46diagnosi& terapia 05/09spazio-salute.itSaluteUN MUSEO AL MESEMuseo dell’Oroe Parco della Bessa a BiellaIl Museo dell’Oro, sito presso laRiserva Naturale Speciale dellaBessa, a Biella, presenta le testimonianzedi duemila anni di ininterrottaricerca dell’oro nel Biellese enell’Italia del Nord. Il percorso nelmuseo si snoda su tre piani: nellasala al piano terreno vengono presentatele formazioni geologiche dellaBessa e dell’oro, chiarendo la differenzafra oro nativo, in forma tridimensionalee legato al quarzo, e oroalluvionale, a forma di pagliuzza. Quisi possono osservare anche le tecnichee gli strumenti originari per laricerca aurifera, suddivisi secondo learee di appartenenza: i cupundell’Elvo, le gave dell’Orco, le trulledel Ticino, i banconi dell’Adda, piattie scalette di diverse forme. Al pianosuperiore, nella sezione storica, vengonoillustrati i ritrovamenti, le tecnichedi estrazione ed i principali sitiarcheologici della Bessa. Il percorsocontinua attraverso il Medioevo e ilRinascimento, presentando le concessionidate dai regnanti dell’epoca perlo sfruttamento dei fiumi a vescovi enobili locali. Seguono modelli e illustrazionisulla ricerca nei secoli XVII eXVIII, foto d’epoca e indagini geologichedei sec. XIX e XX. Nel seminterrato,l’ultima sezione contiene un centinaiodi campionature aurifere estrattedai fiumi della pianura padana, oltread ambientazioni relative alle miniered’oro nativo del Monte Rosa, allamacinazione e amalgama del mineraleestratto e alla realizzazione degliattrezzi in legno per la ricerca sul torrente.Per chi lo desiderasse, alla visita èpossibile far seguire una passeggiataattraverso le aurifodine romane e unaprova pratica di ricerca sul torrente, iltutto supervisionati dagli esperti delmuseo.Il Museo dell’Oro e della Bessa èinserito nel sistema ecomuseale delBiellese ed è dotato di una videobibliotecaspecializzata a disposizionedei visitatori. La visita è gratuita.La struttura del museo si trova nellosplendido contesto della RiservaNaturale Speciale della Bessa, situatafra 400 e 300 m. di altitudine allabase delle pendici meridionali delMombarone. La Riserva si estendeper oltre 7 km da Nord Ovest versoSud Est nel territorio dei comuni diMongrando, Zubiena, Borriana e
Salute05/09 diagnosi & terapiaspazio-salute.it47Cerrione ed è delimitata dalle collinedella morena Bornasco – Vermogno edai corsi dei torrenti Viona ed Elvo.La superficie di 7.5 kmq è quasi interamentericoperta dai detriti di discaricadella miniera d’oro romana di etàrepubblicana rappresentati nel terrazzosuperiore da estesi cumuli di ciottolied in quello inferiore da sabbie,ghiaie e ciottoli di piccole dimensioni,residui del lavaggio per l’estrazionedel metallo.Le evidenze archeologiche più significativesono comprese nei 4.5 kmq delTerrazzo superiore e sono accessibiliattraverso numerosi itinerari alcuni deiquali, a causa delle difficoltà di orientamento,necessitano dell’assistenzadi un accompagnatore.Il giacimento aurifero si formò pererosione e risedimentazione, da partedi corsi d’acqua, dei depositi moreniciricchi di oro trasportati dall’espansionedei ghiacciai valdostani avvenutaa partire da 1 milione di anni fa;contemporaneamente furono liberatidai detriti i grandi massi erratici cheora costellano a centinaia il territoriodel parco.Per info:ATL Biella info@atl.biella.it015/351128RISERVA NATURALE SPECIALEDELLA BESSAUn aspetto lunare, con cumuli digrandi dimensioni accostati comedune di un deserto, costruiti consassi di varia grandezza. Tra uncumulo e l’altro, cortine di piante ecespugli spesso impenetrabili.Questa è, in sintesi, l’impressionenon certo accattivante che si provaentrando per la prima volta all’internodella Riserva naturale specialedella Bessa, istituita nel 1985. Ma ilfascino della Bessa è certamentenella sua storia, più che nel suoaspetto attuale. Una cosa ormai ècerta. Tutto questo grande territorio,quasi dieci chilometri quadrati, èstato interamente modificato, nel suoaspetto, dal lavoro di migliaia diuomini.Erano questi gli Ictimuli - o Vittimuli -che oltre duemila anni fa abitavanobuona parte del Biellese. Guidati esfruttati dai Romani tra il II e il Isecolo a.C. trasformarono la Bessain una delle più grandi miniere d’oroa cielo aperto del mondo.Di questo immane lavoro rimane traccianei cumuli, edificati ammucchiandole pietre scartate durante loscavo. I ritrovamenti archeologici confermanola tesi storica, ma sonoancora necessarie altre ricerche permeglio conoscere le tecniche e lefasi dello sfruttamento aurifero. Glioltre venti secoli passati fino ad oggihanno visto la natura riappropriarsi dibuona parte del terreno, con unamaggiore colonizzazione arboreanelle fasce marginali. Questo aspettostoricamente negativo è però bilanciatodalla valenza naturalistica: unaflora e una fauna tipiche, spessoesclusive, che hanno trovato nellaBessa l’habitat ideale.Ben più grave è stato l’attacco alpatrimonio archeologico e ambientaleportato in questi ultimi decenni dauna non controllata attività di cavaper sabbia e ghiaia, che trovava profittonello sfruttamento del materialefine già selezionato duemila anniprima. Si apre ora un nuovo capitoloper la Bessa, quello della conoscenza.Altri studi e ricerche dovrannoportare ulteriori contributi ma contemporaneamentesi avvicinerà laBessa alla conoscenza di tutti con I‘apertura di percorsi controllati. Inquesto modo si potrà capire e salvaguardareun patrimonio unico almondo.LA STORIAI primi riferimenti storici risalgono aStrabone (64/63 a.C. - 21 d.C.) ed aPlinio il Vecchio (23 d.C.-79 d.C.) iquali parlano delle “aurifodinae”,