Ecoideare Marzo Aprile N28
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N°28 - MARZO/APRILE 2015<br />
N.28 - marzo/aprile 2015 - POSTE ITALIANE SPED.IN A.P. - D.L. 353/2003 CONV. L.46/2004, ART. 1, C. 1, DCB - MILANO<br />
NUTRIRE<br />
LA VITA<br />
ENERGIA PER IL PIANETA<br />
la consapevolezza<br />
STILI DI VITA<br />
Conoscenza e consapevolezza<br />
per il superamento dell’idea di<br />
felicità<br />
ALIMENTAZIONE ECOABITARE AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Nutrire la vita<br />
Speciale Fuorisalone 2015 Shale gas<br />
un’opzione insostenibile
incontri<br />
CHE CAMBIANO<br />
IL MONDO<br />
Editoriale<br />
Sostenibilmente<br />
Giorgio Nebbia<br />
Periodico culturale di informazione<br />
sullo sviluppo sostenibile<br />
SOMMARIO<br />
2<br />
3<br />
4<br />
pag. 16<br />
STILI DI VITA<br />
Conoscenza e consapevolezza - Franco Cirone<br />
Circuiti di credito - Alberto Gallo<br />
Benefici fiscali - Giuseppe Pappolla<br />
Idea Benessere - rubrica di Daniela Milano<br />
Prodotti alimentari, più attenzione alle etichette - Riccardo Nastasi<br />
Rapporto tra alimentazione e coscienza in oriente - Maestro Isidoro Li Pira<br />
6<br />
10<br />
12<br />
14<br />
15<br />
16<br />
pag. 20<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Nutrire la vita - Gianni Cavinato<br />
Lo sfuso tracciabile - Fabrizio Piva<br />
Cannabis mon amour, l’uso alimentare della canapa - Alessandro Pulga<br />
Ryouchef: Real food for Real people<br />
ECOABITARE<br />
L’acustiva passiva degli edifici - Andrea Alessandro Muntoni<br />
Speciale Fuorisalone Milano 2015 - a cura di Nicola Saluzzi<br />
Riqualificare gli edifici storici, Palazzo Accursio di Bologna - Giorgio Schultze<br />
18<br />
20<br />
22<br />
25<br />
26<br />
29<br />
34<br />
pag. 26<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Shale gas, un’opzione insostenibile - Vincenzo Lo Scalzo<br />
Del lago di Como ai paesaggi della Val Cavargna - Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
36<br />
40<br />
LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />
Guinzaglio si o no? - Claudia Taccani 42<br />
Le nostre convenzioni<br />
Ecologia in vetrina<br />
Econews<br />
Biblioteca della sostenibilità<br />
44<br />
46<br />
47<br />
48<br />
pag. 40<br />
fieramilanocity, M1 lotto fiera<br />
Milano<br />
13-15 MaRZo<br />
12ª fiera nazionale<br />
del consumo critico<br />
e degli stili di vita<br />
sostenibili<br />
seguici su<br />
il futuro<br />
è di chi lo fa<br />
ogni stand una storia: cibo, turismo, abbigliamento, cultura,<br />
pace, bambini, ritorno alla terra, prodotti vegan, bici, cosmesi,<br />
abitare: 700 realtà tutte da scoprire. E poi laboratori gratuiti,<br />
degustazioni, spettacoli e reading: tre giorni da non perdere!<br />
Rinenergy ® Associazione no profit per lo Sviluppo Sostenibile costituita il<br />
5.12.2007 con sede in Milano via Sardegna 57 - www.rinenergy.it<br />
Presidente: Nicoletta Cova<br />
È attiva nei seguenti settori: agricoltura biologica, salvaguardia delle riserve<br />
energetiche, economia del recupero, progettazione ecologica dei prodotti,<br />
nuove tecnologie, utilizzo di nuovi materiali, nuove professioni, benessere.<br />
Rinenergy ® comunica i propri valori attraverso pubblicazioni, incontri e<br />
internet. Nella ricerca di un nuovo valore sociale una particolare attenzione<br />
è dedicata agli animali d’affezione ed alla loro convivenza con l’uomo nel<br />
contesto urbano.<br />
Scelte e progetti sono avallati dal Comitato Scientifico composto da:<br />
Ing. Silvano Benitti | fonti rinnovabili – efficienza energetica<br />
Prof. Stefano Bocchi | cropping systems Università degli Studi di Milano<br />
Dr. Gianni Cavinato | tecnologia alimentare<br />
Dr. Franco Cirone | medico chirurgo ricercatore<br />
Prof. Marco Dezzi Bardeschi | urbanistica<br />
Ing. Andrea Alessandro Muntoni | ingegneria ambientale<br />
Prof. Giorgio Nebbia | ecologia<br />
Ing. Alberto Pianta | mobilità<br />
Dr. Fabrizio Piva | certificazione<br />
Dr. Rodrigo Rodriguez | imprenditore (Material Connexion Italia)<br />
Dr.ssa Paola Santeramo | agricoltura periurbana<br />
Dr. Dario Sonetti | biodiversità<br />
Dr. Alessandro Spadoni | chimica cosmetologica<br />
Prof. Roberto Spigarolo | UNIMI Facoltà di Agraria<br />
<strong>Ecoideare</strong><br />
Periodico culturale di informazione sullo sviluppo sostenibile<br />
Direzione, Amministrazione, Redazione<br />
Via Sardegna, 57 20146 Milano - tel. 02 36642800<br />
fax 02 36642803 - info@ecoideare.it - www.ecoideare.it<br />
Direttore editoriale: Nicoletta Cova (n.cova@rinenergy.it)<br />
Direttore responsabile: Edgar Meyer (direzione@ecoideare.it)<br />
Art Direction e impaginazione: Francesca Magnelli<br />
Redazione: Daniela Milano (redazione@ecoideare.it)<br />
Marketing e Sviluppo: Nicola Saluzzi (ecoideare@mediasecweb.it)<br />
Pubblicità e iniziative speciali: medias&c 348 7638654 - 02 36642800<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Mario Allodi, Valentina Castellani, Franco Cirone, Carlo Del Frati,<br />
Marzio <strong>Marzo</strong>rati, Andrea Alessandro Muntoni, Riccardo Nastasi, Giorgio Nebbia,<br />
Giuseppe Pappolla, Fabrizio Piva, Alessandro Pulga, Serenella Sala,<br />
Nicola Saluzzi, Giorgio Schultze, Claudia Taccani, RYouChef.<br />
<strong>Ecoideare</strong> è realizzata in collaborazione con Gaia Animali e Ambiente Onlus<br />
Testata registrata al Tribunale di Milano.<br />
Registro Stampa Periodica n. 60 - 13/02/2009.<br />
Stampa: Verde Smeraldo di Stefano Molinai – Via Fogazzaro,14<br />
21020 Varano Borghi (VA)<br />
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ECOIDEARE È AMICA DELL’AMBIENTE. QUESTA TESTATA È STAMPATA CON IL 100% DI ENERGIA PULITA SU CARTA CERTIFICATA FSC<br />
PROVENIENTE DA FORESTE DOVE SONO RISPETTATI DEI RIGOROSI STANDARD AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI.<br />
3
Consapevolezza e responsabilità<br />
Su invito del nostro Direttore,<br />
a cui rivolgiamo i nostri<br />
auguri di rapido ritorno<br />
agli impegni, ci assumiamo<br />
l’onere di redigere l’editoriale di<br />
questo numero.<br />
Il contesto internazionale è preoccupante,<br />
conflitti anche vicino a noi<br />
stanno modificando equilibri già<br />
precari. Non possiamo non chiederci<br />
quali sono le connessioni con le<br />
politiche energetiche e ambientali<br />
che coinvolgono il mondo in modo<br />
globale. Il nostro contributo, per<br />
quanto modesto, è quello di mettere<br />
in evidenza i temi che ci rendono<br />
cittadini consapevoli. Non a caso la<br />
consapevolezza è il tema che trasversalmente<br />
viene sviluppato da<br />
tutti coloro che firmano gli articoli<br />
di questo numero.<br />
<strong>Ecoideare</strong>, come strumento del nostro<br />
impegno culturale, tende a<br />
sensibilizzare e a far riflettere sui<br />
grandi problemi che attanagliano<br />
il pianeta: la fame nei paesi poveri,<br />
le risorse energetiche, il rispetto<br />
dell’ambiente, partendo dall’individuo<br />
come soggetto resposabile di<br />
tutte le scelte.<br />
Per l’anno 2015 la nostra scelta<br />
editoriale è stata quella di prendere<br />
spunto dal Maxi Evento. Infatti,<br />
già nel primo numero, si sarà notato<br />
che abbiamo affrontato i contenuti<br />
di EXPO 2015, invertendo le parole<br />
chiave, e continueremo nei prossimi<br />
numeri a seguire questa logica svolgendo<br />
il tema da altre angolazioni.<br />
Con questo numero nuove firme<br />
sono entrate a far parte del gruppo<br />
dei collaboratori con nuove competenze:<br />
Vincenzo Lo Scalzo ci parla<br />
di un’opzione, per noi molto critica,<br />
lo shale gas, come alternativa<br />
di approvvigionamento energetico<br />
e Alberto Gallo ci introduce ad un<br />
nuovo modello economico. Riprende<br />
a scrivere con noi Gianni Cavinato<br />
che descrive il rapporto tra gli<br />
Editoriale<br />
elementi chimici naturali del nostro<br />
organismo e il senso di consapevolezza<br />
e responsabilità.<br />
Di grande attualità la trattazione<br />
della cannabis, da parte di Alessandro<br />
Pulga, come prodotto dai mille<br />
usi tra cui quello alimentare.<br />
Al “Centro del mondo” è Milano<br />
tra gli eventi del Fuorisalone e l’imminente<br />
Expo, a cura di Nicola Saluzzi.<br />
Franco Cirone si toglie l’abito<br />
del medico nutrizionista e ci offre<br />
uno sguardo profondo, da psicoterapeuta,<br />
sull’evoluzione del rapporto<br />
io-società come fondamento per<br />
raggiungere consapevolezza azzardando<br />
il concetto di superamento<br />
della felicità.<br />
Giorgio Nebbia, il nostro “faro”, ci<br />
illumina sulla “vendetta della carta”<br />
nel trasmettere la memoria del<br />
mondo.■<br />
Il comitato di redazione<br />
Buona lettura!<br />
“La cura dell’ambiente non è un<br />
movimento o un’ideologia, è il nostro<br />
prossimo gradino evolutivo”.<br />
(Daniel Goleman)<br />
Sostenibilmente<br />
a cura del Gruppo di Ricerca sullo Sviluppo Sostenibile (GRISS) dell’Università degli Studi di Milano Bicocca<br />
LA BIO-ECONOMY E LE BIORAFFINERIE:<br />
ISTRUZIONI PER L’USO<br />
di Serenella Sala e Valentina Castellani<br />
Nelle strategie di produzione e<br />
consumo sostenibili, emerge<br />
sempre più frequentemente la<br />
cosiddetta bio-economy, ovvero<br />
l’economia basata sull’eco-innovazione<br />
orientata allo sviluppo e alla produzione<br />
di prodotti innovativi a partire da materie<br />
prime biologiche -conosciuti anche come<br />
prodotti “bio-based”- volti a sostituire i<br />
prodotti più tradizionali, basati sull’utilizzo<br />
di materie prime di origine fossile.<br />
La parola “bio-based” si riferisce, infatti,<br />
a prodotti che utilizzano materie prime<br />
biotiche -le biomasse-, come ad esempio il<br />
legno delle piante, le bioplastiche ottenute<br />
dalla lavorazione di colture agricole (o<br />
dei loro scarti), gli ingredienti funzionali<br />
prodotti a partire dagli scarti di produzione<br />
dell’industria alimentare, gli ingredienti<br />
cosmetici prodotti a partire da materie<br />
prime vegetali e in generale tutti i prodotti<br />
basati sull’utilizzo di una o più materie<br />
prime rinnovabili.<br />
Questa definizione comprende molte applicazioni<br />
possibili all’interno diversi segmenti<br />
di mercato, che mostrano tutti una<br />
tendenza in crescita negli ultimi anni.<br />
I prodotti della bio-economy, pur partendo<br />
da una o più materie prime naturali, necessitano<br />
comunque di un processo produttivo<br />
di tipo industriale, che talvolta è persino<br />
più complesso di quello necessario<br />
per i corrispondenti prodotti “tradizionali”<br />
ottenuti da fonti fossili. Questi processi di<br />
trasformazione avvengono nelle bioraffinerie.<br />
L’Enciclopedia Treccani definisce la bioraffineria<br />
come l’“Impianto in cui si compiono<br />
le operazioni sulle biomasse per<br />
ottenere energia, combustibili, prodotti<br />
chimici e materiali”. Si tratta di veri e propri<br />
impianti industriali analoghi a quelli<br />
delle industrie chimiche tradizionali, ma<br />
che utilizzano differenti materie prime e le<br />
sottopongono a trasformazioni successive,<br />
più o meno complesse a seconda del materiale<br />
di partenza e del prodotto che si vuole<br />
ottenere. Per questo motivo, non possiamo<br />
dare per scontato che qualsiasi prodotto<br />
bio-based possa essere considerato sostenibile<br />
a priori, e soprattutto che la bio-economy<br />
sia una soluzione ad “impatto zero”.<br />
D’altra parte, lo sviluppo della bio-economy<br />
può garantire benefici ambientali<br />
notevoli, sia grazie alla riduzione dell’uso<br />
di materie prime fossili, sia perché, soprattutto<br />
nelle bioraffinerie di seconda e terza<br />
generazione, si utilizzano materie prime<br />
rinnovabili ricavate da scarti di altre filiere<br />
produttive (sia agricole -ad esempio per<br />
la produzione di biocarburanti che industriali-<br />
ad esempio il recupero di sostanze<br />
funzionali dagli scarti delle lavorazioni di<br />
prodotti alimentari, a loro volta utilizzate<br />
come ingredienti di prodotti alimentari,<br />
farmaceutici o cosmetici).<br />
Dunque come valutare un prodotto<br />
“bio-based” per quanto riguarda la sua<br />
sostenibilità ambientale?<br />
Nella letteratura scientifica sono presenti<br />
numerosi studi che affrontano questo problema,<br />
ad esempio valutando gli impatti<br />
durante tutta la filiera produttiva, effettuando<br />
studi di ciclo di vita (Life Cycle<br />
Assessment-LCA) su queste tipologie di<br />
prodotti.<br />
Pur essendo i risultati di questi studi altamente<br />
dipendenti dalla specifica filiera<br />
considerata, è tuttavia possibile identificare<br />
alcuni criteri generali che permettono<br />
di stimare a priori le potenziali criticità o<br />
i benefici di una determinata tipologia di<br />
prodotto che utilizza materie prime rinnovabili.<br />
In primo luogo, è importante considerare<br />
che spesso le materie prime rinnovabili<br />
non sostituiscono completamente quelle<br />
fossili, soprattutto in prodotti complessi<br />
come i cosmetici o le formulazioni farmaceutiche.<br />
È dunque importante valutare<br />
quanto le materie prime fossili sostituite<br />
incidano sull’impatto totale generato<br />
dal prodotto di partenza (quello prodotto<br />
in modo tradizionale), e quindi quanto la<br />
soluzione di eco-innovazione (prodotto<br />
bio-based) possa ridurre gli impatti totali.<br />
Un altro criterio rilevante è la tipologia di<br />
materia prima rinnovabile che si vuole utilizzare:<br />
ovviamente, il recupero di scarti<br />
di altre filiere produttive (in un’ottica di<br />
simbiosi industriale) è preferibile rispetto<br />
all’utilizzo di biomasse coltivate appositamente<br />
(ad esempio, in colture agricole<br />
dedicate). La scelta di materie prime da<br />
recupero, soprattutto nel caso di colture<br />
agricole) permette anche di risolvere il ben<br />
noto problema della competizione nell’uso<br />
del suolo da parte di colture dedicate<br />
alla bio-economy rispetto alle colture dedicate<br />
alla produzione alimentare.<br />
Infine, un altro risultato comune a tutti<br />
gli studi riguarda la complessità delle lavorazioni<br />
necessarie per trasformare la<br />
biomassa di partenza nella materia prima<br />
adatta alla filiera produttiva di riferimento,<br />
ovvero a garantirle proprietà funzionali<br />
pari o superiori rispetto a quelle della<br />
materia prima fossile che viene sostituita.<br />
Poiché le bioraffinerie, come detto in precedenza,<br />
sono industrie in cui avvengono<br />
processi chimici industriali, più semplice<br />
sarà la trasformazione necessaria, minori<br />
saranno gli impatti connessi a questi processi<br />
produttivi, e quindi migliore risulterà<br />
il profilo del prodotto “bio-based” finale.<br />
In sintesi, più le bioraffinerie saranno in<br />
grado -grazie alla continua ricerca nel<br />
campo dell’eco-innovazione- di proporre<br />
prodotti e processi innovativi, passando<br />
dalla semplice sostituzione di materie<br />
prime fossili con materie prime rinnovabili<br />
all’innovazione totale dei processi<br />
(ad esempio, con reazioni chimiche che<br />
limitino al minimo l’utilizzo di solventi<br />
e sostituiscano il più possibile i reagenti<br />
tradizionali con alternative derivate dalla<br />
ricerca sulla “green chemistry”), maggiori<br />
saranno i benefici garantiti da prodotti e<br />
processi della bio-economy.■<br />
5
Giorgio Nebbia<br />
Prosegue la collaborazione con l’associazione Gaia Italia e Giorgio Nebbia,<br />
uno dei padri nobili del movimento ambientalista italiano e internazionale.<br />
Giorgio Nebbia è stato -ed è ancora- uno dei protagonisti di assoluto rilievo<br />
nello studio della questione ambientale, affrontata nell’ottica del chimico,<br />
dell’economista e del merceologo. nebbia@quipo.it<br />
LA<br />
VENDETTA<br />
DELLA<br />
CARTA<br />
Io non riesco a leggere delle lettere<br />
importanti scritte anni fa -ha detto Cerfperché<br />
i programmi con cui sono state<br />
scritte non esistono più.<br />
Ancora peggio non riesco ad accedere a<br />
testi scritti originariamente su nastri<br />
magnetici perché gli ossidi di ferro<br />
hanno perso la magnetizzazione o perché<br />
non ci sono più strumenti per leggerli.<br />
Qualche settimana fa Vinton Cerf, il padre di Internet e<br />
grande autorità dell’informatica, ha tenuto una conferenza<br />
nella città universitaria tedesca di Heidelberg<br />
sul tema: “Come conservare i dati digitali”.<br />
La modernizzazione della società passa attraverso la diffusione<br />
dei sistemi elettronici di telecomunicazione, dai computer ai telefoni<br />
cellulari, a cui sono affidati pensieri, messaggi e innumerevoli<br />
testi, dalle lettere personali a libri e articoli scientifici, a<br />
fotografie, a dati relativi alle infinite attività umane come rilevamenti<br />
dell’inquinamento, dati meteorologici, fino alle denunce<br />
delle tasse e a documenti della pubblica amministrazione.<br />
Fino a quando riusciremo a ritrovare e consultare questi documenti<br />
digitali? “Io non riesco a leggere delle lettere importanti<br />
scritte anni fa - ha detto Cerf - perché i programmi con cui sono<br />
state scritte non esistono più. Ancora peggio non riesco ad accedere<br />
a testi scritti originariamente su nastri magnetici” perché gli<br />
ossidi di ferro hanno perso la magnetizzazione o perché non ci<br />
sono più strumenti per “leggerli”.<br />
Grandi sforzi sono stati e vengono continuamente fatti per informatizzare<br />
uffici, archivi e biblioteche e per affidare a supporti<br />
informatici i propri scritti. L'informatizzazione è stata ed è di<br />
grandissima importanza.<br />
Non c'è dubbio che il possesso di un computer e di un collegamento<br />
con Internet permette a qualsiasi persona, dovunque si<br />
trovi, e in qualsiasi ora del giorno e della notte, di accedere ad<br />
una massa incredibile di informazioni. La conoscenza così assicurata<br />
è certo liberatoria e anzi rivoluzionaria, accessibile anche<br />
alle classi meno abbienti, a coloro che non possono andare di<br />
persona nelle biblioteche pubbliche e negli uffici.<br />
Comincia però a circolare qualche preoccupazione sulla "durata"<br />
delle informazioni e conoscenze affidate alle misteriose ultramicroscopiche<br />
sequenze di segnali magnetici depositati su un<br />
supporto di pochi grammi di plastica e metalli vari. I primi computer<br />
personali affidavano i dati a dischetti flessibili da "cinque<br />
pollici e un quarto"; i messaggi si "depositavano" su tali dischetti<br />
traducendo le lettere e i segni in segnali magnetici mediante<br />
"programmi" come Wang, WordStar e poi varie versioni di Windows,<br />
ecc. I progressi dell'elettronica hanno permesso di "compattare"<br />
le informazioni su dischetti più piccoli, da "tre pollici<br />
e mezzo" e poi ancora su dischi magnetici, capaci di contenere<br />
molte più informazioni ma che potevano essere “letti” soltanto<br />
con computer differenti. Senza contare che anche i "dischi" si<br />
deteriorano, sono soggetti ad attacchi di parassiti; nei climi caldi<br />
sono letteralmente mangiati da funghi; in alcuni casi lo strato<br />
magnetico è alterato dall'inquinamento.<br />
Non solo, quando un computer cominciava a fare le bizze (io ne<br />
ho cambiati otto o nove in trenta anni) bisognava sostituirlo e il<br />
nuovo spesso non era capace di "leggere" quello che era stato<br />
scritto con il computer precedente e che si doveva considerare<br />
"perduto" se non veniva trasferito su un supporto magnetico leggibile<br />
dal nuovo computer. Bisognava così ricorrere a dei professionisti<br />
capaci di estrarre dai vecchi supporti magnetici e dai<br />
vecchi computer le informazioni scritte con programmi e macchine<br />
ormai in disuso; dei recuperatori di testi nascosti simili ai<br />
monaci che copiavano a mano su carta i testi greci e latini scritti<br />
su pergamena, sparsi nelle biblioteche medievali.<br />
Cerf ha suggerito di creare musei di computer di moltissimi tipi,<br />
capaci di leggere parole e immagini registrate con sistemi operativi<br />
dimenticati, e archivi dei codici di linguaggio (alcuni noti<br />
solo ai produttori) con cui sono stati scritti i sistemi operativi,<br />
da tenere continuamente aggiornati ed efficienti, se non si vuole<br />
diventare “fantasmi nella storia”. Anche molti testi “pubblicati”<br />
su Internet appena pochi anni fa non si trovano più o perché il<br />
sito che li ospitava ha cambiato nome o localizzazione o perché<br />
sono stati cancellati; molti non si trovano più neanche nello speciale<br />
Internet Archive che pur cerca di conservarne una parte. La<br />
stessa crescente diffusione dei libri elettronici, meno costosi di<br />
quelli di carta, più “ecologici” perché permettono di non tagliare<br />
alberi e di inquinare di meno le acque, ci induce a porci la stessa<br />
domanda: fino a quando saranno leggibili ?<br />
Un problema non banale come dimostra il fatto che nel 2013<br />
l’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Istruzione,<br />
la Scienza e la Cultura, ha riunito a Vancouver 400 bibliotecari<br />
di tutti i paesi per discutere su come conservare la memoria del<br />
mondo nell’era digitale. C’è il rischio che fra pochi decenni i<br />
nostri figli e nipoti restino ciechi e sordi davanti a quello che<br />
noi oggi avevamo scritto, detto, raccolto, fotografato e registrato<br />
per loro, tanto più, ha detto ancora Cerf nella sua conferenza,<br />
che dell’importanza di una informazione spesso ci si rende conto<br />
soltanto dopo secoli.<br />
Con tutti i nostri progressi, finora soltanto l'invenzione della<br />
stampa a caratteri mobili di Gutenberg (1450) e la diffusione<br />
della carta hanno permesso di riprodurre testi duraturi; esistiamo<br />
e comunichiamo grazie a queste due invenzioni che ci permettono<br />
di trovare e leggere, come se fossero scritti ieri, libri e giornali<br />
e immagini “vecchi” anche di centinaia di anni.<br />
Voi dite quello che volete, ma io un testo digitale che mi sta a<br />
cuore, che vorrei fosse leggibile ancora fra trent’anni, me lo<br />
stampo su carta.■<br />
7<br />
GIORGIO NEBBIA
CONOSCENZA E<br />
CONSAPEVOLEZZA<br />
per il superamento<br />
dell’idea di felicità<br />
STILI DI VITA<br />
di Franco Cirone<br />
Medico Piscoterapeuta Ricercatore<br />
La conoscenza di sè stessi, la consapevolezza<br />
di come siamo, di ciò che siamo, di volta in<br />
volta, nelle varie situazioni e nei veri momenti<br />
dell’esistenza, sono pratiche e tematiche sempre<br />
da nominare e sempre da praticare.<br />
Con il linguaggio quotidiano della chiacchiera (inutile<br />
e dannosa), ci allontaniamo dal pensare e fare ciò<br />
che è tipicamente umano: essere nella consapevolezza<br />
di ciò che siamo e intraprendere intenzionalmente<br />
un percorso individuale e collettivo di conoscenza. Conoscenza<br />
della natura umana, della natura della mente, del carattere e della<br />
personalità, del nostro essere nel mondo. Un mondo che è mondo<br />
per noi.<br />
Il mondo è costruito innanzitutto a partire da come siamo, da che<br />
disposizione e inclinazione (emotiva e pensante) abbiamo.<br />
Ma la conoscenza di noi ci riguarda davvero come destino di<br />
esseri umani? Occuparci di noi, l’impegno di sapere di noi, dovremmo<br />
sentirlo, percepirlo come un’etica e un abito da assumere<br />
volontariamente, per muoverci e soggiornare (ethos) in un<br />
certo modo? Il modo e i modi sono le pratiche e gli abiti che col<br />
tempo impariamo a indossare.<br />
La cosa per cui essere esperti e consueti, più di ogni altra, cioè<br />
noi, diventa nella realtà la meno praticata, la più dimenticata.<br />
Gli anni passano, il tempo scorre e non c’è traccia o poca di<br />
quel divenire, come invece accade per altre occupazioni umane.<br />
Diventiamo sempre più competenti in qualche cosa, meno che<br />
meno nella cosa che decide quotidianamente delle nostre scelte<br />
e azioni: la competenza di quell’ente che è il nostro essere.<br />
Che tipo di soggiorno vogliamo riservare a noi e agli altri?<br />
Il nostro modo di vivere, i nostri comportamenti, le azioni e<br />
i modi di pensare, li condividiamo, così come li abbiamo impostati?<br />
Pensiamo che si possa mettere mano a questo magma<br />
incandescente e spesso confuso (agito da belle intenzioni che<br />
naufragano nel mare emotivo, spesso incontrollato), che è la<br />
nostra esistenza? Siamo capaci di operare una trasformazione<br />
intenzionale e consapevole della nostra vita, pensando che tutto<br />
ciò abbia un senso per noi?<br />
Parlare di soggiorno, di etica del fare, è pensare a questa possibilità<br />
di essere in un certo modo e intravedere questa credenza,<br />
questa certezza come utile. Credenza e certezza di essere nel<br />
mondo come un essere che è consapevole di esserci.<br />
Il soggiorno, tipicamente umano, implica questa credenza<br />
consapevole. Evitare di metterci nella possibilità di conoscere<br />
quell’oggetto della conoscenza che è il soggetto stesso, che siamo<br />
noi, ci predispone inevitabilmente alla sofferenza.<br />
In un mondo proprio così costituito, fatto di uomini di un certo<br />
tipo, come siamo abituati a incontrarli (che siamo sempre noi),<br />
occorre poter fare qualcosa, per credere che siamo altro e oltre.<br />
Siamo anche quello che vediamo ma c’è qualcos’altro, al di qua<br />
delle parole, dentro le parole, con le parole e oltre le parole.<br />
Qualcosa che ancora non abbiamo capito, ma che da sempre<br />
chiede con forza di essere svelato e ascoltato. Inaudibile la sua<br />
voce, inascoltata ma soprattutto inosabile il suono, forse troppo<br />
nuovo per essere riconosciuto come appartenente all’uomo<br />
nuovo. Osare per vedere è conoscere. Dobbiamo fare sentire il<br />
richiamo dell’uomo all’uomo e rendere l’uomo comune pronto<br />
per diventare altro.<br />
Temi desueti e ostici per noi, stanchi di desiderare e di sognare.<br />
Domande non poste, ancora meno praticate nei vari ambiti delle<br />
nostra vita, soprattutto nei nostri incontri individuali. Cose<br />
che però ci appartengono e ci riguardano da vicino. Ma proprio<br />
nell’essere così vicini, ci capita sistematicamente di non vederli,<br />
di non vederci, come quando non ci accorgiamo delle esigenze e<br />
dei bisogni di chi ci sta accanto.<br />
Non vediamo ciò che è troppo vicino, come capita per la visione<br />
di noi. La visione (vidya, conoscenza) necessita della distanza<br />
adeguata e della giusta disposizione intenzionale (clinamen)<br />
perché accada. La conoscenza diviene così cammino di consapevolezza<br />
e noi consapevoli della consapevolezza stessa. Si apre,<br />
da qui, il velo di maya delle illusioni (disvelamento, alètheia), si<br />
squarcia il mondo illusorio, costruito dalla mente non consapevole.<br />
Il mondo dell’ignoranza ontologica, del non sapere di noi,<br />
in cui eravamo rigettati, perche assente la luce (visione).<br />
Ignoranza della nostra condizione umana, rimossa e coperta dal<br />
chiasso della voce rumorosa dell’io.<br />
L’io parla ma non sente la voce autentica, dell’essere che noi<br />
siamo, oscurandoci la visione.<br />
Incapaci di vedere le cose e sordi a sentire il linguaggio che siamo,<br />
produciamo suoni inauditi, senza senso, che non significano<br />
nulla, signifying nothing (Macbeth:…Out, out, brief candle!<br />
Life’s but a walking shadow, a poor player that struts and frets<br />
his hour upon the stage and then is heard no more. It is a tale<br />
told by an idiot, full of sound and fury, Signifying nothing…<br />
Shakespeare)<br />
Con la vista (visione) e il riconoscimento dell’ambiente interiore,<br />
inizia il viaggio della conoscenza, il cammino da intraprendere<br />
e la direzione da dare, sapendo che la meta è il cammino<br />
stesso. Non ci sarà approdo così sicuro, come nei nostri soliti<br />
cammini consueti. Questo cammino esistenziale e intenzionale<br />
si fonda su certezze particolari che fanno da guida a un cammino<br />
meno certo, il cui fondamento è innanzitutto una pratica, un contesto<br />
da creare e da vivere, in un rimando costante e assiduo, con<br />
assunti, credenze, certezze di continuo messe alla prova.<br />
È come fare di continuo traslochi dei nostri abiti e delle nostre<br />
certezze, magari sullo stesso piano abitativo (sullo stesso pianerottolo<br />
di senso) mai lo stesso, ma molto simile.<br />
La differenza è l’appartenenza al medesimo mondo, che si manifesta<br />
in forme differenti, simili (omoios), mai identiche e uguali<br />
(idem). In questa differenza sta la vicinanza con l’uguale movimento<br />
della vita, il divenire nell’essere.<br />
Argomenti e pratiche spesso escluse perché rimosse e allontanate<br />
per paura di vedere qualcosa di noi, da cui scappiamo con terrore<br />
e angoscia. Proviamo diffidenza, non ci fidiamo abbastanza<br />
delle nostre sensazioni e intuizioni riguardo a ciò che sentiamo,<br />
abituati come siamo a coprire, non voler vedere e rimuovere dalla<br />
mente e dalla coscienza tutto ciò che pensiamo possa darci<br />
fastidio.<br />
Ecco il nostro tragico operare e parlarci: proviamo fastidio per<br />
ciò che non ci consola, approva, gratifica, fa stare bene, allontanandoci,<br />
scappando, fuggendo dall’impegno e dalla volontà di<br />
operare un lavoro personale, considerandolo come difficile se<br />
non inutile, disturbante, vecchio, pesante, sofferente, non diver<br />
8 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
9
tente. Insomma una cosa da evitare il più possibile. Magari di cui<br />
parlare come chiacchera di moda, in modi da chiacchera.<br />
Incarniamo forse troppo, il ruolo del bambino capriccioso e permaloso,<br />
rigido e tragico, fragile, spietato, indifferente e inautentico,<br />
che si muove nel mondo come se il mondo non gli appartenesse,<br />
come se il mondo non fossimo noi. Sembriamo degli<br />
inesperti di un sapere che è il sapere dei saperi: il sapere di noi.<br />
Invece ci rivestiamo, piuttosto maldestramente, di maschere e<br />
armature tragicomiche, come dei malcapitati sulla terra, sempre<br />
all’erta, traboccanti di paura. Spesso sembriamo muoverci goffamente<br />
in un terreno non nostro, come sul precipizio di una crisi<br />
di nervi, autoprogrammati ad aggredire, ad autopunirsi, spesso<br />
incapaci di autentica benevolenza, aspettandoci, ancora una volta,<br />
di essere compresi, amati e importanti agli occhi degli altri.<br />
Ma, se le cose stanno così, cosa vogliamo fare?<br />
Possiamo scappare anche via da qui, da noi, per andare in una<br />
presunta terra nuova e incontaminata, anche lontano dalle tradizioni<br />
dove siamo nati e cresciuti, pensando di essere più felici.<br />
Pensare di andare da qualche oriente, rivestirci di rituali scambiati<br />
per nuovi e diversi, dimenticando l’origine e la provenienza,<br />
è come credere di essere liberi andando via da casa, lontano<br />
dai genitori. Scopriremo, col tempo, che dentro di noi è la casa,<br />
la nostra origine e il fondamento da cui partire. Pronunceremo in<br />
modo diverso la parola libertà e potremo parlare del valore di ciò<br />
che abbiamo lasciato (la casa del padre) dopo averlo perduto.<br />
Proveremo nostalgia (dolore del ritorno) quando ne sentiremo<br />
la mancanza (penìa), che è la mancanza di noi, quando stavamo<br />
con loro, nell’età mitica delle identificazioni e dell’assenza del<br />
tempo. Ma la pratica della memoria (ardua e necessaria) di chi<br />
siamo stati, nelle varie epoche della vita e di cosa ci è successo,<br />
ci consegna all’età dell’oro, quella della consapevolezza, in cui<br />
siamo ora, se solo inauguriamo ogni giorno questa meditazione<br />
in azione.<br />
Coscienti e lucidi, della fatica e della provenienza del viaggio<br />
compiuto, avvertiamo la natura costitutiva della mancanza<br />
di qualche cosa, presente come limite e anche come grandezza.<br />
Sempre qualcosa ci manca. Mai niente e nessuno riuscirà a colmarla.<br />
Credere che succeda è ancora un dolce residuo, un caro<br />
ritorno della mitica infanzia del mondo, che si presenta inevitabile<br />
a farci giocare ancora per un po’. Il nostro naturale bisogno<br />
di riempire il vuoto mai verrà soddisfatto. Un altro vuoto è alle<br />
porte, per ricordarci che siamo esseri umani nella possibilità di<br />
qualcosa di mai concluso.<br />
Ritornare a casa, con un po’ di dolore-del-ritorno nel cuore e con<br />
un po’ di senso di gratitudine, nonostante tutto, è come fare festa.<br />
La consapevolezza (anima cosciente), che si aggira spesso nei<br />
nostri paraggi, per farci sapere chi siamo e chi possiamo essere,<br />
potrebbe riservarci delle inaspettate sorprese. Semplicemente e<br />
senza solennità può farci accedere alla gioia.<br />
Conoscendo la natura impermanente e mutevole delle cose e<br />
della mente potremmo trovarci, col tempo, a percepire il gusto<br />
di esserci. Andando dove andiamo porteremo sempre (in qualunque<br />
soggiorno soggiorneremo), con noi, noi stessi, le nostre credenze,<br />
i nostri presupposti più o meno visti, che sono e saranno<br />
sempre la causa, incausata, delle nostre tonalità emotive, della<br />
eventuale sofferenza e infelicità.<br />
Proprio ciò che vogliamo possedere così ardentemente è proprio<br />
ciò che ancora causa sofferenza: la ricerca sofferente della felicità,<br />
che comporta una inevitabile sofferenza a noi e agli altri.<br />
E ancora la maschera, il gioco delle maschere, e delle parti, del<br />
solito carnevale malinconico, continua a possederci e a stordirci.<br />
La via della rimozione (e della negazione), soprattutto della<br />
sofferenza, è ancora implacabilmente all’opera, salda e subdola<br />
nell’allontanare dal nostro campo di coscienza la pratica più utile<br />
e più drammatica da realizzare ora e sempre: stare col dolore,<br />
essere cedevoli e fragili nell’accoglierlo. (Rilke ricorda che solo<br />
il cuore ferito, che conosce la perdita, non ingenuo e non protetto,<br />
può provare compassione, è capace di sentire).<br />
L’uomo drammatico (che finalmente ha iniziato il cammino)<br />
vede il dramma interiore, fin qui incarnato, e ne prende coscienza,<br />
ma soffre non della sofferenza, ma dell’abitudine, inesausta,<br />
alla rimozione e alla negazione della stessa. Si rende conto, per<br />
la prima volta, in un lampo di feeling (sentimento) con sè stesso,<br />
che finora era soltanto uno pseudo-uomo, un uomo tragico,<br />
molto abile nel coprire, quasi irrimediabilmente, l’uomo autentico<br />
e molto amabile nel lusingare e incarnare le maschere della<br />
felicità (…non ci si illumina immaginando figure di luce, ma<br />
rendendo cosciente l’ombra… C.G.Jung)<br />
Comprende che può assumere su di sè il proprio dramma, il proprio<br />
dolore e decide di essere altro. Con intenzione e pathos sceglie<br />
di camminare verso l’interno. Questa operazione di risalita<br />
verso l’interno, questa anàbasi interiore, è una vera e propria<br />
creazione gnostica, neurochirurgica, manuale, minuziosa, esplorativa,<br />
attenta, assidua, incessante, come per andare alla conquista<br />
dell’America o di qualche Himalaya. Le praterie e il clima<br />
sono enormi e faticosi. Lo sostiene la convinzione che altri, prima<br />
di lui, sono tornati a casa, rifatti e soddisfatti. Qui il viaggio è<br />
molto più lontano e più difficile. Non lo spaventa l’incontro con<br />
la notte e con il sogno. Fedele alla visione di fuochi lontani non<br />
ancora spenti e dei consigli di Eraclito e Parmenide, mantiene<br />
salda la stanca andatura e il sonno profondo ristoratore.<br />
Con entusiasmo e buoni propositi pensa ancora al nuovo giorno.<br />
Con fortuna e astuzia incontra bravi sherpa, che lo precedono nel<br />
rischio. Colti e onesti maestri lo iniziano alla pratica struggente e<br />
nobile della vita e della paziente attesa. Antiche nutrici gli insegnano<br />
difficili gesti e l’immensa ricchezza della gioia nel dolore.<br />
Poi, dopo un apprendistato lungo e quotidiano, minimo ed efficace,<br />
lo portano nel tempio del fuoco e dell’argilla, dove dalla<br />
rugiada di prima mattina si produce ancora l’oro. Si stampano<br />
indelebilmente, a caldo, sul petto e sul volto, dal metallo prezioso,<br />
le parole: lo star bene è l’epifenomeno della consapevolezza,<br />
non il fine da raggiungere.<br />
Il dolore acuto del fuoco sul corpo gli fa capire la differenza tra<br />
dolore e piacere e ricorda che antichi maestri (rishi vedici) lo<br />
avevano condizionato irrimediabilmente all’arte del saper vivere<br />
e alla scienza della mente o scienza della coscienza (consapevolezza).<br />
Come un bambino, che assaggia il miele col coltello<br />
e distratto si taglia, impara la grande magia di saper stare col<br />
sapore aspro del sangue in bocca mentre gusta il dolce del miele.<br />
Apprende l’arte dell’incontro con la mente, grande maestra,<br />
grande anima e grande pericolo (per cui aggiogare i cavalli bizzarri<br />
della mente o yoga).<br />
Capisce finalmente la differenza tra l’io e la coscienza.<br />
Sa differenziare quando sono all’opera e quando lo influenzano.<br />
L’opera di discernimento (discrimen) alcuni (India) chiamano:<br />
Vivekachudamani (Grande gioiello della discriminazione);<br />
altri (Tibet): Consapevolezza Discriminante, Pura Presenza<br />
(Rigpa). Qui l’Oriente è vicino, ci ascolta e ci sorregge.<br />
Ritorniamo così davvero vestiti a festa e possiamo andare a messa,<br />
alle nostre messe senza paura o disattenzione. Possiamo così<br />
realizzare, dentro di noi, un prolifico e proficuo sincretismo teoretico-pratico<br />
che non teme di mettere a rischio nessuna integrità,<br />
dignità o identità. Piuttosto, all’opposto, forma una nuova<br />
identità costruita sulla pratica di sapere-ed-essere, dove grammatica<br />
e pratica interiore si incontrano, si avvicinano, si sposano<br />
e si amano.<br />
Il passaggio dalla via della rimozione-negazione alla via della<br />
risalita-verso-l’interno (anàbasi) presuppone l’incontro con l’altro<br />
da noi, che siamo sempre noi.<br />
Qui però è la mente cosciente (coscienza) a muoversi e a stabilire<br />
un ponte con la mente più ordinaria (con la sua struttura tripartita,<br />
dove convivono l’aspetto adulto, infantile e genitoriale),<br />
in un dialogo e movimento ricorsivo, costante e intenzionale di<br />
visione, comprensione, cura, che realizzi quindi quella pratica di<br />
conoscenza e consapevolezza come possibile felicità.<br />
Per lo sviluppo della consapevolezza individuale occorre praticare<br />
una via, un metodo (metà-odos, seguire una via) di conoscenza<br />
interiore che si integri e si applichi nella vita quotidiana,<br />
al di là delle nostre ideologie, credi religiosi o filosofici, e richiede<br />
un lavoro costante sulla consapevolezza di sé, senza necessità<br />
di seguire regole o ritualismi particolari, pensando di fare cose<br />
diverse da quelle che già si fanno o di diventare diversi da quelli<br />
che si è. La consapevolezza discriminante, in azione, può farci<br />
trasformare (metànoia) stati d’animo disagiati e sofferenti, riuscendo<br />
a vederli in trasparenza (Pura Visione), magari ridendo<br />
delle assurdità dei drammi e identificazioni che rappresentano<br />
dentro di noi, come un teatro illusorio, autoprodotto di continuo.<br />
Occorre osservare se stessi e scoprire le gabbie e le maschere di<br />
difesa che ci siamo costruiti e ci costruiamo, con le nostre sofferenze,<br />
i nostri limiti e i condizionamenti. Imparare a demolire<br />
queste armature senza crearne altre, in modo da diventare più<br />
liberi e autonomi, è la strada, la via verso la vita e la felicità. Solo<br />
a partire da qui possiamo dirci felici.<br />
È l’approdo finale, mai finito, di un processo che si attua in noi,<br />
strada facendo, che si rinnova nell’errore.<br />
La visione (conoscenza e consapevolezza) appartiene a chi cade<br />
(nell’errore), compiendo un cammino (l’errare), infinito e mai<br />
sazio, giacchè solo chi erra, cammina e sbaglia.<br />
Solo chi cammina erra (errante nell’errore) e vive, può apprendere,<br />
può sapere e può conoscere.<br />
…molti sono i sentieri ancora ignoti, ma a ogni viandante è assegnata<br />
sempre e soltanto una via, la sua, nelle cui tracce deve<br />
sempre costantemente vagare, per attenersi infine ad essa come<br />
alla propria via, la quale, però, mai gli appartiene…■<br />
STILI DI VITA<br />
10 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
11
CIRCUITI DI CREDITO<br />
NUOVO MODELLO<br />
DI ECONOMIA<br />
di Alberto Gallo<br />
Community Trade Advisor di Piemex<br />
Un passo oltre al denaro, svuotato della sua<br />
funzione di riserva di valore, dunque puro<br />
mezzo di scambio.<br />
Un passo oltre al denaro, svuotato della sua funzione di riserva<br />
di valore, dunque puro mezzo di scambio. E i dati dicono che i<br />
crediti Sardex vengono scambiati molto più velocemente degli<br />
euro (che invece vengono trattenuti vista la loro scarsità), dinamizzando<br />
un mercato altrimenti destinato ad esser assorbito dai<br />
grandi gruppi.<br />
Il modello Sardex, nato nel 2009, lo scorso anno anno si è replicato<br />
in altre sette regioni italiane, e le sue caratteristiche di<br />
economia territoriale e di assenza di accumulo dei crediti crea<br />
buone premesse per collaborare con gli altri. Ma ecco il corto<br />
circuito: non siamo più abituati ad aver fiducia negli altri, e<br />
questo ci inibisce nel creare questo tipo di circuiti, o a sfruttarne<br />
appieno le possibilità.<br />
Una maturazione è necessaria da questo punto di vista, per facilitare<br />
il cambiamento della società che oggi più che mai dipende<br />
dai diktat di questa visione economica.■<br />
Circuiti di Credito Commerciali<br />
attivi in Italia<br />
ALBERTO GALLO<br />
Laureato in economia<br />
aziendale, con esperienza<br />
pluriennale nel project<br />
management (industriale<br />
e sociale). Impegnato nel<br />
volontariato, si è da sempre<br />
dedicato allo studio<br />
della natura monetaria<br />
e della sua circuitazione,<br />
approfondendo progetti economici alternativi e<br />
sostenibili. Attualmente ricopre come volontario, la<br />
carica di Consigliere Regionale per il Biellese e Delegato<br />
Nazionale per il Piemonte dell’Associazione<br />
ArcipelagoScec. È impegnato nella costruzione del<br />
circuito Piemex in Piemonte.<br />
STILI DI VITA<br />
Sardex – Sardegna<br />
Piemex – Piemonte<br />
Liberex – Emilia Romagna<br />
Tibex – Lazio<br />
Marchex – Marche<br />
Samex – Molise e parte della Campania<br />
Abrex – Abruzzo<br />
In partenza la Lombardia<br />
Oggigiorno, ragionare di economia e di società implica<br />
una riflessione profonda sullo stato dell’arte delle<br />
alternative praticabili. Ben lungi dall’essere un vuoto<br />
richiamo a valori evanescenti, questa è la base dell’economia<br />
solidale, che si propone di fondare un nuovo modello<br />
economico, che sia più efficace dell’attuale nel soddisfare i bisogni<br />
di tutti, con le risorse a disposizione.<br />
Un breve excursus ci può essere utile per delineare la traiettoria<br />
di questi movimenti, che sempre più puntano a cambiare il concetto<br />
di denaro e le sue funzioni.<br />
Microcredito: concetto recentemente ripreso e promosso da<br />
Mohammed Yunus (poi premio Nobel per la Pace), è in pratica<br />
uno stimolo al prestito agevolato a poveri, soprattutto donne,<br />
con un progetto concreto in mano.<br />
I beneficiari dei prestiti di microcredito restituiscono i debiti<br />
contratti con maggior diligenza di coloro che invece hanno le<br />
carte in regola per richiederlo in banca, ovvero hanno garanzie<br />
sufficienti a copertura.<br />
Concetti come dignità (è indecoroso esser indebitati, soprattutto<br />
nella civiltà contadina, chiedete ai vostri nonni), solidarietà e<br />
fiducia creano effetti che dimostrano la fallacia su cui si basa<br />
l'economia moderna: il modello dell'homo oeconomicus con<br />
protagonisti esseri umani unicamente tesi al soddisfacimento<br />
egoistico dei propri bisogni.<br />
Finanza etica: dall'esperienza di MAG (Mutua Auto Gestione<br />
dei risparmi privati per renderli disponibili a progetti con un valore<br />
sociale) fino a Banca Etica, passando per campagne come<br />
“banche armate” e affini, lo sforzo qui è teso a destinare il denaro<br />
a certi determinati scopi, allontanandolo dalla valorizzazione<br />
di asset appetibili economicamente ma devastanti socialmente.<br />
Circuiti di Credito Commerciale: qui il modello è il WIR (“noi”<br />
in tedesco), che da 80 anni coinvolge l'economia svizzera, garantendole<br />
la liquidità necessaria anche in momenti di stretta<br />
creditizia. Lo sapevano bene in Italia i fondatori di Sardex, il<br />
modello che puntando sulle PMI e la loro capacità di lavorare sta<br />
dimostrando con i fatti la bontà di un approccio diverso.<br />
Ecco l'intuizione: mettendo insieme le capacità di produzione di<br />
beni e servizi e andando ad incrociare domanda e offerta sarebbe<br />
stato possibile soddisfare comunque una buona parte dei bisogni<br />
di ognuno, senza utilizzare un euro. Compensando dunque quello<br />
che uno offre al circuito di imprese, con altrettanti acquisti di<br />
beni e servizi.<br />
In questo modo, in pratica si crea una “linea di credito” complementare<br />
e senza interessi, concessa alle aziende partecipanti<br />
sulla base di quanto è necessario quello che fanno, e a quanto<br />
contribuiscono a soddisfare i bisogni del circuito.<br />
12 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
13
BENEFICI FISCALI<br />
E RIQUALIFICAZIONE<br />
ENERGETICA<br />
IN EDILIZIA<br />
di Giuseppe Pappolla<br />
Detrazioni per acquisto di mobili ed altri elettrodomestici<br />
Detrazione del 50%, con un tetto massimo di spesa fino a euro<br />
10.000, sul totale delle spese sostenute per l’acquisto di mobili<br />
finalizzati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione,<br />
nonché di grandi elettrodomestici rientranti nella categoria A+<br />
(A per i forni). La detrazione è riconosciuta ai soggetti che usufruiscono<br />
o possono usufruire della detrazione sopra indicata per<br />
interventi di recupero del patrimonio edilizio.<br />
Misure antisismiche<br />
Prorogata al 31 dicembre 2015 anche la detrazione dall’imposta<br />
lorda del 65%, fino ad un ammontare complessivo di spesa<br />
non superiore ad euro 96.000 per unità immobiliare, delle spese<br />
relative ad interventi finalizzati all’adozione di misure antisismiche<br />
e riferite a costruzioni adibite ad abitazione principale o ad<br />
attività produttive. Si tratta delle spese sostenute per la messa<br />
in sicurezza statica delle parti strutturali, per la redazione della<br />
documentazione obbligatoria atta a comprovarla e per la realizzazione<br />
degli interventi necessari al rilascio della suddetta documentazione.<br />
Acquisto di immobili ristrutturati<br />
Qui la faccenda è un po’ più complessa. Già prima del 2015<br />
era prevista una detrazione d’imposta sulle spese sostenute per<br />
l’acquisto o l’assegnazione di unità immobiliari facenti parte<br />
di un edificio interamente sottoposto ad interventi di restauro<br />
e risanamento conservativo, eseguiti da imprese di costruzione<br />
o ristrutturazione o da cooperative edilizie, a condizione che le<br />
stesse provvedessero alla successiva alienazione o assegnazione<br />
dell’immobile in uno specifico termine.<br />
La Legge di Stabilità 2015 ha allungato tale termine da 6 mesi a<br />
18 mesi dalla fine dei lavori, termine entro il quale l’impresa costruttrice<br />
o la cooperativa edilizia può provvedere alla cessione<br />
o all’assegnazione dell’immobile ristrutturato.<br />
Relativamente alle spese per l’acquisto dell’immobile sostenute<br />
dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2015, spetta la detrazione<br />
nella misura del 50%; l’acquirente o l’assegnatario dell’immobile<br />
dovrà calcolare la detrazione indipendentemente dal valore<br />
degli interventi eseguiti su un importo forfetario pari al 25% del<br />
prezzo di vendita o di assegnazione entro l’importo massimo di<br />
euro 96.000.<br />
STILI DI VITA<br />
Avvicinandosi la primavera, che mi auguro faccia sbocciare<br />
qualche reale azione positiva dalla nostra classe<br />
dirigente onde poter colorare con un po’ di sacrosanto<br />
ottimismo il grigio orizzonte italiano, chi ha ancora<br />
qualche risparmio sta, forse, programmando qualche lavoro edilizio.<br />
Nello scorso numero avevo velocemente accennato a qualche<br />
novità in seno alle detrazioni fiscali per le spese di “recupero del<br />
patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica”.<br />
Vediamo di capire meglio.<br />
Nel solito italico stile (a norme esistenti si aggiungono e si tolgono<br />
pezzettini qua e la), la Legge di Stabilità 2015 ha prorogato<br />
per l’anno 2015 le detrazioni per gli interventi suddetti, mantenendo<br />
inalterate le due aliquote del 50% e del 65%.<br />
Inoltre:<br />
▪ è stata aumentata, dal 1 gennaio 2015, la ritenuta che le banche<br />
operano sui pagamenti effettuati con bonifico (per le spese di cui<br />
stiamo parlando) dal 4% all’8%;<br />
▪ è stato allungato da 6 a 18 mesi il periodo entro il quale l’impresa<br />
costruttrice può cedere o assegnare un’unità immobiliare<br />
facente parte di un edificio ristrutturato, al fine di far godere<br />
all’acquirente della detrazione Irpef del 50% nel limite massimo<br />
di spesa di euro 96.000.<br />
Nel dettaglio.<br />
Detrazione per interventi di recupero del patrimonio edilizio<br />
Detrazione Irpef nella misura del 50%, con un tetto massimo di<br />
spesa fino a euro 96.000.-, sul totale delle spese sostenute per<br />
interventi di recupero del patrimonio edilizio.<br />
Interventi di riqualificazione energetica<br />
Detrazione Irpef/Ires nella misura del 65% prevista per gli interventi<br />
di riqualificazione energetica, ai quali sono stati aggiunti:<br />
schermature solari sostenute nel periodo 01.01.2015- 31.12.2015,<br />
nel limite di detrazione massima di euro 60.000; climatizzazione<br />
invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati<br />
da biomasse combustibili, sostenute nel periodo 01.01.2015-<br />
31.12.2015 nel limite di detrazione massima di euro 30.000.<br />
Inoltre, per gli interventi su parti comuni condominiali, la detrazione<br />
per le spese di riqualificazione energetica spetta nella<br />
misura del 65% se esse sono sostenute nel periodo 06.06.2013-<br />
31.12.2015 (rispetto alle precedenti disposizioni è stato uniformato<br />
il periodo agevolato per tali interventi a quelli eseguiti su<br />
singole unità immobiliari). Ulteriore novità è l’eliminazione<br />
dell’obbligo di inviare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate<br />
per i lavori che proseguono per più periodi d’imposta (non<br />
male questa).<br />
Vi ricordo che, in due precedenti articoli, potete trovare il dettaglio<br />
di tutta la pastoia burocratica necessaria ad attivare le detrazioni,<br />
con qualche esempio pratico dei costi/benefici.■<br />
14<br />
ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
15
Daniela Milano<br />
Laureata in filosofia, specializzata<br />
in psicologia psicosomatica,<br />
junghiana, lavora a titolo di libera<br />
professionista come counselor<br />
per il benessere, la formazione,<br />
l’istruzione della persona<br />
ed è giornalista.<br />
IDEA BENESSERE<br />
CLEMATIS IL FIORE DI BACH CHE RESTITUISCE LA CONSAPEVOLEZZA PERDUTA<br />
Sguardo vagante, distratto ai discorsi altrui, poco attento<br />
alla realtà, queste le caratteristiche di chi incarna le<br />
sembianze della “Bella Addormentata”.<br />
Una tipologia di persona che si incontra di frequente e<br />
che riscuote un certo successo perché originale, creativa e affascinante,<br />
immersa in un mondo immaginario.<br />
Questi soggetti tendono a spendere quasi tutte le loro energie<br />
nell’ ideare, progettare, immaginare e molto spesso svelano doti<br />
d’artista o di guaritore, sono personaggi che arricchiscono il loro<br />
ambiente con la bellezza e la sensibilità dei loro pensieri, ma che<br />
difficilmente riescono a misurarsi con la praticità della vita.<br />
Anzi, la quotidiana risulta essere gravosa, noiosa, priva di interesse,<br />
tanto da fuggire ad ogni incombenza pratica e da rimuovere<br />
ogni evento spiacevole. Alla lunga la mancanza di partecipazione<br />
alla realtà però, può causare patologie alla vista e all’udito,<br />
perché simile ad uno stato mentale di “incoscienza”.<br />
Per riportare questo tipo di persone al “presente” e restituire<br />
all’udito e alla vista la loro autentica funzione di canale di<br />
relazione tra il mondo interno e quello esterno, la natura offre<br />
il giusto rimedio: si tratta di Clematis o Clematide, il rimedio<br />
floriterapico del dottor Edward Bach.<br />
Questo Fiore agisce a livello di consapevolezza e di relazione<br />
con l’ esterno, restituisce lucidità e la capacità di interagire<br />
con il mondo reale senza nulla togliere all’elemento spirituale.<br />
Il soggetto con l’aiuto di Clematis, recupera il “contatto” con<br />
la fisicità, la tangibilità, diventando un vero creatore, pronto a<br />
trasferire e finalizzare la sua interiorità su un piano concreto. Il<br />
rimedio naturale può essere somministrato anche in tutti gli stati<br />
fisici o spirituali transitori nei quali la coscienza è assorbita dai<br />
pensieri o dai sogni a scapito dello stato di vigilanza necessario<br />
per stabilire un profondo contatto con gli stimoli provenienti<br />
dall’esterno.<br />
Grazie agli effetti benefici di questo Fiore di Bach l’individuo si<br />
risveglia dal torpore che lo caratterizza e inizia a vivere la condizione<br />
di consapevolezza, elaborando e affrontando in modo<br />
dinamico il “qui e ora” per come realmente si presenta.■<br />
PRODOTTI<br />
ALIMENTARI:<br />
PIÙ ATTENZIONE<br />
ALLE ETICHETTE<br />
di Riccardo Nastasi<br />
STILI DI VITA<br />
Qualora abbiate voglia di<br />
fare osservazioni su quanto<br />
ho scritto o sollevare nuovi<br />
quesiti potete scrivermi a:<br />
redazione_ecoideare@libero.it<br />
> Opere di Renato Giananti<br />
16 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
17<br />
I<br />
prodotti<br />
enogastronomici del c.d. Made in Italy costituiscono<br />
un patrimonio inestimabile per il nostro Paese e<br />
verranno ulteriormente valorizzati in occasione dell’imminente<br />
Expo.<br />
I risultati di profonda eccellenza raggiunti nel settore alimentare<br />
sono resi possibili anche grazie all'attenta azione di verifica,<br />
controllo e applicazione di sanzioni da parte delle Competenti<br />
Autorità. In questo modo, si cerca in concreto di contrastare i<br />
fenomeni di contraffazione e frode, assicurando ai consumatori<br />
l’alta qualità dei prodotti che giungono sulle nostre tavole.<br />
Ma quali sono le principali attività di produzione di cibi e di<br />
bevande?<br />
Vi è un’attività primaria, come l’agricoltura, l’allevamento e la<br />
pesca, da cui traggono origine le materie prime e un’attività industriale,<br />
la quale assiste la loro produzione.<br />
Vi è, inoltre, una terza attività rappresentata dai processi di trasformazione<br />
e trattamento dei cibi e delle bevande e, da ultimo,<br />
quella di distribuzione in commercio operata sia in vasta scala<br />
sia al dettaglio con presidi minori.<br />
In tutti questi ambiti, si possono verificare rischi per la salute<br />
del consumatore. Tre sono, fondamentalmente le pratiche illecite<br />
oggetto di sanzioni sotto il profilo penale e amministrativo:<br />
▪ “l’adulterazione”: consiste nella modifica della composizione<br />
analitica del prodotto. Un esempio tipico si ricava nel settore<br />
dell’olio in cui spesso si fa ricorso a procedure di annacquamento;<br />
▪ “la sofisticazione”: si sostanzia nell’aggiunta di sostanze<br />
estranee all’alimento. Si pensi all’aggiunta di metanolo nel vino,<br />
una sostanza altamente tossica che se ingerita, provoca gravi<br />
problemi, tra cui la cecità ed eventi ancora più tragici.<br />
▪ “la contraffazione” che si realizza attraverso la sostituzione<br />
di una sostanza alimentare con un’altra, con un conseguente inganno<br />
per il consumatore finale. Di recente, sono stati scoperti<br />
e sanzionati caseifici operanti nel settore della produzione di<br />
mozzarelle di bufala in cui si ricorreva all’uso di latte in polvere<br />
importato da paesi in cui non venivano osservati i protocolli<br />
di sicurezza. Altri rischi per la salute possono, infine, derivare<br />
dall’uso di materie prime o additivi scadenti, oppure dal semplice<br />
mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie.<br />
In ogni caso, a tutela della salute dei consumatori, oltre ai controlli<br />
ed alle verifiche da effettuare in tutte le filiere produttive,<br />
occorre prestare sempre più attenzione all’etichettatura ed alla<br />
tracciabilità dei prodotti recependo integralmente le direttive di<br />
matrice comunitaria.<br />
In questo modo, il destinatario finale dei prodotti potrà fungere<br />
da ultimo controllore, prevenendo contraffazioni e frodi mediante<br />
la scelta di soli cibi e bevande di provenienza certa.■
RAPPORTO TRA<br />
ALIMENTAZIONE<br />
E COSCIENZA<br />
IN ORIENTE<br />
del Maestro Isidoro Li Pira<br />
I.A.C.M.A. - Lugano<br />
STILI DI VITA<br />
Il rapporto alimentazione e coscienza umana è, nella<br />
cultura Orientale un tema che spazia senza confini,<br />
per svilupparsi in varie forme applicative dando<br />
specifici indirizzi.<br />
È<br />
bene precisare che mentre in Occidente il concetto<br />
di alimentazione si identifica nella necessità nutritiva<br />
dell’essere umano, che tende a stimolare essenzialmente<br />
il gusto, in Oriente, tale termine è legato<br />
alla cultura salutistica del corpo, pertanto legato alla medicina<br />
sotto forma di terapia dietetica.<br />
Sottilmente differente dal concetto di dietologia, che comunque<br />
ha riportato anche nella nostra cultura l’accento sull’azione<br />
fisiologica degli alimenti, anche se come cura per alleviare un<br />
disturbo, o un eccesso di peso; la terapia dietetica, che è parte<br />
integrante della medicina Cinese, è parte conoscitiva di qualsiasi<br />
medico tradizionalista integrata fra i cinque metodi di cura<br />
previsti, indirizzata a valutare gli alimenti, sia dal punto di vista<br />
qualitativo, che secondo l’effetto prodotto sull’organismo. Identificata<br />
come alimentazione naturale, insieme alla cura spirituale,<br />
alla terapia con le erbe, all’agopuntura, ed alle terapie col<br />
calore, si consolida allacciandosi all’applicazione filosofica dei<br />
cinque elementi, quest’ultima associata allo ying e lo yang.<br />
La cura spirituale può essere occidentalmente alla psicoterapia,<br />
basata sull’educazione all’igiene mentale, tende a risvegliare la<br />
coscienza universale, la consapevolezza dei ritmi che ci circondano<br />
e con i quali ci muoviamo, i processi biochimici dell’essere<br />
umano, connessi all’alchimia corporea, sotto questa forma si<br />
inserisce il Qi Gong, genericamente chiamato “lavoro interno”.<br />
L’alimentazione naturale è il secondo metodo utilizzato per la<br />
salvaguardia della salute dell’individuo. L’utilizzo di metodi<br />
alimentari con il quale selezionare gli alimenti, le sostanze integrative<br />
presenti in natura, il metodo per equilibrare i cibi con<br />
i ritmi della natura e quelli del corpo, per aumentare le difese<br />
energetiche del corpo, stimolando quei processi di guarigione<br />
spontanea che differenziano le discipline terapeutiche Orientali<br />
dalle Occidentali. Il cibo visto come cura è una cultura che<br />
nel nostro mondo moderno ha perso la sua ragione di convivere<br />
con le abitudini del quotidiano, mentre ne faceva parte in passato<br />
come è ampiamente documentato dalla scuola Salernitana<br />
che, ad opera dei monaci, fù ufficializzata sul monte Cassino nel<br />
1150 da Federico Barbarossa, per fare un esempio.<br />
Quindi la terapia con le erbe che da sempre è legata alla medicina<br />
in generale, ma che nella medicina tradizionale cinese si<br />
estende sino all’applicazione di 30’000 piante officinali diverse<br />
suddivise per classificazione tradizionale ed a seconda del principio<br />
attivo Yin e Yang. Oggi poi ancora più, ampliata a tre suddivisioni:<br />
vegetale animale e minerale.<br />
L’agopuntura. Per mezzo della quale è possibile intervenire<br />
in modo invasivo all’interno del corpo per mutare determinati<br />
equilibri energetici e ristabilire così uno stato di armonia salutare.<br />
Paragonabile alla chirurgia Occidentale, nell’agopuntura si<br />
inseriscono aghi sottilissimi di svariati materiali e diverse lunghezze<br />
su punti specifici, situati su canali radianti in tutto il corpo,<br />
riconosciuti genericamente come meridiani.<br />
Infine la termogenoterapia, o terapia con il calore. Altra arte terapeutica<br />
cinese che utilizza una forza esterna Yang, il calore,<br />
per combattere una malattia interna Yin. È il caso della “moxibustione”,<br />
delle coppette, anch’esse basate comunque sull’uso della<br />
scienza dei meridiani dell’agopuntura. In Occidente un’analogia,<br />
anche se su diversi principi, possiamo trovarla nelle cure<br />
termali, o quelle applicazioni che includono l’uso del calore.<br />
Fatta la dovuta premessa, veniamo quindi alle regole che vincolano<br />
l’uso del cibo specifico alle diverse situazioni, visto dal<br />
punto di vista della medicina tradizionale cinese.<br />
Mangiare solo quando si ha fame, rispettando i ritmi<br />
Colazione e cena sono i due pasti principali per ogni cinese, lasciando<br />
al pranzo un’identità frugale. Entrambe i pasti principali<br />
si collocano in due momenti della giornata, specifici a dare al<br />
corpo il sostegno adeguato. La colazione crea le prime energie e<br />
per tale ragione è ricca e consumata con il ritmo dovuto. Quindi<br />
la cena, che chiude l’attività del corpo e per questo deve ristorare<br />
le energie perse, ma contenere cibi facilmente digeribili.<br />
Utilizzare alimenti naturali<br />
Per i cinesi nutrirsi in modo naturale non è una gran fatica visto<br />
l’enorme sviluppo delle risorse agricole, che basano la loro produzione<br />
esclusivamente su granaglie e vegetali.<br />
Porre attenzione all’igiene ed alle modalità con le quali ci si<br />
nutre. Ad esempio la masticazione<br />
Al contrario degli Occidentali, che trangugiano i cibi assumendo<br />
contemporaneamente bevande gassate, gli Orientali in generale<br />
consumano il cibo con proporzioni ed accostamenti equilibrati,<br />
sorseggiando il “te” alla fine del pasto, ciò per non appesantire<br />
eccessivamente il sistema digerente, che, con una giusta masticazione<br />
prolungata e l’apporto di saliva, si prepara con la masticazione<br />
a digerire il cibo.<br />
Mangiare per nutrirsi e non riempirsi per saziarsi<br />
Costipare gli organi principali, non permettendo loro di adempiere<br />
al loro lavoro, è una delle maggiori cause che generano disturbi<br />
al sistema nutritivo ed assimilativo del corpo. La quantità<br />
di cibo ingerito per pasto dovrebbe essere sempre proporzionale<br />
all’attività svolta o da svolgere. Gli eccessi generano comunque<br />
squilibri che sono percepibili quotidianamente da un corpo appesantito,<br />
e nel tempo dell’ampio spettro di disfunzioni generate<br />
dal corpo negli ultimi decenni.<br />
Ingerire il minimo possibile di liquidi durante il consumo di cibo<br />
La grande quantità di liquidi ingeriti nel corpo aumenta l’effetto<br />
degenerativo per eccesso. Se si tiene conto dell’ampia quantità<br />
di liquidi presenti nel corpo e di quella che è concentrata in molti<br />
alimenti, si può giustamente dedurre la proporzione adeguata<br />
con la quale è bene introdurre liquidi all’interno del corpo.<br />
In conclusione, per mantenere un giusto rapporto con l’alimentazione<br />
è bene osservare che: è necessario riconoscere in sé stessi,<br />
i propri ritmi e le proprie esigenze; documentarsi sapientemente<br />
sulla qualità e le proprietà di ogni alimento; osservare determinate<br />
norme di igiene salutare, quali i tempi, modalità e derivazione<br />
del cibo, educandosi così a rispettare il cibo introducendolo nel<br />
proprio corpo con la stessa attenzione con la quale proteggiamo<br />
la sua salute.<br />
Veniamo ora al tema dell’attività sportiva. Questa non discosta<br />
molto dalla visione del cibo precedentemente descritta, tranne<br />
che per modalità d’uso proporzionato.<br />
Si è spesso, erroneamente convinti che il corpo di uno sportivo<br />
vada sovralimentato, o integrato di sostanze energetiche affinché<br />
questo possa migliorare le proprie prestazioni. È un tema questo<br />
che tocca i confini del paradosso, portando agli eclatanti casi di<br />
“doping”.<br />
L’accostamento attività fisica ed alimentazione deve esulare il<br />
lettore dal pensiero tipicamente Occidentale di prestazione fisica<br />
legata al concetto di sport. Per attività fisica in Oriente s’intende<br />
una profonda cultura intenta a fortificare il fisico e lo spirito, per<br />
migliorarne la sua salute, il suo stato di conservazione e l’energia<br />
che lo sostiene nel corso della vita. Per tale ragione la maggior<br />
parte delle attività fisiche, hanno come obbiettivo principale<br />
quello di potenziare il sistema difensivo del corpo per prevenirne<br />
l’invecchiamento precoce, nel rispetto delle reali potenzialità.<br />
Da ciò ne deriva che anche l’alimentazione, per i presupposti<br />
che questa ha nel pensiero Orientale, si integra equilibratamente,<br />
senza alterazioni. Per meglio comprendere questo concetto<br />
possiamo prendere ad esempio l’effetto che ha il sovrapporto di<br />
sostanze integrative in un atleta, che dopo aver terminato l’attività<br />
sportiva in termini agonistici, o comunque a livelli di alta<br />
prestazione, rientra nei parametri di una alimentazione e attività<br />
fisica “normale”. La maggior parte delle volte il metabolismo è<br />
così alterato che il periodo di assestamento può durare anni e in<br />
taluni casi questo non avviene più, e pertanto il corpo, abituato<br />
ad un certo tipo e ritmo di alimentazione, degenera nella sua<br />
struttura esterna, con conseguente soprappeso, o addirittura interna<br />
creando disfunzioni nel sistema digestivo e distributivo.■<br />
18 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
19
NUTRIRE LA VITA<br />
di Gianni Cavinato<br />
tecnologo alimentare, Presidente ACU-Associazione Consumatori Utenti<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Conoscere il ciclo naturale degli elementi<br />
chimici che compongono il nostro<br />
organismo, permette di accrescere la<br />
nostra consapevolezza e responsabilità.<br />
Noi abbiamo una percezione molto limitata e limitante<br />
dell'ambiente nel quale siamo immersi. Se prendiamo<br />
in considerazione tutte le attuali conoscenze sull'acqua,<br />
di cui moltissimi conoscono la formula chimica<br />
H2O, scopriamo che siamo un po’ ignoranti.<br />
Conosciamo l’acqua nei suoi diversi stati fisici di liquido, di gas<br />
e di solido. Il fatto che si formi il vapore o il ghiaccio ci appare<br />
di una naturalezza sconcertante. È molto facile affermare che<br />
l'acqua è indispensabile alla vita, ma se ci chiediamo da dove sia<br />
arrivata l'acqua sulla Terra, entriamo nel regno della fantascienza<br />
e il nostro smarrimento è immenso.<br />
Se pensiamo, poi, che circa il 99% delle molecole del nostro corpo<br />
sono proprio quelle dell'acqua, mentre il suo peso è attorno al<br />
65-70% del corpo umano, non possiamo non chiederci che cosa<br />
fanno tutte queste molecole. Si scopre un universo di meraviglie<br />
della biologia, della fisica, della chimica, della vita.<br />
Tutto sommato il ciclo naturale dell’acqua sulla Terra ci appare<br />
abbastanza semplice: dagli oceani evapora, le nubi si muovono<br />
e si agitano, arrivano i temporali e la bassa pressione atmosferica,<br />
seguono le precipitazioni e l'acqua si diffonde sotto forma di<br />
neve, o ghiaccio (grandine) o liquida, vengono alimentati ghiacciai,<br />
fiumi, laghi e i terreni.<br />
Laddove l’acqua dolce non c'è o è insufficiente, la vita per gli<br />
umani diventa un vero e proprio inferno. Per l'acqua si ammazzano<br />
i membri del vicino villaggio, si scatenano delle guerre<br />
infinite, si minacciano interi popoli.<br />
Ora proviamo ad immaginare di scomporre l’acqua in Idrogeno<br />
ed Ossigeno e provare a costruire il ciclo naturale di questi due<br />
elementi chimici. Già che ci siamo immaginiamo di “uscire” dai<br />
nostri confini terrestri per dare uno sguardo al nostro Sistema<br />
solare e alla Galassia della Via Lattea. Scopriamo che l'idrogeno<br />
è presente in abbondanza mentre l'ossigeno no.<br />
Se allarghiamo il nostro orizzonte ed entriamo nel nostro corpo,<br />
scopriamo che oltre all'Idrogeno e all’Ossigeno, ci sono ben altri<br />
25 elementi chimici. Ad esempio c'è l’Azoto, il Fosforo, lo Zolfo,<br />
il Calcio, il Magnesio, il Ferro, il Cobalto, il Fluoro…<br />
E allora proviamo ad immaginare che cosa accade quando il nostro<br />
organismo è carente anche di uno solo di questi elementi, ad<br />
esempio il Calcio? Le nostra ossa non si formano e anche tante<br />
altre funzioni metaboliche e fisiologiche si bloccano!!<br />
L’intera Umanità può arrivare a poter disporre di quantità infinite<br />
di Idrogeno (anche come fonte di energia rinnovabile), ma non<br />
avere abbastanza ossigeno, o azoto o fosforo…<br />
La ricerca scientifica in campo alimentare e nutrizionale è arrivata<br />
a determinare con molta precisione i fabbisogni di nutrienti<br />
nelle diverse condizioni fisiologiche e patologiche dell'uomo,<br />
tuttavia siamo arrivati all’aberrazione di nutrirci di integratori<br />
alimentari e polivitaminici, invece di seguire una sana ed equilibrata<br />
alimentazione con prodotti coltivati con il metodo dell’agricoltura<br />
biologica. Non solo, ma una buona parte dell’Umanità<br />
ha perso completamente la dimensione della relazione con<br />
il cibo e l’ambiente. Non sono conosciute le piante e nemmeno<br />
gli animali di cui utilizziamo le uova o il latte. In Italia e una<br />
parte importante del mondo si dispone di cibi in abbondanza, ma<br />
non li conosciamo a sufficienza e così moltissimi cittadini consumano<br />
in modo spropositato e troppo e non si accorgono che<br />
altri, in altre parti del Pianeta, muoiono per fame, sete e carenze<br />
nutrizionali.<br />
Da milioni di anni noi disponiamo di volumi impressionanti di<br />
acqua salata, ma abbiamo sempre minori disponibilità di acqua<br />
dolce e potabile.<br />
Che cosa fare dunque?<br />
Da un punto di vista strettamente scientifico, l’Umanità dovrebbe<br />
ripristinare l’equilibrio del ciclo naturale dell’acqua, ma se<br />
questo stà subendo una rottura, ne consegue che tutto il Pianeta<br />
Terra subirà tale rottura e cioè scompariranno diverse forme di<br />
vita, vengono modificati gli equilibri geologici e climatici...ed è<br />
quello che oggi accade sotto i nostri occhi!<br />
Se pensiamo, ad esempio, al ciclo naturale dell’Azoto si arriva<br />
alla drammatica conclusione che la sua rottura ci appare in tutta<br />
la sua gravità quando osserviamo l’eutrofizzazione delle acque<br />
di superficie, la presenza di nitrati nelle falde freatiche, l’aumento<br />
di Ossidi di Azoto nell’atmosfera (e le dirette conseguenze<br />
sullo smog fotochimico, sull’Effetto Serra, le piogge acide e le<br />
patologie per le piante, animali e sull’uomo).<br />
Infatti molte delle nostre patologie “moderne” sono strettamente<br />
connesse agli squilibri nutrizionali e all'eccesso di consumi di<br />
grassi, proteine di origine animale e zuccheri semplici (saccarosio,<br />
ecc.).<br />
Insomma, non dobbiamo aspettare la crisi della carenza di petrolio<br />
o le crisi delle produzioni vegetali (grano, riso, soia, ecc.), per<br />
affermare che bisogna accelerare verso un modello sostenibile<br />
complessivo di produzione e consumo a cominciare da quello<br />
alimentare.<br />
Certo, avanzano le tecnologie riparatorie, la green economy e<br />
la consapevolezza dei nostri limiti che possono essere affrontati<br />
solo se li conosciamo.<br />
Cominciare dalla conoscenza del ciclo naturale degli elementi<br />
chimici di cui è composto il nostro organismo, appare indispensabile<br />
già a partire dai primi anni di vita. Non si tratta solo di<br />
educazione ambientale, ma di formazione alla vita sulla Terra.<br />
Una maggiore consapevolezza di tutti i consumatori appare inoltre<br />
indispensabile nel segno della sobrietà e dell’etica del rispetto<br />
di tutto il mondo vivente e non vivente.<br />
Non ci sono solo diritti da rivendicare ma anche doveri da onorare<br />
come sancito all’art. 2 della nostra Costituzione:<br />
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili<br />
dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si<br />
svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri<br />
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.■<br />
20 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
21
LO SFUSO<br />
TRACCIABILE<br />
di Fabrizio Piva<br />
Amministratore Delegato CCPB<br />
ALIMENTAZIONE<br />
Rintracciabilità, tracciabilità, origine, etichettatura, qualità,<br />
etichetta narrante ed altri aspetti connessi alla storia<br />
di un prodotto sono spesso gli strumenti attraverso<br />
cui si cerca di trasferire la qualità di un prodotto, passaggio<br />
dopo passaggio, a un mercato e a un consumatore sempre<br />
più segmentati e alla ricerca di molteplici informazioni.<br />
Un consumatore che nei decenni si è allontanato dalla conoscenza<br />
“contadina” che un tempo permeava la stragrande maggioranza<br />
dei consumatori. Oggi il consumatore è lontano, non solo<br />
fisicamente, dai luoghi in cui si produce e la mediaticità, anche<br />
di pochi casi, crea dubbi sulla qualità dei prodotti e sulla loro<br />
genuinità e mina la credibilità di un sistema produttivo che nella<br />
stragrande maggioranza dei casi è fatto di operatori seri e onesti.<br />
Le normative pubbliche in materia e le certificazioni volontarie<br />
hanno cercato di creare le condizioni affinchè i consumatori siano<br />
garantiti sia sui requisiti qualitativi che sulle informazioni<br />
circa i processi produttivi adottati e sull’origine della materia<br />
prima, elemento quest’ultimo sempre più richiesto dal consumatore.<br />
La tracciabilità e la rintracciabilità sono diventate dal 2002, con<br />
il Reg. CE 178, norme di legge anche se non dobbiamo confondere<br />
la rintracciabilità di un prodotto alimentare e di un mangime<br />
con l’origine delle materie prime così come l’origine non necessariamente<br />
coincide con il luogo di coltivazione di dette materie<br />
prime. La rintracciabilità è, innanzitutto, lo strumento principale<br />
per individuare responsabilità lungo la filiera e fermare o recuperare<br />
lotti di prodotto pericolosi per la sicurezza igienico-sanitaria;<br />
la stessa può servire, se realizzata con strumenti volontari<br />
(ISO 22005) per trasferire lungo la filiera informazioni circa i<br />
metodi produttivi adottati o la presenza/assenza di determinate<br />
conponenti e contribuire a definire la qualità ricercata da alcuni<br />
consumatori. Nel biologico, ad esempio, l’indicazione “Agricoltura<br />
UE/non UE” identifica se le materie prime contenute in un<br />
prodotto sono state coltivate allìinterno o all’esterno dell’UE.<br />
Per l’ortofrutta fresca, già da oltre 20 anni, è obbligatoria l’indicazione<br />
del paese di coltivazione indipendentemente dai canali<br />
di vendita. Lo stesso dicasi per le carni fresche e per l’olio di<br />
oliva. Il legislatore ha, quindi, accompagnato lo strumento della<br />
rintracciabilità all’obbligo di indicare i luoghi di coltivazione/<br />
allevamento di queste materie prime intendendo con questo fornire<br />
informazioni al consumatore.<br />
Occorre chiedersi se l’indicazione dell’origine sia un fattore<br />
qualitativo, sicuramente lo è in termini di trasparenza, anche se<br />
la qualità è legata più alle modalità di produzione che a determinati<br />
luoghi ad eccezione di quei paesi in cui la legislazione<br />
alimentare è carente e non garantisce sul raggiungimento dei requisiti<br />
minimi di legge.<br />
Per l’ortofrutta, ad esempio, le indicazioni dell’origine devono<br />
apparire anche sul display accanto ai prodotti sfusi e non solo<br />
sull’etichetta dei preconfezionati, perché tali garanzie devono<br />
essere offerte a tutti i consumatori indipendentemente dal canale<br />
di vendita.<br />
L’Italia da alcuni anni sta spingendo sull’obbligatorietà dell’indicazione<br />
del luogo di coltivazione delle materie prime alimentari<br />
sia per ragioni di tipo qualitativo ma, soprattutto, per ottenere un<br />
accesso preferenziale ai propri prodotti, evitare il fenomeno del<br />
“sounding” che spaccia per italiani prodotti che non lo sono ed<br />
evitare l’import secondo una sorta di “dumping” socio ambientale<br />
che compete a condizioni non eque rispetto ai prodotti nostrani.<br />
Accanto a questo, sul piano economico, è necessario che<br />
il paese crei le condizioni per migliorare l’economicità dei metodi<br />
produttivi rendendone maggiormente competitivi i prodotti<br />
in quanto la sola indicazione dell’origine non sarà sufficiente a<br />
competere sui mercati mondiali e nostrani.■<br />
22 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
23
CANNABIS<br />
MON AMOUR.<br />
L’uso alimentare (tra i mille)<br />
della canapa<br />
ALIMENTAZIONE<br />
di Alessandro Pulga<br />
Direttore tecnico ICEA<br />
Buono e funzionale. Ricco di<br />
proteine nobili, vitamine e sali<br />
minerali. Un vero super-food.<br />
Questi i toni con i quali al SIGEP di Rimini -la principale<br />
vetrina mondiale del gelato artigianale- è stato<br />
presentato il gusto novità dell’anno 2015: il gelato<br />
alla canapa.<br />
Chi mai avrebbe pensato di poter un giorno proporre ai propri<br />
pargoli un bel gelato a base di Cannabis.<br />
Originaria dell’Asia centrale e sacra per le popolazioni hindu,<br />
per migliaia di anni della civiltà umana le sue fibre sono state<br />
utilizzate per la produzione di tessili e corde. Per centinaia di<br />
anni (e fino a 50 anni fa) è stata la materia prima per la produzione<br />
di carta. Oggigiorno sono disponibili varietà selezionate di<br />
cannabis libere da principi psicoattivi, liberamente coltivabili,<br />
destinate principalmente agli usi tessili e alimentari.<br />
Gli impieghi ludici e psicotropi della canapa sono storicamente<br />
molto recenti e del tutto secondari rispetto a quelli tradizionali.<br />
Tradizionalmente le diverse varietà della canapa sono state<br />
utilizzate in vari e numerosissimi campi: il fusto costituiva la<br />
materia prima per la produzione di carta, fibre tessili in genere<br />
(corde, abbigliamento, ecc.), fibre plastiche, e concimi naturali.<br />
Nella medicina umana e veterinaria le foglie e soprattutto i fiori<br />
erano molto utilizzati per vari scopi fra i quali, ad esempio, l’uso<br />
antinfiammatorio e sostituivano molti dei farmaci presenti oggi<br />
sul mercato. Con la canapa si possono produrre anche cosmetici<br />
come creme, shampoo e saponi.<br />
Dopo un lungo periodo di proibizionismo indiscriminato che<br />
ebbe inizio negli Stati Uniti, con il Marijuana Tax Act di Franklin<br />
Delano Roosevelt (1937), da diversi anni, in tutto il mondo<br />
si stanno riscoprendo gli usi “legali” di quella che possiamo<br />
oggi annoverare tra le risorse fondamentali per il futuro dell’umanità,<br />
anche alla luce degli ormai consolidati impieghi in medicina,<br />
in particolare nella terapia del dolore.<br />
Immaginate con quale felicità ho raccolto l’incarico di scrivere<br />
questo articolo dalla redazione di <strong>Ecoideare</strong>.<br />
È capitato proprio a me che vivo a Bologna, la città che insieme<br />
a Ferrara è stata una delle antiche terre della canapa. Proprio a<br />
me che ho dedicato al biologico tutta la mia carriera lavorativa.<br />
Della canapa, dei suoi innumerevoli impieghi ecologici, così<br />
come delle complicazioni burocratiche e legali, sento parlare fin<br />
dalle prime esperienze post-universitarie nei primi anni novanta.<br />
Certo è anche una grande responsabilità. Nel mio ruolo di certificatore<br />
del biologico, devo sforzarmi per essere oggettivo e<br />
imparziale nel presentare le potenzialità di questa coltura che ha<br />
accompagnato, seppur in modo timido e poco appariscente, la<br />
crescita professionale di tutti gli ispettori della vecchia guardia,<br />
quelli che hanno vissuto le origini e lo straordinario sviluppo del<br />
movimento del biologico italiano. Non a caso trattando di canapa<br />
è praticamente impossibile non prendere in considerazione le<br />
sinergie con l’agricoltura biologica.<br />
La canapa è una pianta piuttosto rustica che preferisce i terreni<br />
fertili alluvionali, si adatta però a tutti i terreni, anche fino ai<br />
1.500 metri di altitudine. La canapa coltivata legalmente appartiene<br />
a varietà caratterizzate da basso tenore in delta-9-tetraidrocannabinolo<br />
(THC inferiore allo 0,2%) comprese nel Registro<br />
Europeo delle Sementi e che sia seguita la procedura stabilita<br />
dalla Circolare del MIPAF n.1 dell’8 maggio 2002. La circolare<br />
impone la comunicazione della coltivazione alle Forse dell’Ordine,<br />
quantità minime di seme impiegato (35 Kg/ha), un contratto<br />
già stipulato con un primo trasformatore autorizzato.<br />
La canapa non soffre le gelate tardive. Si semina a marzo/aprile;<br />
buoni risultati si sono ottenuti anche riproducendo un’antica<br />
tecnica di semina in secondo raccolto (dopo loietto, orzo, grano).<br />
È una coltura autodiserbante perché le piante di canapa crescono<br />
più velocemente delle infestanti e le soffocano. Di conseguenza,<br />
la canapa lascia alle successive colture un terreno naturalmente<br />
diserbato.<br />
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura<br />
del terreno grazie all’abbondante e profondo apparato radicale<br />
e al rilascio di foglie a fine ciclo.<br />
24 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
25
I materiali di risulta delle lavorazioni della canapa (sfridi di canapulo<br />
e di fibra) possono essere impiegati come ammendante.<br />
Tutte caratteristiche che favoriscono la applicazione delle tecniche<br />
di agricoltura biologica e rendono facile l’ottenimento della<br />
certificazione ai sensi della normativa europea (Reg. CE 834/07<br />
e CE 889/08).<br />
La certificazione rilasciata da un organismo autorizzato è la condizione<br />
indispensabile per garantire il successivo orientamento<br />
verso le filiere alimentari, tessili, cosmetiche in grado di valorizzare<br />
l’origine biologica delle fibra grezza.<br />
Lo stesso vale per le destinazioni più recenti e innovative, per<br />
esempio come componente dei materiali per la bioediliza.<br />
La canapa, così come il bambù, produce in pochissimo tempo<br />
una grande quantità di materia prima.<br />
Il cotone, anche quello coltivato in modo biologico, necessita<br />
di una grande quantità di spazio e di acqua per produrre piccole<br />
quantità di materie prime.<br />
Il cotone ha necessità di molto spazio e cioè di una piantagione.<br />
In passato (ma purtroppo ancora oggi) queste piantagioni venivano<br />
ricavate dall’abbattimento di boschi e foreste vergini e<br />
gestiti da grandi società e proprietari terrieri. La canapa, invece,<br />
può essere coltivata con profitto anche dai piccoli agricoltori.<br />
Nel settore tessile, la canapa sarebbe da preferire al cotone sia<br />
per il minor impatto ambientale che per i vantaggi sociali.<br />
Occorre fare attenzione, però, alla successiva trasformazione.<br />
Nella manifattura dei prodotti tessili spesso sono state impiegati<br />
prodotti chimici cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione<br />
e pericolosi per l’ambiente e tutte le sostanze provate o<br />
sospette di essere allergeniche.<br />
Solo i tessuti e capi finiti dotati di certificazioni riconosciute a<br />
livello internazionale (es. GOTS e Organic Textile) garantiscono<br />
il rispetto di criteri di sostenibilità e l’applicazione della chimica<br />
verde in tutte le operazioni di manifattura.<br />
I tessuti di Canapa proteggono maggiormente dai raggi UVA.<br />
Hanno il maggior potere di dispersione del calore conosciuto e<br />
per questo assicurano freschezza d’estate.<br />
A differenza dei tessuti di lino, d’inverno mantengono il calore e<br />
sono naturalmente stretch.<br />
Tutti questi prodotti se ottenuti partendo da semi di canapa<br />
coltivata con metodo biologico, controllati in tutte le fasi della<br />
preparazione fino al confezionamento, possono vantare il loro<br />
europeo del biologico, la bandierina rettangolare con la foglia<br />
di stelle che contraddistingue tutti i prodotti agroalimentari bio<br />
ottenuti in conformità alle norme europee.<br />
Canapa, legno e bambù sono tra le principali soluzioni ecosostenibili<br />
per l’edilizia.<br />
La canapa è una materia prima rinnovabile ed a breve termine<br />
(pianta annuale) con un forte potere di compensazione di CO2.<br />
L’unione di canapa e calce rappresenta il mix perfetto per la produzione<br />
di mattoni da impiegare nell’edilizia ecosostenibile.<br />
La combinazione della parte legnosa dello stelo di canapa, detto<br />
canapulo, con un legante a base di calce idraulica e acqua,<br />
produce un biocomposito di canapa e calce che con incredibili<br />
proprietà termiche e resistenti.<br />
Calce e Canapa sono utilizzate per cappotti e contropareti, intonaci<br />
in tutte le condizioni edilizie, nuove costruzioni, ristrutturazioni,<br />
risanamenti e restauri.<br />
Ovviamente non mancano le certificazioni che puntano a garantire<br />
la eco-sostenibilità dei materiali per la bioedilizia, contraddistinte<br />
dal marchio ANAB (www.anab.it) e Natureplus (www.<br />
natureplus.org)<br />
Ma la vera novità che proietta la canapa verso il futuro è l’impiego<br />
per la produzione di supercondensatori, dispositivi per l’accumulo<br />
di energia e indispensabili per garantire, ad esempio, una<br />
adeguata autosufficienza alle auto elettriche.<br />
Gli scienziati canadesi sospettavano da tempo che gli scarti della<br />
canapa potessero essere utilizzati a fini energetici e che fosse<br />
solo questione di trovare il modo giusto di trattare il materiale.<br />
Per aumentare la densità energetica dei supercondensatori e<br />
l’autonomia degli apparati che questi alimentano, i ricercatori<br />
progettano elettrodi migliori e un team canadese ha capito come<br />
realizzarli da certe fibre di canapa che possono contenere tanta<br />
energia quanto il grafene.<br />
I dispositivi a base di canapa possono arrivare ad una densità<br />
energetica di 12 watt per Kg, da due a tre volte superiore rispetto<br />
a quella di supercondensatori in commercio.■<br />
Ryouchef<br />
REAL FOOD<br />
FOR REAL PEOPLE<br />
Fra le tante ricette di cui disponiamo, per questo numero abbiamo<br />
scelto di presentarne una molto primaverile e tipica della<br />
tradizione gastronomica della riviera ligure di Ponente.<br />
Ryouchef non è solo un ristorante, non è solo una scuola di cucina,<br />
non è solo un luogo di ritrovo ma un modo di vivere il cibo<br />
come fatto culturale, come espressione di tendenze, come ricerca<br />
del meglio, che non vuol dire necessariamente del più caro o<br />
del più esotico, bensì la valorizzazione di quanto la nostra terra<br />
Crema di piselli secchi<br />
preparazione: 10 minuti<br />
cottura: 1 ora<br />
difficoltà: 2<br />
PREPARAZIONE<br />
Lavate sotto l’acqua tiepida i piselli secchi, quindi cuoceteli per circa<br />
un’ora in 1 litro e mezzo di acqua salata, con l’aggiunta di due cucchiai<br />
d’olio. Se si dovesse asciugare troppo, aggiungete dell’altra acqua calda<br />
fino a terminare la cottura dei piselli. Frullate quindi con il mixer a immersione.<br />
Soffriggete con un filo d’olio i cipollotti, tagliati per il lungo, e salateli.<br />
ci dà. Infatti oltre a quelli classici, proponiamo corsi di cucina<br />
vegetariana, vegana, healthy, su come cucinare quattro piatti con<br />
due ingredienti o su come prep arare un panino etico.<br />
I prodotti presenti nel nostro shop sono stati selezionati in quattro<br />
anni di ricerca e rappresentano territori. La carta dei vini offre<br />
un'importante selezione di bottiglie provenienti da agricoltura<br />
biodinamica o certificate biologiche e i piatti proposti nel nostro<br />
ristorante seguono la stagionalità dei prodotti.<br />
www.youchef.it<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE<br />
piselli secchi 200 g / trenette 100 g / cipollotti 4 / olio extra<br />
vergine d’oliva / sale<br />
Cuocete le trenette nella pentola con la crema di piselli e per ultimi<br />
aggiungete i cipollotti.<br />
Servite la minestra ben calda.<br />
ALIMENTAZIONE<br />
I semi di canapa sono rinomati o per via del loro particolare<br />
valore nutrizionale, ricchi in aminoacidi, vitamine e minerali.<br />
Possono essere consumati crudi e considerati come una sorta di<br />
integratore alimentare di origine completamente naturale. Possono<br />
essere un semplice condimento o ingrediente vero e proprio<br />
di piatti come insalate, macedonie e muesli per la colazione.<br />
Possono essere inoltre utilizzati nella decorazione dei dessert,<br />
cioccolate, nella preparazione del pane, dei grissini o di altre<br />
pietanze calde, tenendo conto però che il loro valore nutrizionale<br />
viene mantenuto intatto soltanto quando essi sono crudi.<br />
I semi di canapa sono spremuti a freddo per ottenere l'olio di<br />
canapa, utilizzato normalmente a crudo come condimento delle<br />
pietanze. L’olio di semi di canapa mantiene le proprietà dei semi<br />
stessi, risultando altrettanto ricco di acidi grassi essenziali.<br />
I semi sono macinati finemente fino ad ottenere la relativa farina,<br />
a sua volta utilizzata nella preparazione di latte di semi di<br />
canapa, ma anche del tofu di canapa, una variante del tofu classico<br />
a base di soia.<br />
Dal latte di canapa al gelato, il passo è breve. Il gelato alla canapa<br />
nella versione più integra è privo di latte, uova e altri ingredienti<br />
di origine animale, destinato quindi ai consumatori vegan.<br />
26 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
27
L’ ACUSTICA PASSIVA<br />
DEGLI EDIFICI<br />
di Andrea Alessandro Muntoni<br />
ECOABITARE<br />
L’inquinamento acustico peggiora non solo la<br />
qualità della vita delle persone ma è un fattore<br />
di degrado dell’ambiente e può essere fonte<br />
di disturbo per gli animali e gli ecosistemi più<br />
delicati.<br />
PREMESSA<br />
Accanto al problema del risparmio energetico occorre<br />
considerare anche quello della qualità delle prestazioni<br />
acustiche di un edificio e non solo perché ce lo impongono<br />
le norme di legge cogenti in materia.<br />
In Italia i residenti di civili abitazioni, le persone che vivono<br />
all’interno di case di cura o di riposo, i degenti degli ospedali e<br />
gli allievi di scuole di ogni ordine e grado hanno il diritto – ribadito<br />
da innumerevoli norme e disposizioni di legge e regolamentari<br />
europee, nazionali e regionali – di essere protetti dal rumore<br />
proveniente dall’esterno del corpo di fabbrica o, comunque,<br />
dell’ambiente di vita o di lavoro.<br />
Nelle città italiane la rumorosità prodotta da strade, aeroporti,<br />
ferrovie, fabbriche, attività artigianali, pubblici esercizi, discoteche,<br />
locali di pubblico spettacolo, cantieri temporanei o mobili<br />
espongono le persone a disturbi e malattie, talora anche gravissime,<br />
a causa dell’aumento della frequenza cardiaca, dei movimenti<br />
involontari dello stomaco, della dilatazione delle pupille,<br />
dell’aumento di produzione di adrenalina, di movimenti involontari<br />
dei muscoli, ecc. (danni indiretti) sino all’aumento delle<br />
patologie a carico dell’orecchio, come l’ipoacusia (danni diretti.<br />
La popolazione lavorativa, inoltre, vede il proprio quadro clinico<br />
e psichico peggiorare a causa dell’esposizione, nei luoghi di<br />
lavoro, a elevati livelli sonori (tipicamente maggiori di 80 decibel(A)),<br />
per lunghi periodi di tempo (anni), e per l’uso diretto di<br />
macchine, attrezzature e impianti molto rumorosi.<br />
LA LEGISLAZIONE NAZIONALE E TECNICA<br />
La principale norma che regolamenta la materia è la Legge quadro<br />
sull’inquinamento acustico, emanata il 26 ottobre del 1995<br />
e, da allora, aggiornata, modificata e integrata molte volte. Accanto<br />
alla legge suddetta, sono stati emanati molti decreti attuativi<br />
uno dei quali, in particolare, regolamenta alcuni importanti<br />
aspetti connessi con la necessità di difendere la popolazione sia<br />
agendo sulle sorgenti di rumore (fisse e mobili) sia dalla rumorosità<br />
proveniente dall’esterno dell’edificio con misure passive,<br />
che riguardano, in particolar modo, l’involucro. Non ci si può lamentare<br />
più del dovuto del rumore prodotto dal traffico stradale<br />
o dalle attività industriali e artigianali (che pure hanno l’obbligo<br />
di emettere e immettere nell’ambiente rumori al di sotto di precisi<br />
valori stabiliti per legge) se non si realizzano edifici con pareti<br />
e infissi in grado di isolare acusticamente i suoi occupanti e, chi<br />
non lo fa, rischia pesanti sanzioni!<br />
Il Legislatore nazionale, pur attribuendo al problema dell’isolamento<br />
acustico una grande attenzione (iniziale), NON ha tuttavia<br />
trovato il tempo, sino ad oggi, di rivedere, con le necessarie<br />
modifiche, correzioni e integrazioni - il Decreto del Presidente<br />
del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre del 1997 recante norme<br />
per l’isolamento acustico passivo degli edifici civili e industriali<br />
nonostante le norme tecniche internazionali (ISO ed EN,<br />
rispettivamente valide a livello mondiale ed europeo) e quelle<br />
nazionali (UNI, Ente di Unificazione Italiano) da esso citate e<br />
richiamate espressamente siano profondamente cambiate e, tutte,<br />
in meglio, cioè nella direzione di favorire una sempre maggiore<br />
protezione della popolazione dal rumore anche attraverso<br />
interventi passivi, cioè sul recettore sensibile anziché sulla sola<br />
sorgente! Molte norme tecniche espressamente richiamate nel<br />
succitato Decreto del 1997 sono addirittura state abrogate ma,<br />
ahimè, non sono state sostituite da norme equivalenti, mettendo<br />
in serie difficoltà sia i tecnici competenti in acustica ambientale<br />
che si occupano di acustica architettonica e, in particolare, di<br />
progettazione e collaudo acustico strumentale di nuovi corpi di<br />
fabbrica sottoposti a importanti interventi di risanamento, modifica<br />
o manutenzione straordinaria sia i consulenti tecnici dei<br />
tribunali di tutta Italia, ove i processi in corso per gli aspetti di<br />
cui trattasi sono sempre più numerosi!<br />
EDIFICI MAL PROGETTATI DAL PUNTO DI VISTA<br />
ACUSTICO<br />
Le norme attualmente in vigore sono assai restrittive e spesso<br />
disattese o trascurate; molti edifici, anche di nuova costruzione,<br />
non superano i collaudi acustici perché mal progettati, mal<br />
realizzati o semplicemente perché Professionisti e Imprese hanno<br />
dimenticato di contemplare gli aspetti legati all’isolamento<br />
acustico dell’edificio, anche nel caso di appalti pubblici (scuole,<br />
ospedali).<br />
Per quanto concerne le civili abitazioni, in tale evenienza si rischiano<br />
contenziosi tra acquirente e venditore e un deprezzamento<br />
del corpo di fabbrica, se l’acquirente riesce a dimostrare,<br />
in seno a un procedimento civile, che l’edificio non è adeguatamente<br />
protetto dal rumore proveniente dall’esterno o dalle unità<br />
immobiliari vicine (soprastanti, sottostanti, adiacenti) può vedersi<br />
risarcire dal venditore dell’immobile un importo che può<br />
variare dal 10% al 30% del suo valore di contratto. L’immobile,<br />
infatti, presenta un vizio tutt’altro che occulto e in tali circostanze<br />
il Tribunale opta per un risarcimento del danno sotto forma di<br />
sconto sul valore dell’immobile, anche quando la transazione sia<br />
già avvenuta. A pagarne le conseguenze possono essere l’impresa<br />
esecutrice, il progettista e il direttore dei lavori.<br />
ISOLAMENTO ACUSTICO DI FACCIATA<br />
Il DPCM 5/12/1997 prevede che ciascun edificio sia adeguatamente<br />
protetto dal rumore proveniente dall’ambiente esterno; a<br />
tal fine è previsto che la facciata possieda un adeguato isolamento<br />
acustico normalizzato di facciata (in simboli, utilizzando la<br />
notazione acustica corrente, D2m,nT).<br />
Per il collaudo strumentale si posizionano i microfoni di un fonometro<br />
integratore a due metri di distanza della facciata e all’interno<br />
dell’ambiente di prova (stanza da letto, ecc.), in un numero<br />
adeguato di punti di misura e controllo; all’interno dell’ambiente<br />
di prova si misurano, tra gli altri, il tempo di riverberazione (che<br />
indica il tempo necessario a un’onda sonora per estinguersi dopo<br />
aver subito innumerevoli riflessioni all’interno dell’ambiente<br />
chiuso) e il rumore di fondo. Volendo semplificare il concetto,<br />
28 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
29
l’isolamento acustico di facciata esprime, in decibel (A), la differenza<br />
di livello sonoro tra l’esterno e l’interno dell’edificio e,<br />
per le civili abitazioni, esso è posto pari a 40 decibel (D2m,nT>-<br />
40dB(A)); in altre parole a seguito del collaudo strumentale, che<br />
può essere effettuato solo ed esclusivamente da tecnici competenti<br />
in acustica ambientale iscritti agli albi regionali, deve risultare<br />
che la facciata esposta al rumore isola gli occupanti, rispetto<br />
al rumore esterno, di non meno di 40 decibel (A).<br />
Il valore dell’isolamento acustico normalizzato di facciata è funzione<br />
della destinazione d’uso dell’immobile (civile abitazione,<br />
scuola, ospedale, ecc.) ed è, generalmente, tanto più alto quanto<br />
più sensibili al rumore sono o possono essere gli occupanti<br />
dell’edificio: i degenti in un ospedale devono essere protetti dal<br />
rumore proveniente dall’ambiente esterno (traffico stradale, traffico<br />
aereo, industrie, ecc.) più delle persone operanti all’interno<br />
di un esercizio commerciale; i valori stabiliti dal Legislatore,<br />
dunque, cambiano in base alla tipologia dell’edificio sottoposto<br />
a collaudo.<br />
Purtroppo il legislatore NON ha tenuto conto della classe di destinazione<br />
d’uso del territorio in cui ricade l’edificio, stabilendo<br />
valori di isolamento<br />
identici sia nel caso in<br />
cui il corpo di fabbrica<br />
sia realizzato in zona<br />
industriale (VI classe<br />
di destinazione d’uso)<br />
sia nel caso in cui esso<br />
sia realizzato all’interno<br />
di un parco naturale (I<br />
classe di destinazione<br />
d’uso). Sarebbe più corretto<br />
e logico stabilire<br />
valori di isolamento acustico normalizzato di facciata differenziati<br />
per ciascuna delle 6 classi di destinazione d’uso del territorio<br />
comunale previste dal DPCM 14/11/1997: valori molto alti in<br />
VI e V classe di destinazione d’uso e valori molto bassi in II e I<br />
classe di destinazione d’uso del territorio. In un parco, paradossalmente,<br />
si potrebbe addirittura avere interesse a far percepire<br />
agli occupanti di una baita o di un agriturismo i rumori provenienti<br />
dall’ambiente esterno (fruscio delle foglie, versi di animali<br />
selvatici, acque di fiumi e torrenti, ecc.); l’attuale normativa,<br />
invece, prevede che l’edificio sia molto bene isolato acusticamente<br />
sia che si trovi in un’area industriale o vicino a una ferrovia,<br />
un aeroporto o un’autostrada sia che si trovi all’interno<br />
di un’area di rilevante interesse naturalistico (riserva naturale,<br />
parco regionale, parco nazionale, Sito di Interesse Comunitario<br />
(SIC), Zona di Protezione Speciale (ZPS=, ecc.).<br />
Le norme tecniche emanate qualche anno orsono, NON ancora<br />
recepite dal Legislatore, seguono tuttavia un approccio diverso,<br />
condivisibile sul piano formale, pur difettando non poco in relazione<br />
al mancato rapporto tra limiti di isolamento e zonizzazione<br />
acustica del territorio comunale prevista dalla L. 447/1995:<br />
gli edifici, secondo le norme UNI, non sono considerati “a norma”/”fuori<br />
norma” rispetto a un unico valore così come previsto<br />
dalle intransigenti disposizioni del DPCM 5/12/1997 ma sono<br />
classificati - analogamente a quanto avviene nel caso del risparmio<br />
energetico - in base a date classi di isolamento acustico passivo.<br />
In tal modo il progettista e il costruttore possono decidere<br />
di realizzare edifici con diverso isolamento acustico passivo a<br />
seconda del contesto ambientale (classe di destinazione d’uso) e<br />
del valore commerciale che si intende far assumere all’immobile<br />
ovvero in base ad altre considerazioni e ragioni di opportunità<br />
senza incorrere nelle sanzioni previste attualmente nel caso in<br />
cui l’edificio non superi, per uno o più parametri, i valori previsti<br />
per legge.<br />
PARAMETRI CHE CARATTERIZZANO LA QUALITÀ<br />
ACUSTICA DI UN EDIFICIO<br />
Per ora progettisti e costruttori devono tenere conto delle previsioni<br />
recate dal DPCM 5/12/1997, che stabilisce valori prefissati<br />
da rispettarsi per ciascuno dei seguenti parametri di prestazione<br />
acustica:<br />
▪ isolamento acustico normalizzato di facciata (D2mnT), di cui<br />
si è già detto nel presente articolo;<br />
▪ isolamento dal rumore di calpestio (Lnp), che si misura mediante<br />
fonometri integratori posizionati nell’unità abitativa sottostante<br />
il solaio in cui una tapping machine genera un rumore<br />
di calpestio normalizzato; esso rende conto dell’isolamento di<br />
un solaio rispetto al rumore di origine antropica generato dagli<br />
spostamenti delle persone in una civile abitazione ubicata al di<br />
sopra di un’altra;<br />
▪ isolamento di partizioni<br />
verticali (R’w,pareti)<br />
per pareti di separazione<br />
fra unità immobiliari<br />
adiacenti e/o isolamento<br />
di partizioni orizzontali<br />
(R’w,solai) per solai<br />
di separazione fra<br />
unità immobiliari, che<br />
si misura producendo,<br />
con opportuni sistemi di amplificazione e diffusione sonora, un<br />
“rumore rosa” (che assomiglia a quello della pioggia battente)<br />
nell’ambiente emittente e rilevando strumentalmente il livello di<br />
rumore nell’ambiente ricevente; esso rende conto dell’isolamento<br />
tra una civile abitazione e quelle adiacenti, sia ubicate nello<br />
stesso piano sia ubicate in piani diversi (superiori o inferiori) del<br />
medesimo edificio o di edifici in aderenza fra loro;<br />
▪ rumore generato dagli impianti a servizio dell’edificio a funzionamento<br />
discontinuo (LASmax) (ascensori, ecc.) o continuo<br />
(LAeq), che si misura con fonometri posizionati in ambienti di<br />
prova (stanze da letto, soggiorni, ecc.) durante il funzionamento<br />
degli impianti stessi.<br />
CONCLUSIONI<br />
Accanto alla necessità di informare e formare i professionisti<br />
(ingegneri, architetti, geometri, periti) e le imprese esecutrici a<br />
tenere in debito conto, accanto ai problemi del risparmio energetico,<br />
anche quelli dell’isolamento acustico passivo degli edifici<br />
occorre profondere utili energie per spiegare alla popolazione<br />
che è possibile vivere in ambienti isolati acusticamente, tanto<br />
più e tanto meglio quanto maggiore è il livello di rumorosità<br />
prodotto dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e<br />
dalle attività artigianali e industriali che lo circondano.<br />
Occorre, in definitiva, sviluppare una nuova e diversa cultura<br />
del costruire che, nell’interesse della collettività, metta al centro<br />
dell’edificio l’uomo che lo deve abitare, nel rispetto delle<br />
disposizioni che già disciplinano la materia in tutto il territorio<br />
dell’Unione Europea: dura lex, sed lex.■<br />
FUORISALONE<br />
MILANO<br />
CENTRO DEL MONDO<br />
a cura di Nicola Saluzzi<br />
©Francesca Magnelli<br />
Il<br />
calendario di primavera a Milano offre una settimana<br />
effervescente. Centinaia di eventi animano interi quartieri.<br />
Uno stato di eccitazione contagioso. È così da<br />
oltre dieci anni, ed è inevitabile che l’evento venga<br />
vissuto come una kermesse fonte di business.<br />
Ma la natura di Fuorisalone “Design Week Festival”, dal 14 al<br />
19 aprile, è di tutt’altro genere: architetti, artigiani e designer<br />
“occupano” la città, al di “fuori” della convenzionale fiera più<br />
importante del settore, dell’industria e delle grandi marche<br />
dell’arredamento, il Salone del Mobile.<br />
La presenza sempre più massiccia delle grandi aziende a Fuorisalone<br />
hanno fatto perdere quel fascino di contenitore sperimentale<br />
di idee e progetti, in uno spazio indipendente, ma è pur vero<br />
che i progetti per trovare sbocco devono essere sostenuti con<br />
investimenti e non restare nel cassetto.<br />
Uffici, botteghe, loft, persino cantine diventano vetrine. Mille<br />
spazi allestiti per mostre e incontri in ogni zona; la grande<br />
concentrazione degli eventi riguarda i quartieri Brera-Garibaldi,<br />
Isola-Porta Nuova, Tortona-Navigli, Porta Venezia, Lambrate-Ventura.<br />
Da non perdere un giro a Cascina Cuccagna, un concentrato<br />
di esperienze sostenibili in zona Porta Romana.<br />
La parola chiave è design, dove la creatività si sposa con la capacità<br />
di innovare, di scegliere materiali e tecnologie perseguendo<br />
soluzioni ecosostenibili e produzioni a basso impatto ambientale.<br />
I protagonisti sono i creativi -affermati professionisti<br />
o giovani in cerca di approdo nel mercato internazionale delle<br />
opportunità-.<br />
Fuorisalone 2015 va nella direzione dell’Expo. Infatti non può<br />
mancare l’attenzione al cibo, non tanto per il consumo previsto<br />
in grande quantità durante l’evento, ma perchè si incrociano i<br />
temi della nutrizione e dell’energia di cui Fuorisalone con il suo<br />
fermento segnala l’imminente apertura.<br />
Insomma, per una volta, comunque si pensi, “non tutte le strade<br />
portano a Roma”! ma a Milano, centro del mondo.<br />
Dei tantissimi appuntamenti, ne abbiamo selezionato alcuni<br />
che, per quanto possibile, contengono un alto tasso di sostenibilità.■<br />
ECOABITARE<br />
30 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
31
WELCOME WALLPAPER sta per accoglienza: la mostra,<br />
che durante il Fuorisalone si intensifica, e quella di<br />
chiunque decida di aprire le porte della propria casa e<br />
di luoghi che sente propri anche se non li ha mai visti e<br />
vissuti. In questa occasione sono 8 stylist a interpretare<br />
la parola accoglienza, scegliendo tra le collezioni di rivestimenti<br />
murali e oggetti del JVstore.<br />
Stylist di professione, con una grande esperienza da anni<br />
nel settore arredo, firmano uno spazio (piccoli box) che<br />
interpreta il loro concetto di accoglienza su temi differenti.<br />
Il progetto è di Matteo Ragni, in collaborazione<br />
con Jannelli&Volpi.<br />
In via Melzo 7 (Porta Venezia)<br />
SUPERDESIGN SHOW<br />
15 anni di design al SuperStudio e in Zona Tortona.<br />
Diversi progetti suddivisi in aree tematiche offrono<br />
un panoramma completo del mondo del design<br />
internazionale: Temporary Museum, arredi, oggetti;<br />
The Galleries, il design<br />
contemporaneo nella più recente<br />
produzione di arredi;<br />
The World is Here, spazi per<br />
esposizioni singole e collettive<br />
che valorizzano le diverse<br />
tradizioni e culture dai nuovi<br />
poli del design nel mondo;<br />
Select Objects, selezione di<br />
oggetti, proposte, progetti<br />
innovativi e originali; Sweet<br />
Mobility, l'auto e le tecnologie<br />
del futuro; Materials<br />
Village, l'hub internazionale<br />
di eventi e iniziative dedicate<br />
a promuovere la cultura dei<br />
materiali, presentato da Material<br />
Connextion; Art-Design,<br />
Arte o Design?<br />
Pezzi unici, artigianalità<br />
d'autore, artisti, designer.<br />
Una mostra che si interroga<br />
sulle convergenze tra arte e<br />
design. Incontri quotidiani<br />
con gli autori.<br />
Via Tortona 27,<br />
Via Forcella 13/Via Bugatti.<br />
Le api non producono solo il<br />
miele; esse sono indicatori della<br />
qualità dell’ambiente e ricoprono<br />
un ruolo fondamentale<br />
per la continuità delle risorse<br />
alimentari del pianeta, permettono<br />
la produzione dei frutti<br />
degli alberi e della vegetazione<br />
grazie all’impollinazione,<br />
un’attività in natura insostituibile.<br />
Conoscere le api e l’importanza<br />
della loro presenza<br />
nell’ambiente. Questo è il tema<br />
del progetto internazionale<br />
Green Island che in occasione<br />
di Milano Design Week presenta<br />
nuovi prototipi di alveari<br />
urbani commissionati da artisti<br />
e designer internazionali e realizzati<br />
da artigiani per essere<br />
installati in diverse zone della<br />
città, dando vita allo “sciame<br />
urbano”: un percorso di mostre,<br />
incontri e installazioni che<br />
toccherà giardini, cortili e spazi verdi della città. Si parte dall’atrio della Stazione Porta Garibaldi /Porta Nuova con una mostra di<br />
progetti e disegni realizzati da artisti e designer internazionali. Seguono il cortile del Conservatorio, il giardino di Spazio Lombardini22<br />
(Porta Genova), Rotonda della Besana, Giardino di Porta Venezia-Museo di Storia Naturale, giardino del Terraggio (Cadorna).<br />
L’adozione di alveari urbani è già diffusa in molte altre parti del mondo e sembra che, a dispetto dell’inquinamento, le api di città<br />
siano più “produttive” di quelle di campagna. Partner delle iniziative è Mielizia, marchio di Conapi (Consorzio Nazionale Apicoltori),<br />
che in giugno, in concomitanza con EXPO si sposta al MUBA, museo dei bambini per una serie di laboratori didattici.<br />
POLARIS è l’originale linea di sedute che racchiude<br />
inediti canoni stilistici e di design. Grazie alla sua eleganza<br />
e versatilità, POLARIS si rivolge in prevalenza<br />
a catene alberghiere, residenze, uffici dirigenziali, sale<br />
conferenze. Un gioiello prezioso, in serie limitata, che<br />
esalta il Made in Italy e il gusto per gli stili d’artigianato<br />
più ricercati. POLARIS è il frutto di un intenso<br />
lavoro di ricerca di Davide Loco, designer che si affaccia<br />
sul mercato con FORSIXFORYOU, nuova società<br />
di produzione di mobili di design. POLARIS si potrà<br />
ammirare presso L’Opificio 31, in zona Tortona, in collaborazione<br />
con LIVINOOH, piattaforma e-commerce<br />
del Politecnico di Milano. www.forsixforyou.com<br />
33
La Rete degli Orti Botanici di Lombardia, fà sempre proposte<br />
molto stimolanti da vivere nei singoli orti dislocati nella regione<br />
(incontri culturali con artisti e scrittori, mostre con materiali<br />
innovativi e sostenibili come il bambù e i tessuti alternativi<br />
di origine vegetale, percorsi didattici, visite guidate). Mentre<br />
chiudiamo queste pagine, la Rete sta completando il programma<br />
di tutte le sedi, dai due orti botanici milanesi (Città Studi<br />
e Brera) a Villa Carlotta sul Lago di Como, a Bergamo, Pavia,<br />
per citare i più accessibili.<br />
Per Fuorisalone è definitiva la mostra “The Garden of Wonders”,<br />
che unisce design e profumo promossa dalla Fondazione<br />
Be Open di Elena Baturina; coordinati da Ferruccio Laviani,<br />
una serie di designer interpreteranno la storia di alcune case<br />
profumiere del passato. All’Orto Botanico di Brera.<br />
Il Centro Leonardo da Vinci ospita in permanenza le opere del “Design<br />
Metateista”: lampade, mobili, oggetti d’arredo dalle linee evolutive e<br />
sognanti nate dall’ispirazione delle opere pittoriche dell’artista milanese<br />
Davide Foschi in collaborazione con i designer Caspani e Brasioli.<br />
Foschi ha fondato il Centro per promuovere un Nuovo Rinascimento<br />
delle Arti, delle Scienze e della Cultura; ospita workshop, conferenze,<br />
laboratori artistici, la Foschi Factory, mostre d’Arte Contemporanea e<br />
Design in collaborazione con grandi istituzioni museali milanesi.<br />
Per Fuorisalone 2015 e fino a tutto il periodo di Expo il Centro Leonardo<br />
da Vinci valuterà le migliori proposte di interior design che<br />
sono state e verranno presentate per dar loro spazio nelle proprie sale<br />
espositive. Via Binda 56 (a metà tra zona Tortona e i Navigli)<br />
www.centroleonardodavinci.com<br />
SUPERSTUDIO CAFÉ è il nuovo spazio per incontri con il cibo di qualità dove si degustano centrifugati di frutta e verdure bio.<br />
Particolare attenzione è data alla gestione degli avanzi che possono essere utilizzati per il compost in agricoltura.<br />
Per questo, si offre a chi fosse interessato, il ritiro (gratuito) dell’umido, che invece di essere “gettato” può concimare terreni<br />
agricoli. Le aziende agricole interessate dell’area milanese, possono contattare il responsabile, Tommaso: al n. 0236752240<br />
oppure scrivere a: info@superstudiocafe.com.<br />
Goodesign a Cascina Cuccagna.<br />
Tra sale, corti, giardino, orti, bar, ristorante, falegnameria,<br />
ciclofficina e ostello, nell’affascinante<br />
spazio rurale di Porta Romana, sono ospitate<br />
mostre e performance con designer e artisti<br />
internazionali per The Natural Circe, l’edizione<br />
di Goodesign 2015. Progetti e oggetti concepiti<br />
e realizzati con materiali eco-compatibili e nuovi<br />
materiali a emissioni zero. Inoltre: installazioni<br />
sonore, animazioni, proiezioni, interventi<br />
poetici sono l’insieme di un percorso emozionale<br />
che si snoda tra gli spazi della cascina, mentre<br />
nel perimetro esterno sono presenti bancarelle<br />
di ortofrutta e cibi biologici con prodotti e confezioni<br />
frutto della collaborazione tra designer e<br />
coltivatori. Via Cuccagna angolo Via Muratori.<br />
SPAZIO TADINI, arte e design nella famosa casa museo<br />
milanese.<br />
Dal 14 al 23 aprile, esposizione di oggetti di design in fibra<br />
di carbonio. Una mostra monotematica sull’utilizzo di uno<br />
dei materiali più innovativi che cambierà la fruibilità di molti<br />
oggetti: dalle sedie ai tavoli, agli orecchini alle biciclette.<br />
Apre in parallelo fino al 24 maggio, la personale di Luca<br />
Moretto, artista del “silicone” che oltre alla mostra, offre<br />
una serie di oggetti di design personalizzati con i siliconi.<br />
Via Niccolò Jommelli, 24 (zona Loreto).<br />
SOTOW, sedie floreali a Porta Venezia.<br />
Sotow è l’acronimo di sitting on the top of the world, ma è anche una<br />
collezione di sedie che unisce la scelta cromatica a un disegno dallo<br />
stile senza tempo. La definizione è di Paolo Calcagni, designer-artigiano<br />
che usa materiali rigorosamente made in Italy abbinati ai tessuti dai<br />
motivi floreali di Lisa Corti. Ed ecco Sotow Sitting on the flowers.<br />
Via Lecco 2.<br />
35
RIQUALIFICARE GLI<br />
EDIFICI STORICI<br />
PALAZZO ACCURSIO<br />
DI BOLOGNA<br />
di Giorgio Schultze<br />
Presidente de La ESCo del Sole di Milano<br />
Membro dell’Associazione NoiEnergie<br />
I serramenti in legno erano in uno stato di degrado molto marcato,<br />
senza alcuna possibilità di apertura e con semplici tendaggi<br />
all’interno, non automatizzati, per l’oscuramento estivo.<br />
Questa condizione comportava, oltre ad infiltrazioni d’acqua,<br />
altre due problematiche: surriscaldamento nei mesi estivi ed<br />
eccessiva irradiazione solare con grave pregiudizio per i colori<br />
degli affreschi. Attraverso le termografie si è evidenziato che la<br />
copertura, realizzata con la tecnica del “cannucciato” con intonaco<br />
a gesso misto malta, presentava zone più fredde negli<br />
angoli del soffitto e nella parete rivolta a nord, oltre ad anomalie<br />
termiche significative in presenza di fessurazioni e potenziali distacchi<br />
dell’intonaco.<br />
Gli interventi di riqualificazione energetica della Sala degli<br />
Stemmi si sono quindi concentrati su tre punti:<br />
1. Rifacimento della copertura, con l’applicazione di un “tetto<br />
ventilato e coibentato” e contestuale restauro degli affreschi.<br />
2. Sostituzione dei serramenti.<br />
3. Installazione di apparecchi domotici per l’apertura automatizzata<br />
dei serramenti.<br />
L’adozione di un “tetto ventilato” ha permesso di migliorare le<br />
prestazioni energetiche sia nel periodo invernale che in quello<br />
estivo, e favorire lo smaltimento della condensa, garantendo<br />
così una maggiore durata dei materiali impiegati. Il sistema è<br />
costituito da una listellatura lignea che consente l’aggancio dei<br />
coppi tramite elementi ad incastro, senza forare le guaine e il<br />
materiale isolante. Il supporto di partenza dei coppi sulla linea di<br />
gronda è una griglia stampata antipassero, in acciaio alluminato<br />
e verniciato.<br />
Si è ottenuta così un’intercapedine rispondente alle norme UNI<br />
(8178/5.17-8627/5.2- 5.4-6.2-9460/13.4 – UNI 32035110), che<br />
consente un ingresso dell’aria, a livello di grondaia, superiore a<br />
600 cm²/m; questa fuoriesce, calda, dal colmo ventilato, dopo il<br />
passaggio sotto i coppi delle falde, riducendo la temperatura del<br />
tetto di 7°C dopo 10 ore di sole estivo. La barriera al vapore è<br />
stata realizzata con un film sottile di polietilene a bassa densità<br />
(spessore 0,30 mm), posato in corrispondenza della “faccia calda”<br />
dei materiali coibenti.<br />
Sono stati quindi realizzati interventi manutentivi sulle pareti<br />
verticali: esternamente è stato posto un intonaco tradizionale a<br />
base di calce, mentre tutte le pareti perimetrali interne decorate<br />
(verticali e soffitto) sono state sottoposte a consolidamento<br />
e restauro. Nell’ambito del progetto, sono stati previsti anche<br />
lavori impiantistici, che interesseranno l’intero complesso storico<br />
di Palazzo d’Accursio, tra cui la sostituzione delle attuali<br />
caldaie a gasolio con modelli a gas ad alta efficienza. Prima del<br />
rifacimento della copertura sono state avviate attività di messa<br />
in sicurezza.<br />
I costi complessivi dell’intervento di manutenzione straordinaria<br />
della Sala degli Stemmi, inserito nel Programma dei Lavori Pubblici,<br />
ammontano a 567.860 euro, di cui una parte finanziato dal<br />
progetto GovernEE (67.860 €), per l’acquisto delle dieci finestre<br />
ad elevate prestazioni energetiche. Anche se l’analisi, dal punto<br />
di vista economico-finanziario, risulta “svantaggiosa” (PBT 30<br />
anni), rispeto ai consueti valori imposti dei business plan finanziari<br />
(7-10 anni),<br />
Se si considera, infatti, che il costo di sostituzione dei serramenti<br />
è un onere di manutenzione straordinaria edilizia, e se si valuta<br />
più correttamente il ritorno economico del solo “extracosto”<br />
dell’intervento di miglioramento di prestazione energetica, pari<br />
alla differenza di costo fra un infisso tradizionale e quello installato<br />
innovativo e ad alta prestazione energetica, allora il PBT<br />
si riduce considerevolmente, rientrando in un valore in linea con<br />
quello corrente per la pubblica amministrazione (10-15 anni).<br />
In conclusione è necessario considerare che i serramenti e il rifacimento<br />
della copertura sono stati gli interventi più importanti,<br />
necessari ed urgenti per migliorare le prestazioni dell’involucro<br />
e, soprattutto, per garantire la miglior conservazione dei beni<br />
artistici e storici in esso contenuti. Quest’ultimo aspetto rappresenta<br />
un “intangibile di valore inestimabile”, non quantificabile<br />
in termini di flussi di cassa tradizionali, ma che dovrà trovare la<br />
giusta collocazione nelle scelte di strategia economica (anche<br />
con sostegni normativi ed economici), non soltanto in ambito<br />
locale, ma anche a livello nazionale, proprio per il recupero della<br />
ricchezza vera che la storia ci ha lasciato in eredità.■<br />
ECOABITARE<br />
Tutte le nostre città, anche le più piccole, sono costituite<br />
da un antico nucleo storico o possiedono un patrimonio<br />
edilizio di valore artistico-culturale inestimabile.<br />
D’altro canto, la necessaria di tutela del valore culturale,<br />
storico e documentale richiede all’amministrazione pubblica,<br />
elevati costi di gestione e manutenzione. In molti casi questi non<br />
facilitano o addirittura impediscono sostanziali interventi di restauro,<br />
recupero, consolidamento edilizio strutturale (anche antisismico).<br />
Gli effetti drammatici di questa dicotomia si riflettono<br />
sul lento e progressivo degrado del patrimonio storico e nell’aumento<br />
insostenibile dei costi di gestione sul bilancio corrente,<br />
con un inevitabile maggior costo sulla “bolletta energetica”.<br />
In altri casi il ruolo della Sovraintendenza al Patrimonio artistico<br />
e storico si limita a stabilire i vincoli e a ribadirli in un atteggiamento<br />
puramente “conservativo” che nei fatti si trasforma nel<br />
maggior impedimento ad intervenire, contribuendo nel tempo ad<br />
aumentare il degrado dell’opera o dell’edificio da proteggere.<br />
36<br />
ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
Un’esperienza estremamente positiva e dimostrazione delle possibilità<br />
straordinarie d’intervento negli edifici pubblici ad elevata<br />
valenza storica con il coinvolgimento diretto anche della<br />
Sovraintendenza, è stata condotta dal Comune di Bologna nel<br />
contesto del Progetto GovernEE.<br />
La riqualificazione della “Sala Urbana”, più nota come Sala degli<br />
Stemmi, di Palazzo d’Accursio, sede del Municipio, è coincisa<br />
con la necessità di realizzare interventi urgenti di manutenzione<br />
straordinaria, già inseriti nel piano triennale delle opere<br />
pubbliche e non più procrastinabili.<br />
La Sala, infatti, presentava soffitti e pareti straordinariamente<br />
affrescati (dipinti del ’500), ma con gravi problemi di degrado.<br />
In diversi punti del soffitto e delle finestrature sono state rilevate<br />
infiltrazioni d’acqua dovute alla pioggia. Nel tempo, queste<br />
hanno causato danni progressivi agli intonaci e ai dipinti, con il<br />
distacco di parti degli affreschi, messi temporaneamente in sicurezza<br />
con una rete di protezione.<br />
Per i serramenti sono state fatte scelte differenziate a seconda<br />
dell’esposizione. Sul lato Sud ed Est sono stati quindi installati<br />
nuovi serramenti da 1.600x2.400 mm, con legno all’interno ed<br />
alluminio laccato testa di moro all’esterno (Uf = 1,372 W/m²K).<br />
Le finestre montano un doppio vetro basso-emissivo (selettivo<br />
all’esterno) con argon nell’intercapedine (Ug=1,000 W/m²K e<br />
fattore solare g=26). I serramenti sono composti da due ante affiancate<br />
con apertura sia a battente che a vasistas, a montante<br />
intermedio. Le ante sono incernierate nel lato inferiore con apertura<br />
nel lato superiore e verso l’interno dei locali. L’apertura e<br />
la chiusura sono comandati da un software che riceve dati da<br />
sensori ambientali (tra cui uno antipioggia) e comanda attuatori<br />
posti in corrispondenza delle finestre, altrimenti non raggiungibili<br />
dalla sala. Per mantenere i caratteri stilistici degli infissi<br />
originari, è stata sovrapposta una trama in legno con disegno a<br />
“inglesina”.<br />
Sui due lati Nord ed Ovest, dove i serramenti non sono sottoposti<br />
ad irraggiamento solare diretto e vi è possibilità d’accesso per la<br />
manutenzione, sono state installate cinque finestre, le cui dimensioni<br />
e caratteristiche sono identiche a quelle viste in precedenza,<br />
tranne per il doppio vetro camera, non selettivo verso l’esterno,<br />
e per l’apertura, che avviene nel lato inferiore del serramento,<br />
verso l’interno dei locali, incernierata nel lato superiore.<br />
(*) Testo rielaborato e foto tratte da: Giorgio Schultze et al. Patrimoni da<br />
salvaguardare, Casa & Clima- n. 45- anno VIII
SHALE GAS<br />
UN’OPZIONE<br />
INSOSTENIBILE<br />
di Vincenzo Lo Scalzo<br />
La controversia verte sull’estrazione attraverso fracking che comporta molti rischi d’inquinamento delle<br />
acque sotteranee a causa dell’uso di prodotti chimici, oltre ad essere grande consumatore d’acqua.<br />
“L’olio di scisto è un liquido organico viscoso scuro ottenuto per<br />
pirolisi di scisti bituminosi. È simile al petrolio per il fatto che<br />
le fasi di raffinazione e i prodotti finali sono generalmente gli<br />
stessi. Scisti bituminiosi è un termine piuttosto vago ma generalmente<br />
si riferisce ad una grande varietà di rocce sedimentarie<br />
stratificate contenenti sostanze organiche che possono essere<br />
rilasciate solo da distillazione distruttiva”. Geologicamente,<br />
“shale” è la “roccia scistosa”, “shale oil” è “olio di schisto”.<br />
“Schisto”, deriva dal greco “schizo” cioè “fendo, fenditura”, da<br />
cui “roccia divisa in fogli paralleli tra loro e con il piano degli<br />
strati principali”.<br />
L’olio ricavato dalla distillazione secca degli “schisti bituminosi”<br />
si classificava come “petrolio francese”, dopo il frazionamento<br />
in oli pesanti e oli da gas (oli verdi), che si dissociavano<br />
producendo un gas per l’illuminazione. I pesanti (lubrificanti,<br />
catrame e paraffina) consentivano, fino a una dozzina di anni fa,<br />
un ricavo inferiore ai derivati da petrolio. In un secondo tempo<br />
ha recuperato un valore ben al di là delle previsioni, mettendo a<br />
soqquadro interi province e stati in Usa e Canada, offrendo un<br />
supporto economico importante alle famiglie soffocate da crisi<br />
di sopravvivenza in alcuni Stati e di carenza di opportunità in<br />
altri.<br />
VINCENZO LO SCALZO<br />
Lo Scalzo Associates snc<br />
Laureato in chimica industriale, si<br />
specializza in analisi di business e<br />
competitività internazionale per una<br />
strategia personalizzata in polimeri ed<br />
elastomeri, fibre e materiali compositi,<br />
componenti e scienza dei materiali per<br />
ingegneria e costruzioni, creando una<br />
rete internazionale di professionisti con<br />
esperienza a livello mondiale di consulenza<br />
industriale, sviluppo di tecnologie,<br />
nuovi materiali e mercati. Vanta<br />
anche un’eccellente apertura al segmento<br />
agro alimentare con 29 anni di<br />
segretariato nella Consulta Nazionale<br />
dell’Accademia Italiana della Cucina.<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
Stabilimento di Shale gas, North Dakota<br />
38 ecoIDEARE - Settembre / Ottobre 2014<br />
39
Lo shale gas ha confermato, oggi ancora di più, un impatto significativo<br />
sui mercati energetici globali, guidato dal massiccio aumento<br />
della produzione negli Stati Uniti, dove il calo del prezzo<br />
del gas ha dato un notevole impulso alla produttività industriale.<br />
Una storia americana<br />
Attualmente, negli Stati Uniti, il gas estratto da scisti, “shale<br />
gas”, è la risorsa più importante degli ultimi dieci anni. Storicamente<br />
il primo pozzo è stato posto in esercizio negli anni ’50 con<br />
una rapida sequenza e trasformazione progressiva dello scenario<br />
topografico di Stati importanti come Arkansas, North Dakota nel<br />
Nord e vari Stati del sud con Louisiana, Texas, Pennsylvania.<br />
National Geographic, nel marzo 2013, ha dedicato ben 32 pagine<br />
alla rivoluzione di scenari e di modelli di vita indotti nella<br />
popolazione del North Dakota che è al centro dello sviluppo<br />
del “fracking fai da te”. Molte piccole iniziative private si sono<br />
moltiplicate con scambio di diritti, utilizzo di proprietà e investimenti<br />
familiari tra gli abitanti delle “praterie” dello Stato.<br />
Oggi la prateria del Dakota è costellata da pozzi singoli e da tanti<br />
altri allacciati “a grappolo” con connessioni sotterranee. I nuovi<br />
assetti in superficie, portano alla vista dall’alto come una foto in<br />
bianco e nero dell’universo scattata da Samantha,<br />
dalla ISS. Per i nuovi alloggiamenti<br />
degli operatori si diramano strade bianche<br />
e macchi di serbatoi e villaggi prefabbricati<br />
lungo il letto del fiune Missouri, a sostegno<br />
della domanda di acqua richiesta dall’estrazione.<br />
Spesso il territorio in cui abbondano<br />
i giacimenti è caratterizzato dalla presenza<br />
di acqua salata negli strati di falda superiori.<br />
Occorre pertanto la disponibilità di stoccare<br />
ad ogni piede di pozzo in servizio, sia<br />
l’acqua salina sia l’olio.<br />
Ad oggi solo un quarto dei pozzi del North<br />
Dakota è connesso con le pipeline di distribuzione<br />
alle centrali, per cui il convogliamento ai centri di raffinazione<br />
ha luogo con trasporto terrestre in cisterne. Si è così diffuso<br />
un vero mestiere e una nuova professione, con padroncini e<br />
padroni che svolgono servizi di logistica al di là dell’estrazione,<br />
creando nuove attrattive e occupazione. La regolamentazione<br />
per sicurezza e salute è demandata alle autorità dei singoli Stati<br />
federati e non al governo centrale.<br />
Al dibattito pubblico si aggiungono gli incidenti: perdite di fluidi<br />
dai pozzi, chiusura di pozzi esauriti, sversamenti. Non è affare<br />
da poco la previsione di vita efficiente di un pozzo e la conseguente<br />
caduta di volumi di estrazione, rilevante fin dai primi<br />
anni. Ne deriva la sorpresa per la decadenza di produttività che<br />
desta non pochi dubbi di durata, anche per chi aveva esperienze<br />
di estrazione di petrolio.<br />
La profondità dei pozzi si aggira intorno ai 3-5 km a cui segue<br />
una curva di circa 90° e la continuazione in percorso orizzontale<br />
nei “giacimenti Bakken” del Dakota.<br />
Nel corso della vita media di un pozzo si manipolano circa 5<br />
milioni di litri d’acqua, quasi 2 milioni di kg di proppant (sabbia<br />
di quarzo naturale e ceramica industriale che serve da stabilizzatore<br />
di permeabilità delle fessure di diffusione della miscela di<br />
fracking -fratturazione idraulica- presenti nei tubi di percorso) e<br />
oltre 350 barili di additivi.<br />
Attualmente nel North Dakota sono in funzione circa 8.000<br />
pozzi, destinati rapidamente ad aumentare a 40-50.000, per<br />
un’estrazione stimata nei prossimi 20 anni (salvo esaurimenti<br />
precoci oggi non previsti) di più di 14 miliardi di barili di grezzo<br />
di alta qualità.<br />
40<br />
ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
Le condizioni di vita nella prateria, dagli anni ’50 a oggi, si sono<br />
trasformate per una larga fascia di popolazione. Prima erano<br />
in pratica attività rurali in territori di scarsa fertilità, appena in<br />
grado di sostenere la sopravvivenza di una società povera. La<br />
trasformazione sociale e personale oggi promette redditi anche<br />
fino a 120,000 dollari all’anno. Ma quale è il prezzo in termini<br />
di salute e di salvaguardia delle risorse?<br />
Quelle più critiche derivano da rilevanti volumi di fabbisogno<br />
d’acqua.<br />
Le riserve in Europa<br />
Le riserve di shale gas in Europa sono d’altrettanta importanza<br />
strategica tanto che in alcune nazioni (Polonia, Gran Bretagna,<br />
Romania) le autorità nazionali hanno già destinato risorse finanziarie<br />
e impegni non indifferenti, mentre l’UE è ancora sul punto<br />
di riaffrontare (non si sa con quale potere coercitivo) le posizioni<br />
ufficiali più rilevanti di contrapposizione. Anche se non è attivo<br />
nessun pozzo di estrazione, l’Europa dispone di stime affidabili<br />
negli stati geologicamente più promettenti.<br />
Interessi nazionali e internazionali si incrociano in Francia e<br />
nell’Europa Settentrionale e Centrale.<br />
In Norvegia, Statoil ha costituito una j.v.<br />
con Chesapeake Energy in Usa da cui intende<br />
trasferire l’esperienza in Europa, nonostante<br />
l’iniziale convinzione negativa su<br />
disponibilità di giacimenti idonei per una<br />
autosufficienza di riserve di gas rispetto<br />
alla domanda.<br />
In Russia, Gazprom fin dal 2009 ha reso<br />
nota la sua attenzione analoga per il territorio.<br />
Bulgaria e Danimarca hanno ripreso la<br />
riflessione sull’opportunità nel corso del<br />
2013.<br />
In Italia, nonostante una scarsa probabilità di giacimenti nella<br />
penisola, ENI ha acquisito un’opzione in Quicksilver Resources.<br />
Una posizione, che appare condivisibile, ipotizza che lo shale<br />
gas possa diventare una carta da giocare nella stimolazione alla<br />
riduzione delle emissioni inquinanti. Si favorirebbe, come negli<br />
Stati Uniti, una svolta nella produzione di energia da carbone,<br />
tradizionale per l’Europa centrale.<br />
In Svizzera, al contrario di quanto si fa in Italia, si parla e si<br />
confronta il fracking con il nucleare e l’idraulica, a cui non si<br />
rinuncia, almeno fino al 2020.<br />
La Romania deve importare oltre il 20% del fabbisogno globale<br />
di energia. Il gas naturale, di cui il 98% è importato dalla Russia,<br />
costituisce il 30% delle fonti di energia. Lo studio recente<br />
americano dell’EIA ha stimato le risorse romene di shale gas<br />
pari a 100 anni di domanda. Chevron ha promesso investimenti<br />
per 600 milioni di dollari nei prossimi 15 anni. Motivazioni quali<br />
indipendenza energetica e riduzione dei costi sono sufficienti<br />
a reclamare l’interesse della nazione per lo sfruttamento della<br />
nuova risorsa.<br />
In Svezia appare la sorpresa che giacimenti non ancora sufficientemente<br />
convincenti stiano per motivare un investimento nel<br />
territorio, peraltro ricco di risorse promettenti. Se Royal Dutch<br />
Shell ha rinunciato, Gripen Gas e Aura Energy scopre risorse<br />
valutate pari a 1.000 volte i consumi annuali svedesi. La ricchezza<br />
di depositi di rocce Alum Shale Carbon Ordovician in un<br />
area di 150 kmq con accumulo di gas sgorgante a profondità di<br />
soli 75-85 m ha solleticato Gripen Gas a confermare l’interesse<br />
a cogliere il momento più favorevole per la trasformazione della<br />
“licenza” in fattibilità.<br />
Flussi di gas fino a 50 metri cubi all’ora sono stati segnalati da<br />
pozzi utilizzati per estrarre l’acqua, quindi sicuramente vale la<br />
pena di indagare, ha commentato Bob Beeson, geologo professionista<br />
dell’Onu con oltre 35 anni di esperienza nell’esplorazione<br />
e sviluppo di giacimenti minerari. Per la produzione di gas<br />
già in corso nella regione, gli impianti di perforazione sono disponibili<br />
e abbiamo già iniziato a praticare due dei cinque pozzi.<br />
La Polonia appare il paese più seriamente impegnato. Se le<br />
stime rese note di riserve per un minimo di 3 triliardi di metri<br />
cubi fossero confermate, il paese disporrebbe di shale gas pari<br />
al consumo di energia per oltre 200 anni o, in termini più pratici,<br />
pari a 750 volte i consumi attuali. Al territorio sono attivamente<br />
interessate ConocoPhillips Energy, BNK Petroleum, Talisman<br />
Energy, Marathon Oil, Chevron ed ExxonMobil.<br />
Le perforazioni sono in piena esecuzione a fronte di piani di<br />
estrazione industriali e di ricerca di nuovi giacimenti di gas.<br />
La produzione di energia elettrica polacca è particolarmente dipendente<br />
dal carbone le cui miniere sono tenute in piena attività,<br />
indirizzo che d’altro canto anche la Russia sta sostenendo negli<br />
ultimi 5 anni. Il più accanito antagonista economico è il metano,<br />
importato per due terzi dalla Russia. Sullo stesso concetto che<br />
ha guidato la corsa a gas e petrolio da scisti in USA, si fonda<br />
anche la scelta polacca che si prefigge l’obiettivo di diminuire la<br />
dipendenza economico-energetica dalle importazioni a cui farà<br />
fronte l’estrazione competitiva di shale gas.<br />
La Polonia possiede anche il secondo parco automobilistico europeo<br />
alimentato a gas naturale che costituisce il 10% del parco<br />
nazionale.<br />
Bacini di Shale gas<br />
riserve stimate<br />
riserve non stimate<br />
paesi valutati<br />
paesi senza valutazione<br />
Il gigante francese Total diventerà la prima compagnia petrolifera<br />
per la ricerca di shale gas in Gran Bretagna, riporta il Financial<br />
Times.<br />
A differenza della Francia, dove le ricerche di gas di scisto sono<br />
finora “vietate”, la Gran Bretagna vuole sfruttare le opportunità<br />
offerte. Il primo ministro David Cameron ha messo in guardia<br />
in dicembre il presidente della Commissione europea José Manuel<br />
Barroso sul rischio che l’Europa abbia perso la chiave nella<br />
gestione di questa controversa fonte di energia. La controversia<br />
verte principalmente sull’estrazione attraverso fracking che comporta<br />
molti rischi di inquinamento delle acque sotterranee a causa dell’uso<br />
di prodotti chimici, oltre ad essere grande consumatore di acqua.<br />
Un’alternativa valida a questa scelta strategica, che potrebbe<br />
o forse dovrebbe essere percorsa fino in fondo, si basa sullo<br />
sfruttamento del bacino di risorse idrauliche da mare, onda e<br />
offshore. Il processo di progettazione integrata tra ideatori e produttori<br />
di nuove e antiche tecnologie si afferma capace di portare<br />
il settore marino e quello a terra da corrente fluviale in grado di<br />
raggiungere l’obiettivo finale di ridurre il costo dell’energia prodotta.<br />
Offshore Wind Energy (14/15 aprile 2015, Londra) riunirà<br />
esperti di Statoil e Senvion, due leader chiave di generazione<br />
eolica offshore per riflessioni sullo sviluppo tecnologico, capaci<br />
di individuare le tecnologie chiave per il futuro anche in mare<br />
aperto!<br />
Carbon Trust ha stimato che le risorse da onda e marea possono<br />
fornire il 20% dell’elettricità del Regno Unito, se il progetto sarà<br />
pienamente sviluppato.<br />
L’esperienza industriale acquisita si estende pertanto da quella<br />
storica alla potenza onshore e offshore, eolica, solare, marina, di<br />
produzione convenzionale e rinnovabile per la scelta strategica<br />
d’operazioni competitive di trasferimento e distribuzione, di reti<br />
intelligenti e l’utilizzazione di energie sostenibili, così come per<br />
i mercati e i regolamenti di scambio d’energia nelle aree geografiche<br />
del pianeta.<br />
Chiaramente critici appaiono fin d’ora i provvedimenti legislativi<br />
che ogni nazione metterà in campo per salvaguardare posizioni<br />
dominanti e proteggere ambizioni di dominio o difesa di<br />
posizioni acquisite a livello globale.<br />
Per misurare il polso del settore energetico industriale del pianeta<br />
e cogliere sfide e opportunità che s’intrecciano nella mente<br />
dei principali dirigenti e manager del settore, DNV GL (ex DNV<br />
KEMA) ha intervistato nel 2014 oltre 200 professionisti dell’energia<br />
degli Stati Uniti (US).<br />
I risultati del sondaggio sono stati presentati a Washington all’incontro<br />
Utilities del Futuro (Leadership Forum-Grand Hyatt Washington,<br />
2/4 giugno 2014), e oggi forniscono intuizioni chiave<br />
sui driver che influenzeranno lo scenario di servizi in competizione<br />
in un futuro che si avvicina a rapidi passi.■<br />
AMBIENTE E TERRITORIO
DALLE ACQUE SCURE<br />
DEL LAGO DI COMO<br />
AI PAESAGGI<br />
CRUDI E DISABITATI<br />
DELLA VAL CAVARGNA<br />
Quando il viaggiatore si è seduto<br />
sulla sabbia della spiaggia<br />
e ha detto: “Non c’è altro da vedere”,<br />
sapeva che non era vero.<br />
Una volta i Parchi erano luoghi isolati ma inseriti in una trama<br />
territoriale omogenea, oggi molti di loro sono attorniati<br />
Bisogna vedere quel che non si è<br />
da infrastrutture ed edificazioni.<br />
visto, vedere di nuovo quel che si è<br />
già visto, vedere in primavera quel<br />
che si è visto in estate, vedere di<br />
giorno quel che si è visto di notte,<br />
con il sole dove<br />
la prima volta pioveva, vedere le<br />
Foto messi di Luca verdi, Fantoni il frutto maturo,<br />
la pietra che ha cambiato posto,<br />
l’ombra che non c’era.<br />
di Mario Allodi e Andrea Marziani<br />
Dopo la salita una sorta di altipiano su due livelli ci accompagna<br />
per un tratto. Improvvisamente, di fronte, si apre come in un<br />
taglio vallivo l’infilata più a nord del Ceresio con il suo scenario<br />
di monti e paesini che bagnano le loro radici nel lago. Sotto di<br />
noi appare improvvisamente lo specchio del lago di Piano con<br />
il suo anonimo emissario che ha giusto il tempo di intuirsi corso<br />
d’acqua prima di andare a perdersi nel Ceresio a Porlezza. Piccolo<br />
bacino circondato dalle montagne e da canneti dorati, in inverno<br />
sembra una pietra dura incastonata in un bracciale vallivo.<br />
Sempre percorrendo la strada Statale 340 si incontra l’abitato di<br />
Carlazzo e da lì inizia una nuova salita verso la Val Cavargna.<br />
Quest’altra valle prealpina delle alpi Lepontine corolla di asprezze<br />
la nostra passeggiata. La strada, ricca di ambagi, è posta sulla<br />
parte destra della valle; valle stretta ed incisa da una gola formata<br />
dal tumultuoso torrente Cuccio. I chilometri passano circondati<br />
da boschi incontaminati e dove il fondovalle di partenza è<br />
solo un lontano ricordo. Ambienti boschivi in cui il dispiegarsi<br />
della natura è discretamente ammansito dalla mano dell’uomo<br />
che si avverte talvolta in piccole opere di consolidamento; luci<br />
ed ombre scandiscono il ritmo dell’incedere, lo sguardo accarezza<br />
il frutto di un sapiente equilibrio che fonde l’uso della risorsa<br />
con la gelosa custodia del patrimonio che la rigenera.<br />
Inaspettatamente questo gran canalone si apre come un ventaglio,<br />
l’orizzonte si amplia, mostrando tutti gli abitati che corollano<br />
la valle. I paesi compatti e colorati con sfumature di terra<br />
sembrano estratti dalla roccia del monte; roccia lavorata in migliaia<br />
di anni e risistemata a dimora perenne di genti che hanno<br />
mediato e reso questa valle difficile un luogo oggi apparentemente<br />
lontano dalla civiltà.<br />
Gli abitati sono ben definiti, e nei loro limiti si coglie con<br />
chiarezza l’accordo fra uomo e natura basato sul rispetto<br />
ma anche sul timore l’uno dell’altra; soprattutto della<br />
natura verso un uomo che ha saputo negli anni, comunque,<br />
rispettarla. Si attraversa prima Cusino; un bell’abitato<br />
compatto che disvela, sulla piazza vicino il municipio, un verone<br />
belvedere. Un invito a riprender il fiato sospeso dall’abbaglio<br />
degli scorci attraversati e a misurare con lo sguardo la strada fin<br />
qui percorsa nell’ascesa. Si può osservare da questo punto l’ombra<br />
massiccia dei boschi in contrappunto con le nette cadenze<br />
delle diverse aree vegetazionali e dagli abitati.<br />
È questo un punto d’osservazione focale, dal quale l’occhio abbraccia<br />
lo sviluppo vallivo e dei suoi abitati. I paesini adagiati a<br />
mezza costa, aggraziati coaguli di materia primigenia emergente<br />
dalle aree a pascolo, lasciano intendere l’originaria vocazione<br />
dei luoghi. Luoghi intimamente legati alla terra e alle regole della<br />
vita contadina; vita semplice e faticosa sancita dal rispetto di<br />
quel poco (e buono) che si riesce a pattuire con la terra e con il<br />
clima. L’abitato più esteso è San Bartolomeo, che si materializza<br />
alla vista a mezza costa nel punto più esposto della valle, là dove<br />
la strada vira decisamente a Ovest, verso la Svizzera. Il centro<br />
ostenta una consistenza quasi “fuori scala” rispetto alla sinuosa<br />
teoria degli abitati inanellati nello scorcio vallivo, pur mantenendo<br />
un contegnoso rispetto degli equilibri paesistici d’intorno.<br />
La rudezza dei luoghi evoca cibi semplici, frutto di fatiche quotidiane.<br />
Da queste parti è senz’altro il sudore il principale balsamo<br />
di una terra probabilmente fertile, sicuramente dura e aspra.<br />
Sono proprio questi sapori della valle che vanno a fondersi in<br />
piatti in cui le verdure coltivate o spigolate nei campi producono<br />
minestre e piatti semplici la cui aulenza è forse il frutto di geuranie,<br />
singolari relazioni cosmiche fra il cielo e la terra.<br />
La strada prosegue in quota, traguardando altri piccoli conglomerati<br />
sparsi sul dorso erboso dei rilievi che chiudono la valle,<br />
prima di insinuarsi in una fenditura che la farà digradare verso il<br />
Ceresio attraverso la val di Rezza e la Valsolda.<br />
Lo scenario si fa dunque più alpestre, le cime più aspre, mentre<br />
i tetti e le case cominciano ad avere qualcosa di montano, qualcosa<br />
che sa di inverni freddi e neve, e vento a spazzare le acque<br />
scure del lago.■<br />
AMBIENTE E TERRITORIO<br />
José Saramago<br />
Il<br />
lago, con i suoi riflessi, va lasciato alle spalle.<br />
Da Menaggio inizia la salita, verso Porlezza: repentina<br />
e ricca di inquadrature che ci fanno cogliere come<br />
rapidamente il clima muta e così pure la vegetazione.<br />
Anche il tempo può alterarsi d’improvviso tramutando altrettanto<br />
velocemente queste vallate in lugubri scenari di pietra su cui<br />
incombono montagne improvvisamente sconosciute.<br />
Ad ogni tornante, piante da clima mite e dai colori luminosi,<br />
lasciano spazio ad una vegetazione più autoctona e spontanea.<br />
D’inverno, le montagne sono ricoperte da boschi dal colore<br />
omogeneo attraversati nelle giornate di sole da lame luminose,<br />
raggi che trasformano in rosso intenso i giovani rami del faggio<br />
e fanno risaltare le trasparenze e le atmosfere rarefatte.<br />
Già nella salita, sulla nostra destra si vedono le incisioni, talvolta,<br />
fessure rocciose, della Val Sanagra. La valle è attraversata dal<br />
torrente che ne porta il nome e che sfocia a Menaggio.<br />
Da subito i sapori dolci e profumati del lago lasciano spazio ad<br />
asprezze che si colgono anche nelle attività dell’uomo: magli,<br />
turbine, mulini e filande. Si contrappone a questa attività anche<br />
un modello singolare di sinergia con la natura proprio nel tratto<br />
più inforrato nei pressi di Cardano ed Uniti e raggiungibile con<br />
una passeggiata che costeggia il fiume; un giardino verticale, a<br />
corredo di una storica dimora, è posto su un orrido di 90 metri<br />
di dislivello e aggrazia un versante di roccia altrimenti crudo e<br />
inquietante. L’ambiente è ancora piuttosto selvaggio e tassellato<br />
da boschi, pascoli, prati e alpeggi.<br />
42 ecoIDEARE - Settembre / Ottobre 2014<br />
43
Claudia Taccani<br />
Avvocato e responsabile sportello legale OIPA si impegna per far conoscere<br />
a tutti le innumerevoli leggi che interessano gli animali d’affezione che,<br />
sempre più numerosi, vivono nel contesto urbano, affinchè i loro diritti siano<br />
rispettati. Partendo dal principio che anima la zooantropologia, che attribuisce<br />
ai cani un valore sociale e tende quindi a valutare diritti e doveri sia degli animali<br />
che dei padroni, abbiamo deciso di dedicare uno spazio ai temi legati ai<br />
nostri amici a quattro zampe.<br />
LA LEGGE A 4 ZAMPE<br />
GUINZAGLIO<br />
SI O NO?<br />
di Claudia Taccani<br />
Una domanda molto frequente che ci viene posta è se<br />
sia corretto e doveroso portare a spasso il nostro amato<br />
cane “legato”. La risposta è si, la legge prevede infatti<br />
che un detentore corretto e diligente tenga il proprio<br />
cane al guinzaglio, anche “estensibile”, sulle strade e nei luoghi<br />
pubblici o aperti al pubblico.<br />
Ma perché le legge prevede quest’obbligo?<br />
Effettivamente se pensiamo al ritmo frenetico di una città o ai<br />
pericoli sulle strade, la risposta è piuttosto spontanea, in quanto<br />
per tutelare il nostro quattro zampe come le altre persone o animali,<br />
è corretto utilizzare il guinzaglio e liberare l’animale in un<br />
luogo sicuro.<br />
Un’ordinanza del Ministero della Salute, prorogata periodicamente,<br />
impone l’utilizzo del guinzaglio di una lunghezza massima,<br />
in estensione, di un metro e mezzo, e di portare con sé<br />
museruola da utilizzare solo in caso di necessità oppure su ordine<br />
dell’autorità. Anche i Comuni, con propri regolamenti, impongono<br />
di tenere il cane legato per strada o in luogo pubblico,<br />
incappando in una multa in caso di trasgressione.<br />
Ma tale prescrizione ha origine sin dagli anni cinquanta, per via<br />
di un Regolamento nazionale di polizia veterinaria.<br />
Insomma la legge è chiara sul punto, ma cosa succede in caso<br />
di trasgressione e, soprattutto, chi può contestare la violazione?<br />
Come suindicato, portare a spasso un quattro zampe libero può<br />
farci incorrere nella violazione del regolamento comunale che<br />
comporta il pagamento di una multa, per esempio, il regolamento<br />
della città di Milano prevede l’applicazione di una sanzione<br />
pecuniaria di 40 euro.<br />
Ma attenzione, un comportamento di questo tipo potrebbe arrecare<br />
qualche guaio anche in campo di responsabilità come detentore<br />
“canino”.<br />
Se per esempio il nostro peloso, tenuto libero, arreca un danno<br />
ad altro animale o a persona, saremo passibili di multa e, inoltre,<br />
dovremo risarcire il danneggiato.<br />
Addirittura, un’eventuale aggressione da parte del cane libero<br />
sempre a danno di animali o bipedi, integra la contravvenzione<br />
prevista dal Codice Penale di “omessa custodia o mal governo<br />
di animali”.<br />
L’autorità competente a contestare l’infrazione e multare, è in<br />
primis la polizia municipale come pure le guardie eco-zoofile la<br />
cui missione non è solo quella di prevenire illeciti a danno degli<br />
animali ma anche quella di far applicare la normativa.<br />
Questa prescrizione, infatti, tutela non soltanto le persone ma<br />
anche gli animali, basta pensare alla possibile zuffa tra cani per<br />
strada ovvero alla circolazione di veicoli con pericolo per lo<br />
stesso quattro zampe.<br />
Per fortuna esistono aree dedicate allo “sgambamento” degli<br />
animali, la così detta area cani, all’interno delle quali è possibile<br />
tenere i quattro zampe liberi, sempre prestando la dovuta<br />
attenzione.<br />
A questo punto, avendo parlato di realtà “urbana”, la domanda<br />
sorge spontanea: ma in campagna posso tenere il mio cane<br />
libero?<br />
Se ci troviamo in una zona “protetta” ossia utilizzata per la tutela<br />
della fauna selva e il relativo ripopolamento, è molto probabile<br />
che l’entrata a Fido sia vietata, al solo scopo di tutelare gli altri<br />
animali. In tal caso il regolamento all’ingresso della zona deve<br />
essere chiaro ed esposto con tanto di cartello.<br />
In campagna l’escursione a 6 zampe, per prassi, prevede l’uscita<br />
del nostro cane libero ma è bene porre sempre attenzione per<br />
evitare che non combini qualche guaio.<br />
Il guinzaglio è meglio utilizzarlo “estensibile” lasciando modo<br />
al nostro amico di poter esplorare il territorio ma sempre sotto<br />
la nostra custodia.<br />
E la museruola? Nessun obbligo per strada ma, come indicato<br />
sopra, meglio averla con sé da utilizzare solo in caso di necessità<br />
o quando la situazione lo impone: se per esempio siamo a<br />
Milano e vogliamo prendere il tram o la metropolitana, come<br />
prescritto dal regolamento ATM, dobbiamo tenere Fido al guinzaglio<br />
e avere con noi la museruola.<br />
Questi sono piccoli consigli per garantire una pacifica convivenza<br />
tra uomo e “altri animali” nonché per tutelare la sicurezza ed<br />
il benessere del nostro migliore amico.■<br />
44 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
45
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antichi/nuovi saperi sul valore dell'ambiente, delle arti e<br />
del patrimonio culturale. Partecipazione gratuita ad una conferenza<br />
tematica.<br />
Villages Nature<br />
A<br />
trentadue<br />
kilometri ad est di Parigi sono iniziati i lavori,<br />
che termineranno nel secondo semestre 2016, della<br />
nuova destinazione ecoturistica basata sulla ricerca<br />
dell’armonia tra Uomo e Natura: Villages Nature.<br />
Progettata applicando le più avanzate norme dello sviluppo sostenibile<br />
utilizzando un’energia rinnovabile locale: la geotermia profonda<br />
del Dogger dell’Ile de France che coprirà il 100% del fabbisogno<br />
termico.<br />
È l’avvio di una nuova generazione di progetti turistici e di programmazione<br />
territoriale che coniuga l’accessibilità mediante i trasporti,<br />
la prossimità urbana e l’energia locale.<br />
VILLAGES NATURE costituisce un’importante innovazione del<br />
turismo sostenibile sia per la dimensione sia per le caratteristiche<br />
uniche uniche fra cui l’Aqualagon e la laguna geotermica, l’architettura<br />
vegetale e i giardini pensili, un solo luogo che riunisce uno<br />
spazio-tempo per il relax e il ritorno alle origini, dedicato alle gioie<br />
semplici e allo stupore davanti alla bellezza della natura, ma anche<br />
uno spazio di convivialità e di condivisione, che contribuisca a edificare<br />
un mondo più responsabile.■<br />
47
Eco(scuola) in vetrina<br />
EcoNews<br />
OFFICINA, CAMBIO DI DESTINAZIONE<br />
È un metodo di apprendimento consapevole studiato e messo a<br />
punto da Giovanna Diodati insegnante della Scuola E. Ravaso di<br />
Pescara. Il laboratorio si avvale del metodo progettuale come creatività<br />
senza improvvisazione, per aiutare i bambini a crescere senza<br />
mai smettere di apprendere, giocando con il riutilizzo di materiali<br />
di scarto di aziende locali.<br />
Il progetto è aperto: non definisce materiali e attrezzature, ma lascia<br />
spazio all’inventiva per realizzare le idee, permette a tutti di<br />
inserire nuovi elementi per capire che non c’è un confine preciso<br />
tra fantasia e creatività, strumenti e materiali, realizzazioni e giocattoli.<br />
Il metodo è rivolto alla comprensione delle tecniche, alla<br />
manipolazione dei materiali attraverso cui il bambino scopre le regole<br />
i limiti e le possibilità degli strumenti. Officina contribuisce a<br />
cambiare l’atteggiamento dei bambini nei confronti del computer<br />
per acquisire un rapporto di padronanza e consapevolezza con la<br />
tecnologia: il computer serve per trasferire, fissare e archiviare la propria creatività che non è fine a se stessa ma mezzo<br />
per sviluppare un pensiero autonomo. Una creatività che consente al bambino di sperimentare strumenti e regole, manipolare<br />
materiali, affinare la capacità di osservare e memorizzare nuovi dati, scambiare le proprie esperienze con quelle<br />
altrui in un clima che non favorisca la competitività. www.cambiodidestinazione.it<br />
IL DIVANO IN LEGNO DELLA SCUOLA DI SEDICO<br />
Nasce nel 1981 dal Centro Consorzi di Belluno la Scuola del Legno di Sedico per rispondere alla richiesta di personale<br />
qualificato da parte degli operatori del settore. Dal 2003 la Scuola dispone di una nuova sede con ampio laboratorio di<br />
falegnameria, aule di informatica e aule attrezzate per la didattica<br />
e accoglie gli studenti che, al termine del percorso scolastico nella<br />
scuola superiore di primo grado, vogliono intraprendere un percorso<br />
formativo all’interno del settore del legno. L'obiettivo della<br />
Scuola è non solo quello di fornire un'educazione culturale di base,<br />
ma anche di sviluppare il sapere specifico nel settore legno, sia<br />
attraverso la teoria, che attraverso la pratica, grazie alle ore di laboratorio<br />
nelle quali gli studenti possono testare la propria abilità. La<br />
Scuola mira a formare lavoratori autonomi, creativi e propositivi<br />
che sappiano rispondere in modo sempre più adeguato alle esigenze<br />
delle aziende.<br />
A Legno&Edilizia di Verona, studenti del 3° anno, hanno presentato,<br />
con il supporto del prof. Lorenzet, scultore dal 1980 e vincitore<br />
di 12 primi premi, un divano in legno con tavolino e libri tutti realizzati<br />
in tiglio. Ottimo il risultato, per capire che era legno e non<br />
velluto beige consunto, bisognava sedersi.<br />
www.scuoladellegno.com<br />
NATURALMENTE: IDEE PER LA SCUOLA E L’AMBIENTE<br />
Duecento Istituti in nove regioni italiane sono già stati coinvolti, con l’obiettivo di aumentarne il numero, nel progetto<br />
“naturalmente: idee per la scuola e l’ambiente” promosso da Prink azienda leader nella dstribuzione di cartucce e<br />
toner per stampanti e Ambienta azienda specializzata nella raccolta di<br />
rifiuti speciali. Il progetto prevede la raccolta differenziata di cartucce e<br />
toner esausti per stampanti e fax attraverso il servizio Ecobox. Le scuole<br />
ricevono gratuitamente l’Ecobox per la raccolta. Al ritiro dei toner e delle<br />
cartucce esauste vengono accumulati dei bonus in rapporto al materiale<br />
esausto raccolto. Il buono sconto che si genera è spendibile nei punti<br />
vendita Prink ed è pari al valore delle cartucce ritirate. Da qui il circolo<br />
virtuoso e premiante che lega la raccolta differenziata al risparmio continuo.<br />
Infatti ad ogni ritiro corrisponde un nuovo buono sconto, per spese<br />
uguali o superiori al valore del buono. www.prink.it<br />
IL GOVERNO INVESTE CONTRO<br />
IL DISSESTO IDROGEOLOGICO<br />
Un nuovo disegno di legge elaborato come testo base dal comitato ristretto in materia<br />
di interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche<br />
prevede tre tipi di incentivi: l’istituzione di “premi e borse di studio” per<br />
il prossimo quinquennio accademico a favore degli studenti iscritti a Scienze Geologiche,<br />
Scienze e Tecnologie Geologiche e Scienze Geofisiche; il finanziamento<br />
dell’acquisto da parte delle Università di strumentazioni tecniche necessarie per la<br />
ricerca su prevenzione e previsione dei rischi idrogeologici; la spesa di due milioni<br />
di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 per il finanziamento dei progetti<br />
di ricerca presentati dalle università e finalizzati alla previsione e prevenzione dei<br />
rischi geologici.<br />
www.italiasicura.governo.it<br />
AVOCADO BIOLOGICO<br />
MADE IN ITALY<br />
È prodotto a Marsala, in Sicilia, l’avocado biologico<br />
solidale italiano, coltivato secondo i metodi di agricoltura<br />
biologica, con l’utilizzo di lavoratori svantaggiati<br />
come immigrati ed ex detenuti e su terreni sottratti alla<br />
criminalità organizzata, credendo nel riscatto sociale e<br />
nell’agricoltura come opportunità. È di grandezza media,<br />
di varietà Hass e di ottima qualità. È stato scelto da<br />
Altromercato per far parte del progetto Solidale Italiano<br />
ed è già disponibile in molte delle 300 Botteghe diffuse<br />
su tutto il territorio nazionale.<br />
www.altromercato.it<br />
AKTIVHOUSE B10<br />
LA PRIMA CASA SMART ATTIVA<br />
È il risultato di un progetto Finanziato dal governo tedesco e<br />
promosso dallo Stuttgart Institute of Sustainability Stiftung.<br />
Grazie ad un sofisticato concetto di energia e ad un sistema di<br />
“auto-controllo”, l’edificio di 90 metri quadrati riesce a generare<br />
il doppio dell’energia di cui ha bisogno da fonti rinnovabili<br />
tanto da poter ricaricare anche due auto elettriche, due<br />
biciclette e una casa accanto. Il sistema di gestione intelligente<br />
dell’energia è controllato tramite smartphone o tablet: si<br />
può riscaldare l’ambiente prima del rientro a casa, accendere<br />
o spegnere luci, gestire la ricarica dell’auto. Di notte, pannelli<br />
isolanti rotolano giù per coprire il vetro ed evitare sprechi di<br />
energia. B10 è situato nel quartiere di Weissenhof a Stoccarda.<br />
Alla fine della prima fase del progetto l’abitazione sarà completamente<br />
smontata e ricostruita altrove o riciclata al 100%.<br />
www.aktivhaus-b10.de<br />
L’ELICICOLTURA NELL’ITALIA DELLA CRISI<br />
Il Centrostudi CreaImpresa ha lanciato sul mercato un kit per avviare<br />
un allevamento di lumache. Un’opportunità per crearsi un lavoro a<br />
contatto con la natura in un settore in espansione con domanda in<br />
continua crescita. La produzione interna, infatti, non è sufficiente a<br />
soddisfare la domanda. L’allevamento può essere anche di piccole dimensioni,<br />
all’aperto al coperto o misto, adattabile ad una gestione sia<br />
individuale che familiare, anche part time. Il progetto è finanziabile<br />
con fondi agevolati e finanziamenti Start up.<br />
www.creaimpresa.it<br />
48 ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
49
Biblioteca della sostenibilità<br />
La connotazione green crea valore<br />
100% energia pulita<br />
Trasformare il valore in un vantaggio competitivo<br />
50<br />
UN MONDO SBAGLIATO<br />
storia della distruzione della natura,<br />
degli animali e dell’umanità<br />
di Jim Mason<br />
Edizioni Sonda<br />
Pag. 448 - € 19,50<br />
L’autore, avvocato della Virginia, ha da sempre focalizzato<br />
la propria attenzione sulla relazione uomo/<br />
animale. In questo libro sostiene che il disastro sociale<br />
ed ecologico in cui siamo immersi discende<br />
dall’aver distrutto l’armonia del nostro habitat e<br />
la sua straordinaria biodiversità, alterando profondamente<br />
il nostro rapporto con essa, con noi stessi<br />
e soprattutto quello con gli altri animali. Il nostro<br />
modo di concepirci come dominatori gli uni sugli<br />
altri e sulla Natura sta all’origine dell’attuale crisi<br />
ambientale e della relazione tra questa e le altre<br />
forme di oppressione sociale: la guerra, la violenza<br />
sulle donne e la schiavitù intra-umana.<br />
IL VOLTO AMATO<br />
DELLA PATRIA<br />
Il primo movimento per la protezione della<br />
natura In Italia 1880-1934<br />
Di Luigi Piccioni<br />
Temi Editrice<br />
pag. 319 - € 25,00<br />
Lo studio ricostruisce le vicende dei movimenti<br />
per la protezione della natura sorti tra<br />
il 1885 e il 1934, che hanno fatto dell’Italia<br />
un Paese all’avanguardia in Europa in materia<br />
di tutela ambientale e paesaggistica e<br />
che hanno rappresentato il primo passo per<br />
la creazione dei parchi naturali del Gran Paradiso<br />
e d’Abruzzo. Uno stimolo per nuovi<br />
movimenti in difesa dei beni comuni.<br />
ecoIDEARE - <strong>Marzo</strong> / <strong>Aprile</strong> 2015<br />
Nella vasta produzione scientifica e civile di Giorgio<br />
Nebbia, ecologista dalla metà degli anni Sessanta e<br />
parlamentare dal 1983 al 1992, gli scritti riguardanti<br />
la storia dell’ambiente e dell’ambientalismo occupano<br />
un posto di assoluto rilievo. Oltre a nutrire un vivo interesse<br />
per il passato, Nebbia è infatti convinto che tutti i fenomeni naturali, sociali<br />
e culturali incorporino un’imprescindibile dimensione storica e che ignorando tale<br />
dimensione ci si preclude la possibilità di comprenderli. Nebbia ha finito così col<br />
costruire dai primi anni Settanta in poi, pezzo dopo pezzo, il più ricco corpus di scritti<br />
di storia ambientale realizzato in Italia, contraddistinto da un esemplare equilibrio tra<br />
rigore, chiarezza e leggibilità. Un’opera che merita di essere conosciuta e utilizzata<br />
ben al di là dei confini accademici tanto più che esso è rivolto anzitutto alla società<br />
civile nel senso più ampio.<br />
L’antologia di 434 pagine che costituisce il quaderno n. 4 della rivista telematica<br />
“altronovecento” è composta da 54 articoli e saggi scelti tra gli oltre 350 scritti di<br />
storia ambientale pubblicati da Nebbia. L’opera è suddivisa in sette sezioni tematiche<br />
che comprendono tra l’altro la storia delle merci, dei rifiuti e delle frodi, quella delle<br />
neotecniche come la dissalazione e l’energia eolica, l’analisi in chiave ecologica di<br />
ampie fasi o di importanti processi storici, la storia dell’ambientalismo e dei suoi<br />
protagonisti, i rapporti tra ecologia e marxismo e, ultima ma non meno importante,<br />
la problematica della conoscenza storica in sè: archivi, memoria, uso della storia.<br />
PREPARIAMOCI<br />
A vivere in un mondo con meno risorse,<br />
meno energia, meno abbondanza<br />
e forse più felicità<br />
Di Luca Mercalli<br />
Editore Chiarelettere<br />
Pag. 239 - € 11,90<br />
Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente,<br />
energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia.<br />
L’autore sottolinea come il cambiamento<br />
deve partire da case più coibentate, da<br />
abitudini più sane ed economiche, dal consumo<br />
dell’acqua ai trasporti, dai rifiuti alle<br />
energie rinnovabili, dall’orto all’impegno<br />
comune. Fare da soli e farlo prima che sia<br />
troppo tardi è l’appello rivolto ai lettori.<br />
SCRITTI DI STORIA DELL’ AMBIENTE<br />
E DELL’ AMBIENTALISMO<br />
1970-2013<br />
di Giorgio Nebbia<br />
Edizioni Sonda<br />
Pag. 448 - € 19,50<br />
SENZA PESARE<br />
SULLA TERRA<br />
Le mie esperienze di ecologia quotidiana<br />
Di Elisa Nicoli<br />
Ediciclo Editore<br />
Pag.160 - € 13<br />
Come ridurre l’impatto che le nostre azioni<br />
hanno sull’ambiente e contemporaneamente<br />
divertirsi e migliorare la propria qualità di<br />
vita. Sperimentare tecniche di autosufficienza<br />
significa dimostrare, soprattutto in tempo<br />
di crisi, che è possibile un mondo in cui si<br />
mettono da parte individualismi e solitudini<br />
e si riportano al centro la partecipazione e la<br />
condivisione di esperienze.<br />
La Garanzia D’Origine<br />
La Garanzia di Origine (GO) è una<br />
certificazione elettronica che<br />
attesta l’origine rinnovabile<br />
dell’energia elettrica<br />
prodotta solo da impianti<br />
qualificati IGO dal GSE.<br />
Ogni titolo GO, rilasciato dal GSE<br />
sull’energia elettrica immessa in rete,<br />
in conformità con la Direttiva<br />
2009/28/CE, ha valore pari a 1 MWh.<br />
Le nostre garanzie<br />
fornitura 100% energia pulita<br />
Garanzia d’Origine<br />
le GO hanno scadenza annuale<br />
e identificano<br />
FONTE di provenienza e<br />
PERIODO di produzione<br />
ENERGIA nuova<br />
L’anno di produzione dell’energia coincide con l'anno in cui il<br />
cliente acquista energia rinnovabile<br />
impianti identificabili<br />
Tutte le offerte 100% energia pulita sono coperte con GO di<br />
impianti del Gruppo siti sulle Dolomiti, quindi identificabili<br />
e tracciabili.<br />
L’energia rinnovabile offerta da Multiutility S.p.A.<br />
è esclusivamente di provenienza italiana.<br />
info@multiutility.it<br />
800.901.318<br />
il nostro Fuel Mix<br />
è 100% rinnovabile<br />
» solo GO - idroelettrico<br />
» solo energia italiana<br />
» solo energia dell’anno
CERTIFICHIAMO IN ARMONIA CON LA NATURA<br />
CCPB CERTIFICA PRODOTTI BIOLOGICI ED ECOSOSTENIBILI<br />
DEL SETTORE AGROALIMENTARE E NO FOOD<br />
L’agroalimentare<br />
biologico<br />
CCPB ha gli accreditamenti e le autorizzazioni<br />
per l’attività di controllo e certificazione dei<br />
prodotti biologici, in Europa e nel mondo.<br />
Il biologico<br />
non food<br />
CCPB opera nel settore della cosmesi,<br />
nel tessile e nelle aree verdi coltivate<br />
con metodo bio, secondo gli standard<br />
internazionali Natrue, GOTS, OE, Bio<br />
Habitat e i nostri standard privati.<br />
I prodotti<br />
eco-sostenibili<br />
CCPB certifica i prodotti agroalimentari e non,<br />
in base a standard nazionali e internazionali<br />
quali la produzione integrata, la detergenza,<br />
la rintracciabilità di filiera, GLOBALGAP, QS, la<br />
certificazione di prodotto e quella di sostenibilità.<br />
Controllo<br />
e Certificazione<br />
CCPB srl<br />
Viale Masini, 36<br />
40126 Bologna, Italy<br />
Tel +39 051 6089811<br />
Fax +39 051 254842<br />
ccpb@ccpb.it<br />
www.ccpb.it