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LA STORIA,<br />
LA GASTRONOMIA,<br />
LA NATURA.<br />
Raccontata da Diego Gabriele<br />
Pantelleria ebbe origine da molteplici<br />
eruzioni. Nel corso dei secoli l’isola<br />
divenne un’opera d’arte con i suoi<br />
faraglioni, l’arco dell’elefante e altre<br />
magnificenze. Non tanto distante<br />
dall’Africa, rispetto alla Sicilia,<br />
raramente può vedersi ad occhio nudo.<br />
Invece, l’Africa è sempre visibile e la<br />
sera si possono intravedere addirittura le<br />
luci. Per la sua vicinanza dal continente<br />
africano nel corso dei secoli Pantelleria<br />
fu dominata dagli arabi, che hanno<br />
lasciato sul territorio esperienze e<br />
tradizioni anche architettoniche: in<br />
particolare il famoso dammuso e i nomi<br />
delle contrade che infatti derivano<br />
dall’arabo. Con la colonizzazione araba,<br />
l’economia pantesca, intono al ‘700<br />
- ridotta in coma per tante sciagure -<br />
resuscita e l’isola riprende a respirare e a<br />
godere di un discreto benessere. Vengono<br />
introdotte nuove colture e incrementate<br />
quelle già esistenti; vengono introdotti<br />
nuovi metodi di coltivazione; vengono<br />
impiantati nuovi centri rurali. Dalle<br />
nuove colture introdotti degli Arabi, la<br />
più certa e la più importante è quella<br />
del cotone che ha tenuto banco fino<br />
al secolo scorso. Anche gli agrumi<br />
rappresentarono una novità, non per uso<br />
commerciale ma per dissetare i paesani.<br />
Gli arabi, per gli agrumi avevano una<br />
specie di predilezione che arrivava fino<br />
all’adorazione come si percepisce dal<br />
canto di un poeta arabo che recitava<br />
FOTO MAURO MALLOZZI<br />
FOTO MAURO MALLOZZI<br />
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