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Ecoideare Maggio Giugno N23

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Giorgio Nebbia<br />

Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />

uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />

Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto<br />

rilievo nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del<br />

chimico, dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />

mettono alcuni rifiuti nel cassonetto sbagliato, rendendo<br />

talvolta impossibile il riciclo dell’intero contenuto.<br />

Ciascuna frazione, abbastanza omogenea, di rifiuti (vetro,<br />

plastica, metalli, carta, eccetera) viene venduta (proprio<br />

così, esiste un vero commercio come se si trattasse di<br />

qualsiasi altra materia prima o merce) alle industrie<br />

che trasformano i rifiuti differenziati in nuove merci.<br />

Nella Comunità Europea ciascun rifiuto, dalla lampadina<br />

bruciata, alla bottiglia della conserva di pomodoro,<br />

al camion fuori uso destinato alla rottamazione, è<br />

classificato con un codice numerico CER (Catalogo<br />

Europeo dei Rifiuti, consultabile nel Testo Unico<br />

ambientale, il decreto 152 del 2006).<br />

Un rifiuto viene avviato allo smaltimento o al riciclo<br />

proprio sulla base di questo codice CER.<br />

Il riciclo è effettuato da industrie specializzate di cui<br />

sarebbe bene conoscere i processi se si vuole fare una<br />

raccolta differenziata veramente efficace.<br />

Recentemente una speciale commissione della<br />

Confindustria, l’associazione degli industriali, ha<br />

pubblicato lo studio: “Verso un uso più efficiente<br />

delle risorse” il cui testo è disponibile in internet e che<br />

potrebbe essere utile in molti corsi universitari, dal<br />

momento che molte fasi della caratterizzazione e del<br />

riciclo dei rifiuti richiedono controlli chimici e fisici,<br />

in qualche caso molto delicati. Dal documento citato<br />

appare, per esempio, che nella produzione vitivinicola<br />

si forma oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti<br />

dai quali potrebbero essere ottenuti gas combustibili o<br />

alcol etilico. Degli oltre sei milioni di tonnellate della<br />

carta e dei cartoni raccolti in maniera differenziata in<br />

Italia ogni anno, solo cinque entrano nei processi di<br />

produzione di nuova carta e in tali processi di riciclo<br />

si formano altri rifiuti: 400 mila tonnellate all’anno:<br />

fanghi di disinchiostrazione e di altro tipo, che finiscono<br />

nelle discariche o negli inceneritori. Fra le materie più<br />

difficili da riciclare ci sono le materie plastiche; quelle<br />

in commercio sono di molti tipi diversi, ciascuna con<br />

composizione chimica e ingredienti diversi, per cui una<br />

gran parte della plastica, anche raccolta negli appositi<br />

cassonetti, finisce nelle discariche<br />

(1,6 milioni di tonnellate) o negli inceneritori spesso con<br />

effetti inquinanti dell’atmosfera.<br />

Le attività di demolizione degli edifici e delle costruzioni<br />

producono ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di<br />

residui che, in gran parte, finiscono nelle discariche.<br />

La rottamazione e il riciclo delle varie componenti dei<br />

veicoli fuori uso comporta delicati problemi tecnici<br />

ed ecologici perché le varie parti dei veicoli delle<br />

varie marche hanno composizione chimica differente;<br />

comunque, nella rottamazione, oltre il 25 % del peso del<br />

veicolo finisce in un rifiuto, detto “fluff”, costituito da<br />

una miscela di materiali metallici come:<br />

ferro e alluminio, materie plastiche, gomma, vetro, fibre<br />

tessili, vernici,di difficile smaltimento.<br />

Gli inceneritori/termovalorizzatori dei rifiuti urbani, che<br />

tanto piacciono a molte amministrazioni locali, lasciano<br />

come residuo circa il 30 % di ceneri, in parte da smaltire<br />

in discariche speciali che non esistono in Italia,<br />

per cui devono essere esportate in Germania.<br />

Per farla breve: qualsiasi processo di trattamento e di<br />

riciclo dei rifiuti si lascia dietro inevitabilmente altri<br />

rifiuti e inquinamenti: lo stesso riciclo dei rifiuti richiede<br />

la soluzione di problemi chimici, tecnici, commerciali;<br />

argomenti di una vera e propria “Merceologia del<br />

riciclo”, il cui insegnamento e le cui conoscenze<br />

consentirebbero agli amministratori e agli imprenditori<br />

scelte meno costose e, a loro volta, meno inquinanti,<br />

capaci di creare nuova duratura occupazione: infatti, siate<br />

certi, la massa dei rifiuti da trattare aumenterà sempre.<br />

GIORGIO NEBBIA<br />

MERCEOLOGIA<br />

DEL RICICLO<br />

“Rifiuti”: poche parole vengono ripetute con maggiore<br />

frequenza anche da ciascuno di noi, a proposito delle<br />

proteste per i sacchetti di immondizie che si accumulano<br />

nelle strade, contro le discariche o gli inceneritori o a<br />

proposito della raccolta differenziata. I rifiuti sono il<br />

risultato inevitabile di qualsiasi operazione di produzione<br />

agricola o industriale e di consumo delle merci. Per<br />

limitarci ai rifiuti solidi, in Italia si tratta di circa 180<br />

milioni di tonnellate all’anno. 32 di rifiuti urbani, 50<br />

di rifiuti industriali, 70 di rifiuti delle attività di cave,<br />

miniere e residui di costruzioni, 28 di altri rifiuti. Nel<br />

complesso la vita quotidiana di ogni italiano comporta la<br />

produzione, ogni anno, di circa 500 chili di rifiuti urbani,<br />

di circa 3000 chili di rifiuti totali, pari a cinquanta volte<br />

il peso di ciascuno di noi. Per evitare l’uso inquinante<br />

delle discariche o degli inceneritori ai cittadini viene<br />

chiesto di effettuare una raccolta differenziata dei propri<br />

rifiuti domestici in modo da separare le componenti che<br />

potrebbero essere riciclati con minore effetto ambientale<br />

negativo, anzi con recupero di materiali economici, di<br />

“merci riciclate”, che altrimenti richiederebbero nuove<br />

materie prime tratte dalla natura. In generale però non<br />

viene adeguatamente spiegato in che cosa consiste il<br />

riciclo, un insieme di attività che coinvolge centinaia di<br />

aziende e diecine di migliaia di lavoratori, tecnologie<br />

talvolta raffinate e un grande giro di affari. Ciascuna<br />

delle frazioni di rifiuti, raccolti in maniera differenziata,<br />

viene dapprima ritirata da alcune imprese che effettuano<br />

una selezione per eliminare le componenti estranee:<br />

purtroppo infatti spesso molti cittadini, pur volonterosi,<br />

6 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />

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