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In punta di penna<br />
Emozioni che sanno di antico<br />
di Sonia Giovannetti<br />
soniagiovannetti@ilnuovonews.com<br />
Ultimo anno di scuola. Tra tre mesi<br />
sosterrò l’esame di maturità.<br />
Sono le ore 11 di un giorno pigro<br />
e il cielo è avaro di sole. È l’ora della ricreazione.<br />
<strong>Il</strong> trillo acuto della campanella<br />
annuncia la sosta, il piacere e la libertà.<br />
La solarità.<br />
Di colpo il mondo è nelle mie mani, così<br />
come la merenda che, appena agguantata,<br />
già appaga il languore cresciuto nelle<br />
tre ore di sedentaria lezione.<br />
Addento la focaccia preparata da<br />
mia nonna e la vedo materializzarsi<br />
di fronte a me, come se quel sapore<br />
inconfondibile possedesse l’aroma antico<br />
delle emozioni magiche, miracolosamente<br />
risuscitate a ogni morso. La percepisco<br />
in tutta la dolcezza della sua<br />
figura, incorniciata dal candore dei<br />
capelli da sempre lunghissimi, che<br />
usa raccogliere ad ogni risveglio in<br />
una treccia arrotolata.<br />
L’ho lasciata ieri sera, seduta accanto al<br />
camino mentre sferruzzava la lana. Mi<br />
tornano alla mente la soavità dei suoi occhi<br />
sul viso lievemente rugoso e il dialogo<br />
scambiato con lei, mentre incartava la<br />
mia merenda.<br />
Non ho avuto pazienza con lei, me ne rendo<br />
conto ora.<br />
Ero nervoso, dovevo rientrare a casa per<br />
terminare lo studio e lei, come sempre,<br />
aveva mille cose da dire. Ripeteva le stesse<br />
parole ogni volta, e io ero spazientito<br />
anche dal fatto che, invariabilmente, mi<br />
raccomandava di fare attenzione, di studiare<br />
e tanto altro.<br />
Le avevo detto «Nonna, quest’anno, per<br />
via degli esami di maturità, mi tocca rinunciare<br />
al raduno sul lago con i miei<br />
amici, mentre loro ci vanno comunque,<br />
perché non hanno impegni». E lei, serafica,<br />
mi aveva risposto: «Potrai<br />
raggiungerli dopo l’esame, mica cade il<br />
mondo! Devi pensare allo studio, a fare<br />
del tuo meglio…».<br />
«Non posso raggiungerli dopo, visto che<br />
dovremo stare con te nella casa di campagna.<br />
Non ti possiamo mica lasciare<br />
sola, lo sai» ho aggiunto, facendola sentire<br />
in colpa.<br />
«Ma dai che starai bene anche lì, potrai<br />
rivedere gli amici con cui giocavi un tempo,<br />
fare le escursioni in montagna, andare<br />
in piazza…» aggiunse, come se possedesse<br />
la chiave per risolvere ogni problema,<br />
come se conoscesse ogni mio volere.<br />
D’impulso le ho risposto «Ma cosa ne<br />
sai tu di quello che mi fa piacere? Basta,<br />
nonna, lascia stare, sono stanco di parlare.<br />
Tu sottovaluti il mio problema, non<br />
mi capisci. Mi sento proprio avvilito».<br />
Lei, senza mostrarsi offesa, rispose «Va’<br />
là, va’ là, vedrai che poi ti passa! Dammi<br />
retta, solo alla morte non c’è rimedio.<br />
Guarda, caro nipote, che non sottovaluto<br />
affatto il tuo problema; sto solo cercando<br />
di dirti che quello che ti affligge e che<br />
ti sembra un problema insormontabile,<br />
domani o nei giorni seguenti di sicuro<br />
passerà e tu ritroverai pace. Ti ricordi<br />
Augusta, tua cugina, quel giorno in cui<br />
suo padre...».<br />
Non l’ho fatta proseguire, sapevo bene<br />
che mi avrebbe raccontato l’ennesima<br />
storia vissuta da qualcuno dei tanti parenti<br />
per farmi calmare, perciò ho troncato<br />
bruscamente il discorso. Ho girato<br />
le spalle e mi sono diretto verso la porta<br />
d’uscita. Ero innervosito da quel suo tentativo<br />
di volermi dissuadere a tutti i costi<br />
e poi, lo ammetto, anche perché continuava<br />
ancora a trattarmi come<br />
il bambino che ero stato, quando<br />
passavo le mie vacanze nella casa<br />
dove lei viveva con mio nonno, giù<br />
al paese.<br />
«Non si rende proprio conto che sono<br />
cresciuto!» ripetevo a me stesso, mentre<br />
mi allontanavo dalla sua casa.<br />
Certo, allora ero affascinato da quei racconti.<br />
Mi apparivano come favole e ne<br />
volevo ascoltare sempre una in più. «Che<br />
giorni meravigliosi ho passato con loro»<br />
mi dico ora, provando nostalgia per quel<br />
tempo, per aver potuto, grazie a loro,<br />
conoscere aneddoti curiosi della mia famiglia,<br />
dei miei parenti, degli amici di<br />
un tempo e rivivere così antichi affetti,<br />
divenuti ormai tracce indelebili del mio<br />
vissuto. Ma i nonni sono stati anche<br />
una risorsa concreta per la mia vita<br />
e per quella dei miei fratelli, ben al<br />
di là dei bei ricordi.<br />
Penso a quanto sostegno hanno avuto da<br />
loro, fino a qualche anno fa, i miei genitori<br />
che, lavorando entrambi, potevano<br />
contare sul loro aiuto per badare a noi figli.<br />
Quante pietanze quegli adorabili vecchietti<br />
hanno preparato per noi con i cibi<br />
dell’orto, quante passeggiate e quanti gelati<br />
ci hanno concesso. Ora, purtroppo,<br />
mia nonna è vedova e l’età non le<br />
consente più di fare le cose che faceva<br />
un tempo. A volte mi fa tenerezza,<br />
so che cerca ascolto e compagnia quando<br />
telefona ai parenti e ce ne mette a parte,<br />
descrivendo le conversazioni avute con<br />
grande enfasi. Quando si rende conto di<br />
esagerare, aggiunge a mo’ di scusa «Mi fa<br />
tanto piacere, sai, parlare con questa o<br />
quella persona, mi fa compagnia. Le mie<br />
giornate sono lunghe e sentire i racconti<br />
delle vite altrui distoglie il mio pensiero<br />
da tutti gli acciacchi che mi affliggono».<br />
A queste sue confidenze, comprendo meglio<br />
anche il perché di quella televisione<br />
perennemente accesa. «È la sua medicina»<br />
mi dico «La sua finestra sul mondo,<br />
voci che popolano una casa avara ormai<br />
di altri suoni».<br />
Spesso la prendo in giro, dicendole che<br />
sì, è proprio vero, sa tutto di tutti, ma potrebbe<br />
anche evitare di spiattellarci con<br />
tanta dovizia di particolari le cronache<br />
rosa delle persone famose, che in verità<br />
non ci interessano affatto. Ma lei non se<br />
la prende, sorride come se fossi io a non<br />
comprendere. Domenica l’abbiamo accompagnata<br />
a casa nostra, con non poca<br />
fatica per via dei dolori che avvertiva alle<br />
articolazioni, e le ho detto «Nonna, quanto<br />
vorrei starmene a casa tutto il tempo,<br />
come te. Vorrei non avere impegni, non<br />
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