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Bollettino n. 3 - Cassa Nazionale del Notariato

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“Promuovere un ulterioreinnalzamento <strong>del</strong>l’età pensionabile,e la creazione di pilastriintegrativi privati per sanitàe ammortizzatori sociali”primari e, ancor più la capacità di prevenirnela formazione”. Di più, gli interventinormativi, anche recenti, che sonostati prodotti per controllare la spesapensionistica “non hanno generato unavera stabilità, essendo questa sottopostaalle pressioni di carattere demografico”.Quale la sfida? “Rendere neutrale ai fini<strong>del</strong>la spesa l’allungamento <strong>del</strong> periodo dipercezione <strong>del</strong>le prestazioni”. In altri termini,la spesa per le pensioni per ciascuncittadino, nonostante l’allungamento<strong>del</strong>la vita, deve rimanere la stessa diquando la vita era più breve. Come?Evidentemente distribuendo la stessacifra che si sarebbe percepita quando ilperiodo di permanenza in quiescenzaera più breve su un numero maggiore dianni, agendo anzitutto sui coefficienti disostituzione. Diminuzione quindi <strong>del</strong> redditoderivante dagli accantonamentipresso il sistema di previdenza pubblica,con necessità per il cittadino, per mantenerelo stesso livello di vita, di un ulterioreesborso verso forme di previdenzacomplementare.Il Libro punta poi il dito contro il quadro<strong>del</strong>le “tutele attive dei disoccupati” che,in materia di ammortizzatori sociali presentainnumerevoli “iniquità di trattamento”,ed indica uno dei suoi grandiobiettivi: “La ricomposizione <strong>del</strong>le politichedi Welfare to work”. Tra le proposte,il finanziamento da parte degli stessilavoratori e degli imprenditori degliammortizzatori sociali attraverso appositiistituti bilaterali.Ma sullo sfondo è comunque il tema <strong>del</strong>lasostenibilità <strong>del</strong>la spesa a farla da padrone:anzitutto il governo osserva che perrealizzare un mo<strong>del</strong>lo sociale sostenibilee garantire risorse adeguate è necessarioallargare drasticamente la base deicontribuenti e, in questo senso “ l’abbattimentodei disincentivi normativi al lavororegolare è la premessa per una progressivariduzione <strong>del</strong> carico fiscale sullavoro e sui. “Il Libro Verde lancia alcunimessaggi: promuovere un ulteriore innalzamento<strong>del</strong>l’età di pensione, una voltacompletata la fase di graduale elevazione<strong>del</strong>l’età minima a 62 anni e poi la creazionedi pilastri integrativi privati, ivi compresifondi sanitari complementari. Conl’avvertenza che “a differenza che nelcaso <strong>del</strong>le pensioni e <strong>del</strong>la sanità, neglialtri comparti <strong>del</strong>la spesa sociale non ènecessario ridurre la dimensione <strong>del</strong> pilastropubblico” e che “lo sviluppo <strong>del</strong> pilastroprivato complementare è un passaggioessenziale per la riqualificazione <strong>del</strong>laspesa e la modernizzazione <strong>del</strong> nostroWelfare”.La visione <strong>del</strong>la integrazione tra servizisocio-sanitari e servizi assistenziali per lacura <strong>del</strong>le persone anziane, viene fattapropria dal Libro verde, che si interrogaanche sul ruolo dei privati nella gestione<strong>del</strong>l’emergenza anziani non autosufficienti.Si riapre qui la questione <strong>del</strong> ruolo cheil governo intende riconoscere agli entiprevidenziali privati sul versante <strong>del</strong>l’assistenzasanitaria e socio/assistenziale.Uno degli interrogativi lanciati, infatti, è“quali possono essere le necessariemodifiche normative che permettano aifondi privati di realizzare il collegamentotra sanitario e socio/assistenziale? Inquesto contesto, è la non autosufficienzail primo e più grave problema che talifondi possono contribuire ad affrontare,integrando anche pacchetti differenziatitra giovani ed anziani, al fine di promuovereuna più solida solidarietà intergenerazionale?”.Con sullo sfondo il federalismo fiscale,definito “auspicabile”, il Libro Verde chiarisceche “il sistema di Welfare non deveessere smantellato” e che “la spesa socialenon va tagliata”. Va, piuttosto “governata”e “riorientata”. L’ampliamento degliobiettivi <strong>del</strong>le politiche sociali, a sostanzialeinvarianza di spesa pubblica e senzasignificative riduzioni dei livelli <strong>del</strong>le prestazioni,rappresenta indubbiamente unasfida difficile.14

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