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Il Nuovo News - Luglio 2016

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In punta di penna<br />

Emozioni che sanno di antico<br />

di Sonia Giovannetti<br />

soniagiovannetti@ilnuovonews.com<br />

Ultimo anno di scuola. Tra tre mesi<br />

sosterrò l’esame di maturità.<br />

Sono le ore 11 di un giorno pigro<br />

e il cielo è avaro di sole. È l’ora della ricreazione.<br />

<strong>Il</strong> trillo acuto della campanella<br />

annuncia la sosta, il piacere e la libertà.<br />

La solarità.<br />

Di colpo il mondo è nelle mie mani, così<br />

come la merenda che, appena agguantata,<br />

già appaga il languore cresciuto nelle<br />

tre ore di sedentaria lezione.<br />

Addento la focaccia preparata da<br />

mia nonna e la vedo materializzarsi<br />

di fronte a me, come se quel sapore<br />

inconfondibile possedesse l’aroma antico<br />

delle emozioni magiche, miracolosamente<br />

risuscitate a ogni morso. La percepisco<br />

in tutta la dolcezza della sua<br />

figura, incorniciata dal candore dei<br />

capelli da sempre lunghissimi, che<br />

usa raccogliere ad ogni risveglio in<br />

una treccia arrotolata.<br />

L’ho lasciata ieri sera, seduta accanto al<br />

camino mentre sferruzzava la lana. Mi<br />

tornano alla mente la soavità dei suoi occhi<br />

sul viso lievemente rugoso e il dialogo<br />

scambiato con lei, mentre incartava la<br />

mia merenda.<br />

Non ho avuto pazienza con lei, me ne rendo<br />

conto ora.<br />

Ero nervoso, dovevo rientrare a casa per<br />

terminare lo studio e lei, come sempre,<br />

aveva mille cose da dire. Ripeteva le stesse<br />

parole ogni volta, e io ero spazientito<br />

anche dal fatto che, invariabilmente, mi<br />

raccomandava di fare attenzione, di studiare<br />

e tanto altro.<br />

Le avevo detto «Nonna, quest’anno, per<br />

via degli esami di maturità, mi tocca rinunciare<br />

al raduno sul lago con i miei<br />

amici, mentre loro ci vanno comunque,<br />

perché non hanno impegni». E lei, serafica,<br />

mi aveva risposto: «Potrai<br />

raggiungerli dopo l’esame, mica cade il<br />

mondo! Devi pensare allo studio, a fare<br />

del tuo meglio…».<br />

«Non posso raggiungerli dopo, visto che<br />

dovremo stare con te nella casa di campagna.<br />

Non ti possiamo mica lasciare<br />

sola, lo sai» ho aggiunto, facendola sentire<br />

in colpa.<br />

«Ma dai che starai bene anche lì, potrai<br />

rivedere gli amici con cui giocavi un tempo,<br />

fare le escursioni in montagna, andare<br />

in piazza…» aggiunse, come se possedesse<br />

la chiave per risolvere ogni problema,<br />

come se conoscesse ogni mio volere.<br />

D’impulso le ho risposto «Ma cosa ne<br />

sai tu di quello che mi fa piacere? Basta,<br />

nonna, lascia stare, sono stanco di parlare.<br />

Tu sottovaluti il mio problema, non<br />

mi capisci. Mi sento proprio avvilito».<br />

Lei, senza mostrarsi offesa, rispose «Va’<br />

là, va’ là, vedrai che poi ti passa! Dammi<br />

retta, solo alla morte non c’è rimedio.<br />

Guarda, caro nipote, che non sottovaluto<br />

affatto il tuo problema; sto solo cercando<br />

di dirti che quello che ti affligge e che<br />

ti sembra un problema insormontabile,<br />

domani o nei giorni seguenti di sicuro<br />

passerà e tu ritroverai pace. Ti ricordi<br />

Augusta, tua cugina, quel giorno in cui<br />

suo padre...».<br />

Non l’ho fatta proseguire, sapevo bene<br />

che mi avrebbe raccontato l’ennesima<br />

storia vissuta da qualcuno dei tanti parenti<br />

per farmi calmare, perciò ho troncato<br />

bruscamente il discorso. Ho girato<br />

le spalle e mi sono diretto verso la porta<br />

d’uscita. Ero innervosito da quel suo tentativo<br />

di volermi dissuadere a tutti i costi<br />

e poi, lo ammetto, anche perché continuava<br />

ancora a trattarmi come<br />

il bambino che ero stato, quando<br />

passavo le mie vacanze nella casa<br />

dove lei viveva con mio nonno, giù<br />

al paese.<br />

«Non si rende proprio conto che sono<br />

cresciuto!» ripetevo a me stesso, mentre<br />

mi allontanavo dalla sua casa.<br />

Certo, allora ero affascinato da quei racconti.<br />

Mi apparivano come favole e ne<br />

volevo ascoltare sempre una in più. «Che<br />

giorni meravigliosi ho passato con loro»<br />

mi dico ora, provando nostalgia per quel<br />

tempo, per aver potuto, grazie a loro,<br />

conoscere aneddoti curiosi della mia famiglia,<br />

dei miei parenti, degli amici di<br />

un tempo e rivivere così antichi affetti,<br />

divenuti ormai tracce indelebili del mio<br />

vissuto. Ma i nonni sono stati anche<br />

una risorsa concreta per la mia vita<br />

e per quella dei miei fratelli, ben al<br />

di là dei bei ricordi.<br />

Penso a quanto sostegno hanno avuto da<br />

loro, fino a qualche anno fa, i miei genitori<br />

che, lavorando entrambi, potevano<br />

contare sul loro aiuto per badare a noi figli.<br />

Quante pietanze quegli adorabili vecchietti<br />

hanno preparato per noi con i cibi<br />

dell’orto, quante passeggiate e quanti gelati<br />

ci hanno concesso. Ora, purtroppo,<br />

mia nonna è vedova e l’età non le<br />

consente più di fare le cose che faceva<br />

un tempo. A volte mi fa tenerezza,<br />

so che cerca ascolto e compagnia quando<br />

telefona ai parenti e ce ne mette a parte,<br />

descrivendo le conversazioni avute con<br />

grande enfasi. Quando si rende conto di<br />

esagerare, aggiunge a mo’ di scusa «Mi fa<br />

tanto piacere, sai, parlare con questa o<br />

quella persona, mi fa compagnia. Le mie<br />

giornate sono lunghe e sentire i racconti<br />

delle vite altrui distoglie il mio pensiero<br />

da tutti gli acciacchi che mi affliggono».<br />

A queste sue confidenze, comprendo meglio<br />

anche il perché di quella televisione<br />

perennemente accesa. «È la sua medicina»<br />

mi dico «La sua finestra sul mondo,<br />

voci che popolano una casa avara ormai<br />

di altri suoni».<br />

Spesso la prendo in giro, dicendole che<br />

sì, è proprio vero, sa tutto di tutti, ma potrebbe<br />

anche evitare di spiattellarci con<br />

tanta dovizia di particolari le cronache<br />

rosa delle persone famose, che in verità<br />

non ci interessano affatto. Ma lei non se<br />

la prende, sorride come se fossi io a non<br />

comprendere. Domenica l’abbiamo accompagnata<br />

a casa nostra, con non poca<br />

fatica per via dei dolori che avvertiva alle<br />

articolazioni, e le ho detto «Nonna, quanto<br />

vorrei starmene a casa tutto il tempo,<br />

come te. Vorrei non avere impegni, non<br />

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