Intervista al prof. Domenico Aiello:il ruolo della filosofia oggiAntonio Di DioIl ruolo della filosofia oggi, domande di politica nazionale e cittadina,e alcune questioni culturali sono stati i temi della lungaintervista fatta con il (anche mio) professore di Storia e Filosofiadel Liceo Classico F. Scaduto Domenico Aiello (in foto). Chimeglio di lui per parlare di queste cose a Bagheria? Egli è conosciutoda tutti i Bagheresi ed è uno dei maggiori esponenti del dibattitopolitico-culturale a livello cittadino!“Allora professore, secondo lei chi potrebbe essere un autore di filosofiaprofetico e attuale da riscoprire? E quale può essere il ruolodella filosofia oggi?”“Personalmente, io vedrei bene una riscoperta di Ernst Bloch, nonsolo come filosofo marxista (qual è), ma come filosofo dell’Utopiae soprattutto come sostenitore convinto del concetto di Eredità.Bloch ha scritto molti libri, e soprattutto il suo capolavoro “Il principioSperanza“, sull’immenso patrimonio culturale che l’umanitàha prodotto e lo ha riletto alla luce dell’Utopia: l’arte e la culturasono state spesso prefigurazioni dell’Utopia cioè di una visione futuradell’armonia tra uomo e società, tra Spirito e Materia. Anzi,secondo Bloch è la materia stessa che è capace di dare vita aquello che genericamente vengono chiamate manifestazioni delleSpirito. Inoltre per Bloch il passato va ereditato, senza nostalgiee sensi di colpa, ma va reinventato nel senso dell’Utopia concreta,cioè su basi di tipo materialistico, nel senso non volgare (per dirlacon Marx) del termine cioè senza perdere il senso del superamentodi ogni pensiero che voglia affermarsi come definitivo.Qualcuno in Paesi, anche come il Canada e gli Stati Uniti (sicuramentepaesi non filo-Marxisti!), cerca di riprendere questo tipo diriflessione. Chiamiamolo “Marxismo critico” o “Marxismo utopico”o più semplicemente “Filosofia della speranza”; inoltre la filosofiadella speranza va intrecciata con autori che provengono dalPersonalismo(filosofia che ha avuto un suo sviluppo dagli anni ’30 inpoi). Quando avevo la tua età, avendo avuto una formazione cattolica,ero affascinato dalle filosofie del personalismo cristiano eperò nello stesso tempo molti amici militavano a sinistra (fra questialcuni di quelli che stimavo di più, come Michele Toia e GiuseppeTornatore). Per cui da sempre mi sono occupato di capirele trame che uniscono e dividono il pensiero cristiano da quellolaico.Ci sono varie forme di personalismo: sia cristiano che laico,esistenziale e sociale. Un riferimento molto stretto ai classicidel personalismo cristiano come Maritain e Mounier c’è nellefilosofie comunitaristiche, come ad esempio Mac Intyre. Altripensatori da rivedere sono i cristiani ortodossi Berdjaev e Florenskij: il tratto comune è il loro rapporto con la tradizione classicae l’attenzione al problema della persona e al problemadell’Altro.Di fronte alle crisi delle “ideologie”, si propone un ritorno chepossa utilizzare il meglio delle dottrine che non idolatrano l’esistente,comunque sia, dato che pensare significa oltrepassarei confini e l’esistente non può mai bastare all’uomo che andràsempre oltre se stesso e oltre i bisogni del tempo.Vedo la filosofia oggi come una visione di insieme che possa tenereconto di più contributi, a partire da quelli che sono i realibisogni delle persone e della società, al di là delle ideologie;esse h<strong>anno</strong> avuto storicamente una grande funzione ma possonoessere limitanti.”“Ci può spiegare le differenze tra Marx e il marxismo? Ci sonofilosofi autorevoli come Lukács e in Italia come Massimo Cacciario il giovane Diego Fusaro, che ritengono Marx pienamenteidealista e rimproverano i marxisti ortodossi di non essersi occupatidella filosofia di Hegel. Lei lo ritiene pure idealista o materialistacome diceva Engels?”“Marx in una riunione dell’internazionale socialista disse “Io nonsono Marxista” e lo diceva in relazione ad alcuni economistidell’epoca, sempre nell’ambito del socialismo, che lo citavanoun po’ a sproposito. In effetti una lezione Hegeliana in Marx esistee, come dice Bloch, “Hegel negò il futuro, ma nessun futuronegherà Hegel”, ed è chiaro che tutti quelli che sono vissutidopo Hegel h<strong>anno</strong> avuto con il filosofo di Stoccarda un rapportoprofondo speculativamente. Fino a che punto noi possiamo individuarequali siano le varie eredità, se ne può discutere. Marxè un pensatore di tutto rispetto e persino Popper rivendicava ildiritto e il dovere di rileggerlo in chiave non marxista!Credo che la posizione di Fusaro sia un po’ più rigida rispettoa quella di Cacciari.Cacciari è un “marxista critico” nel senso che ha cercato di capirequale sia stato l’approccio scientifico di Marx rispetto all’Ottocentoe come il marxismo (essendo una dottrina filosofica,cioè un pensiero) non possa rimanere staticamente legato alcommento di Marx (in quel caso diventerebbe solo Scolasticae defungerebbe), come è giusto che sia. Qualunque pensieropuò diventare scolastica: il pessimo tomismo, come lo stalinismo.Cacciari ha voluto confrontarsi con il pensiero del Novecentoin tutta la sua inquieta Krisis e sicuramente ha raggiuntorisultati speculativi molto diversi da quelli di Fusaro. Questi discorsiperò interessano solo gli storici e interessano, per risolverei problemi, relativamente.”“Si è passati dalla riforma Gentile della scuola, alla “Buonascuola” di Renzi. Cosa ci prospetta il futuro? E cosa ne pensadi questa involuzione?”“La riforma Gentile a suo tempo fu una gran riforma ed abbiamosicuramente un grosso debito con lui. Tra l’altro la riformavenne subito modificata e resa più morbida (altrimenti qualche6 11maggio2015 a<strong>sud</strong>’<strong>europa</strong>junior
figlio di gerarca non avrebbe avuto la possibilità di diplomarsi) mamise una struttura ordinata nella scuola italiana, e questa era unavecchia idea del migliore Risorgimento.Già De Santis sosteneva che in Italia il mondo scolastico fossesoffocato da innumerevoli pastoie burocratiche: i famosi “lacci elacciuoli” non li ha inventati Guido Carli,ma ci sono sempre stati.Francesco De Santis fu il primo ministro della Pubblica Istruzione(forse con Gentile e Croce e, – voglio essere buono – pochissimialtri ) e i ministri della Pubblica Istruzione degni di questo nome sicontano sulle dita di una sola mano. La scuola è stata presa a palcoscenicoper cui, da tempo, quasi ogni ministro ha cercato di suggellareil suo mandato con una riforma “epocale”: tanti esperimentiancora continuano o addirittura sono in corso d’opera come peresempio La Buona Scuola! Si propongono e attuano provvedimentiche riguardano la scuola nelle leggi di stabilità cioè nel bilanciofinanziario e nel corso dell’<strong>anno</strong>! Cosa mai accaduta nellastoria dal Regno d’Italia a oggi.Questo ci fa capire come si vive col pensiero sulla tastiera piuttostoche solo con il dito. La tastiera è importante, ma se qualcunopensa con la tastiera dei social network e dei media, la situazionenon funziona. Possiamo chiamare la riforma in tutti i modi peravere più ascolto e risonanza. Però, se qualcuno mettesse i gomitisul tavolino e andasse a leggere alcune cose (soprattutto la cosapiù importante), cioè l’assunzione dei precari, scopriremmo chel’UE finalmente ha emesso il suo giudizio negativo sul sistema italianodi reclutamento dei docenti e minaccia sanzioni pesantissimese non si dovesse porre rimedio immediatamente. Quindi imiliardi che il governo dovrebbe spendere per assumere i precarisono solo la risposta inevitabile alle, una volta tanto, giuste direttiveeuropee.Però chi ha un minimo di esperienza scolastica sa che i precari giàlavorano e questi soldi lo Stato già li impiega, quindi si tratta solodi stabilizzarli facendoli passare da precari a salariati a tempo indeterminato.Quindi, questi famosi miliardi di euro che il Governosbandiera per l’assunzione dei precari sono di fatto pochissimispiccioli perché, rispetto alla situazione attuale la differenza saràsolo formale (dal tempo determinato a tempo indeterminato – Jobsact permettendo) e alla fine di nuovo c’è solo il fatto che la realespesa in più sarà solo quella per gli stipendi dei mesi estivi pertutti i 250 mila precari da assumere. Ci sono montagne di erroriche non h<strong>anno</strong> risolto né la prima repubblica né la seconda. Checi siano poi cose molto discutibili, che sono state mutuate dal decretoAprea, è lampante e basta fare una lettura sinottica delleidee presenti nel decreto Aprea (che poi venne messo da parteper dubbi di incostituzionalità). Se dobbiamo fare una scuola all’avanguardiapossiamo farla anche all’americana, cioè nei consiglidi amministrazione delle scuole non ci st<strong>anno</strong> solo i privati chemettono i soldi, ma anche la gente cioè i genitori e il territorio.“La società oggi: quali sono gli aspetti negativi che le h<strong>anno</strong> colpitodi più?”“L’aspetto che mi ha colpito di più l’ho sentito in un film, “Io balloda sola” di Bertolucci. Uno dei personaggi diceva che il problemadell’Italia è che nessuno ascolta più nessuno! Di fatto è così, nonsolo non c’è la disponibilità ad ascoltare ma nemmeno la voglia.C’è una “ipertrofia dell’io” totalizzante (e certamente i social networknon aiutano a ridimensionare tale pessima tendenza) ma lacomunicazione tra le persone reali in un luogo reale, cioè l’abitudinead ascoltare, in effetti è scomparsa. E da ciò possono derivareinfiniti problemi.“Secondo lei con il capitalismo odierno si può parlare ancora diprogresso?”“Gli studiosi di economia, anche diversi studiosi da premio Nobel,ci dicono che in fondo il capitalismo è una forma economica cheha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi.In questo c’è una tradizione: Marx studiò gli economisti inglesi cheavevano individuato alcune anomalie del capitalismo e rielaboròquindi un altro modello di economia politica. Così accadde peril socialismo: ogni altra forma economica ha i suoi pro e contro.I pro e i contro su una forma economica andrebbero commisuratisulla assiologia (in greco antico, si intende lo studio di ciòche è degno di scelta).Se è il mercato/ la ricchezza,che certamente sono elementi fondamentali e importantissimi,comunque devono essere commisurati in base ai bisogni dellepersone; le persone esistono, come esiste il mercato. Quindiquando si dice “il mercato è naturale” prima ancora lo siamonoi, le Persone! E ritorniamo al personalismo sociale di cui tiparlavo.“Oggi il nichilismo è un fenomeno che colpisce tutti e i giovanisono spenti. Secondo lei, questo come se lo spiega?”“Io parlo di “nichilismo scafazzato”! C’è un nichilismo tragico,di chi sa che l’orizzonte è limitato e cerca l’infinito negli orizzontilimitati, come Leopardi etc.. E poi quello, appunto, “scafazzato”,di chi se ne fotte! E questo può avere effetti socialipurtroppo assolutamente negativi.Il nichilismo pone una domanda legittima, però come disse Heidegger,parlando di Nietzsche, “il nichilismo è come un abisso.Se uno ci entra, difficilmente troverà l’Apertura, non riuscirà piùad emergere”; anche autori profondamente cristiani come Berdiaevparlavano della domanda fondamentale ; è una domanda alla quale la filosofianon può sottrarsi. Allora stabiliamo quelle che un mio professoredei tempo dell’Università, Nunzio Incardona, chiamava filosofieprime e filosofie seconde. Mi sembra che il nichilismoappartenga a una domanda fondamentale della filosofia prima,ma molto spesso diventa una filosofia seconda, quasi cronaca.Uscire fuori dal nichilismo costa: costa pensiero, costa nellavita, in generale costa molto. Costa meno abitarlo e costa moltouscirne, e quindi il nichilismo ci accompagnerà sempre.”“Politica europea: oggi ci sono tantissimi partiti anti europei eprotagonisti del dibattito politico attuale tra cui Podemos in Spagna,Syriza in Grecia, Front National in Francia, e in Italia il partitodi Salvini e di Grillo. In maniera diversa tutti questi partitih<strong>anno</strong> un messaggio politico uguale: “Non vogliamo questa Europacosì com’è!”. Fenomeno positivo o negativo secondo lei?”“Il problema esiste e la malattia europea c’è: bisogna analizzarele medicine da somministrare. Credo che l’attuale classedirigente europea (molto ricca di personaggi abbastanza folkloristici,nella migliore delle ipotesi, e scarsamente competenti,nella peggiore) non sia proprio l’ideale della rappresentanza.Dicono che bisogna ripensare l’Europa ma a farlo sono semprei politici, e se i politici medi sono di quel livello, e se Juncker, chedovrebbe essere il migliore tra loro, da ministro delle Finanzedel Lussenburgo ha avuto una posizione di totale subordinazioneagli interessi delle multinazionali in materia fiscale (attilegittimi ma politicamente molto discutibili) non mi sembra chei popoli europei si possano sentire ben rappresentati.Diceva più di trenta anni Jack Lang, ministro francese della Cultura,che se Monnet (uno dei fondatori dell’UE) avesse dovutorifare da capo il processo di unione europea avrebbe iniziatoquesto processo dalla cultura e non dall’economia. Avremmoavuto un Europa diversa, con più monete magari ma con piùidee comuni.“Un consiglio generale che si sente di dare a noi giovani?”“Studiare, studiare e studiare. Più si studia meglio è, sempre.”“Un libro e un film che vuole consigliarci, per capire le cose dicui abbiamo parlato oggi?”“Come libro suggerisco “Mattatoio numero 5″ di Kurt Vonnegut.Come film, “Million dollar baby” di Clint Eastwood. C’è una bellissimarappresentazione tra quello che si pensi sia la vita equello che la vita è realmente.”Si ringrazia il prof.re Domenico Aiello per la disponibilità.11maggio2015 a<strong>sud</strong>’<strong>europa</strong>junior 7