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Ecoideare Maggio Giugno N23

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Euro 3,50<br />

N°23 - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

N.23- <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />

L’ENERGIA<br />

CHE VOGLIAMO<br />

ECOABITARE<br />

Bioenergetic landscapes<br />

STILI DI VITA<br />

Ecopsicologia<br />

ALIMENTAZIONE<br />

La cucina ecozoica<br />

AMBIENTE E TERRITORI<br />

Gli orti in rete


Bioarchitettura a Milano<br />

Nell’attuale panorama dell’architettura in Italia, acquisire nuove conoscenze e riscoprire antiche tecniche per affrontare consapevolmente le<br />

nuove necessità abitative, di tutela della salute, di promozione del benessere, di risparmio ed efficienza energetici, di integrazione con l’ambiente è<br />

diventato fondamentale. Le abitazioni, gli insediamenti in genere, le città, gli ambienti, i paesaggi sono organismi complessi che vanno visti oltre<br />

che nella molteplicità degli aspetti specifici, nella loro integrità, qualità irriducibile a semplici dati numerici, a indici prestazionali. La Bioarchitettura,<br />

propone tutto ciò, è una via possibile, perché sperimentata, di riforma dell’architettura e di costruzione di un ambiente armonico, equilibrato,<br />

vivibile e sicuro per ogni forma vivente. INBAR Milano vi aspetta per collaborare a quest’opera, al vero spirito dell’Architettura.<br />

Editoriale<br />

Sostenibilmente<br />

Giorgio Nebbia<br />

Periodico culturale di informazione<br />

sullo sviluppo sostenibile<br />

SOMMARIO<br />

2<br />

3<br />

4<br />

Pag. 10<br />

L A B I O A R C H I T E T T U R A I N P O C H E P A R O L E<br />

E’ architettura per la vita. L’uomo è<br />

responsabile delle forme di vita<br />

nell’Universo.<br />

Supera i punti di vista parziali per cercare<br />

una concezione unitaria dell’architettura.<br />

Esce dal ristretto ambito disciplinare per<br />

coinvolgere nell’architettura quante più<br />

categorie professionali possibili; diffonde<br />

un messaggio comprensibile a tutti.<br />

Promuove, Incoraggia e favorisce gli studi<br />

sulle sostanze, sui materiali, sugli<br />

elementi, sulle tecniche, sugli apparecchi<br />

e gli impianti dell’architettura per un loro<br />

impiego sempre più consapevole<br />

Promuove un vero cambiamento: cercare<br />

la semplicità, aiutare le persone a<br />

scegliere consapevolmente un modo di<br />

vivere in armonia con la Natura.<br />

Persegue indefessamente la qualità della<br />

vita, attraverso l’architettura e<br />

l’urbanistica, condividendo e insegnando<br />

l’eredità della tradizione, le scoperte, le<br />

acquisizioni.<br />

Conservare la salute, promuovere il<br />

benessere complessivo sono i fondamenti<br />

della sua azione.<br />

V I T A L E<br />

I N T E R D I S C I P L I N A R E<br />

S O L I D A E P R O M E T T E N T E<br />

R A D I C A T A N E L L A T R A D I Z I O N E<br />

Rispetta le tradizioni, che studia e da cui<br />

trae preziosi insegnamenti che si impegna<br />

a sua volta a tramandare.<br />

Promuove ogni iniziativa che concili ed<br />

integri le attività umane, l’ambiente e la<br />

natura. E’ ottimista ed è creativa.<br />

L’interdisciplinarietà è la vera novità della<br />

Bioarchitettura. Valorizza le competenze<br />

specifiche di chi vuol contribuire alla<br />

riforma dell’architettura. Assicura la regia<br />

di processi progettuali aperti alla<br />

partecipazione più ampia.<br />

E’ curiosa, precisa, mai banale, rifugge dai<br />

luoghi comuni. Si impegna a combattere<br />

generalizzazioni, strumentalizzazioni,<br />

mistificazioni e speculazioni condotte al<br />

riparo dei prefissi “bio” ed “eco”.<br />

Sostiene i cambiamenti nelle abitudini,<br />

nei comportamenti, negli usi e nei<br />

consumi ispirati alla ricerca del benessere<br />

affinché diventino patrimonio di tutti.<br />

E’ austera e si impegna a ridurre gli<br />

sprechi. Propone istruzioni, linee guida,<br />

manuali, suggerimenti per l’uso e il<br />

consumo ispirati a semplicità e chiarezza.<br />

Chiede coscienza, responsabilità,<br />

disponibilità a impegnarsi per affermare<br />

una vera cultura della vita<br />

INBAR® è un ente morale senza fini di lucro che da oltre un ventennio svolge in Italia un ruolo determinante per la sensibilizzazione,<br />

l'informazione e la formazione sui temi dell'abitare sano, della riqualificazione del territorio e della riconversione ecologica del<br />

settore delle costruzioni. L’Istituto è aperto a tutti, persone fisiche e giuridiche quali Società, Amministrazioni, Scuole, Università,<br />

organismi di ricerca. E’ aperto a chiunque voglia partecipare alla riforma dell’architettura con impegno e buona volontà.<br />

Contatti: Milano@bioarchitettura.it - tel.02.89691667<br />

ECOABITARE<br />

Bioenergetic landscapes: l’energia benefica degli alberi - Marco Nieri<br />

Legna a Km zero: un nuovo modello di sviluppo - Giorgio Schultze<br />

Radiazioni e ambiente - Nicola Limardo<br />

Progettare e costruire sostenibile - rubrica di Luigi Paolino e Marco Cagelli<br />

STILI DI VITA<br />

Ecopsicologia: un invito a ritrovare l’identità terrestre - Marcella Danon<br />

Ecomuseo: un museo a cielo aperto - Roberto Bonsaglio<br />

Cultura musicale: un ingrediente per il benessere - Franco Manzoni<br />

Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />

ALIMENTAZIONE<br />

Vongole felici: ecco la cucina ecozoica - Edgar Meyer<br />

OGM: può essere sostenibile? - Fabrizio Piva<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Orti in rete - a cura della redazione<br />

Val Veddasca - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

Uno svadese a Edolo - Dario Sonetti<br />

Dalla produzione allo smaltimento dei rifiuti - Andrea Alessandro Muntoni<br />

Claudia Taccani: il cane di quartiere<br />

Biblioteca della sostenibilità<br />

Ecologia in vetrina<br />

Econews<br />

Le nostre convenzioni<br />

Pag. 18<br />

Pag. 28<br />

Direzione, Redazione e Amministrazione<br />

Brand Evolution srl • Via Sardegna, 57 • 20146 Milano • Tel 0236642800 • Fax 0236642803 • E-mail: info@b-evolution.it<br />

Direttore editoriale: Nicoletta Cova<br />

Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />

Grafica e impaginazione : Flavio Stringhetti<br />

Pag. 40<br />

Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />

Responsabile Marketing e sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />

Pubblicità e Iniziative speciali: 02.36642800 - 348.7638654<br />

Si ringraziano per la collaborazione: Mario Allodi, Roberto Bonsaglio, Marco Cagelli, Valentina Castellani, Marcella Danon, Nicola Limardo, Franco<br />

Manzoni, Andrea Marziani, Andrea Alessandro Muntoni, Giorgio Nebbia, Marco Nieri, Luigi Paolino, Fabrizio Piva, Selenella Sala, Giorgio Schultze,<br />

Dario Sonetti, Claudia Taccani.<br />

www.ecoideare.it<br />

Il periodico è realizzato in collaborazione con: Rinenergy ® - associazione no - profit e Gaia Animali & Ambiente Onlus<br />

Testata registrata al Tribunale di Milano Registro stampa periodica n° 60 - 13 / 02 / 2009<br />

Stampa: Verde smeraldo di Stefano Molinai Via fogazzaro,14 - 21020 Varano Borghi (VA)<br />

ECOIDEARE È AMICA DELL’AMBIENTE. QUESTA TESTATA È STAMPATA CON IL 100% DI ENERGIA PULITA SU CARTA CERTIFICATA FSC<br />

PROVENIENTE DA FORESTE DOVE SONO RISPETTATI DEI RIGOROSI STANDARD AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI.<br />

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3


Editoriale<br />

Sostenibilmente<br />

a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />

Il 25 maggio<br />

si vota per il<br />

Parlamento<br />

europeo.<br />

Una giornata<br />

che darà una<br />

direzione<br />

concreta ai<br />

nostri prossimi<br />

cinque anni.<br />

Il sistema<br />

elettorale è<br />

proporzionale<br />

e i cittadini possono esprimere<br />

le loro preferenze (fino a un<br />

massimo di tre) ai candidati della<br />

circoscrizione di appartenenza Il<br />

Parlamento Europeo ha un ruolo<br />

fondamentale nella nostra vita<br />

quotidiana e con il passare degli anni<br />

le sue competenze e il suo peso sono<br />

aumentati. Insieme al Consiglio<br />

discute e approva le norme europee<br />

che poi hanno effetto in tutti i paesi<br />

europei in diversi settori come<br />

l’agricoltura, la politica energetica<br />

e quella ambientale. Controlla le<br />

altre istituzioni al fine di garantire<br />

un’azione che rispetti le norme dei<br />

trattati comunitari. Le persone che<br />

comporranno il Parlamento europeo<br />

avranno molto da decidere.<br />

Io mi auguro che ce ne siano<br />

parecchie preparate sui temi della<br />

green economy. Soprattutto per<br />

diffondere un concetto chiave:<br />

la tutela dell’ambiente e delle<br />

Elezioni europee, per cosa si vota il 25 maggio<br />

risorse naturali non è un costo, ma<br />

un’enorme opportunità per uscire<br />

dalla crisi e generare occupazione<br />

qualificata, “smart”, senza devastare<br />

il territorio e rispettando la salute<br />

di ciascuno. Prodotti biologici,<br />

green building, energie rinnovabili,<br />

turismo naturalistico, mobilità<br />

sostenibile, medicine alternative,<br />

chimica verde sono solo alcune<br />

voci di questa “nuova economia”<br />

che può generare una ricchezza<br />

“pulita”, senza intossicazioni<br />

mentali e fisiche. E allora dobbiamo<br />

fare attenzione a chi delegheremo a<br />

discutere e decidere su questi temi.<br />

Non bastano più partiti e movimenti<br />

che includano un capitolo (a volte<br />

un solo paragrafo) “green” nei<br />

propri programmi, una pennellata<br />

di verde che fa fine e non impegna,<br />

secondo la peggiore tradizione del<br />

greenwashing. Serve qualcuno che<br />

faccia della concretizzazione della<br />

green economy e dei suoi benefici,<br />

in ogni ambito, la propria missione.<br />

E’ ora che un messaggio un po’<br />

più sofisticato del generico “viva il<br />

green!” venga diffuso, con tutte le<br />

forze, da chi ci crede e ci lavora da<br />

anni.<br />

Faccio outing: a mio avviso c’è un<br />

solo movimento che porta avanti<br />

in maniera organica i concetti della<br />

green economy: i Verdi Europei. Per<br />

questo, il mio voto andrà a Green<br />

Italia - Verdi Europei.<br />

Green Italia non è né di destra<br />

né di sinistra e appartiene alla<br />

grande famiglia dei Verdi Europei,<br />

di cui fanno parte i Grünen<br />

tedeschi e Europe Écologie, terzo<br />

partito francese. Non abbiamo<br />

molto tempo. Come ha ricordato<br />

recentemente anche Barbara<br />

Spinelli, “non ci è dato di affrontare<br />

prima la recessione, e dopo il<br />

clima“.<br />

Vanno affrontati entrambi subito e<br />

insieme, grazie a una visione più<br />

ampia e lungimirante.<br />

Con un modello di sviluppo e di<br />

futuro ben chiaro in testa, non solo<br />

con triti e ritriti slogan<br />

finto-green.<br />

E non si tratta solo di clima ed<br />

energia, ma di inquinamento<br />

dell’aria, dell’acqua, della terra,<br />

elettromagnetico, da rifiuti. Si deve<br />

agire adesso, come ci spiegano gli<br />

scienziati dell’IPCC che hanno<br />

sfornato l’ennesimo preoccupante<br />

rapporto sul clima. Il futuro su<br />

cui lavorare è quello prossimo,<br />

che parte tra pochi secondi.<br />

Mandiamo in Europa solo persone<br />

che conosciamo, e che conosciamo<br />

come individui che hanno una storia<br />

di impegno serio alle spalle. Basta<br />

alle frasi retoriche buone solo per le<br />

elezioni, che vengono dimenticate<br />

il giorno successivo. Non ce lo<br />

possiamo più permettere.<br />

Edgar Meyer<br />

Sii tu il cambiamento che vuoi vedere<br />

avvenire nel mondo.<br />

Mahatma Gandhi<br />

Serenella Sala<br />

Dottore di ricerca in ecologia<br />

applicata, è ricercatore<br />

nell’ambito della scienza della<br />

sostenibilità.<br />

Una seconda vita per la sostenibilità<br />

La produzione di rifiuti è in costante crescita ormai da<br />

molti anni. Secondo una recente proiezione dell’OCSE,<br />

per il 2020 è prevista una produzione di rifiuti del 45%<br />

superiore rispetto a quella del 1995. Per far fronte a<br />

questo problema è necessario promuovere e diffondere<br />

una cultura di consumo più sostenibile, in antitesi agli<br />

attuali modelli di consumo, basati sulla cosiddetta<br />

“società dell’usa e getta”. La Direttiva quadro sui rifiuti,<br />

lanciata dalla Commissione Europea nel 2008, prevede<br />

una gerarchia di interventi per la gestione, che mette<br />

al primo posto la prevenzione, ovvero la riduzione dei<br />

rifiuti generati, attraverso comportamenti e strategie che<br />

ottimizzino l’uso delle risorse per la produzione di beni<br />

e servizi e nuove forme di consumo che permettano di<br />

allungare la vita utile degli oggetti, riducendo il ricorso<br />

alla modalità “usa e getta”.<br />

Tra queste, il passaggio dalla vendita di beni alla<br />

fornitura di servizi ed il riutilizzo nelle sue diverse<br />

forme, stanno diventando soluzioni sempre più popolari.<br />

Sono state condotte indagini sul comportamento<br />

d’acquisto dei consumatori nonché sulla quantità<br />

e tipologie di beni. Queste indagini confermano<br />

l’importanza di entrambi i canali, formali e informali,<br />

per la circolazione dei beni di seconda mano.<br />

Un rapporto Eurobarometro del 2011 dimostra che,<br />

ad esempio, il 72% degli austriaci sono disposti ad<br />

acquistare prodotti di seconda mano, e lo scambio<br />

online è in pieno boom.Nel mondo esistono da anni<br />

diverse realtà, come associazioni di volontariato e di<br />

beneficenza, che promuovono il riutilizzo in svariate<br />

forme, prevalentemente con finalità sociali (ad esempio,<br />

con mercatini di oggetti di seconda mano i cui proventi<br />

sono utilizzati per finanziare progetti di aiuto in diverse<br />

aree del mondo. Negli ultimi anni, in aggiunta a queste<br />

realtà il numero di attività economiche, sia formali o<br />

informali, relative al riuso è in costante aumento,<br />

e comprende: negozi di abbigliamento e accessori<br />

vintage; catene di negozi con merce di seconda mano<br />

in conto vendita, sia nel settore dell’abbigliamento (es.<br />

Secondamanina, Mercatopoli, ecc) che dello svago (es:<br />

Il Libraccio, Gamestop, ecc); aste online tra privati (es.<br />

E-bay).<br />

Dottore di ricerca in scienze<br />

ambientali, è ricercatore<br />

nell’ambito della scienza della<br />

sostenibilità.<br />

Valentina Castellani<br />

L’impatto, non solo in termini economici ma anche<br />

ambientali, di questo genere di attività, sta quindi<br />

crescendo ed è importante sviluppare metodologie per<br />

valutarlo e quantificarlo. Negli ultimi anni sono stati<br />

condotti alcuni tentativi di valutare i benefici ambientali<br />

del riutilizzo. Finora, gli studi esistenti si basano<br />

prevalentemente su quattro tipologie di approccio.<br />

1) la valutazione basata sul bilancio di massa, ovvero<br />

sulle quantità di oggetti per i quali è stato evitato lo<br />

smaltimento attraverso il riuso.<br />

2) il bilancio energetico e la valutazione dell’impronta di<br />

carbonio; 3) l’utilizzo indicatori compositi<br />

(l’impronta ecologica); 4) la valutazione del cic<br />

Finora, gli che utilizzano la LCA sono ancora molto<br />

pochi, tra questi, si segnala l’iniziativa WRAP, sviluppata<br />

nel Regno Unito. Gli studi basati sulle quantità sono i più<br />

diffusi. Il GRISS dell’Università degli Studi di Milano-<br />

Bicocca, in collaborazione con la Cooperativa Mani<br />

Tese, ha condotto uno studio per quantificare i benefici<br />

ambientali di un mercatino dell’usato, prendendo ad<br />

esempio il mercatino dell’usato di Gorgonzola gestito<br />

dalla Cooperativa. Per lo studio sono stati considerati<br />

gli impatti evitati (tutto il ciclo di vita) garantiti dalla<br />

mancata produzione di alcuni oggetti rappresentativi<br />

delle categorie merceologiche presenti nel mercatino<br />

(ad esempio, maglietta, un divano eco)<br />

e le quantità di oggetti venduti dal mercatino in un anno.<br />

I risultati sui potenziali impatti evitati per le tipologie<br />

di articoli considerati suggerirebbero di promuovere<br />

la vendita di oggetti più grandi, come i mobili, che<br />

generano i maggiori benefici per singolo pezzo venduto.<br />

Questa scelta, tuttavia, potrebbe creare problemi di<br />

gestione (uno spazio più grande per lo stoccaggio)<br />

e potrebbe limitare le vendite totali del negozio (Mani<br />

Tese hanno dimostrato che gli oggetti piccoli si vendono<br />

più facilmente) e quindi ridurre i benefici complessivi.<br />

Inoltre, i risultati cumulati circa un anno di attività del<br />

negozio testimoniano che, se gli articoli più piccoli<br />

(come ad esempio l’abbigliamento) sono venduti in<br />

grandi quantità possono fornire benefici rilevanti in<br />

termini assoluti.<br />

4 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

5


Giorgio Nebbia<br />

Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />

uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />

Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto<br />

rilievo nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del<br />

chimico, dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />

mettono alcuni rifiuti nel cassonetto sbagliato, rendendo<br />

talvolta impossibile il riciclo dell’intero contenuto.<br />

Ciascuna frazione, abbastanza omogenea, di rifiuti (vetro,<br />

plastica, metalli, carta, eccetera) viene venduta (proprio<br />

così, esiste un vero commercio come se si trattasse di<br />

qualsiasi altra materia prima o merce) alle industrie<br />

che trasformano i rifiuti differenziati in nuove merci.<br />

Nella Comunità Europea ciascun rifiuto, dalla lampadina<br />

bruciata, alla bottiglia della conserva di pomodoro,<br />

al camion fuori uso destinato alla rottamazione, è<br />

classificato con un codice numerico CER (Catalogo<br />

Europeo dei Rifiuti, consultabile nel Testo Unico<br />

ambientale, il decreto 152 del 2006).<br />

Un rifiuto viene avviato allo smaltimento o al riciclo<br />

proprio sulla base di questo codice CER.<br />

Il riciclo è effettuato da industrie specializzate di cui<br />

sarebbe bene conoscere i processi se si vuole fare una<br />

raccolta differenziata veramente efficace.<br />

Recentemente una speciale commissione della<br />

Confindustria, l’associazione degli industriali, ha<br />

pubblicato lo studio: “Verso un uso più efficiente<br />

delle risorse” il cui testo è disponibile in internet e che<br />

potrebbe essere utile in molti corsi universitari, dal<br />

momento che molte fasi della caratterizzazione e del<br />

riciclo dei rifiuti richiedono controlli chimici e fisici,<br />

in qualche caso molto delicati. Dal documento citato<br />

appare, per esempio, che nella produzione vitivinicola<br />

si forma oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti<br />

dai quali potrebbero essere ottenuti gas combustibili o<br />

alcol etilico. Degli oltre sei milioni di tonnellate della<br />

carta e dei cartoni raccolti in maniera differenziata in<br />

Italia ogni anno, solo cinque entrano nei processi di<br />

produzione di nuova carta e in tali processi di riciclo<br />

si formano altri rifiuti: 400 mila tonnellate all’anno:<br />

fanghi di disinchiostrazione e di altro tipo, che finiscono<br />

nelle discariche o negli inceneritori. Fra le materie più<br />

difficili da riciclare ci sono le materie plastiche; quelle<br />

in commercio sono di molti tipi diversi, ciascuna con<br />

composizione chimica e ingredienti diversi, per cui una<br />

gran parte della plastica, anche raccolta negli appositi<br />

cassonetti, finisce nelle discariche<br />

(1,6 milioni di tonnellate) o negli inceneritori spesso con<br />

effetti inquinanti dell’atmosfera.<br />

Le attività di demolizione degli edifici e delle costruzioni<br />

producono ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di<br />

residui che, in gran parte, finiscono nelle discariche.<br />

La rottamazione e il riciclo delle varie componenti dei<br />

veicoli fuori uso comporta delicati problemi tecnici<br />

ed ecologici perché le varie parti dei veicoli delle<br />

varie marche hanno composizione chimica differente;<br />

comunque, nella rottamazione, oltre il 25 % del peso del<br />

veicolo finisce in un rifiuto, detto “fluff”, costituito da<br />

una miscela di materiali metallici come:<br />

ferro e alluminio, materie plastiche, gomma, vetro, fibre<br />

tessili, vernici,di difficile smaltimento.<br />

Gli inceneritori/termovalorizzatori dei rifiuti urbani, che<br />

tanto piacciono a molte amministrazioni locali, lasciano<br />

come residuo circa il 30 % di ceneri, in parte da smaltire<br />

in discariche speciali che non esistono in Italia,<br />

per cui devono essere esportate in Germania.<br />

Per farla breve: qualsiasi processo di trattamento e di<br />

riciclo dei rifiuti si lascia dietro inevitabilmente altri<br />

rifiuti e inquinamenti: lo stesso riciclo dei rifiuti richiede<br />

la soluzione di problemi chimici, tecnici, commerciali;<br />

argomenti di una vera e propria “Merceologia del<br />

riciclo”, il cui insegnamento e le cui conoscenze<br />

consentirebbero agli amministratori e agli imprenditori<br />

scelte meno costose e, a loro volta, meno inquinanti,<br />

capaci di creare nuova duratura occupazione: infatti, siate<br />

certi, la massa dei rifiuti da trattare aumenterà sempre.<br />

GIORGIO NEBBIA<br />

MERCEOLOGIA<br />

DEL RICICLO<br />

“Rifiuti”: poche parole vengono ripetute con maggiore<br />

frequenza anche da ciascuno di noi, a proposito delle<br />

proteste per i sacchetti di immondizie che si accumulano<br />

nelle strade, contro le discariche o gli inceneritori o a<br />

proposito della raccolta differenziata. I rifiuti sono il<br />

risultato inevitabile di qualsiasi operazione di produzione<br />

agricola o industriale e di consumo delle merci. Per<br />

limitarci ai rifiuti solidi, in Italia si tratta di circa 180<br />

milioni di tonnellate all’anno. 32 di rifiuti urbani, 50<br />

di rifiuti industriali, 70 di rifiuti delle attività di cave,<br />

miniere e residui di costruzioni, 28 di altri rifiuti. Nel<br />

complesso la vita quotidiana di ogni italiano comporta la<br />

produzione, ogni anno, di circa 500 chili di rifiuti urbani,<br />

di circa 3000 chili di rifiuti totali, pari a cinquanta volte<br />

il peso di ciascuno di noi. Per evitare l’uso inquinante<br />

delle discariche o degli inceneritori ai cittadini viene<br />

chiesto di effettuare una raccolta differenziata dei propri<br />

rifiuti domestici in modo da separare le componenti che<br />

potrebbero essere riciclati con minore effetto ambientale<br />

negativo, anzi con recupero di materiali economici, di<br />

“merci riciclate”, che altrimenti richiederebbero nuove<br />

materie prime tratte dalla natura. In generale però non<br />

viene adeguatamente spiegato in che cosa consiste il<br />

riciclo, un insieme di attività che coinvolge centinaia di<br />

aziende e diecine di migliaia di lavoratori, tecnologie<br />

talvolta raffinate e un grande giro di affari. Ciascuna<br />

delle frazioni di rifiuti, raccolti in maniera differenziata,<br />

viene dapprima ritirata da alcune imprese che effettuano<br />

una selezione per eliminare le componenti estranee:<br />

purtroppo infatti spesso molti cittadini, pur volonterosi,<br />

6 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

7


BIOENERGETIC<br />

LANDSCAPES<br />

L’ENERGIA BENEFICA DEGLI<br />

ALBERI<br />

di Marco Nieri<br />

Gli spazi verdi possono avere<br />

una ricaduta positiva sulla salute<br />

dell’organismo umano. Studi condotti a<br />

livello internazionale hanno evidenziato<br />

le ragioni dei benefici che ne possiamo<br />

ricavare. Una delle applicazioni più<br />

interessanti di questi studi è quella<br />

che ci consente di realizzare giardini<br />

terapeutici bioenergetici.<br />

Quando ci sentiamo troppo pressati dai nostri impegni<br />

è molto comune percepire d’istinto il bisogno di<br />

immergerci in un bosco o in un parco cittadino. La<br />

relazione terapeutica tra Uomo e Natura ha radici<br />

molto profonde nella storia, di cui l’Albero è la presenza<br />

simbolica più significativa, presente in tutte le antiche<br />

culture della Terra.<br />

Nei Boschi Sacri, santuari primordiali dove la divinità era<br />

simboleggiata da alberi significativi, l’albero era oggetto di<br />

culto e di rispetto, dispensatore di favori e salute; a questi<br />

esemplari spesso venivano attribuiti poteri taumaturgici,<br />

rafforzando l'immagine archetipica dell’albero “guaritore”<br />

(vedi ad es. J.G. Frazer e J. Brosse).<br />

La convinzione che le piante ed in particolare gli alberi<br />

siano benefici per le persone è del resto comune anche<br />

oggi. In gran parte questo deriva sia dalla conoscenza del<br />

loro fondamentale contributo nell'agire sull'ambiente,<br />

regolando la qualità dell'aria ed il clima, sia dall'estesa<br />

conoscenza che abbiamo sulle proprietà di molti<br />

principi attivi vegetali utilizzati da tempo in campo<br />

medico e farmacologico. Ma non solo. Molte ricerche<br />

hanno focalizzato il loro interesse verso l’aiuto che le<br />

piante possono offrire all’uomo in particolare a livello<br />

psicologico, sensoriale o emozionale.<br />

Se nella cultura medica di poco più di un secolo fa<br />

esisteva ancora l’idea che gli alberi potessero essere di<br />

aiuto al corpo e alla psiche, oggi molti istituti universitari<br />

e centri di ricerca hanno affrontato sperimentalmente<br />

questo argomento, valutando l'influenza che la presenza<br />

del verde riveste nei luoghi di cura, di studio e di lavoro.<br />

I risultati sono spesso sorprendenti. Ricerche svolte<br />

dall'Università del Texas hanno verificato che i pazienti<br />

di ospedali dove sono presenti giardini effettuano<br />

degenze più brevi e sono più soddisfatti, così come lo è il<br />

personale: in definitiva, costi minori e comfort più elevato<br />

(R.S. Ulrich e altri, 1984-1991). Anche sui luoghi di<br />

lavoro la presenza di piante può aumentare il rendimento<br />

fino al 12%, ridurre lo stress e l'assenza per malattia<br />

(V.I. Lohr e altri, Washington State University, 1996). Si<br />

è dimostrato perfino che il semplice fatto di guardare<br />

immagini di natura e piante migliora in pochi minuti<br />

la nostra circolazione, riducendo lo stress, attivando<br />

un effetto che potremmo forse definire placebo, ma che<br />

conferma il collegamento con l’archetipo interiorizzato<br />

dell’albero guaritore. Questa consapevolezza ha<br />

incoraggiato negli ultimi 20 anni l’interesse da parte<br />

di molti progettisti verso la realizzazione di “Healing<br />

Gardens”, cioè giardini pensati per generare benessere<br />

o per stimolare positivamente disabili, anziani, malati<br />

di Alzheimer o semplicemente i bambini, facendo leva<br />

in particolare sulla funzione terapeutica del paesaggio<br />

legata per lo più a suggestioni emozionali, psicologiche e<br />

sensoriali.<br />

Parallelamente però a questi studi molto legati alla psicosociologia,<br />

il rapporto con alberi e piante è stato indagato<br />

non solo da un punto di vista culturale e antropologico<br />

ma anche “energetico”.<br />

Già le antiche culture più legate al valore della percezione<br />

dei fenomeni naturali, come quella indo-vedica, cinese,<br />

aborigena e dei nativi americani, seppero riconoscere e<br />

ricercare il potere terapeutico della natura attraverso il<br />

contatto fisico con gli alberi, allo scopo di ricaricare la<br />

forza vitale e rafforzare il carattere. Oltre a questo, molti<br />

ricercatori hanno cominciato a costatare che esistono<br />

forti parallelismi tra alcuni aspetti della fisiologia animale<br />

e vegetale. Ad esempio le recenti scoperte del LINV<br />

(Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale)<br />

di Firenze hanno evidenziato ad esempio come l’apparato<br />

radicale delle piante presenti una forte affinità con il<br />

cervello animale, e come esse abbiano sofisticate capacità<br />

di rispondere agli stimoli e di calcolare le risposte più<br />

idonee verso l’ambiente e gli organismi viventi con i quali<br />

entrano in contatto.<br />

Questa affinità che emerge tra uomo e pianta sembra<br />

suggerire che all'origine dei processi vitali esista una sorta<br />

di linguaggio energetico -o elettromagnetico- capace di<br />

mettere in relazione le cellule dei viventi tra loro e queste<br />

con l'ambiente. Questo è effettivamente confermato sia<br />

dalle antiche culture orientali così come dalle più recenti<br />

scoperte occidentali, dove risulta evidente che “la Vita è<br />

una manifestazione dell’Energia”. Negli ultimi decenni,<br />

ad esempio, molti studi hanno dimostrato che tutte<br />

le forme fisiche (umane, animali, vegetali e minerali)<br />

sono tenute insieme e controllate da campi di energia<br />

elettromagnetica (vedi teoria elettrodinamica di H.S.<br />

Burr, Università di Yale, 1940; H. Frolich, 1988, F.A.<br />

Popp, 1989-1992). Non sorprende quindi che l’uomo, gli<br />

animali e le piante emettano campi di energia biologica,<br />

sotto forma di deboli ma specifici campi elettromagnetici<br />

e contemporaneamente dipendano energeticamente dalla<br />

nostra Biosfera.<br />

Di questa relazione si è molto occupato un ricercatore<br />

belga, il dott. Walter Kunnen, che già negli anni ’60<br />

affermava che siamo scarsamente coscienti che la<br />

sola differenza tra un cadavere -animale o vegetaleed<br />

un corpo vivo non è né fisica né anatomica<br />

ma semplicemente energetica. Dai suoi studi non<br />

convenzionali emerge che gli esseri viventi sono antenne<br />

che ricevono, accumulano ed emettono energia su<br />

specifiche frequenze elettromagnetiche che caratterizzano<br />

ogni organo o funzione biologica, così come un<br />

apparecchio radio sintonizzato su una stazione riceve<br />

quella emissione solamente, chiamando questo fenomeno<br />

“bio-risonanza”.<br />

Le sue ricerche sono state possibili grazie ad un cambio<br />

8 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

9<br />

ECOABITARE


Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

BIO<br />

ENERGETIC<br />

GARDEN<br />

Borgo Storico Seghetti - Panichi<br />

di paradigma nell'analisi elettromagnetica, e all'utilizzo<br />

di un particolare strumento di misura biofisica, l’antenna<br />

Lecher, da lui perfezionato, a cui si sono poi aggiunte<br />

le verifiche effettuate con aggiornate apparecchiature<br />

bioelettroniche.<br />

Più recentemente, queste conoscenze e questi strumenti<br />

hanno reso possibile affrontare nuovi studi in campo<br />

vegetale per approfondire nel dettaglio la conoscenza<br />

della relazione energetica tra l’uomo, l’albero e la Biosfera.<br />

Da questi è nata una tecnica innovativa chiamata<br />

“Bioenergetic Landscapes”, che attraverso particolari<br />

misurazioni riconosce alle piante ed in particolare agli<br />

alberi la capacità di influire elettromagneticamente<br />

sull’uomo e sulle sue funzioni vitali, fornendoci così gli<br />

strumenti per creare giardini terapeutici bioenergetici<br />

particolarmente benefici per le persone. Le conoscenze<br />

del Bioenergetic Landscapes permettono di verificare<br />

strumentalmente che ogni albero emette frequenze<br />

elettromagnetiche identiche a quelle che caratterizzano ed<br />

AGRIFOGLIO<br />

TIGLIO<br />

area di massima<br />

influenza sul<br />

sistema nervoso<br />

alimentano il funzionamento dei nostri organi.<br />

L’intensità dei campi elettromagnetici emessi dagli alberi<br />

è estremamente bassa - come lo è quella dei “campi di<br />

energia biologica” emessi dall’uomo e studiati in tutto il<br />

mondo -, ma possiede un’altissima affinità biologica.<br />

Normalmente non riesce a diffondersi in maniera efficace<br />

più lontano di qualche decina di centimetri,<br />

ma questo studio ha però permesso di individuare<br />

un modo per amplificare e diffondere a distanza<br />

questa proprietà, utilizzando alcune correnti<br />

dell’elettromagnetismo naturale rilevabili nello spazio, già<br />

studiate da Kunnen, definite “campi generatori”.<br />

Questi sono in grado di raccogliere e veicolare per un<br />

certo tratto nello spazio le proprietà energetiche degli<br />

alberi, cioè la loro informazione biologica,<br />

purché le piante siano collocate con estrema precisione e<br />

con certe modalità in corrispondenza del loro percorso,<br />

attraverso misurazioni elettromagnetiche molto accurate<br />

da effettuare sul posto e sulle piante stesse.<br />

area di massima<br />

influenza sul sistema<br />

cardiocircolatorio<br />

MELOGRANO<br />

PRUNUS<br />

CILIEGIO<br />

Si generano così aree bio-energetiche piuttosto vaste,<br />

estese fino a decine di metri di distanza dalle piante e<br />

ampie fino ad alcune centinaia di metri quadrati, dove<br />

è misurabile una qualità elettromagnetica che dipende<br />

dal tipo di pianta che abbiamo utilizzato e dalle sue<br />

specifiche proprietà. Con questa tecnica possiamo<br />

progettare e realizzare parchi e giardini bioenergetici con<br />

una reale capacità di portare giovamento all’organismo<br />

non paragonabili a nessun altro sistema. Finora sono<br />

state eseguite molte realizzazioni sia in campo sanitario,<br />

pubblico e privato. A queste conoscenze il nostro team<br />

sta ora affiancando l’applicazione di tecniche emergenti<br />

ancora non sviluppate in Italia che, basandosi su<br />

evidenze scientifiche, approfondiscono la conoscenza del<br />

nostro rapporto terapeutico con la natura. Ad esempio<br />

stiamo approfondendo gli studi nell’areale mediterraneo<br />

del “Forest Bathing”, una disciplina nata da recenti<br />

studi condotti in Giappone che hanno dimostrato che<br />

alcune sostanze volatili come i monoterpeni emesse da<br />

diverse specie di alberi possono indurre cambiamenti<br />

fisiologici nel corpo umano, come la riduzione dello<br />

stress e della pressione sanguigna, incrementando la<br />

funzione immunitaria. Stiamo inoltre elaborando in<br />

maniera multidisciplinare gli studi sulla funzione psicoemozionale<br />

del verde legata agli archetipi per realizzare<br />

spazi verdi “istintivamente” terapeutici (“Therapeutic<br />

Landscape”). Per diffondere queste conoscenze<br />

organizziamo delle gite esperienziali di full immersion<br />

in boschi e foreste italiane, partendo dalla prima<br />

realizzazione di questo tipo, il Bosco del Sorriso nell’Oasi<br />

Zegna, stimolando i partecipanti a fare direttamente<br />

esperienza di tutte queste tecniche e a conoscere sempre<br />

meglio il potere terapeutico della natura e la fantastica<br />

architettura energetica degli esseri viventi.<br />

Soggiornare in questi spazi comporta un efficace<br />

recupero dallo stress con specifici benefici sia a<br />

livello fisiologico, che psicologico. In particolare:<br />

• riequilibrio del battito cardiaco<br />

• normalizzazione della respirazione<br />

• normalizzazione della pressione sanguigna<br />

• distensione mentale - psicologica<br />

• apporto di energia vitale per l’intero organismo<br />

Questi benefici sono stati verificati utilizzando<br />

misurazioni con strumenti diagnostici di<br />

biorisonanza e di bioelettrografia GDV (Gas<br />

Discharge Visualization), con apparati di analisi<br />

vibrazionale ad infrasuoni TRV-FAST, e con<br />

nuovissime apparecchiature dotate di sofisticati<br />

sensori ad ultravioletti<br />

(FUTURA imaging camera - D. Gullà)<br />

Marco Nieri<br />

Esperto in salute e terapia<br />

dell’habitat, da oltre 20 anni progetta<br />

spazi ed arredi con una visione<br />

multidisciplinare ricca di esperienze<br />

acquisite in Italia ed all’estero.<br />

Dopo anni di ricerca ha ideato e<br />

messo a punto il “BIOENERGETIC LANDSCAPES”,<br />

un’innovativa tecnica per creare parchi e giardini<br />

terapeutici utilizzando le proprietà elettromagnetiche<br />

delle piante. www.archibio.it<br />

> Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

10 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

11


LEGNA “KM ZERO”<br />

UN NUOVO MODELLO<br />

DI SVILUPPO<br />

di Giorgio Schultze Presidente de La ESCo del Sole<br />

Un progetto pilota per la Valtellina che<br />

potrebe essere esteso, se i risultati<br />

corrisponderanno alle aspettative,<br />

all’intera Valle, accellerando il<br />

processo di crescita dei Comuni 100%<br />

rinnovabili e emissioni zero, quale<br />

esempio di green economy.<br />

Nel contesto della redazione dei Piani d’Azione<br />

dell’Energia Sostenibile – PAES per i Comuni dell’Alta<br />

Valtellina (Valdisotto, Valfurva, Valdidentro, Sondalo,<br />

Livigno), è emerso che tutti i comuni della Valtellina<br />

sono sprovvisti della rete del gas.<br />

Per il riscaldamento degli edifici privati e pubblici si<br />

ricorre ancora, in grande misura, a fonti non rinnovabili<br />

(gasolio, GPL) o addirittura all’energia elettrica (stufe,<br />

radiatori, boiler).<br />

Le poche centrali a biomassa (un centinaio tra cippato,<br />

pallets, legna), nonostante l'abbondanza di biomassa<br />

montana e del sottobosco locale, vengono alimentate,<br />

prevalentemente, da biomassa legnosa "importata" dalla<br />

pianura Padana, dalla Svizzera e dall'Austria, perchè<br />

"meno costosa".<br />

Durante la presentazione dei PAES si è visto l'enorme<br />

potenziale offerto dal recupero di biomassa legnosa<br />

dal sottobosco locale e da una politica innovativa nella<br />

gestione della biomassa boscosa “a km zero”.<br />

Negli incontri con le popolazioni, gli stakeholder<br />

e la Comunità Montana Alta Valtellina, si è potuto<br />

osservare che il non recupero della legna del sottobosco<br />

è un elemento di dissesto idrogeologico, di degrado<br />

ambientale, di impedimento all’utilizzo ed accesso al<br />

territorio. Condizione limitante che può rappresentare<br />

un’opportunità. L’Associazione Ambiente Valtellina<br />

Onlus, l’Associazione NoiEnergie, in partenariato con il<br />

Comune di Valdisotto e con la collaborazione tecnicooperativa<br />

del Consorzio Forestale Alta Valtellina, hanno<br />

predisposto un progetto dal titolo “Legna km zero”.<br />

Il modello d'intervento del progetto è basato su 4 obiettivi<br />

fondamentali:<br />

1) manutenzione della montagna (pulizia del sottobosco,<br />

creazione di sentieri e mulattiere) come prevenzione del<br />

dissesto idrogeologico, del degrado e dell’abbandono<br />

della montagna.<br />

2) progressiva sostituzione di fonti non rinnovabili<br />

(gasolio, gpl) con fonti energetiche rinnovabili (biomasse<br />

legnose) progressiva diminuzione delle importazioni di<br />

legna (oltre 50 km di distanza) con il ricorso a legna “km<br />

zero” (meno di 50 km)<br />

3) condivisione con la popolazione in momenti<br />

"partecipativi" e forme di premialità<br />

4) creazione di nuove occasioni occupazionali.<br />

L’obiettivo prevede il raggiungimento di una raccolta di<br />

legna in grado di coprire almeno il 50% (con l’obiettivo<br />

di arrivare al 100%) del fabbisogno della costruenda<br />

caldaia a biomassa per la scuola media del Comune di<br />

Valdisotto.<br />

Tale caldaia co-finanziata dal Comune di Valdisotto, con<br />

i proventi della vendita dei titoli di efficienza energetica<br />

(TEE), maturati grazie all’efficientamento energetico<br />

della scuola stessa (coibentazione del tetto, doppi vetri<br />

ecc.), consentirà il raggiungimento dell’obiettivo “zero<br />

emission” per l’edificio pubblico.<br />

Con l’ottenimento di questi obiettivi sono stati individuati<br />

almeno 5 vantaggi:<br />

1)recupero di fonti rinnovabili locali;<br />

2) risparmio del trasporto da lunghe distanze;<br />

3) creazione e pulizia dei sentieri e mulattiere<br />

4) incentivo alla sostituzione del gasolio con la biomassa<br />

legnosa<br />

5) creazione di nuovi posti di lavoro locali lungo questa<br />

filiera "green".<br />

Sono stati altresì, individuati almeno 3 fattori limitanti e<br />

condizionanti tale strategia:<br />

1)mancanza di adeguate infrastrutture di accesso alla<br />

montagna: strade, mulattiere, sentieri;<br />

2) franosità del terreno per mancata manutenzione dei<br />

pendii con conseguente difficoltà d'accesso<br />

3) vincoli territoriali nello sfruttamento della biomassa<br />

nell'area del Parco dello Stelvio e aree limitrofe.<br />

Si dovrà procedere, quindi, per aree d'intervento<br />

ristrette, rendendole sempre più accessibili e percorribili<br />

generando l'avvicinamento della popolazione<br />

alla montagna. Ciò consentirà di ottenere risultati<br />

immediatamente misurabili.<br />

Questo processo porterà ad un allargamento dell'area<br />

accessibile, ad una raccolta sempre più elevata e<br />

consentirà uno sfruttamento "ottimale" del luogo<br />

prescelto nonchè la sua moltiplicazione in altri siti<br />

analoghi. La predisposizione di programmi "condivisi"<br />

pubblico-privato di accesso-pulizia locale mostrerà<br />

l'economicità del prodotto locale rispetto a quello<br />

importato.<br />

Gli indicatori misurati saranno:<br />

1) Percentuali di sostituzione di biomassa "importata" con<br />

biomassa "km zero";<br />

2) Peso di legna raccolta localmente, assegnando un<br />

punto-premio/kg da cumulare e spendere in prodotti a<br />

basso consumo energetico<br />

3) Superfici di bosco recuperate, accessibili, pulite,<br />

4) Numero di persone (volontari della raccolta) coinvolto<br />

progressivamente (comprese scuole, turisti ecc.).<br />

In sintesi le fasi principali del progetto:<br />

Avvio del Progetto (incontro con la Comunità locale)<br />

Realizzazione di incontri formativi sul rischio<br />

idrogeologico, difesa del suolo e gestione forestale<br />

sostenibile.<br />

Mappatura delle aree boschive su cui intervenire<br />

prioritariamente.<br />

Quantificazione del potenziale di legna da raccogliere ad<br />

uso della scuola, accordi, diagnosi della scuola media del<br />

Comune di Valdisotto.<br />

interventi: di pulizia del bosco e di nuovi percorsi,<br />

realizzazione impianto a biomassa presso la scuola media<br />

del Comune di Valdisotto, che verrà alimentata per il 100<br />

% con il legname a km 0, raccolta del legname, trasporto<br />

e trasformazione in cippato.<br />

Sensibilizzazione della Comunità Locale.<br />

Misurazione e monitoraggio dell'avanzamento del<br />

progetto.<br />

Raccolta ed elaborazione di dati relativi al progetto;<br />

individuazione di altre aree a rischio idrogeologico su cui<br />

intervenire e individuazione dei possibili utilizzatori della<br />

legna raccolta (alberghi, altri edifici pubblici).<br />

Valutazione creazione di un GAS- Gruppo d’Acquisto<br />

Solidale, invio questionari ai cittadini.<br />

12 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

13


RADIAZIONI E AMBIENTE<br />

di Nicola Limardo<br />

Le mutazioni nelle cellule rappresentano le vere<br />

cause delle malattie, ma la componente scatenante<br />

non è stata ancora accertata, o meglio, è difficile<br />

emettere delle statistiche che diano dei risultati<br />

molto convincenti del danno biologico che tiene<br />

in pugno la nostra vita.<br />

Da poco è nata una disciplina che è destinata a cambiare<br />

l’approccio che il medico ha con il paziente. Infatti oggi<br />

è stato scientificamente dimostrato che vi sono fonti di<br />

radioattività naturale provenienti dal sottosuolo che,<br />

se per lunghi periodi irraggiano una persona, possono<br />

generare una patologia; ad esse si sommano anche<br />

altre fonti che, dopo lunghi periodi di esposizione,<br />

possono causare danni biologici all’Uomo: i campi<br />

elettromagnetici artificiali.<br />

Specialmente negli ultimi anni, a fronte dell’aumento<br />

della frequenza vibrazionale del campo energetico della<br />

Terra, si sono moltiplicati gli stimoli elettromagnetici a<br />

cui si è sottoposti e, di conseguenza, è aumentata la loro<br />

pericolosità.<br />

Mentre i campi elettromagnetici artificiali sono ben<br />

conosciuti dalla gente in quanto vengono generati, ad<br />

esempio, dal telefonino, dall’impianto di rete elettrica<br />

in casa, dagli stessi ripetitori per telefonini o wifi, dagli<br />

elettrodi ecc., per quanto concerne le radiazioni naturali<br />

si entra in un mondo semisconosciuto alla gente comune,<br />

ma questo non vuol dire che il fenomeno non esista!<br />

E’ bene far subito una distinzione fra le varie radiazioni<br />

presenti in natura: quelle di cui ci si occupa in modo<br />

prioritario sono quelle provenienti dal sottosuolo di tipo<br />

gamma e originate da radionuclidi molto comuni , in<br />

quanto sono presenti in abbondanza all’interno della<br />

Crosta Terrestre, come il Radio 226 e il Polonio 210<br />

e il Radon. Le altre radiazioni naturali provenienti dal<br />

sottosuolo, come ad esempio i decadimenti alfa e beta,<br />

non vengono presi in considerazione dato che, all’interno<br />

di un ambiente, non possono arrivarci per via diretta;<br />

infatti la radiazione alfa è facilmente schermabile con<br />

un foglio di carta e quella beta da un grosso pezzo di<br />

legno o da un foglio di alluminio. Poiché le case sono<br />

generalmente costruite utilizzando solai in cemento<br />

armato, come anche la stessa fondazione, l’interesse va<br />

a concentrarsi su ciò che fora come un burro anche il<br />

cemento armato raggiungendo anche i piani più alti di un<br />

edificio: il fotone gamma! Altre radiazioni considerate<br />

naturali sono quelle originate dal sole (radiazioni solari)<br />

e dalle stelle (radiazioni cosmiche) ma, almeno fino ad<br />

oggi, il problema non c’è, in quanto il campo magnetico<br />

terrestre e la stessa fotosfera fungono da ombrello<br />

schermante, filtrando sulla terra radiazioni che non<br />

possono essere pericolose per l’Uomo, tranne che in<br />

eventi eccezionali.<br />

I fotoni gamma, per quanto siano potenti, presentano una<br />

dose di radioattività che rilasciano sulla persona, quando<br />

viene attraversata, in realtà molto modesta, per cui il<br />

vero rischio si ha quando la persona riceve tale dose, per<br />

esempio, nella stessa parte del corpo. Si deduce quindi<br />

che la postazione più importante, e quindi da prendere in<br />

seria considerazione, è il posto letto.<br />

Immaginiamo che il fotone gamma sia rappresentato<br />

da gocce d’acqua che scendono piano piano ma<br />

continuamente, e immaginiamo che il nostro corpo sia<br />

rappresentato da una lastra di marmo sottoposta allo<br />

stillicidio. Se la lastra di marmo si sposta, anche se di<br />

poco ma frequentemente, essa non sarà mai scalfita, o<br />

addirittura forata dalle gocce continue d’acqua, ma, se<br />

invece, il marmo rimane fermo li per anni, ecco che lo<br />

stillicidio è in grado di generare un danno! Ciò potrebbe<br />

dare una giustificazione del perché i nomadi, essendo<br />

sempre in movimento, pare che siano tra le famiglie<br />

meno malate al mondo di tumore!<br />

Ricordiamo che lo IARC (Agenzia Internazionale per<br />

la Ricerca sul Cancro) classifica tali radiazioni con il<br />

massimo rischio cancerogeno, ossia di Classe I<br />

Molti possono pensare”mi alzo spesso con un dolorino in<br />

un punto”, oppure “mi alzo più stanco di quando vado<br />

a dormire”,oppure “faccio fatica ad addormentarmi e a<br />

riposare”e traggono delle possibili conclusioni: vuoi<br />

14 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

15


vedere che è il fotone gamma la causa? Quasi quasi mi<br />

sposto in un altro letto, o, addirittura, d’ora in avanti mi<br />

sposto molto spesso! Ciò rappresenterebbe una mossa<br />

vincente se la persona non avesse già una buona dose di<br />

fotoni gamma in una micro-area del corpo,<br />

stress da accumulo di radiazioni gamma, ma, se<br />

malauguratamente, la persona presentasse già un<br />

accumulo di fotoni gamma, è come se, paragonando<br />

sempre la persona alla lastra di marmo, la goccia d’acqua<br />

avesse già praticato il foro e quindi diventa inutile lo<br />

spostamento continuo perché il nuovo fotone gamma, che<br />

sicuramente colpirà la persona mentre riposa, manterrà<br />

inalterato l’accumulo già individuato. Dato che i fotoni<br />

gamma che provengono dal sottosuolo sono comuni<br />

(mediamente in un locale ci sono circa 5/6 fotoni gamma)<br />

non è così semplice evitarli.<br />

Come fare allora? Vi sono due possibili soluzioni:<br />

richiedere un’indagine ambientale per la propria camera<br />

da letto per verificare la presenza dei fotoni gamma<br />

in modo da trovare, se possibile, un’area neutra dove<br />

spostare eventualmente il letto oppure proteggere<br />

direttamente l’area letto, senza richiesta dell’indagine<br />

ambientale, attraverso un apposito schermo anti<br />

radiazioni.<br />

Il risultato che la persona dovrà ottenere posizionandosi<br />

in zona non perturbata da radiazioni o protetta con<br />

l’apposito schermo, non è solo quello di essere<br />

protetta ma anche quella di risultare, dopo circa due<br />

mesi, decontaminata, cosa importante che avvenga<br />

poiché molta gente in campo sanitario ha ottenuto un<br />

miglioramento del proprio stato complessivo di salute,<br />

senza modificare la terapia clinica proposta.<br />

Nicola Limardo è il responsabile<br />

scientifico di Edil Natura<br />

srl, docente accreditato dal<br />

Ministero della Salute per i<br />

corsi ECM e per la sicurezza<br />

in ambiente di lavoto, autore di<br />

varie pubblicazioni scientifiche.<br />

INTERVISTA<br />

ALL’ING. ANDREA ALESSANDRO MUNTONI<br />

Tratto da un’intervista di Davide Boneddu, Presidente<br />

dell’Ordine dei Geologi della Sardegna, all’ing. Andrea<br />

Alessandro Muntoni coordinatore del progetto di studio<br />

“Radon Free”.<br />

Il Radon è un gas, inodore ed incolore, che rappresenta<br />

la principale causa di tumore al polmone per non<br />

fumatori e miete, ogni anno, migliaia di vittime; è un<br />

agente di rischio che si sospetta responsabile anche<br />

dell’insorgenza di particolari forme di cancro alla pelle.<br />

[AAM] Si tratta di un gas prodotto dal decadimento<br />

dell’Uranio 238, presente nel suolo, nelle rocce e<br />

nelle acque. La sua pericolosità dipende dal fatto che<br />

l’isotopo radioattivo Radon 222 (Rn-222) migra dal<br />

suolo e dalle rocce agli edifici attraverso le fondazioni,<br />

le murature e le tubazioni.<br />

Vi sono altre fonti di radioattività naturale?<br />

[AAM] Sì, il radon è spesso presente nelle acque<br />

minerali e termali, anche se non si ha in Italia<br />

l’obbligo di legge di indicare quanto gas sia disciolto in<br />

acqua. Inoltre il gas è spesso liberato dai materiali da<br />

costruzione, che contengono piccole quantità di U-238.<br />

È quindi facile essere esposti alle radiazioni?<br />

[AAM] Sì, ma il pericolo per la salute deriva<br />

soprattutto dalla concentrazione di attività radioattiva<br />

e dal tempo di esposizione; in pratica dalla dose<br />

assorbita e dalla dose equivalente. L’Unione Europea,<br />

con una Raccomandazione del 1990 ha stabilito valori<br />

limite per la concentrazione del gas radon nell’aria<br />

pari a 400 Bq/m3 per gli edifici costruiti prima del 1990<br />

e di 200 Bq/m3 per quelli costruiti successivamente.<br />

Esistono rischi per la salute anche nel caso di<br />

ingestione di acqua in cui sia disciolto il gas?<br />

[AAM] Sì, perché il gas radon si discioglie facilmente<br />

nell’acqua e può essere liberato all’interno del<br />

corpo a seguito della sua ingestione. Di recente<br />

l’UnioneEuropea ha raccomandato un valore limite<br />

pari a100 Bq/l.<br />

Ove venisse strumentalmente riscontrata una<br />

concentrazione di attività di radon pericolosa per la<br />

salute cosa si potrebbe fare, visto che è il terreno a<br />

generarlo?<br />

Se la concertazione non è elevatissima, potrebbe essere<br />

sufficiente una misura organizzativa, come ad esempio<br />

l’areazione frequente degli ambienti di vita e di lavoro.<br />

In questo modo si produce la dispersione del gas<br />

nell’atmosfera, ove è normalmente presente in misura<br />

di qualche decina di Becquerel per metro cubo d’aria.<br />

C’ è quindi un serio motivo di allarme per le<br />

popolazioni a causa di questo subdolo gas che<br />

potrebbe trovarsi in tutti gli ambienti?<br />

[AAM] Non crediamo che esistano particolari motivi di<br />

allarme, fatta eccezione per le aree a elevato rischio.<br />

Luigi Paolino<br />

PhD in ingegneria ergotecnica edile.<br />

Professore alla Scuola di Ingegneria<br />

Edile-Architettura al Politecnico di<br />

Milano. Si occupa di progettazione<br />

architettonica e tecnologica<br />

con particolare attenzione alla<br />

prestazionalità e alla sostenibilità<br />

PILLOLE PER SAPERNE DI PIÙ<br />

PROGETTARE<br />

E COSTRUIRE<br />

SOSTENIBILE<br />

Tra le forme di inquinamento cosiddetto “indoor”<br />

quella del radon (radioattività naturale) è forse la meno<br />

apprezzata, ma nondimeno richiede una doverosa<br />

attenzione, dal momento che, presente in modo subdolo<br />

negli edifici, è classificato dal 1988 dall'Organizzazione<br />

Mondiale della Sanità nel Gruppo 1 degli agenti<br />

cancerogeni. Nelle costruzioni il radon è presente, in<br />

differenti concentrazioni, nel terreno, in alcuni materiali<br />

da costruzione e nell'acqua.<br />

Ciò significa che nei nuovi edifici un'azione efficace<br />

di tutela è affidata alla prevenzione, cioè allo studio<br />

del suolo al momento delle decisioni urbanistiche di<br />

individuazione delle aree edificabili e all'adozione in<br />

fase progettuale di alcuni accorgimenti tecnici.<br />

Negli edifici esistenti la situazione è ben più complessa<br />

ed occorre per prima cosa valutare l'effettiva<br />

concentrazione di radon e limitarne l'ingresso nelle<br />

abitazioni una volta individuate le sorgenti. La<br />

normativa al riguardo è ancora limitata: in Italia<br />

esistono obblighi di verifica dei livelli di radon<br />

solamente per i luoghi di lavoro (D. Lgs. 241/2000)<br />

mentre per gli ambienti residenziali sussistono<br />

Raccomandazioni della Comunità Europea (143/90<br />

e 928/2001). Più in dettaglio, alcune Nazioni hanno<br />

imposto livelli massimi di concentrazione ammessa di<br />

radon distinguendo tra edifici esistenti (in genere 400<br />

Bq/mc per case esistenti e 200 Bq/mc per case nuove),<br />

superando i quali è necessario mettere in atto tutte le<br />

azioni necessarie a ridurre la concentrazione.<br />

Le possibili vie di entrata del radon in un edificio<br />

sono le situazioni costruttive che tendono a connettere<br />

il terreno ai vani abitati, quali: piani seminterrati a<br />

contatto con i piani abitati, vespai poco ventilati,<br />

intercapedini connesse con le fondazioni, fessurazioni<br />

delle platee di fondazione, delle murature controterra e<br />

dei solai a terra, canaline di drenaggio comunicanti con<br />

il sottosuolo, tubazioni provenienti dall'esterno; oppure<br />

più semplicemente l'uso di materiali da costruzione<br />

quali alcune pietre, laterizi, tufo e pozzolana, cemento<br />

Laureato in ingengeria edile. Cultore<br />

della Materia presso il BEST del<br />

Politecnico di Milano. Esperto di<br />

benessere ambientale e sostenibilità<br />

degli edifici. Svolge consulenza<br />

specialistica in ambito energetico e<br />

strutturale<br />

Marco Cagelli<br />

quando presentano elevati livelli di uranio e torio.<br />

La concentrazione di radon negli edifici dipende da alcuni<br />

fattori di concomitanza quali l'esalazione di materiali e<br />

del suolo in funzione della concentrazione di radon, della<br />

densità e porosità dei materiali stessi, dalla ventilazione<br />

degli ambienti, dalla presenza di fattori climatici quali<br />

vento, temperature e pressione che agevolano l'esalazione<br />

e la diffusione. Per ridurre la concentrazione di radon<br />

negli ambienti si può intervenire eliminando il prodotto<br />

(con un processo che, semplificando il concetto, aumenta<br />

la deposizione del prodotto sull'involucro sottraendolo<br />

all'aria interna), oppure favorendo i ricambi d'aria degli<br />

ambienti mediante incremento della ventilazione naturale<br />

e/o adottando sistemi integrativi di ventilazione meccanica,<br />

oppure ancora cercando di impedire l'ingresso di radon con<br />

sigillatura delle fessurazioni e degli interspazi tra tubazioni<br />

e murature, pressurizzando gli ambienti o depressurizzando<br />

il suolo, ventilando adeguatamente i vespai e portando gli<br />

esalatori oltre la copertura.<br />

Per domande dirette, richieste e consigli, scrivere a:<br />

redazione_ecoideare@libero.it<br />

16 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

17<br />

> Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

RUBRICA ECOABITARE


ECOPSICOLOGIA<br />

UN INVITO A RITROVARE<br />

L’IDENTITÀ TERRESTE<br />

di Marcella Danon<br />

l’inconscio ecologico, e su quelli più alti, il supercosciente.<br />

L’Ecopsicologia lavora così “con la natura”, lasciando che<br />

sia il contatto benefico a far emergere spontaneamente gli<br />

aspetti interiori corrispondenti: la propria natura selvatica,<br />

la sensibilità alla bellezza, l’eros, la vitalità, la gioia per<br />

la vita. In questi vent’anni la pratica dell’Ecopsicologia<br />

si è diffusa prima nei paesi anglosassoni e più urbanizzati<br />

per poi arrivare in Italia, nel 1996. E’ stato a partire da<br />

Ecopsiché, la prima Scuola italiana di Ecopsicologia –<br />

a Osnago, provincia di Lecco – che questa pratica ha<br />

iniziato a conquistare anche l’Europa del Sud e l’America<br />

Latina. La mission adesso è ancora più ambiziosa ed è<br />

traducibile in termini di impegno “per la natura” partendo<br />

dall’innovativo presupposto che quando l’individuo<br />

intraprende un percorso di crescita personale e comincia<br />

a entrare più autenticamente in contatto con la sua natura<br />

individuale, il processo prosegue spontaneamente verso un<br />

risveglio del senso di appartenenza profonda ai processi<br />

della vita e dell’ecosistema terreste. L’Ecopsicologia<br />

include e traduce in azione i principi dell’Ecologia<br />

Profonda di quattro grandi fari del pensiero ecologico:<br />

• Arne Naess filosofo norvegese che nel corso degli anni<br />

Settanta tramite uno specifico e rivoluzionario articolo<br />

distinse categoricamente l’ecologia in superficiale<br />

(Shallow ecology) e in profonda (Deep ecology),<br />

;<br />

• Daniel Goleman fautore del concetto di intelligenza<br />

ecologica, un bagaglio potenziale innato, una<br />

intelligenza inconscia che sa che siamo parte della vita<br />

e che funzioniamo in sintonia con le medesime leggi,<br />

patrimonio che va portato alla coscienza, coltivato e<br />

condiviso;<br />

• Edgar Morin che invita ognuno a riflettere sul valore<br />

dello sviluppo di una cittadinanza terrestre, mettendosi a<br />

servizio di essa, al fine di promuove l’ ecosostenibilità a<br />

partire da un lavoro di crescita personale e di apertura al<br />

riconoscersi parte della vita in evoluzione;<br />

• Theodore Roszak lo storico della cultura che ha<br />

sistematizzato i principi dell’Ecopsicologia, e che la<br />

sintetizza con la seguente presa di consapevolezza e<br />

invito: “Noi siamo la Terra!”.<br />

Ecopsiché rappresenta in Italia la<br />

European Ecopsychology Society (EES)<br />

www.ecopsicologia.it<br />

STILI DI VITA<br />

Giunta in Italia nel 1996,<br />

l’ecopsicologia punta alle qualità<br />

dei colori rilassanti come il verde e<br />

l’azzurro, presenti in natura<br />

per favorire un percorso<br />

di benessere individuale<br />

e collettivo.<br />

Cosa ci stanno a fare i sapiens su questo bel pianete verde<br />

e azzurro? Tra due posizioni estreme, che ci vedono<br />

da una parte padroni e dall’altra parassiti del Pianeta,<br />

c’è una sintesi su un piano più alto che riconosce gli<br />

esseri umani come parte del processo evolutivo sulla<br />

Terra. L’Ecopsicologia si fa oggi portavoce di questa<br />

visione ecocentrica e si propone come facilitatrice del<br />

processo di autorealizzazione individuale e collettiva<br />

verso un salto di qualità nel nostro essere e agire nel<br />

mondo. Nata alla fine degli anni ‘80, in California, per<br />

arricchire la pratica di psicologi, counselor ed educatori<br />

con la possibilità di prevedere un setting in natura,<br />

l’Ecopsicologia si è rivelata subito utile ed efficace<br />

nel promuovere il processo di introspezione, l’ascolto<br />

interiore e l’ampliamento della consapevolezza personale.<br />

Il contatto con l’ambiente naturale, il “bagno” di verde<br />

e azzurro – colori notoriamente rilassanti –, la miglior<br />

irrorazione del cervello, data dal movimento stesso e dalla<br />

respirazione più profonda, e la possibilità di scaricare<br />

elettricità statica, hanno fatto immediatamente registrare<br />

risultati interessanti tra gli operatori della relazione di<br />

aiuto. La Psicologia ambientale, parallelamente, ha iniziato<br />

a raccogliere dati sulle correlazioni esistenti tra contatto<br />

con la natura e benessere individuale e sociale. Ci sono<br />

studi che rivelano come i pazienti in ospedale che hanno<br />

una finestra che si affaccia su un paesaggio naturale<br />

guariscano prima; che i bambini che giocano sull’erba<br />

e sono a contatto con animali, piante e rocce, sono più<br />

socievoli e sono meno soggetti a sindrome da deficit di<br />

attenzione, obesità e depressione; che i prigionieri che<br />

nell’ora d’aria hanno un contatto con l’ambiente naturale,<br />

sia esso anche semplicemente un prato o degli alberi,<br />

hanno un tasso di suicidio inferiore. L’Ecopsicologia dal<br />

lavorare semplicemente “nella natura”, amplia ben presto<br />

il suo campo di attenzione e di azione iniziando a rendersi<br />

conto che l’ambiente naturale non è solo un sottofondo<br />

che fornisce una salutare ricarica di aria buona, ma è<br />

coadiuvante attivo del processo di crescita personale.<br />

Attività in natura, opportunamente calibrate, favoriscono<br />

l’autoconoscenza, stimolano l’attenzione nei confronti di<br />

“creature “altre”, permettono di allenare ascolto rispetto<br />

ed empatia e di sintonizzarsi sui livelli più profondi,<br />

Marcella Danon<br />

Ecopsicologa,<br />

supervisor counselor e<br />

giornalista. Promuove<br />

l’Ecopsicologia in Italia<br />

dal 1996, ha fondato e<br />

dirige a Osnago (Lc)<br />

“Ecopsiché - Scuola<br />

di Ecopsicologia”,<br />

che coniuga<br />

consapevolezza ed etica<br />

ambientale. Organizza<br />

aggiornamento<br />

professionale e<br />

formazione alla<br />

conduzione di percorsi<br />

di crescita personale<br />

“in natura, con la<br />

natura, per la natura”.<br />

Fa parte del direttivo<br />

di EES, la European<br />

Ecopsychology<br />

Society. E’ autrice<br />

di numerosi libri<br />

sull’autorealizzazione,<br />

la cittadinanza terrestre<br />

e la gestione dello stress.<br />

18 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

19


LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />

ECOMUSEO<br />

UN MUSEO A CIELO APERTO<br />

di: Roberto Bondsaglio<br />

Sicuramente Huges de Varine, Ministro del governo<br />

francese degli anni ‘70, fu il primo a pensare ed<br />

elaborare un modello di sviluppo territoriale sostenibile<br />

legato ai beni culturali del luogo.<br />

Non immaginava il contributo che stava per apportare<br />

modificando in modo più efficace ed evoluto la presenza<br />

sul territorio dei musei tradizionali.<br />

Gli Ecomusei prima di assumere questa definizione erano<br />

pensati come strumento per tutelare e difendere le tracce<br />

della comunità rurale in un momento storico in cui la<br />

corsa alle fabbriche, alle città, ai cambiamenti sociali in<br />

corso, rappresentavano il concreto pericolo di disperdere<br />

un patrimonio culturale millenario.<br />

L’Ecomuseo è diverso da un museo tradizionale, è un<br />

territorio caratterizzato da ambienti di vita quotidiana:<br />

sono proposti ed esposti come oggetti da collezione non<br />

solo i manufatti del giorno dopo giorno, ma è offerto<br />

anche un habitat allargato quale i paesaggi, l’architettura,<br />

l’artigianato, le tradizioni, la gastronomia, i percorsi<br />

ambientali, la fauna, le sagre, il folklore .<br />

L’Ecomuseo non sottrae i beni culturali dal luogo dove<br />

sono stati creati, bensì si propone come strumento di<br />

difesa e riappropriazione da parte della stessa comunità<br />

che ci abita: è un patto con il quale la popolazione locale<br />

si impegna a prendersi cura del proprio territorio, in<br />

modo di aumentarne il valore, anziché consumarlo.<br />

Le esperienze ecomuseali in Italia sono numerose,<br />

diversificate ed il più delle volte rappresentano i<br />

contenuti voluti dal soggetto o ente che li propone: sono<br />

riconosciuti dalla Regione solo quando raggiungono<br />

gli standard di qualità prefissati: sono economicamente<br />

autonomi con risorse proprie e partner locali.<br />

La realtà ecomuseale incontra l’alleato ideale nella<br />

popolazione che tramite l’educazione verso il turismo<br />

consapevole trova, sia da parte dei turisti che dalla<br />

stessa popolazione residente, la volontà’ di uno sviluppo<br />

sostenibile .<br />

Non dimentichiamo, inoltre, la funzione educativa<br />

e didattica che gli Ecomusei esercitano sul mondo<br />

scolastico, un museo a cielo aperto dove i giovani<br />

possono vedere e toccare con mano il percorso della vita<br />

di centinaia di anni.<br />

Per dare maggior sinergia fra gli Ecomusei è stata<br />

creata una rete di collegamento locale ed extra locale:<br />

una dimensione che significa maggior visibilità al<br />

territorio, iniziative promozionali, condivisioni delle<br />

risorse, strategie comuni. Per trasmettervi il piacere di<br />

un paesaggio ecomuseale vi riportiamo di seguito la<br />

descrizione, per il turista, di un percorso che troviamo in<br />

Alta Lombardia nella provincia di Sondrio , Ecomuseo<br />

Valle del Bitto di Albaredo.<br />

…..””E’ inserito nel Parco Orobie Valtellinesi, per<br />

visitarlo occorre percorrere le suggestive viuzze del<br />

centro abitato, partendo dalla porta del Parco e<br />

dall’emozionante “salot di barilocc”, lungo l’antica via<br />

Priula del XVI ° sec. Ci si immerge nel paesaggio agreste<br />

per poi tuffarsi nel sentiero che dalla chiesetta della<br />

Madonna delle Grazie porta fino all’Alpe di Vesenda<br />

Bassa dove si trova l’albero monumentale “l’avez de<br />

veseanda“ con oltre 400 anni di vita .<br />

Questo percorso consente di visitare vecchie segherie, le<br />

carbonaie, i caselli del latte e gli antichi forni fusori del<br />

ferro, ma soprattutto la vita della gente ancora dedita all’<br />

agricoltura con la produzione del rinomato formaggio<br />

del Bitto degli alpeggi. Si possono ammirare alberi<br />

monumentali, vegetazione alpina e la fauna dei boschi:<br />

è il paesaggio autentico conservato integralmente<br />

da secoli, sono i luoghi tipici dell’attività contadina<br />

presentati nella loro cornice naturale …..””<br />

In Lombardia ci sono circa 20 Ecomusei , se desiderate<br />

programmare una visita vi invitiamo a consultare il sito<br />

www.ecomusei.net, troverete tutte le informazioni utili<br />

aggiornate, sia per scegliere la località che il tema e le<br />

curiosità.<br />

ECCO COME DE VARINE<br />

REGISTRAVA LE DIFFERENZE<br />

FRA MUSEO ED ECOMUSEO<br />

ECOMUSEO<br />

PATRIMONIO<br />

TERRITORIO<br />

POPOLAZIONE<br />

20 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

21<br />

MUSEO<br />

COLLEZIONE<br />

IMMOBILE<br />

PUBBLICO<br />

➢<br />

➢<br />

➢<br />


CULTURA MUSICALE<br />

INGREDIENTE PER<br />

IL BENESSERE<br />

Franco Manzoni intervista Aldo Bernardi<br />

Il progresso di un Paese si misura dal benessere<br />

non solo materiale, ma anche spirituale delle<br />

persone, non può esserci un vero progresso<br />

materiale senza quello spirituale e viceversa.<br />

salisburghese”, ci auguriamo che Mozart, il più prolifico<br />

tra i grandi compositori, sia di buon auspicio per il<br />

raggiungimento dello scopo del Comitato, vale a dire<br />

che, nonostante le enormi difficoltà di ogni genere, si<br />

arrivi davvero a costruire una coscienza civica nazionale<br />

che riesca a portare in Parlamento un disegno di legge<br />

prima e la sua conseguente approvazione poi, di norme<br />

certe che introducano lo studio dell’Educazione<br />

musicale di base nella scuola di ogni ordine e grado.<br />

Oggi, per esempio, basterebbe rinunciare non dico<br />

a tutti ma solamente alla metà degli acquisti per<br />

l’ammodernamento degli armamenti militari, che si<br />

coprirebbe per più di un decennio il costo del progetto<br />

educativo auspicato.<br />

Il secondo è di carattere pratico gestionale. Infatti il<br />

Consiglio Direttivo dell’Associazione Mozart Italia di<br />

Milano amministra anche il Comitato in quanto lo Statuto<br />

lo prevede; inoltre tutte le autorevoli, competenti e<br />

prestigiose personalità, che fanno parte già<br />

oggi dell’Associazione Mozart Italia<br />

di Milano e dei suoi Comitati<br />

scientifici declinati in Dipartimenti di studio, sono cofondatori<br />

e co-gestori assieme al Consiglio Direttivo, del<br />

Comitato stesso”.<br />

In questa fase iniziale quali consensi è riuscito a<br />

registrare? Quali le principali resistenze?<br />

“In questa fase d’esordio i consensi sono stati pressoché<br />

unanimi. Ai molti che me lo hanno domandato spesso ho<br />

risposto che il consenso al progetto è stato finora più che<br />

bipartisan. Da parte di alcuni la resistenza è stata un vizio<br />

tipicamente italiano: quello di credere che il Comitato,<br />

e la mia persona in particolare, sia strumentalizzato o<br />

strumentalizzabile da qualche forza politica e partitica.<br />

Nulla di tutto ciò! E’ mai possibile che in Italia il clima<br />

sia così viziato e corrotto da far sì che nella mente delle<br />

persone che si occupano di politica, di amministrazione<br />

e di informazione non passi neppure per l’anticamera<br />

del cervello che delle persone fanno tutto questo<br />

semplicemente per migliorare la società in cui viviamo<br />

e soprattutto per dare una chance di miglioramento alla<br />

società futura, quella di esclusiva “proprietà”, per ovvie<br />

ragioni anagrafiche dei nostri nipoti e dei figli dei loro<br />

figli?”<br />

Un uomo vulcanico, estremamente creativo, idealista ma concreto. Raffinato<br />

direttore d’orchestra, apprezzato violoncellista, musicoterapeuta e insegnante<br />

al Liceo musicale “Carlo Tenca” di Milano, Aldo Bernardi, 48enne milanese<br />

doc, ha ideato il CEriMus (Comitato Nazionale per la riproposizione<br />

®<br />

dell’educazione musicale di base in ogni ordine e grado di scuola ).<br />

L’idea è nata all’interno della prestigiosa sede dell’AMI-Associazione<br />

Mozart Italia di Milano, che Bernardi presiede, filiazione del Mozarteum di<br />

Salisburgo. Negli ambienti culturali, musicali e politici italiani si sta parlando<br />

molto in questi giorni del progetto di Aldo Bernardi.<br />

Come nasce il Comitato Nazionale per l’Educazione<br />

musicale di base nelle scuole?<br />

“Il Comitato Nazionale è nato il 21 marzo 2013, ed è<br />

formato dalle personalità più sensibili al problema. Oltre<br />

500 intellettuali ed artisti a Milano hanno aderito, quasi<br />

tremila in Italia. Lo scopo? Arrivare a costruire una<br />

coscienza civica nazionale che riesca a far approvare<br />

in Parlamento una legge, norme certe che introducano<br />

l’educazione musicale di base nella scuola di ogni ordine<br />

e grado.”<br />

Ma con l’attuale crisi economica, del lavoro e della<br />

politica, caro maestro, quale bisogno ed urgenza<br />

c’erano di dar vita a questo Comitato?<br />

“Il secondo comma dell’Articolo 4 della Costituzione<br />

italiana dice:”Ogni cittadino ha il dovere di svolgere,<br />

secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una<br />

attività o una funzione che concorra al progresso<br />

materiale o spirituale della società”. Ecco, proprio<br />

il progresso spirituale della società trovo sia quasi<br />

totalmente dimenticato dai nostri, politici. Oggi la musica<br />

in Italia, nella mentalità<br />

corrente e storicamente di<br />

quella almeno degli ultimi 150<br />

anni, è assolutamente divisa dalla<br />

cultura umanistica così come la<br />

cultura umanistico-letteraria lo è da quella<br />

scientifica. Naturalmente questo “trialismo<br />

insanabile” è un errore storico e di metodo. La poesia, la<br />

matematica e la musica sono indispensabili al nutrimento<br />

spirituale del cittadino tanto quanto lo sono il pane e<br />

l’acqua che gli garantiscono la vita materiale!”<br />

Come mai ha fondato il Comitato Nazionale<br />

all’interno dell’Associazione Mozart Italia di Milano,<br />

in pratica la sede milanese della prestigiosa ed<br />

autorevole Fondazione del Mozarteum di Salisburgo?<br />

E che c’entra Mozart con la mancanza di Educazione<br />

musicale nel nostro paese?<br />

“Per due importanti ragioni: una ideale e l’altra più<br />

formale e gestionale. La prima è che per tutto quello<br />

che ha rappresentato nella sua epoca e per quello<br />

che rappresenta oggi e in futuro il genio del “divin<br />

> Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

22 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

23


Come è stata accolta finora l’iniziativa dai politici<br />

nostrani ?<br />

Quali sono le prossime iniziative che il Comitato<br />

intende compiere per avvicinarsi a questo ambizioso,<br />

arduo ma necessario traguardo legislativo?<br />

Daniela Milano<br />

Laureata in filosofia, specializzata in<br />

psicologia psicosomatica, junghiana,<br />

lavora a titolo di libera professionista<br />

come counselor per il benessere, la<br />

formazione, l’istruzione della persona<br />

ed è giornalista.<br />

IDEA BENESSERE<br />

Questa E’ il giorno rubrica di Pasqua, nasce in mi risposta trovo per ad motivi una domanda personali, che in è<br />

giunta una struttura in redazione. di riabilitazione per persone che sono state<br />

trasferite dagli ospedali dopo episodi di ictus, rotture<br />

Il di signor arti, crisi Riccardo cardiologiche. ha posto L’ambiente il seguente è quesito: confortevole,<br />

cosa dagli significa spazi ampi la e tanto luminosi, usata arredato parola benessere? con mobili semplici<br />

E, ma come con una lo si linea raggiunge dolce anche nella alla vita? vista; non spigolosi e,<br />

aspetto importantissimo, ci sono piante, c’è verde dentro<br />

Nel e oltre mio le lavoro numerose mi occupo vetrate. del Le sale benessere comuni, della i corridoi persona,<br />

sia sono in prevalentemente senso psicologico; color sia miele con la con consapevolezza un punto costante che<br />

il di suo giallo raggiungimento caldo ma non e violento, mantenimento le stanze è luminose affare assai ma<br />

complesso. con una luce Questa non troppo domanda forte che prediligono mi è pervenuta i toni del mi ha<br />

portata miele, dell’azzurro a ideare una chiaro rubrica e del sul verde. benessere Sembrerebbe in cui di che volta<br />

in questa volta struttura tratterò un sia piccolo stata ideata pezzo e realizzata del grande secondo puzzle. il<br />

Un concetto vero e del proprio Feng – spazio Shui, arte di riflessione millenaria e di di armonizzare intervento<br />

sulle l’ambiente tante con tematiche il campo legate vitale dell’individuo, benessere; ma favorendo in primis<br />

la tranquillità, rubrica vuole il sonno, riprendere contribuendo la domanda a ridurre inziale le e<br />

soffermarsi tensioni e, elemento sul concetto fondamentale di benessere, per “quello un luogo stato il cui<br />

interiore scopo è la che, riattivazione se ricercato neuro in modo motoria, corretto amplificando è un vero<br />

e le proprio capacità stile potenziali, di vita da insieme coltivare al recupero e condividere abilità con<br />

la compromesse. comunità. In Le che persone senso che il benessere si trovano può qui diventare soggiornano<br />

Il progresso di un Paese si misura dal benessere non solo<br />

uno mediamente stile vita? dalle Se 3 alle per 6 esso settimane si intende e la il qualità modo di<br />

materiale, ma anche spirituale delle persone. Le due cose “La musica può realmente cambiare il futuro dei giovani<br />

rapportarsi dell’ambiente, a se insieme stessi agli a quella altri; delle di vivere relazioni l’ambiente con il<br />

sono inscindibili e quindi sono convinto che non possa nel nostro Paese. Il Comitato Nazionale investirà<br />

interno personale, ed sono esterno elementi di alimentarsi, vitali e nevralgici ecco che per il benessere stimolare<br />

esserci vero progresso materiale senza quello spirituale e tutte le energie, i mezzi, le risorse, ma soprattutto le<br />

prende un miglioramento corpo, diventa delle comportamento; condizioni fisiche dono – psicologiche; e smette<br />

viceversa. Il progresso spirituale non è un’entità astratta, menti e i cuori di chi già ne fa parte e di tutti i cittadini<br />

di in essere sintesi una diventano parola parte evanescente integrante o legata dell’arte a “falsi di vivere miti” e verità profonde e manifesta l’essenza delle cose, perché<br />

bensì un ingrediente concreto al pari della farina per fare che si vorranno unire in questa battaglia di civiltà,<br />

appartenenti di ritrovare “un alla benessere pura cosa. calato Siamo su misura”, microcosmi nel rispetto viventi va alla radice) come si sente e a che cosa attribuisce<br />

il pane. Come si costruisce prima e nutre poi lo Spirito? organizzando convegni di studi, Concerti-Lezione per<br />

all’interno della storia di personale un sistema di ognuno planetario e non a cui standardizzato. apparteniamo una sensazione di benessere. Le risposte vertono quasi<br />

Semplice. Prima di tutto attraverso la Conoscenza e quindi la scuole sul modello di quello fatto al Liceo Classico<br />

molto Fa specie più riflettere di quanto sul crediamo; fatto che anche il vero in benessere questi frangenti è univocamente sul sentirsi sollevate dai disturbi e dolori<br />

l’Istruzione che nella modernità significa attraverso la “Parini“ di Milano nel marzo 2013, in cui erano gli stessi<br />

sentirci l’esperienza “parte del non benessere, passiva sia ma cosa co-creatrice così soggettiva, del Pianeta fisici, dal percepirsi parte della struttura devoluta a<br />

Scuola.<br />

giovani esecutori che spiegavano il brano e l’autore<br />

in peculiare ci è e dato in continua vivere. Se trasformazione giorno per giorno a seconda respiriamo; del riportare il benessere e dal poter trarre beneficio fisico<br />

Nel corso di questo anno di vita del Comitato ho avuto al pubblico di liceali e dei rispettivi genitori appena<br />

guardiamo; momento della udiamo; vita di mangiamo, una persona tocchiamo e come essa l’essenza sia e psicologico dai comforts che essa offre, insieme<br />

modo di esprimere in molte occasioni, attraverso i media, prima di interpretarlo. Si effettueranno anche Concerti-<br />

della percepita vita in con modo consapevolezza del tutto differente e gratitudine; da un soggetto nutriamo all’ armonia che sprigiona. Alcuni ospiti (un paio)<br />

il mio disappunto sulle politiche verso la scuola che anche Lezione per adulti (tutta la prossima Stagione 2014-15<br />

i all’altro. nostri neuroni; i nostri organi; rafforziamo il nostro si riferiscono ad una immagine molto simbolica per<br />

qui voglio denunciare. Da almeno 35 anni la politica è dell’Associazione Mozart Italia di Milano è costruita<br />

sistema Con sentimento immunitario di pudore, e contribuiamo ma molto al incuriosita benessere della esprimere la loro sensazione di benessere: .<br />

ma paradossalmente anche dal punto di vista pedagogicodisciplinare,<br />

con anzi un progressivo peggioramento della del Requiem di W. A. Mozart, assunto come evento<br />

relazionarsi con essa in modo ludico ma profondo, considerare il sacro rapporto con l’ambiente, con gli<br />

eventi come l’esecuzione in importanti città italiane<br />

fa (la sorridere; semplicità, porta non la a “flirtare banalità, con racchiude la vita”, sempre ovvero a Queste immediate “confessioni” mi riportano a<br />

situazione a tutti i livelli di istruzione.<br />

simbolico perché capace di richiamare sia moltitudini<br />

non banale. Questo modo di vivere ci porta ad essere elementi naturali, che ancor più in momenti di fragilità<br />

L’attuale presidente Renzi, che è genericamente<br />

di cittadini dai più eterogenei gusti musicali sia per<br />

più “lievi”; meno attaccati alle cose materiali; meno diventa quasi la proiezione del proprio corpo, della<br />

apprezzato per la sua giovane età e il suo presunto spirito esorcizzare, prima che sia troppo tardi, la paura<br />

possessivi, manipolatori con gli altri; più curiosi; propria identità fino a riuscire, almeno in parte, a<br />

moderno, non è dissimile dai suoi predecessori. Nei suoi dell’imminente morte totale dello studio dell’Educazione<br />

vivaci, propensi alla bellezza; all’armonia; allo stupore, scongiurare quell’antico senso di disagio che è intrinseco<br />

proclami la scuola non è contemplata neanche rispetto alla musicale di base nelle scuole italiane”.<br />

tutti elementi che non si “comprano” ma si trasformano nell’individuo, ma che si amplifica negli episodi di<br />

ricerca scientifica che nel sentire comune ha prevalenza,<br />

dentro di noi per poi manifestarsi nel qui e ora in modo sofferenza in senso ampio.<br />

figuriamoci per la cultura in senso lato e in particolare per<br />

sempre unico. L’unicità è infatti strutturale al benessere,<br />

l’Educazione musicale, fatta salva la necessità di opere<br />

Franco Manzoni<br />

a dispetto di una società che fa di tutto per omologare; Ringrazio gli ospiti della struttura di via Mosè Bianchi a<br />

di manutenzione degli edifici scolastici, che comunque<br />

standardizzare; se ognuno segue il proprio “daimon” Milano per avermi consentito di trovare riscontro nella<br />

non hanno relazione con i contenuti educativi e culturali.<br />

giornalista, scrittore, critico letterario, poeta,<br />

per dirla alla Hilmann oltre ad essere “originale” e non vita reale di quanto la ricerca sta cercando di capire e di<br />

E’come abbellire la facciata di un palazzo vuoto o che si<br />

è una firma storia del Corriere della Sera in<br />

clone diventa testimone e portatore di un benessere<br />

dare ulteriori stimoli per impegnarsi ad offrire ulteriori<br />

sta svutando!<br />

cronaca e cultura. Tra i riconoscimenti ha<br />

sensazioni di “benessere”-<br />

Come intendano poi riempire l’interno delle scuole, dai<br />

ricevuto l’Ambrogino d’Oro dal Comune<br />

proclami renziani non ci è dato saperlo e, temo ahimè,<br />

di Milano. E’ presente sulle più importanti<br />

Qualora abbiate voglia di fare osservazioni su quanto<br />

non per una giusta ripartizione in ordine temporale delle riviste letterarie italiane e tradotto nelle principali lingue.<br />

ho scritto o sollevare nuovi quesiti potete scrivermi a:<br />

redazione_ecoideare@libero.it<br />

priorità del Paese, ma per una “strategica” dimenticanza!<br />

24 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

25<br />

< Opera di Renato Giananti<br />

RUBRICA ECOABITARE STILI DI VITA


Claudia Taccani<br />

Nell’ottica della tutela del territorio e della salvaguardia dell’ambiente, abbiamo fatto nostra<br />

la problematica che nasce dalla presenza sempre più consistente di animali d’affezione nel<br />

contesto urbano, dovuta in buona parte all’inurbamento delle città. Partendo dal principio<br />

che anima la zooantropologia, che attribuisce ai cani un valore sociale e tende quindi a<br />

valutare diritti e doveri sia degli animali che dei padroni, abbiamo deciso di dedicare uno<br />

spazio ai temi legati ai nostri amici a quattro zampe.<br />

> Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

danni cagionati dai nostri animali, esclusa soltanto in<br />

presenza di caso fortuito o forza maggiore: nel caso di<br />

specie assenti entrambi tali fattori.<br />

Tuttavia, come da descrizione dei fatti, risulta sussistere<br />

un concorso di responsabilità del danneggiato, in quanto<br />

presente in un punto dove i cani stavano correndo<br />

liberamente e “legittimamente”.<br />

Questo caso, che si è risolto con accordo bonario, serve<br />

per comprendere che l’area, anche se riservata ai nostri<br />

amici a quatto zampe, è pur sempre un suolo pubblico e<br />

sottoposto a regolamentazione.<br />

Cosa fare se il nostro Comune o zona ne è priva?<br />

Invocare la costruzione o comunque la riserva di una<br />

parte del parco pubblico ad un’area cani è un “interesse<br />

cittadino”.<br />

Molte ormai sono le persone che hanno uno o più cani in<br />

famiglia e l’animale ne diviene parte integrante.<br />

Visto che in base alla regolamentazione generale non è<br />

possibile fare scorazzare il quadrupede libero per strada<br />

animali in un determinato sito, il Sindaco, entro 48<br />

ore, provvede ad individuare le modalita’ di bonifica<br />

del luogo interessato dall’avvelenamento nonché a<br />

segnalare con apposita cartellonistica e a intensificare i<br />

controlli da parte delle Autorità preposte.<br />

In sostanza, il consiglio pratico se dovessimo ritrovarci<br />

con il nostro cane in una situazione pericolosa di<br />

questo tipo, è quello di procedere immediatamente con<br />

segnalazione alla Polizia Locale ( se ci troviamo in<br />

un centro abitato), pretendere un sopralluogo in breve<br />

termine affinché siano raccolti campioni della sostanza<br />

presente e sottoposti a controllo tecnico. Se l’animale<br />

sta male per assunzione di bocconi contenenti sostanze<br />

tossiche sarà lo stesso veterinario a procedere come sopra.<br />

In tal caso si consiglia di contattare comunque l’autorità<br />

pubblica per gli adempimenti necessari, affinché altri<br />

utenti siano informati e non frequentino l’area pericolosa<br />

finchè non sia bonificata.<br />

LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />

LE REGOLE<br />

NELL’AREA CANINA<br />

La zona cittadina dedicata ai cani, così detta “area<br />

canina”, è quella porzione di terreno, situato in un centro<br />

abitato, dove i cani possono scorazzare liberamente e<br />

interagire tra di loro.<br />

Sebbene questo posto sia riservato ai quattro zampe,<br />

ci sono delle regole da rispettare per garantire tutti gli<br />

interessi e soprattutto la sicurezza.<br />

Nei Comuni è presente il così detto Regolamento d’uso<br />

del verde che disciplina l’utilizzo e l’occupazione delle<br />

aree verdi.<br />

Anche l’area cani è soggetta a determinate regole, tra<br />

cui principalmente quella di raccogliere le deiezioni del<br />

proprio animale o di tenerlo legato in casi di potenziale<br />

pericolo.<br />

In riferimento al primo adempimento, molte persone<br />

potrebbe storcere il naso, ritenendo possibile evitare di<br />

raccogliere le deiezioni proprio perché non lasciate in<br />

mezzo alla strada: tuttavia, proprio per garantire la pulizia<br />

e l’igiene, il regolamento prevede l’obbligo di raccolta<br />

utilizzando i sacchettini che ( si spera!!) sono presenti<br />

all’interno dell’area.<br />

Per quanto riguarda l’utilizzo del guinzaglio, se ci<br />

sono potenziali pericoli, è bene sapere che, anche se<br />

ci troviamo in un’area dove il nostro cane è libero<br />

di scorrazzare, non significa che siamo esenti da<br />

responsabilità se cagiona qualche danno.<br />

Facciamo un esempio pratico: una signora presente<br />

nell’area cani viene letteralmente catapultata dal<br />

nostro cane in piena corsa, intento a rincorrere un altro<br />

quadrupede, la stessa cade a terra e si rompe un braccio.<br />

Successivamente chiede il risarcimento al detentore<br />

“canino” il quale chiama in causa la propria<br />

assicurazione.<br />

Risultato: in sede di mediazione, attivata volontariamente<br />

tra le parti per evitare di andare in causa, viene<br />

concordata una partecipazione del detentore canino alle<br />

spese mediche affrontate dalla signora caduta a terra.<br />

Il rimborso parziale manifesta la volontà della parte di<br />

venire incontro al danneggiato, ricordando che il codice<br />

civile è molto severo in materia di responsabilità per<br />

o in un parco, l’amministrazione comunale deve tenere<br />

in considerazione l’interesse dei cittadini che hanno la<br />

necessità di lasciare correre il proprio cane e, soprattutto,<br />

il benessere dell’animale stesso.<br />

Consiglio pratico, in casi di questo tipo, è quello di<br />

presentare istanza scritta al Sindaco del comune, firmata<br />

da più persone che condividono la stessa necessità e,<br />

qualora presente un ufficio diritti animali ( così detto<br />

UDA), inviare medesima richiesta al responsabile.<br />

Un problema invece che può interessare l’area cani,<br />

purtroppo, è la presenza di bocconi o esche avvelenate<br />

lasciate da qualche folle.<br />

E’ bene sapere che c’è specifica normativa al riguardo,<br />

che prevede diversi adempimenti da intraprendere in caso<br />

di presenza di sostanze pericolose.<br />

Nel mese di marzo scorso è stata emessa Ordinanza del<br />

Ministero della Salute che ha prorogato, di dodici mesi,<br />

quella precedente, relativa al divieto di utilizzo e di<br />

detenzione di esche e di bocconi avvelenati. L’ordinanza<br />

prevede in particolare che, in caso di accertata presenza<br />

di sostanze velenose o comunque pericolose per gli<br />

L’Ordinanza ministeriale è chiara sugli adempimenti<br />

necessari da seguire e recepita dai singoli regolamenti<br />

comunali.<br />

Si rammenta, inoltre, che l’utilizzo di bocconi, esche<br />

avvelenate o comunque sostanze nocive per gli animali,<br />

comporta anche la violazione penale:<br />

la lesione e\o uccisione di un animale, qualora avvenga<br />

per crudeltà o senza la necessità, comporta l’integrazione<br />

di delitti puniti dal nostro codice penale con multe salate<br />

e carcere.<br />

Nessun dubbio che l’apposizione di bocconi o esche<br />

velenose all’interno di un’area cani sia un atto<br />

penalmente rilevante, punibile anche solo a titolo di<br />

tentativo,quindi, anche se di fatto non si verifica alcun<br />

danno a carico dell’animale.<br />

Il consiglio in questi casi, oltre che procedere come<br />

suindicato,è quello di fare denuncia nei confronti di<br />

ignoti, affinché l’autorità di pubblica sicurezza proceda<br />

con opportune indagini e di informare, attraverso passa<br />

parola o social network, i frequentatori dell’area cani.<br />

26 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

27


Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

10 (PIÙ UNA) RAGIONI PER DIRE NO<br />

ALLA CARNE E AGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI<br />

- IL DECALOGO DELL’ASSOCIAZIONE GAIA -<br />

VONGOLE FELICI<br />

ECCO LA CUCINA ECOZOICA<br />

di Edgar Meyer<br />

Alla scoperta di un nuovo modo di nutrirsi<br />

fantasioso, gustoso,igienista<br />

e in armonia con la natura e madre terra.<br />

1. L’ecatombe animale<br />

Uccidiamo miliardi di animali ogni anno. Solo per i consumi<br />

italiani, ecco alcune cifre: 500 milioni di polli; 40 milioni fra<br />

tacchini, faraone, anatre e oche; 10 milioni di conigli; 30 milioni<br />

di galline ovaiole non più produttive; 13 milioni di maiali; 4,5<br />

milioni fra vitelli, manzi, vacche, bufali; 7,8 milioni di pecore e<br />

capre; 30 milioni di pulcini maschi di razza ovaiola, soppressi<br />

alla nascita.<br />

2. Allevamenti come lager<br />

Il 90% degli animali da cui si ricavano carne, latte, uova<br />

in Occidente sono chiusi in campi di concentramento: gli<br />

allevamenti intensivi. Gli animali trascorrono la vita in spazi<br />

ristretti, sovraffollati, con luce artificiale dove non è possibile<br />

esplicare comportamenti naturali. Tutto ciò causa sofferenze,<br />

stress, stereotipie che sfociano in vere e proprie patologie fisiche.<br />

3. Farmaci<br />

Per prevenire o curare le malattie legate ai metodi innaturali di<br />

allevamento, agli animali sono somministrati farmaci di sintesi<br />

in enormi quantità. Grandi protagonisti della zootecnia intensiva<br />

sono gli antibiotici: in Europa gli animali di allevamento<br />

ne consumano 5 mila tonnellate, di cui 1.500 per favorire,<br />

artificialmente, la crescita veloce. Gli antibiotici sono dati a tutti<br />

gli animali, sia sani che malati: basta qualche pollo malato a<br />

giustificare una dose somministrata a 100.000 o 200.000 animali<br />

(per evitare che si contagino).<br />

4. Salute<br />

La carne fa male anche agli esseri umani. Le carni (ma anche<br />

il latte, le uova, il formaggio) provenienti da allevamenti<br />

intensivi accumulano residui di sostanze tossiche, presenti<br />

nell’alimentazione degli animali o nei trattamenti farmaceutici.<br />

I pesci concentrano sostanze nocive, anche la diossina presenti<br />

nelle acque inquinate. La dieta vegetariana garantisce il 40% di<br />

possibilità in meno di contrarre tumori.<br />

5. Cambiamenti climatici<br />

7. Distruzione foreste<br />

La zootecnia è divenuta un flagello mondiale di proporzioni<br />

epiche. Molte foreste tropicali, come ad esempio in Amazzonia,<br />

vengono abbattute per far posto ai pascoli, che stanno erodendo<br />

ovunque anche le terre coltivabili.<br />

8. Carne e fame: ingiustizia alimentare<br />

Il 60% dei cereali prodotti nel mondo sono destinati agli animali<br />

da carne, e spesso sono esportati dai paesi della fame...Sempre<br />

più terra coltivabile del pianeta è adibita alla coltivazione di<br />

mangimi per gli animali, di conseguenza sempre meno terra è<br />

riservata alla produzione di cereali per l’alimentazione umana.<br />

Tutto ciò influisce negativamente sul prezzo degli alimenti<br />

accessibili ai più poveri del pianeta. Il nostro pianeta non ha<br />

terre sufficienti per nutrire una popolazione umana di carnivori<br />

come gli occidentali.<br />

9. Spreco di risorse<br />

Mentre deploriamo l’inefficienza energetica e lo spreco dovuto<br />

alle auto che consumano benzina, l’inefficienza energetica e lo<br />

spreco legati al regime alimentare a base di carne è infinitamente<br />

peggiore. Ci vogliono 8 kg di mangime (e 13.000 litri di acqua)<br />

per far ingrassare di 1 kg un manzo. Ciò significa che solo l’11<br />

per cento di questo mangime serve a produrre il bue, mentre il<br />

resto viene consumato come energia nel processo di conversione,<br />

utilizzato per le funzioni corporee o espulso o assorbito in parti<br />

del corpo che non vengono mangiate, come il pelo o le ossa.<br />

10. Allevatori e sistema industriale<br />

La fase agricola degli allevamenti intensivi ha un peso economico<br />

limitato. La zootecnia è dominata dall’(agro)industria, sempre<br />

più internazionale. Gli allevatori sono dei semplici ingrassatori;<br />

gli animali sono di proprietà di pochi industriali oligopolisti,<br />

spesso in grado di concentrare in sé tutta la filiera: produzione<br />

dei mangimi, fornitura degli animali e degli input, cure<br />

farmaceutiche, trasformazione in carne, distribuzione.<br />

11. Soldi pubblici al sistema zootecnico<br />

Siamo a un passo dalla catastrofe ambientale, spiegano<br />

i fondatori della cucina ecozoica, una piccola modifica<br />

delle nostre abitudini farà la differenza. Si può mangiare<br />

leggero, con gusto, riducendo al minimo i consumi?<br />

Senza annoiarsi e avere un’alimentazione bilanciata? Sì.<br />

La cucina ecozoica ci è riuscita.<br />

Che è la cucina ecozoica?<br />

Semplice: una cucina che ha ridotto l’impatto ambientale,<br />

proponendo una dieta vegan e crudista.<br />

Una cucina che, accanto alla motivazione salutista<br />

gourmet ed ecologista, pone con altrettanta<br />

forza la motivazione etica e quella antispecista.<br />

Amica dello slow food in chiave cruelty free,<br />

rispetta i cicli naturali e segue le stagioni nel<br />

piatto con fantasia, colore e sperimentazione in<br />

nome della biodiversità.<br />

Ama ispirarsi a tutte le tradizioni culinarie del mondo.<br />

Con la cucina ecozoica non si rinuncia a nulla,<br />

si recupera invece molto: la speranza di un futuro<br />

in equilibrio con il pianeta, con tutti i suoi abitanti<br />

animali e vegetali. za”.<br />

Il termine ecozoico, preso a prestito dall’ecoteologo<br />

Thomas Berry, significa “ecologicamente consapevole”.<br />

Secondo Berry, a ognuno spetta la propria quota di<br />

responsabilità e pone una domanda: “vogliamo uscire<br />

dal Cenozoico e dirigerci verso il Tecnozoico (la strada<br />

del capitalismo globalizzato) o preferiamo l’Ecozoico,<br />

riconoscendo la sacralità della storia dell’universo e<br />

tornando in equilibrio nel grande flusso e nella grande<br />

avventura della Vita?”<br />

La carne è la seconda causa per importanza di riscaldamento<br />

globale dopo gli impianti di riscaldamento delle case. Il<br />

bestiame produce il 18 per cento delle emissioni di gas serra<br />

(CO2, protossido d’azoto e metano), ovvero complessivamente<br />

più di tutti i mezzi di trasporto. Il bestiame, soprattutto i<br />

bovini, è responsabile del 9 per cento dell’anidride carbonica<br />

prodotta dalle attività umane, del 65 per cento delle emissioni di<br />

protossido d’azoto rilasciato dalle attività umane: il protossido<br />

d’azoto ha un effetto sul riscaldamento terrestre pari a 300 volte<br />

quello dell’anidride carbonica. del 37 per cento di tutto il metano<br />

riconducibile alle attività umane.<br />

6. Insostenibilità ambientale<br />

Gli allevamenti industriali sono una delle maggiori minacce<br />

ambientali: per le emissioni di gas serra, ma anche per lo spreco<br />

di combustibile fossile e per il depauperamento e l’inquinamento<br />

delle falde acquifere. Quanto all’acquacoltura, sta rovinando<br />

gli ecosistemi costieri nel Sud-Est asiatico, in Centramerica, e<br />

perfino in Europa.<br />

In Europa, la Politica agricola comunitaria (Pac) destina al<br />

settore zootecnico e al settore dei seminativi a uso zootecnico<br />

circa 20 miliardi di euro l’anno! Sono soldi pubblici. Aumentano<br />

le concentrazioni nel settore: allevatori-colosso possiedono<br />

milioni di animali... Profitti per pochi, costi collettivi.<br />

www.gaiaitalia.it<br />

28 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

29


OGM<br />

PUÒ ESSERE<br />

SOSTENIBILE?<br />

pari a 37,5 milioni di ettari e 1,9 milioni di produttori per<br />

un fatturato globale intorno ai 64 miliardi di dollari, ha<br />

fornito una risposta in termini di maggiore sostenibilità<br />

ambientale e rispetto delle risorse naturali. Dall’altro<br />

il settore degli OGM che, toccando nel 2013 la cifra<br />

record di 175 milioni di ettari coltivati in 27 paesi da<br />

circa 18 milioni di agricoltori, rappresenta la risposta più<br />

tecnologica alla necessità di affrontare le problematiche<br />

dei processi produttivi aumentando le rese per ettaro.<br />

Allo stato attuale si tratta di due risposte inconciliabili e<br />

la motivazione con molta probabilità risiede negli albori<br />

dello sviluppo delle colture transgeniche o OGM, in<br />

cui si è favoleggiato sugli incroci fra regno animale e<br />

vegetale e sulla possibilità che queste colture potessero<br />

diventare dei mostri ingovernabili, facendole apparire più<br />

dei protagonisti di un film fantascientifico piuttosto che<br />

colture agricole.<br />

Al di là del dissidio permane la necessità di rendere<br />

i nostri processi produttivi più sostenibili, ovvero in<br />

grado di fornire più alimenti, di migliorare la loro<br />

disponibilità per fasce di popolazione sempre più<br />

numerose, di garantire che le risorse naturali non siano<br />

irrimediabilmente esaurite dai processi produttivi e di<br />

rispettare i diritti sociali sia di coloro che partecipano ai<br />

processi che degli stakeholders (consumatori, istituzioni,<br />

ambientalisti, ecc).<br />

Come raggiungere questo obiettivo, ormai divenuto un<br />

imperativo? Probabilmente è necessario rivedere le basi<br />

dei processi produttivi favorendone un’intensificazione<br />

sostenibile che potrebbe rappresentare l’evoluzione del<br />

concetto di sviluppo sostenibile. Non tanto uno sviluppo<br />

fine a se stesso ma l’impostazione di percorsi produttivi<br />

la cui intensità deve essere traguardata verso l’obiettivo<br />

della sostenibilità. Se questo è l’obiettivo, uno degli<br />

ingredienti principali è l’innovazione tecnologica e<br />

la presenza dell’uomo. Il biologico si è sempre posto<br />

l’obiettivo di innovare i processi per raggiungere<br />

risultati produttivi eccellenti nel rispetto dell’ambiente<br />

e delle sue risorse: l’uso delle tecniche più innovative<br />

in materia di protezione delle colture, di riutilizzo dei<br />

fertilizzanti organici, dell’avvicendamento colturale e<br />

della minore intensificazione meccanica costituiscono<br />

obiettivi raggiunti in primis dall’agricoltura biologica<br />

ed estesi alla più vasta agricoltura convenzionale.<br />

Accanto a ciò non si deve dimenticare che, in un’ottica di<br />

sostenbilità sociale, l’agricoltura biologica impiega più<br />

risorse umane, giovani e qualificate, e come risulta da un<br />

confronto eseguito dalla RICA (rete italiana di contabilità<br />

agraria) ha una maggiore superficie utilizzabile, una<br />

maggiore PLV (produzione lorda vendibile), un maggior<br />

valore aggiunto e un maggiore reddito netto, che espresso<br />

per unità di lavoro è pari a 51.478 contro 34.294 Euro.<br />

Questa è l’intensificazione sostenibile che può consentire<br />

di applicare le innovazioni tecnologiche in grado di<br />

migliorare le rese produttive per unità di superficie<br />

perché è indubbio che l’agricoltura biologica debba<br />

aumentarle anche in virtù di un maggior impegno in<br />

termini di ricerca e sperimentazione.<br />

Questo obiettivo porterà ad avere un’agricoltura in grado<br />

di aumentare la produttività nell’ottica della sostenibilità,<br />

ovvero nell’ottica di poter perpetuare i processi produttivi<br />

indefinitamente nel tempo lasciando a disposizione<br />

risorse naturali in grado di “alimentare” i processi<br />

medesimi in futuro. Ciò significa ridurre l’impronta<br />

ecologica per unità funzionale di prodotto e garantire la<br />

responsabilità sociale.<br />

Per questo è necessario passare dallo scontro con gli<br />

OGM al perseguimento della sostenibilità.<br />

ALIMENTAZIONE<br />

di Fabrizio Piva<br />

Amministratore Delegato CCPB<br />

Biologico e Ogm hanno fatto<br />

registrare crescite mirabolanti<br />

e hanno costituito la risposta<br />

a due obiettivi che apparentemente<br />

sembrano inconciliabili.<br />

Biologico e OGM sono uno l’antitesi dell’altro in<br />

quanto la tecnica della transgenesi non è ammessa<br />

nel metodo di produzione biologico, quale elemento<br />

di massima “artificialità” e negazione delle tecniche<br />

naturali di miglioramento genetico e riproduzione.<br />

Nonostante il forte dissidio, talvolta più ideologico che<br />

reale, entrambi i settori hanno fatto registrare crescite<br />

mirabolanti ed hanno costituito la risposta a due obiettivi<br />

che apparentemente sembrano inconciliabili. Da un lato<br />

il biologico che, raggiungendo una superficie mondiale<br />

30 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

31<br />

2 ecoIDEARE - giugno 2014


IN AUMENTO LA RICHIESTA<br />

DEL BIOLOGICO AL BAR<br />

IL GUSTO DEL BUON CAFFÈ BIO A<br />

FA’ LA COSA GIUSTA!<br />

Confermato il trend in crescita del consumo di prodotti<br />

biologici al bar: caffè, cappuccini con latte di soia e<br />

brioches da agricoltura biologica sono stati i prodotti<br />

più richiesti alla fiera del consumo critico e degli stili di<br />

vita sostenibili, Fa’ La Cosa Giusta, tenutasi dal 28 al 30<br />

marzo 2014.<br />

Presente per il terzo anno consecutivo, il BiologicBar<br />

è diventato il bar di riferimento della fiera e dell’intera<br />

organizzazione proponendo oltre 6000 caffè, 2500<br />

cappuccini e 1800 brioches da agricoltura biologica.<br />

Qui operatori, espositori e visitatori si sono ritrovati<br />

fin dalle prime ore della giornata per iniziare con la<br />

carica positiva di un buon caffè bio accompagnato da<br />

ottime brioches e torte preparate con farine e ingredienti<br />

rigorosamente di agricoltura biologica certificata, torte<br />

per intolleranti, cappuccini vegan proposti con latte di<br />

soia alla vaniglia e al cioccolato.<br />

A mezzogiorno il bar è stato il punto di riferimento anche<br />

per chi ha intolleranze alimentari o segue un regime<br />

alimentare vegetariano grazie anche alla pizza artigianale,<br />

alla torta salata, alla parmigiana di melanzane.<br />

La novità di quest’anno sono stati i panini nati contro<br />

il cibo spazzatura dei fast food: preparati con farina di<br />

kamut, grano saraceno e canapa, calibrati nel contenuto<br />

energetico, deliziosi, leggeri, salutari, farciti al momento<br />

dallo chef, con verdure di stagione e ingredienti italiani.<br />

La sera, invece, si è celebrato il tradizionale<br />

rito dell’happy hour milanese in versione bio: il<br />

PerlApperitivo. Sfiziosi stuzzichini bio, accompagnati<br />

da un Prosecco di Valdobbiadene Docg Bio pensato<br />

appositamente per i giovani, nella versione rosè per le<br />

donne a basso contenuto alcolico. Un modo alternativo<br />

per riprendersi dalle fatiche della giornata, rilassarsi e<br />

scambiare due chiacchiere in compagnia.<br />

Le tendenze, che hanno avuto riscontro anche durante<br />

questa kermes, confermano l’appeal dei prodotti biologici<br />

presenti nelle varie attività del bar, richiesti non più solo<br />

dai giovani ma anche da famiglie e over 65.<br />

GLI ORTI IN RETE<br />

a cura della redazione<br />

Esiste una realtà associativa che<br />

coinvolge i sette Orti Botanici della<br />

Lombardia. Tanti i progetti e le iniziative<br />

per promuovere la conoscenza del<br />

patrimonio vegetale autoctono e la<br />

ricerca scientifica.<br />

La Rete degli Orti botanici della Lombardia comprende<br />

sette realtà regionali: l'Orto botanico di Brera (Milano),<br />

l’Orto botanico didattico sperimentale di Cascina<br />

Rosa (Milano) e il Giardino botanico sperimentale<br />

G.E. Ghirardi di Toscolano Maderno (BS). tutti e tre<br />

dell’Università degli Studi di Milano, l’Orto botanico<br />

dell’Università di Pavia, l’Orto botanico di Bergamo<br />

Lorenzo Rota, il Giardino botanico alpino Rezia di<br />

Bormio (SO) ed il Parco botanico di Villa Carlotta a<br />

Tremezzina (CO).<br />

Nasce nel 2002 per promuovere la cultura botanica, la<br />

ricerca scientifica, la conoscenza e la valorizzazione del<br />

patrimonio culturale degli Orti botanici regionali e si<br />

costituisce in Associazione nel 2009 ponendosi come<br />

promotore del coordinamento, dell’ideazione e della<br />

realizzazione di progetti finalizzati al miglioramento<br />

delle strutture degli Orti e all’incremento delle singole<br />

collezioni, un vero e proprio organismo di sostegno ove<br />

si presentino maggiori difficoltà, nelle attività per le quali<br />

singolarmente non possono investire molte risorse<br />

32 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

33


Gli Orti botanici sono una rete mondiale dedicata<br />

alla ricerca su temi chiave per il futuro quali la<br />

conservazione della biodiversità, la sicurezza alimentare<br />

e il cambiamento climatico. I ricercatori sono sempre<br />

alla ricerca di nuovi modi per utilizzare le piante in modo<br />

sostenibile e per preservare gli ecosistemi più a rischio<br />

del nostro pianeta. La Rete partecipa con i suoi aderenti<br />

a convegni e seminari di settore e realizza pubblicazioni<br />

con lo scopo di divulgare e rendere facilmente fruibile<br />

il patrimonio di conoscenza legato alla realtà degli Orti<br />

botanici. Nel 2014, ad esempio, vengono organizzati<br />

dei workshop sulla coltivazione delle piante spontanee<br />

nei giardini domestici. Questo delle piante spontanee<br />

autoctone è un argomento molto sentito per educare<br />

il grande pubblico a un giardinaggio sostenibile e<br />

all’attenzione verso la conservazione della biodiversità.<br />

L’importanza dell’iniziativa deriva dal fatto che le<br />

piante autoctone sono utili perché contribuiscono alla<br />

valorizzazione e alla conservazione della biodiversità<br />

locale, oggi minacciata da molti fattori. Inoltre, poiché<br />

tipiche del territorio e coevolute con lo stesso, dovrebbero<br />

essere più resistenti a malattie e richiedere meno cure di<br />

manutenzione. Chi non desidera avere piante autoctone,<br />

ma preferisce le piante ornamentali perché più attraenti<br />

esteticamente, dovrebbe almeno fare attenzione a non<br />

utilizzare quelle che è noto siano invasive”.<br />

La Rete degli Orti Botanici della Lombardia organizza<br />

progetti di divulgazione che comprendono, oltre ai<br />

workshop, mostre temporanee ed eventi aperti al pubblico<br />

tra cui il principale è il Solstizio d’estate, un evento<br />

che coinvolge tutti e sette gli Orti contemporaneamente<br />

nel pieno della stagione vegetativa seguendo un tema<br />

comune. Quello del 2014 è: Storie di seduzione e<br />

repulsione - lavori in corso e l’evento si tiene nel week<br />

end del 21 e 22 giugno, giornate in cui gli Orti sono aperti<br />

a tutti con laboratori dedicati alle scolaresche.<br />

Un’attenzione particolare viene rivolta dalla Rete<br />

all’iniziativa Adotta un Seme che, con la donazione<br />

di dieci euro, permette di finanziare progetti di tutela,<br />

conservazione e promozione del patrimonio vegetale<br />

dei sette Orti Botanici della Lombardia ricevendo in<br />

cambio una bustina di semi da coltivare. Insieme ai semi<br />

viene consegnato il certificato “adotta un seme” come<br />

riconoscimento per il contributo dato alla salvaguardia<br />

della specie adottata. Tramite l’adozione e la successiva<br />

semina si cerca di creare un Orto botanico diffuso sul<br />

territorio, promuovendo la coltivazione delle specie<br />

autoctone della Regione.<br />

Iris sibirica<br />

(Gaggiol siberiano)<br />

E’ importante<br />

conservarla perchè<br />

è specie protetta in<br />

modo rigoroso.<br />

Si usano i rizomi<br />

di almeno tre anni,<br />

raccolti in estate e<br />

in autunno ed essiccati, da cui si estrae una droga<br />

con proprietà espettoranti, diuretiche, emollienti,<br />

vermifughe, epato-biliari. L’essenza è impiegata<br />

in profumeria. Si semina in semenzaio all’aperto,<br />

poi trapiantata in vasetto e spostata in piena terra<br />

quando è diventata robusta. Preferisce posizioni<br />

soleggiate o in semi-ombra.<br />

Si può vedere all’Orto Botanico di Pavia<br />

Eryngium pianum<br />

(Calcatreppola)<br />

Capiscum<br />

(Peperoncino)<br />

È un arbusto perenne a<br />

vita breve. I fiori sono<br />

variamente colorati e<br />

anche i frutti cambiano<br />

colore, forma e sapore<br />

a seconda della specie.<br />

La sostanza artefice della piccantezza è l’alcaloide<br />

capsaicina che interagisce con alcuni termorecettori<br />

presenti nella bocca.<br />

Si semina a febbraio al Centro e al Sud e a marzo al<br />

Nord. Le piantine vanno messe a dimora dopo le<br />

ultime gelate.<br />

Si possono vederne diverse specie all’Orto Botanico<br />

di Cascina Rosa<br />

Alcea rosea<br />

(Malvone)<br />

I SEMI DA ADOTTARE<br />

Un gesto speciale<br />

per dare un contributo concreto<br />

alla salvaguardia<br />

della biodivesità del pianeta<br />

E’ importante<br />

conservarla perchè<br />

viene usata nella<br />

medicina popolare<br />

contro tosse e<br />

infiammazione delle<br />

vie urinarie. Ha foglie argentee con fiori blu, un<br />

colore raro in natura. Cresce in posti soleggiati<br />

su prati poveri, bordi di sentieri e campi di<br />

erbacce. Non sono necessarie tecniche colturali<br />

particolari. Con clima particolarmente freddo<br />

è meglio ripararla d’inverno con tessuto non<br />

tessuto<br />

E’ importante<br />

conservarla perché i<br />

fiori, che contengono<br />

mucillagini, vengono<br />

usati come rimedio<br />

naturale per<br />

disinfiammare le mucose irritate della bocca e della<br />

gola. La corolla è composta da 5 petali rosa e le foglie<br />

sono palmate a 5-7 lobi. E’ una splendida pianta<br />

perenne alta fino a 2-3 metri coperta da una morbida<br />

peluria. Si semina in primavera. Preferisce luoghi<br />

sassosi, rocce o scarpate. Non richiede nessuna<br />

particolare cura.<br />

Si può vedere all’Orto Botanico di Brera a Milano<br />

Echinop bannaticus<br />

(cardo pallottola)<br />

Isatis tinctoria<br />

Guado)<br />

Cosmos sulphureus<br />

(Cosmea )<br />

Linum usitatissimum<br />

griseb (Lino)<br />

E’ importante<br />

conservarla<br />

perchè oltre al<br />

suo bell’aspetto è<br />

una delle specie<br />

predilette dalle api.<br />

E’ semplice da coltivare: si semina in semenzaio<br />

in primavera inoltrata poi si posiziona in zona<br />

soleggiata in terreno povero, sabbioso e secco,<br />

ben drenato Non teme il freddo. Per un mese va<br />

annaffiata regolarmente poi si accontenta delle<br />

piogge.<br />

Si può vedere all’Orto botanico di Brera a Milano<br />

E’ importante<br />

conservarla perchè<br />

dalle sue foglie, raccolte<br />

durante il primo<br />

anno di vita, si estrae<br />

il colorante indaco,<br />

utilizzabile nel campo dell’alimentazione, del tessile,<br />

della cosmesi, farmaceutico e industriale. Si semina<br />

in primavera in semenzaio. Quando le piantine<br />

hanno due/tre foglioline, si diradano e, una volta<br />

irrobustite, si impiantano in piena terra.<br />

E’una specie officinale tossica.<br />

Si può vedere all’Orto Botanico di Pavia<br />

E’ importante<br />

conservarla<br />

perché i suoi<br />

coloratissimi fiori,<br />

che appaiono da<br />

maggio a novembre,<br />

contengono un pigmento che conferisce ai filati<br />

ed ai tessuti un bellissimo colore giallo caldo.E’<br />

anche apprezzata dagli insetti impollinatori.<br />

Si semina in primavera, in pieno sole, ad una<br />

profondità di 1-2 mm. La germinazione necessita<br />

tra i 7 e i 21 giorni. la fioritura ha inizio circa 50<br />

giorni dopo la germinazione.<br />

E’ importante<br />

conservarla perchè<br />

è la più antica tra le<br />

fibre vegetali utilizzate<br />

dall’uomo. Se ne ricava<br />

la preziosa fibra, se ne<br />

usano i semi e la farina, nonché l’olio. Si semina da<br />

metà febbraio a fine aprile o da ottobre a dicembre.<br />

Al Nord di solito la coltura non necessita di<br />

irrigazione. Cresce bene su terreni piuttosto leggeri.<br />

Il ciclo vegetativo dura 3 mesi nei tipi a semina<br />

primaverile e 6-7 mesi in quelli a semina autunnale.<br />

Si può vedere all’Orto Botanico di Bergamo<br />

34 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

35


VAL VEDDASCA<br />

LINEE NETTE, LUCI IMPROVVISE, SAPORI ASPRI.<br />

UNA VISITA “SOSPESA” FRA CASE IN PIETRA<br />

E SAPORI “SCOLPITI”.<br />

di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />

Un verde particolare.<br />

Un altipiano di case rade,<br />

prati fioriti e latifoglie.<br />

Un luogo intatto a soli due passi<br />

dalla civiltà dove poter riscoprire<br />

i ritmi autentici della natura.<br />

Il verde della valle è, da subito, particolare. Quel verde<br />

che solo alcune valli prealpine hanno fatto di umido<br />

e linee di luce ed ombra.<br />

All’inizio salendo dalla città si alternano borghi ed aree<br />

coltivate sottratte furtivamente al bosco; dopo un breve<br />

inerpicarsi, ci accompagna una specie di altopiano<br />

con case rade e prati polifiti e boschi di latifoglie.<br />

Successivamente la valle diventa cupa, ombrosa<br />

selvaggia, com’è impensabile possano essere i luoghi<br />

così vicini alla civiltà. La strada che sale seguendo<br />

morbidamente le curve di livello “zigzaga” fra i boschi<br />

permettendo di vedere, da una parte, scorci straordinari<br />

dell’altro versante e da lontano il lago e dall’altra<br />

sottoboschi, quasi da fiaba coltivati a faggeta.<br />

I segni che connotano il paesaggio sono aspri; si superano<br />

corsi d’acqua incisi nella roccia, fessure liquide che altro<br />

non sono che compluvi di versanti. Almeno tre torrenti<br />

importanti prendono vita da queste frondose montagne, il<br />

Crana, il Viaschina e il Giona. I primi incuneati fra pendii<br />

quasi inaccessibili così come il terzo che dalla valle<br />

profonda, con salti schiumosi alternati a pozze trasparenti<br />

raggiunge, alla fine le acque poco scontrose del lago,<br />

orizzontalizzandosi.<br />

I paesi e le case sono quasi estratti dalla roccia viva della<br />

montagna di cui affiora con frequenza lo scheletro. Ogni<br />

abitato è accompagnato da prati, piccoli ricoveri per<br />

gli animali e abbeveratoi; minuscoli terrazzamenti sui<br />

versanti meglio esposti ospitano un’ agricoltura marginale<br />

fatta di fatica che sfocia nel piacevole e rude sapore<br />

estratto dai cereali e dalle ortive da foglia. I sapori dei<br />

luoghi sono accompagnati dal profumo e dalla marcata<br />

sapidità delle erbe selvatiche che in ogni stagione donano<br />

all’uomo e alle sue papille il gusto evocato da quel<br />

periodo dell’anno: si fruga nella memoria personale per<br />

trovare la consonanza tra un colore, un profumo e quel<br />

sapore conservato nel ricordo. I monti sono selvatici<br />

e ricoperti fittamente dal bosco; anche il toponimo<br />

Veddasca ci rimanda, probabilmente ad un termine molto<br />

antico “aved”, abete che ricorda che queste montagne<br />

erano ricoperte da specie vegetali ad ago oggi sostituite<br />

da specie prevalentemente spoglianti - il castagno tra gli<br />

altri - da cui l’uomo traeva sostentamento; oggi<br />

ne aggiunge piacere alla gustosità dei piatti locali.<br />

Nelle parti più alte della valle si possono osservare<br />

le case strappate alla montagna e così pure lo spazio per<br />

vivere. Tutto è di pietra, dai muri alla pavimentazione<br />

in ciottoli: sapiente sintonia con le offerte del luogo per<br />

far dimorare l’uomo. Il legno è usato solo per i balconi, le<br />

strutture dei tetti e per i solai della case. Legno di nerbo,<br />

talvolta torto, come alcuni intonazioni dei piatti locali.<br />

Le vie di comunicazione erano e sono scarse; un accesso<br />

così impervio, pur gettando l’ombra di un destino<br />

di irrecuperabile abbandono sul nucleo di abitazioni, ha<br />

nel contempo favorito il preservarsi dei caratteri distintivi<br />

del luogo: tratti aspri, chiusi, ma dotati di fascino e<br />

mistero, l’idea di un mondo in cui sia ancora possibile<br />

trovare una quiete interiore avvertendo piena sintonia con<br />

gli elementi della natura. Tratti che si rintracciano anche<br />

nel corredo di attività produttive tipiche: l’allevamento<br />

di capre allo stato semibrado – tra le poche specie in<br />

grado di ritagliarsi un proprio equilibrio - e la connessa<br />

produzione di rinomati formaggi molto noti nelle zone<br />

circostanti, una felice assonanza tra gusto e percezione<br />

sensoriale del “clima” complessivo del luogo, segnata da<br />

una “fascinosa asprezza”.<br />

La vita in questi luoghi è tornata a rianimarsi; una lenta<br />

fase di spopolamento è avvenuta a causa dalle difficili<br />

condizioni esistenziali a cui si sono sommate le<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

36 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

37


opportunità di benessere seguite allo sviluppo economico<br />

negli anni settanta.<br />

Alcuni giovani, hanno avuto la determinazione<br />

di prendersi cura di questi luoghi ristrutturando le case,<br />

riattivando sentieri e trascorrendo parte del loro tempo<br />

in attività di “tessitura” del vecchio sistema di relazioni<br />

con i pochi residenti che discendono dal nucleo<br />

di abitanti originario. Il rimboschimento e gli interventi<br />

di recupero dei siti abitati hanno inoltre fornito nuove<br />

opportunità di lavoro. Un lavoro che trae energia dal<br />

piacere di occuparsi della terra in luoghi dove la nostra<br />

parte vitale trova una pace interiore.<br />

A scalfire una lenta e inevitabile perdita della cultura<br />

locale ha contribuito l’apertura della funivia che,<br />

dall’approdo finale della strada percorribile con l’auto<br />

(Curiglia), consente di superare agevolmente il tratto<br />

di oltre 1400 gradini attraverso il ripido bosco,per<br />

raggiungere Monteviasco che costituiva in origine l’unico<br />

collegamento con la cosiddetta civiltà.<br />

Si suggerisce una visita al turista consapevole; lasciarsi<br />

guidare alla riscoperta di saperi che parlano dell’orografia<br />

dei luoghi attraverso la mappa dei sapori.<br />

I supereroi non esistono<br />

e l’ecosostenibilità ambientale<br />

non piove dal cielo.<br />

Sostenersi a vicenda per sostenere il pianeta.<br />

Associarsi a Rinenergy ® vuol dire credere fermamente che la<br />

qualità del vivere debba e possa migliorare. Vuol dire prendere parte<br />

a un’azione concreta. I soci avranno la possibilità di entrare in un<br />

network di conoscenze e contatti nel settore, potranno coinvolgere<br />

Rinenergy ® in iniziative, progetti ed eventi. Potranno inoltre<br />

avvalersi della consulenza e del supporto di professionisti della<br />

comunicazione e del marketing.<br />

Possono essere Soci Rinenergy ® persone sensibili al concetto<br />

di sostenibilità, professionisti operatori nel settore<br />

le aziende di prodotti o servizi ad alta sostenibilità<br />

e sensibili alla Responsabilità Sociale d’impresa.<br />

I vantaggi di essere socio<br />

• L’invio di 6 numeri del periodico ECOIDEARE<br />

• Con la tessera l’accesso alle convenzioni elencate nella testata<br />

• L’opportunità di essere informati su tutte le iniziative programmate.<br />

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per uno sviluppo sostenibile<br />

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38 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

rinenergy@rinenergy.it<br />

39


UNO SVEDESE A EDOLO<br />

di Dario Sonetti<br />

danneggia l’ambiente. I cittadini più sensibili che<br />

invece vogliono difendere l’ambiente, i suoi beni che<br />

sono di tutti, coloro che amano la natura e pensano<br />

sia necessaria per la qualità della propria vita, devono<br />

organizzarsi politicamente o in associazioni locali<br />

come la vostra. Si deve informare la gente e renderla<br />

più cosciente e partecipe dei valori ambientali perché<br />

rendono migliore la loro vita.<br />

E’ importante che tutti i processi di investimento<br />

industriale o altre iniziative che sfruttino le risorse<br />

naturali come le vostre centraline idroelettriche siano<br />

presentate in forma trasparente e democratica perché<br />

tutti abbiano il tempo e la possibilità di fare le loro<br />

riflessioni sulle conseguenze e sul bene che ne viene<br />

alla comunità.<br />

Ogni impresa dovrebbe essere obbligata a presentare<br />

pubblicamente i costi ambientali dei suoi progetti e<br />

discuterli con la comunità ed i suoi rappresentanti<br />

istituzionali e sociali.<br />

Vorrei infine raccomandare ai cittadini di non stare<br />

seduti a guardare senza reagire quando interessi<br />

economici di qualcuno distruggono o danneggiano<br />

i beni ambientali che sono di tutti. Si devono<br />

organizzare e arrivare se necessario alla protesta<br />

democratica di fronte a chi li rappresenta affinché<br />

siano prese le decisioni più corrette.<br />

Sicuramente raccomanderò di visitare Edolo e la<br />

vostra valle tanto bella ai miei compatrioti e spero io<br />

stesso di tornare e vedere che avete saputo difenderla e<br />

valorizzarla.<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Tommy Åsberg è un professore di Stoccolma che nei<br />

giorni scorsi ha visitato per la prima volta Edolo ed i<br />

suoi dintorni. Avendo saputo che è anche un convinto<br />

ambientalista, come Ote (Osservatorio Territoriale<br />

Edolese) gli abbiamo chiesto cosa significa in Svezia<br />

essere ambientalisti e che idea si è fatta di Edolo durante<br />

la sua permanenza.<br />

D.: Professor Åsberg, che significa per lei, svedese,<br />

essere ambientalista?<br />

R.: Sono diventato ambientalista molti anni fa, forse lo<br />

sono sempre stato, in Svezia molte persone come me<br />

si stanno preoccupando per il sovra sfruttamento delle<br />

risorse del pianeta. Di che vivranno le future generazioni?<br />

L’accesso all’aria pura, all’acqua pulita oltre a essere beni<br />

comuni devono essere considerati un diritto umano. La<br />

produzione di alimenti deve diventare più ecologica e<br />

libera da sostanze agrochimiche pericolose.<br />

Sono preoccupato per la distruzione delle foreste del<br />

mondo e dell’impoverimento della biodiversità della<br />

natura. Dovremmo per legge esigere il riciclaggio di tutti<br />

i prodotti che consumiamo. Dobbiamo terminare il più<br />

rapidamente possibile l’uso dei combustibili fossili e<br />

passare all’utilizzo di energie rinnovabili. Se continuiamo<br />

come ora il riscaldamento globale è una seria minaccia<br />

alla sopravvivenza della specie umana su questo pianeta.<br />

Sono queste le ragioni che mi fanno essere ambientalista.<br />

Se noi, i “buoni” e gli educati, non ci dovessimo<br />

preoccupare ed agire, saremmo complici di quelli che<br />

non si preoccupano e partecipano alla distruzione delle<br />

condizioni di vita di questo pianeta. Ciascuno può<br />

partecipare ad evitarlo, con poco o molto.<br />

Io credo molto nell’educazione e nell’informazione.<br />

Come professore ho avuto la possibilità di influire sui<br />

miei studenti affinché potessero pensare e vivere in modo<br />

ecologico.<br />

La vita è piena di coincidenze. Nel 1990 incontrai il<br />

direttore della Riserva di Cabo Blanco in Costa Rica.<br />

Rimasi impressionato dalla bellezza della natura di quei<br />

luoghi e delle problematiche della sua conservazione.<br />

Per farla breve, fondai in Svezia l’Associazione Amici di<br />

Cabo Blanco perché capii che sebbene fosse in una terra<br />

lontana, salvare quei posti era anche un mio impegno.<br />

Per 23 anni abbiamo investito risorse in educazione<br />

ambientale per rendere più coscienti soprattutto i giovani<br />

della zona della bellezza e del valore nei quali vivevano<br />

affinché potessero difenderli. Ovviamente anche in<br />

Svezia partecipo come socio di un’organizzazione<br />

nazionale alla difesa e protezione dei beni naturali e<br />

dell’ambiente del mio Paese.<br />

D.: Durante la sua visita a Edolo en ella Valle Camonica<br />

che ha potuto vedere di positivo e di negativo?<br />

R.: Edolo con i suoi dintorni, è una regione<br />

preziosissima. Per noi scandinavi le Alpi costituiscono un<br />

sogno di bellezza. Ho avuto, grazie agli amici dell’Ote, la<br />

possibilità di venire per la prima volta e conoscere questa<br />

zona di Italia che mi è piaciuta molto.<br />

Ho apprezzato l’architettura degli edifici e delle case in<br />

stile alpino che ben si fondono con l’ambiente naturale,<br />

non mi sono piaciuti palazzi e costruzioni che sembrano<br />

conseguenza di speculazioni edilizie così come edifici<br />

industriali che deturpano l’ambiente. Io credo che in<br />

queste zone non si debba puntare sull’industrializzazione<br />

ma su altro. Gli investimenti si devono fare in altri<br />

aspetti, come turismo coscientizzato e agricoltura alpina.<br />

Non si dovrebbe cambiare lo stile architettonico ma<br />

anche l’identità culturale. Si mantengano i boschi, le<br />

piccole pianure alpine ed i fiumi il più possibile intatti,<br />

sono queste le vostre ricchezze. Sono troppo belli per<br />

esser distrutti per un limitato ritorno economico.<br />

D.: Che dovrebbero fare i cittadini per proteggere e<br />

conservare il loro ambiente?<br />

R.: In tutto il mondo c’è gente che pensa solo ai suoi<br />

interessi. A loro non interessa se si distrugge o si<br />

Tommy Asberg, vive tra Stocolma<br />

e la<br />

Costa Rica, è fondatore e Presidente<br />

dell’Associazione Amci di Capo<br />

Bianco dove da più di vent’anni<br />

realizza azioni di educazione<br />

ambientale rivolte ai giovani con la<br />

finalità di renderli consapevoli del<br />

valore del vivere in modo ecologico.<br />

È impegnato per la protezione e la difesa dei beni<br />

naturali e dell’ambiente in Svezia.<br />

40 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

41


ECOLOGIA<br />

PROGRESSO<br />

FUTURO<br />

SMALTIMENTO<br />

RIFIUTI<br />

DALLA PRODUZIONE<br />

ALLO SMALTIMENTO<br />

DEI RIFIUTI<br />

di Andrea Alessandro Muntoni<br />

> Foto a cura di Flavio Stringhetti<br />

Inutile dire che se potessimo farlo non produrremmo<br />

rifiuti; tuttavia dacché l’uomo ha fatto la sua comparsa<br />

sulla faccia della Terra, di rifiuti se ne producono sempre<br />

di più sia in ambito domestico (rifiuti urbani) sia presso le<br />

aziende artigianali ed industriali (rifiuti speciali)<br />

Ogni cittadino produce mediamente circa 1,2 kg di rifiuti<br />

solidi urbani al giorno; questi saranno in parte recuperati<br />

o riciclati ma molti inevitabilmente andranno smaltiti<br />

anche in discariche controllate o in termovalorizzatori.<br />

Resta inteso che una gestione integrata dei rifiuti,<br />

improntata a criteri di trasparenza, efficienza, efficacia ed<br />

economicità presuppone una buona capacità di ascolto di<br />

tutte le parti interessate, cittadini, aziende, associazioni,<br />

al fine di cogliere tutte le proposte che possano davvero<br />

andare nella direzione dell’efficienza ed efficacia del<br />

sistema, a beneficio della collettività.<br />

I professionisti esterni hanno il compito di indirizzare<br />

l’Amministrazione comunale, aiutandola a discernere tra<br />

proposte di fantasia e proposte concrete e realizzabili con<br />

l’intento di conseguire per il futuro sia una percentuale di<br />

raccolta differenziata dei rifiuti valorizzabili<br />

(frazioni merceologiche di umido, carta/cartone,<br />

plastica, vetro, legno, lattine e barattolame, RAEE)<br />

superiore al 65% sia una percentuale di raccolta del solo<br />

umido organico non inferiore, preferibilmente, al 15%.<br />

Va infine detto che per conseguire elevati valori di<br />

percentuale di raccolta differenziata è inderogabile la<br />

predisposizione e approvazione, da parte di ciascun<br />

Comune italiano, del Regolamento per l’assimilabilità<br />

dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani. In<br />

difetto i cittadini continueranno inconsapevolmente a<br />

pagare per i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento<br />

o recupero sia dei rifiuti domestici sia dei rifiuti non<br />

domestici prodotti dalle aziende, di fatto non assimilabili<br />

agli urbani, scientemente affidati a costi irrisori al<br />

servizio pubblico, che non se ne cura come dovrebbe. Gli<br />

operatori economici, infatti, dovrebbero sostenere i costi<br />

di raccolta, trasporto e smaltimento. almeno per la quota<br />

parte di rifiuti speciali non pericolosi, che il regolamento<br />

suddetto non prevede possano essere assimilati agli<br />

urbani per qualità o quantità.<br />

Rifiuti da imballaggio<br />

Se da un lato in Italia si assiste ad un incremento delle<br />

percentuali di raccolta differenziata dei cosiddetti rifiuti<br />

da imballaggio, dall’al e ad un sempre maggiore ricorso<br />

agli “imballaggi”.<br />

Preso atto del fatto che a livello nazionale vi è un certo<br />

divario tra le performance dei comuni del nord rispetto<br />

a quelli del centro sud, pur dovendo rilevare che vi sono<br />

anche a sud e nelle isole alcune realtà di eccellenza,<br />

occorre riflettere su una criticità del sistema a cui le<br />

amministrazioni comunali non possono porre rimedio da<br />

sole ma rispetto alle quali alcuni operatori economici,<br />

a gruppi o singolarmente, possono dare un contributo<br />

positivo: la riduzione del numero degli imballaggi.<br />

La grande distribuzione fa un enorme ricorso agli<br />

imballaggi sia per assicurare che i prodotti imballati<br />

arrivino integri presso i punti vendita al dettaglio sia per<br />

assicurare all’utente finale che il prodotto che intende<br />

acquistare è sano, pulito, esente da difetti, sicuro,<br />

igienico i prodotti alimentari, per esempio,<br />

necessitano di imballaggi speciali, di cui oggi non si può<br />

fare a meno. Ciò che occorre tentare di fare è ridurre il<br />

numero di strati della “cipolla”, partendo dal presupposto<br />

che alcuni sono necessari per assicurare il rispetto delle<br />

norme igienico-sanitarie mentre altri sono inutili o quanto<br />

meno superflui.<br />

Dunque è il superflo che deve essere eliminato.<br />

L’inseguimento della percentuale di raccolta differenziata<br />

dei rifiuti da imballaggio rischia di diventare sempre più<br />

un falso problema.<br />

È forse arrivato il momento di interrogarsi sulle politiche<br />

da adottare per ridurre la produzione di rifiuti da<br />

imballaggio.Un’alta percentuale di raccolta differenziata<br />

di rifiuti da imballaggio è considerata più virtuosa di una<br />

più attenta gestione integrata capace di ridurre la quantità<br />

di rifiuti prodotti.<br />

Infatti la minore produzione di rifiuti non è contemplata<br />

tra i virtuosismi e non dà luogo a premialità e questo<br />

dipende dall’impostazione comunitaria al problema<br />

della gestione dei rifiuti!<br />

I deprezzamenti delle materie prime stanno, peraltro,<br />

inducendo ad un ribasso i listini dei materiali riciclati<br />

con conseguenze negative sui bilanci di chi si occupa<br />

professionalmente di recupero di rifiuti urbani, che in<br />

futuro sarà sempre meno interessato al recupero dei rifiuti<br />

valorizzabili.<br />

D’altro canto, il maggiore problema, oggi, è trovare<br />

soggetti che possano davvero recuperare i rifiuti raccolti,<br />

cioè che abbiano investito in risorse umane,<br />

tecnologiche e finanziarie sul “business” del recupero di<br />

vetro, carta, alluminio, ecc.<br />

Ma se questi operatori economici, ancora troppo pochi<br />

nel centro - nord e quasi assenti nel meridione d’Italia<br />

e nelle isole, dovessero mettere i remi in barca perché<br />

il costo per il recupero dei rifiuti diventa troppo alto ed<br />

i prezzi di vendita dei recuperati diventassero sempre<br />

più bassi, alle Comunità non resterà che investire in<br />

risorse umane ed economiche per ridurre la quantità di<br />

rifiuti prodotti piuttosto che continuare a inseguire la<br />

chimera dell’incremento della percentuale di raccolta<br />

differenziata. Occorre, insomma, promuovere una nuova<br />

cultura ambientale basata sulla considerazione che è più<br />

utile non produrre rifiuti da imballaggio e rifiuti in<br />

42 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

43


genere piuttosto che puntare sul conseguimento di alte<br />

percentuali di raccolta differenziata, che limitano il danno<br />

ma non risolvono il problema.<br />

Fortunatamente a livello industriale sta prendendo piede<br />

una nuova concezione di imballaggio, visto non più<br />

solo nelle sue funzioni essenziali, ma come elemento di<br />

una complessa ed articolata filiera, che deve sempre più<br />

puntare su imballaggi costituiti da un unico materiale,<br />

possibilmente biodegradabile e riutilizzabile.<br />

Problemi di gestione post operativa di discariche per<br />

rifiuti urbani<br />

La gestione post operativa di una discarica ha inizio<br />

subito dopo la sua chiusura, cioè a conclusione della fase<br />

di gestione operativa che si conclude col raggiungimento<br />

dei volumi autorizzati.<br />

La fase di post gestione può durare anche venti anni o<br />

più e può prevedere o meno, a seconda della tipologia di<br />

rifiuti abbancati, la gestione del biogas .<br />

I principali problemi di gestione post operativa di<br />

una discarica per rifiuti urbani sono legati ai seguenti<br />

aspetti: infiltrazione di acque meteoriche; filtrazione di<br />

acque meteoriche dall’esterno del corpo della discarica;<br />

trattamento delle acque di prima pioggia; captazione<br />

del percolato; instabilità dell’ammasso; produzione di<br />

percolato; accumulo di percolato all’interno di bacini<br />

volano; trasporto di percolato a impianti di trattamento;<br />

fuoriuscite accidentali di percolato dal corpo della<br />

discarica; captazione del biogas; emissione di biogas;<br />

combustione del biogas; approvvigionamento di compost<br />

e materiali di cava per la copertura provvisoria; emissione<br />

di odori durante la posa di compost maturo idoneo all’uso<br />

per ripristini ambientali; posa dei teli provvisori e loro<br />

ancoraggio; problematiche di prevenzione incendi;<br />

verifiche documentali; analisi strumentale di percolato,<br />

biogas, acque superficiali, acque sotterranee, aria,<br />

emissioni acustiche; gestione degli aspetti contrattuali<br />

e di quelli disciplinati dall’eventuale Autorizzazione<br />

Integrata Ambientale. Tutto ciò premesso,i problemi<br />

gestionali e i rischi per le categorie ambientali aria,<br />

acque superficiali, acque sotterranee, suolo, sottosuolo e<br />

popolazione sono tutt’altro che bassi e trascurabili.<br />

Appalti per la raccolta dei rifiuti<br />

Ma siamo proprio sicuri che tutti gli appalti per la<br />

raccolta dei rifiuti urbani e assimilabili sia gestita<br />

correttamente dall’amministrazione comunale? È<br />

legittimo dubitare che ci siano interessi che inducono<br />

a chiudere un occhio di fronte all’inefficienza e<br />

all’inefficacia dei sistemi di raccolta e trasporto dei rifiuti<br />

operati dalle imprese che si sono aggiudicati gli appalti?<br />

È forse un obbligo di legge che gli appalti per i servizi<br />

di raccolta dei rifiuti vengano affidati per 5 o più anni<br />

e che si debba regolarmente procedere all’estensione<br />

dei servizi in regime di prorogatio? Non sarà forse<br />

opportuno istituire, a livello comunale, un trasparente<br />

Osservatorio per la gestione dei rifiuti, con l’intento<br />

di creare un “ufficio” che vigili, controlli, indirizzi,<br />

corregga atteggiamenti e modalità di esecuzione del<br />

servizio di raccolta e gestione dei centri di raccolta<br />

difformi da quanto previsto in capitolato o comunque<br />

dalle norme di legge applicabili? Non sarà che le aziende<br />

chesvolg di raccolta e trasporto dei rifiuti godono<br />

perché di un’impunità che finisce per danneggiare<br />

solo la collettività?Non sarà che l’inadeguatezza e le<br />

inefficienze dei sistemi di raccolta e della organizzazione<br />

dei servizi di igiene urbana provocano diseconomie per<br />

l’amministra ca e utili per le imprese appaltatrici?<br />

Non sarà che anche laddove si è accertato che le<br />

imprese sono morose e inadempienti verso la pubblica<br />

amministrazione la stessa tira avanti come se niente<br />

fosse, senza comminare le penali spesso previste nei<br />

capitolati speciali di appalto?<br />

Non sarà che le Amministrazioni debbono essere<br />

più lungimiranti e fare uno sforzo per ascoltare<br />

proposte e idee, talora interessanti, che provengono<br />

dalleassociazioni di volontariato e di categoria e dai<br />

cittadini tutti, prima di approntare un nuovo e diverso<br />

servizio di igiene urbana?<br />

Non sarà che da un confronto costruttivo e propositivo<br />

con le associazioni e i comitati di cittadinanza attiva<br />

possano emergere aspetti in grado di determinare, per<br />

il prossimo futuro, un cambio di rotta mantenendo e<br />

incrementando gli attuali livelli occupazionali, perché<br />

dalle economie di esercizio nascono inevitabilmente<br />

risorse finanziarie da spendere con profitto e intelligenza<br />

nell’interesse di tutti e non per consolidare i guadagni di<br />

pochi?<br />

Non sarà che certe ditte monopolizzano il sapere distorto<br />

sulla gestione dei rifiuti propinando alla ignara e ingenua<br />

pubblica amministrazione sciocchezze che vengono<br />

confuse con buone prassi?<br />

Conclusioni La soluzione definitiva al problema dei rifiuti<br />

è rappresentata dal perseguimento dei seguenti obiettivi:<br />

1. ridurre la produzione di rifiuti,<br />

2. incrementare le percentuali di raccolta differenziata dei<br />

rifiuti valorizzabili;<br />

3. riusare oggetti e sostanze evitando di disfarsene<br />

anzitempo e promuovere la pratica del compostaggio<br />

domestico;<br />

4. allestire centri di raccolta dei rifiuti urbani e speciali<br />

non pericolosi assimilabili agli urbani al fine di<br />

raggruppare i rifiuti valorizzabili conferibili direttamente<br />

dalle utenze domestiche;<br />

5. redigere i regolamenti comunali per l’assimilabilità<br />

dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani secondo<br />

precisi criteri di qualità e quantità;<br />

6. promuovere la cultura della progettazione partecipata<br />

che veda il coinvolgimento e l’ascolto di tutti gli<br />

stakeholder per implementare e migliorare il sistema<br />

di gestione dei rifiuti e redigere progetti di raccolta e<br />

trasporto dei rifiuti urbani;<br />

7. rivolgersi a professionisti qualificati di comprovata<br />

esperienza per redigere capitolati speciali d’appalto dei<br />

servizi di igiene urbana che prevedano penalità in caso di<br />

mancata osservanza degli obblighi contrattuali da parte<br />

delle imprese aggiudicatarie;<br />

8. nominare qualificati ed esperti direttori di esecuzione<br />

dei contratti, con obblighi e funzioni di vigilanza e<br />

controllo sull’andamento dei contratti di servizio;<br />

9. predisporre, a livello regionale, meccanismi di<br />

premialità e penalità che comportino una riduzione degli<br />

oneri di smaltimento dei rifiuti indifferenziati per le<br />

amministrazioni virtuose e il pagamento di more in caso<br />

di mancato raggiungimento di obiettivi prefissati;<br />

10. investire in ricerca e sviluppare tecnologie in grado<br />

di recuperare rifiuti che, altrimenti, sono inevitabilmente<br />

destinati a discariche o termovalorizzatori.<br />

AMBIENTE E TERRITORIO<br />

Andrea Alessandro Muntoni<br />

Laureato in Ingegneria per l’Ambiente<br />

e il Territorio presso l’Università<br />

degli Studi di Cagliari, si occupa<br />

da 20 anni di Acustica ambientale e<br />

architettonica e Rumore nei luoghi<br />

di lavoro, si interessa di misure di<br />

radioattività naturale e in particolare della misura<br />

della concentrazione di attività di radon. Da oltre 15<br />

anni svolge attività professionale a favore di Enti<br />

Pubblici e società a evidenza pubblica e privata.<br />

Collabora con Enti di ricerca universitaria e Ordini<br />

professionali. E’ docente in corsi di qualificazione in<br />

materia di difesa e tutela dell’ambiente e del territorio,<br />

protezione civile, acustica ambientale, gestione<br />

rifiuti, igiene e sicurezza sul lavoro. E’ autore di<br />

numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative.<br />

44 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

45


Biblioteca della sostenibilità<br />

VONGOLE FELICI<br />

di MaVi<br />

Editore Stampa Alternativa, pag 320, €18,00<br />

SALUTE DELL’HABITAT<br />

di Nicola Limardo<br />

Editore Anima Edizioni, pag 280, € 19,00<br />

SIAMO NATI IN CASA.<br />

di Elena Zaccherini<br />

Editore Stampa Alternativa pag 184 € 19,00<br />

certiFichiamo in armonia con la natura<br />

CCPB CertIfICa ProdottI BIoLogICI ed eCosostenIBILI<br />

deL settore agroaLImentare e no food<br />

MaVi, nome d’arte di una scrittrice impegnata<br />

nella divulgazione di temi ecopacifisti,<br />

prevede che, se non ci sarà un cambiamento<br />

nelle abitudini quotidiane, saremo condannati<br />

ad estinguerci per aver distrutto le nostre fonti<br />

di sostentamento e spiega come ogni giorno,<br />

a tavola, si possa essere dei rivoluzionari<br />

pacifici per entrare nell’era ecozoica, l’era<br />

della consapevolezza ecologica. Nelle<br />

ricette che si susseguono suddivise secondo<br />

le stagioni, viene dimostrato come si può<br />

mangiare leggero, con gusto, riducendo i<br />

consumi, e con un’alimentazione bilanciata.<br />

Piatti come le vongole felici o la matriciana<br />

ecozoica faranno ricredere sulle possibilità di<br />

una cucina alternativa e gustosa<br />

È il primo testo a carattere prettamente<br />

scientifico inerente la geobiologia ossia le<br />

interazioni che ci sono tra tutto quello che<br />

proviene dal sottosuolo, nocivo per la salute,<br />

e la vita. L’autore individua nelle radiazioni<br />

naturali le cause primarie di patologie psico<br />

fisiche e indica i rimedi per proteggersi a<br />

partire dalla salute dell’habitat operando<br />

attraverso la “diagnosi” e la successiva<br />

“terapia” delle abitazioni e di tutti gli altri<br />

edifici “sensibili” (ospedali, ecc.). Un<br />

metodo rivoluzionario ed efficace, frutto di<br />

anni di ricerca da parte dell’Autore, il quale<br />

si è avvalso di valenti esperti nel settore<br />

della medicina, della fisica, della chimica,<br />

dell’architettura e della geologi<br />

Il libro è centrato sul tema del parto in<br />

casa: intrecciando stili narrativi e registri<br />

diversi, dal memoire al saggio, dalla poesia<br />

al racconto buffo. Il manoscritto parla della<br />

nascita dei due figli dell’autrice, Elena<br />

Zaccherini, avvenuta in casa a Bologna;<br />

segue un percorso molto personale relativo<br />

al parto, vissuto come momento topico<br />

di recupero del sé femminile, in tutta la<br />

sua valenza intima e sociale. Il racconto<br />

è autobiografico, intreccia riflessioni<br />

approfondite sulla maternità e sui riti di<br />

passaggio, che questo evento straordinario<br />

racchiude, in primis la continua metamorfosi<br />

fino alla forma più alta della creazione: il<br />

dare alla luce un vita nuova.<br />

L’agroalimentare<br />

biologico<br />

Il biologico<br />

non food<br />

I prodotti<br />

eco-sostenibili<br />

CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />

per l’attività di controllo e certificazione dei<br />

prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />

CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />

nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />

con metodo bio, secondo gli standard<br />

internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />

Habitat e i nostri standard privati.<br />

CCPB certifica i prodotti agroalimentari<br />

e non, in base a standard nazionali e<br />

internazionali quali la produzione integrata,<br />

la detergenza, la rintracciabilità di filiera,<br />

GLOBALGAP, QS, la certificazione di<br />

prodotto e quella di sostenibilità.<br />

OLTRE LA SIEPE<br />

di Mauro Gallegati<br />

Editore Chiarelettere , pag 179, € 10,20<br />

ECOCENTRICA<br />

di Tessa Gelisio<br />

Editore Giunti, pag 352, € 12,90<br />

MANGIA COME PARLI<br />

di Cinzia Scaffidi<br />

Editore Slow Food pag.192 - € 14,50<br />

Controllo<br />

e Certificazione<br />

CCPB srl<br />

Società a Socio unico<br />

Via J. Barozzi 8<br />

40126 Bologna, italy<br />

tel +39 051 6089811<br />

Fax +39 051 254842<br />

ccpb@ccpb.it<br />

www.ccpb.it<br />

Oltre la Siepe è un libro che propone<br />

un cambio di paradigma, ovvero<br />

l’emancipazione dall’egemonia del lavorare<br />

e del vivere per consumare, sostituendo a<br />

questo malsano vortice, il gusto del vivere<br />

bene. Per far questo occorre riconoscere<br />

che il sistema della crescita quantitativa e<br />

illimitata è fallito e va modificato nella sua<br />

struttura per dare spazio ad un nuovo modo<br />

di ripensare e realizzare una economia di<br />

crescita vera, basata sulla distribuzione del<br />

reddito e su una qualità di vita in cui ogni<br />

individuo può immaginare e modificare il<br />

futuro, almeno in parte,<br />

Ecocentrica è una guida di facile lettura per<br />

apprendere come vivere meglio consumando<br />

meno e rispettando la natura. L’autrice<br />

orienta i lettori verso scelte ecosostenibili,<br />

senza rinunciare agli impegni quotidiani.<br />

L’importante è crederci e provare a fare<br />

qualcosa per la comunità in cui si vive,<br />

rendendola più adeguata ad un concetto di<br />

benessere allargato, spendibile e godibile.<br />

All’interno del testo, schede organizzate<br />

per temi, illustrano quali sostanze d’uso<br />

quotidiano siano dannose oppure non etiche<br />

e come sostituirle con prodotti in commercio<br />

o con semplici preparazioni casalinghe.<br />

Un libro che ci sospinge a riflettere sui<br />

nostri modi di vivere,su come li abbiamo<br />

o ce li hanno cambiati.Negli ultimi 50 anni<br />

il mondo è stato attraversato da profondi<br />

cambiamenti: nelle società occidentali si<br />

sono affermati nuovi modi di pensare, di<br />

produrre e di vivere; si è verificato un vero e<br />

proprio capovolgimento di paradigma che ha<br />

coinvolto anche il rapporto con le abitudini<br />

alimentari e persino il linguaggio, le cui<br />

parole hanno assunto nuovi significati.<br />

Il tutto per arrivare ad un approccio con il<br />

cibo più consapevole e sano.<br />

46 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

47


Ecologia in vetrina<br />

Idee, oggetti e materiali innovativi, ecocompatibili e dal design accattivante, dedicati al<br />

consumatore attento all’ambiente, ma che non rinuncia al glamour di un prodotto speciale.<br />

AZ. AGR. FORTUNATO ERRERA: PRODOTTI TIPICI E OSPITALITÀ “PANTESCHI”<br />

Chi non conosce Pantelleria ha l’occasione non solo di visitarla e di godere del sole e delle<br />

bellezze naturali, ma anche di gustare le specialità che questa terra offre. A partire da questo<br />

numero la Famiglia Errera si propone di diventare il punto di riferimento di <strong>Ecoideare</strong> e di<br />

Rinenergy sia per gli abitanti dell’isola che dei suoi ospiti. Oltre all’Albergo Bue Marino, di<br />

proprietà, sul bordo della scogliera, l’azienda agricola di famiglia commercializza da oltre<br />

50 anni tutti i prodotti tipici di Pantelleria: capperi, olio, origano, passito, spumante, miele<br />

d’uva, confetture extra di zibibbo, di gelsi, di arance e di limoni, caponata e pesto “panteschi”<br />

in sei varianti. A chi si dichiara lettore di <strong>Ecoideare</strong>, è riservato uno speciale trattamento, sia<br />

nell’acquisto dei prodotti che nell’ospitalità. tel. 338 3521837 www.fortunatoerrera.it<br />

EcoNews<br />

IAQSENSE CAPTA LE PARTICELLE TOSSICHE<br />

L’Unione Europea ha finaziato il progetto IAQSENSE, un programma di ricerca<br />

per la messa a punto di una nanotecnologia capace di rilevare le particelle tossiche<br />

presenti negli edifici ,e negli abitacoli dei veicoli. riuscendo a determinare in<br />

tempo reale e con esattezza la loro concentrazione per poter intervenire in caso<br />

di livelli pericolosi per la salute umana. IAQSENSE sfrutta una nanotecnologia<br />

di sensori wireless a base di ioni e funziona come uno spettrometro, separando<br />

e analizzando le concentrazioni di ciascun gas.. Il sistema di sensori contro<br />

l’inquinamento indoor è rivoluzionario non soltanto per l’affidabilità, ma anche<br />

per le ridotte dimensioni e il costo basso che lo rendono pratico e pronto per il<br />

mercato di massa.<br />

www.rinnovabili.it/ambiente/iaqsense-inquinamento-indoor-123/<br />

E’ STATA DEFINITA LA CAFFETTIERA PERFETTA<br />

Piccola e geniale questa nuova caffettiera è al contempo ecologica, economica e fa un<br />

caffè espresso incredibilmente cremoso come mai si è visto prima.<br />

Rispetta l’ambiente in quanto riciclabile al 95% e non usa cialde o capsule. Utilizza la<br />

polvere di caffè per la tradizionale moka e si riscalda con qualunque fonte di calore, per<br />

questo è adatta per la famiglia, il campeggio, la nautica, l’ufficio, il turismo itinerante.<br />

E’ in acciaio inossidabile ed ha 5 anni di garanzia perché il cuore del sistema è un<br />

nuovo dispositivo brevettato che non è soggetto ad usura.<br />

Kamira è un prodotto innovativo, nato in Sicilia “pizzo free”, ovvero aderisce ad<br />

AddioPizzo, l’associazione delle imprese libere dalle mafie.<br />

www.kamiraonline.com<br />

ORYZA RISO&RISOTTO APRE ANCHE A MILANO<br />

Dopo Vicenza e Torino apre a Milano, quartiere isola, la risotteria che<br />

prende il nome dal nome botanico della pianta (Oryza Sativa) di proprietà<br />

della storica Azienda Agricola Tenuta Castello, nel Vercellese che dal 1833<br />

produce riso delle migliori varietà. Il locale prende forma e si sviluppa<br />

tutto attorno al riso, dal piatto principale al dessert. Un nuovo modello di<br />

ristorazione in una formula giovane, veloce e informale ma, soprattutto,<br />

di qualità. Solo 55 i coperti per cui è consigliabile prenotare.<br />

Via Volturno 31 – Milano – tel 02 36742680<br />

La macchina ecologica per l’espresso cremoso<br />

The eco-friendly coffee machine for a creamy espresso<br />

www.kamiraonline.com<br />

AURELIA NICOLINI, ARTE E LEGNO<br />

Fin da piccola osservando il padre, restauratore artistico di mobili,<br />

ha pian piano preso confidenza con le varie tecniche (intarsio<br />

policromo, intaglio), rispettando gli antichi metodi di lavorazione<br />

con prodotti naturali, la cura dei dettagli, le specificità e la bellezza<br />

del materiale. Il legno, dice l’artista, è un materiale che vive anche<br />

dopo il suo taglio e richiede quindi una conoscenza e un amore<br />

particolari. Attraverso la lavorazione del legno Aurelia trasforma e<br />

manifesta la sua passione per la natura, realizzando oggetti e quadri<br />

che abbelliscono l’ambiente e lo arricchiscono di quella energia<br />

sacra che appartiene agli alberi. aurelia.nicolini83@gmail.com<br />

www.facebook.com/aurelia.nicolini<br />

CCPB + IMC<br />

UN ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE PIÙ FORTE<br />

La conferenza stampa del 10 aprile a Milano ha ufficializzato un vincolo<br />

inscindibile tra realtà leader del comparto bio italiano, un’aggregazione che<br />

darà vita ad un organismo di certificazione altamente qualificato e di elevata<br />

specializzazione. La fusione di IMC Istituto Mediterraneo di Certificazione con<br />

CCPB, storico certificatore del biologico italiano, è il traguardo di un percorso<br />

di partnership durato oltre dieci anni. L’unione delle due società è strategica e<br />

virtuosa con lo scopo di ottimizzare e sviluppare asset e competenze d’eccellenza<br />

e operatività nel settore dell’agroalimentare biologico www.ccpb.it<br />

GLIMMERS LA LAMPADA CAMALEONTICA<br />

Glimmers è la lampada da terra e da tavolo firmata dalla giovane designer Sharon<br />

Amoroso. E’ composta da sezioni a U della stessa forma, ma di diverse dimensioni,<br />

che possono chiudersi su se stesse ruotando intorno ad una lampada cilindrica.<br />

Con questo sistema semplice, è possibile regolare la quantità di luce emessa,<br />

massima con le sezioni chiuse una dentro l’altra, più diffusa quando sono aperte.<br />

Una lampada camaleontica che può modificarsi a seconda della luce naturale e<br />

delle esigenze di illuminazione dal design funzionale e al tempo stesso creativo.<br />

Glimmers è stata lanciata al Fuorisalone 2014 da Ecoepoque una start-up italiana<br />

che sostiene nuove idee di business con particolare attenzione alla sostenibilità<br />

attraverso l’utilizzo di materiali derivanti da processi di recupero e trasformati.<br />

www.ecoepoque.com<br />

IL CINQUE PER MILLE A GAIA<br />

Gaia Animali e Ambiente Onlus dal 1955 si batte per difendere animali<br />

e ambiente da cacciatori, inquinatori, commercianti di specie protette<br />

attraverso varie iniziative: sensibilizzazione contro l’abbondono di animali,<br />

denunce di malattratamenti, creazione di Uffici Diritti degli Animali presso i<br />

vari Comuni, informazioni su un corretto rapporto uomo-animali-ambiente,<br />

supporto legale. Basta una firma per dare un grande aiuto.<br />

Codice fiscale 97160720153 www.gaiaitalia.it<br />

48 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

49


LE NOSTRE CONVENZIONI<br />

Per essere sempre più vicini ai nostri associati, Rinenergy ha stretto una serie di accordi per proporre sconti<br />

e convenzioni a chi presenterà la tessera, nei seguenti esercizi commerciali o aziende.<br />

Ristorante Biologico Corte Regina<br />

Viale Monza 16 Milano<br />

Tel. 02 28381873<br />

www.cortereginabio.it<br />

Aperto mezzogiorno e sera, il Ristorante propone specialità della<br />

migliore tradizione emiliana: gnocco fritto con salumi, tortelli ripieni<br />

di verdure. Ampia scelta di vini biologici e di altissima qualità.<br />

sconto del 10% su pranzi o cene.<br />

Agriturismo Bio Villa Padura<br />

Via Matteotti,1 – Castellana Sicula (Pa)<br />

Tel. 0921 562180<br />

www.agriturismovillapadura.it<br />

Azienda biologica con piscina a copertura telescopica, ampio parco,<br />

sei camere. Sconto del 10% per soggiorni da aprile a novembre,<br />

gratis per bambini fino a 5 anni, 50% per<br />

bambini dai 6 anni. Sconto 15% su pranzi o cene<br />

OLTRE ALL’ENERGIA PULITA TRACCIATA,<br />

SERVIZI ESCLUSIVI DI GREEN MARKETING<br />

...al Grande Cerchio<br />

Via M. Buonarroti 8 - 20145 Milano<br />

Tel. 0248004737 - Fax: 024812079<br />

www.algrandecerchio.it<br />

Ristorante biologico, punto di riferimento per la cucina vegetariana<br />

e vegana. A cena verrà offerto il dessert o il dolce fatto in casa.<br />

Cascina Guzzafame<br />

20083 - Vigano di Gaggiano (Mi)<br />

Tel: 02 9086659 - Fax: 02 91390495<br />

info@cascinaguzzafame.it<br />

www.cascinaguzzafame.it<br />

Sconto del 10% sulla spesa effettuata in negozio e sconto del 10%<br />

sulla prima notte trascorsa nel Bed & Breakfast.<br />

Agriturismo La Manna di Zabbra<br />

C/da Zabbra - SP 130 al km 4.00 - 90010 Pollina(PA)<br />

Tel. 0921-910083 - Cell. 339-6328555<br />

info@lamannadizabbra.com<br />

www.lamannadizabbra.com<br />

A Modo... Bio<br />

Località Pian di Spagna 22010 Gera Lario (CO)<br />

Tel. 331 3058670<br />

ordini@amodobio.org<br />

www.amodobio.org<br />

Produzione e consegna a domicilio di frutta e verdura biologica.<br />

Si possono prenotare visite alla cascina in un luogo molto bello, a due<br />

passi dal lago dove si possono fare acquisti direttamente.<br />

Multiutility S.p.a.<br />

Gruppo Dolomiti Energia<br />

Palazzo Fermi, Via Enrico Fermi, 4 - 37135 Verona<br />

Tel. 045 826 20 11 - Fax 045 826 20 62<br />

info@multiutility.it - www.multiutility.it<br />

Servizi e soluzioni integrate a PMI e enti per energia elettrica e gas<br />

naturali. Riduzione dell’1% sulle tariffe offerte.<br />

Erboristeria Planerbe<br />

Corso di Porta Romana 123 - Milano<br />

tel. 02 54071428<br />

www.planerbe.it - info@planerbe.it<br />

C<br />

M<br />

Y<br />

CM<br />

MY<br />

Strumenti per comunicare la scelta “Green”<br />

è 100% digitale<br />

amico dell’ambiente<br />

Abbuono di una notte per ogni sette di pernottamento<br />

nell’agriturismo; un pasto gratuito ogni cinque persone al ristorante<br />

biologico; per minimo 50 euro di acquisto di prodotti biologici<br />

Manna delle Madonie, spese di spedizione abbuonate; superati i<br />

100 euro, ulteriore sconto del 10%.<br />

Naturiamo<br />

Via Caccialepori, 27 Milano<br />

Tel. 02 437498<br />

Cel. 392 8347597<br />

Prodotti naturali, trattamenti olistici, corsi e seminari.<br />

Riflessologia ZU, visite omeopatiche, iridologia, fiori di Bach,<br />

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