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Ecoideare Settembre Ottobre N25

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N°25 - SETTEMBRE/OTTOBRE 2014<br />

Euro 3,50<br />

N.25 - settembre/ottobre 2014 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />

ALIMENTAZIONE<br />

Mediterraneo: l’ombelico del bio<br />

EQUILIBRIO<br />

NATURALE<br />

AMBIENTE E TERRITORI ECOABITARE STILI DI VITA<br />

Val di Sella<br />

Detrazioni fiscali<br />

Cosmesi bio e naturale


Editoriale<br />

Sostenibilmente<br />

Giorgio Nebbia<br />

Periodico culturale di informazione<br />

sullo sviluppo sostenibile<br />

SOMMARIO<br />

2<br />

3<br />

4<br />

Pag. 15<br />

ALIMENTAZIONE<br />

Mediterraneo: l’ombelico del Bio - Fabrizio Piva e Remo Cicciomei<br />

I mille mercanti di Campagna Amica - Toni DeAmicis<br />

In cucina con natura: l’autunno - Caterina Mosca<br />

Qualità vegetariana - Carmen Nicchi Somaschi<br />

Vice: il gelato vegano - a cura della redazione<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Concimare e corroborare secondo natura - Nicola Saluzzi<br />

Il carico energetico di prodotto - Angelo Pozzi<br />

Val di Sella - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

6<br />

10<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

19<br />

22<br />

Pag. 19<br />

La “testa” è un’opera di Laura Zeni - Lazenart ®<br />

ECOABITARE<br />

Detrazioni fiscali - Giuseppe Pappolla<br />

Acqua a km zero - Giorgio Schultze<br />

Il neutrino e la bomba atomica - Andrea A. Muntoni<br />

Pillole per saperne di più - rubrica di Luigi Paolino e Marco Cagelli<br />

STILI DI VITA<br />

Cosmesi bio e naturale - Alessandro Pulga e Alessanro Spadoni<br />

Una nuova visione di futuro - Gianni Cavinato<br />

Expodetergo international 2014 - a cura della redazione<br />

Bie: arbitro unico delle esposizioni universali - Roberto Bonsaglio<br />

Colonia felina, un patrimonio pubblico - Claudia Taccani<br />

Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />

24<br />

26<br />

28<br />

31<br />

32<br />

36<br />

39<br />

40<br />

42<br />

44<br />

Pag. 28<br />

Biblioteca della sostenibilità<br />

Ecologia in vetrina<br />

Econews<br />

Le nostre convenzioni<br />

45<br />

46<br />

47<br />

48<br />

Pag. 42<br />

Direzione, Redazione e Amministrazione<br />

Brand Evolution srl • Via Sardegna, 57 • 20146 Milano • Tel 0236642800 • Fax 0236642803 • E-mail: info@b-evolution.it<br />

COLTIVARE CON LA TESTA<br />

TRIPHYLLA ® agisce rapidamente sul sistema vitale della pianta con notevoli risultati sia qualitativi che<br />

di rese del prodotto finale. La farina di roccia TRIPHYLLA ® , completamente naturale e biocompatibile,<br />

è indicata per frutticoltura, orticoltura, viticoltura, vivaistica, serre, coltivazioni arboree, coltura estensiva<br />

in campo aperto, piante ornamentali e d’appartamento.<br />

Direttore editoriale: Nicoletta Cova<br />

Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />

Art direction e impaginazione: Francesca Magnelli<br />

Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />

Responsabile Marketing e sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />

Pubblicità e Iniziative speciali: 02.36642800 - 348.7638654<br />

Si ringraziano per la collaborazione: Mario Allodi, Roberto Bonsaglio, Marco Cagelli, Valentina Castellani, Gianni Cavinato, Remo Cicciomei,<br />

Elena D’alto, Toni De Amicis, Andrea Marziani, Caterina Mosca, Andrea A. Muntoni, Giorgio Nebbia, Luigi Paolino, Giuseppe Pappolla, Fabrizio Piva,<br />

Angelo Pozzi, Alessandro Pulga, Serenella Sala, Giorgio Schultze, Carmen Nicchi Somaschi, Alessandro Spadoni, Claudia Taccani.<br />

www.ecoideare.it<br />

Il periodico è realizzato in collaborazione con: Rinenergy ® - associazione no - profit e Gaia Animali & Ambiente Onlus<br />

Testata registrata al Tribunale di Milano Registro stampa periodica n° 60 - 13 / 02 / 2009<br />

Stampa: Verde smeraldo di Stefano Molinai Via fogazzaro,14 - 21020 Varano Borghi (VA)<br />

PRODOTTO IN ITALIA<br />

ECOIDEARE È AMICA DELL’AMBIENTE. QUESTA TESTATA È STAMPATA CON IL 100% DI ENERGIA PULITA SU CARTA CERTIFICATA FSC<br />

PROVENIENTE DA FORESTE DOVE SONO RISPETTATI DEI RIGOROSI STANDARD AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI.<br />

3


“Noi siamo<br />

ciò che<br />

mangiamo”,<br />

diceva<br />

il filosofo<br />

tedesco<br />

Feuerbach già<br />

nell’Ottocento.<br />

Vale, credo,<br />

anche<br />

e soprattutto<br />

oggi. Nutrirsi<br />

è infatti sempre<br />

più anche<br />

un messaggio sociale. Un gesto<br />

politico. Il cibo è diventato un modo<br />

per dire chi si è: a sé stessi e agli<br />

altri. Oggi molte istanze sociali,<br />

politiche, etiche passano attraverso<br />

il cibo. Come ha recentemente<br />

sostenuto l’antropologo Marino<br />

Niola, “cerchiamo un rinnovamento<br />

e una moralizzazione attraverso<br />

ciò che mangiamo”. Questo è vero<br />

soprattutto per alcune elites culturali,<br />

che devono fare da apripista<br />

e da megafono ai tanti, troppi che<br />

invece -penso al popolo del fast food<br />

e ai frequentatori abituali di Mc<br />

Donalds e catene affini- hanno<br />

le fette di salame sugli occhi oltre<br />

che nello stomaco. Ecco perchè,<br />

Mangio ergo sum<br />

da sempre e in particolare in questo<br />

numero, <strong>Ecoideare</strong> dà spazio al tema<br />

dell’alimentazione. All’alimentazione<br />

sana, equilibrata, naturale.<br />

In queste pagine ospitiamo così<br />

il direttore di Fondazione Campagna<br />

Amica Coldiretti che ci racconta<br />

dei loro “mille mercati”, parliamo<br />

della certificazione “mercato<br />

mediterraneo”, ospitiamo come<br />

sempre la deliziosa Caterina<br />

Mosca con la rubrica “Natura in<br />

cucina” anticipando ciò che di<br />

buono ci apparecchia l’autunno,<br />

e disquisiamo con gioia di dieta<br />

veg (quella che seguo da oltre 20<br />

anni e che personalmente consiglio<br />

caldamente per motivi ambientali,<br />

etici e salutistici) assieme a Carmen<br />

Somaschi.<br />

Con queste premesse <strong>Ecoideare</strong> non<br />

poteva non essere presente al Sana<br />

di Bologna, il salone internazionale<br />

del biologico e del naturale che si<br />

tiene dal 6 al 9 settembre. Infatti ci<br />

saremo. Organizzata da BolognaFiere<br />

in collaborazione con FederBio,<br />

Sana da anni è la più importante<br />

manifestazione fieristica in Italia per<br />

l’alimentazione biologica certificata,<br />

l’erboristica e la cosmetica naturale<br />

e bio: un appuntamento importante<br />

Editoriale<br />

sia per gli operatori professionali<br />

del settore, sia per i consumatori<br />

che a tavola preferiscono<br />

gli alimenti biologici e che<br />

per la cura del corpo ricorrono<br />

a prodotti cosmetici ottenuti<br />

da ingredienti-base naturali e bio.<br />

Veniteci a trovare!<br />

Non di solo cibo si alimenta però<br />

<strong>Ecoideare</strong>. Con Giorgio Nebbia<br />

scopriamo che da poco tempo<br />

il numero di autoveicoli circolanti<br />

nel mondo ha raggiunto la cifra<br />

di un miliardo, uno ogni sette abitanti<br />

della Terra (con tutte le conseguenze<br />

del caso), grazie a Mario Allodi<br />

e Andrea Marziani continua<br />

la valorizzazione delle valli minori<br />

(stavolta ci occupiamo della Val<br />

di Sella), con Giuseppe Pappolla<br />

proseguiamo a indagare il tema Fisco<br />

e Ambiente (l’argomento di questo<br />

numero è molto concreto: detrazioni<br />

fiscali per la coibentazione di pareti<br />

e coperture), Giorgio Schultze<br />

ci accompagna in un viaggio<br />

nell’Acqua a Km Zero, e molto altro.<br />

Insomma: tanta roba, come si dice<br />

adesso...<br />

Buona lettura!<br />

Edgar Meyer<br />

Oggi più che mai, la vita deve venire<br />

caratterizzata da un senso<br />

di responsabilità Universale,<br />

non solo nazione verso nazione<br />

e umani verso umani, ma anche<br />

umani verso altre forme di vita.<br />

Dalai Lama<br />

Sostenibilmente<br />

a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />

UNA BASE SOLIDA PER L’UTILIZZO<br />

SOSTENIBILE DELLE RISORSE FORESTALI<br />

di Salvatore Martire, Luca Peloso, Serenella Sala, Valentina Castellani<br />

L'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia<br />

deve essere supportato da una attenta pianificazione<br />

energetica, e da una approfondita progettazione<br />

dell’intera filiera, che tenga conto anche dell’offerta<br />

energetica territoriale. È la stessa Commissione<br />

Europea che nel Piano d’Azione per la Biomassa<br />

afferma: ”L’energia è la chiave per aiutare l’Europa nel<br />

raggiungimento dei suoi obiettivi per la crescita, il lavoro<br />

e la sostenibilità.”<br />

A livello italiano l’assenza di un Piano o di una Strategia<br />

energetica nazionale non consente di definire una<br />

direzione chiara in termini di politiche energetiche.<br />

Ciononostante, in conformità alla Direttiva 2009/28/CE<br />

e alla Decisione della Commissione Europea del 30<br />

Giugno 2009, il governo italiano ha presentato nel 2010<br />

il Piano d'Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili<br />

che delinea un ruolo chiave per le biomasse, ipotizzando<br />

al 2020 un consumo del 44% rispetto al totale<br />

dei consumi da fonti rinnovabili, pari complessivamente<br />

a 22.3 Mtep prevedendo un ruolo importante<br />

delle biomasse per la produzione di calore, e non solo<br />

di elettricità.<br />

Se da un lato le biomasse forestali sono al centro delle<br />

politiche energetiche, una gestione sostenibile delle<br />

foreste è fondamentale per mantenere il loro potenziale<br />

e garantire i loro servizi ecosistemici. In altre parole,<br />

il punto di vista esclusivamente energetico non è<br />

sufficiente per assolvere una corretta gestione delle<br />

foreste. La Conferenza ministeriale sulla protezione delle<br />

foreste in Europa definisce la gestione sostenibile<br />

dei boschi come “la gestione e l'utilizzazione dei boschi<br />

e dei terreni forestali nelle forme e ad un tasso che<br />

mantenga la biodiversità, la produttività, la capacità<br />

di rigenerazione, la vitalità e la capacità di svolgere, ora<br />

e in futuro, le funzioni ecologiche, economiche e sociali,<br />

a livello locale, nazionale e globale, e che non provochi<br />

danni ad altri ecosistemi.”<br />

Per questo motivo, la Provincia di Como<br />

ed il Canton Ticino hanno promosso un Piano Integrato<br />

Transfrontaliero (PIT SAPALP, Saperi Alpini),<br />

che comprende anche il progetto “Legno: saperi<br />

per un uso sostenibile della risorsa.” Un progetto teso<br />

a dare impulso a filiere bosco-legno-energia locali,<br />

garantendo una gestione sostenibile della risorsa e delle<br />

foreste, e permettendo la differenziazione dell’offerta<br />

energetica nell’area transfrontaliera dello spartiacque<br />

comasco-ticinese.<br />

Uno dei risultati del progetto è la realizzazione<br />

di un Sistema di Supporto alle Decisioni (SSD)<br />

per supportare l’accessibilità e la qualità della legna<br />

locale e lo sviluppo di filiere corte basate sull’utilizzo<br />

di biomasse forestali. Questo sistema permette<br />

di migliorare il processo decisionale operando su una<br />

serie di dati, attraverso l’utilizzo di modelli. Non si<br />

sostituisce al decisore ma “supporta” la decisione quando<br />

il problema da affrontare è complesso e le procedure sono<br />

parzialmente note.<br />

L’obiettivo del sistema di supporto alle decisioni BASE<br />

(Biomasse Alpine per la Sostenibilità Energetica)<br />

sviluppato dal GRISS dell’Università degli Studi<br />

di Milano-Bicocca, partner scientifico del progetto<br />

SAPALP, è fornire un supporto al decisore locale<br />

che vuole pianificare l’utilizzo della risorsa forestale<br />

per autorizzare impianti e/o reti di teleriscaldamento<br />

alimentati a biomassa legnosa di origine forestale,<br />

valutando anche il possibile contributo della legna<br />

in sostituzione ai combustibili fossili tradizionali.<br />

I principali destinatari sono quindi le Amministrazioni<br />

e gli Enti locali, oppure le imprese boschive di grandi<br />

dimensioni che forniscono anche il servizio di fornitura<br />

calore e hanno necessità di pianificare i propri interventi<br />

su scala più ampia.<br />

Il Sistema presentato consiste in dati organizzati<br />

in un GeoDataBase ESRI, utilizzabili in ESRI ArcMAP<br />

10 e compatibili, con possibilità di trasferimento<br />

su un webgis con la visualizzazione di più strati<br />

informativi sulla stessa mappa. Ogni mappa dei risultati<br />

può essere costruita con riferimento alla griglia,oppure<br />

con il dato del potenziale a livello di mappa e/o<br />

di aggregazione.<br />

In tutti i casi è possibile suddividere l’area in base<br />

alla proprietà (pubblica o privata).<br />

È inoltre possibile modificare alcuni dei parametri<br />

utilizzati per il calcolo, per rendere il sistema<br />

maggiormente corrispondente alla realtà analizzata.<br />

Per rendere il sistema aggiornabile nel tempo, e quindi<br />

più funzionale,vengono fornite anche tutte le mappe<br />

di base del sistema e le istruzioni così da poterle<br />

aggiornare o sostituire in caso di disponibilità di dati<br />

più aggiornati e dettagliati.<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014 5


Giorgio Nebbia<br />

Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />

uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />

Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo<br />

nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico,<br />

dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />

UN MILIARDO DI<br />

INSOLENT CHARIOTS<br />

Trappole tecnologiche ben note ai paesi industriali ormai sazi,<br />

anche troppo, di autoveicoli ma in cui cadranno i paesi emergenti,<br />

così assetati delle ”Insolent chariots”, le invadenti carrette,<br />

come lo scrittore americano John Keats ha definito le automobili.<br />

L’automobile sarebbe diventata, proprio cento anni fa,<br />

con l’inizio della “prima” sciagurata guerra mondiale,<br />

un mezzo di trasporto militare essenziale; finita<br />

la guerra, nel 1919, è diventata anche un simbolo di stato<br />

sociale, come prima erano state le carrozze a cavalli.<br />

A soddisfare la nuova domanda di un mondo desideroso<br />

di miglioramento pensò l’americano Henry Ford, il re<br />

delle automobili, introducendo nella sua fabbrica<br />

la produzione “in serie” di veicoli in grande quantità<br />

e a prezzo ragionevole. Gli autoveicoli dovevano essere<br />

quanto più simili fra loro, “standardizzati”, e venivano<br />

messi insieme in una “catena” di mon taggio da operai<br />

affiancati, ciascuno dei quali doveva fare lo stesso gesto,<br />

mentre i veicoli avanzavano su un nastro trasportatore,<br />

per uscire alla fine pronti al viaggio. Una delle prime<br />

automobili prodotte in grande serie negli Stati Uniti era<br />

il favoloso “modello T” che Ford si vantava di poter<br />

offrire di qualsiasi colore purché fosse nero!<br />

La lunga strada avrebbe anche incontrato vari<br />

inconvenienti di natura ambientale. Il primo è stato<br />

rappresentato dal fatto che i motori a scoppio, con ciclo<br />

Otto a benzina o Diesel a gasolio, funzionano quasi<br />

esclusivamente bruciando un derivato del petrolio; la loro<br />

“perfezione” viene pagata con l’inevitabile produzione,<br />

durante la combustione dei carburanti, di gas che sono<br />

nocivi per la salute, principalmente ossido di carbonio,<br />

poi ossidi di azoto, insieme a polveri e idrocarburi<br />

cancerogeni. Molti tentativi di perfezionamento<br />

dei carburanti per renderli più adatti ai motori capaci<br />

di muovere veicoli veloci e grandi, sono stati<br />

accompagnati da crescenti inquinamenti dell’atmosfera,<br />

soprattutto dell’aria delle città.<br />

Il piombo tetraetile, uno degli additivi per benzina<br />

di maggior ”successo”, usato per mezzo secolo,<br />

ha avvelenato migliaia di persone con i composti<br />

del piombo scaricati dai tubi di scappamento.<br />

Il “miglior” agente di attrito dei freni e delle frizioni<br />

è stato per decenni a base di amianto; l’usura<br />

dell’amianto e della gomma dei pneumatici sono<br />

stati fonti di polveri nocive nell’aria. L’aumento della<br />

popolazione di autoveicoli si scontra anche con la limitata<br />

capacità ricettiva delle strade e delle città, come si vede<br />

nelle città europee col traffico congestionato. Senza<br />

contare che quando un autoveicolo non serve più, la sua<br />

“rottamazione”, cioè lo smantellamento per recuperare<br />

una parte dei materiali ancora utili, comporta rilevanti<br />

problemi di inquinamento.■<br />

GIORGIO NEBBIA<br />

Da<br />

poco tempo il numero di autoveicoli<br />

circolanti nel mondo ha raggiunto il valore<br />

di un miliardo, uno ogni sette abitanti della Terra.<br />

Tale numero comprende circa 750 milioni di autoveicoli<br />

passeggeri e circa 250 milioni di autoveicoli commerciali<br />

“leggeri”, definiti come quelli di peso inferiore a 3500<br />

chili. A questi vanno aggiunti circa 400 milioni di camion<br />

“pesanti”. A occhio e croce si tratta di una massa di circa<br />

3000 milioni di tonnellate di ferro, alluminio, gomma,<br />

plastica, e poi rame, cromo, vetro, vernici, eccetera,<br />

che circolano senza sosta nelle strade del mondo, che<br />

trasportano, lungo le strade e nelle città, persone, e poi<br />

merci, alimenti, benzina, macchinari, carta, legname,<br />

metalli, eccetera. Un ininterrotto flusso di materiali che<br />

rappresenta il sangue dell’economia, e che ogni anno<br />

“beve” 2500 milioni di tonnellate di benzina e gasolio,<br />

che immette nell’atmosfera 9 dei 30 miliardi di tonnellate<br />

complessivi di gas serra. In Italia gli autoveicoli<br />

passeggeri sono circa 40 milioni, più di uno ogni due<br />

abitanti, a cui si aggiungono altri quattro milioni di mezzi<br />

di trasporto commerciali. Il traguardo “del miliardo”<br />

è stato raggiunto in poco più di un secolo. Fino alla prima<br />

metà dell’Ottocento gli unici modi per spostare persone<br />

e merci erano le proprie gambe e il cavallo.<br />

A cavallo viaggiavano veloci e senza fatica le persone;<br />

i cavalli trascinavano le carrozze per i passeggeri che<br />

volevano stare più comodi, e i carri con le merci.<br />

Il cavallo, fin dall’alba dell’umanità, è stato così<br />

importante come fonte di energia che gli ingegneri,<br />

quando hanno voluto dare una misura della potenza<br />

delle macchine, non hanno trovato di meglio che<br />

confrontare la loro potenza con quella del cavallo e hanno<br />

chiamato l’unità di misura “cavallo-vapore”, HP<br />

(Horse-Power), corrispondente a circa 0,75 chilowatt.<br />

Il cammino degli autoveicoli è stato lento ed è cominciato<br />

in forma modesta negli ultimi anni dell’Ottocento.<br />

Abbastanza curiosamente, l’avvento del “veicolo che<br />

si muove da solo”, l’auto-mobile, appunto, è stato<br />

all’inizio osteggiato: era rumoroso, spaventava i cavalli,<br />

emetteva fumi e sollevava polveri. Per arrivare all’attuale<br />

miliardo di autoveicoli sono state necessarie innumerevoli<br />

innovazioni tecniche; tanto per cominciare è stato<br />

necessario asfaltare le strade, perfezionare i processi<br />

di raffinazione del petrolio in modo da ottenere<br />

dei carburanti adatti ai nuovi motori, modificare<br />

la tecnologia della gomma naturale e di quella sintetica<br />

per realizzare le coperture delle ruote, fino ai moderni<br />

pneumatici. Soprattutto è stato necessario rivoluzionare<br />

i processi dell’industria meccanica.<br />

Nei primi anni del Novecento le varie parti di ogni<br />

autoveicolo venivano messe insieme a mano.<br />

7


MEDITERRANEO<br />

L’OMBELICO DEL BIO<br />

di Fabrizio Piva e Remo Cicciomei<br />

“…Alcuni millenni orsono il Mediterraneo<br />

era il centro del mondo, almeno di quello<br />

che allora si conosceva e che ha posto le basi<br />

al mondo contemporaneo…”<br />

Il<br />

Mediterraneo, o “mare nostrum”, è la culla<br />

da cui deriva la civiltà contemporanea e, con essa,<br />

la maggior parte delle coltivazioni agricole che oggi<br />

conosciamo e che hanno influito sull’alimentazione,<br />

sull’ambiente e sulla cultura di popoli che si affacciano,<br />

da sponde diverse, sullo stesso mare. Alcuni millenni<br />

orsono il Mediterraneo era il “centro del mondo”, almeno<br />

di quel mondo che allora si conosceva e che ha posto<br />

le basi al mondo contemporaneo. Basti pensare al ruolo<br />

che l’olivo ha avuto nel plasmare e ricoprire le colline,<br />

oppure i cereali e le leguminose che sono alla base<br />

dell’alimentazione e della catena alimentare odierna.<br />

Sul piano commerciale e politico, il Mediterraneo ha<br />

costituito il bacino preferenziale attorno cui si sono<br />

sviluppati il commercio, si sono intensificati gli scambi<br />

culturali e, purtroppo, si sono anche sviluppati molti<br />

conflitti. Il Mediterraneo non poteva non avere un ruolo<br />

anche in materia di produzione biologica.<br />

L’agricoltura, e l’agroalimentare che da essa deriva,<br />

è promanata in tutto il mondo e ha fatto crescere<br />

la cultura della dieta mediterranea, costituita<br />

prevalentemente di frutta, verdura, olio d’oliva,<br />

cereali e legumi. L’agricoltura biologica non poteva<br />

che trovare un luogo di elezione in un’area che<br />

con il suo clima favorisce il lussureggiamento delle<br />

coltivazioni e favorisce l’esaltazione dei sapori, degli<br />

aromi e dei colori. Se nel binomio agricoltura-cibo<br />

gli aspetti economici non sono più scindibili da quelli<br />

ambientali, la triade Agricoltura-Cibo-Mediterraneo<br />

rappresenta un paradigma che può aiutare a comprendere<br />

la complessità delle sfide a cui è chiamato il mondo<br />

intero e in primis l’Europa sul tema del cibo nei prossimi<br />

decenni. Porre la questione del cibo e dell’agricoltura<br />

nell’area mediterranea significa parlare dell’integrazione<br />

tra le due sponde del Mediterraneo e della opportunità<br />

di costruire un’Europa a centralità mediterranea dove<br />

i valori sociali, ambientali e territoriali dell’agricoltura<br />

mediterranea possano finalmente essere utilizzati come<br />

una nuova riserva di sviluppo capace di sintonizzarsi<br />

con i comportamenti di consumo emergenti.<br />

Se a livello mondiale l’agricoltura biologica, secondo<br />

i dati Fibl/Ifoam ha raggiunto una superficie complessiva<br />

intorno ai 37,5 milioni di ettari, il totale della superficie<br />

dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo ammonta<br />

a 5.307, 147 ettari incidendo sul totale mondiale<br />

per il 14,15 %. La superficie biologica dei paesi affacciati<br />

sulla sponda sud ammonta a 799.007 ettari incidendo<br />

sul totale della superficie mediterranea e su quella<br />

mondiale rispettivamente per il 17,72% e per il 2,13%.<br />

In termini di operatori, a livello mondiale sono stati<br />

raggiunti gli 1,9 milioni mentre in ambito mediterraneo<br />

il numero degli operatori dediti all’agricoltura biologica<br />

è di 191.138 che sul totale degli operatori incide per il<br />

10,1%; analizzando gli operatori dei paesi affacciati sulla<br />

sponda sud raggiungiamo i 64.515 che sul totale degli<br />

operatori mediterranei incide per il 37,15%.<br />

Come si può notare, il numero degli operatori dei paesi<br />

a sud del Mediterraneo è molto più rilevante a confronto<br />

con l’incidenza della superfice, questo è frutto di una<br />

struttura fondiaria limitata e frammentata, costituita<br />

di piccoli produttori e proprietari e di alcune aziende<br />

di rilevanti dimensioni gestite dagli stati o da proprietari<br />

stranieri. Il bacino del Mediterraneo è luogo di elezione<br />

per l’agricoltura biologica, sia per quanto attiene<br />

lo sviluppo della domanda interna, collegata alla crescita<br />

delle economie di questi paesi, sia quale fornitore<br />

privilegiato delle principali industrie di trasformazione<br />

e delle catene distributive a livello di mercato mondiale.<br />

Il clima e la tradizione agroalimentare di questi paesi<br />

devono costituire i fattori privilegiati su cui innestare<br />

progetti di sviluppo dell’agricoltura biologica e l’Europa<br />

deve svolgere un ruolo di primo piano e in questo<br />

frangente l’Italia che ne rappresenta la principale<br />

piattaforma geografica e naturale. Sviluppare il mercato<br />

delle produzioni biologiche, però, comporta far crescere<br />

la qualità delle produzioni e la garanzia anche in termini<br />

di processo, necessaria a far decollare la credibilità<br />

verso il mercato e i consumatori. È sulla base di queste<br />

considerazioni e sulla spinta del processo di partenariato<br />

Euro-Mediterraneo di Barcellona del 1995 che all’Istituto<br />

Mediterraneo di Certificazione (IMC) abbiamo<br />

da sempre privilegiato le azioni di sviluppo internazionale<br />

che avessero al centro il Mediterraneo.<br />

L’obiettivo, nel nostro caso, era quello della realizzazione<br />

di un network specializzato nella garanzia<br />

delle produzioni di qualità mediterranee che avesse<br />

credibilità a livello internazionale costituendosi attraverso<br />

una reale azione di partenariato tra professionalità italiane<br />

e dei diversi Paesi mediterranei.<br />

ALIMENTAZIONE<br />

8 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

9


A quindici anni di distanza dall’avvio di quel progetto<br />

sono stati raggiunti risultati importanti e il network<br />

Mediterraneo IMC è una realtà e un punto di riferimento<br />

per molte aziende che operano nel settore alimentare.<br />

Realtà a cui il processo di fusione tra due aziende storiche<br />

che operano nel campo delle certificazione (IMC e<br />

CCPB) apporta oggi ulteriore valore e prestigio ponendo<br />

le basi per una leadership dell’Italia nella garanzia delle<br />

produzioni biologiche Mediterranee. Il gruppo IMC-<br />

CCPB che scaturisce dalla fusione realizzata tra le due<br />

aziende italiane a partire dal 1° Luglio 2014 mette<br />

a disposizione una presenza diffusa e capillare dei servizi<br />

e delle certificazioni di CCPB in tutti i Paesi dell’area<br />

Mediterranea. Il gruppo può contare su strutture operative<br />

locali dotate di personale locale madrelingua, qualificato<br />

secondo gli standard europei, e dispone, oltre che di uffici<br />

direzionali in Italia, di uffici accreditati in ben cinque<br />

Paesi tra cui Marocco, Tunisia, Egitto, Libano e Turchia,<br />

che hanno già esteso la loro operatività agli altri Paesi<br />

dell’area mediterranea. Un radicamento territoriale<br />

e un patrimonio di esperienza acquisiti in tanti anni che<br />

oggi, grazie agli investimenti che si stanno predisponendo<br />

nel campo della ricerca e della informazione, possono<br />

contribuire ad un apporto significativo dell’Italia<br />

nel processo di costruzione di una garanzia credibile<br />

per la certificazione delle produzioni biologiche<br />

e di qualità dei Paesi dell’area Euro-Mediterranea.<br />

Il bacino del mediterraneo presenta una molteplicità<br />

di produzioni e la possibilità di garantire quantitativi<br />

di prodotto importanti per alimentare il flusso di materie<br />

prime necessarie a soddisfare una domanda in grande<br />

e costante crescita. A livello mondiale la crescita annua si<br />

è collocata nell’ultimo quinquennio a tassi intorno al 2%,<br />

solo nel nostro paese i tassi della domanda interna si sono<br />

attestati intorno al 6-7% e a livello europeo a tassi intorno<br />

al 5%. Un settore che testimonia una crescita significativa<br />

anche in un periodo di crisi prolungato come quello che<br />

sta interessando le economie di mezzo mondo<br />

e in particolare quella europea. È necessario che l’Unione<br />

Europea investa sulla sponda sud del Mediterraneo<br />

per favorire la crescita delle economie di questi paesi,<br />

portando con sé il miglioramento delle democrazie<br />

di molti di questi stessi paesi e di conseguenza<br />

il rafforzamento delle capacità produttive e della<br />

domanda interna. Fattori che possono contribuire<br />

a rafforzare gli scambi commerciali in un’ottica<br />

di sviluppo di un’intera area geoeconomica allontanando<br />

così i timori che gli investimenti possano favorire<br />

un paese piuttosto che un altro o creare condizioni<br />

di distorsione competitiva con i paesi dell’UE.■<br />

10<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014


I MILLE<br />

MERCATI DI<br />

CAMPAGNA<br />

AMICA<br />

I 3 PRINCIPI CHIAVE DELLA FILIERA AGRICOLA ITALIANA<br />

Dare valore aggiunto agli agricoltori che insieme<br />

decidono di scommettere sul progetto.<br />

Dare nuove e migliori opportunità di acquisto<br />

ai consumatori che scelgono di fare acquisti<br />

nel nostro circuito.<br />

Contribuire a riequilibrare i rapporti di forza,<br />

in favore della parte agricola, nella filiera<br />

agro-alimentare del nostro Paese.<br />

Toni De Amicis<br />

Agronomo romano, 58enne, con esperienze direttive<br />

in Coldiretti per la promozione dei prodotti agricoli,<br />

lo sviluppo degli itinerari eno-gastronomici e le attività<br />

di tutela ambientale. Attualmente Direttore della<br />

Fondazione Campagna Amica per realizzare nel Paese<br />

una vasta rete di imprese agricole finalizzata ad accorciare<br />

le distanze tra produttori e consumatori, offrendo<br />

servizi utili ai nuovi stili<br />

di vita, a dare risposte ai<br />

nuovi bisogni che emergono<br />

dalla domanda dei<br />

cittadini e a potenziare<br />

le attività agricole multifunzionali,<br />

sostenibili ed<br />

etiche.<br />

ALIMENTAZIONE<br />

di Toni De Amicis<br />

La<br />

Coldiretti è partita cinque anni fa per costruire<br />

una rete di produttori in vendita diretta per<br />

rispondere, con un’offerta seria e organizzata, alla forte<br />

domanda di Made in Italy proveniente dai consumatori.<br />

Con l’inaugurazione del mercato di Cervia è stato<br />

raggiunto il significativo numero di 1.000 mercati attivi<br />

con il marchio Campagna Amica.<br />

Oggi, dopo questi anni intensi ed appassionati di lavoro,<br />

possiamo dire che questi obiettivi sono stati raggiunti,<br />

e quindi possiamo dire con grande orgoglio che<br />

Campagna Amica non è più solo un progetto ma<br />

una realtà sociale ed economica, che è diventata nuovo<br />

patrimonio materiale ed immateriale dell’agricoltura<br />

italiana. Un patrimonio composto oltre che dai farmer’s<br />

market, dalle migliaia di fattorie e dalle centinaia<br />

di botteghe di prossimità, di agriturismi, e di cooperative<br />

in vendita diretta. Una Rete che dalla Sicilia al Trentino<br />

ha saputo adottare e condividere gli stessi valori, le stesse<br />

regole, lo stesso format di vendita ed uno stesso sistema<br />

di controllo che conferisce autorevolezza e serietà<br />

al nostro circuito commerciale.<br />

Una rete capace di realizzare in un anno oltre 30.000<br />

giornate mercato, coinvolgere almeno 20.000 produttori<br />

agricoli, di intercettare più di 9 milioni di consumatori<br />

e di aggregare un fatturato superiore ai 500 milioni<br />

di euro (è sicuramente configurabile come un nuovo<br />

modello distributivo per i prodotti alimentari di sicura<br />

provenienza agricola ed italiana). Ma è anche allo stesso<br />

tempo un circuito di tutta “l’offerta di campagna”, dove<br />

insieme al cibo in filiera corta si vende l’ospitalità rurale<br />

dei nostri agriturismi, la gastronomia tipica della nostra<br />

alimentazione, la magnifica cultura rurale<br />

e le straordinarie risorse ambientali dei nostri territori.<br />

Con Campagna Amica parliamo quindi di una nuova<br />

offerta commerciale, sostenibile e compatibile, capace<br />

di dare vera “distintività al Made in Italy”, quindi<br />

concreto “valore aggiunto” agli agricoltori e “nuovo<br />

valore” ai cittadini. Tutto questo è stato possibile grazie<br />

al lavoro di tutti gli operatori, aderenti e dirigenti<br />

Coldiretti che, si sono battuti ogni giorno per affermare<br />

un nuovo modello di produzione e di consumo,<br />

più trasparente e più equo per tutti.■<br />

13


IN CUCINA<br />

CON NATURA<br />

L’AUTUNNO<br />

di Caterina Mosca<br />

ALIMENTAZIONE<br />

CertifiChiamo in armonia Con la natura<br />

CCPB CertIfICa ProdottI BIoLogICI ed eCosostenIBILI<br />

deL settore agroaLImentare e no food<br />

<strong>Settembre</strong> e ottobre ci accompagnano all’incontro<br />

con l’Autunno, stagione di grande importanza nella<br />

relazione fra il nostro organismo e il ciclo dell’anno<br />

solare. Per affrontare il cambiamento di clima e i primi<br />

freddi, è indispensabile affidare la cura del nostro corpo<br />

alla saggezza della natura, che in questo periodo offre<br />

alle nostre tavole frutti e ortaggi capaci di nutrire il nostro<br />

sistema immunitario e fornire un buon apporto di energia;<br />

fichi, prugne, sedano, topinambur e castagne sono solo<br />

alcuni di questi preziosi doni, cui si aggiunge un legume<br />

che, raccolto in estate, arriva a sostenere la nostra dieta.<br />

COME NATURA CREA<br />

I ceci, considerati da sempre la carne dei poveri grazie<br />

al loro apporto proteico, fanno parte della famiglia delle<br />

leguminose. Il nome scientifico, Cicer arietinum, pare<br />

sia stato ispirato dalla forma tondeggiante del seme,<br />

che ricorda la testa di un ariete. Tipici di tutta l'area<br />

Mediterranea, i ceci erano impiegati in cucina Egizi che<br />

ai Romani, che usavano mangiarli fritti. I ceci, per essere<br />

consumati, devono essere prima ammollati e poi cotti.<br />

Fra tutti i legumi risultano essere i più digeribili, grazie<br />

alla loro capacità di stimolare la produzione di succhi<br />

gastrici. Favoriscono la riduzione del livello<br />

di colesterolo nel sangue e anche la diuresi.<br />

Rappresentano un grande supporto nella dieta vegetariana<br />

e, se assunti insieme ad altri alimenti, rallentano<br />

l’assorbimento dei carboidrati, riducendo i rischi di crisi<br />

ipoglicemiche. Contengono anche un buon livello di acidi<br />

grassi insaturi, noti con il nome di Omega 3: questi acidi<br />

abbassano i trigliceridi nel sangue apportando benefici<br />

alla circolazione e alla salute del cuore. Ricordiamo,<br />

per rendere più digeribili tutti i legumi, di aggiungere<br />

alla loro acqua di cottura una foglia di alloro<br />

o un pezzetto di alga kombu.<br />

COME NATURA CURA<br />

Mescolando la farina di ceci con dell’olio extra-vergine<br />

d’oliva si ottiene… uno scrub molto utile per la pulizia<br />

del corpo! Inoltre, a contatto con l'acqua, la farina di ceci<br />

sprigiona saponine naturali: e diluita in acqua offre<br />

un detergente molto delicato per i capelli.<br />

L’agroalimentare<br />

biologico<br />

CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />

per l’attività di controllo e certificazione dei<br />

prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />

Controllo<br />

e Certificazione<br />

CCPB srl<br />

Il biologico<br />

non food<br />

CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />

nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />

con metodo bio, secondo gli standard<br />

internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />

Habitat e i nostri standard privati.<br />

Via J. Barozzi 8<br />

40126 Bologna, italy<br />

I prodotti<br />

eco-sostenibili<br />

CCPB certifica i prodotti agroalimentari e non,<br />

in base a standard nazionali e internazionali<br />

quali la produzione integrata, la detergenza,<br />

la rintracciabilità di filiera, GLOBALGAP, QS, la<br />

certificazione di prodotto e quella di sostenibilità.<br />

tel +39 051 6089811<br />

fax +39 051 254842<br />

ccpb@ccpb.it<br />

www.ccpb.it<br />

Ingredienti per i falafel:<br />

● 250 g ceci secchi<br />

● 1 cipolle bionde<br />

● 1 e 1/2 spicchio d’aglio<br />

● 1/2 mazzo di prezzemolo<br />

● 1 C. cumino<br />

● sale q.b.<br />

● 1 pizzico di bicarbonato<br />

di sodio<br />

Per l’hummus:<br />

● 250 g ceci cotti<br />

● 75 g tahina<br />

● succo di 1 limone<br />

● 1/2 spicchio d’aglio<br />

● 50 ml olio e.v.o.<br />

● 5 g sale<br />

● acqua q.b.<br />

FALAFEL CON HUMMUS DI CECI<br />

di Elena D’Alto<br />

Procedimento:<br />

● La sera prima, ammollate i ceci in acqua fredda.<br />

Dopo 24 ore, riponete i ceci, le cipolle mondate<br />

e pelate, gli spicchi di aglio privi della buccia<br />

e il prezzemolo all’interno del frullatore.<br />

Quando il composto risulterà granuloso, versatelo<br />

in una bacinella e terminate di impastare a mano,<br />

aggiungendo cumino, sale e infine il bicarbonato.<br />

Scaldate una buona quantità di olio per friggere.<br />

Continuando a impastare a mano, formate delle<br />

polpette e friggete. Quando saranno ben dorate,<br />

scolatele e riponetele sulla carta assorbente<br />

ad asciugare. Nel frattempo, riponete in un mixer i ceci<br />

cotti, la tahina, il succo di limone, lo spicchio d’aglio<br />

pelato, l’olio e il sale. Frullate e aggiungete l’acqua<br />

poco per volta, continuando a frullare fino a che non<br />

avrete raggiunto la densità desiderata. Riponete<br />

in frigorifero e servite abbastanza freddo.■<br />

15


V<br />

QUALITA’<br />

VEGETARIANA<br />

Qualità Vegetariana<br />

di Carmen Nicchi Somaschi<br />

Presidente Associazione Vegetariana Italiana<br />

L’Associazione Vegetariana Italiana vuole garantire il futuro di un movimento che non è una<br />

moda ma uno stile di vita basato su consapevolezza e tenacia.<br />

Il<br />

movimento vegetariano è cresciuto negli ultimi<br />

anni, secondo alcune ricerche in Italia i vegetariani<br />

oscilliano tra gli 8 e i 10 milioni, praticamente un mercato<br />

emergente, un popolo di individui, in crescita, che ha<br />

deciso di essere coerente e informato.<br />

Abbiamo percorso molta strada ma ancora di più ne<br />

dobbiamo percorrere. È un momento particolare che<br />

sottolinea anni di lungo e paziente lavoro. Abbiamo<br />

passato periodi di solitudine, quando ci deridevano o non<br />

capivano la nostra scelta, momenti di stanchezza quando<br />

la confusione veniva usata per rallentare il cammino che<br />

avrebbe portato a cambiamenti inevitabili, attimi<br />

di panico quando le informazioni venivano gestite<br />

con l’obiettivo di confondere.<br />

Ora guardo al passato con grande rispetto per coloro che<br />

ci hanno preceduto in momenti dove tutto era difficile:<br />

niente latte vegetale sugli scaffali dei supermercati, poco<br />

pane senza strutto, nulla di vegetariano appetibile sulle<br />

tavole dei ristoranti e ancor meno di vegano.<br />

Anzi la parola vegano doveva essere spiegata: non erano<br />

gli abitanti del pianeta vega. Poi guardo il presente<br />

serena. Abbiamo costruito per avere un mondo migliore,<br />

ma non basta. Quando un movimento cresce, aumentano<br />

anche le probabilità di avere sul mercato prodotti definiti<br />

vegetariani o vegani non in sintonia con i nostri dettami.<br />

Per questo è necessario guardare al futuro.<br />

Il nostro futuro è sicuramente una scelta consapevole,<br />

uno stile di vita, non un fatto di moda, mai un attimo<br />

fuggente. Un percorso dal quale non si torna indietro.<br />

Da questa consapevolezza nasce l’idea di Qualità<br />

Vegetariana: un progetto, un marchio, una certificazione.<br />

Il progetto ci porta alla scoperta di cibi sani, genuini,<br />

naturalmente vegetariani. Prodotti della nostra terra<br />

spesso dimenticati o ignorati, sapori antichi che ci danno<br />

il piacere di una buona e sana tavola.<br />

A noi che scegliamo un’alimentazione vegetariana<br />

o vegana piace la buona cucina, dove gli aromi e le<br />

fragranze si mescolano con passione, amore e fantasia.<br />

Le nostre regioni hanno piatti tradizionali adatti a noi,<br />

ricette vegane e vegetariane fatte con prodotti locali.<br />

Anni fa viaggiando per il nostro Bel Paese, se eravamo<br />

fortunati, ci veniva propinata pasta al pomodoro e<br />

insalata, ora abbiamo la possibilità di degustare i prodotti<br />

locali in ottime ricette che si attengono ai nostri principi.<br />

Un Marchio per prodotti italiani che ha la forza<br />

di un disciplinare di 20 anni, costantemente aggiornato<br />

e rivisto in base alle leggi e agli sviluppi prodotti di anno<br />

in anno, una tutela per i vegani e i vegetariani a tavola.<br />

Una certificazione fatta da enti esterni: CSQA per il cibo<br />

e Valoritalia per il vino vegan, riconosciuti dallo Stato<br />

Italiano, che garantiscono il controllo in base al nostro<br />

disciplinare. Il controllo è l’aspetto più importante<br />

di una certificazione. È importante infatti identificare<br />

se i prodotti usati sono realmente VEG secondo i nostri<br />

parametri e non secondo quanto stabilito da aziende che<br />

cercano di accreditare prodotti non conformi al nostro<br />

disciplinare. Qualità Vegetariana nasce soprattutto<br />

per tutelare il movimento VEG cresciuto grazie al lavoro<br />

di molti volontari che dal 1952 hanno lavorato<br />

per il vegetarismo all’interno della nostra Associazione.■<br />

> foto di Gian Pancrazio Pala<br />

ice<br />

a cura della redazione<br />

Da<br />

Luigi Graziosi, maestro gelatiere, patron<br />

di Gelati Graziosi, azienda giovane e<br />

dinamica che porta dentro di sè oltre vent’anni di<br />

esperienza nel settore, nasce Vice, il gelato che va bene<br />

per tutti, genuino, gustoso, adatto per vegani, celiaci,<br />

intolleranti.<br />

L’unicità di Vice è data dalla formula studiata e testata<br />

da Luigi Graziosi, Protein-Vit 5, a base di proteine<br />

idrolizzate di pisello, fibra di acacia Gum, gomma<br />

naturale di tara e di xanthano. Ingredienti che non<br />

contengono glutine e che sostituiscono completamente<br />

i mono e di-gliceridi degli acidi grassi presenti in tutte<br />

le formulazioni standard.<br />

Un gelato che va bene per tutti<br />

con frutta e verdura biologica, senza traccia<br />

di grassi animali, senza glutine, buono,<br />

sano e cremoso.<br />

Un gelato sempre fresco che segue<br />

la stagionalità degli ortaggi e della frutta, perfetto<br />

nell’ambito di una dieta sana, nutriente<br />

ed equilibrata e che può essere preparato<br />

anche a casa propria. È possibile infatti acquistare<br />

la base già predisposta e con acqua frutta e/o verdura<br />

prepararsi da soli, degli splendidi gelati. Sono anche<br />

disponibili delle gustose ricette stagionali.<br />

Conosciamo meglio Luigi Graziosi…<br />

®<br />

Luigi Graziosi ha avviato la sua<br />

attività di maestro gelatiere nel 1990<br />

aprendo “il Re del Gelato” in Costa<br />

Azzurra. Rientrato in Italia dopo un’<br />

esaltante esperienza a Parigi con la<br />

gelateria “Delice de Venise”, viene<br />

chiamato dalla più importante industria<br />

di semilavorati per gelateria a livello mondiale, in qualità di tecnico<br />

formatore. Nel 2006 apre a Nizza una scuola per gelatieri. Nel 2010<br />

rientra definitivamente in Italia per aprire la “ Gelati Graziosi”<br />

dedicandosi al gelato vegetariano che oggi possiamo gustare.<br />

Ricercatore, formatore, consulente tecnico, a lui dobbiamo la scoperta<br />

di Protein-Vit 5 che ha consentito a tutti, ma proprio a tutti, di godersi<br />

il piacere di un buon gelato. luigi.gelato@alice.it<br />

Ricette e degustazioni al Sana, padiglione 31, stand c37.<br />

IL GELATO VEGANO<br />

Ma non finiscono qui le specialità di Gelati Graziosi:<br />

● Easy fruit e Easy cream sono basi per gelati vegetali,<br />

ipocalorici, senza zucchero,<br />

● “Gelato casher” studiato per rispondere alle leggi<br />

alimentari che governano la gastronomia ebraica.<br />

La “Gelati Graziosi” un’esperienza tutta da provare<br />

a casa o in gelateria.<br />

> Creative direction Francesca Magnelli<br />

il gelato100%<br />

VEGETALE<br />

ALIMENTAZIONE<br />

16 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

17


Confesso di buon grado che l’uso dei concimi chimici era basato su presupposti in<br />

realtà inesistenti. I concimi chimici avrebbero dovuto portare una completa rivoluzione<br />

nell’agricoltura, sarebbe stato abbandonato il letame di stalla e sarebbero state sostituite<br />

con i concimi chimici tutte le sostanze minerali asportate dai raccolti. Si sarebbe potuta<br />

coltivare sempre la stessa pianta sullo stesso campo, [...], senza discontinuità e senza<br />

che si esaurisse la fertilità del suolo, secondo i desideri ed i bisogni dell’agricoltore.<br />

Avevo peccato contro la saggezza del Creatore ed ho ricevuto la meritata punizione.<br />

Volevo portare un miglioramento alla sua opera e nella mia cecità credevo che nel<br />

meraviglioso concatenamento delle leggi che regolano la vita nella superficie terrestre,<br />

continuamente rinnovandola, fosse stato dimenticato un anello, che io, povero verme<br />

impotente, avrei dovuto fornire.<br />

Justus von Liebig<br />

CONCIMARE<br />

E CORROBORARE<br />

SECONDO NATURA<br />

di Nicola Saluzzi<br />

Così scriveva verso la fine della sua vita lo scienziato<br />

Justus von Liebig (1803-1873), che ammetteva<br />

di non essere più convinto della necessità di intervenire<br />

con la chimica nell'agricoltura. E nonostante il suo<br />

esplicito ricredersi, l'industria chimica ha continuato<br />

a produrre sostanze sintetiche per l'agricoltura in grandi<br />

quantità, molte delle quali fortemente tossiche e non<br />

degradabili, spesso assorbite da organismi viventi<br />

nei quali si accumulano.<br />

Con i concimi e i fertilizzanti l'industria chimica<br />

ha realizzato per molti anni ingenti guadagni senza<br />

valutare i danni alla salute dell'uomo e all'ambiente.<br />

Un terreno trattato con prodotti chimici si<br />

impoverisce fino ad esaurire i nutrienti che<br />

lo rendono fertile, e costringe l'agricoltore<br />

a ripetere la somministrazione di prodotti<br />

estranei al ciclo naturale per avere una resa<br />

dal suo lavoro. Questo metodo veniva accettato<br />

dalla grande maggioranza degli agricoltori<br />

(soprattutto dopo gli anni Cinquanta) grazie<br />

alla pressione e alla complicità industria-politica,<br />

laddove veniva incentivata<br />

e premiata la maggiore produzione a<br />

scapito della qualità, senza il minimo<br />

rispetto dell'ambiente<br />

e del ciclo della natura.<br />

Le conseguenze di questa politica<br />

incosciente sono evidenti sotto<br />

molteplici aspetti a cominciare<br />

dall'aumento delle allergie e delle<br />

intolleranze alimentari.<br />

Il discorso è complesso: varia a seconda del clima,<br />

della specie e della famiglia del vegetale.<br />

È intuitiva ed evidente la differenza tra una quercia<br />

e una pianta aromatica, ed è altrettanto evidente<br />

(sia per l’impegno che per la resa economica)<br />

che il risultato di un campo agricolo è diverso<br />

dall’aspettativa che si ha nel dilettarsi a curare<br />

un piccolo giardino.<br />

PROCESSO TRIPHILLA<br />

RILASCIO DI<br />

SOSTANZE NUTRITIVE<br />

ADDIO<br />

SOSTANZE NOCIVE<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Da almeno trent’anni assistiamo<br />

ad un'inversione di tendenza.<br />

Un’agricoltura pulita produce alimenti<br />

di qualità e cibo sano, con benefici<br />

all'ambiente e perchè no, al paesaggio che,<br />

come in altre pagine viene descritto,<br />

è una variabile del vivere sostenibile.<br />

Per quanto in sunto, questa nota introduce<br />

all'argomento degli integratori<br />

per la salute delle piante su cui abbiamo<br />

deciso di porre la nostra attenzione.<br />

Sì, perchè anche i vegetali hanno bisogno<br />

di essere rinforzati e tonificati.<br />

Infatti, così per come le persone che,<br />

o per carenza o per mantenersi in forma, assumono<br />

vitamine e minerali, le piante soffrono se il terreno<br />

non ha le caratteristiche ottimali per una piena<br />

crescita. Il terreno deve contenere quel mix di minerali e<br />

di sostanze organiche che consentano alla pianta<br />

di svilupparsi. Inoltre, la pianta è soggetta alle<br />

aggressioni degli agenti esterni che possono<br />

determinare il suo stato di salute.<br />

BENVENUTI<br />

MICRO ORGANISMI!<br />

18 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

19


Come per la specie umana, anche per quella vegetale vale<br />

il detto che PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE.<br />

Per questo ci avvaliamo della competenza di Mauro<br />

Carlin, agrotecnico, specializzato in agricoltura<br />

biodinamica, a cui rivolgiamo alcune domande<br />

sui concimi e sui corroboranti.<br />

D.: Sappiamo che per una coltivazione non spontanea,<br />

il concime è necessario, l’importante è che sia naturale,<br />

anzi, meglio se biologico. Siccome l’agricoltura<br />

biologica e biodinamica prevedono un totale rigore nel<br />

trattare sia il terreno che la pianta, possiamo parlare<br />

tecnicamente del metodo bio, come sistema<br />

di prevenzione naturale dalle malattie?<br />

M.C.: Certamente, la base della prevenzione sta nella<br />

corretta crescita e riproduzione delle piante, questa<br />

avviene se esse vivono in simbiosi con il terreno che non<br />

è un supporto inorganico ma un unicum in cui miliardi<br />

di microorganismi in un solo grammo di terra elaborano<br />

sostanza organica in decomposizione e elementi<br />

minerali. Le malattie arrivano solo se la linfa non scorre<br />

armoniosamente e ha una composizione scadente.<br />

Le piante sanno come trarre con le loro radici<br />

il nutrimento necessario a patto che il loro ambiente<br />

sia in equilibrio.<br />

sempre prima e dopo le semine e trapianti<br />

ma in particolare negli stress idrici, su terreni carenti,<br />

in annate climaticamente difficili.<br />

La legge definisce quali sono i prodotti corroboranti<br />

e ne regolamenta l’uso in agricoltura (D.M. n. 18354<br />

del 27 novembre 2009 e successivo D.P.R. n. 55 del 28<br />

febbraio 2012).<br />

Il corroborante lavora sull’intero sistema immunitario<br />

della pianta, non agisce solo nello spazio ad essa<br />

interessato ma va a stimolare un equilibrio tra nutrienti<br />

ed enzimi presenti nel suolo, ha la capacità di ripulire<br />

il terreno più prossimo dagli agenti inquinanti,<br />

e per logica conseguenza, produce benefici anche nello<br />

spazio circostante.<br />

Un altro utilizzo di Triphylla è nelle centrali di biogas.<br />

Mescolato con le biomasse, rifiuti agroalimentari<br />

o liquami nella fase di immissione nel digestore,<br />

Triphylla agisce su due livelli: da una parte agevola<br />

la fermentazione delle biomasse, favorendo la<br />

moltiplicazione dei batteri anaerobici metanogeni,<br />

dall’altra “cattura” e pulisce da eventuali sostanze<br />

inquinanti che possono inibire la fermentazione.<br />

Queste sostanze possono essere metalli pesanti, residui<br />

di farmaci ad uso zootecnico o comunque presenti<br />

accidentalmente nei residui.<br />

IL CARICO<br />

ENERGETICO<br />

DI PRODOTTO<br />

di Angelo Pozzi<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

D.: Quando e come abbinare al concime<br />

un fertilizzante?<br />

M.C.: Distinguiamo meglio. La sostanza organica che<br />

è sulla strada della decomposizione come gli scarti<br />

colturali, le foglie, il letame ed il compost vegetale<br />

trovano la possibilità di decomporsi bene solo se<br />

i microorganismi presenti vivono, si alimentano,<br />

si riproducono su un complesso argillo-umido poroso,<br />

colloidale, in un terreno arieggiato e vivo. Nel caso<br />

di un terreno schiacciato per anni dalle ruote di pesanti<br />

trattori e rovinato dalla chimica intensiva anche<br />

la struttura porosa e vitale del terreno si è persa.<br />

Quindi non si tratta di aggiungere un fertilizzante<br />

ma di migliorare la struttura del terreno.<br />

TRIPHYLLA, dunque, è la risposta alla domanda<br />

di sostenibilità in agricoltura: una filosofia che cambia<br />

la logica dell’intervento finalizzato esclusivamente<br />

allo sfruttamento in termini produttivi della pianta<br />

e vede il rapporto uomo-natura in modo armonico.■<br />

D.: Mauro Carlin, lei è uno dei consulenti dell’azienda<br />

che produce TRIPHYLLA, che secondo le analisi<br />

di laboratorio, risulta essere il miglior corroborante<br />

agricolo oggi in commercio. Ci spiega in breve quando<br />

e come si può ricorrere al corroborante?<br />

M.C.: Nel caso in cui ci si avvia alla conversione con<br />

metodi biologici, meglio ancora se bio-dinamici, va<br />

considerata di primaria importanza la struttura del<br />

terreno. L`aggiunta di piccole quantità di Triphylla nella<br />

preparazioni dei letti di semina fa sì che le microscopiche<br />

strutture alveolari dei cristalli del prodotto abbiano una<br />

straordinaria capacità di scambio cationico, trattengano<br />

il calore, l'acqua e conferiscano un’energia particolare<br />

alla pianta se spruzzati sul fogliame. Quindi, si può usare<br />

Nelle comunicazioni rivolte al pubblico che hanno<br />

come argomento ambiente ed ecosostenibilità, si<br />

utilizzano sostantivi o perifrasi il cui significato è ormai<br />

chiaro, diffuso e anche condiviso da un consistente<br />

numero di persone. Termini come “inquinamento”,<br />

“impatto ambientale”, “agricoltura biologica”,<br />

“risparmio energetico”, “emissioni di CO2”, ecc.,<br />

fanno parte del lessico quotidiano della nostra società.<br />

Tuttavia questi concetti, seppur noti e condivisi, non<br />

sembrano in grado di offrire apporti concreti alla<br />

creazione ed allo sviluppo di una cultura diffusa<br />

e di fornire un contributo efficace all’evoluzione<br />

ed al miglioramento del comportamento quotidiano<br />

e del costume. Il metodo che, qui di seguito, viene<br />

sinteticamente illustrato, è applicabile a qualsiasi tipo<br />

di prodotto (coltivazioni agricole, prodotti industriali,<br />

servizi). È immediatamente comprensibile tanto<br />

all’amministratore delegato di una grande azienda,<br />

quanto alla casalinga che si approvvigiona di prodotti<br />

per la casa agli scaffali del supermercato. E’ in grado<br />

di assicurare la confrontabilità, sotto uno specifico<br />

profilo, di prodotti omologhi di qualsiasi tipo (biciclette<br />

con biciclette, latte alimentare con latte alimentare,<br />

detersivi con detersivi).<br />

20 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

21


COS’È IL CARICO ENERGETICO DI PRODOTTO<br />

Con la dicitura Carico Energetico di Prodotto si intende<br />

una caratteristica sintetica di un prodotto specifico,<br />

risultante dalla somma algebrica di tre componenti:<br />

1. Il contenuto energetico del prodotto pronto all’uso<br />

(quantità di energia impiegata per generarlo e<br />

consegnarlo al punto di vendita o di utilizzo).<br />

2. Il consumo/produzione di energia del prodotto in<br />

esercizio (quantità di energia utilizzata per funzionare<br />

o generata durante il suo prevedibile ciclo di vita).<br />

3. L’assorbimento energetico per la sua inertizzazione<br />

o per il suo condizionamento al termine del<br />

ciclo di vita (intendendo per inertizzazione il<br />

collocamento a rifiuto senza impatti ambientali e per<br />

condizionamento la sua trasformazione finalizzata<br />

al riutilizzo).<br />

Le componenti 2 e/o 3 possono non essere presenti<br />

in tutti i prodotti (ad es. nei generi alimentari).<br />

Il Carico Energetico di Prodotto si esprime in numero<br />

di Kwh, quantificati o sul prodotto singolo (ad es.<br />

un certo modello di automobile di una data marca)<br />

o per unità di quantità prodotta (ad es. 1 ton di pasta).<br />

Chi scrive ha già applicato sul campo il metodo, in via<br />

sperimentale, nel settore agro-zootecnico,<br />

per la determinazione del carico energetico della<br />

produzione di mais, riso, latte bovino, carne bovina<br />

e carne suina, ottenendo risultati di sicuro interesse.<br />

Il Carico Energetico di Prodotto viene determinato<br />

per un prodotto specifico ed è quindi necessario<br />

analizzare il corrispondente processo produttivo,<br />

per il quale è indispensabile stabilire, in base<br />

a precisi criteri, il punto di inizio “α” e di termine “ω”.<br />

All’interno di questi estremi si procede alla misurazione<br />

(mediante rilievi e registrazioni) ed al calcolo finale<br />

del carico energetico di quel prodotto generato con quel<br />

processo produttivo. La quantificazione in Kwh può<br />

essere raffinata quanto si vuole, a seconda del grado<br />

di finezza delle misurazioni ed in base a prestabilite<br />

soglie di significatività dei singoli apporti energetici,<br />

che contribuiscono alla quantificazione totale e finale.<br />

Dunque il Carico Energetico di Prodotto è il risultato<br />

di una misura strumentale, ripetibile e controllabile,<br />

effettuata su uno specifico prodotto, generato da uno<br />

specifico processo produttivo.<br />

La sua quantificazione in Kwh può essere utilizzata<br />

per “etichettare” il prodotto e, quindi, per stabilire<br />

un confronto oggettivo e immediato con il carico<br />

energetico di un prodotto omologo.<br />

I vantaggi per l’impresa, per l’utilizzatore,<br />

per la collettività. L’utilità della determinazione<br />

del Carico Energetico di Prodotto si caratterizza,<br />

innanzitutto, come stimolo all’innovazione,<br />

se si assume la riduzione del carico energetico<br />

come obbiettivo vincolante.<br />

Ciò comporterà i seguenti risultati positivi per l’impresa:<br />

• minori costi energetici di produzione;<br />

• miglioramento dell’immagine di mercato, legato<br />

ai minori consumi di esercizio del prodotto ed ai minori<br />

oneri della sua inertizzazione/condizionamento a fine<br />

ciclo di vita;<br />

• maggiore competitività potenziale sul mercato.<br />

Ciò consentirà di trasferire al cliente/utilizzatore finale<br />

le seguenti percezioni positive:<br />

• possibile economicità di acquisto rispetto ad altri<br />

prodotti omologhi utilizzabili per impieghi equivalenti;<br />

• maggiore economicità di esercizio e di inertizzazione/<br />

condizionamento rispetto ad altri prodotti omologhi;<br />

• migliori potenzialità di realizzazione di prodotti derivati<br />

con minori carichi energetici di produzione;<br />

• maggior valore intrinseco del prodotto.<br />

Sia il produttore che l’utilizzatore assumono un ruolo<br />

attivo e positivo nei confronti dell’intera collettività,<br />

sotto i seguenti aspetti:<br />

• contributo alla riduzione di costi di produzione,<br />

• utilizzazione e inertizzazione/condizionamento;<br />

• contributo al risparmio delle risorse;<br />

• contributo alla salvaguardia dell’ambiente.<br />

Valore strategico e culturale della proposta, oltre che<br />

costituire, come si è accennato, un efficace stimolo<br />

per le imprese all’innovazione, l’obbiettivo della<br />

riduzione del carico energetico del prodotto presenta<br />

ulteriori vantaggi. La proposta riveste un valore strategico<br />

in quanto stimola a prendere in considerazione anche<br />

altri, diversi e importanti aspetti riguardanti uno specifico<br />

prodotto, che non rientrano in senso stretto nel processo<br />

di produzione vero e proprio, ma che hanno notevole<br />

incidenza in termini di sostenibilità e di salvaguardia<br />

ambientale. Tanto per citarne alcuni: i trasporti,<br />

l’incidenza delle confezioni o delle parti destinate<br />

a rifiuto, i consumi energetici per la conservazione<br />

e così via. La proposta porta con sé anche un valore<br />

culturale.<br />

Oggi, se immaginassimo di chiedere a qualsiasi cittadino<br />

il significato di termini o concetti come “inquinamento”,<br />

“impatto ambientale”, “risparmio energetico”,<br />

probabilmente troveremmo moltissime risposte pertinenti<br />

e posizioni chiare e generalizzate: tutti desiderano<br />

ridurre l’inquinamento, limitare l’impatto ambientale,<br />

consumare meno energia. Ma se, alle stesse persone<br />

chiedessimo come effettuano le loro scelte, nella vita di<br />

tutti i giorni, per conseguire gli stessi obbiettivi (quando<br />

comprano prodotti alimentari, quando acquistano arredi<br />

per la casa, quando utilizzano un mezzo di trasporto,<br />

quando comperano un utensile per la loro attività) pochi<br />

sarebbero in grado di indicare parametri concreti<br />

e quantificabili, in base ai quali orientare la scelta. Sotto<br />

il profilo della salvaguardia dell’ambiente e della tutela<br />

delle risorse raramente disponiamo di informazioni<br />

semplici ed utili per operare scelte consapevoli<br />

e razionali. In questo senso la determinazione del Carico<br />

Energetico di Prodotto acquisisce anche una valenza<br />

culturale diffusa, rappresenta cioè una conoscenza<br />

disponibile per tutti, comprensibile a tutti e utilizzabile<br />

proficuamente da tutti.<br />

Se, quando acquisteremo un prodotto, impareremo<br />

a guardare, insieme al prezzo in €, anche il carico<br />

energetico in Kwh, c’è da essere sicuri che anche<br />

il nostro costume di vita si modificherà. Anche per<br />

i motivi che sono stati illustrati e per altri facilmente<br />

intuibili, EXPO 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia<br />

per la Vita può veramente rappresentare un’occasione<br />

per avanzare proposte concrete che favoriscano la nascita<br />

di “un nuovo umanesimo per lo sviluppo”.■<br />

Angelo Pozzi<br />

Laureato in ingegneria civile, indirizzo territoriale al Politecnico di<br />

Milano, già Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Lodi Direttore<br />

della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri di Milano dal 2010<br />

a marzo 2014. Ha operato ed opera prevalentemente nel campo<br />

della progettazione, direzione lavori<br />

e consulenza di opere di urbanizzazione,<br />

dell’ingegneria agraria, idraulica<br />

e dell’efficienza energetica degli<br />

edifici. Per la Coldiretti di Milano<br />

e Lodi ha sviluppato e realizzato il<br />

progetto sperimentale “Determinazione<br />

del Carico Energetico di Prodotto<br />

in ambito produttivo agro-zootecnico”<br />

22<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014


« L’imitazione del bello della natura<br />

o si volge a un singolo oggetto<br />

oppure raccoglie le osservazioni<br />

fatte su diversi soggetti e le mette<br />

insieme su uno solo.<br />

La prima si chiama copia, simile,<br />

ritratto... La seconda invece è la via<br />

che porta al bello universale e alle<br />

figure ideali, ed è quella che hanno<br />

seguito i greci »<br />

J. Winckelmann, 1756<br />

VAL DI<br />

SELLA<br />

RACCOLTA ARTISTICA<br />

IN ALTOPIANO<br />

FRA OPERE DELL’UOMO<br />

E DELLA NATURA<br />

di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

Lasciando Trento alle spalle si deve percorrere<br />

la Valsugana. Ampia valle circondata da alte montagne<br />

verdeggianti. Lo spazio vallivo è luminoso e la salita è<br />

dolce. Dopo qualche chilometro si incontra un paesaggio<br />

lacustre caratterizzato dai bacini di Levico e Caldonazzo;<br />

sembrerebbe pianura se non fosse per le quinte di uno<br />

scenario che ci mentova di essere in alpe.<br />

L’ampia valle è attraversata dal fiume Brenta che<br />

caratterizza e accompagna il toponimo di molti abitati<br />

lambiti in questo tratto ancora privo delle caratteristiche<br />

di fiume irruento che avrà più a valle. L’incedere è<br />

accompagnato dalle morbidezze del paesaggio fino alle<br />

prime erte. La salita vera e propria ha inizio a Borgo<br />

Valsugana, centro di una vallata che riecheggia una<br />

consonanza tra linee movimentate del territorio, profili<br />

montuosi e l’importante tradizione culinaria di questi<br />

luoghi, fatta di prodotti semplici e genuini. Piatti e<br />

preparazioni che scaturiscono dall’energia primigenia del<br />

fuoco e della legna, che danno vita ad una cucina frutto di<br />

incroci intriganti tra tradizioni venete, tedesche e tirolesi.<br />

Su molte di queste domina il pane, fondamento<br />

dell’alimentazione e a sua volta ingrediente – nelle<br />

possibili trasformazioni e rielaborazioni – di diverse<br />

preparazioni animate dalla celebrazione del “pane di ieri”.<br />

Nella zona si sono affermate negli anni altre vocazioni,<br />

quali la coltivazione intensiva di frutti di bosco famosi in<br />

tutto il mondo, i cui sapori e aromi dialogano in alcuni casi<br />

con pietanze della tradizione contadina locale, inducendo<br />

alla nascita di nuovi sapori e profumi.<br />

La Val di Sella che sfocia poi in un altopiano ed è così<br />

catalogata nella Suddivisione Orografica internazionale,<br />

inizia dalla Valsugana ed è accompagnata nel suo<br />

dispiegarsi dal torrente Moggio.<br />

Il paesaggio è subito affascinante, la salita repentina<br />

e si coglie immediatamente come la visuale si stringa;<br />

soltanto guardandosi indietro si coglie, dopo poco, come<br />

la salita sia stata rapida e con un dislivello che ci porge<br />

un paesaggio aperto sulla Valsugana leggibile in tutti<br />

i suoi dettagli antropici e naturali.<br />

Branco di lupi - Installazione<br />

In alcuni punti si scorgono ed emergono pendici<br />

montuose verticali conoidi lapidei, che colpiti dal sole<br />

mutano di colore dal grigio al quasi rosato. Il passaggio<br />

da una valle laboriosa come la Valsugana e dove l’uomo<br />

domina la natura, alla val di Sella appare come l’entrata<br />

in un luogo in cui la natura ne ha totale supremazia,<br />

la strada si comprime, si incunea fra le vallette seguendo<br />

il tracciolino, percorso piano a mezzacosta in cui l’uomo,<br />

appo alla natura, si è accordato con essa per percorrerla.<br />

I boschi che circondano l’altopiano sono fitti ed ombrosi<br />

ed ai margini di contatto con le aree a prato polifita<br />

troneggiano significativi esemplari arborei.<br />

La fittezza e la frescura dei boschi selvaggi genera<br />

un “unicum” verde attraversato da percorsi artistici<br />

che la caratterizzano.Il luogo è teatro di alcune singolari<br />

installazioni artistiche che si snodano in suggestivi<br />

percorsi nel bosco; il primo incontro con questa<br />

immaginifica costruzione di visioni immerse nella<br />

vegetazione boschiva è offerto da una serie di manufatti<br />

che esprimono una sorta di mimesi con gli elementi<br />

del paesaggio naturale.<br />

La texture del bosco è il fondale di alcune “scene”, in cui<br />

il visitatore vive l’esperienza di sorprendere e di essere<br />

a sua volta sorpreso, a seconda delle situazioni, da due<br />

cinghiali che si inseguono o, più oltre, a mezza costa,<br />

da un incombente branco di lupi dall’aspetto famelico<br />

e spettrale. Opere materiche in cui il progressivo degrado<br />

dei materiali impiegati dall’artista è consustanziale<br />

al gioco della rappresentazione. Vi sono opere che<br />

dialogano con l’acqua ed evidenziano una carattere<br />

di composizione astratta e concettuale e installazioni<br />

monolitiche che “mimano” le costruzioni e le strutture<br />

degli abitanti del bosco, piccoli o grandi che siano.<br />

Riemergendo sulla strada principale e continuando<br />

a percorrerla, il paesaggio si schiude pian piano<br />

lasciandosi assaporare come fosse uno dei piatti tipici<br />

locali, il “Tonco de Pontesel”, spezzatino di carni<br />

miste e lucanica soffritto e dorato con farina bianca,<br />

accompagnato con la polenta, che offre all’inizio<br />

un gusto netto deciso e schiude lentamente, proprio<br />

come la vallata, il suo sapore accattivante e avvolgente.<br />

L’ultimo tratto di strada, costellato da qualche rara casa,<br />

è sempre più stretto dalla natura, natura che si riprende<br />

il proprio spazio e lascia all’uomo il solo spazio minimo<br />

di movimento. Uno straordinario viale alberato, picchetto<br />

d’onore schierato ad accoglierci, ci preannuncia l’arrivo<br />

in quota. Esemplari che ritmano lo spazio e cadenzano<br />

il percorso costituendo una straordinaria volta verde.<br />

Giunti sull’altipiano una breve camminata ci conduce<br />

ad un altro esempio di integrazione fra arte e natura:<br />

Arte Sella di Malga Costa. Raccolta di opere di artisti<br />

contemporanei a cui è stato affidato il compito<br />

di realizzare le loro “liriche” all’interno di un percorso<br />

utilizzando materiali naturali, siano essi lignei o lapidei.<br />

Questo dialogo straordinario fra capolavori dell’uomo<br />

e natura culmina nella “Cattedrale vegetale” di Giuliano<br />

Mauri; opera monumentale questa, realizzata nel 2002.<br />

In essa si coniugano i saperi dell’uomo nella costruzione<br />

di edifici religiosi con l’idea della trasformazione del<br />

luogo affermata attraverso l’utilizzo, per la realizzazione<br />

dell’architettura, di veri esemplari arborei di Carpino<br />

(Carpinus betulus). Luogo magico a cui si giunge dopo<br />

aver visitato opere di molti artisti di tutto il mondo<br />

e in cui si percepisce fortemente l’incanto dell’unione<br />

fra terra e cielo che avviene con materiale vivente.■<br />

24La cattedrale ecoIDEARE vegetale - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

Lo scenario montuoso25<br />

AMBIENTE E TERRITORIO


Giuseppe Pappolla<br />

Iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano dal<br />

1990, Revisore Legale dei Conti, Giuseppe Pappolla ricopre ed ha ricoperto<br />

cariche di rilievo in società industriali, commerciali e finanziarie, in Italia<br />

ed all’estero, anche quotate in Borsa. E’ titolare dello Studio Pappolla dove,<br />

oltre a svolgere ordinaria attività amministrativa e legale, predisposizione piani<br />

di risanamento e concordato, giudiziali e stragiudiziali, offre consulenza<br />

per Start-up e redazione business plan, risoluzione crisi d’impresa,<br />

delocalizzazione dell’attività all’estero, contenzioso societario e tributario.<br />

DETRAZIONI FISCALI<br />

COIBENTAZIONE PARETI E COPERTURE<br />

di Giuseppe Pappolla<br />

Nelle sue venti e rotte pagine in buona parte si ripete<br />

quanto già visto con riferimento all’ENEA, ma in<br />

essa troviamo fondamentali indicazioni quali: limiti<br />

d’importo (diversi per ciascuna tipologia di intervento);<br />

modalità di pagamento (in generale banca, posta o<br />

carta di credito con particolare dicitura); comunicazione<br />

all’Agenzia delle Entrate (esiste un modello apposito).<br />

Molti di voi a questo punto avranno sul viso un sorrisetto<br />

sardonico (alcuni forse incredulo) e staranno pensando<br />

“non ho capito niente”. Ma ciò non toglie che il 55%<br />

(o il 65%) di quanto avete speso potete toglierlo dalle<br />

tasse del prossimo decennio… senza però dimenticare<br />

le parcelle del commercialista e del geometra/ingegnere<br />

che vi dovranno aiutare nell’impresa. Quest’ultima spesa<br />

appare un po’ beffarda per coloro che devono ancora<br />

decidere i lavori da effettuare e per farlo desiderano<br />

conoscere quanto risparmieranno. Ma tant’è!<br />

Anche in termini socio ambientali le ricadute<br />

positive sono considerevoli. L’elenco comprende:<br />

minori emissioni di CO2, sostegno al tessuto<br />

produttivo (impianti e materiali sostenibili), sostegno<br />

all’occupazione, incentivo all’innovazione tecnologica,<br />

incremento comfort fruitori degli immobili,<br />

miglioramento del mix energetico nazionale.<br />

Ritengo che tutti possiamo essere concordi, giunti<br />

a questo punto, su come una normativa palesemente<br />

vantaggiosa per le tasche, in generale, e per l’ambiente,<br />

in particolare, sia stata resa “antipatica” dal modus<br />

legiferandi. Non a caso, nella top ten delle complicazioni<br />

burocratiche risultante dalla consultazione pubblica<br />

lanciata non molto tempo fa dal Ministro della Pubblica<br />

Amministrazione, al primo posto sia per le imprese che<br />

per i cittadini, risultano le complicazioni fiscali.<br />

ECOABITARE<br />

"...le complicazioni fiscali<br />

risultano al primo posto sia<br />

per le imprese sia per i cittadini..."<br />

Per darvi un paragone in termini di denaro sonante, credo<br />

possa esservi di buon aiuto il seguente esempio (assai<br />

semplificato e con importi totalmente di fantasia per<br />

ragioni espositive):<br />

• reddito imponibile 2013: € 40.000<br />

• tasse 2013 al lordo della detrazione: € 12.000<br />

• spesa per “coibentazione pareti e coperture”: € 20.000<br />

(pagate per intero nel maggio 2013)<br />

• 1/10 del 55% di 20.000 detraibile nel 2013: € 1.100<br />

• tasse 2013 al netto della detrazione: € 10.900<br />

Dopo l’introduzione “generale” vista nell’articolo<br />

precedente, vediamo cosa prevede e richiede la<br />

Legge, prendendo ad esempio la voce “coibentazione<br />

pareti e coperture”. Prima di tutto diamo uno sguardo<br />

al sito ENEA, Agenzia Nazionale per le nuove<br />

tecnologie energia sviluppo economico sostenibile,<br />

soggetto a cui inviare la documentazione obbligatoria<br />

per fruire delle detrazioni fiscali, andando all’indirizzo<br />

efficienzaenergetica.acs.enea.it<br />

In esso troveremo:<br />

• requisiti generali che l’immobile oggetto d’intervento<br />

deve possedere per poter usufruire delle detrazioni (deve<br />

esistere catastalmente ed essere in regola con<br />

il pagamento di eventuali tributi)<br />

• requisiti tecnici specifici dell’intervento (non deve<br />

essere una nuova realizzazione e deve assicurare<br />

determinati valori di trasmittanza termica)<br />

• altre opere agevolabili (lavori accessori all’intervento)<br />

• documentazione necessaria (documenti tecnici<br />

ed amministrativi da conservare e da inviare all’ENEA)<br />

Avete letto tutto? Bene. Alzi la mano chi non ha almeno<br />

dieci dubbi. Ma non è finita qui. Insonnia o meno, non<br />

potete esimervi dal leggere “Le agevolazioni fiscali<br />

per il risparmio energetico - La guida dell'Agenzia<br />

delle Entrate del dicembre 2013”: si trova on line<br />

sul sito istituzionale http://www.agenziaentrate.gov.<br />

it/wps/content/nsilib/nsi/agenzia/agenzia+comunica/<br />

prodotti+editoriali/guide+fiscali.<br />

Potete agevolmente comprendere che alla spesa di 20.000<br />

euro “cash” (ricordo ancora che se la spesa è sostenuta<br />

dopo il 6 giugno 2013 la detrazione sale dal 55% al 65%),<br />

corrisponde un risparmio di tasse pari ad 11.000 euro<br />

in dieci anni, a cui dovrete sommare quanto spenderete<br />

-in meno- per riscaldare la vostra casa. Conviene o non<br />

conviene? Naturalmente ognuno deve fare i conti con<br />

le proprie tasche e le proprie bollette.<br />

Ma quest’ultima affermazione è un po’ limitata,<br />

non tenendo conto dei vantaggi per la collettività del<br />

risparmio energetico derivante dai lavori che avete<br />

effettuato. Se tutti coibentassero le pereti e le coperture<br />

della propria casa cosa accadrebbe? E cos’è accaduto<br />

fin’ora? Esistono numerosi studi in merito, ma il più<br />

interessante mi è parso quello di ENEA/CRESME sul<br />

periodo 2007-2010, http://efficienzaenergetica.acs.enea.it/<br />

tecno/coibentazione_pareti.pdf laddove si è verificato che<br />

a fronte di interventi per 11,1mld si sono persi<br />

in termini di gettito 6,1mld, e lo Stato (noi), ha avuto<br />

ritorni monetari per 10,6 mld con notevoli vantaggi<br />

socio-ambientali. I ritorni sono suddivisi in 3,1mld per<br />

risparmio bolletta energetica in 8 anni, 3,2mld per gettito<br />

fiscale aggiuntivo (le tasse pagate in più dalle aziende<br />

che effettuano i lavori) e 4,3mld per incremento<br />

del reddito immobiliare (gli immobili “migliorati”<br />

aumentano di valore).<br />

La detrazione, quindi, pur riflettendosi in un minor<br />

incasso per lo Stato in termini di imposte, innesca<br />

una serie di virtuosità che fanno “guadagnare” 4,5mld.<br />

Scrive lo stesso Ministero:<br />

"Complicazioni fiscali al primo posto.<br />

In cima alla lista delle complicazioni c'è il peso eccessivo<br />

del carico buracratico connesso agli adempimenti fiscali,<br />

che rappresenta un costo ritenuto insopportabile per tutte<br />

le imprese e, soprattutto per le più piccole. In particolare,<br />

viene segnalato il numero eccessivo di adempimenti<br />

(dichiarazioni, comunicazioni e pagamenti) che si<br />

sovrappongono con scadenze diverse nell'anno<br />

e l'estrema difficoltà incontrata nel calcolare le differenti<br />

imposte. Nelle storie di complicazione delle imprese<br />

i riferimenti più ricorrenti sono connessi allo spesometro,<br />

alle dichiarazioni dei redditi, agli altri adempimenti<br />

IVA, all'Unico, al sostituto d'imposta, alle comunicazioni<br />

Intrastat, alla black list, alla tenuta dei registri e dei<br />

libri contabili, alla responsabilità solidale fiscale negli<br />

appalti, alla fatturazione.<br />

Inoltre vengono segnalati, come fattore i complicazione,<br />

le continue modifiche delle regole, i proliferare di nuovi<br />

adempimenti con scadenze ravvicinate e di istruzioni<br />

difficili da comprendere, la continua richiesta di dati già<br />

in possesso dell'amministrazione.<br />

Quindi, in primo piano, la proposta di una drastica<br />

semplificazione e unificazione degli adempimenti<br />

e la richiesta di regole certe e chiare."<br />

Ma semplificare la vita ai cittadini contribuenti pare sia<br />

l'ultimo dei pensieri che passano per la mente<br />

dei responsabili della politica fiscale.<br />

Vedremo se Renzi riuscirà a farci cambiare idea.■<br />

26 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

27


ACQUA A KM ZERO<br />

PER SALVARE QUOTIDIANAMENTE IL PIANETA<br />

di Giorgio Schultze<br />

Presidente La ESCo del Sole, Milano<br />

Membro dell’Associazione NoiEnergie<br />

Se<br />

organizzassimo i nostri consumi<br />

e i nostri acquisti, tenendo conto che<br />

ad ogni passaggio commerciale, ad ogni intermediazioni distributiva<br />

del bene o del prodotto acquisito, il prezzo sale fino a raddoppiare<br />

o triplicare, senza per questo migliorare di qualità<br />

o aumentare il suo valore aggiunto?<br />

Se provassimo a vivere di “filiere corte”?<br />

Provando a valorizzare ogni giorno, l’acquisto<br />

di beni e servizi, caratterizzati da un numero limitato di passaggi<br />

e di poche e sensate intermediazioni commerciali, che riducano<br />

la distanza tra il produttore e il consumatore?<br />

Lo scopo principale della “filiera corta” è, sicuramente, quello<br />

di contenere e ridurre i costi al consumo dei prodotti, ma è anche<br />

l’innesco di un processo a minor consumo specifico di energia<br />

e risorse per unità di prodotto, della valorizzazione delle diversità<br />

territoriali. La “filiera corta” metterebbe in gioco il talento e il genio<br />

italiano per produrre con poche risorse e ottenere il “meglio”,<br />

il “bello” versus l’invasione di prodotti “globalizzati” e di scarsissimo<br />

valore, provenienti dai sobborghi di Pechino, Shangai, Bangkok,<br />

Phnom Penh. La “filiera corta” consentirebbe la crescita<br />

e moltiplicazione delle esperienze dei gruppi di acquisto solidale,<br />

come entità di “controllo attivo” dei prezzi, cercando di difendere<br />

la qualità dei prodotti, ridando linfa al nostro vero grande mestiere:<br />

inventare, creare, sperimentare, progettare, realizzare nuovi materiali,<br />

nuovi macchinari sempre più efficaci, innovare<br />

la capacità di mettere assieme cose di provenienza certa.<br />

La “filiera corta”, ci spingerebbe alla ricerca di prodotti<br />

e servizi, di qualità a “km zero” e ad un rapporto più<br />

diretto tra produttore e consumatore, con minor impatto<br />

ambientale, minor emissione di anidride carbonica, minor<br />

congestione, minor inquinamento a parità di prodotto<br />

e servizio reso. Un esempio di “filiera corta”, a km<br />

“zero”, anzi a “centimetro “zero”, è quello dell’acqua<br />

potabile.<br />

Tutti abbiamo in casa, in ufficio, nella fabbrica dove<br />

lavoriamo un rubinetto da cui scende, acqua, di buona<br />

qualità (acquedotti pubblici comunali permettendo),<br />

a costo “quasi zero” (1 € per 1.000 litri).<br />

Eppure acquistiamo acqua in bottiglie che percorrono<br />

centinaia di km, con costi economici, energetici<br />

ed ambientali sproporzionati. Una persona consuma<br />

in media 1-2 litri al giorno di acqua da bere (anche se<br />

ne dovrebbe bere molta di più). Ai prezzi correnti delle<br />

acque minerali, tra 0,20-0,40 €/litro, significa quasi<br />

0,50 € al giorno per 7 giorni a settimana, per 52<br />

settimane l’anno. Se si considera che in estate<br />

il consumo raddoppia e che oltre a quello che<br />

si consuma in casa vi sono i consumi al bar, in ufficio,<br />

negli spostamenti, parliamo di una spesa variabile<br />

tra i 200-300 €/anno a persona.<br />

Ognuno faccia i conti della propria famiglia.<br />

Tutto questo basterebbe a farci ringraziare per l’acqua,<br />

che scorre dal nostro rubinetto. Osservando i costi<br />

economici, energetici, ambientali lungo tutta la “filiera<br />

lunga” ci viene male.<br />

Il consumo nazionale annuo è di oltre 7 miliardi<br />

di bottiglie di plastica da un litro e mezzo.<br />

Nel mondo, si producono 154 miliardi di bottiglie.<br />

Un chilo di plastica per bottiglie (25 bottiglie),<br />

denominata Pet (polietilen-tereftalato), richiede 2 chili<br />

di petrolio e 17 litri d’acqua, e rilascia nell’atmosfera<br />

2,3 kg di anidride carbonica, 40 grammi di idrocarburi,<br />

25 grammi di ossidi di zolfo e 18 grammi di monossido<br />

di carbonio. Solo per la lavorazione della plastica di tali<br />

bottiglie si consumano nel mondo 81 milioni di chili<br />

di petrolio e 600 miliardi di litri d’acqua.<br />

Poi bisogna trasportare tutta quest’acqua. Solo in Italia<br />

circa 700.000 camion trasportano 10.000 bottiglie da 1<br />

litro e mezzo, in pacchetti da 6. Ogni camion consuma 25<br />

litri di gasolio ogni cento chilometri, che diventano 250<br />

litri se ipotizziamo un percorso medio di 1000 chilometri,<br />

comprensivo di andata e ritorno del mezzo.<br />

Il viaggio di una sola bottiglia d’acqua dal produttore<br />

al rivenditore comporta il consumo di circa 6 litri<br />

di gasolio all’anno. Aggiungiamo poi il carburante<br />

consumato per il trasporto delle bottiglie vuote<br />

dall’azienda che le produce alla ditta che imbottiglia<br />

l’acqua; dai consumatori finali, nel tragitto dalla propria<br />

casa al supermercato e ritorno; dai mezzi della nettezza<br />

urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti<br />

di smaltimento. Se consideriamo che a livello mondiale<br />

il 75% delle acque in bottiglia consumate in ciascun<br />

paese proviene da altre nazioni, comprendiamo<br />

la portata dell’inquinamento che il trasporto dell’acqua<br />

determina nel pianeta. Non voglio qui porre la questione<br />

del mancato riciclo che aprirebbe una altro argomento<br />

pazzesco legato al problema delle smaltimento<br />

di milioni di tonnellate finite in discarica o direttamente<br />

a mare. Tutti ormai conoscono l’isola di “plastica”,<br />

grande come il Texas, che si è formata nel Pacifico<br />

e che nessuno sa come e dove smaltire. Certo il business<br />

dell’acqua minerale vale oggi 100 miliardi di dollari/anno<br />

nei paesi “ricchi del pianeta”. Se si pensa che oggi quasi<br />

1 miliardo di persone nel mondo hanno difficoltà<br />

ad accedere all’acqua potabile, si può immaginare che<br />

affare straordinario si presenta agli occhi del commercio<br />

iniquo e globale e quale sarà il motivo di guerre nei<br />

prossimi decenni. Ricorrere all’acqua potabile dei nostri<br />

rubinetti potrebbe essere il primo sciopero “in bianco”<br />

della nuova strategia del “km zero”.<br />

Soprattutto se si pensa che quest’acqua di buona,<br />

e in alcuni casi “ottima” qualità, sgorga quotidianamente<br />

nelle nostre case, senza la fatica di trasportare decine<br />

di kg su per le nostre scale. Forse allora la vera battaglia<br />

sarà quella di chiedere ai nostri Comuni di gestire<br />

in maniera corretta e controllare continuamente<br />

la qualità dell’acqua erogata, non solo quelle delle<br />

“case dell’acqua”, ma di tutta la rete dell’acquedotto<br />

comunale. Forse per questi motivi l’acqua NON potrà<br />

mai avere un prezzo e non potrà mai essere un bene<br />

privatizzato ma solo esclusivamente un bene pubblico<br />

per tutti, senza alcuna discriminazione.<br />

Questa scelta consentirebbe di difendere l’acqua potabile<br />

anche per quelle popolazioni che già oggi soffrono<br />

di siccità, e consentirebbe di rinviare e forse evitare<br />

una nuova guerra. “Guerra per l’acqua” che andrebbe<br />

ad aggiungersi a quella per “l’energia” e quella<br />

per le “terre fertili”.<br />

Nei prossimi anni le popolazioni del mondo dovranno<br />

decidere se la sopravvivenza in questa nostra Terra,<br />

dovrà essere risolta con la forza e la brutalità<br />

degli eserciti, oppure con l’uso attento e sostenibile<br />

delle risorse scarse e con una loro più equa<br />

distribuzione e tutela. Ma questo dell’ecologia della<br />

solidarietà è un argomento che merita più di un articolo.<br />

ECOABITARE<br />

28 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

29


IL NEUTRINO<br />

E LA BOMBA ATOMICA<br />

di Andrea Alessandro Muntoni<br />

PREMESSA<br />

neutrino è una particella elementare nota sin dagli<br />

Il anni trenta del ventesimo secolo e non si può negare<br />

che alcune intuizioni di Ettore Majorana, il fisico di<br />

origine siciliana "misteriosamente" scomparso qualche<br />

anno prima dello scoppio della II Guerra Mondiale<br />

(1938), sono di recente state confermate.<br />

Il fisico e divulgatore scientifico Joao Magueijo ritiene<br />

che il lavoro di Ettore Majorana - svolto in parte in seno<br />

al gruppo di lavoro romano noto come "I ragazzi di<br />

Via Panisperna", coordinato dal fisico Enrico Fermi -<br />

dovrebbe essere premiato con un Nobel per la fisica ma,<br />

come è noto, il premio non può essere assegnato postumo<br />

e non c'è motivo per dubitare che nel 2014 il fisico<br />

siciliano non sia più vivo!<br />

TEORIZZAZIONE DEL NEUTRINO<br />

Il primo fisico che teorizzò l'esistenza della particella<br />

elementare (neutrino) fu il fisico teorico di origini<br />

austriache Wolfgang Pauli, noto negli ambienti<br />

scientifici per avere un “caratteraccio”.<br />

Il nome della particella è comunque da attribuirsi<br />

a Enrico Fermi e deriva dal fatto di essere elettricamente<br />

neutra e di possedere una massa notevolmente più piccola<br />

di quella del neutrone.<br />

Il neutrino arricchisce il modello atomico - nucleare<br />

costituito da protoni (particelle con carica elettrica<br />

positiva), neutroni (particelle prive di carica elettrica, con<br />

una massa pari circa a quella del protone) ed elettroni.<br />

ATOMI, ISOTOPI, NUMERI ATOMICI<br />

E NUMERI DI MASSA<br />

Generalità sul nucleo dell'atomo<br />

Negli anni Trenta del XX secolo la presunta esistenza<br />

del neutrino arricchì la già articolata e sino ad allora<br />

ipotizzata natura atomica: un atomo, così come<br />

lo descriveremo oggi, è composto da un nucleo costituito<br />

da protoni (il cui numero coincide con la posizione<br />

del dato elemento chimico nella tabella periodica degli<br />

elementi di Mendeleev) e neutroni, in numero pari<br />

ai protoni solo per gli elementi della tabella periodica<br />

stessa che si presentano, in natura, in una forma stabile.<br />

Vale la pena sottolineare che il numero atomico Z<br />

(identificativo del numero di protoni di cui è dotato<br />

ciascun atomo o isotopo del medesimo elemento),<br />

corrisponde al numero di elettroni che ruotano intorno<br />

al nucleo; ciò è dovuto al fatto che l’atomo deve risultare<br />

elettricamente neutro.<br />

Isotopi<br />

Nella prima metà del XX secolo, tuttavia, erano già<br />

stati “osservati” elementi gemelli di quelli riportati<br />

nella tabella periodica; essi sono chiamati isotopi e sono<br />

caratterizzati dall'avere lo stesso numero atomico (Z)<br />

ma un numero di massa (A) diverso da quello<br />

dell’elemento gemello.<br />

L’idrogeno (H) il cui nucleo è composto da un protone e<br />

un neutrone si chiama deuterio; esistono, però, altre due<br />

forme isotopiche dell'elemento H: il prozio,<br />

con Z=1 (cioè un protone) e A=2 (cioè il nucleo<br />

è composto da 1 protone e 1 neutrone); il trizio, con Z=1<br />

(cioè 1 protone) e A=3 (cioè il nucleo è composto da 1<br />

protone e 2 neutroni).<br />

Il litio (Li), che occupa la terza casella nella tabella<br />

periodica degli elementi di Mendeleev, ha un numero<br />

atomico Z=3 (cioè il suo nucleo possiede 3 protoni) ma si<br />

presenta in una forma isotopica con 4 neutroni, cosicché<br />

il numero di massa A è pari a 7 (=3 + 4).<br />

I “gemelli non identici” rappresentati da atomi e relativi<br />

isotopi (aventi uguale numero atomico Z ma differente<br />

numero di massa A) possiedono, tuttavia, lo stesso<br />

numero di elettroni esterni; poiché gli elettroni sono<br />

responsabili del comportamento chimico di una sostanza,<br />

atomi e isotopi di uno stesso elemento mantengono<br />

inalterate molte proprietà chimiche in quanto hanno<br />

lo stesso numero di elettroni.<br />

Pertanto, la chimica è incapace di riconoscere un atomo<br />

da un isotopo del medesimo elemento; oltretutto in natura<br />

gli isotopi si presentano in misura assai ridotta rispetto ai<br />

corrispondenti elementi. A titolo di esempio si consideri<br />

che solo il 2 per mille degli elementi di ossigeno (O) ha<br />

8 protoni (Z = 8) e 6 neutroni, cioè si presenta in forma<br />

isotopica con A=14 (= 8 + 6) anziché con un numero<br />

di massa A=16 (8 protoni + 8 neutroni) che compete<br />

all’atomo nella sua forma più stabile.<br />

ELEMENTI RADIOATTIVI<br />

La maggior parte degli isotopi si disintegra<br />

spontaneamente emettendo radiazioni in forma<br />

corpuscolare o energetica; questa proprietà fu scoperta<br />

per la prima volta nel Radio (Ra), da cui il nome di<br />

radioattività associato a un elemento o isotopo capace<br />

di emettere radiazioni alfa, radiazioni beta o radiazioni<br />

gamma.Velocità e proprietà caratteristiche del neutrino<br />

I neutrini, che viaggiano ad una velocità prossima<br />

a quella della luce (c=3 * 108 m/s) sono numerosi quanto<br />

i fotoni; l'Universo ne è ricolmo e impregnato, giacché<br />

hanno la proprietà di attraversare la materia<br />

con enorme facilità, al punto che per decenni, sin dagli<br />

anni trenta del secolo scorso, si è disperato di non riuscire<br />

a evidenziarne la presenza con metodi sperimentali.<br />

Per i neutrini la materia è “trasparente”, al punto che<br />

lo sciame di particelle che intercetta la Terra la attraversa<br />

da parte a parte, senza che gli atomi (nuclei ed elettroni)<br />

della materia li intercettino o interagiscano con essi<br />

se non una tantum. Quando è stato realizzato il primo<br />

telescopio a neutrini, lo si è posizionato in un polo<br />

e lo si è puntato verso il polo terrestre opposto per poter<br />

“vedere” i neutrini provenienti dal Sole e diretti verso<br />

il pianeta Terra; ciò ha dell'incredibile solo se non si tiene<br />

conto del fatto che i neutrini possono attraversare<br />

uno spesso strato di materia "ordinaria" dell'ordine<br />

di qualche anno luce!<br />

LA BOMBA ATOMICA<br />

È questa circostanza a suggerire, sin dagli anni Trenta<br />

del XX secolo, che nel nucleo è presente una fonte<br />

di energia di proporzioni enormi.<br />

Non si tardò molto a comprendere, in Europa, nell’URSS,<br />

negli Sati Uniti nonché in Germania, che essa poteva<br />

servire anche a scopi bellici; sino alla prima metà<br />

del XX secolo, infatti, le bombe erano basate sulle<br />

reazioni chimiche innescate con sostanze esplodenti<br />

(esplosivi), la cui energia (chimica) era nettamente<br />

inferiore a quella associata alla disintegrazione<br />

radioattiva di un elemento.<br />

CONCLUSIONI<br />

La scienza e soprattutto la fisica sono sempre state alla<br />

ricerca di leggi che spiegassero i fenomeni che accadono<br />

sulla Terra e più in generale, nell'Universo, da cui le leggi<br />

universali, come quella newtoniana sulla gravitazione.<br />

Secondo alcuni fisici e storici della fisica Ettore Majorana<br />

intuì e forse persino scoprì e dimostrò - nascondendo però<br />

la sua scoperta agli occhi della comunità scientifica, come<br />

peraltro aveva già dato prova di fare - questa proprietà,<br />

al punto, sostiene qualcuno, da decidere volontariamente<br />

di dileguarsi (per sempre!). Forse ebbe paura della sua<br />

scoperta! Il neutrino è una particella elementare che<br />

presiede al fenomeno associato a un’esplosione nucleare;<br />

non a caso oltre al Sole il modo più “semplice”, si fa<br />

per dire, per produrre neutrini è innescare una reazione<br />

termonucleare, ovverosia far esplodere una bomba<br />

atomica! In fondo, nel solco di una tradizione millenaria,<br />

fisici, matematici e scienziati furono sempre anche<br />

filosofi, interessati a capire le implicazioni che le loro<br />

scoperte e quelle altrui potevano avere sull’umanità e<br />

prima ancora, su di essi, sulle loro personali scelte di vita.<br />

Scienza, Filosofia ed Etica dovrebbero ancora oggi<br />

guidare e ispirare la ricerca in ogni branca del sapere<br />

e della conoscenza, anche al fine di capire se, come e<br />

quando una scoperta sia utile all'uomo e al suo progresso,<br />

che non deve mai far venire meno la sua libertà<br />

di pensiero e di azione, che costituisce la condizione<br />

necessaria per l’esistenza e lo sviluppo<br />

di ciascuna persona.■<br />

ECOABITARE<br />

30 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

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33<br />

Luigi Paolino<br />

PhD in ingegneria ergotecnica<br />

edile. Professore alla Scuola<br />

di Ingegneria Edile-Architettura<br />

al Politecnico di Milano.<br />

Si occupa di progettazione<br />

architettonica e tecnologica<br />

con particolare attenzione alla<br />

prestazionalità e alla sostenibilità.<br />

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Resa obbligatoria dai Regolamenti Edilizi e di Igiene,<br />

la ventilazione delle coperture piane che coprono locali<br />

abitabili è indispensabile per garantire un maggior<br />

comfort estivo. È ormai noto che la situazione estiva è<br />

peggiore di quella invernale in termini di mantenimento<br />

di condizioni standard di benessere, ma anche<br />

di contenimento dei consumi energetici (mantenere<br />

fresco richiede più energia che mantenere caldo e quindi<br />

produce più inquinamento e costa di più).<br />

In una copertura piana la ventilazione si ottiene<br />

prevedendo uno strato apposito, collegato con l'ambiente<br />

esterno, che separa gli strati più esterni da quelli più<br />

interni, in modo da evitare la trasmissione del calore<br />

per conduzione (l'irraggiamento estivo surriscalda<br />

l'estradosso della copertura ed il calore si propaga verso<br />

l'interno essenzialmente a causa del contatto tra gli strati).<br />

In questo modo, in estate lo strato di ventilazione riduce<br />

gli apporti di calore all'interno degli ambienti, sia perchè<br />

si comporta come elemento di discontinuità sia perchè<br />

il calore accumulato negli strati sovrastanti viene ceduto<br />

all'aria di ventilazione e attraverso questa all'ambiente<br />

esterno (si attua il cosiddetto “lavaggio termico”).<br />

In inverno, invece, la ventilazione agevola lo smaltimento<br />

del vapor acqueo in uscita dagli ambienti interni, evitando<br />

sovrappressioni all'intradosso dello strato di tenuta<br />

e limitando il rischio di fenomeni condensativi<br />

interstiziali. Nelle coperture piane la ventilazione si attiva<br />

essenzialmente per fenomeni di sovrappressione dovuti<br />

al vento. L'effetto positivo della ventilazione tuttavia<br />

è connesso alla resistenza termica della copertura:<br />

maggiore resistenza comporta un minore effetto della<br />

ventilazione. Ad esempio, per valori di trasmittanza U<<br />

0,33 W/m2K l'effetto della ventilazione produce<br />

un miglioramento di comportamento della copertura pari<br />

a circa il 15% mentre con U = 1 W/m2K (copertura poco<br />

isolata) l'effetto si aggira intorno al 25%.<br />

Va infine ricordato che, tuttavia, la ventilazione della<br />

copertura, in contesti particolarmente aggressivi (lunghi<br />

Laureato in ingengeria edile.<br />

Cultore della Materia presso il<br />

BEST del Politecnico di Milano.<br />

Esperto di benessere ambientale<br />

e sostenibilità degli edifici.<br />

Svolge consulenza specialistica<br />

in ambito energetico e strutturale<br />

Marco Cagelli<br />

periodi di soleggiamento estivo e temperature elevate<br />

anche di notte), non è in grado da sola di apportare<br />

benefici apprezzabili al comfort termico dell'ambiente<br />

sottostante, ma richiede comunque un sistema<br />

di ventilazione dei vani: in questi casi è bene che<br />

il volume di sottotetto non sia destinato alla permanenza<br />

continua di persone, ma funga da buffer per mitigare<br />

le temperature tra l'ambiente esterno e i vani abitati.<br />

Questo aspetto è connesso a tre fattori: convenzione,<br />

irraggiamento e inerzia termica.<br />

Infatti, quando la temperatura del manto impermeabile<br />

raggiunge valori elevati, solamente una porzione<br />

del calore viene smaltita dalla ventilazione per<br />

convezione naturale, mentre la maggior parte viene<br />

trasmessa dal manto di copertura allo strato isolante<br />

per reirraggiamento, aspetto non trascurabile in<br />

considerazione delle temperature in gioco e della<br />

modesta distanza che separa il corpo emittente dallo<br />

strato isolante. Sotto l'aspetto dell'inerzia termica, si<br />

può osservare che in coperture a bassa massa inerziale<br />

(cioè “leggere”) la ventilazione non riesce ad ottimizzare<br />

il comportamento estivo, soprattutto se si impiegano<br />

isolanti a bassa densità, con ridotta capacità termica<br />

volumica. In questi casi, la ventilazione diventa efficace<br />

se associata a prodotti termoisolanti ad elevata massa<br />

e all’impiego, all’estradosso, di teli riflettenti in grado<br />

di agire sul reirraggiamento.<br />

ventilazione copertura: casa unifamiliare<br />

ventilazione copertura: edificio pluripiano<br />

RUBRICA ECOABITARE


COSMESI<br />

BIO E NATURALE<br />

VERSO UNA<br />

CERTIFICAZIONE EUROPEA<br />

di Alessandro Pulga e Alessandro Spadoni<br />

rispettivamente direttore tecnico e responsabile sviluppo Eco Bio Cosmesi ICEA<br />

Oltre il 90% dei consumatori sono interessati<br />

all'introduzione di una certificazione biologica<br />

basata su criteri comuni europei. Già oggi il 9%<br />

dei clienti sceglie il cosmetico sulla base della<br />

presenza di ingredienti bio e il 4% cerca nel prodotto<br />

certificazioni di qualità (biologico, ecolabel, ecc.).<br />

Sono i dati emersi dalla indagine Retail Survey,<br />

Osservatorio Sana/Nomisma presentati nella edizione<br />

2013 della fiera SANA. La stessa indagine ha anche<br />

evidenziato una percezione poco chiara dei reali valori<br />

della certificazione da parte dei consumatori, confusi<br />

da almeno 31 marchi e sistemi di certificazione nazionali<br />

e internazionali censiti in Italia tra i cosmetici naturali e<br />

biologici. L’eco-biocosmetica trae origine dalla cosmetica<br />

“naturale” e quindi da prodotti che si caratterizzano<br />

per la presenza di estratti vegetali in concentrazione<br />

variabile, introdotti con lo scopo di vantare caratteristiche<br />

di naturalità che, però, risultano spesso accompagnate<br />

dalla presenza massiva di componenti di natura<br />

petrolchimica. Al fine di rassicurare il consumatore e di<br />

fornire alle aziende cosmetiche un marchio di qualità,<br />

hanno visto la luce in tutta Europa diversi disciplinari<br />

caratterizzati dal medesimo obbiettivo, regolamentare<br />

la cosmetica naturale ed introdurre in essa prodotti<br />

derivanti dall’applicazione dell’agricoltura biologica.<br />

Nel corso degli anni, però, disciplinari e marchi di<br />

certificazione si sono moltiplicati oltremodo, ognuno ha<br />

voluto caratterizzarsi per qualche aspetto o restrizione<br />

particolare. Tra i principali disciplinari abbiamo: ICEA<br />

(Italia), EcoCert (Francia), BIDH (Germania), Soil<br />

Association (Regno Unito). Ognuno di essi caratterizzato<br />

da regole proprie, fondate su principi comuni. In Italia<br />

i disciplinari marchi più conosciuti e diffusi oltre a<br />

quello ICEA sono: Eco Bio Cosmesi AIAB, Cosmetico<br />

biologico e naturale CCPB, Bioagricert e SoCert.<br />

Da alcuni anni le principali organizzazioni ed enti<br />

di certificazione impegnati nella cosmetica naturale<br />

e biologica stanno lavorando per uniformare i loro<br />

standard di certificazione. I primi risultati di questo<br />

difficile lavoro sono gli standard e i marchi Cosmos<br />

(www.cosmos-standard.org) e Na-True (www.natrue.<br />

org). ICEA nel 2003 a Norimberga durante il Biofach<br />

ha avviato un processo di riordinamento dei disciplinari,<br />

nel quale sono confluite le migliori energie che ogni<br />

sistema di certificazione poteva porre in campo.<br />

Questo processo di armonizzazione si è concluso<br />

nello scorso 2009 e ha dato vita ad un disciplinare<br />

comune che prende il nome di Cosmos Standard<br />

(www.cosmos-standard.org).<br />

Il Cosmos Standard suddivide gli ingredienti che<br />

costituiscono il cosmetico in cinque tipologie:<br />

• acqua. In genere il componente principale dei<br />

cosmetici, molto spesso appare per primo nella<br />

sequenza INCI degli ingredienti (aqua). L’acqua<br />

addizionata al cosmetico durante la sua preparazione<br />

ovviamente non rientra nel conteggio degli ingredienti<br />

biologici.<br />

• ingredienti minerali. Pur appartenendo all’ambito<br />

naturale costituiscono una materia prima non<br />

rinnovabile, per essi sono definite delle precise<br />

regole di utilizzo e liste positive ristrette; possono<br />

essere sottoposti solamente a pulizia con vapore,<br />

trattamenti di lavaggio con temperature elevate,<br />

lavaggi meccanici e relativa asciugatura. I più comuni<br />

ingredienti minerali sono il sale, (maris sal), l’argilla<br />

(solum follunum), la bentonite (bentonit) e il diossido<br />

di titanio, utilizzato nei solari, dove Cosmos vieta<br />

l’impiego delle nano-particelle.<br />

• agro-ingredienti trattati esclusivamente con processi<br />

fisici. Estratti e parti di piante, animali o prodotti<br />

microbici derivati dall’agricoltura, acquacoltura<br />

• o raccolta spontanea. Sono ad esempio le alghe<br />

(algae), la malva (malva sylvestris extract), l’aloe (aloe<br />

balbadensis) e tante altre componenti funzionali<br />

• di diretta derivazione vegetale.<br />

• agro-ingredienti trattati chimicamente. Possono essere<br />

utilizzati solo se ottenuti da materie prime prodotte<br />

seguendo gli standard dell’agricoltura biologica o,<br />

comunque, da fonti rinnovabili e risultanti da processi<br />

di fabbricazione autorizzati, in accordo con i principi<br />

della “Chimica Verde”. Appartengono a questa<br />

categoria i tensioattivi ottenuti per saponificazione<br />

dall’olio di cocco (sodium anphoacetate), olio di palma<br />

(sodium palmate) e olio extra vergine di oliva (sodium<br />

olivate).<br />

• materiali di sintesi. Sono rappresentati, salvo poche<br />

eccezioni, dai soli conservanti (es. acido benzoico,<br />

sorbico e rispettivi sali).<br />

Il disciplinare Cosmos, inoltre, pone importanti limitazioni<br />

ai contaminanti non naturali (inquinanti e/o tossici)<br />

presenti all’interno della materia prima, che eccedono<br />

le quantità naturalmente presenti (es. metalli pesanti).<br />

All’interno dello standard vengono poste limitazioni alle<br />

trasformazioni dei prodotti naturali (vegetali, animali<br />

o di origine microbica) utilizzati.<br />

I processi di estrazione utilizzati devono essere presenti<br />

nell’elenco allegato al disciplinare.<br />

È vietato l’impiego di materie prime derivanti<br />

da animali o piante che compaiono nelle Liste Europee<br />

e Internazionali delle specie protette. Non possono essere<br />

utilizzate materie prime derivanti da parti di animali vivi<br />

o macellati. È ammesso invece l’impiego del latte, miele,<br />

cera e altri ingredienti di origine animale prodotti dagli<br />

animali stessi e non derivati dalla loro soppressione<br />

o sofferenza. È consentito l’uso di materie prime derivanti<br />

da colture e fermentazioni o da sistemi biotecnologici,<br />

purché non OGM in tutta la filiera di produzione.<br />

34 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

35<br />

STILI DI VITA


Per quanto concerne i conservanti utilizzabili,<br />

il disciplinare vuole promuovere l’uso di sistemi<br />

autoconservanti e limita al massimo le molecole<br />

sintetiche. Cosmos da sempre vieta i test animali<br />

sul prodotto finito e le materie prime ad eccezione<br />

dei casi in cui il test è imposto dalla legge nel paese<br />

di destinazione. La legge europea si è accodata e solo<br />

dal 2013 ha finalmente vietato i test su animali per uso<br />

cosmetico anche per le materie prime, oltre che<br />

per il prodotto finale, anche quando provengono<br />

dai Paesi Terzi e sono commercializzate in Europa<br />

(Reg. CE 1223/2009).<br />

Il disciplinare Cosmos prevede due possibili livelli<br />

di certificazione “Cosmos Organic” e Cosmos “Natural”.<br />

Ovviamente il primo livello è quello più stringente<br />

e impegnativo perché integra i requisiti di naturalità<br />

e chimica verde con l’utilizzo di quantità significative<br />

(e dichiarate in etichetta) di componenti dell’agricoltura<br />

biologica. Per ottenere il marchio di certificazione<br />

Cosmos Organic, in una prima fase, almeno il 20%<br />

del totale degli ingredienti deve essere biologico,<br />

ma successivamente si cercherà di giungere, nel 2020,<br />

al 50% di bio in formula. Tra gli ingredienti di diretta<br />

derivazione agricola, presenti in formula, almeno il 95%<br />

deve essere bio; mentre tra gli ingredienti trasformati<br />

chimicamente almeno il 30% deve essere di origine<br />

biologica, percentuale destinata a salire fino al 50%<br />

nel 2015. I prodotti cosmetici che, pur presentando<br />

materie prime naturali, non raggiungono elevati livelli<br />

di biologico in formula, possono essere certificati solo<br />

come naturali; in tal caso in etichetta compare la dicitura<br />

“Cosmos Natural” e può essere indicata la percentuale<br />

(xx%) di materie prime biologiche in formula.<br />

Per entrambi i livelli di certificazione, il calcolo<br />

del biologico esclude l’acqua ed i minerali, così<br />

da fornire un valore reale di bio rispetto ai 100 g<br />

di prodotto acquistato. Quattro importanti industrie<br />

tedesche LAVERA, KG, LOGOCOS Naturkosmetik,<br />

PRIMAVERA LIFE, WALA Heilmittel, WELEDA dopo<br />

aver partecipato per alcuni anni ai lavori del gruppo<br />

Cosmos, nel giugno 2008 comunicarono la nascita<br />

dell’Associazione dei Veri Amici dei Cosmetici Naturali<br />

e Organici e proposero un loro marchio di certificazione<br />

Nat-True correlato a quello che veniva indicato il primo<br />

standard internazionale del cosmetico biologico.<br />

Molti organismi di controllo del Bio che ancora<br />

non disponevano di un loro standard e di specifiche<br />

competenze nel settore hanno trovato in Na-True<br />

una facile soluzione per entrarne a far parte. Diversi<br />

organismi di controllo italiani hanno aderito a questo<br />

sistema come enti di ispezione. I requisiti Na-True sono<br />

simili a quelli del Cosmos Standard anche se un pò meno<br />

stringenti circa le materie prime.■<br />

le agende del cane e del gatto 2015<br />

A FAVORE DELLA<br />

IL RICAVATO<br />

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36 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

37


UNA NUOVA<br />

VISIONE<br />

DI FUTURO<br />

TRA CONSUMATORI<br />

E PRODUTTORI<br />

di Gianni Cavinato<br />

Presidente nazionale ACU-Associazione Consumatori Utenti<br />

Ho dei seri dubbi.<br />

I prodotti provenienti da Paesi extra UE, dove si usano<br />

spesso pesticidi non autorizzati o OGM e dove i controlli<br />

sono carenti, arrivano più o meno “diluiti” sulla nostra<br />

dieta mediterranea!<br />

Il sistema di controllo pubblico e privato non rileva con<br />

puntualità tutto questo. I dati pubblicati anche dall' Efsa<br />

esprimono preoccupazione per i prodotti di importazione.<br />

Sembra non sia cambiato niente in 50 anni.<br />

Conosciamo con molto ritardo i dati dei controlli<br />

pubblici, ma non abbiamo i dati pubblici dei controlli<br />

privati realizzati dalle industrie, dagli agricoltori e dalla<br />

GDO (grande distribuzione organizzta). Noi consumatori<br />

dobbiamo fidarci ed acquistare al “buio”.<br />

Tuttavia la preoccupazione per pesticidi è marginale<br />

per i cittadini. La crisi di futuro è vissuta dai consumatori<br />

italiani in termini più drammatici di quelle delle “offerte<br />

speciali” della GDO. I consumatori più avveduti<br />

guardano all'impresa come un soggetto che ha una precisa<br />

responsabilità sociale. Il consumatore dà per scontato che<br />

il prodotto sia a norma di legge, ma la fiducia e la visione<br />

di futuro sono altre cose.<br />

change<br />

is<br />

STILI DI VITA<br />

L'attuale crisi economica è indubbiamente<br />

una “crisi di sistema”. In questa fase storica avvengono<br />

profondissime trasformazioni geopolitiche e cambiano<br />

gli equilibri raggiunti a seguito della Seconda guerra mondiale.<br />

Un nuovo approccio nelle relazioni produttoriconsumatori<br />

è all'ordine del giorno. È il momento<br />

di andare oltre la ricerca, è il momento del fare.<br />

Le esperienze che maturano anche sui nostri territori<br />

lo dimostrano.■<br />

difficult<br />

È<br />

superficiale ritenere che questa situazione che<br />

si evolve molto velocemente, non modifichi<br />

i comportamenti di consumo delle popolazioni e delle<br />

singole persone, ovunque nel mondo.<br />

EXPO 2015 con il suo Nutrire il Pianeta potrebbe porre<br />

al centro dell'agenda economica, finanziaria, politica,<br />

ambientale e sociale internazionale, proprio<br />

le complesse relazioni uomo-cibo-ambiente, ovvero<br />

l'analisi e le possibili soluzioni al dramma della fame<br />

e della malnutrizione e dall'altra dell'obesità e più<br />

in generale delle “malattie del benessere”.<br />

Continuare a sostenere che questi aspetti strutturali<br />

caratterizzanti della nostra società si possano affrontare<br />

con soluzioni improntate alla parzialità della tecnica,<br />

non porterà a nulla di buono, anzi verranno illuse intere<br />

popolazioni e sperperate ancora risorse, spesso non<br />

rinnovabili.<br />

Appare invece essenziale riconsiderare la centralità<br />

della TERRA e quindi dell'impossibilità di separare le<br />

nostre menti, i nostri pensieri, i nostri comportamenti,<br />

le nostre produzioni e i nostri consumi da tutto il resto.<br />

Riconsiderare le leggi della termodinamica e più in<br />

generale le leggi della fisica, non significa solo porre<br />

al centro della nostra attenzione tutto il mondo del<br />

vivente, ma l'intero mondo di cui facciamo parte.<br />

Forse allora sarà più facile non solo valutare le scelte<br />

da compiere sul terreno delle produzioni e dei consumi,<br />

ma riconoscere con chiarezza i limiti dello sviluppo<br />

e i limiti della nostra esistenza sulla TERRA e con la<br />

TERRA. La negazione di una cultura scientifica e socioeconomica<br />

del paradigma del limite, consentirà l'avanzare<br />

della prepotenza del profitto e quindi dell'acuirsi delle<br />

contraddizioni a tutti i livelli, così da diventare insolubili<br />

come una grandine di sassi. E' quello che accade già<br />

in questi ultimi anni e nei primi sette mesi del 2014:<br />

cadono le bombe e vengono lanciati missili sui civili<br />

dell'Ucraina, del Medio Oriente e in altri centinaia<br />

focolai di guerra proprio laddove EXPO 2015 si propone<br />

di Nutrire il Pianeta. Forse noi italiani, oggi possiamo<br />

ritenerci più “fortunati” di altre popolazioni. Negli anni<br />

Sessanta mangiavamo molti più pesticidi di quelli che<br />

oggi rileviamo nei cibi.<br />

Oggi le cose sono migliorate, ma siamo arrivati al punto<br />

dove volevamo arrivare?<br />

not changing<br />

is<br />

fatal<br />

Presidente nazionale di ACU dal 12 novembre 2006; è<br />

membro effettivo del CNCU, della Commissione Agroalimentare<br />

dell’UNI e del Gruppo di lavoro “Indicatori<br />

della qualità” della Commissione UNI Gestione per la<br />

qualità e tecniche di supporto, dell’Organismo di Vigilanza<br />

in Sincert-ACCREDIA. Prende parte ai Comitati<br />

di Salvaguardia dell’Imparzialità degli Organismi di<br />

certificazione quali CSQA, Valoritalia, ICIM di Milano,<br />

Istituto Masini di Rho, IISG. Dal 2013 è membro del Comitato<br />

Scientifico SODEXO. Autore di numerose pubblicazioni,<br />

materiali divulgativi<br />

e didattici sul<br />

settore agroalimentare.<br />

In qualità di promotore,<br />

organizzatore e relatore<br />

a corsi, lezioni convegni<br />

e seminari, dal<br />

1976 ha all’attivo non<br />

meno di 2000 incontri e<br />

dibattiti pubblici.<br />

38 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

39


PARTE LA CAMPAGNA DI ECOWORLDHOTEL<br />

E CERTIQUALITY PER ECOCERTIFICARE<br />

GLI ALBERGHI ITALIANI<br />

EXPODETERGO<br />

INTERNATIONAL 2014<br />

a cura della redazione<br />

Meno consumi, minor inquinamento,<br />

maggior risparmio energetico i temi<br />

dominanti. Gli stessi che saranno<br />

ripresi da Expo 2015.<br />

STILI DI VITA<br />

Si<br />

è tenuto, questo mese a Milano, il primo incontro<br />

formativo dedicato al Marchio di Qualità<br />

Ambientale EcoWorldHotel riservato ai certificatori<br />

Certiquality e ai consulenti incaricati di aiutare le<br />

strutture alberghiere ed extra-alberghiere ad ottenere la<br />

certificazione.<br />

EcoWorldHotel utilizza un linguaggio chiaro<br />

e comprensibile e rappresenta un’innovazione nel mondo<br />

delle certificazioni, perché non si limita solo<br />

ad attestare l’impegno ambientale ma fornisce<br />

gli strumenti necessari all’albergatore per svolgere<br />

al meglio il proprio core business, in un’ottica<br />

commerciale e di marketing.<br />

Grazie al suo network e all’esperienza acquisita è in<br />

grado di aiutare gli albergatori in tutte le attività connesse<br />

alla gestione della struttura ricettiva, in un percorso<br />

graduale e coerente: si pone come un unico interlocutore,<br />

dal green cleaning all’organic food, dal green marketing<br />

alla contrattualizzazione dei migliori prodotti eco, bio e<br />

green. Viene fornito all’albergatore anche del materiale<br />

per comunicare l’ottenimento della certificazione<br />

all’interno della struttura (come targhe espositive,<br />

bandiere, adesivi) oppure da utilizzare sui materiali<br />

promozionali cartacei o on-line (come depliant, biglietti<br />

da visita, sito web) attraverso un logo con il numero<br />

di certificazione assegnato.<br />

Per la prima volta un’organizzazione è in grado<br />

di risolvere le problematiche legate al rispetto di molti<br />

requisiti ambientali necessari per l’ottenimento<br />

della certificazione.<br />

Chiarezza, trasparenza, verifica di parte terza, serietà<br />

dell’ente certificatore sono gli elementi fondamentali<br />

su cui possono contare gli addetti del settore turistico,<br />

e soprattutto i turisti.<br />

L’obbiettivo è quello di aiutare il settore turistico<br />

a 360° anche in un’ottica di filiera tra associazioni<br />

di categoria, consulenti, produttori locali e aziende.<br />

Tra le tante opportunità c’è, inoltre, la possibilità<br />

di accedere ai finanziamenti di alcuni bandi regionali<br />

che coprono gli investimenti necessari all’ottenimento<br />

di eco-certificazioni.<br />

Questo incontro formativo è il primo di una lunga serie<br />

che nei prossimi mesi toccherà varie città d’Italia.■<br />

Dal 3 al 6 ottobre 2014 l’attenzione da tutto il mondo<br />

sarà rivolta verso Expodetergo International<br />

giunto alla diciassettesima edizione. Il più importante<br />

appuntamento, a livello mondiale, dedicato a macchine,<br />

tecnologie, prodotti e servizi per lavanderia, stireria e<br />

manutenzione del tessile, in grado di attirare espositori<br />

e visitatori da ogni angolo del globo: più di 200 aziende<br />

presenti, provenienti da 21 Paesi, 15mila metri quadri<br />

assegnati. Protagonisti gli impianti di lavaggio a secco<br />

e di lavaggio ad acqua, gli ultimi ritrovati tra i detergenti<br />

professionali, ma anche tessili, servizi, logistica<br />

ed elettronica gestionale, oltre ai sistemi di stiratura<br />

e a tutte le tecnologie più avanzate per la migliore<br />

e più efficace manutenzione del tessile.<br />

Il tutto supportato da dati tangibili derivati da una costante<br />

ricerca sull’ecosostenibilità: nuove tecnologie per ottenere<br />

risparmio di acqua e di energia, una variabile cruciale in<br />

tempi in cui abbattere il costo dei servizi rappresenta un<br />

punto nodale, così come attenzione alla movimentazione<br />

della merce in quanto, con i costi crescenti dei trasporti,<br />

le distanze acquistano peso. Una vetrina espositiva<br />

straordinaria dove l’Italia si presenta come leader<br />

indiscusso, una piattaforma capace di<br />

rappresentare al meglio le proposte<br />

delle aziende, per mettere a disposizione<br />

dell’operatore in visita prodotti,<br />

tecnologie, ma soprattutto soluzioni<br />

all’avanguardia, ecocompatibili e<br />

money saving.<br />

Mediante l’impiego di tecnologie<br />

nuove e perfezionate, il settore della<br />

lavanderia industriale continua a<br />

migliorare i livelli di consumo di<br />

risorse e di energia e a ridurre le<br />

proprie emissioni di CO2. Anche la<br />

tecnologia finalizzata al trattamento<br />

delle acque reflue nonché al riutilizzo e<br />

alla depurazione dell’acqua si è evoluta<br />

e viene costantemente perfezionata.<br />

Si potranno infatti ammirare da vicino delle macchine per<br />

il lavaggio a secco a nuovi solventi naturali alternativi,<br />

tutte equipaggiate con il nuovo “nature system” che riduce<br />

notevolmente i consumi d’acqua,<br />

energia e macchine a idrocarbonio drytec senza distillo,<br />

con il cesto sospeso, che riescono a cocludere un ciclo<br />

di lavaggio in meno di cinquanta minuti e vantano<br />

ridottissimi consumi di acqua e elettricità. D’altra parte<br />

Hotel e ricettività alberghiera, ristorazione, ospedali, sanità<br />

e centri di assistenza sono tutte realtà, tante e diverse, che<br />

oggi chiedono soluzioni innovative a questo settore, e<br />

sempre di più sono i comparti economici che necessitano<br />

di risposte concrete e tempestive nel rispetto dei più alti<br />

standard di qualità, igiene e sostenibilità.<br />

Ed è la sostenibilità, in termini di impatto ambientale,<br />

contenimento e razionalizzazione dei consumi che oggi<br />

guida l’evoluzione del mercato lavasecco.<br />

Visitare ExpoDetergo International significa dunque<br />

entrare in contatto con le novità assolute del settore a<br />

livello mondiale, scoprire le più importanti innovazioni,<br />

anticipare il futuro.■<br />

40 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

41<br />

photogallery expodetergo2014


BIE:<br />

ARBITRO<br />

UNICO<br />

DELLE<br />

ESPOSIZIONI<br />

UNIVERSALI<br />

di Roberto Bonsaglio<br />

EMIRATI ARABI<br />

Cibo per la mente<br />

CINA<br />

Terra<br />

di speranza,<br />

cibo per la vita<br />

REGNO UNITO<br />

Coltivato in Gran Bretagna,<br />

condiviso globalmente<br />

FRANCIA<br />

Produrre e nutrire<br />

diversamente<br />

STILI DI VITA<br />

BRASILE<br />

Sfamare il mondo<br />

con soluzioni<br />

EXPO 2015: rendering di padiglioni di alcuni Paesi partecipanti<br />

www.expo2015.org<br />

BENIN<br />

Alle fonti della gastronomia beninese,<br />

nutrirsi per una vita piena d’energia<br />

MESSICO<br />

Messico, il seme per un mondo<br />

nuovo: cibo, diversità ed eredità<br />

MONACO<br />

L’eccellenza solidale,<br />

nutrire il mondo in modo diverso<br />

Si<br />

cominciò a parlarne in sordina, poi motivi<br />

di tempistica elettorale fecero balzare in prima<br />

pagina la parola EXPO 2015, Esposizione Universale.<br />

Si consolidò ulteriormente l’informazione quando si<br />

conobbero le credenziali e la storia della manifestazione.<br />

Il tutto è coordinato dal BIE (Bureau International des<br />

Expositions), l’ente costituito nel 1928 che definisce<br />

ed organizza i diritti ed i doveri degli espositori.<br />

Sì, perché i veri attori di questo enorme show socio/<br />

universal/culturale itinerante sono sia i padiglioni<br />

dei Paesi partecipanti sia le aree tematiche realizzate<br />

dall’organizzazione. Le esposizioni universali<br />

(in contrasto con le esposizioni internazionali, più<br />

piccole), sono definite con regole precise come:<br />

frequenza, durata, costruzioni dei padiglioni da parte<br />

degli espositori, dimensioni area espositiva, tema<br />

sociale dominante.<br />

L’arbitro unico è il comitato direttivo del BIE che<br />

valuta e seleziona i contenuti tematici fra quelli proposti<br />

dai Paesi interessati a divenire l’Organizzatore della<br />

manifestazione. Nel nostro caso la scelta è stata giocata<br />

in una partita contro un avversario turco, la città<br />

di Smirne di 3 milioni di abitanti situata sull’omonimo<br />

golfo del mar Egeo. Dobbiamo riconoscere<br />

che la costanza dell’allora sindaco di Milano e la<br />

sua squadra, riuscirono a battere sul filo del rasoio<br />

l’avversario turco. Ormai era cosa fatta il BIE aveva<br />

affidato a Milano, all’Italia l’organizzazione e la<br />

realizzazione dell’ EXPO 2015, con il tema “Nutrire<br />

il pianeta, energia per la vita”. Il mondo politico ed<br />

imprenditoriale cominciò a prendere coscienza del fatto<br />

che la nascitura EXPO 2015 era un’opera complessa,<br />

costosa, un impegno notevole soprattutto per un Paese<br />

burocrate come il nostro, carico di lacci e laccioli.<br />

Fu allora che l’opinione pubblica prese coscienza<br />

dell’opportunità e del tornaconto d’immagine che<br />

sarebbero derivati da questa operazione.<br />

Storicamente ogni esposizione è stata sempre<br />

caratterizzata da particolari strutture divenute nel tempo<br />

il simbolo dell’esposizione, nonchè talvolta della città<br />

organizzatrice o del Paese stesso. Siamo a Londra nel<br />

1851. La prima edizione vede la presenza di 28 nazioni<br />

(oggi se ne contano 147) con 6 milioni di visitatori,<br />

(oggi la città di Milano ne aspetta 21 milioni).<br />

In occasione di questo primo evento fu commissionato<br />

il famoso Crystal Palace una costruzione che occupava<br />

ben 84.000 metri quadrati. La più famosa esposizione è<br />

stata quella di Parigi nel 1889, organizzata per celebrare<br />

il centenario della rivoluzione francese, che vede<br />

la costruzione della Tour Eiffel divenuta il simbolo<br />

del Paese. All’inizio del secolo, 1906, Milano ospita<br />

una Expo sul tema dei trasporti, per festeggiare il traforo<br />

del Sempione che per l’epoca risultava essere il più lungo<br />

del mondo. L’Expo milanese diede il via alla attuale<br />

“Fiera”, punto di incontro di migliaia di produttori.<br />

A Milano restò come segno tangibile dell’esposizione<br />

l’Aquario Civico, una costruzione liberty fra le più<br />

significative della città.<br />

Sempre in Italia nel 1942 Roma avrebbe dovuto ospitare<br />

l’Expo e per l’occasione venne costruito un intero<br />

quartiere, l’EUR, ma a causa della seconda guerra<br />

mondiale l’esposizione non venne mai inaugurata.<br />

Torino fu sede dell’Expo nel 1961 in occasione dei 100<br />

anni dell’unità d’Italia. Per l’Expo1992 a Genova venne<br />

costruito l’acquario, con il recupero del Porto Antico.<br />

A Bruxelles per l’Expo del 1958 si costruì l’Atomium,<br />

attuale simbolo della città e realizzazione unica nella<br />

storia dell’architettura.<br />

L’Expo 1967 di Montreal ha riscontrato il maggior<br />

successo di sempre con più di 50 milioni di visitatori.<br />

Resta la Biosfera, una cupola geodetica adibita a Museo<br />

dell’Ambiente. Ed ancora l’Expo 92 di Siviglia può<br />

dirsi a buon diritto la rassegna universale di architettura<br />

contemporanea con tendenze innovative firmate dai<br />

professionisti più prestigiosi. L’Expo Aichi 2005 ha<br />

ospitato in tre città del Giappone 2015 padiglioni con<br />

il minimo impatto ambientale e un anno dopo l’Evento<br />

l’area di Nagakute è diventata Parco Commemorativo<br />

dell’Expo di Aichi.<br />

In tempi recenti, l’Expo 2010 organizzata a Shanghai<br />

è stata l’Esposizione Universale più maestosa,<br />

scenografica e costosa della storia nonché la prima<br />

organizzata in un Paese emergente. Dopo Milano 2015,<br />

la prossima tappa sarà Astana in Kazakistan, nel 2017.<br />

Lo show continua, sempre con la convinzione da parte<br />

dei Paesi organizzatori che l’imponente manifestazione<br />

possa risolvere o aiutare in parte a ridurre i danni<br />

di una crisi che da anni coinvolge il pianeta.■<br />

42 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

43


Claudia Taccani<br />

Avvocato e responsabile sportello legale OIPA si impegna per far conoscere<br />

a tutti le innumerevoli leggi che interessano gli animali d’affezione che,<br />

sempre più numerosi, vivono nel contesto urbano, affinchè i loro diritti siano<br />

rispettati. Partendo dal principio che anima la zooantropologia, che attribuisce<br />

ai cani un valore sociale e tende quindi a valutare diritti e doveri sia degli animali<br />

che dei padroni, abbiamo deciso di dedicare uno spazio ai temi legati ai nostri<br />

amici a quattro zampe.<br />

"…Pensiamo ai gatti Romani, considerati vero e proprio orgoglio cittadino, coccolati dai cittadini<br />

della capitale e venerati dai turisti che si affollano per fotografarne la bellezza felina, libera,<br />

in mezzo alla storia d’Italia."<br />

applicata da ciascuna Regione che ha emesso, appunto,<br />

delle Leggi Regionali in materia, regolamentando così<br />

le colonie feline e disponendo sanzioni elevate a carico<br />

dei trasgressori. In Lombardia, ad esempio, la Legge<br />

Regionale n. 33/09 ha previsto, espressamente,<br />

la definizione di habitat di colonia felina, ossia “qualsiasi<br />

territorio o porzione di territorio, nel quale viva<br />

stabilmente una colonia felina, indipendentemente<br />

dal fatto che sia o meno accudita”.<br />

Secondo tale legge, inoltre, la colonia felina può essere<br />

spostata soltanto qualora sia inevitabile per la relativa<br />

tutela - ad esempio per presenza di un cantiere di lavori<br />

(ovvero per gravi motivazioni sanitarie). Lo spostamento<br />

dovrà comunque essere effettuato ad opera di personale<br />

specializzato come le associazioni protezionistiche<br />

competenti, privati autorizzati, operatori ASL, collocando<br />

la colonia in altro luogo idoneo.<br />

Ricordiamo, infine, che anche molti Regolamenti<br />

Comunali tutelano i nostri felini urbani: così, ad esempio,<br />

il Comune di Genova ha fatto un passo ulteriore rispetto<br />

ad altre città italiane, prevedendo addirittura nel proprio<br />

Regolamento, non solo il riconoscimento della colonia<br />

felina ma, addirittura, dell’oasi felina, un luogo attrezzato<br />

dallo stesso Comune, delimitato o meno da una rete<br />

di protezione, fornita di cucce, ciotole per il cibo, dotata<br />

di acqua ed illuminazione.<br />

Possiamo così affermare che la legge, almeno scritta,<br />

è dalla nostra parte e, quindi, possiamo far valere i nostri<br />

diritti, o meglio quelli dei mici, segnalando al comune<br />

territorialmente competente nonchè all’Azienda Sanitaria<br />

locale la presenza di una colonia e, in caso di necessità<br />

o pericolo, senza indugio, chiedere l’intervento delle<br />

autorità competenti come, per esempio, la Polizia Locale<br />

e le Guardie Eco-Zoofile.■<br />

LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />

COLONIA FELINA<br />

UN “PATRIMONIO PUBBLICO”<br />

di Claudia Taccani<br />

Gatti e condominio, gatti e scuole, gatti e giardini,<br />

gatti e chiese, gatti e cantieri… Questi adorabili<br />

felini popolano le nostre città donando al contesto urbano<br />

un fascino ed un’eleganza unica.<br />

Nel nostro paese, i gatti che vivono in libertà, per fortuna,<br />

sono tutelati dalla legge, guai pertanto a chi li maltratta<br />

o li allontana dal loro habitat naturale.<br />

Negli ultimi anni, infatti, stiamo assistendo<br />

ad un crescente aumento di disposizioni normative<br />

e giurisprudenziali sulla tutela dei gatti che vivono<br />

in libertà, ma non tutti lo sanno, anzi, spesso è necessario<br />

“bacchettare” delle pubbliche amministrazioni che non<br />

applicano la legge “pro-gatto”.<br />

La legge nazionale n. 281 del 1991: “Legge quadro in<br />

materia di animali d’affezione e prevenzione<br />

al randagismo” prevede, sinteticamente, “Il divieto<br />

per chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà”,<br />

che questi ultimi siano sterilizzati dall'autorità sanitaria<br />

competente per territorio (ASL per intenderci)<br />

e riammessi nel loro gruppo.<br />

I gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se<br />

gravemente malati o incurabili. Gli enti e le associazioni<br />

protezioniste possono, d’intesa con le unità sanitarie<br />

locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono<br />

in libertà, assicurandone la cura della salute<br />

e le condizioni di soppravvivenza.”<br />

La legge citata sancisce, senza ombra di dubbio, la tutela<br />

dei gatti liberi, disponendone la cura e sterilizzazione,<br />

in modo da “contenere” e monitorare il numero<br />

dei componenti di una colonia felina.<br />

Ma facciamo un passo oltre: la legge citata è stata<br />

44 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

45


Daniela Milano<br />

Laureata in filosofia, specializzata<br />

in psicologia psicosomatica,<br />

junghiana, lavora a titolo di libera<br />

professionista come counselor<br />

per il benessere, la formazione,<br />

l’istruzione della persona<br />

ed è giornalista.<br />

Biblioteca della sostenibilità<br />

IDEA BENESSERE<br />

Giallo, arancio, azzurro o verde? Secondo la teoria<br />

di Max Luscher, psicologo svizzero, la realtà<br />

psichica di ogni individuo è basata su questi 4 colori<br />

corrispondenti ad altrettante dimensioni psicologiche.<br />

Nello specifico:<br />

- il rosso corrisponde alla sicurezza di sé;<br />

- il verde all’autostima;<br />

- il giallo alla libertà interiore;<br />

- il blu alla mitezza.<br />

STAGIONETERAPIA<br />

di Silvia Carri<br />

edizioni Età dell’Acquario<br />

pag 280 - € 18,50<br />

LO CHIAMAVANO<br />

IL PAESE DEL SOLE<br />

di R.Basosi, G.L.Giannuzzi, L.Valori<br />

Aracne editrice,<br />

pag 184 - € 17,00<br />

DIECI AZIONI<br />

PER ZERO RIFIUTI<br />

di Roberto Cavallo<br />

edizioni Ambiente<br />

pag 320 - € 24,00<br />

A leggere queste comparazioni ognuno potrebbe essere<br />

tentato ad identificarsi istintivamente con il lato positivo<br />

di uno dei requisiti elencati e pensare di corrispondere<br />

pari pari ad una personalità piuttosto che ad un’altra.<br />

In realtà, come molti lettori sapranno, la persona non<br />

solo non è riducibile ad un solo aspetto, ma talvolta<br />

l’elemento manifesto (esempio la personalità verde<br />

che si mostra con una buona percezione di sé ) può<br />

nascondere caratteristiche in eccesso (vanitoso) o in<br />

difetto (insicurezze crescenti).<br />

Così come la personalità con un eccesso di rosso,<br />

risulta arrogante, boriosa e nasconde un continuo<br />

lamentio interiore; quella con picchi di giallo spiazza<br />

il proprio interlocutore per essere talvolta visionaria,<br />

molto ottimista e talaltra affezionata alla sua corazza<br />

per non mostrare vulnerabilità. Infine il soggetto blu<br />

dietro il suo essere magnanime e sempre disponibile,<br />

se non in equilibrio cova sentimenti di frustrazione,<br />

insoddisfazione, irascibilità.<br />

Alla luce di questi psico - ludici scenari, si può<br />

ragionare in termini di “benessere”, che cosa esso sia<br />

riferito alla teoria dello psicologo svizzero e soprattutto<br />

dove sta la chiave del suo raggiungimento. Una lettura<br />

attenta fa emergere subito che in ogni caso e qualunque<br />

sia la caratteristica dominante di un soggetto, anche<br />

la più positiva, se è presente, o in eccesso o in difetto,<br />

reca malessere e non consente di relazionarsi in modo<br />

sereno con il proprio interlocutore. La forzatura<br />

(differente dalla forza) come la ritrosia (diversa<br />

dall’umiltà) generano una tale insoddisfazione, in primis<br />

in sè stessi che può sfociare in somatizzazioni come:<br />

- panico cefalee (l’altra faccia della medaglia<br />

di un eccessivo controllo);<br />

- eritemi (manifestazione sul corpo della propria rabbia);<br />

- asma (difficoltà ad esternare e comunicare in modo<br />

profondo);<br />

- problemi digestivi (rimuginazione di eventi irrisolti,<br />

difficoltà a digerire alcune sconfitte);<br />

- problemi cardiaci (rigidità, perseguimento di schemi<br />

fissi a tutti i costi). La ricetta per vivere in salute<br />

e armonia? Luscher (e io concordo pienamente),<br />

suggerisce di coltivare tutti e 4 i colori interiori<br />

in modo naturale, con leggerezza e flessibilità, dando<br />

spazio qualche volta al puer aeternus che abita<br />

in ognuno di noi! ■<br />

Qualora abbiate voglia di fare osservazioni su quanto<br />

ho scritto o sollevare nuovi quesiti potete scrivermi a:<br />

redazione_ecoideare@libero.it<br />

> Opere di Renato Giananti<br />

La stagioneterapia è una pratica che<br />

chiunque può seguire, adottando dei piccoli<br />

accorgimenti e mettendo in atto i consigli<br />

formulati in questo agile manuale. Mese<br />

dopo mese, l’autrice ci aiuta a scoprire<br />

quali sono gli organi più a rischio, gli<br />

alimenti da evitare, le erbe da utilizzare, le<br />

pietre e i colori più adatti da indossare e gli<br />

atteggiamenti mentali da adottare in ogni<br />

stagione. Un libro da consultare per essere<br />

sempre allineati con Madre Natura.<br />

UN’ALTRA EUROPA<br />

di Silvia Zamboni<br />

edizioni Ambiente<br />

pag 200 - € 18,00<br />

Questo libro intende offrire, attraverso le<br />

voci di alcuni autorevoli protagonisti del dibattito<br />

sul futuro dell’Europa, materiale su<br />

cui riflettere e una nuova prospettiva in cui<br />

rilanciare l’obiettivo di un’Europa diversa,<br />

sostenibile, democratica, inclusiva, solidale,<br />

impegnata nella lotta ai cambiaenti climatici<br />

e che promuove le fonti rinnovabili, che<br />

combatte ogni forma di discriminazione, che<br />

riduce le spese militari a favore della spesa<br />

sociale.<br />

La prorompente diffusione di 500.000 impianti<br />

fotovoltaici nella Penisola, sorti spontaneamente<br />

da una decina d’anni, non è bastata<br />

a chiarire le dinamiche che ne hanno<br />

governato l’insediamento. Il libro si rivolge<br />

a tutti i soggetti della società civile che dibattono<br />

sulla convenienza o meno dell’opzione<br />

fotovoltaica: un “fenomeno” che l’Italia ha<br />

visto esplodere senza averlo per tempo pianificato.<br />

Gli autori propongono riflessioni per<br />

la gestione futura del processo.<br />

TUTTO CRUDO<br />

IN CUCINA<br />

di Sara Cargnello<br />

edizioni Terra Nuova<br />

pag 120 - € 13,00<br />

Un colorato ricettario ricco di suggerimenti<br />

pratici, consigli per creare piatti gustosi,<br />

fantasiosi e rigorosamente “crudi”, ricchi<br />

quindi di principi energetici. Il libro è diviso<br />

in due parti: una prima analizza gli elementi<br />

e le tecniche dell’alimentazione crudista,<br />

illustrando il corretto uso di centrifughe,<br />

frullatori e fioccatrici; la seconda, propone 90<br />

ricette appetitose, accompagnate da invitanti<br />

foto che stimolano il palato .<br />

L’autore affronta in modo concreto l’urgenza<br />

della questione rifiuti puntando il dito<br />

sull’utilizzo di prodotti non biodegradabili<br />

o bioaccumulabili che si diffondono<br />

rapidamente in tutto il pianeta attraverso<br />

fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera...<br />

Ciò che “buttiamo” nell’ambiente dura<br />

migliaia di anni e produce danni irreversibili.<br />

Una scomoda eredità per le generazioni<br />

future. Occuparsi di una strategia “rifiuti<br />

zero” è di assoluta necessità .<br />

PROFEZIA DIVINA E<br />

SCIENZA. TUTTO È<br />

SPIRITO?<br />

di Hans Gunter Kugler<br />

editore Vita Universale, pag. 93 - € 9,90<br />

In questo libro l’autore affronta il mondo<br />

dei quanti, nel quale la materia e l’energia<br />

si dissolvono in potenziali spirituali. Si<br />

parla dell’importanza del campo magnetico<br />

della Terra per l’uomo e per gli animali,<br />

degli effetti che le nostre emozioni e i<br />

nostri pensieri hanno sulla nostra anima e<br />

sul nostro corpo tramite il sistema nervoso.<br />

Viene affrontata la questione dell’esistenza<br />

di una vita dopo la morte.<br />

46 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

47


Ecologia in vetrina<br />

Idee, oggetti e materiali innovativi, ecocompatibili e dal design accattivante, dedicati al consumatore<br />

attento all’ambiente, ma che non rinuncia al glamour di un prodotto speciale.<br />

FILOBIO - NATURE INSIDE<br />

Un’etichetta attenta alla salute del bimbo e all’ambiente. L’azienda italiana<br />

realizza capi di abbigliamento in puro cotone per bambini da 0 a 24 mesi; le<br />

collezioni sono disegnate e sviluppate in Italia e realizzate in india da una<br />

filiera certificata al fine di garantire qualità e bellezza. Ogni capo è 100%<br />

sano, naturale, biologico, avvolge la pelle dei bimbi con delicatezza e resiste<br />

nel tempo. Il progetto è in progress per rendere la collezione in linea con<br />

le più avanzate tecniche di monitoraggio delle materie prime, delle tinture<br />

biologiche. Importanti risultati di questo attento lavoro sono anche quelli di<br />

evitare l’inquinamento della terra e di intossicare l’uomo.<br />

www.filobio.com/it<br />

EcoNews<br />

L’AGRICOLTURA FAMIGLIARE AL SALONE<br />

DEL GUSTO E TERRA MADRE EDIZIONE 2014<br />

L’agricoltura famigliare sarà la vera protagonista all’edizione di ottobre 2014<br />

Salone del Gusto e Terra Madre. Un vero competitor dell’Agricoltura industriale.<br />

Infatti Nonostante il minor accesso a risorse economiche produttive<br />

e una estensione di suolo coltivato molto basso, la produzione agricola di<br />

piccola scala a conduzione familiare è molto fruttifera.<br />

La chiave del successo sta alla cura,, alle conoscenze sapientemente adattate<br />

alle ecologie locali e alle capacità prolifere della terra sviluppate nel corso dei<br />

secoli dai contadini di tutto il mondo. Moltissimi i prodotti che si potranno<br />

assaggiare e acquistare, sicuri della freschezza e qualità!<br />

www.salonedelgusto.it<br />

EUGEA<br />

Eugea nasce come spin off dell’Università di Bologna ed è formata da ricercatori<br />

del gruppo di ecologia applicata. Essa traduce in prodotti per il<br />

vasto pubblico le ricerche del gruppo di Lotta Biologica dell’Università di<br />

Bologna, realizzando dei kit contenenti dei veri e propri micro habitat: dalle<br />

piante, ai vasetti, al bruco con tutte le indicazioni per favorire la nascita della<br />

farfalla e così per altre forme di vite che man mano arricchiscono i giardini.<br />

Ogni cittadino avrà a disposizione dei corridoi ecologici in grado di collegare<br />

i parchi periurbani con quelli urbani, che se coltivati si trasformeranno in una<br />

città “verde”. Tutti i prodotti di Eugea sono realizzati a mano da persone di<br />

cooperative sociali. www.eugea.it<br />

FATTORIE DIDATTICHE A PORTE APERTE<br />

Domenica 28 settembre 85 fattorie distribuite in tutta la Regione Lombardia<br />

offrono al pubblico la possibilità di trascorrere una giornata nella natura sperimentando<br />

direttamente le attività che si svolgono quotidianamente in un’azienda<br />

agricola. I bambini, accompagnati dagli agricoltori, potranno avvicinare gli<br />

animali, dar loro da mangiare. Scoprire come si coltivano gli ortaggi, i cereali<br />

e i fiori. In molti agriturismi è possibile prendere il pranzo, la cena o una stanza<br />

per passare la notte. www.buonalombardia.regione.lombardia.it<br />

INTERNATIONAL MEETING: I MAESTRI<br />

DEL PAESAGGIO EDIZIONE 2014<br />

Dal 6 al 21 settembre, si terrà la IV edizione di “I Maestri del Paesaggio”,<br />

una manifestazione d’eccellenza unica al mondo. Le più autorevoli firme internazionali<br />

del Landscaping - architetti Paesaggisti, Garden designer, storici<br />

e fotografi si riuniscono nella spettacolare cornice di Bergamo Alta. Migliaia<br />

di visitatori affollano la storica piazza vecchia che viene allestita<br />

a Verde per assistere alle lezioni; workshop; mostre; percorsi organizzati<br />

e novità di quest’anno la presenza di Green Fashion e Green Design.<br />

Un’occasione da non perdere. www.arketipos.org<br />

AGRITURISMO BIO VILLA PADURA<br />

Nel Parco delle Madonie, a 900 metri sul livello del mare, da un’antica residenza di campagna, centro di un’attività<br />

agricola basata sulla produzione di cereali, gelsi per l’allevamento dei bachi da seta, vigneti, oliveto, nasce l’agriturismo<br />

VILLA PADURA. L’azienda, completamente biologica è dotata di 6 camere, piscina a copertura telescopica, ampio<br />

parco con piante secolari e un ristorante guidato Salvatore Minneci, chef di esperienza internazionale.<br />

Grazie al clima, alle bellezze naturali e alla ricca storia dei paesi vicini, la famiglia Pucci di Benisichi Bella ha deciso<br />

di aprire tutti i mesi dell’anno. Particolarmente apprezzato per la sua profumazione è l’olio extra vergine certificato bio,<br />

che produce da cultivar siciliane.<br />

Agriturismo Villa Padura, Via Matteotti, 1 - Castellana Sicula (PA)<br />

Tel. 0921 562180 - www.agriturismovillapadura.it<br />

COLTIVARE LA MENTE<br />

Laura Zeni, artista e designer, espone dal 5 settembre al 4 ottobre alla Triennale<br />

di Milano oggetti di design, opere pittoriche e installazioni.<br />

La mostra, curata da Fortunato D’Amico, approfondisce il tema della natura<br />

in relazione all’uomo contemporaneo ed esprime la necessità di intervenire a<br />

favore di un progresso dove tecnologia e mondo naturale sono in equilibrio.<br />

Riflessioni sulla società, sull’ecosostenibilità, sull’alimentazione, tematiche<br />

connesse al tema di Expo 2015. Spazio Material ConneXion.<br />

ingresso libero. www.laurazeni.com<br />

48 ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

49


LE NOSTRE CONVENZIONI<br />

Per essere sempre più vicini ai nostri associati, Rinenergy ha stretto una serie di accordi per proporre sconti<br />

e convenzioni a chi presenterà la tessera, nei seguenti esercizi commerciali o aziende.<br />

Ristorante Biologico Corte Regina<br />

Viale Monza 16 Milano<br />

Tel. 02 28381873<br />

www.cortereginabio.it<br />

Aperto mezzogiorno e sera, il Ristorante propone specialità della<br />

migliore tradizione emiliana: gnocco fritto con salumi, tortelli ripieni di<br />

verdure. Ampia scelta di vini biologici e di altissima qualità.<br />

sconto del 10% su pranzi o cene.<br />

Agriturismo Bio Villa Padura<br />

Via Matteotti,1 – Castellana Sicula (Pa)<br />

Tel. 0921 562180<br />

www.agriturismovillapadura.it<br />

Azienda biologica con piscina a copertura telescopica, ampio parco,<br />

sei camere. Sconto del 10% per soggiorni da aprile a novembre,<br />

gratis per bambini fino a 5 anni, 50% per bambini dai 6 anni.<br />

Sconto 15% su pranzi o cene.<br />

L’Accento sul Gusto<br />

Via Roma 34/b - Paderno Dugnano (MI)<br />

Tel. 339 2400721<br />

Per un’alimentazione sana e sostenibile:<br />

laboratorio e vendita diretta di pasta fresca, dolci e gastronomia<br />

di alta qualità. Pesti profumati con verdure di stagione. Germogli,<br />

ricette vegetariane, su ordinazione paste e ripieni per intolleranze. Martedì<br />

e giovedì pane con lievito di “pasta madre”.<br />

Ai lettori <strong>Ecoideare</strong>/soci Rinenergy: Sconto 10% su paste fresche all’uovo,<br />

kamut e gnocchi.<br />

Cascina Guzzafame<br />

20083 - Vigano di Gaggiano (Mi)<br />

Tel: 02 9086659 - Fax: 02 91390495<br />

info@cascinaguzzafame.it<br />

www.cascinaguzzafame.it<br />

Sconto del 10% sulla spesa effettuata in negozio e sconto del 10%<br />

sulla prima notte trascorsa nel Bed & Breakfast.<br />

Agriturismo La Manna di Zabbra<br />

C/da Zabbra - SP 130 al km 4.00 - 90010 Pollina(PA)<br />

Tel. 0921 910083 Cell. 339 6328555<br />

info@lamannadizabbra.com<br />

www.lamannadizabbra.com<br />

Una notte gratis ogni 7 di pernottamento e un pasto gratuito ogni 5<br />

persone al ristorante biologico. Spedizione gratuita con un minimo<br />

di 50€ sull’acquisto di prodotti biologici. Oltre i 100€ ulteriore sconto<br />

del 10%.<br />

Semprebio - alimentari con ristoro<br />

Via Broggi, 13 Milano (MM Lima)<br />

Tel. 02 29407378 - www.semprebio.net<br />

Prodotti biologici e locali di qualità. Bio - bar gastronomico.<br />

Consegna a domicilio.<br />

sconto del 10% sulla spesa<br />

EcoWorldHotel<br />

Tel 02 69008563<br />

Booking@ecoworldhotel.com<br />

www.ecoworldhotel.org<br />

Sconto del 50% per soggiorno di due notti per due persone<br />

(esclusi ponti e festività) in eco-hotel scelto tra agriturismi,<br />

B&B, alberghi e dimore storiche certificate EcoWorldHotel.<br />

A Modo... Bio<br />

Località Pian di Spagna 22010 Gera Lario (CO)<br />

Tel. 331 3058670 - ordini@amodobio.org<br />

www.amodobio.org<br />

Produzione e consegna a domicilio di frutta e verdura biologica.<br />

Si possono prenotare visite alla cascina in un luogo molto bello, a due<br />

passi dal lago dove si possono fare acquisti direttamente.<br />

Multiutility S.p.a.<br />

Gruppo Dolomiti Energia<br />

Palazzo Fermi, Via Enrico Fermi, 4 - 37135 Verona<br />

Tel. 045 826 20 11 - Fax 045 826 20 62<br />

info@multiutility.it - www.multiutility.it<br />

Servizi e soluzioni integrate a PMI e enti per energia elettrica e gas<br />

naturali. Riduzione dell’1% sulle tariffe offerte.<br />

Erboristeria Planerbe<br />

Corso di Porta Romana 123 - Milano<br />

tel. 02 54071428 - info@planerbe.it<br />

www.planerbe.it<br />

Sconto 20% per prodotti a marchio Planerbe e tisane personalizzate.<br />

Sconto 10% per prodotti cosmetici, fitoterapici, integratori alimentari,<br />

alimentazione, editoria, consulenze con professionisti convenzionati.<br />

Partecipazione gratuita, su prenotazione, a conferenze e incontri.<br />

Az. Agr. FortunatoErrera<br />

Tel. 338 3521837 - www.fortunatoerrera.it<br />

Prodotti tipici di Pantelleria: capperi, olio, origano,<br />

passito, spumante, miele d’uva, confetture extra<br />

di zibibbo, di gelsi, di arance e di limoni, caponata<br />

e pesto “panteschi”.<br />

Spese trasporto gratis in tutte le regioni. 10% di sconto su tutti<br />

i servizi di ospitalità dell’Albergo Bue Marino<br />

Ristorante Cortaccia Biocucina<br />

Piazza Corte dei Sogliari, 6<br />

Zona Portici Corso Umberto, 46100 Mantova<br />

Tel. 0376 368760 - www.cortaccia.com<br />

Nel centro storico di Mantova, cucina di qualità e della tradizione<br />

con carne, pesce e piatti vegetariani.tutti gli ingredienti sono biologici.<br />

Menù personalizzati su prenotazione per occasioni speciali,<br />

anche per vegani e celiaci. Sconto del 10% su pranzi o cene.<br />

in contemporanea con<br />

BolognaFiere<br />

6 - 9 settembre 2014<br />

BolognaFiere<br />

8 - 10 settembre 2014<br />

Con il Patrocinio di Con il Supporto di In collaborazione con<br />

50<br />

Maria Scapaticci<br />

Tel. 338 798167<br />

www.foreverliving.it<br />

Vendita diretta prodotti a base di Aloe vera: bevande, integratori<br />

alimentari, prodotti per igiene personale bellezza e protezione della<br />

pelle, controllo peso relax, igiene della casa, amici animali.<br />

Telefonando a Maria un prodotto omaggio del valore del 10%<br />

dell’ acquisto.<br />

ecoIDEARE - <strong>Settembre</strong> / <strong>Ottobre</strong> 2014<br />

Officinali di Montauto<br />

Corso Magenta 12, 20123 Milano<br />

Tel. 02 89050915<br />

www.officinalidimontauto.it<br />

Bistrot, degustazioni e vendita di miele, tisane, olio.<br />

Annesso, negozio di prodotti di cosmesi biologica.<br />

sconto del 10% su tutti i prodotti (cosmesi biologica e food).


Bioarchitettura a Milano<br />

Nell’attuale panorama dell’architettura in Italia, acquisire nuove conoscenze e riscoprire antiche tecniche per affrontare consapevolmente le<br />

nuove necessità abitative, di tutela della salute, di promozione del benessere, di risparmio ed efficienza energetici, di integrazione con l’ambiente è<br />

diventato fondamentale. Le abitazioni, gli insediamenti in genere, le città, gli ambienti, i paesaggi sono organismi complessi che vanno visti oltre<br />

che nella molteplicità degli aspetti specifici, nella loro integrità, qualità irriducibile a semplici dati numerici, a indici prestazionali. La Bioarchitettura,<br />

propone tutto ciò, è una via possibile, perché sperimentata, di riforma dell’architettura e di costruzione di un ambiente armonico, equilibrato,<br />

vivibile e sicuro per ogni forma vivente. INBAR Milano vi aspetta per collaborare a quest’opera, al vero spirito dell’Architettura.<br />

L A B I O A R C H I T E T T U R A I N P O C H E P A R O L E<br />

E’ architettura per la vita. L’uomo è<br />

responsabile delle forme di vita<br />

nell’Universo.<br />

Supera i punti di vista parziali per cercare<br />

una concezione unitaria dell’architettura.<br />

Esce dal ristretto ambito disciplinare per<br />

coinvolgere nell’architettura quante più<br />

categorie professionali possibili; diffonde<br />

un messaggio comprensibile a tutti.<br />

Promuove, Incoraggia e favorisce gli studi<br />

sulle sostanze, sui materiali, sugli<br />

elementi, sulle tecniche, sugli apparecchi<br />

e gli impianti dell’architettura per un loro<br />

impiego sempre più consapevole<br />

Promuove un vero cambiamento: cercare<br />

la semplicità, aiutare le persone a<br />

scegliere consapevolmente un modo di<br />

vivere in armonia con la Natura.<br />

Persegue indefessamente la qualità della<br />

vita, attraverso l’architettura e<br />

l’urbanistica, condividendo e insegnando<br />

l’eredità della tradizione, le scoperte, le<br />

acquisizioni.<br />

Conservare la salute, promuovere il<br />

benessere complessivo sono i fondamenti<br />

della sua azione.<br />

V I T A L E<br />

I N T E R D I S C I P L I N A R E<br />

S O L I D A E P R O M E T T E N T E<br />

R A D I C A T A N E L L A T R A D I Z I O N E<br />

Rispetta le tradizioni, che studia e da cui<br />

trae preziosi insegnamenti che si impegna<br />

a sua volta a tramandare.<br />

Promuove ogni iniziativa che concili ed<br />

integri le attività umane, l’ambiente e la<br />

natura. E’ ottimista ed è creativa.<br />

L’interdisciplinarietà è la vera novità della<br />

Bioarchitettura. Valorizza le competenze<br />

specifiche di chi vuol contribuire alla<br />

riforma dell’architettura. Assicura la regia<br />

di processi progettuali aperti alla<br />

partecipazione più ampia.<br />

E’ curiosa, precisa, mai banale, rifugge dai<br />

luoghi comuni. Si impegna a combattere<br />

generalizzazioni, strumentalizzazioni,<br />

mistificazioni e speculazioni condotte al<br />

riparo dei prefissi “bio” ed “eco”.<br />

Sostiene i cambiamenti nelle abitudini,<br />

nei comportamenti, negli usi e nei<br />

consumi ispirati alla ricerca del benessere<br />

affinché diventino patrimonio di tutti.<br />

E’ austera e si impegna a ridurre gli<br />

sprechi. Propone istruzioni, linee guida,<br />

manuali, suggerimenti per l’uso e il<br />

consumo ispirati a semplicità e chiarezza.<br />

Chiede coscienza, responsabilità,<br />

disponibilità a impegnarsi per affermare<br />

una vera cultura della vita<br />

INBAR® è un ente morale senza fini di lucro che da oltre un ventennio svolge in Italia un ruolo determinante per la sensibilizzazione,<br />

l'informazione e la formazione sui temi dell'abitare sano, della riqualificazione del territorio e della riconversione ecologica del<br />

settore delle costruzioni. L’Istituto è aperto a tutti, persone fisiche e giuridiche quali Società, Amministrazioni, Scuole, Università,<br />

organismi di ricerca. E’ aperto a chiunque voglia partecipare alla riforma dell’architettura con impegno e buona volontà.<br />

Contatti: Milano@bioarchitettura.it - tel.02.89691667

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