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BIOENERGETIC<br />
LANDSCAPES<br />
L’ENERGIA BENEFICA DEGLI<br />
ALBERI<br />
di Marco Nieri<br />
Gli spazi verdi possono avere<br />
una ricaduta positiva sulla salute<br />
dell’organismo umano. Studi condotti a<br />
livello internazionale hanno evidenziato<br />
le ragioni dei benefici che ne possiamo<br />
ricavare. Una delle applicazioni più<br />
interessanti di questi studi è quella<br />
che ci consente di realizzare giardini<br />
terapeutici bioenergetici.<br />
Quando ci sentiamo troppo pressati dai nostri impegni<br />
è molto comune percepire d’istinto il bisogno di<br />
immergerci in un bosco o in un parco cittadino. La<br />
relazione terapeutica tra Uomo e Natura ha radici<br />
molto profonde nella storia, di cui l’Albero è la presenza<br />
simbolica più significativa, presente in tutte le antiche<br />
culture della Terra.<br />
Nei Boschi Sacri, santuari primordiali dove la divinità era<br />
simboleggiata da alberi significativi, l’albero era oggetto di<br />
culto e di rispetto, dispensatore di favori e salute; a questi<br />
esemplari spesso venivano attribuiti poteri taumaturgici,<br />
rafforzando l'immagine archetipica dell’albero “guaritore”<br />
(vedi ad es. J.G. Frazer e J. Brosse).<br />
La convinzione che le piante ed in particolare gli alberi<br />
siano benefici per le persone è del resto comune anche<br />
oggi. In gran parte questo deriva sia dalla conoscenza del<br />
loro fondamentale contributo nell'agire sull'ambiente,<br />
regolando la qualità dell'aria ed il clima, sia dall'estesa<br />
conoscenza che abbiamo sulle proprietà di molti<br />
principi attivi vegetali utilizzati da tempo in campo<br />
medico e farmacologico. Ma non solo. Molte ricerche<br />
hanno focalizzato il loro interesse verso l’aiuto che le<br />
piante possono offrire all’uomo in particolare a livello<br />
psicologico, sensoriale o emozionale.<br />
Se nella cultura medica di poco più di un secolo fa<br />
esisteva ancora l’idea che gli alberi potessero essere di<br />
aiuto al corpo e alla psiche, oggi molti istituti universitari<br />
e centri di ricerca hanno affrontato sperimentalmente<br />
questo argomento, valutando l'influenza che la presenza<br />
del verde riveste nei luoghi di cura, di studio e di lavoro.<br />
I risultati sono spesso sorprendenti. Ricerche svolte<br />
dall'Università del Texas hanno verificato che i pazienti<br />
di ospedali dove sono presenti giardini effettuano<br />
degenze più brevi e sono più soddisfatti, così come lo è il<br />
personale: in definitiva, costi minori e comfort più elevato<br />
(R.S. Ulrich e altri, 1984-1991). Anche sui luoghi di<br />
lavoro la presenza di piante può aumentare il rendimento<br />
fino al 12%, ridurre lo stress e l'assenza per malattia<br />
(V.I. Lohr e altri, Washington State University, 1996). Si<br />
è dimostrato perfino che il semplice fatto di guardare<br />
immagini di natura e piante migliora in pochi minuti<br />
la nostra circolazione, riducendo lo stress, attivando<br />
un effetto che potremmo forse definire placebo, ma che<br />
conferma il collegamento con l’archetipo interiorizzato<br />
dell’albero guaritore. Questa consapevolezza ha<br />
incoraggiato negli ultimi 20 anni l’interesse da parte<br />
di molti progettisti verso la realizzazione di “Healing<br />
Gardens”, cioè giardini pensati per generare benessere<br />
o per stimolare positivamente disabili, anziani, malati<br />
di Alzheimer o semplicemente i bambini, facendo leva<br />
in particolare sulla funzione terapeutica del paesaggio<br />
legata per lo più a suggestioni emozionali, psicologiche e<br />
sensoriali.<br />
Parallelamente però a questi studi molto legati alla psicosociologia,<br />
il rapporto con alberi e piante è stato indagato<br />
non solo da un punto di vista culturale e antropologico<br />
ma anche “energetico”.<br />
Già le antiche culture più legate al valore della percezione<br />
dei fenomeni naturali, come quella indo-vedica, cinese,<br />
aborigena e dei nativi americani, seppero riconoscere e<br />
ricercare il potere terapeutico della natura attraverso il<br />
contatto fisico con gli alberi, allo scopo di ricaricare la<br />
forza vitale e rafforzare il carattere. Oltre a questo, molti<br />
ricercatori hanno cominciato a costatare che esistono<br />
forti parallelismi tra alcuni aspetti della fisiologia animale<br />
e vegetale. Ad esempio le recenti scoperte del LINV<br />
(Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale)<br />
di Firenze hanno evidenziato ad esempio come l’apparato<br />
radicale delle piante presenti una forte affinità con il<br />
cervello animale, e come esse abbiano sofisticate capacità<br />
di rispondere agli stimoli e di calcolare le risposte più<br />
idonee verso l’ambiente e gli organismi viventi con i quali<br />
entrano in contatto.<br />
Questa affinità che emerge tra uomo e pianta sembra<br />
suggerire che all'origine dei processi vitali esista una sorta<br />
di linguaggio energetico -o elettromagnetico- capace di<br />
mettere in relazione le cellule dei viventi tra loro e queste<br />
con l'ambiente. Questo è effettivamente confermato sia<br />
dalle antiche culture orientali così come dalle più recenti<br />
scoperte occidentali, dove risulta evidente che “la Vita è<br />
una manifestazione dell’Energia”. Negli ultimi decenni,<br />
ad esempio, molti studi hanno dimostrato che tutte<br />
le forme fisiche (umane, animali, vegetali e minerali)<br />
sono tenute insieme e controllate da campi di energia<br />
elettromagnetica (vedi teoria elettrodinamica di H.S.<br />
Burr, Università di Yale, 1940; H. Frolich, 1988, F.A.<br />
Popp, 1989-1992). Non sorprende quindi che l’uomo, gli<br />
animali e le piante emettano campi di energia biologica,<br />
sotto forma di deboli ma specifici campi elettromagnetici<br />
e contemporaneamente dipendano energeticamente dalla<br />
nostra Biosfera.<br />
Di questa relazione si è molto occupato un ricercatore<br />
belga, il dott. Walter Kunnen, che già negli anni ’60<br />
affermava che siamo scarsamente coscienti che la<br />
sola differenza tra un cadavere -animale o vegetaleed<br />
un corpo vivo non è né fisica né anatomica<br />
ma semplicemente energetica. Dai suoi studi non<br />
convenzionali emerge che gli esseri viventi sono antenne<br />
che ricevono, accumulano ed emettono energia su<br />
specifiche frequenze elettromagnetiche che caratterizzano<br />
ogni organo o funzione biologica, così come un<br />
apparecchio radio sintonizzato su una stazione riceve<br />
quella emissione solamente, chiamando questo fenomeno<br />
“bio-risonanza”.<br />
Le sue ricerche sono state possibili grazie ad un cambio<br />
8 ecoIDEARE - <strong>Maggio</strong> / <strong>Giugno</strong> 2014<br />
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