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APPUNTI di NEUROSCIENZE - Studio Psicologia Mantova

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Frontiere della ricercaUn cieco può vedere? Certamente no. Tuttavia, lascoperta <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse aree visive cerebrali ha<strong>di</strong>mostrato che alcune abilità visive si verificanoanche in assenza <strong>di</strong> consapevolezza. Persone cheabbiano subito un danno della corteccia visivaprimaria (V1) riferiscono <strong>di</strong> non poter vedere glioggetti nel loro campo visivo ma, quando richiesti <strong>di</strong>afferrare gli oggetti che <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> non vedere, viriescono con precisione. Questo curioso edaffascinante fenomeno è noto come “cecitàcorticale” ed è verosimilmente dovuto a connessioniparallele tra gli occhi ed altre zone <strong>di</strong> corteccia.Il non rendersi conto <strong>di</strong> ciò che si vede è un fattocomune anche nei soggetti normali. Se statechiacchierando mentre guidate, la vostraattenzione è assorbita dalla conversazione, purtuttavia vi fermate ai semafori ed evitate gliostacoli. Questa capacità rappresenta una sorta <strong>di</strong>cecità corticale funzionale.L‛intricato insieme <strong>di</strong> circuiti della corteccia visiva è unodei gran<strong>di</strong> rompicapo dei neuroscienziati. Differenti tipi<strong>di</strong> neuroni sono <strong>di</strong>sposti in sei strati corticali, connessi aformare precisi circuiti locali che solo ora iniziamo acomprendere. Alcune connessioni sono eccitatorie, altreinibitorie. Qualche neuroscienziato ha avanzato l‛ipotesiche esistano dei microcircuiti corticali canonici, come icircuiti integrati all‛interno <strong>di</strong> un computer. Non tuttisono d‛accordo. Si ritiene che i circuiti <strong>di</strong> un‛area visivaabbiano notevoli somiglianze con quelli <strong>di</strong> un‛altra, mapotrebbero esserci sottili <strong>di</strong>fferenze che riflettono i<strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> in cui ciascuna informazione elementare delcervello visivo fornisce un‛interpretazione dei <strong>di</strong>versiaspetti del mondo visivo. Gli stu<strong>di</strong> sulle illusioni ottichehanno inoltre fornito spunti circa il tipo <strong>di</strong> processi chepotrebbero avvenire passo a passo nell‛analisi visiva.La forma <strong>di</strong> questo famoso muro <strong>di</strong> un caffé <strong>di</strong>Bristol (a sinistra) è rettangolare, anche se nonsembra. La <strong>di</strong>sposizione degli elementi raffiguraticrea un illusione dovuta a complesse interazionieccitatorie ed inibitorie dei neuroni deco<strong>di</strong>ficantilinee e bor<strong>di</strong>. Il triangolo <strong>di</strong> Kanizsa (a destra) inrealtà non esiste, ma ciò non ci vieta <strong>di</strong> percepirlo!Il sistema visivo “decide” che c‛è un triangolobianco sopra gli altri elementi del <strong>di</strong>segno.Decisione e IndecisioneUna funzione chiave della corteccia cerebrale è lacapacità <strong>di</strong> sintetizzare ed elaborare informazionisensoriali provenienti da fonti <strong>di</strong>verse. La possibilità <strong>di</strong>prendere una decisione è parte essenziale <strong>di</strong> questacapacità. Questa parte del processo ha a che fare con ilpensiero e con il confronto con elementi già noti, ed èdetta “processo cognitivo”. I dati sensoriali <strong>di</strong>sponibilidebbono essere valutati ed elaborati per formulare lascelta che meglio si adatti alla circostanza (ad esempio,muoversi o restare fermi).Solo macchie bianche e nere?All‛inizio è <strong>di</strong>fficile identificareil profilo dell‛immagine. Madopo aver saputo che si tratta<strong>di</strong> un cane dalmata, la figura“emerge”. Il cervello visivo usale sue nozioni interne perinterpretare la scenapercepita.Esistono decisioni <strong>di</strong>fficili che richiedono un ragionamentocomplesso ed altre che possono essere semplici edautomatiche. Persino le decisioni più semplici possono peròcoinvolgere la collaborazione fra informazioni sensoriali e ciòche già si sa. Un modo per cercare <strong>di</strong> comprendere le basineurali del processo <strong>di</strong> decisione potrebbe essere quello <strong>di</strong>registrare l‛attività dei neuroni <strong>di</strong> una persona durante le suenormali attività quoti<strong>di</strong>ane. Potremmo immaginare <strong>di</strong> essere ingrado <strong>di</strong> registrare, con una precisione <strong>di</strong> un millisecondo,l‛attività <strong>di</strong> ognuno dei 10 11 neuroni del cervello. In questomodo, non solo avremmo una quantità ingestibile <strong>di</strong> dati, maanche il compito <strong>di</strong> doverli interpretare, il che complicaulteriormente le cose. Per capirne il motivo, si pensi unistante al perché le persone compiono determinate azioni. Unapersona che ve<strong>di</strong>amo camminare in una stazione ferroviariapotrebbe trovarsi là per prendere un treno, incontrarequalcuno che sta arrivando, o persino per fare dei graffiti suivagoni. Senza sapere quali siano le sue intenzioni, potrebberisultare <strong>di</strong>fficile interpretare le correlazioni fra qualsiasimodalità <strong>di</strong> attivazione nel suo cervello ed il suocomportamento.Per questo motivo, ai neuroscienziati piace valutare ilcomportamento in situazioni tenute sotto un preciso controllosperimentale. Questo può essere ottenuto mettendo a puntoun compito specifico, assicurandosi che i soggetti lo eseguanoal meglio delle loro possibilità dopo un intenso allenamento, etenere infine sotto controllo l‛esecuzione del compito. Ilcompito meglio configurato per capire cosa sta succedendodeve avere la caratteristica <strong>di</strong> essere sufficientementecomplesso da essere interessante, ma anche abbastanzasemplice da offrire la possibilità <strong>di</strong> essere eseguito. Un buonesempio è costituito dal processo decisionale sullecaratteristiche <strong>di</strong> due stimoli visivi – generalmente non più <strong>di</strong>due – che comporta una semplice risposta (ad esempio, qualesorgente luminosa è più intensa, o quale la più estesa). Benchési tratti <strong>di</strong> un compito semplice, per eseguirlo viene attivatoun ciclo completo del processo decisionale. L‛informazionesensoriale viene acquisita ed analizzata; vi sono rispostecorrette e sbagliate per la decisione che viene presa; si puòpensare <strong>di</strong> assegnare una ricompensa a seconda che il compitovenga eseguito in maniera corretta o meno. Questo tipo <strong>di</strong>ricerca è una sorta <strong>di</strong> “fisica della visione”.Decisioni su Movimento e ColoriUn argomento attuale e <strong>di</strong> grande interesse è come i neuronisiano coinvolti nel prendere decisioni sulla visione delmovimento. Sapere se un oggetto si sta muovendo o no, ed inquale <strong>di</strong>rezione, è importante per gli esseri umani e per tuttigli altri esseri viventi. Il movimento relativo in<strong>di</strong>cageneralmente che un oggetto è <strong>di</strong>fferente dagli altri che glistanno attorno. Le regioni del cervello visivo che sonocoinvolte nell‛elaborazione delle informazioni sul movimentopossono essere identificate come regioni anatomicamente<strong>di</strong>stinte esaminando i percorsi delle fibre e le connessioni frale varie aree cerebrali me<strong>di</strong>ante tecniche <strong>di</strong> “neuroimmagine”nell‛uomo (ve<strong>di</strong> Capitolo 14) o registrando l‛attività <strong>di</strong> singolineuroni negli altri animali.16

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