nei riguardi di un cittadino straniero che, soltanto a causa della sua condizione di stranieroo di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionali, lo discrimininoingiustamente;b) chiunque imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire beni o servizi offertial pubblico ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero o diappartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità;c) chiunque illegittimamente imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornirel'accesso all'occupazione, all'alloggio, all'istruzione, alla formazione e ai servizi sociali esocio-assistenziali allo straniero regolarmente soggiornante in Italia soltanto in ragionedella sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione,etnia o nazionalità;d) chiunque impedisca, mediante azioni od omissioni, l'esercizio di un'attività economicalegittimamente intrapresa da uno straniero regolarmente soggiornante in Italia, soltanto inragione della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza,confessione religiosa, etnia o nazionalità;e) il datore di lavoro o i suoi preposti i quali, ai sensi dell'articolo 15 della legge 20 maggio1970, n. 300, come modificata e integrata dalla legge 9 dicembre 1977, n. 903, e dallalegge 11 maggio 1990, n. 108, compiano qualsiasi atto o comportamento che produca uneffetto pregiudizievole discriminando, anche indirettamente, i lavoratori in ragione dellaloro appartenenza ad una razza, ad un gruppo etnico o linguistico, ad una confessionereligiosa, ad una cittadinanza. Costituisce discriminazione indiretta ogni trattamentopregiudizievole conseguente all'adozione di criteri che svantaggino in modoproporzionalmente maggiore i lavoratori appartenenti ad una determinata razza, ad undeterminato gruppo etnico o linguistico, ad una determinata confessione religiosa o ad unacittadinanza e riguardino requisiti non essenziali allo svolgimento dell'attività lavorativa.3. Il presente articolo e l'articolo 44 si applicano anche agli atti xenofobi, razzisti odiscriminatori compiuti nei confronti dei cittadini italiani, di apolidi e di cittadini di altri Statimembri dell'Unione europea presenti in Italia.Art.44Azione civile contro la discriminazione.Art. 44(Legge 6 marzo <strong>1998</strong>, n. 40, art. 42).1. Quando il comportamento di un privato o della pubblica amministrazione produce unadiscriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, il giudice può, su istanza diparte, ordinare la cessazione del comportamento pregiudizievole e adottare ogni altroprovvedimento idoneo, secondo le circostanze, a rimuovere gli effetti delladiscriminazione.2. La domanda si propone con ricorso depositato, anche personalmente dalla parte, nellacancelleria del tribunale in composizione monocratica del luogo di domicilio dell'istante (1).3. Il tribunale in composizione monocratica, sentite le parti, omessa ogni formalità nonessenziale al contraddittorio, procede nel modo che ritiene più opportuno agli atti diistruzione indispensabili in relazione ai presupposti e ai fini del provvedimento richiesto (1).4. Il tribunale in composizione monocratica provvede con ordinanza all'accoglimento o alrigetto della domanda. Se accoglie la domanda emette i provvedimenti richiesti che sonoimmediatamente esecutivi (1).5. Nei casi di urgenza il tribunale in composizione monocratica provvede con decretomotivato, assunte, ove occorre, sommarie informazioni. In tal caso fissa, con lo stessodecreto, l'udienza di comparizione delle parti davanti a sé entro un termine non superiorea quindici giorni, assegnando all'istante un termine non superiore a otto giorni per lanotificazione del ricorso e del decreto. A tale udienza, il tribunale in composizione56/61
monocratica, con ordinanza, conferma, modifica o revoca i provvedimenti emanati neldecreto (1).6. Contro i provvedimenti del tribunale in composizione monocratica è ammesso reclamoal tribunale nei termini di cui all'articolo 739, secondo comma, del codice di proceduracivile. Si applicano, in quanto compatibili, gli articoli 737, 738 e 739 del codice diprocedura civile (1).7. Con la decisione che definisce il giudizio il giudice può altresì condannare il convenutoal risarcimento del danno, anche non patrimoniale.8. Chiunque elude l'esecuzione di provvedimenti del tribunale in composizionemonocratica di cui ai commi 4 e 5 e dei provvedimenti del tribunale di cui al comma 6 èpunito ai sensi dell'articolo 388, primo comma, del codice penale (1).9. Il ricorrente, al fine di dimostrare la sussistenza a proprio danno del comportamentodiscriminatorio in ragione della razza, del gruppo etnico o linguistico, della provenienzageografica, della confessione religiosa o della cittadinanza può dedurre elementi di fattoanche a carattere statistico relativi alle assunzioni, ai regimi contributivi, all'assegnazionedelle mansioni e qualifiche, ai trasferimenti, alla progressione in carriera e ai licenziamentidell'azienda interessata. Il giudice valuta i fatti dedotti nei limiti di cui all'articolo 2729,primo comma, del codice civile.10. Qualora il datore di lavoro ponga in essere un atto o una comportamentodiscriminatorio di carattere collettivo, anche in casi in cui non siano individuabili in modoimmediato e diretto i lavoratori lesi dalle discriminazioni, il ricorso può essere presentatodalle rappresentanze locali delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative alivello nazionale. Il giudice, nella sentenza che accerta le discriminazioni sulla base delricorso presentato ai sensi del presente articolo, ordina al datore di lavoro di definire,sentiti i predetti soggetti e organismi, un piano di rimozione delle discriminazioni accertate.11. Ogni accertamento di atti o comportamenti discriminatori ai sensi dell'articolo 43 postiin essere da imprese alle quali siano stati accordati benefìci ai sensi delle leggi vigentidello Stato o delle regioni, ovvero che abbiano stipulato contratti di appalto attinentiall'esecuzione di opere pubbliche, di servizi o di forniture, è immediatamente comunicatodal tribunale in composizione monocratica, secondo le modalità previste dal regolamentodi attuazione, alle amministrazioni pubbliche o enti pubblici che abbiano disposto laconcessione del beneficio, incluse le agevolazioni finanziarie o creditizie, o dell'appalto.Tali amministrazioni, o enti revocano il beneficio e, nei casi più gravi, dispongonol'esclusione del responsabile per due anni da qualsiasi ulteriore concessione diagevolazioni finanziarie o creditizie, ovvero da qualsiasi appalto (1).12. Le regioni, in collaborazione con le province e con i comuni, con le associazioni diimmigrati e del volontariato sociale, ai fini dell'applicazione delle norme del presentearticolo e dello studio del fenomeno, predispongono centri di osservazione, diinformazione e di assistenza legale per gli stranieri, vittime delle discriminazioni per motivirazziali, etnici, nazionali o religiosi.(1) Comma modificato dall'articolo 28, comma 1, della legge 30 <strong>luglio</strong> 2002, n. 189.Art.45Fondo nazionale per le politiche migratorie.Art. 45(Legge 6 marzo <strong>1998</strong>, n. 40, art. 43).1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituito il Fondo nazionale per lepolitiche migratorie; destinato al finanziamento delle iniziative di cui agli articoli 20, 38, 40,42 e 46, inserite nei programmi annuali o pluriennali dello Stato, delle regioni, delleprovince e dei comuni. La dotazione del Fondo, al netto delle somme derivanti dalcontributo di cui al comma 3, è stabilito in lire 12.500 milioni per l'anno 1997, in lire 58.000milioni per l'anno <strong>1998</strong> e in lire 68.000 milioni per l'anno 1999. Alla determinazione del57/61
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