Ecoideare Novembre Dicembre N26
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4<br />
Editoriale<br />
Green Economy grimaldello per sconfiggere la crisi.<br />
PUNTO UNO:<br />
stando ai dati<br />
pubblicati lo<br />
scorso mese<br />
al Sana, il Salone<br />
del Biologico<br />
e del<br />
Naturale di<br />
Bologna (al<br />
quale siamo<br />
stati presenti<br />
come <strong>Ecoideare</strong>), quello del bio è<br />
un mercato che resiste alla crisi: non<br />
solo perché cresce il valore delle<br />
vendite ma anche perché aumenta<br />
il numero delle famiglie che sceglie<br />
questi prodotti.<br />
PUNTO DUE:<br />
secondo alcuni osservatori privilegiati<br />
-uno su tutti: Coop Italia, per<br />
bocca del suo presidente Marco Pedroni-<br />
il 2015 potrebbe essere l’anno<br />
dell’inversione del trend economico<br />
e sociale negativo italiano. A patto<br />
che si operino scelte di rafforzamento<br />
della domanda interna, sostenendo<br />
in particolare il potere di acquisto<br />
delle classi più deboli e una decisa<br />
redistribuzione del reddito.<br />
La green economy -<strong>Ecoideare</strong> lo<br />
dice da anni, e non ci stanchiamo<br />
di ripeterlo- è un grimaldello fondamentale<br />
per forzare e sconfiggere<br />
la crisi economica. Lo capirà finalmente,<br />
e andrà con decisione in<br />
questa direzione, la classe politica e<br />
dirigente italiana? Nel Nord Europa<br />
l’hanno capito da anni, come è noto,<br />
e lì si è capaci di produrre benessere<br />
economico coniugandolo con<br />
la sostenibilità ambientale. Si veda<br />
l’interessante pezzo sul modello<br />
svedese del riciclaggio, con intervista<br />
ad uno dei responsabili: sembra<br />
che riciclino tutto, guadagnandoci!<br />
In Italia e nel mondo, invece, siamo<br />
ancora nell’“età del carbone”.<br />
Giorgio Nebbia, nel bell’articolo<br />
“Carbone, se lo conosci lo eviti”, ci<br />
spiega alcuni dei suoi effetti nocivi<br />
ed auspica -considerato che la produzione<br />
e il consumo annui di carbone<br />
nel mondo aumentano- maggiore<br />
ricerca, insegnamento universitario<br />
e informazione su questo combustibile<br />
fossile.<br />
Promuovere e sostenere la green<br />
economy, però, dipende non solo<br />
dalle classi dirigenti ma anche da<br />
tutti noi cittadini-consumatori. Ecco<br />
allora che ospitiamo in questo numero<br />
un pezzo sull’alimentazione<br />
equilibrata di Franco Cironi, che<br />
con l’esperto Pappolla dedichiamo<br />
spazio ai problemi fiscali per oggetti<br />
usati o da riciclo per provare<br />
a fare chiarezza su questo tema che<br />
pare una giungla, che promuoviamo<br />
da vari numeri, con i contributi di<br />
Allodi e Cassone, il turismo nelle<br />
valli minori, e così via. Oltre ai consueti<br />
contributi di Giorgio Schultze,<br />
di Caterina Mosca, di Claudia Taccani<br />
e di Andrea Muntoni, i nostri<br />
“tecnici” nelle rispettive materie,<br />
credo inoltre possa essere molto interessante<br />
leggere il pezzo che dedichiamo<br />
alle “Carceri Sostenibili”<br />
dell’ing. Bonanni, AD di Multiolistica,<br />
una società di Roma che ha<br />
messo a punto un progetto per le<br />
carceri di Rebibbia in avanzato stato<br />
di approvazione. E, per elevare lo<br />
spirito, dedichiamo qualche riflessione<br />
sul rapporto tra buddhismo e<br />
ambiente, puntando i nostri riflettori<br />
sul Karmapa Ogyen Trinley Dorje,<br />
guida spirituale del lignaggio Karma<br />
Kagyu e vegetariano convinto.<br />
Buona lettura!<br />
Edgar Meyer<br />
La tua mente è come un orto.<br />
Alla terra non importa quali semi pianti,<br />
patate o meloni, erbacce o cavoli.<br />
La terra (la mente) nutre ciò che pianti.<br />
Pianta semi di prosperità e raccogli<br />
prosperità; pianta semi di povertà e<br />
mieti povertà.<br />
David Schwartz<br />
Sostenibilmente<br />
a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />
L’IMPRONTA AMBIENTALE DEI PRODOTTI:<br />
ANALISI DEL CICLO DI VITA...<br />
UN PÒ DI STORIA di Serenella Sala e Valentina Castellani<br />
I prodotti che acquistiamo e utilizziamo comportano impatti<br />
sull’ambiente, che possono essere espressi attraverso<br />
al cosiddetta “impronta ambientale”.<br />
Siano essi piccoli o grandi, gli impatti possono avvenire<br />
dall’estrazione delle materie prime per la produzione di un<br />
prodotto, durante la sua produzione, il suo uso o addirittura<br />
il fine vita. L’analisi del ciclo di vita (LCA) è una metodologia<br />
che permette di valutare l’impatto dei prodotti lungo<br />
tutto il loro ciclo di vita. I primi studi che hanno riguardato<br />
la valutazione del ciclo di vita di prodotti e materiali risalgono<br />
agli ultimi anni Sessanta; essi erano prevalentemente<br />
focalizzati sui temi dell’efficienza energetica, del consumo<br />
di materie prime<br />
e dello smaltimento dei rifiuti.<br />
È a partire dagli inizi degli anni Settanta che è possibile<br />
trovare i primi esempi di analisi del ciclo di vita, utilizzata<br />
come supporto al processo decisionale, soprattutto da parte<br />
di alcune grandi aziende statunitensi e dall’Agenzia americana<br />
per la protezione dell’ambiente (EPA – Environmental<br />
Protection Agency).<br />
Nel 1969, un gruppo di ricercatori del Midwest Research<br />
Institute (MRI) condusse uno studio per conto della Coca-Cola<br />
Company, confrontando diversi tipi di contenitori<br />
per bevande e le strategie d’impiego a fine vita, con lo<br />
scopo di determinare quale fosse l’involucro con il minor<br />
impatto sull’ambiente in termini di emissioni e di consumo<br />
di materie prime. Il calcolo era realizzato quantificando le<br />
materie prime, il combustibile e i rilasci nell’ambiente per<br />
la produzione di ogni singola tipologia di contenitore. La<br />
metodologia fu denominata Resource and Environmental<br />
Profile Analysis (REPA). Anche la Mobil Chemical Company<br />
commissionò al medesimo istituto una ricerca intesa<br />
a stabilire se i fogli in polistirene utilizzati per incartare i<br />
prodotti alimentari (in particolare la carne) fossero più o<br />
meno eco-compatibili dei concorrenti fogli di carta.<br />
Oltre ad avere introdotto l’idea di considerare le implicazioni<br />
ambientali lungo tutto il ciclo di vita dei processi,<br />
la metodologia REPA integrava nella valutazione l’energia<br />
intesa come appartenente alla categoria delle risorse naturali.<br />
La consapevolezza di sfruttare a ritmi sempre più<br />
elevati risorse energetiche esauribili era già ampiamente<br />
sviluppata, pertanto, anche in Europa erano condotti studi<br />
simili, rivolti soprattutto ai sistemi d’imballaggio, denominati<br />
procedure di “Ecobalance”.<br />
Il termine LCA fu coniato durante il Congresso SETAC<br />
(Society of Environmental Toxicology and Chemistry) nel<br />
1991 (Vermont, USA), per caratterizzare con più precisione<br />
l’obiettivo e il principio delle analisi fino ad allora svolte<br />
sotto la denominazione di REPA.<br />
Un nuovo e intenso impulso per gli studi LCA si verificò<br />
verso la metà degli anni Ottanta – primi anni Novanta,<br />
sorprendendo di fatto il panorama industriale, dai progettisti<br />
ai distributori. Il continuo interesse per la valutazione<br />
“dalla culla alla tomba” di prodotti e materiali realizzò la<br />
convinzione (anche e soprattutto in occasione dell’Earth<br />
Summit di Rio de Janeiro del 1992) che la metodologia<br />
LCA avesse ampie prospettive per le problematiche legate<br />
alla gestione ambientale.<br />
Come entrerà l’impronta ambientale e l’analisi del ciclo<br />
di vita nelle nostre scelte di acquisto?<br />
Dall’Europa arriva un aiuto per tutte le imprese che intendono<br />
comunicare in modo corretto le prestazioni ambientali<br />
dei propri prodotti. La Commissione europea ha<br />
proposto, infatti, due nuove metodologie di misurazione<br />
universali per tutti gli Stati membri, attraverso la comunicazione<br />
dal titolo “Costruire il mercato unico dei prodotti<br />
verdi. Migliorare le informazioni sulle prestazioni ambientali<br />
dei prodotti e delle organizzazioni”. Nella comunicazione<br />
si dice che “la tabella di marcia verso un’Europa<br />
efficiente nell’impiego delle risorse fissa un obiettivo ambizioso<br />
per il 2020: incoraggiare adeguatamente i cittadini<br />
e le autorità pubbliche a scegliere i prodotti più efficienti<br />
dal punto di vista delle risorse, grazie a segnali di prezzo<br />
corretti e informazioni chiare in materia ambientale.<br />
L’obiettivo è fornire informazioni ambientali affidabili e<br />
confrontabili, che possano incoraggiare i consumatori, ma<br />
anche le imprese, i partner commerciali e gli investitori,<br />
creando fiducia e al contempo credibilità.<br />
Ciò richiede che si muovano sia imprese che cittadini nella<br />
direzione di un maggiore impegno da un lato e consapevolezza<br />
dall’altro al fine di supportare un mercato verde<br />
vivace e produttivo.<br />
Questa è una delle sfide per uscire dalla crisi economica<br />
e valoriale, attraverso una nuova logica che ci permetta<br />
di produrre e consumare meglio.<br />
ecoIDEARE - Settembre / Ottobre 2014 5