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Dieci Venticinque

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iconoscimenti. Ma nell’ultimo<br />

anno le cose non sono andate<br />

per il verso giusto: l’amministrazione<br />

di Campolongo nel<br />

2016 è cambiata, passando<br />

nelle mani di una coalizione<br />

civica di centro-destra, capeggiata<br />

da Andrea Zampieri. Tra<br />

le nuove direttive anche quella<br />

di riprendere possesso di Villa<br />

Maniero, facendone uno spazio<br />

per le realtà associative del<br />

territorio. A marzo viene recapitata<br />

una prima lettera ad<br />

Affari Puliti, in cui si invitava<br />

l’associazione a lasciare l’abitazione.<br />

Pronta la replica, in<br />

cui si facevano valere i propri<br />

diritti, ovvero la convenzione<br />

ancora in essere con il Comune<br />

dal 2015. “La nuova amministrazione<br />

nei nostri confronti<br />

si è mostrata fredda sin dal<br />

primo momento - spiega Bordin<br />

-. Riteniamo che l’azione<br />

intrapresa contro di noi sia un<br />

atto di arroganza”. Difatti la<br />

vicenda ha assunto nuovi contorni,<br />

passando alle accuse. “Il<br />

Comune sosteneva - racconta<br />

il presidente di Affari Puliti<br />

- che la struttura non fosse<br />

idonea ad ospitare uffici, poi<br />

hanno accusato me di conflitto<br />

di interessi nel sostenere una<br />

delle imprese. La verità è che<br />

noi non siamo ben visti, perché<br />

non siamo allineati a loro”. Ora<br />

l’amministrazione comunale<br />

ha incaricato uno dei suoi consiglieri<br />

di maggioranza di farsi<br />

carico della vicenda, attraverso<br />

vie legali. “Hanno dato mandato<br />

ad un avvocato di seguire<br />

il caso. Il suo compenso si<br />

aggira intorno ai 13mila euro,<br />

una cifra considerevole per un<br />

Comune di 10 mila abitanti”-<br />

commenta Bordin. Il Comune,<br />

invece, non vuole alzare i toni<br />

della discussione “Abbiamo riscontrato<br />

delle difformità con<br />

la convenzione tra il Comune e<br />

l’associazione. - spiega la consigliera<br />

Katia Toson - Alle nostre<br />

rimostranze l’associazione<br />

ha risposto con una lettera<br />

di un legale. Vorremmo risolvere<br />

la questione in via bonaria,<br />

trovando un accordo tra le<br />

parti”. Se da una parte si spinge<br />

sull’acceleratore, dall’altra<br />

si morde il freno. Prossimo<br />

appuntamento a settembre, in<br />

cui si cercherà di trovare un<br />

LOMBARDIA:<br />

LIBERA MASSERIA DI CISLIANO - UN<br />

BENE CONFISCATO RECUPERATO DAL<br />

BASSO<br />

di Giovanni Modica Scala<br />

accordo. In tutto ciò, però, Libera<br />

tace. Non sono certo molti<br />

i casi in cui ad un bene confiscato<br />

riutilizzato si imputi una<br />

mala gestione, e in questi frangenti<br />

far da pacere dovrebbe<br />

essere un loro compito. Invece<br />

- a detta dell’associazione - Libera<br />

non si è mai interessata<br />

da vicino della questione, né si<br />

è mai fatta viva dalle loro parti.<br />

Come a dire, i panni sporchi è<br />

meglio che si lavino in casa <br />

ristorante “La Masseria”<br />

di Cisliano è un<br />

L’ex<br />

bene confiscato il 13<br />

ottobre 2014 al clan ‘ndranghetista<br />

Valle-Lampada e non<br />

ancora riassegnato definitivamente.<br />

Cisliano è un piccolo comune<br />

di circa 5000 abitanti a sudovest<br />

di Milano.<br />

Alla confisca seguirono numerosi<br />

“atti vandalici”: rimozione<br />

delle cancellate e delle tegole<br />

dal tetto, distruzione degli<br />

impianti, allagamento degli<br />

appartamenti e altri numerosi<br />

danni, per un ammontare di<br />

circa mezzo milione di euro.<br />

A fronte di tali atti, dopo che<br />

il Comune di Cisliano e Libera<br />

avevano più volte segnalato<br />

la situazione al Tribunale di<br />

Milano, in occasione del Consiglio<br />

Comunale aperto del<br />

21 aprile 2015 (al quale hanno<br />

preso parte anche Libera e Caritas),<br />

è stato votato all’unanimità<br />

l’impegno dell’Amministrazione<br />

a ottenere risposte<br />

dall’Agenzia Nazionale dei<br />

Beni Sequestrati e Confiscati e<br />

proteggere il bene da ulteriori<br />

atti di vandalismo.<br />

“Si iniziò con il responsabile<br />

regionale di Libera, che già<br />

seguiva anche RiMaflow – racconta<br />

Gigi Malabarba della<br />

fabbrica recuperata RiMaflow<br />

- e insieme a noi e Caritas si<br />

trovò un accordo col Sindaco<br />

per evitare la depredazione da<br />

parte dei mafiosi, per poi arrivare<br />

a costruire un progetto di<br />

utilizzo.”<br />

Sulla base di questo impegno,<br />

il 13 maggio 2015 viene avviato<br />

da Libera, Caritas e Comune<br />

un presidio permanente<br />

di legalità: un susseguirsi di<br />

volontari che giorno e notte<br />

hanno presidiato la struttura,<br />

impedendo danni ulteriori;<br />

riuscendo il 25 maggio 2015<br />

(dopo 12 giorni) a sbloccare la<br />

situazione di immobilismo e<br />

spingere finalmente l’Agenzia<br />

Nazionale dei Beni Sequestrati<br />

e Confiscati ad autorizzare<br />

nell’immediato la possibilità di<br />

stipulare un comodato d’uso<br />

gratuito per rendere immediatamente<br />

disponibile il<br />

bene alla collettività di Cisliano.<br />

“Con la nuova dirigenza di Libera<br />

- spiega Gigi - assai più<br />

tradizionalista, c’è stata la loro<br />

uscita”.<br />

Quindi a Cisliano si lavora<br />

principalmente con Ucapte<br />

(Una casa anche per te) di Caritas,<br />

utilizzando 4 mega appartamenti<br />

per ospitare famiglie<br />

sfrattate (siamo a 28 nuclei<br />

transitati in attesa di alloggio<br />

in due anni).<br />

Sono poi coinvolte altre realtà,<br />

associative e non (Cgil Lombardia,<br />

Camera del Lavoro di<br />

Milano, Cgil Ticino Olona, La<br />

Barriera, Caritas Ambrosiana,<br />

Cooperativa Terra e Cielo, Cascina<br />

Contina, Ri-MAFLOW,<br />

cooperativa IES, cooperatica<br />

Madre e terra, Comune Di<br />

Cisliano, e Lega delle autonomie),<br />

impegnate collettivamente<br />

nel promuovere e gestire<br />

i campi di Formazione e<br />

Lavoro nel bene confiscato Libera<br />

Masseria.<br />

“La confusione che si genera<br />

- spiegano i gestori in un comunicato<br />

chiarificatore del 27<br />

luglio - è data dal termine LIBE-<br />

RA che diversi hanno impiegato<br />

negli anni ed appartiene alla<br />

lingua italiana (…). Cogliamo<br />

l’occasione per ringraziare chi<br />

in Libera - nomi e numeri contro<br />

le Mafie risponde al telefono<br />

e ci indirizza le assistenti<br />

sociali dei diversi comuni, che<br />

cercano percorsi di formazione<br />

e lavoro per i ragazzi/e in<br />

difficoltà. Del resto anche NOI<br />

quando ci chiedono dei campi<br />

di E!StateLiberi formazione ed<br />

impegno diamo i contatti della<br />

associazione che tanto ha fatto<br />

e continua a fare, e resta nel<br />

nostro cuore.”<br />

Oltre all’uso abitativo per le<br />

famiglie sfrattate, lo stabile è<br />

dotato anche di una pizzeria<br />

(“siamo in attesa di farla funzionare<br />

di nuovo ufficialmente,<br />

creando anche posti di lavoro”).<br />

In più, grazie alla Caritas, ci<br />

sono 5 ettari di terreno in comodato<br />

a fianco della Masseria:<br />

è stato avviato all’interno<br />

uno spaccio di Fuorimercato e<br />

col tempo il ristorante funzionerà<br />

coi prodotti del campo.<br />

“L’idea - svela Gigi - è di costituire<br />

un’altra comunità sociale<br />

autogestita lì, dopo quella<br />

già avviata nel Lodigiano, e di<br />

avere tutte le realtà economiche<br />

all’interno della rete Fuorimercato<br />

tenute insieme da<br />

un progetto di economia popolare”.<br />

Nelle scorse settimane vi si<br />

sono tenuti campi di approfondimento<br />

e lavoro che hanno<br />

coinvolto centinaia di ragazze<br />

e ragazzi.<br />

La domanda, gravida di riflessioni,<br />

che Gigi pone al termine<br />

della nostra conversazione è<br />

la seguente: se si è potuto fare<br />

con la Masseria, perché non<br />

è possibile recuperare tutti i<br />

beni confiscati (e la Lombardia<br />

è la regione del Nord che<br />

ne possiede di più) e abbandonati<br />

attraverso un’iniziativa<br />

diretta dal basso? <br />

22 n.35 | SETTEMBRE 2017 23

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