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N°25 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2014<br />
Euro 3,50<br />
N.25 - settembre/ottobre 2014 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Mediterraneo: l’ombelico del bio<br />
EQUILIBRIO<br />
NATURALE<br />
AMBIENTE E TERRITORI ECOABITARE STILI DI VITA<br />
Val di Sella<br />
Detrazioni fiscali<br />
Cosmesi bio e naturale
Editoriale<br />
Sostenibilmente<br />
Giorgio Nebbia<br />
Periodico culturale di informazione<br />
sullo sviluppo sostenibile<br />
SOMMARIO<br />
2<br />
3<br />
4<br />
Pag. 15<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Mediterraneo: l’ombelico del Bio - Fabrizio Piva e Remo Cicciomei<br />
I mille mercanti di Campagna Amica - Toni DeAmicis<br />
In cucina con natura: l’autunno - Caterina Mosca<br />
Qualità vegetariana - Carmen Nicchi Somaschi<br />
Vice: il gelato vegano - a cura della redazione<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Concimare e corroborare secondo natura - Nicola Saluzzi<br />
Il carico energetico di prodotto - Angelo Pozzi<br />
Val di Sella - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
6<br />
10<br />
13<br />
14<br />
15<br />
16<br />
19<br />
22<br />
Pag. 19<br />
La “testa” è un’opera di Laura Zeni - Lazenart ®<br />
ECOABITARE<br />
Detrazioni fiscali - Giuseppe Pappolla<br />
Acqua a km zero - Giorgio Schultze<br />
Il neutrino e la bomba atomica - Andrea A. Muntoni<br />
Pillole per saperne di più - rubrica di Luigi Paolino e Marco Cagelli<br />
STILI DI VITA<br />
Cosmesi bio e naturale - Alessandro Pulga e Alessanro Spadoni<br />
Una nuova visione di futuro - Gianni Cavinato<br />
Expodetergo international 2014 - a cura della redazione<br />
Bie: arbitro unico delle esposizioni universali - Roberto Bonsaglio<br />
Colonia felina, un patrimonio pubblico - Claudia Taccani<br />
Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />
24<br />
26<br />
28<br />
31<br />
32<br />
36<br />
39<br />
40<br />
42<br />
44<br />
Pag. 28<br />
Biblioteca della sostenibilità<br />
Ecologia in vetrina<br />
Econews<br />
Le nostre convenzioni<br />
45<br />
46<br />
47<br />
48<br />
Pag. 42<br />
Direzione, Redazione e Amministrazione<br />
Brand Evolution srl • Via Sardegna, 57 • 20146 Milano • Tel 0236642800 • Fax 0236642803 • E-mail: info@b-evolution.it<br />
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Direttore editoriale: Nicoletta Cova<br />
Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />
Art direction e impaginazione: Francesca Magnelli<br />
Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />
Responsabile Marketing e sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />
Pubblicità e Iniziative speciali: 02.36642800 - 348.7638654<br />
Si ringraziano per la collaborazione: Mario Allodi, Roberto Bonsaglio, Marco Cagelli, Valentina Castellani, Gianni Cavinato, Remo Cicciomei,<br />
Elena D’alto, Toni De Amicis, Andrea Marziani, Caterina Mosca, Andrea A. Muntoni, Giorgio Nebbia, Luigi Paolino, Giuseppe Pappolla, Fabrizio Piva,<br />
Angelo Pozzi, Alessandro Pulga, Serenella Sala, Giorgio Schultze, Carmen Nicchi Somaschi, Alessandro Spadoni, Claudia Taccani.<br />
www.ecoideare.it<br />
Il periodico è realizzato in collaborazione con: Rinenergy ® - associazione no - profit e Gaia Animali & Ambiente Onlus<br />
Testata registrata al Tribunale di Milano Registro stampa periodica n° 60 - 13 / 02 / 2009<br />
Stampa: Verde smeraldo di Stefano Molinai Via fogazzaro,14 - 21020 Varano Borghi (VA)<br />
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3
“Noi siamo<br />
ciò che<br />
mangiamo”,<br />
diceva<br />
il filosofo<br />
tedesco<br />
Feuerbach già<br />
nell’Ottocento.<br />
Vale, credo,<br />
anche<br />
e soprattutto<br />
oggi. Nutrirsi<br />
è infatti sempre<br />
più anche<br />
un messaggio sociale. Un gesto<br />
politico. Il cibo è diventato un modo<br />
per dire chi si è: a sé stessi e agli<br />
altri. Oggi molte istanze sociali,<br />
politiche, etiche passano attraverso<br />
il cibo. Come ha recentemente<br />
sostenuto l’antropologo Marino<br />
Niola, “cerchiamo un rinnovamento<br />
e una moralizzazione attraverso<br />
ciò che mangiamo”. Questo è vero<br />
soprattutto per alcune elites culturali,<br />
che devono fare da apripista<br />
e da megafono ai tanti, troppi che<br />
invece -penso al popolo del fast food<br />
e ai frequentatori abituali di Mc<br />
Donalds e catene affini- hanno<br />
le fette di salame sugli occhi oltre<br />
che nello stomaco. Ecco perchè,<br />
Mangio ergo sum<br />
da sempre e in particolare in questo<br />
numero, <strong>Ecoideare</strong> dà spazio al tema<br />
dell’alimentazione. All’alimentazione<br />
sana, equilibrata, naturale.<br />
In queste pagine ospitiamo così<br />
il direttore di Fondazione Campagna<br />
Amica Coldiretti che ci racconta<br />
dei loro “mille mercati”, parliamo<br />
della certificazione “mercato<br />
mediterraneo”, ospitiamo come<br />
sempre la deliziosa Caterina<br />
Mosca con la rubrica “Natura in<br />
cucina” anticipando ciò che di<br />
buono ci apparecchia l’autunno,<br />
e disquisiamo con gioia di dieta<br />
veg (quella che seguo da oltre 20<br />
anni e che personalmente consiglio<br />
caldamente per motivi ambientali,<br />
etici e salutistici) assieme a Carmen<br />
Somaschi.<br />
Con queste premesse <strong>Ecoideare</strong> non<br />
poteva non essere presente al Sana<br />
di Bologna, il salone internazionale<br />
del biologico e del naturale che si<br />
tiene dal 6 al 9 settembre. Infatti ci<br />
saremo. Organizzata da BolognaFiere<br />
in collaborazione con FederBio,<br />
Sana da anni è la più importante<br />
manifestazione fieristica in Italia per<br />
l’alimentazione biologica certificata,<br />
l’erboristica e la cosmetica naturale<br />
e bio: un appuntamento importante<br />
Editoriale<br />
sia per gli operatori professionali<br />
del settore, sia per i consumatori<br />
che a tavola preferiscono<br />
gli alimenti biologici e che<br />
per la cura del corpo ricorrono<br />
a prodotti cosmetici ottenuti<br />
da ingredienti-base naturali e bio.<br />
Veniteci a trovare!<br />
Non di solo cibo si alimenta però<br />
<strong>Ecoideare</strong>. Con Giorgio Nebbia<br />
scopriamo che da poco tempo<br />
il numero di autoveicoli circolanti<br />
nel mondo ha raggiunto la cifra<br />
di un miliardo, uno ogni sette abitanti<br />
della Terra (con tutte le conseguenze<br />
del caso), grazie a Mario Allodi<br />
e Andrea Marziani continua<br />
la valorizzazione delle valli minori<br />
(stavolta ci occupiamo della Val<br />
di Sella), con Giuseppe Pappolla<br />
proseguiamo a indagare il tema Fisco<br />
e Ambiente (l’argomento di questo<br />
numero è molto concreto: detrazioni<br />
fiscali per la coibentazione di pareti<br />
e coperture), Giorgio Schultze<br />
ci accompagna in un viaggio<br />
nell’Acqua a Km Zero, e molto altro.<br />
Insomma: tanta roba, come si dice<br />
adesso...<br />
Buona lettura!<br />
Edgar Meyer<br />
Oggi più che mai, la vita deve venire<br />
caratterizzata da un senso<br />
di responsabilità Universale,<br />
non solo nazione verso nazione<br />
e umani verso umani, ma anche<br />
umani verso altre forme di vita.<br />
Dalai Lama<br />
Sostenibilmente<br />
a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />
UNA BASE SOLIDA PER L’UTILIZZO<br />
SOSTENIBILE DELLE RISORSE FORESTALI<br />
di Salvatore Martire, Luca Peloso, Serenella Sala, Valentina Castellani<br />
L'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia<br />
deve essere supportato da una attenta pianificazione<br />
energetica, e da una approfondita progettazione<br />
dell’intera filiera, che tenga conto anche dell’offerta<br />
energetica territoriale. È la stessa Commissione<br />
Europea che nel Piano d’Azione per la Biomassa<br />
afferma: ”L’energia è la chiave per aiutare l’Europa nel<br />
raggiungimento dei suoi obiettivi per la crescita, il lavoro<br />
e la sostenibilità.”<br />
A livello italiano l’assenza di un Piano o di una Strategia<br />
energetica nazionale non consente di definire una<br />
direzione chiara in termini di politiche energetiche.<br />
Ciononostante, in conformità alla Direttiva 2009/28/CE<br />
e alla Decisione della Commissione Europea del 30<br />
Giugno 2009, il governo italiano ha presentato nel 2010<br />
il Piano d'Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili<br />
che delinea un ruolo chiave per le biomasse, ipotizzando<br />
al 2020 un consumo del 44% rispetto al totale<br />
dei consumi da fonti rinnovabili, pari complessivamente<br />
a 22.3 Mtep prevedendo un ruolo importante<br />
delle biomasse per la produzione di calore, e non solo<br />
di elettricità.<br />
Se da un lato le biomasse forestali sono al centro delle<br />
politiche energetiche, una gestione sostenibile delle<br />
foreste è fondamentale per mantenere il loro potenziale<br />
e garantire i loro servizi ecosistemici. In altre parole,<br />
il punto di vista esclusivamente energetico non è<br />
sufficiente per assolvere una corretta gestione delle<br />
foreste. La Conferenza ministeriale sulla protezione delle<br />
foreste in Europa definisce la gestione sostenibile<br />
dei boschi come “la gestione e l'utilizzazione dei boschi<br />
e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso che<br />
mantenga la biodiversità, la produttività, la capacità<br />
di rigenerazione, la vitalità e la capacità di svolgere, ora<br />
e in futuro, le funzioni ecologiche, economiche e sociali,<br />
a livello locale, nazionale e globale, e che non provochi<br />
danni ad altri ecosistemi.”<br />
Per questo motivo, la Provincia di Como<br />
ed il Canton Ticino hanno promosso un Piano Integrato<br />
Transfrontaliero (PIT SAPALP, Saperi Alpini),<br />
che comprende anche il progetto “Legno: saperi<br />
per un uso sostenibile della risorsa.” Un progetto teso<br />
a dare impulso a filiere bosco-legno-energia locali,<br />
garantendo una gestione sostenibile della risorsa e delle<br />
foreste, e permettendo la differenziazione dell’offerta<br />
energetica nell’area transfrontaliera dello spartiacque<br />
comasco-ticinese.<br />
Uno dei risultati del progetto è la realizzazione<br />
di un Sistema di Supporto alle Decisioni (SSD)<br />
per supportare l’accessibilità e la qualità della legna<br />
locale e lo sviluppo di filiere corte basate sull’utilizzo<br />
di biomasse forestali. Questo sistema permette<br />
di migliorare il processo decisionale operando su una<br />
serie di dati, attraverso l’utilizzo di modelli. Non si<br />
sostituisce al decisore ma “supporta” la decisione quando<br />
il problema da affrontare è complesso e le procedure sono<br />
parzialmente note.<br />
L’obiettivo del sistema di supporto alle decisioni BASE<br />
(Biomasse Alpine per la Sostenibilità Energetica)<br />
sviluppato dal GRISS dell’Università degli Studi<br />
di Milano-Bicocca, partner scientifico del progetto<br />
SAPALP, è fornire un supporto al decisore locale<br />
che vuole pianificare l’utilizzo della risorsa forestale<br />
per autorizzare impianti e/o reti di teleriscaldamento<br />
alimentati a biomassa legnosa di origine forestale,<br />
valutando anche il possibile contributo della legna<br />
in sostituzione ai combustibili fossili tradizionali.<br />
I principali destinatari sono quindi le Amministrazioni<br />
e gli Enti locali, oppure le imprese boschive di grandi<br />
dimensioni che forniscono anche il servizio di fornitura<br />
calore e hanno necessità di pianificare i propri interventi<br />
su scala più ampia.<br />
Il Sistema presentato consiste in dati organizzati<br />
in un GeoDataBase ESRI, utilizzabili in ESRI ArcMAP<br />
10 e compatibili, con possibilità di trasferimento<br />
su un webgis con la visualizzazione di più strati<br />
informativi sulla stessa mappa. Ogni mappa dei risultati<br />
può essere costruita con riferimento alla griglia,oppure<br />
con il dato del potenziale a livello di mappa e/o<br />
di aggregazione.<br />
In tutti i casi è possibile suddividere l’area in base<br />
alla proprietà (pubblica o privata).<br />
È inoltre possibile modificare alcuni dei parametri<br />
utilizzati per il calcolo, per rendere il sistema<br />
maggiormente corrispondente alla realtà analizzata.<br />
Per rendere il sistema aggiornabile nel tempo, e quindi<br />
più funzionale,vengono fornite anche tutte le mappe<br />
di base del sistema e le istruzioni così da poterle<br />
aggiornare o sostituire in caso di disponibilità di dati<br />
più aggiornati e dettagliati.<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014 5
Giorgio Nebbia<br />
Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />
uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />
Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo<br />
nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico,<br />
dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />
UN MILIARDO DI<br />
INSOLENT CHARIOTS<br />
Trappole tecnologiche ben note ai paesi industriali ormai sazi,<br />
anche troppo, di autoveicoli ma in cui cadranno i paesi emergenti,<br />
così assetati delle ”Insolent chariots”, le invadenti carrette,<br />
come lo scrittore americano John Keats ha definito le automobili.<br />
L’automobile sarebbe diventata, proprio cento anni fa,<br />
con l’inizio della “prima” sciagurata guerra mondiale,<br />
un mezzo di trasporto militare essenziale; finita<br />
la guerra, nel 1919, è diventata anche un simbolo di stato<br />
sociale, come prima erano state le carrozze a cavalli.<br />
A soddisfare la nuova domanda di un mondo desideroso<br />
di miglioramento pensò l’americano Henry Ford, il re<br />
delle automobili, introducendo nella sua fabbrica<br />
la produzione “in serie” di veicoli in grande quantità<br />
e a prezzo ragionevole. Gli autoveicoli dovevano essere<br />
quanto più simili fra loro, “standardizzati”, e venivano<br />
messi insieme in una “catena” di mon taggio da operai<br />
affiancati, ciascuno dei quali doveva fare lo stesso gesto,<br />
mentre i veicoli avanzavano su un nastro trasportatore,<br />
per uscire alla fine pronti al viaggio. Una delle prime<br />
automobili prodotte in grande serie negli Stati Uniti era<br />
il favoloso “modello T” che Ford si vantava di poter<br />
offrire di qualsiasi colore purché fosse nero!<br />
La lunga strada avrebbe anche incontrato vari<br />
inconvenienti di natura ambientale. Il primo è stato<br />
rappresentato dal fatto che i motori a scoppio, con ciclo<br />
Otto a benzina o Diesel a gasolio, funzionano quasi<br />
esclusivamente bruciando un derivato del petrolio; la loro<br />
“perfezione” viene pagata con l’inevitabile produzione,<br />
durante la combustione dei carburanti, di gas che sono<br />
nocivi per la salute, principalmente ossido di carbonio,<br />
poi ossidi di azoto, insieme a polveri e idrocarburi<br />
cancerogeni. Molti tentativi di perfezionamento<br />
dei carburanti per renderli più adatti ai motori capaci<br />
di muovere veicoli veloci e grandi, sono stati<br />
accompagnati da crescenti inquinamenti dell’atmosfera,<br />
soprattutto dell’aria delle città.<br />
Il piombo tetraetile, uno degli additivi per benzina<br />
di maggior ”successo”, usato per mezzo secolo,<br />
ha avvelenato migliaia di persone con i composti<br />
del piombo scaricati dai tubi di scappamento.<br />
Il “miglior” agente di attrito dei freni e delle frizioni<br />
è stato per decenni a base di amianto; l’usura<br />
dell’amianto e della gomma dei pneumatici sono<br />
stati fonti di polveri nocive nell’aria. L’aumento della<br />
popolazione di autoveicoli si scontra anche con la limitata<br />
capacità ricettiva delle strade e delle città, come si vede<br />
nelle città europee col traffico congestionato. Senza<br />
contare che quando un autoveicolo non serve più, la sua<br />
“rottamazione”, cioè lo smantellamento per recuperare<br />
una parte dei materiali ancora utili, comporta rilevanti<br />
problemi di inquinamento.■<br />
GIORGIO NEBBIA<br />
Da<br />
poco tempo il numero di autoveicoli<br />
circolanti nel mondo ha raggiunto il valore<br />
di un miliardo, uno ogni sette abitanti della Terra.<br />
Tale numero comprende circa 750 milioni di autoveicoli<br />
passeggeri e circa 250 milioni di autoveicoli commerciali<br />
“leggeri”, definiti come quelli di peso inferiore a 3500<br />
chili. A questi vanno aggiunti circa 400 milioni di camion<br />
“pesanti”. A occhio e croce si tratta di una massa di circa<br />
3000 milioni di tonnellate di ferro, alluminio, gomma,<br />
plastica, e poi rame, cromo, vetro, vernici, eccetera,<br />
che circolano senza sosta nelle strade del mondo, che<br />
trasportano, lungo le strade e nelle città, persone, e poi<br />
merci, alimenti, benzina, macchinari, carta, legname,<br />
metalli, eccetera. Un ininterrotto flusso di materiali che<br />
rappresenta il sangue dell’economia, e che ogni anno<br />
“beve” 2500 milioni di tonnellate di benzina e gasolio,<br />
che immette nell’atmosfera 9 dei 30 miliardi di tonnellate<br />
complessivi di gas serra. In Italia gli autoveicoli<br />
passeggeri sono circa 40 milioni, più di uno ogni due<br />
abitanti, a cui si aggiungono altri quattro milioni di mezzi<br />
di trasporto commerciali. Il traguardo “del miliardo”<br />
è stato raggiunto in poco più di un secolo. Fino alla prima<br />
metà dell’Ottocento gli unici modi per spostare persone<br />
e merci erano le proprie gambe e il cavallo.<br />
A cavallo viaggiavano veloci e senza fatica le persone;<br />
i cavalli trascinavano le carrozze per i passeggeri che<br />
volevano stare più comodi, e i carri con le merci.<br />
Il cavallo, fin dall’alba dell’umanità, è stato così<br />
importante come fonte di energia che gli ingegneri,<br />
quando hanno voluto dare una misura della potenza<br />
delle macchine, non hanno trovato di meglio che<br />
confrontare la loro potenza con quella del cavallo e hanno<br />
chiamato l’unità di misura “cavallo-vapore”, HP<br />
(Horse-Power), corrispondente a circa 0,75 chilowatt.<br />
Il cammino degli autoveicoli è stato lento ed è cominciato<br />
in forma modesta negli ultimi anni dell’Ottocento.<br />
Abbastanza curiosamente, l’avvento del “veicolo che<br />
si muove da solo”, l’auto-mobile, appunto, è stato<br />
all’inizio osteggiato: era rumoroso, spaventava i cavalli,<br />
emetteva fumi e sollevava polveri. Per arrivare all’attuale<br />
miliardo di autoveicoli sono state necessarie innumerevoli<br />
innovazioni tecniche; tanto per cominciare è stato<br />
necessario asfaltare le strade, perfezionare i processi<br />
di raffinazione del petrolio in modo da ottenere<br />
dei carburanti adatti ai nuovi motori, modificare<br />
la tecnologia della gomma naturale e di quella sintetica<br />
per realizzare le coperture delle ruote, fino ai moderni<br />
pneumatici. Soprattutto è stato necessario rivoluzionare<br />
i processi dell’industria meccanica.<br />
Nei primi anni del Novecento le varie parti di ogni<br />
autoveicolo venivano messe insieme a mano.<br />
7
MEDITERRANEO<br />
L’OMBELICO DEL BIO<br />
di Fabrizio Piva e Remo Cicciomei<br />
“…Alcuni millenni orsono il Mediterraneo<br />
era il centro del mondo, almeno di quello<br />
che allora si conosceva e che ha posto le basi<br />
al mondo contemporaneo…”<br />
Il<br />
Mediterraneo, o “mare nostrum”, è la culla<br />
da cui deriva la civiltà contemporanea e, con essa,<br />
la maggior parte delle coltivazioni agricole che oggi<br />
conosciamo e che hanno influito sull’alimentazione,<br />
sull’ambiente e sulla cultura di popoli che si affacciano,<br />
da sponde diverse, sullo stesso mare. Alcuni millenni<br />
orsono il Mediterraneo era il “centro del mondo”, almeno<br />
di quel mondo che allora si conosceva e che ha posto<br />
le basi al mondo contemporaneo. Basti pensare al ruolo<br />
che l’olivo ha avuto nel plasmare e ricoprire le colline,<br />
oppure i cereali e le leguminose che sono alla base<br />
dell’alimentazione e della catena alimentare odierna.<br />
Sul piano commerciale e politico, il Mediterraneo ha<br />
costituito il bacino preferenziale attorno cui si sono<br />
sviluppati il commercio, si sono intensificati gli scambi<br />
culturali e, purtroppo, si sono anche sviluppati molti<br />
conflitti. Il Mediterraneo non poteva non avere un ruolo<br />
anche in materia di produzione biologica.<br />
L’agricoltura, e l’agroalimentare che da essa deriva,<br />
è promanata in tutto il mondo e ha fatto crescere<br />
la cultura della dieta mediterranea, costituita<br />
prevalentemente di frutta, verdura, olio d’oliva,<br />
cereali e legumi. L’agricoltura biologica non poteva<br />
che trovare un luogo di elezione in un’area che<br />
con il suo clima favorisce il lussureggiamento delle<br />
coltivazioni e favorisce l’esaltazione dei sapori, degli<br />
aromi e dei colori. Se nel binomio agricoltura-cibo<br />
gli aspetti economici non sono più scindibili da quelli<br />
ambientali, la triade Agricoltura-Cibo-Mediterraneo<br />
rappresenta un paradigma che può aiutare a comprendere<br />
la complessità delle sfide a cui è chiamato il mondo<br />
intero e in primis l’Europa sul tema del cibo nei prossimi<br />
decenni. Porre la questione del cibo e dell’agricoltura<br />
nell’area mediterranea significa parlare dell’integrazione<br />
tra le due sponde del Mediterraneo e della opportunità<br />
di costruire un’Europa a centralità mediterranea dove<br />
i valori sociali, ambientali e territoriali dell’agricoltura<br />
mediterranea possano finalmente essere utilizzati come<br />
una nuova riserva di sviluppo capace di sintonizzarsi<br />
con i comportamenti di consumo emergenti.<br />
Se a livello mondiale l’agricoltura biologica, secondo<br />
i dati Fibl/Ifoam ha raggiunto una superficie complessiva<br />
intorno ai 37,5 milioni di ettari, il totale della superficie<br />
dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo ammonta<br />
a 5.307, 147 ettari incidendo sul totale mondiale<br />
per il 14,15 %. La superficie biologica dei paesi affacciati<br />
sulla sponda sud ammonta a 799.007 ettari incidendo<br />
sul totale della superficie mediterranea e su quella<br />
mondiale rispettivamente per il 17,72% e per il 2,13%.<br />
In termini di operatori, a livello mondiale sono stati<br />
raggiunti gli 1,9 milioni mentre in ambito mediterraneo<br />
il numero degli operatori dediti all’agricoltura biologica<br />
è di 191.138 che sul totale degli operatori incide per il<br />
10,1%; analizzando gli operatori dei paesi affacciati sulla<br />
sponda sud raggiungiamo i 64.515 che sul totale degli<br />
operatori mediterranei incide per il 37,15%.<br />
Come si può notare, il numero degli operatori dei paesi<br />
a sud del Mediterraneo è molto più rilevante a confronto<br />
con l’incidenza della superfice, questo è frutto di una<br />
struttura fondiaria limitata e frammentata, costituita<br />
di piccoli produttori e proprietari e di alcune aziende<br />
di rilevanti dimensioni gestite dagli stati o da proprietari<br />
stranieri. Il bacino del Mediterraneo è luogo di elezione<br />
per l’agricoltura biologica, sia per quanto attiene<br />
lo sviluppo della domanda interna, collegata alla crescita<br />
delle economie di questi paesi, sia quale fornitore<br />
privilegiato delle principali industrie di trasformazione<br />
e delle catene distributive a livello di mercato mondiale.<br />
Il clima e la tradizione agroalimentare di questi paesi<br />
devono costituire i fattori privilegiati su cui innestare<br />
progetti di sviluppo dell’agricoltura biologica e l’Europa<br />
deve svolgere un ruolo di primo piano e in questo<br />
frangente l’Italia che ne rappresenta la principale<br />
piattaforma geografica e naturale. Sviluppare il mercato<br />
delle produzioni biologiche, però, comporta far crescere<br />
la qualità delle produzioni e la garanzia anche in termini<br />
di processo, necessaria a far decollare la credibilità<br />
verso il mercato e i consumatori. È sulla base di queste<br />
considerazioni e sulla spinta del processo di partenariato<br />
Euro-Mediterraneo di Barcellona del 1995 che all’Istituto<br />
Mediterraneo di Certificazione (IMC) abbiamo<br />
da sempre privilegiato le azioni di sviluppo internazionale<br />
che avessero al centro il Mediterraneo.<br />
L’obiettivo, nel nostro caso, era quello della realizzazione<br />
di un network specializzato nella garanzia<br />
delle produzioni di qualità mediterranee che avesse<br />
credibilità a livello internazionale costituendosi attraverso<br />
una reale azione di partenariato tra professionalità italiane<br />
e dei diversi Paesi mediterranei.<br />
ALIMENTAZIONE<br />
8 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
9
A quindici anni di distanza dall’avvio di quel progetto<br />
sono stati raggiunti risultati importanti e il network<br />
Mediterraneo IMC è una realtà e un punto di riferimento<br />
per molte aziende che operano nel settore alimentare.<br />
Realtà a cui il processo di fusione tra due aziende storiche<br />
che operano nel campo delle certificazione (IMC e<br />
CCPB) apporta oggi ulteriore valore e prestigio ponendo<br />
le basi per una leadership dell’Italia nella garanzia delle<br />
produzioni biologiche Mediterranee. Il gruppo IMC-<br />
CCPB che scaturisce dalla fusione realizzata tra le due<br />
aziende italiane a partire dal 1° Luglio 2014 mette<br />
a disposizione una presenza diffusa e capillare dei servizi<br />
e delle certificazioni di CCPB in tutti i Paesi dell’area<br />
Mediterranea. Il gruppo può contare su strutture operative<br />
locali dotate di personale locale madrelingua, qualificato<br />
secondo gli standard europei, e dispone, oltre che di uffici<br />
direzionali in Italia, di uffici accreditati in ben cinque<br />
Paesi tra cui Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia,<br />
che hanno già esteso la loro operatività agli altri Paesi<br />
dell’area mediterranea. Un radicamento territoriale<br />
e un patrimonio di esperienza acquisiti in tanti anni che<br />
oggi, grazie agli investimenti che si stanno predisponendo<br />
nel campo della ricerca e della informazione, possono<br />
contribuire ad un apporto significativo dell’Italia<br />
nel processo di costruzione di una garanzia credibile<br />
per la certificazione delle produzioni biologiche<br />
e di qualità dei Paesi dell’area Euro-Mediterranea.<br />
Il bacino del mediterraneo presenta una molteplicità<br />
di produzioni e la possibilità di garantire quantitativi<br />
di prodotto importanti per alimentare il flusso di materie<br />
prime necessarie a soddisfare una domanda in grande<br />
e costante crescita. A livello mondiale la crescita annua si<br />
è collocata nell’ultimo quinquennio a tassi intorno al 2%,<br />
solo nel nostro paese i tassi della domanda interna si sono<br />
attestati intorno al 6-7% e a livello europeo a tassi intorno<br />
al 5%. Un settore che testimonia una crescita significativa<br />
anche in un periodo di crisi prolungato come quello che<br />
sta interessando le economie di mezzo mondo<br />
e in particolare quella europea. È necessario che l’Unione<br />
Europea investa sulla sponda sud del Mediterraneo<br />
per favorire la crescita delle economie di questi paesi,<br />
portando con sé il miglioramento delle democrazie<br />
di molti di questi stessi paesi e di conseguenza<br />
il rafforzamento delle capacità produttive e della<br />
domanda interna. Fattori che possono contribuire<br />
a rafforzare gli scambi commerciali in un’ottica<br />
di sviluppo di un’intera area geoeconomica allontanando<br />
così i timori che gli investimenti possano favorire<br />
un paese piuttosto che un altro o creare condizioni<br />
di distorsione competitiva con i paesi dell’UE.■<br />
10<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014
I MILLE<br />
MERCATI DI<br />
CAMPAGNA<br />
AMICA<br />
I 3 PRINCIPI CHIAVE DELLA FILIERA AGRICOLA ITALIANA<br />
Dare valore aggiunto agli agricoltori che insieme<br />
decidono di scommettere sul progetto.<br />
Dare nuove e migliori opportunità di acquisto<br />
ai consumatori che scelgono di fare acquisti<br />
nel nostro circuito.<br />
Contribuire a riequilibrare i rapporti di forza,<br />
in favore della parte agricola, nella filiera<br />
agro-alimentare del nostro Paese.<br />
Toni De Amicis<br />
Agronomo romano, 58enne, con esperienze direttive<br />
in Coldiretti per la promozione dei prodotti agricoli,<br />
lo sviluppo degli itinerari eno-gastronomici e le attività<br />
di tutela ambientale. Attualmente Direttore della<br />
Fondazione Campagna Amica per realizzare nel Paese<br />
una vasta rete di imprese agricole finalizzata ad accorciare<br />
le distanze tra produttori e consumatori, offrendo<br />
servizi utili ai nuovi stili<br />
di vita, a dare risposte ai<br />
nuovi bisogni che emergono<br />
dalla domanda dei<br />
cittadini e a potenziare<br />
le attività agricole multifunzionali,<br />
sostenibili ed<br />
etiche.<br />
ALIMENTAZIONE<br />
di Toni De Amicis<br />
La<br />
Coldiretti è partita cinque anni fa per costruire<br />
una rete di produttori in vendita diretta per<br />
rispondere, con un’offerta seria e organizzata, alla forte<br />
domanda di Made in Italy proveniente dai consumatori.<br />
Con l’inaugurazione del mercato di Cervia è stato<br />
raggiunto il significativo numero di 1.000 mercati attivi<br />
con il marchio Campagna Amica.<br />
Oggi, dopo questi anni intensi ed appassionati di lavoro,<br />
possiamo dire che questi obiettivi sono stati raggiunti,<br />
e quindi possiamo dire con grande orgoglio che<br />
Campagna Amica non è più solo un progetto ma<br />
una realtà sociale ed economica, che è diventata nuovo<br />
patrimonio materiale ed immateriale dell’agricoltura<br />
italiana. Un patrimonio composto oltre che dai farmer’s<br />
market, dalle migliaia di fattorie e dalle centinaia<br />
di botteghe di prossimità, di agriturismi, e di cooperative<br />
in vendita diretta. Una Rete che dalla Sicilia al Trentino<br />
ha saputo adottare e condividere gli stessi valori, le stesse<br />
regole, lo stesso format di vendita ed uno stesso sistema<br />
di controllo che conferisce autorevolezza e serietà<br />
al nostro circuito commerciale.<br />
Una rete capace di realizzare in un anno oltre 30.000<br />
giornate mercato, coinvolgere almeno 20.000 produttori<br />
agricoli, di intercettare più di 9 milioni di consumatori<br />
e di aggregare un fatturato superiore ai 500 milioni<br />
di euro (è sicuramente configurabile come un nuovo<br />
modello distributivo per i prodotti alimentari di sicura<br />
provenienza agricola ed italiana). Ma è anche allo stesso<br />
tempo un circuito di tutta “l’offerta di campagna”, dove<br />
insieme al cibo in filiera corta si vende l’ospitalità rurale<br />
dei nostri agriturismi, la gastronomia tipica della nostra<br />
alimentazione, la magnifica cultura rurale<br />
e le straordinarie risorse ambientali dei nostri territori.<br />
Con Campagna Amica parliamo quindi di una nuova<br />
offerta commerciale, sostenibile e compatibile, capace<br />
di dare vera “distintività al Made in Italy”, quindi<br />
concreto “valore aggiunto” agli agricoltori e “nuovo<br />
valore” ai cittadini. Tutto questo è stato possibile grazie<br />
al lavoro di tutti gli operatori, aderenti e dirigenti<br />
Coldiretti che, si sono battuti ogni giorno per affermare<br />
un nuovo modello di produzione e di consumo,<br />
più trasparente e più equo per tutti.■<br />
13
IN CUCINA<br />
CON NATURA<br />
L’AUTUNNO<br />
di Caterina Mosca<br />
ALIMENTAZIONE<br />
CertifiChiamo in armonia Con la natura<br />
CCPB CertIfICa ProdottI BIoLogICI ed eCosostenIBILI<br />
deL settore agroaLImentare e no food<br />
<strong>Settembre</strong> e ottobre ci accompagnano all’incontro<br />
con l’Autunno, stagione di grande importanza nella<br />
relazione fra il nostro organismo e il ciclo dell’anno<br />
solare. Per affrontare il cambiamento di clima e i primi<br />
freddi, è indispensabile affidare la cura del nostro corpo<br />
alla saggezza della natura, che in questo periodo offre<br />
alle nostre tavole frutti e ortaggi capaci di nutrire il nostro<br />
sistema immunitario e fornire un buon apporto di energia;<br />
fichi, prugne, sedano, topinambur e castagne sono solo<br />
alcuni di questi preziosi doni, cui si aggiunge un legume<br />
che, raccolto in estate, arriva a sostenere la nostra dieta.<br />
COME NATURA CREA<br />
I ceci, considerati da sempre la carne dei poveri grazie<br />
al loro apporto proteico, fanno parte della famiglia delle<br />
leguminose. Il nome scientifico, Cicer arietinum, pare<br />
sia stato ispirato dalla forma tondeggiante del seme,<br />
che ricorda la testa di un ariete. Tipici di tutta l'area<br />
Mediterranea, i ceci erano impiegati in cucina Egizi che<br />
ai Romani, che usavano mangiarli fritti. I ceci, per essere<br />
consumati, devono essere prima ammollati e poi cotti.<br />
Fra tutti i legumi risultano essere i più digeribili, grazie<br />
alla loro capacità di stimolare la produzione di succhi<br />
gastrici. Favoriscono la riduzione del livello<br />
di colesterolo nel sangue e anche la diuresi.<br />
Rappresentano un grande supporto nella dieta vegetariana<br />
e, se assunti insieme ad altri alimenti, rallentano<br />
l’assorbimento dei carboidrati, riducendo i rischi di crisi<br />
ipoglicemiche. Contengono anche un buon livello di acidi<br />
grassi insaturi, noti con il nome di Omega 3: questi acidi<br />
abbassano i trigliceridi nel sangue apportando benefici<br />
alla circolazione e alla salute del cuore. Ricordiamo,<br />
per rendere più digeribili tutti i legumi, di aggiungere<br />
alla loro acqua di cottura una foglia di alloro<br />
o un pezzetto di alga kombu.<br />
COME NATURA CURA<br />
Mescolando la farina di ceci con dell’olio extra-vergine<br />
d’oliva si ottiene… uno scrub molto utile per la pulizia<br />
del corpo! Inoltre, a contatto con l'acqua, la farina di ceci<br />
sprigiona saponine naturali: e diluita in acqua offre<br />
un detergente molto delicato per i capelli.<br />
L’agroalimentare<br />
biologico<br />
CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />
per l’attività di controllo e certificazione dei<br />
prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />
Controllo<br />
e Certificazione<br />
CCPB srl<br />
Il biologico<br />
non food<br />
CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />
nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />
con metodo bio, secondo gli standard<br />
internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />
Habitat e i nostri standard privati.<br />
Via J. Barozzi 8<br />
40126 Bologna, italy<br />
I prodotti<br />
eco-sostenibili<br />
CCPB certifica i prodotti agroalimentari e non,<br />
in base a standard nazionali e internazionali<br />
quali la produzione integrata, la detergenza,<br />
la rintracciabilità di filiera, GLOBALGAP, QS, la<br />
certificazione di prodotto e quella di sostenibilità.<br />
tel +39 051 6089811<br />
fax +39 051 254842<br />
ccpb@ccpb.it<br />
www.ccpb.it<br />
Ingredienti per i falafel:<br />
● 250 g ceci secchi<br />
● 1 cipolle bionde<br />
● 1 e 1/2 spicchio d’aglio<br />
● 1/2 mazzo di prezzemolo<br />
● 1 C. cumino<br />
● sale q.b.<br />
● 1 pizzico di bicarbonato<br />
di sodio<br />
Per l’hummus:<br />
● 250 g ceci cotti<br />
● 75 g tahina<br />
● succo di 1 limone<br />
● 1/2 spicchio d’aglio<br />
● 50 ml olio e.v.o.<br />
● 5 g sale<br />
● acqua q.b.<br />
FALAFEL CON HUMMUS DI CECI<br />
di Elena D’Alto<br />
Procedimento:<br />
● La sera prima, ammollate i ceci in acqua fredda.<br />
Dopo 24 ore, riponete i ceci, le cipolle mondate<br />
e pelate, gli spicchi di aglio privi della buccia<br />
e il prezzemolo all’interno del frullatore.<br />
Quando il composto risulterà granuloso, versatelo<br />
in una bacinella e terminate di impastare a mano,<br />
aggiungendo cumino, sale e infine il bicarbonato.<br />
Scaldate una buona quantità di olio per friggere.<br />
Continuando a impastare a mano, formate delle<br />
polpette e friggete. Quando saranno ben dorate,<br />
scolatele e riponetele sulla carta assorbente<br />
ad asciugare. Nel frattempo, riponete in un mixer i ceci<br />
cotti, la tahina, il succo di limone, lo spicchio d’aglio<br />
pelato, l’olio e il sale. Frullate e aggiungete l’acqua<br />
poco per volta, continuando a frullare fino a che non<br />
avrete raggiunto la densità desiderata. Riponete<br />
in frigorifero e servite abbastanza freddo.■<br />
15
V<br />
QUALITA’<br />
VEGETARIANA<br />
Qualità Vegetariana<br />
di Carmen Nicchi Somaschi<br />
Presidente Associazione Vegetariana Italiana<br />
L’Associazione Vegetariana Italiana vuole garantire il futuro di un movimento che non è una<br />
moda ma uno stile di vita basato su consapevolezza e tenacia.<br />
Il<br />
movimento vegetariano è cresciuto negli ultimi<br />
anni, secondo alcune ricerche in Italia i vegetariani<br />
oscilliano tra gli 8 e i 10 milioni, praticamente un mercato<br />
emergente, un popolo di individui, in crescita, che ha<br />
deciso di essere coerente e informato.<br />
Abbiamo percorso molta strada ma ancora di più ne<br />
dobbiamo percorrere. È un momento particolare che<br />
sottolinea anni di lungo e paziente lavoro. Abbiamo<br />
passato periodi di solitudine, quando ci deridevano o non<br />
capivano la nostra scelta, momenti di stanchezza quando<br />
la confusione veniva usata per rallentare il cammino che<br />
avrebbe portato a cambiamenti inevitabili, attimi<br />
di panico quando le informazioni venivano gestite<br />
con l’obiettivo di confondere.<br />
Ora guardo al passato con grande rispetto per coloro che<br />
ci hanno preceduto in momenti dove tutto era difficile:<br />
niente latte vegetale sugli scaffali dei supermercati, poco<br />
pane senza strutto, nulla di vegetariano appetibile sulle<br />
tavole dei ristoranti e ancor meno di vegano.<br />
Anzi la parola vegano doveva essere spiegata: non erano<br />
gli abitanti del pianeta vega. Poi guardo il presente<br />
serena. Abbiamo costruito per avere un mondo migliore,<br />
ma non basta. Quando un movimento cresce, aumentano<br />
anche le probabilità di avere sul mercato prodotti definiti<br />
vegetariani o vegani non in sintonia con i nostri dettami.<br />
Per questo è necessario guardare al futuro.<br />
Il nostro futuro è sicuramente una scelta consapevole,<br />
uno stile di vita, non un fatto di moda, mai un attimo<br />
fuggente. Un percorso dal quale non si torna indietro.<br />
Da questa consapevolezza nasce l’idea di Qualità<br />
Vegetariana: un progetto, un marchio, una certificazione.<br />
Il progetto ci porta alla scoperta di cibi sani, genuini,<br />
naturalmente vegetariani. Prodotti della nostra terra<br />
spesso dimenticati o ignorati, sapori antichi che ci danno<br />
il piacere di una buona e sana tavola.<br />
A noi che scegliamo un’alimentazione vegetariana<br />
o vegana piace la buona cucina, dove gli aromi e le<br />
fragranze si mescolano con passione, amore e fantasia.<br />
Le nostre regioni hanno piatti tradizionali adatti a noi,<br />
ricette vegane e vegetariane fatte con prodotti locali.<br />
Anni fa viaggiando per il nostro Bel Paese, se eravamo<br />
fortunati, ci veniva propinata pasta al pomodoro e<br />
insalata, ora abbiamo la possibilità di degustare i prodotti<br />
locali in ottime ricette che si attengono ai nostri principi.<br />
Un Marchio per prodotti italiani che ha la forza<br />
di un disciplinare di 20 anni, costantemente aggiornato<br />
e rivisto in base alle leggi e agli sviluppi prodotti di anno<br />
in anno, una tutela per i vegani e i vegetariani a tavola.<br />
Una certificazione fatta da enti esterni: CSQA per il cibo<br />
e Valoritalia per il vino vegan, riconosciuti dallo Stato<br />
Italiano, che garantiscono il controllo in base al nostro<br />
disciplinare. Il controllo è l’aspetto più importante<br />
di una certificazione. È importante infatti identificare<br />
se i prodotti usati sono realmente VEG secondo i nostri<br />
parametri e non secondo quanto stabilito da aziende che<br />
cercano di accreditare prodotti non conformi al nostro<br />
disciplinare. Qualità Vegetariana nasce soprattutto<br />
per tutelare il movimento VEG cresciuto grazie al lavoro<br />
di molti volontari che dal 1952 hanno lavorato<br />
per il vegetarismo all’interno della nostra Associazione.■<br />
> foto di Gian Pancrazio Pala<br />
ice<br />
a cura della redazione<br />
Da<br />
Luigi Graziosi, maestro gelatiere, patron<br />
di Gelati Graziosi, azienda giovane e<br />
dinamica che porta dentro di sè oltre vent’anni di<br />
esperienza nel settore, nasce Vice, il gelato che va bene<br />
per tutti, genuino, gustoso, adatto per vegani, celiaci,<br />
intolleranti.<br />
L’unicità di Vice è data dalla formula studiata e testata<br />
da Luigi Graziosi, Protein-Vit 5, a base di proteine<br />
idrolizzate di pisello, fibra di acacia Gum, gomma<br />
naturale di tara e di xanthano. Ingredienti che non<br />
contengono glutine e che sostituiscono completamente<br />
i mono e di-gliceridi degli acidi grassi presenti in tutte<br />
le formulazioni standard.<br />
Un gelato che va bene per tutti<br />
con frutta e verdura biologica, senza traccia<br />
di grassi animali, senza glutine, buono,<br />
sano e cremoso.<br />
Un gelato sempre fresco che segue<br />
la stagionalità degli ortaggi e della frutta, perfetto<br />
nell’ambito di una dieta sana, nutriente<br />
ed equilibrata e che può essere preparato<br />
anche a casa propria. È possibile infatti acquistare<br />
la base già predisposta e con acqua frutta e/o verdura<br />
prepararsi da soli, degli splendidi gelati. Sono anche<br />
disponibili delle gustose ricette stagionali.<br />
Conosciamo meglio Luigi Graziosi…<br />
®<br />
Luigi Graziosi ha avviato la sua<br />
attività di maestro gelatiere nel 1990<br />
aprendo “il Re del Gelato” in Costa<br />
Azzurra. Rientrato in Italia dopo un’<br />
esaltante esperienza a Parigi con la<br />
gelateria “Delice de Venise”, viene<br />
chiamato dalla più importante industria<br />
di semilavorati per gelateria a livello mondiale, in qualità di tecnico<br />
formatore. Nel 2006 apre a Nizza una scuola per gelatieri. Nel 2010<br />
rientra definitivamente in Italia per aprire la “ Gelati Graziosi”<br />
dedicandosi al gelato vegetariano che oggi possiamo gustare.<br />
Ricercatore, formatore, consulente tecnico, a lui dobbiamo la scoperta<br />
di Protein-Vit 5 che ha consentito a tutti, ma proprio a tutti, di godersi<br />
il piacere di un buon gelato. luigi.gelato@alice.it<br />
Ricette e degustazioni al Sana, padiglione 31, stand c37.<br />
IL GELATO VEGANO<br />
Ma non finiscono qui le specialità di Gelati Graziosi:<br />
● Easy fruit e Easy cream sono basi per gelati vegetali,<br />
ipocalorici, senza zucchero,<br />
● “Gelato casher” studiato per rispondere alle leggi<br />
alimentari che governano la gastronomia ebraica.<br />
La “Gelati Graziosi” un’esperienza tutta da provare<br />
a casa o in gelateria.<br />
> Creative direction Francesca Magnelli<br />
il gelato100%<br />
VEGETALE<br />
ALIMENTAZIONE<br />
16 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
17
Confesso di buon grado che l’uso dei concimi chimici era basato su presupposti in<br />
realtà inesistenti. I concimi chimici avrebbero dovuto portare una completa rivoluzione<br />
nell’agricoltura, sarebbe stato abbandonato il letame di stalla e sarebbero state sostituite<br />
con i concimi chimici tutte le sostanze minerali asportate dai raccolti. Si sarebbe potuta<br />
coltivare sempre la stessa pianta sullo stesso campo, [...], senza discontinuità e senza<br />
che si esaurisse la fertilità del suolo, secondo i desideri ed i bisogni dell’agricoltore.<br />
Avevo peccato contro la saggezza del Creatore ed ho ricevuto la meritata punizione.<br />
Volevo portare un miglioramento alla sua opera e nella mia cecità credevo che nel<br />
meraviglioso concatenamento delle leggi che regolano la vita nella superficie terrestre,<br />
continuamente rinnovandola, fosse stato dimenticato un anello, che io, povero verme<br />
impotente, avrei dovuto fornire.<br />
Justus von Liebig<br />
CONCIMARE<br />
E CORROBORARE<br />
SECONDO NATURA<br />
di Nicola Saluzzi<br />
Così scriveva verso la fine della sua vita lo scienziato<br />
Justus von Liebig (1803-1873), che ammetteva<br />
di non essere più convinto della necessità di intervenire<br />
con la chimica nell'agricoltura. E nonostante il suo<br />
esplicito ricredersi, l'industria chimica ha continuato<br />
a produrre sostanze sintetiche per l'agricoltura in grandi<br />
quantità, molte delle quali fortemente tossiche e non<br />
degradabili, spesso assorbite da organismi viventi<br />
nei quali si accumulano.<br />
Con i concimi e i fertilizzanti l'industria chimica<br />
ha realizzato per molti anni ingenti guadagni senza<br />
valutare i danni alla salute dell'uomo e all'ambiente.<br />
Un terreno trattato con prodotti chimici si<br />
impoverisce fino ad esaurire i nutrienti che<br />
lo rendono fertile, e costringe l'agricoltore<br />
a ripetere la somministrazione di prodotti<br />
estranei al ciclo naturale per avere una resa<br />
dal suo lavoro. Questo metodo veniva accettato<br />
dalla grande maggioranza degli agricoltori<br />
(soprattutto dopo gli anni Cinquanta) grazie<br />
alla pressione e alla complicità industria-politica,<br />
laddove veniva incentivata<br />
e premiata la maggiore produzione a<br />
scapito della qualità, senza il minimo<br />
rispetto dell'ambiente<br />
e del ciclo della natura.<br />
Le conseguenze di questa politica<br />
incosciente sono evidenti sotto<br />
molteplici aspetti a cominciare<br />
dall'aumento delle allergie e delle<br />
intolleranze alimentari.<br />
Il discorso è complesso: varia a seconda del clima,<br />
della specie e della famiglia del vegetale.<br />
È intuitiva ed evidente la differenza tra una quercia<br />
e una pianta aromatica, ed è altrettanto evidente<br />
(sia per l’impegno che per la resa economica)<br />
che il risultato di un campo agricolo è diverso<br />
dall’aspettativa che si ha nel dilettarsi a curare<br />
un piccolo giardino.<br />
PROCESSO TRIPHILLA<br />
RILASCIO DI<br />
SOSTANZE NUTRITIVE<br />
ADDIO<br />
SOSTANZE NOCIVE<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Da almeno trent’anni assistiamo<br />
ad un'inversione di tendenza.<br />
Un’agricoltura pulita produce alimenti<br />
di qualità e cibo sano, con benefici<br />
all'ambiente e perchè no, al paesaggio che,<br />
come in altre pagine viene descritto,<br />
è una variabile del vivere sostenibile.<br />
Per quanto in sunto, questa nota introduce<br />
all'argomento degli integratori<br />
per la salute delle piante su cui abbiamo<br />
deciso di porre la nostra attenzione.<br />
Sì, perchè anche i vegetali hanno bisogno<br />
di essere rinforzati e tonificati.<br />
Infatti, così per come le persone che,<br />
o per carenza o per mantenersi in forma, assumono<br />
vitamine e minerali, le piante soffrono se il terreno<br />
non ha le caratteristiche ottimali per una piena<br />
crescita. Il terreno deve contenere quel mix di minerali e<br />
di sostanze organiche che consentano alla pianta<br />
di svilupparsi. Inoltre, la pianta è soggetta alle<br />
aggressioni degli agenti esterni che possono<br />
determinare il suo stato di salute.<br />
BENVENUTI<br />
MICRO ORGANISMI!<br />
18 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
19
Come per la specie umana, anche per quella vegetale vale<br />
il detto che PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE.<br />
Per questo ci avvaliamo della competenza di Mauro<br />
Carlin, agrotecnico, specializzato in agricoltura<br />
biodinamica, a cui rivolgiamo alcune domande<br />
sui concimi e sui corroboranti.<br />
D.: Sappiamo che per una coltivazione non spontanea,<br />
il concime è necessario, l’importante è che sia naturale,<br />
anzi, meglio se biologico. Siccome l’agricoltura<br />
biologica e biodinamica prevedono un totale rigore nel<br />
trattare sia il terreno che la pianta, possiamo parlare<br />
tecnicamente del metodo bio, come sistema<br />
di prevenzione naturale dalle malattie?<br />
M.C.: Certamente, la base della prevenzione sta nella<br />
corretta crescita e riproduzione delle piante, questa<br />
avviene se esse vivono in simbiosi con il terreno che non<br />
è un supporto inorganico ma un unicum in cui miliardi<br />
di microorganismi in un solo grammo di terra elaborano<br />
sostanza organica in decomposizione e elementi<br />
minerali. Le malattie arrivano solo se la linfa non scorre<br />
armoniosamente e ha una composizione scadente.<br />
Le piante sanno come trarre con le loro radici<br />
il nutrimento necessario a patto che il loro ambiente<br />
sia in equilibrio.<br />
sempre prima e dopo le semine e trapianti<br />
ma in particolare negli stress idrici, su terreni carenti,<br />
in annate climaticamente difficili.<br />
La legge definisce quali sono i prodotti corroboranti<br />
e ne regolamenta l’uso in agricoltura (D.M. n. 18354<br />
del 27 novembre 2009 e successivo D.P.R. n. 55 del 28<br />
febbraio 2012).<br />
Il corroborante lavora sull’intero sistema immunitario<br />
della pianta, non agisce solo nello spazio ad essa<br />
interessato ma va a stimolare un equilibrio tra nutrienti<br />
ed enzimi presenti nel suolo, ha la capacità di ripulire<br />
il terreno più prossimo dagli agenti inquinanti,<br />
e per logica conseguenza, produce benefici anche nello<br />
spazio circostante.<br />
Un altro utilizzo di Triphylla è nelle centrali di biogas.<br />
Mescolato con le biomasse, rifiuti agroalimentari<br />
o liquami nella fase di immissione nel digestore,<br />
Triphylla agisce su due livelli: da una parte agevola<br />
la fermentazione delle biomasse, favorendo la<br />
moltiplicazione dei batteri anaerobici metanogeni,<br />
dall’altra “cattura” e pulisce da eventuali sostanze<br />
inquinanti che possono inibire la fermentazione.<br />
Queste sostanze possono essere metalli pesanti, residui<br />
di farmaci ad uso zootecnico o comunque presenti<br />
accidentalmente nei residui.<br />
IL CARICO<br />
ENERGETICO<br />
DI PRODOTTO<br />
di Angelo Pozzi<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
D.: Quando e come abbinare al concime<br />
un fertilizzante?<br />
M.C.: Distinguiamo meglio. La sostanza organica che<br />
è sulla strada della decomposizione come gli scarti<br />
colturali, le foglie, il letame ed il compost vegetale<br />
trovano la possibilità di decomporsi bene solo se<br />
i microorganismi presenti vivono, si alimentano,<br />
si riproducono su un complesso argillo-umido poroso,<br />
colloidale, in un terreno arieggiato e vivo. Nel caso<br />
di un terreno schiacciato per anni dalle ruote di pesanti<br />
trattori e rovinato dalla chimica intensiva anche<br />
la struttura porosa e vitale del terreno si è persa.<br />
Quindi non si tratta di aggiungere un fertilizzante<br />
ma di migliorare la struttura del terreno.<br />
TRIPHYLLA, dunque, è la risposta alla domanda<br />
di sostenibilità in agricoltura: una filosofia che cambia<br />
la logica dell’intervento finalizzato esclusivamente<br />
allo sfruttamento in termini produttivi della pianta<br />
e vede il rapporto uomo-natura in modo armonico.■<br />
D.: Mauro Carlin, lei è uno dei consulenti dell’azienda<br />
che produce TRIPHYLLA, che secondo le analisi<br />
di laboratorio, risulta essere il miglior corroborante<br />
agricolo oggi in commercio. Ci spiega in breve quando<br />
e come si può ricorrere al corroborante?<br />
M.C.: Nel caso in cui ci si avvia alla conversione con<br />
metodi biologici, meglio ancora se bio-dinamici, va<br />
considerata di primaria importanza la struttura del<br />
terreno. L`aggiunta di piccole quantità di Triphylla nella<br />
preparazioni dei letti di semina fa sì che le microscopiche<br />
strutture alveolari dei cristalli del prodotto abbiano una<br />
straordinaria capacità di scambio cationico, trattengano<br />
il calore, l'acqua e conferiscano un’energia particolare<br />
alla pianta se spruzzati sul fogliame. Quindi, si può usare<br />
Nelle comunicazioni rivolte al pubblico che hanno<br />
come argomento ambiente ed ecosostenibilità, si<br />
utilizzano sostantivi o perifrasi il cui significato è ormai<br />
chiaro, diffuso e anche condiviso da un consistente<br />
numero di persone. Termini come “inquinamento”,<br />
“impatto ambientale”, “agricoltura biologica”,<br />
“risparmio energetico”, “emissioni di CO2”, ecc.,<br />
fanno parte del lessico quotidiano della nostra società.<br />
Tuttavia questi concetti, seppur noti e condivisi, non<br />
sembrano in grado di offrire apporti concreti alla<br />
creazione ed allo sviluppo di una cultura diffusa<br />
e di fornire un contributo efficace all’evoluzione<br />
ed al miglioramento del comportamento quotidiano<br />
e del costume. Il metodo che, qui di seguito, viene<br />
sinteticamente illustrato, è applicabile a qualsiasi tipo<br />
di prodotto (coltivazioni agricole, prodotti industriali,<br />
servizi). È immediatamente comprensibile tanto<br />
all’amministratore delegato di una grande azienda,<br />
quanto alla casalinga che si approvvigiona di prodotti<br />
per la casa agli scaffali del supermercato. E’ in grado<br />
di assicurare la confrontabilità, sotto uno specifico<br />
profilo, di prodotti omologhi di qualsiasi tipo (biciclette<br />
con biciclette, latte alimentare con latte alimentare,<br />
detersivi con detersivi).<br />
20 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
21
COS’È IL CARICO ENERGETICO DI PRODOTTO<br />
Con la dicitura Carico Energetico di Prodotto si intende<br />
una caratteristica sintetica di un prodotto specifico,<br />
risultante dalla somma algebrica di tre componenti:<br />
1. Il contenuto energetico del prodotto pronto all’uso<br />
(quantità di energia impiegata per generarlo e<br />
consegnarlo al punto di vendita o di utilizzo).<br />
2. Il consumo/produzione di energia del prodotto in<br />
esercizio (quantità di energia utilizzata per funzionare<br />
o generata durante il suo prevedibile ciclo di vita).<br />
3. L’assorbimento energetico per la sua inertizzazione<br />
o per il suo condizionamento al termine del<br />
ciclo di vita (intendendo per inertizzazione il<br />
collocamento a rifiuto senza impatti ambientali e per<br />
condizionamento la sua trasformazione finalizzata<br />
al riutilizzo).<br />
Le componenti 2 e/o 3 possono non essere presenti<br />
in tutti i prodotti (ad es. nei generi alimentari).<br />
Il Carico Energetico di Prodotto si esprime in numero<br />
di Kwh, quantificati o sul prodotto singolo (ad es.<br />
un certo modello di automobile di una data marca)<br />
o per unità di quantità prodotta (ad es. 1 ton di pasta).<br />
Chi scrive ha già applicato sul campo il metodo, in via<br />
sperimentale, nel settore agro-zootecnico,<br />
per la determinazione del carico energetico della<br />
produzione di mais, riso, latte bovino, carne bovina<br />
e carne suina, ottenendo risultati di sicuro interesse.<br />
Il Carico Energetico di Prodotto viene determinato<br />
per un prodotto specifico ed è quindi necessario<br />
analizzare il corrispondente processo produttivo,<br />
per il quale è indispensabile stabilire, in base<br />
a precisi criteri, il punto di inizio “α” e di termine “ω”.<br />
All’interno di questi estremi si procede alla misurazione<br />
(mediante rilievi e registrazioni) ed al calcolo finale<br />
del carico energetico di quel prodotto generato con quel<br />
processo produttivo. La quantificazione in Kwh può<br />
essere raffinata quanto si vuole, a seconda del grado<br />
di finezza delle misurazioni ed in base a prestabilite<br />
soglie di significatività dei singoli apporti energetici,<br />
che contribuiscono alla quantificazione totale e finale.<br />
Dunque il Carico Energetico di Prodotto è il risultato<br />
di una misura strumentale, ripetibile e controllabile,<br />
effettuata su uno specifico prodotto, generato da uno<br />
specifico processo produttivo.<br />
La sua quantificazione in Kwh può essere utilizzata<br />
per “etichettare” il prodotto e, quindi, per stabilire<br />
un confronto oggettivo e immediato con il carico<br />
energetico di un prodotto omologo.<br />
I vantaggi per l’impresa, per l’utilizzatore,<br />
per la collettività. L’utilità della determinazione<br />
del Carico Energetico di Prodotto si caratterizza,<br />
innanzitutto, come stimolo all’innovazione,<br />
se si assume la riduzione del carico energetico<br />
come obbiettivo vincolante.<br />
Ciò comporterà i seguenti risultati positivi per l’impresa:<br />
• minori costi energetici di produzione;<br />
• miglioramento dell’immagine di mercato, legato<br />
ai minori consumi di esercizio del prodotto ed ai minori<br />
oneri della sua inertizzazione/condizionamento a fine<br />
ciclo di vita;<br />
• maggiore competitività potenziale sul mercato.<br />
Ciò consentirà di trasferire al cliente/utilizzatore finale<br />
le seguenti percezioni positive:<br />
• possibile economicità di acquisto rispetto ad altri<br />
prodotti omologhi utilizzabili per impieghi equivalenti;<br />
• maggiore economicità di esercizio e di inertizzazione/<br />
condizionamento rispetto ad altri prodotti omologhi;<br />
• migliori potenzialità di realizzazione di prodotti derivati<br />
con minori carichi energetici di produzione;<br />
• maggior valore intrinseco del prodotto.<br />
Sia il produttore che l’utilizzatore assumono un ruolo<br />
attivo e positivo nei confronti dell’intera collettività,<br />
sotto i seguenti aspetti:<br />
• contributo alla riduzione di costi di produzione,<br />
• utilizzazione e inertizzazione/condizionamento;<br />
• contributo al risparmio delle risorse;<br />
• contributo alla salvaguardia dell’ambiente.<br />
Valore strategico e culturale della proposta, oltre che<br />
costituire, come si è accennato, un efficace stimolo<br />
per le imprese all’innovazione, l’obbiettivo della<br />
riduzione del carico energetico del prodotto presenta<br />
ulteriori vantaggi. La proposta riveste un valore strategico<br />
in quanto stimola a prendere in considerazione anche<br />
altri, diversi e importanti aspetti riguardanti uno specifico<br />
prodotto, che non rientrano in senso stretto nel processo<br />
di produzione vero e proprio, ma che hanno notevole<br />
incidenza in termini di sostenibilità e di salvaguardia<br />
ambientale. Tanto per citarne alcuni: i trasporti,<br />
l’incidenza delle confezioni o delle parti destinate<br />
a rifiuto, i consumi energetici per la conservazione<br />
e così via. La proposta porta con sé anche un valore<br />
culturale.<br />
Oggi, se immaginassimo di chiedere a qualsiasi cittadino<br />
il significato di termini o concetti come “inquinamento”,<br />
“impatto ambientale”, “risparmio energetico”,<br />
probabilmente troveremmo moltissime risposte pertinenti<br />
e posizioni chiare e generalizzate: tutti desiderano<br />
ridurre l’inquinamento, limitare l’impatto ambientale,<br />
consumare meno energia. Ma se, alle stesse persone<br />
chiedessimo come effettuano le loro scelte, nella vita di<br />
tutti i giorni, per conseguire gli stessi obbiettivi (quando<br />
comprano prodotti alimentari, quando acquistano arredi<br />
per la casa, quando utilizzano un mezzo di trasporto,<br />
quando comperano un utensile per la loro attività) pochi<br />
sarebbero in grado di indicare parametri concreti<br />
e quantificabili, in base ai quali orientare la scelta. Sotto<br />
il profilo della salvaguardia dell’ambiente e della tutela<br />
delle risorse raramente disponiamo di informazioni<br />
semplici ed utili per operare scelte consapevoli<br />
e razionali. In questo senso la determinazione del Carico<br />
Energetico di Prodotto acquisisce anche una valenza<br />
culturale diffusa, rappresenta cioè una conoscenza<br />
disponibile per tutti, comprensibile a tutti e utilizzabile<br />
proficuamente da tutti.<br />
Se, quando acquisteremo un prodotto, impareremo<br />
a guardare, insieme al prezzo in €, anche il carico<br />
energetico in Kwh, c’è da essere sicuri che anche<br />
il nostro costume di vita si modificherà. Anche per<br />
i motivi che sono stati illustrati e per altri facilmente<br />
intuibili, EXPO 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia<br />
per la Vita può veramente rappresentare un’occasione<br />
per avanzare proposte concrete che favoriscano la nascita<br />
di “un nuovo umanesimo per lo sviluppo”.■<br />
Angelo Pozzi<br />
Laureato in ingegneria civile, indirizzo territoriale al Politecnico di<br />
Milano, già Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Lodi Direttore<br />
della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Milano dal 2010<br />
a marzo 2014. Ha operato ed opera prevalentemente nel campo<br />
della progettazione, direzione lavori<br />
e consulenza di opere di urbanizzazione,<br />
dell’ingegneria agraria, idraulica<br />
e dell’efficienza energetica degli<br />
edifici. Per la Coldiretti di Milano<br />
e Lodi ha sviluppato e realizzato il<br />
progetto sperimentale “Determinazione<br />
del Carico Energetico di Prodotto<br />
in ambito produttivo agro-zootecnico”<br />
22<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014
« L’imitazione del bello della natura<br />
o si volge a un singolo oggetto<br />
oppure raccoglie le osservazioni<br />
fatte su diversi soggetti e le mette<br />
insieme su uno solo.<br />
La prima si chiama copia, simile,<br />
ritratto... La seconda invece è la via<br />
che porta al bello universale e alle<br />
figure ideali, ed è quella che hanno<br />
seguito i greci »<br />
J. Winckelmann, 1756<br />
VAL DI<br />
SELLA<br />
RACCOLTA ARTISTICA<br />
IN ALTOPIANO<br />
FRA OPERE DELL’UOMO<br />
E DELLA NATURA<br />
di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
Lasciando Trento alle spalle si deve percorrere<br />
la Valsugana. Ampia valle circondata da alte montagne<br />
verdeggianti. Lo spazio vallivo è luminoso e la salita è<br />
dolce. Dopo qualche chilometro si incontra un paesaggio<br />
lacustre caratterizzato dai bacini di Levico e Caldonazzo;<br />
sembrerebbe pianura se non fosse per le quinte di uno<br />
scenario che ci mentova di essere in alpe.<br />
L’ampia valle è attraversata dal fiume Brenta che<br />
caratterizza e accompagna il toponimo di molti abitati<br />
lambiti in questo tratto ancora privo delle caratteristiche<br />
di fiume irruento che avrà più a valle. L’incedere è<br />
accompagnato dalle morbidezze del paesaggio fino alle<br />
prime erte. La salita vera e propria ha inizio a Borgo<br />
Valsugana, centro di una vallata che riecheggia una<br />
consonanza tra linee movimentate del territorio, profili<br />
montuosi e l’importante tradizione culinaria di questi<br />
luoghi, fatta di prodotti semplici e genuini. Piatti e<br />
preparazioni che scaturiscono dall’energia primigenia del<br />
fuoco e della legna, che danno vita ad una cucina frutto di<br />
incroci intriganti tra tradizioni venete, tedesche e tirolesi.<br />
Su molte di queste domina il pane, fondamento<br />
dell’alimentazione e a sua volta ingrediente – nelle<br />
possibili trasformazioni e rielaborazioni – di diverse<br />
preparazioni animate dalla celebrazione del “pane di ieri”.<br />
Nella zona si sono affermate negli anni altre vocazioni,<br />
quali la coltivazione intensiva di frutti di bosco famosi in<br />
tutto il mondo, i cui sapori e aromi dialogano in alcuni casi<br />
con pietanze della tradizione contadina locale, inducendo<br />
alla nascita di nuovi sapori e profumi.<br />
La Val di Sella che sfocia poi in un altopiano ed è così<br />
catalogata nella Suddivisione Orografica internazionale,<br />
inizia dalla Valsugana ed è accompagnata nel suo<br />
dispiegarsi dal torrente Moggio.<br />
Il paesaggio è subito affascinante, la salita repentina<br />
e si coglie immediatamente come la visuale si stringa;<br />
soltanto guardandosi indietro si coglie, dopo poco, come<br />
la salita sia stata rapida e con un dislivello che ci porge<br />
un paesaggio aperto sulla Valsugana leggibile in tutti<br />
i suoi dettagli antropici e naturali.<br />
Branco di lupi - Installazione<br />
In alcuni punti si scorgono ed emergono pendici<br />
montuose verticali conoidi lapidei, che colpiti dal sole<br />
mutano di colore dal grigio al quasi rosato. Il passaggio<br />
da una valle laboriosa come la Valsugana e dove l’uomo<br />
domina la natura, alla val di Sella appare come l’entrata<br />
in un luogo in cui la natura ne ha totale supremazia,<br />
la strada si comprime, si incunea fra le vallette seguendo<br />
il tracciolino, percorso piano a mezzacosta in cui l’uomo,<br />
appo alla natura, si è accordato con essa per percorrerla.<br />
I boschi che circondano l’altopiano sono fitti ed ombrosi<br />
ed ai margini di contatto con le aree a prato polifita<br />
troneggiano significativi esemplari arborei.<br />
La fittezza e la frescura dei boschi selvaggi genera<br />
un “unicum” verde attraversato da percorsi artistici<br />
che la caratterizzano.Il luogo è teatro di alcune singolari<br />
installazioni artistiche che si snodano in suggestivi<br />
percorsi nel bosco; il primo incontro con questa<br />
immaginifica costruzione di visioni immerse nella<br />
vegetazione boschiva è offerto da una serie di manufatti<br />
che esprimono una sorta di mimesi con gli elementi<br />
del paesaggio naturale.<br />
La texture del bosco è il fondale di alcune “scene”, in cui<br />
il visitatore vive l’esperienza di sorprendere e di essere<br />
a sua volta sorpreso, a seconda delle situazioni, da due<br />
cinghiali che si inseguono o, più oltre, a mezza costa,<br />
da un incombente branco di lupi dall’aspetto famelico<br />
e spettrale. Opere materiche in cui il progressivo degrado<br />
dei materiali impiegati dall’artista è consustanziale<br />
al gioco della rappresentazione. Vi sono opere che<br />
dialogano con l’acqua ed evidenziano una carattere<br />
di composizione astratta e concettuale e installazioni<br />
monolitiche che “mimano” le costruzioni e le strutture<br />
degli abitanti del bosco, piccoli o grandi che siano.<br />
Riemergendo sulla strada principale e continuando<br />
a percorrerla, il paesaggio si schiude pian piano<br />
lasciandosi assaporare come fosse uno dei piatti tipici<br />
locali, il “Tonco de Pontesel”, spezzatino di carni<br />
miste e lucanica soffritto e dorato con farina bianca,<br />
accompagnato con la polenta, che offre all’inizio<br />
un gusto netto deciso e schiude lentamente, proprio<br />
come la vallata, il suo sapore accattivante e avvolgente.<br />
L’ultimo tratto di strada, costellato da qualche rara casa,<br />
è sempre più stretto dalla natura, natura che si riprende<br />
il proprio spazio e lascia all’uomo il solo spazio minimo<br />
di movimento. Uno straordinario viale alberato, picchetto<br />
d’onore schierato ad accoglierci, ci preannuncia l’arrivo<br />
in quota. Esemplari che ritmano lo spazio e cadenzano<br />
il percorso costituendo una straordinaria volta verde.<br />
Giunti sull’altipiano una breve camminata ci conduce<br />
ad un altro esempio di integrazione fra arte e natura:<br />
Arte Sella di Malga Costa. Raccolta di opere di artisti<br />
contemporanei a cui è stato affidato il compito<br />
di realizzare le loro “liriche” all’interno di un percorso<br />
utilizzando materiali naturali, siano essi lignei o lapidei.<br />
Questo dialogo straordinario fra capolavori dell’uomo<br />
e natura culmina nella “Cattedrale vegetale” di Giuliano<br />
Mauri; opera monumentale questa, realizzata nel 2002.<br />
In essa si coniugano i saperi dell’uomo nella costruzione<br />
di edifici religiosi con l’idea della trasformazione del<br />
luogo affermata attraverso l’utilizzo, per la realizzazione<br />
dell’architettura, di veri esemplari arborei di Carpino<br />
(Carpinus betulus). Luogo magico a cui si giunge dopo<br />
aver visitato opere di molti artisti di tutto il mondo<br />
e in cui si percepisce fortemente l’incanto dell’unione<br />
fra terra e cielo che avviene con materiale vivente.■<br />
24La cattedrale ecoIDEARE vegetale - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
Lo scenario montuoso25<br />
AMBIENTE E TERRITORIO
Giuseppe Pappolla<br />
Iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano dal<br />
1990, Revisore Legale dei Conti, Giuseppe Pappolla ricopre ed ha ricoperto<br />
cariche di rilievo in società industriali, commerciali e finanziarie, in Italia<br />
ed all’estero, anche quotate in Borsa. E’ titolare dello Studio Pappolla dove,<br />
oltre a svolgere ordinaria attività amministrativa e legale, predisposizione piani<br />
di risanamento e concordato, giudiziali e stragiudiziali, offre consulenza<br />
per Start-up e redazione business plan, risoluzione crisi d’impresa,<br />
delocalizzazione dell’attività all’estero, contenzioso societario e tributario.<br />
DETRAZIONI FISCALI<br />
COIBENTAZIONE PARETI E COPERTURE<br />
di Giuseppe Pappolla<br />
Nelle sue venti e rotte pagine in buona parte si ripete<br />
quanto già visto con riferimento all’ENEA, ma in<br />
essa troviamo fondamentali indicazioni quali: limiti<br />
d’importo (diversi per ciascuna tipologia di intervento);<br />
modalità di pagamento (in generale banca, posta o<br />
carta di credito con particolare dicitura); comunicazione<br />
all’Agenzia delle Entrate (esiste un modello apposito).<br />
Molti di voi a questo punto avranno sul viso un sorrisetto<br />
sardonico (alcuni forse incredulo) e staranno pensando<br />
“non ho capito niente”. Ma ciò non toglie che il 55%<br />
(o il 65%) di quanto avete speso potete toglierlo dalle<br />
tasse del prossimo decennio… senza però dimenticare<br />
le parcelle del commercialista e del geometra/ingegnere<br />
che vi dovranno aiutare nell’impresa. Quest’ultima spesa<br />
appare un po’ beffarda per coloro che devono ancora<br />
decidere i lavori da effettuare e per farlo desiderano<br />
conoscere quanto risparmieranno. Ma tant’è!<br />
Anche in termini socio ambientali le ricadute<br />
positive sono considerevoli. L’elenco comprende:<br />
minori emissioni di CO2, sostegno al tessuto<br />
produttivo (impianti e materiali sostenibili), sostegno<br />
all’occupazione, incentivo all’innovazione tecnologica,<br />
incremento comfort fruitori degli immobili,<br />
miglioramento del mix energetico nazionale.<br />
Ritengo che tutti possiamo essere concordi, giunti<br />
a questo punto, su come una normativa palesemente<br />
vantaggiosa per le tasche, in generale, e per l’ambiente,<br />
in particolare, sia stata resa “antipatica” dal modus<br />
legiferandi. Non a caso, nella top ten delle complicazioni<br />
burocratiche risultante dalla consultazione pubblica<br />
lanciata non molto tempo fa dal Ministro della Pubblica<br />
Amministrazione, al primo posto sia per le imprese che<br />
per i cittadini, risultano le complicazioni fiscali.<br />
ECOABITARE<br />
"...le complicazioni fiscali<br />
risultano al primo posto sia<br />
per le imprese sia per i cittadini..."<br />
Per darvi un paragone in termini di denaro sonante, credo<br />
possa esservi di buon aiuto il seguente esempio (assai<br />
semplificato e con importi totalmente di fantasia per<br />
ragioni espositive):<br />
• reddito imponibile 2013: € 40.000<br />
• tasse 2013 al lordo della detrazione: € 12.000<br />
• spesa per “coibentazione pareti e coperture”: € 20.000<br />
(pagate per intero nel maggio 2013)<br />
• 1/10 del 55% di 20.000 detraibile nel 2013: € 1.100<br />
• tasse 2013 al netto della detrazione: € 10.900<br />
Dopo l’introduzione “generale” vista nell’articolo<br />
precedente, vediamo cosa prevede e richiede la<br />
Legge, prendendo ad esempio la voce “coibentazione<br />
pareti e coperture”. Prima di tutto diamo uno sguardo<br />
al sito ENEA, Agenzia Nazionale per le nuove<br />
tecnologie energia sviluppo economico sostenibile,<br />
soggetto a cui inviare la documentazione obbligatoria<br />
per fruire delle detrazioni fiscali, andando all’indirizzo<br />
efficienzaenergetica.acs.enea.it<br />
In esso troveremo:<br />
• requisiti generali che l’immobile oggetto d’intervento<br />
deve possedere per poter usufruire delle detrazioni (deve<br />
esistere catastalmente ed essere in regola con<br />
il pagamento di eventuali tributi)<br />
• requisiti tecnici specifici dell’intervento (non deve<br />
essere una nuova realizzazione e deve assicurare<br />
determinati valori di trasmittanza termica)<br />
• altre opere agevolabili (lavori accessori all’intervento)<br />
• documentazione necessaria (documenti tecnici<br />
ed amministrativi da conservare e da inviare all’ENEA)<br />
Avete letto tutto? Bene. Alzi la mano chi non ha almeno<br />
dieci dubbi. Ma non è finita qui. Insonnia o meno, non<br />
potete esimervi dal leggere “Le agevolazioni fiscali<br />
per il risparmio energetico - La guida dell'Agenzia<br />
delle Entrate del dicembre 2013”: si trova on line<br />
sul sito istituzionale http://www.agenziaentrate.gov.<br />
it/wps/content/nsilib/nsi/agenzia/agenzia+comunica/<br />
prodotti+editoriali/guide+fiscali.<br />
Potete agevolmente comprendere che alla spesa di 20.000<br />
euro “cash” (ricordo ancora che se la spesa è sostenuta<br />
dopo il 6 giugno 2013 la detrazione sale dal 55% al 65%),<br />
corrisponde un risparmio di tasse pari ad 11.000 euro<br />
in dieci anni, a cui dovrete sommare quanto spenderete<br />
-in meno- per riscaldare la vostra casa. Conviene o non<br />
conviene? Naturalmente ognuno deve fare i conti con<br />
le proprie tasche e le proprie bollette.<br />
Ma quest’ultima affermazione è un po’ limitata,<br />
non tenendo conto dei vantaggi per la collettività del<br />
risparmio energetico derivante dai lavori che avete<br />
effettuato. Se tutti coibentassero le pereti e le coperture<br />
della propria casa cosa accadrebbe? E cos’è accaduto<br />
fin’ora? Esistono numerosi studi in merito, ma il più<br />
interessante mi è parso quello di ENEA/CRESME sul<br />
periodo 2007-2010, http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/<br />
tecno/coibentazione_pareti.pdf laddove si è verificato che<br />
a fronte di interventi per 11,1mld si sono persi<br />
in termini di gettito 6,1mld, e lo Stato (noi), ha avuto<br />
ritorni monetari per 10,6 mld con notevoli vantaggi<br />
socio-ambientali. I ritorni sono suddivisi in 3,1mld per<br />
risparmio bolletta energetica in 8 anni, 3,2mld per gettito<br />
fiscale aggiuntivo (le tasse pagate in più dalle aziende<br />
che effettuano i lavori) e 4,3mld per incremento<br />
del reddito immobiliare (gli immobili “migliorati”<br />
aumentano di valore).<br />
La detrazione, quindi, pur riflettendosi in un minor<br />
incasso per lo Stato in termini di imposte, innesca<br />
una serie di virtuosità che fanno “guadagnare” 4,5mld.<br />
Scrive lo stesso Ministero:<br />
"Complicazioni fiscali al primo posto.<br />
In cima alla lista delle complicazioni c'è il peso eccessivo<br />
del carico buracratico connesso agli adempimenti fiscali,<br />
che rappresenta un costo ritenuto insopportabile per tutte<br />
le imprese e, soprattutto per le più piccole. In particolare,<br />
viene segnalato il numero eccessivo di adempimenti<br />
(dichiarazioni, comunicazioni e pagamenti) che si<br />
sovrappongono con scadenze diverse nell'anno<br />
e l'estrema difficoltà incontrata nel calcolare le differenti<br />
imposte. Nelle storie di complicazione delle imprese<br />
i riferimenti più ricorrenti sono connessi allo spesometro,<br />
alle dichiarazioni dei redditi, agli altri adempimenti<br />
IVA, all'Unico, al sostituto d'imposta, alle comunicazioni<br />
Intrastat, alla black list, alla tenuta dei registri e dei<br />
libri contabili, alla responsabilità solidale fiscale negli<br />
appalti, alla fatturazione.<br />
Inoltre vengono segnalati, come fattore i complicazione,<br />
le continue modifiche delle regole, i proliferare di nuovi<br />
adempimenti con scadenze ravvicinate e di istruzioni<br />
difficili da comprendere, la continua richiesta di dati già<br />
in possesso dell'amministrazione.<br />
Quindi, in primo piano, la proposta di una drastica<br />
semplificazione e unificazione degli adempimenti<br />
e la richiesta di regole certe e chiare."<br />
Ma semplificare la vita ai cittadini contribuenti pare sia<br />
l'ultimo dei pensieri che passano per la mente<br />
dei responsabili della politica fiscale.<br />
Vedremo se Renzi riuscirà a farci cambiare idea.■<br />
26 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
27
ACQUA A KM ZERO<br />
PER SALVARE QUOTIDIANAMENTE IL PIANETA<br />
di Giorgio Schultze<br />
Presidente La ESCo del Sole, Milano<br />
Membro dell’Associazione NoiEnergie<br />
Se<br />
organizzassimo i nostri consumi<br />
e i nostri acquisti, tenendo conto che<br />
ad ogni passaggio commerciale, ad ogni intermediazioni distributiva<br />
del bene o del prodotto acquisito, il prezzo sale fino a raddoppiare<br />
o triplicare, senza per questo migliorare di qualità<br />
o aumentare il suo valore aggiunto?<br />
Se provassimo a vivere di “filiere corte”?<br />
Provando a valorizzare ogni giorno, l’acquisto<br />
di beni e servizi, caratterizzati da un numero limitato di passaggi<br />
e di poche e sensate intermediazioni commerciali, che riducano<br />
la distanza tra il produttore e il consumatore?<br />
Lo scopo principale della “filiera corta” è, sicuramente, quello<br />
di contenere e ridurre i costi al consumo dei prodotti, ma è anche<br />
l’innesco di un processo a minor consumo specifico di energia<br />
e risorse per unità di prodotto, della valorizzazione delle diversità<br />
territoriali. La “filiera corta” metterebbe in gioco il talento e il genio<br />
italiano per produrre con poche risorse e ottenere il “meglio”,<br />
il “bello” versus l’invasione di prodotti “globalizzati” e di scarsissimo<br />
valore, provenienti dai sobborghi di Pechino, Shangai, Bangkok,<br />
Phnom Penh. La “filiera corta” consentirebbe la crescita<br />
e moltiplicazione delle esperienze dei gruppi di acquisto solidale,<br />
come entità di “controllo attivo” dei prezzi, cercando di difendere<br />
la qualità dei prodotti, ridando linfa al nostro vero grande mestiere:<br />
inventare, creare, sperimentare, progettare, realizzare nuovi materiali,<br />
nuovi macchinari sempre più efficaci, innovare<br />
la capacità di mettere assieme cose di provenienza certa.<br />
La “filiera corta”, ci spingerebbe alla ricerca di prodotti<br />
e servizi, di qualità a “km zero” e ad un rapporto più<br />
diretto tra produttore e consumatore, con minor impatto<br />
ambientale, minor emissione di anidride carbonica, minor<br />
congestione, minor inquinamento a parità di prodotto<br />
e servizio reso. Un esempio di “filiera corta”, a km<br />
“zero”, anzi a “centimetro “zero”, è quello dell’acqua<br />
potabile.<br />
Tutti abbiamo in casa, in ufficio, nella fabbrica dove<br />
lavoriamo un rubinetto da cui scende, acqua, di buona<br />
qualità (acquedotti pubblici comunali permettendo),<br />
a costo “quasi zero” (1 € per 1.000 litri).<br />
Eppure acquistiamo acqua in bottiglie che percorrono<br />
centinaia di km, con costi economici, energetici<br />
ed ambientali sproporzionati. Una persona consuma<br />
in media 1-2 litri al giorno di acqua da bere (anche se<br />
ne dovrebbe bere molta di più). Ai prezzi correnti delle<br />
acque minerali, tra 0,20-0,40 €/litro, significa quasi<br />
0,50 € al giorno per 7 giorni a settimana, per 52<br />
settimane l’anno. Se si considera che in estate<br />
il consumo raddoppia e che oltre a quello che<br />
si consuma in casa vi sono i consumi al bar, in ufficio,<br />
negli spostamenti, parliamo di una spesa variabile<br />
tra i 200-300 €/anno a persona.<br />
Ognuno faccia i conti della propria famiglia.<br />
Tutto questo basterebbe a farci ringraziare per l’acqua,<br />
che scorre dal nostro rubinetto. Osservando i costi<br />
economici, energetici, ambientali lungo tutta la “filiera<br />
lunga” ci viene male.<br />
Il consumo nazionale annuo è di oltre 7 miliardi<br />
di bottiglie di plastica da un litro e mezzo.<br />
Nel mondo, si producono 154 miliardi di bottiglie.<br />
Un chilo di plastica per bottiglie (25 bottiglie),<br />
denominata Pet (polietilen-tereftalato), richiede 2 chili<br />
di petrolio e 17 litri d’acqua, e rilascia nell’atmosfera<br />
2,3 kg di anidride carbonica, 40 grammi di idrocarburi,<br />
25 grammi di ossidi di zolfo e 18 grammi di monossido<br />
di carbonio. Solo per la lavorazione della plastica di tali<br />
bottiglie si consumano nel mondo 81 milioni di chili<br />
di petrolio e 600 miliardi di litri d’acqua.<br />
Poi bisogna trasportare tutta quest’acqua. Solo in Italia<br />
circa 700.000 camion trasportano 10.000 bottiglie da 1<br />
litro e mezzo, in pacchetti da 6. Ogni camion consuma 25<br />
litri di gasolio ogni cento chilometri, che diventano 250<br />
litri se ipotizziamo un percorso medio di 1000 chilometri,<br />
comprensivo di andata e ritorno del mezzo.<br />
Il viaggio di una sola bottiglia d’acqua dal produttore<br />
al rivenditore comporta il consumo di circa 6 litri<br />
di gasolio all’anno. Aggiungiamo poi il carburante<br />
consumato per il trasporto delle bottiglie vuote<br />
dall’azienda che le produce alla ditta che imbottiglia<br />
l’acqua; dai consumatori finali, nel tragitto dalla propria<br />
casa al supermercato e ritorno; dai mezzi della nettezza<br />
urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti<br />
di smaltimento. Se consideriamo che a livello mondiale<br />
il 75% delle acque in bottiglia consumate in ciascun<br />
paese proviene da altre nazioni, comprendiamo<br />
la portata dell’inquinamento che il trasporto dell’acqua<br />
determina nel pianeta. Non voglio qui porre la questione<br />
del mancato riciclo che aprirebbe una altro argomento<br />
pazzesco legato al problema delle smaltimento<br />
di milioni di tonnellate finite in discarica o direttamente<br />
a mare. Tutti ormai conoscono l’isola di “plastica”,<br />
grande come il Texas, che si è formata nel Pacifico<br />
e che nessuno sa come e dove smaltire. Certo il business<br />
dell’acqua minerale vale oggi 100 miliardi di dollari/anno<br />
nei paesi “ricchi del pianeta”. Se si pensa che oggi quasi<br />
1 miliardo di persone nel mondo hanno difficoltà<br />
ad accedere all’acqua potabile, si può immaginare che<br />
affare straordinario si presenta agli occhi del commercio<br />
iniquo e globale e quale sarà il motivo di guerre nei<br />
prossimi decenni. Ricorrere all’acqua potabile dei nostri<br />
rubinetti potrebbe essere il primo sciopero “in bianco”<br />
della nuova strategia del “km zero”.<br />
Soprattutto se si pensa che quest’acqua di buona,<br />
e in alcuni casi “ottima” qualità, sgorga quotidianamente<br />
nelle nostre case, senza la fatica di trasportare decine<br />
di kg su per le nostre scale. Forse allora la vera battaglia<br />
sarà quella di chiedere ai nostri Comuni di gestire<br />
in maniera corretta e controllare continuamente<br />
la qualità dell’acqua erogata, non solo quelle delle<br />
“case dell’acqua”, ma di tutta la rete dell’acquedotto<br />
comunale. Forse per questi motivi l’acqua NON potrà<br />
mai avere un prezzo e non potrà mai essere un bene<br />
privatizzato ma solo esclusivamente un bene pubblico<br />
per tutti, senza alcuna discriminazione.<br />
Questa scelta consentirebbe di difendere l’acqua potabile<br />
anche per quelle popolazioni che già oggi soffrono<br />
di siccità, e consentirebbe di rinviare e forse evitare<br />
una nuova guerra. “Guerra per l’acqua” che andrebbe<br />
ad aggiungersi a quella per “l’energia” e quella<br />
per le “terre fertili”.<br />
Nei prossimi anni le popolazioni del mondo dovranno<br />
decidere se la sopravvivenza in questa nostra Terra,<br />
dovrà essere risolta con la forza e la brutalità<br />
degli eserciti, oppure con l’uso attento e sostenibile<br />
delle risorse scarse e con una loro più equa<br />
distribuzione e tutela. Ma questo dell’ecologia della<br />
solidarietà è un argomento che merita più di un articolo.<br />
ECOABITARE<br />
28 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
29
IL NEUTRINO<br />
E LA BOMBA ATOMICA<br />
di Andrea Alessandro Muntoni<br />
PREMESSA<br />
neutrino è una particella elementare nota sin dagli<br />
Il anni trenta del ventesimo secolo e non si può negare<br />
che alcune intuizioni di Ettore Majorana, il fisico di<br />
origine siciliana "misteriosamente" scomparso qualche<br />
anno prima dello scoppio della II Guerra Mondiale<br />
(1938), sono di recente state confermate.<br />
Il fisico e divulgatore scientifico Joao Magueijo ritiene<br />
che il lavoro di Ettore Majorana - svolto in parte in seno<br />
al gruppo di lavoro romano noto come "I ragazzi di<br />
Via Panisperna", coordinato dal fisico Enrico Fermi -<br />
dovrebbe essere premiato con un Nobel per la fisica ma,<br />
come è noto, il premio non può essere assegnato postumo<br />
e non c'è motivo per dubitare che nel 2014 il fisico<br />
siciliano non sia più vivo!<br />
TEORIZZAZIONE DEL NEUTRINO<br />
Il primo fisico che teorizzò l'esistenza della particella<br />
elementare (neutrino) fu il fisico teorico di origini<br />
austriache Wolfgang Pauli, noto negli ambienti<br />
scientifici per avere un “caratteraccio”.<br />
Il nome della particella è comunque da attribuirsi<br />
a Enrico Fermi e deriva dal fatto di essere elettricamente<br />
neutra e di possedere una massa notevolmente più piccola<br />
di quella del neutrone.<br />
Il neutrino arricchisce il modello atomico - nucleare<br />
costituito da protoni (particelle con carica elettrica<br />
positiva), neutroni (particelle prive di carica elettrica, con<br />
una massa pari circa a quella del protone) ed elettroni.<br />
ATOMI, ISOTOPI, NUMERI ATOMICI<br />
E NUMERI DI MASSA<br />
Generalità sul nucleo dell'atomo<br />
Negli anni Trenta del XX secolo la presunta esistenza<br />
del neutrino arricchì la già articolata e sino ad allora<br />
ipotizzata natura atomica: un atomo, così come<br />
lo descriveremo oggi, è composto da un nucleo costituito<br />
da protoni (il cui numero coincide con la posizione<br />
del dato elemento chimico nella tabella periodica degli<br />
elementi di Mendeleev) e neutroni, in numero pari<br />
ai protoni solo per gli elementi della tabella periodica<br />
stessa che si presentano, in natura, in una forma stabile.<br />
Vale la pena sottolineare che il numero atomico Z<br />
(identificativo del numero di protoni di cui è dotato<br />
ciascun atomo o isotopo del medesimo elemento),<br />
corrisponde al numero di elettroni che ruotano intorno<br />
al nucleo; ciò è dovuto al fatto che l’atomo deve risultare<br />
elettricamente neutro.<br />
Isotopi<br />
Nella prima metà del XX secolo, tuttavia, erano già<br />
stati “osservati” elementi gemelli di quelli riportati<br />
nella tabella periodica; essi sono chiamati isotopi e sono<br />
caratterizzati dall'avere lo stesso numero atomico (Z)<br />
ma un numero di massa (A) diverso da quello<br />
dell’elemento gemello.<br />
L’idrogeno (H) il cui nucleo è composto da un protone e<br />
un neutrone si chiama deuterio; esistono, però, altre due<br />
forme isotopiche dell'elemento H: il prozio,<br />
con Z=1 (cioè un protone) e A=2 (cioè il nucleo<br />
è composto da 1 protone e 1 neutrone); il trizio, con Z=1<br />
(cioè 1 protone) e A=3 (cioè il nucleo è composto da 1<br />
protone e 2 neutroni).<br />
Il litio (Li), che occupa la terza casella nella tabella<br />
periodica degli elementi di Mendeleev, ha un numero<br />
atomico Z=3 (cioè il suo nucleo possiede 3 protoni) ma si<br />
presenta in una forma isotopica con 4 neutroni, cosicché<br />
il numero di massa A è pari a 7 (=3 + 4).<br />
I “gemelli non identici” rappresentati da atomi e relativi<br />
isotopi (aventi uguale numero atomico Z ma differente<br />
numero di massa A) possiedono, tuttavia, lo stesso<br />
numero di elettroni esterni; poiché gli elettroni sono<br />
responsabili del comportamento chimico di una sostanza,<br />
atomi e isotopi di uno stesso elemento mantengono<br />
inalterate molte proprietà chimiche in quanto hanno<br />
lo stesso numero di elettroni.<br />
Pertanto, la chimica è incapace di riconoscere un atomo<br />
da un isotopo del medesimo elemento; oltretutto in natura<br />
gli isotopi si presentano in misura assai ridotta rispetto ai<br />
corrispondenti elementi. A titolo di esempio si consideri<br />
che solo il 2 per mille degli elementi di ossigeno (O) ha<br />
8 protoni (Z = 8) e 6 neutroni, cioè si presenta in forma<br />
isotopica con A=14 (= 8 + 6) anziché con un numero<br />
di massa A=16 (8 protoni + 8 neutroni) che compete<br />
all’atomo nella sua forma più stabile.<br />
ELEMENTI RADIOATTIVI<br />
La maggior parte degli isotopi si disintegra<br />
spontaneamente emettendo radiazioni in forma<br />
corpuscolare o energetica; questa proprietà fu scoperta<br />
per la prima volta nel Radio (Ra), da cui il nome di<br />
radioattività associato a un elemento o isotopo capace<br />
di emettere radiazioni alfa, radiazioni beta o radiazioni<br />
gamma.Velocità e proprietà caratteristiche del neutrino<br />
I neutrini, che viaggiano ad una velocità prossima<br />
a quella della luce (c=3 * 108 m/s) sono numerosi quanto<br />
i fotoni; l'Universo ne è ricolmo e impregnato, giacché<br />
hanno la proprietà di attraversare la materia<br />
con enorme facilità, al punto che per decenni, sin dagli<br />
anni trenta del secolo scorso, si è disperato di non riuscire<br />
a evidenziarne la presenza con metodi sperimentali.<br />
Per i neutrini la materia è “trasparente”, al punto che<br />
lo sciame di particelle che intercetta la Terra la attraversa<br />
da parte a parte, senza che gli atomi (nuclei ed elettroni)<br />
della materia li intercettino o interagiscano con essi<br />
se non una tantum. Quando è stato realizzato il primo<br />
telescopio a neutrini, lo si è posizionato in un polo<br />
e lo si è puntato verso il polo terrestre opposto per poter<br />
“vedere” i neutrini provenienti dal Sole e diretti verso<br />
il pianeta Terra; ciò ha dell'incredibile solo se non si tiene<br />
conto del fatto che i neutrini possono attraversare<br />
uno spesso strato di materia "ordinaria" dell'ordine<br />
di qualche anno luce!<br />
LA BOMBA ATOMICA<br />
È questa circostanza a suggerire, sin dagli anni Trenta<br />
del XX secolo, che nel nucleo è presente una fonte<br />
di energia di proporzioni enormi.<br />
Non si tardò molto a comprendere, in Europa, nell’URSS,<br />
negli Sati Uniti nonché in Germania, che essa poteva<br />
servire anche a scopi bellici; sino alla prima metà<br />
del XX secolo, infatti, le bombe erano basate sulle<br />
reazioni chimiche innescate con sostanze esplodenti<br />
(esplosivi), la cui energia (chimica) era nettamente<br />
inferiore a quella associata alla disintegrazione<br />
radioattiva di un elemento.<br />
CONCLUSIONI<br />
La scienza e soprattutto la fisica sono sempre state alla<br />
ricerca di leggi che spiegassero i fenomeni che accadono<br />
sulla Terra e più in generale, nell'Universo, da cui le leggi<br />
universali, come quella newtoniana sulla gravitazione.<br />
Secondo alcuni fisici e storici della fisica Ettore Majorana<br />
intuì e forse persino scoprì e dimostrò - nascondendo però<br />
la sua scoperta agli occhi della comunità scientifica, come<br />
peraltro aveva già dato prova di fare - questa proprietà,<br />
al punto, sostiene qualcuno, da decidere volontariamente<br />
di dileguarsi (per sempre!). Forse ebbe paura della sua<br />
scoperta! Il neutrino è una particella elementare che<br />
presiede al fenomeno associato a un’esplosione nucleare;<br />
non a caso oltre al Sole il modo più “semplice”, si fa<br />
per dire, per produrre neutrini è innescare una reazione<br />
termonucleare, ovverosia far esplodere una bomba<br />
atomica! In fondo, nel solco di una tradizione millenaria,<br />
fisici, matematici e scienziati furono sempre anche<br />
filosofi, interessati a capire le implicazioni che le loro<br />
scoperte e quelle altrui potevano avere sull’umanità e<br />
prima ancora, su di essi, sulle loro personali scelte di vita.<br />
Scienza, Filosofia ed Etica dovrebbero ancora oggi<br />
guidare e ispirare la ricerca in ogni branca del sapere<br />
e della conoscenza, anche al fine di capire se, come e<br />
quando una scoperta sia utile all'uomo e al suo progresso,<br />
che non deve mai far venire meno la sua libertà<br />
di pensiero e di azione, che costituisce la condizione<br />
necessaria per l’esistenza e lo sviluppo<br />
di ciascuna persona.■<br />
ECOABITARE<br />
30 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
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32 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
33<br />
Luigi Paolino<br />
PhD in ingegneria ergotecnica<br />
edile. Professore alla Scuola<br />
di Ingegneria Edile-Architettura<br />
al Politecnico di Milano.<br />
Si occupa di progettazione<br />
architettonica e tecnologica<br />
con particolare attenzione alla<br />
prestazionalità e alla sostenibilità.<br />
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Ventilare il tetto piano, naturalmente.<br />
Resa obbligatoria dai Regolamenti Edilizi e di Igiene,<br />
la ventilazione delle coperture piane che coprono locali<br />
abitabili è indispensabile per garantire un maggior<br />
comfort estivo. È ormai noto che la situazione estiva è<br />
peggiore di quella invernale in termini di mantenimento<br />
di condizioni standard di benessere, ma anche<br />
di contenimento dei consumi energetici (mantenere<br />
fresco richiede più energia che mantenere caldo e quindi<br />
produce più inquinamento e costa di più).<br />
In una copertura piana la ventilazione si ottiene<br />
prevedendo uno strato apposito, collegato con l'ambiente<br />
esterno, che separa gli strati più esterni da quelli più<br />
interni, in modo da evitare la trasmissione del calore<br />
per conduzione (l'irraggiamento estivo surriscalda<br />
l'estradosso della copertura ed il calore si propaga verso<br />
l'interno essenzialmente a causa del contatto tra gli strati).<br />
In questo modo, in estate lo strato di ventilazione riduce<br />
gli apporti di calore all'interno degli ambienti, sia perchè<br />
si comporta come elemento di discontinuità sia perchè<br />
il calore accumulato negli strati sovrastanti viene ceduto<br />
all'aria di ventilazione e attraverso questa all'ambiente<br />
esterno (si attua il cosiddetto “lavaggio termico”).<br />
In inverno, invece, la ventilazione agevola lo smaltimento<br />
del vapor acqueo in uscita dagli ambienti interni, evitando<br />
sovrappressioni all'intradosso dello strato di tenuta<br />
e limitando il rischio di fenomeni condensativi<br />
interstiziali. Nelle coperture piane la ventilazione si attiva<br />
essenzialmente per fenomeni di sovrappressione dovuti<br />
al vento. L'effetto positivo della ventilazione tuttavia<br />
è connesso alla resistenza termica della copertura:<br />
maggiore resistenza comporta un minore effetto della<br />
ventilazione. Ad esempio, per valori di trasmittanza U<<br />
0,33 W/m2K l'effetto della ventilazione produce<br />
un miglioramento di comportamento della copertura pari<br />
a circa il 15% mentre con U = 1 W/m2K (copertura poco<br />
isolata) l'effetto si aggira intorno al 25%.<br />
Va infine ricordato che, tuttavia, la ventilazione della<br />
copertura, in contesti particolarmente aggressivi (lunghi<br />
Laureato in ingengeria edile.<br />
Cultore della Materia presso il<br />
BEST del Politecnico di Milano.<br />
Esperto di benessere ambientale<br />
e sostenibilità degli edifici.<br />
Svolge consulenza specialistica<br />
in ambito energetico e strutturale<br />
Marco Cagelli<br />
periodi di soleggiamento estivo e temperature elevate<br />
anche di notte), non è in grado da sola di apportare<br />
benefici apprezzabili al comfort termico dell'ambiente<br />
sottostante, ma richiede comunque un sistema<br />
di ventilazione dei vani: in questi casi è bene che<br />
il volume di sottotetto non sia destinato alla permanenza<br />
continua di persone, ma funga da buffer per mitigare<br />
le temperature tra l'ambiente esterno e i vani abitati.<br />
Questo aspetto è connesso a tre fattori: convenzione,<br />
irraggiamento e inerzia termica.<br />
Infatti, quando la temperatura del manto impermeabile<br />
raggiunge valori elevati, solamente una porzione<br />
del calore viene smaltita dalla ventilazione per<br />
convezione naturale, mentre la maggior parte viene<br />
trasmessa dal manto di copertura allo strato isolante<br />
per reirraggiamento, aspetto non trascurabile in<br />
considerazione delle temperature in gioco e della<br />
modesta distanza che separa il corpo emittente dallo<br />
strato isolante. Sotto l'aspetto dell'inerzia termica, si<br />
può osservare che in coperture a bassa massa inerziale<br />
(cioè “leggere”) la ventilazione non riesce ad ottimizzare<br />
il comportamento estivo, soprattutto se si impiegano<br />
isolanti a bassa densità, con ridotta capacità termica<br />
volumica. In questi casi, la ventilazione diventa efficace<br />
se associata a prodotti termoisolanti ad elevata massa<br />
e all’impiego, all’estradosso, di teli riflettenti in grado<br />
di agire sul reirraggiamento.<br />
ventilazione copertura: casa unifamiliare<br />
ventilazione copertura: edificio pluripiano<br />
RUBRICA ECOABITARE
COSMESI<br />
BIO E NATURALE<br />
VERSO UNA<br />
CERTIFICAZIONE EUROPEA<br />
di Alessandro Pulga e Alessandro Spadoni<br />
rispettivamente direttore tecnico e responsabile sviluppo Eco Bio Cosmesi ICEA<br />
Oltre il 90% dei consumatori sono interessati<br />
all'introduzione di una certificazione biologica<br />
basata su criteri comuni europei. Già oggi il 9%<br />
dei clienti sceglie il cosmetico sulla base della<br />
presenza di ingredienti bio e il 4% cerca nel prodotto<br />
certificazioni di qualità (biologico, ecolabel, ecc.).<br />
Sono i dati emersi dalla indagine Retail Survey,<br />
Osservatorio Sana/Nomisma presentati nella edizione<br />
2013 della fiera SANA. La stessa indagine ha anche<br />
evidenziato una percezione poco chiara dei reali valori<br />
della certificazione da parte dei consumatori, confusi<br />
da almeno 31 marchi e sistemi di certificazione nazionali<br />
e internazionali censiti in Italia tra i cosmetici naturali e<br />
biologici. L’eco-biocosmetica trae origine dalla cosmetica<br />
“naturale” e quindi da prodotti che si caratterizzano<br />
per la presenza di estratti vegetali in concentrazione<br />
variabile, introdotti con lo scopo di vantare caratteristiche<br />
di naturalità che, però, risultano spesso accompagnate<br />
dalla presenza massiva di componenti di natura<br />
petrolchimica. Al fine di rassicurare il consumatore e di<br />
fornire alle aziende cosmetiche un marchio di qualità,<br />
hanno visto la luce in tutta Europa diversi disciplinari<br />
caratterizzati dal medesimo obbiettivo, regolamentare<br />
la cosmetica naturale ed introdurre in essa prodotti<br />
derivanti dall’applicazione dell’agricoltura biologica.<br />
Nel corso degli anni, però, disciplinari e marchi di<br />
certificazione si sono moltiplicati oltremodo, ognuno ha<br />
voluto caratterizzarsi per qualche aspetto o restrizione<br />
particolare. Tra i principali disciplinari abbiamo: ICEA<br />
(Italia), EcoCert (Francia), BIDH (Germania), Soil<br />
Association (Regno Unito). Ognuno di essi caratterizzato<br />
da regole proprie, fondate su principi comuni. In Italia<br />
i disciplinari marchi più conosciuti e diffusi oltre a<br />
quello ICEA sono: Eco Bio Cosmesi AIAB, Cosmetico<br />
biologico e naturale CCPB, Bioagricert e SoCert.<br />
Da alcuni anni le principali organizzazioni ed enti<br />
di certificazione impegnati nella cosmetica naturale<br />
e biologica stanno lavorando per uniformare i loro<br />
standard di certificazione. I primi risultati di questo<br />
difficile lavoro sono gli standard e i marchi Cosmos<br />
(www.cosmos-standard.org) e Na-True (www.natrue.<br />
org). ICEA nel 2003 a Norimberga durante il Biofach<br />
ha avviato un processo di riordinamento dei disciplinari,<br />
nel quale sono confluite le migliori energie che ogni<br />
sistema di certificazione poteva porre in campo.<br />
Questo processo di armonizzazione si è concluso<br />
nello scorso 2009 e ha dato vita ad un disciplinare<br />
comune che prende il nome di Cosmos Standard<br />
(www.cosmos-standard.org).<br />
Il Cosmos Standard suddivide gli ingredienti che<br />
costituiscono il cosmetico in cinque tipologie:<br />
• acqua. In genere il componente principale dei<br />
cosmetici, molto spesso appare per primo nella<br />
sequenza INCI degli ingredienti (aqua). L’acqua<br />
addizionata al cosmetico durante la sua preparazione<br />
ovviamente non rientra nel conteggio degli ingredienti<br />
biologici.<br />
• ingredienti minerali. Pur appartenendo all’ambito<br />
naturale costituiscono una materia prima non<br />
rinnovabile, per essi sono definite delle precise<br />
regole di utilizzo e liste positive ristrette; possono<br />
essere sottoposti solamente a pulizia con vapore,<br />
trattamenti di lavaggio con temperature elevate,<br />
lavaggi meccanici e relativa asciugatura. I più comuni<br />
ingredienti minerali sono il sale, (maris sal), l’argilla<br />
(solum follunum), la bentonite (bentonit) e il diossido<br />
di titanio, utilizzato nei solari, dove Cosmos vieta<br />
l’impiego delle nano-particelle.<br />
• agro-ingredienti trattati esclusivamente con processi<br />
fisici. Estratti e parti di piante, animali o prodotti<br />
microbici derivati dall’agricoltura, acquacoltura<br />
• o raccolta spontanea. Sono ad esempio le alghe<br />
(algae), la malva (malva sylvestris extract), l’aloe (aloe<br />
balbadensis) e tante altre componenti funzionali<br />
• di diretta derivazione vegetale.<br />
• agro-ingredienti trattati chimicamente. Possono essere<br />
utilizzati solo se ottenuti da materie prime prodotte<br />
seguendo gli standard dell’agricoltura biologica o,<br />
comunque, da fonti rinnovabili e risultanti da processi<br />
di fabbricazione autorizzati, in accordo con i principi<br />
della “Chimica Verde”. Appartengono a questa<br />
categoria i tensioattivi ottenuti per saponificazione<br />
dall’olio di cocco (sodium anphoacetate), olio di palma<br />
(sodium palmate) e olio extra vergine di oliva (sodium<br />
olivate).<br />
• materiali di sintesi. Sono rappresentati, salvo poche<br />
eccezioni, dai soli conservanti (es. acido benzoico,<br />
sorbico e rispettivi sali).<br />
Il disciplinare Cosmos, inoltre, pone importanti limitazioni<br />
ai contaminanti non naturali (inquinanti e/o tossici)<br />
presenti all’interno della materia prima, che eccedono<br />
le quantità naturalmente presenti (es. metalli pesanti).<br />
All’interno dello standard vengono poste limitazioni alle<br />
trasformazioni dei prodotti naturali (vegetali, animali<br />
o di origine microbica) utilizzati.<br />
I processi di estrazione utilizzati devono essere presenti<br />
nell’elenco allegato al disciplinare.<br />
È vietato l’impiego di materie prime derivanti<br />
da animali o piante che compaiono nelle Liste Europee<br />
e Internazionali delle specie protette. Non possono essere<br />
utilizzate materie prime derivanti da parti di animali vivi<br />
o macellati. È ammesso invece l’impiego del latte, miele,<br />
cera e altri ingredienti di origine animale prodotti dagli<br />
animali stessi e non derivati dalla loro soppressione<br />
o sofferenza. È consentito l’uso di materie prime derivanti<br />
da colture e fermentazioni o da sistemi biotecnologici,<br />
purché non OGM in tutta la filiera di produzione.<br />
34 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
35<br />
STILI DI VITA
Per quanto concerne i conservanti utilizzabili,<br />
il disciplinare vuole promuovere l’uso di sistemi<br />
autoconservanti e limita al massimo le molecole<br />
sintetiche. Cosmos da sempre vieta i test animali<br />
sul prodotto finito e le materie prime ad eccezione<br />
dei casi in cui il test è imposto dalla legge nel paese<br />
di destinazione. La legge europea si è accodata e solo<br />
dal 2013 ha finalmente vietato i test su animali per uso<br />
cosmetico anche per le materie prime, oltre che<br />
per il prodotto finale, anche quando provengono<br />
dai Paesi Terzi e sono commercializzate in Europa<br />
(Reg. CE 1223/2009).<br />
Il disciplinare Cosmos prevede due possibili livelli<br />
di certificazione “Cosmos Organic” e Cosmos “Natural”.<br />
Ovviamente il primo livello è quello più stringente<br />
e impegnativo perché integra i requisiti di naturalità<br />
e chimica verde con l’utilizzo di quantità significative<br />
(e dichiarate in etichetta) di componenti dell’agricoltura<br />
biologica. Per ottenere il marchio di certificazione<br />
Cosmos Organic, in una prima fase, almeno il 20%<br />
del totale degli ingredienti deve essere biologico,<br />
ma successivamente si cercherà di giungere, nel 2020,<br />
al 50% di bio in formula. Tra gli ingredienti di diretta<br />
derivazione agricola, presenti in formula, almeno il 95%<br />
deve essere bio; mentre tra gli ingredienti trasformati<br />
chimicamente almeno il 30% deve essere di origine<br />
biologica, percentuale destinata a salire fino al 50%<br />
nel 2015. I prodotti cosmetici che, pur presentando<br />
materie prime naturali, non raggiungono elevati livelli<br />
di biologico in formula, possono essere certificati solo<br />
come naturali; in tal caso in etichetta compare la dicitura<br />
“Cosmos Natural” e può essere indicata la percentuale<br />
(xx%) di materie prime biologiche in formula.<br />
Per entrambi i livelli di certificazione, il calcolo<br />
del biologico esclude l’acqua ed i minerali, così<br />
da fornire un valore reale di bio rispetto ai 100 g<br />
di prodotto acquistato. Quattro importanti industrie<br />
tedesche LAVERA, KG, LOGOCOS Naturkosmetik,<br />
PRIMAVERA LIFE, WALA Heilmittel, WELEDA dopo<br />
aver partecipato per alcuni anni ai lavori del gruppo<br />
Cosmos, nel giugno 2008 comunicarono la nascita<br />
dell’Associazione dei Veri Amici dei Cosmetici Naturali<br />
e Organici e proposero un loro marchio di certificazione<br />
Nat-True correlato a quello che veniva indicato il primo<br />
standard internazionale del cosmetico biologico.<br />
Molti organismi di controllo del Bio che ancora<br />
non disponevano di un loro standard e di specifiche<br />
competenze nel settore hanno trovato in Na-True<br />
una facile soluzione per entrarne a far parte. Diversi<br />
organismi di controllo italiani hanno aderito a questo<br />
sistema come enti di ispezione. I requisiti Na-True sono<br />
simili a quelli del Cosmos Standard anche se un pò meno<br />
stringenti circa le materie prime.■<br />
le agende del cane e del gatto 2015<br />
A FAVORE DELLA<br />
IL RICAVATO<br />
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2015 personalizzata<br />
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36 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
37
UNA NUOVA<br />
VISIONE<br />
DI FUTURO<br />
TRA CONSUMATORI<br />
E PRODUTTORI<br />
di Gianni Cavinato<br />
Presidente nazionale ACU-Associazione Consumatori Utenti<br />
Ho dei seri dubbi.<br />
I prodotti provenienti da Paesi extra UE, dove si usano<br />
spesso pesticidi non autorizzati o OGM e dove i controlli<br />
sono carenti, arrivano più o meno “diluiti” sulla nostra<br />
dieta mediterranea!<br />
Il sistema di controllo pubblico e privato non rileva con<br />
puntualità tutto questo. I dati pubblicati anche dall' Efsa<br />
esprimono preoccupazione per i prodotti di importazione.<br />
Sembra non sia cambiato niente in 50 anni.<br />
Conosciamo con molto ritardo i dati dei controlli<br />
pubblici, ma non abbiamo i dati pubblici dei controlli<br />
privati realizzati dalle industrie, dagli agricoltori e dalla<br />
GDO (grande distribuzione organizzta). Noi consumatori<br />
dobbiamo fidarci ed acquistare al “buio”.<br />
Tuttavia la preoccupazione per pesticidi è marginale<br />
per i cittadini. La crisi di futuro è vissuta dai consumatori<br />
italiani in termini più drammatici di quelle delle “offerte<br />
speciali” della GDO. I consumatori più avveduti<br />
guardano all'impresa come un soggetto che ha una precisa<br />
responsabilità sociale. Il consumatore dà per scontato che<br />
il prodotto sia a norma di legge, ma la fiducia e la visione<br />
di futuro sono altre cose.<br />
change<br />
is<br />
STILI DI VITA<br />
L'attuale crisi economica è indubbiamente<br />
una “crisi di sistema”. In questa fase storica avvengono<br />
profondissime trasformazioni geopolitiche e cambiano<br />
gli equilibri raggiunti a seguito della Seconda guerra mondiale.<br />
Un nuovo approccio nelle relazioni produttoriconsumatori<br />
è all'ordine del giorno. È il momento<br />
di andare oltre la ricerca, è il momento del fare.<br />
Le esperienze che maturano anche sui nostri territori<br />
lo dimostrano.■<br />
difficult<br />
È<br />
superficiale ritenere che questa situazione che<br />
si evolve molto velocemente, non modifichi<br />
i comportamenti di consumo delle popolazioni e delle<br />
singole persone, ovunque nel mondo.<br />
EXPO 2015 con il suo Nutrire il Pianeta potrebbe porre<br />
al centro dell'agenda economica, finanziaria, politica,<br />
ambientale e sociale internazionale, proprio<br />
le complesse relazioni uomo-cibo-ambiente, ovvero<br />
l'analisi e le possibili soluzioni al dramma della fame<br />
e della malnutrizione e dall'altra dell'obesità e più<br />
in generale delle “malattie del benessere”.<br />
Continuare a sostenere che questi aspetti strutturali<br />
caratterizzanti della nostra società si possano affrontare<br />
con soluzioni improntate alla parzialità della tecnica,<br />
non porterà a nulla di buono, anzi verranno illuse intere<br />
popolazioni e sperperate ancora risorse, spesso non<br />
rinnovabili.<br />
Appare invece essenziale riconsiderare la centralità<br />
della TERRA e quindi dell'impossibilità di separare le<br />
nostre menti, i nostri pensieri, i nostri comportamenti,<br />
le nostre produzioni e i nostri consumi da tutto il resto.<br />
Riconsiderare le leggi della termodinamica e più in<br />
generale le leggi della fisica, non significa solo porre<br />
al centro della nostra attenzione tutto il mondo del<br />
vivente, ma l'intero mondo di cui facciamo parte.<br />
Forse allora sarà più facile non solo valutare le scelte<br />
da compiere sul terreno delle produzioni e dei consumi,<br />
ma riconoscere con chiarezza i limiti dello sviluppo<br />
e i limiti della nostra esistenza sulla TERRA e con la<br />
TERRA. La negazione di una cultura scientifica e socioeconomica<br />
del paradigma del limite, consentirà l'avanzare<br />
della prepotenza del profitto e quindi dell'acuirsi delle<br />
contraddizioni a tutti i livelli, così da diventare insolubili<br />
come una grandine di sassi. E' quello che accade già<br />
in questi ultimi anni e nei primi sette mesi del 2014:<br />
cadono le bombe e vengono lanciati missili sui civili<br />
dell'Ucraina, del Medio Oriente e in altri centinaia<br />
focolai di guerra proprio laddove EXPO 2015 si propone<br />
di Nutrire il Pianeta. Forse noi italiani, oggi possiamo<br />
ritenerci più “fortunati” di altre popolazioni. Negli anni<br />
Sessanta mangiavamo molti più pesticidi di quelli che<br />
oggi rileviamo nei cibi.<br />
Oggi le cose sono migliorate, ma siamo arrivati al punto<br />
dove volevamo arrivare?<br />
not changing<br />
is<br />
fatal<br />
Presidente nazionale di ACU dal 12 novembre 2006; è<br />
membro effettivo del CNCU, della Commissione Agroalimentare<br />
dell’UNI e del Gruppo di lavoro “Indicatori<br />
della qualità” della Commissione UNI Gestione per la<br />
qualità e tecniche di supporto, dell’Organismo di Vigilanza<br />
in Sincert-ACCREDIA. Prende parte ai Comitati<br />
di Salvaguardia dell’Imparzialità degli Organismi di<br />
certificazione quali CSQA, Valoritalia, ICIM di Milano,<br />
Istituto Masini di Rho, IISG. Dal 2013 è membro del Comitato<br />
Scientifico SODEXO. Autore di numerose pubblicazioni,<br />
materiali divulgativi<br />
e didattici sul<br />
settore agroalimentare.<br />
In qualità di promotore,<br />
organizzatore e relatore<br />
a corsi, lezioni convegni<br />
e seminari, dal<br />
1976 ha all’attivo non<br />
meno di 2000 incontri e<br />
dibattiti pubblici.<br />
38 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
39
PARTE LA CAMPAGNA DI ECOWORLDHOTEL<br />
E CERTIQUALITY PER ECOCERTIFICARE<br />
GLI ALBERGHI ITALIANI<br />
EXPODETERGO<br />
INTERNATIONAL 2014<br />
a cura della redazione<br />
Meno consumi, minor inquinamento,<br />
maggior risparmio energetico i temi<br />
dominanti. Gli stessi che saranno<br />
ripresi da Expo 2015.<br />
STILI DI VITA<br />
Si<br />
è tenuto, questo mese a Milano, il primo incontro<br />
formativo dedicato al Marchio di Qualità<br />
Ambientale EcoWorldHotel riservato ai certificatori<br />
Certiquality e ai consulenti incaricati di aiutare le<br />
strutture alberghiere ed extra-alberghiere ad ottenere la<br />
certificazione.<br />
EcoWorldHotel utilizza un linguaggio chiaro<br />
e comprensibile e rappresenta un’innovazione nel mondo<br />
delle certificazioni, perché non si limita solo<br />
ad attestare l’impegno ambientale ma fornisce<br />
gli strumenti necessari all’albergatore per svolgere<br />
al meglio il proprio core business, in un’ottica<br />
commerciale e di marketing.<br />
Grazie al suo network e all’esperienza acquisita è in<br />
grado di aiutare gli albergatori in tutte le attività connesse<br />
alla gestione della struttura ricettiva, in un percorso<br />
graduale e coerente: si pone come un unico interlocutore,<br />
dal green cleaning all’organic food, dal green marketing<br />
alla contrattualizzazione dei migliori prodotti eco, bio e<br />
green. Viene fornito all’albergatore anche del materiale<br />
per comunicare l’ottenimento della certificazione<br />
all’interno della struttura (come targhe espositive,<br />
bandiere, adesivi) oppure da utilizzare sui materiali<br />
promozionali cartacei o on-line (come depliant, biglietti<br />
da visita, sito web) attraverso un logo con il numero<br />
di certificazione assegnato.<br />
Per la prima volta un’organizzazione è in grado<br />
di risolvere le problematiche legate al rispetto di molti<br />
requisiti ambientali necessari per l’ottenimento<br />
della certificazione.<br />
Chiarezza, trasparenza, verifica di parte terza, serietà<br />
dell’ente certificatore sono gli elementi fondamentali<br />
su cui possono contare gli addetti del settore turistico,<br />
e soprattutto i turisti.<br />
L’obbiettivo è quello di aiutare il settore turistico<br />
a 360° anche in un’ottica di filiera tra associazioni<br />
di categoria, consulenti, produttori locali e aziende.<br />
Tra le tante opportunità c’è, inoltre, la possibilità<br />
di accedere ai finanziamenti di alcuni bandi regionali<br />
che coprono gli investimenti necessari all’ottenimento<br />
di eco-certificazioni.<br />
Questo incontro formativo è il primo di una lunga serie<br />
che nei prossimi mesi toccherà varie città d’Italia.■<br />
Dal 3 al 6 ottobre 2014 l’attenzione da tutto il mondo<br />
sarà rivolta verso Expodetergo International<br />
giunto alla diciassettesima edizione. Il più importante<br />
appuntamento, a livello mondiale, dedicato a macchine,<br />
tecnologie, prodotti e servizi per lavanderia, stireria e<br />
manutenzione del tessile, in grado di attirare espositori<br />
e visitatori da ogni angolo del globo: più di 200 aziende<br />
presenti, provenienti da 21 Paesi, 15mila metri quadri<br />
assegnati. Protagonisti gli impianti di lavaggio a secco<br />
e di lavaggio ad acqua, gli ultimi ritrovati tra i detergenti<br />
professionali, ma anche tessili, servizi, logistica<br />
ed elettronica gestionale, oltre ai sistemi di stiratura<br />
e a tutte le tecnologie più avanzate per la migliore<br />
e più efficace manutenzione del tessile.<br />
Il tutto supportato da dati tangibili derivati da una costante<br />
ricerca sull’ecosostenibilità: nuove tecnologie per ottenere<br />
risparmio di acqua e di energia, una variabile cruciale in<br />
tempi in cui abbattere il costo dei servizi rappresenta un<br />
punto nodale, così come attenzione alla movimentazione<br />
della merce in quanto, con i costi crescenti dei trasporti,<br />
le distanze acquistano peso. Una vetrina espositiva<br />
straordinaria dove l’Italia si presenta come leader<br />
indiscusso, una piattaforma capace di<br />
rappresentare al meglio le proposte<br />
delle aziende, per mettere a disposizione<br />
dell’operatore in visita prodotti,<br />
tecnologie, ma soprattutto soluzioni<br />
all’avanguardia, ecocompatibili e<br />
money saving.<br />
Mediante l’impiego di tecnologie<br />
nuove e perfezionate, il settore della<br />
lavanderia industriale continua a<br />
migliorare i livelli di consumo di<br />
risorse e di energia e a ridurre le<br />
proprie emissioni di CO2. Anche la<br />
tecnologia finalizzata al trattamento<br />
delle acque reflue nonché al riutilizzo e<br />
alla depurazione dell’acqua si è evoluta<br />
e viene costantemente perfezionata.<br />
Si potranno infatti ammirare da vicino delle macchine per<br />
il lavaggio a secco a nuovi solventi naturali alternativi,<br />
tutte equipaggiate con il nuovo “nature system” che riduce<br />
notevolmente i consumi d’acqua,<br />
energia e macchine a idrocarbonio drytec senza distillo,<br />
con il cesto sospeso, che riescono a cocludere un ciclo<br />
di lavaggio in meno di cinquanta minuti e vantano<br />
ridottissimi consumi di acqua e elettricità. D’altra parte<br />
Hotel e ricettività alberghiera, ristorazione, ospedali, sanità<br />
e centri di assistenza sono tutte realtà, tante e diverse, che<br />
oggi chiedono soluzioni innovative a questo settore, e<br />
sempre di più sono i comparti economici che necessitano<br />
di risposte concrete e tempestive nel rispetto dei più alti<br />
standard di qualità, igiene e sostenibilità.<br />
Ed è la sostenibilità, in termini di impatto ambientale,<br />
contenimento e razionalizzazione dei consumi che oggi<br />
guida l’evoluzione del mercato lavasecco.<br />
Visitare ExpoDetergo International significa dunque<br />
entrare in contatto con le novità assolute del settore a<br />
livello mondiale, scoprire le più importanti innovazioni,<br />
anticipare il futuro.■<br />
40 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
41<br />
photogallery expodetergo2014
BIE:<br />
ARBITRO<br />
UNICO<br />
DELLE<br />
ESPOSIZIONI<br />
UNIVERSALI<br />
di Roberto Bonsaglio<br />
EMIRATI ARABI<br />
Cibo per la mente<br />
CINA<br />
Terra<br />
di speranza,<br />
cibo per la vita<br />
REGNO UNITO<br />
Coltivato in Gran Bretagna,<br />
condiviso globalmente<br />
FRANCIA<br />
Produrre e nutrire<br />
diversamente<br />
STILI DI VITA<br />
BRASILE<br />
Sfamare il mondo<br />
con soluzioni<br />
EXPO 2015: rendering di padiglioni di alcuni Paesi partecipanti<br />
www.expo2015.org<br />
BENIN<br />
Alle fonti della gastronomia beninese,<br />
nutrirsi per una vita piena d’energia<br />
MESSICO<br />
Messico, il seme per un mondo<br />
nuovo: cibo, diversità ed eredità<br />
MONACO<br />
L’eccellenza solidale,<br />
nutrire il mondo in modo diverso<br />
Si<br />
cominciò a parlarne in sordina, poi motivi<br />
di tempistica elettorale fecero balzare in prima<br />
pagina la parola EXPO 2015, Esposizione Universale.<br />
Si consolidò ulteriormente l’informazione quando si<br />
conobbero le credenziali e la storia della manifestazione.<br />
Il tutto è coordinato dal BIE (Bureau International des<br />
Expositions), l’ente costituito nel 1928 che definisce<br />
ed organizza i diritti ed i doveri degli espositori.<br />
Sì, perché i veri attori di questo enorme show socio/<br />
universal/culturale itinerante sono sia i padiglioni<br />
dei Paesi partecipanti sia le aree tematiche realizzate<br />
dall’organizzazione. Le esposizioni universali<br />
(in contrasto con le esposizioni internazionali, più<br />
piccole), sono definite con regole precise come:<br />
frequenza, durata, costruzioni dei padiglioni da parte<br />
degli espositori, dimensioni area espositiva, tema<br />
sociale dominante.<br />
L’arbitro unico è il comitato direttivo del BIE che<br />
valuta e seleziona i contenuti tematici fra quelli proposti<br />
dai Paesi interessati a divenire l’Organizzatore della<br />
manifestazione. Nel nostro caso la scelta è stata giocata<br />
in una partita contro un avversario turco, la città<br />
di Smirne di 3 milioni di abitanti situata sull’omonimo<br />
golfo del mar Egeo. Dobbiamo riconoscere<br />
che la costanza dell’allora sindaco di Milano e la<br />
sua squadra, riuscirono a battere sul filo del rasoio<br />
l’avversario turco. Ormai era cosa fatta il BIE aveva<br />
affidato a Milano, all’Italia l’organizzazione e la<br />
realizzazione dell’ EXPO 2015, con il tema “Nutrire<br />
il pianeta, energia per la vita”. Il mondo politico ed<br />
imprenditoriale cominciò a prendere coscienza del fatto<br />
che la nascitura EXPO 2015 era un’opera complessa,<br />
costosa, un impegno notevole soprattutto per un Paese<br />
burocrate come il nostro, carico di lacci e laccioli.<br />
Fu allora che l’opinione pubblica prese coscienza<br />
dell’opportunità e del tornaconto d’immagine che<br />
sarebbero derivati da questa operazione.<br />
Storicamente ogni esposizione è stata sempre<br />
caratterizzata da particolari strutture divenute nel tempo<br />
il simbolo dell’esposizione, nonchè talvolta della città<br />
organizzatrice o del Paese stesso. Siamo a Londra nel<br />
1851. La prima edizione vede la presenza di 28 nazioni<br />
(oggi se ne contano 147) con 6 milioni di visitatori,<br />
(oggi la città di Milano ne aspetta 21 milioni).<br />
In occasione di questo primo evento fu commissionato<br />
il famoso Crystal Palace una costruzione che occupava<br />
ben 84.000 metri quadrati. La più famosa esposizione è<br />
stata quella di Parigi nel 1889, organizzata per celebrare<br />
il centenario della rivoluzione francese, che vede<br />
la costruzione della Tour Eiffel divenuta il simbolo<br />
del Paese. All’inizio del secolo, 1906, Milano ospita<br />
una Expo sul tema dei trasporti, per festeggiare il traforo<br />
del Sempione che per l’epoca risultava essere il più lungo<br />
del mondo. L’Expo milanese diede il via alla attuale<br />
“Fiera”, punto di incontro di migliaia di produttori.<br />
A Milano restò come segno tangibile dell’esposizione<br />
l’Aquario Civico, una costruzione liberty fra le più<br />
significative della città.<br />
Sempre in Italia nel 1942 Roma avrebbe dovuto ospitare<br />
l’Expo e per l’occasione venne costruito un intero<br />
quartiere, l’EUR, ma a causa della seconda guerra<br />
mondiale l’esposizione non venne mai inaugurata.<br />
Torino fu sede dell’Expo nel 1961 in occasione dei 100<br />
anni dell’unità d’Italia. Per l’Expo1992 a Genova venne<br />
costruito l’acquario, con il recupero del Porto Antico.<br />
A Bruxelles per l’Expo del 1958 si costruì l’Atomium,<br />
attuale simbolo della città e realizzazione unica nella<br />
storia dell’architettura.<br />
L’Expo 1967 di Montreal ha riscontrato il maggior<br />
successo di sempre con più di 50 milioni di visitatori.<br />
Resta la Biosfera, una cupola geodetica adibita a Museo<br />
dell’Ambiente. Ed ancora l’Expo 92 di Siviglia può<br />
dirsi a buon diritto la rassegna universale di architettura<br />
contemporanea con tendenze innovative firmate dai<br />
professionisti più prestigiosi. L’Expo Aichi 2005 ha<br />
ospitato in tre città del Giappone 2015 padiglioni con<br />
il minimo impatto ambientale e un anno dopo l’Evento<br />
l’area di Nagakute è diventata Parco Commemorativo<br />
dell’Expo di Aichi.<br />
In tempi recenti, l’Expo 2010 organizzata a Shanghai<br />
è stata l’Esposizione Universale più maestosa,<br />
scenografica e costosa della storia nonché la prima<br />
organizzata in un Paese emergente. Dopo Milano 2015,<br />
la prossima tappa sarà Astana in Kazakistan, nel 2017.<br />
Lo show continua, sempre con la convinzione da parte<br />
dei Paesi organizzatori che l’imponente manifestazione<br />
possa risolvere o aiutare in parte a ridurre i danni<br />
di una crisi che da anni coinvolge il pianeta.■<br />
42 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
43
Claudia Taccani<br />
Avvocato e responsabile sportello legale OIPA si impegna per far conoscere<br />
a tutti le innumerevoli leggi che interessano gli animali d’affezione che,<br />
sempre più numerosi, vivono nel contesto urbano, affinchè i loro diritti siano<br />
rispettati. Partendo dal principio che anima la zooantropologia, che attribuisce<br />
ai cani un valore sociale e tende quindi a valutare diritti e doveri sia degli animali<br />
che dei padroni, abbiamo deciso di dedicare uno spazio ai temi legati ai nostri<br />
amici a quattro zampe.<br />
"…Pensiamo ai gatti Romani, considerati vero e proprio orgoglio cittadino, coccolati dai cittadini<br />
della capitale e venerati dai turisti che si affollano per fotografarne la bellezza felina, libera,<br />
in mezzo alla storia d’Italia."<br />
applicata da ciascuna Regione che ha emesso, appunto,<br />
delle Leggi Regionali in materia, regolamentando così<br />
le colonie feline e disponendo sanzioni elevate a carico<br />
dei trasgressori. In Lombardia, ad esempio, la Legge<br />
Regionale n. 33/09 ha previsto, espressamente,<br />
la definizione di habitat di colonia felina, ossia “qualsiasi<br />
territorio o porzione di territorio, nel quale viva<br />
stabilmente una colonia felina, indipendentemente<br />
dal fatto che sia o meno accudita”.<br />
Secondo tale legge, inoltre, la colonia felina può essere<br />
spostata soltanto qualora sia inevitabile per la relativa<br />
tutela - ad esempio per presenza di un cantiere di lavori<br />
(ovvero per gravi motivazioni sanitarie). Lo spostamento<br />
dovrà comunque essere effettuato ad opera di personale<br />
specializzato come le associazioni protezionistiche<br />
competenti, privati autorizzati, operatori ASL, collocando<br />
la colonia in altro luogo idoneo.<br />
Ricordiamo, infine, che anche molti Regolamenti<br />
Comunali tutelano i nostri felini urbani: così, ad esempio,<br />
il Comune di Genova ha fatto un passo ulteriore rispetto<br />
ad altre città italiane, prevedendo addirittura nel proprio<br />
Regolamento, non solo il riconoscimento della colonia<br />
felina ma, addirittura, dell’oasi felina, un luogo attrezzato<br />
dallo stesso Comune, delimitato o meno da una rete<br />
di protezione, fornita di cucce, ciotole per il cibo, dotata<br />
di acqua ed illuminazione.<br />
Possiamo così affermare che la legge, almeno scritta,<br />
è dalla nostra parte e, quindi, possiamo far valere i nostri<br />
diritti, o meglio quelli dei mici, segnalando al comune<br />
territorialmente competente nonchè all’Azienda Sanitaria<br />
locale la presenza di una colonia e, in caso di necessità<br />
o pericolo, senza indugio, chiedere l’intervento delle<br />
autorità competenti come, per esempio, la Polizia Locale<br />
e le Guardie Eco-Zoofile.■<br />
LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />
COLONIA FELINA<br />
UN “PATRIMONIO PUBBLICO”<br />
di Claudia Taccani<br />
Gatti e condominio, gatti e scuole, gatti e giardini,<br />
gatti e chiese, gatti e cantieri… Questi adorabili<br />
felini popolano le nostre città donando al contesto urbano<br />
un fascino ed un’eleganza unica.<br />
Nel nostro paese, i gatti che vivono in libertà, per fortuna,<br />
sono tutelati dalla legge, guai pertanto a chi li maltratta<br />
o li allontana dal loro habitat naturale.<br />
Negli ultimi anni, infatti, stiamo assistendo<br />
ad un crescente aumento di disposizioni normative<br />
e giurisprudenziali sulla tutela dei gatti che vivono<br />
in libertà, ma non tutti lo sanno, anzi, spesso è necessario<br />
“bacchettare” delle pubbliche amministrazioni che non<br />
applicano la legge “pro-gatto”.<br />
La legge nazionale n. 281 del 1991: “Legge quadro in<br />
materia di animali d’affezione e prevenzione<br />
al randagismo” prevede, sinteticamente, “Il divieto<br />
per chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà”,<br />
che questi ultimi siano sterilizzati dall'autorità sanitaria<br />
competente per territorio (ASL per intenderci)<br />
e riammessi nel loro gruppo.<br />
I gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se<br />
gravemente malati o incurabili. Gli enti e le associazioni<br />
protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie<br />
locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono<br />
in libertà, assicurandone la cura della salute<br />
e le condizioni di soppravvivenza.”<br />
La legge citata sancisce, senza ombra di dubbio, la tutela<br />
dei gatti liberi, disponendone la cura e sterilizzazione,<br />
in modo da “contenere” e monitorare il numero<br />
dei componenti di una colonia felina.<br />
Ma facciamo un passo oltre: la legge citata è stata<br />
44 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
45
Daniela Milano<br />
Laureata in filosofia, specializzata<br />
in psicologia psicosomatica,<br />
junghiana, lavora a titolo di libera<br />
professionista come counselor<br />
per il benessere, la formazione,<br />
l’istruzione della persona<br />
ed è giornalista.<br />
Biblioteca della sostenibilità<br />
IDEA BENESSERE<br />
Giallo, arancio, azzurro o verde? Secondo la teoria<br />
di Max Luscher, psicologo svizzero, la realtà<br />
psichica di ogni individuo è basata su questi 4 colori<br />
corrispondenti ad altrettante dimensioni psicologiche.<br />
Nello specifico:<br />
- il rosso corrisponde alla sicurezza di sé;<br />
- il verde all’autostima;<br />
- il giallo alla libertà interiore;<br />
- il blu alla mitezza.<br />
STAGIONETERAPIA<br />
di Silvia Carri<br />
edizioni Età dell’Acquario<br />
pag 280 - € 18,50<br />
LO CHIAMAVANO<br />
IL PAESE DEL SOLE<br />
di R.Basosi, G.L.Giannuzzi, L.Valori<br />
Aracne editrice,<br />
pag 184 - € 17,00<br />
DIECI AZIONI<br />
PER ZERO RIFIUTI<br />
di Roberto Cavallo<br />
edizioni Ambiente<br />
pag 320 - € 24,00<br />
A leggere queste comparazioni ognuno potrebbe essere<br />
tentato ad identificarsi istintivamente con il lato positivo<br />
di uno dei requisiti elencati e pensare di corrispondere<br />
pari pari ad una personalità piuttosto che ad un’altra.<br />
In realtà, come molti lettori sapranno, la persona non<br />
solo non è riducibile ad un solo aspetto, ma talvolta<br />
l’elemento manifesto (esempio la personalità verde<br />
che si mostra con una buona percezione di sé ) può<br />
nascondere caratteristiche in eccesso (vanitoso) o in<br />
difetto (insicurezze crescenti).<br />
Così come la personalità con un eccesso di rosso,<br />
risulta arrogante, boriosa e nasconde un continuo<br />
lamentio interiore; quella con picchi di giallo spiazza<br />
il proprio interlocutore per essere talvolta visionaria,<br />
molto ottimista e talaltra affezionata alla sua corazza<br />
per non mostrare vulnerabilità. Infine il soggetto blu<br />
dietro il suo essere magnanime e sempre disponibile,<br />
se non in equilibrio cova sentimenti di frustrazione,<br />
insoddisfazione, irascibilità.<br />
Alla luce di questi psico - ludici scenari, si può<br />
ragionare in termini di “benessere”, che cosa esso sia<br />
riferito alla teoria dello psicologo svizzero e soprattutto<br />
dove sta la chiave del suo raggiungimento. Una lettura<br />
attenta fa emergere subito che in ogni caso e qualunque<br />
sia la caratteristica dominante di un soggetto, anche<br />
la più positiva, se è presente, o in eccesso o in difetto,<br />
reca malessere e non consente di relazionarsi in modo<br />
sereno con il proprio interlocutore. La forzatura<br />
(differente dalla forza) come la ritrosia (diversa<br />
dall’umiltà) generano una tale insoddisfazione, in primis<br />
in sè stessi che può sfociare in somatizzazioni come:<br />
- panico cefalee (l’altra faccia della medaglia<br />
di un eccessivo controllo);<br />
- eritemi (manifestazione sul corpo della propria rabbia);<br />
- asma (difficoltà ad esternare e comunicare in modo<br />
profondo);<br />
- problemi digestivi (rimuginazione di eventi irrisolti,<br />
difficoltà a digerire alcune sconfitte);<br />
- problemi cardiaci (rigidità, perseguimento di schemi<br />
fissi a tutti i costi). La ricetta per vivere in salute<br />
e armonia? Luscher (e io concordo pienamente),<br />
suggerisce di coltivare tutti e 4 i colori interiori<br />
in modo naturale, con leggerezza e flessibilità, dando<br />
spazio qualche volta al puer aeternus che abita<br />
in ognuno di noi! ■<br />
Qualora abbiate voglia di fare osservazioni su quanto<br />
ho scritto o sollevare nuovi quesiti potete scrivermi a:<br />
redazione_ecoideare@libero.it<br />
> Opere di Renato Giananti<br />
La stagioneterapia è una pratica che<br />
chiunque può seguire, adottando dei piccoli<br />
accorgimenti e mettendo in atto i consigli<br />
formulati in questo agile manuale. Mese<br />
dopo mese, l’autrice ci aiuta a scoprire<br />
quali sono gli organi più a rischio, gli<br />
alimenti da evitare, le erbe da utilizzare, le<br />
pietre e i colori più adatti da indossare e gli<br />
atteggiamenti mentali da adottare in ogni<br />
stagione. Un libro da consultare per essere<br />
sempre allineati con Madre Natura.<br />
UN’ALTRA EUROPA<br />
di Silvia Zamboni<br />
edizioni Ambiente<br />
pag 200 - € 18,00<br />
Questo libro intende offrire, attraverso le<br />
voci di alcuni autorevoli protagonisti del dibattito<br />
sul futuro dell’Europa, materiale su<br />
cui riflettere e una nuova prospettiva in cui<br />
rilanciare l’obiettivo di un’Europa diversa,<br />
sostenibile, democratica, inclusiva, solidale,<br />
impegnata nella lotta ai cambiaenti climatici<br />
e che promuove le fonti rinnovabili, che<br />
combatte ogni forma di discriminazione, che<br />
riduce le spese militari a favore della spesa<br />
sociale.<br />
La prorompente diffusione di 500.000 impianti<br />
fotovoltaici nella Penisola, sorti spontaneamente<br />
da una decina d’anni, non è bastata<br />
a chiarire le dinamiche che ne hanno<br />
governato l’insediamento. Il libro si rivolge<br />
a tutti i soggetti della società civile che dibattono<br />
sulla convenienza o meno dell’opzione<br />
fotovoltaica: un “fenomeno” che l’Italia ha<br />
visto esplodere senza averlo per tempo pianificato.<br />
Gli autori propongono riflessioni per<br />
la gestione futura del processo.<br />
TUTTO CRUDO<br />
IN CUCINA<br />
di Sara Cargnello<br />
edizioni Terra Nuova<br />
pag 120 - € 13,00<br />
Un colorato ricettario ricco di suggerimenti<br />
pratici, consigli per creare piatti gustosi,<br />
fantasiosi e rigorosamente “crudi”, ricchi<br />
quindi di principi energetici. Il libro è diviso<br />
in due parti: una prima analizza gli elementi<br />
e le tecniche dell’alimentazione crudista,<br />
illustrando il corretto uso di centrifughe,<br />
frullatori e fioccatrici; la seconda, propone 90<br />
ricette appetitose, accompagnate da invitanti<br />
foto che stimolano il palato .<br />
L’autore affronta in modo concreto l’urgenza<br />
della questione rifiuti puntando il dito<br />
sull’utilizzo di prodotti non biodegradabili<br />
o bioaccumulabili che si diffondono<br />
rapidamente in tutto il pianeta attraverso<br />
fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera...<br />
Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura<br />
migliaia di anni e produce danni irreversibili.<br />
Una scomoda eredità per le generazioni<br />
future. Occuparsi di una strategia “rifiuti<br />
zero” è di assoluta necessità .<br />
PROFEZIA DIVINA E<br />
SCIENZA. TUTTO È<br />
SPIRITO?<br />
di Hans Gunter Kugler<br />
editore Vita Universale, pag. 93 - € 9,90<br />
In questo libro l’autore affronta il mondo<br />
dei quanti, nel quale la materia e l’energia<br />
si dissolvono in potenziali spirituali. Si<br />
parla dell’importanza del campo magnetico<br />
della Terra per l’uomo e per gli animali,<br />
degli effetti che le nostre emozioni e i<br />
nostri pensieri hanno sulla nostra anima e<br />
sul nostro corpo tramite il sistema nervoso.<br />
Viene affrontata la questione dell’esistenza<br />
di una vita dopo la morte.<br />
46 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
47
Ecologia in vetrina<br />
Idee, oggetti e materiali innovativi, ecocompatibili e dal design accattivante, dedicati al consumatore<br />
attento all’ambiente, ma che non rinuncia al glamour di un prodotto speciale.<br />
FILOBIO - NATURE INSIDE<br />
Un’etichetta attenta alla salute del bimbo e all’ambiente. L’azienda italiana<br />
realizza capi di abbigliamento in puro cotone per bambini da 0 a 24 mesi; le<br />
collezioni sono disegnate e sviluppate in Italia e realizzate in india da una<br />
filiera certificata al fine di garantire qualità e bellezza. Ogni capo è 100%<br />
sano, naturale, biologico, avvolge la pelle dei bimbi con delicatezza e resiste<br />
nel tempo. Il progetto è in progress per rendere la collezione in linea con<br />
le più avanzate tecniche di monitoraggio delle materie prime, delle tinture<br />
biologiche. Importanti risultati di questo attento lavoro sono anche quelli di<br />
evitare l’inquinamento della terra e di intossicare l’uomo.<br />
www.filobio.com/it<br />
EcoNews<br />
L’AGRICOLTURA FAMIGLIARE AL SALONE<br />
DEL GUSTO E TERRA MADRE EDIZIONE 2014<br />
L’agricoltura famigliare sarà la vera protagonista all’edizione di ottobre 2014<br />
Salone del Gusto e Terra Madre. Un vero competitor dell’Agricoltura industriale.<br />
Infatti Nonostante il minor accesso a risorse economiche produttive<br />
e una estensione di suolo coltivato molto basso, la produzione agricola di<br />
piccola scala a conduzione familiare è molto fruttifera.<br />
La chiave del successo sta alla cura,, alle conoscenze sapientemente adattate<br />
alle ecologie locali e alle capacità prolifere della terra sviluppate nel corso dei<br />
secoli dai contadini di tutto il mondo. Moltissimi i prodotti che si potranno<br />
assaggiare e acquistare, sicuri della freschezza e qualità!<br />
www.salonedelgusto.it<br />
EUGEA<br />
Eugea nasce come spin off dell’Università di Bologna ed è formata da ricercatori<br />
del gruppo di ecologia applicata. Essa traduce in prodotti per il<br />
vasto pubblico le ricerche del gruppo di Lotta Biologica dell’Università di<br />
Bologna, realizzando dei kit contenenti dei veri e propri micro habitat: dalle<br />
piante, ai vasetti, al bruco con tutte le indicazioni per favorire la nascita della<br />
farfalla e così per altre forme di vite che man mano arricchiscono i giardini.<br />
Ogni cittadino avrà a disposizione dei corridoi ecologici in grado di collegare<br />
i parchi periurbani con quelli urbani, che se coltivati si trasformeranno in una<br />
città “verde”. Tutti i prodotti di Eugea sono realizzati a mano da persone di<br />
cooperative sociali. www.eugea.it<br />
FATTORIE DIDATTICHE A PORTE APERTE<br />
Domenica 28 settembre 85 fattorie distribuite in tutta la Regione Lombardia<br />
offrono al pubblico la possibilità di trascorrere una giornata nella natura sperimentando<br />
direttamente le attività che si svolgono quotidianamente in un’azienda<br />
agricola. I bambini, accompagnati dagli agricoltori, potranno avvicinare gli<br />
animali, dar loro da mangiare. Scoprire come si coltivano gli ortaggi, i cereali<br />
e i fiori. In molti agriturismi è possibile prendere il pranzo, la cena o una stanza<br />
per passare la notte. www.buonalombardia.regione.lombardia.it<br />
INTERNATIONAL MEETING: I MAESTRI<br />
DEL PAESAGGIO EDIZIONE 2014<br />
Dal 6 al 21 settembre, si terrà la IV edizione di “I Maestri del Paesaggio”,<br />
una manifestazione d’eccellenza unica al mondo. Le più autorevoli firme internazionali<br />
del Landscaping - architetti Paesaggisti, Garden designer, storici<br />
e fotografi si riuniscono nella spettacolare cornice di Bergamo Alta. Migliaia<br />
di visitatori affollano la storica piazza vecchia che viene allestita<br />
a Verde per assistere alle lezioni; workshop; mostre; percorsi organizzati<br />
e novità di quest’anno la presenza di Green Fashion e Green Design.<br />
Un’occasione da non perdere. www.arketipos.org<br />
AGRITURISMO BIO VILLA PADURA<br />
Nel Parco delle Madonie, a 900 metri sul livello del mare, da un’antica residenza di campagna, centro di un’attività<br />
agricola basata sulla produzione di cereali, gelsi per l’allevamento dei bachi da seta, vigneti, oliveto, nasce l’agriturismo<br />
VILLA PADURA. L’azienda, completamente biologica è dotata di 6 camere, piscina a copertura telescopica, ampio<br />
parco con piante secolari e un ristorante guidato Salvatore Minneci, chef di esperienza internazionale.<br />
Grazie al clima, alle bellezze naturali e alla ricca storia dei paesi vicini, la famiglia Pucci di Benisichi Bella ha deciso<br />
di aprire tutti i mesi dell’anno. Particolarmente apprezzato per la sua profumazione è l’olio extra vergine certificato bio,<br />
che produce da cultivar siciliane.<br />
Agriturismo Villa Padura, Via Matteotti, 1 - Castellana Sicula (PA)<br />
Tel. 0921 562180 - www.agriturismovillapadura.it<br />
COLTIVARE LA MENTE<br />
Laura Zeni, artista e designer, espone dal 5 settembre al 4 ottobre alla Triennale<br />
di Milano oggetti di design, opere pittoriche e installazioni.<br />
La mostra, curata da Fortunato D’Amico, approfondisce il tema della natura<br />
in relazione all’uomo contemporaneo ed esprime la necessità di intervenire a<br />
favore di un progresso dove tecnologia e mondo naturale sono in equilibrio.<br />
Riflessioni sulla società, sull’ecosostenibilità, sull’alimentazione, tematiche<br />
connesse al tema di Expo 2015. Spazio Material ConneXion.<br />
ingresso libero. www.laurazeni.com<br />
48 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
49
LE NOSTRE CONVENZIONI<br />
Per essere sempre più vicini ai nostri associati, Rinenergy ha stretto una serie di accordi per proporre sconti<br />
e convenzioni a chi presenterà la tessera, nei seguenti esercizi commerciali o aziende.<br />
Ristorante Biologico Corte Regina<br />
Viale Monza 16 Milano<br />
Tel. 02 28381873<br />
www.cortereginabio.it<br />
Aperto mezzogiorno e sera, il Ristorante propone specialità della<br />
migliore tradizione emiliana: gnocco fritto con salumi, tortelli ripieni di<br />
verdure. Ampia scelta di vini biologici e di altissima qualità.<br />
sconto del 10% su pranzi o cene.<br />
Agriturismo Bio Villa Padura<br />
Via Matteotti,1 – Castellana Sicula (Pa)<br />
Tel. 0921 562180<br />
www.agriturismovillapadura.it<br />
Azienda biologica con piscina a copertura telescopica, ampio parco,<br />
sei camere. Sconto del 10% per soggiorni da aprile a novembre,<br />
gratis per bambini fino a 5 anni, 50% per bambini dai 6 anni.<br />
Sconto 15% su pranzi o cene.<br />
L’Accento sul Gusto<br />
Via Roma 34/b - Paderno Dugnano (MI)<br />
Tel. 339 2400721<br />
Per un’alimentazione sana e sostenibile:<br />
laboratorio e vendita diretta di pasta fresca, dolci e gastronomia<br />
di alta qualità. Pesti profumati con verdure di stagione. Germogli,<br />
ricette vegetariane, su ordinazione paste e ripieni per intolleranze. Martedì<br />
e giovedì pane con lievito di “pasta madre”.<br />
Ai lettori <strong>Ecoideare</strong>/soci Rinenergy: Sconto 10% su paste fresche all’uovo,<br />
kamut e gnocchi.<br />
Cascina Guzzafame<br />
20083 - Vigano di Gaggiano (Mi)<br />
Tel: 02 9086659 - Fax: 02 91390495<br />
info@cascinaguzzafame.it<br />
www.cascinaguzzafame.it<br />
Sconto del 10% sulla spesa effettuata in negozio e sconto del 10%<br />
sulla prima notte trascorsa nel Bed & Breakfast.<br />
Agriturismo La Manna di Zabbra<br />
C/da Zabbra - SP 130 al km 4.00 - 90010 Pollina(PA)<br />
Tel. 0921 910083 Cell. 339 6328555<br />
info@lamannadizabbra.com<br />
www.lamannadizabbra.com<br />
Una notte gratis ogni 7 di pernottamento e un pasto gratuito ogni 5<br />
persone al ristorante biologico. Spedizione gratuita con un minimo<br />
di 50€ sull’acquisto di prodotti biologici. Oltre i 100€ ulteriore sconto<br />
del 10%.<br />
Semprebio - alimentari con ristoro<br />
Via Broggi, 13 Milano (MM Lima)<br />
Tel. 02 29407378 - www.semprebio.net<br />
Prodotti biologici e locali di qualità. Bio - bar gastronomico.<br />
Consegna a domicilio.<br />
sconto del 10% sulla spesa<br />
EcoWorldHotel<br />
Tel 02 69008563<br />
Booking@ecoworldhotel.com<br />
www.ecoworldhotel.org<br />
Sconto del 50% per soggiorno di due notti per due persone<br />
(esclusi ponti e festività) in eco-hotel scelto tra agriturismi,<br />
B&B, alberghi e dimore storiche certificate EcoWorldHotel.<br />
A Modo... Bio<br />
Località Pian di Spagna 22010 Gera Lario (CO)<br />
Tel. 331 3058670 - ordini@amodobio.org<br />
www.amodobio.org<br />
Produzione e consegna a domicilio di frutta e verdura biologica.<br />
Si possono prenotare visite alla cascina in un luogo molto bello, a due<br />
passi dal lago dove si possono fare acquisti direttamente.<br />
Multiutility S.p.a.<br />
Gruppo Dolomiti Energia<br />
Palazzo Fermi, Via Enrico Fermi, 4 - 37135 Verona<br />
Tel. 045 826 20 11 - Fax 045 826 20 62<br />
info@multiutility.it - www.multiutility.it<br />
Servizi e soluzioni integrate a PMI e enti per energia elettrica e gas<br />
naturali. Riduzione dell’1% sulle tariffe offerte.<br />
Erboristeria Planerbe<br />
Corso di Porta Romana 123 - Milano<br />
tel. 02 54071428 - info@planerbe.it<br />
www.planerbe.it<br />
Sconto 20% per prodotti a marchio Planerbe e tisane personalizzate.<br />
Sconto 10% per prodotti cosmetici, fitoterapici, integratori alimentari,<br />
alimentazione, editoria, consulenze con professionisti convenzionati.<br />
Partecipazione gratuita, su prenotazione, a conferenze e incontri.<br />
Az. Agr. FortunatoErrera<br />
Tel. 338 3521837 - www.fortunatoerrera.it<br />
Prodotti tipici di Pantelleria: capperi, olio, origano,<br />
passito, spumante, miele d’uva, confetture extra<br />
di zibibbo, di gelsi, di arance e di limoni, caponata<br />
e pesto “panteschi”.<br />
Spese trasporto gratis in tutte le regioni. 10% di sconto su tutti<br />
i servizi di ospitalità dell’Albergo Bue Marino<br />
Ristorante Cortaccia Biocucina<br />
Piazza Corte dei Sogliari, 6<br />
Zona Portici Corso Umberto, 46100 Mantova<br />
Tel. 0376 368760 - www.cortaccia.com<br />
Nel centro storico di Mantova, cucina di qualità e della tradizione<br />
con carne, pesce e piatti vegetariani.tutti gli ingredienti sono biologici.<br />
Menù personalizzati su prenotazione per occasioni speciali,<br />
anche per vegani e celiaci. Sconto del 10% su pranzi o cene.<br />
in contemporanea con<br />
BolognaFiere<br />
6 - 9 settembre 2014<br />
BolognaFiere<br />
8 - 10 settembre 2014<br />
Con il Patrocinio di Con il Supporto di In collaborazione con<br />
50<br />
Maria Scapaticci<br />
Tel. 338 798167<br />
www.foreverliving.it<br />
Vendita diretta prodotti a base di Aloe vera: bevande, integratori<br />
alimentari, prodotti per igiene personale bellezza e protezione della<br />
pelle, controllo peso relax, igiene della casa, amici animali.<br />
Telefonando a Maria un prodotto omaggio del valore del 10%<br />
dell’ acquisto.<br />
ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />
Officinali di Montauto<br />
Corso Magenta 12, 20123 Milano<br />
Tel. 02 89050915<br />
www.officinalidimontauto.it<br />
Bistrot, degustazioni e vendita di miele, tisane, olio.<br />
Annesso, negozio di prodotti di cosmesi biologica.<br />
sconto del 10% su tutti i prodotti (cosmesi biologica e food).
Bioarchitettura a Milano<br />
Nell’attuale panorama dell’architettura in Italia, acquisire nuove conoscenze e riscoprire antiche tecniche per affrontare consapevolmente le<br />
nuove necessità abitative, di tutela della salute, di promozione del benessere, di risparmio ed efficienza energetici, di integrazione con l’ambiente è<br />
diventato fondamentale. Le abitazioni, gli insediamenti in genere, le città, gli ambienti, i paesaggi sono organismi complessi che vanno visti oltre<br />
che nella molteplicità degli aspetti specifici, nella loro integrità, qualità irriducibile a semplici dati numerici, a indici prestazionali. La Bioarchitettura,<br />
propone tutto ciò, è una via possibile, perché sperimentata, di riforma dell’architettura e di costruzione di un ambiente armonico, equilibrato,<br />
vivibile e sicuro per ogni forma vivente. INBAR Milano vi aspetta per collaborare a quest’opera, al vero spirito dell’Architettura.<br />
L A B I O A R C H I T E T T U R A I N P O C H E P A R O L E<br />
E’ architettura per la vita. L’uomo è<br />
responsabile delle forme di vita<br />
nell’Universo.<br />
Supera i punti di vista parziali per cercare<br />
una concezione unitaria dell’architettura.<br />
Esce dal ristretto ambito disciplinare per<br />
coinvolgere nell’architettura quante più<br />
categorie professionali possibili; diffonde<br />
un messaggio comprensibile a tutti.<br />
Promuove, Incoraggia e favorisce gli studi<br />
sulle sostanze, sui materiali, sugli<br />
elementi, sulle tecniche, sugli apparecchi<br />
e gli impianti dell’architettura per un loro<br />
impiego sempre più consapevole<br />
Promuove un vero cambiamento: cercare<br />
la semplicità, aiutare le persone a<br />
scegliere consapevolmente un modo di<br />
vivere in armonia con la Natura.<br />
Persegue indefessamente la qualità della<br />
vita, attraverso l’architettura e<br />
l’urbanistica, condividendo e insegnando<br />
l’eredità della tradizione, le scoperte, le<br />
acquisizioni.<br />
Conservare la salute, promuovere il<br />
benessere complessivo sono i fondamenti<br />
della sua azione.<br />
V I T A L E<br />
I N T E R D I S C I P L I N A R E<br />
S O L I D A E P R O M E T T E N T E<br />
R A D I C A T A N E L L A T R A D I Z I O N E<br />
Rispetta le tradizioni, che studia e da cui<br />
trae preziosi insegnamenti che si impegna<br />
a sua volta a tramandare.<br />
Promuove ogni iniziativa che concili ed<br />
integri le attività umane, l’ambiente e la<br />
natura. E’ ottimista ed è creativa.<br />
L’interdisciplinarietà è la vera novità della<br />
Bioarchitettura. Valorizza le competenze<br />
specifiche di chi vuol contribuire alla<br />
riforma dell’architettura. Assicura la regia<br />
di processi progettuali aperti alla<br />
partecipazione più ampia.<br />
E’ curiosa, precisa, mai banale, rifugge dai<br />
luoghi comuni. Si impegna a combattere<br />
generalizzazioni, strumentalizzazioni,<br />
mistificazioni e speculazioni condotte al<br />
riparo dei prefissi “bio” ed “eco”.<br />
Sostiene i cambiamenti nelle abitudini,<br />
nei comportamenti, negli usi e nei<br />
consumi ispirati alla ricerca del benessere<br />
affinché diventino patrimonio di tutti.<br />
E’ austera e si impegna a ridurre gli<br />
sprechi. Propone istruzioni, linee guida,<br />
manuali, suggerimenti per l’uso e il<br />
consumo ispirati a semplicità e chiarezza.<br />
Chiede coscienza, responsabilità,<br />
disponibilità a impegnarsi per affermare<br />
una vera cultura della vita<br />
INBAR® è un ente morale senza fini di lucro che da oltre un ventennio svolge in Italia un ruolo determinante per la sensibilizzazione,<br />
l'informazione e la formazione sui temi dell'abitare sano, della riqualificazione del territorio e della riconversione ecologica del<br />
settore delle costruzioni. L’Istituto è aperto a tutti, persone fisiche e giuridiche quali Società, Amministrazioni, Scuole, Università,<br />
organismi di ricerca. E’ aperto a chiunque voglia partecipare alla riforma dell’architettura con impegno e buona volontà.<br />
Contatti: Milano@bioarchitettura.it - tel.02.89691667