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6° Numero 3d Magazine

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“Amo gli uomini che ti nutrono il cervello<br />

come Maurizio Costanzo.”<br />

#SONODONNAE...<br />

“Se cade una cosa,<br />

mi sposto e vado avanti”<br />

Katia Ricciarelli si racconta<br />

Arriva al teatro Delle Palme di Napoli<br />

con una promessa: parlare di sé. Della<br />

sua intimità. Delle sue amarezze. Dei<br />

suoi amori. In uno spettacolo per certi<br />

versi sofferto che lei stessa definisce<br />

“leggero non leggero” e che, scritto da<br />

Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime,<br />

si intitola appunto: “Altro di me”.<br />

Katia Ricciarelli si mette in gioco e<br />

decide di rivelare le difficoltà incontrate<br />

soprattutto negli anni iniziali di un<br />

percorso che l’ha poi resa celebre regina<br />

della lirica. Con noi, va anche oltre.<br />

E racconta dell’infanzia vissuta senza<br />

padre, di una mamma forte che ha<br />

sostenuto entrambe i ruoli genitoriali<br />

raddoppiando l’affetto nei suoi confronti.<br />

Da qui, forse, l’attuale visione della vita,<br />

della famiglia e della donna.<br />

Lei è una donna profonda. Una<br />

signora, di palcoscenico e di vita.<br />

Una donna tradizionale, con amori<br />

forti e principi saldi, che spesso<br />

si incontra e si scontra con un<br />

mondo fatto di donne immagine,<br />

che puntano esclusivamente sulla<br />

fisicità. Sull’apparenza. Cosa vuol<br />

dire essere donna oggi?<br />

Nonostante sia una donna di tradizioni,<br />

sto bene in mezzo ai giovani di<br />

oggi. Non ho un atteggiamento da<br />

bacchettona e il fatto che a loro piaccia<br />

stare con me, mi rende orgogliosa. Sono<br />

convinta che anche l’apparire e l’essere<br />

di bella presenza sia importante. Le<br />

veline ci vogliono, soprattutto in tv. Se<br />

hanno anche la testa è meglio. Ne ho<br />

viste tante: molte ragazze hanno saputo<br />

dimostrare nel tempo il proprio valore e<br />

si sono fatte strada.<br />

E la famiglia? per lei è giusto<br />

che resti quella tradizionale o<br />

vede possibile un’apertura verso<br />

matrimoni e adozioni gay?<br />

Ho amici omosessuali con i quali sto<br />

benissimo. Ognuno fa quello che crede,<br />

ma c’è un punto in cui ci si dovrebbe<br />

fermare, specialmente quando si tratta<br />

di bambini. Tu li metti al mondo per<br />

una tua volontà, senza che il nascituro<br />

possa naturalmente avere scelta. Ma<br />

questa tua decisione può metterlo in<br />

condizioni di grande disagio un giorno.<br />

Non posso sopportarlo. Mi disturba<br />

che compromettano la vita di bambini<br />

adottandoli o comprando un utero.<br />

Alle coppie gay dico: state insieme<br />

finché volete. Difendete i vostri diritti,<br />

ma non coinvolgete i bambini. Trovo<br />

bruttissimo che famiglie snobbino i figli<br />

omosessuali e sostengo le loro ragioni del<br />

riconoscimento delle pari dignità, ma<br />

sulle adozioni gay non concordo”.<br />

Lei è separata, oramai da anni.<br />

Crede ancora alla famiglia?<br />

La famiglia è importante. Io ho<br />

l’esempio di mia madre: è stata una<br />

donna fortissima e, al contempo,<br />

dolcissima. Ha lavorato come una<br />

schiava per non fare soffrire me. Ho<br />

avuto astio nei confronti di mio padre<br />

che abbandonò mia madre in un’epoca<br />

ben diversa da quella attuale. Mia<br />

madre, incinta di me, gli comunicò la<br />

decisione di mettermi al mondo. Io non<br />

l’ho mai visto. Né mai ne ho sentito il<br />

bisogno. Ma è morto quando avevo 13<br />

anni.<br />

11<br />

#3D

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