Dieci Venticinque
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PIEMONTE<br />
DOVE IL RIUTILIZZO<br />
Il fenomeno dell’infiltrazione<br />
mafiosa in molti settori<br />
economici e sociali si può<br />
riscontrare anche in regioni<br />
come il Piemonte, notoriamente<br />
considerata estranea a<br />
dinamiche legate alla criminalità<br />
organizzata. Secondo gli<br />
ultimi dati aggiornati al 2016,<br />
sono stati confiscati complessivamente<br />
265 immobili appartenenti<br />
a clan mafiosi e il 55% è<br />
già stato destinato a riutilizzo<br />
mentre la restante parte si trova<br />
sotto la tutela dell’ ANBSC.<br />
Dalle statistiche si nota che<br />
la provincia più interessata<br />
è quella di Torino (con il 76%<br />
FUNZIONA<br />
di Sergio Scollo<br />
del totale dei beni confiscati)<br />
seguita, con percentuali molto<br />
più basse, da Cuneo (6%). I<br />
beni, nella maggior parte dei<br />
casi, sono stati destinati ai<br />
Comuni che ne hanno avviato<br />
il processo di riutilizzo per la<br />
quasi totalità. Considerando<br />
la tipologia dei beni confiscati<br />
già destinati, viene alla luce<br />
che la più presente è quella degli<br />
appartamenti in condominio<br />
(15,8%) seguita dai terreni<br />
agricoli (14%).<br />
In questi territori Libera e il<br />
gruppo Abele hanno avviato<br />
progetti di riutilizzo di notevole<br />
portata e importanza;<br />
un esempio lampante è quello<br />
della Cascina Caccia, dedicata<br />
alla memoria del magistrato<br />
Bruno Caccia. Procuratore<br />
della Repubblica a Torino, era<br />
considerato un individuo incorruttibile<br />
e ligio al suo dovere;<br />
il suo lavoro di contrasto<br />
alle organizzazioni criminali,<br />
in particolar modo alla ‘ndrangheta,<br />
lo ha pagato a caro prezzo.<br />
Infatti, il 26 giugno 1983,<br />
venne assassinato con 17 colpi<br />
di pistola. Venne accusato<br />
come mandante dell’ omicidio<br />
Domenico Belfiore, un noto<br />
esponente ‘ndranghetista attivo<br />
in Piemonte, poi condannato<br />
all’ergastolo.<br />
Nel 2008 è stata eseguita la<br />
confisca dei beni del boss, fra<br />
cui una cascina situata a San<br />
Sebastiano da Po, dimora della<br />
sua famiglia con difficoltà<br />
si riuscì a togliere dalle mani<br />
mafiose questo immobile che<br />
venne riutilizzato dall’associazione<br />
ACMOS e venne dedicato<br />
ai coniugi Caccia. “Oltre<br />
che all’operato del procuratore<br />
Bruno Caccia - spiega Noemi<br />
Tacconi, coordinatrice delle<br />
attività della cascina - la dedica<br />
va anche a sua moglie Bruna,<br />
che per tanti anni si è spesa<br />
per raccontare la storia di suo<br />
marito in giro per le scuole,<br />
spiegando ai ragazzi cosa fosse<br />
la ‘ndrangheta. Si, perché<br />
in Piemonte non solo non si<br />
conosceva la figura di Bruno<br />
Caccia, ma tantomeno si aveva<br />
percezione del fenomeno<br />
criminale di matrice calabrese.<br />
Lo ammette Noemi, ricordando<br />
di un sondaggio fatto in<br />
giro per Torino che aveva tante<br />
facce interrogativi; da quella<br />
ricerca se ne è ricavato un video<br />
che facesse anche da memorandum.<br />
“Dopo l’operazione<br />
Minotauro - precisa Noemi<br />
- che nel 2011 portò alla luce i<br />
contorni delle vicende criminali<br />
del capoluogo piemontese,<br />
la consapevolezza è aumentata.<br />
Adesso molte persone sono<br />
a conoscenza che anche qui<br />
la mafia è presente, anche se<br />
molto più silenziosa”. Anche<br />
dopo la confisca della cascina,<br />
i parenti di Domenico Belfiore<br />
hanno continuato a dimorare<br />
in alcuni appartamenti antistanti<br />
al bene confiscato, fino<br />
a quando, nel maggio 2017, il<br />
nuovo sindaco di San Sebastiano<br />
(“dimostrando di avere pugno<br />
duro”, come dice la Tacconi)<br />
ha intimato loro lo sfratto.<br />
Dirimpettai a parte, in quasi<br />
dieci anni Cascina Caccia si è<br />
data un bel da fare per autogestirsi<br />
e portare avanti i propri<br />
progetti -“perchè è fisiologico<br />
che, dopo i primi anni in cui la<br />
Regione ti dà una mano, gradualmente<br />
i fondi amministrativi<br />
vadano esaurendosi; ed è<br />
anche giusto, perché una cooperativa<br />
ce la deve fare con le<br />
proprie forze, mettendo a frutto<br />
i propri progetti”. E attraverso<br />
l’Associazione Acmos ne<br />
hanno realizzati tanti, a partire<br />
dall’accoglienza, sia di chi si<br />
occupa dell’organizzazione (la<br />
stessa Noemi infatti abita nella<br />
Cascina “anche - dice - per<br />
evitare che vengano fatti più<br />
danni che in precedenza”), sia<br />
di chi ha bisgno di una casa,<br />
ma non solo. Sono previste<br />
infatti diverse forme di ospitalità:<br />
la prima in giornata,<br />
la seconda di qualche giorno,<br />
entrambe per conoscere, più<br />
o meno in modo approfondito<br />
meglio la nostra realtà. Poi ci<br />
sono i percorsi formativi per<br />
persone provenienti da istituti<br />
penitenziari, anche minorili;<br />
un’occasione questa per offrire,<br />
durante un breve periodo di<br />
lavoro, una prima vetrina sul<br />
futuro che verrà. Infine Estate<br />
Liberi, momento in cui i ragazzi<br />
di Libera hanno l’occasione<br />
di vivere la realtà di un bene<br />
confiscato alle mafie dando<br />
una mano nella produzione dei<br />
prodotti di Libera Terra. Come<br />
il miele, ad esempio, “uno dei<br />
primi prodotti italiani a prendere<br />
l’etichetta di Libera Terra”<br />
- spiega Noemi. Dal 2009 si<br />
sono aggiunti anche i noccioli,<br />
e nel corso di questi anni è<br />
stata avviata la produzione di<br />
prodotti composti con queste<br />
due materie prime, che - come<br />
sperano in cascina - presto si<br />
potranno produrre in loco, per<br />
abbattere i costi, perché - “e<br />
questo nessuno lo dice - spiega<br />
Noemi - una cooperativa è una<br />
macchina produttiva che ha<br />
bisogno di alimentarsi, e noi<br />
ogni anno abbiamo bisogno<br />
di circa 150 mila per andare<br />
avanti”. Fondi che cercano di<br />
ricavare in modi diversi, dalle<br />
cene di raccolta fondi agli<br />
eventi privati. Tutto per portare<br />
avanti una comunità che<br />
sappia stare insieme coltivando<br />
prodotti e ideali <br />
24 n.35 | SETTEMBRE 2017 25