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<strong>ProSpecieRara</strong> | Ritratto di Jérôme Estèbe, Ginevra<br />
Jérôme Estèbe – Sostenitore, consumatore e buongustaio<br />
▲ Jérôme Estèbe<br />
▲ «Il grasso del maiale lanuto ha un gusto<br />
di nocciola assolutamente delizioso»<br />
▲ ▲ Puré di patate in veste di carcerato con<br />
le patate blu di varietà ‹Vitelotte›<br />
Fotografie 3+4 Jérôme Estèbe Foto Steeve Iuncker<br />
Al contrario di ciò <strong>che</strong> si potrebbe pensare,<br />
<strong>ProSpecieRara</strong> non é un servizio<br />
pubblico. Come fondazione privata dipende<br />
in particolare dalle donazioni per<br />
garantire la propria esistenza. Chi sono<br />
questi donatori e quali sono le loro<br />
motivazioni? <strong>Per</strong> saperne di più, Denise<br />
Gautier (coordinatrice Pro Specie Rara<br />
Svizzera romanda) ha incontrato Jérôme.<br />
Jérôme è giornalista presso la «Tribune<br />
de Genève», nella quale pubblica<br />
una pagina gastronomica.<br />
Denise Gautier: Come, dove e quando è<br />
stato per lei il primo incontro con Pro-<br />
SpecieRara?<br />
Jérôme Estèbe: All’esposizione presso<br />
l'orto botanico di Ginevra nel 1998.<br />
Abbiamo fatto una passeggiata con la<br />
famiglia e mi sono rimasti impressi gli<br />
animali esposti. È stato impressionante<br />
vedere queste razze minacciate, dimenticate<br />
e quasi estinte. È lì <strong>che</strong> mi sono<br />
detto <strong>che</strong> è molto importante scoprire e<br />
riscoprire questo fantastico patrimonio.<br />
Il maiale lanuto è bizzarro, la mela api<br />
è nostalgica e la patata blu di Svezia<br />
originale. Ma è solo questo?<br />
Certo, queste particolarità sono molto<br />
importanti, e poi non si deve dimenticare<br />
l'idea della diversità. La riscoperta<br />
di razze e varietà anti<strong>che</strong>, permette<br />
an<strong>che</strong> la riscoperta di sapori, prodotti<br />
e tessili ormai dimenticati. È ovviamente<br />
possibile <strong>che</strong> la storia, e con essa<br />
an<strong>che</strong> l’uomo, abbia eliminato delle varietà<br />
ritenute non adatte o interessanti,<br />
ma esistono an<strong>che</strong> molte cose <strong>che</strong> sono<br />
state eliminate solamente a causa del<br />
profitto, con l’arrivo della meccanizzazione<br />
e della logica industriale. Un’altra<br />
cosa <strong>che</strong> mi sorprende è la «creazione»<br />
di nuove varietà. Pensiamo alle mele:<br />
sono state create numerose varietà con<br />
enorme consumo d’energia e di finanziamenti,<br />
ma tutte con un fine: la mela carnosa,<br />
leggermente acida, dall’immagine<br />
gustosa. E pensare <strong>che</strong> tutta la gamma<br />
possibile esiste già, l’<strong>abbiamo</strong> già a portata<br />
di mano!<br />
Qual è il suo prodotto <strong>ProSpecieRara</strong><br />
preferito?<br />
Ho già provato diverse ricette con la carne<br />
di maiale lanuto e mi sono cimentato<br />
con le anti<strong>che</strong> varietà di patate, però la<br />
cosa per cui vado veramente pazzo sono<br />
le radici invernali. Nel periodo in cui la<br />
natura è meno produttiva, permettono<br />
di variare in modo formidabile i pasti<br />
quotidiani. Possono essere consumate<br />
in modi assai differenti e hanno sapori<br />
molto particolari, a volte un po’ bizzarri<br />
per i nostri palati contemporanei, ma<br />
generalmente squisiti. Il prezzemolo o il<br />
cerfoglio tuberoso con un filo di succo di<br />
limone, un po’ d’olio d’oliva e del sale<br />
marino: una prelibatezza. Piace a tutti<br />
e non solamente ai buongustai o agli<br />
amanti di sapori antichi.<br />
Quale futuro vede per i nostri piatti?<br />
Sono piuttosto ottimista. Non <strong>abbiamo</strong><br />
ancora salvato le anti<strong>che</strong> varietà, però<br />
penso <strong>che</strong> stiamo facendo progressi.<br />
Nei nostri supermercati si trova più diversità<br />
rispetto a dieci anni fa. Prendiamo<br />
l’esempio dei pomodori: si può trovare<br />
il ‹cuore di bue›, tipico prodotto delle<br />
varietà <strong>che</strong> voi difendete. Mi accorgo <strong>che</strong><br />
soprattutto nella Svizzera francese esiste<br />
un certo numero di buongustai, di<br />
ristoratori, di cuochi e di produttori <strong>che</strong><br />
hanno capito <strong>che</strong> <strong>abbiamo</strong> esagerato<br />
con la standardizzazione e la riduzione<br />
della gamma dei gusti. C’é pure stato<br />
un grande aumento di consapevolezza<br />
dopo il summit di Rio e dopo le crisi<br />
alimentari. La mucca pazza ha messo<br />
seriamente in dubbio il nostro modo di<br />
produrre carne e ovviamente pensiamo<br />
sempre più all'aspetto ecologico. Il produttore<br />
si domanda se un’altra varietà di<br />
pianta non potrebbe essere più adatta<br />
al suo terreno, alle sue preferenze, ecc.<br />
D’altronde, è negli orti ecologici <strong>che</strong> si<br />
ritrova la diversità. Ovvio, poiché i grandi<br />
produttori puntano sui prodotti più efficaci,<br />
più standardizzati e più redditizi!<br />
Denise Gautier,<br />
coordinatrice <strong>ProSpecieRara</strong> Svizzera romanda<br />
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