questo ufficio, in strettoraccordo con le linee programmatichedella RegionePiemonte in materia di difesadel suolo, dimostra la nostravolontà di rafforzare l’ o<strong>per</strong>ativitàin un nodo idraulicoparticolarmente complesso,valorizzando risorse e strutturegià presenti e in grandesinergia con tutti i soggetti delterritorio, sia istituzionali chedella società civile”.Ha preso quindi la parola ilPrefetto di Alessandria, RomildaTafuri, che ha sottolineatola forte collaborazione conAI<strong>Po</strong> s<strong>per</strong>imentata nel corsodel suo precedente incaricoa Rovigo e che, ha detto, siconferma in questo territorio.“Siamo tutti uniti <strong>per</strong> l’obiettivodella sicurezza e dellagestione coordinata delleemergenze - ha ricordato - èquesto l’elemento fondamentaleche ci vede concordi oggiqui e nella prosecuzione delleattività future”.Per il Prefetto di Vercelli, SalvatoreMalfi, il <strong>Po</strong> rappresentada secoli una grande risorsama talvolta si rivela fonte digrave <strong>per</strong>icolo. “Assieme allacapacità di affrontare in modounitario le emergenze – hadetto - siamo chiamati acostruire una cultura dellasicurezza che sappia prevenireed evitare i fenomeni didissesto e i danni alle <strong>per</strong>sonee al territorio”.Il Sindaco di Casale Monferrato,Giorgio Demezzi, hasalutato con soddisfazionela nascita di una nuova sedeAI<strong>Po</strong>, definendola “un segnaledi s<strong>per</strong>anza, in un momentodi grande difficoltà <strong>per</strong> lepubbliche amministrazioni,<strong>per</strong> una sempre più efficacegestione dei problemi delterritorio. Si tratta inoltre – haproseguito – di un’intelligenteo<strong>per</strong>azione di recu<strong>per</strong>o di unedificio demaniale dismesso,che rappresenta un fattore dimiglioramento di quest’areadella città”.Il Vescovo di Casale, Mons.Alceste Catella, nel presiedereun momento di raccoglimento,ha invitato a cogliereil significato e le finalità dellestrutture materiali, che devonoessere a servizio e supportodel bene autentico delle<strong>per</strong>sone.Foto di Domenico RotaNote informativeL’ufficio sorge in un nodoidraulico di particolare rilevanzae si occu<strong>per</strong>à di un’ampiaparte del reticolo idrograficopiemontese di competenzaAI<strong>Po</strong> – circa 250 km di trattifluviali, 300 km di arginature –interessando oltre 50 comunitra le Province di Vercelli, Alessandria,Novara e Torino.A partire dal 1994, il Piemontesi è rivelato la zona delbacino del <strong>Po</strong> più colpita daeventi alluvionali, che hannointeressato fortemente ancheil nodo idraulico di Casale.Considerando inoltre la sceltaorganizzativa che prevede lavalorizzazione dell’articolazioneterritoriale - pur nellacontingenza di dover ridurrela spesa – AI<strong>Po</strong> ha ritenutoopportuno aprire a CasaleMonferrato una terza sedein Piemonte, che è anchePresidio Territoriale idraulico di1° livello ai sensi della DirettivaP.C.M. del 27.2.2004.I corsi fluviali di competenzadel nuovo Ufficio sono ilfiume <strong>Po</strong> da Crescentino aValenza <strong>Po</strong> e tratti di rigurgitodegli affluenti Torrenti SturaQUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 11


Da sinistra: Luigi Fortunato, Eligio Di Mascio, Giorgio Demezzi, Roberto Ravello, Mons. Alceste Catella, Romilda Tafuri, Salvatore Malfi.del Monferrato, Stura di Casale,Grana, Rotaldo; TorrenteRoggia Stura da Fontanetto<strong>Po</strong> alla confluenza con il fiumeSesia e canali scolmatoridi Trino Vercellese, Balzola,Villanova Monferrato; fiumeSesia da Serravalle Sesia allaconfluenza con il <strong>Po</strong>; torrenteElvo da Carisio alla confluenzacon il Cervo; torrente Cervo daBalocco alla confluenza con ilfiume Sesia.La sede AI<strong>Po</strong> è situata in unaex caserma da tempo inutilizzata.La rimessa in funzionedi questo immobile, oltre arenderlo disponibile a scopidi pubblica utilità, adesso e<strong>per</strong> il futuro, ha compreso labonifica del tetto dall’amiantoe la realizzazione dell’archivio.Il costo dell’intera o<strong>per</strong>azioneammonta a 197.000 euro.Avanzamento della programmazionee degliinterventiInterventi nelle aree R.M.E.(Rischio Molto Elevato)Nelle Aree R.M.E. di Scopelloe di Varallo Sesia (VC) sono incorso gli interventi finanziaticon legge 183/89 dell’importocomplessivo di circa€ 2.600.000. L’intervento inComune di Scopello è in avanzatafase di realizzazione ed ormaiprossimo alla conclusione;l’intervento di Varallo Sesia èstato recentemente consegnato<strong>per</strong> l’inizio dei lavori.Arretramento dell’argine diCascina ConsolataE’ in corso di progettazionel’arretramento dell’ arginein sponda sinistra del <strong>Po</strong> avalle dell’abitato di Casale(località Cascina Consolata)<strong>per</strong> un importo di € 600.000sull’annualità <strong>2012</strong> e €2.400.000 sull’annualità 2013.La progettazione definitiva,che ha scontato rallentamenticollegati alle procedureespropriative e dalla necessitàdi approfondimenti di naturageotecnica ed ambientale, èin fase conclusiva.Interventi di manutenzioneed accordi quadroNel primo semestre del <strong>2012</strong>sono stati ultimati gli interventidi manutenzione riguardanti ilprimo sfalcio annuale primaveriledi tutto il sistema arginalemaestro sui corsi d’acqua dicompetenza, finanziati nell’annualità2011 <strong>per</strong> complessivi€ 500.000 (accordo quadro).Sono in corso le progettazionidegli interventi di manutenzionefinanziati nell’annualità<strong>2012</strong> riguardanti le arginaturedei corsi d’acqua <strong>Po</strong>,Sesia , Cervo, Elvo, Grana, <strong>per</strong>complessivi € 720.000. I lavoriprevedono il secondo sfalcioannuale autunnale , la manutenzionedelle paratoie sullearginature del <strong>Po</strong>, la puliziadell’alveo del Torrente Granae la manutenzione di tratti disommità arginale inseriti in<strong>per</strong>corsi ciclopedonali in AreeParco (Parco del <strong>Po</strong> e dell’Orba,Ente di Gestione delle RiservePedemontane e delle Terred’Acqua); i lavori saranno affidatie consegnati entro il <strong>2012</strong>(accordo quadro). E’ in corso la12 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>progettazione di un interventodi manutenzione dell’alveodella Roggia Stura in comunedi Villanova M.to dell’importodi € 135.000 che sarà appaltatoe consegnato entro il <strong>2012</strong>.Convenzioni con Comuni eParchi regionaliNel febbraio <strong>2012</strong> è statasottoscritta una convenzionetriennale con il Comune di Balzola<strong>per</strong> il monitoraggio dellaRoggia Stura durante gli eventidi piena e la progettazione,appalto ed esecuzione degliinterventi di manutenzionedel canale scolmatore, <strong>per</strong> iquali sono previsti € 20.000annuali nel triennio <strong>2012</strong>-2015.Nell’ambito della convenzionerelativa alla progettazione, appaltoed esecuzione dell’interventodi completamento delsistema arginale in sponda destradel Fiume <strong>Po</strong>, dell’importodi € 1.000.0000, il Comune diFrassineto <strong>Po</strong> ha recentementeappaltato i lavori.Nel giugno 2010 è statasottoscritta una convenzionecon il Parco Regionale del<strong>Po</strong> e dell’Orba <strong>per</strong> l’utilizzodelle sommità delle arginaturamaestre del <strong>Po</strong> ai fini dellarealizzazione e mantenimentodel tratto di itinerario ciclopedonalenella Province di Torino,Vercelli ed Alessandria inseritonel <strong>per</strong>corso europeo EURO-VELO 8 , che partendo dallaSpagna attraversa la Francia el’Italia <strong>per</strong> arrivare in Grecia .In occasione dell’ inaugurazionedell’Ufficio di Casale è statosiglato un protocollo di intesatra AI<strong>Po</strong> e l’ “Ente di gestionedelle Riserve Pedemontanee delle Terre d’Acqua “ dellaRegione Piemonte con sedead Albano Vercellese, già ParcoRegionale delle Lame delSesia, <strong>per</strong> l’individuazione deitracciati ottimali su cui svilupparela mobilità escursionisticae turistica ecocompatibile(<strong>per</strong>corsi ciclabili, pedonali,ippovie, ecc.) lungo le spondee le sommità arginali del Sesiae dei suoi affluenti Cervo edElvo.Altre attivitàAnche l’ufficio di Casale staprovvedendo all’aggiornamentodell’organizzazionefunzionale integrata delservizio di piena, attuando unindispensabile coinvolgimentocollaborativo e sinergico degliEnti e degli Organismi competentisul reticolo naturale eartificiale agricolo e/o all’uso egestione delle relative acquedi irrigazione. A seguito di unapprofondito censimentodelle paratoie presenti sullearginature maestre del <strong>Po</strong>, chea breve sarà esteso anche alSesia, ai torrenti Cervo ed Elvo(complessivamente oltre 250),nonché alla Roggia Stura, siprevede il <strong>per</strong>fezionamentodel modello di eserciziofunzionale (concessione) <strong>per</strong>la manovra delle paratoie e<strong>per</strong> la loro manutenzione, conil coinvolgimento o<strong>per</strong>ativodelle Associazioni di IrrigazioneOvest ed Est Sesia.Con la collaborazione diClaudia Chicca, Eligio Di Mascio(AI<strong>Po</strong>)❝


n. 3 - <strong>2012</strong>studiprogettieIndagini geognostiche in alveopreliminari agli interventi <strong>per</strong> lasistemazione a corrente liberadel fiume <strong>Po</strong> 1Annamaria Belardi (AI<strong>Po</strong>)inserto tecnico1. PREMESSELe indagini descritte nel presente articolo sono state svolte attraversol’esecuzione di una campagna geognostica, eseguita nella porzione dialveo interessata. Complessivamente sono state effettuati:• 40 sondaggi a carotaggio continuo a 10 m di profondità• 24 sondaggi a carotaggio continuo a 30 m di profondità• 298 prove SPT in foro• 12 prelievi di campioni indisturbati• 19 prove penetrometriche statiche a 10 m di profondità• 25 linee geoelettriche, <strong>per</strong> una lunghezza totale di 8.678 mLe indagini sono state ubicate nei differenti bassi oggetto d’intervento,suddivisi in 4 tratti, da monte verso valle, come raffigurato nell’inquadramentodi Fig. 1.Obiettivo del lavoro è stato la conoscenza delle condizioni stratigrafichelocali - mediante ricostruzione di dettaglio della successione litostratigrafica,variazioni laterali di facies e caratterizzazione geotecnica dei vari orizzontistratigrafici – finalizzata a un corretto dimensionamento delle o<strong>per</strong>e<strong>per</strong> la sistemazione a corrente libera del fiume <strong>Po</strong>.1 - L’AI<strong>Po</strong> ha recentemente affidato l’“Esecuzione di indagini geognostiche in alveo con redazione di relazionegeotecnica, preliminari ai lavori di realizzazione degli interventi relativi alla sistemazione a corrente libera delfiume <strong>Po</strong> nella tratta compresa tra isola Serafini e Foce Mincio <strong>per</strong> consentire il transito di unità di navigazionedella Va classe CEMT (MN-E-12/NI-1).”2 - Le prove penetrometriche consistono nella misurazione, ogni 20 cm, della resistenza alla punta e dell’attritolaterale, durante l’infissione nel terreno, (a velocità costante pari a 2 cm/s), di una punta conica di dimensionistandardizzate, spinta tramite una serie di aste collegate fra loro. Elaborando i dati misurati con formule semiempiricheè, quindi, possibile ricavare le caratteristiche tessiturali e i parametri geotecnici dei depositi in esame.Fig. 1 – Inquadramento bassi (in rosso) e tratti (in viola) oggetto d’indagine2. CAMPAGNA D’INDAGINI2.1 Prove penetrometricheSono state eseguite, da parte della Società Intergeo di Modena, un totaledi 19 prove penetrometriche mediante un penetrometro ad infissionestatica da 10 t di spinta, montato su camion. Questo è stato, a sua volta,imbarcato su un pontone, messo a disposizione dall’Impresa Flumar diBoretto (RE), dotato di foro centrale e di G.P.S., <strong>per</strong> la precisa localizzazionedelle indagini. E’ stato utilizzato un penetrometro Gouda, impiegando<strong>per</strong> la <strong>per</strong>forazione una punta Friction Jacket Cone, avente un’area di 10cm 2 e un angolo alla punta di 60° 2 .Queste prove, a differenza dei sondaggi a carotaggio continuo, fornisconouna grande quantità di dati geotecnici: infatti, tramite le correlazionisemi-empiriche sopramenzionate, si ottengono parametri ogni 20 cmdi <strong>per</strong>forazione. Con un campione di dati più numeroso si determinanoin maniera più precisa, su base statistica, i valori caratteristici così comerichiesto dalle “Norme tecniche <strong>per</strong> le costruzioni”, di cui al DM 14/01/2008, a vantaggio delle successive verifiche geotecniche.- I -


studiprogettieFig. 3 - Acquisizione dati geoelettrici sul fiume <strong>Po</strong> e pseudosezione in tempo reale su SysmarLe prove penetrometriche, così come le indagini tomografiche, sonostate effettuate preliminarmente ai sondaggi a carotaggio continuo, inmodo da avere informazioni utili <strong>per</strong> valutare le profondità di prelievo deicampioni indisturbati o di esecuzione delle prove in foro.2.2 Sondaggi a carotaggio continuoPer l’esecuzione dei 64 sondaggi geognostici a carotaggio continuo, dicui 40 approfonditi fino a 10 m e 24 fino a 30 m dal fondo dell’alveo delfiume, sono state impiegate due sonde a rotazione (una sonda NenziGelma, cingolata, dell’impresa Landservice, e una sonda Ellettari EK 250,montata su un trattore Same Buffalo 130D, dell’impresa Intergeo) imbarcatesu altrettanti pontoni sempre dotati di foro centrale e di G.P.S..La <strong>per</strong>forazione è avvenuta con carotieri semplici, del diametro di 101mm, seguiti, in tutte le verticali, da tubi di rivestimento provvisori, del diametrodi 127 mm <strong>per</strong> impedire franamenti all’interno dei fori d’indagine.Durante le o<strong>per</strong>azioni di <strong>per</strong>forazione sono state eseguite, in avanzamento,con il fine di ricavare informazioni geotecniche relative ai depositi attraversati,da confrontare con i dati penetrometrici, un totale di 298 proveStandard Penetration Test (S.P.T.) a punta a<strong>per</strong>ta. Inoltre sono stati prelevati12 campioni indisturbati utilizzando campionatori Shelby o Osterberg.I terreni carotati sono stati riposti in apposite cassette catalogatricicontenenti ognuna 5 metri di <strong>per</strong>forazione.Per ciascun sondaggio è stato predisposto un documento con indicatele suddivisioni litostratigrafiche e relative descrizioni dei terreni, le quotedi prelievo dei campioni, le quote di esecuzione e i risultati delle proveS.P.T. nonché i valori di resistenza al pocket penetrometer., sugli orizzonticoesivi. Inoltre, è stata allegata la documentazione fotografica delle cassetteporta-campioni.Per i rilievi geofisici è stato impiegato il natante a basso pescaggio denominato“Mara” (di proprietà della società Flumar srl) e il georesistivimetroSYSCAL PRO SWITCH 48 10 canali della IRIS Instruments, con cavo in poliuretanolungo 80 m, dotato di 16 elettrodi in grafite (di cui solo 13 sonostati connessi allo strumento).Le o<strong>per</strong>azioni di energizzazione e di misura sono state gestite dal programmaSysmar (installato su PC collegato alla strumentazione), che ha<strong>per</strong>messo anche di visualizzare in tempo reale la resistività apparente delsottosuolo. La lunghezza del cavo e la spaziatura utilizzata hanno fatto sìche la profondità d’investigazione raggiunta, funzione anche della bassaconducibilità delle acque del fiume <strong>Po</strong>, sia stata di circa 15 m dal pelolibero.Per ogni linea effettuata sono state redatte delle schede nelle quali è statoriportato il profilo batimetrico e la sezione tomografica di resistivitàreale, insieme ad una scala di colori associati ai valori delle resistività econ riferimento indicativo alle classi granulometriche, tale da consentireun’intuitiva interpretazione della stessa sezione.3. ANALISI DEI DATILo studio Engeo s.r.l., oltre a svolgere, all’interno dell’A.T.I., un ruolo disu<strong>per</strong>visione dei lavori descritti nel capitolo precedente, si è occupatodell’analisi dei dati provenienti dalla campagna geognostica, redigendola relazione tecnica finale e svolgendo le attività di seguito descritte 5 .3.1 Modello geologicoSulla base dei risultati della campagna geognostica è stato, innanzitutto,definito il modello geologico, in corrispondenza di ogni zona d’intervento.Allo scopo, sono state ricostruite delle sezioni litostratimetriche le cuitracce ricalcano grossomodo quelle delle sezioni tomografiche, a lorovolta allineate con le indagini puntuali, eseguite, a seconda dei bassi, alato di una o di entrambe le sponde.Nel disegnare ogni sezione sono stati, in primo luogo, correlati gli orizzontilito-stratigrafici riconosciuti nelle singole verticali d’indagine; quindi,<strong>per</strong> verificare la correttezza di tali correlazioni, si è o<strong>per</strong>ato un confrontocon i risultati del corrispondente stendimento geoelettrico. Complessivamente,sono state redatte 24 sezioni litostratimetriche, in modo darappresentare i terreni d’imposta in corrispondenza di tutte le o<strong>per</strong>e inprogetto.3.2 Elaborazioni dei risultati delle indagini in situAl fine di ricavare i parametri geotecnici dei terreni in esame, i dati ricavatidalle prove penetrometriche (sia S.P.T. che statiche) sono stati elaboratimediante le formule semi-empiriche descritte nei successivi paragrafi.2.3 Indagini tomografiche e rilievi batimetriciNel corso della campagna indagini, sono state effettuate da parte diGeoexploration s.r.l., impresa subappaltatrice, 25 linee geoelettriche, <strong>per</strong>una lunghezza totale di 8.678 m., finalizzate alle indagini geofisiche ditipo geoelettrico 3 . Nel caso in esame, si è adottata la tecnica di acquisizione,chiamata tomografia elettrica, che ha previsto di o<strong>per</strong>are con unsistema, costituito da un energizzatore ad alta velocità di trasmissioneacquisizionee un cavo in poliuretano con elettrodi in grafite, trainato daun natante a motore.Contemporaneamente alla misura geoelettrica al georesistivimetro èstato collegato il sistema GPS-Ecoscandaglio, in grado di fornire, <strong>per</strong> ognidato di resistività, anche le coordinate geografiche e la quota del puntocorrispondente alla registrazione elettrica. Insieme al rilievo geoelettricoè stata rilevata la batimetria del fondale. O<strong>per</strong>ando con questo sistema, sisono ottenute delle sezioni bidimensionali di resistività apparente (pseudosezioni)costituite da diversi livelli in relazione al numero di elettrodiutilizzati 4 .3.2.1 Valutazione dei parametri geotecnici sulla base delle proveS.P.T.Sulla base del valore di NSPT sono stati valutati esclusivamente I parametrigeotecnici dei terreni granulari.3 - Esse consistono nella determinazione s<strong>per</strong>imentale della distribuzione di resistività caratterizzante la strutturaelettrica del sottosuolo, mediante l’utilizzo di elettrodi a diversa configurazione. Ogni disomogeneità, corrispondentead una diversa capacità di conduzione elettrica presente nel sottosuolo, viene rilevata poiché essa deflettele linee di corrente e distorce <strong>per</strong>tanto la normale distribuzione di potenziale elettrico. Inoltre, ad ogni litologia èassociata una determinata resistività che è una proprietà intrinseca dei materiali. Mediante le indagini geoelettricheè possibile, quindi, effettuare vere e proprie ricostruzioni stratigrafiche del sottosuolo.4 - L’importanza degli stendimenti geoelettrici tomografici deriva dalla possibilità di indagare la stratigrafia delsottosuolo in maniera continua: mentre le indagini classiche (sondaggi, prove penetrometriche, ecc..) sono provedi tipo puntuale e caratterizzano il terreno lungo la verticale di esecuzione, con la tomografia geoelettrica è possibileseguire la variazione nella composizione del sottosuolo lungo l’intero stendimento analizzato.5 - La relazione è firmata dai due contitolari, Dr. Geol. Carlo Caleffi e del Dr. Geol. Francesco Cerutti.- II - QUI PO - n. 3/<strong>2012</strong> - inserto tecnico


In particolare, sono stati ricavati:• Densità relativa (DR): come indicato da Gibbs e Holtz (1957)dove F = 0,0065 x σ2vo + 1,68 x σvo + 14essendo:σv0 = pressione verticale totale geostatica (t/m2);NSPT = numero di colpi <strong>per</strong> 30 cm di infissione;• Angolo di resistenza al taglio (φ’): come indicato da Shioi e Fukuni (JapaneseNational Railway 1982)'• Modulo elastico (E): come indicato da Bowles (1987)con E espresso in MPa. 0,3 N NSPTDR 1.5 F 27 0.63.2.2 Valutazione dei dati geotecnici dei terreni coesivi sulla basedelle prove CPT3.2.2.1 Resistenza al taglio in condizioni non drenateLa resistenza al taglio non drenata (cu) è stata determinata dall’interpretazionedelle prove penetrometriche statiche CPT mediante la seguenteequazione (Baligh e Campanella, 1975): qassumendo NK=20, valore comunemente accettato in bibliografia <strong>per</strong>terreni della piana alluvionale padana.3.2.2.2 Angolo di resistenza al taglioL’angolo di resistenza al taglio (φ’) è stato stimato a partire dai valori deicolpi NSPT, in base alla correlazione proposta da De Mello (1971) mediantele formule proposte da Shioi e Fukuni (1982): 0.3N'27dove il numero di colpi NSPT è stato ricavato indirettamente, <strong>per</strong> la provaCPT, partendo dal valore della resistenza alla punta (Rp), tramite la correlazioneempirica NSPT = Rp/4,5 (Robertson et al., 1983).3.2.2.3 Coesione efficaceLa coesione efficace (c’) è stata stimata mediante la correlazione negativa,tra i parametri c’ e φ’, proposta da Cherubini (2000):SPTE 7,5 0, 5N SPTccu Nk0.222SPT'c ( 0.1793 15.21) 0.0101973.2.2.4 Modulo edometricoPer le caratteristiche di deformabilità, il modulo di deformazione confinato(Eed) è stato ricavato dai valori di resistenza alla punta Rp.In accordo alla correlazione di Mitchell e Gardner (1975) il modulo edometrico,partendo dai valori di resistenza alla punta Rp, si ottiene utilizzandola seguente espressione:Eed=α Rpdove i valori di Rp ed α sono riportati nella tabella seguente (wn = umiditànaturale espressa in <strong>per</strong>centuale).Rp


❝Il 2011 non ha confermatoil trend positivo avviato nell’annotrasportoprecedente. Le merci trasportate sulsistema idroviario padano-veneto,oggetto di relazione tra porti internie porti marittimi, sono sensibilmentediminuite, attestandosi su valoriprossimi alle 250.000 t.. La raccoltadei dati riguardanti gli inerti del <strong>Po</strong>non è stata completata, ma è ragionevolestimare una quantità di circaun milione di tonnellate. Per i materialiinerti è da rilevare il positivocoinvolgimento delle banchine portualidi Roncoferraro (MN) sul Fissero,di San Benedetto <strong>Po</strong> (MN) e Revere(MN) che, complessivamente, hannomovimentato circa 160.000 t.. Risultainvariata la potenzialità d’armamentoe produttiva del settore legato allalavorazione degli inerti, ma l’esigenzadi contenere i costi di trasporto ela lavorazione del materiale scavato(lavaggio e vagliatura) porta a realizzaregli impianti di lavorazionenei pressi delle località di scavo individuatee programmate, <strong>per</strong> lamaggior parte, nelle aree golenali.L’analisi e lo studio delle cifre raccolteevidenziano una diminuzioneLe merci nel 2011complessiva degli sfarinati (116.017t) scaricati nei porti di Rovigo e Cremona,mentre gli scarichi sul portodi Mantova sono leggermente aumentati.I prodotti chimici dell’areamantovana, a seguito di una diversapolitica trasportistica dell’Enichem,maggiormente incentrata sulla convenienzaeconomica e senza tenerconto, purtroppo, del risparmioambientale e dei costi sociali di interessecollettivo (adottata nel 2009) sisono azzerati. I traffici <strong>per</strong> la banchinadi Viadana (metanolo) si sono attestatisui valori del 2010 in linea conle esigenze produttive delle industrielocali <strong>per</strong> la lavorazione del legno discarto e la produzione dei pannellitruciolari. Un esempio di come puòevolvere positivamente lo sviluppocompatibile delle aree industrialilocalizzate nelle vicinanze delle vied’acqua. La crisi economica continuaad influire negativamente sultrasporto nell’idrovia ferrarese, cheha visto azzerare il trasporto di inerti,<strong>per</strong> il settore delle costruzioni, daipaesi d’oltre adriatico. I colli eccezionalicontinuano ad essere una realtàche ha il suo punto di riferimento nel<strong>per</strong> acque interne; l’entità èlegata alla produttività ed al completamentodegli ordini delle impreseche o<strong>per</strong>ano nell’interland del sistemaidroviario. Il trasporto di materialiferrosi (coils, rottami di ferro e ghisa),pur in flessione, mantiene una certaconsistenza con 53.026 t.. Da alcunianni il settore dei trasporti ha iniziatoa porsi delle domande che vanno,anche, oltre i numeri, tra le qualilo sviluppo durevole ed i problemiindotti dalla crisi economica. Studirecenti evidenziano che sarà semprepiù importante trasportare meglio,non solo trasportare molto, la qualitàprima della quantità. Bisogna insisteresulla necessità di prestare maggioreattenzione alla qualità dei serviziproposti, alla qualità dei contratti,alla qualità ambientale ed al valoreaggiunto determinato dalle tipologiedi trasporto. La rete idroviariapadano – veneta è, in ogni caso, bendefinita. Sono noti lo stato dell’arte,le caratteristiche tecniche e la funzionalitàdella rete, sono ugualmenteconosciuti i programmi di interventoa breve e medio termine <strong>per</strong>il potenziamento delle infrastrutture.TRASPORTO MERCI – SISTEMA IDROVIARIO PADANO / VENETOPur in presenza di limiti e vincoli,addebitabili al sistema, continuanoa <strong>per</strong>manere le condizioni <strong>per</strong> unpotenziale sviluppo del trasporto viaacqua. Considerate le caratteristichedel tessuto produttivo padano, è necessarioprestare maggiore attenzionealla flessibilità del trasporto e nonsolo ai grandi quantitativi. L’avvio diuna linea di trasporto bisettimanaledi container, tra i porti di Mantovae Venezia, è un altro esempio dellepotenzialità idroviarie. La convenienzaeconomica e le leggi del mercatogiocano un ruolo determinante nelsistema dei trasporti. Un recu<strong>per</strong>oed un rilancio dell’idrovia è possibile,<strong>per</strong>ò, se riusciamo a destinare al settoremaggiori energie, risorse ed incentivi(di cui <strong>per</strong>altro godono già lealtre modalità), andando, anche, oltrela mera convenienza economica,computando nel conto economicodel trasporto l’internalizzazione deicosiddetti costi esterni (incidentalità,inquinamento, ecc.), sempre disattesi,ma che ricadono inevitabilmentesulla collettività.Ivano Galvani (AI<strong>Po</strong>)2008 (tonnellate) 2009 (tonnellate) 2010 (tonnellate) 2011 (tonnellate)<strong>Po</strong>rto di Rovigo (via Fissero) 80.567 (sfarinati ) s 99.049 (sfarinati ) s 95.502 (sfarinati ) s 13.767(sfarinati) s860 (semilavorati) d<strong>Po</strong>rto di Mantova (via Fissero) 105.828 (sfarinati) s 82.380 (sfarinati ) s 83.168(sfarinati ) s 83.250(sfarinati) s3.148 (colli ecc.) d 10.000 (siderurgici) s 45.000 (coils) s 46.000 (coils/cont) s8.750 (trasp.ecc.)(7.800 d; 950 s)Attracchi industriali Mantova 128.396 (chimici) 13.243 (chimici) d 35.072 (chimici) d 9.848 (benzine) d(via Fissero e <strong>Po</strong>) (109.928 d;18.468s) 15.573 (olio combust.) d 8.200 (colli ecc.) d 8.747 (colli ecc.)d5.567 (colli ecc.) dBanchina di Viadana (via <strong>Po</strong>) 23.500 (chimici) s 54.600 (chimici) s 49.919 (metanolo) s<strong>Po</strong>rto di Cremona (via <strong>Po</strong>) 3.814 (colli ecc.) d/s 33.618 (sfarinati) s 51.004 (sfarinati) s 19.000 (sfarinati) s5.062 (colli ecc.) 14.400 (coils) s 7.026 (rottame fe) s(2.000 d; 3062 s) 14.000 (mater. ferrosi) s 2.534 (colli ecc.) d2.650 (colli ecc.1.150 d; 1.500 s)Attracchi industriali Cremona (via <strong>Po</strong>) 41.740 (gas) s 28.900 (inerti) / /Banchine idrovia ferrarese 7.200 (ghiaia) s / 72 (colli ecc.) /❝Banchine mantovane:Roncoferraro (Fissero)S.Benedetto <strong>Po</strong>, Revere (<strong>Po</strong>)160.000 (inerti)valore stimatoTOTALE 376.260 320.075 404.528 400.091Attracchi industriali privati sul <strong>Po</strong> 1.500.000(inerti del <strong>Po</strong>) / 1.200.000 (inerti del <strong>Po</strong>) 1.000.000 (inerti del <strong>Po</strong>)valore stimato valore stimato valore stimatos = salita; d = discesa<strong>Po</strong>rti / accessi marittimi: Marghera (177.526 t); Chioggia (224.530 t);Armamento utilizzato: <strong>per</strong> il <strong>Po</strong> e Fissero / Tartaro / Canalbianco quasi esclusivamente convogli a spinta, mediamente in numero di 4 (spintore più chiatta) con portata media 1000/1200 t; n. 1 fluviomarittimacon portata media 1300 t <strong>per</strong> il <strong>Po</strong>; circa 20 motonavi <strong>per</strong> il trasporto degli inerti del <strong>Po</strong>❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE QUIPO_N.1_GENNAIO/FEBBRAIO <strong>2012</strong> 13


AFFLUENTILa Dora RipariaDora Riparia a Torino❝La Dora Riparia nasce, con il nome diPiccola Dora, presso il colle del Monginevrosulle Alpi Cozie, in territorio francese.Dora Riparia in Val Susa14 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>Nelle vicinanze di Cesanariceve da destra le acque deltorrente Ripa, assumendo ladenominazione propria diDora Riparia.Pur nascendo in territoriofrancese, il 90% del suobacino ricade in territorioitaliano.L’asta principale è suddivisibilein tre tratti distinti <strong>per</strong>caratteristiche morfologiche,morfometriche e <strong>per</strong>comportamento idraulico: iltratto montano fino a Susa,quello di fondovalle fino aSant’Ambrogio e quello dipianura fino alla confluenzain <strong>Po</strong> a Torino.L’andamento è monocursalerettilineo da Susa a Castellodi Camerletto (Caselette), diventasinuoso fino all’ingressoin Torino <strong>per</strong> poi essererettilineo, contenuto entromuri di sponda continui, neltratto urbano.Il bacino della Dora Riparia sisviluppa quasi interamentein ambito collinare-montano(circa il 90%). L’elevataaltimetria che caratterizza iltratto montano ha consentitola conservazione di unesteso territorio allo statonaturale di grande interesseambientale e paesaggistico,interrotto dalla sporadica econtrastante presenza di impiantidi risalita e di piste didiscesa <strong>per</strong> la pratica dellosci alpino.Il tratto di fondovalle e dipianura presenta un alveopiuttosto inciso, caratterizzatoda un’elevata infrastrutturazione– a partiredall’epoca romana - che haavuto il massimo svilupponel <strong>per</strong>iodo a cavallo deglianni ‘60 e ’70 attorno ai principalicentri e alla metropolitorinese, sottraendo spazioalle residue aree boscate ea quelle agricole, in passato


Torino, Piazza Cln: Il <strong>Po</strong> e la Dora Ripariamolto consolidate.Proprio a causa della fortepressione antropica e deifattori di inquinamentoe degrado, nel tratto dipianura le aree naturali oggiesistenti sono alquantoesigue e frammentate.Regime idraulicoIl bacino della Dora Ripariarientra tra i cosiddetti “bacinialpini interni”. La sua vallata,posta nelle zone più profondedella catena alpina, èprotetta dall’arrivo direttodi aria umida provenientedall’Atlantico e dal Mediterraneo,con precipitazionipiuttosto modeste sia intermini di altezze annue chedi intensità . La presenzadi ampie zone al di sopradei 2000 m s.m. fa sì che leprecipitazioni siano prevalentementenevose.Gli eventi di piena piùsignificativi si presentanonella tarda primavera, doveFIUME DORA RIPARIARegionePiemonteUfficio AI<strong>Po</strong> competenteTorinoTratto di competenza AI<strong>Po</strong> Dal ponte di Via Montenero a Susa alla confluenza in <strong>Po</strong>Bacino1.210 kmqLunghezza120 kmCorso fasciato *SiEventi di piena storici <strong>Giugno</strong> 1957<strong>Po</strong>rtata massima 502 mc/s a Torino in occasione della piena del ‘57* Soggetto alle prescrizioni del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) relative alle fasce fluvialial contributo delle precipitazionisi associa lo scioglimentonivale, e in autunno.Nel corso degli ultimi annisi sono verificati numerosieventi di piena: tra i più significativisono da ricordarequelli dell’ottobre 2000 e delmaggio 2008.La valle di Susa, anticocorridoio dell’arco alpinoLa Dora Riparia <strong>per</strong>corretutta l’asta della Valle diSusa fino allo sbocco nellapianura torinese.La conformazione morfologicae la posizione dellavalle ne hanno da sempreincentivato l’insediamentoantropico ed il suo utilizzocome naturale corridoio dicollegamento e di su<strong>per</strong>amentodell’arco alpino,quale antichissimo <strong>per</strong>corsoviario da e con le Gallie.Numerosi sono i ritrovamentidi antichi insediamentiche rendono la valle un sitodi rilevante interesse dalpunto di vista archeologico.Gli insediamenti storici si localizzanocon maggiore frequenzanel tratto compresotra Susa e Rivoli, lontano dalfondovalle, storicamentee idrologicamente più arischio, <strong>per</strong> diffondersi fino acirca 900 m s.l.m.In alta valle i centri storicisi fanno via via più radi(Chiomonte, Exilles, Oulx/Ulzio,Cesana e Bardonecchia);interessanti, <strong>per</strong> la loro integritàtipologica mantenutanel tempo, sono i nucleialpini minori, diffusi e legatiin un sistema insediativoconsolidato.CuriositàAlla confluenza della DoraRiparia nel <strong>Po</strong> è sorta inepoca romana l’attuale cittàdi Torino. La Dora Riparia neè stata a lungo la principalerisorsa energetica: già nelMedioevo le sue acque venivanoconvogliate in canalidetti duriae, che andavanoad alimentare mulini, martinettie altri impianti.L’affetto della città <strong>per</strong> i suoidue maggiori fiumi - il <strong>Po</strong> ela Dora Riparia - è testimoniatodalle due statue adessi dedicate in Piazza Cln,già “Piazza delle Fontane”.I due monumenti, o<strong>per</strong>adello scultore UmbertoBaglioni, sono state realizzatenel 1936 sul retro dellechiese di San Carlo e SantaCristina. Baglioni, vincitoredi un concorso a<strong>per</strong>to a tuttii giovani artisti dell’epoca,aveva optato <strong>per</strong> rappresentarei due corsi d’acquasotto forma di figure umane:un uomo barbuto e unadonna formosa, entrambiadagiati su una base dimarmo. In fondo anche <strong>per</strong>l’esoterismo il <strong>Po</strong> rappresentail Sole, e quindi la partemaschile, la Dora è la Luna,ossia quella femminile.ParchiIl tratto montano del bacinoè in parte inserito nelsistema delle aree protetteregionali (Parco NaturaleGran Bosco di Salbertrand,Riserva Naturale Orridoe stazione di Leccio diChianocco, Parco Naturaledei Laghi di Avigliana, unaparte del Parco NaturaleOrsiera-Rocciavrè), a cui siaffiancano le segnalazioni diaree con elevato interessenaturalistico-ambientale,che sono state inseritenell’elenco dei biotopiregionali proposti; viceversanel tratto di pianura nonrisultano segnalazioni diaree con elevato interessenaturalistico-ambientale,fatta eccezione <strong>per</strong> unabrevissima zona, in prossimitàdella immissione nel<strong>Po</strong>, inserita nel sistema dellearee protette regionali.Monica Larocca (AI<strong>Po</strong>)❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 15


IL PAESEMOTTEGGIANA (MN)Il paese delle corti❝ Nel numero che aprel’autunno raggiungiamol’Oltrepòmantovano e ci fermiamonel comunedi Motteggiana.Se potessimo osservaredall’alto i confini del territoriodi questo paese lo vedremmocome una lunga strisciadi pianura delimitata a norddal Grande Fiume e a sud daquello che rimane dell’alveodello Zara, un antico ramodel <strong>Po</strong> ormai ridotto a canaledi bonifica delle acque didrenaggio dei campi limitrofi.Nel Medioevo era proprioquesto paleoalveo a segnareil confine tra Reggio e Mantova.Sulle sue rive, nei pressidella corte oggi conosciutacome Ricorlandi, attraccavanole imbarcazioni e si trovavaun porto di notevole importanza:vigeva l’obbligo delpedaggio dei dazi di merci,bestiame e <strong>per</strong>sone. Ma nonera il solo punto d’approdo diquesto territorio stretto tra leacque, infatti poco più a nordsi trovava un altro porticciolodove esisteva un serviziodi traghettamento che daVilla Saviola, oggi frazione,attraversando il <strong>Po</strong>, arrivava aBoccadiganda. AnticamenteMotteggiana era conosciutacome Saviola Su<strong>per</strong>iore e insiemealle frazioni più antichedi Torricella e Villa Saviola (oSaviola Inferiore) assunse particolarerilevanza tra i secoli XIe XIII, come testimoniano anchele tre pievi appartenentialla diocesi mantovana dette“de Turisselle”, “de Saviula”, “deRonco Rolandi”.L’etimologia del nomeparrebbe derivare da “Montecchiana”(piccolo monte,montagnola) e si legge <strong>per</strong> laprima volta solo in documentidel XVI secolo. <strong>Po</strong>trebbelegarsi a quello che è statodefinito il gioiello architettonicodel paese: villa Ghiradina,così imponente rispetto allecasette del borgo circostante.Un’altra ipotesi fa risalire iltoponimo a “motta”, rialzo,dosso, e si trova <strong>per</strong> la primavolta in una lettera del 1379.Nella missiva gli ambasciatoridi Reggio chiedono al vicariodi Borgoforte se “la via daMantova a Montegianam” èagibile <strong>per</strong> poter passare il<strong>Po</strong> e proseguire sulla stradaverso la città dei Gonzaga.Per via della posizione sul fiumee della ricchezza boschivae faunistica, questi luoghiassunsero un’importanzastrategica e furono, <strong>per</strong> secoli,teatro di scontri tra le principalisignorie del tempo. Daqui si controllavano i trafficifluviali, gli attraversamenti, siriscuotevano i dazi e i pedaggi.Sotto il dominio delladinastia dei Canossa vennerorealizzate vaste o<strong>per</strong>e dibonifica con grandi sviluppie migliorie in campo agricoloe territoriale. Col passaredegli anni Borgoforte acquisìsempre maggior rilevanza <strong>per</strong>la sua posizione di controllosul fiume e di riflesso, sullasponda opposta in quello cheoggi è territorio motteggiano,attorno al 1470 il marcheseLudovico II Gonzaga iniziòla costruzione di una delleville rurali più importanti delcontado. L’architetto scelto<strong>per</strong> l’ideazione della dimorafu il fiorentino Luca Fancelli.La Ghirardina, dal nome deiproprietari i Gherardini delVaio che l’acquistarono nelXVII sec., fu più volte vendutae attualmente è residenzadella famiglia Negri che l’harecu<strong>per</strong>ata cercando di conservarnel’integrità strutturalee le caratteristiche originali.Può essere definita una villa –castello poiché, pur presentandouna visione d’insiemetipicamente rinascimentale,nelle linee architettonicheLa corte-villa Ghirardina16 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>


Riviera MarconiCorte La Tedolda di Villa Saviolaconserva il carattere di fortificazione.Si presenta a piantaquadrangolare, di circa 30metri di lato, comprendentequattro corpi che circondanoun cortile centrale pensile,merli murati sotto i tetti eferitoie a<strong>per</strong>te sui muri.Il territorio di Motteggianaè altresì ricco di numerosiesempi di corti agricoleche rappresentano tutte lecaratteristiche e le diversetipologie di corti della bassapianura mantovana. Grandicorti nobiliari, come le cortiNogarola e Quaranta (notacome la curt di cunt – lacorte dei conti) della frazioneTorricella o Teodolda di VillaSaviola, si alternano ad altredi origine monastica comela corte Golfo, o della grandee media borghesia terriera.Da non dimenticare infine, aridosso degli argini, una seriedi “loghini” che riprendono loschema della corte a quadrilateroo la giustapposizione, inlinea, di casa – stalla – rustici.Questo comune ha il vantoe l’onere di possedere unpregevolissimo patrimonio diarchitettura rurale che si integrain maniera esemplare conil paesaggio fluviale e golenale.Nella frazione di Torricella,troviamo un punto moltosuggestivo, <strong>per</strong>fetto <strong>per</strong> scattifotografici; è costituito dall’ansadel <strong>Po</strong> all’altezza della focedell’Oglio, dove in una naturaancora preservata, emergonole corti Fabbrica e la già citatacorte Quaranta.Le chiese principali sono laDOVE SI TROVAComune in provincia di Mantovasulla sponda dx del <strong>Po</strong>Su<strong>per</strong>ficie kmq 24,59Altitudine slm 20 mAbitanti 2.576 circaCOME RAGGIUNGERLOStrada:da Mantova km 16da Reggio E. km 46da Verona km 55La corte-villa Ghirardinaparrocchiale di San Girolamo,i cui lavori di edificazioneiniziarono nel 1585 <strong>per</strong> voleredel duca Guglielmo Gonzagae al cui interno è conservatoun quadro del santo patronoo<strong>per</strong>a del pittore BernardinoCampi, la chiesa di SanBenedetto, Torricella XVII sec.,il settecentesco San Michelee la cappelletta dedicata aSant’Anna.Nella storia del luogo, <strong>per</strong>l’importanza che rivestirononella vita locale e nazionale, cisono alcune date da ricordare.Nel 1866, durante laterza guerra d’Indipendenza,Motteggiana fu scenario diun’importante evento bellico.Le truppe italiane conquistaronoi forti, tra cui Forte Noyon,eretto dagli austriaci nel1859, che insieme ad altri trecostituiva una testa di pontedoppia a presidio del fiumeposta a difesa della direttriceMantova – Verona. Conquesta vittoria contribuironoalla liberazione dal dominiostraniero e alla formazionedello Stato unitario.Dopo essere stata subordinata<strong>per</strong> secoli a Borgoforte, nel1867 divenne definitivamenteComune di Motteggiana.Anche il contributo alle lottesociali e contadine di questacomunità non va dimenticato,soprattutto la partecipazionealla grande bonificache interessò il territoriotra il 1901 e il 1907 sotto laguida dell’ing. Villoresi: unaserie di scavi e manufattiche si snodano <strong>per</strong> oltre 55km, da Reggiolo a Sermide(MN), che hanno <strong>per</strong>messo ilrisanamento di 32.500 ettaridi territorio.Terra di poeti e artistiambulanti, ospita presso ilMunicipio l’Archivio Nazionaledei cantastorie intitolato aGiovanna Iris Daffini.Oggi Motteggiana, con le suesplendide corti e una golenaben preservata, mantienetutte le caratteristiche di unospitale borgo dell’Oltrepò.Rita Panisi (AI<strong>Po</strong>)❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 17


Per approfondimenti sulla Rete Natura 2000 si possono consultare i siti del Ministero dell’Ambientee delle Regioni, dai quali è possibile scaricare numerosi documenti informativi sull’argomentohttp://www.minambiente.it/home_it/menu.html?mp=/menu/menu_attivita/&m=Rete_Natura_2000.htmlhttp://ambiente.regione.emilia-romagna.it/parchi-natura2000/rete-natura-2000http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idArea=16980&idCat=16982&ID=18199http://www.regione.piemonte.it/parchi/retenatura2000/http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Territorio/Reti+Ecologiche+e+Biodiversit%C3%A0/Riviera MarconiFig 4: coppia di fraticelli con piccoli (Sternula albifrons), specie di sternide che nidifica nei sabbioni del <strong>Po</strong>comunità biologiche chetrovano condizioni adatte alloro sviluppo. Queste barresabbiose, sistematicamentesommerse nelle stagioni piovose(generalmente primaverae autunno), sono generalmentelibere dall’acqua neimesi estivi e a partire dellatarda estate vengono colonizzateda comunità vegetalieffimere composte da specieerbacee pioniere annuali, chevanno ad occupare questeestese formazioni litologiche.Esse danno origine a comunitàvegetali ben strutturatecon esemplari che in talunicasi su<strong>per</strong>ano anche i 2 metridi altezza.Buona parte dell’asta delfiume <strong>Po</strong> è stata compresa inSiti di Importanza Comunitaria(SIC) e Zone di ProtezioneSpeciale (ZPS), che fannoFig 3: l’occhione (Burhinus oedicnemus)parte della Rete Natura 2000,in recepimento delle direttive92/43/CE (Direttiva “Habitat”)e 79/409/CEE, poi abrogatae sostituita dalla 2009/147/CE (Direttiva “Uccelli”). Questedirettive hanno <strong>per</strong>messol’individuazione di un networkdi aree importanti <strong>per</strong>la conservazione di habitat(intesi prevalentementecome comunità vegetali) especie considerati di interessecomunitario. Le comunitàvegetali che caratterizzano glispiaggioni del <strong>Po</strong> sono statericonosciute come tali e, inparticolare, classificate comehabitat di interesse comunitario3270 “FIUMI CON ARGINIMELMOSI CON VEGETAZIONEDEL CHENOPODIUM RUBRIP.P. E BIDENTION P.P.” , che vienedescritto dal manuale diinterpretazione degli habitatdell’Unione Europea comebanchi fangoso-sabbiosi deifiumi con vegetazione pioniera,annuale e nitrofila. Inprimavera e all’inizio dell’estatequesti ambienti appaionocome affioramenti privi di vegetazione,in quanto questasi sviluppa, se le condizionisono favorevoli, nel <strong>per</strong>iodotardo estivo-autunnale.Questi ultimi <strong>per</strong> loro naturasono molto dinamici, inquanto soggetti all’azione delfiume che, come detto in precedenza,ne determina presenzae distribuzione spaziale.In particolare, essi si trovanoin equilibrio dinamico consituazioni più stabili morfologicamente,che <strong>per</strong>mettonol’instaurarsi di comunitàarbustive a prevalenza di salice,e con habitat più umidi,caratterizzati dalla presenzapiù duratura di acque.Questa dinamicità crea unmosaico di ambienti che<strong>per</strong>mette a numerose speciedi animali (in particolareuccelli), aventi esigenze ecologichediverse, di utilizzarli<strong>per</strong> nutrirsi e riprodursi. Comeprimo esempio, tra le speciepiù facilmente osservabilisugli spiaggioni ci sonosenza dubbio i limicoli, cosìchiamati <strong>per</strong>chè ricercano ilcibo, costituito soprattutto dapiccoli invertebrati, nella fanghigliasituata lungo le rive, incorrispondenza della zona diconfine tra terra e acqua.Nelle zone più internedegli spiaggioni, che comedicevamo sono caratterizzateda presenza di vegetazioneerbacea, si può ritrovarel’Occhione (Burhinusoedicnemus), una specieche qui nidifica, facilmentericonoscibile dai grandi occhi,ma difficilmente osservabile<strong>per</strong>ché molto schivo e prevalentementecrepuscolare enotturno (Fig 3).Altro esempio di frequentatoridegli spiaggioni sono gliaironi (tra i quali i più comunisono l’airone cenerino (Ardeacinerea) e la garzetta (Egrettagarzetta)) e i gabbiani e glisternidi, tra i quali la sternacomune (Sterna hirundo) e ilfraticello (Sternula albifrons)che utilizzano questi ambienti<strong>per</strong> la nidificazione (fig 4).Gli spiaggioni del <strong>Po</strong> sonoquindi dei veri e propri scrignidi biodiversità, sia vegetaleche animale. Un invito che sipuò fare a tutti è di recarsi avisitarli lungo il Grande Fiume,rispettando questi luoghi edevitando comportamenti chepossono arrecare danno odisturbo ad animali e piante,come ad esempio l‘accessocon mezzi motorizzati (<strong>per</strong>altrovietato dalla legge).Paolo Piovani,Federica Filippi (AI<strong>Po</strong>)❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 19


L’ASSOCIAZIONERadioamatori e AI<strong>Po</strong>:un’efficace collaborazione❝ Per un Ente come AI<strong>Po</strong>,chiamato a gestire situazionicomplesse inmomenti di emergenzacausati da eventimeteorologici avversie dalle loro conseguenzesul territorio(allagamenti, alluvioni,eventuali danni alleo<strong>per</strong>e idrauliche), lacollaborazione con ivolontari è di fondamentaleimportanza,tanto più in presenzadi difficoltà economichenel Paese.In questo quadro, la collaborazionecon l’ARI , l’AssociazioneRadioamatori Italiani,è di particolare rilevanza <strong>per</strong>via delle criticità che possonoriguardare le comunicazioni,soprattutto in concomitanzacon eventi idrologici estremi.In un’epoca caratterizzatadalla convivenza con le piùavveniristiche tecnologieinformative e multimedialied alla costante connessioneinternet, parlare di radioamatorie di radiocomunicazionidi emergenza potrebbesembrare anacronistico:le radiocomunicazioni sirivelano invece indispensabilied a volte insostituibili insituazioni estreme. E’ infatties<strong>per</strong>ienza comune che, inoccasione di eventi critici, latelefonia fissa e mobile nongarantisce in modo assolutola continuità di servizio, siaa causa dei picchi di trafficoche si generano sulle reti, sia<strong>per</strong> i danni alle infrastrutturedi comunicazione.I radioamatori dell’ARI sono<strong>per</strong>sone con una grandepassione, le trasmissioniradio; precursore di questomodo di essere è stato naturalmenteGuglielmo Marconi,l’inventore della radio,Presidente Onorario dell’AssociazioneRadioamatoriItaliani dal 1927 al 1937. Oggi,seguendo modestamente leorme di Marconi, il radioamatorededica parte del suotempo alla ricerca ed allostudio delle radio frequenzee delle innovazioni correlateal mondo della radio.In particolare, i radioamatorieffettuano collegamentitra le stazioni sparse suogni continente utilizzandodelle apparecchiature checonsentono collegamenti siain fonia, sia in telegrafia, sia inmodo digitale, in uno spettrodi frequenze disponibili al“servizio di radioamatore” varioed esteso, comprendentenotevoli bande di frequenzedistribuite tra le HF (High20 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>


A cura di :Stefano Aielli,Eligio Di Mascio IK1XPW,Andrea Bertazzo IZ1FIE (AI<strong>Po</strong>),con la collaborazione diGiuseppe Perotti I1EPJ(Presidente ARI-Casale M.to)e Gimmi Bornia IK1WNQ(Vicepresidente).Riviera MarconiL’A.R.I., eretta Ente Morale dal DPR 368 del1950, è l’Associazione Radioamatori Italianiche associa e riunisce i radioamatori italiani.Organizzata a livello nazionale con sezionilocali sparse sul Territorio Italiano.L’ARI è iscritta con nota n. 1416/AG/VOL D 6.1.1del 16 gennaio 1998, nell’elenco delle Organizzazionidi Volontariato di Protezione Civile.www.ari.itFrequecy), VHF (Very HighFrequency), UHF (Ultra HighFrequency) e SHF (Su<strong>per</strong>High Frequency).Presenti sin dal 1951, annodella tragica alluvione del <strong>Po</strong>lesine,in ogni emergenza nazionale,offrendo con la loroprofessionalità e dedizioneun contributo fondamentalealle o<strong>per</strong>azioni di ProtezioneCivile, i volontari dell’ARI sicoordinano internamenteall’Associazione con un’organizzazioneche, analogamentea quanto avviene <strong>per</strong>i movimenti attivi negli altriPaesi, si occupa di Radiocomunicazionidi Emergenzanell’ambito di ProtezioneCivile: l’ARI-RE, che a livellonazionale o<strong>per</strong>a, come lealtre associazioni iscrittenell’elenco del DipartimentoNazionale della ProtezioneCivile , in interventi sull’interoterritorio nazionale. Inparticolare l’ARI-RE istituisce egestisce una rete alternativadi Comunicazioni d’Emergenzacon il compito digarantire il collegamento tratutte le Prefetture d’Italia conil Ministero degli Interni econ la sala radio presente nelDipartimento di ProtezioneCivile in Roma. Inoltre o<strong>per</strong>aa livello Regionale, Provincialee Comunale tramite lapropria struttura ramificatasul territorio, rappresentatadalle Sezioni locali, e l’attivazionedelle sale radio deiCOM e delle sale radio dellesedi della Protezione Civilepresenti nelle singole aree.E’ dunque evidente l’importanzadell’attività dell’ARI, cheattraverso la grande es<strong>per</strong>ienzanell’utilizzo di strumentazioniradio, consenteai tecnici di AI<strong>Po</strong> in azionenell’intero bacino del <strong>Po</strong>, dicomunicare in tutte le condizioniambientali, facilitandolo svolgimento coordinatodelle attività in corso.E’ <strong>per</strong> questa ragione che ARIe AI<strong>Po</strong> hanno siglato accordidi collaborazione (ed altrisono in via di definizione)che hanno come finalità laprogettazione, la realizzazionee il monitoraggio diimpianti di comunicazioneradio presso gli Uffici AI<strong>Po</strong>.Oltre le suddette attività, l’ARIgarantisce, in situazioni diemergenza, proprio <strong>per</strong>sonalespecializzato pressogli uffici. Altre attività sonol’organizzazione di giornatedi formazione ed esercitazionirivolte al <strong>per</strong>sonaledell’Ente al fine di accrescerele competenze in materia dicomunicazioni radiofoniche.Per citare un caso esemplare,si può ormai definire “storica”la collaborazione tra gli UfficiAI<strong>Po</strong> di Alessandria/CasaleMonferrato e la Sezione ARIdi Casale, nata durante i <strong>per</strong>iodicritici e le alluvioni del1994 e del 2000, maturatanegli anni attraverso l’appoggioad AI<strong>Po</strong> durante i servizidi piena ed in continuaevoluzione con lo sviluppo diprogetti volti al miglioramentotecnico ed all’efficienzanelle telecomunicazioni.Sono in corso di realizzazionei seguenti progetti:• Collaborazione con UfficioAI<strong>Po</strong> di Casale;• Collaborazione con la SezioneARI di Torino <strong>per</strong> larealizzazione di un sistemadi comunicazione radio sufrequenze radioamatoriali;• Collaborazione tra le SezioniARI di Casale, Cremona,Reggio Emilia, Parma,Rovigo <strong>per</strong> il ripristino diun sistema di comunicazioneradio in banda HF.Attualmente molti UfficiAI<strong>Po</strong> posseggono una retedi comunicazione privata inbanda UHF che consente lacomunicazione unicamenteall’interno del territorio di cuil’Ufficio è competente. Nonè invece prevista ancora lapossibilità di comunicare amezzo radio tra le diversesedi dell’Ente. L’obiettivopilota che AI<strong>Po</strong> sta sviluppandocon varie sedi dell’ARI è<strong>per</strong> l’appunto quella di creareuna maglia radio in alta frequenzache in caso di emergenzapossa interconnetteretutti gli Uffici e i magazziniidraulici. Attualmente il progettoprevede la realizzazionedi 5 postazioni radio in HF,basate su un accordatore edun dipolo che funziona senzal’utilizzo di ripetitori. Il vantaggiodi tale soluzione è sianel basso costo di realizzazionee manutenzione delleapparecchiature che nellanon dipendenza del sistemada ripetitori radio i qualipossono essere interessatida guasti anche <strong>per</strong> causemeteorologiche. Questaattività ha visto l’ARI all’o<strong>per</strong>a<strong>per</strong> il ripristino di apparatigià in possesso all’Ente che,riparati, sono stati reinstallatipresso le sedi definitive diesercizio. Due di queste, chenon è stato possibile riparare,sono state sostituite conapparecchiature nuove diultima generazione rendendoquindi il progetto pilotaancora più significativo.Va infine evidenziato chein AI<strong>Po</strong>, nelle varie sedi, esistonodiversi funzionari chesono anche radioamatori eprestano la loro competenzae passione a servizio dellenecessità dell’<strong>Agenzia</strong>.❝QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 21


IMBARCAZIONI FLUVIALIUn’ imbarcazione mosaico:il BastardoLunga fila di barche da trasporto sul <strong>Po</strong> trainate da un rimorchiatore -foto del museo civico <strong>Po</strong>lironiano - San Benedetto <strong>Po</strong>❝Fin dai tempiantichila via d’acquaera la preferitadall’uomo e iltrasporto fluvialeera considerato piùcomodo e sicurorispetto alle strade,spesso impraticabili.A questo scopo cisi ingegnava nellacostruzione di nuovitipi di imbarcazione <strong>per</strong>il trasporto di merci e<strong>per</strong>sone sul fiume <strong>Po</strong>e nella grande rete deicollegamenti idroviaridel nord Italia. Spessosi navigava in canali o sirisaliva controcorrente ele imbarcazioni venivanotrainate da cavalli,guidati dai “cavallanti”che camminavanolungo l’argine, sulle rivechiamate alzaie. A tal finesi ideò un’imbarcazionedenominata “Bastardo”; eraun natante che nella suatipologia costruttiva e nellaforma richiamava in moltiaspetti le più note rasconee i più comuni burci ... daqui l’origine del singolarenome: forma della poppadella rascona e prua simileal burchio.Il Bastardo cambiò neglianni la sua tipologiacostruttiva in dimensioni eforme, a secondo dell’impiegoe delle peculiarità dinavigazione: la sua lunghezzapoteva variare dai18 ai 30 metri e la larghezzaoscillava fra i 4 ed i 7 metri,derivandone consequenzialmentela portata cheandava da un minimo di 35tonnellate fino ad arrivaread un massimo di 150. Perla costruzione era impiegatosolitamente legnodi noce o rovere <strong>per</strong> le22 QUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong>traverse e le ordinate ed ilpiù leggero larice <strong>per</strong> il fasciamee la co<strong>per</strong>ta. Alcunivecchi barcari accennanoanche all’uso dello “scalum”,il legno dell’olmo, <strong>per</strong> la singolaritàdi questo materialedi non scheggiarsi.Un’altra singolare caratteristicadi questa imbarcazioneera quella di esseremanovrata da due timoni. IlBastardo era dotato di duealberi eretti rispettivamentea prora e a prua di cui il piùimportante era a prora <strong>per</strong>sfruttare appunto al megliol’energia del vento. Infattispesso lo si usava nella navigazionecontrocorrente,durante la quale si issava lavela in modo che la spintaeolica facilitasse il compitodei cavalli e dei cavallantiche trainavano e guidavanosulla via alzaia l’imbarcazione.Altra caratteristica delBastardo era la mancanzaa prora del tipico casotto,usuale riparo dell’equipaggiononché cambusa ecucina; inoltre le merci trasportatevenivano protettedalle intem<strong>per</strong>ie con stuoiee teloni sostenuti ad arcoda capriate in legno.Il Bastardo, così comeconcepito anticamente <strong>per</strong>la navigazione fluviale, èda tempo scomparso malo ritroviamo ancora citatonella navigazione marina,anche se si tratta naturalmentedi ben altro tipo dinatante, e più esattamentenelle tonnare come imbarcazionedi guardia.Lorella Bertinelli (AI<strong>Po</strong>)❝


Stefania Alfreda Riccò (AI<strong>Po</strong>)❝VISIONI D’ACQUARitratti e storiedel <strong>Po</strong>❝ di Maria Luisa D’Attolico, <strong>2012</strong>,Edizioni Fantigrafica, pagg. 115, € 15,00.L’autrice, docente di lettere,giornalista appassionata ditradizioni e costumi del <strong>Po</strong>,ricorda come il Fiume è statoed è tuttora fonte di ispirazione<strong>per</strong> scrittori, pittori efotografi sempre tramite latestimonianza dei protagonistiche lo vivono quotidianamente.La prima parte dellibro è dedicata a ritratti diuomini che hanno legatoinscindibilmente la loro vita aquella del <strong>Po</strong>; sono ventottoi “fiumaioli” che raccontanoil loro amore <strong>per</strong> il fiume edil territorio che lo circondatra le province di Cremona,Piacenza e Reggio Emilia. Trai <strong>per</strong>sonaggi delineati spiccala figura di Annibale Volpi,che <strong>per</strong> tanti anni ha lavoratosul Grande Fiume, primacome meatore e poi comeo<strong>per</strong>atore presso la conca dinavigazione di Isola Serafini.Oggi in pensione, è l’autoredi numerosi scatti fotograficiriportati dall’autrice.Angelo Bosio, l’Ulisse del <strong>Po</strong>,che ha più volte <strong>per</strong>corsoil tratto Valenza - Venezia abordo di un natante a remied ha compiuto nel 2008 lasua impresa più faticosa. Hanavigato, da solo controcorrente,da Venezia a Valenzaa bordo del suo barcè,imbarcazione tipica da fiumea fondo piatto dotata di unlungo remo “a spinta”.Gianpietro Giovanni Bia dettoCaronte, nato a Isola Pescarolinel 1939 in una famiglia dibarcaioli e fiumaioli, dal padree dal nonno ha imparatoil mestiere del renaiolo. <strong>Po</strong>isempre con il padre ha iniziatoa fare il traghettatore daIsola Pescaroli di San Daniele<strong>Po</strong> a Ragazzola di Roccabiancain provincia di Parma.Danilo Parisi il “Caronte deiPellegrini” che a partiredai primi anni novanta hacominciato a traghettaresul <strong>Po</strong> i pellegrini in transitosulla via Francigena, offrendoassistenza <strong>per</strong> su<strong>per</strong>areil guado di Sigerico, dallasponda lodigiana di Sant’Andreaalla sponda piacentinadi Soprarivo di Calendasco.Ezio <strong>Qui</strong>resi “il fotografo del<strong>Po</strong>”, scomparso nell’agosto2010, il cui ritratto è tracciatodai figli, tra più noti fotograficremonesi, ha cominciato aritrarre i primi soggetti dopola guerra, privilegiando l’areafluviale e i suoi abitanti.La seconda parte del libro èdedicata alle realtà fluviali, inparticolare musei nati con lafinalità di valorizzare e diffonderela “cultura” del <strong>Po</strong>, quali ilMuseo naturalistico Paleontologicodi San Daniele <strong>Po</strong>,l’Acquario del <strong>Po</strong> di MottaBaluffi, la Casa dei <strong>Po</strong>ntieriMuseo Dino Gialdini, il Museodel <strong>Po</strong> e della navigazioneinterna di Boretto, ma nonsolo. Vi trovano spazio anchealtre realtà, come l’attivitàsvolta da Mario Simonetto,“il sagrestano del Cristo”, cheda diversi anni, a Spinadesco,si prende cura della santella,luogo di devozione popolaresul fiume, detta Punta Cristo,o attività imprenditorialicome quella dei Landini, cheal timone della MotonaveStradivari solcano le acquedel Grande Fiume.Gianpietro Giovanni Bia, soprannominato CaronteQUIPO_N.3_GIUGNO/SETTEMBRE <strong>2012</strong> 23


Gestione delle vie navigabili interneProgetti e studi di laboratorioInterventi <strong>per</strong> la difesa idraulica delterritorio e il bilancio idricoinformazioni e contattiServizio di piena, previsioni e monitoraggioPARMAsede centraleVia Garibaldi, 75 – 43121 ParmaTel. 0521.7971Segreteria Presidenza e Comitato di indirizzo: 0521.797327Segreteria Direttore: 0521.797320Fax: 0521.797296e-mail: segreteria@agenziapo.itFoto M.TezzonTORINOVia Pastrengo, 2/ter10024 Moncalieri (TO)Tel. 011642504 – fax 011.645870e-mail: ufficio-to@agenziapo.itALESSANDRIAPiazza Turati, 1 - 15100 AlessandriaTel. 0131.254095 – 0131.266258Fax 0131.260195e-mail: ufficio-al@agenziapo.itCASALE MONFERRATO (AL)Corso Genova, 16/1815033 Casale Monferrato (AL)tel 0142.457879 - fax 0142.454554e-mail: ufficio-casale@agenziapo.itMILANOVia Cardano,10 - <strong>2012</strong>3 MilanoTel. 02.777141 – Fax 02.77714222e-mail: ufficio-mi@agenziapo.itPAVIAVia Mentana, 55 - 27100 PaviaTel. 0382.303701 – 0382.303702Fax 0382.26723e-mail: ufficio-pv@agenziapo.itCREMONAVia Carnevali, 7 - 26100 CremonaTel. 0372.458021 – Fax 0372.28334e-mail: ufficio-cr@agenziapo.itMANTOVAVicolo Canove, 26 - 46100 MantovaTel. 0376.320461 - Fax 0376.320464e-mail: ufficio-mn@agenziapo.itPIACENZAVia Santa Franca, 38 - 29100 PiacenzaTel. 0523.385050 - Fax 0523.331613e-mail: ufficio-pc@agenziapo.itPARMAufficio territorialeVia Garibaldi, 75 - 43121 ParmaTel. 0521.797336-337 - Fax 0521.797335e-mail: ufficio-pr@agenziapo.itREGGIO EMILIAVia Emilia S. Stefano, 2542121 Reggio EmiliaTel. 0522.433777 - 433951 - Fax 0522.452095e-mail: ufficio-re@agenziapo.itMODENAVia Fonteraso, 15 - 41100 ModenaTel. 059.235222 – 059.225244Fax 059.220150e-mail: ufficio-mo@agenziapo.itFERRARACorso Cavour, 77 - 44100 FerraraTel. 0532.205575 – Fax 0532.248564e-mail: ufficio-fe@agenziapo.itROVIGOCorso del <strong>Po</strong>polo, 129 - 45100 RovigoTel. 0425-203111 – Fax 0425.422407e-mail: ufficio-ro@agenziapo.itUFFICIO GESTIONENAVIGAZIONE LOMBARDAVia della Conca, 326100 CremonaTel. 0372.592011 – Fax 0372.592028e-mail: angelo.ferrari@agenziapo.itUnità O<strong>per</strong>ativa di CremonaTel. 0372.35458 – Fax 0372.31442Unità O<strong>per</strong>ativa di MantovaVia S. Leone, 43Governolo di Roncoferraro (MN)Tel. 0376.669100 – Fax 0376.668666SETTORE NAVIGAZIONEINTERNAUfficio di BorettoVia Argine Cisa, 1142022 Boretto (RE)Tel. 0522.963811 – Fax 0522.964430e-mail: boretto.ni@agenziapo.itUfficio di FerraraVia Cavour, 7744100 FerraraTel. 0532.214011 – Fax 0532.214025e-mail: ferrara.ni@agenziapo.itSERVIZIO DI PIENAVia Garibaldi, 75 - 43121 ParmaTel. 0521.797390 - 797391 - Fax 0521.797376e-mail: servizio.piena@agenziapo.itLABORATORI DI IDRAULICAE GEOTECNICAStrada Provinciale <strong>per</strong> <strong>Po</strong>viglio, 8842022 Boretto (RE)Contatti: Tel. 0521.797375 – 0521.797162e-mail: alessandro.rosso@agenziapo.itfederica.pellegrini@agenziapo.it

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