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storia dell'azienda turati dagli anni venti alla riforma fondiaria

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Fabio Fontanafattiva in un’ottica di continuo sviluppo, senza trascurare i problemi dicarattere sanitario e la viabilità stradale.Furono scavati nuovi pozzi e fatte pressanti richieste all’autorità costituitaper la costruzione di una strada degna di questo nome, strada che in effettisi cominciò a mettere in opera nel 1934.Quest’ultimo fattore fu di grandissima rilevanza, in quanto le mulattierepolverose ed i tratturi rendevano difficoltosi gli approvvigionamenti di concimie sementi, facendone lievitare notevolmente i costi.Inoltre la gestione del patrimonio forestale dell’azienda fu condotta per laprima volta con criteri moderni, stabilendo i turni dei tagli a ceduo dicomune accordo con la Guardia Forestale, facendo opera di pulizia nel sottoboscoe, nei punti più degradati del bosco, intervenendo con una energicariforestazione, che riguardò più del 15% della superficie totale. Parimentifurono liberati da piante infestanti, sassi, pietraie e spine i pascoli, per renderepiù agevole il transito e l’alimentazione al bestiame.La produttività dei suoli fu aumentata notevolmente grazie ad un energicointervento di concimazione, che interessò l’intera superficie aziendale.Furono, infatti, costruiti letamai e stabiliti turni regolari per la concimazionedurante l’anno, utilizzando anche mano d’opera giornaliera. Ciò ridusseanche la notevole incidenza sul bilancio dei prodotti chimici che, abbiamovisto, erano di difficile reperibilità oltre che costosi.L’istituzione del sistema mezzadrile fu seguito anche da un riordino piùrazionale dei lotti di terreno, con cui si cercò di evitare l’infruttuosa parcellazionedegli <strong>anni</strong> precedenti, accorpando le tenute anche in base a criterimorfologici, oltre che in base ai singoli contratti. Alla data del 1950 “Calle”si componeva di ben sedici poderi gestiti a mezzadria, partendo dai tre volutidurante l’amministrazione Bergamaschi e non più sufficienti all’epoca.Le scelte dell’amministrazione Gorgone, in stretta connessione con ilpensiero del cav. Turati, non nascondevano finalità di carattere squisitamente“politico”, come il fermo proposito di attuare un riformismo deciso sia incampo economico che sociale, prescindendo di fatto dall’ala protettiva delloStato, tanto limitata se non addirittura assente nelle arcaiche campagnelucane, optando al contrario per le grandi possibilità offerte dall’iniziativaprivata.Proprio in quest’ottica il sistema mezzadrile, sostituito alle affittanze,permetteva un controllo più capillare sulle campagne stesse, “costringendo”i contadini ad abbandonare l’insediamento nel borgo arroccato, frutto- 38 -

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