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VICINI A NOI
“Ben pochi sono i cittadini umani
che immaginano quanta zoologia
sia presente nelle loro città. C’è
un cuore selvatico in ogni realtà
metropolitana da scoprire e
proteggere” (Danilo Mainardi)
BEN ADATTATI
Sinantropi vuol dire “con l’uomo”.
Il termine indica le specie
selvatiche che convivono con
noi condividendo spazi e risorse
disponibili senza per questo
essere dipendenti.
SPROVVEDUTI E DISINFORMATI
Secondo il 5° Rapporto Nazionale
“Animali in Città” 2016 di Legambiente
è basso il livello di conoscenza
della biodiversità animale
che abita sempre più spesso i territori
urbanizzati. Solo il 13,18% dei
Comuni capoluogo italiani, ossia
meno di 1 su 7, ha una mappatura
delle specie animali presenti, e
poco più di 1 Comune su 4 mette
in atto azioni di prevenzione, come
la realizzazione di infrastrutture per
evitare incidenti stradali, che viene
fatta solo nel 6,59% dei casi. Il ritrovamento
da parte dei cittadini di
animali selvatici in difficoltà, feriti,
debilitati o abbandonati non sempre
trova supporto da parte degli uffici
comunali o dell’Asl. Poco più di 1
Comune capoluogo su 2 sa dire a
chi rivolgersi (Asl, associazioni per
nee. Una popolazione non umana discreta
e più o meno silenziosa, almeno
alle nostre orecchie, che ha attentamente
descritto nel suo ultimo libro,
La città degli animali (Cairo Edizioni,
2016) l’etologo e naturalista Danilo
Mainardi, scomparso lo scorso mese
di marzo e che tanto avremmo voluto
intervistare. Mammiferi, anfibi, rettili,
uccelli, invertebrati e, nel caso delle
città sull’acqua, pesci. Animali che si
sono stabilmente insediati vicino a noi
e che vicino a noi passano tutta la vita,
svolgendo il loro ciclo vitale: nascita,
riproduzione e morte. “Arrivano nel
cuore delle città attraverso i cosiddetti
‘corridoi ecologici’, fasce verdi che in
continuità con la campagna, con rive
la protezione degli animali, Polizia
provinciale, Corpo forestale, Polizia
municipale, Vigili del fuoco…)
e solo 1 Amministrazione comunale
capoluogo su 5 fornisce i contatti
per chiamare un centro per il recupero
degli animali selvatici.
di fiumi o bracci di mare convogliano
selvaticità fino al centro urbano”, spiega
Mainardi. “Gli animali sono attratti
dalla disponibilità di risorse, cibo soprattutto,
che richiama una grande
quantità di specie opportuniste, per
esempio ratti, passeri, colombi.” Ma
non è soltanto una questione di cibo.
La struttura stessa della città, con la
sua varietà di siti, presenta allettanti
microhabitat anche per le specie più
esigenti. È la stessa ecologia, ricorda
il naturalista, a insegnarci che un’ampia
varietà di ambienti favorisce una
ricca biodiversità. E questo vale anche
per la città. Vorreste partire per un
safari? Potreste farlo benissimo anche
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