L'”anticipo scolastico” - Edizioni Junior
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L’”anticipo <strong>scolastico”</strong><br />
Ritengo importante prospettare, anche se sommariamente per problemi di spazio, i riferimenti<br />
normativi per inquadrare la situazione attuale.<br />
La storia:<br />
La Riforma scolastica, chiamata, comunemente con il nome del Ministro, “Riforma Moratti”, viene<br />
approvata con la legge n° 53 del 28 marzo 2003 “Delega al Governo per la definizione delle norme<br />
generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione<br />
professionale”. Prevede l’anticipo scolastico sia per la Scuola dell’Infanzia che per la Scuola<br />
Elementare. L’idea ha un suo fondamento “nell’anticipo di una fine”, cioè far terminare il tragitto<br />
scolastico a 18 anni per adeguarsi ai paesi dell’OCSE (anche la proposta del precedente ministro<br />
Berlinguer si poneva questo scopo con due soluzioni diverse: rendere obbligatoria la frequenza<br />
dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia ed elevare la scuola dell’obbligo di due anni, in modo da<br />
scegliere la scuola superiore, ridotta a 3 anni, all’età di 15 anni, anziché 13).<br />
Si anticipa così:<br />
- Alla Scuola dell’infanzia si possono iscrivere i bambini che compiono 3 anni entro<br />
il 30 aprile dell’anno successivo, quindi possono frequentare i bambini dai 2 anni e<br />
4 mesi.<br />
- Alla Scuola elementare si possono iscrivere i bambini che compiono 6 anni entro il<br />
30 aprile dell’anno successivo, quindi possono frequentare i bambini dai 5 anni e 4<br />
mesi.<br />
La scelta è dei genitori. Non più una scuola uguale per tutti.<br />
Inoltre nella Scuola Elementare si prevedono gli “insegnanti prevalenti”, i tutor (vi è stata<br />
un’insurrezione generale e in moltissime scuole non si è attuato).<br />
Le intese<br />
Con il decreto n° 59 del 2004……”E’ assicurata la generalizzazione dell’offerta<br />
formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell’infanzia (in realtà,purtroppo, non è ancora<br />
assicurata)”….Il decreto continua e prevede intese…”Al fine di realizzare la continuità educativa di<br />
cui al comma 1, gli uffici scolastici regionali promuovono appositi accordi con i competenti uffici<br />
delle Regioni e degli Enti locali”. Continua con l’articolo 2, che ribadisce la data del 30 aprile per il<br />
compimento del 3° anno dei bambini.<br />
� Naturalmente tutto questo a costo “0”, senza alcun finanziamento. Inutile commentare<br />
le conseguenze rispondenti alla logica del mucchio, alla disomogeneità delle sezioni,<br />
ben venti mesi di differenza; al rapporto numerico di 1 adulto per 25/28 bambini, quindi<br />
un parcheggio, la scuola “del fischietto”. Oltre alla Pizza italiana il nostro paese<br />
esportava ottimi modelli di scuola dell’Infanzia, tanto da essere definite dagli americani<br />
“le migliori del mondo”(vedi Reggio Emilia).<br />
� Comunque vi devono essere intese fra gli Uffici Scolastici Regionali e gli Enti locali.<br />
Non a caso con la circolare del 23 dic. 2005, si prorogano i tempi di messa a regime al 28<br />
febbraio 06. Agli Enti locali non si sono dati fondi per la “riforma”e le intese stentano ad<br />
attuarsi.<br />
Sembra che solo in due Regioni d’ Italia si siano stipulate intese: Basilicata e Molise (non è<br />
facile rintracciarle).<br />
Al di là dell’impianto ideologico, si riconosce che vi devono essere CONDIZIONI istituzionali per<br />
anticipare e si chiamano gli Enti Locali, a cui non viene dato un solo euro a questo scopo, per<br />
stipulare accordi: aumento di organici per docenti e collaboratori, spazi (edilizia scolastica), tempi<br />
scolastici, rapporti numerici adulto/bambini.<br />
1
Un’ altra conseguenza dell’anticipo, che sta emergendo, è il fenomeno “dei nuovi posti di<br />
lavoro nella scuola” (circa 800 in Italia, Sole 24 ore di marzo 05). Oltre al calo demografico, non<br />
omogeneo sul territorio nazionale, vi è una riduzione di bambini nella scuola dell’infanzia perché<br />
anticipatari verso la scuola elementare. Un esempio concreto: in provincia di Teramo vi sono ben<br />
250 bambini anticipatari della scuola elementare, che sommati ai 200 anticipatari della scuola<br />
dell’infanzia, nel caso non fossero ammessi all’iscrizione, risulterebbero 450 bambini in meno e di<br />
conseguenza; circa 30 insegnanti in meno (tenuto conto che non è previsto un potenziamento<br />
nell’organico e nel rapporto bambini piccoli e insegnante).<br />
Che pasticcio! In realtà non ci saranno riduzioni di organici, tra anticipi (senza intese?) e<br />
pensionamenti. Infatti nell’anno scolastico precedente quelle scuole con meno bambini<br />
“clandestinamente” hanno ammesso gli anticipatari. Di nuovo i bambini come tappabuchi, ad uso e<br />
consumo di logiche altre dai loro bisogni.<br />
“Il bambino deve essere sempre al centro del sistema educativo che deve lui adattarsi al bambino e<br />
non viceversa….. dobbiamo avere il coraggio di affermare che il mercato di bambini piccoli da<br />
recuperare per “salvare” una sezione o un posto in organico merita la condanna più dura, chiunque<br />
sia coinvolto. È incomprensibile ……arroccarsi nelle difesa del posto vicino a casa invece di<br />
attivare una riflessione e una politica di difesa del posto di lavoro e delle condizioni dei lavoratori<br />
(vedi rapporto numerico 1/28) che non sia sulla pelle dei bambini. Se mancano i bambini per<br />
mantenere aperte tutte le sezioni di una scuola dell’infanzia, il problema vero è concordare come<br />
dare al lavoratore un’alternativa occupazionale seria e dignitosa senza fare violenza ai bambini”,<br />
Ferruccio Cremaschi, Teramo 16 gennaio 2006.<br />
L’ANCI, i SINDACATI e il Gruppo Nazionale Nidi-Infanzia<br />
L’ANCI e i Sindacati avevano stipulato un’intesa sulle “anticipazioni della scuola<br />
dell’infanzia” per la sperimentazione entrando nel merito. Purtroppo le sperimentazioni non<br />
hanno rispettato i parametri di qualità indicati.<br />
E’ chiaro che senza questi parametri, tra cui:<br />
- possibilità di formare sezioni omogenee tra i due anni e mezzo e i tre anni e mezzo, con<br />
un rapporto numerico bambini/insegnanti, rispettoso della legislazione regionale per la<br />
prima infanzia;<br />
- presenza di locali, servizi ausiliari e servizi igienici idonei;<br />
l’accoglimento degli anticipi è illegittimo. Allego una delle tante lettere relative alle posizioni dei<br />
sindacati sull’anticipo: ALLEGATO A e B<br />
Molte iniziative sul territorio nazionale, da parte dei Sindacati, delle associazioni, (vedi su<br />
internet cliccanco su “anticipo <strong>scolastico”</strong>)<br />
Il Convegno a Roma “L’EDUCAZIONE DEI BAMBINI PIU’ PICCOLI”, 20 dicembre<br />
2005, (per approfondimenti, vedi la rivista “bambini” marzo 2006 e opuscolo del Gruppo Nazionale Nidi<br />
Infanzia) hanno ribadito in maniera netta tali posizioni. Inoltre si stanno raccogliendo le firme<br />
attraverso la rivista “Bambini”, contro l’anticipo e per il diritto di genitori e bambini ad avere<br />
servizi di qualita’ in tutto il paese.<br />
Il Convegno organizzato, nel gennaio scorso, dalla Direzione Didattica del<br />
IV Circolo, insieme al nostro Gruppo Territoriale Abruzzese Nidi-Infanzia su “L’anticipo<br />
scolastico : “Opportunità o rischio?”chiarisce l’illegitimità dell’anticipo:<br />
a) Non vi è l’assenso del Comune di Teramo per le strutture logistiche ed arredamentali;<br />
b) Lo Stato non assicura personale docente sufficiente per garantire un rapporto 1 a<br />
9, come prescrive la legge Regionale per il segmento 0- 3 anni;<br />
c) Lo Stato non assicura personale ausiliario necessario per la nuova piccola ed esigente<br />
utenza.<br />
La sala del Consiglio comunale, oltre al Sindaco Gianni Chiodi, al Presidente della<br />
Provincia Ernino D’Agostino e all’assessore Paolo Gatti, era gremitissima di genitori e docenti<br />
provenienti anche dalla provincia e dalla Regione, segno della grande attenzione per il problema,<br />
2
(oltretutto nel periodo delle iscrizioni) e Giovanna Zunino, della Cgil scuola, ha ribadito con<br />
fermezza che senza intese gli anticipi non sono possibili e quindi illegittimi. Il direttore didattico<br />
Giovanni Pettinaro, promotore del Convegno, ha evidenziato come il rapporto numerico<br />
insegnante/bambini sia differente fra Asili Nido e Scuola dell’infanzia (legge regionale, rapporto<br />
1/9). La Direzione Didattica 4° Circolo ha fatto valere con grande determinazione tale posizione,<br />
che è stata assunta anche dalla Direzione Didattica del 1° Circolo. Sembra si stia allargando questa<br />
posizione, se non per convinzione pedagogica, per il timore delle responsabilità: se qualche<br />
bambino anticipatario si fa male, là dove non ci sono state intese, chi risponde? A livello nazionale<br />
la mancanza di regole certe e gli “interessi degli adulti” portano ogni scuola ad affrontare in modo<br />
diverso realtà anche vicine territorialmente.<br />
Tuttavia con la CIRCOLARE N° 93 del 23 dic. 05 ALLEGATO C<br />
si proroga la fase sperimentale della riforma e si fissa il termine della iscrizione anticipata per i<br />
bambini che compiranno i 3 anni entro il 28 febbraio 2007.<br />
L’ammissione degli anticipatari è subordinata, come prima, a 3 condizioni fondamentali:<br />
- esaurimento liste d’attesa;<br />
- disponibilità dei posti nella scuola interessata;<br />
- assenso del Comune.<br />
E’difficilissimo conoscere i dati dai CSA, anzi spesso le direzioni scolastiche regionali non lo<br />
sanno; tuttavia abbiamo alcuni esempi dalla Lombardia “Relazione Maviglia” ALLEGATO D<br />
CONCLUSIONI<br />
Come tecnici, esperti, operatori della scuola, della formazione, abbiamo il dovere<br />
intellettuale di “ spiegare ai genitori perchè è sbagliato correre, anticipare”, dobbiamo denunciare il<br />
“fast school, non meno indigesto dei fast food”, Mantovani. Dobbiamo chiamare quei politici, oggi<br />
al governo, che si sono espressi in tal senso, alla coerenza e alle traduzioni in azioni positive e<br />
concrete nell’interesse dei bambini, forse più importanti delle “grandi opere”.<br />
L’ingresso nella scuola dell’infanzia e quello successivo nella scuola primaria sono momenti<br />
importanti nella vita scolastica e sociale di ogni bambino, sono momenti di grande rilievo nella<br />
crescita cognitiva, relazionale e affettiva. Sono stati momenti significativi per ognuna delle nostre<br />
personali storie di crescita. Non a caso sono definiti dagli psicologi fasi transizionali, ossia fasi di<br />
passaggio dove un bambino ricolloca i propri orizzonti spaziali, relazionali; per dirla con un<br />
termine, ridefinisce la propria identità e ripattuisce relazioni affettive, amicizie, modi di vita. Con<br />
l’anticipo tale passaggio diventa traumatico, soprattutto a queste condizioni. Dalla casa genitoriale<br />
o dalla casa scolastica Nido, dove è garantito un rapporto, un adulto ogni 6 o 9 bambini (a seconda<br />
delle leggi regionali di riferimento), ossia un rapporto morbido, disteso, attento alla cura della<br />
persona-bambino, si passa alla “violenza” del mucchio selvaggio, al rapporto, nella scuola dell’<br />
infanzia statale o comunale, di un adulto per 28 (dicasi ventotto) bambini.<br />
“Un bambino anticipatario che ha 2 anni e quattro mesi e che vaga con il suo pannolone e<br />
con la sua coperta di Linus, alla ricerca di una scuola perduta, una scuola che è un “non-luogo”,<br />
cioè un “non-luogo” da cui fuggire, un “non-luogo” dove non sono possibili relazioni calde,<br />
accoglienti, significative, profonde; un “non-luogo” che è il simbolo più chiaro di come è difficile<br />
rompere la triade “scuola-carcere ospedale”; tre istituzioni, che spesso hanno appunto gli stessi<br />
ritmi, spesso la stessa struttura architettonica dei sistemi oppressivi e repressivi; la “classe”<br />
numerosa e “la voce” che urla e sgrida ( nel rapporto 1 a 28 non può non urlare) come suoi<br />
emblemi” G. Pettinaro.<br />
E questo per correre, per anticipare, verso che cosa? Verso dove ? Forse per diventare<br />
disoccupati in anticipo? Riducendo i tempi del gioco, i tempi delle relazioni, i tempi dell’infanzia.<br />
Tali passaggi non possono essere salti precipitosi e improvvisi, ma debbono offrirsi al<br />
bambino nel momento in cui egli è pronto al passaggio. Perché allora l’ anticipo proposto dalla<br />
Riforma Moratti? Perché il bambino è merce di scambio. Perchè l’offerta educativa anziché<br />
3
essere centrata sul bambino, su quello che gli necessita, su quello che è opportuno per lui, è<br />
centrata su esigenze di altri, di adulti e di istituzioni che, avendo appunto “altri interessi”,<br />
scambiano il bambino per un posto in più; scambiano il bambino per le convenienze del momento.<br />
Tutti quindi giocano, sulla pelle del bambino vero, reale, ad affibbiargli esigenze che non sono sue,<br />
che servono i bisogni di quegli adulti o di quelle istituzioni che rispondono ad altre logiche, ad altri<br />
interessi e che chiacchierano la pedagogia bugiarda e falsa della “centralità del bambino”.<br />
Occorre dire con grande chiarezza che nessun mercato è lecito sulla pelle dei bambini.<br />
Occorre dire che è miserevole ed indegno da parte di docenti e dirigenti scolastici anticipare, senza<br />
alcuna garanzia per i piccoli, per salvare una sezione o un posto.<br />
“Se non riusciamo a rompere, a sbaraccare la struttura e la rigidità di un sistema scolastico<br />
ingessato e burocratizzato, non coglieremo mai l’identità storica del nostro bambino, né lo<br />
aiuteremo a conquistare la sua identità personale. Infatti il bambino della pedagogia falsa,<br />
accademica, è un bambino innominato e innominabile e quindi adattabile ed usabile per tutte le<br />
stagioni” L.Malaguzzi. Corre, così, con il suo carico di pannolini verso … il rapporto 1 a 28. Un<br />
bambino a cui si rivolge una sola pedagogia: la parola della pedagogia falsa e vuota che, dati quei<br />
rapporti numerici e date quelle strutture scolastiche, non può che, di fatto, essere custodialista,<br />
infermieristica e superprotezionista.<br />
L’interrogativo che come docenti, come genitori, come Dirigenti dobbiamo porci è questo:<br />
si corre ….. , tutti corriamo, bambini e adulti, non per vivere momenti, relazioni, amicizie,<br />
conoscenze e affetti profondi; si vive, un po’ come tutta la società nel suo complesso, per correre,<br />
con ritmi frenetici, verso …non si sa dove; si vive quindi per “aver già vissuto”, per consumare la<br />
vita, anticipando così solo il tempo della morte.<br />
Allora calma, restituiamo all’infanzia il suo tempo, a noi il nostro, dove il segno è la qualità<br />
della vita con il gusto dei profumi e dei sapori, delle conoscenze, degli affetti; godiamoci tutti il<br />
tempo presente, col passo dello sviluppo disteso, giusto, naturale, dove ognuno trova il suo passo e<br />
la sua strada.<br />
Anna Ferrante<br />
Responsabile Gruppo Territoriale<br />
Nidi-Infanzia Abruzzo<br />
ALLEGATO A<br />
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…<br />
All’inizio del mese di Agosto, senza alcuna informativa alle OO.SS. e indirizzandola solo alle Direzioni<br />
Regionali ed ai CSA, il Miur ha emanato una nota (della quale non vi è traccia neppure sul sito del MIUR<br />
stesso) per chiedere – con nonchalance - quanti bambini di due anni e mezzo sono stati accolti nello<br />
scorso anno scolastico e quanti posti in organico servono per accogliere tutti i bambini di due anni e<br />
mezzo che hanno chiesto l’iscrizione per l’anno scolastico appena iniziato.<br />
Tutto ciò fingendo di non sapere che:<br />
• i bambini di due anni e mezzo non possono essere accettati senza le Intese regionali;<br />
• che di Intese non ne sono state fatte;<br />
• che FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS hanno più volte segnalato la situazione affinché il MIUR<br />
si comportasse di conseguenza.<br />
Di seguito pubblichiamo la lettera unitaria che in data odierna è stata inviata al Ministro per chiedere<br />
conto della rilevazione attivata.<br />
Roma, 5 settembre 2005<br />
----------------------------<br />
FLC CGIL CISL SCUOLA UIL SCUOLA SNALS – CONFSAL<br />
4
Dott.ssa Letizia Moratti<br />
Ministro dell’Istruzione,<br />
dell’Università e della Ricerca<br />
Ministero dell’Istruzione,<br />
dell’Università e della Ricerca<br />
Ufficio di Gabinetto<br />
Viale Trastevere, 76 a<br />
00153 Roma<br />
Prot. N. 323<br />
Roma, 2 settembre 2005<br />
Le Organizzazioni Sindacali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS-Confsal, vista la nota di protocollo<br />
n°1622 del 3 agosto 2005 inviata da codesto Ministero alle Direzioni Regionali ed ai CSA finalizzata ad<br />
acquisire i seguenti dati:<br />
- il numero delle bambine e dei bambini che per il 2004/05 hanno fruito dell’anticipo<br />
- il numero delle richieste di anticipatari che è possibile soddisfare per l’a.s. 2005/06<br />
- il numero dei bambini compresi nelle liste di attesa e il presumibile numero di posti occorrente per<br />
eliminarle totalmente<br />
e con lo scopo – si dice nella nota – di disporre da parte del Miur di opportuni elementi di conoscenza e<br />
giudizio finalizzati alla programmazione degli ulteriori interventi legati sia alla generalizzazione del<br />
servizio che all’attivazione degli anticipi;<br />
PREMESSO<br />
- che la summenzionata nota non è stata portata a conoscenza delle OO.SS., come correttezza di<br />
relazioni sindacali vorrebbe, specialmente in una materia tanto delicata, quale quella degli anticipi nella<br />
scuola dell’infanzia:<br />
- che le condizioni previste dalle CC.MM. n. 2/04 e n. 90/04 nonché della stessa legge 53/03 non sono<br />
realizzate, mancando la definizione delle nuove figure professionali e delle nuove modalità organizzative;<br />
- che, in certe situazioni particolarmente favorevoli dal punto di vista didattico organizzativo, le OO.SS.<br />
hanno anche previsto la possibilità di siglare intese a livello regionale per definire le condizioni<br />
indispensabili al fine di poter inserire nelle sezioni bambini anticipatari;<br />
- che, al momento, alle Scriventi non risulta stipulata alcuna Intesa regionale nella quale si stabiliscano i<br />
nuovi parametri per la costituzione delle sezioni accoglienti i bambini di due anni e mezzo e di<br />
conseguenza non risulta definito alcun riferimento per il nuovo calcolo dell’organico da prevedere in<br />
presenza di bambini di due anni e mezzo<br />
CHIEDONO di conoscere:<br />
- se, ed in quali regioni, si siano eventualmente stipulate intese per attuare sperimentalmente, come<br />
previsto dall’art. 7 della legge 53/03 e norme successive, l’anticipo per i bambini di due anni e mezzo;<br />
-quali parametri di riferimento(rapporto tra numero massimo di bambini per sezione / insegnanti/numero<br />
di bambini di due anni e mezzo accolti) siano stati definiti nelle eventuali Intese e senza i quali non è<br />
legittima la frequenza dei bambini di due anni e mezzo<br />
- se vi sono state, come, purtroppo, risulta alle scriventi OO.SS. situazioni dove, in assenza delle<br />
condizioni previste dalla normativa vigente, è stato attuato l’anticipo, la consistenza reale di tale<br />
fenomeno e quali provvedimenti sono stati assunti da codesto Ministero e quali intenda assumere lì dove<br />
sono state rilevate presenze di alunni anticipatari<br />
-qual è la consistenza delle liste di attesa dei bambini da tre a sei anni<br />
-qual è la consistenza delle liste di attesa dei bambini di due anni e mezzo.<br />
5
La conoscenza dei dati e delle informazioni suddette costituisce elemento di fondamentale portata per<br />
avviare una seria riflessione in merito alle condizioni necessarie alla generalizzazione della scuola<br />
dell’infanzia ed alla “portata” dell’anticipo.<br />
Con l’intento di avviare un confronto su tali delicate questioni, in prossimità dell’avvio del nuovo anno<br />
scolastico le scriventi Organizzazioni sindacali richiedono uno specifico incontro.<br />
In attesa di un urgente riscontro si porgono cordiali saluti<br />
Enrico Panini Francesco Scrima Massimo Di Menna Gino Galati<br />
ALLEGATO B<br />
PICCOLI PASSI VERSO GRANDI DIRITTI<br />
Le proposte della CGIL per le politiche dell’ infanzia<br />
Relazione di Morena Piccinini<br />
Salone delle Fontane<br />
Roma, 26 maggio 2005<br />
2<br />
Vorrei iniziare questo convegno dalla parte che di solito si tiene per la fine della relazione e cioè dai<br />
ringraziamenti a chi ha contribuito nel merito e dal punto di vista organizzativo per costruire questa<br />
iniziativa.<br />
Da parecchio tempo si è sviluppata una forte collaborazione tra le categorie della Funzione pubblica<br />
e della Federazione Lavoratori della Conoscenza e i dipartimenti confederali che seguono le<br />
politiche della formazione e del Welfare. Collaborazione che si è arricchita del contributo di tante<br />
strutture territoriali, di categoria e confederali e che, partendo dalla vertenza infanzia di due anni fa,<br />
si è posto l’ obiettivo di rilanciarla, di attualizzarla,di fare di questo tema una delle priorità della<br />
nostra azione a tutti i livelli. E’ merito di tutte e tutti questi compagne e compagni l’ elaborazione<br />
e le proposte prodotte e che ora cercherò di illustrare per grandi capitoli.<br />
Con questa nostra iniziativa vogliamo porre al centro della discussione i bambini e i loro diritti, in<br />
particolare i bambini nella fascia di età che si colloca tra gli zero e i 6 anni, quindi la primissima<br />
infanzia..................................................<br />
L’ ANTICIPO DELLA SCUOLA PER L’ INFANZIA<br />
Sul primo aspetto rimarco la grande distanza sia politica che culturale che c’ è tra la posizione di<br />
rendere obbligatoria la frequenza dell’ ultimo anno della scuola dell’ infanzia e la logica<br />
dell’ anticipo, sia per la scuola elementare che, ancor più per la scuola dell’ infanzia.<br />
L’ anticipo complica l’ identità pedagogica e organizzativa della scuola dell’ infanzia e rischia<br />
di ricondurre a logiche assistenziali e custodialistiche. Apre la strada ad una forzatura dei tempi<br />
dell’ apprendimento senza rispettare i tempi e i ritmi di crescita, soprattutto nel rapporto tra<br />
bambini nei quali anche la differenza di pochi mesi di età comporta rilevanti differenze sul piano<br />
dell’ apprendimento. Proprio in relazione a ciò per noi è essenziale che questa decisione, ormai<br />
presa, si concretizzi solo quando tutte le condizioni sono attuate attraverso le intese richieste e che<br />
riguardano: ridisegno della composizione delle classi quando ci sono bambini anticipatari, numero<br />
di collaboratori scolastici che devono essere assegnati alla scuola che accoglie bambini anticipatari,<br />
strutture edilizie e servizi adeguati, formazione specifica per il personale.<br />
6
Queste condizioni non ci sono ancora, salvo alcune positive esperienze in Emilia Romagna con le<br />
“ sezioni primavera” e a Roma con le “ sezioni ponte” eppure risulta che per il prossimo anno<br />
scolastico i bambini di due anni e mezzo per i quali è stata richiesta l’ iscrizione sono il 10% degli<br />
aventi diritto.<br />
9<br />
Va sicuramente compresa la richiesta di anticipo da parte di quelle famiglie che non trovano alcuna<br />
risposta alla domanda di nidi o pensano di poter accedere a un servizio con una retta più bassa,<br />
perché risponde, nella maggior parte dei casi, a un problema reale di lavoro o di reddito. Il problema<br />
è che a volte questa richiesta è sollecitata dall’ esterno in modo avventato, dando l’ idea della<br />
positività in sé dell’ anticipo, peraltro collegato all’ anticipo della scuola elementare. Già<br />
l’ anticipo lo<br />
consideriamo non positivo in sé, ancora più grave se si portasse dietro, anche in modo indotto e<br />
come appare dalle intenzioni del ministero, l’ anticipo a catena, prima alla scuola dell’ infanzia e<br />
poi, in modo pressoché automatico, alla scuola elementare perché ormai il bambino ha frequentato i<br />
3 anni della scuola dell’ infanzia. Ecco perché tutto il sistema deve essere riorganizzato impedendo<br />
al governo di sommare pasticci a quelli già fatti.<br />
Per questo vanno stabilite regole certe. Vanno fatte le intese a livello regionale, definite le<br />
condizioni, va aperta e chiusa la contrattazione nazionale prevista dall’ art 43 del CCNL della<br />
scuola.<br />
ALLEGATO C<br />
CIRCOLARE N° 93 del 23 dic. 05<br />
Scuola dell'infanzia<br />
Tenuto conto della crescente rilevanza educativa e sociale della scuola dell'infanzia e che la stessa legge 28<br />
marzo 2003, n. 53 e il decreto legislativo 19 febbraio 2004 n. 59 ne hanno previsto la graduale<br />
generalizzazione, questo Ministero, anche al fine di corrispondere alle crescenti diffuse richieste della<br />
famiglie, già da tempo sta provvedendo a progressivi, significativi incrementi delle dotazioni di organico,<br />
con conseguente ampliamento delle opportunità di fruizione di tale importante servizio.<br />
Gli anticipi di iscrizione<br />
L'articolo 2 del citato decreto legislativo n. 59/2004 prevede che le bambine e i bambini che compiono i tre<br />
anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento possono essere iscritti al primo anno della<br />
scuola dell'infanzia. Tale istituto, ai sensi dell'articolo 7, comma 4 della legge n. 53/2003, sta trovando nei<br />
diversi contesti attuazione graduale attraverso interventi e soluzioni di carattere sperimentale, in relazione<br />
"alla disponibilità dei posti ed alle risorse finanziarie dei Comuni secondo gli obblighi conferiti<br />
dall'ordinamento e nel rispetto dei limiti posti alla finanza comunale dal patto di<br />
stabilità."<br />
Come è noto, per l'anno scolastico 2005-2006 è stato possibile dare attuazione soltanto parziale all'istituto<br />
degli anticipi nella scuola dell'infanzia, a causa della mancata realizzazione di alcune preliminari condizioni<br />
di fattibilità. In dipendenza di tale situazione si è convenuto, in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni-<br />
Autonomie locali, di prorogare il termine di messa a regime degli anticipi fissato dal citato art. 7 della legge<br />
n. 53/2003, mediante apposito intervento legislativo, attualmente all'esame del Parlamento.<br />
Conseguentemente, per l'anno scolastico 2006-2007 deve intendersi prorogata la fase sperimentale che<br />
caratterizza il periodo transitorio definito dall'art. 7, comma 4 della legge n. 53/2003, fermo restando<br />
l'impegno di questa Amministrazione di attivare tutte le iniziative (ivi comprese quelle di cui all'art. 43 del<br />
CCNL) e gli interventi atti a rimuovere gli impedimenti che ancora si frappongono alla regolare attuazione<br />
dell'istituto degli anticipi.<br />
Pertanto, per l'anno scolastico 2006-2007 i genitori delle bambine e dei bambini che compiranno i tre<br />
anni di età entro il 28 febbraio 2007 potranno avvalersi della facoltà di presentare domanda di<br />
iscrizione anticipata, alle condizioni e nei limiti esplicitati nelle circolari sulle iscrizioni n. 2/04 e n.<br />
90/04, che, ad ogni buon conto, si ripropongono all'attenzione delle SS.LL.:<br />
7
• esaurimento delle liste di attesa (costituite a livello di singola istituzione scolastica o a livello<br />
comunale, secondo l'organizzazione localmente adottata) delle bambine e dei bambini in<br />
possesso dei requisiti di accesso previsti dalla previgente normativa;<br />
• disponibilità dei posti nella scuola interessata sia sul piano logistico che su quello della<br />
dotazione organica dei docenti, secondo le istruzioni che saranno successivamente fornite<br />
con lo specifico provvedimento annuale sugli organici;<br />
• assenso del Comune nel quale è ubicata l'istituzione scolastica interessata, qualora lo stesso<br />
sia tenuto a fornire, con riguardo all'attuazione degli anticipi, servizi strumentali aggiuntivi:<br />
trasporti, mense, attrezzature, ecc..<br />
È appena il caso di far presente che, rispetto ai posti disponibili, avranno diritto di precedenza<br />
nell'ammissione alla frequenza le bambine e i bambini che compiranno i tre anni entro il 31 dicembre 2006.<br />
Le richieste di ammissione anticipata alle quali non potrà darsi esito positivo, saranno inserite in liste di<br />
attesa, secondo i criteri fin qui adottati in ciascuna realtà locale.<br />
I Direttori Generali Regionali, dal canto loro, acquisiranno tutti i dati e gli elementi inerenti le richieste<br />
eventualmente non soddisfatte, affinché questa Amministrazione, previa attenta e programmata<br />
ricognizione, possa valutare le possibilità e le iniziative da assumere ai fini dell'accoglimento delle stesse.<br />
ALLEGATO D<br />
L’anticipo in Lombardia: i dati quantitativi e il quadro normativo<br />
Mario Maviglia, Ispettore tecnico USR della Lombardia<br />
Questo convegno vuole caratterizzarsi come momento di riflessione intorno alla questione dell’anticipo.<br />
Partiamo innanzi tutto dai dati quantitativi riguardanti il fenomeno dell’anticipo nella nostra Regione, almeno per<br />
quel che concerne la scuola dell’infanzia statale.<br />
I dati quantitativi<br />
Analizzando i dati si può constatare che tanto nella scuola dell’infanzia quanto nella scuola primaria il fenomeno<br />
presenta ancora percentuali poco significative. In particolare, per quel che riguarda la scuola dell’infanzia la percentuale<br />
regionale dei bambini che hanno richiesto l’iscrizione anticipata (percentuale calcolata sul totale dei bambini dell’intero<br />
corso) si attesta intorno al 3,9% con una banda di oscillazione che va dal 3,3% di Mantova al 4,7% di Sondrio. Va però<br />
rimarcato che solo metà o 1/3 dei bambini richiedenti l’anticipo – a seconda delle province – potrà effettivamente essere<br />
accolto nelle scuole dell’infanzia statali. Infatti, a fronte richieste di frequenza anticipata vi sono in tutte le province<br />
liste di attesa che interessano bambini non anticipatari.<br />
Per quanto riguarda la scuola primaria il dato è ancor più interessante in quanto la percentuale degli anticipatari<br />
si attesta a livello regionale intorno al 4,1% ma in questo caso la percentuale è calcolata non sul totale degli iscritti<br />
all’intero corso elementare ma sul totale degli iscritti alle classi prime. Anche in questo caso la forbice appare<br />
significativa tra una provincia e l’altra: infatti si va dall’1,4% di Sondrio al 6,5 % di Pavia.<br />
Se possiamo ritenere che, almeno per il momento, il dato è alquanto contenuto, in prospettiva, e quando la<br />
riforma andrà pienamente a regime, è da supporre che questo dato assumerà una consistenza quantitativa decisamente<br />
più ampia, anche in relazione alla maggiore informazione da parte delle famiglie. Va inoltre sottolineato che, almeno<br />
per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, la non chiarezza normativa ha determinato uno scarso utilizzo di questa<br />
opportunità da parte delle famiglie e una forte resistenza da parte delle scuole. Probabilmente questo sarà uno dei fili<br />
conduttori di questo convegno.<br />
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RILEVAZIONE ISCRIZIONI ANTICIPATE ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA<br />
ANNO SCOLASTICO 2005/2006<br />
Regione: LOMBARDIA<br />
Provincia<br />
Numero complessivo<br />
dei bambini intero<br />
corso<br />
Di cui n. richiedenti<br />
l’iscrizione anticipata<br />
(nati tra1/1 e 28/2/2003)<br />
Numero degli<br />
anticipatari che<br />
è possibile<br />
accogliere nelle<br />
sezioni<br />
BERGAMO 9.024 388 (4,3%)* 127<br />
BRESCIA 12.246 479 (3,9%) 234<br />
COMO 5.673 261 (4,6%) 108<br />
CREMONA 5.154 203 (3,9%) 110<br />
LECCO 3.239 141 (4,3%) 101<br />
LODI 2.938 126 (4,2%) 59<br />
MANTOVA 7.750 262 (3,3%) 144<br />
MILANO 45.521 1.755 (3,8%) 549<br />
PAVIA 7.272 267 (3,6%) 96<br />
SONDRIO 3.218 152 (4,7%) 120<br />
VARESE 6.521 283 (4,3%) 118<br />
TOTALI 108.556 4.317 (3,9%) 1.766<br />
* percentuali calcolate sul numero complessivo dei bambini intero corso<br />
RILEVAZIONE ISCRIZIONI ANTICIPATE ALLA SCUOLA PRIMARIA<br />
ANNO SCOLASTICO 2005/2006<br />
Regione: LOMBARDIA<br />
Provincia<br />
Numero complessivo<br />
alunni intero corso<br />
Numero complessivo<br />
alunni del primo anno<br />
di corso<br />
Di cui n. richiedenti<br />
l’iscrizione anticipata<br />
(nati tra il 1/1 e il 31.3.<br />
2000)<br />
BERGAMO 45.786 9.270 346 (3,7%)*<br />
BRESCIA 52.178 10.708 323 (3%)<br />
COMO 23.468 4.766 160 (3,3%)<br />
CREMONA 13.320 2.663 127 (4,7%)<br />
LECCO 13.413 2.741 81 (2,9%)<br />
LODI 8.420 1.746 82 (4,7%)<br />
MANTOVA 16.204 3.400 154 (4,5%)<br />
MILANO 149.596 30.310 1.393 (4,6%)<br />
PAVIA 19.153 3.860 254 (6,5%)<br />
SONDRIO 8.554 1.674 24 (1,4%)<br />
VARESE 34.885 7.068 269 (3,8%)<br />
TOTALI 384.977 78.206 3.213 (4,1%)<br />
* percentuali calcolate sul n. di bambini iscritti al primo anno di corso<br />
I problemi aperti<br />
Al di là dei dati quantitativi, in questa sede ci interessa analizzare i vari problemi sottesi alla<br />
scelta dell’anticipo, con una particolare attenzione agli aspetti psicopedagogici, ma senza trascurare<br />
le problematiche di ordine organizzativo e ordinamentale.<br />
La proposta di anticipazione nasce forse da una certa tendenza – avvalorata anche da<br />
autorevoli personalità del mondo scientifico – che giustifica il precoce accesso dei bambini ai<br />
sistemi codificati della conoscenza umana con il fatto che oggi i bambini sono più “ricettivi” e<br />
“reattivi” rispetto al passato e fruiscono già di una serie di sollecitazioni ambientali (primo fra tutti i<br />
linguaggi mass-mediali) che li renderebbero capaci di approcciarsi senza traumi al mondo dei<br />
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sistemi codificati veicolati e trasmessi dalla scuola. Ricordiamo che nel giugno del 1997 il premio<br />
Nobel Renato Dulbecco in un’intervista al GR1 aveva affermato che i bambini possono apprendere<br />
cose complesse (come leggere e scrivere) fin dal quarto anno di età.<br />
Queste posizioni – fortemente presenti nell’opinione pubblica – restituiscono però<br />
un’immagine ingenua e univoca dell’apprendimento infantile, nel senso che tendono a considerare<br />
quasi esclusivamente la dimensione cognitiva, trascurando il substrato e l’intreccio relazionale ed<br />
emotivo connesso al processo di apprendimento. Forse è vero che oggi i bambini recepiscono più<br />
inputs (e in modo più veloce) rispetto al passato, ma occorre tenere presente che le conoscenze per<br />
“fissarsi” hanno bisogno di essere vissute in tempi, spazi e relazioni adeguati, e – soprattutto –<br />
attraverso un processo in cui il bambino venga aiutato a dare significato e progressiva<br />
sistematizzazione alle conoscenze stesse.<br />
Esistono insomma modi peculiari del fare e pensare infantile che non possono essere disattesi<br />
o trascurati; è necessario partire dall’azione per pervenire alla rappresentazione, dal vissuto per<br />
arrivare all’evocazione, dal contesto per giungere al testo. Saltare questi passaggi può significare<br />
espropriare il bambino del diritto a crescere secondo i suoi tempi. In campo scientifico è risaputo<br />
che “le specie più intelligenti, quelle i cui individui sono in grado di rendere flessibile il proprio<br />
comportamento per adattarsi all’ambiente, sono le specie nelle quali l’infanzia è più prolungata,<br />
nelle quali cioè i membri adulti del gruppo concedono ai membri immaturi un tempo prolungato per<br />
occuparsi di cose che non hanno a che fare direttamente con la sopravvivenza” 1 .<br />
Se di anticipo si vuole parlare, occorre dunque stare attenti a non cadere nella facile<br />
tentazione del precocismo degli apprendimenti formalizzati, che si traduce nell’attesa di voler<br />
vedere risultati immediati nelle prestazioni dei bambini. Sappiamo che questa situazione soddisfa il<br />
narcisismo di molti genitori (e quello professionale di molti docenti), ma potrebbe avere<br />
conseguenze nefaste nello sviluppo relazionale ed emotivo dei bambini.<br />
Vi sono però anche altri elementi che vanno presi in considerazione.<br />
a) L’inserimento dei bambini di due anni e mezzo richiede necessariamente una verifica<br />
dell’assetto organizzativo della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Sarebbe opportuna, in<br />
questo quadro, una revisione dei parametri numerici di composizione delle sezioni, in quanto non è<br />
immaginabile che nella scuola dell’infanzia bambini di due anni e mezzo vengano inseriti in sezioni<br />
costituite da 28 (o 25) bambini. Il rischio è che non si riesca a garantire nemmeno livelli accettabili<br />
di mera assistenza personalizzata.<br />
Ma occorre anche rivedere l’assetto organizzativo della scuola per adeguarla alle esigenze<br />
formative e psicologiche dei bambini di questa fasce di età più giovani. Pensiamo, ad esempio, alla<br />
dimensione del piccolo gruppo, alla maggiore attenzione da riservare alle routine quotidiane,<br />
all’articolazione di tempi adeguati al benessere psico-fisico dei bambini.<br />
Allo stato attuale non è dato sapere come verrà risolto questo problema e quali interventi<br />
saranno ipotizzati perché l’anticipo non si traduca in un danno per i bambini. La legge delega<br />
all’art. 2, comma 1, lett. e), fa riferimento “all’introduzione di nuove professionalità e modalità<br />
organizzative” – almeno per quanto riguarda la scuola dell’infanzia -, ma sappiamo che su questi<br />
aspetti la trattativa sindacale aperta qualche mese fa è ferma al palo.<br />
b) Quanto appena detto fa emergere l’esigenza di un adeguato “accompagnamento” di tale<br />
innovazione che dovrà necessariamente prevedere percorsi di formazione indirizzati a docenti e<br />
dirigenti. Si tratta di meglio affinare le conoscenze sugli aspetti evolutivi e psicologici della fascia<br />
di età di 2-3 anni (per la scuola dell’infanzia) e 5-6 (per la scuola primaria) e, ancor più, di ripensare<br />
criticamente l’organizzazione della scuola perché l’intervento educativo non si trasformi in mera<br />
assistenza o in becero interventismo didattico. Uno degli elementi su cui si rifletterà nel corso del<br />
Convegno è la relazione tra azione didattica e personalizzazione dei percorsi educativi.<br />
1 A. Bondioli (1997) Il bambino del 2000: come deve essere la sua scuola?, in Osservatorio Nazionale<br />
ASCANIO, Ragionare su ASCANIO, <strong>Edizioni</strong> <strong>Junior</strong>, Bergamo, p. 79<br />
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Si tratta anche di fondare un rapporto dialogico e collaborativo più stretto ed organico con i<br />
servizi per la prima infanzia (in modo particolare gli asili nido) e con le famiglie e tra scuola<br />
dell’infanzia e scuola primaria.<br />
c) Vi è poi il problema delle cosiddette intese con gli Enti Locali. Sentiremo proprio in<br />
apertura di convegno cosa ci dirà su questo problema la rappresentante dell’ANCI. L’impressione è<br />
che in mancanza di regole certe ogni scuola stia cercando di risolvere il problema in maniera<br />
localistica, non certo all’interno di un quadro di sistema. E questo però crea una grande diversità tra<br />
una realtà e un’altra anche all’interno dello stesso territorio provinciale.<br />
Infine, ultimo ma certo non per importanza, è il ruolo rivestito dalle famiglie all’interno della<br />
scelta di anticipazione. Sappiamo che la legge non pone filtri a tale decisione, ma forse anche le<br />
famiglie devono essere “accompagnate” in tale scelta. Su questo punto sentiremo la posizione delle<br />
Associazioni dei genitori.<br />
Insomma, come vedete i problemi sono tanti. Siamo convinti che il convegno ci darà molti<br />
spunti di riflessione e di approfondimento.<br />
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