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Giorgio Nebbia<br />
Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />
uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />
Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto<br />
rilievo nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del<br />
chimico, dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />
mettono alcuni rifiuti nel cassonetto sbagliato, rendendo<br />
talvolta impossibile il riciclo dell’intero contenuto.<br />
Ciascuna frazione, abbastanza omogenea, di rifiuti (vetro,<br />
plastica, metalli, carta, eccetera) viene venduta (proprio<br />
così, esiste un vero commercio come se si trattasse di<br />
qualsiasi altra materia prima o merce) alle industrie<br />
che trasformano i rifiuti differenziati in nuove merci.<br />
Nella Comunità Europea ciascun rifiuto, dalla lampadina<br />
bruciata, alla bottiglia della conserva di pomodoro,<br />
al camion fuori uso destinato alla rottamazione, è<br />
classificato con un codice numerico CER (Catalogo<br />
Europeo dei Rifiuti, consultabile nel Testo Unico<br />
ambientale, il decreto 152 del 2006).<br />
Un rifiuto viene avviato allo smaltimento o al riciclo<br />
proprio sulla base di questo codice CER.<br />
Il riciclo è effettuato da industrie specializzate di cui<br />
sarebbe bene conoscere i processi se si vuole fare una<br />
raccolta differenziata veramente efficace.<br />
Recentemente una speciale commissione della<br />
Confindustria, l’associazione degli industriali, ha<br />
pubblicato lo studio: “Verso un uso più efficiente<br />
delle risorse” il cui testo è disponibile in internet e che<br />
potrebbe essere utile in molti corsi universitari, dal<br />
momento che molte fasi della caratterizzazione e del<br />
riciclo dei rifiuti richiedono controlli chimici e fisici,<br />
in qualche caso molto delicati. Dal documento citato<br />
appare, per esempio, che nella produzione vitivinicola<br />
si forma oltre un milione di tonnellate di sottoprodotti<br />
dai quali potrebbero essere ottenuti gas combustibili o<br />
alcol etilico. Degli oltre sei milioni di tonnellate della<br />
carta e dei cartoni raccolti in maniera differenziata in<br />
Italia ogni anno, solo cinque entrano nei processi di<br />
produzione di nuova carta e in tali processi di riciclo<br />
si formano altri rifiuti: 400 mila tonnellate all’anno:<br />
fanghi di disinchiostrazione e di altro tipo, che finiscono<br />
nelle discariche o negli inceneritori. Fra le materie più<br />
difficili da riciclare ci sono le materie plastiche; quelle<br />
in commercio sono di molti tipi diversi, ciascuna con<br />
composizione chimica e ingredienti diversi, per cui una<br />
gran parte della plastica, anche raccolta negli appositi<br />
cassonetti, finisce nelle discariche<br />
(1,6 milioni di tonnellate) o negli inceneritori spesso con<br />
effetti inquinanti dell’atmosfera.<br />
Le attività di demolizione degli edifici e delle costruzioni<br />
producono ogni anno circa 50 milioni di tonnellate di<br />
residui che, in gran parte, finiscono nelle discariche.<br />
La rottamazione e il riciclo delle varie componenti dei<br />
veicoli fuori uso comporta delicati problemi tecnici<br />
ed ecologici perché le varie parti dei veicoli delle<br />
varie marche hanno composizione chimica differente;<br />
comunque, nella rottamazione, oltre il 25 % del peso del<br />
veicolo finisce in un rifiuto, detto “fluff”, costituito da<br />
una miscela di materiali metallici come:<br />
ferro e alluminio, materie plastiche, gomma, vetro, fibre<br />
tessili, vernici,di difficile smaltimento.<br />
Gli inceneritori/termovalorizzatori dei rifiuti urbani, che<br />
tanto piacciono a molte amministrazioni locali, lasciano<br />
come residuo circa il 30 % di ceneri, in parte da smaltire<br />
in discariche speciali che non esistono in Italia,<br />
per cui devono essere esportate in Germania.<br />
Per farla breve: qualsiasi processo di trattamento e di<br />
riciclo dei rifiuti si lascia dietro inevitabilmente altri<br />
rifiuti e inquinamenti: lo stesso riciclo dei rifiuti richiede<br />
la soluzione di problemi chimici, tecnici, commerciali;<br />
argomenti di una vera e propria “Merceologia del<br />
riciclo”, il cui insegnamento e le cui conoscenze<br />
consentirebbero agli amministratori e agli imprenditori<br />
scelte meno costose e, a loro volta, meno inquinanti,<br />
capaci di creare nuova duratura occupazione: infatti, siate<br />
certi, la massa dei rifiuti da trattare aumenterà sempre.<br />
GIORGIO NEBBIA<br />
MERCEOLOGIA<br />
DEL RICICLO<br />
“Rifiuti”: poche parole vengono ripetute con maggiore<br />
frequenza anche da ciascuno di noi, a proposito delle<br />
proteste per i sacchetti di immondizie che si accumulano<br />
nelle strade, contro le discariche o gli inceneritori o a<br />
proposito della raccolta differenziata. I rifiuti sono il<br />
risultato inevitabile di qualsiasi operazione di produzione<br />
agricola o industriale e di consumo delle merci. Per<br />
limitarci ai rifiuti solidi, in Italia si tratta di circa 180<br />
milioni di tonnellate all’anno. 32 di rifiuti urbani, 50<br />
di rifiuti industriali, 70 di rifiuti delle attività di cave,<br />
miniere e residui di costruzioni, 28 di altri rifiuti. Nel<br />
complesso la vita quotidiana di ogni italiano comporta la<br />
produzione, ogni anno, di circa 500 chili di rifiuti urbani,<br />
di circa 3000 chili di rifiuti totali, pari a cinquanta volte<br />
il peso di ciascuno di noi. Per evitare l’uso inquinante<br />
delle discariche o degli inceneritori ai cittadini viene<br />
chiesto di effettuare una raccolta differenziata dei propri<br />
rifiuti domestici in modo da separare le componenti che<br />
potrebbero essere riciclati con minore effetto ambientale<br />
negativo, anzi con recupero di materiali economici, di<br />
“merci riciclate”, che altrimenti richiederebbero nuove<br />
materie prime tratte dalla natura. In generale però non<br />
viene adeguatamente spiegato in che cosa consiste il<br />
riciclo, un insieme di attività che coinvolge centinaia di<br />
aziende e diecine di migliaia di lavoratori, tecnologie<br />
talvolta raffinate e un grande giro di affari. Ciascuna<br />
delle frazioni di rifiuti, raccolti in maniera differenziata,<br />
viene dapprima ritirata da alcune imprese che effettuano<br />
una selezione per eliminare le componenti estranee:<br />
purtroppo infatti spesso molti cittadini, pur volonterosi,<br />
6 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />
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