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Discorso d'apertura del Presidente - il bernina

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<strong>Discorso</strong> d’apertura <strong>del</strong> <strong>Presidente</strong>Gent<strong>il</strong>i colleghe, stimati colleghi, pregiatissimi cittadini,Seduta di Giunta <strong>del</strong> 21 marzo 2011è tradizione consolidata che <strong>il</strong> nuovo eletto si rivolga al consesso con un breve discorso d’apertura.Anch’io voglio ottemperare a questo piccolo dovere, comunque con la consapevolezza di poter solosfiorare temi ed argomenti che tanto mi stanno a cuore. Non da ultimo vorrei lasciar trasparire dallemie parole lo spirito con cui ho assunto questo compito.Innanzi tutto mi rallegra <strong>il</strong> fatto di poter lavorare insieme a persone con le quali ho già condivisoesperienze di vita molto profonde sui banchi di scuola, che conosco e che mi conoscono moltobene. Con la nuova legislatura abbiamo formato una nuova squadra, certamente animata da nuovientusiasmi, da nuove idee e tanta nuova voglia di fare. Questa è la premessa migliore per fare unbuon lavoro.Il ruolo di coordinatore che rivesto in questa sede - formata da consigliere e consiglieri con idee avolte divergenti - esige che io garantisca a tutti lo spazio necessario per poter portare avanti leproprie idee e le proprie proposte. Non da ultimo deve essere mia premura favorire <strong>il</strong> confrontodemocratico, e cioè <strong>il</strong> dialogo e la discussione tra le parti e contribuire alla ricerca di soluzionipossib<strong>il</strong>mente condivise.Per questo dobbiamo prenderci <strong>il</strong> tempo e crearci gli spazi necessari dove ognuno possa esprimerele proprie opinioni, anche quando queste urtano o inquietano una parte qualunque; infatti cosìrichiede <strong>il</strong> pluralismo, la tolleranza e lo spirito di apertura, senza i quali non vi è una societàdemocratica. Il concetto e la pratica <strong>del</strong>la libertà di parola risale all’antica Grecia. Qui venivachiamata parresia, cioè dovere morale di dire la verità. Gli antichi greci avevano stab<strong>il</strong>ito che perdire la verità occorreva “dire tutto” ciò che si aveva in mente.Il pragmatismo può essere ut<strong>il</strong>e in vari frangenti, ma se esso viene inteso come disbrigo celere edisinvolto <strong>del</strong>le faccende all’ordine <strong>del</strong> giorno, magari già decise in altra sede, risulta essere invecetroppo spesso sinonimo di limite, di incapacità di guardare oltre <strong>il</strong> muretto <strong>del</strong> proprio orticello.Noi siamo <strong>il</strong> parlamento cui compete la funzione legislativa, la funzione di controllo sull’esecutivoe la funzione di indirizzo politico. Questa è la sede dove dobbiamo fabbricare idee, elaborareproposte, metterle a confronto con quelle degli altri ed avere <strong>il</strong> coraggio alla fine dei dibattimenti dipremiare le migliori. E di trovare <strong>il</strong> massimo consenso anche dopo un confronto serrato.Questo lavoro si può fare nella trasparenza oppure nell’opacità.Ho scelto di affrontare questo argomento perché l’informazione e la conoscenza sono dueingredienti indispensab<strong>il</strong>i per fare bene <strong>il</strong> nostro mestiere. Infatti la trasparenza è un elementofondante di una società democratica. L’obiettivo che dobbiamo perseguire attraverso la trasparenzaè quello di garantire <strong>il</strong> rispetto dei principi di imparzialità ed efficienza. La trasparenza devediventare <strong>il</strong> principio bas<strong>il</strong>are <strong>del</strong> nostro lavoro politico e amministrativo, cui devono ispirarsi sia leautorità che l’amministrazione.


È pure un fatto consolidato che l’informazione è potere. E dato che noi non dobbiamo soddisfarealcun bisogno di potere, quel piccolo potere che ci è dato lo metteremo al servizio <strong>del</strong> cittadino.Nel corso di quest’anno farò tutto <strong>il</strong> possib<strong>il</strong>e per favorire l’informazione. Innanzi tutto cercherò disoddisfare <strong>il</strong> bisogno di trasparenza. Più saremo informati, più saremo efficaci e miglioririsulteranno le nostre decisioni. Le decisioni prese seduta stante, frutto fors’anche diun’informazione frettolosa, strumentale e lacunosa, non sono mai state giuste e tantomenocondivise. Esse si possono addirittura ritorcere in ultima analisi contro gli stessi interessi di chi lepromuove. L’obiettivo deve essere una popolazione informata e in diretto rapporto con la politica ela pubblica amministrazione.Non possiamo semplicemente <strong>del</strong>egare ai giornali la nostra responsab<strong>il</strong>ità e <strong>il</strong> nostro compito diinformare. I giornali fungono frequentemente e giustamente anche da veicolo di opinioni politiche,e sono da considerare informatori complementari e opinionisti liberi.Che la notizia abbia tutti i caratteri <strong>del</strong>la completezza e <strong>del</strong>l’oggettività deve rimanere la nostraambizione. Ai giornali lasceremo i commenti e, perché no, anche le critiche. È molto importante perla cosa pubblica che i giornali facciano da sentinella alla democrazia e alle istituzioni.Se si dà ascolto all’opinione pubblica, si coglie come sia più che mai diffusa la sensazione di viverein una situazione di scarsità di informazione, <strong>il</strong> che causa incertezza, dubbio e diffidenza. Unabuona informazione deve essere completa. Chi non ha tale informazione, troppe volte tende adattribuire una straordinaria importanza a quella piccola parte di realtà che conosce; e nel casocontrario, troppa r<strong>il</strong>evanza alla piccola fetta che gli sembra oscura, opaca appunto.Sarebbe bello poter ricreare <strong>il</strong> nostro Comune in un piccolo v<strong>il</strong>laggio globale che ci permetteveramente di interagire, grazie anche all'uso <strong>del</strong>le possib<strong>il</strong>ità che ci vengono offerte dalle nuovetecnologie <strong>del</strong>l’informazione presenti sul territorio. Con questo penso alla possib<strong>il</strong>ità di realizzare,ad esempio, sondaggi e di dar vita a forum. Tali possib<strong>il</strong>ità ci avvicinano incredib<strong>il</strong>mente e cirendono interdipendenti.Nel nostro specifico caso la Giunta offrirà trasparenza:1. quando pubblica puntualmente le proprie decisioni sul foglio locale, Il Grigione Italiano, esul giornale on-line, IlBernina;2. quando pubblica nel sito <strong>del</strong> Comune gli stessi comunicati e tutti gli atti che dispongonosulle proprie funzioni, obiettivi e procedimenti;3. quando garantisce e rende fac<strong>il</strong>e <strong>il</strong> diritto di accesso alle informazioni da parte <strong>del</strong> cittadino;4. quando ogni consigliere, con l’o.d.g. <strong>del</strong>le sedute, riceve tutta la documentazione necessariaper prepararsi in modo completo;5. quando la Giunta viene informata puntualmente su quanto succede nei singoli dipartimenti euffici.La trasparenza – soprattutto quella che cura <strong>il</strong> rapporto <strong>del</strong>le autorità e <strong>del</strong>l’amministrazione con icittadini - consiste nell’accessib<strong>il</strong>ità garantita a tutte le informazioni, e cioè senza ostacolo alcuno.La trasparenza non deve avvenire su richiesta, ma deve venire offerta.Considerato <strong>il</strong> breve lasso di tempo che posso ritagliarmi per queste mie riflessioni, omettovolutamente di affrontare in modo approfondito le sfide di spicco e i problemi con i quali saremoconfrontati nel corso di questa nuova legislatura, limitandomi dunque per necessità a pocheconsiderazioni in merito.


La sfida maggiore <strong>del</strong> futuro prossimo è sicuramente <strong>il</strong> Progetto Lago Bianco, di Repower.Ora che la concessione per lo sfruttamento <strong>del</strong>le acque è stata data, spetta a noi vig<strong>il</strong>are che lepromesse fatte - sia da parte <strong>del</strong>le autorità comunali che di Repower - vengano mantenute. Miriferisco in modo particolare all’impegno assunto da Repower di mantenere la qualità di vita e tenerconto in modo adeguato degli interessi <strong>del</strong>la popolazione locale, in modo particolare di quelle fascemaggiormente toccate dal progetto durante la costruzione, nonché di evitare inconvenientiinammissib<strong>il</strong>i e notevoli per gli abitanti, gli ospiti, la flora e la fauna. Anche la Giunta deve fungereda antenna di controllo e di posto priv<strong>il</strong>egiato per la puntuale denuncia in pubblico di eventualidevianze da correggere.Un’altra tematica scottante è la mancata realizzazione <strong>del</strong> centro culturale. Una società nonvive solo di economia. Quindi <strong>il</strong> Comune ha <strong>il</strong> dovere di sovvenire anche alla cultura poiché, senzaquesta, la nostra comunità perderebbe uno dei suoi elementi fondamentali. L’aiuto materiale eintellettuale in questo settore deve appartenere ai nostri principali postulati politici. Qui a Poschiavonoi ci troviamo nella fortunata situazione di trovarci servita su un piatto d’argento - e già bell’epronta - la premessa principale, e cioè una vita culturale intensissima, curata soprattutto davolontari. Per renderci conto basta dare un’occhiata al bollettino di coordinamento. Manca dunquesolo un centro confacente per dare una dignitosa ospitalità alle varie associazioni e società. Laprima proposta è stata rifiutata; abbiamo comunque la consapevolezza che possiamo realizzarne unamigliore.La stessa cosa vale anche per <strong>il</strong> campo di calcio. Sebbene siano scesi in campo quasi tutti persostenere l’iniziativa, alla fine è mancata un’esigua manciata di voti, e questo per varie ragioni danon sottovalutare. Abbiamo conservato comunque quasi intatto l’entusiasmo necessario, i giocatori,lo staff tecnico, la dirigenza, la società sportiva, <strong>il</strong> pubblico, i sostenitori: questo deveresponsab<strong>il</strong>izzare più di prima anche la politica che a sua volta deve studiare nella piena trasparenzauna nuova proposta di soluzione, per mettere a disposizione degli amanti di questo sport popolareuna struttura confacente alle necessità attuali e ambientali. Dotare <strong>il</strong> calcio di una struttura modernaequivale a migliorare anche la qualità di vita valligiana.Il Progetto Lago Bianco ha dato uno scossone a vari settori <strong>del</strong> sistema Comune, fra cuiprimeggia la pianificazione <strong>del</strong> territorio. Questa potrebbe essere la volta buona per aprire unadiscussione più ampia per gestire meglio tutto <strong>il</strong> territorio comunale, anzi, regionale. Nuove strade,nuovi depositi, nuovi siti di estrazione, zone artigianali, la zona turistica di Le Prese, <strong>il</strong> recupero deinuclei, <strong>il</strong> campo di calcio, <strong>il</strong> centro culturale, nuovi magazzini per l’Impresa Elettrica, lacinquantina di modifiche pendenti e quant’altro costringono <strong>il</strong> Comune a prendere in mano <strong>il</strong>discorso generale sul nostro territorio. Urge un concetto per <strong>il</strong> futuro, non da ultimo un pianodirettore regionale. Non possiamo fare l’errore di elaborare un concetto solo in funzione <strong>del</strong>progetto di Repower. Eventuali incarichi puntuali, senza contestualizzazione e nuove visioni, nonsaranno necessariamente concepiti in sintonia con <strong>il</strong> resto <strong>del</strong> territorio e la qualità di vita deicittadini.La politica <strong>del</strong>lo sv<strong>il</strong>uppo economico e <strong>del</strong>l’ambiente in particolare tocca anche i contadini e lecontadine. Infatti <strong>il</strong> ceto agricolo ha accusato <strong>il</strong> colpo ed è tuttora in gran fermento. Comunque gliva riconosciuto che si sta dimostrando più vitale che mai. All’agricoltura lo stato ha affidato <strong>il</strong>compito di far vivere la terra, ma senza terra l’agricoltura non potrà vivere. Le prospettate opere dirivitalizzazione dei corsi d’acqua, la continua espansione degli insediamenti abitativi, la necessità disempre nuovo territorio per usi produttivi, ed<strong>il</strong>izi, <strong>del</strong>la mob<strong>il</strong>ità, ambientali, ecc. ecc., insomma, <strong>il</strong>continuo consumo di suolo agricolo ci deve indurre a governare, a tutelare meglio <strong>il</strong> territorio,anche se questo principio non dovrà mai diventare un freno allo sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e. Il Comunesarà comunque chiamato quanto prima alla cassa, a sostenere massicciamente l’agricoltura;


pensiamo solo al nuovo capannone, all’impianto di irrigazione e alle misure di compensazione <strong>del</strong>Progetto Lago Bianco.La revisione <strong>del</strong>la costituzione è prioritaria in assoluto per questo primo anno di legislatura.Anche se l’attuale costituzione è pur sempre molto valida, le autorità – e non solo - necessitano diuno strumento aggiornato in molte sue componenti, per poter operare nella più stretta osservanza<strong>del</strong>le leggi e dei regolamenti e per poter disporre di un maggior spazio di manovra in ambito didecisioni finanziarie.Il 7 luglio 2008, lo spettacolare percorso “La Ferrovia Retica nel paesaggio Albula/Bernina” èstato accolto nella lista <strong>del</strong> patrimonio mondiale <strong>del</strong>l’UNESCO. Questo ambito riconoscimentoha mirab<strong>il</strong>mente accresciuto l’attrazione <strong>del</strong>la nostra Valle. E l’ha pure arricchita in vari sensi.La Ferrovia Retica ha già massicciamente rimodernato <strong>il</strong> materiale rotab<strong>il</strong>e e dato inizio a variemigliorie lungo tutto <strong>il</strong> tracciato <strong>del</strong> Bernina. Prossimamente toccherà anche alla stazione diPoschiavo e dintorni. Anche questi interventi avranno un sicuro impatto collaterale negativo sulterritorio, nonostante che <strong>il</strong> paesaggio stesso sia diventato con la stessa ferrovia patrimonio tutelatodall’UNESCO. Noi ci rallegriamo per gli importanti investimenti che verranno fatti sul territorio esulla struttura ferroviaria, ma seguiamo pure con attenzione le eventuali ripercussioni negative chegli stessi potrebbero avere sulle adiacenze e sull’ulteriore erosione di terreno coltivab<strong>il</strong>e.E che altro c’è ancora da fare? Il compito <strong>del</strong>la Giunta è soprattutto quello di legiferare. Quindientro la fine di quest’anno dobbiamo possib<strong>il</strong>mente rivedere la costituzione comunale, la legge suidiritti politici (vedi mozione PoschiavoViva), far varare almeno un regolamento relativo allacommissione ed<strong>il</strong>izia (vedi mozione PoschiavoViva), confrontarci apertamente con la mozionePLD, I Liberali, per la creazione <strong>del</strong>le basi legali per ridistribuire al cittadino parte dei proventi<strong>del</strong>l’energia gratuita o a prezzo di favore che <strong>il</strong> Comune incassa da Repower quale indennità diconcessione.Nel cassetto ci sono bell’e pronti da portare in Giunta la legge e relativo regolamento sull’energia(necessitano eventualmente solo di un piccolo lifting), nonché – in paziente attesa - pure un’altramozione, targata IPP, relativa al recupero degli edifici/centri storici.Dallo scadenziario – che nel corso <strong>del</strong>l’ultima legislatura è stato declassato a “mansionario” o asemplice lista <strong>del</strong>le pendenze – si legge che si dovrebbe ancora provvedere all’alienazione diterreno comunale, ad occuparsi <strong>del</strong>l’<strong>il</strong>luminazione pubblica nei piani di quartiere, <strong>del</strong>la retribuzione<strong>del</strong>l’esecutivo, dei ricavi di concessioni, <strong>del</strong>la zona turistica <strong>del</strong> Botul… Tutte cose scritte. Quindi <strong>il</strong>lavoro non manca. Rimbocchiamoci le maniche.E per finire un augurio di serenità, di soddisfazione, di concordia, di collaborazione e di buonlavoro!Le Prese, 5 marzo 2011Livio Luigi Crameri, presidente di Giunta

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