Monografija - drugo izdanje - italijanski - niska rezolucija
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Ispirazioni della pianura: Una delle pittrici dalla campagna di Kovačica in Banat, il famoso centro della pittura naïf<br />
mostra come le differenze culturali, con punti di partenza<br />
estetici simili, possano effettivamente intrecciarsi e arricchirsi<br />
a vicenda solo quando sono libere e sicure della loro<br />
identità (quando non la devono dimostrare continuamente)<br />
e quando sono profondamente radicate nelle loro tradizioni:<br />
al momento questa esperienza è molto concreta per le zone<br />
multietniche della Serbia, dove tali esperienze sono state<br />
rare in tempi recenti. La ragione di ciò è stata, nella maggior<br />
parte dei casi, l’insicurezza dei Serbi circa la salvaguardia<br />
della loro identità etnica, che ha portato o alla rinuncia o<br />
all’isolamento xenofobo della cultura nazionale, che va di<br />
pari passo con la sopravvalutazione delle proprie qualità, o<br />
ad entrambe le cose – ed esibire l’identità etnica era considerato<br />
dai comunisti serbi uno dei più grandi peccati.<br />
Ma gli artisti naïf, che si trovavano “radicati fra la gente”<br />
e facevano affidamento anche su di una secolare immagine<br />
conservatrice del mondo, non avevano problemi di questo<br />
tipo. Sapevano chi erano e non potevano essere disorientati.<br />
Chi si guadagna la vita arando, spesso capisce di più di chi<br />
si guadagna la vita leggendo. Nei villaggi dicono che quelle<br />
persone “hanno imparato troppo”!<br />
Lo sviluppo del Naïf serbo, una strada per aspera ad<br />
astra, fu sorprendentemente veloce: non ci vollero neppure<br />
due decenni perché questo fiume sfociasse nell’oceano della<br />
pittura mondiale. In solo pochi anni, dai primitivi disegni<br />
“da cavernicoli” del naïf “puro”, alla ricerca della migliore<br />
espressione di sé, questo stile di pittura arrivò all’iperrealismo<br />
di Sava Stojkov, la cui tecnica pittorica era irraggiungibile<br />
per molti pittori accademici.<br />
Non è una coincidenza che Ilija Bosilj sia stato soprannominato<br />
il Miró rurale, con le sue visioni astratte di straordinaria<br />
fantasia, espresse con macchie di colore (Bosilj dipingeva<br />
solo con le mani, e sempre durante l’inverno, quando<br />
i palmi ruvidi delle sue mani, induriti dal lavoro estivo nei<br />
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