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San Giuseppe il più Santo dei Santi

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all’incontro, <strong>il</strong> suo volto aveva un che di celestiale. Allora ci mettemmo tutti a seguirlo per vedere<br />

dove andava. Ma quell’uomo uscì dalla porta, fece alcuni passi scendendo le scale esterne e non lo<br />

si vide <strong>più</strong> né a destra né a sinistra, né in cort<strong>il</strong>e né in chiesa. Mandai due persone a cercarlo ma<br />

non lo trovarono. Appena uscito era subito scomparso.<br />

Venne mons. Novelli, gli raccontammo quanto ci era accaduto ed egli disse: Era san <strong>Giuseppe</strong>,<br />

era veramente san <strong>Giuseppe</strong>.<br />

Io gli feci osservare:<br />

Però era giovane, troppo giovane e con la barba rossiccia...<br />

Egli mi rispose: <strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong> non doveva essere vecchio...<br />

Ciò che è certo è che nella busta c’erano soldi abbastanza da pagare tutti i creditori <strong>più</strong> urgenti<br />

e <strong>più</strong> importanti. E di questo ne fummo sempre grati a san <strong>Giuseppe</strong> 51 .<br />

La venerab<strong>il</strong>e Consolata Betrone (1903-1946) racconta nel suo Diario: Il 20 marzo del 1935<br />

Franca mi scrisse una lettera nella quale mi annunciava la malattia di mio padre e la sua angoscia.<br />

La Madre Priora mi ripeteva, certe volte, che dovevo pregare per mio papà. La mattina del 17 apr<strong>il</strong>e,<br />

alla comunione, io offrii <strong>il</strong> mio papà a Gesù perché, se era la sua volontà, lo portasse con sé prima<br />

della fine dell’anno. Quello stesso giorno egli morì. Io stavo facendo la f<strong>il</strong>a per confessarmi e<br />

pregavo <strong>il</strong> rosario, ignorando la sua morte. La Priora non volle darmi la notizia fino al pomeriggio.<br />

Perché Gesù non mi aveva informata della morte di mio padre? Allora glielo chiesi:<br />

Gesù, dov’è mio papà?<br />

È in purgatorio, Consolata.<br />

Liberalo, te ne supplico.<br />

Lo libererò sabato mattina.<br />

Fino a sabato?<br />

Il pomeriggio del giovedì santo udii la voce angosciata di mio papà che mi diceva in dialetto:<br />

Soffro tanto! E Gesù era inesorab<strong>il</strong>e: No, no, fino a sabato non lo posso liberare. Allora mi affidai a<br />

san <strong>Giuseppe</strong>, scegliendolo come padre. Ed egli mi apparve con la Vergine dicendomi: Consolata,<br />

cos’hai? Sei triste?<br />

<strong>San</strong> <strong>Giuseppe</strong>, mio padre è in purgatorio e Gesù non vuole liberarlo fino a sabato mattina.<br />

Non ti preoccupare, lo libererà domani, Venerdì <strong>San</strong>to.<br />

Ma Gesù non vuole, glielo ho chiesto tanto...<br />

Oh, comando io Gesù e domani libererà tuo padre.<br />

Il Venerdì <strong>San</strong>to, durante la funzione liturgica, mi appare mio papà, appena uscito dal<br />

purgatorio. La visione di mio papà non la dimenticherò mai. Il suo volto lasciava capire che aveva<br />

sofferto ma aveva una pace profonda. Mi parlò in dialetto e mi spiegò che se ne andava in paradiso<br />

e che là avrebbe pregato per me e per tutta la nostra famiglia 52 .<br />

51<br />

Discorso di Don Orione del 18 marzo 1938, citato da Gemma Andrea, I fioretti di Don Orione, Ed. EDB, Bologna,<br />

2002, pp. 68-71.<br />

52<br />

Anonimo, Suor Maria Consolata Betrone, Ed. Monastero Clarisse Capuccine, Testona (Torino), 1998, p. 53.

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